CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 novembre 2019
278.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO

Sulla 34ma Sessione del Gruppo di lavoro del Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite, in occasione della prima fase dell'Esame periodico universale sull'Italia. (Ginevra 4 novembre 2019).

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENTE

  L'onorevole Di Stasio, in qualità di Presidente del Comitato permanente sui diritti umani, ha rappresentato la Camera dei deputati, con funzioni di osservatrice, nell'ambito della delegazione italiana che il 4 novembre scorso ha preso parte alla 34ma Sessione del Gruppo di lavoro del Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite, in occasione della prima fase della Revisione periodica universale (universal periodic review, UPR) relativa all'Italia. Alla missione ha partecipato, in rappresentanza del Senato, la Sen. Stefania Pucciarelli, Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani.
  La delegazione italiana è stata guidata dal Sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano, che ha introdotto la Sessione descrivendo i contenuti salienti del rapporto nazionale, trasmesso il 7 agosto scorso, per poi interagire con tutte le delegazioni nazionali presenti in risposta ai numerosi quesiti e raccomandazioni.
  A margine della sessione del Consiglio per i Diritti umani, la delegazione parlamentare ha incontrato alcuni funzionari del Comitato internazionale della Croce Rossa responsabili delle operazioni in Medio Oriente e Africa, con i quali si è sviluppato un proficuo scambio di idee sulla situazione umanitaria in due quadranti di crisi, ovvero la Siria e la Libia.
  La presidente Di Stasio ricorda che, sul piano procedurale, la Revisione Periodica Universale, alla quale sono tenuti a sottoporsi a turno – ogni cinque anni – tutti i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, consiste nell'esame del rispetto degli obblighi assunti in tema di diritti fondamentali dell'uomo da parte di ciascun Paese. Per l'Italia si è trattato del terzo ciclo di revisione, essendo stata sottoposta al secondo ciclo nel 2014.
  Istituita il 15 marzo 2006 dalla risoluzione 60/251 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la stessa che istituiva il Consiglio dei diritti dell'uomo, l'UPR si concretizza in uno State-driven process che dà a ciascun Paese membro l'opportunità di esplicitare le azioni intraprese nella direzione della loro tutela.
  La prima fase, che si è chiusa con la riunione del 4 novembre a Ginevra – è stata condotta sulla base di tre documenti: il Rapporto nazionale, redatto dal Paese esaminato; la raccolta, a cura dell'Ufficio dell'Alto Commissariato ONU per i diritti umani, delle informazioni ricavate dagli organi convenzionali (Treaty Bodies), dalle «procedure speciali» (relatori speciali, esperti indipendenti) e da altri documenti ufficiali delle Nazioni Unite; la «summary of other stakeholder information», una compilazione sintetica di informazioni aggiuntive predisposta dalle ONG competenti.
  L'onorevole Di Stasio segnala che la prima fase si conclude con l'adozione di un outcome reportReport of the working group»), una sorta di processo verbale della seduta, che riporta l'elenco delle «raccomandazioni» rivolte al Paese esaminato: questo può accettarle, in tutto o in parte, rifiutarle o riservarsi di fornire ulteriori elementi nella seconda fase della revisione periodica, che dovrebbe svolgersi Pag. 6a marzo 2020 in occasione della prossima sessione plenaria del Consiglio Diritti Umani: rileva che in tale sessione prendono la parola gli Stati, le National Human Rights Institutions e le ONG. Precisa che, al termine del dibattito, che dura circa un'ora e conclude il percorso di revisione periodica, il Segretariato redigerà un documento finale, che verrà poi incluso nel rapporto del Consiglio diritti umani all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
  Segnala che, nella sua esposizione introduttiva, il Sottosegretario Di Stefano ha sottolineato l'impegno dell'Italia, anche alla luce dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, a promuovere tutti i diritti fondamentali, sulla base del principio di «umanità inclusiva» più volte evocato dal Presidente del Consiglio Conte.
  In premessa, ha ricordato la Costituzione italiana del 1948 – e dunque coeva della Dichiarazione universale dei diritti umani – tutela tutti i diritti e le libertà fondamentali previsti dai principali Accordi e Convenzioni internazionali. Ha quindi illustrato gli ultimi sviluppi in materia di diritti umani, a partire dall'impegno del Governo a istituire una Commissione nazionale indipendente conforme ai princìpi di Parigi, ricordando che la Camera dei deputati ha inserito nel calendario di novembre la discussione sui progetti di legge relativi all'istituzione di tale organismo. In tema di parità di genere ha altresì segnalato la nomina di un Ministro per le pari opportunità e la famiglia, che avrà, tra gli altri, il compito di elaborare un quadro strategico per la parità di genere, al fine di promuovere l’empowerment sociale ed economico delle donne. In questo contesto, ha evidenziato che alle ultime elezioni il tasso delle donne elette è aumentato al 35,4 per cento e che nel luglio scorso il Parlamento ha approvato la legge n. 69 del 2019 (il cosiddetto «codice rosso»), che, tra le altre cose, consente alle donne vittime di violenza di accedere a un percorso giudiziario preferenziale e urgente, compreso il diritto ad essere ascoltata dal pubblico ministero entro tre giorni dalla registrazione della notitia criminis.
  Il Sottosegretario ha ribadito che tra i risultati conseguiti dal Governo spiccano, oltre ai progressi nel contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura, le misure contro la povertà, in primis il Reddito di cittadinanza, dei cui effetti hanno beneficiato circa due milioni e duecentomila persone.
  Relativamente ai fenomeni di razzismo, ha ricordato l'importante ruolo svolto dall'Ufficio nazionale contro la discriminazione razziale (UNAR), che collabora con la Commissione europea per l'attuazione del «Codice di condotta sulla lotta ai discorsi d'odio online», nonché la recente istituzione presso il Senato, lo scorso 30 ottobre, di una Commissione straordinaria contro i fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e incitamento all'odio e alla violenza. L'Ufficio nazionale contro la discriminazione razziale è anche il focal point della strategia nazionale per l'inclusione dei rom 2012-2020, nell'ambito della quale sono state messe in atto molte misure in materia di istruzione, lavoro, alloggio e assistenza sanitaria.
  Ha sottolineato che una delle linee strategiche dell'azione governativa riguarda, inoltre, la prevenzione e la lotta contro la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere.
  Riguardo al fenomeno migratorio, ribadendo l'esigenza di affrontarlo con misure globali, sia a breve che a medio-lungo termine, ha evidenziato che l'Italia intende impegnarsi attraverso tre diversi strumenti: corridoi umanitari; reinsediamento; evacuazioni umanitarie. In questo contesto, il decreto-legge sicurezza dell'ottobre 2018 prevede la riorganizzazione e razionalizzazione del sistema di accoglienza italiano, nel pieno rispetto della legislazione UE in materia di asilo, e con una particolare attenzione per la categoria dei «minori stranieri non accompagnati».
  Nel campo della lotta alla corruzione, ha ricordato l'introduzione, nel 2017, di importanti disposizioni in materia di protezione Pag. 7degli informatori, sia nel settore pubblico che in quello privato, nonché l'approvazione, a gennaio 2019, della cosiddetta «Legge Spazza-corrotti», che ha introdotto norme aggiuntive per combattere la corruzione del settore pubblico e aumentare i requisiti di trasparenza nel settore privato.
  Per quanto riguarda l'efficienza giudiziaria, ha segnalato il recente disegno di legge di delega al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario, che mira a conseguire significativi progressi in tema di semplificazione, rapidità e razionalizzazione del procedimento penale e civile.
  Con riferimento alla libertà dei media, ha ricordato l'istituzione presso il Ministero dell'Interno, nel dicembre 2017, del Centro di coordinamento per il monitoraggio, l'analisi e lo scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori contro i giornalisti, con il compito di definire misure specifiche per la protezione della libertà di stampa.
  Ha, infine, richiamato il Piano d'azione nazionale per le imprese e i diritti umani, focalizzato su gruppi vulnerabili come migranti, donne, persone con disabilità, bambini e persone LGBTI.
  La Presidente Di Stasio osserva che, nel corso del serrato question time che è seguito, le tematiche che hanno costituito oggetto ricorrente di raccomandazioni e quesiti ma anche di taluni riconoscimenti da parte dei 124 Stati intervenuti hanno riguardato:
   a) quanto ai Paesi membri dell'Unione europea:
    l'istituzione dell`autorità nazionale conforme ai Princìpi di Parigi (Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia, Slovenia);
    una più efficace strategia nazionale a tutela di rom, sinti e caminanti (Austria, Germania);
    adeguamento della legislazione agli standard internazionali in materia di tortura (Danimarca, Francia, Malta, Slovacchia);
    misure contro la violenza di genere e per la tutela della parità nell'ambiente di lavoro (Austria, Belgio, Repubblica ceca, Spagna)
    lotta contro la xenofobia e l'odio razziale (Belgio, Cipro, Repubblica ceca, Francia, Svezia, Regno Unito);
    parità di diritti per i gruppi LGBT (Belgio, Repubblica ceca, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna);
    una tutela rafforzata della condizione dei migranti e dei richiedenti asilo (Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna);
    contrasto alla tratta di esseri umani (Cipro);
    misure per promuovere l'istruzione e la formazione dei disabili (Bulgaria);
    ratifica della Carta europea della lingue regionali o minoritarie del Consiglio d'Europa (Croazia);
    ricorso alla carcerazione preventiva (Austria), sovraffollamento delle carceri (Danimarca) e misure alternative al carcere (Germania).
   b) quanto ad alcuni Paesi candidati all'ingresso nell'UE e altri Paesi europei:
    l'istituzione dell`autorità nazionale conforme ai Princìpi di Parigi (Albania, Georgia, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Ucraina);
    lotta contro il traffico di esseri umani (Armenia, Bielorussia, Macedonia del Nord, Svizzera);
    tutela dei migranti e richiedenti asilo (Russia, Svizzera, Turchia, Ucraina);
    promozione della parità di genere (Armenia, Islanda, Norvegia);
    lotta contro la xenofobia e l'odio razziale (Norvegia, Serbia, Turchia);
    piano d'azione per la protezione dei minori (Moldova, Russia);Pag. 8
    protezione dei diritti delle minoranze (Armenia);
    tutela dei disabili (Bielorussia);
    parità di diritti per i gruppi LGBT (Islanda);
    efficienza della magistratura (Norvegia);
    piano d'azione contro il cyberbullismo (Islanda);
    lotta contro l'abbandono scolastico (Montenegro);
    libertà d'informazione e protezione dei giornalisti (Norvegia);
    sovraffollamento delle carceri (Russia).
   c) quanto ai Paesi della fascia nordafricana e del Mediterraneo:
    l'istituzione dell`autorità nazionale conforme ai Princìpi di Parigi (Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Tunisia);
    lotta contro la xenofobia e l'odio razziale (Giordania, Tunisia, Palestina);
    tutela dei migranti e richiedenti asilo (Libano, Marocco, Tunisia);
    rafforzamento della legislazione in materia di tortura (Libano);
    assistenza alle famiglie in stato di necessità (Egitto);
    lotta contro l'abbandono scolastico (Algeria);
    istruzione inclusiva (Israele);
    ratifica del protocollo sul cybercrime, addizionale alla Convenzione sulla criminalità informatica del Consiglio d'Europa (Israele).
   d) quanto ai Paesi dell'Africa subsahariana:
    l'istituzione dell`autorità nazionale conforme ai Princìpi di Parigi (Burkina Faso, Congo, Kenya, Mauritius, Rwanda, Senegal, Sierra Leone, Togo, Uganda, Sudafrica);
    tutela dei migranti e richiedenti asilo (Angola, Burkina Faso, Congo, Kenya, Mauritius, Senegal, Togo, Sudafrica);
    lotta contro la xenofobia e l'odio razziale (Botswana, Gabon, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Rwanda, Senegal, Sudafrica);
    programmi per l’empowerment femminile (Etiopia, Madagascar, Namibia, Rwanda);
    protezione dei diritti delle minoranze (Ghana, Madagascar, Senegal);
    durata dei processi giudiziari (Ghana, Togo);
    protezione dei minori (Zambia, Madagascar);
    tutela dei disabili (Gabon);
    tutela per i gruppi LGBT (Sudafrica);
    ratifica della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (Uganda).
   e) quanto ai Paesi dell'Asia:
    istituzione dell`autorità nazionale conforme ai Princìpi di Parigi (Azerbaijan, Bangladesh, Isole Fiji, Iraq, Malesia, Maldive, Mongolia, Nepal, Corea del Sud, Seychelles);
    tutela dei migranti e richiedenti asilo (Vietnam, Afghanistan, Bahrein, Bhutan, Pakistan, Indonesia, Iran, Iraq, Giappone, Mongolia, Myanmar, Filippine, Corea del Sud, Thailandia, Timor-Est);
    lotta contro la tratta di esseri umani (Iraq, Kirghizistan, Nepal, Filippine, Seychelles, Turkmenistan);
    ratifica della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (Azerbaijan, Bangladesh, Gibuti, Indonesia, Seychelles, Sri Lanka);
    lotta contro la xenofobia e l'odio razziale (Gibuti, Isole Fiji, Indonesia, Iran, Iraq, Malesia); Pag. 9
    promozione della parità di genere (India, Giappone, Thailandia, Uzbekistan);
    protezione dei diritti delle minoranze (Vietnam, Malesia; Myanmar);
    tutela dei minori (Vietnam, Afghanistan) e dei disabili (Isole Fiji, Malesia);
    lotta contro lo sfruttamento del lavoro (India) e contro l'abbandono scolastico (Maldive, Qatar);
    diritti dei detenuti (Corea del Sud);
    promozione sociale e tutela dei gruppi vulnerabili (Cina).
   f) quanto ai Paesi dell'America centrale e meridionale:
    istituzione dell`autorità nazionale conforme ai Princìpi di Parigi (Cile, Colombia, Costarica, Paraguay, Uruguay);
    lotta contro la xenofobia e l'odio razziale (Bolivia, Colombia, Costarica, Cuba, Ecuador, Honduras, Paraguay, Saint Kitts e Nevis, Venezuela);
    protezione dei migranti e richiedenti asilo (Argentina, Costarica, Repubblica dominicana, Ecuador, Haiti, Honduras, Saint Kitts e Nevis, Uruguay);
    tutela dei disabili (Bahamas, Brasile, Honduras);
    protezione delle minoranze (Brasile, Cile, Repubblica dominicana);
    promozione della parità di genere (Bolivia, Colombia);
    rafforzamento della legislazione in materia di tortura (Cile, Paraguay);
    ratifica della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (Honduras, Uruguay);
    ratifica del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Ecuador);
    tutela dei gruppi LGBT (Uruguay) e della libertà di informazione (Argentina).

  Inoltre, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Canada hanno chiesto all'Italia di procedere alla istituzione dell`autorità nazionale conforme ai Princìpi di Parigi; introdurre nuove misure di contrasto alla xenofobia, all'odio razziale e alla tratta di esseri umani; adottare una strategia nazionale a tutela di rom, sinti e caminanti; promuovere ulteriormente la parità di genere.
  L'onorevole Di Stasio segnala che, nel suo intervento di replica, il Sottosegretario Di Stefano ha ribadito che il Parlamento intende procedere rapidamente nell'esame delle proposte di legge in materia di istituzione di un'autorità indipendente conforme ai Princìpi di Parigi, esprimendo l'auspicio che l’iter di approvazione possa concludersi entro l'inizio del 2020. Ha altresì sottolineato l'impegno prioritario del Governo per promuovere l'inclusione dei gruppi sociali più vulnerabili, la promozione della parità di genere e la riconversione ecologica del sistema produttivo attraverso il cd. «New Green Deal» – che prevede significativi investimenti pubblici – in conformità con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030. Quanto alla lotta contro la discriminazione e l'odio razziale, ha precisato che essa si dispiega anche nel sistema d'istruzione, attraverso specifici programmi rivolti agli studenti, e nel rapporto con i media, mediante appositi osservatori; con riferimento alla minoranza rom, sinti e caminanti, ha assicurato che i piani di integrazione vengono sviluppati in piena collaborazione con le organizzazioni della società civile che seguono più da vicino il settore. Riguardo alla condizione della popolazione carceraria, è stato ribadito l'impegno a promuovere le misure alternative, anche al fine di favorire il reinserimento sociale dei detenuti. Relativamente alla condizione dei migranti, è stato precisato che le nuove norme introdotte con i cd. «decreti sicurezza», non inficiano in alcun modo l'esercizio del diritto di asilo prevedendo, anzi, forme sussidiarie di assistenza umanitaria.