XVIII Legislatura

V Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Lunedì 7 giugno 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Melilli Fabio , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, nell'ambito dell'esame del decreto-legge n. 73 del 2021, recante Misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Melilli Fabio , Presidente ... 2 
Franco Daniele , Ministro dell'economia e delle finanze ... 2 
Melilli Fabio , Presidente ... 8 
Borghi Claudio (LEGA)  ... 8 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 9 
Lovecchio Giorgio (M5S)  ... 10 
Lupi Maurizio (Misto-NcI-USEI-R-AC) , intervento da remoto ... 11 
Fassina Stefano (LeU) , intervento da remoto ... 12 
Pella Roberto (FI)  ... 13 
Pagano Ubaldo (PD) , intervento da remoto ... 14 
Bitonci Massimo (LEGA)  ... 15 
Trano Raffaele (Misto-L'A.C'È) , intervento da remoto ... 16 
Lucaselli Ylenja (FDI) , intervento da remoto ... 17 
Comaroli Silvana Andreina (LEGA)  ... 18 
Del Barba Mauro (IV) , intervento da remoto ... 18 
Melilli Fabio , Presidente ... 19 
Franco Daniele , Ministro dell'economia e delle finanze ... 19 
Melilli Fabio , Presidente ... 24

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FABIO MELILLI

  La seduta comincia alle 19.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, nell'ambito dell'esame del decreto-legge n. 73 del 2021, recante Misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, nell'ambito dell'esame del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante Misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali. Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori della Commissione, prego i deputati che intendono intervenire di prenotarsi entro i primi quindici minuti della seduta. Prima di dare la parola al Ministro Franco, come sapete, nella giornata odierna è venuto a mancare l'onorevole Guglielmo Epifani. Invito, quindi, la Commissione ad osservare un minuto di silenzio (La Commissione osserva un minuto di silenzio). Do, quindi, la parola al Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco.

  DANIELE FRANCO, Ministro dell'economia e delle finanze. Presidente e onorevoli deputati, innanzitutto vi ringrazio per l'opportunità di illustrare il provvedimento approvato dal Governo il 20 maggio scorso.
  Questa è la terza misura – molto significativa – di politica economica introdotta dal Governo negli ultimi mesi. Come sapete, a fine marzo abbiamo approvato il primo decreto-legge recante misure di sostegno, il decreto-legge n. 41 del 2021, con una spesa di circa 30 miliardi di euro, mentre a fine aprile abbiamo presentato il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che includeva anche 191 miliardi di euro di fondi europei e 30,5 miliardi di euro di fondi italiani, i quali sono stati oggetto del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59.
  Il decreto-legge n. 73, che è stato approvato il 20 maggio scorso, prevede interventi aggiuntivi nel 2021 per quasi 40 miliardi di euro e utilizza i margini di bilancio chiesti dal Governo e autorizzati dal Parlamento in aprile in coerenza con il Documento di economia e finanza.
  Perché un intervento così ampio? Sappiamo tutti che abbiamo attraversato e stiamo attraversando una profonda recessione: l'anno scorso il PIL italiano è sceso del 9 per cento e l'occupazione è fortemente diminuita; molte categorie della popolazione e del sistema produttivo hanno fortemente sofferto e vi è il rischio che si producano danni permanenti al tessuto produttivo; tuttavia, la flessione dell'attività economica si è arrestata all'inizio di quest'anno.
  I risultati del primo trimestre dell'anno – per il quale l'ISTAT stima una piccola ripresa dello 0,1 per cento – sono migliori delle nostre attese e di quelle di tutti i previsori. Ci attendiamo un secondo trimestre in crescita e ci attendiamo che la Pag. 3crescita si consolidi nel terzo e nel quarto trimestre. Abbiamo una previsione annua del PIL – quella indicata nel quadro programmatico del DEF – pari al 4,5 per cento.
  Negli ultimi tempi i vari previsori hanno formulato stime più ottimistiche. L'ISTAT qualche giorno fa ha formulato per quest'anno una previsione del 4,7 per cento. È probabile che, se sotto il profilo sanitario e sotto il profilo economico tutto continua con il ritmo delle ultime settimane, la previsione annua del PIL al 4,5 per cento possa essere rivista al rialzo.
  Detto questo, restano molte incertezze sull'evoluzione economica e sull'evoluzione della pandemia, in connessione anche alle varianti del virus, e abbiamo ancora un prodotto interno lordo che, nonostante questa fase di ripresa, resta ancora molto inferiore al livello del 2019.
  Questo decreto-legge, dell'importo molto rilevante di 40 miliardi di euro, ha due finalità principali. Da un lato, vi è la finalità di continuare ad accompagnare il Paese fuori dall'epidemia e fuori dalla recessione, sostenendo i lavoratori, le famiglie e le imprese più colpite per motivi di solidarietà, di equità e di coesione, ma anche per scongiurare il rischio che vi siano danni permanenti al nostro tessuto produttivo. La seconda finalità è quella di accelerare, consolidare e rafforzare la nostra ripresa. Noi dobbiamo assolutamente recuperare il livello produttivo del 2019 nella seconda parte del 2022. Questi interventi sono anche mirati a sostenere il nostro apparato produttivo, sia dal lato della domanda sia dal lato dell'offerta.
  Il decreto-legge si concentra sul 2021, perché è in questo anno che sono disponibili larga parte delle risorse, ovvero i 40 miliardi di euro dello scostamento di bilancio autorizzato dal Parlamento, e include però alcune misure di più lungo respiro, che si connettono allo sforzo di politica economica avviato con il Piano nazionale di ripresa e di resilienza, che mira a far sì che il nostro Paese, anche dopo l'uscita dalla pandemia e dalla recessione nel 2022, possa crescere a ritmi più veloci di quelli riscontrati nei decenni scorsi.
  Il decreto-legge ha sette linee di intervento. Innanzitutto, vi sono i sostegni a fondo perduto alle piccole imprese, ai lavoratori autonomi e alle partite IVA che assorbono circa 17 miliardi di euro. Vi sono poi le misure per l'accesso al credito e alla liquidità delle imprese, per circa 9 miliardi di euro, e le misure per il comparto sanitario, per circa 3 miliardi di euro. Vi è il completamento delle misure di sostegno per i lavoratori, le lavoratrici e le fasce di popolazione in difficoltà, per quasi 5 miliardi di euro, gli interventi per gli enti territoriali, per circa 1,5 miliardi di euro, e gli interventi per la scuola, i giovani e la ricerca, per circa 1,5 miliardi di euro. Infine, vi sono una serie di interventi di carattere settoriale relativi al turismo, all'industria culturale, ai trasporti e all'agricoltura, per circa 2,5 miliardi di euro.
  Inizio dalla prima linea di intervento, ovvero le misure per l'impresa, per l'economia e per l'abbattimento dei costi fissi, per le quali, come vi dicevo, vi sono circa 17 miliardi di euro. Si tratta di contributi a fondo perduto e di un intervento articolato con alcune linee d'azione differenziate. Innanzitutto, vi è la ripetizione del sostegno a fondo perduto disposto con il decreto-legge n. 41 per le partite IVA fino a 10 milioni di euro di fatturato, che abbiano avuto un calo di fatturato tra il 2019 e il 2020 di almeno il 30 per cento. Si prevede, infatti, una replica dello stesso intervento e il 16 giugno prossimo l'Agenzia delle entrate effettuerà un pagamento dello stesso importo a tutti coloro che hanno beneficiato del primo intervento. Un punto importante su cui dovremmo riflettere e di cui dovremmo parlare in prospettiva è il fatto che il numero delle domande di sostegno, che ci aspettavamo essere dell'ordine di 3 milioni, è stato in realtà inferiore. L'Agenzia delle entrate – vi è qui il direttore Ruffini – sta elaborando i dati finali, da cui emerge un numero di domande leggermente inferiore ai 2 milioni, ossia un numero inferiore a quello che era stato atteso. È importante che le risorse che non vengono utilizzate nell'ambito del decreto-legge n. 41 e dell'intervento che ripete il decreto-legge n. 41, con il bonifico del 16 Pag. 4giugno prossimo di cui vi parlavo, siano poi utilizzate per rafforzare altri contributi a fondo perduto. Su questo aspetto tornerò fra poco, ma questo è uno degli aspetti più importanti sia per il Governo sia per il Parlamento.
  Accanto alla ripetizione dell'intervento previsto con il decreto-legge n. 41 prevediamo due misure integrative. Innanzitutto, prevediamo che le partite IVA possano chiedere un'integrazione del sostegno di cui ho appena detto basata sul calo medio mensile del fatturato nel periodo compreso tra il 1° aprile 2020 e il 31 marzo 2021 rispetto ai dodici mesi precedenti. Questo è consentito dal fatto che, rispetto al decreto-legge n. 41, abbiamo più dati – essendo passato del tempo – e il fatturato dei primi mesi dell'anno. Questo spostamento dell'intervallo temporale consente di cogliere meglio il periodo della pandemia. Essenzialmente si fa riferimento al periodo tra il 1° aprile 2020 e il 31 marzo 2021, che corrisponde quasi esattamente al periodo in cui la pandemia è stata più intensa.
  Secondo le valutazioni dell'Agenzia delle entrate circa 280.000 partite IVA dovrebbero ricevere un contributo maggiore e potranno ottenere un'integrazione, mentre circa 360.000 partite IVA potrebbero ottenere un contributo per la prima volta e, spostando il periodo temporale di riferimento di tre mesi, avrebbero titolo ad ottenere un contributo. Per queste partite IVA il decreto-legge n. 73 prevede che i coefficienti di calcolo del nuovo contributo siano più elevati rispetto a quelli del decreto-legge precedente al fine di compensare i beneficiari del fatto che ricevono il contributo ora in una sola volta, mentre chi ne aveva titolo, guardando al periodo dell'anno solare 2020 rispetto al 2019, riceve il contributo due volte. Questi soggetti potranno chiedere l'integrazione o il primo contributo a partire dal 23 giugno prossimo e all'inizio di luglio i pagamenti verranno avviati. La stima è che questi interventi avranno un valore di circa 3,4 miliardi di euro.
  La terza componente degli interventi a fondo perduto si concentra, invece, sui risultati economici dei contribuenti anziché sul fatturato. Ricorderete che vi è stata una lunga discussione sul fatto che il fatturato non cogliesse appieno l'impatto della recessione sui contribuenti e sulle partite IVA, però noi abbiamo tuttora i dati sul fatturato, ma non abbiamo ancora i dati sui risultati d'esercizio, che avremo soltanto man mano che i contribuenti chiuderanno i conti relativi al 2020. Si prevede, quindi, che questa estate i contribuenti che hanno subìto un peggioramento del risultato economico di esercizio e che hanno avuto un fatturato inferiore nel 2019 a 10 milioni possano chiedere un contributo. Questo intervento verrà attuato tenendo conto, per ciascun contribuente, dei ristori e dei sostegni già percepiti nel 2020 e nella prima parte del 2021. Quindi, si cercherà in qualche modo di perequare, guardando a chi ha avuto di più e a chi ha avuto di meno nella sequenza degli interventi.
  Al momento, questo intervento viene finanziato con 4 miliardi di euro e vi contribuiscono per oltre 3 miliardi i risparmi che, nel momento in cui abbiamo presentato il decreto-legge n. 73, pensavamo di avere sui sostegni previsti dal decreto-legge n. 41. A questi vengono aggiunti nel decreto-legge n. 73 altri 850 milioni di euro. Nel complesso vi sono 4 miliardi di euro che, di fatto, verrebbero distribuiti al termine della prossima estate sulla base dei risultati di esercizio.
  Vi dicevo prima che, rispetto al momento in cui abbiamo presentato il decreto-legge n. 73, in cui ci aspettavamo una ripresa delle domande da parte dei contribuenti a valere sui sostegni a fondo perduto di cui al decreto-legge n. 41, questa accelerazione finale non c'è stata e quindi abbiamo meno di 2 milioni di domande. Quando abbiamo presentato il decreto-legge n. 41 ci aspettavamo che l'intervento costasse circa 11 miliardi di euro, mentre nel formulare il decreto-legge n. 73 abbiamo rivisto al ribasso la stima a 8 miliardi di euro ed è verosimile che la spesa sia inferiore, ovvero dell'ordine di 6 miliardi. Vi sono risorse che in qualche modo si liberano e che vanno riutilizzate e questo è uno dei quesiti importanti di cui vi parlavo. Pag. 5
  Il decreto-legge n. 73 prevede che queste risorse debbano essere utilizzate per elevare da 10 a 15 milioni di euro la fascia delle partite IVA oggetto dell'intervento. È possibile che nel momento in cui l'Agenzia delle entrate certificherà l'esito finale dell'intervento, sia per il decreto-legge n. 41 che per il decreto-legge n. 73, vi sia una cifra che vada oltre quella necessaria per estendere l'intervento dai 10 ai 15 milioni di euro. L'ipotesi che personalmente formulerei sarebbe quella di utilizzare questo margine – vedremo fra due settimane quanto grande esso sarà – per l'intervento estivo calcolato sulla base dei risultati di esercizio. Quindi, i 4 miliardi di euro attualmente indicati potrebbero o dovrebbero diventare una cifra più considerevole. Questo è un tema che io sottopongo alla vostra attenzione.
  Perché vi è stata questa sottostima? Le comunicazioni periodiche IVA, sulla base delle quali erano state effettuate le stime, suggerivano un andamento più sfavorevole dei conti delle imprese rispetto alle dichiarazioni annuali. Inoltre, solo il 60 per cento dei soggetti con regime forfettario ha chiesto il contributo.
  Passando oltre, il decreto-legge prevede anche interventi a fondo perduto per le medesime partite IVA con una flessione del fatturato di almeno il 30 per cento, estendendo fino a maggio 2021 il credito d'imposta per canoni, locazioni e per l'affitto di immobili ad uso non abitativo. Per questo intervento vengono stanziati 1,8 miliardi di euro.
  Ricorderete che l'anno scorso l'accesso a questo intervento veniva condizionato a una perdita di fatturato del 50 per cento, mentre oggi si è passati al 30 per cento. Il credito d'imposta resta del 60 per cento per i canoni di locazione e del 30 per cento per il canone d'affitto d'azienda. Viene poi esteso di tre mesi, a luglio 2021, l'analogo credito d'imposta per il settore alberghiero e turistico.
  Vi sono poi altre misure a sostegno dei costi delle aziende. Ricordo che alcune misure che prevedevamo di includere nel decreto-legge n. 73 in realtà sono state incluse in sede di conversione del decreto-legge n. 41. Ricordo le misure relative alla tassa occupazione spazi ed aree pubbliche (TOSAP), al canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche (COSAP), alla prima rata dell'IMU e al canone RAI. A tutto ciò si aggiungono in questo decreto-legge 600 milioni di euro per i comuni al fine di consentire l'esenzione dalla Tari per gli esercizi commerciali e per le attività economiche colpite dalla pandemia e 200 milioni di euro per prorogare fino a luglio il contributo relativo alle bollette elettriche a bassa tensione diverse dagli usi domestici. Inoltre, viene differita al 30 giugno 2021 la sospensione dell'attività dell'Agenzia delle entrate-riscossione e viene posticipata al 1° gennaio dell'anno prossimo la tassa sui manufatti in plastica con singolo impiego.
  A questi interventi di carattere abbastanza generale si associano alcuni interventi di carattere settoriale per alcuni comparti particolarmente colpiti. Ad esempio, viene incrementato di 150 milioni di euro il fondo a sostegno delle agenzie di viaggio e dei tour operator, si crea un fondo di 50 milioni di euro per valorizzare l'attività turistica nei centri storici e nelle città d'arte, si aumenta di 100 milioni di euro il fondo per il turismo invernale – ricorderete che era di 700 milioni di euro nel decreto-legge n. 41 e, quindi, viene portato a 800 milioni –, si stanziano quasi 400 milioni di euro per le associazioni e le società sportive e vi è uno stanziamento di 120 milioni di euro per alcune attività particolarmente colpite, come quelle relative al settore del catering, degli eventi e dei parchi tematici. Inoltre, presso il Ministero dello sviluppo economico viene istituito un fondo per il sostegno delle attività economiche chiuse, con una dotazione di 100 milioni di euro. Un intervento molto importante è quello per sostenere le imprese che esportano e programmano di espandere i propri mercati di riferimento. In questo caso la dotazione dei fondi gestiti dalla SIMEST viene aumentata di 1,6 miliardi di euro e i fondi vengono utilizzati, in parte, per finanziamenti a tasso agevolato e, in parte, per cofinanziamenti a fondo perduto. Pag. 6
  Passo ora ad illustrare gli interventi per l'accesso al credito e alla liquidità delle imprese, per i quali le risorse stanziate sono nell'ordine di 9 miliardi di euro. Ci muoviamo su tre direttrici in modo da affrontare il tema sotto vari profili. Innanzitutto, vi sono misure che accrescono le disponibilità liquide delle imprese, misure che agevolano l'accesso al credito bancario e misure che incentivano la diversificazione delle fonti di finanziamento. Una delle linee guida di questi interventi è quella di avviare un graduale ritorno a una situazione di normalità nei rapporti tra imprese e banche, sia pure con molto gradualismo, in modo da evitare situazioni traumatiche e di smussare la transizione.
  Circa la liquidità, la prima misura riguarda la moratoria sui prestiti che viene prorogata al 31 dicembre di quest'anno relativamente alla sola quota capitale, che andrà autorizzata dalla Commissione europea. Altre misure mirano, invece, ad accrescere le risorse liquide delle imprese nel breve periodo. Una di queste riguarda le imprese fornitrici di soggetti in crisi, oggetto di procedure concorsuali, a cui si consente di recuperare l'IVA sui crediti inesigibili subito anziché dover aspettare i tempi di chiusura delle procedure. Vengono prorogati gli incentivi per la cessione dei crediti deteriorati previsti dal decreto-legge «Cura Italia» dell'anno scorso. Inoltre, viene accelerata la possibilità di utilizzare i crediti di imposta sui cosiddetti «super ammortamenti». In questo caso parliamo di 1,3 miliardi di euro di peggioramento. L'accelerazione, infatti, comporta maggiori oneri per la finanza pubblica pari a 1,3 miliardi di euro nel 2021, a fronte di un miglioramento della stessa somma complessiva nei due anni successivi, dando liquidità alle imprese e nello stesso tempo dando a noi qualche margine per gestire alcune code di interventi nei due anni successivi.
  Viene rifinanziato il fondo destinato ad accelerare il pagamento dello stock dei debiti commerciali degli enti territoriali e si accelera lo smobilizzo dei crediti tributari contributivi, portando a 2 milioni di euro il limite annuo dei crediti di imposta compensabili automaticamente dai contribuenti.
  Circa le misure di accesso al credito, essenzialmente si prorogano fino alla fine del 2021 gli interventi per l'operatività degli strumenti di garanzia emergenziale nei confronti delle imprese, il fondo per le piccole e medie imprese e le garanzie della SACE per le imprese di maggiori dimensioni. Per i finanziamenti con importo inferiore a 30.000 euro la percentuale garantita viene abbassata dal 100 al 90 per cento, mentre per gli altri prestiti la percentuale viene ridotta dal 90 all'80 per cento. L'idea è quella di trasferire progressivamente in capo alle banche una quota del rischio, seppur con un processo molto graduale. Anche le garanzie SACE alle grandi imprese sono prorogate fino alla fine del 2021. La garanzia dei prestiti garantiti, sia dal fondo per le piccole e medie imprese sia dalla SACE, viene estesa a dieci anni, previa notifica e autorizzazione della Commissione europea. Questo dovrebbe dare alle nostre imprese un respiro molto lungo e, inoltre, questa estensione può applicarsi anche alle operazioni già garantite. Un altro aspetto importante è che anche le imprese del terzo settore sono oggetto di questi interventi.
  Viene poi garantito un nuovo strumento, ossia una nuova garanzia per progetti innovativi e di sviluppo di piccole e medie imprese a fronte di crediti a medio e lungo termine – anche fino a quindici anni – destinati a finanziare progetti di ricerca e sviluppo. L'idea è di rafforzare la capacità delle nostre imprese di investire e di fare innovazione, sostenendole con garanzie.
  Una linea di interventi, poi, è volta a rendere più equilibrata la struttura finanziaria delle imprese. Si istituisce un'apposita sezione del fondo di garanzia destinata alla concessione di garanzie sulle obbligazioni emesse da imprese con meno di 500 dipendenti, i cosiddetti «basket bond», e si introduce un'agevolazione fiscale temporanea per favorire l'apporto di capitale di rischio da parte delle persone fisiche in start up e piccole e medie imprese innovative. Pag. 7
  Un altro punto importante è favorire la patrimonializzazione delle imprese. In Italia – ma non solo – vi è un dibattito sul rischio che le imprese escano da questa recessione fortemente indebolite sotto il profilo finanziario. Un intervento che cerca di ovviare a questo rischio viene attuato sull'ACE, ossia l'aiuto alla crescita economica: quest'anno si introduce un regime transitorio di carattere straordinario per gli incrementi di capitale fino a 5 milioni di euro. Infine, si estende a tutto l'anno l'operatività del Patrimonio destinato, costituito presso Cassa depositi e prestiti per quanto riguarda gli interventi effettuati sotto il regime degli aiuti di Stato.
  Esaurita la parte relativa alle partite IVA, alle imprese, al credito e alle garanzie, in merito alla sanità si completano alcuni interventi avviati con il decreto-legge precedente; in proposito credo che il Commissario Figliuolo sia appena stato audito presso questa Commissione. Aumentiamo le risorse del Commissario straordinario per 1,65 miliardi; vi sono interventi sulla riduzione delle liste d'attesa; vi è un intervento con cui l'Italia contribuisce all'azione internazionale per la vaccinazione nei Paesi più arretrati, con un contributo di 300 milioni di euro; vi è poi un intervento importante per le imprese, con cui si istituisce un credito d'imposta per le spese relative alla sanificazione, all'acquisto di dispositivi di protezione e all'effettuazione dei tamponi; vi è un intervento per evitare la compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei soggetti colpiti dal COVID-19, esentandoli dai ticket; vi è un intervento relativo al reclutamento straordinario di psicologi e al rafforzamento dei servizi di neuropsichiatria infantile.
  Un'altra linea di intervento riguarda il mondo del lavoro e le fasce di popolazione in difficoltà. Un primo intervento estende il reddito d'emergenza a quattro ulteriori mensilità; vi è poi l'erogazione di un'indennità una tantum per i lavoratori stagionali del turismo, dello spettacolo e del settore sportivo, proseguendo l'intervento attuato con il decreto-legge n. 41. Per quanto riguarda l'indennità di disoccupazione NASpI, per quest'anno non si applica il cosiddetto «décalage». Infatti, la percentuale di copertura rispetto alla retribuzione precedente quest'anno non scende secondo i parametri normali della NASpI.
  Si estendono al 2021 le disposizioni relative al contratto di espansione, che viene esteso alle imprese fino a 150 addetti, mentre in precedenza il limite era di 250 addetti. Per i datori di lavoro del settore del turismo che abbiano usufruito di cassa integrazione si prevede un esonero dei contributi per i prossimi mesi.
  Un nuovo istituto è quello dei contratti di rioccupazione, che sono volti a incentivare l'assunzione a tempo indeterminato di lavoratori disoccupati, a fronte della quale viene offerto uno sgravio contributivo per quest'anno. Inoltre, vi è un rifinanziamento dei contratti di solidarietà.
  Vi sono poi gli interventi per le famiglie in situazioni di disagio: i comuni disporranno di 500 milioni di euro per interventi di solidarietà alimentare, ma anche per interventi sui fitti e sulle bollette.
  Per gli enti territoriali si prevede un intervento sul trasporto pubblico locale del valore di 500 milioni di euro e si crea un fondo per il sostegno e il risanamento dei medesimi enti locali che hanno situazioni di bilancio difficili, con una dotazione di 500 milioni di euro. Agli enti locali vengono anche erogati 100 milioni di euro per far fronte alla riduzione dell'imposta di soggiorno.
  Infine, vi sono degli interventi in favore di giovani, scuola e ricerca. Tra gli interventi per sostenere i giovani – definendo tali coloro che hanno meno di 36 anni – vi sono agevolazioni fiscali per l'acquisto della casa, che prevedono l'esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale, ma anche dall'imposta sui mutui, e la concessione di una garanzia dell'80 per cento sui mutui relativi a tali acquisti. Vi sono poi interventi per consentire il normale avvio dell'anno scolastico e interventi per i centri estivi.
  Venendo, infine, alla ricerca, vi è uno dei pochi interventi di carattere permanente che consiste nell'istituzione, presso il Ministero dell'università e della ricerca, del fondo italiano per la scienza, con una dotazione Pag. 8 di 50 milioni di euro per quest'anno e di 150 milioni di euro per gli anni futuri, che sarà volto ad assegnare risorse secondo procedure competitive che si ispirino alle modalità consolidate a livello europeo nell'ambito dello European Research Council. Questo è un intervento che mira a sostenere il mondo della ricerca di base in Italia.
  Da ultimo, abbiamo una serie di interventi di carattere settoriale per il trasporto ferroviario, il settore aeroportuale, il settore marittimo, il mondo della cultura e dello spettacolo e il mondo dell'agricoltura, rispetto al quale vi è un'indennità una tantum in favore dei braccianti agricoli che abbiano svolto un certo numero di giornate di lavoro l'anno scorso.
  Come avete visto, si tratta di un pacchetto molto ampio di misure di grandi dimensioni quantitative, ma anche molto differenziato, che cerca di fronteggiare la situazione di crisi che molte delle nostre imprese e molte delle nostre famiglie affrontano sotto vari profili.
  La pandemia e la recessione connessa alla pandemia hanno effetti molto profondi, ma anche molto differenziati sulla nostra economia e sulla nostra società. Questi interventi cercano di cogliere per quanto possibile la maggior parte delle sfaccettature di questa situazione.
  Nel complesso questo decreto-legge e il decreto-legge n. 41 erogano circa 70 miliardi di euro, che corrispondono a circa il 4 per cento del nostro prodotto interno lordo. Quindi, è un intervento di dimensioni molto ampie. Una parte significativa di queste misure dovrebbe trasformarsi in flussi di cassa entro il mese di giugno, o comunque nel mese di luglio.
  Come dicevo prima, l'obiettivo è anche quello di consentirci di avere un'attività economica in rapida ripresa nei prossimi trimestri con alcuni interventi per il medio e medio-lungo termine, che sono quelli che riguardano la ricerca, ma anche gli interventi sui giovani per l'acquisto della casa, così come gli interventi che sostengono le imprese nell'innovazione, sia le start up innovative sia i progetti garantiti per le piccole e medie imprese.
  Nel DEF si ipotizzava che questo pacchetto potesse avere un effetto sul PIL del biennio 2021-2022 di circa 0,6 punti percentuali e credo che possiamo confermare queste stime in questo momento. Si tratta di valutazioni di natura prudenziale e, auspicabilmente, l'impatto sull'economia potrebbe essere maggiore. Infatti, l'impatto sull'economia dipende non solo da queste misure, ma anche da quanto accade nel resto del mondo – le nostre esportazioni stanno andando bene – e soprattutto dalle riaperture e dalla lotta contro la pandemia.

  PRESIDENTE. Do ora la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  CLAUDIO BORGHI. Grazie, Ministro. Se devo essere sincero, sono molto ben impressionato, perché stiamo andando nella direzione giusta rispetto a cose che in passato venivano fatte un po' a caso. Tuttavia, vorrei chiederle un chiarimento su una cosa che ha detto stasera e che mi interessa molto, vale a dire la possibilità di estensione o di espansione del limite di fatturato per le aziende al fine di ottenere i sostegni, perché c'è un problema. Il limite porta sempre in sé un'iniquità. Infatti, ogni volta che c'è un limite, c'è qualcuno che rimane fuori per un euro e, non avendo la possibilità di gestire la questione come per l'IRPEF, che consentirebbe di ovviare a questo problema, si creano delle ingiustizie.
  Avevo provato a ovviare a questo problema suggerendo di utilizzare il fatturato 2020 e non il fatturato 2019, perché possono esistere – e mi sono state presentate di persona – situazioni assolutamente incredibili, nelle quali, a fronte di un fatturato di 11 milioni di euro nel 2019, l'impresa aveva fatturato zero nel 2020 e, a fronte di questo disastro, i ristori erano pari a zero, perché l'impresa rimaneva fuori dal perimetro dei ristori per il limite dei 10 milioni di euro, nonostante il calo di fatturato del cento per cento.
  Non ho capito una cosa: questa possibilità che lei ha ventilato per le risorse eccedenti è una cosa che si conta di fare, Pag. 9qualora i numeri siano confortanti, in sede parlamentare, con un emendamento apposito? Oppure si pensa di prevedere questo intervento in un futuro provvedimento? Nel primo caso, ci attiviamo subito e sono convinto che si riuscirà a trovare l'accordo con gli altri colleghi.
  Fra i diversi interventi che abbiamo sentito nelle audizioni che abbiamo svolto ci sono alcuni settori, come per esempio quello del mercato dell'arte, che forse sono stati meno sui giornali di questi tempi, ma che hanno dei problemi piuttosto seri. Ci auguriamo che in sede emendativa ci sia un occhio di riguardo per questi settori, che magari sono piccoli e che, quindi, richiedono degli interventi non particolarmente onerosi, ma che hanno avuto un impatto molto grave a causa della pandemia.

  PAOLO TRANCASSINI. Grazie, signor Ministro per quanto ci ha illustrato e anche per la puntualità. Volevo utilizzare il mio tempo per svolgere delle considerazioni generali, perché diventa complicato scendere molto nello specifico. Io devo dire che non trovo questi grandi segni di cambiamento. Le faccio proprio un paragone. Questa mattina abbiamo audito il generale Figliuolo, con il quale c'è stato chiaramente un cambio di passo, lo abbiamo sottolineato e ci siamo anche complimentati. Con l'azzeramento di una struttura che non funzionava, con un nuovo staff e con nuove regole d'ingaggio vi sono stati risultati differenti. Tuttavia, le dico con molta serenità, ma anche con molta franchezza, che noi troviamo che questo decreto-legge sia sullo stesso binario del precedente. Potremmo sottolineare una serie di misure che censuravamo ieri e censuriamo oggi, che non ci trovavano d'accordo ieri non e che non ci trovano d'accordo oggi, come ad esempio il bonus vacanza.
  Un aspetto che, invece, è stato sottolineato anche da molte associazioni di categoria è che anche in questo decreto-legge manca quella semplificazione che noi evochiamo nel PNRR, tanto che vi sono anche dei decreti-legge che portano questo nome. Noi siamo convinti che l'occasione per semplificare è l'immediato. È questo il momento in cui un decreto-legge può nascere semplificato, poi domani possiamo semplificare tutta la struttura amministrativa o possiamo abolire un po' di leggi che vessano i nostri imprenditori, però manca questo scatto e ci ritroviamo nuovamente all'interno di regole complicate e complesse. Non andiamo al cuore dei problemi che in questo momento sono i più importanti, almeno da un punto di vista della piccola e media impresa.
  Ancora una volta il tema degli affitti non è affrontato con coraggio e con decisione, perché stanno arrivando e continuano ad arrivare sfratti per morosità ovunque. Noi mettiamo le imprese in condizione di pescare jolly di questo o di quel magistrato che sarà o clemente perché capirà la particolare situazione della pandemia oppure, invece, seguirà l'ordinario e convaliderà lo sfratto. È stato detto in precedenza che molte filiere sono state dimenticate: abbiamo registrato il grido di dolore della filiera degli eventi, del wedding, del comparto dell'arte – come diceva prima il collega Claudio Borghi –, ma anche del settore della pirotecnica o di filiere agricole un po' più piccole che sono rimaste escluse e che noi ricorderemo con i nostri emendamenti. Se mi permette una battuta, siamo noi che facciamo gli emendamenti in Parlamento, anche perché ci mancherebbe che il Governo, che ha già speso 170 miliardi di euro, ci venisse a dire come fare gli emendamenti e lo dico sempre con un profondo rispetto nei confronti del Parlamento.
  Le pongo quindi la seguente domanda. Qualche giorno fa ho presentato un ordine del giorno che il Governo ha bocciato, in cui chiedevo un impegno da parte del Governo per assicurare le imprese, che oggi sopportano questa grandissima difficoltà e che giocano una partita importantissima per la sopravvivenza, che domani cambieranno molte regole, se vogliamo evitare un bagno di sangue di licenziamenti. Mi riferivo al costo del lavoro e anche alle premialità da concedere alle imprese che manterranno la stessa forza lavoro.
  Ho trovato singolare che un impegno così generico non sia stato preso in considerazione Pag. 10 dal Governo, perché penso che dovrebbe essere chiaro che nel momento in cui finirà il blocco dei licenziamenti, ci saranno numerose persone che perderanno il posto di lavoro. Mi domando e le domando: perché oggi un'impresa dovrebbe reggere di fronte a costi che continua ad avere e che verranno semplicemente procrastinati? Questa impresa, quando ripartirà, avrà un fardello sulle spalle incredibile, ma dovrà sostenere lo stesso costo del lavoro. Se l'impresa vorrà sopravvivere, avrà solo la possibilità di abbattere quello che è il costo più immediato e quindi se aveva 10 dipendenti, ripartirà con 3, con 4 o con 5 dipendenti. Noi oggi dobbiamo dire alle imprese che sopravvivono quello che sarà lo scenario di domani. È questo il momento in cui noi dobbiamo prendere degli impegni anche generici, ma dobbiamo stabilire delle premialità rispetto a chi sopporterà ed è disposto già da oggi a sopportare tutto questo.
  Mi avvio a concludere con due ultime considerazioni. Richiameremo la sua attenzione sul tema della problematica dei paesi colpiti dal sisma, perché in questo momento si stanno bloccando tutti i contratti della ricostruzione per l'aumento del costo delle materie prime, perché i contratti sono stati sottoscritti quattro anni fa e non è partita la ricostruzione. Inoltre, oggi il costo delle materie prime è talmente lievitato che rende antieconomica la ricostruzione. Sarebbe una beffa, poiché la ricostruzione era ferma fino a ieri per l'incapacità della politica e oggi è ferma perché i contratti sono antieconomici. Inoltre, porremo la sua attenzione anche sul credito d'imposta.
  Ho un'altra considerazione. Ho apprezzato l'intendimento della scuola dei mestieri, ma non capisco perché l'avete studiata solo per il mondo industriale, poiché i mestieri per definizione sono artigianali e agricoli. Noi ovviamente presenteremo emendamenti in tal senso, ma è certo che 20 milioni di euro sono una somma un po' ridicola, anche se apprezzo personalmente questa direzione.
  Infine, ho un'ultimissima considerazione. Ci dica che non ci troveremo impreparati rispetto all'eventuale nuova ondata di ottobre. Diteci che non saremo – come è successo in passato – costretti nuovamente ad affrontare il tema dei trasporti o che saremo di nuovo di fronte alla problematica di prendere i nostri figli e metterli in DAD. Questo è un tema che vi chiediamo di approfondire in questo momento, anche perché dovremmo fare tesoro di quello che è accaduto l'anno passato.

  GIORGIO LOVECCHIO. Ringrazio il Ministro Franco per la puntuale relazione che ci ha illustrato su quello che è lo scenario del nuovo decreto-legge. Ascoltando il suo intervento, abbiamo sentito che tra le misure previste vi è il contributo a fondo perduto per l'abbattimento dei costi fissi e ci ha anche fornito il dato relativo al numero delle domande di sostegno che sono state presentate, che era stato preventivato a 3 milioni, di queste, in realtà, ne sono arrivate due terzi, ovvero 2 milioni di domande. Oggi abbiamo saputo che vi è un avanzo del fondo preventivato per l'aiuto e il sostegno di queste imprese pari, se non ho capito male, a 4 miliardi di euro.
  Nel ciclo di audizioni che abbiamo svolto prima della sua audizione con tante associazioni di categoria, abbiamo ascoltato le filiere del wedding e degli eventi che, anche nel momento in cui abbiamo dato la possibilità di poter riaprire, non possono ripartire subito, ma hanno bisogno di una programmazione e della certezza che non si proceda a un'ulteriore chiusura per questo comparto. Infatti, a differenza di un bar o di un ristorante che riapre e può ricominciare a lavorare, la categoria del wedding non può e lo stesso vale per gli eventi. Anziché aumentare il tetto oltre i 15 milioni di euro per i sostegni in base alla perdita di fatturato, perché non pensare di concentrare risorse maggiori proprio su quei settori che hanno subìto maggiormente la perdita e che anche quando le attività sono state riaperte l'anno scorso nel periodo di giugno, luglio e agosto non hanno lavorato granché, avendo avuto una perdita dall'inizio di marzo 2020 fino ad oggi e che non riescono a ripartire come dovrebbero? Pag. 11Infatti, sono settori ancora fermi e molto penalizzati.
  La proposta che formulo è di concentrare le risorse e gli sforzi proprio su quelle categorie che tutt'oggi hanno maggiori perdite e che non riescono ancora a ripartire.

  MAURIZIO LUPI, intervento da remoto. Anche io ringrazio il Ministro. Come il collega Claudio Borghi sono soddisfatto del metodo. È chiaro che stiamo lavorando da mesi proprio per cercare di dare risposte a un evento che ci ha sconvolto tutti, stanziando tante risorse con due provvedimenti del valore di oltre 70 miliardi di euro. Secondo me, il metodo della correzione, dell'ascolto e dell'aggiustare il tiro è un metodo corretto e lo si vede anche nel work in progress delle proposte avanzate nel dialogo con il Parlamento e nel dialogo con le associazioni di categoria, i ceti produttivi e le realtà presenti sul territorio.
  Il riferimento per me molto positivo – poi entreremo nel dettaglio – è, per esempio, quello relativo alla battaglia, che tante volte abbiamo svolto sia in maggioranza che con l'opposizione, sul tema della liquidità e sulla durata della restituzione dei prestiti, cercando di allargare questa misura alle piccole e medie imprese o ai prestiti garantiti dalla SACE. Da questo punto di vista, credo che si stia facendo un passo avanti.
  La voglio ringraziare anche per il dialogo con l'Europa e il fatto che si sia andati anche in quella direzione mi sembra assolutamente positivo.
  Le faccio alcune domande su alcune questioni che a noi interessano a proposito del dialogo e di aggiustare continuamente il tiro, al fine di non dimenticare nessuno anche per quanto riguarda l'utilizzo delle risorse. È evidente – è un tema posto prima dal collega Claudio Borghi – il problema di settori o di imprese medio-grandi, che hanno subìto drammaticamente il calo di fatturato, ma che oggettivamente, per una serie di criteri, sono trascurati: secondo me quest'ultimo decreto-legge deve tenere in considerazione queste situazioni.
  Un esempio dei tanti settori in difficoltà, che non è stato citato, è quello della ristorazione collettiva, che ha perso il 40 per cento del fatturato, con oltre 2 miliardi di euro di perdite complessive. Il più delle volte ad erogare questi servizi sono cooperative ed è evidente che per il tipo di fatturato che hanno non sono rientrate nel perimetro dei ristori previsti da tutti i decreti-legge.
  Da questo punto di vista, mi sembra intelligente – ci lavoreremo dialogando – individuare delle modalità affinché nessun settore venga dimenticato e affinché vi sia oggettività e chiarezza anche da parte del Ministero dell'economia e delle finanze rispetto all'evidenza di cali di fatturato di questo genere; ciò affinché settori come quello citato, che rappresentano un'eccellenza e una modalità diversa di erogazione del servizio, possano essere rimessi in moto.
  La domanda – a cui in parte ha già risposto nella sua illustrazione – è come, utilizzando risorse o fondi che vengono stanziati, nel dialogo con il Parlamento si possono indicare e sottolineare, avendo la disponibilità del Ministero dell'economia e delle finanze, settori dimenticati in un decreto-legge così importante, del valore di 40 miliardi di euro.
  La seconda riflessione è legata alle scuole paritarie. Mi fa piacere che siano state considerate con la previsione di un piccolo fondo, ma lo scorso anno in una situazione altrettanto drammatica avevamo destinato a tali soggetti 300 milioni di euro. Anche secondo le associazioni, mi sembra che i 50 milioni di oggi siano molto pochi. Lei sa bene che cosa rappresenta tutto questo mondo.
  La domanda specifica – abbiamo svolto un'audizione su questo tema ed erano presenti alcuni colleghi, tra cui l'onorevole Fassina – è legata al settore del trasporto aereo e alla questione Alitalia. In questa occasione vorremmo da lei – credo che sia l'unico che ce la può fornire – una parola chiara sul punto reale del dialogo con l'Europa, anche perché se dobbiamo prendere provvedimenti, li dobbiamo prendere implicando non solo l'occupazione, ma anche il futuro del trasporto aereo, al di là del fatto di essere d'accordo o meno sulla nazionalizzazione. Si parte veramente o non si parte? Quante risorse Pag. 12servono ancora per l'attuale commissariamento e quando verrà prevista la partenza del nuovo assetto e con quali risorse? Sono state stanziate delle risorse, però il rischio è che non servano. Il rischio ancora più grande – e in questo senso esprimiamo la nostra preoccupazione – è che si perda una grande occasione di rilancio, perché questo è il tema: nel momento in cui si sta segnalando la ripresa del turismo e di una serie di servizi non si capisce qual è l'assetto dell'azienda. Mi risulta che addirittura l'Unione europea ancora, con funzionari zelanti, continui a fare domande su domande, nonostante le centinaia di risposte che il Ministero con grande correttezza ha fornito e, quindi, la Commissione trasporti ha chiesto di prendere una decisione.
  Mi piacerebbe che su questo, Ministro, lei ci desse una parola chiara, che ci illustri lo stato dell'arte e se veramente si parte il 15 settembre, il 15 ottobre o il 15 novembre, perché cambia tutto nella tutela non solo dei lavoratori, ma anche dei consumatori, perché ci sono delle pazzie che abbiamo letto in merito a richieste da parte della Commissione europea che sono fuori dalla grazia di Dio e fuori dal mondo.

  STEFANO FASSINA, intervento da remoto. Ringrazio il signor Ministro per l'esposizione. Vorrei fare una prima domanda di carattere macroeconomico e poi vengo a due o tre questioni specifiche contenute nel decreto-legge.
  La domanda di carattere macroeconomico riguarda l'angosciante – a mio avviso – preoccupazione che inizia a evidenziarsi nei confronti dell'inflazione. Diversi suoi colleghi, oltre che diversi commentatori, cominciano a dimenarsi in modo eccessivo – per quanto mi riguarda – rispetto a pericoli di qualche decimale di punto in più inflazione.
  Credo che sarebbe davvero una sciagura se, dopo il drammatico anno e mezzo che abbiamo vissuto in termini di PIL, in termini di occupazione e in termini di attività delle imprese, ci fosse una reazione quasi pavloviana rispetto allo spettro dell'inflazione che non esiste e che non deve portare a errori di policy che sarebbero gravissimi in termini di conseguenze. Innanzitutto, volevo da lei una valutazione sullo scenario e sulle preoccupazioni che sono emerse.
  Venendo ai punti specifici, riprendo subito la domanda che le ha posto il collega Lupi, con il quale abbiamo ascoltato l'audizione dei commissari di Alitalia. Da quanto ci hanno detto – oramai sono anni che seguiamo la vicenda – è evidente che i 100 milioni di euro che ha previsto il decreto in corso di conversione non sono adeguati a fronteggiare gli impegni di Alitalia.
  Anche questa mattina noi parlamentari abbiamo ricevuto una lettera da parte di un gruppo di lavoratori di terra di Alitalia che ci riporta l'angoscia con la quale oltre 10.000 famiglie vivono il periodo che stiamo attraversando. Sono oramai anni che molti di loro sono in cassa integrazione e negli ultimi mesi proprio il ritardo con il quale si arriva ad affrontare il lancio di Ita determina addirittura il mancato pagamento degli stipendi.
  Come sa, Ministro, ci siamo confrontati in Aula alla Camera qualche settimana fa in un'interrogazione in cui le chiedevo quello che sostanzialmente le ha chiesto adesso il collega Lupi: quanto deve andare avanti questo strazio, questo calvario che riguarda più di 10.000 famiglie, oltre che un settore decisivo per l'interesse nazionale?
  Ci preoccupiamo di Ilva Spa che è sui titoli di tutti i giornali, ma la dimensione di Alitalia non è minore e l'impatto sull'economia italiana non è meno rilevante di quello di Ilva. Le dico francamente che il Parlamento non può rimanere a fare lo spettatore e leggere sui giornali quello che accade.
  Un anno fa, a maggio 2020, nel decreto-legge che allora si chiamava «Rilancio» abbiamo autorizzato 3 miliardi di euro per la newco. Quei 3 miliardi sono fermi, Alitalia boccheggia, perdiamo le potenzialità della stagione estiva, perché è difficile massimizzare le vendite di biglietti di una compagnia aerea che non si sa quanto va avanti e che, secondo le indicazioni della Commissione europea, non potrà trasferire sull'eventuale acquirente dell'aviation i biglietti venduti. Pag. 13
  Le chiedo in modo molto diretto se, innanzitutto, ci informa dello stato della trattativa e se non ritiene utile al punto in cui siamo, anche per evitare di doversi rassegnare a richieste insostenibili che provengono dalla Commissione europea, procedere a un affitto degli asset di Alitalia a Ita, consentire il decollo di Ita e continuare la trattativa senza quell'angoscia e quell'acqua alla gola che poi fa scrivere a qualche giornale – spero non sia vero – che rinunciamo al brand o che il brand viene messo all'asta.
  Su questo le chiedo davvero di darci qualche informazione, perché il Parlamento è tenuto all'oscuro. Le audizioni dei commissari o dei vertici non ci consentono di avere le informazioni che ha il Ministero dell'economia e delle finanze che è il diretto negoziatore con la Commissione europea.
  La seconda questione riguarda il blocco dei licenziamenti. Ribadisco che per noi è stato un errore cancellare il punto di equilibrio individuato dal Ministro Orlando e, per quanto ci riguarda, proveremo a ripristinarlo. La gradualità che lei ha evocato giustamente nel suo intervento riguarda certamente i mutui delle imprese, ma riguarda anche le condizioni del lavoro che, oltre ad essere un elemento decisivo sul piano soggettivo, è anche molto rilevante sul piano macroeconomico, perché un'ondata di licenziamenti avrà un impatto pesante sui consumi e, siccome la domanda interna rimane una variabile decisiva, non mi pare neanche molto utile sul piano macroeconomico.
  Il terzo e ultimo punto che accennava anche il collega Lupi è che ci sono attività che non hanno avuto un euro di ristoro, come la ristorazione collettiva. Su questo dovremmo fare uno sforzo noi come Parlamento e come maggioranza – ritengo che ci sia la disponibilità anche da parte dell'opposizione – a utilizzare gli 800 milioni di euro disponibili, che è una dotazione piuttosto limitata – non voglio aprire elementi polemici –, per andare a sostenere le attività che non hanno avuto alcun ristoro.
  Infine, volevo solo sollecitare il Governo alla preparazione dei decreti ministeriali che servono a dare attuazione a un articolo davvero innovativo del decreto, quello relativo agli utili di esercizio come riferimento per determinare le compensazioni per le imprese. È la variabile che abbiamo inseguito dall'inizio della pandemia e, in particolare, nella scorsa sessione di bilancio, ma vorrei evitare che, come è avvenuto per l'anno bianco della contribuzione previdenziale, si arrivi troppo tardi con i decreti e, quindi, si depotenzi una misura che, invece, è di grande utilità.

  ROBERTO PELLA. Grazie, Ministro. Innanzitutto, come gruppo di Forza Italia, siamo concordi sulle sue proposte, anche perché ravvisiamo un cambio di passo notevole rispetto ai provvedimenti precedenti, soprattutto perché si è data concretezza – come diceva l'onorevole Borghi – al fondo a favore delle aziende e delle partite IVA, al rinvio della plastic tax, all'eliminazione della Tari per le attività chiuse, agli importanti accorgimenti rispetto ai settori in forte crisi come la moda e il tessile, al sostegno alla liquidità, alla proroga della moratoria. Inoltre, sono state stanziate più risorse a favore della montagna e c'è un'attenzione particolare allo sport.
  Ministro, quello che mi fa piacere è che molte delle cose che abbiamo inserito nel documento su cui abbiamo dibattuto in Parlamento, ovvero la risoluzione di maggioranza relativa al DEF, sono state recepite da parte sua e del Governo nel decreto di cui oggi stiamo ragionando. Questo è importante perché dimostra che vi è un'attenzione rispetto alle esigenze e alle richieste che arrivano dal Parlamento e dagli stessi parlamentari.
  Sicuramente, Ministro, ha fatto un grande passo a favore delle richieste delle regioni e dei comuni e ha avuto sicuramente un'attenzione che ha toccato molteplici aspetti e che va incontro alle esigenze e alle richieste che sono arrivate dalla Conferenza delle regioni, dall'ANCI e dall'UPI.
  Le chiedo un ulteriore passo anche perché, come lei ben sa – ne parlavo anche questa mattina con la Ministra Lamorgese –, vi è quella maledetta sentenza della Corte costituzionale che oggi colpisce fortemente i territori e i comuni. Le risorse Pag. 14che il Governo ha stanziato, pari a 500 milioni di euro, sono sicuramente una cifra importante e significativa, ma non sono risolutive dell'esigenza e della richiesta che arriva da parte dei comuni stessi. Credo che su questo bisogna cercare tutti insieme di fare qualcosa di più.
  Concordo con quello che diceva il collega Trancassini relativamente al tema importante dell'improvviso incremento dei prezzi che in questo momento sta penalizzando in primo luogo le imprese, ma anche i cittadini che vedono continuamente aumentare i costi relativi ai contratti che avevano definito. Penso che su questo punto bisogna fare un po' quello che si fece nel 2008, altrimenti si rischia veramente di vanificare gli effetti importanti e significativi del PNRR e anche quelli derivanti dal superbonus del 110 per cento.
  Un settore che va un po' sostenuto è quello dell'automotive e, per quello che ci compete – nonostante le risorse significative che sono state stanziate –, anche quello legato allo sport.
  Concludendo, mi sembra di aver colto che ha descritto un quadro di risparmi che potrebbe essere di 3 o 4 miliardi di euro. Credo che queste risorse potrebbero essere anche utilizzate da parte di questa Commissione per cercare di dare risposte alle richieste che abbiamo avuto nelle varie audizioni che abbiamo svolto in queste settimane. Alcuni colleghi hanno evidenziato alcuni aspetti, ma su questo punto non mi dilungo, perché lo affronteremo in maniera serena e costruttiva nel dibattito e nel corso della discussione degli emendamenti. Volevo solo una sua conferma relativamente al fatto che questo risparmio sia più vicino ai 3 o ai 4 miliardi di euro, anche con riferimento al calo delle richieste di imprese e partite IVA che si è avuto precedentemente e al dato finale che l'Agenzia delle entrate ci fornirà.

  UBALDO PAGANO, intervento da remoto. Ringrazio il Ministro per il suo intervento, che ci ha convinto e che è stato esaustivo in ogni sua parte. Non credo che si debba lasciarsi andare a ulteriori analisi. Proverò a fare il tentativo di porre alcune questioni che sono di fondo, che riguardano il complesso del provvedimento e che eventualmente potrebbero essere oggetto dell'attività emendativa, anche per conoscere prima quello che può essere l'orientamento del Governo. Proverò a essere didascalico in maniera tale che – anche per facilitare la risposta – si possa entrare nel merito delle questioni.
  Lei oggi ha dichiarato che probabilmente le stime di crescita del PIL saranno maggiori rispetto a quelle che avevamo preventivato. Alla luce di questo aumento del PIL che ci si attende e che ovviamente ci potrebbe dare margini ulteriori rispetto al rapporto deficit-PIL, sarebbe plausibile immaginare che i maggiori margini possano essere utilizzati per il finanziamento di misure di traino per l'economia come, ad esempio, la parte integrale del rifinanziamento del superbonus fino alla fine del 2023, sulla quale, peraltro, vi era stato un impegno del Presidente del Consiglio dei ministri in sede di approvazione del DEF?
  Tutti quanti riteniamo oggettivamente che uno dei settori trainanti dell'economia nazionale, che è stato evocato anche da altri colleghi in Commissione, sia l'automotive e la relativa filiera. Il grande successo che hanno avuto gli incentivi disposti nell'ultimo anno e mezzo ha avuto la capacità di generare un ingente valore, ben oltre le risorse dedicate dai provvedimenti che abbiamo approvato.
  Tuttavia, non riusciamo a comprendere – forse c'è qualcosa che ci sfugge – la ragione per cui si sia ritenuto che rifinanziare queste agevolazioni non potesse avvenire già nel testo base del provvedimento e, in maniera un po' surrettizia, si provi a destinare all'attività emendativa della Commissione e del Parlamento la possibilità di introdurre eventualmente un rifinanziamento di questa misura. Dal punto di vista non della valutazione politica, ma della valutazione tecnica voi ritenete che questa possa essere una misura anticiclica nel breve periodo, così come, peraltro, nell'intento di tutti i provvedimenti che stiamo affrontando negli ultimi mesi? Se sì, laddove si dovesse sviluppare una discussione di questo tipo, quale potrebbe essere il Pag. 15punto di caduta sul quale il Governo si sentirebbe impegnato?
  Ho un'altra domanda. Quando tecnicamente arriverà in maniera automatica sui conti correnti il pagamento del contributo a fondo perduto per coloro i quali hanno già ricevuto la prima tranche con il decreto- legge «Sostegni I» e non vogliano apportare alcuna modifica rispetto ai criteri di calcolo per la perdita di fatturato? Penso che questa sia una delle domande più frequenti di chi ha capacità e voglia relazionale sui territori in questo momento.
  Da ultimo – per noi del gruppo del Partito Democratico è un tema molto importante – vorremmo conoscere la posizione del Governo sul credito d'imposta per le aree terremotate. In tutti i provvedimenti che abbiamo avuto l'occasione di affrontare negli ultimi sei mesi abbiamo provato a rifinanziare questa misura che si era dimostrata molto utile, che è fortemente richiesta anche dal Commissariato per la ricostruzione e sulla quale ritengo ci sia un parere abbastanza condiviso tra tutte le forze politiche presenti oggi in Parlamento. Mi piacerebbe comprendere per quale ragione non sia stata inserita nel testo base del provvedimento e soprattutto in che termini si può immaginare di introdurre questa misura nel corso dell'esame parlamentare.

  MASSIMO BITONCI. Volevo ringraziare anche io il Ministro per l'importante lavoro svolto da lui, dal Ministero dell'economia e delle finanze e da tutto il suo staff, perché questo – è inutile nasconderlo – è un provvedimento estremamente importante. Sono stati stanziati 70 miliardi di euro complessivi tra il decreto-legge n. 43 e quello oggi all'esame di questa Commissione: è una misura importante ed era quello che avevamo chiesto noi, come Lega. Inoltre, ritengo che l'introduzione nell'articolo 1 – come è stato ricordato anche dai colleghi – della misura che tiene conto dei costi fissi sia assolutamente innovativa.
  Tuttavia, durante le audizioni abbiamo raccolto le preoccupazioni delle categorie professionali, dei commercialisti e anche di tutte le altre categorie economiche per la scadenza – per poter fruire del contributo a fondo perduto sul peggioramento del risultato economico di esercizio – del 10 settembre per la presentazione della dichiarazione dei redditi, perché questa è una scadenza estremamente anticipata rispetto al termine ordinario del 30 novembre. Su questo le chiedo se è possibile fare una riflessione, tenendo conto che l'urgenza dell'erogazione e la predisposizione del decreto attuativo contenente i criteri di calcolo sono prioritari, però questa è un'esigenza che ho colto anche da altri.
  Per quanto riguarda l'articolo 9, è abbastanza chiara una certa preoccupazione da parte di tutto il mondo delle partite IVA e non solo, perché la proroga del termine di versamento delle somme derivanti da cartelle, avvisi e accertamento – parliamo di milioni di cartelle – è estremamente limitata. Se poi teniamo conto che il 2 agosto è fissata la scadenza della sospensione della rottamazione-ter e del saldo e stralcio, si possono calcolare all'incirca 15 o 16 rate che dovranno essere pagate in forma di versamento unico oppure dilazionato in cinque rate. Quindi, si capisce quanto è il peso e il carico che potrebbe arrivare ai singoli soggetti e alle partite IVA.
  La domanda che le pongo è la seguente. Si può valutare una ulteriore proroga o una formula di estensione magari della rottamazione, per quanto riguarda la rottamazione-ter e il saldo e stralcio? Il problema più importante dei prossimi mesi e del prossimo anno sarà quello legato al contenzioso e sappiamo che cosa pensa il direttore Ruffini qui presente, ovvero che probabilmente bisognerà mettere in atto tutta una serie di misure e strumenti che siano deflattivi di questo grande magazzino fiscale del contenzioso e magari anche in via automatica – come ho letto in questi giorni –, però è un problema ovviamente che va affrontato e potrebbe essere affrontato anche in questo provvedimento.
  Chiudo con una richiesta che ovviamente non può trovare posto nel decreto «Sostegni», perché questo provvedimento non riguarda le scadenze fiscali. Il 16 giugno vi è il termine per il pagamento dell'acconto dell'IMU e purtroppo, signor Ministro, pagheranno anche coloro che sono Pag. 16stati colpiti dal blocco degli sfratti. Questa è una cosa abbastanza assurda. Inoltre, il 30 giugno vi è il termine per il pagamento del saldo e dell'acconto delle imposte dei redditi.
  Le esprimo un auspicio e una proposta: siccome nel 2018 siamo riusciti a prorogare al 30 settembre il pagamento del saldo e dell'acconto delle imposte sui redditi per i soggetti a cui si applicano gli indici sintetici di affidabilità, non si potrebbe pensare di adottare anche oggi questa misura limitata con un decreto ad hoc? Ci potrebbe essere una mini proroga anche per quanto riguarda saldo e acconto?

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIORGIO LOVECCHIO

  RAFFAELE TRANO, intervento da remoto. Voglio ringraziare il Ministro per l'attenta disamina sul decreto-legge «Sostegni bis». Preliminarmente, mi associo alle considerazioni del collega Bitonci per quanto riguarda la parte fiscale, in merito alla necessità di allungare il termine del 10 settembre per l'invio della dichiarazione dei redditi per beneficiare del contributo a fondo perduto, perché è inammissibile che i professionisti debbano fare queste corse. Anche il discorso della proroga dei termini è un problema enorme che in un certo qual modo va affrontato.
  Ministro, la cosa che mi ha colpito è stato quando oggi ci ha illustrato alcuni dati che ancora non sono consolidati relativamente al fatto che rispetto alla platea di 3 milioni di richiedenti del contributo a fondo perduto, in realtà sono pervenute meno di 2 milioni di domande. Questo dato può avere anche un altro significato, ovvero che, a seguito del cambio dei criteri per accedere a questa forma di ristoro, evidentemente non sono rientrate nel perimetro del contributo circa un milione di partite IVA. Credo che, soprattutto in un momento di crisi pandemica, questo non sia un bel risultato o un bel dato perché, almeno a quanto ci consta dalle audizioni, ma anche semplicemente andando in giro a parlare con i commercianti e con gli artigiani, questi ultimi stanno vivendo una crisi davvero pesante, la peggiore dopo il secondo dopoguerra. I margini che ne stanno derivando e questo tesoretto accumulato dalla mancata erogazione dei ristori credo che debbano essere utilizzati per adottare ancora forme di sostegno, perché attualmente i ristori coprono dall'1,7 al 6 per cento dei mancati ricavi e, quindi, in sostanza è veramente poco. Anziché estendere la platea alle imprese che hanno ricavi da 10 a 15 milioni di euro, magari si potrebbe dare qualcosina in più, rivedendo le percentuali di ristoro, alle microimprese che, insieme alle piccole imprese, sono l'ossatura del nostro sistema produttivo.
  Faccio anche un'ulteriore riflessione in merito al dato che ci ha fornito oggi durante l'audizione, ossia che ci sono circa 360.000 nuove partite IVA che beneficeranno del contributo per la prima volta. Sono davvero curioso e le chiedo se magari può darci una piccola nota di approfondimento per capire chi sono questi nuovi fortunati imprenditori che hanno questa possibilità.
  Di recente la Commissione europea, con il quinto emendamento apportato al Temporary Framework, ha sancito che le misure sotto forma di anticipi, rimborsi, garanzie dei prestiti o altri strumenti possono essere convertite in altre forme d'aiuto. In sostanza significa che il Governo potrebbe trasformare le garanzie sui prestiti – parlo di quelle del fondo delle PMI e di SACE – in sovvenzioni e, quindi, potrebbe addirittura migliorare il rapporto tra indebitamento e patrimonio. Questa possibilità ci viene offerta entro il 31 dicembre del 2022, se il Governo ha già intenzione di dare veramente una bella boccata di ossigeno alle imprese.
  Chiudo con due quesiti rapidissimi sul rincaro delle materie prime. Molti soggetti che abbiamo audito ci hanno manifestato le loro perplessità in ordine a questi rincari inflazionistici. Si pensi, ad esempio, al 150 per cento in più sull'acciaio, al 30 per cento in più sul rame e al 50 per cento più sul petrolio. Inoltre, alla luce del Next Generation EU, che stanzia 750 miliardi di euro, più il Piano Biden di 6.000 miliardi di Pag. 17dollari, ci sarà una ricerca spasmodica verso l'accaparramento delle materie prime. Le chiedo se il Governo sta prendendo provvedimenti o sta dialogando con l'Unione europea per poter proteggere la fornitura di queste importantissime e preziose materie prime.
  Detto questo, come ultimo quesito volevo chiedere a che punto siamo sulla riforma del fisco.

  YLENJA LUCASELLI, intervento da remoto. Grazie Ministro per l'audizione. Le hanno posto tantissime domande, a cui ne aggiungo altre tre su questioni di merito e di contenuto del provvedimento. La prima riguarda le PMI, perché nel testo del decreto, per ciò che attiene le nuove operazioni delle PMI e anche delle Mid Cap, la percentuale di copertura della garanzia del fondo è stata ridotta dal 90 all'80 per cento in un momento in cui sappiamo che le difficoltà economiche delle imprese non sono ancora state superate. Chiedo per quale motivo è stata fatta questa riduzione, tanto più che è stata anche eliminata la possibilità per le Mid Cap con numero di dipendenti inferiore a 250 di accedere alla garanzia gratuita del fondo, potendo così accedere soltanto alla garanzia SACE.
  Poiché, invece, noi sappiamo che questa era l'unica misura del decreto-legge «Liquidità» che aveva in qualche modo dato un po' di respiro, volevo capire come mai è stata fatta questa scelta dal Governo nell'impostazione di questo decreto, tanto più che, in realtà, questo aspetto riguarda anche le operazioni che alla data di entrata in vigore del decreto-legge avevano già presentato richiesta al fondo, ma non erano ancora state deliberate. Mi sembra che questa sia un'incongruenza non solo al netto delle esigenze di liquidità delle imprese, ma anche da un punto di vista prettamente giuridico.
  Rimanendo sempre nell'ambito delle imprese, la seconda domanda riguarda la misura che è stata introdotta per incentivare la loro capitalizzazione. Sappiamo che sono stati ampliati i limiti temporali della disciplina per le aggregazioni aziendali, ma sappiamo anche che queste misure sino a questo momento non hanno avuto alcun impatto determinante sulle imprese industriali. Più volte noi abbiamo chiesto che ci fosse, invece, una compensazione integrale delle perdite fiscali o che venissero introdotte delle forme di carry back, cioè l'introduzione di un incentivo fiscale vigoroso per le imprese che aumentano il proprio capitale e per i privati che investono in tali imprese. Anche in questo caso vorrei capire dal Ministro perché queste misure non sono state ritenute valide da poter essere introdotte in questo decreto-legge.
  Venendo al tema del lavoro, che ha impegnato su più fronti questo decreto, ho un paio di domande. Mi sembra che sul piano generale questo tema sia ancora influenzato dalla visione emergenziale con interventi di carattere temporale e non di prospettiva. Mancano le forme di investimento sugli ammortizzatori sociali, che è uno di quei temi che ad oggi non è ancora stato affrontato, così come manca il tema della ricollocazione dei lavoratori anche attraverso percorsi formativi. Volevo capire come mai nelle politiche del lavoro questi aspetti non sono stati evidenziati.
  Venendo poi, in particolare, a una questione di merito, come hanno già detto alcuni colleghi, sono state introdotte delle novità rispetto alla cassa integrazione guadagni. Siccome è stato introdotto il blocco dei licenziamenti per chi utilizza la cassa integrazione salariale, ma contemporaneamente è stata disposta una sorta di contropartita a questo blocco, che è limitato alla mera sospensione del versamento del contributo addizionale dovuto per la cassa integrazione, mi chiedo come mai il Governo non abbia valutato, invece, di sospendere anche l'obbligo di versamento della contribuzione ordinaria.
  In ordine al contratto di rioccupazione, vi è una finestra molto stretta fino al 31 ottobre 2021 e probabilmente anche in questo caso sarebbe stato meglio valutare altre ipotesi contrattuali già esistenti, come l'apprendistato professionalizzante o altre forme. Chiedo anche in questo caso come mai non è stato adottato un intervento in questo senso e come mai non è stato fatto soprattutto per i contratti a termine che ancora oggi vedono vincoli legati alle causali, Pag. 18 alla durata dei contratti e alla contribuzione addizionale che, come sappiamo, ha ingessato moltissime imprese.
  Infine, sappiamo che moltissime delle questioni che sono affrontate all'interno di questo decreto-legge e moltissime delle novità da esso portate sono di fatto subordinate all'autorizzazione della Commissione europea. Mi viene in mente, per esempio, l'allungamento dei finanziamenti garantiti, ma la stragrande maggioranza delle novità introdotte da questo decreto sono di fatto ancora subordinate alla Commissione europea e poi ai decreti attuativi.
  Concludo con l'ultima domanda, ovvero perché il Governo non ha pensato di snellire alcune di queste procedure, soprattutto nella fase di attuazione che è quella che poi rischia di rallentare l'arrivo degli aiuti alle imprese e alle famiglie italiane.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FABIO MELILLI

  SILVANA ANDREINA COMAROLI. Ministro Franco, la ringrazio veramente per la sua relazione esaustiva. Volevo sottoporle due questioni. Anche io le chiedo un commento sulla questione dell'aumento del costo delle materie prime, in modo particolare relativamente all'aumento del prezzo del petrolio, che purtroppo ad oggi per noi è la principale fonte di energia. Dai vostri studi e secondo lei, questo aumento del prezzo del petrolio può minare la crescita del nostro PIL? Volevo una sua considerazione su questo punto.
  L'altro punto riguarda sempre l'aumento del costo delle materie prime e, in particolare, il mondo delle costruzioni, che si stava riprendendo dopo la pandemia in tutto il suo sistema lavorativo e ad oggi, invece, in modo particolare per ciò che concerne le piccole e medie imprese, è fortemente minato proprio da questo aumento del costo delle materie prime. Anche su questo aspetto volevo chiederle se state prendendo in considerazione qualche forma di intervento per evitare che diverse di queste aziende possano chiudere.
  Un'ultima questione, invece, riguarda il terzo settore, tra cui rientrano le case di riposo. Purtroppo, le case di riposo hanno avuto l'anno scorso una drammatica riduzione delle rette a causa del decesso degli ospiti. In contemporanea con il blocco dei nuovi accessi nelle strutture questo ha creato delle perdite sui bilanci. Le chiedo, quindi, se c'è una disponibilità per aiutare il terzo settore e, quindi, tutto il sistema socio-assistenziale. Altrimenti in moltissime case di riposo dovranno aumentare le rette attuali, creando un vero problema sociale, perché moltissime famiglie non si possono permettere rette alte per i loro cari all'interno di queste strutture. Volevo sapere da lei se c'è la disponibilità del Governo a prendere in considerazione questa questione.

  MAURO DEL BARBA, intervento da remoto. Grazie al Ministro per la sua relazione veramente esaustiva. Anche per noi è molto importante il cambio di passo che è stato operato con questi due decreti-legge non solo per l'importo, ma anche per la direzione data agli interventi e per le modalità di dialogo con il Parlamento, che nella lettura del decreto-legge n. 41 e, ci auguriamo, anche di questo, consentono, con una posizione politica che deve essere chiaramente scelta, di tener conto delle tantissime istanze del Paese, che verosimilmente – anche il Ministro comprenderà – non possono essere magari considerate in prima battuta.
  Da questo punto di vista, ci interessa molto capire e sottolineare, come ha già fatto qualcuno, gli spazi di collaborazione che potremmo avere relativamente alle risorse che si liberano dal decreto-legge n. 41 per la fascia di imprese con fatturato tra 10 e 15 milioni di euro, anche per capire qual è l'opinione del Governo rispetto agli interventi emendativi del Parlamento relativamente a interventi per fasce di imprese con fatturato superiore ai 15 milioni di euro, laddove ravvisassimo categorie o imprese particolari rientranti in settori di servizio pubblico, che hanno una certa fragilità o debolezza nel recuperare capitale privato. Quindi, nonostante il fatturato possa avere un senso sia sociale che economico, chiedo se si possa valutare un intervento. Su questo forse non ci si è mai espressi Pag. 19chiaramente, dando per scontate le considerazioni sulle dimensioni che ho appena riportato. Vorrei capire quali spazi di dialogo potranno esserci su questo tema particolare, nell'intervento emendativo e nel recupero di questi miliardi dal decreto-legge n. 41.

  PRESIDENTE. Do la parola al Ministro Franco per la replica.

  DANIELE FRANCO, Ministro dell'economia e delle finanze. Intanto ringrazio i deputati per i quesiti e i commenti.
  L'osservazione dell'onorevole Claudio Borghi relativa al fatto che ogni qualvolta si fissa un limite si determina iniquità è vera. Detto questo, abbiamo delle norme da approvare e abbiamo delle risorse da distribuire, quindi, dobbiamo darci dei criteri, avendo a mente che ogni criterio ha dei gradi di imperfezione. Come si affronta questo punto? Come qualcuno di voi ha detto, si affronta aggiustando via via gli interventi e cercando di comprendere quali settori non sono stati sostenuti in modo adeguato.
  Un altro modo per affrontare questa difficoltà è quello di avere più strumenti. Nel decreto-legge n. 41 e in questo ultimo decreto-legge si è fatto riferimento al criterio del fatturato, che ha molti vantaggi in termini di tempestività e di precisione, consentendo di guardare a tutto il mondo delle partite IVA, poiché abbiamo circa 5,5 milioni di potenziali soggetti e, quindi, abbiamo aperto l'intervento all'universo di questi soggetti. Sapevamo e sappiamo che il criterio del fatturato coglie molti aspetti ma non tutti e associare, nei prossimi mesi, un intervento sui risultati d'esercizio consente di vedere il mondo di chi è stato colpito dalla crisi in modo diverso, con un parametro diverso e ciò dovrebbe aiutarci a cogliere meglio la realtà di un Paese e di un'economia molto complicati. Perché tale intervento legato ai risultati di esercizio si può fare soltanto adesso? Perché sono necessari i dati sulla chiusura dei bilanci del 2020.
  Accanto a questo intervento sui risultati d'esercizio, che credo sia un buon complemento agli interventi basati sul fatturato, abbiamo introdotto via via misure selettive su specifici settori o anche misure ad ampio spettro come quelle sui fitti, sulle bollette, sulla prima rata dell'IMU e così via, fermo restando che delle iniquità resteranno, perché non possiamo e non siamo in condizione di conoscere alla perfezione la situazione di tutte le numerose aziende italiane.
  L'onorevole Claudio Borghi solleva la questione a cui accennavo prima relativamente alle risorse che si liberano. Fra circa due settimane l'Agenzia delle entrate chiuderà l'esercizio avviato con il decreto-legge n. 41 e quindi sapremo esattamente quante partite IVA hanno chiesto il sostegno e qual è l'onere relativo a questa misura. Una prima parte delle risorse che verosimilmente si libereranno e che, come ho detto, saranno significative sarà utilizzata in base all'articolo 1, comma 30, del decreto-legge n. 73 al fine di estendere l'intervento alla fascia di imprese con fatturato tra i 10 e i 15 milioni di euro, mentre la restante parte può essere destinata, per esempio, all'intervento sui risultati di esercizio oppure può essere destinata ad altri interventi. Questo è forse il tema più importante che abbiamo davanti.
  Passando all'onorevole Trancassini e al fatto che non ci sono novità rispetto al decreto-legge n. 41, il decreto-legge n. 73 è costruito in continuità con il decreto-legge n. 41, poiché aggiusta il tiro ed estende gli interventi al periodo che arriva al 31 marzo 2021, cogliendo meglio il periodo della pandemia. Questo dovrebbe far emergere un numero di partite IVA che prima, guardando all'anno solare 2020 rispetto all'anno solare 2019, non rispondevano al requisito di almeno il 30 per cento per la riduzione del fatturato. Guardando il periodo dei dodici mesi di impatto maggiore della pandemia e della recessione, emergono un numero maggiore di partite IVA che possono beneficiare dell'intervento.
  Credo che il bonus vacanza fosse già finanziato. Noi ci limitiamo a dire che potrà essere utilizzato anche tramite le agenzie di viaggio. Pag. 20
  Passando al tema della semplificazione, di per sé questo decreto-legge non riguarda la semplificazione che, invece, è stata oggetto del decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri la settimana scorsa.
  Per quanto riguarda le regole sul lavoro, quello che il Governo ha fatto con il decreto precedente è stato dire che dal 1° luglio il blocco dei licenziamenti termina per i settori che avevano già la cassa integrazione, quindi il manifatturiero e le costruzioni, azzerando il contatore di ciascuna azienda, che, quindi, ha davanti potenzialmente 52 settimane di cassa. Con questo decreto-legge sono stati azzerati gli oneri aggiuntivi che vengono dall'utilizzo della cassa. A questo intervento, poi, si associa una serie di sgravi contributivi di misure che dovrebbero limitare l'impatto sul mercato del lavoro, per cui non mi aspetterei un'ondata enorme di licenziamenti dal 1° luglio. Il Governo monitorerà quanto accade e credo che il Ministro Orlando, in particolare, sia giustamente molto attento rispetto a questi temi nell'ambito del Governo. Se vi fossero situazioni di tensione o eventi di grande portata, ovviamente il Governo sarà pronto a intervenire.
  La questione del costo delle materie prime, sollevata in particolare per la ricostruzione post sisma, in realtà è una questione che riguarda molta parte della nostra economia. Per quanto riguarda le opere pubbliche, si sta riflettendo se adottare meccanismi che possano tenere conto di variazioni dell'onere per le materie prime. Va tenuto a mente che occorre vedere se questo aumento dell'onere diventerà poi un aumento strutturale. Infatti, nel caso del prezzo del petrolio ci si attende che nei prossimi mesi vi sia un picco e poi questo tenda a diminuire. Ovviamente ogni previsione va fatta con infinite cautele e la situazione va monitorata nel divenire. Tuttavia, la questione del costo delle materie prime per le nostre imprese è una questione importante che senz'altro va affrontata.
  Le scuole dei mestieri per l'industria sono un avvio e una sorta di sperimentazione. Credo che se avessero successo e se fossero efficaci, potrebbe essere utile estenderle ad altri comparti. Di sicuro questo è un modo per cercare di andare incontro alla richiesta delle imprese di una formazione molto vicina all'esigenza delle singole aziende che può senz'altro essere estesa ad altri comparti.
  L'essere pronti a un'ondata di pandemia in ottobre è un punto molto importante. Dicevo che sull'evoluzione della pandemia – adesso la situazione sta migliorando molto – dobbiamo essere attenti a monitorare e a seguire la situazione. La prima forma di azione è quella di continuare nel processo di vaccinazione, arrivando all'autunno con un numero di vaccinazioni molto ampio. Condivido che il Governo debba essere, come dire, cauto e pronto ad affrontare ogni sviluppo.
  L'onorevole Lovecchio mi ha posto una domanda sul settore del wedding e su altri settori molto colpiti. In realtà, con questo decreto abbiamo rifinanziato il fondo per il settore degli eventi con altri 150 milioni di euro e poi abbiamo creato un fondo per i settori che sono stati chiusi a lungo. Il settore del wedding e degli eventi era già stato aiutato con il decreto-legge n. 41 e viene aiutato anche con questo decreto, ma dobbiamo vedere se queste risorse sono adeguate. Credo che queste risorse si aggiungono agli interventi universali di base, così le aziende di quel settore avranno diritto all'intervento basato sul fatturato, avranno diritto all'intervento basato sui risultati di esercizio, agli interventi sui fitti, agli interventi sulle imposte, sulla TARI e così via, ma vi sono poi anche questi interventi ad hoc. Tuttavia, dovremmo vedere nei prossimi mesi se questi settori sono stati aiutati adeguatamente.
  Condivido con l'onorevole Lupi la considerazione per cui tra Governo e Parlamento, ma anche tra Governo, società ed economia, occorra un metodo basato sull'ascolto e sul dialogo, poiché aiuta anche noi ad aggiustare il tiro strada facendo. Questo vale sia per questo Governo che per il Governo precedente, che si sono trovati ad affrontare la pandemia. Questo gruppo di Ministri e il gruppo di Ministri del Governo precedente si sono trovati ad affrontare Pag. 21 situazioni nuove e si è un po' improvvisato. È assolutamente importante ascoltare e cercare di capire e aggiustare gli interventi in relazione alle evidenze e alle indicazioni che provengono dalla società o che provengono, in questo caso, dal dialogo con il Parlamento.
  Devo dire che il settore della ristorazione collettiva non ci era stato segnalato – per quello che io sappia – come meritevole di un intervento ad hoc, anche se credo sia stato oggetto di vari interventi che possono averlo sostenuto. Su questo punto torno a dire che, se è mancato un intervento in quel comparto, dovremmo cercare insieme di porvi rimedio. Condivido con l'onorevole Lupi che nessun settore deve essere dimenticato.
  Sulla questione Alitalia, il dialogo con la Commissione europea sta giungendo a una fase finale e noi contiamo di chiudere la questione entro il mese. «Chiudere» vuol dire che la Commissione europea riconosce che Ita parte con un buon piano industriale, che le consentirà di essere competitiva, e in una situazione di discontinuità rispetto alla vecchia Alitalia.
  Il passaggio da Alitalia, che è attualmente commissariata, a Ita, che sarà una nuova azienda che deve avere delle caratteristiche di discontinuità e di novità, comporterà una transizione non facile, nel senso che alcuni asset di Alitalia passeranno a Ita e vi saranno gare. Noi contiamo che il brand Alitalia possa e debba transitare alla nuova azienda. Ci sarà una fase di transizione e stiamo cercando di far sì che questo non comprometta la stagione estiva, nel senso che la vecchia Alitalia continua a operare e a un certo punto Ita subentrerà, evitando di compromettere la stagione.
  L'onorevole Fassina chiedeva chiarimenti sulla questione dell'inflazione. In Italia l'inflazione è leggermente salita negli ultimi mesi. Infatti, credo che in maggio siamo arrivati all'1,3 per cento ma, correggendo il dato per i prodotti energetici e alimentari, la cosiddetta «inflazione di fondo» è circa dello 0,3 per cento, restando ancora piuttosto bassa.
  In vari Paesi, come gli Stati Uniti, vi è un aumento dell'inflazione, trascinata dal prezzo del petrolio, dal prezzo delle altre materie prime e da strozzature nei processi produttivi. In qualche modo questo aumento dell'inflazione è l'effetto della ripresa dell'attività economica che ha colto molte imprese con livelli di scorte relativamente bassi.
  L'opinione generale è che questa accelerazione dell'inflazione sia un fenomeno temporaneo e che nell'immediato non comporti cambiamenti nell'orientamento delle politiche economiche e monetarie. Quindi, tranquillizzerei l'onorevole Fassina che nell'immediato non vi saranno cambiamenti nelle politiche di bilancio e monetarie, che resteranno espansive.
  L'onorevole Fassina aveva toccato la questione di Alitalia, dei licenziamenti e delle attività come la ristorazione complessiva. Inoltre, ha notato come l'utile di esercizio sia un buon criterio. Perché lo facciamo solo adesso? Come ho detto, lo facciamo adesso perché ci servivano i dati. Infatti, non potevamo farlo senza i dati sui bilanci del 2020.
  Vi è un punto, che credo aveva rilevato l'onorevole Bitonci, in merito alla chiusura dei bilanci e la presentazione delle dichiarazioni dei redditi entro il 10 settembre. Ovviamente più tempo viene dato, più tardi verrà poi pagato il sostegno. Occorre trovare un punto di equilibrio tra erogare rapidamente questi 4 miliardi di euro stanziati adesso – che potrebbero anche diventare di più – e dare tempo per la chiusura dei bilanci. Noi abbiamo fissato il 10 settembre perché ci sembrava un buon punto di equilibrio, ma se ne può parlare. Pensavamo che andando oltre, i fondi sarebbero arrivati troppo tardi. Tuttavia, è un tema su cui si può discutere, poiché ci sono vantaggi e svantaggi da entrambi i lati.
  L'onorevole Pella chiedeva chiarimenti relativamente alla sentenza della Corte costituzionale. Noi abbiamo stanziato 500 milioni di euro in tal senso. Ove si volesse risolvere pienamente il debito degli enti coinvolti, servirebbe una cifra più elevata. Una questione importante è quella relativa Pag. 22ai margini per avere questa cifra e un'altra riflessione è se non vi possa essere una soluzione normativa che consenta, senza tornare alla norma cancellata dalla Corte costituzionale, di dare tempo agli enti territoriali coinvolti. In questo caso un intervento di 500 milioni di euro, che non è risolutivo da solo, ma è considerevole, potrebbe consentire, insieme a una norma, di trovare una soluzione. Come vi dicevo prima, questa è un'altra questione aperta ed è oggetto di riflessione.
  L'onorevole Pella riteneva che sull'automotive si potesse fare di più. Ovviamente molti settori potrebbero essere sussidiati o incentivati, ma nel farlo occorre sempre avere a mente quale sia l'impatto di ogni euro speso sull'economia italiana. Infatti, si dovrebbe sempre guardare alle importazioni per massimizzare l'effetto della spesa pubblica sull'occupazione e sull'attività economica del nostro Paese.
  Il settore dell'automotive è un settore in cui la presenza estera è molto forte ed è anche vero che molte componenti di auto prodotte all'estero sono prodotte in Italia, però nel complesso è una filiera in cui per ogni euro che viene speso, una parte significativa fluisce all'estero. Anche questa è una considerazione da tenere a mente.
  L'onorevole Pella chiedeva anche se riutilizziamo i risparmi. I risparmi relativi al decreto-legge n. 41 e a quello in esame vanno assolutamente rimessi in circolo. Il mio suggerimento è di usarne una buona parte per l'intervento sui risultati di esercizio, però l'importante è che siano rimessi in circolo e che affluiscano al mondo delle imprese e delle partite IVA rapidamente.
  L'onorevole Pagano parlava della possibile revisione al rialzo della nostra stima sull'andamento del PIL. Come vi dicevo, penso che avremo ragione e motivo di rivedere al rialzo la stima del 4,5 per cento, però in questo momento è in parte solo un auspicio. Quando a settembre prepareremo la Nota di aggiornamento al DEF, sarà il momento in cui potremmo rivedere le nostre stime.
  Il punto è non solo cosa accade al PIL del 2021, ma anche gli effetti sulla crescita dei prossimi anni. La legge di bilancio per il 2022 verrà costruita sul quadro macroeconomico della NADEF del settembre prossimo. Se la crescita del PIL fosse più ampia, a parità di obiettivo di disavanzo, vi sarebbero più entrate fiscali e quindi potenzialmente più risorse per tagliare le imposte o per aumentare la spesa pubblica, però questo lo vedremo a settembre.
  Può essere questo un momento per coprire il superbonus? Credo che il Governo abbia già detto che intende prorogare il superbonus, ma intende farlo alla luce dell'esperienza e degli effetti di quest'anno, però senz'altro la proroga è uno dei punti su cui il Governo si è già impegnato.
  Quando verrà pagato il sussidio a fondo perduto uguale a quello del decreto-legge n. 41? Come dicevo prima, verrà pagato il 16 giugno. Credo che il 16 giugno l'Agenzia delle entrate farà partire i bonifici per tutti coloro che hanno chiesto e ottenuto il primo sostegno.
  Per quanto riguarda il credito d'imposta relativo alle aree terremotate, non mi è chiaro il quesito. Per questo motivo forse potremmo parlarne direttamente e bilateralmente con l'onorevole Pagano.
  Onorevole Bitonci, abbiamo già discusso della questione dell'equilibrio sulla scelta della data di chiusura dei bilanci.
  Per quanto riguarda, invece, la questione della sospensione delle cartelle, in qualche momento l'attività dell'Agenzia delle entrate dovrà ripartire. La ripartenza deve essere graduale, senza impatti negativi sulle imprese, però in qualche momento questa attività deve ripartire. Adesso possiamo senz'altro discutere sulle proroghe e sul trovare interventi che smussino un po' la situazione. Questo è già stato fatto, spostando al 30 giugno la ripresa dell'attività. Soprattutto nell'ambito di quest'anno possiamo vedere se vi sono ancora margini.
  L'onorevole Trano parlava della questione del riutilizzo di ciò che ha definito «il tesoretto». Questo va senz'altro utilizzato.
  Le 360.000 nuove partite IVA sono quelle – come avevo spiegato prima – che emergono nelle stime dell'Agenzia delle entrate, facendo riferimento ai dodici mesi che terminano Pag. 23 al 31 marzo 2021, che sono i dodici mesi di fase più intensa della pandemia.
  Sulla questione della trasformazione dei mutui e dei prestiti in sovvenzioni, l'inconveniente è che se si trasforma un prestito garantito in un sussidio a fondo perduto verso un'azienda, si ha un impatto sul deficit e sul debito pubblico della stessa misura. Credo che alla fine dello scorso anno il fondo per le piccole e medie imprese garantiva più di 200 miliardi di euro. Se noi decidessimo che questi crediti garantiti se li accolla tutti lo Stato, aumenteremo il deficit e il debito pubblico della stessa somma.
  Un'altra considerazione è che moltissime imprese hanno sofferto e soffrono molto, però non tutto il settore produttivo italiano soffre allo stesso modo. Per fortuna abbiamo molti comparti produttivi che sono andati relativamente bene l'anno scorso e che vanno bene adesso. Il punto è essere quanto più selettivi possibili, poiché con un intervento che cancella tutti questi debiti delle imprese e li mette a carico dello Stato, avremmo un onere enorme, ma ciò comporterebbe anche un aiuto di grandi proporzioni a molte imprese che non hanno avuto un impatto terribile in questo anno di pandemia. Infatti, per fortuna molta parte del nostro manifatturiero ha continuato a lavorare e questo vale anche per vari comparti dei servizi e dell'agricoltura.
  L'onorevole Trano parlava anche della riforma del fisco. Sulla riforma del fisco il Governo si è impegnato a preparare un disegno di legge delega per il 31 luglio e darà attuazione alla delega sulla base della chiusura dei lavori in ambito parlamentare.
  L'onorevole Lucaselli parlava della riduzione dal 90 all'80 per cento del coefficiente di garanzia. Come dicevo prima, stiamo cercando di tornare a una situazione di normalità o di maggiore normalità nei rapporti tra imprese e banche, aumentando il rischio che le banche si assumono. Dall'altro lato, le garanzie vengono estese per dieci anni e vi è il pacchetto di interventi sulle imprese di cui vi ho parlato prima. Pensiamo che nell'insieme questo sia un pacchetto che consenta al nostro sistema di imprese di operare bene.
  Per quanto riguarda l'ACE, vedremo quanto questo incentivo alla patrimonializzazione che abbiamo introdotto sarà operativo. Se vedessimo che non dovesse funzionare, aggiusteremo di nuovo il tiro. L'ACE ha il vantaggio di essere un intervento universale molto semplice che esiste già nella normativa italiana.
  Altri interventi come quello sul credito delle perdite fiscali, già menzionato prima, avrebbero un carattere più sistemico e potrebbero richiedere coperture per i prossimi anni. Noi abbiamo dovuto scegliere interventi – come l'ACE e il modo in cui l'abbiamo disegnata – che hanno un impatto solo quest'anno. Questo ha molto ristretto le opzioni, perché sono convinto anche io che, avendo margini su più anni, avremmo potuto disegnare degli interventi più strutturali. Il vincolo che abbiamo avuto è quello di utilizzare lo scostamento di bilancio per quest'anno.
  Anche sulla questione che l'onorevole Lucaselli sollevava va detto che la riforma degli ammortizzatori sociali è una riforma strutturale che potrà avere oneri su più anni e anche questa è una riforma che deve essere affrontata nell'ambito della prossima legge di bilancio, avendo a mente una prospettiva di più anni.
  Passando alla questione dell'autorizzazione europea, noi operiamo in un regime in cui gli interventi devono essere autorizzati dalla Commissione europea. Tuttavia, sulle misure che abbiamo posto ci aspettiamo che le risposte siano positive.
  L'onorevole Comaroli chiedeva chiarimenti sulla questione dei costi delle materie prime, su cui credo di aver già risposto.
  Per quanto riguarda il terzo settore e le case di riposo, siamo intervenuti sulle regioni dando loro più flessibilità per l'utilizzo dei fondi legati al COVID-19 e sono state riconosciute alcune risorse anche ai comuni. Tuttavia, capisco che non c'è un intervento selettivo sulle case di riposo, su questo punto ha ragione. Questo tema può essere oggetto di un intervento che vada a colmare un vuoto. Pag. 24
  L'onorevole Del Barba chiedeva chiarimenti sulla possibilità di utilizzare i fondi che si liberano quando questi verranno certificati più avanti in giugno per aumentare la soglia di fatturato delle imprese oltre i 15 milioni di euro. Questa è senz'altro una possibilità. Su questo credo che, come è stato il caso per il decreto-legge n. 41, il dialogo tra Parlamento e Governo debba restare sempre assolutamente aperto e intenso.
  Spero di aver risposto a tutti gli interventi.

  PRESIDENTE. Grazie, signor Ministro. Dichiaro, quindi, conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 21.45.