XVIII Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Mercoledì 15 maggio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gallo Luigi , Presidente ... 3 

Audizione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, nell'ambito dell'esame in sede referente del disegno di legge recante: Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo (C. 1603- bis Governo) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Gallo Luigi , Presidente ... 3 
Giorgetti Giancarlo (LEGA) , sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 3 
Gallo Luigi , Presidente ... 8 
Marin Marco (FI)  ... 8 
Giorgetti Giancarlo (LEGA) , sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 8 
Casciello Luigi (FI)  ... 8 
Rossi Andrea (PD)  ... 8 
Mollicone Federico (FDI)  ... 9 
Furgiuele Domenico (LEGA)  ... 11 
Toccafondi Gabriele (Misto-CP-A-PS-A)  ... 11 
Marin Marco (FI)  ... 12 
Gallo Luigi , Presidente ... 13 
Marin Marco (FI)  ... 13 
Prestipino Patrizia (PD)  ... 14 
Frassinetti Paola (FDI)  ... 15 
Rossini Emanuela (Misto-Min.Ling.)  ... 15 
Miceli Carmelo (PD)  ... 15 
Belotti Daniele (LEGA)  ... 16 
Gallo Luigi , Presidente ... 17 
Giorgetti Giancarlo (LEGA) , sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 17 
Miceli Carmelo (PD)  ... 23 
Giorgetti Giancarlo (LEGA) , sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 23 
Gallo Luigi , Presidente ... 23 
Aprea Valentina (FI)  ... 23 
Giorgetti Giancarlo (LEGA) , sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ... 24 
Aprea Valentina (FI)  ... 24 
Gallo Luigi , Presidente ... 24 
Rossi Andrea (PD)  ... 24 
Gallo Luigi , Presidente ... 24 
Mollicone Federico (FDI)  ... 24 
Gallo Luigi , Presidente ... 24

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Sogno Italia - 10 Volte Meglio: Misto-SI-10VM.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI GALLO

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata oltre che attraverso il resoconto stenografico anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, nell'ambito dell'esame in sede referente del disegno di legge recante: Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo (C. 1603- bis Governo).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, nell'ambito dell'esame, in sede referente, del disegno di legge C. 1603-bis Governo, recante: Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione.
  Saluto il Sottosegretario Giorgetti e lo ringrazio della sua presenza. Ricordo che con l'audizione del Sottosegretario si conclude il ciclo di audizioni previste sul provvedimento.
  Darò la parola prima al Sottosegretario, quindi ai colleghi che la chiederanno e poi di nuovo al Sottosegretario per le risposte e i chiarimenti chiesti dai deputati.

  GIANCARLO GIORGETTI, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, presidente. Grazie, colleghe deputate e colleghi deputati.
  Il disegno di legge si contraddistingue per il suo ampio contenuto – purtroppo è stato stralciato il pezzo relativo alla violenza nello sport e in particolare negli stadi, che spero abbia una veloce trattazione, comunque, in altra Commissione – e deve leggersi nel solco del disegno di riforma dell'ordinamento sportivo già avviato dall'inizio della legislatura, in particolare con la legge di bilancio.
  L'oggetto del disegno di legge è stato ritenuto dal Governo di particolare importanza, tanto da qualificarlo nei documenti di finanza pubblica quale collegato alla manovra. L'impianto del disegno di legge si connota per la presenza di alcune deleghe al Governo in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione, sulle quali, in qualità di autorità politica delegata – sto già raccogliendo, anche grazie alle audizioni che sono state svolte in Commissione – idee e opinioni e, per la predisposizione delle quali intendo avviare quanto prima tavoli di confronto.
  Il disegno di legge reca poi una serie di disposizioni sugli ordinamenti scolastici e sul titolo sportivo, per le quali saranno necessari semplici provvedimenti attuativi.
  Ritengo la sede di oggi quella più opportuna a dissipare i dubbi emersi in merito al contenuto del disegno di legge al vostro esame e a chiarire quali siano gli obiettivi che intendiamo raggiungere in materia di sport.
  In particolare, l'articolo 1 indica i princìpi e i criteri direttivi per definire, in coerenza con le modifiche apportate dalla legge di bilancio 2019, gli ambiti di attività del CONI. Obiettivo della delega sarà il Pag. 4riconoscimento, in termini di conferma, delle funzioni del CONI, quale il ruolo di organo di indirizzo dell'attività sportiva, con particolare riferimento a quella olimpica, e di articolazione del Comitato olimpico internazionale.
  Rimane fermo l'obiettivo di questa autorità politica delegata di rafforzare sul territorio, anche in ossequio al principio di sussidiarietà, la diffusione della pratica sportiva attraverso le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate, gli enti di promozione sportiva, i gruppi sportivi militari e i corpi civili dello Stato, le associazioni benemerite, le associazioni sportive dilettantistiche nonché la scuola. Questo elenco si può anche leggere – anzi si dovrebbe leggere – esattamente in ordine invertito, a partire dalla scuola e dalle associazioni sportive dilettantistiche e, a salire, fino a raggiungere federazioni e Comitato olimpico nazionale.
  Lo sport deve divenire uno strumento di lotta contro ogni forma di discriminazione e di violenza, e di inclusione sociale. Nel corso delle audizioni in Commissione sono stati evidenziati alcuni profili di criticità e dubbi interpretativi in merito ai seguenti aspetti: il ruolo e le competenze del CONI; il rapporto tra il CONI e la società Sport e Salute SpA; la definizione dei criteri di distribuzione e di accesso ai contributi destinati alle federazioni; la ricognizione delle risorse assegnate al CONI e a Sport e Salute SpA rispetto ai precedenti esercizi finanziari.
  In riferimento alle funzioni attribuite al CONI, i decreti attuativi terranno conto del ruolo che il CONI svolge, sulla base della Carta olimpica, quale organo di governo dell'attività olimpica e di indirizzo, attraverso adozione di regolamenti di carattere generale per le varie discipline, di princìpi di giustizia sportiva, mentre la società Sport e Salute SpA svolgerà, tra l'altro, funzioni di erogazione dei contributi e di controllo del loro impiego e delle loro relative modalità di utilizzo.
  La distinzione tra i due soggetti dovrà essere uno strumento di differenziazione, ricalcando quanto avvenuto nel corso degli anni Novanta con la riforma dei princìpi di organizzazione della pubblica amministrazione, tra il potere di indirizzo politico e l'attività di gestione amministrativa, al fine di potenziare l'efficacia e l'efficienza del settore sportivo.
  La definizione dei criteri di distribuzione e di accesso ai contributi destinati agli organismi sportivi sarà quindi orientata ai princìpi di imparzialità, di pubblicità e di trasparenza.
  Infine, con riferimento alle risorse assegnate al CONI e alla società Sport e Salute SpA, nel bilancio 2019 il Governo ha inteso incrementare le risorse destinate allo sport, consapevole della strategicità di tale settore. In particolare, tale sforzo del Governo non può essere identificato solo avendo ad oggetto la dotazione dei capitoli di bilancio, ma anche nella scelta rivoluzionaria di rilanciare i concorsi pronostici che non comportano rischi connessi al gioco d'azzardo, quali il Totocalcio, modificando la percentuale destinata al montepremi, prevedendo che una parte dei proventi sia assegnata alla società Sport e Salute SpA. Inoltre, con la legge di bilancio 2019, oltre a garantire una dotazione minima delle risorse da destinare a CONI e a Sport e Salute SpA, è stata prevista la possibilità di un loro incremento in relazione all'andamento delle entrate del settore, in percentuali pari al 32 per cento.
  Sempre con riferimento all'articolo 1, mi preme chiarire il contenuto del criterio di delega riferito al limite del rinnovo dei mandati degli organi del CONI e degli enti sportivi. Nei provvedimenti attuativi, infatti, fermo rimanendo l'auspicio di omogeneità, esplicitamente previsto dal testo ed emerso anche nel corso delle audizioni, ritengo debba tuttavia segnalarsi l'importanza di tenere in considerazione il livello di rappresentanza sul territorio in termini di diffusione della pratica. In parole povere, si tratta di distinguere tra grandi e piccole federazioni e tra periferia e apparati centrali delle medesime.
  L'articolo 2 prevede la costituzione dei centri sportivi scolastici per le scuole di ogni ordine e grado, con le modalità e forme previste dal codice del terzo settore. Alla luce del dibattito che si è svolto nella Pag. 5Commissione nel corso delle audizioni, tengo a sottolineare che l'articolo in esame è volto a valorizzare la pratica sportiva studentesca, salvaguardando sia l'autonomia scolastica sia le prerogative degli enti locali proprietari degli immobili e delle relative strutture sportive. La disposizione, laddove prevede l'utilizzo degli edifici e delle attrezzature scolastiche al di fuori dell'orario del servizio scolastico, salvaguarderà, come nell'attuale assetto, le aspettative sia del sistema scolastico sia delle società sportive presenti sul territorio.
  L'intervento normativo, per come è disegnato, garantisce la prosecuzione delle collaborazioni virtuose presenti nelle diverse realtà e connotate dalla loro specificità, e consentirà la valorizzazione di sinergie con le alte professionalità formate e aggiornate dalla Scuola dello Sport e dalle scuole regionali.
  L'articolo 3 disciplina la cessione, il trasferimento o l'attribuzione del titolo sportivo. La norma ha l'obiettivo di garantire la tutela dei creditori della società e dell'associazione sportiva, senza incidere in modo alcuno sull'autonomia della singola federazione, e ciò con particolare riferimento alle situazioni di insolvenza e di procedure concorsuali. Saranno infatti queste ultime federazioni, come previsto già dalla norma, a determinare se il titolo sportivo sia o meno cedibile. Solo per l'ipotesi in cui la singola federazione preveda la cessione, la norma dispone che quest'ultima avvenga, previa determinazione del suo valore a mezzo di una perizia terza ed imparziale. In tal modo si oggettivizza il valore del titolo, che diviene uno degli attivi su cui possono contare i creditori e si evitano pratiche potenzialmente elusive della garanzia patrimoniale, in particolare per quanto riguarda le procedure fallimentari della par condicio creditorum, che è uno dei princìpi fondamentali del nostro ordinamento giuridico.
  L'articolo 4 prevede la delega e il riordino del lavoro sportivo. È sicuramente la parte più delicata del provvedimento, su cui ovviamente è previsto il concerto dei Ministeri dello sviluppo economico e delle politiche del lavoro.
  L'intento è di introdurre una normativa ad hoc che disciplini tutte le diverse forme di lavoro nel mondo dello sport, avendo attenzione sia per chi lavora professionalmente e a tempo pieno in tale settore, sia per chi svolge tale attività mantenendo un'altra occupazione. I provvedimenti attuativi avranno ad oggetto la tutela assicurativa previdenziale e fiscale da riconoscere a ciascuna delle fattispecie di lavoro in precedenza ricordate, alla luce dei criteri di equità e semplificazione. Si valuterà, ad esempio, di limitare il trattamento agevolativo ai lavoratori cosiddetti «monomandatari». Per semplificare, oggi c'è un'esenzione totale da imposizione fino a 10 mila euro, ma questa possibilmente dovrebbe essere limitata soltanto a chi svolge questo tipo di attività nei confronti di un'unica associazione e non di più associazioni, altrimenti si configurerebbe un'attività di tipo professionale.
  Inoltre, potremmo anche tenere conto, alla luce delle evidenze empiriche derivanti dalla concreta attuazione delle norme in vigore dal primo gennaio 2019, che hanno introdotto per le partite IVA il regime forfetario 2019, al quale potranno accedere coloro che nell'anno precedente abbiano conseguito ricavi o percepito compensi non superiori a 65 mila euro. In parole povere, il nostro obiettivo è quello anche di fare emergere una situazione di lavoro precario, in grigio o in nero, dando la possibilità di regolarizzarsi attraverso le forme, che abbiamo conosciuto e che pare abbiano un discreto successo, della flat tax semplificata per i lavoratori autonomi.
  Ritenendo prioritaria la formazione quale strumento di educazione e sviluppo sociale, soprattutto tra i giovani, e per coloro che sono a fine carriera, nei provvedimenti attuativi si valuterà la possibilità di riconoscere eventuali trattamenti agevolativi alle società che decidono di investire in percorsi formativi.
  Nei provvedimenti attuativi, tenuto conto anche di quanto emerso nel corso delle audizioni, si darà adeguata valorizzazione alla figura professionale del laureato in scienze motorie. Pag. 6
  Con riferimento al riordino della mutualità nello sport, si intende riconsiderare le nuove quote di mutualità decise nel 2016, per rafforzare tutela e assistenza generale volte ai settori giovanili e agli investimenti per sostenere anche discipline diverse da quelle calcistiche. Nel 2016 la quota del 10 per cento di mutualità prevista dalla legge Melandri, che si riferiva anche ad altre discipline oltre quella del calcio, è stata eliminata e attualmente tutto viene destinato soltanto al calcio, nelle diverse configurazioni, nelle diverse leghe.
  Alla luce di tali elementi, sensibile è il tema della regolamentazione delle scommesse sportive. Nei mesi scorsi, il Parlamento italiano ha approvato all'unanimità – e ringrazio ancora il Parlamento per questo – il disegno di legge di ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla manipolazione delle competizioni sportive, e l'Agenzia delle dogane e dei monopoli è stata identificata quale autorità responsabile per la regolamentazione delle scommesse sportive e per l'applicazione di misure di contrasto alle manipolazioni sulle competizioni. La relativa convenzione credo che vada oggi o domani in Gazzetta Ufficiale. Ricordo, come ho detto già in Aula, che la nostra approvazione è quella che ha permesso l'entrata in vigore di questa convenzione in tutti i Paesi sottoscrittori della convenzione medesima.
  Ho il piacere di confermare che, a partire dal primo giugno 2019, sarà sospesa l'accettazione delle scommesse sulle competizioni sportive al momento riservata esclusivamente ai minori di età.
  L'articolo 5 disciplina i rapporti di rappresentanza di atleti e di società sportive nonché l'accesso all'esercizio della professione di agente sportivo (cosiddetti «procuratori»).
  Nel corso dell'audizione sono state evidenziate le problematiche relative alla trasparenza nel rapporto tra società, calciatore o atleta e agente, trasparenza fiscale e possibilità di assistere più parti nella negoziazione. Nei provvedimenti attuativi è mia intenzione inserire una disciplina del conflitto di interessi che elimini posizioni di rendita e le conseguenti ricadute negative sulla libertà di scelta dei soggetti coinvolti nel rapporto di rappresentanza.
  Valuto inoltre l'ipotesi di introdurre una procedura che consenta di accentrare e monitorare i movimenti economici afferenti le trattative e agevolare la regolarità fiscale e previdenziale nella transazione. Nei provvedimenti attuativi saranno previsti specifici divieti a rappresentare in qualsiasi modalità i minori di anni 16, con conseguenti gravi sanzioni e, con riferimento ai minori tra 16 e 18 anni, il mandato dovrà avere una durata contenuta.
  In questa ottica, per rafforzare i princìpi di autonomia, trasparenza e indipendenza dell'agente sportivo, sarà adottato un codice etico di comportamento.
  L'articolo 12 prevede la delega di riordino e riforma delle norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio degli impianti sportivi, la ristrutturazione e la riqualificazione di quelli esistenti. A tale proposito, come evidenziato dalla memoria ANCI, nulla osta alla previsione dell'intesa con la Conferenza unificata. In luogo dell'acquisizione del parere, nell'attuazione della delega, si terrà conto del variegato panorama di gestione degli impianti sportivi, con particolare riferimento alla differenza tra i proprietari e i gestori degli impianti. Qui non si vuole stravolgere o rivoluzionare quella che è la normativa esistente, ma sicuramente chiarire e rendere più veloci, ma anche più trasparenti, le procedure.
  Anche l'articolo 13 prevede una delega per la semplificazione e la riduzione degli adempimenti e conseguenti oneri amministrativi a carico delle federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, associazioni benemerite riconosciute dal CONI. Tale disposizione è stata accolta con favore dai rappresentanti delle categorie audite in Commissione.
  Mi sembra opportuno soffermarmi su una questione ancora controversa, avente ad oggetto la natura giuridica, pubblica o privata, delle federazioni sportive. In particolare, ricordo che risulta rimesso alla Corte di giustizia dell'Unione europea il quesito «se qualsiasi federazione sportiva nazionale sia qualificabile come organismo Pag. 7di diritto pubblico». Un'eventuale risposta positiva determinerebbe l'applicazione alle federazioni del codice dei contratti pubblici, nonché di un'ampia serie di disposizioni aventi come destinatari le amministrazioni pubbliche, con evidenti conseguenze in termini di capacità operativa e di possibilità di operare da parte delle medesime.
  Parimenti, la Corte di giustizia dovrà pronunciarsi – ed è attesa a brevissimo la sentenza – sul «se le federazioni debbano essere incluse nell'elenco delle amministrazioni pubbliche nel conto economico consolidato predisposto dall'ISTAT». L'eventuale risposta positiva, anche in questo caso, determinerebbe l'applicazione di norme e vincoli previsti per le pubbliche amministrazioni. Voi sapete che oggi alcune federazioni hanno vinto i contenziosi in sede amministrativa e si sono visti riconoscere la natura di tipo privatistico, altre invece sono state ricondotte all'interno della pubblica amministrazione. Cambia completamente il margine di operatività e di autonomia gestionale da parte delle medesime.
  Entrambe le risposte ai quesiti sono condizionate, oltre che dalle modalità di finanziamento, dai rapporti tra le federazioni e il Comitato olimpico nazionale italiano, con particolare riguardo ai poteri esercitabili da quest'ultimo, aspetto sul quale va ad incidere direttamente il disegno di legge in esame. Siccome c'è la possibilità di controllo pervasivo da parte del CONI, nei giudizi dati in sede giurisdizionale questa possibilità di invadere, se volete anche con i commissariamenti ed altro, le federazioni, è stata vista come uno degli elementi per giustificare la natura pubblicistica, oltre che del CONI, delle federazioni stesse.
  Alla luce delle suggestioni raccolte sul campo, preannuncio che il disegno di legge sarà integrato con una disposizione volta alla costituzione di un fondo destinato al sostegno del potenziamento delle infrastrutture sportive e alla formazione degli atleti e ai rispettivi staff tecnici, con il riconoscimento di un credito d'imposta.
  Su questo vorrei spendere due parole in più, perché abbiamo un problema molto serio. Credo che tutti quanti ne abbiate contezza. Poi nelle vostre domande toccheremo, se ritenete, anche altri temi oltre quelli contenuti nel disegno di legge, però lo stato di grave crisi in cui versa tutto un mondo di sport professionistico, che ormai professionistico temo non sia più in grado di essere – dalla Lega Pro ai campionati professionistici di pallacanestro – induce a fare delle riflessioni rispetto a come intervenire per garantire la regolarità dei campionati, per garantire lo stato di professionismo oppure ricondurre ad altre forme, che non sono puro dilettantismo, ma che non possono implicare oneri che le società non sono più in grado di mantenere.
  Quello che vediamo, purtroppo, anche per quanto riguarda la formazione e la regolarità dei campionati, lo dimostra. Quindi, stiamo immaginando – naturalmente vogliamo confrontarci con voi – la possibilità di prevedere crediti di imposta per i giovani professionisti, che in qualche modo siano connessi anche alla formazione «professionale» dei medesimi, in modo che quando terminano l'attività agonistica non si ritrovino senza alcun tipo di professionalità e sostanzialmente privi di una prospettiva di lavoro. È un tema molto delicato, ma, devo dire, di un'urgenza spaventosa.
  Infine, concludo il mio intervento ricordando che lo sport insegna a non lasciare indietro nessuno, a essere inclusivi. Come Governo abbiamo cercato in questi primi mesi di adottare una serie di misure. Una in particolare è meritevole di qualche dato e vorrei ricordarla proprio in chiusura: come funziona la detrazione del 19 per cento per le spese sostenute per l'iscrizione annuale e l'abbonamento per i ragazzi compresi tra il 5 e 18 anni ad associazioni sportive, palestre, piscine e altre strutture e impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica.
  L'importo è modesto – sapete che ci sono i 210 euro di tetto – ma dagli ultimi dati disponibili lo hanno utilizzato 1,9 milioni di contribuenti. L'ammontare totale delle spese sostenute è di 412 milioni di euro, e quindi le detrazioni di cui hanno beneficiato gli interessati, il 19 per cento, Pag. 8sono 78 milioni. Sono dati che comunque dimostrano l'impatto delle potenzialità che diverse forme di incremento della pratica sportiva – ovviamente, siamo aperti a tutti i vostri suggerimenti – possono produrre per far crescere la nostra società.
  Vi ringrazio per l'attenzione e resto disponibile per le vostre domande.

  PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario, che ha dato disponibilità a essere con noi fino alle 15.30, quindi procederei a dare la parola – vista anche l'ampia partecipazione di deputati e deputate in Commissione – a chiunque voglia intervenire, ma riducendo i tempi a due o tre minuti. Suonerò la campanella in modo da indicarlo al deputato, che così potrà andare a conclusione e dare la possibilità a tutte le forze politiche di esprimersi prima della replica del sottosegretario.

  MARCO MARIN. Sull'ordine dei lavori: siccome il sottosegretario è qui, gli chiederei se può cambiare la disponibilità, compatibilmente con i sicuramente importanti impegni istituzionali, per non doverci limitare ad interventi di soli due o tre minuti, presidente. Se il sottosegretario, valutando che è la prima volta che viene in Commissione, ci dà una disponibilità maggiore, possiamo aprire una discussione un po’ più seria.

  GIANCARLO GIORGETTI, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Onorevole Marin, basta che mi faccia vedere l'Atalanta questa sera.

  LUIGI CASCIELLO. Presidente, sarò velocissimo. Sfrutterò forse anche meno dei tre minuti. Ringrazio il sottosegretario per l'esposizione anche divulgativa di alcuni punti essenziali. La mia è una domanda precisa a proposito dei nuovi albi per le professioni.
  Mi risulta ancora qualche ritardo, ma non so se nel frattempo ci sia stata un'accelerazione, soprattutto per i procuratori sportivi del settore del calcio, la FIGC. Vorrei un chiarimento se ci sia un passo indietro o meno – io mi auguro di no – sulle eventuali sanzioni previste.
  La preoccupazione espressa, per esempio, da Tommasi, in audizione in rappresentanza dell'Associazione calciatori, a me sembrava abbastanza bizzarra. A tutela delle società, in caso di contratti stipulati da procuratori non iscritti all'albo, credo che le sanzioni siano essenziali, fino all'annullamento del contratto, perché non vedo poi con l'ufficializzazione degli albi quali forme di tutela possano esserci altrimenti per quanti iscritti all'albo stesso. Naturalmente, questo non riguarda solo il calcio.

  ANDREA ROSSI. Grazie al Sottosegretario Giorgetti anche per questa disponibilità ulteriore appena concessa, come richiesto dal deputato Marin. Soprattutto, sottosegretario, sarebbe opportuno che la sua relazione di oggi, che è esaustiva ed è entrata anche nel merito puntuale di alcuni articoli, possa costituire l'avvio di un percorso di confronto. Non le nascondo che abbiamo già dimostrato, anche durante il dibattito sulla legge di bilancio e nelle diverse audizioni che abbiamo svolto, come, da parte del Partito Democratico, la contrarietà non sia tanto relativa alla preoccupazione di un processo di riforma del mondo dello sport. Le riforme non devono mai mettere paura. Qualcuno usava un termine calcistico: si può decidere di giocare in pressing o di tenere la guardia bassa. Io sono sempre per fare una partita con un calcio un po’ più moderno, modello Ajax, quindi a tutto campo, tanto per citare un'esperienza nefasta e traumatica per la mia fede bianconera. Da questo punto di vista, vorrei sperare che questo sia l'inizio di un percorso. Il Governo ci ha consegnato una delega estremamente importante, complicata, una delega che abbiamo definito, fortemente anche, in bianco. Tra quanto abbiamo avuto modo di cogliere nei diversi articoli e nelle diverse deleghe contenute in questo disegno di legge ci sono anche alcuni elementi di natura controversa. Alcune situazioni non vengono toccate. Penso, ad esempio, che in un disegno di legge di delega come questo bisognerebbe introdurre almeno un passaggio relativo al tema della parità di genere, della presenza del Pag. 9professionismo femminile, quando si pensa, da quello che interpreto, di modificare la legge n. 81 del 1991, in particolar modo all'articolo 2. Sono stati depositati progetti di legge anche nella passata legislatura che provavano a introdurre e ad ampliare il tema del professionismo sportivo anche rispetto a un tema più complessivo di pari opportunità. Non le nascondo questa preoccupazione. Ed è una preoccupazione che vorrei riassumere in una frase pronunciata nel corso di un'altra audizione dal presidente Carraro, dal membro del CIO Carraro, quando ha detto che sarebbe opportuno avere sei mesi di tempo per valutare la funzionalità e l'entrata in scena della Sport e Salute Spa, e di conseguenza capire poi come connettere i due mondi che si vogliono comunque definire con questo disegno di legge di delega, perché di due mondi stiamo parlando.
  Mi chiedo, quindi, come tenere insieme questi due binari.
  Il presidente Carraro diceva che sarebbe stato opportuno per questo processo di riforma – visto che abbiamo già perso la possibilità di produrlo precedentemente alla modifica di un comma attraverso le leggi di bilancio, che si sono svuotate le disponibilità economiche dell'organismo di rappresentanza dello sport italiano, cioè del CONI, e che abbiamo costituito un nuovo soggetto, la Sport Salute Spa – avere qualche mese per vedere e poi iniziare a delineare una legge delega che incardini lo sviluppo su alcuni princìpi.
  Evitando premesse e preamboli sportivi, passo direttamente ad alcune domande specifiche, alle quali lei ha forse in parte risposto con la sua relazione, che spero possa essere messa a disposizione anche per iscritto direttamente a tutti i commissari.
  La prima domanda è questa: quali sono, sottosegretario, le linee guida nel momento del passaggio da quello che è oggi uno sport fortemente sotto la guida del CONI, sia da un punto di vista dell'ordinamento sia da quello dello sviluppo propriamente sportivo? Oggi, il CONI non è esclusivamente preparazione olimpica, per la quale abbiamo qui due campioni olimpici che ci diranno come sono partiti dal territorio. Il CONI, che rappresenta e ha rappresentato quest'importante filiera, come si rapporterà con la società Sport e Salute nel momento in cui sarà questa a determinare la vera parte gestionale da un punto di vista economico? Perché oggi dovremmo passare da un modello direttamente gestito dal CONI con CONI Servizi a uno in cui la società Sport e Salute diventa il soggetto di riferimento in termini di erogazione dei contributi? E se la Sport e Salute SpA diventa un modello di riferimento per la contribuzione e il riconoscimento dei contributi, se si ritiene che il CONI in passato abbia costruito un processo non equo nella distruzione dei contributi tra federazioni e DSA, come e su quali criteri la Sport e Salute incardina questo nuovo modello di contribuzione rispetto ai soggetti del protagonismo dello sport, i soggetti istituzionali? Questa è la prima domanda.
  La seconda questione riguarda il tema del limite dei mandati. Abbiamo appena approvato una legge, nel 2018, sul terzo mandato. Non ho compreso bene se lei vuole modificare o intervenire su questa legge mantenendo comunque il principio del limite di tre mandati per quanto riguarda gli organismi di vertice, quindi le federazioni sportive nazionali e il CONI o, invece, vuole intervenire semplicemente sul territorio – dove sappiamo che non tutte le discipline sportive hanno una diffusione tale da consentire di avere gruppi dirigenti territoriali – mantenendo comunque il principio dei tre mandati.
  L'ultimissima questione riguarda il tema degli agenti e dell'impiantistica. Abbiamo, anche qui, normative recenti. Per quale motivo non si intende partire da quelle normative e si preferisce intervenire con nuove deleghe, che ovviamente aumenteranno ulteriormente i tempi di attuazione di eventuali nuove normative?

  FEDERICO MOLLICONE. Vorrei ringraziare il sottosegretario per la disponibilità, per l'audizione e anche – stando a quello che ha detto – per aver seguito le audizioni e per aver recepito diverse criticità che pure noi avevamo sollevato durante le stesse. Mi spiego. Pag. 10
  Relativamente a questo disegno di legge, innanzitutto sul vettore avremmo preferito – lo abbiamo detto, ma senza acrimonia, era un auspicio – che il nuovo Governo, visto il tema e vista l'importanza, predisponesse una riforma complessiva per via legislativa piuttosto che per delega o per legge di bilancio con pochi articoli; ma tant'è, siamo qui e, anzi, grazie per aver raccolto dalle audizioni alcune criticità che adesso provo a sintetizzare.
  La principale è che questo disegno di legge sembra non tenere in debito conto alcuni princìpi dell'ordinamento sportivo internazionale relativamente al ruolo dei pubblici poteri, che deve essere principalmente complementare all'azione dei movimenti sportivi, come sancito dalla Carta europea dello sport. In particolare, quello a cui lei faceva riferimento – mi ha fatto molto piacere che abbia colto questa criticità – in alcuni punti del disegno di legge appare lesa l'autonomia dell'ordinamento sportivo nazionale rispetto ai princìpi della Carta olimpica, causando quindi un'incongruenza, come nel caso della norma che stabilisce l'articolazione territoriale del CONI – su questo magari vorremmo una risposta più specifica – riferita esclusivamente a funzioni di rappresentanza istituzionale. Crediamo che una legge nazionale, una legge delega, non possa contrastare la Carta olimpica del CIO, che invece prevede che ciascun comitato olimpico debba autodeterminarsi nella sua struttura. Andrebbe a contrastare su questo. Poi, ammesso e non concesso che tale norma possa reputarsi illegittima, non si comprende per quale ragione ciò debba valere ad esempio per il CONI e non per le federazioni.
  Un altro punto critico, secondo noi, è la vigilanza. Non è dato comprendere con la necessaria chiarezza – ma sicuramente in sede di replica avrà modo di specificarlo – quale soggetto debba esercitare la funzione di vigilanza nei confronti degli enti finanziari, le federazioni, gli enti e così via, che rischiano di essere sottoposti tanto al controllo e alla vigilanza del CONI quanto a quelli della società Sport e Salute in relazione ai diversi profili, che però in alcuni casi rischiano di sovrapporsi, come vediamo succedere quotidianamente.
  Relativamente a questa nuova società, segnalo che secondo me, da esperto di comunicazione integrata, nasce con un peccato originale, cioè quello del nome. Sport e Salute va benissimo, poteva essere anche un bel sottotitolo, ma si sarebbe dovuta mantenere forse la denominazione di CONI, perché come branding, come marchio, ha un suo valore anche proprio di mercato, di immagine nazionale e internazionale. Al di là di questa, che è più notazione tecnica, sotto il profilo gestionale e di utilizzo delle risorse il disegno di legge delega non chiarisce ad esempio le modalità di controllo della società Sport e Salute, che certo non potrà commissariare una federazione, ma, da quanto pare di capire dal testo, potrebbe revocare il contributo economico, con evidenti ripercussioni sul piano dell'attività sportiva.
  Anche sull'articolo 3, che lei ha citato, quello relativo alla disciplina del titolo sportivo, non si possono che esprimere perplessità, trattandosi di un problema che deve essere disciplinato dal rispetto delle prescrizioni emanate dalle federazioni in armonia con quanto è previsto dalle federazioni internazionali, e quindi anche nel rispetto dei princìpi dell'autonomia dell'ordinamento sportivo e della specificità dello sport.
  Come spunto, e mi avvio alla conclusione avremmo auspicato una riforma più organica. Ho colto l'invito del sottosegretario, che ho molto apprezzato, sulle possibilità di fare proposte: in merito, secondo noi sarebbe necessario prevedere una disposizione ad hoc di più ampio respiro sugli stadi e sull'impiantistica, come abbiamo anche ascoltato prima, che superi le norme attualmente contenute nell'articolo 12 del disegno di legge, perché non esaustive. Sarebbe infatti necessario introdurre modifiche rispetto alla disciplina relativa all'istituto del credito sportivo, ampliandone le funzioni e le competenze, come è stato accennato, lasciando intendere che sia attenzione e sensibilità. Crediamo sia anche opportuno prevedere una disciplina Pag. 11speciale in tema di gare per l'assegnazione, la gestione e la tutela dei diritti audiovisivi.
  Infine, sarebbe opportuna una disciplina normativa volta a rifinanziare un progetto già partito la scorsa Legislatura: quello del Museo dello sport italiano. Potrebbe essere un'occasione anche bella, simbolica e sintetica per portare avanti un simbolo di unità in merito ad un tema su cui ci può essere grande condivisione. Affrontando questo disegno di legge un po’ in positivo – questo è solo uno dei primi disegni di legge, poi ci sono gli altri che esautoreranno completamente la cultura, colleghi, – visto che c'è questa apertura al dialogo che noi, come Fratelli d'Italia, consideriamo assolutamente positiva, dando anche disponibilità materiale a collaborare con proposte, chiediamo alcune di queste possano essere accolte e, in particolare, che venga chiarita l'incongruenza tra la carta olimpica e l'organizzazione che scaturisce da questo disegno di legge.

  DOMENICO FURGIUELE. Grazie, Sottosegretario di Stato Giancarlo Giorgetti. Grazie per la puntuale relazione molto chiara su quanto è stato programmato.
  Quest'oggi si chiude un ciclo di audizioni molto proficuo, che ha offerto spunti per tanti argomenti. Abbiamo avuto l'occasione di confrontarci, e per questo ringrazio anche i commissari che hanno dato i loro contributi nell'arco di tutte le audizioni, con autorevoli esponenti e protagonisti del mondo dello sport.
  Sicuramente, la legge delega è una legge che poi verrà integrata dai decreti attuativi. Per quello che mi riguarda, mi soffermerò su alcuni punti che lei ha toccato, che però vorrei ribadire per farli rimanere all'attenzione.
  Abbiamo parlato spesso della possibilità di abolire le scommesse dalla Lega Pro in giù, fino alla serie D, e al riguardo – la ringrazio per quello che ha anticipato prima – la ratifica della convenzione di Magglingen è molto importante. Grazie al voto della nostra nazione, dal prossimo anno, venticinque nazioni, compresa la nostra, vieteranno la pratica delle scommesse all'interno dei campionati under-21, dei campionati di primavera, dove ci sono minorenni. Era una pratica abominevole che si praticava negli ultimi quattro anni.
  Poi vorrei focalizzare l'attenzione su quello che concerne il campionato della Lega nazionale dilettanti di calcio, altro argomento che abbiamo affrontato. È un campionato molto importante. Dalle audizioni si è evinto che, a differenza delle altre Nazioni, abbiamo questa peculiarità: ovvero, un campionato che rappresenta veri e propri campanili importanti, che hanno utenze molto importanti, anche in termini di motore e di aggregazione sociale. Vorrei sottolineare la necessità di inserire in quest'ambiente anche la possibilità di prevedere detrazioni fiscali che vadano nella direzione di detrarre il doppio della sponsorizzazione di solito fatta per le società sportive, per le società di calcio che militano in quella categoria. Sappiamo che lì c'è molto nero. Questo potrebbe essere un veicolo per far emergere il nero. Peraltro, non costerebbe nulla, perché sono soldi che teoricamente non ci sarebbero.
  Ultima cosa, vorrei chiederle un contributo su un altro passaggio della sua in merito al rapporto tra il mondo delle federazioni e gli enti di promozione sportiva. Abbiamo approfondito quest'argomento con gli attori di questo mondo, e da quest'approfondimento è emerso che si tratta di una ripartizione delle risorse, se così possiamo dire, un po’ sperequata rispetto al numero dei tesserati, rispettivamente 4 milioni i tesserati del mondo delle federazioni e 8 milioni coloro che vengono dal mondo degli enti di promozione sportiva. È ovvio che sono entrambe realtà molto importanti, perché formano dalla prima infanzia i giovani che poi diventeranno gli atleti del futuro.

  GABRIELE TOCCAFONDI. Ringrazio anch'io il Sottosegretario Giorgetti che ha dimostrato, rispetto a quest'anno, di essere assolutamente coerente su quanto aveva già annunciato. Poi si può essere più o meno d'accordo su alcuni temi, ma voglio sottolineare questa coerenza di fondo, compresa la riforma del CONI. Dall'audizione, passando poi per la legge di bilancio e ora per la delega, mi sembra che sia lineare con Pag. 12quanto aveva preannunciato sulle linee politiche.
  A questo punto, però, anche rispetto alla sua relazione iniziale, vorrei farle una domanda molto diretta. Visto che si parla di deleghe – e sono deleghe ampie su aspetti sì tecnici, in tutte le lettere, dalla f) alla g), alla h), alla i) che abbiamo sottolineato anche nelle audizioni – si comprendono male alcune finalità, alcune volontà di direzione. Più che fare domande specifiche su alcuni temi di nicchia, vorrei chiedere secondo lui quale deve essere in definitiva la nuova funzione del CONI nella visione dello sport nazionale. E mi limito a questo, perché mi interessa continuare a comprendere la direzione, non tanto le lettere del disegno di legge di delega.
  Quanto all'articolo 2, invece, sui centri sportivi scolastici, sposo in pieno quest'idea, così come già dissi alla prima audizione; ma il vero tema non è la delega, sono le risorse. E quindi comprendere se vi sia una linea di impegno, e ribadire la volontà di collaborare in questa linea di impegno e chiedere anche se è voluta l'assenza sui centri sportivi scolastici, nella delega, di CONI, federazioni ed enti di promozione sportiva.
  Quanto all'articolo 3 e al titolo sportivo, voglio anche qui ribadire un'attenzione particolare al tema del versamento del valore economico del titolo. Previa valutazione del valore economico del titolo, c'è un rischio, e faccio riferimento alle difficoltà dello sport anche a livello professionistico (basket, ma non solo). Attenzione, perché questo può essere davvero un ostacolo a chi vuole investire sullo sport e anche una perdita per certe realtà sportive di alcune città. Faccio notare quest'aspetto e vorrei comprendere la genesi di quest'articolo prima di arrivare alla fase degli emendamenti.
  Sull'articolo 5, sull'agente sportivo, io sono per essere ancora più stringente rispetto a una certa anarchia, e soprattutto una certa anarchia con i ragazzi. Sulla lettera g), la tutela dei minori, e preannuncio già un'idea di emendamento, sarei per l'obbligo a sostenere, da parte degli agenti sportivi, l'impegno scolastico. Ogni riferimento a un noto calciatore che partì il giorno prima della maturità è assolutamente voluto.
  Attenzione, concordo sul tema delle sanzioni, giustissime, ma annullare i contratti dei tesserati penalizza le società sportive. Serve, quindi, un'attenzione su questo.
  Quanto all'articolo 12 e agli impianti sportivi, la domanda è questa: con questa delega e quest'articolo che cosa cambia rispetto alla situazione attuale? Una legge c'è già stata, anzi diverse negli ultimi anni. La volontà è sempre quella: aiutare le società ad avere impianti sportivi di proprietà, e penso soprattutto agli stadi. Qual è la novità dell'articolo 12 rispetto alle leggi già in vigore?

  MARCO MARIN. Saluto il Sottosegretario Giorgetti, che oggi è qui con noi.
  Presidente, prima ho fatto l'intervento sull'ordine dei lavori perché credo che sia giusto contestualizzare che cosa vuol dire una legge delega sullo sport. Poi i tempi sono ristretti e di questo mi dispiaccio, come ho fatto in tutte le altre audizioni, perché ascoltavamo i rappresentanti del mondo dello sport, e per chi ha dedicato una vita allo sport, concentrare i tempi in tre-quattro minuti, non è semplice. Stiamo parlando di una delega molto importante.
  Nonostante la disponibilità dell'onorevole Belotti, che ci ha aiutato nelle audizioni, con tutti i nominativi che abbiamo indicato per le audizioni e che sono intervenuti, prevale una questione soprattutto di metodo. Mi prenderò, quindi, qualche secondo oltre i tre minuti.
  Credo di aver colto un certo dispiacere forse nelle parole dell'onorevole Mollicone, ma anche in altri interventi, come quello dell'onorevole Rossi in merito al fatto che le leggi sullo sport sono sempre passate in modo trasversale all'unanimità nel Parlamento italiano. Allora, ma lo dico anche con simpatia nei confronti del Sottosegretario Giorgetti, mi sarebbe piaciuto che fosse stato fatto tutto in modo inverso.
  Avrei, cioè, cominciato le audizioni col sottosegretario che ha la delega allo sport. Il metodo, la cui coerenza andava riconosciuta, è stato invece diverso. Presidente, mi dica.

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  PRESIDENTE. Abbiamo affrontato il tema delle audizioni in Ufficio di Presidenza. Recepisco adesso questa sua richiesta, ed è la prima volta che la recepisco, ma è lecita comunque. Prego.

  MARCO MARIN. Bene, presidente, ma non era rivolto alla Commissione, perché ho riconosciuto al relatore la disponibilità nei confronti di tutti. Proseguo nel mio intervento, se lei mi ascolta, coi sostantivi e i complementi, poi capirà dove voglio arrivare.
  Questo disegno di legge delega parte da qualche riga nella legge di bilancio. Già questa è una forzatura molto forte rispetto a un mondo che coinvolge milioni di persone, naturalmente se si conosce questo mondo. Oggi, alla fine delle audizioni abbiamo il sottosegretario che viene a leggerci il provvedimento di cui abbiamo discusso. Quando si cerca la condivisione, si costruisce, permettendo a tutti, magari anche a chi conosce un po’ questo mondo, di dare contributi.
  Mi viene da chiedere se sia stato fatto anche con gli attori del mondo dello sport, non in Commissione, cioè se gli attori del mondo dello sport siano stati sentiti. Durante le audizioni, un conto è ascoltare dire i responsabili degli impianti di risalita, un conto è ascoltare il presidente di federazione che magari ha anche vinto qualche medaglia alle Olimpiadi, che noi abbiamo sentito, i cui giudizi magari sono stati non politici, ma preoccupati, perché quello dello sport è un mondo trasversale che non si può etichettare, e sono certo che non ci sia questa volontà. Le domande che ci hanno fatto, o le richieste, le considerazioni, sono ancora tutte sul tavolo. Perché?
  Un mondo che va molto bene da molti anni sicuramente ha qualcosa da cambiare, ma è vincente sia per quanto riguarda la punta dell’iceberg, che sono i campioni, sia per quanto riguarda il sommerso, che sono i milioni di tesserati delle federazioni sportive.
  Io mi sono presentato nella stessa coalizione del Sottosegretario Giorgetti, quindi so cosa pensavamo noi del mondo dello sport, e il giorno della fiducia al Premier Conte, a proposito dello sport, dissi: «è molto facile distruggere in pochi momenti quello che si è costruito in tanti anni di lavoro».
  Noi diamo la delega al Governo, poi verranno emanati i decreti attuativi, come hanno detto altri colleghi, che hanno una loro posizione politica, ma a cui riconosco onestà intellettuale. Anche questa è una legge generica superficiale, in cui se vogliamo parlare degli agenti sportivi o delle iscrizioni al campionato di basket, chi può non ritenere che dobbiamo pensare che sia fatto tutto in modo regolare e tranquillo, come io immagino, e che si debba migliorare?
  Se vogliamo dire che il comitato olimpico, le federazioni e il CONI hanno supplito ad alcune carenze negli anni precedenti nella scuola, ricordo che questa Commissione ha approvato una legge all'unanimità, quindi con la volontà di farlo. Laddove il CONI ha supplito e il Governo rientra in possesso della scuola, della sanità, della salute, mi trova d'accordo.
  Laddove nell'articolo 1 parliamo del mondo sportivo e delle federazioni, che poi è l'articolo più corposo in fatto di sport, perché parliamo di milioni di iscritti e di tutte le associazioni sportive, anche dilettantistiche – sappiamo che sono solo quattro le federazioni definite professionistiche – serve maggiore chiarezza. Credo che se fosse stato affrontato con un metodo diverso, avrebbe potuto portare a un risultato. Ho sentito delle proposte in quest'aula, in questa Commissione, per esempio quelle di un grande dirigente sportivo, Franco Carraro, che è quello che probabilmente insieme al presidente del CONI Malagò ci sta aiutando a portare in Italia le Olimpiadi. Se sarà, sarà una vittoria di tutto il Paese. Ci sta aiutando. C'era chi parlava di aspettar sei mesi per vedere come vanno le cose.
  Non ho capito come Sport e Salute determinerà le risorse alle varie federazioni. Ho sentito dire che le federazioni sono solo i campioni e la preparazione olimpica. Non è così. Ho avuto la fortuna di fare sport e, quando ho iniziato, a nove anni, ero uno dei tanti iscritti della società sportiva dove andavo, che tra le altre cose Pag. 14era la polisportiva più importante d'Italia, la Petrarca. Non aveva grandi sponsor. Viveva solo di volontariato, nel rugby, nel basket, nel calcio, nella pallavolo, con tutte squadre in serie A, tranne il calcio. Vinceva medaglie. Non so come verranno destinate le risorse alle federazioni, che poi le destinano a queste società sportive dilettantistiche.
  Fino ad oggi, il Comitato olimpico e le federazioni garantivano una linea di successo e non solo. A me interessa molto, perché credo che i campioni determinino un effetto. Dopo le Olimpiadi, infatti, tutti gli sport meno seguiti hanno un numero alto di iscrizioni a settembre; quindi i campioni sono importanti, ma soprattutto i ragazzi stanno lontani dal bullismo, vengono loro insegnati fenomeni e stili di vita consapevoli per combattere, per esempio, l'obesità; si insegna a stare insieme. Non ho idea di come verranno destinate le risorse. È tutto lasciato in modo generico, oggi, superficiale perché generico. Credo che un argomento di questo tipo avrebbe dovuto essere trattato tutto insieme.
  Non entrerò in temi specifici, come quando si parla dei centri sportivi scolastici. Se non ci sono le federazioni, non c'è neanche lo sport inteso in un certo modo. L'onorevole Mariani ha fatto sport e sa che le gare si fanno con la federazione, con le società sportive affiliate alle federazioni, sennò è un'altra cosa.
  Presenteremo degli emendamenti e discuteremo sui centri sportivi scolastici, ma il vero punto, il vero vulnus di questa legge, che è l'articolo 1, richiede una chiarezza maggiore. Ed è per quello che dico al segretario, in linea con quello che ha detto un grande dirigente sportivo, Franco Carraro, che credo che sia il caso di ragionare bene su quello che si vuole fare.
  Ovviamente, noi presenteremo degli emendamenti e ne discuteremo in Aula. Sono certo che il Sottosegretario Giorgetti ami lo sport, l'ha fatto, e non metto in discussione la sua volontà di migliorare le cose. Allora, dico che una cosa sono gli agenti sportivi, che scrivono a tutti noi, e basta l'intervento di uno di noi per riportare il loro punto di vista. Il Governo e il Parlamento valuteranno, naturalmente, e prenderanno le decisioni, perché noi siamo la parte legislativa, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Credo, però, che rispetto al mondo del volontariato, il mondo più importante che c'è nel nostro Paese, e quindi delle federazioni e delle associazioni sportive dilettantistiche, vada fatta una riflessione ulteriore perché temo e credo, non per volontà del Governo, che se deve diventare un grande assessorato allo sport, non vada bene. Il modello italiano, invece, ci è invidiato in tutto il mondo per i suoi grandi successi. Ripeto che ci vuole un'ora di audizione per smontarlo, ma ci sono stati dei cenni per costruirlo.

  PATRIZIA PRESTIPINO. Benvenuto, onorevole Giorgetti. Come ha ammesso anche lei dall'inizio, una delega così ampia rischia di rendere indefinito il perimetro della riforma, ma voglio fare seccamente alcune domande, visto che l'argomento è stato trattato anche in maniera esaustiva dai colleghi.
  C'è un punto che mi è oscuro e, credo, non solo a me: perché questa differenziazione tra discipline olimpiche e non olimpiche? Credo che questo sia il punto dirimente. Chi vigilerà su chi e che cosa? I latini dicono quis custodiet custodes?, cioè chi vigilerà sui vari ambiti? Lo sport è per definizione cultura, unito, unitario e inclusivo: perché questa differenziazione di attenzioni tra le diverse discipline?
  Un'altra questione mi sta molto a cuore e la posi anche in occasione dell'audizione con il presidente Malagò: degli organi territoriali del CONI eletti tutti dal basso, anche con numeri abbastanza importanti, che oggi svolgono un'importante funzione di raccordo tra enti locali, scuole, MIUR, in favore dello sport per tutti, che cosa si intende fare? Che cosa ne sarà degli organi territoriali del CONI e della loro importante funzione di intermediazione sociale, culturale ed economica sui territori? La domanda principale è: che cosa intendete fare, a questo punto, per tutelare lo sport cosiddetto sociale? Se sì, in quali punti modificherete la legge Melandri, punto essenziale nel mondo dello sport? Pag. 15
  Last, but not least, visto che avete creato quest'importante contenitore Sport e Salute, come pensate di finanziare a questo punto una politica – lasciatemi usare un termine molto caro a noi del Partito Democratico – di invecchiamento attivo? Con quali risorse? Le toglierete alle federazioni o a chi altro?
  Penso che sia importante dare risposte chiare per una delega fin troppo ampia, ed è proprio quest'ampiezza che ci spaventa e spaventa il mondo sociale ed economico dello sport.

  PAOLA FRASSINETTI. Ringrazio il sottosegretario. Vado nello specifico, all'articolo 14, delega in materia di sicurezza delle discipline sportive invernali, e pongo alcune domande.
  Ci sono elementi molto importanti relativi alla velocità, alla sosta sulle piste: mi chiedo, però, senza vigilanza delle forze dell'Esercito, della Polizia, sulle piste, come possano queste misure essere attuate. Mi preoccupa anche il fatto che gli sciatori non abbiano un'identificazione, e quindi possono arrivare, travolgere qualcuno e scappare. Gli incidenti sulle piste sono un problema. Ce ne sono sempre di più, e molte volte anche mortali. La questione che pongo è proprio questa: cercare di attuare un sistema di vigilanza che possa rendere queste misure operative. Sul casco ho una riserva. Io lo metterei fino alla maggiore età, ma sono una sciatrice e conosco molti sciatori, abituati a sciare senza casco fin dagli anni Sessanta, che si trovano un po’ in imbarazzo. A quel punto, sarebbe molto meglio rendere obbligatorio il paramento sulla colonna vertebrale, perché forse nello sci è molto più facile indossare quello. Sarebbe secondo me molto importante trovare un sistema che individui, però, le persone che sciano e che spesso scambiano una pista per una pista a discesa libera anche in giornate in cui ci sono bambini che fanno lezione.

  EMANUELA ROSSINI. Sottosegretario, la sua presenza e soprattutto la sua disponibilità mi portano a porle una domanda che sta tenendo in sospeso tutto il terzo settore, ovvero se state valutando la proroga della data del 2 agosto, entrata in vigore. A supporto e con l'appello le do solo due delle tante motivazioni.
  La prima arriva dalla circolare dell'ordine nazionale dei commercialisti, che molto puntualmente dice: siccome non potrà essere funzionante il registro, l'infrastruttura informatica, facciamo slittare la data.
  La seconda è che la complessità della riforma richiede una transizione più articolata e più lunga di quella prevista. Tra l'altro, se volesse far slittare la data, c'è un decreto pronto, se lo vuole sottoscrivere: si tratta del decreto-legge Crescita, il n. C. 1807. Ne saremmo felici. Io poi sono del Gruppo Misto, quindi nessuna appartenenza...
  Ultima questione: come mai non si riescono a equiparare per altri gruppi di associazioni sportive le facilitazioni fiscali di cui godono le associazioni dilettantistiche sportive? Faccio riferimento all'annoso problema delle bande musicali. Se non le vogliamo qui a suonare una marcia funebre, dobbiamo dare una risposta. È preparato. Ne sono felice, perché è arrivato a lei tutto quello che sta arrivando a noi. Le posso solo dire che ho approfondito a lungo, sono andata a convegni tecnici con commercialisti che curano la fiscalità delle bande musicali e ho sentito che non sanno che cosa avverrà. Grazie se potrà dare una risposta.

  CARMELO MICELI. Mi unisco al coro di ringraziamenti per il Sottosegretario Giorgetti. Soprattutto, mi unisco all'invito rivolto dall'onorevole Rossi affinché si continui in un'ottica di confronto sereno.
  Entrerò in un tema specifico, quello della disciplina del titolo sportivo, l'articolo 3. Ritengo di dover porre una domanda e chiedo al sottosegretario se è intenzione del Governo esercitare in maniera più approfondita la delega sul punto. Onestamente, nello spirito in cui nasce quest'articolo 3, ovvero come volontà di tutelare il titolo, ma soprattutto ciò che attorno al titolo sta, par condicio creditorum, credo che se davvero vogliamo realizzare questo obiettivo del genere, sia giunto il momento che il Governo affronti alcuni temi reali e concreti. Pag. 16Nello specifico, ci si dovrebbe porre il problema se sia il caso o meno di immaginare sistemi di tutela e di interventi di vigilanza e controllo, in particolar modo nei confronti delle federazioni, che attraverso le proprie scelte autonome – la tanto sbandierata autonomia delle federazioni – incidono in maniera diretta e talvolta anche violenta sul valore dei titoli sportivi, e di conseguenza sui creditori.
  Lei fa un passaggio sulla necessità o meno di qualificarli come soggetti sottoposti all'obbligo di tracciabilità finanziaria dei flussi, e quindi qualificabili come organismi di diritto pubblico. In realtà, sul punto, senza necessariamente dover attendere altro, mi permetto di segnalare che esiste la delibera n. 372 del 23 marzo 2016 di ANACA che ha già chiarito il fatto che le federazioni sportive sono da qualificare come organismi di diritto pubblico. Se così è, a maggior ragione ritengo sia doveroso e necessario prevedere forme di controllo e di incidenza sulle decisioni che debbono avere anche carattere di repentinità. Faccio un esempio, e provo a entrare nello specifico cogliendo anche il suo invito a mettere sul tavolo questioni non direttamente e strettamente oggetto della delega, ma che in qualche modo interessano noi. Prendo l'esempio del campionato di serie B di calcio, un campionato iniziato male e finito peggio. Presidente, salvo non voler far finta di non vedere quello che sta accadendo, abbiamo una decisione autonoma di una federazione. Non entro nel merito della giustizia sportiva. La giustizia fa il suo corso, le sentenze si impugnano dinanzi alle autorità preposte. È pur vero, però, che sulla scorta della sentenza di un tribunale federale, è intervenuta una decisione della lega di serie B assunta da soggetti direttamente interessati al valore e alla tutela dei propri titoli che incide in maniera diretta e violenta sui titoli di altre società sportive. Mi riferisco, nello specifico, alla società sportiva US città di Palermo e al Foggia Calcio.
  È chiaro che solo chi non vuole vedere che decidere di sospendere i playoff di serie B, o meglio di modificare il calendario originale dei playoff di Serie B e convocare nuovi calendari con l'esclusione della US città di Palermo e impedire lo svolgimento dei playout produce già l'esecutività di una sentenza. Rende già di fatto esecutiva una sentenza che ancora esecutiva non è e i cui termini per l'appello sono invece pendenti. Qualcuno mi chiederà che cosa c'entri. C'entra, perché attraverso decisioni del genere intanto si anticipa l'efficacia di una sentenza non definitiva e si pregiudica, secondo me anche in maniera irrevocabile, o meglio quasi devastante, il valore del titolo, si pregiudicano le ragioni dei creditori, ma mi permetto di dire che si pregiudica l'immagine delle città e dello sport tutto.
  In chiave generale, le chiedo se non sia il caso di affrontare questi argomenti nel momento di esercizio della delega e se e in che modo saranno affrontati. Nel caso specifico, le chiedo invece, con riferimento a delitti che si stanno già consumando e che a breve saranno definiti e definitivi, se non sia il caso di intervenire in qualche modo.

  DANIELE BELOTTI. Non voglio rubare tempo. Mi limito solo a rimarcare la metodologia utilizzata per informare il sottosegretario. La metodologia è stata quella dell'ampia disponibilità, come è stato sottolineato da qualcuno negli interventi precedenti. Era stato richiesto di posticipare l'approvazione in Aula di una quindicina di giorni alla luce dell'alto numero di audizioni richieste. Abbiamo posticipato nella seconda metà di giugno, anche se è ancora da calendarizzare in Aula. Stamattina, è stata avanzata un'ulteriore richiesta, che mi trova d'accordo e comunque disponibile, di prorogare al 28-29 maggio la presentazione degli emendamenti, se non c'è nulla in contrario sia da parte della segreteria, dalla parte tecnica, sia da parte del Governo. In questo modo, si consentirebbe, dopo l'audizione di oggi e la pausa dei lavori prevista per la settimana prossima, di lasciare il tempo per una valutazione del provvedimento, anche con l'intenzione, come ci siamo detti nelle scorse settimane, di lavorare in un gruppo ristretto, non ufficiale, composto da coloro che stanno seguendo più da vicino questo provvedimento. Si potranno analizzare così gli emendamenti Pag. 17 in modo concreto e più snello per arrivare ai tempi di approvazione subito dopo la metà di giugno.

  PRESIDENTE. Do la parola al Sottosegretario Giorgetti nel caso in cui intenda replicare.

  GIANCARLO GIORGETTI, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie a tutti coloro che sono intervenuti. Naturalmente, siccome per tanti anni ho svolto attività parlamentare, ho grande rispetto per il Parlamento, quindi vengo in Parlamento quando mi invitate. Sono stato invitato a venire per concludere le audizioni e lo faccio adesso. Se mi aveste invitato all'inizio, sarei venuto prima. Dopo ventitré anni «dall'altra parte della barricata», conosco perfettamente il ruolo del Parlamento e di tutti quelli che sono intervenuti.
  È chiaro che la delega è di per sé uno strumento con cui il Governo toglie alcuni poteri al Parlamento e all'attività emendativa parlamentare. Deve però essere altrettanto chiaro però che, da parte mia, non c'è alcun problema se volete arricchire le deleghe, puntualizzare, limitare e porre vincoli. Su alcune vicende siamo abbastanza d'accordo, su altre non lo siamo; poi vi spiegherò nella mia replica, ma vi assicuro che questa disponibilità c'è. Non c'è da parte alcuna volontà di prevaricazione del Parlamento.
  È chiaro che siamo intervenuti in diverse fasi, qualcuno può dire in modo intempestivo o sommario, in particolare nella legge di bilancio, ma abbiamo inteso distinguere gli elementi di carattere economico finanziario da quelli di carattere ordinamentale.
  Per quanto riguarda questo disegno di legge, abbiamo cercato di portare all'attenzione del soggetto che norma, cioè del Parlamento, alcuni punti oggettivamente problematici, primo tra tutti quello del lavoro sportivo.
  Dalla legge n. 91 in avanti non si è fatto nulla, purtroppo, su un tema delicatissimo che riguarda centinaia di migliaia di persone. Dobbiamo provare a dare una risposta. Lo strumento della delega scelto è l'unico che ci permette di affrontare una materia così complessa, insieme al Ministro del lavoro, per riuscire a dare una sistemazione, altrimenti si rischia di finire in una palude da cui è difficile dare risposte.
  Quello degli agenti procuratori sportivi – poi ne parlerò – è un altro tema sensibile. Quello che accade, quello che si vede in giro, lo vediamo tutti. Dobbiamo dare assolutamente risposta a questo tipo di problemi.
  Abbiamo cercato di toccare i temi anche di maggiore rilevanza e urgenza. Naturalmente, ci sono tante altre questioni. Se volete, le affrontiamo e le normiamo, non c'è nessuna preclusione ad affrontare i temi.
  Vado in ordine di intervento, altrimenti mi perdo.
  Onorevole Casciello, sugli agenti sportivi, senza buttare quello che è stato fatto – al CONI stanno lavorando, sono partiti ricorsi e controricorsi – il settore va però regolato. Devono essere professionisti abilitati, devono essere non solo persone preparate, ma persone perbene, d'accordo? Devono esserci codici deontologici, rigorosa applicazione, rigorosi esami. Il settore va bonificato. Uso questo termine che magari può sembrare antipatico, ma specialmente quando si toccano anche interessi di soggetti deboli, come regolatori non possiamo transigere. È stato già fatto tanto, tanto deve essere fatto. La linea del rigore non si deflette, su questo non c'è dubbio, anche in termini di sanzioni.
  Onorevole Rossi, come ho detto, il confronto è aperto. Vogliamo discutere e fare delle norme per il bene dello sport italiano. La legge delega è aperta al contributo di tutti, maggioranza e opposizione.
  Vorrei chiarire subito una cosa in termini generali.
  Rispetto a quello che è stato detto sulla volontà della politica di prendersi lo sport, sul rispetto dell'autonomia dello sport e via dicendo, non abbiamo assolutamente inteso violare lo spirito della carta olimpica, che abbiamo ben presente. L'ho fatta stampare, c'è la versione aggiornata in inglese, ma quella italiana del 1999 la recepisce. Pag. 18
  I Comitati olimpici nazionali – lo sa a memoria Marin – devono operare per mantenere armoniose relazioni di cooperazione con gli organismi governativi interessati. Da parte nostra, da parte del sottoscritto, del collega Valente, in undici mesi non è mai stata pronunciata alcuna parola non armoniosa nei confronti di organismi sportivi. Non so se si possa dire altrettanto nei confronti del Governo. Essi devono, altresì, contribuire efficacemente a mettere a punto programmi destinati alla promozione dello sport a tutti i livelli, poiché lo sport contribuisce all'educazione, alla salute, all'economia e all'ordine sociale. È auspicabile che i comitati olimpici nazionali possano beneficiare del sostegno dei poteri pubblici nella realizzazione dei propri obiettivi, cosa che siamo intenzionati a fare. I Comitati olimpici nazionali dovranno, tuttavia, preservare la loro autonomia e resistere a tutte le pressioni, incluse quelle di ordine politico, religioso ed economico, che potrebbero impedire loro di rispettare la carta olimpica. Da questo principio abbiamo cercato di riorganizzare – appunto per evitare questo tipo di «pressioni», di carattere normativo e non, tanto per intenderci – il sistema dello sport italiano, ispirandoci a modelli esistenti in giro per il mondo.
  Faccio riferimento ad alcune realtà che, per carità, non sono quelle a cui dobbiamo tendere, ma in cui, come nel comitato olimpico nazionale degli Stati Uniti, si fa esclusivamente la delegazione olimpica ogni quattro anni, ogni due anni. Non è quello il modello, però la carta olimpica dice sostanzialmente questo: il comitato olimpico deve mantenere l'autonomia, deve fare certe cose, ed è per questo motivo che spesso è richiamato l'alto livello alla preparazione olimpica. Quella è competenza intangibile, totalmente riconosciuta in autonomia al CONI, e nessuno intende metterla in discussione. Una cosa deve, però, essere altrettanto chiara: il CONI è importante, ma lo sono di più le federazioni sportive. Parliamoci chiaro, le federazioni sportive sono quelle che organizzano l'attività agonistica, formano i campioni. Poi il CONI li coordina. È come il direttore d'orchestra e i tanti strumenti che suonano. La tutela dell'autonomia delle federazioni è riconosciuta, e l'abbiamo ribadita peraltro nella lettera g) dell'articolo 1.
  Onorevole Rossi, sui rapporti tra Sport e Salute, CONI e federazioni sportive, non è forse opportuno aspettare l'esperienza dell'inveramento – adesso, c'è anche la nuova governance – di Sport e Salute? Sì, sicuramente. È un processo che richiederà, non mesi, ma probabilmente anni, in cui l'armoniosa collaborazione che ci deve essere tra tutti i soggetti è l'elemento – l'ho ribadito più volte – che permette il successo di quest'iniziativa. Quello che Sport e Salute in più dovrà portare, a nostro giudizio – e abbiamo studiato il modello australiano, quello inglese – è una focalizzazione sulle «dimensioni» dello sport, anche non semplicemente il risultato sportivo. È stato più volte richiamato l'aspetto della prevenzione sanitaria, quello della dimensione educativa della scuola.
  In questo senso, per quanto riguarda l'erogazione dei contributi, il Governo non darà nessun tipo di indicazione specifica. Certamente, il Governo, ma anche il Parlamento, dovrà dirci se stanziare più soldi per fare sport a scuola o fare una grandissima campagna di prevenzione sanitaria. Quelle risorse verranno messe a disposizione di Sport e Salute e dovranno essere indirizzate a quest'obiettivo.
  Un mandato, questo sì, è chiaro, e deve essere anche ispiratore dei criteri con cui vengono trasferiti i soldi e i contributi alle federazioni e al sistema sportivo. Vorremmo che alla base, al terminale del sistema sportivo, che sono le associazioni sportive di base, arrivi il più possibile. Se oggi dal bilancio dello Stato arriva 100 al sistema del CONI e delle federazioni sportive e arriva 50 al sistema sport di base, vorremmo che magari tra cinque anni da qui uscisse 200 e allo sport di base arrivasse 150 e alla struttura burocratica, che noi contribuiamo ad alimentare con una serie di leggi e procedimenti burocratici, tali per cui tante di quelle risorse finiscono soltanto per mantenere la struttura, andasse il meno possibile.
  In passato è stato fatto in modo giusto o sbagliato? Non lo so. Se sentite le federazioni Pag. 19 sportive, troverete chi è contento e chi è scontento. Naturalmente c'è un ampio dibattito in proposito. Siccome rispetto l'autonomia sportiva non lo so, però ci sono diversi punti di vista.
  Per quanto riguarda i mandati, esattamente come ha detto lei, onorevole Rossi, l'impianto della legge n. 8, che ho contribuito anch'io in qualche modo a determinare, è un impianto tale per cui, alla luce delle esperienze, esattamente come Sport e Salute, abbiamo visto che in alcune federazioni piccole a livello periferico, se mettiamo il limite dei mandati, non troviamo più nessuno che vada lì a fare il consigliere federale o il presidente di federazione. È, quindi, chiaro che dovremmo tutti assieme cercare di trovare la contemperazione tra il limite dei mandati e la realtà delle federazioni per quelle che esse sono in termini di dimensione, perché altrimenti non ne usciamo più.
  Per quanto riguarda gli agenti, come ho già detto, non vogliamo buttare quello che è stato fatto in passato. Anche sull'impiantistica, spero che esca quanto prima il primo bando «Sport e periferie» e che finalmente riparta quello del CONI, bloccato da dieci mesi dalla sentenza del consiglio di Stato, che impediva di utilizzarlo senza il passaggio alla Conferenza Stato-regioni.
  Si sta rimettendo in moto la macchina del finanziamento sull'impiantistica sportiva di base, cercando anche in questo caso di non privilegiare gli impianti agonistici di alto livello, che sono molto cari alle federazioni. Ci sono anche gli impianti piccoli e medio-piccoli che interessano i comuni e le associazioni e che devono essere tutelati.
  Rispondo all'onorevole Mollicone. Sullo strumento della legge delega ovviamente mi scuso, ma vi garantisco che forse è l'unico modo per riuscire a fare qualcosa, con grande disponibilità, però, a recepire le vostre osservazioni. Sempre per rispondere all'onorevole Mollicone, voglio spendere qualche parola sulla vigilanza. Sui princìpi attuali nello sport ho cercato di essere chiaro. Questa è una cosa importante da chiarire. Noi immaginiamo – e qui è scritto – che la vigilanza relativamente all'attività sportiva e all'ordinamento sportivo sia del CONI e continuerà a rimanere del CONI per quanto riguarda le federazioni sportive; per quanto riguarda, invece, l'utilizzo delle risorse economiche che transitano a Sport e Salute, questa competenza spetta a Sport e Salute che non potrà commissariare, giustamente, le federazioni sportive, ma circa l'utilizzo pubblico e trasparente di quelle risorse, invece, potrà sindacare e, quindi, eventualmente, potrà revocare i contributi, annullarli e chiederne la restituzione. Se poi una federazione senza contributi pubblici vuole fare la sua attività, lo potrà anche fare, però la vigilanza del CONI e il commissariamento rimangono comunque dell'ambito sportivo.
  Vengo al titolo sportivo. Il titolo sportivo è una cosa molto seria, è un tema su cui spero che questa Commissione sarà chiamata presto a riflettere. Il titolo sportivo è, da un lato, un valore economico proprio di una «realtà», di una società che sta sul mercato. Ieri ero a un convegno in cui sono state sentite le società di serie A. Loro vivono nella dimensione dell'industria, teoricamente del business, anche se poi non fanno business perché sono quasi tutte in perdita. Tuttavia, c'è una dimensione economica e sicuramente patrimoniale, proprio di tipo civilistico, per quanto guarda il titolo sportivo. Se immagino un bilancio di una società, lo metto tra i beni materiali.
  Attenzione, non c'è soltanto questo. Il titolo sportivo dell'Atalanta – facciamo un esempio concreto che riguarda il nostro relatore – è qualcosa che non riguarda soltanto la proprietà del «signor x», ma è patrimonio collettivo di una comunità ed è il motivo per cui il lodo Petrucci, quando fallisce una società, rimette al sindaco la possibilità di disporre del titolo sportivo.
  Da un lato si deve tener conto di questo aspetto, ma dall'altro non si può trascurarne un altro, quello del fallimento in modo più o meno pilotato. Questo è il problema su cui invito tutti a riflettere: chi fallisce in un periodo dell'anno ad hoc, poi riparte dalla serie successiva e il suo titolo sportivo, che viene assegnato al sindaco e poi consegnato al soggetto più meritevole, sfugge alle regole di ordine generale della Pag. 20par condicio creditorum di tutti i creditori di quella società, che nel frattempo è fallita, e che non possono essere soddisfatti perché quel titolo sportivo, che forse era l'unica cosa che aveva un valore, sostanzialmente prende una strada che esula dalle previsioni del Codice civile.
  La proposta che noi abbiamo fatto in merito alla periziabilità del titolo sportivo fondamentalmente nasce dall'esigenza di gestire queste situazioni di procedure concorsuali relative a troppe società sportive, in particolare del calcio, ma purtroppo – temo – non più soltanto del calcio.
  Sull'impiantistica sportiva ovviamente potremmo aprire un capitolo molto più ampio. Faccio semplicemente riferimento all'articolo che abbiamo previsto qui. Non è che si voglia fare la rivoluzione, sicuramente però – lo ribadisco – una riduzione dei termini e delle procedure, non dico più agevolate, ma più brevi nel sì o nel no, secondo noi devono essere fatte.
  Rispondo all'onorevole Furgiuele, sulle scommesse. Sono molto fiero del lavoro che abbiamo fatto, però tanto deve essere ancora fatto. Purtroppo nei campionati non professionistici avviene di tutto. Posso dire alcune cose, altre no, ma è chiaro che c'è un coordinamento delle forze di sicurezza e dell'Agenzia delle dogane che monitorano i flussi, che purtroppo non avvengono sul territorio nazionale, perché se avvenissero qui sarebbero anche più facilmente perseguibili. Purtroppo si deve andare in Asia per correre dietro a soggetti che muovono questi tipi di situazioni.
  Per quanto riguarda tutta la normativa di agevolazione di tipo fiscale sulle associazioni sportive dilettantistiche e sulle sponsorizzazioni, suggerirei prudenza: è materia che, a mio avviso, viene dopo quella normativa che dovrebbe permettere alle associazioni sportive dilettantistiche di agire con la minore burocrazia possibile.
  Per sintetizzare, penso che a un certo punto si dovrà proporre alle associazioni sportive una specie di baratto: se operano completamente in tracciabilità, hanno determinate forme di beneficio; se, invece, vogliono operare in modo non tracciabile, allora dovranno essere sottoposte a regole più rigorose. Non so se mi spiego: se tutto passa dal conto corrente ed è tracciabile, allora si hanno determinate forme di agevolazioni, altrimenti ne passano altre. È una riflessione che stiamo facendo con l'Agenzia delle entrate, che però richiede un po’ più di tempo.
  Quello delle federazioni sportive e degli enti di promozione sportiva è un argomento delicatissimo, perché c'è un confine non chiaro tra le competenze degli enti di promozione sportiva e delle federazioni sportive nazionali. In particolare, teoricamente le federazioni sportive dovrebbero fare attività agonistica e gli enti di promozione sportiva la promozione allo sport di base.
  L'Antitrust, a cui è stata rimessa la materia da diversi enti di promozione, rischia di creare uno sconquasso nel sistema. Se gli enti di promozione sportiva possono fare quello che fanno le federazioni sportive nazionali, con campionati di concorrenza – cosa che in qualche modo spesso si verifica – le federazioni, che rivendicano questo tipo di monopolio o prerogativa, ovviamente reagiscono. Potrebbe essere l'occasione per il legislatore di riuscire a tracciare una sorta di linea di confine tra le due realtà. Se non lo fa legislatore – e potrebbe decidere di non farlo, lavandosene le mani – arriverà la decisione dell'Antitrust, che farà da riferimento.
  Rispondo all'onorevole Toccafondi sulla nuova funzione del CONI nello sport nazionale. L'ho detto e lo ribadisco: il CONI deve essere il direttore d'orchestra delle federazioni sportive e degli enti di promozione sportiva, non deve fare attività di carattere gestionale ed economico-finanziario su risorse pubbliche, che hanno e devono avere logiche diverse.
  Un aspetto sul quale siamo sempre stati in disaccordo con il presidente del CONI è che abbiamo reciso quello che, a nostro giudizio, era un conflitto d'interesse plateale tra coloro che ricevevano i contributi e coloro che votavano chi gli dava i contributi. Se è il presidente del CONI che dà i contributi ai presidenti federali e i presidenti federali sono quelli che lo eleggono, è evidente che qualcosa non va. Pag. 21
  Adesso, a mio avviso, abbiamo rimesso in linea la vicenda, per cui i rapporti sono privi di questa influenza. Magari mai ce l'hanno avuta, però ora i presidenti federali sono finanziati da Sport e Salute, che non dovranno mai eleggere; quindi, questa dinamica può svilupparsi in assenza di considerazioni di carattere economico-finanziario, ma con considerazioni eminentemente e semplicemente di tipo sportivo.
  Per quanto riguarda la scuola, l'onorevole Toccafondi conosce i rapporti di odio e di amore con le federazioni sportive, le associazioni sportive e gli enti di promozione sportiva anche sull'utilizzo degli impianti. Ne abbiamo talmente pochi che l'auspicio ovviamente è che questo tipo di amore prevalga. Non è deliberatamente voluta. Se ritenete di aggiungere o specificare, non c'è alcun problema.
  Lo ringrazio per aver sollevato il tema degli agenti. Abbiamo veramente bisogno del grande concerto anche da parte delle forze politiche per andare avanti su questa strada. Tenete presente che evidentemente la normativa non è soltanto nazionale, ma è anche di tipo internazionale su queste vicende degli agenti sportivi, quindi la nostra normativa ha vincoli anche di ordine superiore.
  Sugli stadi ho già risposto.
  L'onorevole Marin, venendo dal mondo dello sport, anche se adesso fa politica, è giustamente preoccupato dalla potenziale influenza che lo sport può avere sul CONI. Ovviamente da parte nostra non c'è affatto questo intendimento, però mi rendo conto che quando si fanno le norme bisogna creare un sistema di pesi e contrappesi per evitare che in futuro questo si possa verificare.
  Come dicevo prima, la nostra intenzione è nobile e ne verificheremo sul campo anche la sua concretizzazione. Penso che anche per quanto riguarda la governance l'abbiamo dimostrato. Non abbiamo voluto commissariare il CONI, non ci abbiamo mai pensato; non abbiamo voluto commissariare Sport e Salute e potevamo farlo; non abbiamo modificato neanche il termine della durata del collegio sindacale che è stato nominato da chi c'era prima di noi ed è rimasto lì. Credo che la nomina dell'amministratore delegato precedente sia priva di qualsiasi riferimento politico e territoriale, anzi devo dire che qualche collega invidia il fatto che lo abbiamo portato via da altri settori per metterlo sullo sport, però questo è un titolo di merito da parte dell'ingegner Sabelli. Se lo volete ascoltare in audizione, credo che vi possa fornire alcuni elementi.
  Il nostro obiettivo è fare bene nello sport italiano e aumentare anche il perimetro delle risorse. Il meccanismo che abbiamo studiato, secondo noi, lo consentirà; quindi ci sarà uno sport più forte, maggiormente finanziato e con un perimetro di attività più ampio.
  Rispondo all'onorevole Prestipino. La distinzione tra attività olimpica e non olimpica è una distinzione non facile, non è scritta da nessuna parte. Premetto che il Comitato olimpico nazionale si occupa anche di discipline non olimpiche, che non fanno le Olimpiadi, e già questo dimostra che è difficile.
  Ad esempio, il presidente della Federazione italiana pesca sportiva mi diceva: «Noi non andiamo alle Olimpiadi, ma ci sono alcuni miei atleti che ambirebbero a diventare campioni del mondo di pesca sportiva. Che cosa faccio adesso? Vado sotto Sport e Salute o vado sotto il CONI?» Gli ho risposto: «Per la dimensione dei campionati mondiali vai sicuramente sotto il CONI».
  Siccome la mia ambizione – dico una cosa per cui spero che nessuno si offenda – è che i pensionati italiani, invece di stare a casa a rimbambirsi davanti a Internet o alla televisione, vadano a pescare, ed è un obiettivo di Sport e Salute, vorrei che la Federazione italiana pesca sportiva raddoppiasse i tesserati e tornasse in qualche modo ai numeri che aveva qualche anno fa. Ho fatto un esempio stupido, per farvi capire secondo me dove sta la finalità. Qualcuno dirà: «Stanno a casa a fare sport con Internet, quindi anche queste sono discipline che potrebbero diventare sport olimpici». Onestamente sono contrario a questa ipotesi. Pag. 22
  Il discorso relativo agli organi periferici del CONI è un tema, nel senso che il cosiddetto «territorio», a mio avviso, ha subìto una riforma sbagliata, che è quella dell'abolizione dell'elettività dei presidenti provinciali del CONI. Ritengo che quando il CONI decise di togliere l'elettività dei presidenti provinciali fece una cosa sbagliata. Di fatto, il terminale del territorio è già stato in qualche modo smembrato dal CONI e la dimensione regionale non è quella ideale per gestire il territorio. In ogni caso, siccome sul territorio si misura la capacità di incidere davvero sulla dimensione dello sport di base, qui sì «si parrà nobilitate» della nuova missione di Sport e Salute. Qui sì, secondo me, è molto più rilevante l'attività delle federazioni rispetto a quella del CONI, perché l'attività di sport di base, a livello territoriale, non è svolta dal CONI, ma dalle federazioni sportive.
  Per tutte le federazioni sportive abbiamo sempre avuto la porta aperta. Ci sono quelli più invadenti che entrano per primi, quelli che arrivano dopo, quelli che sono più prudenti. È chiaro che il Governo non si sostituisce e non si deve sostituire al CONI per quanto riguarda i rapporti con le federazioni. Parliamo con tutti, ma conosciamo bene le distinzioni dei ruoli.
  Onorevole Frassinetti: il tema, che qui sembra quasi un fuor d'opera, della sicurezza sulle piste di sci doveva prima o poi essere affrontato e abbiamo deciso di farlo qui. In qualche modo trova un gancio anche per il discorso della candidatura olimpica, che non è la candidatura di Milano-Cortina, ma è la candidatura della montagna italiana. Quella, se andrà a buon fine, dovrà essere l'occasione per presentare al mondo la nostra montagna per quella che è. Però non possiamo ignorare che buona parte dell'impiantistica è obsoleta e non più all'altezza e, molto spesso, neanche in grado di soddisfare i requisiti di sicurezza. Quella è un'occasione, se va in porto, per compiere un'operazione di ammodernamento su tutta la rete. Vogliamo mettere in vetrina quanto siamo bravi.
  Arrivo al terzo settore. Credo che si vada, come sempre in Italia, alle proroghe, perché facciamo le cose bellissime, ma poi, anche ovviamente per colpa di chi deve fare i decreti ministeriali e le norme applicative, arriviamo sempre tardi. Penso però che si vada verso quella direzione.
  Per quanto concerne le bande musicali le devo dire che la cosa che mi ha lasciato più triste e sconcertato è che non hanno approvato la norma che avevo proposto, cioè quella che equiparava le bande musicali e i gruppi musicali alla disciplina delle associazioni sportive dilettantistiche. L'avevo voluta io, quindi quando non è stata approvata ci sono rimasto pure male. Non capisco perché chi suona in una banda e fa cultura musicale debba essere trattato in modo diverso rispetto a chi fa pratica sportiva. Questo, però, è un conflitto di interesse, perché tenevo a quell'emendamento e non so perché sia sparito dalla circolazione.
  L'ultimo punto che tocco riguarda vicende di attualità. L'onorevole Miceli introduce un tema che in qualche modo confligge con quanto ho detto in precedenza: l'autonomia dello sport fino a che punto può essere tutelata? Ricorderete che uno dei provvedimenti di questo Governo della scorsa estate, per cui fu anche contestato, è stato un decreto-legge in materia di giustizia sportiva, perché l'autonomia dello sport e della giustizia sportiva deve essere preservata. Però a un certo punto, quando si vedono cose che palesemente non funzionano, qualcuno deve prendersi la responsabilità di invadere il campo. L'abbiamo invaso solamente nella fase delle ammissioni ai campionati. Mai avremmo immaginato che queste situazioni si replicassero anche alla fine del campionato. Infatti, se lei va a vedere, troverà una normativa, non dico di dettaglio... Abbiamo «indotto» – uso questo termine – il CONI a prevedere addirittura una commissione speciale con competenze ad hoc che valuti l'ammissione ai campionati sotto l'aspetto delle condizioni economiche, mentre prima si valutavano soltanto quelle di tipo giuridico. È in fase di costituzione e il presidente Frattini mi dice che la stanno costituendo. Dovrebbe gestire la fase estiva di iscrizione ai campionati. Pag. 23
  È evidente che, come è avvenuto per la serie B nel 2019, la teoria del fatto compiuto costituisca lo strumento che viene adottato per rendere di fatto ineffettivi o superflui i futuri gradi di giudizio. Credo che sia un principio dell'ordinamento del diritto romano, non del diritto sportivo, che almeno il secondo grado vada in qualche modo aspettato prima di trarre conclusioni definitive. Le vicende relative al Foggia e al Palermo sono un po’ diverse. Anche in quel caso risulta francamente strano che ci siano voluti tre o quattro anni per arrivare a far emergere una situazione che a naso, vista da fuori, creava qualche elemento di imbarazzo. Questo è un problema che non riguarda soltanto il calcio: anche nella pallacanestro è accaduto. In quel caso hanno deciso, però, un giorno prima della fine del campionato; mentre qui, curiosamente, si è deciso un giorno dopo.

  CARMELO MICELI. (fuori microfono) C'è anche un tentativo di una settimana prima, però.

  GIANCARLO GIORGETTI, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. No. Onorevole Miceli, se va a vedere i motivi per cui la decisione è arrivata dopo o è arrivata prima, in ambedue i casi non sono semplicemente di ordine giuridico. Non so chi ha fatto bene, se ha deciso bene la pallacanestro o se ha deciso bene il calcio di serie B, però le regole dovrebbero essere chiare e valide per tutti allo stesso modo.
  Domani c'è un Consiglio della federazione. Ho parlato col presidente federale. Come legislatore io sono a disposizione. Non venite, però, a dire che è il Governo che fa invasioni di campo. Addirittura presentai un decreto-legge che suscitò sconcerto. Tuttavia, la credibilità del sistema viene compromessa così. Purtroppo l'Italia è l'unico Paese dove i campionati professionistici hanno punteggi, penalità ed esclusioni durante il campionato. Così non si può andare avanti. Sono in grado di dare tutto il sostegno possibile e immaginabile al mondo dello sport, in particolare a quello del calcio ma non solo, però il sistema deve darsi una raddrizzata da solo.
  Il processo attuato sulla giustizia sportiva è stato molto contestato. Ci sono alcuni presidenti federali che contestano questa impostazione. In quel caso, clamorosamente, ho fatto un intervento di concerto col presidente Malagò, perché penso che soltanto un organismo sovraordinato possa andare a sindacare sulle vicende delle federazioni, perché, se le lasciate alla giustizia della singola federazione, in cui i giudici vengono eletti contestualmente al presidente federale, è chiaro che non avete un giudice terzo. Questo è il motivo per cui la riforma voluta e ispirata dal Governo fa sì che in quei collegi giudicanti, dal prossimo giro, ci saranno giudici sorteggiati e a rotazione rispetto a un albo nazionale. Pian piano stiamo cercando di correggere le storture, però vedete che in quel caso l'autonomia dello sport purtroppo non è sufficiente a garantire l'imparzialità delle decisioni.

  PRESIDENTE. Ringrazio della disponibilità aggiuntiva il sottosegretario. Vi porto i ringraziamenti anche di tutti gli auditi. Ci sono una serie di interventi sull'ordine dei lavori.

  VALENTINA APREA. Intervengo sull'ordine dei lavori, presidente. Vorrei parlare alla Commissione, ma soprattutto al sottosegretario. Ho una considerazione e una richiesta. La considerazione è che questo pomeriggio mi ha riconciliata col ruolo di parlamentare, di capogruppo di opposizione e di Commissione di merito, perché abbiamo potuto parlare e abbiamo potuto ascoltare il Governo.
  Faccio una richiesta, Sottosegretario Giorgetti. Ci conosciamo da troppo tempo e abbiamo fatto una vita parlamentare insieme, in altre legislature. Le chiedo, da Sottosegretario alla Presidenza di far capire ai membri del Governo che afferiscono a questa Commissione che devono dialogare con le Commissioni. Lei è il primo che parla. Noi abbiamo sentito, ascoltato, discusso e capito, magari non abbiamo condiviso tutto, ma ci è più chiaro. Con gli altri Pag. 24rappresentanti del Governo, ministri o sottosegretari, non c'è dialogo. Se vengono, non parlano. Sottosegretario, è uno scandalo. Ci pensi lei, faccia una letterina da Sottosegretario alla Presidenza, faccia qualcosa.

  GIANCARLO GIORGETTI, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Non aumenti le mie preoccupazioni.

  VALENTINA APREA. Faccia qualcosa, ma lei è stato bravo come politico, poi per il resto ai posteri l'ardua sentenza.

  PRESIDENTE. Va bene, però voglio sottolineare che ci sono stati alcuni ministri che sono venuti e hanno dato la disponibilità a intervenire e interloquire. O dichiariamo chiusa la seduta oppure diamo la disponibilità anche a Rossi di intervenire sull'ordine dei lavori. Prego, deputato Rossi.

  ANDREA ROSSI. Intervengo molto rapidamente anch'io per ringraziare il sottosegretario, come ha già fatto la capogruppo Aprea, per la sua disponibilità e per la chiarezza anche nella replica, rivendicando il fatto che, come abbiamo detto all'inizio, se c'è un dialogo, possiamo anche avere su certi punti posizioni distanti, ma su altri si può trovare una quadra e spero che sia il lavoro che faremo nelle prossime settimane.
  Per questo ringrazierei anche l'attuale relatore Belotti, visto che è qui anche il sottosegretario, essendo una questione che riguarda, non solo i lavori d'Aula, ma anche ovviamente i rapporti col Governo. Se viene concessa quella settimana per presentare gli emendamenti e, quindi, arrivare al 29 maggio, è chiaro che si va anche incontro a ulteriori esigenze. Infatti, non nascondiamoci – siamo tutte persone navigate – che avremo una settimana in cui tutti noi saremo attenti ad altre vicende di natura politica, quindi, se ci venisse concessa questa settimana, si andrebbe incontro alle esigenze di noi parlamentari che, così come – immagino – i membri del Governo, saremo impegnati a svolgere impegni di iniziativa elettorale.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Mollicone, sempre per un intervento sull'ordine dei lavori.

  FEDERICO MOLLICONE. Sono d'accordo con la proposta di Belotti di fare una sorta di comitato ristretto e analizzare gli emendamenti al testo. Ringrazio il sottosegretario per la disponibilità all'approfondimento. Registro che sulla territorialità del CONI e la Carta olimpica ha un po’ sorvolato, ma presenteremo degli emendamenti e poi ci confronteremo su questo.

  PRESIDENTE. Grazie a tutti gli intervenuti.
  Dichiaro chiusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.55.