XVIII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 17 di Giovedì 23 luglio 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE CONDIZIONI DEL PERSONALE MILITARE IMPIEGATO NELL'OPERAZIONE «STRADE SICURE»

Audizione, in videoconferenza, del Generale di Corpo d'armata, Roberto Perretti, Comandante del Comando Forze Operative Nord (COMFOPNORD).
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Perretti Roberto , Comandante del Comando Forze Operative Nord (COMFOPNORD ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Rossini Roberto (M5S)  ... 9 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Perretti Roberto  ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 

Audizione, in videoconferenza, del Generale di Corpo d'armata, Claudio Berto, Comandante del Comando truppe alpine:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Berto Claudio  ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 14 
Ferrari Roberto Paolo (LEGA)  ... 14 
Aresta Giovanni Luca (M5S)  ... 15 
Dori Devis (M5S)  ... 15 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 15 
Berto Claudio  ... 15 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 16 

ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata dal Comandante del Comando truppe alpine ... 17

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare: Misto-PP-AP.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 13.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione televisiva sul canale satellitare e la diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, del Generale di Corpo d'armata, Roberto Perretti, Comandante del Comando Forze Operative Nord (COMFOPNORD).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, del Generale di Corpo d'armata Roberto Perretti, Comandante del Comando Forze Operative Nord (COMFOPNORD), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione «Strade Sicure». Saluto e do il benvenuto al Generale Perretti, che ringrazio per la sua presenza all'incontro di oggi. Ricordo che, dopo l'intervento del nostro ospite, darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni. Successivamente, il Generale potrà rispondere alle domande poste. Chiedo ai colleghi di fare pervenire fin d'ora al banco della presidenza la propria iscrizione a parlare, con l'avvertenza che l'audizione dovrà concludersi entro le ore 13,45 per consentire lo svolgimento del successivo collegamento con il Comandante delle truppe alpine. Do, quindi, la parola al Generale Perretti.

  ROBERTO PERRETTI, Comandante del Comando Forze Operative Nord (COMFOPNORD). Onorevoli presidente e onorevoli deputati, buon pomeriggio. Porto a tutti loro il saluto dei soldati e del personale civile delle Forze Operative Nord. Lo scopo della presentazione odierna è di fornire un quadro delle attività svolte dai militari impegnati nell'ambito dell'operazione e nell'area di responsabilità assegnata al Comando Forze Operative Nord nel corso dell'emergenza epidemiologica. A tal fine, illustrerò anche i provvedimenti assunti allo scopo di preservare la salute del personale e, con essa, l'operatività dello strumento militare. La mia esposizione si articolerà, quindi, in due parti: nella prima indicherò i provvedimenti adottati a tutela della salute del personale che all'atto della dichiarazione dello stato di emergenza era già schierato in operazioni, nonché per preservare coloro che avrebbero dovuto iniziare o completare le attività di approntamento per poi subentrare nei mesi a venire nel dispositivo già in atto o nelle missioni all'estero. Successivamente, procederò ad illustrare le attività operative che sono state poste in essere nel corso dell'emergenza. A premessa, come già riferito lo scorso anno dal mio predecessore, il Generale di Corpo d'armata Amedeo Sperotto, in sede di audizione presso questa Commissione, rammento solamente che il Comando Forze Operative Nord è posto alle dipendenze del Capo di Stato maggiore dell'Esercito ed è un alto comando multifunzione dell'Esercito, chiamato a gestire l'area del Centro-Nord che comprende le regioni Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Per quanto riguarda l'operazione «Strade Sicure», l'area di responsabilità del Comando Forze Operative Nord è stata suddivisa in quattro settori e assegnata a quattro comandi interprovinciali e interregionali, Pag. 4 denominati «raggruppamenti» a livello di reggimento, retti da colonnelli, i cui i comandi hanno sede attualmente (perché c'è una rotazione semestrale) a Sacile, Pordenone, sede del 7o Reggimento trasmissioni per il Raggruppamento «Veneto-Friuli-Venezia-Giulia», Bologna, sede del 121o Reggimento artiglieria contraerei per il Raggruppamento «Emilia-Romagna», Grosseto, sede del Reggimento «Savoia Cavalleria» per il raggruppamento Toscana e Foligno, sede del centro di selezione dell'Esercito ove opera il Comandante del Reggimento genio ferrovieri di Castel Maggiore, Bologna, anche Comandante del Raggruppamento «Umbria». In linea con quanto previsto dal decreto interministeriale, sono impiegati nelle suddette province, chiamate «piazze», 1.328 soldati, di cui 144 con funzioni di comando e controllo e 1.184 operativi. In questi numeri sono incluse le 311 unità nel tempo aggiunte al dispositivo durante l'emergenza Covid-19. Prima dell'inizio dell'emergenza, infatti, il dispositivo del Comando Forze Operative Nord era di 1.017 unità, di cui 907 operative e 110 di comando e controllo delle complessive 7.050 autorizzate a livello nazionale fino al 31 dicembre 2020. Questo era il livello di forza totale che risultava schierata nel mese di febbraio allorché sono stati segnalati in Veneto i primi casi di contagio da Covid-19, che diedero il via a una rapida successione di eventi sui quali tornerò più avanti.
  È ora mio intendimento illustrarvi come l'alto comando – in un momento particolarmente difficile in cui tutto il personale risultava esposto, soprattutto quello in Veneto e in Emilia Romagna, a un possibile contagio – vivendo in comunità all'interno delle caserme, ha agito al fine di assicurare comunque l'operatività di tutte le unità. Considerato il repentino sviluppo del quadro epidemiologico e le dimensioni che esso aveva assunto nel giro di pochi giorni, su indicazione dello Stato maggiore dell'Esercito, pur mantenendo sempre la piena capacità operativa del dispositivo schierato in «Strade Sicure», si è immediatamente proceduto a ridurre in misura significativa il livello di presenze di personale all'interno delle infrastrutture. È stato nel contempo costituito un bacino di forze in prontezza per rispondere a ulteriori esigenze eventualmente prospettate dalle autorità di pubblica sicurezza sia per potenziare ulteriormente il dispositivo già schierato nell'operazione «Strade Sicure», sia per sostituire unità da sottoporre eventualmente a protocolli sanitari. A tale scopo è stato, quindi, adottato un sistema di presenze basato sulla rotazione del personale al fine di decongestionare i locali delle infrastrutture militari, assicurandone però il rientro in caserma con un brevissimo preavviso. Pertanto, sono stati definiti livelli di prontezza a ventiquattro, settantadue e centoventi ore, specificando che le unità con note a ventiquattr'ore avrebbero dovuto predisporre un idoneo e immediato sistema di richiamo del personale in sede in caso di necessità. Successivamente, tali livelli di prontezza, tenuto conto dell'evolversi della situazione, sono stati aumentati a settantadue ore, centoventi ore e quattordici giorni. Al riguardo, mi preme evidenziare come finora non sia stato necessario impiegare tali forze in prontezza per sostituire militari impiegati nel dispositivo, perché né all'interno del comando, né nei raggruppamenti, alcuni dei quali schierati nelle regioni a maggior rischio di contagio, si sono verificati casi di Covid-19. Questo risultato è stato ottenuto anche perché, sin dalle prime fasi dell'emergenza, si è agito con determinazione e rapidità al fine di implementare le misure disposte dalle autorità sanitarie e dallo Stato maggiore dell'Esercito. È stata nel contempo elaborata e diramata a tutti gli enti, unità e comandi dipendenti, una direttiva volta a fornire un compendio delle numerose disposizioni emanate in materia di contenimento del contagio da Covid, attesa la necessità di preservare la salute del personale e di garantire comunque forze prontamente impiegabili per l'assolvimento dei compiti istituzionali. Tali disposizioni sono state aggiornate con continuità. Siamo giunti all'undicesima edizione. Stiamo lavorando sulla dodicesima, recependo anche tutte le disposizioni emanate dalle autorità nazionali, regionali nonché quelle delle Forze armate. Oltre a ciò, è stato disposto di Pag. 5informare e formare il personale sulla situazione emergenziale in atto e sui rischi da essa derivanti, sul corretto utilizzo dei dispositivi individuali di protezione (DPI) da impiegare e sulle norme di sicurezza da rispettare. In particolare, nell'ambito delle principali misure tese a contenere e a gestire la diffusione dell'epidemia, sono risultate particolarmente efficaci: le disposizioni impartite per il coinvolgimento immediato dei medici competenti e dei responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione (SPP); la rilevazione della temperatura corporea che ha permesso di monitorare le condizioni di salute del personale; il ricorso alla frequente sanificazione delle superfici e degli strumenti che avrebbero potuto venire in contatto con le vie respiratorie, quali ad esempio i telefoni da scrivania; l'affissione di poster informativi in prossimità dei locali adibiti a servizi igienici, nelle mense e nelle bacheche; la sensibilizzazione affinché fosse rafforzata la vigilanza sul rispetto delle disposizioni emanate; l'approvvigionamento e la distribuzione non senza difficoltà iniziali di dispositivi di protezione individuale e di soluzioni idroalcoliche per l'igiene delle mani; l'emanazione di disposizioni riguardanti la vita di caserma e l'organizzazione degli spazi all'interno delle infrastrutture (sono stati riorganizzati soprattutto quelli adibiti a mensa e alloggio per il personale impegnato nell'operazione «Strade Sicure» a seguito di apposite visite di verifica condotte dai medici competenti e dai responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione al fine di garantire gli standard di sicurezza.
  Laddove ciò non sia stato possibile, si è fatto ricorso a strutture di tipo alberghiero, come per esempio è avvenuto per i militari impiegati nell'operazione nell'ambito del Raggruppamento «Umbria-Marche» sulla piazza di Perugia e dal Raggruppamento «Toscana» sulla piazza di Firenze. Infine, sono state implementate disposizioni per il supporto di tipo psicologico, finalizzato alla gestione dello stress e al supporto del personale con l'obiettivo di fornire a tutti i livelli gli strumenti per verificare e potenziare il morale e il benessere psicofisico dei militari. Per quanto riguarda le attività addestrative ineludibili finalizzate all'approntamento, nel mese di febbraio 2020 il Comando delle Forze Operative Terrestri e Comando Operativo Esercito (COMFOTER COE), allo scopo di garantire continuità all'operazione «Strade Sicure» su tutto il terreno nazionale, ha disposto che i comandanti delle unità coinvolte avrebbero potuto impiegare il proprio personale, prevedendo un iter di «approntamento» essenziale, limitato agli aspetti legali, alle misure cautelative da adottare per la protezione dai rischi di natura ambientale e di contagio da malattie infettive e alle lezioni di tiro con armi in dotazione per lo specifico servizio. Questo comando ha poi disposto che le attività di cui sopra fossero condotte con la massima cautela per piccoli nuclei di non più di sei persone, mantenendo sempre una distanza di sicurezza minima anche di due, tre metri a maggior tutela del personale.
  In tale contesto è stato altresì disposto ai comandanti, nella fase di generazione delle forze, di prevedere l'impiego in operazioni per quanto possibile di militari esperti che avessero già condotto in precedenza tutto l'iter di approntamento. Infine, per quanto riguarda le delicate attività di avvicendamento dei raggruppamenti avvenute nel mese di giugno scorso, sono state diramate specifiche disposizioni, affinché le operazioni di avvicendamento e rischieramento delle unità presso le sedi stanziali, chiamate «deployment, relief in place and redeployment», fossero condotte osservando le previste misure igienico-sanitarie, utilizzando i DPI sia a bordo dei mezzi, sia durante il passaggio di consegne. Inoltre, è stato disposto che – al termine del mandato – i militari che avevano appena cessato dal servizio su «Strade Sicure» fossero sottoposti a visita medica e inviati presso il proprio domicilio di residenza per un periodo minimo di quindici giorni. Veniamo ora alle attività operative sviluppate da tutto il contingente del personale schierato in «Strade Sicure» a partire da febbraio 2020, allorquando sono state emanate le prime misure emergenziali che hanno coinvolto l'area di responsabilità posta sotto Pag. 6il mio comando. In particolare, in data 22 febbraio è stata emanata l'ordinanza del Ministro della salute redatta d'intesa con il Presidente della regione Veneto per fronteggiare l'emergenza sanitaria da coronavirus contenente le misure previste per i comuni del Veneto, in particolare per l'area interessata dai focolai del coronavirus (i comuni di Vo' Euganeo e di Mira, e i relativi ospedali di Schiavonia per la Bassa Padovana e di Mira per il Veneziano). In data 23 febbraio è stata emanata l'ordinanza contingibile e urgente numero 1 del Ministro della salute, d'intesa con il presidente regione Veneto, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza. In data 23 febbraio il Presidente del Consiglio dei ministri, con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ha stabilito il divieto di allontanamento da alcuni comuni da parte di tutti gli individui comunque presenti negli stessi, tra i quali quello di Vo' Euganeo, prevedendo tra l'altro che i prefetti potessero, informando preventivamente il Ministero dell'interno, assicurare l'esecuzione delle misure urgenti recate dal citato decreto, avvalendosi anche delle Forze armate. In questa stessa data veniva quindi disposto dal Comando delle Forze Operative Terrestri, con breve preavviso, l'impiego addizionale nel contingente già impiegato sino allora nell'operazione «Strade Sicure» di 85 unità, di cui 75 operativi e 10 di comando e controllo dell'8o Reggimento genio guastatori paracadutisti di Legnago, in concorso alle forze di Polizia con compiti di cinturazione d'area del citato comune. In questo contesto, i militari sono stati impiegati nel presidio di cinque punti di controllo ubicati sul perimetro del citato comune, al fine di evitare l'afflusso e il deflusso di personale non autorizzato. Il dispositivo schierato presso Vo' Euganeo è rimasto in atto fino all'8 marzo.
  Nelle fasi successive dell'emergenza, sulla base delle indicazioni del Ministero dell'interno e delle autorità locali di pubblica sicurezza, si sono poi rese necessarie modifiche e nuovi incrementi del dispositivo dell'operazione «Strade Sicure» con compiti connessi al controllo del territorio al fine di evitare che la popolazione violasse le misure impartite per il contrasto alla diffusione del virus. Gli interventi sono stati molteplici e hanno previsto anche la rimodulazione di 16 servizi da statici a dinamici e l'attivazione di 17 nuovi servizi di pattugliamento Tra questi cito, a titolo di esempio, la costituzione dal 12 marzo della piazza di Pesaro con un dispositivo di 24 unità, 20 operative e 4 di comando controllo tratte dal 28o Reggimento «Pavia» di Pesaro, inquadrati alle dipendenze del Raggruppamento «Umbria-Marche» con compiti di controllo del territorio mediante lo svolgimento di attività di pattugliamento tese a garantire il pieno rispetto delle misure di contenimento. L'attività è in corso. Dal 14 marzo, la soppressione del servizio statico presso il tribunale e l'ufficio immigrazione di Rimini e l'istituzione di una nuova pattuglia motorizzata; attività che è terminata. Dal 21 marzo, la soppressione della vigilanza statica presso il Museo nazionale dell'ebraismo italiano della Shoa a Ferrara e l'istituzione di una nuova pattuglia motorizzata, attività ancora in corso. Dal 24 marzo, l'incremento di 12 unità operative di personale sulla piazza di Venezia per concorrere all'attività già in atto, attività ancora in corso, mentre è terminata l'attività connessa alla rimodulazione del dispositivo operante sulla piazza di Bologna allo scopo di procedere all'isolamento dell'abitato di Medicina, ove era stato identificato un focolaio di contagio. La sospensione dei servizi statici presso gli uffici giudiziari di Perugia e la contestuale attivazione di due servizi di pattugliamento motorizzati, attività anche essa terminata. Dal 21 maggio, l'inserimento di 30 unità, di cui 27 operative e 13 di comando e controllo dell'8o Reggimento del genio guastatori paracadutisti Legnago, nell'ambito del dispositivo impegnato sulla piazza di Verona con compiti di controllo del territorio mediante lo svolgimento di servizi di pattugliamento dinamico, attività ancora in corso. Dal 24 maggio, l'incremento di 20 unità, 18 operative e 2 di comando e controllo, sulla piazza di Bologna per costituire 2 ulteriori pattuglie automontate nel centro della città. Dal 24 giugno, l'incremento Pag. 7 di 10 unità operative di personale operante sulla piazza di Firenze per concorrere all'attività già in atto, attività anche questa in corso. L'impiego del Raggruppamento «Veneto Friuli-Venezia Giulia», la cui area di responsabilità insiste nel Nord-Est in concorso alle forze di Polizia di pubblica sicurezza sui siti frontalieri di Trieste, Treviso e Gorizia e presso il centro permanenza per i rimpatri (CPR) di Gradisca d'Isonzo, che constava di 384 unità prima dell'insorgenza dell'emergenza, su richiesta del Ministero dell'interno è stata incrementata di 245 unità, pari al 64 per cento in più, per l'implementazione delle misure restrittive, di cui 115 unità sulla piazza di Trieste a partire dal 17 marzo e 130 unità sulle piazze di Verona (30), Trieste (25) e Gorizia (75), a far data dal 19 maggio, attività ancora in corso. A partire dal mese di febbraio si è assistito a un deciso incremento delle persone fermate ex articolo 10-bis del decreto-legge n. 286 del 1998, acuitosi ulteriormente nel periodo emergenziale, passando da 40 unità a febbraio, 89 a marzo, 117 ad aprile, 501 a maggio, 524 a giugno e 173 nella sola prima decade di luglio. Hanno avuto dieci eventi (incendi o rivolte) presso il CPR di Gradisca d'Isonzo. A partire dalla fine di aprile le autorità locali del Friuli-Venezia Giulia hanno iniziato a predisporre aree idonee all'accoglienza del personale intercettato sulla citata rotta per trascorrere il periodo di quarantena (hot spot) per le quali hanno chiesto l'aiuto di personale della Forza armata per l'allestimento di un attendamento a Trieste il 29 e 30 aprile, l'allestimento di un campo nelle adiacenze del CPR di Gradisca di Isonzo il 5 maggio, per il rischieramento di una tenda della Protezione civile dal CPR di Gradisca d'Isonzo, la caserma Massarelli della Polizia di Stato in Gorizia. Hanno segnalato, in data 27 maggio a Mininterno, ha necessità di incrementare le misure di sicurezza sugli hot spot alla luce di tre fughe verificatesi dall'ex caserma Meloni di Tarvisio, anche mediante l'impiego di eventuali assetti specialistici. In data 18 luglio, infine, su richiesta della prefettura di Venezia è stato attivato a Jesolo un servizio di vigilanza presso il centro di accoglienza straordinaria per asilanti della Croce rossa italiana, traendo il personale nella misura di 15 unità operative da quelle operanti presso la frontiera marittima del Porto di Venezia; ma non è stato solo un incremento di volume delle forze impiegate, così come vi ho illustrato. Al fine di rendere ancora più efficace l'azione del dispositivo, sono stati utilizzati anche assetti specialistici, droni del tipo Raven richiesti dalle locali autorità di pubblica sicurezza, che sono risultati funzionali all'incremento della capacità di osservazione in zone estese, favorendo il consolidamento della situation awareness nei maggiori compiti di controllo connessi alla situazione emergenziale, prevenzione e limitazione di assembramenti, ad esempio, incrementando la force protection del dispositivo impiegato. In particolare, gli assetti Raven sono stati impiegati a Pesaro dal 25 aprile al 3 maggio, con 18 missioni, per 13 ore e 25 minuti di volo. La richiesta di impiego è pervenuta alle questure di Pesaro e Urbino per il controllo delle aree verdi e del litorale di Pesaro in prossimità delle festività del 25 aprile e primo maggio. A Verona, tra l'11 e il 15 aprile e tra il 25 aprile e 3 maggio, con 28 missioni e 19 ore e 40 di volo; le richieste di impiego sono pervenute dalla prefettura di Verona in esito alle valutazioni emerse in sede di comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza per un impiego nel centro di Verona e nelle aree più popolose della città in concomitanza con le festività pasquali del 25 aprile. A Trieste, con una fase di sperimentazione dal 5 al 7 maggio e impiego dal 22 al 29 maggio, con 26 missioni e 19 ore e 15 minuti di volo nell'area a Sud-Est della città; la richiesta di impiego è pervenuta dalla questura di Trieste in esito alle valutazioni in ambito del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica del 27 aprile, al fine di incrementare la situation awareness con particolare riferimento ai flussi migratori. In tutti i citati contesti, l'impiego di droni ha avuto un diretto riscontro nell'incremento del livello di sicurezza del personale militare impiegato in operazioni. Infatti, a mero titolo di esempio, la possibilità di prefigurare Pag. 8 le eventuali condotte illecite e individuare eventuali assembramenti e passaggi di migranti ha consentito alle forze dell'ordine di intervenire tempestivamente sul luogo dell'evento, contenendo il fenomeno criminoso, ai militari di adeguare preventivamente la propria postura e le eventuali misure di force protection, alle autorità di pubblica sicurezza di assicurare una maggiore percezione di sicurezza, peraltro contenendo il fenomeno epidemiologico ed evitando forme di allarmismo. I risultati operativi, aggiornati al 21 luglio, raggiunti dal personale militare impiegato in «Strade Sicure» nell'area di competenza sono: 33.842 persone controllate, 290 persone denunciate, 1.316 migranti irregolari intercettati sul confine di Trieste e 234 a Gorizia. Lo sforzo profuso per conseguire tali risultati e porre in essere i controlli e le attività richieste dalle autorità di pubblica sicurezza ha comportato l'effettuazione di un volume di ore di straordinario solo parzialmente compensato dagli stanziamenti previsti.
  Sino all'inizio dell'emergenza era possibile remunerare solo ventuno ore di straordinario. Ad oggi è possibile remunerare esclusivamente quaranta ore, che è solo una parte del totale delle ore maturate di straordinario e solo fino al 31 luglio, in corrispondenza della scadenza dei termini del decreto-legge n. 34 del 2020. A riguardo, auspico che tale monte ore possa essere incrementato, al fine di evitare sperequazioni fra il personale appartenente allo stesso comparto, fino a un tetto massimo di settanta ore, ove previsto per le forze dell'ordine a supporto delle quali noi siamo chiamati a operare e diventare strutturale attraverso l'adozione di misure di revisione del trattamento economico spettante al personale. Qualora quanto sopra non si verificasse, riemergerebbero le note criticità legate agli accumuli di ore di straordinario che determinano un periodo di circa due mesi e mezzo di assenza dal servizio al termine di un ritorno medio di centottanta giorni, precludendo la possibilità di svolgere pienamente quelle fondamentali attività addestrative che consentono il mantenimento del livello di prontezza operativa necessaria per la difesa del Paese e il rispetto degli impegni presi dal Parlamento. A latere evidenzio come, oltre all'impegno nell'operazione «Strade Sicure», i soldati del Comando Forze Operative Nord abbiano supportato allo stesso tempo anche lo sforzo sostenuto dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e dal Dipartimento della Protezione civile nella lotta contro il Covid, assicurando l'effettuazione di 129 trasporti, con l'impiego di 436 militari e 221 mezzi, per la consegna di 3.506 colli contenenti materiale sanitario e DPI destinati ad Ancona, Padova, Trento, Bolzano, Palmanova, Calenzano, Reggio Emilia e Valsamoggia, il trasporto di 120 feretri verso i cimiteri di Padova, Vicenza, Verona e Cividale del Friuli, con l'impiego di 48 militari e 24 mezzi, l'effettuazione di 90 attività di sanificazione, con l'impiego di 862 militari, 99 apparati di bonifica e 361 automezzi a favore fra l'altro di residenze sanitarie assistenziali, uffici pubblici e luoghi di culto, la consegna di generi alimentari, con l'impiego di 122 militari e 39 mezzi, il supporto al banco alimentare dell'Umbria del comune di Cividale del Friuli e di Remanzacco, il concorso di personale medico e infermieristico presso alcune strutture sanitarie in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto fino a un picco massimo di 7 ufficiali medici, 15 sottufficiali infermieri e 5 ambulanze. Presidente e onorevoli deputati, l'operazione «Strade sicure» è un impegno oneroso per la Forza armata in termini di uomini, mezzi e materiale, un impegno che però abbiamo saputo e continuiamo a onorare anche in condizioni non certo favorevoli. I militari posti sotto il mio comando si sono dovuti confrontare con una nuova minaccia invisibile, ma la loro postura è rimasta invariata anche in questa delicata fase emergenziale, durante la quale è stato necessario coniugare la continuità delle indifferibili attività correnti con la necessità di supportare le richieste di concorso pervenute con il rispetto delle prescrizioni per la tutela della personale e con il mantenimento dell'operatività dei raggruppamenti impegnati nell'operazione. In un momento particolarmente difficile per il Paese, le Pag. 9donne e gli uomini dell'Esercito hanno continuato a condurre attività diversificate e su vasta scala, integrandosi con capacità e strutture di tutti gli altri attori istituzionali coinvolti nell'emergenza, evidenziando un'interoperabilità che era già peraltro emersa in passato in occasione di altre emergenze. Il Covid-19 ha messo ancor più in evidenza come quello di «Strade Sicure» sia un contributo significativo alla collettività, la cui importanza è determinata dalle caratteristiche intrinseche dello strumento militare terrestre, quali la tempestività di intervento, il livello tecnologico raggiunto, la capillare distribuzione delle forze in ogni regione e la capacità di rischieramento delle unità in ogni condizione ambientale in tempi ristretti, fattori decisivi questi in molteplici circostanze per assicurare la tutela del bene pubblico. La componente di comando e controllo che usualmente garantisce, ventiquattr'ore su ventiquattro, l'interfaccia con le autorità di pubblica sicurezza, ha provveduto con cadenza giornaliera a riconfigurare le modalità di svolgimento dei servizi in aderenza alle ordinanze emanate da prefettura e questura, attagliando il relativo supporto logistico e sanitario per la protezione del personale. I risultati conseguiti dalla componente operativa mettono in rilievo come sia di fondamentale importanza impiegare i militari in attività che ne esaltino le peculiarità e consentano di fornire un contributo qualificato, prediligendo un impiego dinamico degli assetti operativi. In altre parole, occorre orientarsi a un impiego il più dinamico possibile, cogliendo qualsiasi opportunità per configurare i servizi di vigilanza in pattuglie dinamiche, piuttosto che in vigilanza statica a siti o persone. L'impiego di personale addestrato per missioni di maggiore complessità e difficoltà quali le operazioni di combattimento, la disciplina concettuale e sostanziale costruita nel tempo e la disponibilità degli assetti specialistici e tecnologicamente avanzati si è dimostrata una risorsa attuale, disponibile nell'immediato e preziosa. Per consentire tutto ciò, è stato necessario creare a monte le condizioni affinché all'interno di una grande comunità come quella militare non si verificassero situazioni tali da pregiudicare l'approntamento e l'impiego delle unità. Le disposizioni emanate si sono dimostrate sicuramente efficaci, ma voglio elogiare il comportamento di tutto il personale delle forze operative e non, che si è sempre dimostrato responsabile, rispettoso delle limitazioni imposte per prevenire il contagio. L'emergenza non è ancora terminata e non sappiamo ancora cosa ci riserveranno i mesi a venire. Noi continueremo a prepararci per l'assolvimento di tutti i compiti che la legge ci assegna e per rispondere con immediatezza a qualsiasi altra situazione emergenziale che dovesse palesarsi in futuro. Quello dei nostri soldati è un lavoro costante e prezioso, che ancora una volta si è dimostrato essenziale per il Paese, ma che necessita di risorse per la manutenzione dei mezzi, degli equipaggiamenti, delle infrastrutture per l'addestramento, pena il decadimento della capacità operativa globale e l'impossibilità di rispondere alle emergenze nei tempi e con l'efficacia necessaria. Ho terminato e sono a disposizione per eventuali domande. Grazie dell'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Rossini.

  ROBERTO ROSSINI. Ringrazio il Generale Perretti per l'esposizione dettagliata e colgo l'occasione per ringraziare anche le donne e gli uomini dell'Esercito per il loro impegno che non hanno mai fatto mancare quando il Paese lo richiedeva; hanno sempre dato un contributo prezioso. Non vi voglio allarmare, ma avete ancora tanto lavoro da fare nelle successive fasi. Sicuramente darete un contributo ancora più prezioso. Vengo dalla provincia di Pesaro e Urbino. Alcune attività che lei ha elencato non le conoscevo, mentre per altre posso confermare perché le ho viste con i miei occhi da parte del 28° Reggimento di «Pavia», che ancora sta le svolgendo e che approfitto per ringraziarli. Volevo farle due domande. Lei ha parlato dei dispositivi di protezione individuale. Secondo lei, l'utilizzo di termoscanner nelle operazioni di controllo potrebbe essere utile? Mi ha fatto piacere sentire che è prevista una tutela di Pag. 10assistenza psicologica per il personale delle Forze armate. Mi chiedo se sia possibile avere maggiori dettagli sulle misure che sono state impiegate in questo senso. Grazie.

  PRESIDENTE. Do ora la parola al Generale Perretti.

  ROBERTO PERRETTI. La ringrazio, Onorevole; estenderò ai ragazzi del 28° Reggimento di «Pavia» i suoi complimenti per l'attività. Per quanto riguarda i termoscanner possono essere utili in funzione della situazione operativa e del compito che la pattuglia deve assolvere. In quanto al supporto psicologico, sono state emanate delle direttive. Ci sono degli ufficiali psicologi militari che seguono le unità, e hanno indirizzato il rapporto ai comandanti gregari; riferiscono in merito all'esito di questi rapporti e conducono delle attività di consulenza verso i comandanti, trattando con particolare attenzione quei casi che vengono segnalati agli ufficiali psicologi. C'è una direttiva centrale emanata dal COMFOTER sul sostegno psicologico ai militari impiegati «Strade Sicure», e noi – come alto comando – abbiamo diramato la nostra direttiva, che integra e applica quella che centralmente è stata approvata. Nient'altro.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Generale per la relazione e per la disponibilità. Ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, del Generale di Corpo d'armata, Claudio Berto, Comandante del Comando truppe alpine.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza del Generale di Corpo d'armata Claudio Berto, Comandante del Comando truppe alpine, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'Operazione «Strade Sicure». Do il benvenuto al Generale Berto che ringrazio per la sua presenza all'incontro di oggi. Dopo l'intervento del nostro ospite, darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni, successivamente il Generale potrà rispondere alle domande poste. Chiedo ai colleghi di far pervenire fin d'ora al banco della Presidenza la propria iscrizione a parlare.

  CLAUDIO BERTO. Buongiorno, Presidente. Grazie per l'opportunità che mi è concessa di poter illustrare l'operato del personale dell'Operazione «Strade Sicure» durante la gestione dell'emergenza Covid-19. Cominciando dalla prima slide, il Comando delle truppe alpine (quale comando multifunzione da settembre del 2018) ha la responsabilità operativa su gran parte del Nord Italia (Liguria, Piemonte, Val d'Aosta Lombardia e Trentino Alto-Adige). Per l'assolvimento del compito, le forze sono articolate in tre raggruppamenti: Piemonte e Liguria, Val Susa e Val d'Aosta, Lombardia e Trentino Alto-Adige, impiegando attualmente un totale di 1771 uomini e 254 mezzi di varia tipologia. Tali raggruppamenti svolgono al momento le loro funzioni su 14 delle 22 province, che insistono sulla nostra area di responsabilità, garantendone complessivamente la vigilanza di 126. Le principali piazze di riferimento sono: Milano, Torino, Bolzano e Genova. Una particolare attenzione va anche al sito di valenza strategica nazionale nel cantiere TAV di Chiomonte. Il raggruppamento «Lombardia e Trentino Alto Adige» è il più corposo numericamente; con i suoi 1000 uomini garantisce la vigilanza di 91 obiettivi sensibili mediante l'impiego di 2 gruppi tattici e 7 complessi. Questa vigilanza viene condotta sia con il pattugliamento di aree, in maniera congiunta con le forze di Polizia, o in autonomia, sia come presidio continuo degli obiettivi stessi. Per questi ultimi, viene applicato il principio dei box operativi, che vale a livello nazionale. I siti vigilati sono molto variegati e comprendono sedi diplomatiche, luoghi di culto, stazioni ferroviarie e metropolitane, centri culturali. Fra questi, l'area metropolitana di Milano assorbe notevoli risorse per il presidio dei propri obiettivi, tra cui il Duomo e le principali stazioni della metropolitana. Inoltre, il raggruppamento concorre affiancando le forze di Polizia anche al presidio Pag. 11frontaliero del Brennero. Il raggruppamento Piemonte e Liguria si compone di 440 unità, organizzate su un comando di raggruppamento del gruppo tattico, articolato a sua volta su 7 complessi minori. La tipologia degli obiettivi presidiati ricalca quella già vista per il raggruppamento Lombardia-Trentino Alto Adige, a cui si aggiunge come obiettivo particolare il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino. L'area del raggruppamento si estende fino al controllo dei siti frontalieri di Ventimiglia. Il raggruppamento «Valsusa-Val d'Aosta», infine, ha in forza 310 unità, articolate su un comando di raggruppamento, gruppo tattico e 3 complessi minori. Fra gli obiettivi sensibili assegnati al ripopolamento, vi sono l'area del cantiere TAV di Chiomonte e quello frontaliero del Traforo del Monte Bianco. Dopo avere sintetizzato l'organizzazione dell'area di responsabilità del Comando, vorrei enfatizzare come tutto il dispositivo operante in essa, a seguito dell'emergenza Covid, sia stato interamente coinvolto per concorrere alla gestione dell'emergenza citata. Passiamo alla quinta slide. Grazie ad una consolidata struttura di comando e controllo, è stato possibile riarticolare tempestivamente i dispositivi ed i servizi svolti in relazione ai compiti aggiuntivi assegnati alle forze. Nelle truppe alpine, tali rimodulazioni si sono concretizzate sia con un impiego incrementale di personale (25 unità nella piazza di Brescia, e altre 25 in quella di Bergamo per un totale di 50 unità, ottenuto a seguito di una rimodulazione del dispositivo di Strade Sicure su scala nazionale) sia con un impiego aggiuntivo di personale su due nuove province (specificatamente, Novara con 53 unità, Cuneo con 20 unità, e ulteriori 20 unità su quella di Monza). Tali forze dovrebbero permanere fino al 31 luglio (così come autorizzato dai disposti normativi attualmente in vigore). A questo si aggiungono le operazioni di isolamento e controllo della zona rossa, in maniera congiunta con le Forze di polizia delle aree focolaio di Codogno nel Lodigiano, che ha visti impiegati ulteriori 168 unità, nel periodo dal 24 febbraio al 9 marzo. Nel periodo tra il 5 marzo e l'8 marzo, sono state dispiegate 136 unità pronte ad implementare la zona rossa nell'area del bergamasco. Nel periodo delle festività pasquali, dal 10 al 15 aprile, sempre a Bergamo, su espressa richiesta dell'autorità prefettizia locale, allo scopo di implementare le misure di controllo, è stato fornito al concorso di assetti specialistici della Forza armata, per un totale di 14 sortite e circa otto ore di utili. Come noto, l'area di responsabilità del Comando delle truppe alpine è stata quella più colpita dall'emergenza Covid, considerando l'impatto dei contagi soprattutto sulle regioni Lombardia e Piemonte. Dal punto di vista operativo, questo ha comportato un totale assorbimento del personale interessato all'Operazione «Strade Sicure», che alle normali attività di vigilanza (sia statica che dinamica) condotte sul territorio su obiettivi sensibili (stazioni ferroviarie e metropolitane, aeroporti, sedi diplomatiche posti di frontiera, centri di permanenza per il rimpatrio, luoghi di attrazione turistica e luoghi di culto) ha dovuto aggiungere compiti connessi al controllo delle misure restrittive di contenimento del contagio, introdotte dai vari decreti. Tutto il personale ha garantito contemporaneamente l'assolvimento sia dei compiti istituzionali in seno all'Operazione «Strade Sicure» sia di quelli afferenti all'emergenza Covid-19, risultando per questo totalmente e completamente coincidenti le attività condotte per entrambe le esigenze. A testimonianza di ciò, evidenzio un aumento notevole dell'attività svolta. Nel periodo tra febbraio e luglio, sono state condotte 48.000 pattuglie, sono stati effettuati 105.000 controlli su persone e 40.000 su automezzi, che hanno avuto come esito l'arresto di 85 persone, la denuncia di 376 individui e il fermo di 155 persone. I controlli effettuati hanno avuto un incremento medio di circa tre volte rispetto alla media mensile dei controlli. A titolo di esempio, per enfatizzare questo pieno assorbimento dei militari di «Strade Sicure» nella gestione dell'emergenza Covid, riporto l'impiego dei militari presso le stazioni ferroviarie, oltre che per i normali compiti di prevenzione e contrasto alla criminalità e terrorismo, anche per le mansioni inerenti al controllo delle autocertificazioni Pag. 12 previste per i movimenti e successivamente ai controlli sul distanziamento sociale. Il personale dedicato alla funzione di comando e controllo è stato ed è impiegato con compiti aggiuntivi rispetto a quelli normalmente svolti. Adesso sono di competenza anche le frequenti sanificazioni di mezzi e materiali, nonché i controlli della temperatura del personale operativo all'ingresso e all'uscita dalle infrastrutture militari o civili, per lo svolgimento dei compiti programmati. Appare evidente come tale esempio sia emblematico per rappresentare la situazione che si è ripetuta per tutti i raggruppamenti e per tutti i servizi svolti dal personale nelle aree metropolitane, nei posti di frontiera, nelle sedi consolari. Evidenzio un effetto notevole che ha avuto la riarticolazione dei servizi a seguito della pandemia. Molte prefetture e questure, per incrementare i controlli sul territorio, hanno svincolato il personale dell'Esercito dai servizi prettamente statici per impiegarli nei servizi a più alta dinamicità, come quelli dei pattugliamenti. Quello che ne è scaturito – come ho avuto modo di illustrare – è un notevole aumento dei controlli di persone e mezzi, a testimonianza del fatto che tali effetti sono ben più evidenti quando si prediligono servizi dinamici rispetto a quelli di presidio statico. Peraltro, lo stesso accorpamento di questi ultimi in aree di itinerari definiti, consentirebbe la realizzazione di servizi dinamici per il loro controllo, con evidente ottimizzazione sia delle risorse umane sia delle misure di autoprotezione dei militari stessi (poiché la staticità del servizio rende il personale un facile bersaglio). Questo approccio è sempre rimarcato dai comandanti di raggruppamento in seno ai consueti comitati per l'ordine e la sicurezza, ed è motivo di sensibilizzazione continua delle autorità prefettizie e di polizia. In tal senso, anche questo mio intervento vuole tendere a enfatizzare ulteriormente l'importanza di mantenere il più possibile un approccio dinamico per individuare i dispositivi per la vigilanza dei siti e delle aree sensibili. Altro aspetto che traspare dall'esempio precedente è quello relativo all'importanza della componente di comando e controllo nell'ambito del raggruppamento. Essa è fondamentale per permettere al personale operativo l'assolvimento ottimale dei propri compiti, per mantenere l'efficienza dei mezzi, i corretti flussi informativi e il funzionamento delle sale operative delle istituzioni, la manutenzione e la gestione e custodia delle armi, il mantenimento delle relazioni con le autorità delle forze dell'ordine. In sintesi, come già ricordato in precedenza, non vi può essere una tempestiva implementazione dei dispositivi nell'assolvimento ottimale dei compiti assegnati, se non supportata da un'adeguata e imprescindibile organizzazione di comando e controllo. Un ulteriore aspetto che vorrei evidenziare è quello inerente alle misure di protezione adottate dalla componente militare per prevenire il contagio. In particolare, alle determinazioni previste dai vari decreti si sono aggiunte le misure sanitarie di Forza armata.
  Queste hanno comportato nuove predisposizioni organizzative logistiche basate sia sul diradamento del personale, sia sulla riarticolazione dei servizi; sono state riorganizzate le strutture sia in termini numerici che alloggiativi, integrandole ove necessario con un ricorso a strutture alberghiere. Si è arrivati, in molti casi, a situazioni alloggiative ottimali modificando l'alloggiamento all'interno delle camerate, passando dagli usuali 6 posti letto a 2 (diminuendo lo stesso personale presente all'interno delle caserme grazie all'impiego di unità più prossime alle aree di operazioni). Stesse attenzioni sono state poste alla riorganizzazione dei servizi interni quali ad esempio le mense, in maniera da permettere la fruizione del servizio diluite nel tempo, provvedendo in tal modo da abbassare la concentrazione del personale. Questo notevole sforzo – aggiunto a quello di procurarsi previsti DPI nella fase iniziale ed acuta della crisi – si è tradotto nel mantenimento delle capacità operative del raggruppamento. Questi hanno continuato a condurre la loro attività, peraltro nelle aree colpite della Nazione, in maniera efficace, efficiente e continua, garantendo in ogni momento l'assolvimento di tutti i compiti ad essi assegnati. Impegno esemplare, Pag. 13la dedizione al servizio manifestata da tutto il personale sia operativo sia del comando e controllo, sono stati i fattori che hanno permesso alla Forza armata di concorrere in maniera fattiva, determinante al contenimento della diffusione del contagio. Ritengo che tale impegno debba essere riconosciuto al personale dell'Operazione «Strade Sicure» in termini sia morali, che sostanziali. Per questo ultimo aspetto, auspico che l'attuale incremento a 40 ore di straordinario retribuito non resti solo un compenso temporaneo, dovuto all'emergenza Covid, ma diventi strutturale per l'Operazione «Strade Sicure».
  Appare opportuno a questo punto definire i termini del problema dello straordinario. Ricordo che l'effettuazione dello straordinario è funzionale alla condotta di misure di sicurezza e procedurali, che devono essere attuate e adottate a premessa ed a seguito dell'impiego del personale nel loro consueto turno di servizio di 6 ore. Istruzione con briefing, a premessa, il ritiro e caricamento delle armi e la loro riconsegna, il controllo dei materiali, le operazioni di avvicendamento, e soprattutto i movimenti delle sedi stanziali verso i luoghi di servizio e viceversa, costituiscono delle ineludibili tempistiche che portano ad effettuare delle prestazioni in straordinario, che mediamente nel corso di un semestre di impiego si concretizzano in circa 360 ore complessive (calcolati approssimando per difetto le ore prestate che variano da piazza a piazza). Per l'emergenza Covid-19, considerando il paritetico servizio svolto dal personale dell'Esercito impiegato in «Strade Sicure» con quello delle Forze dell'ordine, sarebbe stato sicuramente auspicabile anche un altrettanto paritetico trattamento in termini economici con la corresponsione delle 70 ore mensili di straordinario (quale tetto massimo previsto per le citate Forze dell'ordine). Fermo restando il soddisfacimento di tale auspicio, resta sicuramente e maggiormente perseguibile il consolidamento strutturale con appositi provvedimenti normativi inerenti al trattamento economico del personale delle attuali ore retribuite. Tale provvedimento, se attuato, già avrebbe un notevole miglioramento rispetto alla situazione che si verificherà dopo il 31 luglio, quando per effetto della cessazione dei disposti del decreto-legge n. 34 del 9 maggio 2020, si tornerà al pagamento delle sole 21 ore di straordinario. Il pagamento delle 40 ore settimanali riduce notevolmente – quasi fini a dimezzarlo – l'impatto delle assenze dal servizio del personale. Se a questo provvedimento si aggiungesse anche il ricorso alla turnazione in sesta (altro item spesso portato all'attenzione delle autorità prefettizie e di polizia), si arriverebbe alla riduzione quasi totale di accumulo di giornate di assenza dovute allo straordinario, limitando le assenze stesse ai soli 48 giorni previsti per il recupero delle festività maturate nell'arco semestrale. L'effetto positivo di tale provvedimento, oltre che apprezzato dal personale, garantirebbe una maggiore disponibilità di risorse umane da parte della Forza armata. Tale disponibilità, oltre che determinante in termini addestrativi del personale, è funzionale anche a garantire sempre uno strumento prontamente impiegabile ed altamente operativo. Mi sia consentito, a titolo di esempio, ricordare come il ricorso a risorse di personale e mezzi prontamente impiegabili, abbia consentito di fronteggiare con la necessaria flessibilità le molte criticità scaturite dall'emergenza Covid. Nell'area di responsabilità del Comando delle truppe alpine, grazie alla prontezza di impiego è stato possibile, in brevissimo tempo (meno di 24 ore), a causa di talune positività al virus, avvicendare temporaneamente il Comando del raggruppamento Lombardia-Trentino Alto Adige (35 unità), e schierare precauzionalmente un complesso minore di 146 unità del Reggimento «Nizza – Cavalleria 1°» da Bellinzago Novarese a Milano, in condizioni di assoluta sicurezza, in virtù della completa autonomia infrastrutturale e logistica che era stata garantita. Gli stessi avvicendamenti sono stati effettuati precauzionalmente anche sugli altri due raggruppamenti. A questa si è aggiunta la condotta di altre operazioni: Operazione Fidelium, per il trasporto dei feretri da Bergamo alle altre sedi di cremazione, implementando in 37 giorni – dal 18 marzo al 24 aprile – 957 bare destinate Pag. 14alla cremazione con l'utilizzo di 207 mezzi; Operazione Mercurio, per il trasporto di materiali a favore della Protezione Civile, esportando in 51 giorni (dal 29 marzo al 19 maggio) circa 36.670 colli, pari a 3000 metri cubi di materiale; Operazione Fenice, per la sanificazione ed igienizzazione di aree e infrastrutture.
  Il pieno supporto alla Protezione Civile nelle varie regioni coinvolte sia per lo stoccaggio di materiali, presso nostri magazzini (nelle caserme di Torino e Bolzano) sia con il supporto all'isolamento di personale civile e militare in quarantena, mediante l'attivazione e controllo delle strutture rese disponibili dalla Forza armata, quali la base logistica di Bardonecchia che ha ospitato 169 persone; Torino la foresteria Riberi che ha ospitato 73 persone; Ruffini che ha alloggiato 14 unità di personale medico, e la base logistica di Colle Isarco in provincia di Bolzano, che ha ospitato 258 persone.
  La disponibilità di risorse umane che si verrebbe a creare con un incremento strutturale delle ore di straordinario retribuite, sarebbe fondamentale per garantire sia la continua formazione e addestramento dei militari, sia per disporre sempre di uno strumento prontamente impiegabile. Signor Presidente, ringrazio per l'attenzione prestata a questo mio intervento. Vorrei solo ribadire che i nostri ragazzi e le nostre ragazze, nel momento più difficile che ha attraversato tutto il Paese, hanno dimostrato di avere un altissimo senso del dovere in prima linea, sulle strade, senza mai tirarsi indietro, e a loro va il mio personale ringraziamento. Resto a disposizione per eventuali domande. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie Generale. Do la parola all'onorevole Ferrari.

  ROBERTO PAOLO FERRARI. Grazie, Generale Berto. Voglio, per suo tramite, anzitutto far giungere a tutti gli uomini e le donne e agli alpini del suo Comando, che hanno prestato il servizio durante questa fase pandemica, il ringraziamento sentito mio personale e di tutte le popolazioni che vivono nella mia regione (io sono lombardo), per quanto avete dovuto affrontare e vivere, assieme a noi, nelle zone più intensamente colpite dalla pandemia. I numeri che lei citava dell'operazione Fidelium sono tristemente drammatici e ancora in questo momento suscitano emozione e cordoglio. Assieme al ringraziamento agli uomini e alle donne del suo comando, voglio utilizzare questo momento per ringraziare anche con coloro che fanno parte dell'Associazione Nazionale Alpini, e che incarnano appieno lo spirito che il Corpo trasmette alle persone che vi hanno fatto parte, per avere concorso a soccorrere la popolazione colpita da questa tragedia. Le truppe alpine sono quelle a cui è stato demandato il compito più ampio, avendo esse operato nelle regioni più densamente popolate del nostro Paese, che rappresentano oltre un terzo della popolazione nazionale. Anche i siti di interesse di vigilanza dell'Operazione «Strade Sicure», che si concentrano su quella che è considerata la capitale finanziaria del Paese, Milano, con le sue realtà articolazioni, la sua dinamicità, il suo tessuto densamente popolato, possono mettere in evidenza questo dato. Credo che i compiti dell'Operazione «Strade Sicure», per le truppe alpine, riguardino maggiormente il presidio e il contrasto a possibili fenomeni di attacco terroristico. I luoghi sensibili, il Duomo e metropolitana di Milano, così come nella città di Torino, possono evidenziare questa tipologia di azione precauzionale: non va scordato l'aspetto della tutela dei lavoratori che operano all'interno dei siti dei cantieri dell'alta velocità e, quindi, il contrasto ad azioni sovversive che abbiamo visto verificarsi anche nelle ultime settimane. Un impegno notevole che lei ha evidenziato, come peraltro hanno fatto anche tutti gli altri comandanti che sono stati sentiti dalla Commissione, mi riferisco all'aspetto della dinamicità nel servizio, costituisce un elemento, da un punto di vista dell'attuazione dell'impiego degli uomini, che migliora la qualità del loro lavoro e del modo in cui questo viene espletato. Lo stesso vale per quello che avete potuto testare concretamente con l'aumento delle risorse destinate agli straordinari per l'impiego nella gestione della pandemia. L'aumento degli straordinari consente la drastica diminuzione del monte ore dei Pag. 15recuperi, che altrimenti impedirebbero l'impiego degli uomini nei periodi successivi a quello dell'attività prestata in «Strade Sicure». Arrivo a porre una domanda sull'impiego degli uomini delle truppe alpine all'interno dell'Operazione «Strade Sicure» (non dimentichiamoci che pochi giorni fa la Brigata Alpina «Julia» è partita per le missioni internazionali in teatro afgano). È di tutta evidenza come gli uomini e le donne del Corpo degli Alpini, siano fortemente sollecitati e impiegati. Le chiedo se l'attuale contingenza delle truppe alpine riesca a sostenere, per lunghi periodi, questo tipo di impiego necessario a servire sia in Patria che all'estero. Inoltre, vorrei sapere se un aumento dei contingenti di arruolamento delle truppe alpine potesse prevedere un supporto ulteriore all'operatività di questi nostri militari, così tanto cari ai territori in cui sono impiegati.

  GIOVANNI LUCA ARESTA. Vorrei ringraziare, attraverso la sua persona, gli uomini e le donne poste al suo comando, per la prontezza operativa nel gestire questa inedita circostanza che ha sconvolto il nostro Paese, le nostre città e i nostri concittadini, ma anche le procedure di sicurezza interna adottate a salvaguardia dei nostri uomini, che sono il bene principale all'interno dello strumento militare. Con orgoglio volevo comunicarle che la nostra Commissione ha approvato un'importante risoluzione per l'adozione di un protocollo sanitario a tutela dei nostri uomini e delle nostre donne impiegate nel contrasto della pandemia, ma anche per creare le basi affinché le nostre Forze armate restino sempre più la spina dorsale del Paese. Lei ci ha offerto anche una panoramica davvero vasta e completa del servizio in questa inedita circostanza. Con i miei colleghi, abbiamo anche preso atto delle esigenze che insieme a lei sono state rappresentate in questa Commissione nel corso delle audizioni, di rendere strutturali alcuni provvedimenti adottati dal nostro Governo nella fase iniziale di gestione della pandemia. Volevo dirle che queste richieste saranno trattate nella discussione politica ed, eventualmente, portate anche all'interno della Commissione.

  DEVIS DORI. Anch'io mi unisco ai ringraziamenti agli uomini e alle donne che lei comanda. Da bergamasco, rimango particolarmente colpito dai dati che vedo relativamente all'Operazione Fidelium. Rimangono impresse nella nostra mente le immagini di quelle colonne di mezzi militari che portavano altrove le salme dei nostri concittadini. Oggi abbiamo onorato la loro memoria anche attraverso l'istituzione della giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid. Vorrei esprimere questo ringraziamento per tutto quello che avete fatto per noi in quelle settimane. Grazie.

  PRESIDENTE. Do ora la parola al Generale Berto per la replica.

  CLAUDIO BERTO. Volevo ringraziare per le belle parole usate nei confronti del nostro personale, dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze così impegnati in questa tragedia. C'è una certezza: quando ricorrono le esigenze, tutti rispondono ed in modo ottimale. Devo dire che nessuno si è mai tirato indietro, anzi erano molti quelli che volevano partecipare per dare il loro contributo. Passando alle domande, parlo come ufficiale delle Forze armate, per l'operazione «Strade Sicure» e per le operazioni all'estero l'impegno richiesto al personale militare è sicuramente grande. Per quello che riguarda «Strade Sicure», bisogna immaginare che – sono 7.050 le unità del contingente, diventate 7.800 a causa dell'impiego nell'emergenza Covid-19 – ogni volta che parte un'operazione, c'è un periodo di approntamento, e poi c'è un periodo di recupero. Questo personale rimane impegnato ed assente da qualsiasi altra attività per circa una decina di mesi, a volte anche di più (così andiamo a limitare perlomeno quel periodo dando una gratificazione). Per quanto riguarda un possibile aumento delle truppe alpine, in questo caso devo ritornare a fare l'ufficiale dell'Esercito e dire che l'organizzazione, la struttura deve essere bilanciata. Nella misura in cui stiamo lavorando con due brigate alpine, e tutte le altre brigate dell'Esercito, io credo che sia un buon compromesso per avere una forza effettiva ed efficiente. Certo, se avessimo più personale, la cosa ci agevolerebbe Pag. 16molto in tutte le attività che sviluppiamo. Noi abbiamo un programma di collaborazione con l'Associazione Nazionale Alpini. Gli alpini in armi, che io rappresento, ma sono anche iscritto e tesserato all'Associazione Nazionale Alpini, e l'associazione, rappresentano un mondo che può fare tanto per le nostre comunità. Quando incontro il Presidente Favero, lo ringrazio per i suoi quasi 17.000 volontari della Protezione Civile, a cui io posso aggiungere quegli assetti specialistici che ho l'opportunità di avere e di utilizzare, perché sono delle Forze armate. L'insieme delle due cose può intervenire in caso di emergenza ed essere di tantissima utilità. Abbiamo già fatto due esercitazioni, e quest'anno vorremmo farne un'altra, se ricorreranno gli estremi e se non ci saranno problemi di vario tipo.

  PRESIDENTE. Associandomi ai sentiti ringraziamenti dei colleghi nei confronti delle donne e degli uomini sotto il suo Comando, rinnovo il ringraziamento a tutti gli intervenuti. Ringrazio il Generale Berto anche per il contributo illustrativo che ci ha lasciato e di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione (vedi allegato).
  Dichiaro, quindi, conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.30.

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