XVIII Legislatura

IX Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Martedì 24 luglio 2018

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morelli Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione di rappresentanti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) sulle principali linee di attività dell'Autorità medesima (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Morelli Alessandro , Presidente ... 3 
Cardani Angelo Marcello , presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ... 3 
Morelli Alessandro , Presidente ... 9 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 9 
Zanella Federica (FI)  ... 10 
Rotelli Mauro (FDI)  ... 11 
Serritella Davide (M5S)  ... 11 
Maccanti Elena (LEGA)  ... 12 
Morelli Alessandro , Presidente ... 12 
Cardani Angelo Marcello , presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 12 
Messana Piera , consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 13 
Cardani Angelo Marcello , presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 14 
Messana Piera , consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 14 
Cardani Angelo Marcello , presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 14 
Messana Piera , consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 17 
Cardani Angelo Marcello , presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 17 
Morelli Alessandro , Presidente ... 17 
Rosso Roberto (FI)  ... 17 
Fidanza Carlo (FDI)  ... 18 
Zordan Adolfo (LEGA)  ... 18 
Grippa Carmela (M5S)  ... 19 
Gariglio Davide (PD)  ... 19 
Zanella Federica (FI)  ... 20 
Morelli Alessandro , Presidente ... 20 
Cardani Angelo Marcello , presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 20 
Morelli Alessandro , Presidente ... 20 
Serritella Davide (M5S)  ... 20 
Messana Piera , consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 20 
Morelli Alessandro , Presidente ... 20 
Messana Piera , consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 20 
Morelli Alessandro , Presidente ... 20 
Cardani Angelo Marcello , presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 21 
Morelli Alessandro , Presidente ... 22 
Cardani Angelo Marcello , presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 22 
Morelli Alessandro , Presidente ... 22 
Cardani Angelo Marcello , presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 22 
Morelli Alessandro , Presidente ... 22 
Cardani Angelo Marcello , presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 22 
Morelli Alessandro , Presidente ... 22 
Messana Piera , consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 22 
Grippa Carmela (M5S)  ... 22 
Messana Piera , consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 22 
Grippa Carmela (M5S)  ... 22 
Messana Piera , consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 22 
Grippa Carmela (M5S)  ... 22 
Zanella Federica (FI)  ... 23 
Messana Piera , consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ... 23 
Zanella Federica (FI)  ... 23 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 23 
Morelli Alessandro , Presidente ... 23

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia: Misto-NcI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO MORELLI

  La seduta comincia alle 11.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) sulle principali linee di attività dell'Autorità medesima.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, di rappresentanti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) sulle principali linee di attività dell'Autorità medesima.
  Sappiamo che la dirigenza di AGCOM in questo periodo è anche protagonista di una vicenda molto importante per il futuro del Paese, che riguarda lo sviluppo tecnologico e le reti 5G, oltre al tema delle Poste, che è uno dei temi richiesti da alcuni Commissari su cui i rappresentanti di AGCOM intendono approfondire la loro relazione odierna.
  Nel ringraziarlo per aver prontamente accettato l'invito della Commissione, do subito la parola al professor Cardani per lo svolgimento della sua relazione.

  ANGELO MARCELLO CARDANI, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM). Grazie, presidente. Vorrei ringraziare Lei e tutti i membri della Commissione per l'invito fatto ad AGCOM di venire quest'oggi a parlare. La mia personale convinzione è che il dialogo continuo con le Commissioni parlamentari non possa che aiutare due poli importanti del settore, cioè l'attività legislativa, che è onere e onore del Parlamento, e l'attività di vigilanza, che si svolge in base alle norme stabilite dall'attività legislativa, ed entrambe non possano che guadagnare da uno scambio di opinioni il più frequente e il più aperto possibile.
  Lo scorso 12 luglio ho presentato al Parlamento la Relazione annuale sull'attività svolta dall'Autorità nell'anno appena trascorso, il 2017, e sui programmi di lavoro futuro. L'occasione offerta oggi è quindi quella di poter passare in rassegna alcuni temi di maggiore attualità, che immagino interessino più da vicino i lavori presenti e futuri di questa Commissione. Svilupperò quindi il mio intervento odierno toccando quattro temi principali, mentre ulteriori punti potranno essere sviluppati nello scambio di domande e risposte alla fine.
  I temi sono lo sviluppo delle reti a banda ultralarga, la gestione dello spettro radioelettrico, i futuri interventi a tutela del consumatore nel settore delle comunicazioni elettroniche e la liberalizzazione del cosiddetto «ultimo miglio» del settore postale. Prima farei una breve carrellata su aspetti di carattere generale dell'Autorità, istituita dalla legge 249 del 1997, la cosiddetta «legge Maccanico».
  La configurazione dell'Autorità, sia sotto il profilo della sua indipendenza, sia per i poteri che le sono conferiti, è strettamente legata all'adempimento di specifici vincoli, derivanti dall'ordinamento comunitario. Con riferimento al settore delle comunicazioni elettroniche, le direttive del 2002 hanno Pag. 4realizzato una profonda convergenza tra diritto amministrativo nazionale e diritto comunitario, segnando un decisivo passaggio verso la creazione di un diritto amministrativo comune, che ha visto l'AGCOM progressivamente integrarsi in una rete di regolatori europei.
  L'obiettivo dell'adeguamento delle amministrazioni nazionali all'ordinamento comunitario è stato perseguito a partire dal 2002 attraverso una serie di interventi normativi, che hanno inciso progressivamente sull'organizzazione dei poteri delle Autorità nazionali sotto tre profili: la predisposizione degli assetti organizzativi e delle funzioni, in modo da assicurare indipendenza dagli altri poteri pubblici, il coordinamento con la Commissione europea, finalizzato a delineare e perfezionare i procedimenti composti multilivello, e la creazione di accordi orizzontali tra le diverse Autorità e gli Stati membri, con conseguente istituzione di organismi sovranazionali.
  Nel corso degli ultimi anni il legislatore nazionale è poi intervenuto integrando, sotto diversi profili e in diversi settori, le funzioni svolte dall'Autorità, dalla regolazione generale alla vigilanza, fino ai procedimenti sanzionatori. La più importante estensione delle competenze si è avuta con il decreto-legge n. 201 del 2011, che ha affidato all'Autorità la regolazione del mercato dei servizi postali.
  Dei vent'anni di vita di AGCOM gli ultimi sono stati quelli in cui più di tutti si è potuta apprezzare la lungimiranza del legislatore italiano, che ha istituito un'Autorità con un'ispirazione convergente, destinata a regolare tanto il settore dell'audiovisivo quanto quello delle comunicazioni elettroniche.
  Nel corso di questi anni AGCOM ha sviluppato e integrato di contenuti tale ispirazione, affrontando sin dall'inizio le principali sfide regolamentari in una logica di convergenza tra le discipline dei vari mezzi di comunicazione, contribuendo in tal modo a fondare quel nuovo diritto chiamato «della convergenza», che distingue una disciplina delle reti, indipendentemente dal tipo di messaggio su di esse veicolato, da una disciplina dei servizi, indipendentemente dalle reti sulle quali vengono offerti.
  Tale orientamento e tale ispirazione ci hanno trovati preparati in questi ultimi anni ad accompagnare con i massicci processi di digitalizzazione delle reti e dei servizi cui abbiamo assistito quel cambio di parametro che ha una sua asse portante nella tendenziale convergenza di tecnologie, ordinamenti e mercati. Le abitudini di consumo dei cittadini e degli utenti si sono radicalmente trasformate e hanno messo a dura prova l'adeguatezza del quadro giuridico di settore su scala globale, richiedendo nuovi approcci regolatori.
  L'aggiornamento delle modalità e dei criteri ispiratori della regolazione è stato prioritario per AGCOM, che non ha mancato di beneficiare a tal fine del confronto internazionale. Nella medesima prospettiva è stato di fondamentale importanza il lavoro svolto nel circuito dei decisori europei. Come ho avuto modo di sottolineare in altre occasioni, l'ulteriore sviluppo del mercato unico digitale rappresenta infatti la cornice irrinunciabile di un qualsiasi progetto europeo, per il rilevante impatto che esercita sulla produttività, l'innovazione e la qualificazione dei territori e per gli effetti di benessere sociale e di sviluppo nazionale che produce. Tale consapevolezza ci ha indotto a lavorare, nell'intersezione tra l'ambito nazionale e quello europeo, su tutti i temi più importanti, preordinati alla realizzazione di un mercato unico digitale.
  La configurazione sopra ricordata è stata di fondamentale importanza nell'attività che ha interessato i diversi piani coinvolti. Alla base della strategia europea vi è la necessità di assicurare a tutti i cittadini una connettività ad altissima capacità, in grado di garantire l'utilizzo diffuso di prodotti, servizi e applicazioni dell'ICT nel mercato unico digitale. Nessun mercato mostra meglio di quello digitale i limiti di una regolamentazione confinata agli ambiti nazionali. Appare evidente pertanto il rilievo dei nuovi obiettivi, fissati dal programma europeo per la realtà italiana, ed è quindi imprescindibile per AGCOM avere il pieno sostegno interno, al fine di poter contribuire in modo determinante alla creazione Pag. 5e consolidamento del nuovo quadro regolamentare europeo.
  Dei mutamenti e degli scenari che hanno caratterizzato l'anno appena trascorso nel settore delle telecomunicazioni, in quello postale e dei media, e delle azioni che in ciascun ambito hanno guidato l'opera dell'Autorità nel corso del 2017 si dà ampiamente conto nella predetta Relazione annuale, alla quale mi sia consentito rinviare.
  Passerei ora all'approfondimento dei singoli temi specifici di cui ho fatto menzione precedentemente. Sullo sviluppo delle reti a banda ultralarga, come sappiamo, la strategia Digital Single Market (DSM), resa nota dalla Commissione nel maggio 2015, muove dalla convinzione – peraltro da me pienamente condivisa – che il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione costituisca la base per la realizzazione di un moderno ed innovativo sistema economico. I policy maker e i regolatori nazionali dei mercati delle comunicazioni elettroniche giocano un ruolo decisivo nell'ambizioso progetto di costruzione di un mercato unico di reti a banda ultralarga, in grado di sostenere la fornitura dei servizi digitali del futuro.
  L'Autorità è stata impegnata soprattutto in ambito europeo nella definizione e attuazione degli strumenti più specificatamente diretti a promuovere uno sviluppo equilibrato e concorrenziale dei mercati di reti e servizi a banda ultralarga. Mi riferisco alla comunicazione Connectivity for a European Gigabit Society, al Piano d'azione sulla connettività 5G per l'Europa, alla proposta di direttiva che istituisce un Codice europeo delle comunicazioni elettroniche.
  Si tratta di tre leve giuridiche distinte ma fortemente integrate tra loro, dirette a promuovere l'investimento nelle reti ad altissima capacità per il conseguimento di specifici target entro il 2025. La situazione italiana va quindi rapportata a questi obiettivi, che costituiscono sostanzialmente una revisione e un aggiornamento di quelli già fissati con l'Agenda digitale europea sulle connettività a reti a banda ultralarga.
  AGCOM intende continuare a contribuire al perseguimento degli obiettivi della citata Agenda digitale attraverso la propria attività di regolamentazione in sinergia con le politiche pubbliche di sostegno al mercato. In particolare, l'Autorità ha già fornito un apporto significativo alla definizione di questo nuovo quadro sia attraverso la definizione delle condizioni tecniche ed economiche di accesso all'infrastruttura finanziata, sia attraverso la vigilanza sull'effettiva qualità dei servizi erogati e la massimizzazione della loro penetrazione sul territorio.
  Più di recente, l'Autorità ha intrapreso le attività connesse all'operatività del nuovo modello di equivalence sulla rete di accesso, con l'obiettivo del rafforzamento del principio di non discriminazione tra le prestazioni offerte da TIM Wholesale agli operatori alternativi e alla propria divisione retail. Il quarto ciclo di analisi dei mercati di servizi di accesso all'ingrosso e servizi di accesso all'ingrosso di alta qualità in postazione fissa attualmente in corso terrà conto dei futuri investimenti nella realizzazione delle infrastrutture e dello sviluppo del mercato dei servizi di accesso all'ingrosso e al dettaglio.
  Ad aprile di quest'anno, a seguito della notifica da parte di TIM, è iniziato anche l’iter di valutazione del progetto di separazione volontaria della rete di accesso. Abbiamo ritenuto che esso possegga i requisiti di ammissibilità richiesti dal BEREC (Body of European Regulators for Electronic Communications) per l'avvio della procedura di analisi di mercato prevista dall'articolo 50-ter del Codice delle comunicazioni elettroniche. Il progetto verrà sottoposto a consultazione nell'ambito delle analisi del mercato dell'accesso e ne sarà valutata l'idoneità a migliorare le condizioni di concorrenza.
  Il progresso tecnologico e l'evoluzione delle condizioni concorrenziali saranno i principali punti di riferimento che l'Autorità seguirà nella valutazione relativa all'eventuale rivisitazione della definizione dei mercati, all'aggiornamento dell'elenco degli operatori dotati di significativo potere di mercato e alla modifica delle vigenti disposizioni regolamentari.
  Con specifico riferimento ai progetti relativi alla banda ultralarga, l'Autorità nazionale Pag. 6 di regolazione deve poter verificare che essi siano in grado di assicurare uno sviluppo efficiente delle reti e l'incremento del benessere complessivo dei consumatori, senza prevedere restrizioni non indispensabili al raggiungimento di tali obiettivi e senza dare alle imprese interessate la possibilità di eliminare la concorrenza per una parte sostanziale dei servizi in questione.
  Allo stato attuale, in prospettiva credo che l'apparato regolamentare predisposto non debba essere dismesso bensì aggiornato, nell'ottica di massimizzare il benessere dei consumatori, di migliorare ulteriormente le condizioni concorrenziali e di sostenere investimenti efficienti in reti di nuova generazione.
  Vorrei concludere su questo punto ricordando che nel mese di giugno il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un importante accordo, volto a modificare il quadro regolamentare europeo delle comunicazioni elettroniche. Il Codice proposto dalla Commissione, oltre a promuovere lo sviluppo delle reti 5G e ad incrementare il livello di tutela dei consumatori, avrà come obiettivo primario quello di promuovere lo sviluppo e la diffusione delle reti fisse ad alta velocità. Al riguardo, il nuovo framework regolamentare promuove i co-investimenti e la condivisione del rischio nei progetti di sviluppo delle reti di nuova generazione, nella direzione di favorire sia la concorrenza infrastrutturale, sia il modello wholesale lonely, visti quali strumenti per conseguire la più ampia infrastrutturazione e il maggior grado di concorrenza.
  Il lavoro di affinamento tecnico del testo è ancora in corso. Nei prossimi mesi, che porteranno poi alla pubblicazione del Codice nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, assicureremo un presidio costante in tutte le sedi, al fine di non far mancare il nostro contributo tecnico, contributo che non faremo mancare anche nei successivi anni, in cui il testo dovrà essere trasposto nel nostro ordinamento e indicativamente entro il 2020.
  In conclusione, auspico che in questo particolare momento, animato da profonde proposte di riforma che includono anche il settore dell'audiovisivo, i due livelli di intervento pubblico, quello di policy e di regolazione, dialoghino fra di loro, anzi in un contesto di buona amministrazione è oltremodo opportuno che si avvantaggino nelle rispettive funzioni dei reciproci contributi.
  Quanto alla gestione dello spettro radioelettrico, la legge di bilancio 2018 ha affidato all'Autorità il compito di definire le procedure per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze per lo sviluppo del 5G. Il Regolamento è stato adottato nel mese di maggio. Si tratta di un esempio di asta multi banda per lo sviluppo delle infrastrutture 5G, dall'assegnazione lo Stato attende un introito minimo di 2,5 miliardi di euro, per metà a valere già sull'anno corrente.
  Sulla base del Regolamento, il Ministero dello sviluppo economico ha adottato il bando di gara pubblicato lo scorso 11 luglio. Le imprese ammesse alla procedura dovranno presentare la propria offerta economica sulla base degli importi minimi di aggiudicazione previsti nell'avviso di gara e nel relativo disciplinare entro il 10 settembre 2018.
  La destinazione di frequenze nella banda 700 megahertz ai sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazione elettronica a banda larga, senza fili, per lo sviluppo del 5G ha richiesto una riorganizzazione del sistema radiotelevisivo digitale terrestre. La legge di bilancio 2018 ha demandato ad AGCOM il compito di delineare le coordinate di riferimento entro le quali si dovranno riorganizzare le frequenze e realizzare nuove reti, sfruttando l'utilizzo di nuove tecnologie di trasmissione, il cosiddetto DVB T2. Il rilascio delle frequenze non potrà avvenire senza un complesso e articolato riassetto del sistema radiotelevisivo su piattaforma digitale terrestre nazionale e locale.
  Il mese scorso abbiamo portato a termine un primo importante passaggio ai fini del menzionato riassetto, il nuovo Piano nazionale delle frequenze. L'adozione del nuovo Piano ha richiesto un faticoso coordinamento internazionale, inteso a superare antichi e complessi problemi interferenziali Pag. 7 con tutti i Paesi confinanti del bacino Mediterraneo e dell'arco alpino. I vincoli normativi che il Piano ha dovuto tenere presenti sono particolarmente stringenti: impiego delle codifiche o standard più avanzati nell'ottica dell'uso efficiente dello spettro, pianificazione delle sole frequenze attribuite all'Italia dagli accordi internazionali, pianificazione della banda UHF in ambito locale con criterio delle aree tecniche, pianificazioni della banda terza VHF sulla base dell'accordo di Ginevra del 2006, con obiettivi specificatamente indicati.
  Pur nella ristrettezza di detti vincoli, l'azione istituzionale coordinata di ministero e AGCOM in particolare nei tavoli di coordinamento internazionale ha conseguito l'obiettivo che costituiva la condizione minima per un riassetto ragionevole e proporzionato del sistema televisivo italiano: la possibilità di disporre in ciascun area di 10 reti nazionali e 4 locali, oltre ad una ulteriore rete decomponibile a livello regionale.
  Nell'ambito dello svolgimento dei compiti affidati all'Autorità al fine di portare a termine il processo di transizione sono emersi alcuni limiti e alcune incertezze applicative, potenzialmente in grado di compromettere il raggiungimento degli obiettivi generali e l'utilizzo pienamente efficiente dello spettro.
  Qualche giorno addietro abbiamo inviato una segnalazione al Ministero dello sviluppo economico, nella quale abbiamo prospettato alcune linee di revisione della normativa di riferimento, al fine di addivenire ad un corretto bilanciamento delle risorse frequenziali e della capacità trasmissiva fra il piano nazionale e quello locale. Nel medesimo documento abbiamo altresì sollevato alcune perplessità in ordine ai criteri di conversione dei diritti d'uso delle frequenze degli operatori di rete nazionali in diritto d'uso di capacità trasmissiva, in tecnologia DVB T2.
  Al fine di perseguire gli obiettivi indicati dalla menzionata legge di bilancio, riteniamo di fondamentale importanza il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e l'adeguata ponderazione delle esigenze del mercato, onde assicurare la corretta transizione verso il nuovo sistema radiotelevisivo. L'Autorità si è già dichiarata disponibile a fornire il proprio contributo per favorire la piena realizzazione dell'importante processo di trasformazione del sistema radiotelevisivo avviato. Oggi mi preme confermare la nostra disponibilità anche in questa autorevole sede.
  In tema di interventi a tutela del consumatore, un'intensa attività regolatoria ha fatto da cornice a tali interventi dell'Autorità nel corso del 2017. Sui temi della trasparenza tariffaria, del servizio universale, della tutela degli utenti deboli o in condizioni di disagio economico e sociale l'azione dell'Autorità è stata decisa e attenta a salvaguardare la libertà di scelta dei consumatori nel mercato e a garantire i servizi essenziali nelle situazioni di oggettiva difficoltà.
  Si è inoltre dato il via alla sperimentazione, volta ad arginare il fenomeno dei servizi a valore aggiunto nella telefonia mobile, attivati senza il consenso del cliente. Un'accurata descrizione delle suddette attività è contenuta nella più volte citata relazione annuale. In questa sede ritengo opportuno richiamare l'attenzione solo su alcuni, più recenti e specifici interventi dell'Autorità, che muovono da previsioni introdotte dalla legge sulla concorrenza e dal cosiddetto «decreto fiscale».
  La legge sulla concorrenza ha introdotto tra le altre nuove disposizioni in materia di costi e modalità di esercizio del diritto di recesso sulle offerte promozionali e sulla fornitura di servizi in abbonamento. Alla luce del mutato quadro normativo, l'Autorità, tenuto conto anche di quanto segnalato dalle associazioni dei consumatori, ha predisposto delle linee guida sottoposte a consultazione pubblica e volte a garantire una sistematica azione di vigilanza sulla corretta commisurazione delle spese di dismissione e del trasferimento dell'utenza nel caso di recesso anticipato, al fine di ridurre le spese del passaggio ad altro operatore e favorire una maggiore fluidità del mercato.
  Per ciò che concerne le modalità per cambiare operatore, l'azione dell'Autorità Pag. 8sarà poi finalizzata a imporre agli operatori procedure semplici e di immediata attivazione, per consentire agli utenti di esercitare il recesso che dovrà avvenire, come stabilito dalla legge, nelle medesime forme utilizzabili al momento dell'attivazione o della conclusione del contratto.
  Il decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, impone agli operatori di comunicazione elettronica e segnatamente agli operatori di telefonia, reti televisive e di comunicazioni elettroniche, di prevedere che la cadenza generale di rinnovo delle offerte o della fatturazione dei servizi avvenga su base mensile o multipli di mese. All'AGCOM è stata espressamente affidata, oltre all'ordinaria funzione di vigilanza, quella di garantire la pubblicazione dei servizi offerti e delle tariffe generali con cadenza mensile, in modo da assicurare che i consumatori possano compiere scelte informate.
  Vengono inoltre attribuiti all'Autorità sia un potere inibitorio, ossia di ordinare all'operatore la cessazione della condotta, sia l'adozione di misure ripristinatorie, fra le quali può annoverarsi la possibilità di ordinare agli operatori il rimborso delle eventuali somme indebitamente percepite o comunque ingiustificatamente addebitate agli utenti.
  Vorrei a questo punto ricordare che, al fine di salvaguardare in tempi rapidi i diritti di tutti gli utenti coinvolti dagli aumenti tariffari imposti dagli operatori prima di tale intervento normativo, abbiamo stabilito che entro il 31 dicembre 2018 gli operatori di telefonia TIM, Vodafone, Wind 3 e Fastweb dovranno restituire in bolletta i giorni illegittimamente erosi agli utenti.
  Da ultimo, in ottemperanza al decreto fiscale citato, lo scorso 12 luglio abbiamo approvato il provvedimento che definisce le modalità con cui le imprese dovranno d'ora in avanti comunicare le caratteristiche delle diverse tipologie di infrastruttura fisica utilizzate per l'erogazione dei servizi di connettività.
  Il provvedimento stabilisce che gli operatori che forniscono questi servizi tramite connessione fissa dovranno garantire, sia nei messaggi pubblicitari, sia nelle comunicazioni commerciali e contrattuali, piena trasparenza nella presentazione delle infrastrutture fisiche sulle quali sono forniti i servizi. In particolare, gli operatori possono ricorrere al termine «fibra» ed associarvi ulteriore aggettivo o avverbi di tipo accrescitivo e superlativo solo se il servizio è offerto esclusivamente su architettura fiber to the home o fiber to the building.
  Con specifico riferimento al settore postale, l'intervento dell'Autorità è volto alla promozione della concorrenza e alla tutela degli utenti finali tramite un'attività di vigilanza sull'assolvimento degli obblighi a carico del fornitore del servizio universale, la regolamentazione dell'accesso all'infrastruttura di Poste Italiane, il contrasto delle attività abusive da parte di operatori privi di titolo autorizzativo e la tutela dei consumatori.
  In questa sede vorrei ricordare che la legge annuale per la concorrenza ha disposto l'abrogazione, a decorrere dal 10 settembre 2017, del regime di esclusiva in favore di Poste Italiane dei servizi di notifica a mezzo posta degli atti giudiziari e delle violazioni del codice della strada. Nell'ambito di questo processo di liberalizzazione da noi fortemente auspicato siamo stati incaricati dal legislatore di regolamentare gli specifici requisiti e obblighi per il rilascio delle licenze individuali relative a tali servizi.
  Abbiamo puntualmente assolto alla delega legislativa, adottando lo scorso mese di febbraio un Regolamento che prevede particolari requisiti di affidabilità, professionalità e onorabilità dei soggetti che eserciteranno tale attività ed impone loro obblighi a tutela della sicurezza, nonché della qualità, continuità e disponibilità dei servizi offerti.
  Il Regolamento è stato adottato all'esito di un iter procedimentale, nel corso del quale, oltre ad acquisire il parere del Ministero della giustizia e quello dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, sono state recepite le modifiche legislative introdotte in materia dalla legge di bilancio per il 2018. Quest'ultima ha inteso adeguare la normativa primaria in materia di notificazione a mezzo del servizio postale alle modifiche introdotte dalla legge sulla Pag. 9concorrenza, assicurando l'efficiente svolgimento del servizio nel nuovo contesto pienamente liberalizzato.
  Al riguardo abbiamo ritenuto opportuno segnalare al Ministero della giustizia come l'intervento di liberalizzazione abbia prodotto un disallineamento delle procedure, causato dall'eliminazione della comunicazione di avvenuta notifica (CAN), andando a determinare una riduzione delle garanzie di effettiva conoscibilità degli atti nel passaggio dalla notifica dell'ufficiale giudiziario alla notifica a mezzo posta.
  Alcune delle modifiche introdotte dalla legge di bilancio hanno poi reso necessari ulteriori, specifici interventi da parte dell'Autorità. In particolare, abbiamo recentemente definito, sentito il Ministero della giustizia, le caratteristiche uniformi dei modelli, evitando che siano adottati quelli già utilizzati dal fornitore del servizio universale e consentendo agli operatori una limitata autonomia nella realizzazione dei rispettivi layout. Ciò al fine di assicurare la necessaria flessibilità di realizzazione e lavorazione, giustificata da specifiche esigenze di carattere tecnico-informativo e/o logistico-organizzativo.
  Poco più di dieci giorni fa, infine, abbiamo avviato la consultazione pubblica per fissare la misura degli indennizzi per i disservizi relativi alle notificazioni a mezzo posta. Tenuto conto degli interventi già posti in essere dall'Autorità, ricordo che per l'effettiva liberalizzazione dei servizi di notifica si è in attesa dell'adozione da parte del MISE delle procedure amministrative di rilascio delle licenze previste dal Regolamento approvato dall'Autorità.
  Vorrei sottolineare da ultimo come la regolamentazione adottata dall'Autorità, pur riguardando un tema delicato quale l'apertura di questo settore di mercato alla concorrenza, sia stata favorevolmente accolta da tutti gli operatori interessati e non sia stata oggetto di ricorsi in sede giurisdizionale (questo è un vero miracolo).
  I temi sui quali ho incentrato il mio intervento odierno mi consentono di svolgere alcune brevi considerazioni conclusive. L'attività svolta dall'Autorità nei mercati menzionati, unitamente a quanto fatto in tutti i variegati ambiti di intervento assegnati ad essa, testimonia la lungimiranza della scelta operata quattro lustri orsono dal legislatore nazionale. AGCOM ha rappresentato infatti un punto di riferimento per le amministrazioni nazionali coinvolte per gli aspetti di competenza nel perseguimento degli interessi pubblici.
  Il ruolo dell'Autorità tuttavia è stato tutt'altro che confinato all'ambito nazionale. Essa ha svolto una fondamentale opera di raccordo fra il piano nazionale e quello comunitario, affinché l'attuazione delle politiche comunitarie avvenisse in modo compatibile con le peculiarità italiane e con le conseguenti esigenze delle imprese e degli utenti.
  All'approssimarsi di un nuovo quadro comunitario di regole auspico che il legislatore, nel dare attuazione alla nuova cornice legislativa in materia di comunicazioni elettroniche, dia prova di pari saggezza e lungimiranza. Ritengo in particolare che alcune linee di riforma dovrebbero essere salvaguardate e rafforzate, in riferimento in particolare all'indipendenza delle Autorità nazionali di regolamentazione, alla garanzia delle loro competenze e alla certezza delle risorse a loro disposizione.
  A tale ultimo proposito mi sia consentito richiamare l'attenzione in ordine al fatto che molte delle previsioni legislative che hanno attribuito nuove competenze all'Autorità, solo alcune delle quali illustrate in questa sede, non contemplano formule di finanziamento dei relativi costi. Tali previsioni, oltre a minare la certezza delle risorse a disposizione dell'Autorità, rischiano di generare nuovi contenziosi, volti ad ostacolare strumentalmente l'esercizio delle nuove competenze.
  Vi ringrazio per l'attenzione e resto sin d'ora a disposizione per eventuali incontri su specifici lavori futuri di questa Commissione.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il professor Cardani, do la parola ai deputati che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Vorrei fare alcune considerazioni, partendo dalla relazione Pag. 10 annuale oltre che dalle considerazioni di oggi, e porre alcune domande.
  La prima riguarda la questione della banda ultralarga. Mi sembra che sia stato sottolineato nella relazione come l'Italia sia passata dal ventitreesimo posto del 2016 al tredicesimo del 2017 nella classifica relativa agli altri Stati europei. Volevo capire come avvenga, alla luce di questo dato sicuramente confortante, la vigilanza sui servizi erogati e la penetrazione tra gli utenti della fibra.
  Per quanto riguarda poi il modello wholesale lonely verso cui si sta andando, volevo capire se siano già state realizzate delle infrastrutture attraverso i nuovi bandi del MISE che vanno in questa direzione. L'altra questione riguarda la separazione della rete, su cui avete un impegno di vigilanza. A che punto è e quali sono le questioni di oggi soprattutto in funzione di una rete nazionale pubblica unica?
  Sul 5G probabilmente questa Commissione dovrà approfondire ulteriormente e mi pare che l'interlocuzione con voi possa essere di grande aiuto, così come mi pare molto positivo il risultato raggiunto, che è stata una battaglia di questa Commissione (io c'ero già nella scorsa legislatura), sul tema delle bollette mensili e anche dell'elemento delle sanzioni in questo ambito.
  Ho visto però che nelle considerazioni di questa mattina non è stata affrontata (era però nella relazione) la questione dell’e-commerce, altro tema che abbiamo affrontato nella scorsa legislatura dando il parere sulle questioni relative al Digital Single Market, laddove avevamo già sottolineato (adesso lo avete ripreso attraverso il Regolamento europeo) il problema dell’e-commerce che in Italia è meno trasparente e più caro. Come state intervenendo, anche in attuazione delle indicazioni dell'Unione europea?
  C'è poi un tema assai rilevante, che è sempre all'attenzione di questa Commissione, il tema della chiusura degli uffici postali. Per fortuna nel nuovo contratto è stato introdotto un articolo, che il collega Giacomelli che oggi non c'è ha promosso e sponsorizzato, quindi mi sembra di aver capito che non ci sono state chiusure di uffici postali periferici nell'ultimo anno, ma soltanto nella città. Mi piacerebbe avere un dato più preciso.
  Concludo con la questione, che qui non è stata affrontata anche perché forse non è un tema specifico di questa Commissione, ma che considero il tema più importante collegato all'utilizzo effettivo della rete da parte dei consumatori, il tema del big data e delle questioni che immagino siano relative al tavolo tecnico, di cui fate parte, per la garanzia del pluralismo e la correttezza dell'informazione. Come si pensa di intervenire non solo sul monopolio proprietario di questi dati, legato anche alla forte diffusione sui social network, ma anche sul tema delle indicizzazioni Google? Grazie.

  FEDERICA ZANELLA. La ringrazio, presidente, per la sua ampia analisi. Vorrei prendere in considerazione due aspetti fondamentali.
  Sugli interventi a tutela del consumatore non posso che complimentarmi con AGCOM, ho presieduto il Corecom e devo dire che l'attività di tutela del consumatore nel settore delle telecomunicazioni è un'attività prestigiosa, peraltro il presidente non l'ha citato, ma è stato attivato anche un Concilia clic, quindi le conciliazioni verranno rese in forma più semplice senza adire ad uffici, cosa molto interessante ed importante che sta facendo AGCOM, come ovviamente la battaglia contro la fatturazione a 28 giorni che noi abbiamo supportato ampiamente.
  Per quanto concerne quello che forse ci interessa di più, ovvero la gara per la banda 700, lei giustamente ha accennato ad una lettera inviata al MISE che ho avuto modo di vedere, in cui lei parla di criticità. Vorrei che rendesse note anche a questa Commissione le criticità, perché riguardano tematiche che ci stanno particolarmente a cuore.
  Una delle criticità inerisce al rapporto di 1 a 2 tra la capacità trasmissiva locale e nazionale e quella pianificata, quindi mi risulta che richiediate sul punto delle risorse frequenziali e della capacità trasmissiva da riservare alle reti locali rispetto a quelle nazionali una revisione della normativa attuale. Significa che volete ridurre la capacità trasmissiva delle emittenti locali Pag. 11e quale formulazione vi attendereste che il legislatore operasse?
  Giustamente fate riferimento al fatto che, in mancanza di un preciso quadro normativo e regolamentare di riferimento diretto a disciplinare i meccanismi di intesa e l'organizzazione delle relazioni, l'effettivo raggiungimento di accordi tra soggetti diversi in tale direzione potrebbe essere di difficile attuazione. Ricordiamo che ci sono 2,5 miliardi di euro che si prevede di raccogliere secondo la legge di bilancio da questa gara, ma non sembra che lo consideriate fattibile, a leggere il documento inviato al MISE.
  Voi scrivete infatti che «risulta concreto il rischio che, in assenza di tali intese che, come anzidetto, non possono che essere su base volontaria, non tutti i diritti d'uso delle frequenze possono essere assegnati secondo i termini e i tempi previsti dalla legge di bilancio, con ripercussioni in termini di garanzia dell'offerta e delle condizioni di concorrenza, nonché della continuità della fruizione del servizio da parte degli utenti», quindi noi dobbiamo anche tutelare non solo realtà e aziende che peraltro danno lavoro anche a migliaia di persone, ma anche l'utente finale, che deve essere garantito nel passaggio ad una nuova formulazione multiplex e la fruizione da parte degli utenti di ciò di cui fruiscono ora, quindi dei contenuti anche locali e regionali.
  Devo segnalare che anche Confindustria TV, che raggruppa non solo le emittenti locali, ma anche RAI e Mediaset, ha sollevato una serie di gravi criticità in relazione a questa gara, che penso siano le stesse che avete recepito, avendo a che fare quotidianamente, come pare non abbia avuto il MISE, con gli interlocutori delle telecomunicazioni. Vorremmo avere quindi qualche chiarimento, se potete declinarci le criticità che potrebbero essere importanti per i cittadini e per realtà fondamentali dell'economia italiana.
  Per il resto mi complimento per il vostro lavoro, so che avevate chiesto una cabina di regia che credo nel nuovo passaggio il Governo debba assicurare, sperando di poterne far parte come opposizione. Ritengo fondamentale questa proposta e vorrei sapere se abbiate ottenuto risposta dal MISE su queste criticità e sulla richiesta di una cabina di regia. Grazie.

  MAURO ROTELLI. Desidero associarmi ai complimenti della collega nei suoi confronti, presidente, però, al di là dell'ottimo lavoro che avete svolto, ci interessa sottolineare aspetti che a mezzo stampa abbiamo visto ricordati più di una volta in questi giorni.
  In particolare, è chiaro che il passaggio da una tecnologia a un'altra significa fare un upgrade, quindi un miglioramento, e il passaggio al 5G dovrebbe essere tale. Il fatto che ci siano delle criticità che addirittura possono comprimere la possibilità di avere pluralità e moltiplicare gli spazi è un aspetto che vorremmo approfondire, quindi approfittiamo della sua presenza oggi affinché – in maniera meno possibile tecnica e più possibile politica – si affronti anche questo particolare profilo, che per noi ha una rilevanza di carattere strategico.
  È fondamentale approfondire anche il semplice passaggio, che poi così semplice non sembra, tra diritto d'uso delle frequenze e diritto d'uso della capacità trasmissiva, per poter dare una risposta e soprattutto trasmettere (perdonate l'utilizzo del verbo) in maniera puntuale le nuove possibilità che questo upgrade deve dare, altrimenti non se ne capisce la finalità, se non quella di un incasso che è messo anche in discussione per quanto riguarda la possibile gara, che mi risulta sia già in corso, come Lei ha già detto.
  Il punto interrogativo è quindi come intervenire nel chiarire tali aspetti a gara in corso. Grazie.

  DAVIDE SERRITELLA. Ringrazio per l'audizione il dottor Cardani. Vorrei porre un quesito in merito alla bollinatura che verrà introdotta a breve sulla tipologia di fibra, perché mi domando se non possa creare un rischio per gli utenti attuali e in futuro per i nuovi utenti, perché gli operatori commerciali potrebbero differenziare le tariffe in base alla tipologia di fibra, quindi se è FTTH bollino verde che Pag. 12magari costa di più, a discapito degli utenti che finora con FTTH o FTTB o FTTC pagano lo stesso, perché non c'è una differenziazione di prezzo.
  È opportuno verificare che gli operatori commerciali non giochino su questo, perché capisco benissimo la differenza di prestazione tecnologica tra uno e l'altro, però è anche vero che tutti gli abbonati finora hanno pagato indistintamente che abbiano 100 mega, 1 giga o 10 mega solo perché c'è la dicitura fibra. Grazie.

  ELENA MACCANTI. Buongiorno, rivolgo un benvenuto al presidente Cardani, sono Elena Maccanti del Gruppo Lega, noi siamo stati tra i principali promotori di questa audizione anche perché purtroppo non abbiamo potuto partecipare alla relazione, non eravamo tra gli invitati e l'abbiamo saputo solo all'ultimo momento. Le chiediamo quindi di essere coinvolti nelle iniziative che vorrà intraprendere anche come deputati della Commissione, quindi grazie per la disponibilità di quest'oggi e grazie per la sua relazione.
  Sul bando 5G mi unisco alle richieste di chiarimento dei colleghi, peraltro anche da questo punto di vista l'abbiamo saputo a sorpresa, c'è stata probabilmente un'accelerazione nella pubblicazione del bando, ne parleremo sicuramente con il ministro quando verrà in audizione giovedì, ci sarebbe piaciuto parlarne prima e ricevere le sue osservazioni rispetto alle criticità. Chiedo comunque anch'io come potremo eventualmente apportare correttivi a bando già pubblicato, con una scadenza peraltro molto ravvicinata, il 2 agosto.
  Un piccolo intervento pro domo mea – si tratta della mia regione nel senso che già la collega del Partito Democratico ha chiesto una particolare vigilanza sulla penetrazione della banda ultralarga. Io arrivo da una regione, il Piemonte, dove oltre 800.000 cittadini non ricevono un operatore telefonico e dove ci sono ancora forti problematiche sulla ricezione del segnale RAI.
  Le chiedo da questo punto di vista un aiuto come Autorità garante, proprio perché il diritto a essere informati, ma anche il diritto di ricevere e poter usufruire di internet deve valere anche per le aree periferiche.
  Mi associo infine ai ringraziamenti e ai complimenti che già i colleghi hanno espresso per quello che fate per la tutela dei consumatori, molto ancora c'è da fare. Mi riferisco per esempio a una campagna (in questo la Commissione potrebbe essere protagonista) perché sui costi nascosti di alcune compagnie telefoniche credo che a tutela dei consumatori ci sia ancora molto da fare. Interverranno poi specificatamente su questi aspetti anche altri colleghi del mio Gruppo.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, do la parola al professor Cardani per la replica. Il professor Cardani è accompagnato dalla dottoressa Piera Messana e dal dottor Nebbiolo, ai quali diamo il benvenuto.

  ANGELO MARCELLO CARDANI, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. In effetti utilizzerò la sapienza dei miei colleghi per rispondere su alcuni punti più tecnici, anche perché la gamma dei temi toccati copre grossomodo tutto quello che facciamo e ovviamente non potrò soddisfare tutte le curiosità, anche se prego coloro che si sentissero saltati nelle risposte di farmelo presente e cercherò di rispondere in modo scritto.
  Seguirò l'ordine degli interventi, quindi partirò dall'onorevole Bruno Bossio. È vero, l'Italia è passata dal ventitreesimo al tredicesimo posto, questo però definisce un lato del mercato, cioè l'offerta, dove l'Italia è stata sempre in ritardo proporzionalmente all'offerta, che è salita, è la domanda, che è sempre stata estremamente in ritardo.
  Questo è anche ragionevole, perché i consumatori, davanti a nuovi modi di trasmissione sui quali non sono ancora presenti i prodotti, hanno un incentivo molto minore a sottoscrivere, quando incomincerà a esserci un'offerta di prodotti tali che sviliscono l'offerta attualmente sfruttata, ci sarà un effetto di rincorsa, e siamo fiduciosi che il cosiddetto take-up rate da parte dei consumatori aumenterà, però effettivamente Pag. 13 al momento la parte di domanda è abbastanza indietro.
  Per quanto riguarda la sua domanda sul sistema wholesale lonely, questo non è niente di particolarmente innovativo, è presente in Italia da poco attraverso Open Fiber, che è una joint venture, come lei sa di sicuro, che sta impiantando reti ad alta velocità.
  Anche lì c'è lo stesso problema di take-up, quello che a mio parere è positivo nella presenza di Open Fiber è che mette a confronto due meccanismi di costruzione delle reti, che stimolano in ogni caso la concorrenza e che quindi porteranno sperabilmente a un'accelerazione.
  È anche da dire (e mi pare che qualcuno l'abbia menzionato, forse lei stessa) che c'è una possibilità che aleggia nel mondo delle reti, cioè che si vada verso un'acquisizione, di fatto costruendo una rete unica nazionale.
  La rete unica nazionale è un soggetto molto complesso, in quanto è influenzato pesantemente dall'ideologia, ma anche da una teoria economica alquanto vecchiotta che però sta ancora in piedi e che sostiene che tutto ciò che fa da servizio generale può benissimo essere nazionalizzato o avere un unico proprietario che è lo Stato, purché i servizi che si svolgono su di essa siano competitivi, perché alla fine della fiera quello che conta, a parte il tasso di ammortamento della struttura, è il prezzo che viene pagato per i servizi che si svolgono sulla rete.
  Vedremo, per il momento sono voci, voci a mio parere molto interessanti che vanno seguite con attenzione, ci sono visioni abbastanza diverse dietro questo modello rispetto a quello attuale.
  Per quanto riguarda la separazione della rete, la separazione della rete è legata a quello di cui parlavamo prima, al momento è una separazione del tutto volontaria da parte di TIM, è una separazione che TIM può portare avanti, rallentare o addirittura può fare marcia indietro proprio perché è del tutto volontaria. Non ci sono a mio parere al momento i presupposti per una separazione obbligata che AGCOM ha il potere di imporre, ma solo se si verificano alcuni presupposti che al momento non ci sono.
  Essendo una separazione volontaria, è nella totale capacità decisoria di TIM, certo che al momento è una separazione sostanzialmente societaria, quindi non porta a una separazione completa della rete. Questa separazione completa della rete sarebbe invece il presupposto per quello che dicevamo prima, cioè la costituzione di una società della rete a livello nazionale di proprietà di chi riesce a far uscire i soldi, perché costerà non poco, che potrebbe acquistare Open Fiber e quindi realizzare questa società della rete italiana.
  Per il momento abbiamo finito una tappa del nostro intervento, che consiste nell'aver detto che è un progetto serio e ragionevole, adesso andiamo nel dettaglio. TIM sta andando nel dettaglio, ci sottometterà il progetto dettagliato, che noi valuteremo insieme all'analisi di mercato, perché a quel punto l'analisi del mercato cambierebbe abbastanza significativamente una volta che fosse inserito un dettaglio, che dettaglio non è, perché è un aspetto importante, di una rete separata dal punto di vista societario.
  Se il presidente permette, cederei la parola alla dottoressa Piera Messana.

  PIERA MESSANA, consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Sul discorso della copertura delle reti a banda ultralarga, nel 2017 abbiamo costituito una banca dati, che può essere d'interesse per chi non la conoscesse ancora, la Broadband map.
  La cosa utile a nostro avviso è che è consultabile sia dagli utenti per conoscere effettivamente fin nel dettaglio la copertura che hanno di una determinata rete, che sia essa mobile, fissa, fibra o rame, sia dagli operatori, per capire dove poter investire, sia anche dal Governo e dalle istituzioni ed enti locali anche per rendersi conto delle situazioni di digital divide, quindi come strumento legato a quel discorso del salto dal venticinquesimo al tredicesimo posto che, come giustamente ricordava il presidente, è dal lato della copertura delle reti a banda ultralarga, la cui accelerazione è sicuramente legata anche all'ingresso di un Pag. 14altro operatore come Open Fiber questa copertura può essere fattivamente verificata sia dagli utenti sia dagli operatori sia proprio dalle istituzioni attraverso questa importante banca dati.
  Per quanto riguarda il progetto della separazione della rete, come avete potuto leggere già nella relazione, nel quarto ciclo di analisi di mercato valuteremo gli impatti in relazione alle misure che, come ha ricordato il Presidente Cardani, abbiamo già adottato da poco, legate alla risoluzione – speriamo definitiva – dei problemi legati al rispetto della parità di trattamento e della non discriminazione tra i servizi offerti da TIM e dagli altri operatori, sempre con un unico obiettivo, quello della tutela del consumatore, perché la concorrenza ha questo profilo al quale noi guardiamo molto.

  ANGELO MARCELLO CARDANI, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Passando poi al tema che immagino interessi molti dei presenti, cioè la chiusura degli uffici postali, questa è una questione che noi abbiamo trattato già con due presidenti delle Poste, è un qualcosa che deriva da una banale e triste necessità di risparmiare qualche soldo.
  Loro sanno che si scrive sempre di meno, in realtà la posta oggi è costituita essenzialmente da posta massiva di grandi società e da quei pochi giornali che sono venduti per abbonamento. La posta privata, la posta individuale sta lentamente scomparendo, un po’ per l'analfabetismo crescente dei nostri giovani, un po’ per l'esigenza di alternative come la posta elettronica e la rete.
  Si cerca quindi di risparmiare e ricordo che, a fronte di una difficoltà molto superiore in altri Paesi, dove il Governo e i poteri hanno separato la parte bancaria, che c'era in molti altri Paesi, rispetto alla parte postale, di fatto Poste Italiane ha una stampella non indifferente nell'attività bancaria, quindi riesce a cavarsela.
  Ricordo che come AGCOM abbiamo offerto ai sindaci di tutte le località dove c'è stata o si prospetta a breve scadenza la chiusura di uffici la possibilità di rivolgersi a noi per problemi e difficoltà. Ricordo che su circa 3.900 (non ricordo perfettamente la cifra) si sono rivolti a noi 30 o 40 sindaci, dando l'idea che la misura è stata giudicata comprensibile. Il problema è stato principalmente quello dei giornali, perché ricevere la rara cartolina di una zia il giorno dopo non cambia niente, ma ricevere il giorno dopo il giornale non ha molto senso, e questo ha costituito un vero problema.
  La misura sembra comunque relativamente digerita e, come mi pare notasse lei stessa, l'ultima linea di policy di Poste Italiane è stata quella di non insistere sui piccoli uffici delle località periferiche, ma cercare di razionalizzare l'utilizzo e quindi la distribuzione degli uffici postali cittadini, cercando di ottenere maggiore efficienza su quel lato.

  PIERA MESSANA, consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. La misura della modifica dei giorni alterni, come ricordava il presidente, è stata in parte digerita e siamo ormai nella terza fase dell'alternanza di questi giorni ed effettivamente la nostra assistenza ai comuni ha accompagnato questo processo, voluto dalla legge di stabilità del 2015.
  Per quanto guarda invece i piani di razionalizzazione che si ricordavano prima e gli effetti, in questo caso c'è stata una sinergia tra pronunce giurisdizionali e vigilanza da parte nostra, per cui abbiamo registrato che nel periodo 2011-2017, a fronte di 2.793 interventi pianificati di chiusura degli uffici postali, ne sono stati effettivamente fatti solo 1.000.
  Questo è già un grosso risultato ottenuto e confermato dal fatto che, proprio per la difficoltà che ha incontrato Poste nel dare piena attuazione ai piani di razionalizzazione degli uffici, ha rallentato il piano del 2018, escludendo i piccoli comuni con meno di 5 mila abitanti. Questi sono dei dati più puntuali che possiamo fornire sulla vigilanza fatta rispetto ai piani proposti.

  ANGELO MARCELLO CARDANI, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Per quanto riguarda l'ultimo punto dell'onorevole Bruno Bossio, big data è un tema che ci potrebbe tenere qui fino alle 17.00 se lo trattiamo velocemente, quindi Pag. 15immaginate per approfondirlo. Possiamo tornarci sia un'altra volta, sia in pezzi della relazione, perché ricordo che la relazione è composta di due parti, una quindicina di pagine presentate in Parlamento oralmente e il volume di circa 200 pagine con informazioni di tutti i tipi, dove si trova una serie di specificazioni e dati.
  Quello che mi preme sottolineare sui big data – che è un tema colossale perché è la punta di un iceberg, la cui emergenza avremo nei prossimi anni e quindi rappresenta un problema con il quale è necessario fare i conti – è che al momento non abbiamo di fatto giurisdizione sul problema dei big data, ce ne occupiamo perché immaginiamo che prima o poi qualcuno dovrà occuparsene e in ogni caso a noi interessa avere una comprensione del fenomeno, però non possiamo fare molto di più se non quello che facciamo in tutti i casi in cui ci manca giurisdizione, cioè tavoli.
  Un tempo si parlava di comitati, adesso si parla solo di tavoli, ma l'idea è la stessa, sediamoci e parliamo, cerchiamo ad esempio di spiegare ai colossi del web che ci sono alcuni problemi che li riguardano, ma sono problemi loro, cioè noi possiamo aiutarli a risolvere i loro problemi in cambio del loro aiuto a risolvere i nostri.
  Un problema tipico di questi colossi è il fatto che l'opinione pubblica ha sempre avuto bisogno (l'opinione pubblica europea, non è un problema esclusivamente italiano) del cosiddetto «cattivo di turno», io ho lavorato alla Commissione europea tanti anni, allora il cattivo di turno era Microsoft e ci fu la prima multa che erano pochi spiccioli rispetto alle multe che danno adesso, però a suo tempo portò alla ribalta mondiale anche l'attività della concorrenza europea.
  Ci sono questi problemi di addensamento di opinioni negative su operatori, questi operatori hanno bisogno di rifarsi il trucco, cioè di migliorare la loro immagine, benissimo, lavoriamoci insieme, in cambio voi cosa potete fare? Avete intenzione di sottomettervi volontariamente a qualcosa che noi non possiamo imporre perché ci manca giurisdizione, cioè a determinati tipi di controlli, disclosure di dati e così via. Questo, secondo me, è importante, ed è quello che stiamo facendo sul problema dei big data.
  Per quanto riguarda la domanda dell'onorevole Zanella sulla tutela dei consumatori, onorevole, abbiamo lavorato insieme su queste cose per anni, quindi mi permetterei di svicolare a favore di altre domande, per esempio sempre di un'altra domanda sempre sua sulla nostra segnalazione al ministero.
  Nella segnalazione del ministero abbiamo toccato un punto tecnicamente complesso. La nuova normativa, introdotta dalla legge di bilancio, attribuisce ad AGCOM il compito di restringere la quantità di spettro a disposizione dell'audiovisivo, passandolo invece ad altri usi. Per farlo, ci è richiesto di convertire i cosiddetti diritti d'uso delle frequenze in una cosa diversa, e cioè i diritti d'uso di capacità trasmissiva. Peccato che da nessuna parte sia definito cos'è il diritto d'uso di capacità trasmissiva.
  Il risultato è: qualsiasi interpretazione si dia a questo parametro, e quindi qualsiasi tasso di conversione si fissi, è aperto immediatamente ad azioni legali, perché nessuno può dire che non se lo sia inventato AGCOM, ed è vero. Al momento, la legge non ci dice cos'è, né abbiamo letteratura scientifica abbondante che ci possa dire che grosso modo tutti i tecnici al mondo la pensano in un certo modo. Non c'è. È una definizione che ha creato la legge di bilancio.
  Andare avanti con un tentativo di tasso di conversione di una misura nota in una misura ignota con un elemento cosiddetto spannometrico, significa creare guai. Abbiamo già cercato di interpretarlo, e chiediamo al legislatore, o almeno al ministero o a qualcuno che abbia le spalle legislativamente più ampie delle nostre, di fissare quest'elemento. Naturalmente, c'è tutta una spiegazione tecnica che risparmio loro, anche perché non ne sono completamente in controllo io stesso. In fondo, sono solo un economista.
  La riserva per quanto riguarda gli operatori locali è un altro elemento foriero di problemi. Su questo forse è meglio che le Pag. 16passi una memoria scritta, altrimenti rischio di dire delle cose estremamente imprecise.
  Per quanto riguarda poi il 5G, onorevole Rotelli, di nuovo, è come per i big data, è un immenso discorso. Io accennerei a un punto che mi pare essenziale.
  Relativamente all'architettura 5G, già operativa in sistemi aziendali chiusi, su cui è in corso una serie di sperimentazioni, il dibattito – e non è un dibattito da nulla, la prego di credere – è se sia un'evoluzione o una rivoluzione. La maggior parte delle persone ritiene che, sì, sia evolutivo, perché crescendo i bisogni di portanza, di capacità, 5G è un'evoluzione, perché aumenta in maniera veramente esponenziale le disponibilità. È, però, una rivoluzione perché è un'architettura completamente differente, che permetterà non solo delle differenze in termini di velocità, portanza e latenza dei sistemi.
  Gli esempi che si fanno sempre sono la guida assistita o la guida automatica, dove la latenza è fondamentale. La latenza deve essere vicina a un millesimo di secondo. Lo stesso discorso vale per la medicina a distanza. Se vogliamo fare un'operazione al cuore a distanza, non ci sia il ritardo di quel secondo che potrebbe essere fatale almeno a un elemento dell'esercizio, che è quello che sta sotto i ferri e non può parlare. Ci sono, quindi, elementi di capacità.
  Tuttavia, proprio la logica del sistema 5G è diversa. Di questa diversità le citerò un solo elemento, le cosiddette fette, e cioè i sistemi 5G saranno divisibili in fette virtuali. Che cosa vuol dire? Vuol dire che, invece di dedicare un'intera realtà computazionale a un obiettivo, a un compito, potrò usare solo una sezione di quella realtà computazionale che contiene solo gli elementi necessari per quella funzione, quindi non sacrifico un sacco di spazio, di cui magari più della metà non è necessario e non serve, ma impiego quella parte di spazio assolutamente calibrata per lo scopo.
  Questo dà dei risparmi colossali, e i risparmi vengono tradotti in capacità computazionali additive, che fanno sì che il 5G sia veramente una rivoluzione. Potrà fare cose che al momento possiamo solo immaginare.
  Questa rivoluzione deve essere accompagnata, come sempre, da una serie di caratteristiche: i sistemi sui quali si basa, e quindi la capacità trasmissiva, e quindi la fibra, e quindi le reti ad altissima capacità. Dovrà essere accompagnata dal ridisegno di decine di migliaia di programmi, che non sempre potranno svolgere a pieno la loro potenzialità passando dal 4G al 5G.
  Sarà una realtà completamente diversa, talmente diversa che è ragionevole pensare che quella che si basa su questa nuova realtà sia un'attività economica enormemente più grande, e quindi con un vantaggio competitivo enorme per coloro che la adotteranno. Per carità, un mese prima, sei mesi dopo non cambieranno un granché. Certo, se abbiamo ritardi di anni, il nostro Paese, già abbastanza in ritardo con la crescita, accumulerebbe una distanza dai leader assolutamente incolmabile.
  Dopodiché, purtroppo il 5G può essere trattato da noi in maniera tecnica, in maniera discorsiva, non politica. Noi siamo un'autorità tipicamente tecnica, e il nostro compito è quello di spiegare alla politica il significato dell'una e dell'altra scelta. Poi è la politica che decide, perché sono convinto che il Parlamento sia il luogo di chi è demandato a decidere dalla popolazione. Noi siamo demandati a fare i tubisti, quelli che aggiustano i tubi, i plombier. Dobbiamo avere la libertà di spiegare in maniera completa l'aspetto tecnico, poi la politica deve assumere le sue decisioni.
  Per quanto riguarda la richiesta dell'onorevole Serritella sui bollini della fibra, in un certo senso non ho nulla da aggiungere a quello che ha detto Lei. Finora, siamo andati avanti con un sistema confuso che ha permesso a tutti di dire qualsiasi cosa, ma quando sono promesse vaghe è una cosa, mentre adesso si va verso realtà nelle quali alcuni di quelli che offrono fibra offrono veramente della fibra, altri offrono un pezzetto di fibra su tutto rame. A quel punto, chiaramente c'è una differenza di performance.
  Stiamo studiando una classificazione che deve essere allo stesso tempo... L'abbiamo Pag. 17già approvata? L'abbiamo anche approvata.

  PIERA MESSANA, consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Per accrescere la consapevolezza dell'utente. Ci aspettiamo quello che lei diceva, cioè un corollario sui prezzi delle offerte.
  È evidente, infatti, che apprendendosi dai messaggi pubblicitari la descrizione tecnica e avendo noi ridotto l'utilizzo della fibra, effettivamente una fibra che arriva a casa dell'utente o al cabinet, abbiamo voluto restringere al massimo il margine di discrezionalità nel confezionare offerte che potrebbero invogliare l'utente a credere di acquistare un prodotto pagandolo molto di più, cosa che auspichiamo non succederà adesso. Poi adesso ci sarà tutta una parte di vigilanza demandata all'AGCOM, ma sulla base dei nostri criteri.

  ANGELO MARCELLO CARDANI, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
  Onorevole Maccanti, mi scuso e non mi scuso di non aver invitato, perché fa parte della tradizione della Camera che tutti i parlamentari siano sempre invitati automaticamente a qualsiasi manifestazione che si svolge alla Camera. Questo spero non porti l'anno prossimo alla presenza di tutti i parlamentari, perché già abbiamo una quantità di richieste difficilmente... Mi scusi? Loro, come tutti i parlamentari, non solo i deputati, ma anche i senatori, possono venire senza nemmeno annunciare che vengono. Si presentano, dopodiché il mio capo di gabinetto, che si occupa di queste cose, si butterà dalla finestra più alta.
  È vero che abbiamo in atto due elementi molto vicini, il piano frequenze e la gara 5G. Il MISE ha già adottato il bando di gara 5G, ma sul piano frequenze possiamo ancora introdurre delle modificazioni, che, soprattutto nel momento in cui venissero dal ministero, ci permetterebbero di aggiustare un po’ questa situazione, che è altrimenti estremamente complessa.
  Io sono sicuro di aver saltato molte domande e mi scuso, ma queste sono quelle che ricordavo.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il presidente Cardani.
  Passiamo rapidamente ad un secondo giro di domande, rapide, gentilmente.

  ROBERTO ROSSO. Presidente, la ringrazio per tutte queste risposte. Cerco di non far perdere tempo, e quindi non toccherò certi temi, ma ha detto anche lei che ci sono questi due momenti, il 5G e la banda 700, da riassegnare.
  Quello che mi ha un po’ preoccupato è la fretta, e lo dice anche la collega Maccanti, di maggioranza, con cui si è rincorso il 5G ma non si sono trovate le soluzioni, anche se non per colpa vostra. Non si sono, però, trovate le soluzioni sulla banda 700. Soprattutto per le tv locali segnalo, ma penso in tutta Italia – io arrivo dal Piemonte – ci sono gravi preoccupazioni, anche occupazionali, ma anche di tutela del consumatore. Io sono stato presidente del Corecom Piemonte con il presidente Calabrò, e abbiamo passato cinque anni a spiegare ai cittadini piemontesi che cos'era il decoder e perché bisognava passare al digitale.
  Non ne abbiamo parlato, ma vorrei capire il tipo di progetti e piani di AGCOM per questa questione, perché l'abbiamo già vissuta al passaggio al digitale numero 1. Adesso, c'è questo standard DVB-T2, e AGCOM nel 2016 ha pubblicato una ricerca in cui dice che solo il 15-25 per cento delle famiglie italiane ha già apparecchi dotati di questa tecnologia. Che cosa vuol dire? Lo dico per i colleghi che sono più esperti di trasporti. Vuol dire che ci ritroveremo tra pochi mesi a dover spiegare agli italiani che devono buttare i vecchi decoder, i vecchi televisori, e dotarsi di nuovi decoder.
  Mi chiedo che cosa si sta facendo su questo. Mi sembra di aver capito che c'è anche un fondo che il precedente Governo ha creato. Vorrei capire se c'è in progetto una campagna di comunicazione agli utenti. Oltre a non vedere la RAI in Piemonte, a non ricevere il 4G, se adesso gli comunichiamo che non vedono più niente, diventa un problema importante. Inoltre, come successe già dieci anni fa, alcune aziende propongono dei decoder che non hanno gli Pag. 18standard. Adesso la questione è più tecnica, ma lo standard HEVC può avere una decodifica a 8 bit o a 10 bit: se, alla fine, si decidesse per il 10 bit, dobbiamo comunicare a tutte le persone che hanno comprato dei decoder standard che non vanno più bene, perché sono la vecchia decodifica. Si tratta degli stessi problemi di una volta, ma adesso abbiamo l'esperienza passata che ci aiuta, quindi vorrei capire come eviteremo i problemi di dieci anni fa.
  Infine, non è ancora stato detto che è all'esame di questa Commissione, congiuntamente con le Attività produttive, lo schema di decreto in materia di registro delle opposizioni. Si vuole introdurre una modifica prevedendo l'estensione anche allo strumento cartaceo, ma non vi chiedo questo. Vi chiedo, invece, se AGCOM ha predisposto qualche tipo di azione pubblicitaria o di «costrizione» sui gestori per comunicare i contenuti della legge n. 5 del 2018, e cioè l'estensione anche ai dispositivi mobili della possibilità per l'utente di iscriversi a questo registro, fermo a 1,5 milioni di utenti registrati a fronte di quasi 120 milioni di linee fisse e mobili.

  CARLO FIDANZA. Rapidissimamente, mi associo ai complimenti per l'azione di tutela del consumatore sulla vicenda delle bollette a 28 giorni, che ha trovato una reazione puntuale da parte di AGCOM. Di questo come Fratelli d'Italia ci siamo già congratulati ai tempi. Ribadiamo il giudizio positivo.
  Ribadiamo, invece, le preoccupazioni sul tema della gara 5G, già espresse dal collega Rotelli e dai colleghi di altri Gruppi. In effetti, c'è qualche ombra che un po’ ci preoccupa.
  Mi associo poi alla richiesta della collega Zanella sul tema delle televisioni locali. Se quella nota che ha promesso, la trasmette tramite il presidente a tutti i membri della Commissione, ci fa una cortesia.
  Relativamente ai temi contenuti nella sua relazione di oggi e ad altri contenuti nella relazione presentata qualche settimana fa, ho notato un passaggio sul tema della copertura NGA nelle aree rurali, in cui si fa riferimento al fatto che c'è ancora un dimensionamento insufficiente del 39 per cento rispetto al 49 o 47 della media europea. Vorrei chiederle se da questo punto di vista avete dei suggerimenti utili al legislatore per provare a spingere in questa direzione. I problemi cui faceva riferimento il collega Rosso sono naturalmente molto sentiti.
  Ho notato, poi, nella relazione un passaggio sul tema della vigilanza, sulla corretta applicazione dei regolamenti sul roaming internazionale. Vorrei capire se, a fronte di quest'attività che state svolgendo, avete già dei riscontri e quale tipo di racconto, di riscontro, potete darci, e se questo investe anche il tema dell'attuazione dei regolamenti per il roaming comunitario, recentemente entrati in vigore.
  In ultimo, sul tema dei big data, già la collega Bruno Bossio ha detto ciò che avrei voluto sottolineare anche io. Mi pare di capire che, in realtà, la funzione che svolgete è consulenziale in questa fase, sostanzialmente: facciamo dei convegni, ne ragioniamo insieme, ma non avreste, non avete in questo momento un potere giurisdizionale di intervento, soprattutto sul tema dell'uso secondario, che è un po’ quello che naturalmente preoccupa di più di fronte a una tale massa di dati in circolazione.

  ADOLFO ZORDAN. Io vorrei tornare alla chiusura degli sportelli e alla consegna della posta a giorni alterni.
  Credo che, oltre a un po’ di disagi creati nei comuni, ci sia anche un indotto che è stato coinvolto. Parlo anche di trasferimenti fino a 200-300 chilometri lontani dai paesi. Mi arrivano una lettera, una richiesta – lo vedo qui scritto – che lamentano il fatto che, per ottimizzare, sarebbe bene fare meno strada, avere gli uffici più vicini e meno spese.
  La seconda domanda verte sempre sulla situazione dei precari e sulle graduatorie per l'assunzione definitiva, e sull'accordo 13 giugno per le politiche attive. Mi vengono segnalate due fasi, A e B, sempre in riferimento alla chiusura degli sportelli.
  Un'altra domanda verte sul ritardo nella formazione di operatori professionali dedicati alla consulenza e alla vendita di Pag. 19prodotti finanziari in base alle nuove direttive dell'Unione europea.
  Risulta che solo 800, circa l'11 per cento di 7.000 dedicati alla consulenza su un totale di 141.000 lavoratori, sono laureati in materie economiche e finanziarie. Sulla funzionalità degli sportelli lascio un po’ perdere, perché sappiamo delle code interminabili, che cosa sta succedendo, dei computer che vanno in tilt, e poi si parlava di informatica. Abbiamo un problema con gli operatori della legge. Faccio un piccolo esempio.
  Non esiste ancora nel nostro sistema informatico la dicitura per l'opzione A, sportello chiamato «dell'eredità» e non «erede». Questo genera dei tempi lunghissimi. La legge prevede tre mesi di risposta a queste persone, a questi avvocati che fanno richiesta. Passano cinque o sei mesi e non c'è risposta. Vanno allo sportello e non esiste la dicitura. Questo mi fa un po’ pensare. Stiamo parlando di 5G, stiamo parlando di tecnologie avanzate, e siamo ancora in sofferenza con gli sportelli rimasti aperti. Io credo che si debba fare una riflessione su tutto questo e vedere come sopperire a tali gravi inconvenienti. Se lavoriamo sempre in una logica di ottimizzazione e liberalizzazione di tutti i prodotti, non dobbiamo dimenticare che abbiamo nel settore operatori che lavorano da anni che chiedono risposte.
  Personalmente, queste domande mi sono state inviate da alcuni utenti, non vengono quindi da me, ma ho trovato opportuno evidenziare alcune delle criticità che stanno vivendo i consumatori in questa sede.

  CARMELA GRIPPA. Non so se abbiate avuto segnalazioni in merito. Per quanto riguarda la vostra funzione a tutela del consumatore, come l'avete svolta con gli altri operatori telefonici per quanto riguarda la trasparenza. Ho notato, dato che vengono stipulati sempre telefonicamente, che i contratti possono essere – parlo della telefonia fissa – sia annuali sia biennali. Succede molto spesso – purtroppo, è così – che nelle fatture ci sia poca trasparenza da questo punto di vista perché non viene messa la data di inizio del contratto e la data di fine, e molti utenti si ritrovano, a scadenza del contratto, non ricordandosi giustamente, a pagare la tariffa piena. Vorrei sapere in merito a questa vicenda come vi state regolando.

  DAVIDE GARIGLIO. Innanzitutto, vorrei esprimere l'apprezzamento per il lavoro svolto dall'AGCOM e anche per la relazione puntuale che ci è stata oggi illustrata.
  Riprendo le considerazioni di alcuni colleghi sul passaggio alla nuova tecnologia DVB T2 per i sistemi televisivi. Il collega Rosso, con cui abbiamo collaborato da posizioni diverse, raccontava come ci sia stato negli anni passati un grande impegno delle istituzioni pubbliche, in particolare dei consigli regionali, per informare la cittadinanza.
  Visto che questo passaggio, il momento in cui avverrà, sarà repentino, deve essere preparato bene. È di competenza di qualsiasi Governo, ma anche di qualsiasi amministrazione locale, farlo. Credo sia necessaria un'opera di sensibilizzazione, non so se di competenza propria dell'AGCOM, di sicuro non di competenza esclusiva, ma immagino che sia importante che l'AGCOM sensibilizzi le istituzioni affinché questo passaggio venga preparato adeguatamente.
  Poiché in qualità di presidente del consiglio regionale ho avuto modo negli anni passati di occuparmi delle competenze dell'AGCOM e di apprezzare, in particolare, il ruolo svolto dagli uffici periferici, dai Corecom, sulla conciliazione, vorrei chiedervi il polso della procedura «ConciliaWeb», su cui ho sentito dei pareri discordi. Mi segnalano, in particolare, che non ha ancora adempiuto alle attese che erano state riposte in questa procedura conciliativa, che giudico particolarmente importante.
  Infine, presidente, aveva citato, ma forse mi sono perso, le pratiche non corrette degli operatori di telefonia, in pratica di telefonia mobile. Ne cito due, a partire dai servizi aggiuntivi. Io sono un esempio. Io sono, come immagino tutti noi, un utente disattento, ho la domiciliazione bancaria delle bollette, per cui non le ho mai guardate. Poiché questa legislatura si è avviata con notevole ritardo, uno dei benefìci di questo ritardo è che sono potuto andare a vedere come erano le mie bollette, e ho Pag. 20scoperto che il mio operatore telefonico mi aveva di default iscritto a servizi televisivi, cioè avevo aderito a un servizio per cui potevo scaricare qualsiasi contenuto video, cosa che non ho mai fatto, e mi hanno addebitato una cifra consistente ogni mese, che ho pagato per vari anni senza accorgermene.
  L'altra osservazione che vorrei fare è che ho notato che, quando si vanno a sottoscrivere nei negozi degli operatori telefonici siti su tutto il territorio nazionale dei contratti, in realtà il soggetto, l'utente è chiamato a sottoscrivere il contratto come avviene in banca, ad apporre le proprie firme in digitale, anche più firme – si sottoscrivono anche clausole vessatorie – ma senza vedere il contratto che si sottoscrive. In realtà, il contratto è ostico per un avvocato, scritto con caratteri tali per cui anche con i miei occhiali diventa difficile leggerlo. Mi pare un comportamento drammaticamente poco favorevole all'utenza.
  Credo che anche su questi aspetti più basilari bisognerebbe insistere. L'utente non è in grado di conoscere dettagliatamente il contratto fino a che il contratto sia perfezionato, e non lo danno in versione anche cartacea, danno la possibilità di accedere solo via Web, che mi pare assolutamente una forzatura.

  FEDERICA ZANELLA. Nella relazione tecnica ulteriore che attendiamo tutti, chiederei una risposta in relazione alla questione delle televisioni private. È prevista, infatti, una ripartizione del territorio in aree tecniche per la pianificazione in ambito locale. Ovviamente, ci sono multiplex locali, ma il problema è che si rende di fatto certa l'interferenza tra aree tecniche adiacenti. Noi abbiamo territorialmente una struttura orografica per cui, se le aree tecniche, come sono previste, sono molto ampie, ci saranno sicuramente delle problematiche di interferenza. Vorrei una risposta anche su questo.

  PRESIDENTE. Grazie. Ha anticipato quella che sarebbe stata una mia richiesta, la possibilità di avere una geolocalizzazione, termine che adesso si usa molto, rispetto alle nuove tecnologie; la sensibilizzazione non solo vostra, ma anche della Commissione riguardo a una vera e propria necessità. Come dicevate e dicevano alcuni commissari, il tema del cambio del decoder o del cambio degli strumenti televisivi, è oggettivamente un problema. Come mi confermate, non tutte le nuove televisioni oggi sono già predisposte per la nuova tecnologia in vendita. Io rischio di andare a comprare un televisore oggi che poi nel 2022 sarà vecchio.

  ANGELO MARCELLO CARDANI, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Inutilizzabile.

  PRESIDENTE. Inutilizzabile. Ci vuole un'antenna, certo.

  DAVIDE SERRITELLA. C'è già l'obbligo di vendere gli apparecchi televisivi con le nuove caratteristiche.

  PIERA MESSANA, consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Non abbiamo, però, il controllo di quanti sono all'interno dei locali commerciali...

  PRESIDENTE. Faccio una domanda su di una questione ulteriore, che non riguarda i temi che sono stati fin qui affrontati.
  Ho letto che vi siete occupati di secondary ticketing.

  PIERA MESSANA, consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Siamo in procinto di occuparcene.

  PRESIDENTE. A che punto siamo? Francamente, invito chiunque a provare a comprare un biglietto.
  Ultima domanda, le nuove aziende telefoniche che si stanno approcciando al mercato italiano rispetto a quelle tradizionali, che hanno dei luoghi fisici dove andare a presentarsi, dando carta d'identità e altro per avere un contratto telefonico, non hanno quest'obbligo, questa necessità: come Pag. 21facciamo noi ad accertare che il signor Mario Rossi, che accende un'utenza telefonica, è realmente il signor Mario Rossi, al telefono evidentemente?
  Questo, oltre che essere un tema di privacy o non privacy, che riguarda tutti, potrebbe avere potenzialmente anche profili di sicurezza relativamente all'accensione di queste utenze telefoniche, che sono un punto di domanda. Poi magari vengono chiuse in tempi rapidi, ma appunto non c'è anche un profilo di sicurezza da valutare? Immagino lo sia il Ministero dell'interno, ma anche voi siete interessati da questa vicenda piuttosto importante?
  Do la parola al presidente Cardani per la replica.

  ANGELO MARCELLO CARDANI, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Ringrazio per le domande che sono tutte di una certa rilevanza.
  Uno dei temi più toccati è proprio questo della gara 5G intesa come frequenze. Mi rendo conto dell'interesse che ricopre, innanzitutto per i consumatori. Quanto rilevava l'onorevole Rosso prima è perfettamente sull'obiettivo.
  Io sarei più ottimista solo nel senso che per il momento, data la tradizione improvvisatrice di questo Paese, che però in generale alla fine della fiera se l'è sempre grosso modo cavata, questi elementi verranno fuori molto tardi. Spero siano sufficienti. Al momento, però, non è possibile dare delle specificazioni. A livello di gara ci sono ancora i dubbi che ho sottolineato prima. Dobbiamo aspettare e sperare che il ministero si dia un'accelerazione. I contatti informali avuti col ministero ci dicono che il ministero è a conoscenza, e anzi ci ha in un certo senso sollecitato quest'esposto proprio per poter dare il via alla discussione per la ridefinizione di questi elementi. Possiamo, quindi, sperare bene.
  Certo, una campagna di comunicazione, e qui mi soffermo anche su quanto diceva l'onorevole Gariglio, è importante. Noi la svolgeremo di sicuro, però dobbiamo centrarla, come sempre nelle campagne di comunicazione, su pochi temi, ma sicuri. La sicurezza per il momento non c'è. Non appena ci sarà, sarà nostro compito da parecchio tempo.
  Quanto alla domanda dell'onorevole Fidanza sulle aree rurali, siamo convinti che il mercato funzionerà, nel senso che una domanda che viene dalle aree rurali, essendo a priori prevedibile come relativamente modesta, potrebbe però rivelarsi maggiore del previsto. Ci sono varie tecnologie, non ultimo il Wi-Fi point to point, che costa molto meno, ma è adatto a pochi utenti. Se gli utenti sono di più, già il Wi-Fi point to point non funziona bene, non ha le capacità necessarie.
  Non temiamo, quindi, in maniera particolare la domanda delle aree rurali, che si addensa in ogni caso più modesta. E non dobbiamo dimenticare che buona parte di quest'attività è affidata alle leggi di mercato, e cioè l'infrastrutturazione avviene a scelta delle compagnie che investono laddove prevedono un ritorno soddisfacente.
  Per quanto riguarda la serie di problemi citata dall'onorevole Zordan, ritengo che siano problemi importanti per il funzionamento delle Poste, ma non credo sia nella nostra capacità scendere in un dettaglio così approfondito delle problematiche che riguardano Poste Italiane, anche se è un nostro vigilato, ma non sottoposto alla nostra autorità per quanto riguarda organizzazione interna e funzionamento.
  Dico questo, però, solo in fase preventiva. Come lei immaginerà, ho molti buchi di conoscenza, nel senso che onestamente parlerò con le persone che, all'interno dell'Autorità, si occupano di Poste e vedremo. Quello che possiamo fare spesso è in maniera informale dire: ci sono arrivate delle voci che queste cose non funzionano tanto bene; che ci dite? Lì è poi una questione di cortesia tra istituzioni, per cui magari ci rispondono. Se lo faranno, la terremo sicuramente informata.
  Per quanto riguarda, onorevole Gariglio, «ConciliaWeb», è partito il 23 luglio. Se qualcuno si lamenta, è l'imperfezione della vita. Siamo confidenti che in breve tempo la cosa andrà a punto, anche perché affidata, com'è, ai Corecom. Quando qualcosa è gestito dai Corecom, in genere vado a Pag. 22letto tranquillo, perché so che è in buone mani.
  Per quanto riguarda la domanda del presidente su Iliad...

  PRESIDENTE. Non l'ho citato.

  ANGELO MARCELLO CARDANI, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. No, lo cito io, è l'unico.
  L'elemento che lei cita fa parte di una strategia commerciale di Iliad, che ha tagliato tutti i costi di personale, usa delle specie di macchine.
  So che c'è questo problema e so anche che è stato discusso a fondo e che si sta arrivando – mi dicono – a una soluzione che permette la certificazione dell'identità. Questo è qualcosa che richiede non solo la normativa delle telecomunicazioni, ma anche le norme di sicurezza della Repubblica italiana. Non è che ci si possa girare...

  PRESIDENTE. Operano fuori dalla norma?

  ANGELO MARCELLO CARDANI, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Non lo so. Non glielo so dire. Preferisco non dirlo, perché potrei sbagliarmi e non vorrei fare un'affermazione imprecisa. So che il problema è in corso di soluzione, il che lascerebbe pensare che, se è in corso di soluzione, non è risolto, e se non è risolto, è vero quello che dice lei. Non me ne assumo, però, la responsabilità, ma gliene posso dare conferma oggi pomeriggio stesso. Devo chiedere semplicemente alla mia gente che si occupa di questo problema. Mi scuso per una prova patente di ignoranza fatta davanti all'intera Commissione.

  PRESIDENTE. C'era anche la domanda dell'onorevole Grippa.

  ANGELO MARCELLO CARDANI, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Sì, la certificazione di data di inizio e fine dei contratti. L'avevo saltata in maniera psicologicamente rivelatrice del fatto che non ne sono a conoscenza, però nel pomeriggio glielo faccio sapere. Possiamo verificare immediatamente con l'ufficio responsabile.

  PRESIDENTE. Abbiamo lasciato quindi numerose questioni sulle quali l'Autorità potrà inviare ulteriori chiarimenti alla Commissione. Prego, dottoressa Messana.

  PIERA MESSANA, consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Ricapitolando per gli approfondimenti – chiedo scusa – individuerei due tronconi: uno legato alla nota tecnica che appartiene al 5G, e quindi al discorso delle aree tecniche locali; l'altro abbraccia un po’ il tema dell'utenza, del roaming, del registro delle opposizioni, e sull'utenza il discorso appunto della trasparenza.
  In realtà, di questi problemi che ci avete segnalato prendiamo nota, perché siamo in un laboratorio ormai quasi al termine, di nuova bolletta telefonica, che deve bilanciare le esigenze di trasparenza delle informazioni, che però rischiano di complicare la vita all'utente, come sottolineava un altro onorevole, di creare più confusione e rendere i contratti particolarmente incomprensibili. La trasparenza della fatturazione è sicuramente alla nostra attenzione.

  CARMELA GRIPPA. Più che altro del contratto.

  PIERA MESSANA, consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Assolutamente. Sì, è proprio questo.

  CARMELA GRIPPA. Molte volte, le clausole contrattuali sono scritte in modo non leggibile, e quindi l'utente finale non viene messo nelle condizioni di essere informato correttamente.

  PIERA MESSANA, consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Noi già stiamo sanzionando questi comportamenti.

  CARMELA GRIPPA. Effettivamente, molto spesso le clausole sono scritte in Pag. 23maniera illeggibile, e lì sicuramente ci sono dei dettagli importanti. Più che altro, nella trasparenza della fatturazione, si tratta di evidenziare in maniera molto leggibile la data di inizio e la data di fine del contratto, in modo da tutelare il consumatore finale.

  FEDERICA ZANELLA. Vorrei precisare, in merito alle televisioni locali, a prescindere dall'approfondimento che ho chiesto, che vorrei anche cercare di capire, visto che di fatto auspicate una revisione sulla normativa attuale che inerisce alla capacità trasmissiva da riservare alle reti locali, che cosa intendete.

  PIERA MESSANA, consigliera del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Sì, una verifica degli effettivi fabbisogni.

  FEDERICA ZANELLA. Togliamo un terzo di capacità trasmissiva perché c'è una nuova era del digitale e così via: vorrei capire che cosa intendete.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Con riferimento alla questione dell'intermediazione delle piattaforme vorrei capire qual è il lavoro che si sta facendo relativo al tema dell'intermediazione digitale tra il consumatore finale e chi ha il monopolio dell'informazione sui social. Possiamo anche rinviare la risposta ad una nota successiva che ci invierete in seguito. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Ringraziamo per la disponibilità veramente molto aperta il professor Cardani e i suoi collaboratori. Ci sono molte domande che avranno risposta nelle prossime ore, perché abbiamo toccato tutti gli argomenti che riguardano AGCOM.
  Ringraziamo il presidente Cardani e tutti gli intervenuti all'audizione.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.40.