XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (X, XI e XII)

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Lunedì 10 settembre 2018

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Saltamartini Barbara , Presidente ... 2 

Seguito dell'audizione del Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, sulle linee programmatiche dei suoi dicasteri (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Saltamartini Barbara , Presidente ... 2 
Di Maio Luigi (M5S) , Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali ... 2 
Saltamartini Barbara , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia: Misto-NcI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DELLA X COMMISSIONE
BARBARA SALTAMARTINI

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, sulle linee programmatiche dei suoi dicasteri.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, il seguito dell'audizione del Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, che saluto, sulle linee programmatiche dei suoi dicasteri.
  Saluto il presidente Andrea Giaccone della Commissione lavoro pubblico e privato, la presidente Maria Lucia Lorefice della Commissione affari sociali, e ovviamente i colleghi delle tre Commissioni presenti.
  Ricordo che nella seduta del 12 luglio scorso il ministro ha svolto la sua relazione. Sono intervenuti i deputati in rappresentanza di ciascun Gruppo delle tre Commissioni per porre quesiti ai quali il ministro ha in parte già risposto nel corso della medesima seduta.
  La seduta odierna è pertanto finalizzata a permettere al ministro di completare le risposte ai quesiti posti.
  Do la parola al ministro.

  LUIGI DI MAIO, Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, presidente. Grazie ai presidenti delle Commissioni e a tutti i membri delle Commissioni presenti.
  Ovviamente, come diceva la presidente Saltamartini, stiamo affrontando il seguito di un'audizione che si è svolta diverso tempo fa con alcune questioni che sono state poste in maniera trasversale da tutti i membri delle Commissioni ed altre specifiche, relative alle competenze di ciascuna Commissione. Cercherò di rispondere a tutte le sollecitazioni poste. È chiaro che alcune vanno attualizzate, come sul tema Ilva.
  Come ben sapete, alla fine della scorsa settimana si è arrivati finalmente all'accordo tra sindacati e Mittal per l'entrata nello stabilimento Ilva dell'azienda indiana. Lo abbiamo fatto dopo una trattativa che era già iniziata col precedente Governo e che è arrivata a un punto di soddisfazione per entrambe le parti nella fase finale della settimana scorsa, una soddisfazione che consentirà ovviamente l'ingresso di Mittal nell'azienda, ma a determinate condizioni, senz'altro migliorative sia sul lato occupazionale sia sul lato ambientale. Soprattutto, Mittal si è impegnata da contratto a partecipare alla riconversione economica dell'area. Questo fa parte del progetto che adesso inizia nelle nostre politiche di Governo, anche in continuità con quanto già previsto nel passato, per quanto riguarda la riconversione dell'area di Taranto, non solo della città di Taranto, ma dell'intera area della provincia di Taranto.
  Ovviamente, sarà molto importante il ruolo che svolgerà l'amministrazione straordinaria, che continua a esistere, che dovrà gestire la fase delle bonifiche, che dovrà Pag. 3gestire la fase degli incentivi all'esodo per una parte di lavoratori che vorranno aderire all'incentivo all'esodo, ma soprattutto che dovrà controllare che tutti gli impegni presi, soprattutto sul lato ambientale, siano rispettati.
  Sono impegni anche ambiziosi. Sapete che si sono accorciati i tempi rispetto al piano iniziale su alcuni adempimenti nell'ambito della realizzazione del piano ambientale. Su questo sicuramente nei prossimi giorni avvieremo come Governo nuove iniziative perché l'amministrazione straordinaria possa essere sempre più il poliziotto ambientale dell'Ilva di Taranto, nello specifico per i nuovi impegni assunti da Mittal per la realizzazione della copertura dei parchi minerari, per l'installazione dei filtri e per quanto riguarda le emissioni e anche per il futuro passaggio da 6 milioni a 8 milioni di tonnellate, che adesso dovrà passare per un controllo del Ministero dell'ambiente, come previsto da impegni inseriti all'interno dell’addendum al contratto che abbiamo firmato.
  Per quanto riguarda Ilva, ovviamente questo è per noi un punto di partenza, non un punto d'arrivo. C'è ancora tantissimo da fare. Soprattutto, Taranto adesso ha un credito – ce l'aveva prima e ce l'ha ancora di più adesso – con tutta l'Italia, e mi permetto di dire anche con tutta l'Europa.
  Taranto merita un'università di Taranto, non una sede distaccata; merita il ritorno della soprintendenza; merita investimenti in turismo; merita investimenti in tanti settori che in questi anni purtroppo sono andati sempre più in declino visto che la dipendenza di una città da una sola azienda, quando quell'azienda è andata in difficoltà, ha creato tutto il resto delle degenerazioni economiche e sociali. Taranto ha un credito con tutti noi. Cercheremo di andare avanti il più possibile nei confronti di quella città per aiutarla. Siamo debitori ai tarantini e faremo il massimo per aiutarli.
  Per quanto riguarda le altre questioni che sono state poste, parto citando anche coloro che hanno formulato le domande qualche mese fa, e una delle prime questioni poste riguardava sburocratizzazioni e semplificazioni, posta dai deputati Moschioni e Colla.
  Su questo desidero dire che, fin dai primi giorni di insediamento, abbiamo dialogato e stiamo dialogando. Al Ministero dello sviluppo economico si sono svolti diversi tavoli tecnici con le associazioni di categoria per le semplificazioni alle imprese. Nel decreto urgenze, che conterrà, oltre alle questioni che riguardano Genova e Ischia e le aree del centro Italia colpite dal terremoto, ci saranno già dei primi provvedimenti del pacchetto decertificazione, che poi verrà mandato a regime e verrà realizzato dal tutto entro la fine dell'anno.
  Abbiamo portato avanti vari tavoli tecnici per la cosiddetta decertificazione e anche per interventi di sostegno pubblico alle attività produttive, alleggerendo così gli oneri documentali a carico delle imprese.
  Anche sul lato lavoro vogliamo dare una spolverata ad alcune discipline farraginose, che nel corso del tempo si sono inutilmente accumulate. È per questo che presto – è già allo studio da diverse settimane – presenteremo la proposta per la realizzazione del codice del lavoro, che mette insieme circa 140 leggi che riguardano questa materia e che spesso non agiscono in maniera ordinata e coordinata.
  Da una parte, abbiamo fatto una lista di tutte le certificazioni che vanno superate insieme alle associazioni di categoria, e vogliamo superarle; dall'altra, riorganizziamo la materia del lavoro e iniziamo da questa materia, ma andremo avanti, perché la nostra ambizione è abolire il maggior numero possibile di leggi che si sovrappongono e riassumere gran parte della normativa in codici, un progetto che è anche nel contratto di Governo.
  I deputati Bersani e Moretto richiedevano, circa le politiche industriali, quali sono le misure che si intende confermare. Posso dire già da adesso, visto che ci apprestiamo a iniziare la sessione di bilancio, che sicuramente iper e superammortamento, nuova Sabatini, contratti di sviluppo e credito d'imposta per investimenti ricerca e sviluppo saranno confermati. In relazione a queste misure, però, stiamo Pag. 4cercando di sburocratizzarne l'accesso, dato che ci sono state segnalate difficoltà da coloro che ne usufruiscono. In secondo luogo, cercheremo di renderle sempre più a misura di piccole e medie imprese. Nello specifico, si usa ancora l'espressione «Industria 4.0», ma in realtà deve essere, è e sarà sempre di più «Impresa 4.0».
  Ovviamente, va potenziato l'attuale sistema di formazione del personale introducendo ulteriori misure anche in collaborazione con il Ministero del lavoro, stiamo lavorando in questo senso, e nuove misure per la formazione degli imprenditori, che hanno bisogno quanto il loro personale di formazione al passo con i tempi per quanto riguarda le innovazioni sia nel mondo del lavoro sia nel mondo delle nuove tecnologie.
  Mi era stato chiesto del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, se non sbaglio dalla deputata Moretto, e in generale anche di spiegare la misura della banca degli investimenti. Per quanto riguarda il fondo di garanzia, sarà rifinanziato finché non sarà avviato il progetto della banca pubblica degli investimenti. La banca degli investimenti è un progetto che abbiamo nel contratto di Governo e che prima di tutto ambisce a riordinare tutti i sistemi di garanzie e di finanziamento che esistono nell'ordinamento. Ovviamente, la somma totale deve avere una dotazione maggiore dei fondi divisi, altrimenti avremo fatto solo un'operazione di accorpamento.
  Già in questi tre mesi di esperienza al Ministero dello sviluppo economico, ciò che lamentano principalmente le aziende che lavorano sul fronte estero, le nostre grandi aziende, ma anche le medie, è che molto spesso non vengono battute dalle aziende francesi e tedesche perché sono più brave, ma perché hanno banche pubbliche degli investimenti che le sostengono in maniera molto più competitiva di quanto faccia ad esempio SACE oggi.
  È per questo che dobbiamo riorganizzare questi strumenti. Molto spesso, le nostre aziende, quando vanno a investire in Paesi stranieri, hanno bisogno di linee di finanziamento molto forti che consentano loro di essere competitive. Anche dalla linea di finanziamento, infatti, dipende l'esito dell'affidamento da parte del Paese straniero di quell'opera infrastrutturale o di quel lavoro che si è messo in piedi.
  Allo stesso tempo, per quanto riguarda il venture capital, come ben saprete secondo i dati AIFI, il 2017 ha visto 36 operatori attivi e 135 milioni di euro investiti in operazioni, a cui si aggiungono 60 milioni investiti da parte di 21 corporate e 25 milioni investiti in investitori informali, una frazione che, se messa a confronto, ad esempio con gli investimenti in Francia e Gran Bretagna, non ci vede soddisfatti.
  Per potenziare il mercato del private equity e, in particolare, il venture capital, stiamo approntando, e la misura sarà pronta entro fine anno, un fondo per il venture capital sul modello francese che tenga insieme sia fondi pubblici sia fondi privati, coinvolgendo i soggetti che nel nostro Paese già hanno disponibilità finanziarie e che già ci stanno dando segnali di disponibilità. Parlo sia delle grandi aziende, sia dei fondi di previdenza, sia di altri soggetti che già informalmente ci stanno dando, dopo una prima ricognizione, disponibilità a partecipare a un fondo di venture capital per le start up innovative.
  Il fondo per il made in Italy, su cui venivano chieste informazioni dai deputati Moretto, Colla e Soverini, è sicuramente un fondo che vogliamo continuare a implementare. Su questo abbiamo una piccola quota di società che la fanno da padrone, nel senso buono del termine, sul mercato per quanto riguarda le esportazioni: il nostro obiettivo, come ho detto già nella relazione, è ampliare questo numero di imprese e permettere al made in Italy nell’export di essere molto più forte.
  Per farlo, nel piano di promozione per il 2018 sono stati stanziati 130 milioni di euro, 50 per il 2019 e 50 per il 2020. È chiaro che questa è una misura su cui vogliamo puntare, ma ci sarà bisogno di rifinanziarla, e soprattutto di finanziarla ulteriormente.
  Della blockchain ho avuto modo di parlare l'altra volta, ma vorrei aggiornarvi. Il tema veniva posto dal deputato Colla. La questione ha fatto dei passi in avanti. Il 27 Pag. 5settembre firmeremo l'adesione alla partnership europea sulla tecnologia blockchain. Noi eravamo l'unico Paese europeo fuori dalla partnership.
  Per quanto riguarda questo fronte, oltre ad aderire a questa partnership, stiamo cercando di favorire sperimentazioni in alcuni settori per permettere ad alcune imprese di conoscere questa tecnologia che sicuramente rivoluzionerà il loro rapporto con gli intermediari, che siano i professionisti o i vari enti pubblici e privati.
  Contemporaneamente, stiamo lanciando in questi giorni una call for experts per redigere come Ministero dello sviluppo economico una strategia nazionale sia per la blockchain sia per un piano sull'intelligenza artificiale.
  Il nostro obiettivo è coinvolgere le migliori menti di questo Paese e sviluppare in maniera coordinata sia l'utilizzo della blockchain sia, in generale, un piano di coordinamento per l'intelligenza artificiale, che, come ci siamo detti anche in Commissione quando abbiamo svolto l'audizione sulle telecomunicazioni, interrogherà il Parlamento sempre di più sui temi etici legati all'intelligenza artificiale, legati a tutto quello che faranno le macchine nel futuro con l'intelligenza artificiale.
  Il deputato Soverini chiedeva chiarimenti su banda larga e banda ultralarga. L'accesso a una rete libera e neutrale in condizioni non discriminatorie deve essere riconosciuto come diritto di cittadinanza nella dimensione digitale. Come ci siamo detti l'altra volta, e lo ripeto, secondo il DESI Index (Digital Economy and Society Index) 2018 sul fronte della connettività l'Italia si colloca terzultima, seguita solo da Croazia e Grecia. Sebbene la banda larga fissa sia disponibile per il 97 per cento delle case dell'Unione europea, il 25 per cento di case non ha un abbonamento. Nel caso dell'Italia, però, questo valore è al 43 per cento, quindi ben 18 punti più alto della media.
  Bisogna immediatamente utilizzare le risorse disponibili, pari a 1,3 miliardi, per stimolare la domanda di banda ultralarga. Nelle prossime settimane stiamo avviando un dialogo con tutti i soggetti interessati al fine di elaborare le migliori modalità di utilizzo delle risorse disponibili. L'obiettivo della strategia nazionale per la banda ultralarga è quello di garantire entro il 2020 la copertura con reti ultraveloci oltre i 100 megabit almeno all'85 per cento della popolazione italiana, la copertura di almeno 30 megabit alla totalità della popolazione italiana e la copertura oltre i 100 megabit a tutte le sedi di edifici pubblici, poli industriali e aree di interesse economico e concentrazione demografica nonché delle principali località turistiche e degli snodi logistici.
  Un'ulteriore attività fondamentale per la strutturazione della strategia nazionale riguarda la definizione della seconda parte del piano nazionale banda ultralarga, con l'intervento nelle aree grigie, impegnando quindi i fondi previsti in delibera CIPE, previa ripresa del dialogo in materia con la Commissione europea, che è in atto, quindi con le direzioni DG Connect, Comp e Regio.
  Ci impegneremo in questa direzione e su questo, come aggiornamento, informo che il 9 agosto abbiamo insediato il comitato banda ultralarga, il COBUL, che presiedo, al fine di consentire attraverso la costituzione di un'apposita task force presso il Ministero dello sviluppo economico il pieno sostegno alle regioni che lo hanno richiesto caldamente nella rendicontazione di circa 205 milioni di fondi comunitari, che in mancanza di rendicontazione andrebbero persi.
  Sostanzialmente, il 9 agosto abbiamo deciso di dirottare con il COBUL una parte dei fondi destinati alla comunicazione verso una task force di esperti, che si metterà ad aiutare le regioni per la rendicontazione dell'accesso, e quindi per poter utilizzare i 205 milioni di fondi comunitari che si rischiava di perdere. In questo momento, quindi, con un nostro team cercheremo di non perderli – sono fiducioso in questo senso – appunto con esperti che aiuteranno le singole regioni che ci hanno chiesto aiuto. Non tutte ci hanno chiesto aiuto, ma quelle che lo hanno fatto avranno e stanno avendo un aiuto da questa task force. Pag. 6
  Sul fronte dello stimolo alla domanda di servizi digitali stiamo elaborando insieme a Infratel Italia – una società in house del Ministero dello sviluppo economico – una ridefinizione del programma wifiitalia.it, concentrando gli 8 milioni di euro disponibili sulle zone terremotate e sui piccoli comuni. Vogliamo consentire l'accesso Wi-Fi nelle piazze dei comuni attraverso progetti mirati e finalmente realizzabili.
  Il deputato Barelli, di Forza Italia, chiedeva delucidazioni sul tema delle delocalizzazioni. Se non sbaglio, presidente, quando ci siamo visti ancora non era entrato neanche in discussione il decreto dignità in Parlamento, quindi stiamo parlando di una fase precedente.
  Sul tema delle delocalizzazioni siamo infatti intervenuti con il decreto dignità, adesso i ministeri sono chiamati e sollecitati sin dalle ultime settimane di agosto a realizzare i decreti ministeriali di attuazione delle norme disposte dal decreto e convertite dalla legge di conversione definitivamente approvata dal Parlamento in agosto.
  Il tema delle delocalizzazioni però non si esaurisce con le misure del decreto dignità, perché purtroppo abbiamo una serie di aziende che avevano delocalizzato prima dell'entrata in vigore di queste norme. Una su tutte, che è simbolo di questo fenomeno, è la Bekaert.
  Su questa stiamo agendo su due fronti e vorrei dare un aggiornamento ai commissari. Uno è il processo di reindustrializzazione, e posso dire che siamo ad un punto incoraggiante nel reperire nuovi soggetti privati che possano investire nella Bekaert. Dall'altra parte, però, dobbiamo mettere in sicurezza i lavoratori che ci chiedono almeno di poter ricostituire la Cassa integrazione per cessazione, che purtroppo non esiste più, cosa che non permette a queste persone di avere un ammortizzatore in attesa del piano di reindustrializzazione.
  Una cosa è chiara ed evidente nel caso Bekaert: questo soggetto ha rilevato quell'impianto quattro anni fa e si è presentato sei mesi fa al Ministero dello sviluppo economico dicendo che stavano facendo investimenti e tutto andava bene, poi dopo due mesi hanno mandato una lettera di licenziamento a tutti i dipendenti. È un caso balzato più volte agli onori delle cronache – questa estate addirittura il cantante Sting è stato tra i lavoratori a dare solidarietà – ma è un caso emblematico di come non ci si comporta né nei confronti dello Stato, né soprattutto nei confronti di una comunità e dei suoi lavoratori.
  Noi cercheremo di trovare delle soluzioni, ma deve essere chiara una cosa: cercheremo bene il privato che vuole reindustrializzare e verificheremo bene le sue intenzioni e le garanzie che dà, perché spesso ci siamo ritrovati (il caso Bakaert è molto simile) con soggetti che prendevano gli stabilimenti e poi si comportavano diversamente dagli impegni che avevano assunto. Certo, nessuno ha la sfera di cristallo, quindi ci prendiamo sempre un rischio, ma l'obiettivo è garantire che quell'impianto sia reindustrializzato con un soggetto privato credibile e soprattutto attendibile.
  Altro caso molto simile (non era nelle domande, ma mi permetto di citarlo) è Industria Italiana Autobus, che è stata sicuramente la terza grande crisi (non per ordine di importanza) che stiamo seguendo e abbiamo seguito per tutta l'estate, perché lì c'è un soggetto a cui è stata affidata Industria Italiana Autobus qualche anno fa che evidentemente non ha soddisfatto le attese, visto e considerato che addirittura in queste ore si sta minacciando la liquidazione.
  Se non sbaglio, questa mattina doveva esserci un ennesimo tavolo ed è chiaro che il nostro obiettivo non è ripassare di nuovo la patata bollente dall'altra parte del campo, ma trovare una soluzione definitiva.
  Il deputato Baroni poneva la questione del gioco d'azzardo. Nel decreto dignità è stata affrontata non solo la questione della pubblicità, non solo gli spot, ma sono entrate in fase di conversione norme che venivano anche dalle opposizioni molto interessanti e utili, però è chiaro che adesso in legge di bilancio dobbiamo mettere mano anche alla disciplina delle licenze e dei vari centri slot, soprattutto in merito alla vicinanza alle scuole, ai luoghi sensibili. Pag. 7
  Questo è un tema che abbiamo molto a cuore come Governo, uno dei primi temi su cui ci siamo trovati d'accordo quando abbiamo scritto il contratto di Governo ed è chiaro che dovrà essere protagonista delle misure della legge di bilancio secondo me e secondo il Governo.
  È stato sollevato dal deputato Pedrazzini il tema delle misure in tema di active ageing anche attraverso l'introduzione di tipologie di lavoro flessibile (part time, job sharing, smart working) o di diverse modalità di svolgimento delle turnazioni per i lavoratori over 50. Come saprete, ci sono numerose pratiche aziendali; l'introduzione e diffusione di tipologie contrattuali come lo smart working può essere sostenuta anche attraverso la contrattazione di secondo livello in modo funzionale alle esigenze dei singoli contesti aziendali.
  Noi stiamo approfondendo nel dettaglio i più recenti dati sui nuovi lavori e sulle competenze che risultano necessarie e nel corso del nostro mandato sicuramente interverremo (è il nostro obiettivo) per favorire i possibili percorsi occupazionali per i lavoratori over 50, purché siano presenti tutele e garanzie adeguate.
  Venivano poste alcune questioni sulla reazione al decreto dignità dai deputati Zucconi, Pedrazzini e Serracchiani. Ovviamente c'è stato un ampio dibattito sulle previsioni del decreto dignità, ma credo che a breve potremo verificarlo direttamente sui dati che verranno fuori dall'Istat.
  In relazione ai destinatari del reddito di cittadinanza e alle modalità di finanziamento, ovviamente siamo quasi alla prova del nove, nel senso che il reddito di cittadinanza sarà sicuramente una delle misure protagoniste nella legge di bilancio che stiamo scrivendo, insieme ai provvedimenti che riguardano le pensioni e la fiscalità.
  Come abbiamo sempre detto, oltre ad essere una priorità, è una misura che non si presta a meccanismi di assistenzialismo proprio perché cerca di contrastare tutti quegli strumenti assistenzialistici che in questi anni sono stati erogati e che finiscono per non dare autosufficienza al soggetto, ma renderlo dipendente da una serie di misure di intervento diretto.
  Il nostro obiettivo non è dare soldi a qualcuno che se ne sta sul divano, ma istituire uno strumento unico, che permetta a chi si vuole riqualificare lavorativamente di avere il tempo per essere reinserito, ma non è un tempo infinito, ci sono dei tempi ben precisi per la formazione e il reinserimento lavorativo, e ci sono delle proposte ben precise che arriveranno al soggetto che riceverà questa forma di finanziamento che è il reddito di cittadinanza.
  È chiaro che nulla potrà prescindere dai Centri per l'impiego. I deputati Pedrazzini, Vizzini e Polverini chiedevano maggiori delucidazioni su questo; io mi permetto di dire che nel lavoro fatto dall'ultima volta che ci siamo visti fino ad oggi con gli assessori al lavoro delle singole regioni, con i quali mi permetto di dire che per ora c'è un'ottima sintonia di lavoro, abbiamo convenuto che c'è un'esigenza economica e questa sarà soddisfatta dal finanziamento della misura reddito di cittadinanza, nel senso che nell'ambito del finanziamento del reddito di cittadinanza c'è anche la quota parte per i Centri per l'impiego.
  Detto questo, che è quello che mi chiedono le regioni (non soltanto questo, ma prima di tutto questo), deve essere chiaro che i Centri per l'impiego hanno un brand – mi permetto di utilizzare questo termine – pesantemente danneggiato. Quando si parla all'opinione pubblica dei Centri per l'impiego si ha l'impressione di una cosa che non funziona. Abbiamo un personale demotivato e anche scarso, perché ha anche utilizzato la mobilità delle province per lasciare i Centri per l'impiego e abbiamo dei servizi e – mi permetto – un layout totalmente disomogenei. Penso che ci vedremo la settimana prossima con gli assessori al lavoro delle singole regioni per la terza volta, che sarà quella in cui approveremo il cronoprogramma dei lavori sui Centri per l'impiego, perché è chiaro ed evidente che così come sono non funzionano, ma soprattutto vi si rivolge pochissima gente, quindi dovremmo rafforzarli impiegando le buone pratiche che sono state già utilizzate. Pag. 8
  Ovviamente, messi al centro i Centri per l'impiego, non è che si voglia far guerra al settore privato che fa reclutamento e formazione, ma oggi reclutamento e formazione sono totalmente dipendenti dal settore privato. Non sto dicendo che il settore privato è cattivo e il settore pubblico è buono, sto dicendo soltanto che alcune parti di questo Paese hanno un disperato bisogno di rimettere in moto un servizio per cui noi paghiamo le tasse, ma che oggi non funziona.
  Per quanto riguarda l'intensificazione delle verifiche volte ad accertare il rispetto della normativa vigente in materia di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro da parte dei servizi ispettivi, veniva posto dai deputati Serracchiani, Vizzini e Polverini il tema della prevenzione degli infortuni sul lavoro, che – l'ho già detto – è una priorità assoluta per il nostro Paese. La tutela del lavoro inizia dalla tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
  Vogliamo invertire la rotta e su questo stiamo predisponendo nella legge di bilancio tutte le misure che servono per investire in attività di informazione e formazione e nella prevenzione. Fondamentale sarà anche la collaborazione con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per instaurare una cultura della sicurezza sul lavoro già dalla scuola, potenziando gli strumenti di alternanza scuola/lavoro, che devono essere veramente alternanza scuola/lavoro.
  Ribadisco in questa sede quanto sia importante la formazione dei lavoratori non soltanto generica, ma anche tecnico-applicativa. L'obiettivo del Governo è quello di sviluppare nuove strategie, finalizzate soprattutto all'introduzione di strumenti concreti, pratici, adeguati alle condizioni di lavoro e alle dimensioni dell'impresa, che siano in grado di assicurare il benessere e l'integrità fisica dei lavoratori e la sostenibilità economica e organizzativa delle imprese.
  Per quanto attiene il potenziamento delle verifiche, stiamo valutando con le regioni la possibilità di ricercare modalità ulteriori rispetto alle ispezioni, i cosiddetti «piani mirati di prevenzione», che consentano alle Aziende sanitarie locali e agli enti del sistema di supportare le aziende nell'adozione di ulteriori e puntuali misure di sicurezza. Infine, siamo al lavoro per definire un piano assunzionale, che ovviamente confluirà nella legge di bilancio, per quanto riguarda gli ispettori del lavoro, e stiamo predisponendo tutti i documenti per la nomina a breve del nuovo capo dell'Ispettorato nazionale del lavoro.
  La deputata Bellucci poneva la questione del Terzo settore. È chiaro che il Terzo settore deve godere di particolare attenzione allo sviluppo nella nostra azione come Ministero del lavoro e delle politiche sociali e sappiamo bene quanto queste attività siano importanti per garantire servizi essenziali a tantissime persone. L'articolato processo di riforma del Terzo settore, che ha prodotto nel corso della passata legislatura l'adozione dei decreti legislativi nn. 111, 112 e 117 del 2017, ha trovato ulteriore affinamento con l'adozione dei provvedimenti correttivi e integrativi della disciplina dell'impresa sociale e del Codice del Terzo settore.
  Questo impianto normativo, affinato con i provvedimenti correttivi di cui sopra, vuole realizzare un modello di regolazione promozionale del Terzo settore, finalizzato a porre le condizioni giuridiche e amministrative affinché il Terzo settore possa autonomamente svilupparsi nella direzione di una maggiore autorganizzazione e capacità operativa. In questa prospettiva gli enti del Terzo settore dispongono oggi di una disciplina unitaria e organica che valorizza il ruolo ad essi riconosciuto.
  L'attenzione del ministero sarà massima e proseguirà anche nei prossimi mesi attraverso la finalizzazione della residuale normativa secondaria di dettaglio, attuativa degli atti normativi sopracitati. In una fase nella quale gli enti sono chiamati ad operare scelte organizzative necessarie ad adeguare i propri statuti alla mutata cornice normativa, il compito della nostra Amministrazione sarà quello di accompagnare questo percorso di adeguamento.
  Sotto l'aspetto amministrativo il Ministero del lavoro garantirà il sostegno alle attività di interesse generale poste in essere Pag. 9dagli enti del Terzo settore attraverso la messa a disposizione delle adeguate risorse finanziarie, affinché anche attraverso la leale collaborazione con le regioni e le province autonome siano promossi interventi atti a soddisfare i bisogni dei singoli territori e di ogni cittadino.
  I deputati Bellucci e Pedrazzini chiedevano come il Governo intenda occuparsi del Fondo nazionale per le politiche sociali. Nel 2018 il Fondo è stato dotato di 276 milioni di euro, mentre secondo le attuali stime nel 2019 e nel 2020 raggiungerà la somma di 281 milioni di euro, un ammontare non adeguato rispetto al fabbisogno anche a causa delle scarse risorse destinate fino ad ora; noi ci impegniamo affinché questa tendenza venga invertita e nel corso del mio mandato darò risposte adeguate ai fabbisogni.
  Quanto all'opportunità di una possibile regionalizzazione, ad oggi questa possibilità non è allo studio, atteso che il Fondo è già attualmente ripartito per la quasi interezza alle regioni.
  La deputata Bellucci chiedeva cosa si intenda fare dei livelli essenziali delle prestazioni che non hanno avuto ancora applicazione, visto che la legge n. 328 del 2000 non è ancora attuata e la riforma del Titolo V ancora non ha avuto seguito.
  Il tema è che con il decreto legislativo n. 147 del 2017 è stata riformata la governance del Fondo nazionale per le politiche sociali e più in generale quella dei Fondi nazionali maggiori destinati ai servizi territoriali prima citati. In particolare, con appositi piani si individua lo sviluppo degli interventi a valere sulle risorse dei Fondi cui si riferiscono, nell'ottica di una progressione graduale nei limiti delle risorse disponibili nel raggiungimento di livelli essenziali di prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale.
  Solo pochi livelli risultano però essere individuati e ancora molto lavoro risulta necessario per la piena applicazione dei livelli essenziali delle prestazioni, ottemperando al Titolo V, alla mancata attuazione della legge numero 328 del 2000, che avrebbe imposto nel corso di questi anni maggiore attenzione e sollecitudine. Assicuriamo che nel corso del mandato ci saranno interventi che possano consentire la corretta determinazione e individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale.
  Come si intende intervenire rispetto all'ISEE, l'indicatore della situazione economica equivalente? Come avrete visto, nel decreto-legge n. 91 del 2018 in corso di conversione è prevista una proroga dei termini per l'avvio del cosiddetto «ISEE precompilato», proroga che si è resa necessaria per superare problematiche tecniche emerse in sede di attuazione e soddisfare le esigenze di semplificazione con quelle di tutela della privacy. In ogni caso, dal 1° gennaio 2019 sarà possibile riallineare redditi e patrimoni dal punto di vista temporale, anticipando l'aggiornamento dei redditi e posticipando quello dei patrimoni.
  Passo ora alla questione della tutela dei minori stranieri non accompagnati e di come si vorrebbe gestire l'assistenza e anche il casellario. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali svolge i compiti di censimento e monitoraggio della presenza di minori stranieri non accompagnati sul territorio nazionale attraverso il Sistema informativo nazionale dei minori stranieri non accompagnati (SIM). Nel rispetto dei princìpi di trasparenza, sul sito istituzionale del Ministero sono pubblicati con cadenza rispettivamente mensile e semestrale report statistici e report di monitoraggio contenenti dati inerenti alla presenza di minori stranieri non accompagnati in Italia, elaborato in forma aggregata e anonima.
  Con riferimento alle misure di accompagnamento dei minori stranieri non accompagnati verso l'autonomia, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con ANPAL (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) Servizi ha avviato da tempo il progetto «Percorsi di integrazione socio-lavorativa per minori non accompagnati e giovani migranti». Questo progetto è basato sulla costruzione di piani di intervento personalizzati e ha l'obiettivo di favorire l'inserimento socio-lavorativo. Al 30 giugno sono stati portati a termine Pag. 101.603 tirocini, che sono una parte dell'attività che viene messa in cantiere.
  Prospettive di riforma per quanto riguarda la legge Fornero, la cosiddetta «quattordicesima mensilità dei pensionati», prospettive future in materia di APE, rapporto tra flat tax e taglio alle pensioni d'oro, possibili effetti distorsivi per i percettori di assegni pensionistici di ammontare elevato, così possono essere riassunti i temi posti dalle deputate Serracchiani e Polverini.
  Sicuramente, come ho detto all'inizio, il superamento della legge Fornero è una nostra priorità. La nostra priorità è in particolare lavorare all'introduzione della quota 100, tenendo ben presente chi ha maturato un'anzianità contributiva di 41 anni, ma non è l'unico tema che stiamo affrontando perché per quanto riguarda la quota 100 è evidente che il nostro lavoro viaggia nella direzione della legge di bilancio ed è fondamentale ad esempio anche garantire una pensione minima al di sopra della soglia di povertà.
  La pensione di cittadinanza intende equilibrare le risorse destinate alle categorie più deboli in Italia a favore di coloro che ricevono un contributo inferiore a 780 euro: sostanzialmente nella misura del reddito di cittadinanza ci sarà anche la pensione di cittadinanza. Confermo il nostro obiettivo, che è quello di eliminare le pensioni di privilegio, e rispetto all'ultimo incontro è stata firmata e depositata una proposta di legge che intende intervenire per tutte le pensioni superiori ai 4.000 euro netti e non corrispondenti a effettive contribuzioni.
  Veniva posta la questione della pensione di garanzia dei giovani. Su questo, ovviamente, il nostro obiettivo è dedicare la massima attenzione. Sarà mio compito predisporre strumenti utili a garantire ai nostri giovani un futuro all'altezza della loro capacità e aspettativa. Vogliamo costruire un sistema di welfare che si faccia carico dei giovani in difficoltà, e lo faremo assicurando nuove forme di sostegno adeguato in caso di necessità, a partire da strumenti come la pensione minima di cittadinanza.
  Per quanto riguarda la riforma delle rappresentanze delle organizzazioni sindacali, posta sempre dalle deputate Serracchiani e Polverini, come ho detto già è fondamentale un sistema che possa misurare il grado di rappresentatività dei sindacati. Sono stati già adottati alcuni strumenti in autonomia in relazione anche al lavoro fatto dall'INPS per misurare il grado di rappresentatività dei sindacati.
  Alcuni dati degli ultimi giorni circa il numero di iscritti alle organizzazioni sindacali ci consentono di capire come cambia l'universo sindacale in Italia. È fondamentale, per quanto ci riguarda, adottare sempre più strumenti, confidando che questo stimoli anche un processo di aggiornamento all'interno delle rappresentanze sindacali.
  Era stato chiesto della riforma della governance dell'INPS. Stiamo facendo già varie sessioni di approfondimento al Ministero del lavoro, anche audendo i settori interessati, prima di tutto l'INPS, per capire come ottimizzare i meccanismi di governance e come consentire la maggiore fluidità delle decisioni.
  Veniva posta anche la questione del termine di utilizzo delle risorse destinate al piano di azione e coesione infanzia e adolescenza e al piano di azione e coesione per gli ultrasessantacinquenni e prosecuzione dei servizi finanziati con le predette risorse. Lo chiedeva il deputato Pagano.
  I due interventi nell'ambito del piano di azione e coesione rientrano nella competenza del Ministero dell'interno, individuato quale autorità di gestione. L'intervento nasceva a ogni modo come temporalmente delimitato ed è in fase di analisi di eventuale riprogrammazione delle risorse, con spese che permetterebbero di posticipare la fine degli interventi al primo semestre del 2019, ben oltre l'originario termine previsto.
  Ovviamente, in quella seduta abbiamo avuto modo di parlare anche dei voucher. Successivamente, in sede di conversione del decreto dignità, è stata ampliata la possibilità di utilizzo dei voucher, stabilendo, per le aziende alberghiere e le strutture ricettive che operano nel settore del turismo e che hanno alle proprie dipendenze fino a otto lavoratori, più possibilità di utilizzo. Pag. 11
  In queste ipotesi, l'attività lavorativa occasionale può essere resa dai titolari di pensione di vecchiaia o d'invalidità, da giovani con meno di 25 anni di età se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso un istituto scolastico di qualsiasi ordine e grado ovvero a un ciclo di studi presso l'università, da disoccupati e da percettori di prestazioni integrative del salario, di reddito di inclusione ovvero di altre prestazioni di sostegno del reddito. Con riferimento alle imprese del settore agricolo, il lavoro occasionale è consentito solo se svolto dalle suindicate categorie di soggetti, purché non iscritti nell'anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli.
  Inoltre, allo scopo di evitare che queste imprese incorrano anche involontariamente in irregolarità, il legislatore ha introdotto per il lavoratore occasionale l'obbligo di autocertificazione sulla piattaforma informatica INPS.
  Il decreto, inoltre, ha previsto una nuova modalità di pagamento del prestatore, che si affianca a quelle già esistenti: accredito su conto corrente o bonifico bancario domiciliato pagabile presso gli uffici postali, e che deve essere richiesto espressamente all'atto della registrazione nella piattaforma INPS.
  Quanto alla disciplina dell'equo compenso, per quanto ci riguarda come Governo, ed è anche nel contratto di Governo, va estesa a tutti coloro che vivono del proprio lavoro personale. La disciplina per ora trova regolamentazione nel decreto-legge n. 148 del 2017. La normativa, nel regolare il diritto all'equo compenso degli avvocati nei rapporti con i clienti cosiddetti forti, banche e assicurazioni, estende tale disciplina alle prestazioni rese da professionisti anche iscritti agli ordini e collegi.
  La valutazione dell'equità del compenso viene effettuata, da un lato, sulla base della proporzionalità dello stesso alla quantità e qualità del lavoro svolto, dall'altro, facendo riferimento ai parametri come definiti dai decreti ministeriali. Dobbiamo evidenziare che i decreti adottati hanno riguardato le sole professioni regolamentate.
  Quanto al salario minimo, è nostra intenzione introdurlo. È uno strumento che si collega a tutte le altre misure che stiamo mettendo in piedi per quanto riguarda i centri per l'impiego, l'introduzione, la formazione dei lavoratori, la formazione degli imprenditori. Il nostro obiettivo è inserirlo e assicurare a tutti i lavoratori un compenso minimo garantito per le loro prestazioni laddove non sia già previsto e regolato dalla contrattazione collettiva.
  Quanto al tema degli asili nido, ci siamo presi un altro impegno per le politiche di sostegno alla natalità, che non riguarderanno soltanto i servizi socioeducativi per la prima infanzia, ma saranno strumenti parte di un pacchetto complessivo che sostiene la natalità nel nostro Paese.
  Immagino che ci siano sicuramente delle questioni che sono diventate attuali. Prima di completare la mia replica, presidente, faccio una ricognizione sulle grandi questioni che stiamo affrontando.
  Dopo aver chiuso, per quanto riguarda la trattativa sindacale, il tavolo Ilva, le prossime settimane e mesi ci vedranno impegnati sul dossier Alitalia, dossier importante, che gestiamo di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ma che coinvolge tutto il Governo, che vede come priorità del Governo sì quella di attrarre investitori, ma allo stesso tempo di garantirne una leadership pubblica nella governance.
  È chiaro anche che non è solo il dossier Alitalia che dovremo affrontare nei prossimi mesi.
  Stiamo affrontando sul tavolo diverse vertenze aziendali. Nella legge di bilancio vogliamo riorganizzare una serie di strumenti, di incentivi, che già prevede il Ministero dello sviluppo economico, anche nella fase di contrattazione per cercare di trovare una soluzione a diverse crisi aziendali, affinché possano essere strumenti di incentivo più utili alla risoluzione delle crisi che abbiamo sul tavolo.
  Noi abbiamo un grande problema, che sicuramente avrà riscontrato anche il precedente Governo, ed è l'attendibilità di chi viene oggi e ci dice «sì, prendo questo stabilimento», e dopo tre anni torna al Ministero dello sviluppo economico e dice Pag. 12«ci ho ripensato: o licenzio tutti o chiudo lo stabilimento».
  Uno di questi esempi è la Doria, un piccolo insediamento industriale con uno stabilimento nel bel mezzo della Terra dei fuochi. È una grande compagnia che ha investito al sud, che ha rilevato quello stabilimento quattro anni fa, ma adesso ha deciso di chiuderlo. Trasferirà i lavoratori in un altro impianto, ma gli insediamenti industriali continueranno a perdersi, soprattutto in aree particolarmente in difficoltà.
  Un altro tema, per andare dall'altra parte del Paese, è l'Invatec sulla quale stiamo lavorando ogni giorno per cercare una soluzione. Devo dire che lì c'è un tessuto imprenditoriale che si è fatto carico di questa tragedia dei lavoratori e sta cercando di trovare delle soluzioni che il prima possibile troveremo.
  Ci sono molte crisi che affronteremo nei prossimi mesi. Sono fiducioso nel fatto che, con serietà e con la voglia di portare in Italia nuovi investimenti e valorizzare quelli esistenti, potremo dare un nuovo futuro a tanti lavoratori, a tanti dirigenti e anche a tanti investitori che vorranno accogliere la sfida con noi.
  Vi ringrazio, presidente.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, ministro, per la replica alle domande che erano state poste nella precedente seduta.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.50.