Sulla pubblicità dei lavori:
Giaccone Andrea , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SUL RIORDINO DEL SISTEMA DELLA VIGILANZA IN MATERIA DI LAVORO, CONTRIBUZIONE E ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA A SEGUITO DELLE MODIFICHE INTRODOTTE DAL DECRETO LEGISLATIVO 14 SETTEMBRE 2015, N. 149, NELLA PROSPETTIVA DI UNA MAGGIORE EFFICACIA DELLE AZIONI DI CONTRASTO AL LAVORO IRREGOLARE E ALL'EVASIONE CONTRIBUTIVA
Audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e UGL.
Giaccone Andrea , Presidente ... 3
Scacchetti Tania , segretaria nazionale della CGIL ... 3
Giaccone Andrea , Presidente ... 4
Pirastu Antonella , funzionaria della UIL ... 4
Giaccone Andrea , Presidente ... 5
Carraro Paolo , funzionario del dipartimento lavoro, formazione e contrattazione della CISL ... 5
Giaccone Andrea , Presidente ... 6
Conti Stefano , segretario confederale dell'UGL ... 6
Giaccone Andrea , Presidente ... 7
Costanzo Jessica (M5S) ... 7
Viscomi Antonio (PD) ... 7
Rizzetto Walter (FDI) ... 8
Lepri Stefano (PD) ... 9
Bucalo Carmela (FDI) ... 10
Giaccone Andrea , Presidente ... 10
Scacchetti Tania , segretaria nazionale della CGIL ... 10
Pirastu Antonella , funzionaria della UIL ... 11
Carraro Paolo , funzionario del dipartimento lavoro, formazione e contrattazione della CISL ... 11
Conti Stefano , segretario confederale dell'UGL ... 12
Giaccone Andrea , Presidente ... 12
Allegato 1: Documento unitario trasmesso da CGIL, CISL e UIL ... 13
Allegato 2: Documento trasmesso dalla UGL ... 17
Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ANDREA GIACCONE
La seduta comincia alle 9.45.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati, nonché la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e UGL.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul riordino del sistema della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria a seguito delle modifiche introdotte dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, nella prospettiva di una maggiore efficacia delle azioni di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva, l'audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e UGL.
Segnalo che sono presenti: per la CGIL, Tania Scacchetti, segretaria nazionale, Corrado Barachetti, area della contrattazione del mercato del lavoro, Giorgia D'Errico, coordinatrice della Segreteria Generale; per la CISL, Paolo Carraro del Dipartimento lavoro, formazione e contrattazione; per la UIL, Antonella Pirastu, funzionaria; per l'UGL, Stefano Conti, segretario confederale, Alessandro Di Stefano, segretario nazionale della funzione pubblica, Fiovo Bitti, dirigente confederale.
Nel ringraziare ancora una volta i nostri ospiti, do la parola a Tania Scacchetti.
TANIA SCACCHETTI, segretaria nazionale della CGIL. Presidente, la ringraziamo per l'audizione e ringraziamo gli onorevoli presenti. Noi abbiamo presentato una memoria unitaria come CGIL, CISL e UIL, di cui vi illustreremo insieme i contenuti principali.
Sottolineo nella premessa che siamo a quasi due anni dal riordino del sistema di vigilanza previsto dal decreto legislativo n. 149 del 2015 e da subito, unitariamente, abbiamo rilevato come il disegno del riordino del sistema della vigilanza fosse un'operazione ambiziosa, nata da un obiettivo che abbiamo ritenuto condivisibile, quello di giungere a una maggiore razionalizzazione e integrazione dei controlli in materia di lavoro, rafforzando il coordinamento fra gli ispettori del lavoro e gli ispettori degli istituti previdenziali.
Un'operazione ambiziosa e anche necessaria in un Paese in cui l'economia illegale vale un quarto del Prodotto interno lordo, in cui c'è un grosso problema di lavoro irregolare, in cui andrebbero rafforzate le vigilanze in materia di salute e di sicurezza sul lavoro, come dimostrano i dati preoccupanti su questo tema, in cui c'è un problema di grossissima evasione ed elusione contributiva, oltre che in termini di diritti sul lavoro, in una situazione che imporrebbe non solo un rafforzamento delle sanzioni e dei controlli, quindi dell'azione repressiva, ma anche un'efficace azione preventiva, che l'Ispettorato nazionale del lavoro può svolgere, per evitare di fare interventi solo nella fase patologica, come spesso ci capita di vedere.
Questo anche per rafforzare alcune pratiche positive che l'Ispettorato nazionale del lavoro ha attivato negli ultimi anni, Pag. 4come l'istituzione degli Osservatori sulla cooperazione o il grande lavoro sul contrasto al caporalato, oltre che l'impegno (non ci siamo soffermati moltissimo nella memoria, ma è un tema su cui ci siamo spesso confrontati nei mesi scorsi con l'Ispettorato nazionale) a vigilare maggiormente sull'applicazione dei contratti collettivi nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, quindi sul sistema della rappresentanza, facendo in questo modo un'attività molto forte di contrasto al sistema delle esternalizzazioni fittizie o delle cooperative spurie, che consideriamo uno dei campi sui quali c'è necessità di maggiore intervento.
Questa operazione ambiziosa non è riuscita dal nostro punto di vista, non ha portato, come conseguenza, alla riorganizzazione del sistema, che poi invece era il vero e proprio motivo dell'istituzione dell'Ispettorato nazionale, visto il problema di coordinamento delle banche dati in materia, anche delle attività strategiche che lo stesso Istituto può portare avanti.
C'è ancora oggi un importante problema di governance dei tre enti che costituiscono l'Istituto, c'è un grossissimo problema di scarsità di dotazioni organiche, di risorse umane e di formazione delle persone, e l'ultimo rapporto dell'Ispettorato nazionale, pubblicato nel 2017 e riferito al 2016 (non siamo ancora stati convocati su quello dell'anno scorso), evidenzia un fortissimo calo delle ispezioni, a fronte di un aumento molto forte delle irregolarità verificate nelle ispezioni stesse. Quindi, al termine della nostra memoria, dove elenchiamo una serie di dati ed evidenziamo come sarebbe importantissimo rafforzare l'Istituto nazionale per rafforzare il legame esistente fra legalità, sicurezza e qualità dello sviluppo del Paese, auspichiamo che, a partire da questa audizione che oggi abbiamo la possibilità di fare in questa Commissione, sia possibile rilanciare anche il coinvolgimento delle parti sociali nel miglioramento e nel rafforzamento dell'attività dell'Ispettorato nazionale del lavoro.
PRESIDENTE. Grazie.
Do la parola ad Antonella Pirastu della UIL.
ANTONELLA PIRASTU, funzionaria della UIL. Mi ricollego a quanto detto nell'introduzione dalla collega Scacchetti. Qui parliamo di un sistema e di un organismo che avremmo sperato coordinasse in maniera più efficiente ed efficace i vari organi preposti all'ispezione, quindi Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ma anche le forze dell'ordine, quindi Agenzia delle entrate e Carabinieri, ma anche polizia locale.
Riteniamo infatti che, pur essendoci una grande attenzione da parte dell'Ispettorato nazionale del lavoro a livello nazionale, diventa poi fondamentale il ruolo degli enti locali e degli attori presenti sul territorio, per rilanciare i patti di emersione a livello territoriale, per noi uno strumento fondamentale per contrastare meglio questo fenomeno.
Quella del decreto legislativo n. 149 del 2015 è stata una riforma a «costo zero» e ciò ha determinato una carenza su determinati aspetti che riteniamo salienti, tra i quali una carenza del personale, ma anche di infrastrutture materiali. Parliamo di dotazioni per i vari ispettori che si muovono sul territorio.
Abbiamo un fenomeno collegato al lavoro irregolare in nero, che è quello di una forte evasione contributiva e fiscale, che viene stimata (si tratta di stime, perché il lavoro sommerso, soprattutto quello nero, non è ufficializzato nelle banche dati della pubblica amministrazione, degli enti preposti a verificare la regolarità dei rapporti di lavoro) molto diffusa sul nostro territorio.
In una recente relazione presentata nel 2018 dal Governo al Parlamento sull'economia e sull'evasione fiscale e contributiva, con dati aggiornati al 2015, quindi non propriamente recenti, l'evasione contributiva ammonta a 11,6 miliardi di euro, con un aumento rispetto al 2012 molto consistente.
Questo fenomeno si riscontra in determinati settori, ed è importante analizzare da un punto di vista ispettivo quali settori siano maggiormente interessati dall'evasione. Nella relazione si segnala il settore dei servizi e si mette in evidenza il problema molto grave che riguarda il lavoro Pag. 5domestico, perché, dal momento che gli ispettori non possono entrare nei domicili privati, nonostante i voucher o le prestazioni di lavoro occasionale che hanno sostituito i voucher, è complicato determinare una vera emersione in questo settore.
Qui facciamo una prima proposta, quella di una politica preventiva, che renda totalmente deducibile per il datore di lavoro il costo contributivo, il cui limite attuale è di 1.549,37 euro.
Altro problema è l'agricoltura. La collega parlava del caporalato, una piaga da sempre molto diffusa su tutto il territorio nazionale. Riteniamo necessaria una completa applicazione della legge n. 199 del 2016, per contrastare questo tipo di fenomeno attraverso un'intensificazione dei controlli, ma anche un sistema di premialità per le aziende virtuose che si sono registrate e certificate attraverso la Rete del lavoro agricolo di qualità.
Sempre nel settore dell'agricoltura c'è un altro problema che riguarda le false imprese cooperative senza terra, che fanno, in qualche modo, intermediazione illecita di manodopera. Questo è un altro problema rilevante, che dovrebbe e potrebbe essere superato anche a livello amministrativo e non solo legislativo.
Voglio riportare soltanto qualche dato per far capire come ci sia carenza di personale, una carenza che viene anche palesata nel Piano di performance 2019-2020 dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), pubblicato di recente, il 31 gennaio. Se prendiamo i dati INPS, quindi i dati amministrativi reali, tra aziende private con dipendenti e aziende agricole con dipendenti, abbiamo circa 1,8 milioni di aziende presenti sul territorio e abbiamo una forza di ispettori in organico pari a 4.000 unità (ci può essere sfuggito qualche numero, però siamo intorno ai 4.000 ispettori).
Ciò significa che, facendo un rapporto molto semplice, ogni ispettore dovrebbe nell'anno controllare circa 456 aziende. La collega Scacchetti ha citato i dati riferiti al 2017, ma la pubblicazione del primo semestre 2018 basata sui dati dell'Ispettorato nazionale del lavoro ci dice che sono state ispezionate 88.000 aziende, il che significa che non c'è discontinuità rispetto alle ispezioni che si facevano prima dell'istituzione dell'Ispettorato. Ciò per ribadire l'importanza di più numerosi ispettori sul territorio, quindi non soltanto più personale amministrativo ma anche più personale sul territorio stesso.
Nella legge di bilancio 2019 sono state previste novecento trenta assunzioni di ispettori, che si aggiungono alle centocinquanta che erano già state previste, ma riteniamo che non siano sufficienti e che il numero di ispettori da assumere debba andare oltre il turnover per rimpiazzare il personale che accede al pensionamento, tenendo conto anche dell'introduzione del canale di accesso al pensionamento anticipato cosiddetto «quota 100» che porterà molti ispettori a lasciare la loro mansione.
Mi fermerei, ringraziandovi, e passerei la parola al mio collega della CISL, Paolo Carraro.
PRESIDENTE. Do la parola al dottor Carraro della CISL.
PAOLO CARRARO, funzionario del dipartimento lavoro, formazione e contrattazione della CISL. Grazie, presidente, grazie a tutti i presenti. Il mio intervento si pone in piena continuità con quanto detto dai colleghi riguardo alle strutture che hanno il compito di sovrintendere alle azioni di vigilanza, con riferimento non solo ai dati appena citati, ma anche alle condizioni, prima di tutto ai percorsi formativi, che sono attesi da tempo immemore per adeguare ai nuovi strumenti il personale già in servizio e quello che deve arrivare, e poi proprio ai nuovi strumenti.
Fare prevenzione è indispensabile, perché probabilmente sarà impossibile avere un numero di ispettori tale da seguire un paio di aziende mensilmente, ma negli anni si sono visti i progressi, i miglioramenti e i risultati ottenuti proprio attraverso le operazioni di intelligence fatte. Fare operazioni di intelligence preventiva vuol dire avere la possibilità di avvalersi di tutti gli strumenti informatici e delle banche dati a disposizione, vuol dire non effettuare (prima era un errore frequente) le ispezioni o nella Pag. 6stessa azienda per motivazioni diverse o in aziende che non sono realmente a rischio.
Faccio un esempio di un altro settore, quello dell'edilizia. Come sappiamo, l'edilizia ha uno strumento come il DURC, il Documento unico di regolarità contributiva, che è uno strumento importante anche per le attività ispettive, non ex post ma come azione preventiva. Vi faccio un esempio banale che può essere utile: se un'impresa edile, la Paolo Carraro Snc, produce uno o due DURC nel corso di un anno, è evidente che c'è qualcosa che non funziona, perché vorrebbe dire che quell'impresa ha soltanto uno o due cantieri, e questo è impossibile, dimostrando che il documento di regolarità contributiva viene utilizzato in maniera impropria e trasferito su diversi cantieri.
Queste operazioni di intelligence fanno sì che gli ispettori in azione siano inviati in maniera molto più mirata, evitando loro perdite di tempo eccessive. Perché questo avvenga c'è bisogno di una forte azione di coordinamento.
Per quanto riguarda il coordinamento siamo piuttosto dispiaciuti del fatto che la Commissione centrale di coordinamento dell'attività di vigilanza non venga convocata da tempo. Quell'organismo, che è stato istituito dalla legge stessa, la legge sul nuovo Ispettorato, aveva una funzione fondamentale per quanto riguarda la proposta di strumenti e azioni concertate anche sul territorio. Sono addirittura decenni che vengono messe in piedi task force con le forze dell'ordine per contrastare alcuni fenomeni anche sul territorio.
Nella Commissione centrale di coordinamento il contributo delle parti sociali, noi come organizzazioni dei lavoratori, ma anche quelle datoriali, che sono le prime interessate a non far riprodurre situazioni di dumping sul territorio, era un contributo molto importante, essendo presenti a quel tavolo tutte le parti interessate. Quindi, sono indispensabili per la prevenzione il sistema informatico, la Commissione centrale di coordinamento e gli altri strumenti che abbiamo citato.
Ultima cosa che ricordo è che già l'istituzione dell'Ispettorato senza costi ulteriori, anche con riferimento alle sue attività, mette ovviamente in discussione sia l'esistenza e l'attività attuale dell'Istituto, sia lo sviluppo futuro. Per questo vi suggeriamo di consultare direttamente le categorie interessate, perché c'è una questione che riguarda gli ispettori e tutto il personale dell'ente che va affrontata in maniera più dettagliata. Grazie.
PRESIDENTE. Do ora la parola a Stefano Conti, segretario dell'UGL.
STEFANO CONTI, segretario confederale dell'UGL. Buongiorno, presidente, buongiorno a tutti e grazie per la convocazione.
Come sappiamo, il riordino del sistema della vigilanza ha portato alla creazione dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), con l'intenzione del legislatore di unificare una serie di istituti di vigilanza sul lavoro e, dunque, evitare la duplicazione di interventi e di una serie di procedure, intenzione sicuramente condivisibile, anche se all'epoca, come UGL, ponemmo dubbi sull'effettiva possibilità di realizzazione di una macchina così complessa.
Ad oggi, la storia dell'INL ha prodotto, a nostro avviso, conseguenze che vanno nella direzione opposta rispetto a quella perseguita dal legislatore. Alcune criticità sono state già esaminate dai colleghi che mi hanno preceduto, come la carenza di formazione del personale, la difficoltà delle varie banche dati ad interfacciarsi e quindi aiutare nella semplificazione del lavoro.
Ci sono poi tempi di lavorazione delle pratiche diversi tra gli ex ispettori del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e gli ispettori dell'INPS e dell'INAIL, perché frutto di regolamentazioni e norme che, nel caso dei primi, danno la possibilità di concludere le pratiche in tempi ragionevoli, mentre nel caso dei secondi fanno sì che le pratiche si possano concludere nell'arco di alcuni anni. Questo complica ulteriormente l'organizzazione del lavoro e le risposte degli organi di vigilanza.
Ci sono poi diverse condizioni contrattuali tra gli ispettori, nonostante oggi siano tutti riconosciuti come pubblici ufficiali, c'è una diversa dotazione di strumenti tra chi Pag. 7proviene dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e chi dall'INPS e dell'INAIL, quindi c'è una serie di situazioni divergenti tra loro che meritano sicuramente di essere risolte.
La mia breve relazione sarà corredata da una documentazione più accurata e dettagliata che sarà trasmessa alla Commissione nei prossimi giorni.
C'è poi anche un problema relativo al verbale unico di accertamento, che avrebbe dovuto eliminare la duplicazione di documenti e di accertamenti, ma la diversa natura giuridica dei vari enti rende un unico verbale di accertamento quasi inutile, se non impossibile da formalizzare.
Vorrei fare un focus su un argomento che non è propriamente attinente al tema di oggi, ma che ci è stato sottoposto da più parti, relativo alla possibilità per il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di accedere agli atti a seguito di un esposto.
Il Testo unico sulla sicurezza, di cui al decreto legislativo n. 81 del 2008, prevede la possibilità per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) di ricevere informazioni dai servizi di vigilanza, ma, nello stesso tempo, reca norme che negano la possibilità di accesso agli atti. Dunque, è un meccanismo che non funziona, perché il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza fa l'esposto all'organo di vigilanza e, nel caso in cui questo non rilevi alcuna violazione, il problema non si pone, ma nel caso in cui l'organo di vigilanza rilevi violazioni da parte del datore di lavoro, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza che ha fatto l'esposto non può venire a conoscenza di quali violazioni si tratti, per cui è un cerchio che non si chiude.
Questo non è direttamente riconducibile al tema di oggi, ma credo che abbia un senso parlarne e speriamo possa essere oggetto di discussione. Grazie.
PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
JESSICA COSTANZO. Vorrei ringraziare la Commissione lavoro per aver condiviso la necessità di questa indagine conoscitiva, ringrazio le sigle sindacali oggi presenti e vorrei fare alcune domande in merito alle competenze richieste agli ispettori, che sembrano essere trasversali sia in tema di lavoro e di previdenza, sia in tema assicurativo.
Vorrei sapere se questo non venga considerato un sovraccarico delle competenze degli ispettori, a fronte del ruolo ad esaurimento che invece è previsto per gli ispettori dell'INPS, e soprattutto anche a fronte del fatto che ci sono delle differenze dal punto di vista retributivo tra gli ispettori in forza ai diversi Istituti, oltre alle criticità che avete già ravvisato sulla carenza di personale e sulla possibilità di ulteriori pensionamenti che ci potranno essere progressivamente nei prossimi mesi.
Un'altra questione riguarda la celerità dell'azione di vigilanza, perché è chiaro a tutti che è indispensabile che questa azione sia veloce e agile, però si faceva riferimento anche alla Commissione di coordinamento e alla previsione per gli ispettori di una sorta di coordinamento prima di iniziare un'ispezione. Tale previsione non può minare «l'effetto sorpresa», che in questo caso è fondamentale?
Un'altra questione riguarda la differenza tra gli ispettori in capo all'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), che effettivamente svolgono ispezioni in azienda, e il personale che invece svolge ruoli amministrativi. Quindi vi chiedo se, viste le diverse mansioni espletate, non ravvisiate l'esigenza di un riconoscimento retributivo differente. Grazie.
ANTONIO VISCOMI. Ringrazio i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Poiché l'indagine conoscitiva che la Commissione ha avviato è dedicata al riordino del sistema di vigilanza, ma nella prospettiva di una maggiore efficacia dell'azione di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva, li ringrazio per aver posto l'attenzione al contesto e non soltanto alla struttura dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), sulla quale mi riservo di fare due osservazioni.
Sarò molto sintetico per lasciare tempo alle domande dei colleghi e alle vostre risposte. Prima questione, la bilateralità. Il Pag. 8mercato del lavoro, sia nella sua fisiologia, sia nella sua patologia, non può essere affidato semplicemente al governo dell'autorità amministrativa o del legislatore. È, infatti, necessario dirci chiaramente che il mercato del lavoro deve essere governato dalle parti sociali, in un quadro definito dal legislatore affiancato dall'autorità amministrativa.
Poiché il problema del dumping non è un problema soltanto del legislatore, ma è un problema anche del sistema delle imprese, non intendo la bilateralità nel senso tradizionale, ma dico: «Ritorniamo a contrattare nel mercato del lavoro e a ragionare insieme su queste questioni». Mi pare che voi stessi l'abbiate affermato, nel momento in cui proponete una rivalorizzazione dei patti locali per l'emersione, per cercare di governare i mercati del lavoro, che sono disorganizzati e deboli.
Credo che sia veramente una prospettiva da assumere, coniugando i patti locali con tutto il sistema, non ancora pienamente organizzato e definito, di attività preventive (white list, DURC, reti di qualità del lavoro agricolo e non). Il governo del mercato del lavoro passa anche attraverso patti di emersione, secondo la logica delle vecchie cabine di regia, variamente denominate, sull'emersione del lavoro nero in sede locale.
Questo trasformerebbe anche la funzione dei controlli, che non sono dei meri controlli sanzionatori, ma di affiancamento alle imprese e di recupero alla legalità di sistemi imprenditoriali. C'è l'imprenditore che ricorre al lavoro nero e all'irregolarità perché pensa di stare sul mercato non innovando sulla qualità, ma riducendo i costi, ma c'è anche una fascia di imprese che ha difficoltà a stare nel sistema di legalità nel mercato del lavoro per una serie di motivi.
Terza osservazione, più ispettori, io direi più e migliori ispettori, nel senso che forse dovremmo pretendere una maggiore formazione, quindi maggiori risorse, perché le riforme non si fanno a costo zero, e questo vale in qualunque settore della pubblica amministrazione, perché sono trent'anni che facciamo riforme a costo zero con la necessità ogni anno di rivedere il sistema normativo, credendo che sia un problema normativo, mentre personalmente credo che sia un problema organizzativo e, dunque, di formazione di chi deve esercitare funzioni di ispettorato.
Questo vale anche per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), vale anche per la rappresentanza sindacale o dei lavoratori in materia di sicurezza e infortuni sul lavoro all'interno dell'azienda, ma si tratta, ovviamente, di un problema più complesso, che non può essere affrontato in questo momento.
Ultimo punto sul caporalato, su cui chiedo una vostra osservazione, anche perché sul tema la Commissione lavoro sta svolgendo, congiuntamente alla Commissione agricoltura, una indagine conoscitiva, in relazione alla quale ci dovremo rivedere con le organizzazioni sindacali in sede di audizione.
Chiedo velocemente una vostra valutazione, perché la legge n. 199 del 2016 è passata nell'immaginario collettivo come la «legge contro il caporalato», che è giusto fino ad un certo punto, perché la legge punisce due fattispecie diverse: l'impiego irregolare di manodopera, che è il caporalato, e lo sfruttamento, la condizione di sfruttamento del lavoratore, in relazione al quale introduce anche una serie di indici.
Da questo punto di vista vi chiederei, in base alla vostra esperienza sul campo, se questa legge sul caporalato, sotto i due diversi versanti, caporalato e sfruttamento, abbia trovato applicazione in concreto nei diversi ambiti del mercato del lavoro. Grazie.
WALTER RIZZETTO. Ringrazio coloro che sono intervenuti stamane. Riprendiamo in Commissione lavoro il tema dei controlli dell'Ispettorato nazionale del lavoro. È un tema che avevamo già trattato la scorsa legislatura e che, fortunatamente, riprendiamo anche in questa.
Presidente, parto da un presupposto per fare, alla fine, un'unica domanda. Penso che l'Ispettorato nazionale del lavoro non funzioni per nulla. Questo è il grosso punto di domanda ed è questa la cosa che, effettivamente, mi sento di dire. È stato un Pag. 9provvedimento, all'epoca, completamente sbagliato e i dati, di fatto, lo certificano.
Ministero del lavoro e delle politiche sociali, INPS e INAIL in questo momento stanno complicando gli accertamenti, in quanto ci sono sempre meno trasferimenti di personale all'Ispettorato del lavoro. C'è molta gente che se ne va, mi pare di aver capito. Ci sono ispettori del lavoro che vanno a fare le ispezioni in autobus, tanto per essere chiari, in quanto hanno anche poca disponibilità, se non nessuna disponibilità di mezzi.
Vengo alla mia proposta, che è anche la mia domanda: sareste d'accordo su un accorpamento dei servizi ispettivi di INPS ed INAIL? Lasciar stare l'INL e fare un accorpamento INPS e INAIL. Tra l'altro, mi pare che tale ipotesi sia stata anche oggetto di qualche annuncio nella scorsa campagna elettorale. In alternativa, far confluire l'Ispettorato in INPS, secondo me, potrebbe comportare risparmi, da una parte, e più efficacia di controlli, dall'altra, perché, inevitabilmente, con un ente non come quello che c'è adesso, ma riveduto e corretto, si potrebbero avere, ad esempio, possibilità in più in termini di software e in termini di incrocio di banche dati. L'azione dell'ente potrebbe essere, per come la vedo io, più efficace.
Mi sono permesso, presidente, di segnarmi soltanto alcuni dati sulle entrate derivanti dalle ispezioni. Nel 2014, tra premi e contributi evasi, gli incassi sono stati di 1,5 miliardi; nel 2013, 1,3 miliardi; nel 2017, 900 milioni. Soltanto nel 2016 sono state fatte trentamila ispezioni in meno. Non lo diciamo soltanto noi o non lo dico soltanto io. È la stessa Corte dei conti che ha certificato il fallimento dell'INL.
Dopodiché, servirebbe, presidente – quindi la domanda è unica – qualcosa di diverso rispetto all'INL. Cerchiamo di far confluire l'Ispettorato nazionale in INPS?
Tra l'altro, presidente, sono stato attento e ho ascoltato anche tutti gli interventi dei colleghi. Ricordo soltanto che l'ultima legge di bilancio, ad esempio ha disposto un taglio di 410 milioni di euro nel triennio 2019-2021 delle risorse strutturali dell'INAIL. Qui dentro possiamo dirci quello che vogliamo. Ci sono stati e ci saranno tagli ad INAIL, mentre i morti sul lavoro aumentano e noi ogni volta in Aula, alla Camera, ci alziamo per batterci il petto sulle morti bianche, però, di fatto, ci sono 410 milioni in meno nel triennio disposti dall'ultima legge di bilancio a carico dell'INAIL.
Mi va bene, presidente, che ci sia una revisione delle tariffe e dei premi INAIL per quanto riguarda le aziende. Temo che, però, ci sia una conseguenza negativa che nessuno ha il coraggio di dire, ovvero che, alla revisione delle tariffe – quindi magari le imprese sono anche, tutto sommato, contente di pagare qualche euro in meno – corrisponderà necessariamente una revisione delle tutele. Queste sono cose che noi dobbiamo dirci, almeno qui in Commissione.
Volevo capire se può essere interessante un accorpamento dell'INL in INPS, fatto sicuramente meglio rispetto a quanto abbiamo già fatto. Dopodiché, servirà anche che questo Esecutivo si metta una mano sul cuore e una mano sul portafogli per capire che INAIL in questo momento è un ente da aiutare, non da penalizzare con tagli di risorse strutturali. Grazie.
STEFANO LEPRI. È stata molto utile questa audizione. Vorrei fare una domanda molto secca. Siccome avete già dato qualche buona indicazione su quali sono oggi le difficoltà nell'attività tesa a unificare l'attività ispettiva e a rendere efficiente il nuovo organismo, come previsto dalla legge, quali sono, ad oggi, nei fatti, secondo voi, i maggiori ostacoli al raggiungimento di tali obiettivi?
Vorremmo un ulteriore dettaglio, oltre a ciò che avete detto, su ciò che impedisce il realizzarsi di questa intuizione, che voi avete, mi pare in modo unanime, considerato positivamente. Un osservatore esterno, un cittadino può dire che è una cosa ragionevole, da tre attività ispettive che spesso si sovrappongono, farne una sola. Questo è stato il risultato del lavoro legislativo della scorsa legislatura. È evidente che quella volontà è stata con fatica finora – è un eufemismo – realizzata, però è evidente che dobbiamo procedere. Pag. 10
Mi attendo che questo sia, per il Governo, il periodo in cui, più che continuare nell'attività conoscitiva, finalmente si realizza concretamente questo lavoro di unificazione, di sintesi e di messa in efficienza di questa unificazione.
Quali sono, ad oggi, in concreto, i maggiori ostacoli da rimuovere affinché questa attività ispettiva unitaria si possa dispiegare pienamente? Grazie.
CARMELA BUCALO. Intervengo semplicemente per completare quanto già detto dal collega Rizzetto. A Palermo, neanche una settimana fa, è stata denunciata una carenza di organico: su una pianta organica di 50 ispettori del lavoro, ci sono solo quattro persone che svolgono il lavoro, con gravi conseguenze.
Grazie.
PRESIDENTE. Do la parola ai rappresentanti delle sigle sindacali per la replica.
TANIA SCACCHETTI, segretaria nazionale della CGIL. Farò alcune valutazioni prendendo spunto da talune delle domande che ci sono state rivolte.
Noi non abbiamo mai pensato che l'unificazione dei tre enti ispettivi significasse creare le condizioni per un ispettore unico, riunendo cioè in un'unica persona competenze, anche elevate, che hanno loro specificità. L'aspetto che non ha funzionato fino ad oggi è la governance e il coordinamento strategico di queste competenze.
In realtà, mettere insieme funzioni differenti avrebbe potuto consentire un'analisi strategica dei dati e quindi la possibilità di fare ispezioni più mirate inviando in ispezione gli ispettori con le giuste competenze. Quello che le nostre categorie in particolare rilevano è che siamo di fronte ancora a enti che non hanno una governance unitaria e quindi, di fatto, si rischia una burocratizzazione maggiore, il passaggio di carte anziché l'efficientamento dei processi e quindi si rischia anche, come qualcuno di voi ha sottolineato, di far perdere la rapidità che nelle ispezioni è uno degli elementi essenziali per l'efficacia delle funzioni stesse.
Noi abbiamo sottolineato la possibilità che l'INL mettesse a valore un sistema forte dell'ispezione condivisa. È chiaro che oggi, a due anni dall'avvio di quel processo, ci sono state carenze tali nella costituzione di questo soggetto per cui gli esiti sono abbastanza sconfortanti. Per riprendere le cose che venivano sottolineate, la rigidità è di tutti e tre gli enti. Non c'è da parte di INPS e INAIL una facilità maggiore nella condivisione, bloccata magari dall'Ispettorato nazionale del lavoro.
Ciò detto, sulla riorganizzazione e sulle modalità da adottare, credo che le nostre categorie dei lavoratori pubblici abbiano anche prodotto approfondimenti delle criticità riscontrate, con cui potremmo integrare la documentazione preparata per questa audizione. Rilevo quelle che sono note a tutti: il tema degli organici. Questa è una riforma fatta a costo zero e quindi, viste le ambizioni che aveva, non poteva funzionare. Ci sono poi il tema della formazione e quello delle dotazioni strumentali. Sono pochi gli ispettori, che spesso suppliscono alla carenza delle funzioni amministrative.
C'è, infatti, una commistione fra funzioni amministrative e funzioni di ispettorato. Peraltro, le funzioni amministrative non sono di poco conto. C'è il tema delle vertenze del lavoro, delle dimissioni on-line, ci sarebbe, anche con riferimento alle funzioni amministrative, la necessità di rinforzare moltissimo gli organici degli Ispettorati del lavoro: organici, formazione e investimento di risorse, per equiparare condizioni contrattuali che sono oggi molto differenti. Sono quindi necessari, per far diventare l'Istituto un Istituto funzionante, risorse, investimenti e, mi viene da dire, contrattazione.
Sull'altro capitolo, faccio solo un accenno al tema del caporalato, perché su quanto anche le parti sociali, su quanto anche, in modo particolare, il sistema imprenditoriale debba crescere nella valorizzazione del lavoro regolare abbiamo fatto tutti molte sollecitazioni e siamo d'accordo che il tema non è solo sanzionatorio, anche se l'assenza di sanzioni legittima e rende più facili i comportamenti non virtuosi. Pag. 11
Sul tema del caporalato abbiamo investito molto come organizzazioni sindacali. Quella legge credo sia anche il frutto di un lavoro molto forte delle organizzazioni sindacali nel nostro Paese. Funziona più la prima parte che non la seconda, quella relativa agli indici.
La preoccupazione che noi abbiamo è che si rischi di toccare la legislazione e non invece di valorizzare la parte che vede, che deve vedere, nel territorio più soggetti costruire reti di supporto. E, quindi, anche in questo caso, non bisogna pensare solo alla funzione repressiva, ma altresì alla costruzione di un sistema che agevoli il lavoro di qualità, sottolineando che la normativa sul caporalato, di cui si parla molto in relazione all'agricoltura, non è destinata esclusivamente all'agricoltura, come legislazione di supporto, ma anche ad altri settori.
ANTONELLA PIRASTU, funzionaria della UIL. Vorrei aggiungere solo una cosa. Quando all'inizio veniva posta la domanda di quali competenze vengono richieste agli ispettori, ricordiamoci che non ci sono soltanto le tante novità legislative che interessano il mercato del lavoro, ma c'è anche la questione del reddito di cittadinanza, in relazione al quale nel decreto-legge n. 4 del 2019 si prevede una specifica competenza dell'INL. Penso alla necessità di evitare che chi fa lavoro sommerso acceda al reddito di cittadinanza. Bisogna quindi vedere come accertare il lavoro nero e come gli ispettori dovranno contrastare situazioni di elusione della normativa.
PAOLO CARRARO, funzionario del dipartimento lavoro, formazione e contrattazione della CISL. Grazie per i quesiti posti, che sono utili anche per noi. Alcune domande rispetto ad alcune scelte fatte forse andrebbero poste più all'Ispettorato che non alle organizzazioni sindacali, ma è bene comunque che se ne discuta. È sempre utile.
Ad alcune domande si è già risposto, ma vorrei sottolineare alcuni aspetti. Parto dalla domanda dell'onorevole Rizzetto, che muove da una analisi economica anche di costi-benefici, che non è certo banale, anzi è fondamentale. Però, rispetto alla domanda sulle analisi dei costi, bisogna fare attenzione. Per questo, ha un senso anche la convocazione della Commissione centrale di coordinamento dell'attività di vigilanza e con una certa continuità. È evidente a tutti che una delle ragioni del mancato decollo dell'attività dell'Ispettorato è, ovviamente, la carenza di organico. Non solo la carenza, ma le modalità con cui questo organico è messo in condizione di lavorare.
L'onorevole Bucalo, che è intervenuta in ultimo, poneva una questione che dimostra come sia necessario chiedersi se, oltre al costo zero di una manovra, non cominci a essere anche un problema di volontà, visti i numeri che si gestiscono, ciò che sarebbe una preoccupazione e un pericolo ancora più grande.
Al di là di un eventuale accorpamento degli Istituti, ogni cittadino può auspicare una semplificazione, in un certo qual modo, anche degli Istituti. Ci sono però delle realtà di cui è indispensabile tener conto per le diversità che abbiamo citato, per le diversità di intervento, perché questi aspetti formativi, di integrazione e di coordinamento vanno accompagnati da un'azione informativa e di intelligence preventiva costante. Negli anni si è comunque arrivati a una non riproposizione del passato. L'azienda x veniva ispezionata prima da chi si occupava di previdenza, poi da chi si occupava di sicurezza del lavoro ed altro. Questo è un aspetto dell'azione di coordinamento addirittura precedente rispetto alla legge che ha costituito l'Ispettorato, che è molto importante e che va rafforzata.
Per questo sottolineiamo che è mancata la governance, è mancato proprio il coordinamento e che questa, per rispondere alla domanda dell'onorevole Lepri, è la principale questione da affrontare. Perché questo si realizzi, però, non crediamo che sia opportuno, almeno in questa fase, un accorpamento degli Istituti. Vi invitiamo, come ho detto prima, alla fine del mio precedente intervento, e come ha sottolineato adesso anche Tania Scacchetti, a consultare le categorie, perché ci sono alcuni problemi del processo di accorpamento e Pag. 12di coordinamento che vanno affrontati in maniera molto, molto più specifica.
In ultimo, sottolineo, e poi mi fermo, l'importanza degli strumenti a disposizione: la presenza di alcuni di voi fa sì che io, automaticamente, torni anche al settore delle costruzioni, quindi al DURC e ad altro. È indispensabile un'azione di unificazione, non tanto degli Istituti, quanto proprio delle banche dati e dei sistemi informativi, perché questi sistemi di rivelamento accelerano le procedure, anche rispetto a chi paventava il pericolo di mettere a rischio le ispezioni a sorpresa. Qui non si tratta tanto di andare a fare le ispezioni a sorpresa, che in alcuni settori è un inseguire un po’ le nuvole, quanto di arrivare già edotti e informati sullo stato delle cose per andare – perdonatemi il termine – a colpo sicuro, sapendo che si va a cercare quella cosa in quel posto. Perché questo avvenga è indispensabile l'operazione preventiva di intelligence.
L'ispettore può avere una competenza specifica e non essere in grado di coprire tutto l'arco delle competenze, ma può avvalersi di una task force momentanea di accompagnamento, come è stato fatto in tanti casi, ma, soprattutto, non può andare in una specifica azienda pensando di cercare una specifica situazione e trovare invece una fase lavorativa che è completamente cambiata.
Grazie.
STEFANO CONTI, segretario confederale dell'UGL. Intervengo velocemente. Riteniamo che il problema non sia tanto quello di un accorpamento degli enti piuttosto quello che è derivato dalla costituzione dell'INL, in quanto i processi che dovevano seguire a questa costituzione non sono avvenuti. È un po’ come quando si fa una legge. Se dopo non ci sono decreti attuativi, oppure ci sono solo circolari interpretative, per esempio, di una legge in materia di lavoro, per quanto riguarda gli enti preposti, ma non c'è chi la fa rispettare, la legge rimane una scatola vuota, così come è successo con la costituzione dell'INL, nel senso che si sono messe insieme determinate situazioni e poi nessuno ha verificato nel tempo che si fosse almeno provato a farle funzionare, anche per mancanza di risorse, è evidente. Processi di questo tipo, fatti a costo zero, sono abbastanza utopistici.
Credo che il problema sia come governare nel tempo, passo dopo passo, e non lasciare a sé stesso l'Istituto in fase di formazione, senza andare nel particolare a vedere quali sono i problemi, come è stato ribadito ampiamente, credo da tutti, in questa audizione.
In merito al tema della formazione, credo che questo sia il primo argine rispetto a quello che è il tema principale della sicurezza sul lavoro e spesso, purtroppo, anche delle morti bianche. È evidente che la formazione degli ispettori è carente, è stato detto più volte. È altresì vero che la formazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) non può rimanere solo quella prevista per legge, quindi la formazione iniziale, ma deve essere, a nostro avviso, una formazione continua nel tempo.
Questo darebbe modo di avere una prevenzione probabilmente più efficace rispetto ad oggi e quindi porterebbe, secondo noi, anche ad eliminare determinate situazioni che poi spesso, purtroppo, sappiamo come vanno a finire.
PRESIDENTE. Ringraziamo i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, anche per la documentazione depositata, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 10.40.
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