XVIII Legislatura

III Commissione

COMITATO PERMANENTE PER LA POLITICA ESTERA IN AMERICA LATINA

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Giovedì 10 giugno 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Lupi Maurizio , Presidente ... 3 

Audizione della Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni, sulle principali direttrici della politica estera italiana nella regione latinoamericana, anche in vista della X Conferenza Italia-America Latina e Caraibi (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Lupi Maurizio , Presidente ... 3 
Sereni Marina , Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ... 4 
Lupi Maurizio , Presidente ... 10 
Cirielli Edmondo (FDI)  ... 10 
Lupi Maurizio , Presidente ... 11 
Fassino Piero (PD)  ... 11 
Lupi Maurizio , Presidente ... 12 
Emiliozzi Mirella (M5S)  ... 12 
Lupi Maurizio , Presidente ... 12 
Emiliozzi Mirella (M5S)  ... 12 
Lupi Maurizio , Presidente ... 12 
Migliore Gennaro (IV)  ... 13 
Lupi Maurizio , Presidente ... 13 
Sereni Marina , Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ... 14 
Fassino Piero (PD)  ... 15 
Lupi Maurizio , Presidente ... 15 
Sereni Marina , Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ... 16 
Lupi Maurizio , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MAURIZIO LUPI

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  L'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre scorso.

Audizione della Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni, sulle principali direttrici della politica estera italiana nella regione latinoamericana, anche in vista della X Conferenza Italia-America Latina e Caraibi .

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, della Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni, sulle principali direttrici della politica estera italiana nella regione latinoamericana, anche in vista della X Conferenza Italia-America Latina e Caraibi che si prevede a Roma i prossimi 25 e 26 ottobre.
  Anche a nome dei componenti del Comitato, saluto la Vice Ministra Sereni e la ringrazio per la disponibilità a contribuire all'avvio dei lavori di questo Comitato. Prima di darLe la parola, ricordo che le Conferenze Italia-America Latina e Caraibi – un evento a cadenza biennale a livello di Ministri degli Esteri realizzato dal MAECI in collaborazione con l'istituto Italo-latinoamericano –, rappresentano il momento culminante del dialogo del nostro Paese con le regioni latinoamericane e caraibiche.
  Lanciato nel 2003 a Milano come riunione con finalità principalmente economiche e imprenditoriali, l'evento ha acquisito una dimensione politica intergovernativa a partire dalla terza edizione del 2007. Essa rappresenta, da allora, il più alto momento di incontro e di cooperazione tra l'Italia, come intero Sistema Paese, e i Paesi latinoamericani e caraibici, ai quali siamo legati da profondi vincoli di carattere storico, culturale, politico ed economico.
  Nel 2014 la Conferenza si è affermata come uno dei principali strumenti di politica estera dell'Italia verso i Paesi dell'area, grazie anche all'importante riconoscimento normativo ricevuto con legge n. 173 del 2014, che ne ha sancito formalmente la convocazione.
  L'ultima edizione, tenutasi il 19 ottobre 2019, si è incentrata sull'elaborazione di strategie comuni, da un lato, per il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e, dall'altro, per la prevenzione e repressione della corruzione domestica transnazionale, al fine di contrastare le infiltrazioni del crimine organizzato nel settore degli appalti.
  La pandemia ha imposto l'esigenza di ridefinire l'agenda politica, sia sul piano delle politiche nazionali sia su quello della cooperazione multilaterale. Non a caso, in occasione dell'ultimo vertice informale dei Ministri degli Esteri degli Stati UE e dei Paesi dell'America Latina e Caraibica, svoltosi il 14 dicembre 2020, il Ministro Di Maio, intervenendo nel panel sulla risposta Pag. 4al COVID-19, ha ricordato l'impegno italiano per una risposta multilaterale e multidimensionale alla pandemia e per la promozione della salute come bene pubblico globale, priorità anche della nostra Presidenza del G20.
  L'audizione odierna, dunque, è finalizzata ad avere un quadro aggiornato delle principali direttrici della politica estera italiana nelle regioni latinoamericana e caraibica, con l'obiettivo di focalizzare meglio i temi dell'Agenda della X edizione della Conferenza. Da questo punto di vista, è prevedibile che tali temi vengano declinati, come accennato, a partire dalle priorità della Presidenza italiana del G20.
  Segnalo, infine, che il nostro Comitato intende monitorare costantemente i lavori preparatori della X Conferenza, a partire dall'audizione di rappresentanti diplomatici italiani ed esteri dei Paesi interessati, nella convinzione che la diplomazia parlamentare possa offrire un supporto concreto e costruttivo all'Esecutivo.
  Fatta questa premessa, lascio la parola alla Vice Ministra Sereni affinché svolga il suo intervento.

  MARINA SERENI, Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, presidente. Ringrazio il presidente Lupi per questa iniziativa, per la costante attenzione che questo Comitato dedicato presta all'America Latina e ai Caraibi, una regione – lo diceva già il presidente – cui siamo uniti da vincoli profondi, storici, culturali, sociali, valoriali ed economici, legami che vogliamo riflettere in altrettante priorità dell'agenda della politica estera italiana.
  Vorrei partire da una considerazione che ha fatto l'Alto Rappresentante Josep Borrell pronunciandosi sui rapporti tra Unione europea e America Latina e Caraibi: assieme rappresentiamo un terzo dei voti alle Nazioni Unite e condividiamo l'agenda internazionale in tema di multilateralismo, commercio internazionale, sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici. Gli investimenti diretti esteri complessivi dei Paesi UE in America Latina superano la somma di quelli in Cina, India, Giappone e Russia messi insieme: 758 miliardi nel 2019. Ci lega una fitta rete di Accordi di associazione, commerciali e politici, con ventisette dei trentatré Paesi latinoamericani e caraibici. Eppure, l'attenzione che l'Europa dedica alla regione non è proporzionata alla sua importanza. Queste sono le parole con le quali l'Alto Rappresentante sottolineava l'esigenza di riportare l'America Latina al centro dell'agenda europea.
  Per quanto riguarda più direttamente il nostro Paese, vorrei in primo luogo ricordare il ruolo della collettività italiana nella regione. Sono oltre due milioni, infatti, i connazionali iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) nel 2019, ma se si considerano anche gli italo-discendenti si arriva a circa 40 milioni di persone. Il Paese che registra il maggior numero di cittadini italiani residenti è l'Argentina (oltre 1 milione), seguita dal Brasile (618 mila) e dal Venezuela (140 mila).
  In secondo luogo l'Italia è oggi uno dei principali Paesi investitori in America Latina e nei Caraibi. Nel 2019 lo stock degli investimenti diretti esteri nella regione latinoamericana ha raggiunto i 33,5 miliardi di euro, mentre, se si considera il flusso del solo 2019, la cifra è pari a 4 miliardi di euro. È un risultato ben superiore ai nostri investimenti diretti in Asia centrale e orientale (1,6 miliardi di euro) o a quelli del Sud-Est asiatico (725 milioni di euro). Nella regione, inoltre, sono presenti circa tremila imprese italiane, che nel 2017 hanno generato un fatturato di 70,3 miliardi di euro; aziende che operano principalmente nei settori dell'industria manifatturiera, in quello degli autoveicoli e dell'energia.
  Il subcontinente costituisce un mercato da mezzo miliardo di consumatori, che rappresentano un'opportunità di grande attrattiva per le imprese italiane. È tempo, quindi, di dedicare a questa regione un'attenzione proporzionata – come diceva Borrell per quanto riguarda l'Europa, ma questo vale anche per l'Italia – alla sua importanza strategica.
  Ho appena citato due direttrici di fondo della nostra politica verso la regione: quella del rapporto con i nostri connazionali e quella del partenariato economico. Passo ora ad illustrare le linee e le iniziative Pag. 5specifiche di politica estera che stiamo portando avanti.
  L'Italia, come ha già detto il presidente Lupi, quest'anno tiene le redini di parte dell'agenda internazionale grazie alla Presidenza del G20 e alla partnership con il Regno Unito per la COP26. Tre Paesi latinoamericani sono membri del G20: Argentina, Brasile, Messico. La rilevanza della regione dal punto di vista ambientale è evidente, dato che ospita il 50 per cento della biodiversità dell'intero pianeta. Dal Cile, inoltre, il Regno Unito riceverà il testimone della guida della COP26.
  L'Italia vuole e può dare quest'anno un contributo decisivo al ritorno di una centralità strategica dell'America Latina e dei Caraibi nell'agenda europea e, ovviamente, in quella italiana. Intendiamo offrire questo contributo partendo dalla già citata Conferenza Italia-America Latina e Caraibi, che giunge quest'anno alla simbolica X edizione, in programma a Roma il 25 e 26 ottobre, in collaborazione con l'Istituto italo-latinoamericano, alla quale Conferenza speriamo di accogliervi numerosi.
  Voglio sottolineare l'importanza di questo appuntamento, che rappresenta un obiettivo prioritario della nostra politica estera nel 2021, cui il Ministro Di Maio e io stessa attribuiamo un'importanza strategica. L'Agenda si riassume in tre parole chiave, quelle del G20: people, planet, prosperity, in linea con le priorità della nostra Presidenza G20. Riteniamo fondamentale promuovere anche in America Latina e Caraibi politiche inclusive e incentrate sulle persone, sulla protezione dell'ambiente e su uno sviluppo equilibrato.
  Vogliamo porre queste priorità a fondamento del dialogo tra Italia e America Latina e Caraibi, e allo stesso tempo di quello tra Europa e America Latina e Caraibi. Per la prima volta – questa è una novità importante – saranno invitati alla Conferenza l'Alto Rappresentante Borrell e alcuni Ministri europei. Questo è il contributo concreto che l'Italia intende portare, con ambizione e coraggio, al rilancio del partenariato tra due regioni, nella convinzione che tale partenariato sia un obiettivo fondamentale in un mondo globalizzato dove solo la collaborazione internazionale permetterà di fronteggiare le numerose sfide comuni del pianeta, prima fra tutti la ripresa post-pandemica.
  Altra linea d'azione che perseguiamo con costanza e tenacia nella regione è l'attenzione a tutte quelle situazioni di tensione, e in alcuni casi di vera e propria crisi, che minano o rischiano di minare la democrazia e lo Stato di diritto e sfociano, talvolta, in pericolose derive segnate da abusi dei diritti umani. So che su questi sviluppi resta alta l'attenzione dei colleghi parlamentari e sono conscia che il tempo a disposizione non ci consente, purtroppo, un esame approfondito di tutte le situazioni problematiche.
  Il nostro Paese si è adoperato da alcuni anni in iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sostegno allo sminamento umanitario in Colombia, che testimoniano il nostro impegno in un Paese segnato dalle profonde ferite lasciate da anni di conflitti interni, che cerca di superare attraverso un processo di pace la cui attuazione resta complessa. Un Paese, non dimentichiamolo, in cui restano attive formazioni armate e operano potenti organizzazioni dedite al narcotraffico.
  Stiamo seguendo con grande attenzione, attraverso la nostra ambasciata a Bogotà e in raccordo con i partner europei, gli sviluppi della situazione a seguito delle proteste e manifestazioni divampate nel Paese dal 28 aprile scorso, che hanno fatto registrare centinaia di episodi di violenza dovuti a eccessi di uso della forza da parte delle forze dell'ordine, ma anche alla presenza tra i manifestanti di gruppi violenti, elementi dediti a vandalismo, saccheggi e furti e ad attacchi mirati alle installazioni della polizia.
  In diversi casi, la presenza di blocchi stradali da parte di gruppi armati organizzati ha ostacolato l'approvvigionamento di beni essenziali. Siamo addolorati per le oltre cinquanta vittime dall'inizio delle proteste. Come già indicato dall'Alto Rappresentante Borrell, abbiamo fiducia nell'azione delle istituzioni colombiane per indagare e portare di fronte alla giustizia i responsabili di abusi e violazioni dei diritti Pag. 6umani. Abbiamo anche ricordato la necessità degli sforzi di tutti gli attori politici e della società civile per ridurre le tensioni, promuovere un dialogo inclusivo e costruire un consenso sulle risposte alle sfide causate dalla pandemia. In questo senso incoraggiamo il dialogo – che sappiamo non facile – tra il Governo e il «Comitato del paro», con la facilitazione delle Nazioni Unite e della Chiesa cattolica, auspicando che possa quanto prima contribuire a ristabilire un clima di fiducia.
  Faccio qui anche un breve cenno al Venezuela, ricordando che la nostra azione, sia nel quadro europeo sia in quello del gruppo internazionale di contatto, resta strettamente legata alla posizione definita nelle conclusioni adottate dal Consiglio Affari esteri dell'Unione europea lo scorso 25 gennaio, e pienamente coerente con le posizioni espresse da questa Commissione Esteri con la risoluzione adottata a larghissima maggioranza lo scorso 10 marzo.
  In questo contesto siamo molto attenti ai segnali che si stanno registrando nelle ultime settimane, sia da parte del regime di Maduro che da parte delle forze di opposizione. Auspichiamo che possano tradursi in un dialogo autentico e inclusivo per una soluzione politica che consenta di superare la drammatica crisi che da troppo tempo attanaglia il Paese. I venezuelani devono potersi esprimere attraverso elezioni locali, legislative e presidenziali credibili e trasparenti. Voglio in questa sede anche confermare il nostro continuo impegno per aiutare la popolazione venezuelana a far fronte alla crisi umanitaria, e per sostenere i nostri partner latinoamericani che hanno accolto milioni di rifugiati e migranti dal Venezuela.
  Fonte di grave preoccupazione è anche la situazione in Nicaragua, Paese avviluppato in una crisi politico-sociale esplosa nell'aprile 2018 e tuttora in atto, seppure in forme meno visibili che in passato. Il regime del Presidente Ortega, sfruttando anche le debolezze di un'opposizione tradizionalmente divisa, litigiosa e poco incisiva, prosegue nella sua opera di repressione a bassa intensità del dissenso e di tutte quelle espressioni della società civile non allineate agli indirizzi e alle finalità politiche del Governo in carica.
  In vista delle elezioni presidenziali e parlamentari di novembre prossimo, il regime del Presidente Ortega, basandosi anche su una lacunosa e incongruente legge elettorale approvata a maggio scorso, sta eliminando dalla corsa gli esponenti dell'opposizione più profilati. Sono notizie di questi ultimi giorni gli arresti di Cristiana Chamorro e Arturo Cruz, detenuti su ordine della Corte suprema con accuse – sembra non provate – di malversazione di fondi e di corruzione. Abbiamo, purtroppo, il fondato timore che misure del genere possano essere adottate in futuro dal regime nei confronti di altri candidati dell'opposizione, privando così la campagna elettorale e le consultazioni di novembre di qualsiasi legittimità democratica. Come sempre fatto nell'arco degli ultimi tre anni, continueremo a monitorare la situazione in Nicaragua in stretto raccordo con i nostri partner europei.
  L'Italia osserva poi con particolare attenzione l'evoluzione del quadro politico, istituzionale ed economico in atto a Cuba, anche alla luce degli esiti dell'VIII Congresso del Partito comunista cubano che, celebratosi ad aprile scorso, ha concluso una transizione lunga un quindicennio dall'uscita di scena di Fidel Castro nell'estate del 2006, e ha sancito il definitivo passaggio del testimone tra la generazione del '59 e quella cresciuta dopo la rivoluzione.
  In questo contesto, altamente simboliche sono state le dimissioni di Raúl Castro, che ha compiuto novant'anni pochi giorni or sono, dalla cruciale carica di Primo Segretario del Partito comunista cubano, che è stata assunta dal suo successore delfino Miguel Díaz-Canel, che dal 2019, a seguito dell'entrata in vigore della nuova Costituzione, ricopriva già la carica di Capo dello Stato, anch'essa cedutagli da Raúl Castro.
  Díaz-Canel eredita, dunque, un Paese che appare intenzionato a portare avanti, anche a tappe piuttosto ravvicinate, un serrato programma di attualizzazione del proprio sistema economico, varato dieci anni fa in occasione del VI Congresso del Pag. 7Partito comunista cubano e via via aggiornato e ricalibrato a seconda delle esigenze del momento e delle contingenze internazionali, prime fra tutte l'irrigidimento dell'embargo statunitense con la Presidenza Trump, che ha inciso pesantemente sugli investimenti stranieri sull'isola, e l'avvento della pandemia, che ha messo in ginocchio il settore turistico, prima fonte di introiti di valuta pregiata nell'isola.
  Oggi il Governo cubano intende proseguire sulla strada delle iniziali, ma ancora insufficienti, aperture all'economia privata. Nessuna concessione è stata finora, invece, operata sul piano delle libertà civili e politiche e dei diritti fondamentali da parte del Governo, forte della costituzionalizzazione del principio in base al quale – cito letteralmente – «il sistema socialista è irrevocabile», per cui l'esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali da parte dei cittadini cubani – che pure figurano elencati e disciplinati in Costituzione – può avvenire soltanto, e senza eccezione, nel rispetto di tale quadro di riferimento e nell'ambito delle istituzioni che di tale quadro sono diretta espressione.
  Siamo ben consapevoli delle lacune che il sistema politico cubano mostra ancora oggi sul piano della democrazia interna, ma siamo altresì convinti che non con un atteggiamento di chiusura, bensì attraverso un dialogo costante e franco con L'Avana, si potranno registrare progressi; progressi dei quali la stessa Cuba ha bisogno per affrontare al meglio le sfide che in futuro già prossimo l'attendono, e in vista delle quali Cuba stessa chiede l'appoggio dei Paesi amici e della comunità internazionale.
  La X Conferenza Italia-America Latina e Caraibi, di cui vi ho parlato poc'anzi, sarà preceduta, nel pomeriggio del 25 ottobre, da un evento speciale dedicato al Programma Falcone-Borsellino, realizzato in partenariato con l'Istituto italo-latinoamericano, cui siete fin da ora invitati. Cito esplicitamente questo evento e questo programma perché è un esempio emblematico di un'altra linea di politica estera che l'Italia, forte della sua specializzata e apprezzata competenza in materia, sta convintamente e con successo perseguendo da alcuni anni nella regione latinoamericana e caraibica.
  Il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, infatti, attraverso la Direzione Generale per la mondializzazione e le questioni globali, coordina – e in molti casi finanzia – numerosi programmi di assistenza tecnica in materia di giustizia e sicurezza, realizzati in collaborazione con la Direzione Nazionale antimafia e antiterrorismo, il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia e il coordinamento delle forze di Polizia presso il Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno. Alcuni progetti in questo ambito sono finanziati dall'Unione europea ed eseguiti dall'Italia attraverso l'IILA (Istituto italo-latinoamericano).
  La punta più avanzata della diplomazia giuridica italiana nel settore dell'assistenza tecnica per la regione latinoamericana e caraibica è proprio il Programma Falcone-Borsellino, incentrato su missioni di assistenza tecnica e di formazione che, in ragione dell'emergenza sanitaria, si articolano sia in attività da remoto sia in presenza, ove possibile. L'iniziativa mira al rafforzamento istituzionale, nonché al rinnovamento del quadro normativo dei Paesi partner, attraverso un'opera di diffusione della cultura della legalità per il contrasto al crimine organizzato transnazionale, vera piaga comune ai Paesi della regione e non solo. Essa risponde alla crescente domanda proveniente dai Paesi latinoamericani e caraibici che l'Italia condivida i suoi protocolli e modelli, già efficacemente da noi utilizzati nella lotta alle mafie, alla corruzione e al riciclaggio.
  L'America Latina e i Caraibi necessitano di una risposta strutturata volta alla riduzione del clima di insicurezza che attualmente mina le prospettive di sviluppo economico dei Paesi, già duramente colpiti dal COVID, vista la pervasività delle infiltrazioni criminose nel sistema economico. La criminalità organizzata opera più facilmente in contesti in cui il tessuto normativo appare più debole, dove gli strumenti giuridici a disposizione risultano inefficaci. Pag. 8
  La nostra esperienza di collaborazione con l'area in questo specifico settore è oramai di lunga data. In collaborazione con il Sistema dell'integrazione centroamericana (SICA) e l'IILA, tra il 2011 e il 2018 abbiamo realizzato un progetto pluriennale denominato «Piano di appoggio alla strategia di sicurezza centroamericana». Il programma ha previsto corsi di alta formazione per magistrati e funzionari di pubblica sicurezza della regione centroamericana, tenuti da esperti italiani nel contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione. L'attenzione si è concentrata sul sequestro e sulla confisca dei beni derivanti da attività illecite e sull'opportunità di un'armonizzazione normativa tra gli ordinamenti giuridici di tutti i Paesi del SICA.
  L'obiettivo è quello di contrastare con maggiore efficacia i fenomeni criminali, che con la loro capacità di penetrazione e diffusione hanno interessato trasversalmente l'intera regione centroamericana e hanno saputo creare alleanze anche con le nostre organizzazioni malavitose. Forte è stato anche l'accento posto sul rafforzamento dello Stato di diritto e delle istituzioni pubbliche, che spesso scontano un deficit di credibilità agli occhi delle opinioni pubbliche nazionali, specialmente dei settori economicamente più svantaggiati, a causa di diffusi fenomeni di corruzione e di malversazione delle risorse pubbliche. Forti di queste esperienze di successo, il Ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale intende, anche per il futuro, continuare a investire risorse umane e materiali in questo settore.
  Vorrei poi soffermarmi sulla nostra azione a tutela dello straordinario patrimonio culturale e naturale dei Paesi latinoamericani. Quest'ultimo rappresenta una risorsa preziosa in termini di testimonianza dell'identità e di contributo allo sviluppo globale. L'Italia porta avanti tradizionalmente un'ampia azione a tutela del patrimonio a rischio e in aree di crisi, e un ruolo proattivo nel rafforzamento delle Convenzioni multilaterali in materia di traffico illecito di beni culturali.
  In questo alveo si colloca anche la nostra candidatura a un seggio del Comitato del patrimonio mondiale UNESCO per il mandato 2021-2025 alle elezioni che si terranno a Parigi a novembre: se eletta, l'Italia potrà sostenere ancor più direttamente gli sforzi della comunità internazionale per proteggere e, ancor più, valorizzare l'immenso patrimonio culturale dell'America Latina.
  Non posso poi non menzionare l'emergenza COVID, che sta esacerbando le criticità che contraddistinguono la regione latinoamericana. La pandemia e l'accesso universale ai vaccini sono il tema del momento e, ho motivo di ritenere, lo saranno anche nel futuro. Come ho avuto modo di dire al Ministro degli Esteri dell'Honduras, Licandro Rosales Banegas, in occasione di un nostro incontro di pochi giorni fa, l'Italia continuerà a fare convintamente la propria parte, soprattutto nell'ambito della COVAX Facility, affinché anche i Paesi che oggi scontano le maggiori difficoltà nell'approvvigionamento dei sieri possano essere presto dotati di quantitativi sufficienti per avviare campagne vaccinali in grado di coinvolgere rapidamente l'intera popolazione.
  Permettetemi un inciso: l'Italia ha contribuito con 385 milioni di euro alla COVAX Facility, con l'obiettivo di garantire l'equo accesso ai vaccini per i Paesi a basso reddito. Di queste risorse, come ricordate, 300 milioni sono state annunciate durante il recente Vertice della salute globale ospitato dall'Italia insieme alla Commissione europea il 21 maggio scorso. Riteniamo che la COVAX Facility sia il miglior strumento di cui disponiamo per garantire l'equa distribuzione dei vaccini sicuri ed efficaci ai Paesi in via di sviluppo. Abbiamo già fornito, attraverso questa COVAX Facility, 80 milioni di dosi a più di 129 economie di tutto il mondo. L'Italia ha anche annunciato, come ricordate, l'impegno a donare 15 milioni di dosi a Paesi a basso reddito entro il 2021, nell'ambito dell'impegno europeo per cento milioni di dosi.
  Una menzione a parte meritano le iniziative di cooperazione con i Paesi caraibici, soprattutto anglofoni, nei cui confronti l'azione del nostro Paese è improntata prioritariamente a un approccio regionalistico, Pag. 9 privilegiando il rapporto con le organizzazioni regionali di riferimento. La Farnesina, nel quadro del rafforzamento in atto delle relazioni dell'Italia con i Paesi della regione, ha istituito nel 2015 la figura dell'Inviato Speciale per i Caraibi, al fine di promuovere e coordinare i rapporti con l'area anche tramite missioni periodiche, nonché ha avviato un dialogo strutturato sottoscrivendo appositi memorandum di cooperazione che prevedono, quali settori prioritari di collaborazione: ambiente e cambiamento climatico, contrasto alla criminalità organizzata e transnazionale, ricerca scientifica e tecnologica, sviluppo sostenibile, sicurezza energetica, gestione dei disastri naturali.
  In attuazione di questo impegno è da ricordare innanzitutto il memorandum di cooperazione sui cambiamenti climatici e le energie rinnovabili tra l'allora Ministero dell'Ambiente e undici Stati membri del CARICOM (Carribean community), firmato a partire dal 2015 con durata quinquennale, che ha visto l'approvazione di ventuno progetti per un valore totale di 18 milioni di euro, interamente finanziati dal Ministero dell'Ambiente.
  A seguito della sua scadenza, tutte le Parti hanno manifestato interesse a rinnovarlo per un ulteriore ciclo; il Ministero della Transizione ecologica sta completando il negoziato per il rinnovo. In piena coerenza con questa linea d'azione, si pone l'iniziativa, in fase di ultimazione, volta all'approvazione di una linea di credito d'aiuto di 50 milioni di euro, con fondi provenienti dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dell'Economia e gestione affidata alla Caribbean Development Bank.
  L'obiettivo della linea di credito è rafforzare la resilienza di nove Stati membri della CARICOM ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali. Dovrà essere uno strumento agile e flessibile, capace di adattarsi alle esigenze locali. A tal fine, il suo campo d'azione prevede l'eleggibilità di progetti di sviluppo sostenibile e correlati a tematiche ambientali e climatiche intese in un più ampio ambito, che include quindi anche settori quali l'agricoltura, l'energia, la gestione integrata delle coste e delle risorse idriche, il trasporto, l'edilizia sociale e la sanità.
  Il nostro sostegno al contrasto delle fragilità dei Paesi caraibici, anche nell'ambito della nostra attuale co-presidenza della COP26 e presidenza del G20, e la leva del finanziamento costruttivo come il memorandum, la linea del credito di aiuto, i corsi di formazione, ecco obiettivi e strumenti per un'efficace tutela dei nostri interessi strategici e geopolitici nella regione, accanto a quello, pur sempre promettente, dell'interscambio commerciale.
  Infine, concludo questo mio intervento citando un'ultima direttrice, ovvero la posizione italiana, in seno all'Unione europea, favorevole alla conclusione di nuovi accordi con un'intera regione, che per i motivi che ho ricordato all'inizio rimane per noi strategica.
  In primo luogo, auspichiamo di vedere rafforzati i nostri rapporti non solo commerciali, ma anche politici, con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay attraverso la ratifica dell'Accordo Ue-MERCOSUR (Mercado Común del Sur). Come sapete, si tratta di un Accordo bi-regionale i cui negoziati, durati vent'anni, si sono conclusi il 28 giugno 2019. L'Italia ha sempre sostenuto la conclusione dell'Accordo tra l'Unione europea e il MERCOSUR; siamo convinti che tale Accordo consentirà di stimolare le relazioni commerciali e gli investimenti fra le nostre due regioni.
  Riteniamo, al contempo, che ogni ulteriore sforzo da parte dei Paesi MERCOSUR volto a rafforzare gli impegni relativi all'ambiente e ai cambiamenti climatici, nella fase che precede la ratifica dell'Accordo, non potrà che essere utile. Naturalmente la situazione concreta sul terreno e gli impegni che i Paesi MERCOSUR assumeranno alla COP26 avranno un peso nella valutazione complessiva.
  Con lo stesso favore auspichiamo, inoltre, una pronta finalizzazione dell'Accordo con il Messico e la conclusione positiva dei negoziati con il Cile. Questa nuova rete di vincoli, che va ad aggiungersi agli Accordi di libero scambio già in vigore con i Paesi andini e i Paesi dell'America centrale, consentirà all'Europa e all'Italia di consolidare Pag. 10i legami con l'intera regione in un contesto globale di sfide crescenti.
  Ho citato più volte l'IILA, l'Istituto italo-latinoamericano, nel cui Consiglio siedo a nome del Governo italiano. Nasce con Convenzione internazionale siglata a Roma nel giugno '66 tra Italia e venti Paesi latinoamericani. L'Istituto è uno dei pochissimi organismi internazionali, e per lungo tempo è stato l'unico, capace di legare insieme un Paese europeo a tutti i Paesi latinoamericani. Solo nel 2005, infatti, un'iniziativa analoga ha portato alla creazione a Madrid della Secretaría General Iberoamericana.
  Ciò dimostra la specialità del rapporto tra l'Italia e il subcontinente latinoamericano, e l'originalità di un organismo che costituisce un foro di cooperazione con i partner latinoamericani. La sua specificità ne fa al tempo stesso un luogo di dialogo politico privilegiato tra Italia e America Latina nel suo complesso, uno strumento agile di cooperazione con i Paesi della regione e un mezzo che consente all'Italia di inserirsi nei programmi europei dedicati a quest'area geografica.
  La relazione dell'Italia con l'Istituto italo-latinoamericano, dalle solide radici storiche, continua anche a nutrirsi di proficui rapporti di cooperazione per lo sviluppo. L'impegno dell'Istituto per l'attuazione dell'Agenda 2030 in America Latina è grande: contribuisce, in particolare, all'attuazione del SDG 4 (fornire un'educazione di qualità equa e inclusiva), del SDG 5 (raggiungere l'uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze), del SDG 8 (incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti). Il ruolo dell'IILA come ponte tra l'Italia e l'America Latina ben risponde anche al SDG 17 (rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile, promuovendo cooperazione Nord-Sud, ma anche Sud-Sud).
  Signor presidente, cari colleghi, credo fermamente che Italia, Europa, America Latina e Caraibi non condividano solo un passato inseparabile, ma anche un presente fatto di sensibilità e interessi convergenti, orientato a costruire un futuro di reciproco benessere. L'Italia resterà impegnata, sia sul piano bilaterale sia in Europa, per favorire e rinsaldare questo percorso comune. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio la Vice Ministra Sereni, anche e non formalmente per la puntuale ed efficace relazione che ci ha presentato e che sicuramente sarà di grande aiuto per i lavori del nostro Comitato permanente. Saluto anche – e chiedo se poi volessero iscriversi a parlare di segnalarcelo – i colleghi che sono collegati in remoto: la collega Emiliozzi, Migliore, Delmastro Delle Vedove, Palazzotto e Delrio. Intanto si è iscritto a parlare per considerazioni e domande l'onorevole Cirielli, che è anche questore.

  EDMONDO CIRIELLI. Grazie. Infatti io mi sono iscritto subito perché ho il Collegio dei questori alle 9,30. Innanzitutto ringrazio molto la Vice Ministra, di cui conosciamo la lunga esperienza parlamentare in politica estera. La ringrazio anche per la relazione molto precisa, frutto oramai di una continuità politica dei vari Governi che si sono succeduti negli anni nei rapporti con l'America Latina. Chiedo scusa se sono arrivato un po' in ritardo e quindi magari qualcosa che non ho ascoltato potrebbe essere stato detto.
  A fianco a tutto quello che ha detto, credo che forse sarebbe necessaria una maggiore spinta in una certa direzione, e penso ai nostri connazionali o ai discendenti dei nostri connazionali, innanzitutto per favorire l'immigrazione in Italia. Sappiamo che molti di questi Paesi vivono situazioni socio-economiche estremamente gravi, o per motivi economici in sé o per motivi legati ai regimi totalitari – penso al Venezuela – e quindi credo che un'azione nel favorire l'immigrazione nel nostro Paese, di chi lo volesse, debba essere messa in campo con gli strumenti che abbiamo.
  D'altro canto c'è anche l'aspetto di potenziare la capacità di assistenza delle povertà collegate alle persone che sono discendenti di italiani. Parlo in linea generale dei discendenti, ma in maniera particolare Pag. 11mi riferisco anche a quelli che hanno diritto a richiedere la cittadinanza. Spesso anche le condizioni socio-economiche, l'indigenza, le difficoltà politiche rendono complessa questa operazione; anche a volte l'informazione. Credo che da questo punto di vista ci debba essere un'azione specifica organizzata; va studiata, non è una cosa che può essere affrontata in maniera superficiale, è evidente che ci vuole un impegno particolare. Credo che forse anche gli investimenti tecnologici del Piano nazionale di ripresa e di resilienza possano essere un'occasione.
  D'altro canto, e a corollario di questo ragionamento, sempre dell'attenzione forte verso gli italiani e gli aventi diritto alla cittadinanza – ma anche verso quelli che non ce l'hanno, ma sono comunque discendenti – secondo me un potenziamento dell'attività culturale – sia con gli strumenti ordinari di cui il Ministero dispone, dall'Istituto Dante Alighieri, ma anche questo centro di cultura di cui Lei ha parlato – probabilmente potrebbe essere un ulteriore elemento di penetrazione. Questo non soltanto per rinsaldare i vincoli; credo che queste persone abbiano anche un diritto a poter mantenere un legame culturale, identitario e linguistico con l'Italia, al fatto che i loro figli, i loro discendenti, lo possano fare. Ovviamente non sfugge, proprio per tutto quello che Lei ha detto, il vantaggio economico che l'Italia può ottenere. Penso che sia un investimento specifico idoneo.
  In questo senso – chiedo scusa se non ho ascoltato questa parte dell'intervento in cui si è parlato di questo tema ma, anche perché ho una certa esperienza non diretta di Governo ma di Commissione – credo che probabilmente in questi venti anni siamo stati un po' carenti da questo punto di vista. La nostra Repubblica nel dopoguerra ha iniziato una stagione molto positiva, che forse si è un po' arenata; o comunque, per le nostre potenzialità, visto che oggi abbiamo un'altra forza economica, altre possibilità, probabilmente bisognerebbe porre una maggiore attenzione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a te. Collega Fassino. Mi perdoni, presidente.

  PIERO FASSINO. Ringrazio la Vice Ministra. Direi anche che sarebbe utile avere il testo della relazione da distribuire a tutti i membri della Commissione, perché rappresenta un piano di lavoro. Condivido tutto e non rientro nel merito. Ricordo solo una cosa, che mi è già capitato di ricordare in altre occasioni in cui discutiamo di questi temi: se c'è un continente verso il quale – lo ha detto anche la Vice Ministra – l'Europa e l'Italia hanno una naturale relazione di natura politica, culturale, economica e identitaria è l'America Latina.
  Probabilmente non solo per l'Italia, naturalmente anche per la Spagna per ragioni storiche, l'America Latina rappresenta quello che, per esempio, per altri Paesi rappresentano altri continenti: l'Africa per la Francia è un continente di natura strategica, per la storia coloniale di quel Paese. Io penso che noi dovremmo avere – scevri da qualsiasi nostalgia coloniale che, peraltro, non abbiamo mai avuto – un rapporto con l'America Latina non inferiore a quello che – faccio solo questo come esempio – la Francia ha verso l'Africa. Cioè, bisogna considerare l'America Latina un'area strategica, come è stato indicato anche dalle cifre degli italo-discendenti, delle imprese, dell'interscambio, tutte le cose che ha ricordato nell'ampia relazione la Vice Ministra.
  Nel 1911 si svolse a Torino l'Expo. In occasione di quell'Expo fu chiesto al giovane Luigi Einaudi di scrivere un pamphlet che presentasse le presenze internazionali alla Conferenza. Si era all'indomani della non felice avventura africana ed Einaudi scrisse in quel pamphlet: «Non si capisce perché siamo andati a cercare un impero in Africa, quando bastava guardare oltre l'Atlantico per capire che ce l'avevamo già.» Si riferiva, evidentemente, ai flussi migratori che dalla metà dell'Ottocento avevano investito l'America Latina e che rappresentavano un naturale ponte. Ricordo questo proprio perché c'è una lunga storia.
  Due cose e finisco. In America Latina ci sono alcune istituzioni finanziarie molto importanti, che sono la Banca interamericana di sviluppo e la CAF (Corporación Andina de Fomento). Da molti anni c'è una Pag. 12pratica, non risolta, di presenza di partecipazione dell'Italia alla CAF. Ricordo che la CAF è la Banca di sviluppo nata per il Patto andino, ma che si è allargata a tutto il continente latinoamericano. Fu firmato – credo dall'allora Ministro degli Esteri D'Alema – un accordo per la nostra partecipazione a questa banca di sviluppo, di cui sono soci la Spagna e altri Paesi europei. Recentemente ha fatto visita a me – e credo al Ministero, naturalmente – l'attuale presidente della CAF, sollecitando che si porti a completamento questa pratica e anche dicendosi disponibile a un riconoscimento di ruolo nella CAF pari a quello che viene riconosciuto alla Spagna e agli altri Paesi europei.
  Volevo sapere dalla Vice Ministra aggiornamenti su questa questione, così come quali sono le iniziative delle relazioni nostre con la Banca interamericana di sviluppo, alla luce della presenza economica italiana (tremila imprese, l'interscambio, ecc.). Tra l'altro, la CAF sviluppa molti programmi – ho visto gli ultimi documenti strategici della CAF – nel climate change, intorno a tutti i temi energetici e climatici. Ricordo che non solo questa è una cosa strategica in generale e che nell'America Latina ha un punto, ma anche che il principale provider energetico in America Latina è l'ENEL, che attraverso l'acquisizione di Endesa, la compagnia spagnola, e poi l'incorporazione di Endesa in ENEL, ci vede protagonisti. Per non parlare di tutte le altre tremila imprese. Io credo che una nostra presenza nelle due istituzioni finanziarie latinoamericane sia molto importante.
  Ultima questione: giustamente la Vice Ministra ha dedicato un pezzo della Sua relazione anche a tutti i temi dell'instabilità o della stabilità democratica, dei diritti umani, del Democratic Institution Building. Questo è un tema su cui anche l'azione parlamentare può avere un significato: io penso che la X Conferenza sia una buona occasione per intensificare le relazioni interparlamentari, tenuto conto che, tra l'altro, i sistemi politici latinoamericani, per ragioni storiche e culturali, sono molto affini ai nostri.
  Io confermo quello di cui ho parlato sia con la Vice Ministra sia con Di Maio in occasioni precedenti, cioè che intendiamo organizzare il forum interparlamentare che accompagni la Conferenza. Il forum interparlamentare è già stato fatto in precedenti edizioni, ma non nell'ultima precedente, mi pare che sia giusto riprenderlo. Quindi accompagnare col forum interparlamentare.
  L'ultima questione: consiglierei al presidente Lupi di promuovere un incontro con i presidenti delle associazioni bilaterali di amicizia – se la Vice Ministra è disponibile, sarebbe utile – in modo da illustrare le cose che ha qui illustrato, Vice Ministra, anche ai presidenti delle associazioni bilaterali e sollecitarle e muoversi nella stessa direzione.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Fassino. La collega Emiliozzi, collegata da remoto.

  MIRELLA EMILIOZZI(intervento da remoto). Grazie, presidente. Buongiorno, Vice Ministra Sereni e grazie per l'intervento. Scusate, non sono in video perché non riesco ad ascoltare bene e devo tenere il telefono all'orecchio. Voi mi sentite?

  PRESIDENTE. Sì, ti sentiamo. Abbiamo messo una foto per averti presente.

  MIRELLA EMILIOZZI(intervento da remoto). Grazie e scusatemi. Io ho ascoltato con interesse la relazione della Vice Ministra. Mi chiedo se non possiamo rafforzare l'azione dei nostri Istituti di cultura italiani all'estero, proprio in virtù della massiccia presenza dei nostri connazionali in quelle zone e anche ampliando il raggio delle loro attività, oltre che intensificandole. Mi piacerebbe sapere se nei nostri progetti c'è anche questo tipo di attività ed eventualmente anche conoscere in che modo verrà attuata. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a te. Il collega Migliore, da remoto.

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  GENNARO MIGLIORE(intervento da remoto). Buongiorno e grazie, ovviamente, per l'esauriente relazione, grazie alla Vice Ministra Marina Sereni che – come è noto a tutti – ha una profonda conoscenza dell'argomento e ritengo che la Sua relazione sia un punto di partenza indispensabile, come diceva il presidente Fassino.
  Io vorrei fare alcune domande per comprendere anche qual è l'atteggiamento del Governo italiano e se ci sono già delle prese di posizione. La prima è in relazione al processo elettorale in Perù, quindi all'esito di queste elezioni e se la nostra diplomazia percepisce un clima che potrebbe degenerare, in un Paese che già ha avuto per moltissimi decenni violenze, anche politiche, assolutamente molto gravi. Quindi che valutazione si dà rispetto al recente processo elettorale.
  Per quanto riguarda la Colombia, in particolare in materia di cooperazione giudiziaria, capire anche quali siano gli interventi che si possono fare e che eventualmente vengono valutati necessari, in relazione alla notoria presenza di articolate collaborazioni tra i cartelli del narcotraffico e le nostre mafie, in particolare la 'ndrangheta, e se si hanno notizie, in questo senso, di infiltrazioni anche di soggetti legati non solamente ad attività di contrasto politico, ma anche se c'è una volontà di far precipitare definitivamente il Paese nel caos a vantaggio di queste organizzazioni.
  La terza riguarda il Venezuela, perché mi pare abbastanza evidente che, al di là del giudizio che ci trova concordi sul regime di Maduro, ci sia però la necessità di comprendere come la comunità internazionale voglia procedere, relativamente al fatto che anche l'opposizione nel corso di questi di questi ultimi mesi – in particolare di quest'ultimo anno – mi è sembrata molto divisa e incapace, in qualche modo, di trovare un esito che ripristinasse il regime democratico. Se c'è in questo senso l'intenzione – non solo ovviamente da parte dell'Italia, ma da parte della comunità internazionale – di comprendere quale via debba essere intrapresa per superare l'attuale fase. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Io non ho nessun altro collega che vuole fare domande e cedo subito la parola alla Vice Ministra Sereni, anche perché so che poi ha un impegno istituzionale.
  Mi aggancio per fare una considerazione e una domanda. Mi sembra – condivido l'intervento fatto dal presidente Fassino – che la relazione della Vice Ministra ci aiuti a dettagliare e a declinare meglio i lavori del nostro Comitato, perché ha individuato i filoni – tra l'altro condivisi –, da quelli più generali e importanti, che sono legati al tema dei diritti umani, politici eccetera; oggi il Parlamento europeo dovrebbe pronunciarsi sulla situazione di Cuba con una risoluzione unitaria che, tra l'altro, chiede una serie di impegni, quindi questo vedrà intanto il Governo, ma credo anche la diplomazia parlamentare, impegnati in quella direzione; il Venezuela, la Colombia...insomma, non ripeto la relazione. Dall'altra, il grande tema dei nostri connazionali, la potenzialità strategica che questo continente ha nei riguardi nostri e dell'Europa.
  Il tema della legalità-criminalità organizzata: ricordo anche che come unione interparlamentare Italia-Argentina, abbiamo recentemente organizzato un bilaterale di collaborazione stretta sul tema della criminalità organizzata.
  La mia domanda è legata alla collaborazione economica che è l'altro grande pilastro – Lei l'ha accennato, il MERCOSUR – in particolare con alcuni grandi Paesi, Brasile e Argentina: credo che la pandemia acceleri e aiuti anche in un rafforzamento di direzione e di sviluppo di collaborazione, non solo tra l'Italia, ma Italia ed Europa e continente America Latina. Voglio capire – perché un po' di resistenze sul MERCOSUR esistono – quali sono e come l'Italia ha intenzione, insieme ovviamente a Borrell eccetera, di farsi promotore, perché non si perda un'occasione storica. Io credo che la pandemia possa dare questa grande opportunità – una volta usciti – di rafforzare anche economicamente la collaborazione. So che il Governo sta andando in questa direzione, mi piacerebbe un approfondimento.

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  MARINA SERENI, Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, presidente, sarò abbastanza telegrafica, spero non superficiale. Vi mando la relazione, ho fatto delle correzioni mentre leggevo. C'è stato un lungo lavoro di aggiustamento, quindi ve la mando appena rientro in ufficio e la faccio correggere.
  Italiani all'estero: dico un paio di cose e poi, ovviamente, suggerirei, se è necessario, un approfondimento con il collega Benedetto Della Vedova che è titolare della delega per gli italiani all'estero. Quello che posso dire, guardando all'anno e mezzo che abbiamo alle spalle, che noi abbiamo lavorato in questo ultimo periodo – in particolar modo pensando all'America Latina – sia al potenziamento della rete consolare, sia al potenziamento dell'assistenza, perché nella vicenda del COVID molti connazionali sono entrati in sofferenza, sono aumentate le emergenze sociali e abbiamo aumentato i fondi a disposizione dei consolati per sostenere le condizioni degli italiani indigenti, in alcuni Paesi c'è stato effettivamente un aumento di richieste. Io suggerirei, su questa parte, di fare un approfondimento con il sottosegretario Benedetto Della Vedova; sottolineo anch'io – come ha fatto l'onorevole Emiliozzi e come ha detto anche prima l'onorevole Cirielli – l'importanza della materia cultura e lingua italiana, perché la cultura e la lingua italiana sono contemporaneamente uno strumento di lavoro importante per mantenere i legami con le nostre comunità iscritte all'AIRE, ma sono soprattutto un veicolo di nuove relazioni, di nuovi rapporti, perché ci sono moltissimi ragazzi giovani – anche non necessariamente italo-discendenti – che sono interessati a imparare l'italiano e questo è un elemento che può poi tornare utile anche sul piano della collaborazione economica.
  Collaborazione economica: avevamo in itinere prima del COVID alcuni passaggi con il Brasile, io avevo fatto una missione in Brasile a cui sarebbe dovuta seguire una missione di sistema guidata dal Ministro, poi ovviamente il COVID l'ha impedita. Avevo fatto una missione in Messico, a cui doveva seguire la Commissione bi-nazionale che poi, però, non è stato possibile convocare. Avevo fatto una missione in Cile, a cui dovevano seguire e stanno seguendo parzialmente una serie di contatti bilaterali – in questo caso da remoto –, ma ovviamente finché non è possibile viaggiare in quell'area del mondo è molto difficile strutturare altri passaggi di cooperazione economica, perché avremmo bisogno di portare lì ulteriori rappresentanze di imprese italiane, eccetera. Quello che stiamo facendo e che stanno facendo le grandi e medie aziende che sono già lì, è strutturare meglio la nostra assistenza a chi già lavora sul territorio e chiedere ai nostri partner, ai Paesi dell'America Latina, di dare garanzie in termini di regole e di certezza della pianificazione, per poter effettivamente dare seguito anche a volontà di investimento; è del tutto evidente, infatti, che un ambiente favorevole allo sviluppo, necessita di una certezza, di una costanza di regole, cosa che invece in alcuni casi non succede, vedi la vicenda cilena, che ha avuto vari passaggi – penso ai fondi pensione, che sono stati toccati più volte per decisione del Parlamento – vedi il Messico sulle energie rinnovabili; quindi abbiamo dei punti di osservazione, di attenzione che noi stiamo seguendo.
  Mi aggancio a questo per quanto riguarda la questione della CAF (Banco de Desarrollo de America Latina). Nel BID (Banco Interamericano de Desarrollo) ci siamo già, e questa presenza consente a molte imprese italiane che operano in America Latina di usufruire dei servizi che il BID mette in campo. Lo stesso vale per la CAF, anche se ancora non ci siamo già, perché comunque c'è una relazione, una collaborazione tra CAF e CDP (Cassa depositi e prestiti) e alcuni fondi della CAF sono comunque stati utilizzati da imprese italiane. Anche io ho incontrato Garcia Belaunde quando venne in Italia, anche a me ha rappresentato tutte le opportunità che questa fase della vita della CAF offrirebbero per un ingresso dell'Italia nel capitale e poi anche negli organismi di Governo. Abbiamo trasmesso tutte queste informazioni al MEF (Ministero dell'economia Pag. 15 e delle finanze), che sta verificando e approfondendo.
  Passando alle domande sulle questioni politiche che ha posto l'onorevole Migliore: il processo elettorale in Perù, è ancora troppo presto per capire. Le ultime comunicazioni della nostra Ambasciata parlano di un distacco di 74 mila voti tra i due candidati, quindi stiamo parlando di un'inezia e ci sono dei ricorsi pendenti sui quali si dovrà pronunciare la Corte Suprema nel giro di pochi giorni. È chiaro che c'è una forte polarizzazione ed è chiaro che la comunità internazionale e noi, parte della comunità internazionale, soprattutto nel rapporto con l'Unione europea, dovremo lavorare per far sì che chiunque vinca, ci sia un passaggio alla nuova fase pacifico, quindi ci sia un riconoscimento del vincitore e un passaggio pacifico, come è successo, per esempio, in Ecuador in maniera esemplare. Credo che la responsabilità che oggi ci dobbiamo assumere insieme all'Europa, insieme alla comunità internazionale, è far sì che questo passaggio avvenga nella maniera più pacifica possibile, sapendo che stiamo parlando, però, di un Paese che ha una fortissima polarizzazione.
  Colombia: la cooperazione giudiziaria è molto stretta e ricordo che abbiamo a Bogotà un Addetto alla sicurezza, quindi noi abbiamo una figura specifica presso l'Ambasciata di Bogotà che si occupa di queste materie, non solo della cooperazione giudiziaria, ma anche della cooperazione sul terreno, per quanto riguarda possibili infiltrazioni e possibili relazioni tra i cartelli e la criminalità organizzata locale e le nostre forme di criminalità organizzata.
  Venezuela: interessante quello che sta accadendo, a partire dalla composizione del Consiglio nazionale elettorale, che è stato formato nelle scorse settimane con la presenza di due esponenti su cinque dell'opposizione; interessante il fatto che si è aperta una riflessione all'interno dell'opposizione, una riflessione che tenta di tenere insieme anche la maggior parte delle forze dell'opposizione, che come sapete è molto frantumata, formata da tantissime sigle. Certamente è interessante che una parte consistente delle opposizioni sta pensando di partecipare alle elezioni di novembre, che saranno elezioni locali, per i governatori e le amministrazioni locali, ma sono elezioni che coinvolgeranno una grande quantità di elettori e quindi particolarmente significative. Noi come comunità internazionale, in sede di Unione europea e in sede di Gruppo internazionale di contatto, fermo restando la posizione che abbiamo espresso e che io ho richiamato nell'ultimo Consiglio europeo che si è pronunciato sul Venezuela – a gennaio, mi pare – noi abbiamo bisogno di monitorare questa situazione e nel caso che si aprano dei fatti nuovi, anche grazie alla mediazione norvegese, di collaborare sia con il Gruppo di contatto che con il Gruppo di Lima, per far sì che se si aprono degli spazi nuovi, si possa aprire un dialogo e una transizione che, però, passa per il dialogo tra le parti, quindi tra esponenti del regime e l'opposizione.
  Ultima cosa: ringrazio il presidente Fassino per aver fatto cenno al forum interparlamentare in relazione alla conferenza Italia-America Latina; credo anche io che sia molto importante riprendere quella tradizione e penso che sia anche una buona idea che il presidente Lupi possa incontrare e chiamare i presidenti dei gruppi di amicizia, alcuni dei quali – a detta dei nostri partner latinoamericani, quindi «ambasciator non porta pena» – sono abbastanza fermi, quindi andrebbero stimolati ad aumentare il dialogo parlamentare, perché questo può essere effettivamente molto d'aiuto. Grazie.

  PIERO FASSINO. Su questo mi permetto di suggerire, ne parliamo subito con il presidente Casini, presidente dell'Unione interparlamentare, anche perché le associazioni di amicizia sono bicamerali, quindi chiediamo al presidente Casini di essere parte della convocazione di questo incontro.

  PRESIDENTE. Sì, assolutamente. Grazie a tutti e grazie alla Vice Ministra Sereni, anche per l'invito alla generazione del 1959, nella Sua relazione, a passare la mano: anche la generazione del 1949...

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  MARINA SERENI, Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Mi riferivo alla rivoluzione cubana.

  PRESIDENTE. Grazie Vice Ministra, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.40.