CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 ottobre 2018
80.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO

7-00021 Rizzetto, 7-00066 Serracchiani e 7-00076 Polverini: Iniziative normative urgenti per attuare il nono e definitivo intervento di salvaguardia in favore dei lavoratori cosiddetti «esodati».

PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI PRESENTATA DAL DEPUTATO RIZZETTO

  La XI Commissione,
   premesso che:
    in materia pensionistica è prioritario concludere il percorso delle salvaguardie attuato con diversi provvedimenti legislativi, a partire dall'anno 2012, al fine di tutelare le lavoratrici e i lavoratori che sono stati condannati a un fenomeno velocemente assurto agli onori della cronaca con il nome di «esodati»: persone che hanno sottoscritto accordi per uscire dal mondo del lavoro facendo affidamento sui criteri pensionistici ante legge 28 giugno 2012, n. 92, cosiddetta «legge Fornero» e che, pertanto, con la modifica dei criteri per il riconoscimento del diritto alla pensione, dopo decenni di lavoro, si sono ritrovate a non essere più occupate e, imprevedibilmente, a non poter ancora accedere alla pensione;
    al riguardo, come è noto, la gravissima congiuntura economico-finanziaria in cui versava il Paese, indusse l'allora Governo Monti a varare una ingente manovra finanziaria incentrata, tra l'altro, su una drastica operazione di innalzamento dell'età pensionistica e sull'abolizione delle pensioni di anzianità. Una decisione che, sin dal suo esordio, evidenziò notevoli problemi attuativi su numerosi processi di ristrutturazioni aziendali e sui percorsi di vita lavorativa costruiti sul previgente regime pensionistico. Difatti, le problematiche e la destrutturazione del sistema previdenziale e occupazionale vennero individuate e sollevate già in fase di esame della richiamata legge. Basti pensare che sin dai primi mesi di vigenza delle disposizioni approvate a fine 2011, e poi nel corso dei sette anni successivi, il legislatore è dovuto intervenire ben otto volte per provvedere con interventi di urgenza a salvaguardare i soggetti interessati dalla riforma «Fornero» ed esclusi dal pensionamento;
    nello specifico, il lungo e complesso lavoro normativo per risolvere il fenomeno degli esodati ha portato al varo di ben otto salvaguardie attraverso le disposizioni normative contenute nel decreto-legge n. 216 del 2011, cosiddetto «mille proroghe» 2012, nel decreto-legge n. 95 del 2011, cosiddetto «spending review», nella legge n. 228 del 2012 cosiddetta «stabilità 2013», nel decreto-legge n. 102 del 2013 e poi ancora nella legge n. 147 del 2013, cosiddetta «stabilità 2014», e ancora nella legge ad hoc n. 147 del 2014, nella legge n. 208 del 2015 cosiddetta «stabilità 2016» e, in ultimo, nella legge di bilancio 2017 (legge n. 232 del 2016);
    le salvaguardie hanno interessato complessivamente poco più di 142.000 lavoratori che si sono visti accolta la richiesta di pensionamento sulla base delle regole previgenti alla riforma Fornero, su un totale teorico di oltre 203.000 lavoratori stimati come aventi diritto. Uno scostamento significativo che ha comportato ingenti risparmi di spesa, basti pensare che rispetto alla platea di 30.700 unità prevista dall'ottava salvaguardia, è stato riconosciuto il diritto al trattamento pensionistico Pag. 153solo a meno della metà dei richiedenti;
    le otto manovre di salvaguardia fin ad oggi introdotte, non sono state sufficienti, poiché hanno escluso circa seimila «esodati», che, per varie ragioni, non hanno potuto godere di tale opportunità. Tra queste persone, vi rientrano altresì alcune centinaia di ex lavoratrici postali che hanno lasciato il lavoro con un incentivo all'esodo facendo affidamento sul riconoscimento del diritto all'assegno pensionistico entro pochi anni e che, a causa della progressione della speranza di vita, non sono rientrate negli interventi di salvaguardia spesso per soli pochi mesi;
    si ritiene, quindi, prioritario e urgente procedere alla nona salvaguardia per consentire l'accesso all'assegno pensionistico alla platea di uomini e donne in questione, che stanno vivendo una condizione di grande disagio sociale, poiché rimasti da anni senza un reddito;
    si tratta di un provvedimento anche di giustizia sociale nei confronti di queste persone, che a parità di diritto rispetto a quelle già salvaguardate, non hanno potuto beneficiare delle precedenti manovre di salvaguardia a causa di discriminanti criteri e paletti temporali posti come condizioni per l'accesso;
    tale intervento normativo, pertanto, dovrà essere definitivo e escludere parametri o limiti temporali che comportino un'irragionevole esclusione degli aventi diritto, considerando, tra l'altro, che le risorse finanziarie per coprire la manovra esistono e avanzano anche dalle precedenti salvaguardie, che, come predetto, hanno interessato un numero molto inferiore a quello previsto; ciò è anche confermato dai report riepilogativi dell'Istituto nazionale della previdenza sociale;
    nonostante lo sforzo per la riduzione del danno, non si è riusciti a concludere definitivamente il processo di salvaguardia di tutti i soggetti interessati. Rimangono ancora esclusi circa seimila lavoratori che, per varie ragioni, non hanno potuto godere di tale opportunità. In primis ci sono alcune centinaia di ex lavoratrici postali che hanno lasciato il lavoro con un incentivo all'esodo contando di traguardare la pensione entro pochi anni e che, a causa della progressione della speranza di vita, sono rimaste beffate spesso per pochi mesi. Altrettanto significativo ed urgente è il caso dei macchinisti ferroviari i quali, come anche sancito da una recente sentenza della Corte dei conti, si sono visti negare l'accesso al regime previgente alla riforma del dicembre 2011, in ragione di un evidente errore materiale della disposizione di cui all'articolo 24, comma 18, del citato decreto-legge n. 201 del 2011, nonostante le reiterate segnalazioni ed iniziative parlamentari della passata legislatura volte a porre rimedio a tale errore materiale ed alla altrettanto erronea applicazione da parte dell'ente previdenziale;
    dai dati forniti dall'Inps emerge che per salvaguardare le circa seimila persone interessate, in base ai criteri adottati nell'ottava salvaguardia, si stima un costo totale per attuare la manovra di 329 milioni di euro, risorse finanziarie che, si ribadisce, esistono in bilancio e vanno destinate al riconoscimento dell'assegno previdenziale agli «esodati» ancora privi di tutele;
    si evidenzia che la sinora ipotizzata intenzione del Governo di reintrodurre il meccanismo delle quote, fissandone la soglia al valore di 100, sebbene tuttora non se ne conoscano approfonditamente gli elementi fondamentali, non può essere considerata un provvedimento risolutorio anche per tutti coloro che sono rimasti esclusi dalle otto salvaguardie ad oggi adottate;
    pertanto, previo confronto con le organizzazioni sindacali e i comitati di rappresentanza degli «esodati», risulta necessario e improcrastinabile adottare la misura di nona salvaguardia, per concludere questa annosa e indegna vicenda, caratterizzata da anni di bisogno e disagio sociale imposti a norma di legge a decine Pag. 154di migliaia di lavoratrici e lavoratori nel nostro Paese,

impegna il Governo:

   ad assumere tempestivamente, per quanto di competenza e previo approfondito confronto con le organizzazioni sindacali e i comitati di rappresentanza dei lavoratori «esodati», urgenti ed idonee iniziative normative per attuare la nona e definitiva salvaguardia dei circa seimila «esodati» rimasti esclusi dalle precedenti misure richiamate in premessa, garantendo l'accesso a tutti gli aventi diritto alla pensione;
   ad adottare ogni iniziativa affinché sia garantito che, ai fini della nona salvaguardia, non sia posto alcun criterio o limite temporale che determini l'esclusione di qualcuno e siano altresì esclusi margini interpretativi restrittivi che, per via amministrativa, possano inficiare il carattere di definitività della misura e mettere nuovamente a rischio l'accesso ai trattamenti pensionistici, come purtroppo avvenuto nelle precedenti manovre di salvaguardia.