ALLEGATO 1
Documento di economia e finanza 2019. Doc. LVII, n. 2 e Allegati.
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La XII Commissione,
esaminato, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza per l'anno 2019 (Doc. LVII n. 2 e Allegati);
considerato che:
in materia di sanità, il Documento in esame, nella sezione relativa al Programma nazionale di riforma, nel dare conto degli interventi del Governo già illustrati nella Nota di aggiornamento del precedente DEF, ribadisce le criticità di medio-lungo periodo tra cui l'invecchiamento demografico e l'evoluzione della domanda dei servizi sanitari, l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in modo uniforme sul territorio nazionale, l'integrazione tra sistemi sanitari e assistenza sociale;
al fine di risolvere le predette criticità, le azioni da intraprendere riguardano, in particolare, i seguenti ambiti:
superamento della carenza di personale nel SSN previo aggiornamento dei parametri di spesa per il personale sanitario attraverso lo sblocco del turnover, nonché attraverso il completamento dei processi di assunzione e stabilizzazione del personale e l'aumento delle borse di studio per formare i medici specialisti e di medicina generale, già intrapresi attraverso le disposizioni recate, rispettivamente, dall'ultima legge di bilancio e dal decreto-legge in materia di semplificazioni;
innovazione in campo sanitario, concernente soprattutto l'istituzione dell'Anagrafe nazionale dei vaccini e l'implementazione del Fascicolo sanitario elettronico;
la prossima sottoscrizione, prevista dalla citata legge di bilancio 2019, del nuovo Patto per la salute 2019-2021, da concordare con le regioni, presupposto necessario per ottenere l'incremento del fabbisogno sanitario per gli anni 2020 e 2021 rispetto al livello del 2019; poiché tra le misure da definire nel redigendo Patto per la salute rientra la revisione del sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico degli assistiti, si auspica che, al fine di promuovere maggiore omogeneità della qualità delle cure ed equità nell'accesso ai servizi sanitari su tutto il territorio nazionale, si valuti di intervenire sul cosiddetto superticket;
interventi in materia di edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico delle attrezzature, anche attraverso l'insediamento presso il Ministero della salute di un'apposita cabina di regia diretta a selezionare le priorità;
recepimento da parte delle regioni del nuovo Piano nazionale di governo delle liste d'attesa, già adottato a febbraio scorso in sede di Conferenza Stato-Regioni;
si valuta positivamente la previsione, indicata nel Documento, dell'incremento della spesa sanitaria corrente, per l'anno in corso, per un importo pari a 118.061 milioni di euro (con un tasso di crescita del 2,3 per cento rispetto al 2018) e per il triennio 2020-2022, secondo un tasso pari all'1,4 per cento annuo, nonché un'inversione di tendenza rispetto al costante decremento del rapporto fra spesa sanitaria e Pil che, dopo una fase iniziale di riduzione per effetto delle misure di contenimento Pag. 175della dinamica della spesa, secondo le stime tornerebbe, dopo oltre un decennio, a mostrare un profilo crescente a partire dal 2023;
è inoltre intenzione del Governo intervenire in materia di dirigenza sanitaria, apportando le necessarie modifiche al decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171; si auspica, quindi, che l'intervento sia volto a rescindere il legame tra le nomine dei dirigenti della sanità e la politica, con l'intento di attuare la decisa separazione tra politica e amministrazione nella gestione del SSN, tenuto conto che la commistione tra le due sfere rappresenta la causa più rilevante delle inefficienze in questo settore;
per quanto riguarda il capitolo relativo al tema della famiglia e delle disabilità, il Documento precisa che s'intende proseguire nell'attuazione di politiche volte a invertire le tendenze demografiche in atto, perseguendo l'obiettivo di pervenire a un sistema più semplice e coordinato delle diverse misure di sostegno di natura assistenziale e fiscale;
si esprime apprezzamento, in particolare, per le seguenti misure: l'istituzione dell'apposita «Struttura di missione per le politiche in favore delle persone con disabilità», incardinata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri-Ministro per la famiglia e disabilità; l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri di un disegno di legge recante delega al Governo per l'adozione di un Codice in materia di disabilità, che prevede l'intervento in più ambiti settoriali; l'adozione del primo Piano triennale per la non autosufficienza, nel cui ambito addivenire anche ad una definizione e migliore classificazione della condizione di non autosufficienza;
si auspica la realizzazione dei seguenti obiettivi programmatici indicati dal Documento di economia e finanza: attuazione della disciplina in materia di caregiver familiare; implementazione dell'assistenza sanitaria domiciliare; maggiore raccordo tra i diversi enti pubblici nella presa in carico delle persone con disabilità; semplificazione del sistema di accertamento sanitario per il riconoscimento della condizione di disabilità; aggiornamento dell'elenco delle patologie esonerate da visite di revisione e controllo,
esprime
PARERE FAVOREVOLE.
Pag. 176ALLEGATO 2
Documento di economia e finanza 2019. Doc. LVII, n. 2 e Allegati.
PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE PRESENTATA DAI DEPUTATI DE FILIPPO, CARNEVALI, UBALDO PAGANO, RIZZO NERVO, SIANI, SCHIRÒ, CAMPANA, PINI
La XII Commissione,
esaminato, per le parti di propria competenza, il Documento di economia e finanza 2019 (Doc. LVII, n.2 e Allegati);
premesso che:
il Documento di economia e finanza 2019 certifica il fallimento della politica economica del Governo, riconoscendo ufficialmente un insuccesso largamente previsto già nello scorso autunno;
il Documento, infatti, stima una crescita tendenziale del PIL precipita allo 0,1 per cento rispetto all'1,5 per cento della Nota di aggiornamento del settembre 2018 e all'1 per cento della successiva revisione del quadro macroeconomico presentata a dicembre;
gli andamenti dell'economia reale e dell'occupazione che, da maggio 2018 a febbraio 2019, ha registrato la perdita di oltre 116.000 posti di lavoro, sono il frutto di errori di politica economica commessi da un Governo che, invece di predisporre una ampia e complessiva strategia di sviluppo, ha scommesso tutto su un decreto legge i cui effetti sul mercato del lavoro sono molto controversi e, soprattutto, sulle due misure della Legge di bilancio, la cosiddetta «Quota 100» e il Reddito di cittadinanza, che, come il DEF stesso riconosce, hanno effetti pressoché nulli sulla crescita;
nel 2019 l'Italia sarà il paese che crescerà meno tra quelli occidentali e anche negli anni successivi la stima di crescita, seppur ottimistica, si mantiene su livelli estremamente bassi;
per tornare su un sentiero di crescita sostenuta, occorre dare avvio a una diversa politica economica e sociale;
per le parti di propria competenza, con particolare riguardo alle famiglie e alla disabilità il DEF riporta quale strategia del Governo la necessità di «invertire le tendenze demografiche, lo squilibrio generazionale e favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro» attraverso il superamento della frammentazione degli attuali strumenti di sostegno definendo politiche strutturali efficaci ed incisive di promozione della natalità e dell'occupazione femminile, riordinando al contempo, nel contesto della collaborazione tra i livelli di Governo, il sistema dei servizi e delle prestazioni sociali, anche al fine di definire un nuovo piano di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia;
all'atto pratico, nelle ultime misure introdotte dal Governo non si tiene conto delle famiglie numerose, di quelle con bambini o di quelle al cui interno vi è una persona disabile. In particolare, il reddito di cittadinanza, quale misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale, prevede una scala di equivalenza che penalizza le famiglie numerose e quelle dove vi è una persona disabile. Si aggiunga poi che nessuna risorsa è stata aggiunta sul cosiddetto premio alla nascita; Pag. 177che l'incremento degli assegni per l'iscrizione e la frequenza all'asilo nido è senza risorse aggiuntive e fino ad esaurimento delle dotazioni;
è stato cancellato il bonus infanzia che dava un aiuto di 600 euro al mese in alternativa al congedo parentale facoltativo retribuito al 30 per cento dello stipendio nei sei mesi post-parto per pagare baby sitter o nido e che in via indiretta poteva essere considerato quale strumento rivolto a conciliare lavoro e famiglia, incentivando il rientro al lavoro delle neo-mamme;
la disciplina vigente a favore della natalità e della genitorialità si presenta assai frammentata e la sua applicazione genera disparità difficilmente giustificabili, quello che effettivamente ancora manca, nonostante gli annunci, è una cultura che promuova una maggiore condivisione della cura dei figli all'interno della coppia volta a favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro;
per quanto riguarda la disabilità, nonostante sia stato inserito nel contratto di Governo, manca qualsiasi riferimento all'aumento delle pensioni di invalidità;
analizzando le singole proposte inserite nonché i dati economici riferimenti alla sanità si evince chiaramente che tali politiche non rientrano tra le priorità di questo governo visto che il rapporto tra spesa sanitaria e Pil rimane identico al 2018 (6,6 per cento) per gli anni 2019 e 2020, per poi ridursi al 6,5 per cento nel 2021 e al 6,4 per cento nel 2022;
in particolare, per il 2019 si stima, rispetto al 2018, un aumento di spesa sanitaria di 2,65 miliardi di euro prevedendo di destinare quasi un miliardo al personale dipendente ma tali previsioni non coincidono con le risorse assegnate dalla legge di bilancio 2019, sia rispetto all'entità, sia rispetto alla destinazione;
la spesa sanitaria resta inferiore all'inflazione non potendo così coprire l'aumento dei prezzi sia perché cresce meno del Pil nominale, sia perché l'indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all'indice generale dei prezzi al consumo;
inoltre, se le stime per il 2020-2021 sono allineate con gli incrementi previsti dal Fondo sanitario nazionale, queste sono soggette non solo alla sottoscrizione del nuovo Patto per la salute che si sarebbe dovuto siglare entro il 31 marzo 2019, data ormai ampiamente superata senza che si sia addivenuti a nessun accordo e senza che si prefiguri all'orizzonte, tempi rapidi e certi per la conclusione di tale intesa, ma anche ad utopistiche previsioni di crescita economica;
era chiaro fin da subito che tre mesi non sarebbero stati sufficienti per stipulare un nuovo patto che tra le molteplici materie avrebbe dovuto regolamentare: la revisione del sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico degli assistiti; il rispetto degli obblighi di programmazione a livello nazionale e regionale e la riorganizzazione delle reti strutturali dell'offerta ospedaliera e dell'assistenza territoriale; la valutazione dei fabbisogni del personale del Servizio sanitario nazionale e la relativa assunzione;
rimane sempre, inoltre, la clausola di salvaguardia, ovvero il blocco di 2 miliardi di euro di spesa pubblica in caso di deviazione dall'obiettivo di indebitamento netto, che sicuramente andrà a colpire anche il settore sanitario;
permane l'imbuto formativo per accedere alle scuole di specializzazione. Nel 2017-18, a fronte di 16.046 candidati laureati e abilitati, il numero totale di contratti di specializzazione messi a bando è stato pari a 6.934 (6.200 statali, 640 regionali, 94 finanziati da enti pubblici e privati): ben 9.112 giovani medici non hanno potuto quindi proseguire il loro percorso formativo. È ovvio quindi che il problema del fabbisogno di medici risiede in questo imbuto e non nel numero di studenti di medicina presenti nelle università. È quindi necessario un aumento consistente del numero di borse messe a bando per le scuole di specializzazione e per il concorso di medico di medicina generale;Pag. 178
infine, è opportuno sottolineare come il DEF riconfermi gli interventi in tema di fabbisogno del personale come già individuato un anno fa con la NADEF prevedendo lo sblocco del turnover, sblocco che nonostante gli annunci ancora non c’è stato lasciando il comparto sanità quale unico comparto della pubblica amministrazione sottoposto al blocco del turn over, nonostante in questi anni, sia stato chiamato a profonde riforme organizzative indotte non solo dai vincoli economici ma anche dal progredire delle conoscenze scientifiche e dalle opportunità offerte da nuovi farmaci e nuove tecnologie,
esprime
PARERE CONTRARIO