XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (VII Camera e 7a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 18 di Lunedì 22 marzo 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Casa Vittoria , Presidente ... 3 

Audizione della sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Valentina Vezzali sui contenuti della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) di cui al Doc. XXVII, n. 18 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati) :
Casa Vittoria , Presidente ... 3 
Vezzali Maria Valentina  ... 3 
Casa Vittoria , Presidente ... 6 
Sbrollini Daniela  ... 6 
Mollicone Federico (FDI)  ... 6 
Barbaro Claudio  ... 7 
Prestipino Patrizia (PD)  ... 7 
Verducci Francesco  ... 8 
Marin Marco (FI)  ... 9 
Saponara Maria  ... 11 
Pellegrini Marco  ... 11 
Spadafora Vincenzo (M5S)  ... 12 
Tuzi Manuel (M5S)  ... 13 
Valente Simone (M5S)  ... 14 
Vezzali Maria Valentina , sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 14 
Casa Vittoria , Presidente ... 17 

ALLEGATO: Documentazione consegnata alla sottosegretaria Vezzali: Progetto «Sport e periferie» ... 18

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Europeisti-MAIE-PSI: Misto-EUR-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DELLA VII COMMISSIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI VITTORIA CASA

  La seduta comincia alle 18.05

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che dal resoconto stenografico, anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Valentina Vezzali sui contenuti della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) di cui al Doc. XXVII, n. 18.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei ministri Valentina Vezzali sui contenuti della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) di cui al Doc. XXVII, n. 18.
  Ricordo che deputati e senatori possono partecipare all'audizione anche da remoto, in videoconferenza.
  Saluto e ringrazio la sottosegretaria Vezzali di essere presente oggi per quest'audizione. Sappiamo tutti che la sottosegretaria Vezzali è stata chiamata a occuparsi di sport, anche se la sua delega di funzioni non è stata ancora formalizzata.
  Come di consueto per queste audizioni, il dibattito successivo alla relazione iniziale della sottosegretaria sarà regolato nei tempi di intervento. D'intesa tra il presidente Nencini e me, il tempo complessivamente disponibile per deputati e senatori – circa un'ora e un quarto – è stato diviso tra i gruppi per metà in parti uguali e per l'altra metà in proporzione alla consistenza numerica dei gruppi. Come nelle precedenti occasioni, si intende che il tempo di ciascun gruppo sarà diviso in parti uguali tra deputati e senatori, salvo diverso accordo interno al gruppo. Quanto all'ordine di intervento, darò la parola secondo la consistenza numerica dei gruppi nelle Commissioni.
  Do a questo punto la parola alla sottosegretaria Vezzali.

  MARIA VALENTINA VEZZALI, sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Buonasera a tutti. Innanzitutto permettetemi di ringraziare la presidente Vittoria Casa e il vicepresidente della Commissione 7a del Senato, Mario Pittoni.
  Volevo fare una premessa. Oggi sono qui in quest'audizione a illustrare quanto di competenza del Dipartimento dello sport nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per quanto riguarda le linee programmatiche che il Dipartimento dello sport intenderà perseguire, verrò successivamente in apposita audizione. In questi giorni sono stata molto attenta a tutte le argomentazioni che sono state affrontate e che reputo di primaria importanza.
  Un'altra premessa, prima di illustrare quanto prevede quest'audizione, è che sono ben consapevole che l'impiantistica sportiva in Italia è carente sotto tutti i punti di vista, sia quella per praticare sport a livello agonistico, quindi di interesse delle associazioni sportive, ma anche l'impiantistica sportiva nell'ambito delle scuole. Sono consapevole Pag. 4 della ristrettezza dei tempi e vi sono grata per aver voluto concedere la vostra attenzione anche allo sport, un settore che ho l'onore di rappresentare nel Governo e a cui tengo particolarmente.
  Il Progetto «Sport e Periferie» alla base della Proposta contenuta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza risponde all'obiettivo di creare presupposti durevoli per la diffusione e la promozione della cultura e della rigenerazione territoriale, coniugate al potenziamento del ruolo dello sport ai fini dell'inclusione e dell'integrazione sociale utile per garantire il diritto allo sport nelle aree territoriali più disagiate e alle fasce deboli e più svantaggiate.
  Il Progetto intende agire in via preferenziale sulle comunità più indigenti, proponendo misure e interventi in coerenza con le politiche e le strategie a sostegno della transizione verde e digitale; istanze di coesione economica, sociale e territoriale nazionale e comunitaria; azioni finalizzate al rafforzamento della capacità di resilienza economica e sociale dei territori; azioni di contenimento dell'impatto sociale ed economico della crisi indotta dal perdurare della pandemia del COVID-19.
  Il Progetto Sport e Periferie si pone in coerenza e continuità con le attività di riforma e investimenti avviati nel programma di governo mediante il Fondo sport e periferie, istituito dall'articolo 15 del decreto-legge 25 novembre 2015, numero 185, recante le misure urgenti per favorire la realizzazione di impianti sportivi nelle periferie urbane, convertito con modificazioni dalla legge del 23 gennaio 2016, n. 9, al fine di potenziare l'attività sportiva agonistica nazionale e, al tempo stesso, promuovere la cultura dello sport come strumento di inclusione sociale nelle aree più svantaggiate e nelle periferie urbane.
  Con l'accresciuta consapevolezza che forse è necessario individuare una modalità per contrastare efficacemente la crisi pandemica e le sue implicazioni economiche e sociali, il Progetto concorre a definire strategie di sviluppo atte a rimuovere criticità reali e valorizzare il patrimonio di risorse esistenti.
  La definizione dei processi di rigenerazione sarà necessaria al fine di garantire il ruolo cardine dello spazio pubblico e delle aree verdi, la sicurezza degli spazi condivisi e di lavoro, la creazione di piattaforme e soluzioni tecnologiche di intermediazione innovativa per i servizi di interesse sociale, il rafforzamento dei processi di transizione digitale e molto altro.
  Per fornire qualche indicazione dei costi del Progetto, si precisa che la proposta è costruita sulla base di princìpi della finanza sostenibile ed è in sintonia con il piano d'azione dell'Unione europea per l'economia circolare. La quantificazione economica complessiva stimata è pari a 700 milioni di euro.
  Grazie al censimento nazionale degli impianti sportivi, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, si è chiarito il quadro delle reali esigenze che ha permesso di dare forma alla proposta progettuale. Dal set di dati ottenuto è emerso che vi è l'esigenza indifferibile di avviare processi di rinnovamento e rigenerazione degli impianti sportivi, così come la realizzazione di nuove infrastrutture, laddove inesistenti. Queste priorità sono contenute nella proposta.
  Tale approccio si allinea con quanto suggerito dalla Commissione europea in tema di investimenti nell'ambito delle politiche di coesione 2014-2020. Ulteriori elementi per la definizione di un coerente scenario si evincono, oltre che dal quadro informativo delle attività di censimento dell'impiantistica nazionale, anche dai dati e dalle informazioni emerse dalle attività di finanziamento del bando Sport e Periferie rispetto al quale il Progetto si pone in logica di continuità.
  Dall'analisi dei costi dei progetti, già oggetto di finanziamento e realizzazione, è stato possibile trarre talune stime per il costo medio per l'intervento nell'ambito del Progetto Sport e Periferie, distinguendo: costo medio per interventi per l'impiantistica preesistente, con una stima preliminare del Progetto nell'ambito Sport e Periferie da 500 mila a 7 milioni di euro; costo per interventi per la realizzazione di nuovi impianti, con una stima preliminare Pag. 5nell'ambito del Progetto Sport e Periferie da 7 milioni a 70 milioni di euro. Da queste cifre si può considerare che il valore di riferimento per ciascun intervento è pari a 7 milioni di euro.
  In base a una programmazione preliminare è stato ipotizzato che il Progetto avrà come obiettivo di riferimento un numero di interventi almeno pari al 90 per cento del numero delle province. In base a quanto sopraesposto, è stato anche stimato un valore minimo di 700 milioni di euro per l'avvio e la finalizzazione delle attività oggetto del Progetto Sport e Periferie, con il quale si otterrebbero benefici diffusi e vantaggi diretti e indiretti, fra i quali: la creazione di nuovi posti di lavoro non solo in termini quantitativi, ma anche qualitativi; la valorizzazione di relazioni di comunità; l'aumento di benessere psicofisico; il miglioramento delle performance energetiche e della qualità dell'aria.
  Volendo fornire ulteriori dettagli, va precisato che la proposta progettuale è modulata in tre fasi: la fase 1 è quella della ricognizione e prevede l'attività di rilevazione che costituirà la base del programma di attività, la creazione di strumenti applicativi dedicati, l'individuazione di partner progettuali, oltre che la creazione di una unità specialistica a supporto dei beneficiari, destinatari dei fondi, per la realizzazione degli interventi del progetto; la fase 2 è dedicata, invece, alla predisposizione del bando e seguirà la selezione delle proposte progettuali e l'attuazione dei progetti; la fase 3, invece, si concentrerà sui controlli, sulla verifica dello stato di attuazione delle progettazioni, il monitoraggio e la promozione delle buone pratiche.
  Il Progetto Sport e Periferie è stato ideato e articolato con la chiara finalità di creare condizioni durature per la diffusione e la promozione della cultura e della rigenerazione territoriale, unitamente al rafforzamento del ruolo dello sport, entro cinque anni dall'inizio dell'investimento, in almeno il 70 per cento dei capoluoghi di provincia e coinvolgendo almeno il 20 per cento delle federazioni sportive nazionali; di prevedere interventi di rigenerazione in aree urbane e svantaggiate in termini di ristrutturazione e rinnovamento degli impianti esistenti e di promuovere interventi di rigenerazione in aree urbane svantaggiate, con costruzioni di nuove attrezzature per impianti sportivi entro cinque anni dall'inizio dell'investimento e la realizzazione dell'80 per cento degli investimenti in tempi previsti.
  Per fornire ulteriori dettagli sul Progetto, va precisato quali sono gli obiettivi e i target di riferimento. Fra gli obiettivi: istituzione di un gruppo tecnico di lavoro, istituzione di una commissione tecnica; definizione del bando per la selezione dei progetti. Tra i target: percentuale di completamento dei progetti selezionati dal bando, federazioni sportive nazionali, realizzazione di spazi pubblici rigenerati in aree urbane in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dall'ONU.
  Il Progetto Sport e Periferie è lo strumento adeguato a rispondere all'esigenza di rendere la città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili e avrà il compito di realizzare gli obiettivi posti dalla transizione verde e digitale con una stima, per entrambi i temi, pari a circa il 40 per cento, in relazione alla metrica assegnata dalla Commissione europea. Il Progetto ha anche l'ambizione di coinvolgere almeno il 5 per cento delle federazioni alla fine del secondo semestre del primo anno e di arrivare a coinvolgerne fino al 20 per cento alla fine del secondo semestre del terzo anno.
  La proposta intende generare degli effetti durevoli nel processo di accrescimento delle capacità di resilienza dello Stato e infatti supporterà la transizione verde, l'uso di risorse energetiche e la transizione digitale, promuovendo approcci e soluzioni ad elevato contenuto tecnologico con elevati gradi in termini di innovazione e di competenze digitali. Inoltre, consentirà di avviare processi di rigenerazione in territori localizzati nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie degradate attraverso la realizzazione, la rivalutazione e la rifunzionalizzazione di aree urbane, favorendo la nucleazione di attività degli impianti sportivi con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economici e sociali ivi esistenti. Pag. 6
  Nel ringraziarvi per l'attenzione, comunico che sarà consegnato un documento più esteso ed esaustivo di questa relazione che potrà fornire maggiori dettagli sul Progetto. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, sottosegretaria. Passiamo al dibattito. Raccomando a tutti il rispetto dei tempi. Cominciamo con i rappresentanti di Italia Viva.

  DANIELA SBROLLINI(intervento da remoto). Buonasera, sottosegretaria, ben ritrovata. La ringrazio per la sua relazione. So che questo è il nostro primo incontro e che non ha ancora ricevuto formalmente la delega, ma comunque sa meglio di noi quanto sia complesso questo mondo che lei saprà rappresentare con grande forza e grande competenza, venendo proprio da lì.
  Questo Progetto, già iniziato nei Governi precedenti, secondo Italia Viva – ma credo di poterlo dire anche a nome degli altri colleghi e colleghe – è importantissimo per le nostre comunità e i nostri territori proprio per il valore e la valenza che lei ha spiegato benissimo pocanzi.
  Vorrei aggiungere anche il tema, a cui lei tiene particolarmente, dello sport di base in generale, perché sicuramente quello è il settore che sta soffrendo di più, e il tema delle riaperture, molto caro a noi di Italia Viva. Quello delle riaperture e della programmazione certa è un tema che lascio solo come titolo, ma per noi è fondamentale.
  Penso che lo sport, come la scuola – pilastri fondamentali della nostra società per tutti i motivi che sappiamo legati alla salute, agli stili di vita, alla sedentarietà, ma anche alla socialità, soprattutto in questo momento di grande disagio per i nostri ragazzi – meriti un'attenzione fondamentale, soprattutto adesso che siamo tornati alla didattica a distanza.
  Poi c'è il tema che affronteremo anche nel decreto-legge «sostegni», ovvero tutto quello che riguarda il sostegno, gli aiuti agli imprenditori dello sport, alle società sportive e a tutti coloro che se ne occupano con grande forza e danno occupazione.
  Inoltre, sottosegretaria, c'è un tema che è molto caro: quello del professionismo femminile e delle pari opportunità nello sport che devono necessariamente entrare nelle linee programmatiche del PNRR.
  Infine, per quanto riguarda il tema dello sport dilettantistico e professionistico, dovremmo riprendere sicuramente in un'altra seduta tutto l'aspetto della riforma dello sport e dei cinque decreti che adesso arriveranno in discussione, in un dibattito vero – mi auguro – nelle aule parlamentari: ci sono oggi grandissime criticità soprattutto sul fronte del lavoro sportivo, su cui vorrei che ci fosse grande attenzione da parte sua e del Governo. Grazie.

  FEDERICO MOLLICONE. Grazie, sottosegretaria, per aver risposto alla richiesta di Fratelli d'Italia di venire in audizione, anche se con il treno in corsa del PNRR, si è appena insediata e quindi comprendiamo che alcune sue formalizzazioni rispetto a quello che è il Piano nazionale di ripresa e resilienza siano dovuti ovviamente a questo, ma era più importante rispettare la dialettica con il Parlamento e, quindi, la ringraziamo.
  Sulla Missione 1, che riguarda proprio la digitalizzazione, il soggetto attuatore delle misure contenute nella Componente 2 per la banda larga degli impianti sportivi, sarà il Ministero dello sviluppo economico. Il primo quesito è: come sarà coinvolto il Dipartimento dello sport? Quale ruolo ci sarà per il privato? In poche parole, chi porterà la rete agli impianti, i soggetti pubblici o gli operatori TLC privati? Vi è tutto il tema di Open Fiber, sviluppo della banda ultra larga, e così via.
  Non ritiene che possano crearsi sovrapposizioni con l'intervento scuola 4.0 per la digitalizzazione dei plessi scolastici? Dove rientrerà una palestra scolastica? Come si collegherà al piano di infrastrutturazione degli impianti all'interno del Piano strategico banda ultra larga, che abbiamo citato?
  Sulla Missione 5, coesione, si dice che questo nuovo progetto SEP partirà dalle buone pratiche del Fondo sport e periferie, come lei citava. Quali saranno le linee e le prassi di queste buone pratiche? Nelle note, inoltre, non è specificato il soggetto attuatore. Come si migliorerà l'accesso dello sport per le fasce più deboli? Come si Pag. 7affronterà il problema delle società dilettantistiche che più di tutte hanno risentito dell'emergenza COVID-19, a cui aggiungo gli enti di promozione sportiva e tutti i soggetti che danno vita ogni giorno allo sport di base?
  Per quanto riguarda la rigenerazione degli impianti sportivi, pensiamo che il ruolo dello sport sia fondamentale nei contesti più difficili e per questo nasce questo bando. Abbiamo fatto anche una battaglia, quando c'era il Ministro Spadafora, per aumentare i fondi e devo dire che in parte sono stati aumentati. Lo sport è salute: ormai questo, più che uno slogan, sembra essere una società che gestisce i fondi dello sport. Da parlamentare romano, pensate di includere anche il Flaminio fra gli impianti? La tematica più importante per riqualificare gli stadi del passato come il Flaminio o l'Olimpico non è tanto l'adeguamento della struttura in sé, dato che abbiamo superato le cubature, ma quello del sistema infrastrutturale, quindi i mezzi pubblici, la viabilità e i parcheggi.
  Concludo, esprimendo la completa, totale e assoluta solidarietà a tutti gli operatori sportivi, all'impiantistica sportiva, alle palestre, alle scuole di danza che fanno danza sportiva e che sono allo stremo; come abbiamo fatto questa mattina con lei in Aula, sottosegretaria Vezzali, lanciamo un appello per la riapertura e per il rafforzamento dei ristori. La chiusura da un anno degli impianti sta anche causando danni ai giovani e a chi necessita di sport come prevenzione primaria. I dati sull'obesità e sul senso di isolamento dei giovani sono inquietanti. Questo già lo sappiamo, lo abbiamo detto anche questa mattina. Chiudo con la richiesta di un piano straordinario per la riapertura degli impianti, magari con la Protezione civile e la Croce rossa per i tamponi e i vaccini.

  CLAUDIO BARBARO. Mi unisco ai ringraziamenti dell'On. Mollicone alla sottosegretaria Vezzali per aver accettato di venire in commissione ad esporre la sua posizione sul PNRR. Avremmo preferito ascoltare la sua relazione sulle linee programmatiche del governo in campo sportivo, ma ci auguriamo che possano arrivare al più presto. In effetti parlare di ripresa e resilienza per un comparto, quello dello sport, che versa in un uno stato di asfissia, suona fuori luogo, soprattutto se rapportato a quelli che sono i provvedimenti sullo sport contenuti nel PNRR.
  Nulla che possa far pensare ad un concreto supporto al settore. Solo un ipotetico piano di sviluppo dell'impiantistica sportiva, peraltro non legato a misure straordinarie ma solo all'incremento di un fondo preesistente denominato «sport e periferie». Un intervento piatto e men che mai strategico sul settore. Sicuramente in condizioni normali un piano di sviluppo dell'impiantistica sportiva sarebbe stato accolto favorevolmente, ma non è questo il momento di pensare alla costruzione di nuovi impianti sportivi quando c'è da ricostruire un tessuto associazionistico e gestionale dell'impiantistica sportiva allo stremo. Il rischio è quello di costruire impianti nuovi sulle macerie dei vecchi. Invece, i due principali provvedimenti che stanno per essere discussi in parlamento, il PNRR per i soli impianti e il «decreto sostegni» per i soli lavoratori sportivi, sono totalmente carenti di interventi in campo sportivo. Ci saremmo aspettati risposte per le associazioni sportive non in possesso di partita Iva; il blocco dei distacchi delle utenze e lo stralcio degli addebiti; la moratoria per mutui e leasing; gli interventi sulle locazioni e sulle concessioni che ad oggi rappresentano costi fissi insostenibili. Potremmo continuare con una lunghissima lista della spesa, ma niente di tutto ciò.
  Come gruppo Fratelli d'Italia non possiamo quindi dichiararci soddisfatti della sua relazione, ma attendiamo fiduciosi un suo piano strategico. Da sportiva ha dato tanto lustro al nostro Paese e da sportiva sa comprendere le ragioni di un mondo che in pedana ha saputo ben rappresentare.
  Mi sia però consentita una battuta in chiusura: lasci da parte la sua arma sportiva preferita, il fioretto. È ora di difendere lo sport con la sciabola.

  PATRIZIA PRESTIPINO (intervento da remoto). Intanto la ringrazio, sottosegretaria Vezzali, ben ritrovata. La ringrazio anticipatamente anche per la disponibilità Pag. 8che ha dato per tornare in audizione a parlare di linee programmatiche, perché abbiamo bisogno di parlare di programmi, dobbiamo ascoltare che cosa riserva la politica unita, presumibilmente, per lo sport di vertice, ma soprattutto per lo sport di base.
  Ho sentito alcune parole chiave che mi piacciono molto, come l'associazionismo di base, la rigenerazione urbana attraverso le riqualificazioni di impianti sportivi e la realizzazione di nuovi che possano favorire l'inclusione sociale soprattutto nei luoghi a maggior degrado sociale e culturale, che sappiamo quanti sono soprattutto nei grandi centri urbani. Da insegnante, lasciatemi dire che un'altra parola chiave che mi è piaciuta molto è stata «palestre scolastiche». All'allora Ministro Spadafora, la scorsa estate, chiesi proprio di investire moltissimo sulle palestre scolastiche e lo chiesi, non a caso, anche alle Ministra Azzolina, che era la sua collega all'istruzione, perché le due cose non possono andare separate.
  Faccio l'insegnante di professione: non insegno educazione fisica, insegno lettere; però ho fatto l'assessore allo sport e riesco a capire quanto sia importante questo binomio cultura-didattica per l'anima, per la psiche e per il corpo ed è importante che si faccia nelle scuole perché la mattina i ragazzi possano fruire non solo della semplice ora di educazione fisica, ma anche di una certa competitività che si deve svolgere in infrastrutture che siano al passo con i tempi, sicure e moderne. Da assessore allo sport, scelsi di investire tutti i soldi che avevo – e non erano tantissimi – solo sull'infrastruttura scolastica, perché mi ero resa conto che investendo nell'infrastruttura scolastica si aveva il duplice vantaggio di far praticare l'attività sportiva ai ragazzi la mattina, in condizioni dignitose e poi, tramite i bandi che ogni ente, comune o provincia fanno per le società sportive, farle aprire il pomeriggio alle comunità di quartiere, alle comunità del territorio, a prezzi sociali. Questa è la grande sfida: ovvero che tutti possano praticare lo sport non solo nelle Virgin o nelle YMCA Prime, ma nelle palestre scolastiche e nelle strutture pubbliche, su cui si è fatto un grande passo in avanti. Mi direte che quelle più vecchie della città di Roma hanno bisogno di particolari interventi di riqualificazione e di messa in sicurezza, perché negli ultimi anni a Roma non si è pensato molto alla ristrutturazione di impianti sportivi che sono, obiettivamente, in condizioni drammatiche.
  L'idea di insistere che questi 700 milioni, nelle modalità che lei ci ha ben descritto nelle fasi e negli step, siano impiegati sulle infrastrutture sportive – che sono importanti, tanto quelle materiali, quanto quelle dell'anima – che insistono nei centri culturali o nei centri formativi come le scuole, è fondamentale per ridare fiato alla alle nostre generazioni, alle nostre prossime generazioni, come recita il Next Generation EU.
  Come è stato detto dai colleghi, pensiamo a come far ripartire questo mondo, perché è drammaticamente fermo: è fermo nelle palestre scolastiche, è fermo nelle società sportive che insistono sulle strutture pubbliche ed è fermo nelle società sportive delle strutture private.
  È un tema che dobbiamo porci con molta convinzione e con molta forza, perché questo settore, che uscirà massacrato dalla pandemia, ha bisogno non solo di ristoro, ma di risarcimenti veri e propri e questo lo può fare solo la politica con un piano, con una progettazione e con una visione a 360 gradi perché i piccoli interventi a pioggia non servono più, hanno esaurito la loro funzione, il loro tempo e la loro mission. Ci vuole una visione di grande abbraccio di questo mondo che merita di essere sostenuto con forza e, soprattutto, con grande unità della politica.

  FRANCESCO VERDUCCI (intervento da remoto). Grazie alla sottosegretaria Vezzali e anche da parte mia i migliori auguri di buon lavoro. Grazie per la relazione che ha svolto oggi e per l'impegno che metterà nel suo incarico. Sono molto importanti alcune cose che sono state dette: in particolare, la sottolineatura dell'utilizzo degli investimenti per lo sport, per la rimozione degli squilibri economici e sociali nel nostro Paese che la pandemia ha drammaticamente ingigantito. Lo sport per noi è innanzitutto Pag. 9una grande infrastruttura sociale e per questo pensiamo che servano politiche pubbliche, un finanziamento pubblico a sostegno di un settore che è decisivo per l'inclusione nel nostro Paese per le nuove generazioni e per lo sviluppo e la crescita dei territori. Noi siamo convinti che abbia un grande senso utilizzare gli investimenti che sono stati evidenziati e che sono contenuti nel Recovery Fund, solamente se sono anche una leva per interventi strutturali di riforma del settore.
  Da questo punto di vista certamente è fondamentale intervenire come previsto nell'impiantistica sportiva, per fare in modo che ci siano nuovi impianti nel contesto del recupero delle aree urbane e territoriali maggiormente svantaggiate. Questo significa contrastare le diseguaglianze sociali e aiutare soprattutto le ragazze e i ragazzi che vengono dai contesti più difficili. Tuttavia, pensiamo che i fondi attualmente previsti, quei 700 milioni, siano troppo poco e che bisogna fare uno sforzo per cercare almeno di raddoppiarli. Questo si lega a un lavoro per la coesione, per lo sviluppo e per l'educazione che richiede di ragionare su interventi strutturali. Sappiamo di fare i conti con un tasso di abbandono dello sport in una fascia di età tra i 16 e i 24 anni e quindi dobbiamo intervenire per rimuovere le cause. C'è bisogno di agevolazioni fiscali che permettano ai ragazzi delle famiglie più fragili di fare attività sportiva, c'è bisogno di rafforzare il binomio tra sport e scuola e tra sport e università, rafforzando l'insegnamento dello sport sin dalle scuole primarie. C'è bisogno di sostenere quella che è la spina dorsale del settore: le società sportive e lo sport di base che oggi maggiormente pagano le chiusure che ci trasciniamo da troppo tempo; i lavoratori dello sport, per i quali c'è bisogno di una riforma che ne riconosca finalmente le tutele lavoristiche e previdenziali e i diritti, così da non dover sempre inseguire emergenze e strumenti tampone, ma riconoscerli, invece, per i loro diritti in quanto tali e sostenerli in virtù del riconoscimento professionale che oggi manca; gli atleti con il tema del professionismo, che qui è stato citato, in particolare quello femminile.
  Concludo dicendo che vanno programmate al più presto le riaperture e anche costruite le condizioni per le riaperture attraverso lo stimolo di una domanda che oggi va rafforzata. Investire nello sport significa investire per contrastare il disagio di tantissimi, soprattutto giovani che, chiusi a causa della pandemia, vedono perdere anche le ragioni del loro futuro e vivono anche tanta depressione personale. Tornare a fare sport significa vincere questa barriera e per questo è fondamentale farlo da subito. Grazie ancora.

  MARCO MARIN. Mi permetto di cominciare il mio intervento salutando Valentina, che conosco da più di 30 anni. Sono certo che porterà la voce dello sport al tavolo del Governo, così come sono certo che, avendo appena preso possesso del nuovo ruolo, sta ancora studiando le carte – come è abituata a fare – per poter poi incidere.
  Non posso che cominciare dal «decreto sostegni», in cui il mondo dello sport è stato quasi completamente dimenticato, ricevendo solo briciole. È vero che sono arrivati alcuni fondi per i collaboratori sportivi – in continuità con un lavoro già iniziato dall'onorevole Vincenzo Spadafora, ex Ministro dello sport – ma è anche vero che, come ho spesso ricordato all'onorevole Spadafora, non si poteva intervenire solo sui collaboratori sportivi. Vanno bene le risorse loro destinate, ma credo che la logica del Presidente del Consiglio Draghi non possa essere solo quella dell'assistenzialismo, perché se chiudono le società sportive, se chiudono le palestre e se chiudono le piscine dove questi collaboratori lavorano – e dalle previsioni sappiamo che circa un terzo di tutte queste attività forse, andranno a chiudere a causa del COVID-19 o si metteranno insieme per poter sopravvivere – non potremo continuare solo a dare risorse ai collaboratori sportivi senza darle alle società sportive. Purtroppo, nel «decreto sostegni» questo è mancato.
  Il Presidente del Consiglio Draghi, giustamente, l'altra sera ha parlato di «bandierine», dicendo che ogni forza politica di maggioranza ha alcune bandierine a cui non vuole rinunciare o a cui dovrà rinunciare in parte. Siccome lo sport non è una Pag. 10bandierina politica, ma è trasversale e nessuno può mettere bandierine sul mondo dello sport perché sarebbe un boomerang che gli torna indietro, mi auguro che tutti insieme, nei passaggi parlamentari, sapremo trovare un accordo.
  Sono certo che durante la nostra campagna elettorale tutti noi abbiamo pensato anche al mondo dello sport, che coinvolge circa 20 milioni di persone, un milione di addetti, cito fonti delle federazioni e del CONI. Quindi credo che sarà obbligatorio cercare di metterci mano, perché non può bastare l'intervento solo per i collaboratori sportivi. Se chiude il negozio, il commesso non sa dove andare a lavorare. Se chiude l'azienda, il dipendente non sa dove andare a lavorare. Se chiude la società sportiva, il collaboratore sportivo non sa dove andare a lavorare.
  Quindi, va bene l'intervento sui collaboratori sportivi, ma va affiancato agli interventi sulle società sportive, le palestre e le piscine. Poiché conosco bene il passato sportivo della sottosegretaria, sono certo che ella conosca bene cosa vuol dire aver cominciato in un'associazione sportiva che sia Padova, Napoli, Palermo, Bergamo o Messina. Tuttavia, bisognerà porre rimedio a questa iniziale dimenticanza.
  Per quanto riguarda il Recovery Plan, così come era stato «immaginato» dal Ministro precedente, l'onorevole Spadafora, – come gli ho sempre detto e ripeto anche a lei, sottosegretaria – le sue risorse non sono sufficienti. 700 milioni, a fronte di un intervento di circa 200 miliardi di euro – 196 miliardi, per la precisione – costituiscono a fatica il 2 per cento o circa dell'intervento complessivo. Non credo che il mondo dello sport possa accettare risorse così esigue, perché il mondo dello sport ha valenza sociale. Non devo spiegarlo a nessuno dei presenti, perché tutti sanno che i campioni rappresentano la punta dell'iceberg, sotto il quale c'è un mondo sommerso che ha bisogno di essere sostenuto, perché un terzo di quel mondo rischia di chiudere. Servono risorse maggiori.
  A mio avviso le grandi linee di intervento devono essere quattro. La prima è quella dell'impiantistica sportiva, che è stata richiamata, che è assolutamente vetusta anche ai fini di risparmio energetico e green, seguendo anche le linee che ci sono arrivate dall'Europa per gli interventi sull'impiantistica. Non si tratta di qualche decina di milioni di euro, ma di un intervento molto consistente, perché conosciamo lo stato dell'impiantistica sportiva nel nostro Paese.
  La seconda linea di intervento si collega a quello che dicevo prima sul «decreto sostegni» ed è relativa alle società sportive, agli enti di promozione e alle discipline associate. Ricordo che le società sportive e le federazioni sono la spina dorsale, insieme agli enti di promozione e alle discipline associate, dello sport italiano. Il CONI è la casa di questi enti, ma loro sono la spina dorsale e se loro chiudono, i nostri ragazzi non sapranno dove andare il pomeriggio, dove imparare stili di vita e valori sani. La seconda linea intervento deve riguardare coloro che costituiscono la spina dorsale dello sport.
  La terza linea di intervento riguarda gli interventi di formazione al lavoro. Sappiamo che ci sono decreti di grande impatto sui quali la Commissione stava lavorando prima del cambio di Governo e, quindi, prima che la sottosegretaria Vezzali entrasse in carica. Rumors dal Ministero mi dicono che per le società sportive ci saranno 50 milioni, ma sono briciole. Dal mio punto di vista il «decreto sostegni» doveva fare di più per lo sport. Quindi la terza linea di intervento è per la formazione al lavoro, sapendo che andiamo incontro a spese importanti, su cui abbiamo dibattuto ampiamente.
  La quarta linea di intervento è quella riferita alla scuola, non solo per l'impiantistica, ma perché è nella scuola che spesso i ragazzi cominciano la loro attività in base anche alle discipline sportive che frequentano.
  Concludo ricordando che c'è una proposta di legge – che è ferma al Senato da un anno e mezzo e che è stata votata all'unanimità dalla Camera – per inserire i laureati in scienze motorie nella scuola primaria. Non ha senso che rimanga ferma, non perché è una proposta di legge della Pag. 11VII Commissione, ma perché non ha senso che i nostri ragazzi non abbiano insegnanti laureati e perché dà sbocco lavorativo a 12 mila laureati in scienze motorie. Se chiudono le palestre e le società sportive perché c'è la crisi e se non gli diamo almeno lo sbocco lavorativo nella scuola, sia quella pubblica che quella paritaria, commetteremmo un grande errore.
  Sono certo che le Commissioni di Camera e Senato, con la sottosegretaria Vezzali, potranno lavorare in senso positivo, tenendo presente l'importanza e l'impatto che ha lo sport nella vita sociale italiana che non può essere continuamente trattato come il figlio di un dio minore. Basta con le briciole e uniamoci per portare risorse allo sport che è trasversale a tutti. Grazie.

  MARIA SAPONARA (intervento da remoto). Volevo ringraziare la sottosegretaria e augurarle buon lavoro. Mi fa molto piacere che questo ruolo sia stato dato a una persona che lo sport l'ha vissuto e lo sta vivendo, perché in questo modo avremo maggiori possibilità di portare avanti le richieste del mondo dello sport.
  Sarò brevissima. Volevo soffermarmi principalmente sulla valenza educativa dello sport. Mi dispiace un po' ripetere quello che è già stato detto da alcuni miei colleghi e sollecitare la sottosegretaria ad una particolare attenzione per lo sport all'interno delle scuole. Così come tanti altri, ritengo che lo sport sia una disciplina indispensabile per i ragazzi. Insegna sicuramente a rispettare le regole, è un'opportunità ludica e di divertimento, ma è sicuramente una grande opportunità anche di insegnamento.
  Sottosegretaria, le chiedo principalmente questo: che venga posta attenzione e che venga valorizzato e implementato lo sport all'interno della scuola. Questo lo chiedo a partire proprio dalle fasce dei più piccoli. Non aspettiamo che i ragazzi siano già grandi per far fare loro sport, ma cominciamo già da quando sono piccolini, con le prime lezioni di sport, dando loro un'opportunità che poi si porteranno dietro per tutta la vita.
  Sottosegretaria, volevo ricordarle che abbiamo fermo un disegno di legge proprio per inserire l'educazione fisica nella scuola e spero, anche dietro sua sollecitazione, che l'iter possa andare avanti e concludersi.
  Le volevo ricordare tutte quelle piccole associazioni sportive che si prendono cura dei ragazzi e che si attivano per far fare loro sport nei piccoli comuni. Alla stregua di Sport e Periferie, penso che una grande attenzione vada riservata proprio anche a tutti quei piccoli comuni di montagna e a quei comuni che contano pochi abitanti, nei quali queste piccole associazioni sportive si occupano di far fare sport ai ragazzi. In questo senso, le chiedo di ricordarsi che in queste associazioni molte volte sono gli stessi genitori a farsene carico. Chiaramente questo è anche un modo per tenerli lontano dalla strada e da cose negative. Quindi, la mia sollecitazione va principalmente in questo senso. Grazie.

  MARCO PELLEGRINI. Mi corre ovviamente l'obbligo e il piacere di ringraziare innanzitutto la sottosegretaria Vezzali e il collega Belotti che mi ha ceduto il minutaggio, perché ero particolarmente interessato a intervenire per dire due semplici concetti.
  Oggi giustamente, sottosegretaria, lei è venuta qui a rappresentarci le indicazioni contenute all'interno del PNRR e richiamando il discorso di Sport e Periferie. Le chiedo, quindi, come verrà concretamente gestita questa fonte di denaro che, peraltro, – come è già stato detto – non è satisfattiva degli interessi di tutti; se andiamo a vedere il bando Sport e Periferie del 2020, infatti, a fronte di 3.380 progetti di un valore di oltre 2 miliardi, le cifre collimano poco.
  Da questo punto di vista, le chiederei come verrà utilizzata la graduatoria, ovvero se verrà utilizzata la graduatoria del bando precedente: lei ha ricordato che le tre fasi per l'attuazione della spesa del denaro che ci viene messo a disposizione dal Recovery prevedono una ricognizione, una predisposizione del bando e controlli. In proposito, le chiedo di specificare nella replica questi dettagli.
  Voglio poi sottolineare che oggi discutiamo il Piano della ripresa che coinvolge l'ambito dello sport che, come è già stato detto da tutti gli altri colleghi, sta lanciando un grido d'allarme, perché la situazione Pag. 12sportiva è veramente grave, sia per le piccole sia per le medie associazioni.
  Per parlare di ripresa e di rilancio, dobbiamo chiedere uno sforzo in più a tutti gli interventi normativi futuri, a cominciare dalla discussione del decreto-legge sostegni, il cui iter inizierà al Senato nelle prossime settimane. Mi auguro che in quell'occasione possa esserci spazio per mettere in evidenza le necessità di tutto questo mondo.
  Nella sua relazione – proprio perché dobbiamo dare particolare rilevanza a tutto il mondo sportivo –, giustamente ha richiamato l'esigenza di potenziare la cultura agonistica sportiva con l'intervento di Sport e Periferie. Da questo punto di vista, nell'ambito di quelle che poi saranno le sue linee programmatiche, le chiedo di dare particolare rilevanza non soltanto all'attività agonistica, ma anche a tutta l'attività, più volte richiamata dai colleghi, dello sport di base che non necessariamente agisce all'interno del mondo federativo, ma fa parte di tutto quel mondo così variegato dello sport – ed è per questo che è così bello – che comprende anche le discipline associate e gli enti di promozione sportiva. Da questo punto di vista le chiedo un particolare impegno, perché quel mondo si occupa anche di quelli che non hanno l'ambizione di arrivare a vincere una medaglia d'oro – come è capitato a lei –, ma che ambiscono semplicemente a realizzarsi nel proprio piccolo. Penso, ad esempio, al mondo dei disabili, non semplicemente a quelli che gravitano all'interno del mondo paralimpico, ma anche e soprattutto a quelli che agiscono nel mondo dell'integrazione, inteso proprio come luogo di dialogo e di comprensione.
  Il nostro impegno come gruppo parlamentare della Lega è quello di lavorare insieme per far sì che il mondo sportivo non venga abbandonato, ma che cresca sia dal punto di vista dell'agonismo – che sicuramente è un punto importante perché ci porta lustro a livello internazionale – sia dal punto di vista dell'imprenditoria sportiva che dà tanto una mano a tutto quel mondo, agonista e non.
  Mi ricollego anche io, come ha fatto la senatrice Sbrollini poco fa, al professionismo femminile, perché anche quello è un ambito particolarmente importante che non possiamo dimenticare e che va assolutamente attenzionato.
  Per quanto riguarda le riaperture, credo che tutti noi abbiamo avuto modo in queste settimane di essere a contatto con le realtà sportive, le società e i centri sportivi. Nell'ambito delle riaperture diamo una particolare attenzione soprattutto a coloro che rispettano le regole e che hanno investito nelle opere di sanificazione e quant'altro. Queste persone meritano la nostra attenzione e noi siamo deputati a fare questo.
  Nell'augurarle un buon lavoro, certo che avremo modo di proseguire questa discussione, la ringrazio.

  VINCENZO SPADAFORA. Innanzitutto grazie alla sottosegretaria Vezzali, alla quale auguro nuovamente buon lavoro. Mi atterrò solo al tema del Piano nazionale, anche perché tutti gli interventi – in parte anche condivisibili – sicuramente verranno ripresi nell'audizione che lei stessa ha già preannunciato sulle linee programmatiche.
  Per quello che riguarda il PNRR, mi soffermerò soprattutto su due questioni che mi stanno particolarmente a cuore: quella dei tempi e quella della gestione. Come sappiamo, non tutti i progetti previsti nel Recovery Plan partiranno già nel 2021, ma si farà una sorta di selezione e di verifica per capire quali sono in grado di partire già in questo anno e quali avranno una partenza negli anni successivi. Credo che Governo e Parlamento dovranno fare un lavoro forte per far sì che le misure e quei progetti dello sport – sebbene migliorati e rivisti nelle modalità che lei riterrà opportune, seguendo anche i suggerimenti e i consigli di queste Commissioni – possano partire dal 2021 ed essere inseriti dal Governo nell'elenco di quelle progettualità alle quali si dà la precedenza e alle quali – visto che parliamo di fondi importanti e non eccessivi – possa essere destinata una percentuale dei fondi che saranno messi a disposizione già nel 2021. Questo consentirebbe di andare incontro a quello che dicevano molti colleghi, tra cui l'onorevole Marin, ovvero dare subito al mondo dello sport – che dal «decreto sostegni» non Pag. 13esce molto bene – un aiuto in più per tutto quel processo di rigenerazione urbana e degli impianti, che indirettamente diventa sicuramente un aiuto alle associazioni sportive dilettantistiche e alle società sportive dilettantistiche, alle quali si faceva riferimento e alle quali lei stessa ha fatto riferimento nella sua introduzione.
  Credo che la sua sia un'ottima idea: mi riferisco all'utilizzo dei 50 milioni dei fondi ordinari previsti dallo stanziamento in bilancio per coprire il sostegno alle ASD e alle SSD; però, sicuramente, nel passaggio parlamentare, dovremmo cercare anche di aumentare, migliorare e modificare le risorse a disposizione del «decreto sostegni».
  Il secondo tema è quello della modalità e della gestione, a cui faceva riferimento anche il collega Mollicone. Si è discusso molto nel precedente Governo – lo ricorderà, perché è stato un dibattito che è andato molto sui giornali ed è stato in parte anche uno dei temi della crisi di Governo – su quale dovesse essere il soggetto attuatore e coordinatore di tutto il PNRR. Alla fine, mi sembra che la tendenza di questo Governo Draghi sia quella di istituire una sorta di cabina centrale tra Palazzo Chigi e il MEF, per poi demandare a tutti i ministeri la gestione vera e propria dei fondi. Non c'è più il Ministero dello sport, ma c'è il sottosegretariato, le cui strutture sono quella del Dipartimento per lo sport – che mi auguro possa essere potenziata, perché tra le strutture della Presidenza del Consiglio è sicuramente il dipartimento con il minor numero di personale – e il suo braccio operativo che è la società Sport e Salute, perché – questo è bene ricordarlo – proprio di recente l'ANAC (Autorità nazionale anticorruzione) l'ha iscritta formalmente nell'elenco delle società in house del Ministero e quindi la società Sport e Salute è la società alla quale lei farà riferimento.
  Concludo dicendo che questo vuol dire, però, che l'efficacia di questi fondi e la rapidità con cui verranno gestiti dipenderà molto dal modo in cui lei riorganizzerà e concluderà questo percorso dell'organizzazione della società, perché se è vero che noi domani con l'approvazione in Aula del decreto CONI risolveremo quel tema, non avremo ancora risolto quello dello sport e della salute. Condivido l'intuizione dell'allora sottosegretario Giorgetti di istituire un'agenzia dello Stato per la promozione delle attività politiche, pubbliche e sociali dello sport; ma, di fatto, abbiamo semplicemente cambiato nome a una società ed è come se avessimo cambiato una società che produceva macchine e le avessimo chiesto di produrre uova di Pasqua cambiando solo il nome, ma utilizzando gli stessi macchinari e le stesse persone.
  Mi auguro che quando verrà in audizione per le linee programmatiche, ci potrà anche raccontare di questo cambiamento e di questa evoluzione della società Sport e Salute. Grazie molte.

  MANUEL TUZI. Saluto nuovamente la sottosegretaria Vezzali. Mi concentrerò su quello che è il sesto pilastro che recentemente è stato modificato dalla Commissione europea, ovvero le politiche per la prossima generazione, bambini e giovani, compresa l'istruzione e le competenze. Questo è un nuovo pilastro, istituito a gennaio, che esprime concretamente un quadro totalmente differente da quello che è oggi il PNRR e su cui in realtà bisogna puntare, anche nel settore sportivo.
  La mia domanda riguarda lo sport di base e il fatto che la pandemia in qualche modo ha privato i giovani e i giovanissimi della possibilità di fare attività fisica, con tutto ciò a cui essa è collegata. Una delle domande è volta soprattutto a comprendere come si vuole incentivare e promuovere lo sport di base tra i giovani e i giovanissimi all'interno del PNRR. In proposito lei ha parlato del fondo Sport e Periferie. Si potrebbe trovare un meccanismo per cui si stanziano finanziamenti e, nello stesso tempo, si migliorano l'accesso e l'inclusione giovanile. Questo è un suggerimento.
  Anche questa mattina abbiamo parlato, nell'ambito dell'esame del decreto CONI, delle palestre della salute. So bene che lei ha vissuto sulla sua pelle il lavoro in team e in équipe e che conosce il ruolo dei diversi professionisti sportivi e sanitari che operano Pag. 14 in sinergia e in maniera integrata. Ovviamente questo avviene per lo sport olimpico; tuttavia, dobbiamo trovare una modalità per far sì che tutto questo possa essere favorito e sviluppato su tutto il territorio italiano, soprattutto perché abbiamo un'emergenza pandemica, sindromi post COVID-19 e tutta una serie di patologie e di problematiche cardiologiche e respiratorie che ci porteremo dietro nei prossimi anni. Le palestre della salute possono essere sicuramente un ottimo sistema di cure e di monitoraggio di queste persone, ma dobbiamo trovare il modo di favorirne lo sviluppo anche da un punto di vista economico e di sostenibilità. Grazie.

  SIMONE VALENTE (intervento da remoto). Grazie, sottosegretaria Vezzali, per la sua presenza e per essere davanti alle Commissioni per parlare di un Piano che sarà fondamentale per il Paese e per lo sport dei prossimi cinque, dieci o più anni.
  Parto da quello che è già contenuto nel Piano, ovvero dai 700 milioni per l'impiantistica sportiva. L'esposizione della sottosegretaria Vezzali è stata molto chiara su come verranno utilizzati, ovviamente partendo dal Progetto Sport e Periferie; tuttavia, condivido quanto ho sentito dire da alcuni colleghi, ovvero che 700 milioni sono pochi. Vorrei fare alcune domande proprio in merito a questa cifra, sottolineando che bisognerebbe partire da un censimento dell'impiantistica sportiva. Poiché mi risulta che questo censimento sia pronto, volevo capire se verrà pubblicato, chi ha partecipato alla sua stesura, se sono stati contemplati tutti gli impianti sportivi, incluse, ad esempio, l'impiantistica universitaria e quella privata.
  Il secondo punto che vorrei capire riguarda la gestione di queste risorse e, in particolare, se il soggetto attuatore che gestirà tutto il resto sarà una struttura specifica individuata nel Dipartimento, la società Sport e Salute o un'altra società pubblica.
  Per quanto riguarda gli interventi, penso che lo Stato debba individuare criteri anche molto stringenti, sulla base del censimento delle priorità che vuole dare e vuole indirizzare; il Progetto Sport e Periferie ha funzionato ed è stato molto utile per tanti enti locali, ma, sicuramente può essere migliorato. A mio avviso, lo Stato deve dare un'impronta più forte e più incisiva, perché solo lo Stato può avere un quadro generale di tutto il territorio nazionale anche operando le opportune distinzioni tra l'impianto sportivo piccolo o medio-piccolo per lo sport giovanile e dilettantistico e il grande impianto come uno stadio o un'arena. Diversi portatori di interessi hanno fatto presente alla Commissione che servirebbe un piano di rilancio degli stadi e delle aree, dei cosiddetti «palazzetti dello sport», dove si gioca e si svolgono attività anche di alto livello.
  Arrivo ad alcuni specifici progetti. Poiché dalle informazioni di stampa che leggiamo, sarebbero stati inseriti lo stadio di Firenze e lo stadio Flaminio di Roma, volevo capire se queste notizie sono confermate e, se lo sono, come si è arrivati a questi progetti. Premesso che sono assolutamente favorevole – sullo stadio di Firenze, ai tempi dello scorso Governo, mi ero espresso in favore della costruzione del nuovo stadio – vorrei capire se oltre questi due, sia prevista una progettualità più ampia, perché, ribadisco, questa è un'occasione unica per lo Stato di re-indirizzare l'impiantistica sportiva, che deve essere sempre preceduta da una visione di sport e di movimento del Paese che non può essere quella del passato, ma deve essere ridefinita con nuovi obiettivi e una nuova visione che forse è un po' mancata negli ultimi tempi e che dovremmo mettere in atto. Grazie.

  MARIA VALENTINA VEZZALI, sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Cercherò di rispondere a tutte le domande che mi sono state fatte. Partirei proprio dal primo intervento, quello della senatrice Sbrollini, che saluto e ringrazio per le belle parole di benvenuto. La senatrice Sbrollini ha toccato il tema della scuola, dello sport di base e del professionismo femminile, temi che hanno trattato anche altri colleghi: pertanto sintetizzo e accorpo le risposte.
  Per quanto riguarda la scuola, devo dire che il Progetto Sport e Periferie si propone Pag. 15come appropriato strumento orientato al rafforzamento della capacità di resilienza economica e sociale del territorio nazionale e alla mitigazione dell'impatto sociale ed economico della crisi indotta dal perdurare della pandemia COVID-19. In quest'ottica le palestre, le aree di gioco e gli impianti sportivi scolastici rappresentano una risorsa fondamentale in tale processo di accrescimento delle capacità resilienti del territorio. Asseverandone il ruolo di centralità, tale infrastruttura sportiva verrà non solo valorizzata nell'ambito della Proposta del PNRR nella parte per lo sport, ma è mio preciso interesse avviare con urgenza un'interlocuzione con il Ministero dell'istruzione per la definizione di uno specifico protocollo d'intesa per la realizzazione di un censimento dell'impiantistica scolastica sportiva, in modo da poter definire un'adeguata strategia di potenziamento e sviluppo di tali infrastrutture sportive, promuovendo le istanze per l'espansione dell'offerta formativa scolastica e, al contempo, sostenendo la valorizzazione dei centri sportivi scolastici con le modalità e nelle forme previste dal codice del terzo settore.
  Per quanto riguarda il professionismo sportivo, la recente riforma dello sport ha avviato un innovativo percorso di tutela a sostegno della pratica sportiva di base e dei lavoratori del settore sportivo. In tal senso il Progetto Sport e Periferie risulta coerente e convergente con tali misure. L'approvazione di cinque decreti da parte del Consiglio dei ministri ha sancito l'affermazione del percorso di riforma dello sport che trae origine dalla legge delega n. 86 del 2019, recante il riordino delle disposizioni in materia di centri sportivi. Questi decreti in via di definizione possono essere modificati e ampliati e mi auguro che possa esserci un lavoro condiviso, perché parliamo tutti la stessa lingua e condivido il fatto che il mondo dello sport – come dice il collega Marin – non ha colore politico, ma ha la stessa finalità e tutti vogliamo lo stesso obiettivo.
  Vorrei sottolineare alla senatrice Sbrollini che attraverso la riforma è introdotta e rafforzata l'affermazione delle pari opportunità per lo sport femminile professionistico e dilettantistico, il riconoscimento di pari diritti delle persone con disabilità nell'accesso alla pratica sportiva di tutti i livelli, la tutela dei minori e dei cittadini con disabilità nell'ambito della pratica sportiva, la tutela e il sostegno del volontariato sportivo, l'istituzione di un fondo per il professionismo negli sport femminili, l'istituzione della figura professionale del chinesiologo di base sportivo e del manager dello sport.
  All'onorevole Mollicone vorrei dire che la misura della banda larga è sicuramente gestita dal Ministero dello sviluppo economico e non dal Sottosegretariato allo sport e che i criteri per la scelta degli operatori sono guidati dall'altro Ministero, con cui il Dipartimento dello sport si interfaccerà. Le società dilettantistiche sono coinvolte e parteciperanno ai bandi, come gli enti pubblici. Sarà emesso un bando al quale parteciperanno enti pubblici in accordo con enti privati e quindi lo stadio Flaminio – qui rispondo anche all'onorevole Valente – non si può dire se sarà omesso, perché saranno finanziate le proposte che maggiormente saranno rispondenti al bando pubblico.
  Mi è stata sottolineata anche la tematica dei 700 milioni che sono pochi. A riguardo vorrei dire che l'individuazione di una quantificazione economica complessiva, stimata in 700 milioni di euro, risponde a soddisfare le esigenze minime nel processo di diffusione e promozione della cultura e della rigenerazione territoriale, coniugate al potenziamento del ruolo dello sport ai fini dell'inclusione e dell'integrazione sociale, per garantire il diritto allo sport nelle aree territoriali più disagiate e alle fasce deboli e più svantaggiate. Tale processo è coerente con altre attività di riforma e di investimento proposte dallo Stato italiano nella definizione del proprio Recovery and resilience plan. Ciò premesso, si ravvisa tuttavia la necessità imperativa di una ridefinizione della quantificazione della stima economica da destinare al processo di investimento avviato con il Progetto Sport e Periferie e, a tal fine, è mia intenzione avviare un confronto in seno al Governo Pag. 16per una più equa distribuzione delle risorse.
  Vorrei altresì sottolineare che con la delibera CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) numero 16 del 28 febbraio 2018 è stato approvato il piano operativo «sport e periferie», al quale sono stati assegnati 250 milioni a valere sulle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, assegnati all'Ufficio per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri, in qualità di soggetto attuatore. L'obiettivo del predetto piano operativo si pone in correlazione e in sinergia con il Fondo sport e periferie, istituito dall'articolo 15 del decreto-legge 25 novembre 2015, n. 185, e convertito con modificazioni dalla legge 22 gennaio 2016, n. 9, a cui, successivamente, l'articolo 1, comma 362, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, ha attribuito natura strutturale, autorizzando la spesa di 10 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2018 e assegnando tali risorse all'Ufficio per lo sport presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, al fine del potenziamento dell'attività sportiva agonistica nazionale e dello sviluppo della relativa cultura nelle aree svantaggiate e zone periferiche urbane, con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economici e sociali e incrementare la sicurezza.
  Il Dipartimento per lo sport, in attuazione del decreto del Ministro per le politiche giovanili e lo sport, il 12 maggio 2020, ha pubblicato il bando Sport e Periferie 2020, finalizzato a selezionare le richieste di intervento da finanziare con le risorse di cui al Fondo Sport e Periferie, nel rispetto delle sopra descritte finalità, per un importo complessivo di 140 milioni di euro. Le richieste di finanziamento pervenute nell'ambito del bando Sport e Periferie 2020 ammontano a 3.380 euro, per un importo complessivo di un miliardo 679.317 mila euro, evidenziando una rilevante esigenza di intervenire sull'impiantistica sportiva su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle aree del Mezzogiorno e del Centro. Ciò premesso, nell'ottica di mantenere un livello finanziario stabile anche nelle annualità successive a quelle già programmate nell'ambito del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, ho già dato impulso al Dipartimento per lo sport di avviare le interlocuzioni istruttorie, così come sarà mia cura richiedere formalmente alla Ministra per il sud e la coesione territoriale Mara Carfagna, di inserire nell'ambito della programmazione del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027 risorse pari almeno a quelle già in precedenza assegnate, al fine di consentire la prosecuzione sul sentiero già tracciato, quindi con lo stanziamento di 250 milioni di intervenire sull'impiantistica sportiva, riducendo in larga misura il ritardo infrastrutturale sportivo accumulato negli anni passati, garantendo continuità al piano operativo sport e periferie.
  Riguardo all'onorevole Marin e ad altri colleghi che sono intervenuti sul «decreto sostegni», condivido le osservazioni fatte. È mia intenzione dare il giusto valore alle ASD e alle SSD e seguirò personalmente l'iter di conversione del «decreto sostegni». Mi sono già attivata con il MEF per fare in modo che arrivino le giuste risorse alle ASD e alle SSD. Il provvedimento era già chiuso, io sono arrivata in corsa, ma mi sono comunque mossa per tempo.
  Per quanto riguarda il senatore Pellegrini, non sarà utilizzata la graduatoria del bando precedente, perché queste risorse saranno assegnate con nuove procedure che devono rispondere agli obiettivi del PNRR che sono dettati anche dalla normativa europea, sotto il profilo della transizione al verde e all'innovazione. La fase 1 è quella più importante, perché sarà istituito un tavolo di lavoro specifico con il compito di partire dalla ricognizione dell'esistente per mettere a punto i criteri per la stesura del nuovo bando e vorrei sottolineare che sarà coinvolto anche il mondo paralimpico.

  Per quanto riguarda il mio predecessore Spadafora, vorrei dirgli che faremo il possibile per erogare le risorse nel 2021, però occorre vedere quali saranno effettivamente i tempi di erogazione delle risorse del Recovery Plan ai vari Ministeri e sarà mia cura seguire Sport e Salute. Nel prossimo indirizzo che emanerò per dettare le linee guida programmatiche alla società, Pag. 17darò indicazioni chiare sulla gestione sull'ammodernamento ed efficienza della società.
  Spero di essere stata esauriente e ci vedremo prossimamente per le linee guida. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, sottosegretaria. Ringrazio tutti i colleghi senatori e senatrici, deputati e deputate. Ringrazio il vicepresidente Pittoni. Autorizzo la pubblicazione, in allegato al resoconto della seduta odierna, della documentazione consegnata dalla sottosegretaria (vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 19.30.

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