RISOLUZIONI
Mercoledì 23 gennaio 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene il viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Lorenzo Fioramonti.
La seduta comincia alle 14.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
Luigi GALLO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
7-00121 Frassinetti: Iniziative per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe.
(Seguito della discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00013)
La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata, da ultimo, nella seduta del 16 gennaio 2019.
Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) ricorda che il tema oggetto della discussione è già stato dibattuto dalla VII Commissione nel corso della passata legislatura e che il Governo, accogliendo le sollecitazioni allora emerse, ha emanato la circolare dell'8 febbraio 2018 con la quale le istituzioni scolastiche di ogni ordine e Pag. 97grado sono state invitate, nella piena autonomia organizzativa e didattica, a prevedere iniziative volte a diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di italiani, abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case, spezzando secoli di storia e di tradizioni. Ritenendo troppo specifico e puntuale l'impegno richiesto al Governo dalla risoluzione in titolo per la promozione della proiezione nelle scuole del film «Red-Land-Rosso», anche in considerazione del fatto che le scuole godono di una loro autonomia, esprime l'avviso che la risoluzione dovrebbe contenere indicazioni più ampie in merito all'utilizzo di strumenti per accrescere la conoscenza dei fatti storici di cui si parla, considerato che, oltre al film in questione, ci sono altri modi per rendere nota la tragedia delle foibe.
Antonio PALMIERI (FI), dopo aver premesso che il gruppo di Forza Italia ha sottoscritto la risoluzione, condividendone i contenuti, ricorda che si deve al Governo Berlusconi l'approvazione della legge 30 marzo 2004, n. 92, con la quale il 10 febbraio è stato ufficialmente individuato quale giorno del ricordo della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe. In merito all'impegno chiesto al Governo per la proiezione del film «Red-Land-Rosso», cui faceva riferimento la deputata Piccoli Nardelli, ritiene che esso consenta di dare concretezza agli altri impegni contenuti nella risoluzione e che sia uno strumento utile a rendere visibile quel pezzo di storia.
Giuseppe BASINI (Lega) dichiara il proprio appoggio alla risoluzione, che dà rilevanza ad un capitolo della storia patria poco conosciuto, aiutando gli italiani a riappropriarsene attraverso la divulgazione della conoscenza dei fatti. Ritiene che la risoluzione costituisca una lodevole iniziativa, che potrebbe incontrare il sostegno di tutti i commissari.
Ketty FOGLIANI (Lega) sottoscrive la risoluzione, suggerendo nel contempo che la Commissione dovrebbe visitare la Foiba di Basovizza.
Patrizia PRESTIPINO (PD) desidera esprimersi nella duplice veste di testimone, in quanto cresciuta nel quartiere romano Giuliano Dalmata, dove trovarono una nuova casa molti esuli dall'Istria e dalla Dalmazia, e di insegnante da sempre attivamente impegnata a far conoscere alle giovani generazioni la tragedia delle foibe. Sottolinea che furono le testimonianze dirette di coloro che ripararono in quel quartiere a metterla per la prima volta a conoscenza degli orrori delle foibe, che la maggior parte degli italiani, compresi molti suoi colleghi, appresero solo a distanza di tanti anni dai fatti. Ricorda, inoltre, che il 10 febbraio 2008, nel corso del suo mandato di presidente del XII Municipio di Roma, quando Veltroni era sindaco, in occasione della celebrazione del quarto Giorno del Ricordo, venne inaugurato nel quartiere il primo monumento romano dedicato alle vittime delle foibe, alla cui erezione lei e la sua parte politica si dedicarono con convinzione volendo lasciare un riconoscimento tangibile a questi martiri della storia. Anche lei ritiene che in passato non si sia parlato abbastanza di quella strage, che oggi tocca il cuore di tutti gli italiani, e che quella tragedia debba essere ricordata per quello che fu, al di là dell'appartenenza politica, perché la morte non è né di destra né di sinistra.
Rossano SASSO (Lega), nel sottoscrivere la risoluzione, sottolinea come nella VII Commissione la discussione si incentri su temi differenti e sempre interessanti, che inducono a stimolanti riflessioni. Esprime il proprio rammarico per i tanti anni in cui interessi politici di parte hanno oscurato in varie forme – il negazionismo di Togliatti, il giustizialismo di Napolitano, il riduzionismo di Occhetto – la tragedia delle foibe, di cui lui stesso, fino al 1989, è stato ignaro, ostacolando la diffusione di un'informazione completa e corretta sui massacri perpetrati sul confine orientale dell'Italia. Osserva che la riconciliazione Pag. 98nazionale non può che passare anche attraverso la piena e condivisa consapevolezza delle proporzioni di quella tragedia. Ritiene, pertanto, necessario che si faccia di più per diffondere la conoscenza di una strage che fu gravissima e non deve essere dimenticata.
Alessandra CARBONARO (M5S), premesso di conoscere bene il tema, anche grazie alla sua passata esperienza teatrale, che l'ha portata a conoscere l'esistenza di un luogo della memoria – noto come Magazzino 18 – al Porto Vecchio di Trieste: è dove gli esuli dall'Istria e dalla Dalmazia abbandonarono tutte le loro cose, prima di lasciarsi alle spalle le loro città, le case, le radici. È convinta che siano tante le storie personali mai raccontate del tipo di quella della Norma Cossetto del film «Red Land-Rosso»: storie che meriterebbero anch'esse di essere conosciute. Ritiene quindi importante puntare i riflettori sul passato, non solo per apprendere quanto è accaduto, ma soprattutto perché serva come monito per il futuro.
Lucia CIAMPI (PD), anch'ella in qualità di insegnante, si sente particolarmente toccata dal tema di cui si parla, del quale nella scuola si è preso atto solo dagli anni Novanta, dopo la caduta del muro di Berlino, grazie ai docenti più sensibili, che hanno preso atto che molto era stato nascosto e hanno ritenuto giusto portarlo alla luce. Ricordando altri gravi episodi della storia recente, quali l'esodo della popolazione giuliano-dalmata e le stragi naziste e fasciste lungo la dorsale appenninica, sottolinea la necessità che la storia venga conosciuta per intero e che gli stermini vengano ricordati a prescindere dalla matrice politica che li ha causati. Ritiene che il Governo precedente abbia mostrato un'ampia sensibilità rispetto al tema delle foibe, come dimostra la circolare del Ministero emanata lo scorso anno e indirizzata alle scuole, che, a suo avviso, non hanno bisogno di ulteriori sollecitazioni per prestare al tema la dovuta attenzione. Ritiene invece che debba essere rispettata la loro autonomia e che la scelta degli strumenti da utilizzare debba essere lasciata alla discrezionalità degli insegnanti, in accordo con indicazioni di carattere generale rispetto a un obiettivo che resta certamente condivisibile.
Daniele BELOTTI (Lega), dopo aver preso atto che esiste un'evidente concordia di tutte le forze politiche sul tema trattato dalla risoluzione Frassinetti, ricorda che il Consiglio regionale della Lombardia è stato tra i primi a promuovere iniziative della memoria, indicendo un concorso rivolto a tutte le scuole di primo e secondo grado della regione, connesso ai temi legati alla Giornata del Ricordo. Rilevando, tuttavia, lo scarso numero di progetti presentati, ritiene che sia necessario incentivare l'impegno attraverso qualcosa di più pratico per sopperire alla carenza di tempo, impegno e passione non sempre diffusi tra gli insegnanti. Trova utile lo strumento della proiezione di un film per suscitare maggiore interesse e sviluppare ulteriormente la conoscenza di questo pezzo di storia che dovrebbe essere testimoniata da chi l'ha vissuta e subita, non raccontata da chi potrebbe avere interesse a deformarne i contenuti alterando la realtà per pregiudizi politici di parte.
Domenico FURGIUELE (Lega) sottoscrive la risoluzione e apprezza la condivisione unanime che emerge dal dibattito, che segna una marcata differenza rispetto a quanto avvenuto nei cinquant'anni successivi agli eventi. Ricorda l'alto numero di profughi che hanno trovato rifugio nelle città del Sud, come testimoniano le tante lapidi che costellano i cimiteri meridionali. Dopo aver sottolineato le responsabilità politiche che hanno spinto a tacere la verità, invita a ridare giustizia ai fatti partendo proprio dalla scuola e dalla toponomastica con una ricostruzione storica autentica, anche se impopolare.
Giorgia LATINI (Lega) sottoscrive la risoluzione, condividendo tutte le considerazioni espresse dai colleghi della Commissione. Sottolinea quindi l'ampia condivisione Pag. 99che si riesce a raggiungere in VII Commissione quando si affrontano temi importanti come quello della risoluzione in esame.
Federico MOLLICONE (FdI) reputa altamente nobile il consenso raggiunto tra tutti i colleghi, su un tema che, invece, ha conosciuto fasi alterne da quando è stata istituita la Giornata del Ricordo. Reputa necessario che, come comunità nazionale, si giunga ad un'unità della memoria per ricordare tutti gli atti di violenza terroristica e massiccia – compresi quelli degli anni di piombo – al di là dei contesti storico-politici, com’è nello spirito della risoluzione in discussione.
Vittoria CASA (M5S) sottolinea l'importanza di salvaguardare l'autonomia scolastica e la libertà di insegnamento nelle celebrazioni legate al «Giorno del ricordo» istituito dalla legge n. 92 del 2004. A suo avviso le tematiche legate ai massacri delle foibe – come alla Shoah – vanno portate avanti attraverso linguaggi e strumenti scelti dal personale scolastico preposto.
Rosa Maria DI GIORGI (PD) ritiene giusto e opportuno approvare la risoluzione in esame, senza tuttavia che nessuno se ne appropri, e anzi in spirito di condivisione proprio come avvenne nel dibattito sulla legge n. 92 del 2004, considerata, infatti, una legge bipartisan. Sottolinea che non esiste più alcuna forma di negazionismo da parte del suo schieramento politico e che la memoria e la storia costituiscono un patrimonio di tutti, che va fatto vivere.
Il viceministro Lorenzo FIORAMONTI, dopo aver ricordato che il Ministero ha già emanato una circolare l'8 febbraio del 2018 e che le istituzioni scolastiche godono di autonomia, esprime il parere favorevole del Governo sulla risoluzione, a condizione che la parte dispositiva sia riformulata nei termini riportati in allegato (vedi allegato).
Paola FRASSINETTI (FdI) accoglie le modifiche proposte dal Governo e ringrazia tutti i colleghi della Commissione per il dibattito costruttivo e per il sostegno. Sottolinea che l'autonomia scolastica è importante, ma deve essere esercitata in modo critico: nel caso di specie, occorre che il racconto dei massacri delle foibe sia portato nelle scuole dai testimoni, o almeno da storici, e non da figure dai contorni imprecisati e prive di titolo per parlare, che raccontano i fatti in modo distorto e tendenzioso. Osserva che ciò in qualche caso è avvenuto in passato, il che indica che la circolare non è stata sufficiente e che occorre dare alle scuola indirizzi più chiari.
Anna ASCANI (PD), intervenendo per dichiarazione di voto, esprime l'avviso che i colleghi già intervenuti abbiano espresso chiaramente le ragioni del voto favorevole del suo gruppo e si dichiara felice di constatare che è possibile convogliare le diverse posizioni su obiettivi comuni per raggiungere risultati condivisi da maggioranza e opposizione.
Paolo LATTANZIO (M5S) dichiara il voto favorevole del Movimento 5 Stelle, che sottoscrive una risoluzione che offre spunti importanti per la riconciliazione nazionale. Ritiene infatti indispensabile partire dalla costruzione di una condivisa e storicamente fondata narrazione del passato, e auspica che questo serva di impulso per avviare un ragionamento anche su quello che accadde nei cosiddetti «anni di piombo».
Antonio PALMIERI (FI) annuncia il voto favorevole di Forza Italia, ribadendo che la risoluzione è coerente con la legge n. 92 del 2004, approvata sotto l'ultimo Governo Berlusconi.
La Commissione approva la risoluzione in titolo nel nuovo testo (vedi allegato).
La seduta termina alle 15.15.
Pag. 100SEDE REFERENTE
Mercoledì 23 gennaio 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene il viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Lorenzo Fioramonti.
La seduta comincia alle 15.15.
Modifica all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e disposizioni concernenti la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado.
C. 877 Azzolina.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 16 gennaio 2018.
Virginia VILLANI (M5S) ricorda che in occasione dell'esame alla Camera della proposta di legge n. 1066, recante misure per contrastare le condotte di maltrattamento o di abuso negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia, ha presentato un ordine del giorno inteso alla riduzione del numero degli alunni nelle classi, nella convinzione che l'eccessivo affollamento delle stesse causi, oltre al resto, problemi di gestione e tenuta degli alunni da parte degli insegnanti, sottraendo energie e tempo all'insegnamento. Rileva quindi che la proposta in esame va esattamente nella stessa direzione, perché parte dalla difficoltà di gestire classi troppo numerose. Ritiene che quello delle cosiddette «classi pollaio» non sia un problema da minimizzare e che sia sbagliato considerarlo circoscritto alle sole scuole del Mezzogiorno. La riduzione del numero degli alunni nelle singole classi è finalizzata a garantire maggiore qualità della formazione e più alti standard di sicurezza nelle scuole. Non comprendendo il senso degli interventi contrari al provvedimento, che non hanno senso se davvero si ambisce a realizzare una scuola di qualità, auspica che il dibattito possa proseguire con lo stesso spirito di convergenza che ha animato quello testé conclusosi sulla risoluzione Frassinetti.
Antonio PALMIERI (FI) sottolinea che l'intervento della deputata Aprea nella seduta del 16 gennaio era volto ad esprimere perplessità sull'effettiva realizzabilità dell'intervento normativo, che ha un forte impatto finanziario sui saldi di bilancio. Evidenzia il rischio che l’iter parlamentare finisca per arenarsi a causa della mancanza di risorse e delle relative coperture finanziarie. Invita quindi a fare ogni opportuna valutazione e a chiarire quale sia l'impatto finanziario del provvedimento sulla base di dati concreti e ufficiali forniti dal Governo in merito all'effettiva consistenza numerica delle classi sovraffollate, e non di dati dedotti da esperienze personali e soggettive. Reputa inoltre opportuna una verifica degli effetti prodotti dalla norma del decreto-legge 112 del 2008, soprattutto per capire la situazione attuale di affollamento delle classi scolastiche.
Lucia CIAMPI (PD) concorda sull'opportunità di effettuare un monitoraggio degli effetti prodotti dalla riforma del 2008 sul numero di alunni per classe, ritenendo che, anche qualora la percentuale di classi sovraffollate fosse solo dello 0,34 per cento, come sostenuto da alcuni osservatori dei fatti della scuola, potrebbe comunque essere opportuno intervenire. Ricorda, però, che una modifica del rapporto alunni/docente comporterebbe inevitabilmente la necessità di adeguamento delle strutture scolastiche e dell'organico sia di docenti sia di personale ATA. Condivide l'obiettivo della proposta di legge, peraltro presente anche nella legge n. 107 del 2015, ma ritiene che vadano adeguate proporzionalmente le risorse finanziarie, umane e strumentali. Chi governa non deve limitarsi ad Pag. 101auspicare una soluzione, ma deve anche essere realistico e comprendere i limiti in cui opera, a cominciare dal vincolo di bilancio. Conclude, ricordando che gli interventi sulla consistenza degli organici delle istituzioni scolastiche devono essere discussi e concordati con le regioni.
Federico MOLLICONE (FdI) dichiara di condividere la finalità della proposta di legge, perché il problema della composizione delle classi è reale e non consiste nel solo sovraffollamento, esistendo altri fattori che ostacolano la didattica, tra cui il problema dell'integrazione degli stranieri. Sottolinea, in proposito, che nelle grandi città i docenti devono spesso confrontarsi con un numero di studenti stranieri elevato, il che implica difficoltà oggettive nello svolgimento delle lezioni, atteso che si tratta di alunni che conoscono poco l'italiano. Gli ostacoli legati alla comprensione della lingua da parte degli alunni stranieri, in alcuni casi presenti nelle classi in numero superiore a quello degli italiani, provocano a volte un vero e proprio «blocco didattico» in danno degli studenti di lingua italiana. Conclude, sottolineando l'aspetto della sicurezza dell'edilizia scolastica e l'urgenza di provvedere alla realizzazione di interventi in funzione antisismica nelle scuole.
Vittoria CASA (M5S), relatrice, premesso che il dibattito è appena iniziato e che quello in discussione non è un testo chiuso, che la sua parte politica non intenda cioè modificare per migliorarlo alla luce delle proposte che verranno auspicabilmente anche dall'opposizione, invita i colleghi a collaborare per costruirne insieme il contenuto, precisando che gli oneri finanziari potranno essere spostati sull'anno finanziario 2020, al fine di evitare un impatto sul bilancio in corso.
Evidenzia che si tratta di una proposta di legge che tiene conto degli aspetti afferenti all'inclusione e alla dispersione scolastica e rimarca che la questione del sovraffollamento delle classi è tra quelle comprese nel contratto di Governo.
Ai fini del prosieguo dell'esame chiede al Governo di fornire dati dettagliati, a livello sia nazionale, sia di singole regioni, con esposizione disaggregata per tipologia di scuola – dell'infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado – relativi al numero, nell'anno scolastico in corso, nelle scuole statali, rispettivamente, degli alunni e dei docenti, e al relativo rapporto (dato medio e valori minimo e massimo); al numero delle classi con alunni disabili e studenti superiori a 20 per classe, al numero delle classi della scuola dell'infanzia con un numero di alunni rispettivamente: inferiore a 18, compreso tra 18 e 22, compreso tra 23 e 26, superiore a 26; al numero delle classi della scuola primaria con un numero di alunni rispettivamente: inferiore a 15, compreso tra 15 e 21, compreso tra 22 e 26, superiore a 26; al numero delle classi della scuola secondaria di primo grado con un numero di alunni rispettivamente: inferiore a 18, compreso tra 18 e 22, compreso tra 23 e 27, superiore a 27; al numero delle classi della scuola secondaria di secondo grado con un numero di alunni rispettivamente: inferiore a 25, compreso tra 25 e 30, superiore a 30.
Preannuncia quindi che intende proporre alla Commissione, quando sarà il momento, di svolgere audizioni per ascoltare le voci della scuola e realizzare un'ampia e approfondita istruttoria.
Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) domanda se i dati pubblicati online da «Tuttoscuola» non possano essere considerati una base di partenza sufficiente per iniziare l'esame.
Vittoria CASA (M5S), relatrice, esprime l'avviso che si tratti di dati troppo aggregati per poter essere utilizzati.
Luigi GALLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
Pag. 102Norme in materia di accesso ai corsi universitari.
C. 334 Rampelli, C. 542 Bruno Bossio, C. 612 Consiglio regionale del Veneto, C. 812 D'Uva, C. 1162 Tiramani, C. 1301 Meloni e C. 1342 Aprea.
(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge C. 1414 Ascani).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 dicembre 2018.
Luigi GALLO, presidente, avverte che è stata assegnata alla Commissione la proposta di legge C. 1414 Ascani. Vertendo la suddetta proposta su identica materia, comunica di averne disposto l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 2, del regolamento, ai progetti di legge in titolo.
Manuel TUZI (M5S), relatore, ad integrazione delle relazioni già svolte per l'esame in sede referente delle proposte di legge assegnate alla Commissione in materia di accesso ai corsi universitari, riferisce sulla proposta 1414 Ascani e altri. Evidenzia che essa si basa sul presupposto della necessità di mantenere un numero programmato di accessi ai corsi di laurea in medicina e chirurgia al fine di assicurare un'elevata qualità della formazione e dei servizi offerti dall'università, oltre all'adeguamento del numero dei laureati alle effettive esigenze del Servizio sanitario nazionale. Infatti secondo i presentatori della proposta – come emerge dalla relazione di accompagnamento – l'accesso libero determinerebbe la presenza di un numero di immatricolati impossibile da gestire per il sistema universitario italiano in termini di spazi fisici, docenti, lavoratori e formazione professionale. Il provvedimento si compone di 5 articoli. L'articolo 1 prevede che, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, le università siano autorizzate a incrementare, nel limite del 10 per cento, il numero dei posti disponibili, definito annualmente con decreto del MIUR, per le immatricolazioni degli studenti stranieri al corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia. L'articolo 2 introduce, a decorrere dall'anno scolastico 2019-2020, corsi di orientamento con frequenza obbligatoria nell'ultimo anno di scuola secondaria di secondo grado, con uno stage presso gli ospedali per l'orientamento per le facoltà mediche, demandando ad un decreto del MIUR la definizione dei relativi contenuti e modalità di svolgimento. Vengono previsti, inoltre, corsi annuali con frequentazione obbligatoria organizzati dagli atenei, finalizzati alla preparazione alle prove selettive nazionali per i corsi di laurea in medicina e chirurgia, in medicina veterinaria, in odontoiatria e protesi dentaria, in architettura, per i corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie, nonché per i corsi di diploma universitario di primo livello di formazione del personale sanitario infermieristico, tecnico e della riabilitazione, per i corsi di laurea in scienza della formazione primaria e per le scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario. L'articolo 3 dispone un'autorizzazione di spesa di 150 milioni di euro dal 2019 per l'adeguamento dell'edilizia universitaria al maggior numero di studenti iscritti. La relazione illustrativa della proposta sottolinea che il rischio di riduzione di medici specialisti nel Servizio sanitario nazionale è da collegarsi allo scarso numero di borse di studio o di contratti di formazione specialistica previsti ogni anno (circa 6.000 contratti a fronte di 10.000 laureati). Per l'aumento del numero dei contratti di formazione specialistica dei medici l'articolo 4 della proposta in esame dispone un incremento di spesa pari a 22,5 milioni di euro per l'anno 2019, 45 milioni per l'anno 2020, 68,4 milioni per l'anno 2021, 91,8 milioni per l'anno 2022 e 100 milioni annui a decorrere dall'anno 2023. L'articolo 5 reca infine la copertura finanziaria del provvedimento.
Anna ASCANI (PD) evidenzia che la proposta è volta ad aumentare il numero minimo di accessi, pur nel rispetto della programmazione del numero, che comunque resta necessaria per evitare l'ingolfamento Pag. 103delle aule e il deterioramento della qualità didattica.
Ritiene, inoltre, che il numero degli accessi debba essere diversificato. Ricorda che la sua proposta reca anche disposizioni in materia di edilizia universitaria, essendo questo tema strettamente connesso a quello del numero di studenti ammessi ai corsi.
Illustra quindi le disposizioni della proposta in materia di orientamento alla scelta per gli studenti dell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado e di orientamento allo svolgimento dei test di ammissione. Ricorda che la materia richiede una programmazione in accordo con le regioni, auspicando quindi che una rappresentanza dei presidenti di regione possa essere ascoltata nell'ambito del ciclo di audizioni che la Commissione sta svolgendo. Si augura che gli spunti contenuti nella proposta di legge di cui è prima firmataria possano essere d'aiuto nel dibattito e valutati con attenzione dalla maggioranza, trattandosi di suggerimenti di buon senso in favore degli studenti, delle università e del Paese.
Luigi GALLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.50.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.
Pag. 104