XVIII Legislatura

III Commissione

COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI NEL MONDO E LA PROMOZIONE DEL SISTEMA PAESE

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Giovedì 18 aprile 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Billi Simone , Presidente ... 3 

Audizione del Min. Plen. Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, sulle politiche per gli italiani all'estero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Billi Simone , Presidente ... 3 
Vignali Luigi Maria , Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 4 
Billi Simone , Presidente ... 9 
Fitzgerald Nissoli Fucsia (FI)  ... 9 
Ungaro Massimo (PD)  ... 9 
Napoli Osvaldo (FI)  ... 10 
Billi Simone , Presidente ... 10 
Vignali Luigi Maria , Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 10 
Di San Martino Lorenzato Di Ivrea Luis Roberto (LEGA)  ... 13 
Borghese Mario Alejandro (Misto-MAIE)  ... 14 
Delmastro Delle Vedove Andrea (FDI)  ... 15 
Billi Simone , Presidente ... 16 
Vignali Luigi Maria , Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 16 
Di San Martino Lorenzato Di Ivrea Luis Roberto (LEGA)  ... 16 
Vignali Luigi Maria , Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 16 
Delmastro Delle Vedove Andrea (FDI)  ... 16 
Vignali Luigi Maria , Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 17 
Billi Simone , Presidente ... 18 
Vignali Luigi Maria , Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 18 
Ungaro Massimo (PD)  ... 19 
Vignali Luigi Maria , Direttore Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 19 
Billi Simone , Presidente ... 19

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Sogno Italia - 10 Volte Meglio: Misto-SI-10VM.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
SIMONE BILLI

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, nonché la trasmissione sul canale della web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Min. Plen. Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, sulle politiche per gli italiani all'estero.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro Plenipotenziario Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, sulle politiche per gli italiani all'estero.
  Saluto e ringrazio per la sua disponibilità a prendere parte ai nostri lavori il Ministro Vignali, che è accompagnato dal consigliere Ludovico Carlo Camussi. Ringrazio entrambi per la loro disponibilità e la loro presenza qui oggi.
  Vista l'ampiezza del tema oggetto dell'audizione, prima di dare la parola al nostro ospite, mi preme ricordare che il Comitato, come emerso nella seduta di programmazione dei nostri lavori il 13 febbraio scorso, ha nella Direzione Generale della Farnesina per gli italiani all'estero e le politiche migratorie un interlocutore istituzionale imprescindibile.
  Per me, Ministro, iniziare una collaborazione più stretta e proficua dopo quest'incontro è assolutamente necessario e auspicabile per supportare sia il Ministero degli affari esteri nel lavoro a favore degli italiani all'estero sia i nostri colleghi che lavorano quotidianamente su questo tema.
  Le priorità di questo Comitato sono innumerevoli. Stiamo già lavorando, per esempio, sulla promozione dell'insegnamento della lingua e della cultura italiana nel mondo, cui si connette l'esigenza di promuovere la razionalizzazione e l'efficienza dei cosiddetti enti gestori.
  Il Comitato ha poi annunciato un impegno specifico per il monitoraggio sugli espatri dei giovani connazionali alla luce dei dati allarmanti che tutti qui conosciamo.
  Richiamo, inoltre, tra gli ulteriori temi di interesse, il miglioramento della qualità comunicativa tra pubblica amministrazione e iscritti all'AIRE; il riconoscimento reciproco dei titoli e delle esperienze professionali maturate all'estero e in Italia; il potenziamento della rete consolare, anche nella prospettiva di apertura di nuove sedi; la tutela del patrimonio immobiliare all'estero; la promozione del made in Italy.
  Ciò premesso, l'attualità internazionale si è successivamente imposta sulla nostra agenda. Mi riferisco soprattutto alla gravissima crisi che sta affrontando la collettività dei connazionali in Venezuela. Le forze politiche di maggioranza e di opposizione qui rappresentate sono tutte impegnate nella ricerca di soluzioni che ripristinino condizioni di sicurezza e di pace in quel Paese. A tal proposito, noi tutti qui riconosciamo l'importanza di un convinto rafforzamento delle strutture consolari in Pag. 4Venezuela, con particolare attenzione ai consolati di Caracas e Maracaibo.
  Anche alla luce dei numerosi atti di indirizzo in discussione su questo tema presso la Commissione, Le rappresento, illustre Direttore Generale, la forte aspettativa di gruppi di interesse di ricevere qualche riscontro nel corso di quest'audizione.
  Inoltre, il Comitato è impegnato moltissimo a valutare e gestire l'impatto della Brexit sui nostri connazionali nel Regno Unito. Come ha ricordato Lei stesso in un suo discorso pubblico recente, Londra è ormai la nona città d'Italia dopo Bologna e Firenze e davanti a Catania e Bari. Questo si riverbera sull'attività delle nostre sedi consolari, duramente messa alla prova a causa dell'incertezza che regna tra i nostri connazionali e alla luce della necessità che l'amministrazione dello Stato rappresenti sempre di più uno sportello disponibile e competente a sostegno di studenti, ricercatori e lavoratori, ma anche di imprenditori e operatori finanziari e di tutti coloro che compongono la variegata fotografia della nostra presenza nel Regno Unito.
  L'audizione odierna costituisce un'occasione preziosa per approfondire tutti questi profili.
  Do ora la parola al Ministro Vignali per il suo intervento.

  LUIGI MARIA VIGNALI, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Ringrazio il Comitato per quest'invito importante. La collaborazione istituzionale in questo campo è davvero imprescindibile, quindi sono onorato di essere qui e di poter dialogare e confrontarmi con voi sui temi relativi alla presenza degli italiani all'estero. Si tratta di una presenza, come Lei, presidente, ha già ricordato, crescente e della quale bisogna acquisire consapevolezza nel Paese.
  Io credo che questo sia il primo nostro compito: dare conto all'opinione pubblica, al Paese, alle altre istituzioni di quanto gli italiani all'estero siano cresciuti in termini numerici. Come Lei diceva, sono sempre di più gli italiani all'estero, quelli di antica generazione, di precedente presenza storica, così come le nuove generazioni, la nuova mobilità. Le cifre che tutti conosciamo parlano di circa un milione di nuovi italiani all'estero solo negli ultimi sei anni. E la cifra globale davvero fa stato di un'Italia fuori dall'Italia sempre più consistente.
  I 5 milioni e 800 mila cittadini italiani iscritti all'AIRE sono in pratica la seconda regione d'Italia, come più volte ci siamo detti, più della Campania, più del Lazio. È una presenza non solo numericamente importante, ma, come ricordavo, qualitativamente importante.
  Recentemente, in alcuni studi statistici che abbiamo verificato al Ministero degli affari esteri si è evidenziato che in un momento di crisi economica generalizzata le nostre esportazioni aumentano soprattutto nei Paesi in cui ci sono grandi presenze di italiani all'estero. Sono Paesi in cui il nostro export comunque aumenta, anche in presenza di una difficoltà economica, mentre diminuisce in altre aree, come in Medio Oriente o in alcune regioni asiatiche, dove certo non ci sono grandi collettività. Invece, nei Paesi europei o americani di grande presenza, quest’export aumenta. Le nostre collettività hanno, quindi, un impatto significativo anche sulla nostra economia, oltre a farsi portatrici di tutto il patrimonio culturale, linguistico del nostro Paese, a essere, come diciamo più volte noi alla Farnesina, gli alfieri del vivere all'italiana, che è la nostra carta più importante da giocare all'estero.
  Questa consapevolezza, però, richiede non solo decisioni che spettano alla politica, ma anche un accompagnamento da parte delle istituzioni in termini di servizio da rendere a queste comunità e in termini di dialogo con le collettività italiane all'estero.
  Per quanto riguarda i servizi, bisogna tener conto che le difficoltà che hanno caratterizzato la rete consolare all'estero in questi anni sono state dovute principalmente alla progressiva riduzione del personale, che ha colpito anche e soprattutto le sedi consolari. Vi sono delle prospettive positive, ma al tempo stesso dobbiamo investire in modalità nuove, più efficaci e più Pag. 5funzionali per dare servizi ai nostri concittadini. Ed è per questo che stiamo puntando decisamente sulla digitalizzazione dei servizi.
  Fast It, che tutti conoscete, il portale per l'iscrizione all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, sta funzionando molto bene. Ormai, il 70 per cento delle nuove pratiche di iscrizione all'AIRE o di modifica di indirizzo all'AIRE viene trattato attraverso Fast It. Circa 160 mila pratiche sono già state trattate in questo modo. Significa che 160 mila connazionali non si sono mossi da casa per fare questa pratica, non sono dovuti andare fisicamente in consolato.
  Fast It vuole, però, diventare di più. Vuole essere in prospettiva il portale attraverso il quale il cittadino può inserire i propri dati per il rinnovo o per il rilascio del passaporto. Il connazionale potrà scrivere direttamente, digitalmente, su Fast It i propri dati anagrafici, in modo da accelerare le procedure. In questo modo, Fast It diventerà progressivamente il vero portale di tutti i servizi consolari.
  Ed è per questo che abbiamo integrato in Fast It il sistema pubblico per l'identità digitale, il famoso SPID, che rappresenterà la modalità privilegiata per farsi, come si dice in gergo tecnico, autenticare digitalmente dal portale. Abbiamo firmato e abbiamo cominciato ad attuare la convenzione con il cosiddetto PagoPA, la modalità per il pagamento digitale della pubblica amministrazione, e comunque stiamo spingendo fortemente con la nostra rete consolare perché tutte le sedi si dotino di modalità alternativa al contante, in particolare modalità digitali, il cosiddetto POS.
  Stiamo anche realizzando delle modalità, che conoscete, di captazione a distanza delle impronte digitali per il rilascio dei passaporti, questo soprattutto nelle circoscrizioni particolarmente estese. Sono macchinette che abbiamo consegnato alla nostra rete consolare onoraria e che consentono effettivamente ai nostri concittadini di non mettersi in viaggio per andare nel consolato. Già tra le 6 mila e le 7 mila pratiche sono state trattate così. Si tratta di 6-7 mila cittadini che non hanno dovuto prendere l'aereo o il treno per andare a fare la pratica in consolato.
  Si tratta di progressi importanti, a cui aggiungeremo, in particolare per quanto riguarda l'Europa – è in Europa che è richiesta – la carta d'identità elettronica. Entro l'estate, io vorrei dire all'inizio dell'estate, ma vi sono dei condizionamenti che non dipendono solamente, come sapete, dal Ministero degli affari esteri – c'è un partenariato con l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – avvieremo la sperimentazione in tre sedi: Vienna, Atene e Nizza. Sono tre sedi, come vedete, geograficamente molto vicine, per consentirci di intervenire eventualmente in tempi rapidi e per poter accompagnare le sedi in questo percorso sperimentale.
  Il rilascio della carta d'identità elettronica avverrà con modalità molto interessanti. Di fatto, la carta fisicamente verrà prodotta a Roma e verrà mandata direttamente all'indirizzo del connazionale. Il consolato si farà tramite della raccolta dei dati, dell'istruzione della pratica, ma poi il connazionale riceverà direttamente a casa la propria carta d'identità.
  Se questa sperimentazione andrà bene – e io sono convinto che andrà bene – a breve avvieremo lo stesso percorso in tutte le sedi europee, io dico nel giro di pochi mesi. Entro il 2020, quindi, dovremmo sicuramente riuscire a fornire alla rete europea la carta d'identità elettronica. Poi la potremo estendere anche alle reti extraeuropee, con la consapevolezza che ovviamente la carta d'identità è richiesta soprattutto in Europa, perché nell'Unione europea è un documento anche di viaggio. All'estero continueremo a rafforzare i servizi di passaporti.
  Sui passaporti vorrei soffermarmi. È il documento principale richiesto dai nostri connazionali all'estero, quello più importante per ragioni evidenti. Abbiamo aumentato notevolmente la produttività dei nostri consolati. Negli ultimi due anni, è aumentata del 25 per cento. Siamo passati da 290 mila passaporti nel 2016 a circa 370 mila nel 2018, quindi un 25 per cento di aumento di produttività, davvero un dato significativo se si pensa che le stesse sedi che Pag. 6hanno avuto quest'aumento di produttività hanno visto diminuire il loro personale. E poi hanno realizzato, come dicevamo, tutte quelle innovazioni digitali di cui parlavamo prima. Sul passaporto, quindi, puntiamo con modalità nuove. Vi ho già detto di Fast It, che integrerà una piattaforma specificamente dedicata ai passaporti.
  Naturalmente, dovremo anche migliorare i servizi di appuntamento per i passaporti. Stiamo realizzando una nuova versione dell'applicativo per prendere appuntamento nelle sedi all'estero. Il «Prenota online» attuale diventerà in tempi non troppo lontani un nuovo sistema, con possibilità di cosiddetta gestione delle code, di riscontro a chi chiede un appuntamento anche in caso negativo, di prenotazione, di comunicazione diretta tramite SMS, quindi sul cellulare.
  In altre parole, parliamo di un'identificazione chiara del soggetto, e questo anche per sgominare – uso una terminologia molto cara al nostro sottosegretario con delega agli italiani all'estero – le cosiddette «mafie degli appuntamenti», che soprattutto in alcune aree purtroppo cercano di intercettare questi appuntamenti per poi rivenderli. Sono situazioni che avvengono al di fuori delle sedi diplomatiche e consolari, ma che ovviamente disturbano i connazionali e sono davvero una piaga che vogliamo combattere. Con questo nuovo sistema di gestione degli appuntamenti, che stiamo già realizzando, credo che faremo un grandissimo passo in avanti.
  Questo è uno spaccato dei nostri servizi nei confronti dei connazionali, a cui si accompagnano tutte le attività di assistenza specifica, e mi riferisco ai tanti italiani che assistiamo dal punto di vista sanitario, ai poveri italiani detenuti all'estero, ai sussidi per gli indigenti. C'è davvero tantissimo da fare. La nostra rete consolare si sta impegnando, e questo è davvero il nostro primo obiettivo nella gestione delle nostre collettività.
  Come dicevo, il secondo obiettivo è però quello di dialogare con le collettività, di far sentire la vicinanza delle istituzioni anche per valorizzarne il ruolo.
  In questo dobbiamo tener presente che vi sono sempre più – lo dicevamo all'inizio – nuove generazioni di italiani che all'estero hanno bisogno di essere assistite nei percorsi di integrazione. Rispetto alle collettività storiche, chiedono di potersi integrare, come studiare la lingua, come trovare lavoro, come usufruire di sistemi di assistenza sociale del Paese in cui abitano. La rete consolare deve poter comunicare con queste nuove generazioni di italiani e lo deve fare utilizzando gli strumenti che le nuove generazioni prediligono, in particolari i social, la rete internet. Ci sono dei canali nuovi di aggregazione, in altre parole, che noi dobbiamo assolutamente sostenere e sui quali dobbiamo far sentire la voce delle istituzioni, ascoltando quello che hanno da dire i giovani.
  A proposito dei giovani, un momento molto importante è l'attuale seminario dei giovani italiani all'estero di Palermo, dove sono stato con alcuni di voi, tra l'altro, proprio in questi giorni, che rappresenta un momento a mio avviso eccezionale. Consente, infatti, alle generazioni degli italiani nati all'estero, che derivano dalla migrazione storica, di incontrare i nuovi italiani all'estero, quelli di più recente mobilità, conoscendosi, verificando quali sono le radici comuni che li hanno costretti a lasciare il Paese, stimolando una riflessione unica sulle modalità per mantenersi agganciati al nostro Paese e per eventualmente prevedere dei percorsi di ritorno.
  Quest'opportunità rappresenta in sé un valore, e quindi è davvero un appuntamento importante. Devo ringraziare il Consiglio generale degli italiani all'estero per averla organizzata. Non è stato facile da un punto di vista anche logistico. Spero che vi saranno in futuro altre opportunità di questo tipo.
  Per i giovani abbiamo ideato un applicativo, come si dice oggi in gergo una app nuova, che chiameremo «Mappamondo», con la quale potrà essere più semplice sul proprio smartphone il reperimento delle informazioni necessarie a chi si reca all'estero: dov'è il consolato; come devo fare per il rinnovo del passaporto; di che cosa ho bisogno per determinati documenti. È Pag. 7un applicativo semplice, come quelli che scarichiamo regolarmente anche per altre cose, ma questa volta dedicato agli italiani all'estero, in particolare ai nuovi italiani all'estero.
  È quasi pronto. Lo vorremmo rilasciare entro l'inizio dell'estate. Sicuramente lo presenteremo in più occasioni, una delle quali è il Consiglio generale degli italiani all'estero nella sua seduta plenaria di luglio. Avrete modo anche voi di conoscerlo. Sono molto contento di poterlo annunciare oggi proprio in questa sede.
  Naturalmente, dialogare con gli italiani all'estero significa anche riconoscerne i diritti e adoperarci affinché possano esercitarli.
  Mi riferisco, in particolare, al diritto di voto, tema estremamente importante. Noi ci stiamo avvicinando proprio in questi giorni alle elezioni europee. Sono lieto di poter confermare che le operazioni preparatorie delle elezioni europee stanno procedendo bene, anche se non è semplice individuare presidenti di seggio e scrutatori per ognuno dei 237 seggi che abbiamo istituito in Europa.
  La norma che il Parlamento ha voluto accogliere e che ha elevato le circoscrizioni elettorali fino a un massimo di 5 mila elettori per sezione elettorale ci consente di razionalizzare il processo. Ci ha fatto sicuramente risparmiare notevoli somme e ha consentito di rendere più semplice il lavoro dei nostri consolati. È stata davvero una riforma importante, di cui ringrazio il Parlamento tutto, che l'ha voluta accogliere.
  Chiaramente, le nostre sedi consolari l'hanno adattata alle circostanze di ciascuna sede. Non tutte le sezioni hanno sfruttato al massimo questa possibilità di elevare a 5 mila elettori la capienza. Alcune sono rimaste su numeri più ridotti, perché ripeto che è una modalità flessibile che consente di elevare fino a 5 mila elettori per sezione il numero di votanti, ma che poi spetta ai consolati attuare o meno.
  Abbiamo anche in questo caso assistito davvero giorno per giorno le sedi nella preparazione delle elezioni, e ancora lo stiamo facendo, attraverso videoconferenze, attraverso il cosiddetto portale elettorale, che avevamo già sperimentato con successo alle ultime elezioni politiche. C'è un'interlocuzione costante. Io stesso mi recherò in missione in quattro consolati a metà maggio, quindi a breve distanza dall'inizio delle operazioni di voto, proprio per verificare che tutto sia regolare e per confrontarmi con le collettività italiane sul posto, in modo da conoscere i loro desiderata ed eventuali criticità emerse.
  Dicevo dei 237 seggi, che rappresentano 468 sezioni elettorali, dove i nostri connazionali potranno votare, incluso il Regno Unito.
  Come sappiamo, il processo della Brexit ha preso una piega inaspettata. Speriamo che conduca a un accordo di recesso ordinato o, addirittura – da europeista me lo auguro – a una permanenza del Regno Unito nell'Unione europea, ma in questo momento la conseguenza più importante della proroga al processo Brexit è sicuramente il voto per le elezioni europee degli stessi cittadini britannici, e comunque sicuramente dei nostri concittadini. Così come negli altri Paesi europei, anche in Gran Bretagna i nostri concittadini potranno votare. Il consolato generale a Londra e il consolato generale a Edimburgo si stanno già adoperando per quest'obiettivo.
  Naturalmente, la Brexit comporta molto di più che la gestione del voto per le elezioni europee. Comporta un forte rafforzamento della nostra presenza consolare nel Regno Unito in termini di risorse, e ringrazio ancora una volta il Parlamento per aver riconosciuto questo bisogno e per aver stanziato risorse importanti dal punto di vista del personale e anche risorse finanziarie per far fronte alla Brexit.
  Stiamo progressivamente autorizzando le sedi consolari nel Regno Unito ad assumere nuovo personale a contratto locale, nuovi digitatori, a prevedere nuove strutture fisiche, nuovi spazi per lo smaltimento dell'arretrato, in particolare per quanto riguarda l'iscrizione all'AIRE e in parte anche per quanto riguarda le cittadinanze per naturalizzazione. Queste sono le due situazioni di arretrato con le quali ci stiamo confrontando. Naturalmente, l'obiettivo è anche dare in maniera più rapida i passaporti. Pag. 8 Sui passaporti anche il consolato generale a Londra ha avuto un aumento di produttività notevole negli ultimi due anni. In particolare negli ultimi mesi, siamo arrivati a un aumento di quasi il 50 per cento circa di produttività della sede, ovvero si produce il 50 per cento di passaporti in più di quanto non succedesse un anno fa.
  Quando parlo di presenza consolare nel Regno Unito, mi riferisco non solo a Londra e a Edimburgo, ma anche ad altre regioni, in particolare alla regione occidentale, quindi penso a Manchester, per la quale abbiamo già chiesto al consolato generale a Londra e alla stessa ambasciata di individuare degli spazi idonei per una nuova presenza consolare più stabile.
  Sappiamo che vi è una possibilità anche di renderla permanente attraverso l'istituzione o il ripristino di un consolato. In realtà, come sappiamo, già c'era. Stiamo ponendo in essere tutte le operazioni preliminari perché questo possa accadere nei tempi ragionevoli che tutti ci aspettiamo.
  Se parlo di una situazione difficile, che non definirei di crisi vera e propria, non ancora perlomeno, ma sicuramente difficile e delicata come quella della Brexit, ovviamente poi devo parlare anche di una situazione di crisi vera e propria come quella del Venezuela.
  Sappiamo tutti dalle cronache e da rapporti più ufficiali come in Venezuela la situazione economica sia deteriorata. Ci sono temi su cui insistono molti: il tasso di inflazione annuo di 10 milioni per cento; la difficoltà a reperire generi di prima necessità; la carenza di medicinali. Tutto questo è drammaticamente vero.
  Come sapete, un anno fa circa andai in missione in Venezuela per incontrare i nostri connazionali. Recentemente, è stato in Venezuela il consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio, che ha incontrato i connazionali: un confronto franco, aperto, nel quale sono state richiamate tutte le iniziative che abbiamo posto in essere per venire incontro ai nostri connazionali in termini di assistenza ai più indigenti, con stanziamenti specifici che sono stati inviati in Venezuela, con distribuzione dei medicinali.
  Il programma di distribuzione dei medicinali che abbiamo avviato è davvero un unicum nei Paesi di grande presenza in Venezuela. Solo l'Italia è stata autorizzata dalle autorità locali a distribuire medicinali, attraverso una rete di strutture sanitarie, questo per evitare che vi possano essere situazioni di malversazione, di speculazione su questi medicinali. Attraverso una rete di strutture sanitarie, in particolare farmaci salvavita e farmaci per malattie rare vengono veicolati ai tanti connazionali che ne hanno bisogno.
  Stiamo dando aiuti attraverso la nostra cooperazione alla popolazione del Venezuela. Abbiamo costantemente bloccato i tassi di conversione, in modo da consentire di fermare la svalutazione, affinché le pensioni erogate nei confronti dei nostri connazionali restino a un livello accettabile e non sia toccato il tasso di conversione consolare, in modo che le operazioni consolari di fatto non gravino, siano quasi gratuite, visto il tasso di conversione che applichiamo. Questo è un ulteriore significativo messaggio per i connazionali.
  Naturalmente, vi è una difficoltà aggiuntiva. Proprio in queste ultime settimane, la situazione di sicurezza nel Paese si è resa sempre più difficile. Al tempo stesso, le interruzioni nell'energia elettrica, i blackout hanno messo davvero a dura prova la resistenza dei venezuelani e anche della nostra collettività. Purtroppo, sicurezza e blackout hanno reso a un certo punto impossibile mantenere una presenza consolare a Maracaibo.
  La nostra sede non riusciva a operare. Premetto che noi siamo gli unici, l'Italia è l'unico Paese ad avere un consolato a Maracaibo, intendo dire un consolato di carriera.
  Abbiamo cercato di mantenerlo il più a lungo possibile. A un certo punto, siamo stati costretti a interrompere le operazioni, ma voglio dirvi che proprio oggi è presente a Maracaibo il nostro ambasciatore, accompagnato dal console, per verificare se vi siano le condizioni per riaprire prima possibile la sede. Oggi sono a Maracaibo e mi fa piacere ancora una volta annunciarlo proprio in questa sede come testimonianza Pag. 9dell'impegno della Farnesina a riaprire prima possibile quella sede consolare.
  Con questa panoramica, presidente, direi di aver concluso la mia presentazione. Naturalmente, sarò più che lieto di rispondere a quesiti specifici che la Commissione vorrà rivolgermi.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro Vignali.
  Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Buongiorno, signor Direttore. Grazie per la relazione che ci ha illustrato.
  Innanzitutto, vorrei fare un piccolo appello, dato che gli italiani residenti in Nord e Centro America non votano per le europee: per le europee del 2024 potremmo prendere in considerazione anche loro.
  Comunque, come ha appena accennato anche Lei, la comunità italiana all'estero è in continua crescita. In considerazione del rafforzamento del personale, si è parlato di 350 assunzioni presso i consolati. Vorrei chiederle se è possibile avere un quadro generale del dislocamento dei nuovi assunti nelle singole sedi consolari e i tempi relativi alla presa di servizio.
  Su quest'argomento ho fatto un question time in Aula al Ministro dell'istruzione Bussetti, ma purtroppo non ho ricevuto una risposta soddisfacente.
  Vorrei chiederle se sia stata prevista qualche forma di facilitazione per l'accesso agli esami per l'ottenimento della certificazione B1 linguistica attraverso lo iure matrimonii per la cittadinanza. La scarsa ramificazione delle sedi degli enti gestori all'estero impone a molte famiglie miste della mia ripartizione di fare lunghi viaggi, con conseguenti disagi dovuti proprio all'assenza degli enti certificatori nel luogo di residenza. Vorrei chiedere se si possa prevedere l'ottenimento della certificazione anche on line, dato che si parlava di digitalizzazione.

  MASSIMO UNGARO. Ringrazio il Direttore Vignali per la sua relazione molto esaustiva e ci tengo anche a ringraziare tutto il personale diplomatico, amministrativo e i contrattisti delle sedi consolari.
  In questo anno di legislatura, ho visto persone di altissima professionalità il cui lavoro, svolto in condizioni difficili di risorse e personale, troppo spesso non è riconosciuto dalle nostre comunità, quando invece c'è una rete di professionisti di cui bisogna andare orgogliosi. Vorrei porgere il mio ringraziamento per il lavoro che fanno tutti i giorni nei centinaia di consolati intorno al mondo.
  Non ripeterò le domande già poste dalla collega Nissoli. Mi associo alla sua sulla cittadinanza, in particolare sulle implicazioni molto problematiche che ha avuto il decreto Salvini sulle domande di cittadinanza.
  Le rivolgerò alcune domande puntuali, se posso. Per la carta d'identità elettronica, se ho capito bene, si parla di sperimentazione prima dell'estate, di introduzione entro il 2020. Se ho capito bene, però, i consolati non avranno gli apparecchi in loco, giusto? Verranno fatte in Italia.
  Un'altra domanda è, in realtà, una provocazione. Sui passaporti Le cito il caso britannico. Si sono resi conto che per motivi di economie di scala, efficienza e per far fare ai diplomatici il loro lavoro e affrontare le questioni più complesse, non so se abbia tanto senso fare i passaporti in ogni consolato del mondo. Che cosa ha deciso il Regno Unito sette anni fa? Ha centralizzato i passaporti. Lo fanno – non ricordo più la località – fuori Londra. Si fa tutto per corrispondenza.
  In questo modo, hanno potuto rendere molto più efficienti i loro consolati, che si occupano di cose più complesse (equipollenze, cittadinanze, assistenza ai cittadini), mentre i passaporti vengono centralizzati. Non so se per la nostra amministrazione, per il nostro Paese, avendo una comunità così grande all'estero, non potrebbe essere – ovviamente, stiamo parlando dei prossimi dieci anni, del lungo termine – una direzione verso cui andare. Voglio provocarLa su questo tema.
  Vorrei chiedere anche dove riscontra carenze di personale e di risorse nella nostra rete, a parte le due sedi in crisi Pag. 10(Regno Unito e Venezuela), se ci sono altre città o Paesi in particolare, e quali servizi. Riscontro nelle e-mail o nelle segnalazioni che ricevo dei ritardi generalizzati sull'equipollenza dei titoli di studio. Vorrei sapere se Lei riscontra la stessa cosa.
  Quanto a Manchester, stiamo parlando di un'agenzia consolare, di un ufficio consolare o di un consolato? Ce lo può specificare? Vorrei conoscere le tempistiche, senza impegnarsi, perché so benissimo che sono cose che esulano dal Suo potere.
  A proposito delle tempistiche per le risorse su Londra, lei ha parlato di nuovi contrattisti, nuovi digitatori e nuovi spazi: ci può dare un po’ più di chiarezza sulle tempistiche?
  Infine, ho due domande che in realtà esulano dalla Sua competenza. Competono più alla politica che all'amministrazione, ma collaboriamo, ci parliamo, e forse è anche meglio conoscere il Suo punto di vista.
  Le elezioni dei Comites dell'anno prossimo avranno luogo o meno? Da che cosa dipende? Immagino sia una decisione politica anche questa, ma vorrei sapere se l'amministrazione è pronta a organizzarle, perché nel 2020 ci dovrebbero essere, appunto, le nuove elezioni per i Comites.
  Infine, vengo a punto sollevato dalla collega Nissoli sulle europee. Ovviamente, sappiamo tutti che nei Paesi terzi non si può votare alle europee. I nostri connazionali in Brasile, in America, o comunque anche in Svizzera e in Norvegia, devono tornare in Italia. Ovviamente, è un grande ostacolo alla partecipazione alla vita democratica delle istituzioni europee, che è il diritto/dovere che ci definisce in quanto cittadini. Chi, invece, abita nei Paesi europei ha due scelte: può votare sia per le liste del Paese in cui si trova sia per i candidati italiani. È per questo che ogni volta il dato che si cita per cui gli italiani non votano alle europee è sempre un po’ falso, perché non tiene conto di tutti quei cittadini che in realtà votano per le liste del Paese che li ospita.
  L'Italia ha preso questa decisione. C'è una decisione del Consiglio dell'Unione europea dell'anno scorso che invita, raccomanda agli Stati membri di facilitare il diritto di voto dei propri cittadini europei ovunque si trovino. La Francia adesso lo fa, quindi un francese che abita in India può votare alle europee andando al consolato.
  Ovviamente, è una decisione politica, non compete alla Farnesina, ma mi interrogo sulla fattibilità tecnica di implementare il voto in tutti i consolati del mondo. Qui non si tratta di mandare schede. Qui si tratta solo di aprire il consolato un giorno in più. Vorrei conoscere il punto di vista dell'amministrazione su questo tema.

  OSVALDO NAPOLI. La ringrazio. Non Le farò i complimenti, perché sono ripetitivi e diventano pesanti.
  Il collega mi ha anticipato leggermente. Io ho un'esperienza da sindaco di ventisette anni. Sono stato uno dei primi cinquanta sindaci – parlo di vent'anni fa – ad avere la carta elettronica gratis. Mi pongo un problema.
  Noi parliamo di carta elettronica, che non riusciamo a fare nemmeno nel nostro Paese. A Torino, per avere la carta elettronica, impieghiamo sei mesi. Mi chiedo come possiamo essere tranquilli e sicuri rispetto a quello che Lei ci ha prospettato. Sarebbe un caso enorme, perché non riusciamo a farlo a casa nostra: pensate se riusciamo a farlo in casa degli altri. La mia domanda è soltanto una specie di auspicio, perché ho dei grossi problemi a credere che riusciremo a raggiungere questo risultato quando, ripeto, non riusciamo a farlo nemmeno a casa nostra, pur producendo a casa nostra.

  PRESIDENTE. Do la parola al Ministro Vignali per la replica a questo primo giro di domande.

  LUIGI MARIA VIGNALI, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Rispondo molto volentieri, iniziando da un quesito rivolto dall'onorevole Nissoli e poi ripreso dall'onorevole Ungaro, quello sul voto per le elezioni europee fuori dai Paesi dell'Unione europea. Pag. 11
  Come ricordava l'onorevole Ungaro, è sicuramente un tema per la politica. Personalmente, sono dell'opinione di ampliare al massimo i diritti dei cittadini. I cittadini italiani dovrebbero avere gli stessi diritti ovunque si trovino.
  Da un punto di vista, però, della praticabilità tecnica, che se vogliamo è un quesito che più mi compete, devo mettere in guardia sull'applicazione di questo diritto, eventualmente, con le stesse modalità. Allestire seggi elettorali per le elezioni europee in Paesi che prevedono circoscrizioni consolari così ampie, come in alcuni Paesi dell'America Latina o del Nord America, potrebbe essere effettivamente molto complesso, sia per i numeri in gioco – stiamo parlando di centinaia di migliaia di elettori in vari Paesi – sia per le distanze da percorrere. Se il connazionale dovesse recarsi nel consolato di riferimento attraversando centinaia di chilometri, di fatto metteremmo quasi in dubbio il suo diritto di voto.
  A una eventuale – e sottolineo eventuale, poiché davvero questo è un tema su cui dovrà pronunciarsi la politica – estensione del diritto di voto per le elezioni europee anche ai connazionali fuori dall'Unione europea dovrà accompagnarsi una revisione delle modalità di voto, a mio avviso. Non potranno essere esattamente le stesse con il seggio, così come nei Paesi dell'Unione europea.
  Per quanto riguarda le assunzioni cui faceva riferimento l'onorevole Nissoli, sono in corso alcune prove di esame: 177 unità per il profilo di funzionario amministrativo contabile e consolare e 44 unità per il profilo di funzionario dell'area della promozione culturale. Queste procedure, che sono già state avviate, dovrebbero concludersi entro l'anno corrente.
  Poi vi sono quelle autorizzate per il 2019, di cui all'ultima legge di bilancio: 100 unità della cosiddetta terza area, la posizione economica F1 – mi dispiace se parlo in gergo, ma si tratta comunque di funzionari, fondamentalmente – e 200 unità di personale appartenente alla seconda area, che potremmo definire impiegati di concetto, che dovranno essere selezionati tramite nuovi concorsi.
  Questo iter assunzionale sarà più lungo. I bandi sono partiti successivamente, e quindi verranno conclusi entro il 2020. Ovviamente, tutte queste unità cui ho fatto riferimento verranno assunte per iniziare a lavorare al Ministero degli affari esteri, quindi non andranno direttamente all'estero. Si dovrà prevedere un periodo di formazione, magari abbreviato, prima di poter mandare questo personale all'estero.
  È anche vero, però, che questo personale ne libererà altro, che potrà recarsi all'estero, che già abbiamo. Renderà più facile, in altre parole, poter assegnare personale di ruolo alle sedi all'estero, proprio perché comunque verrà sostituito da nuovo personale a Roma. Ripeto: 100 unità più 200 nel 2020; le altre assunzioni, 177 più 44, entro il 2019.
  Per quanto riguarda la certificazione linguistica, in particolare per la naturalizzazione, è un tema che sappiamo essere estremamente delicato. Siamo in costante contatto con la Direzione Generale per la promozione del sistema Paese, che se ne occupa al Ministero degli affari esteri.
  Ci sono circa cento punti di possibile certificazione all'estero. Vista l'estensione delle nostre collettività e anche la situazione geografica, so che non sono molte. La soluzione degli esami on line è effettivamente molto importante. Ne abbiamo parlato proprio l'altro ieri a Palermo in una riunione informale con i consiglieri del CGIE. Ci stiamo lavorando, ci stiamo attrezzando.
  Evidentemente, non è semplice, ma recepisco quest'ulteriore input dell'onorevole Nissoli e me ne farò sicuramente latore presso la struttura della Direzione Generale per la promozione del sistema Paese. Personalmente, sarei assolutamente favorevole a una possibilità di esame on line. Ho detto prima che stiamo digitalizzando i servizi consolari, dovremmo digitalizzare anche questa modalità.
  Per quanto riguarda la carta d'identità elettronica, cui hanno fatto riferimento l'onorevole Ungaro e, in particolare, l'onorevole Napoli, io sono fiducioso. Una volta Pag. 12avviato il processo, ritengo che le nostre sedi siano in grado di gestire queste richieste. L'Istituto Poligrafico ci ha assicurato che riuscirà a produrre rapidamente le carte d'identità per mandarle all'estero.
  La sperimentazione, onorevole, serve proprio a questo, a vedere se siamo in grado. Bisogna prendere la buona notizia, in questo caso, cioè che avviamo la sperimentazione, anche se purtroppo in Italia, come lei giustamente ricordava, non sono molti i cittadini che hanno una carta d'identità elettronica. Ci proveremo lo stesso all'estero. Partiamo da queste tre sedi per estendere il servizio il più rapidamente possibile intanto in Europa.
  Parlare di carta d'identità elettronica mi dà la possibilità di rispondere al quesito dell'onorevole Ungaro sulla centralizzazione dell'emissione dei passaporti. In realtà, la distribuzione della carta d'identità elettronica direttamente ai concittadini una volta prodotta a Roma sarà anche un test per la centralizzazione dei passaporti, perché è sempre l'Istituto Poligrafico dello Stato che li emette.
  In particolare, noi guardiamo con estremo interesse ai nuovi passaporti in policarbonato, che l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato sta preparando, assolutamente all'avanguardia nel mondo, con delle pagine plastificate in grado di rendere ancor più difficile la contraffazione del documento. Su questo abbiamo organizzato alcuni giorni fa alla Farnesina un grande evento contro la contraffazione documentale, proprio per presentare questi nuovi strumenti dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
  Se la carta d'identità elettronica dovesse rispondere alle nostre aspettative in termini di rapida emissione, di rapida e sicura distribuzione all'estero, potremmo effettivamente pensare a un progetto di centralizzazione dei passaporti almeno per i Paesi più vicini, di cui ho già parlato con l'amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, dicendogli che sono estremamente interessato.
  Per quanto riguarda i Paesi più lontani – penso all'America Latina, all'America del Nord, all'Australia, al Sudafrica – dobbiamo renderci conto che vi potrebbero essere delle difficoltà nell'invio dei passaporti direttamente a casa degli interessati. Immaginate la funzionalità del servizio postale in Venezuela, immaginiamo in altri Paesi come potrebbe essere lungo l’iter per ricevere il passaporto, quindi dobbiamo anche contemperare questo interesse per la centralizzazione del servizio con un'adeguata flessibilità, un'adattabilità alle situazioni.
  Al connazionale che si reca in consolato in emergenza, che ha bisogno del passaporto perché deve partire per una ragione sanitaria, nel caso in cui tutto fosse centralizzato il consolato non potrebbe dargli il passaporto, quindi ci sono delle situazioni in cui dobbiamo riflettere se non sia opportuno mantenere anche la possibilità per il consolato di emetterli. Ecco perché a me interesserebbe soprattutto un sistema misto, in cui la norma è rappresentata dalla centralizzazione, ma in alcuni hub consolari si possa comunque rilasciare in loco un passaporto.
  È un tema che introduce complessità e complicazione, quindi vediamo se riusciremo a realizzarlo, ma in questi termini stiamo riflettendo. In ogni caso, la carta d'identità rappresenterà il test anche per i passaporti.
  L'onorevole Ungaro mi chiedeva quali sono le situazioni più delicate. Ogni sede rappresenta un unicum, ci sono sedi che si confrontano con una fortissima richiesta di passaporti, ci sono sedi che hanno un problema di iscrizione all'anagrafe – penso a Londra – vi sono sedi che si confrontano con una fortissima richiesta di assistenza consolare a connazionali in difficoltà – per esempio l'ambasciata a Bangkok, che è in assoluto la sede che più presta soccorso ai nostri connazionali in difficoltà, che hanno problemi sanitari o legali in quel Paese – quindi è difficile per me adesso dare uno spaccato.
  Vi posso dire che sicuramente ci sono delle sedi che in questo momento sono in grande difficoltà in termini di rapporto fra pressione dell'utenza e risorse a disposizione. Penso in particolare alle sedi in America Latina, in Argentina e in Brasile Pag. 13soprattutto, che hanno una forte pressione da un lato per la richiesta di passaporti, dall'altro per la richiesta di pratiche di cittadinanza; soprattutto in Brasile, dove dobbiamo far fronte a richieste importanti per la cittadinanza iure sanguinis.
  Vi sono sedi che hanno difficoltà legate all'organizzazione stessa, per esempio il Consolato a Madrid, da cui dipende la rete onoraria alle Canarie. Per questo da tempo dico che dovremmo dotare le Isole Canarie di una presenza consolare stabile, perché è veramente molto difficile operare a migliaia di chilometri di distanza, con flussi di italiani di nuova mobilità crescenti alle Canarie – non parlo solo di giovani, ma anche di anziani in questo caso – e al tempo stesso con tantissimi turisti che sbarcano ogni giorno alle Canarie e che purtroppo poi si trovano in difficoltà, perdono i documenti, vengono rapinati, magari hanno problemi sanitari, e senza una presenza stabile è molto difficile.
  Altro punto nevralgico è Barcellona, dove la pressione di una collettività che sta crescendo ancora una volta in termini quasi esponenziali mette a dura prova le strutture del nostro consolato. Tra l'altro in Spagna, a Madrid e Barcellona, gravitano anche tanti italo-venezuelani, che sono dovuti fuggire dal loro Paese, e altri connazionali provenienti dall'America Latina che trovano in quel Paese ovviamente un ambiente linguistico più favorevole e quindi si rivolgono alle nostre sedi. Ecco perché le sedi consolari a Madrid e Barcellona vanno sicuramente rafforzate. In generale, comunque, tutta la rete consolare ha bisogno di un rafforzamento in termini di personale e, se non altro, di nuovi servizi anche digitali.
  Per quanto riguarda Manchester, la decisione sul tipo di struttura dovrà dipendere ovviamente da una prima fase, in cui io vedrei una presenza più leggera. Iniziare a lavorare presto è sicuramente il nostro obiettivo, in prospettiva di medio periodo vedrei non un'agenzia consolare, ma un consolato vero e proprio.
  Cosa faremo a Londra? L'onorevole Ungaro mi chiedeva dei dettagli. Abbiamo stanziato 144 mila euro per l'assunzione di nuovi digitatori a Londra, come sapete l'anno scorso erano state autorizzate dieci unità a contratto, altre cinque ne sono state autorizzate e abbiamo la possibilità di autorizzarne ancora. Nel frattempo, il console sta cercando dei nuovi spazi da adibire, in modo da ampliare anche la ricettività fisica della sede. Stiamo pensando a delle convenzioni con società locali, per poter dare assistenza fiscale, consulenza sanitaria, consulenza legale ai nostri connazionali.
  Per mettere a punto tutto questo, una missione di funzionari di tre strutture della Farnesina – la Direzione italiani all'estero, la Direzione informatica e amministrativa, la Direzione del personale – si recherà il 29 e 30 aprile a Londra; si tratta quindi di una missione strutturata, proprio per dare risposte rapide e trovare soluzioni a queste difficoltà.
  Infine, le elezioni dei Comites: sono calendarizzate per l'anno prossimo, quindi per quanto mi riguarda sicuramente avranno luogo. In passato vi sono state delle proroghe che il Parlamento ha ritenuto di voler concedere ai Comites, ma per il momento sono calendarizzate e noi ci stiamo già preparando.

  LUIS ROBERTO DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA. Buongiorno, signor Ministro, e grazie, sono rimasto contento di quello che abbiamo ascoltato.
  Non so se sia al corrente, abbiamo un gravissimo problema tra Italia e Brasile perché la comunità di San Paolo è la più grande comunità italiana all'estero, da non paragonare con quella di Buenos Aires, perché a Buenos Aires, come ha detto la nostra Segretaria Generale Elisabetta Belloni, sono già nati italiani all'estero e non devono aspettare dodici anni di coda più quattro anni per far analizzare le loro pratiche di accertamento della cittadinanza, non c'è un decreto di concessione, non c'è un riconoscimento, è un accertamento.
  Questo fenomeno, signor Ministro, proprio nello Stato di San Paolo, che ha il PIL tre volte più grande di Israele – è una potenza economica lo Stato di San Paolo – ha creato un fenomeno, la cosiddetta «mafia dei coyotes» della cittadinanza italiana, cioè operatori italiani che corrompono gli Pag. 14ufficiali di stato civile dei comuni italiani, con i vigili urbani e persone in Brasile che portano questi ricchi italo-brasiliani che pagano addirittura 7 mila euro per recarsi in Italia e ottenere una residenza temporanea o meno.
  Diversi sono quindi i casi di operatori delle anagrafi arrestati, vigili urbani, cittadini brasiliani e cittadini italiani: è una situazione molto grave perché questa maledetta coda a San Paolo ha creato questo mostro giuridico, che sta marginalizzando la nostra comunità in una maniera terribile. Molti miei colleghi mi riferiscono che ci sono duecento stranieri brasiliani a Mantova, che però non sono stranieri, sono figli e nipoti di italiani, quindi devo ribadire che 54 mila italiani nati in Italia sono emigrati in Sudamerica negli ultimi due anni, quindi non possiamo certo paragonare questi 54 mila con i duecento che sono qua!
  Come mai Buenos Aires è riuscito a sistemare la questione, come anche Porto Alegre e Belo Horizonte, mentre noi a San Paolo non siamo in grado di porre fine a questa cosa? Ho parlato con i governatori di Santa Catarina, Espírito Santo, Florianopolis e Vitoria, loro sono disponibili a donare palazzi per avere una sede consolare, possiamo collaborare con un protocollo d'intesa fra il Dipartimento di giustizia degli Stati brasiliani e il Governo italiano per la sicurezza e la legalità delle procedure: non siamo tutti i banditi, siamo stati marginalizzati e io non posso accettare questa situazione.
  Ricevo migliaia di mail di giornalisti, di avvocati, di consulenti, e tutti mi fanno pressioni, chiedendomi come mai si sia creata questa difficoltà, che diffonde anche una brutta immagine dell'Italia, perché la mafia non è solo brasiliana, la mafia comincia qui, da chi corrompe l'ufficiale dell'anagrafe o il vigile urbano, ed è una cosa molto seria.
  A questo punto, vorrei chiederLe come possiamo fare per le assunzioni di personale a San Paolo, che secondo il nostro caro console La Rosa sarebbe l'undicesima città italiana – più di Catania solo con quelli già iscritti, perché se mettiamo tutti quanti, abbiamo più italiani di Roma! – quanti verranno assunti a San Paolo e cosa devo fare, come presidente della sezione interparlamentare Brasile-Italia, per aprire una nuova sede a Vitoria e Florianopolis. Se manca la sede, se manca l'assistenza giudiziaria, se manca la sicurezza, chiederò al governo federale e ai governi locali di fare una cooperazione con voi, perché con l'importanza tecnologica che abbiamo non possiamo non essere in grado di porre fine a tutto questo.
  Faccio un esempio molto semplice, che mette a tacere tutti i discorsi contrari. La città di Ribeirão Preto ha tre milioni di persone e ha meno funzionari del consolato di San Paolo, e la polizia federale rilascia i passaporti a tutti questi cittadini nello stesso giorno. Sui soldi che abbiamo versato, 16 milioni di euro per le pratiche di cittadinanza – che paghiamo 300 euro – in base alla legge fatta dal Partito democratico, farò un'interrogazione per capire come vengano gestiti questi fondi che sono importanti, e figuriamoci in tutto il mondo quanti milioni di euro non vengono pagati.
  Dobbiamo vedere, signor Ministro, come il nostro vero Italian commonwealth, visto che parliamo di Brexit, e abbiamo una comunità importante all'estero che non costa niente all'Italia, possa avere la carta d'identità a San Paolo e viaggiare con il passaporto brasiliano. Quando si arriva in Italia o in Europa porta la carta d'identità. Io utilizzo solo il mio passaporto italiano, perché quello brasiliano è scaduto, ma non avrei alcun problema ad avere solo la carta d'identità se è più facile.
  Faccio un appello a Lei, Ministro, perché non possiamo marginalizzare la comunità italo-brasiliana, che è storica, perché, visto che parliamo della rotta della seta, noi abbiamo fatto la rotta del caffè, abbiamo portato in questo Paese miliardi di euro negli ultimi centotrenta anni (cito dati della Banca centrale brasiliana), e vogliamo soltanto essere italiani, vivere all'italiana.

  MARIO ALEJANDRO BORGHESE. Grazie. Buongiorno, Direttore Generale. In linea con il collega Lorenzato, c'è stata una sua recente visita in Brasile con il sottosegretario Ricardo Merlo, quindi vorrei chiederLe se sia stata già fissata una data per Pag. 15le nuove aperture a Vitoria e Florianopolis e anche se ci sia una data approssimativa per la riapertura del consolato a Maracaibo. Grazie.

  ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE. Grazie, presidente. Abbiamo la certezza che purtroppo la nostra rete consolare in Venezuela non è assolutamente sufficiente per smaltire le richieste di passaporto e le altre richieste che provengono dalla nostra comunità italiana in Venezuela, di fronte alla crisi politica, istituzionale ed economica che sta spingendo il Venezuela sull'orlo del baratro della guerra civile.
  Mi interesserebbe sapere quindi se abbiamo un'idea non solo dell'organico attuale, ma di quale sarebbe l'organico necessario in questo momento per smaltire con tempistiche celeri tutte queste richieste della nostra comunità italiana in Venezuela.
  Mi fa molto piacere apprendere che uno degli obiettivi è sgominare la criminalità relativa alle prenotazioni, tema che indigna spesso noi parlamentari, ma rispetto al quale vi sono poche interrogazioni perché è difficile averne prova, contezza e certezza. Oggi sento dire da Lei che è fatto notorio e che quindi ci stiamo lavorando, quindi da ora in avanti grazie a Lei avrò la possibilità di intervenire con interrogazioni perché Lei lo considera fatto notorio.
  Vorrei sapere quante denunce siano state fatte dai nostri ambasciatori e dai nostri consoli e, nella remota ipotesi che fossero poche, perché non le facciamo se lo consideriamo addirittura fatto notorio in un'audizione alla Camera. Perché posso sentir dire da un politico che bisogna sgominare la criminalità relativa alle prenotazioni, ma se me lo dice il mio Ministro Plenipotenziario, sono molto preoccupato se non abbiamo fatto le denunce, perché, dato che ho certezza che Lei è persona seria e perbene, se ha fatto un'affermazione così grave e non ci sono le denunce da parte vostra, vuol dire che chi non fa la denuncia non è persona seria e perbene: tertium non datur.
  Il manuale dell'operatore consolare di anagrafe prevede l'iscrizione immediata all'estero del minore, se portato da uno dei genitori. Pur non avendo la presunzione di essere un fine giurista, credo che le indicazioni contenute nel manuale siano in contrasto con le novelle legislative in termini di famiglia, con gli articoli 337-ter e seguenti del codice civile italiano, in ordine all'affidamento congiunto, alla responsabilità genitoriale esercitata congiuntamente, al fatto che le decisioni di maggior rilevanza per i minori debbano essere assunte congiuntamente.
  Il tema è quello di una madre o di un padre – non fa differenza il genere, parliamo di genitore 1 e genitore 2, come dice la modernità, per me rimangono papà e mamma, ma introduciamo tutte le ipotesi dello spettro – che va all'estero, iscrive all'AIRE il figlio minore e sostanzialmente stabilizza di fatto e anche giuridicamente una cosa che io chiamerei sottrazione dei minori. Non la chiamiamo tale fino a quando non vi è una sentenza, ma entra palesemente in contrasto con il nostro codice civile.
  È possibile immaginare di prendere in mano questo manuale per l'operatore consolare di anagrafe e verificare se sia compatibile con il nostro codice civile in termini di affidamento congiunto e di responsabilità genitoriale esercitata congiuntamente, e se sia possibile dare altre disposizioni? Il genitore che prende il minore, va all'estero e lo iscrive con una posizione di fatto che poi sconfina in una posizione giuridica, ha vinto, ma non possiamo immaginare di non dare una tutela al genitore che rimane in Italia, non avendo deciso congiuntamente che stabilisse la residenza all'estero, non è accettabile che l'AIRE certifichi, stabilizzi, cristallizzi e renda giuridicamente legittima una posizione che non è tale.
  È un tema molto importante, perché Le posso garantire che successivamente il giudice italiano nella contesa dice che comunque un'iscrizione all'estero c'è stata, quindi quella operazione assume tragici riverberi sulle sentenze italiane, che prendono atto di una situazione di fatto, giuridicizzata dall'AIRE.

Pag. 16

  PRESIDENTE. Grazie mille. Do la parola al Direttore Generale Vignali per la replica.

  LUIGI MARIA VIGNALI, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie presidente, rispondo volentieri a questi quesiti, iniziando dall'onorevole Di San Martino Lorenzato di Ivrea, ricordando che la nostra normativa in materia di cittadinanza iure sanguinis, quindi per discendenza, è estremamente generosa, siamo il Paese al mondo che concede la cittadinanza ai discendenti di italiani senza limiti generazionali, mentre tutti gli altri Paesi fissano un limite di una o due generazioni, al massimo tre.
  A tutta questa generosità – lo dico con una battuta – deve corrispondere un po’ di pazienza da parte....

  LUIS ROBERTO DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA. Scusi, facciamo un esempio: seconda generazione è italiano, il figlio è italiano di terza generazione, e anche il bisnipote sarà italiano: l'Italia non è l'unico Paese, anche Portogallo e Spagna fanno lo stesso, quindi La prego, signor Ministro, di non demonizzare questo diritto di sangue, perché altrimenti entriamo in una polemica su ius soli, ius sanguinis, perché è una questione matematica, non è una questione di bontà, perché il figlio sarà italiano e anche il figlio del figlio sarà italiano. Grazie.

  LUIGI MARIA VIGNALI, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Devo scusarmi con l'onorevole Di San Martino Lorenzato di Ivrea se sono stato frainteso: non sto demonizzando, sono un funzionario dello Stato, rispetto la legge e il mio obiettivo è applicare la legge e rispettarla.
  Dicevo che però, a differenza di quanto accade con altri Paesi, compresi Spagna e Portogallo, in Italia non c'è il limite generazionale. Questo comporta un flusso di iscrizioni notevolissimo, tante richieste soprattutto in Paesi come l'Argentina e il Brasile. Questa è una situazione che mette a dura prova delle strutture consolari che tra l'altro, come ricordavo all'inizio, hanno avuto forti riduzioni di personale e quindi dobbiamo organizzarci.
  Ha fatto bene a ricordare come ad esempio a Buenos Aires la questione sia stata affrontata efficacemente dalla nostra struttura consolare rispetto al Brasile. Stiamo confrontando le buone prassi argentine con quelle brasiliane, stiamo mettendo in comunicazione le due sedi, anche per combattere – qui riprendo l'intervento dell'onorevole Delmastro Delle Vedove – gli operatori esterni.
  Qui devo fare una precisazione: ho detto che il nostro sottosegretario definisce le cosiddette «mafie degli appuntamenti», io non ho mai detto che si tratta di reti criminali, ho detto semplicemente che ci sono effettivamente degli operatori che acquisiscono appuntamenti in blocco e poi li rivendono. Questo accade, quanto sia un delitto, un crimine perseguibile in loco non lo so, non è detto che sia necessariamente un crimine, vengono definite «mafie degli appuntamenti» perché riescono a gestire ampi slot di appuntamenti, quindi bisogna verificare se dietro questo comportamento ci sia veramente un atteggiamento delittuoso o meno.
  Sicuramente vorremmo che a ciascun appuntamento corrispondesse una persona o una famiglia.

  ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE. Non abbiamo ancora verificato? Noi parliamo di mafie oppure di sgominare la criminalità, e Lei oggi mi dice – mi scusi, lo trovo imbarazzante per il Governo italiano – che in tutto questo tempo non abbiamo ancora verificato se questa pratica, che definiamo mafia e per cui diciamo che sgomineremo la criminalità, ad oggi non sappiamo se sia un delitto o no! Lo trovo almeno imbarazzante per lo Stato italiano, perché se mi date mandato, vi faccio sapere fra una settimana se sia reato o no, e ve lo faccio gratuitamente come consulenza, lo studio Delmastro Delle Vedove vi dirà entro una settimana, se mi date le casistiche, se quello è il reato o no, Pag. 17così magari iniziate a perseguirlo! Ovviamente Lei non c'entra.

  LUIGI MARIA VIGNALI, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Si tratta evidentemente di pratiche che avvengono all'estero e che sono state più volte denunciate dai nostri consolati alle autorità locali. Certo che ci sono stati interventi e anche l'onorevole Lorenzato ricordava la collaborazione fra le autorità locali e le autorità italiane per affrontare questo problema.
  Abbiamo più volte denunciato il problema, certo intercettarli non è facile, noi non abbiamo strutture di polizia giudiziaria nelle sedi all'estero, non abbiamo la forza di carabinieri, poliziotti o magistrati per poter indagare, non facciamo questo all'estero, ma le denunce ci sono state, ovviamente nei confronti delle autorità locali. Per quanto riguarda le cittadinanze e anche altre pratiche illecite che a volte si verificano all'estero c'è un'attività consueta di collaborazione fra le nostre sedi e le autorità locali.
  Quante siano esattamente queste denunce e dove non so se siamo in grado di stabilirlo, perché si tratta di pratiche che vanno avanti nel tempo, ma una collaborazione per affrontare questi casi c'è. Da parte nostra, come struttura amministrativa, quello che possiamo fare è aggiornare il sistema informatico di gestione degli appuntamenti, e lo stiamo facendo con un nuovo sistema, che affronterà – l'ho detto prima, ma lo dico in termini più precisi – questo problema sotto tre aspetti.
  Verrà creata una cosiddetta waiting list, una lista di attesa, per chi non trova l'appuntamento, in modo da dargli una sorta di priorità nell'appuntamento successivo. Una volta dato l'appuntamento, assegneremo il QR code, cioè una conferma della prenotazione da parte dell'utente. Solo con questo codice specifico si potrà confermare la prenotazione e poi dovrebbe essere mandata una conferma anche via sms, e con una one time password l'utente potrà dire sì o no a questo appuntamento: sono tutte pratiche che servono ad individualizzare gli appuntamenti.
  Ecco come intendiamo affrontare il problema, oltre che collaborando con le autorità locali per affrontare fenomeni che non so quanto le autorità brasiliane, argentine o di altri Paesi siano in grado di reprimere, perché non conosco nei dettagli la normativa locale rispetto a questo tipo di pratiche. Certo, noi ci stiamo attrezzando in questo modo.
  Sempre in collegamento con le cittadinanze, l'onorevole Di San Martino Lorenzato di Ivrea chiedeva come siano stati impiegati i fondi per la cittadinanza. Li abbiamo impiegati per migliorare l'efficienza delle sedi. Se ho potuto dare quelle cifre iniziali di aumento della produttività per i passaporti e per le cittadinanze, è grazie ai fondi della cittadinanza, che ci hanno consentito di assumere nuovi digitatori per smaltire l'arretrato, di creare nuove strutture informatiche, servizi telefonici di centralino, servizi di assistenza al pubblico che si reca in consolato.
  Per rispondere all'onorevole Di San Martino Lorenzato di Ivrea e all'onorevole Borghese che mi chiedevano di Vitoria e Florianopolis, non ho dei tempi per un'eventuale apertura delle sedi, ma posso dirvi che mi recherò personalmente a Vitoria e Florianopolis a metà giugno, per visitare le due comunità. Mi farà piacere incontrare comunità che sono lontane, dove non c'è una presenza stabile, quindi andrò personalmente, e per verificare la possibilità di avere degli spazi gratuiti o comunque a costi molto ridotti, per assicurare una presenza italiana più stabile in queste due sedi.
  Per quanto riguarda la riapertura di Maracaibo, se dipendesse da me io la riaprirei domani ovviamente, il nostro ambasciatore e il console a Maracaibo stanno verificando le condizioni di sicurezza e di operatività, cioè se la rete elettrica tenga, perché è inutile aprire Maracaibo se poi non si possono stampare passaporti perché non funziona l'elettricità, non si può tenere aperta la sede perché non funzionano le strutture. Spero si possa riaprire già entro il mese di aprile, ma è un auspicio, vediamo Pag. 18se riusciremo a mantenerlo, siamo a metà aprile, quindi entro due settimane, speriamo di poterlo mantenere.
  Per quanto riguarda sempre il Venezuela, l'onorevole Delmastro Delle Vedove faceva riferimento all'organico ideale del Venezuela. Abbiamo molto rafforzato in particolare la sede a Caracas, quella di Maracaibo ha altre difficoltà, ma per quanto riguarda Caracas abbiamo mandato nuovo personale a contratto negli ultimi tempi e manderemo ulteriore personale a contratto che ci è stato autorizzato.
  Devo dire che non vi sono grandi arretrati in Venezuela per quanto riguarda i servizi agli italiani, vi possono essere degli arretrati per quanto riguarda la concessione di cittadinanza, ma sicuramente non preoccupanti come quelli del Brasile, semmai paragonabili alla situazione in Argentina. Il problema dei nostri connazionali in Venezuela è soprattutto un problema di sicurezza e di condizioni di vita difficili: i nostri connazionali vogliono la stabilizzazione del Paese, per quanto riguarda i servizi consolari la sede sta funzionando bene, soprattutto quella di Caracas, perché quella di Maracaibo ha altri problemi, quindi non vi sono grandi arretrati per i passaporti e per le cittadinanze a Caracas.
  Infine, l'aspetto delicato che riguarda l'iscrizione all'AIRE dei minorenni. Abbiamo mandato istruzioni il 6 febbraio 2019, quindi è veramente molto recente e mentre Lei parlava, onorevole, ricordavo questo messaggio di istruzione a tutta la rete nel mondo, affinché l'iscrizione all'AIRE del minorenne con un solo genitore convivente debba richiedere l'assenso di entrambi i genitori.
  È un'istruzione mandata il 9 febbraio 2019, che viene perfettamente incontro alla Sua preoccupazione, e sono lieto di poterlo confermare in questa sede. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Avrei per concludere un paio di domande veloci, per avere Sue risposte su un paio di argomenti: innanzitutto gli aggiornamenti sul nuovo consolato onorario di Liverpool, aperto da poco, come sta andando e se ci sono delle problematiche.
  Le volevo chiedere anche notizie su eventuali consolati onorari da aprire in Svizzera, a Losanna o altre città, considerando anche che l'amministrazione in Svizzera non vede in genere di buon occhio questi consolati onorari.
  Vorrei sapere se abbia degli aggiornamenti sul riconoscimento automatico delle patenti tra Russia e Italia. Vorrei chiederle un'altra breve nota sull'anagrafe unica, cosa ne pensi e se dal Suo punto di vista possa essere un utile strumento per velocizzare il lavoro dei consolati, e infine le vorrei chiedere – non so se ne abbiate già parlato al Ministero degli esteri – se sia possibile e in che misura applicare la tecnologia blockchain alla rete consolare per il rilascio degli attestati oppure alle elezioni politiche per gli italiani all'estero.
  La ringrazio in anticipo per i suoi brevi commenti, considerando anche l'orario. Grazie.

  LUIGI MARIA VIGNALI, Direttore Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, presidente, cercherò di essere rapido.
  Per quanto riguarda il consolato onorario di Liverpool, abbiamo inaugurato il 9 marzo la nuova sede, che garantisce apertura mattina e pomeriggio cinque giorni su sette, il sabato su appuntamento, ma gli altri giorni è possibile, quindi direi che c'è una funzionalità del consolato positiva, siamo soddisfatti. Si tratta ora di verificare che vengano correttamente pubblicizzate le tariffe per situazioni di urgenza, ovvero è chiaro che il connazionale che chiede con urgenza un documento deve pagare la tariffa di urgenza, come avviene anche per altre strutture di altri Paesi.
  C'è stata forse qualche incomprensione al riguardo, si pensava che fosse aumentata la tariffa, ma è aumentata solo nel caso in cui lo chieda urgentemente.
  Per quanto riguarda la Svizzera, a San Gallo il processo è praticamente terminato, il 4 marzo abbiamo mandato gli ultimi documenti e stiamo aspettando il cosiddetto exequatur, la possibilità quindi di agire da parte della società svizzera. Lei ricordava giustamente che gli svizzeri sono Pag. 19piuttosto reticenti quanto ai consolati onorari, ma intanto c'è un funzionario itinerante che assicura anche per la circoscrizione di San Gallo la nostra operatività.
  Purtroppo a Losanna la situazione non è andata così bene, nel senso che avevamo identificato la persona, avevamo preparato i documenti, tutto era pronto e la persona a un certo punto ha rinunciato, proprio recentemente, dopo che avevamo fatto tutto, quindi stiamo valutando e sollecitando candidature alternative per poter sostituire questa persona.
  Per quanto riguarda l'anagrafe nazionale della popolazione residente, che ovviamente è di competenza del Ministero dell'interno, sarei assolutamente favorevole, si tratterebbe di un salto di qualità importantissimo, perché l'allineamento fra l'AIRE e l'anagrafe italiana sarebbe automatico e immediato, non vi sarebbero tempi di attesa per i nostri connazionali, una volta inseriti i dati sarebbero immediatamente iscritti all'anagrafe.
  Sarà quindi un'importantissima innovazione che accelererà i tempi per i nostri connazionali, consentirà di sbrigare prima tante pratiche. Noi siamo pronti ad adeguarci, il cosiddetto sistema integrato delle funzioni consolari, che è il sistema informatico con cui operano i nostri operatori consolari, è già pronto per l'anagrafe nazionale della popolazione residente, quindi stiamo aspettando di ricevere dal Viminale il via libera per poterla attuare definitivamente.
  Ringrazio ancora una volta il Parlamento per aver deliberato una novità normativa importante, cioè l'iscrizione all'anagrafe da pochissimi giorni deriva dal momento dell'accettazione della pratica da parte del consolato, non dal momento dell'accettazione da parte del comune, quindi si fa retroagire al momento dell'accettazione da parte del consolato. Si tratta di una novità normativa recentissima, messa nel decreto Brexit, come ricorda il presidente...

  MASSIMO UNGARO. Per l'iscrizione all'AIRE?

  LUIGI MARIA VIGNALI, Direttore Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  ...Sì, per l'iscrizione all'AIRE. Infine, la modalità blockchain, peraltro piuttosto complessa da comprendere, è molto interessante perché l'applicativo relativo al voto all'estero è quello che sembrerebbe più naturale per la tecnologia blockchain. Su questo ovviamente vi sono varie posizioni, c'è chi dice che comunque sia «hackerabile», come si dice in gergo, c'è chi dice invece che sia l'unico modo per poter garantire la sicurezza delle operazioni online.
  Noi ci stiamo attrezzando, abbiamo incontrato studi privati, siamo andati anche in missione in altri Paesi per studiare questa tecnologia e le modalità di voto all'estero eventualmente elettronico, che sicuramente è possibile, ma richiede investimenti importanti laddove si volesse realizzare, e anche tempi adeguati per poterlo realizzare.

  PRESIDENTE. Grazie mille. Se non ci sono altre domande, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.05.