CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 maggio 2022
789.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Risoluzione n. 7-00766 Boldrini: Sull'impegno dell'Italia a favore del disarmo nucleare.

ULTERIORE NUOVA FORMULAZIONE
PRESENTATA DALLA DEPUTATA BOLDRINI

   La III Commissione,

   premesso che:

    le armi nucleari costituiscono ancora oggi, insieme al cambiamento climatico, una grave minaccia per l'umanità ed è quindi fondamentale continuare gli sforzi per la loro riduzione con l'obiettivo di una definitiva eliminazione, con un approccio progressivo, graduale e di natura inclusiva al disarmo nucleare;

    le catastrofi umanitarie e i danni irreversibili che possono essere prodotti dalle armi nucleari appaiono inconciliabili con il diritto internazionale umanitario e hanno indotto la comunità internazionale a rendere prioritari gli obiettivi della non proliferazione e del disarmo;

    l'Italia ha sempre ribadito che l'obiettivo di un mondo senza armi nucleari è uno dei cardini della propria politica estera, pur considerando l'articolata cornice degli impegni internazionali e gli aspetti di sicurezza collegati;

    il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) è il principale pilastro dei percorsi di disarmo nucleare e va rafforzato in tutti i suoi aspetti, rilanciandone l'universalizzazione e sollecitando gli Stati, in particolare quelli dotati di armamenti nucleari, ad aderirvi senza condizioni;

    in tal senso è fondamentale proseguire l'impegno per ulteriori passi avanti in tema di disarmo nucleare ai sensi dell'articolo VI del TNP, nel contesto del «Ciclo di Riesame» attualmente in corso e in vista della Conferenza di revisione del Trattato fissata per agosto 2022 dopo i diversi spostamenti dovuti all'emergenza pandemica;

    il 7 luglio 2017 è stato adottato da una Conferenza delle Nazioni Unite, su impulso dell'Assemblea Generale, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) promosso anche dal lavoro della società civile internazionale, con l'intento di fornire uno strumento giuridico per la progressiva eliminazione totale delle armi nucleari rafforzando gli obiettivi della non proliferazione nucleare e del disarmo generale conformemente all'articolo VI del TNP;

    dopo il raggiungimento, nell'ottobre del 2020, della cinquantesima ratifica, il Trattato TPNW è entrato in vigore il 22 gennaio del 2021, diventando, dunque, la prima norma internazionale volta a sancire l'illegalità delle armi nucleari. Attualmente il TPNW è stato firmato da 86 Stati e ratificato da 60 (in Europa da Austria, Irlanda, San Marino, Santa Sede);

    in occasione dell'entrata in vigore del trattato TPNW il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha diffuso una nota in cui, pur evidenziando che «l'Italia conferma di condividere pienamente l'obiettivo di un mondo libero da armi nucleari e resta particolarmente impegnata nei settori del disarmo, del controllo degli armamenti e della non proliferazione, che sono componenti essenziali della nostra politica estera» e nel contempo apprezzando «il ruolo della società civile nel sensibilizzare sulle conseguenze catastrofiche dell'uso delle armi nucleari» e «nutrendo profondo rispetto per le motivazioni dei promotori del Trattato e dei suoi sostenitori», sottolinea «che l'obiettivo di un mondo privo di armi nucleari possa essere realisticamente raggiunto solo attraverso un articolato percorso a tappe Pag. 69che tenga conto, oltre che delle considerazioni di carattere umanitario, anche delle esigenze di sicurezza nazionale e stabilità internazionale»;

    secondo un sondaggio on-line diffuso nel gennaio 2021 in occasione dell'entrata in vigore del TPNW dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN) e dai suoi partner, la maggioranza dei partecipanti al sondaggio italiani e di altri cinque Stati membri della Nato sostiene il Trattato per la proibizione delle armi nucleari: l'87 per cento dei partecipanti italiani al sondaggio è favorevole all'adesione dell'Italia al TPNW (+17 per cento rispetto ad un sondaggio simile del 2019),

impegna il Governo:

   a continuare gli sforzi verso l'obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari, rafforzando il protagonismo della diplomazia italiana in tal senso ed articolando proposte concrete e condivise soprattutto in ambito di Unione europea e con i partner storici dell'Italia;

   a continuare a valutare, in questo contesto, compatibilmente con l'obiettivo delineato, con gli obblighi assunti in sede di Alleanza atlantica e con l'orientamento degli altri Alleati possibili azioni di avvicinamento ai contenuti del Trattato TPNW, in particolare per quanto riguarda azioni di «Assistenza alle vittime e risanamento ambientale», considerando la grande tradizione umanitaria dell'Italia e come previsto dall'articolo VI dello stesso Trattato;

   a considerare, in consultazione con gli Alleati, l'ipotesi di partecipare come «Paese osservatore» alla Prima Riunione degli Stati Parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW) che si svolgerà a Vienna nel giugno 2022, tenendo conto della partecipazione dei Governi di Paesi NATO, come la Norvegia e la Germania.
(7-00766) «Boldrini, Delrio, De Micheli, Fassino, La Marca, Palazzotto, Quartapelle Procopio, Ehm, Migliore, Emiliozzi».

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ALLEGATO 2

Risoluzione n. 7-00826 Ehm: Sulla situazione in Siria.

NUOVA FORMULAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

   La III Commissione,

   premesso che:

    marzo 2022 delinea l'undicesimo anniversario di uno dei più lunghi e sanguinosi conflitti internazionali e uno dei teatri di guerra di maggiore durata;

    oltre 350 mila persone sono state uccise e, secondo i dati registrati ONU, oltre 13 milioni di persone risultano sfollate dalle loro case, di cui 6,6 milioni rifugiate all'estero. Nel Paese vige una gravissima crisi economica che ha portato all'insicurezza alimentare per oltre 12,4 milioni di persone mentre il Paese ha oggi circa il 40 per cento di acqua potabile in meno rispetto a prima della guerra. Su un totale di circa 22 milioni di abitanti, 14 milioni e 600 mila necessitano di assistenza umanitaria, con un incremento del 30 per cento rispetto al 2020. UNICEF stima che 2 scuole su 5 siano state danneggiate o distrutte durante il conflitto e 1 bambino su 4 è denutrito. Il pessimo quadro generale è accentuato oltremodo da distruzione di punti nevralgici delle reti elettriche, per cui almeno un terzo delle famiglie siriane riceve meno di due ore di elettricità al giorno, carenza di carburante e mancanza di acqua potabile;

    dall'ultimo rapporto di Amnesty International, la Siria, come molti altri scenari di guerra, è attualmente interessata da una crisi generale e da un forte malessere della società civile accentuato oltremodo dalla pandemia da COVID-19. L'escalation nel conflitto russo-ucraino ha avuto un impatto immediato sui prezzi del cibo e la perdurante crisi economica dovuta alla svalutazione della moneta nazionale siriana, elevate riduzioni di entrate fiscali e aumento del debito pubblico inficiano gli sforzi della società civile, che paga il prezzo più alto di questa lunga crisi. Il costo del paniere alimentare di base ha raggiunto nuovi massimi in ciascuno degli ultimi quattro mesi – dopo essere aumentato del 240 per cento in un anno e mezzo – e gli aiuti internazionali sono in calo: «gli aiuti alimentari che forniamo a milioni di persone ogni mese non sono sufficienti», ha avvertito Martin Griffiths, Sottosegretario Generale per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite;

    nel nord-est della Siria, in particolare nel campo profughi di Al-Hol, tutt'oggi convivono 57 mila persone, in maggioranza donne e bambini, tra cui 30 mila iracheni, 20 mila siriani e 12 mila cittadini di Paesi terzi, per la maggior parte donne e minori, familiari di affiliati ad ISIL detenuti in prigioni della zona. Secondo quanto riportato dal quotidiano Al Arabi Al Jadid, lo scorso 29 marzo 2022 le cellule dello Stato islamico hanno realizzato un nuovo attacco contro le forze curdo-siriane di guardia ad Al-Hol dove sono rimaste uccise 9 persone, donne e bambini. L'evento citato ha provocato la reazione di numerose organizzazioni per i diritti umani e delle Nazioni Unite che, in condanna delle pessime condizioni di vita nel campo, hanno rinnovato l'appello ai Paesi di provenienza dei profughi al rimpatrio dei propri cittadini e a sostenere programmi di educazione per i minori e per la lotta all'estremismo;

    il sistema sanitario del Paese, secondo numerosi report delle Nazioni Unite, è al collasso con ospedali e centri di primo soccorso sovraccarichi;

    le sanzioni attuate dal Consiglio europeo ed estese fino al 1° giugno 2022 includono misure restrittive, embargo su importazioni di petrolio, su armi, congelamento di beni della banca centrale siriana detenuti in Unione europea, restrizioni su Pag. 71esportazioni di attrezzature e tecnologie utili ai fini della repressione interna. Tali restrizioni non incidono su medicinali e attrezzature mediche;

    da tener conto anche della distruzione perpetrata e dell'attuale abbandono di luoghi patrimonio di storia e cultura, qual è il sito di Palmira saccheggiato e deturpato dalle forze ISIL durante la guerra, Atti di valenza simbolica volto a colpire la storia e l'identità dello stesso Paese, come pure la regione di Afrin, a nord di Aleppo, con la sua valle e grotte, Apamea, Ebla e la città vecchia di Aleppo meritano da parte del nostro Paese una attenzione particolare per il recupero dei materiali danneggiati;

    secondo Imran Riza, Coordinatore umanitario ONU per la Siria, Palmira ci ricorda che bisogna trovare equilibrio e ridare dignità ai cittadini siriani e che la capacità di autosostenersi e ripristinare legami con la propria identità è un passo necessario per la ricostruzione del Paese;

    a tal riguardo merita particolare attenzione l'impegno profuso dalla cooperazione italiana riguardo alla comunità locale dei cristiani presenti sul territorio, con attenzione alla città di Maaoula;

    benché le Convenzioni dell'UNESCO per la protezione del patrimonio culturale in caso di conflitto armato (Aia 1954), i beni sommersi (2001), il patrimonio culturale tangibile (1970) e intangibile (2003, 2005) siano utili in tal senso, mancano ratifiche e implementazioni per esercitare la giusta pressione. La risoluzione ONU 2199(2015), al paragrafo 17, vieta il commercio di beni culturali e altri oggetti siriani rimossi illegalmente dalla Siria a partire dal 15 marzo 2011. Il Consiglio dell'Unione europea con la decisione 2015/837/PESC si è allineata con la risoluzione ONU citata applicando tale decisione a oggetti rimossi illegalmente dalla Siria a partire dal 15 marzo 2011;

    Martin Griffiths, presentando il recente Rapporto al Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha ribadito: «Questo mese segna l'11° anno di guerra, distruzione e crisi umanitaria imposti al popolo siriano. La devastazione in Siria ha pochi paralleli nella storia recente. Più di 350.000 persone sono state uccise e quasi 14 milioni di persone sono state sfollate dalle loro case. I servizi di base sono stati distrutti. Dall'inizio del conflitto sono nati cinque milioni di bambini, che non conoscono altro che sofferenza e guerra»;

    in ultimo, con la dichiarazione citata, si chiede che il piano semestrale delle Nazioni Unite per le operazioni umanitarie venga attuato richiamando l'attenzione sui progetti di ripresa a sostegno della produzione alimentare e per la consegna trasversale di aiuti nel nord-ovest della Siria. È stato pure ribadito da Griffiths che le nostre responsabilità, non sono ancora finite e anzi, c'è bisogno ora di maggiore supporto;

    la recente audizione di Imran Riza, Coordinatore umanitario ONU per la Siria presso la III Commissione della Camera dei deputati, nonché gli incontri bilaterali svolti al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale il 30 marzo 2022, hanno riportato in agenda la situazione in Siria e la necessità impellente di agire con maggiore incisività;

    la Viceministra Marina Sereni, in un'intervista del 30 marzo 2022, ha dichiarato: «C'è anche il raggiungimento del traguardo del 0,7 per cento del Pil da impiegare nella cooperazione allo sviluppo. (...) La scadenza è il 2030 e l'Italia è molto indietro rispetto a Francia, Germania e Spagna. Dobbiamo accelerare. Il bilancio 2022 propone un graduale aumento, ma possiamo fare di più e soprattutto renderlo vincolante. Da oggi la curva deve gradualmente continuare a salire.»;

    i fatti citati mostrano in maniera evidente che la Siria versa in una gravissima crisi, economica, politica e sociale, risultato del conflitto protrattosi per oltre un decennio, e il sostegno della comunità internazionale risulta ancora profondamente necessario, specialmente laddove l'intero Paese non è in grado di assicurare la necessaria copertura di servizi di base;

    il prossimo 9 e 10 maggio si svolgerà a Brussels la 6° «Conference on Supporting Pag. 72the Future of Syria and the region», organizzata dall'Unione europea a cui parteciperanno, membri di governi, organizzazioni internazionali e membri della società civile siriana,

impegna il Governo:

   a rafforzare la cooperazione internazionale in ambito umanitario in Siria, con particolare riguardo ad interventi di «early recovery» volti a migliorare la resilienza e l'accesso ai servizi di base della popolazione siriana, a partire da quella più vulnerabile, donne e minori, sfollati interni e persone con disabilità;

   ad aumentare, o almeno confermare, il contributo dell'Italia per la Siria, alla Pledging Conference del prossimo 10 maggio a Bruxelles, incrementando i fondi destinati alla cooperazione per consentire di far fronte al conseguente impegno finanziario;

   a valutare iniziative volte alla conservazione del patrimonio culturale e archeologico della Siria inclusa l'implementazione di contingenti di sicurezza a ripresa degli impegni assunti dal 2016 a seguito della distruzione del sito archeologico di Palmira, della città di Aleppo e Apamea;

   a promuovere una discussione, in seno all'Unione europea rispetto all'opportunità di effettuare una valutazione sull'impatto del regime sanzionatorio soprattutto per quanto riguarda gli effetti non intenzionali sugli aiuti umanitari e le condizioni di vita della popolazione, in particolare di quella vulnerabile;

   a sostenere tutte le iniziative utili alla tutela del pluralismo religioso, con particolare attenzione ai cristiani.
(7-00826) «Ehm, Sarli, Emiliozzi».