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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (Vedi RS)

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

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  La seduta comincia alle 9,35.

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Missioni. (Vedi RS)

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Missioni.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto delle missioni.

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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bartolozzi, Daga, Giorgis e Occhionero sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

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Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno 2019. (Vedi RS)

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Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno 2019.

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(Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri) (Vedi RS)

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(Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri)

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  Interviene il Presidente del Consiglio dei ministri GIUSEPPE CONTE (Vedi RS).

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GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, gentili deputati, il prossimo Consiglio europeo assume una rilevanza particolare, giacché esso è il primo che si svolge nell’ambito della nuova legislatura europea. Subito dopo le elezioni per il Parlamento europeo, con gli omologhi degli altri Stati membri, ci siamo già riuniti martedì 28 maggio a Bruxelles in una cena di lavoro informale per compiere le prime valutazioni sull’esito del voto europeo e per ricercare un consenso sul metodo con cui giungere a decisioni rapide, auspicabilmente consensuali, in ordine alle nomine dei vertici istituzionali dell’Unione europea. Proprio quello delle nomine dei vertici istituzionali europei sarà il tema centrale che affronteremo al prossimo Consiglio europeo. Su di esso è in corso in Europa, sin dalle scorse settimane, un confronto sia a livello intergovernativo, tra Capi di Stato e di Governo e membri del Consiglio europeo, sia parlamentare, nell’ambito dei gruppi politici del Parlamento europeo. È di fondamentale importanza che, da tale confronto, emerga da parte delle istituzioni europee un segnale ai cittadini circa le capacità di tenere conto della domanda di cambiamento emersa dal voto del 26 maggio in tutto il continente, seppure espressa in forme differenti. L’Unione europea deve riuscire a decidere non solo da chi ma anche in quale direzione essere guidata e queste decisioni devono essere equilibrate e devono essere efficaci. Devono infatti essere rispettati più che mai in questa legislatura, con un Parlamento europeo più frammentato, i criteri di equilibrio geografico, politico, di dimensione degli Stati membri, di genere.

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(Discussione) (Vedi RS)

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(Discussione)

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  Intervengono i deputati FRANCESCO D'UVA (M5S) (Vedi RS) e MARIASTELLA GELMINI (FI) (Vedi RS).

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FRANCESCO D'UVA (M5S). Grazie, Presidente. Il Consiglio europeo del 20 e del 21 giugno è molto importante, è il primo con il nuovo assetto delle istituzioni europee, dopo le elezioni appena passate. Si andranno a decidere i membri della Commissione europea, tra qualche mese si dovrà parlare anche della presidenza della BCE e dovrà essere adottata l’Agenda strategica dell’Unione Europea per il 2019-2024. A tutto questo si affianca quello che è su tutte le cronache e su tutti i giornali, ovvero la procedura d’infrazione per il nostro Paese, per l’Italia, dovuta a un rapporto debito/PIL eccessivo relativo all’anno 2018. Ora, storicamente l’Italia ha sempre avuto un rapporto debito/PIL molto alto; in tal caso parliamo del 2018, in cui non abbiamo nemmeno fatto la legge di bilancio, perché ancora c’è la legge di bilancio precedente.

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MARIASTELLA GELMINI (FI). Signor Presidente del Consiglio, lei oggi ha sfoderato un elenco di buoni propositi, di buone intenzioni, di auspici, ma non ha indicato la direzione: sarà un nostro limite, ma noi non abbiamo capito quali saranno gli argomenti che lei utilizzerà per ottenere maggiore flessibilità e soprattutto per scongiurare la procedura di infrazione. Non ci meraviglia questo disinteresse nei confronti dell’Europa, perché proprio l’altro ieri abbiamo raggiunto i primi cento giorni senza che il suo Esecutivo abbia indicato un Ministro degli affari europei (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E anche se avessimo voluto dimenticare questo piccolo dettaglio, ci ha pensato il professor Savona a ricordarcelo, affermando che l’Italia potrebbe addirittura aumentare il proprio debito fino al 200 per cento del PIL. Anche questa è un’affermazione singolare, che forse nasconde l’idea di una patrimoniale, certamente non credo che l’aiuti nel negoziato europeo. Fatto sta che il prossimo Consiglio - su questo lei ha ragione - è di decisiva importanza per il futuro dell’Europa ma anche dell’Italia. Si apre infatti la partita dei vertici delle istituzioni europee - nomine, per l’appunto -, ma stavolta non potrete cavarvela con le vostre alchimie spartitorie. E tutto ciò accade - non sfugge a nessuno - in un’Europa dopo il trauma della Brexit, dove l’importanza di avviare una riforma della nostra casa comune noi l’abbiamo ben chiara, così come non sfugge agli italiani il valore di ottenere nella Commissione un ruolo economico finalmente di rilievo che consenta la tutela dei nostri interessi nazionali. A questo appuntamento decisivo, però, il nostro Paese arriva con non poche difficoltà: il suo Governo ci ha portato alle soglie di una procedura di infrazione per eccesso di debito, non abbiamo cioè le carte in regola per pretendere alcunché, e la nostra voce purtroppo rischia di essere debole, siamo infatti isolati e sotto scacco. E mentre lei ci parla e scrive lettere di buoni propositi, rischiamo il commissariamento del Paese, sarà cioè l’Europa a dire a lei e agli italiani come si governano le finanze pubbliche. È un risultato che tutti noi vorremmo francamente evitare, perché gli italiani non lo meritano, ma, Presidente, in Europa ci si va con alle spalle un Governo coeso, un Parlamento unito e un Paese consapevole, mentre lei, con il suo Esecutivo, è riuscito nel compito non semplice di fallire tutti e tre questi obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ci sono più linee di Governo nel suo Esecutivo di quanti siano i partiti che compongono la maggioranza, perché alle posizioni divergenti di Lega e Cinquestelle si è aggiunta anche la componente responsabile o tecnica che fa capo a lei e al Ministro Tria. Ma lei, Presidente, con quale lingua parlerà in Europa? Con quella del professor Bagnai, che ha sostenuto in diretta TV che l’Europa adotta con noi metodi mafiosi? Oppure si presenterà con la suadente capacità di persuasione che ha sfoderato per convincere Angela Merkel che poteva tenere a bada i suoi due Vicepremier? O sosterà invece che le tasse si possono ridurre in deficit, contraddicendo il Ministro Tria? Presidente, l’Europa ci sta presentando il conto di questo anno di Governo, e non solo per la disastrosa politica economica. Però ricordiamoli questi brillanti risultati economici: avete impegnato in deficit una montagna di soldi solo per mantenere le promesse elettorali, reddito di cittadinanza e “quota cento”, avete tagliato gli investimenti, aumentato le tasse, avete corretto in corsa a tutte le previsioni di crescita, tant’è che ora vi tocca ammettere che i gufi avevano ragione, che avremo una crescita lillipuziana. Le vostre previsioni finora hanno avuto la stessa attendibilità di quelle del mago Otelma, e vorreste adesso convincere i nostri partner europei che avete ragione perché avete sbagliato le previsioni, cioè che proprio quelle due misure simbolo, che dovevano cambiare i destini del Paese abolendo la povertà e consentendo a quante più persone possibili di trascorrere una vita in vacanza, sono in parte fallite e dunque otterrete dei risparmi significativi pari a 3 miliardi di euro? Io non so se questo sarà sufficiente a scongiurare la procedura di infrazione, francamente a Bruxelles sembrano intenzionati a prendere sul serio solo le norme e non le vostre previsioni. L’Europa chiede certezze, ma certezze le chiedono soprattutto gli italiani. Ci sono un po’ di buchi neri nella vostra narrazione: dovreste spiegare, ad esempio, come sia possibile utilizzare i risparmi del reddito di cittadinanza - da un lato, per aiutare le famiglie, bocciando poi gli emendamenti nel “decreto crescita”, e allo stesso tempo ridurre il debito - o come si intendano sterilizzare le clausole di salvaguardia evitando l’aumento dell’IVA. Dove li trovate questi soldi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? E poi parlate di salario minimo, che è uno specchietto per le allodole, dimenticando il taglio del costo del lavoro, che è l’unico modo per aumentare gli stipendi (All’ingresso in aula del deputato Deidda, applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d’Italia).

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 10,30)

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  Intervengono altresì i deputati RICCARDO MOLINARI (LEGA) (Vedi RS), MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI) (Vedi RS), STEFANO FASSINA (LEU) (Vedi RS), MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.) (Vedi RS), AUGUSTA MONTARULI (FDI) (Vedi RS), PIERO DE LUCA (PD) (Vedi RS), ALEX BAZZARO (LEGA) (Vedi RS), CRISTINA ROSSELLO (FI) (Vedi RS), ROSSELLA MURONI (LEU) (Vedi RS), LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) (Vedi RS), FABIO RAMPELLI (FDI) (Vedi RS) e GUIDO GERMANO PETTARIN (FI) (Vedi RS).

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RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, noi abbiamo ascoltato con interesse la sua relazione e condividiamo molte delle cose che lei ha detto, soprattutto, partiamo dall’importanza di questo vertice, un vertice che è importante per tutta una serie di motivazioni; come ha giustamente ricordato lei, è il primo vertice europeo dopo le elezioni, come lei ha ricordato, ci sono all’ordine del giorno temi molto importanti che dovranno essere discussi e che sono oggetto del dibattito che svolgiamo, oggi, in quest’Aula e, cosa sicuramente non secondaria, è un vertice che arriva nel momento in cui il nostro Paese sta avviando un’interlocuzione con la Commissione europea per evitare la procedura di infrazione.

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MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, non avendo lo stesso tempo del collega Molinari, né avendo la presunzione di prendere l’ovazione che lui ha preso, il nostro gruppo vuole darle due messaggi molto sintetici ma - crediamo, in tutta serietà e responsabilità - molto importanti. Il primo: ha ragione lei a dire che il prossimo Consiglio europeo è importantissimo; è il Consiglio europeo della nuova Europa; è il Consiglio europeo del nuovo inizio. In gioco c’è l’interesse dell’Europa, del futuro dell’Europa ma c’è anche l’interesse e il ruolo del nostro Paese. Il primo messaggio - uso il condizionale perché sempre bisogna avere questo auspicio - è che in questo momento - alcuni tratti del suo discorso lo hanno sottolineato - lei, in questo nuovo inizio, andrà a rappresentare non il contratto degli italiani, non la legittima maggioranza che ha preso il 50,1 per cento dei consensi in Italia, come ha sottolineato il collega Molinari, ma rappresenterà tutta l’Italia, il presente e il futuro dell’Italia. Da questo punto di vista lo sforzo della maggioranza e del Governo in questa occasione dovrebbe essere di avere e portarsi il consenso di tutto il Paese, il consenso rappresentato dall’intero Parlamento.

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STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, Presidente Conte, non voglio insistere sul taglio delle sue comunicazioni, sul lungo elenco di punti all’ordine del giorno che ha esposto a quest’Aula, e sugli auspici generici e diplomaticamente corretti; né voglio soffermarmi sulle evidenti contraddizioni politiche del Governo che lei presiede. Vorrei provare in pochi minuti a fare quello che ciascuno di noi dovrebbe fare in quest’Aula: interpretare l’interesse nazionale in un passaggio così rilevante per l’Unione europea e per il nostro Paese. Mi concentro su due punti: il ciclo istituzionale e la revisione delle regole, ambito nel qual vorrei inserire anche il punto che riguarda la cosiddetta procedura di infrazione; la collega Muroni poi affronterà il punto sui cambiamenti climatici.

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MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, il prossimo Consiglio europeo sarà particolarmente importante non solo per delineare il futuro profilo politico dell’Unione, ma anche per l’Italia, per il Governo, per gli equilibri parlamentari, per l’economia, e quindi per le imprese, i lavoratori e i cittadini.

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AUGUSTA MONTARULI (FDI). Signor Presidente del Consiglio, colleghi, abbiamo sentito con estrema attenzione il suo discorso, Presidente, e, in effetti, concordiamo che questo sia un momento particolarmente cruciale e importante. La sua presenza al prossimo Consiglio sarà certamente dirimente perché avverranno fatti importanti: siamo finalmente al rinnovo delle cosiddette “nomine” e, finalmente, dopo tanto barcollare degli Juncker di turno, potremo riesprimerci e incidere su chi saranno i nostri rappresentanti. Soprattutto ci fa piacere sentire dalle sue parole la volontà da parte dell’Italia di rivendicare un commissario economico che è necessario, necessario per la nostra nazione perché è proprio sull’economia che quest’Europa ci vuole soggiogare, necessario perché è proprio sul tema dell’economia che la vecchia nomenclatura ci sta minacciando. Mi dispiace, però, che lei, Presidente, abbia dedicato più minuti agli attacchi cibernetici che all’attacco che oggi l’Italia sta soffrendo, che è quello della minaccia della procedura d’infrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia), che è il vero tema del Consiglio europeo prossimo. Quello è il vero attacco che l’Italia subisce e non è casuale il tempo con cui è arrivata la lettera di richiamo, perché è arrivata nel momento in cui noi sovranisti abbiamo vinto, in cui finalmente il popolo italiano ha potuto esprimersi in maniera netta nei confronti dell’Europa, tirarle le orecchie e dirle che la politica economica che aveva intrapreso e che ha intrapreso fino a oggi è una politica fallimentare, dalla quale non possiamo ricevere nessun tipo di lezione. E, allora, con questa letterina con cui ci minacciano l’infrazione, cercano di rimettere la testa degli italiani sotto la sabbia, di soggiocarci e di metterci ancora una volta su un piano secondario, dimenticando che l’Italia è uno dei principali contribuenti di questa Europa e che riceve dall’Europa meno di quello che dà. Allora, è su quello che noi attendiamo delle risposte da lei e dal Governo tutto, compresi gli assenti.

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PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Il prossimo Consiglio europeo esaminerà importanti questioni inerenti il futuro dell’Unione, in particolare l’assetto istituzionale europeo, la nuova agenda strategica, il quadro finanziario pluriennale, l’assetto delle relazioni esterne e la riforma dell’Unione economica e monetaria. A tutti questi appuntamenti il Governo arriva, però, per l’ennesima volta, totalmente impreparato, diviso al proprio interno e in una posizione di preoccupante isolamento politico. Noi oggi siamo profondamente delusi perché dal Presidente del Consiglio Conte non abbiamo ricevuto una parola chiara sulla linea politica che questo Governo assumerà nel prossimo vertice europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). L’unica linea l’abbiamo ascoltata al capogruppo della Lega, Molinari, e questo ci preoccupa perché, al netto della vostra retorica sovranista, la realtà è profondamente chiara e incontestabile: questo è il Governo italiano più debole e inconsistente che la storia del nostro Paese abbia mai conosciuto in Europa e questo è il dato reale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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ALEX BAZZARO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, siamo alla vigilia di un summit europeo che sarà un crocevia fondamentale per il percorso che il nostro continente seguirà negli anni futuri. Per questo riteniamo che, oltre i temi in agenda, sia necessaria una doverosa riflessione politica in quest’Aula, ma, soprattutto, ai vertici dell’attuale Commissione europea.

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CRISTINA ROSSELLO (FI). Signor Presidente, alle decisioni che dovrà prendere il Consiglio europeo il nostro Paese si presenta come un osservato speciale: il Governo italiano si presenterà, infatti, mentre ancora sta trattando per scongiurare la procedura di infrazione per debito eccessivo. Indubbiamente, è una posizione debole per poter far valere le proprie posizioni, in particolare per quanto riguarda il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e di immigrazione.

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ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, io sono d’accordo con lei: bisognerebbe alzare lo sguardo, pensando all’Europa, e pensare soprattutto agli interessi e ai bisogni dei cittadini e non - lo ha detto lei - a un mero tornaconto elettorale. Allora, signor Presidente del Consiglio, mi spieghi perché nella sua relazione lei ha tenuto un tono e un atteggiamento burocratico, quasi notarile, quasi senz’anima.

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LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Presidente, noi abbiamo ascoltato da lei una relazione straordinariamente minuziosa, incredibilmente dettagliata e totalmente evasiva. Lei è venuto qui a leggerci l’ordine del giorno del Consiglio europeo dei prossimi giorni. Lei è venuto qui a descriverci le minuzie della negoziazione sul Meccanismo europeo di stabilità, ma non ci ha detto una parola su che cosa dirà lei, su qual è la sua posizione su questi temi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. La sua relazione è giudicata abbastanza deludente. Un antico imperatore romano diceva che ogni uomo vale quanto le cose che ricerca, e l’invito, anche per stimolarla ad essere all’altezza di questo epiteto, è di andare in Europa a rappresentare l’Italia, ma avendo coraggio anche delle proprie ambizioni, delle ambizioni di una maggioranza che avrebbe voluto fare carte quarantotto della vecchia eurocrazia tra le sue tante priorità dichiarate nella scorsa campagna elettorale ma neanche troppo scorsa (parliamo di un anno fa più o meno); dovrebbe cercare non di sbattere i pugni sul tavolo, troppo facile, ma almeno di mettere i puntini sulle “i”. La prima grande questione lei l’ha elusa clamorosamente direi, perché qui un po’ tutti eravamo in attesa che lei commentasse le note vicende legate alla procedura di infrazione che, per la prima volta, l’Europa sta intraprendendo nei confronti dell’Italia. Ha dedicato giusto uno spiraglio in conclusione, perché certo non poteva evitarselo, ma quella resta la madre di tutte le battaglie e mi pare che l’approccio da parte del Governo italiano, del Governo del cambiamento, del Governo del contratto rimanga sinistramente in perfetta continuità rispetto alle stagioni precedenti.

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GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, signor Presidente del Consiglio, in un quadro comunitario che non vede l’Italia essere ora particolarmente brillante, vi è però un tema che se fosse adeguatamente coltivato ci potrebbe riconoscere, forse, di nuovo, un ruolo centrale. È il tema, che lei ha citato però purtroppo quasi en passant, dell’allargamento, con una spinta decisa, che anzi sarebbe auspicabile fosse decisissima, alla ripresa accelerata dei negoziati per l’adesione dei Balcani occidentali.

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(Annunzio di risoluzioni) (Vedi RS)

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(Annunzio di risoluzioni)

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che sono state presentate risoluzioni.

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PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Fornaro n. 6-00075, Molinari e D’Uva n. 6-00076 (Nuova formulazione), Gelmini, Lupi ed altri n. 6-00077, De Luca ed altri n. 6-00078 e Lollobrigida ed altri n. 6 -00079. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l’allegato A).

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(Parere del Governo) (Vedi RS)

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(Parere del Governo)

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  Interviene il Presidente del Consiglio dei ministri GIUSEPPE CONTE (Vedi RS).

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GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Esprimo il parere sulla proposta di risoluzione di maggioranza. In particolare, su questa prendo atto dell’invito “ad avviare un dibattito nelle istituzioni europee” - è il punto nono, tra gli impegni che vengono sottoposti al Governo – “al fine di riformare i parametri di stabilità, prevedendo tra gli altri l’esclusione degli investimenti produttivi, inclusi quelli in capitale umano (…)”, e poi anche “(…) l’abolizione del riferimento al saldo strutturale (…)” “(…), al fine di sostenere crescita, lavoro e inclusione sociale (…)”. Qui mi permetto solo di avvertire che, forse più puntualmente, piuttosto che riformare il parametro di stabilità sarebbe più corretto “il Patto di stabilità e di crescita”; e per quanto riguarda l’abolizione del riferimento al saldo strutturale, suggerirei la “revisione”: una piccola sfumatura.

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(Dichiarazioni di voto) (Vedi RS)

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(Dichiarazioni di voto)

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  Intervengono i deputati BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD) (Vedi RS), ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI) (Vedi RS) FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI) (Vedi RS), DEBORAH BERGAMINI (FI) (Vedi RS), FRANCESCO BOCCIA (PD) (Vedi RS), FLAVIO DI MURO (LEGA) (Vedi RS), FILIPPO SCERRA (M5S) (Vedi RS) e CARLO FATUZZO (FI) (Vedi RS). (Il deputato Fatuzzo mostra la bandiera del Partito dei pensionati – gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente di rimuovere la bandiera – la PRESIDENTE (Vedi RS) richiama all'ordine il deputato Fatuzzo).

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BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, intanto che la maggioranza prenderà atto delle sue osservazioni, delle osservazioni sulla risoluzione, noi le diciamo che comunque non la voteremo. Il suo discorso al Parlamento oggi è stato formalmente e burocraticamente completo, ma politicamente e istituzionalmente evasivo e lacunoso, in sostanza vuoto. Lei ha pattinato sulle questioni insorte in queste settimane, ci ha parlato della domanda di cambiamento emerso dal voto europeo, come se l’Italia guidata dal suo Governo fosse protagonista del cambiamento, in realtà è emerso che il cambiamento per l’Italia fa rima con “isolamento”.

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ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi e membri del Governo, come è stato ben evidenziato dal Presidente Conte, il Consiglio europeo del 20 e 21 giugno verterà su temi importanti e, quindi, lo stesso Consiglio avrà un significato fondamentale sia per quanto riguarda le questioni economiche e di bilancio sia per quanto riguarda il tema delle nomine nella nuova fase che vivrà l’istituzione europea.

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FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, il suo intervento fotografa in maniera plastica i limiti della scelta del contratto di governo. Il suo è stato un intervento - ed è già stato ricordato - burocratico e attento alle procedure, quasi un elenco dell’ordine del giorno, ma è stato un intervento, con tutto il rispetto signor Presidente, privo di anima e privo di visione, perché anima e visione non hanno e non possono avere un contratto di governo siglato nel modo con cui è stato siglato lo scorso anno.

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FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, colleghi, Presidente del Consiglio, l’abbiamo ascoltata con la solita attenzione, che diventa ancora più importante nel momento in cui andiamo a capire quello che lei va a fare all’estero come rappresentante di questa nostra nazione. Certo, un rappresentante non eletto dal popolo, non indicato prima delle elezioni, un esponente di un Governo fatto da una maggioranza che aveva proposto politiche alternative al nostro popolo al momento delle elezioni del 4 marzo e che poi si è trovata a scegliere lei, che dice di non avere nemmeno votato i partiti che la compongono, anche per richiamare questo nuovo ruolo che cerca di ritagliarsi del tecnico che può superare eventualmente delle crisi momentanee di Governo e prestarsi a rappresentare una fase di transizione. Questo è quello che ci è parso di capire negli ultimi giorni, nel suo intervento televisivo nel quale puntualizzava che avrebbe preso in mano la situazione, ma che ci è parso di sentire confermato in quest’Aula dalla divaricazione importante che emerge tra il suo intervento e gli interventi delle forze di maggioranza.

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DEBORAH BERGAMINI (FI). Presidente Conte, nella sua relazione, evidentemente a base di valeriana, lei non ci ha detto proprio un bel niente. Non voglio essere irriverente, però, a un certo punto, ho pensato che lei volesse coscientemente far addormentare la Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), persino alcuni suoi Ministri hanno avuto dei segni di cedimento oggettivi che si sono visti chiaramente. È un peccato. Lei ha fatto il suo compitino burocratizzato, però, se lo slancio con cui si è presentato qui davanti alla Camera dei deputati sarà lo stesso che metterà domani e dopodomani al Consiglio europeo, le consiglio informalmente di non andarci proprio a Bruxelles, perché lei non farà altro che ottenere esattamente l’effetto opposto di quello che probabilmente si prefigge. È un peccato, perché lei indossa qui la maglietta del Governo del cambiamento. Allora, come mai ha perso l’opportunità, sedendo lì dove siede, di farlo un po’ di cambiamento, di sottrarsi alle liturgie solite del compitino svolto e di provare - magari anche senza ridacchiare mentre qualcuno parla - a cambiare proprio approccio e di venirci a dire quello che lei domani e dopodomani dirà ai suoi omologhi dei Paesi membri dell’Unione Europea? A dirci quello che farà, perché non credo che lei domani leggerà l’ordine del giorno del Consiglio europeo come ha fatto con noi. Credo che dovrà prendere posizione, eppure qui non ci ha detto veramente neanche una parola. Un peccato, perché il Consiglio europeo di domani e di dopodomani è un Consiglio europeo che segna l’apertura di una pagina nuova della storia dell’Europa, dove non si discuterà di piccoli dettagli ma si farà l’agenda strategica, l’agenda politica del prossimo quinquennio, dove si delineerà il quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea, dove soprattutto cominceranno a prendere forma i nuovi vertici delle istituzioni europee, e noi sappiamo quanto è importante - lo abbiamo imparato nell’ultimo quinquennio - avere qualcuno che rappresenti l’Italia ai massimi livelli. Lei si è limitato a dire che ci vuole un Commissario con un portafoglio economico importante: certo, assolutamente, condividiamo tutti, ma non serve a nulla un Commissario con un portafoglio economico importante se è isolato all’interno del Governo europeo, se esprime un Paese che non esprime una linea di politica economica. A cosa serve? Soltanto a mettersi una mostrina, ma di mostrine ne abbiamo già viste con l’onorevole Mogherini.

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FRANCESCO BOCCIA (PD). Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, abbiamo ascoltato con grande attenzione la sua relazione al Parlamento sul Consiglio europeo del 20 e del 21 giugno. Signor Presidente, ci saremmo aspettati uno scatto, ce lo saremmo aspettato da lei e per l’istruttoria fatta dal Ministro Moavero; siamo molto delusi perché, in un momento critico come quello che inevitabilmente le istituzioni comunitarie vivono, in un passaggio tra una legislatura e l’altra, dal Governo italiano, soprattutto alla vigilia di questo Consiglio, ci saremmo aspettati una valutazione oggettiva della condizione del nostro Paese. Invece, lei, signor Presidente del Consiglio, è venuto qui, in Aula, a leggerci una relazione burocratica, una relazione con la quale lei, oggi, ha decretato che l’unica strategia del Governo italiano è pattinare; ma non si pattina a Bruxelles e Strasburgo, signor Presidente, ci sono dei momenti in cui bisogna dire o “sì” o “no”, o si sta da una parte o si sta dall’altra, o si dicono cose chiare o, se non si dicono, di fatto, si fa una scelta.

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FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevole colleghe, mancano due giorni alla riunione del Consiglio europeo in cui i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri affronteranno un cospicuo numero di argomenti iscritti all’ordine del giorno. Sarà il primo Consiglio europeo dopo la tornata elettorale dello scorso maggio e segnerà l’inizio della partita per la definizione del nuovo assetto delle istituzioni europee soprattutto per quanto riguarda l’adozione della nuova Agenda strategica per l’Unione 2019-2024 e le nomine del prossimo ciclo istituzionale. Non è questa la sede per commentare i risultati delle ultime elezioni europee ma una cosa è certa: chi ha votato Lega, ovvero più di 9 milioni di italiani, ha voluto dare un segnale chiaro e preciso all’Europa e ha indicato la strada al Governo italiano. L’Italia vuole essere protagonista di una nuova Europa: l’Europa del buon senso. L’Italia deve giocare un ruolo centrale in questa fase, quale Paese fondatore dell’Unione europea, sia nella determinazione degli equilibri della nomina del nuovo Presidente della Commissione europea sia nell’attribuzione degli incarichi da commissario europeo. Il nuovo Parlamento europeo avrà un primo banco di prova con cui dovrà misurarsi, vale a dire la definitiva approvazione, d’accordo con il Consiglio europeo, del bilancio a lungo termine dell’Unione, il cosiddetto quadro finanziario pluriennale, con cui si decide non solo il contributo degli Stati membri al bilancio europeo ma soprattutto come saranno spese le risorse nei sette anni compresi tra il 2021 e il 2027.

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FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie Presidente e grazie al Presidente del Consiglio e ai membri del Governo. Il Consiglio europeo del 20 e 21 giugno è il primo dopo la tornata elettorale delle europee, e sarà un appuntamento molto importante per la definizione del nuovo assetto delle istituzioni dell’Unione europea. Chiediamo al Governo di continuare nell’interlocuzione volta ad avere il necessario sostegno alle candidature che saranno avanzate dall’Italia, in modo che la presenza italiana ai vertici dell’Unione europea sia adeguata al peso storico e politico del nostro Paese.

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CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, parlo a titolo personale, anche se eletto nelle file di Forza Italia-Berlusconi Presidente, e anche come membro dell’Unione europea dei senior, che raggruppa tutti i movimenti anziani dei partiti che aderiscono al Partito popolare europeo.

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PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

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(Votazioni) (Vedi RS)

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(Votazioni)

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  Interviene il deputato EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS).

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  La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 14.

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (Vedi RS)

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

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Missioni. (Vedi RS)

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Missioni.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto dei deputati in missione.

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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Angiola, Battelli, Benvenuto, Bitonci, Borghese, Claudio Borghi, Brescia, Businarolo, Colletti, Colucci, D’Incà, D’Uva, Dal Moro, Delrio, Dieni, Gregorio Fontana, Fraccaro, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Invernizzi, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Molinari, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Trano, Valente, Vitiello, Vito, Zennaro e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

PAGINA: 0004

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi (A.C. 1807-A). (Vedi RS)

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Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi (A.C. 1807-A) (ore14,03).

PAGINA: 0004

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1807-A) (Vedi RS)

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(Discussione sulle linee generali – A.C. 1807-A)

PAGINA: 0004

  Intervengono i deputati GIULIO CENTEMERO (Vedi RS), Relatore per la maggioranza per la VI Commissione, RAPHAEL RADUZZI (Vedi RS), Relatore per la maggioranza per la V Commissione, SILVIA FREGOLENT (Vedi RS), Relatrice di minoranza e FRANCESCA FLATI (M5S) (Vedi RS).

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GIULIO CENTEMERO, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Signor Presidente, il decreto-legge n. 34 del 2019 reca misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione specifiche situazioni di crisi attraverso interventi fiscali per la crescita, norme per il rilancio degli investimenti privati, disposizioni per la tutela del made in Italy e ulteriori interventi per la crescita. Per quanto concerne le misure fiscali, con riferimento alle misure di natura fiscale si segnalano, tra l’altro, la reintroduzione del super ammortamento, la progressiva riduzione dell’aliquota IRES, l’incremento progressivo della deduzione IMU sui beni strumentali – quindi andando a stimolare anche quello che è il mercato immobiliare -, le agevolazioni in favore dei lavoratori rimpatriati e dei docenti ricercatori che rientrano in Italia, le misure per la rigenerazione urbana e per l’edilizia in genere, la fatturazione elettronica per i rapporti commerciali con San Marino, l’estensione della definizione agevolata alle regioni e agli enti territoriali e la proroga della rottamazione delle cartelle al 31 luglio 2019, il credito d’imposta per la partecipazione a fiere di settore, anche nazionali.

PAGINA: 0053

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza per la V Commissione. Grazie, Presidente. Allora, essendo un decreto molto corposo io, poi, al termine di questo intervento, che cercherò di fare in maniera molto breve, depositerò la relazione.

PAGINA: 0053

SILVIA FREGOLENT, Relatrice di minoranza. Signora Presidente, ringrazio il relatore Giulio Centemero per il riconoscimento della pazienza che hanno avuto tutte le opposizioni - io parlo per il Partito Democratico -, perché questo decreto “crescita” ha avuto un iter veramente complicato, lungo, tortuoso, imbrigliato nelle polemiche infinite tra le forze di maggioranza che continuano a tenere questo Paese in continua campagna elettorale, forse per evitare di far vedere i propri limiti. Ma veniamo al lungo iter di questo decreto: due delibere di approvazione, il 4 e il 23 aprile, le audizioni ai primi di maggio, poi si è cominciato ad esaminare il provvedimento a fine maggio e, alla fine, siamo rimasti ostaggio in Commissione fino a qualche giorno fa, ostaggio delle divisioni e della incapacità di risolvere i problemi di questa maggioranza.

PAGINA: 0056

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, oggi iniziamo la discussione generale sul cosiddetto decreto crescita, un provvedimento fondamentale per la logorata economia del Paese, in quanto individua una serie di importanti misure che andranno a sostenere le imprese e a dare impulso all’economia. È ormai dimostrato che le politiche di austerità hanno fallito anche nel voler ridurre il rapporto debito-PIL. Fisiologicamente, infatti, colpiscono il denominatore e fanno salire il deficit a causa delle minori entrate da gettito fiscale. Non è un caso che il rapporto debito-PIL sia esploso proprio durante il Governo Monti, passando dal 116,5 per cento al 129 per cento. I successivi Governi a guida PD hanno seguito i diktat europei portando il rapporto ad aumentare ulteriormente, fino a raggiungere la quota di 132 per cento nel 2018. Ma non si può continuare ad assistere sempre alla stessa storia, dobbiamo invece puntare sulla crescita e lo stiamo facendo proprio con questo provvedimento. Il Governo prosegue, così, un percorso già avviato nella legge di bilancio, con l’estensione, ad esempio, del regime forfettario per le partite Iva e il raddoppio della deducibilità IMU sugli immobili ad uso produttivo; la proroga dell’iper-ammortamento e di parte del super-ammortamento; il taglio delle tariffe INAIL; la cedolare secca sugli immobili ad uso commerciale e così via. Non va dimenticato, inoltre, che la proposta di legge semplificazioni, a prima firma di Carla Ruocco, appena approvata alla Camera, è stata incorporata nel decreto crescita attraverso degli emendamenti in modo da renderne ancora più veloce l’iter parlamentare e garantire quindi al più presto quelle semplificazioni burocratiche che contribuenti ed imprese attendono veramente da troppo tempo. Tale ulteriore forte impulso alla ripresa economica dell’Italia si rende, peraltro, ancor più necessario vista la congiuntura economica internazionale particolarmente difficile. Lo scontro sui dazi tra Stati Uniti e Cina e le incertezze derivanti dalla Brexit hanno causato grande preoccupazione nei mercati e diffuso una sfiducia sulle prospettive di sviluppo. Entriamo però nel dettaglio delle misure del decreto. Tra le altre promuoviamo l’adeguamento alla normativa antisismica e risparmio energetico in ambiente edilizio, anche per garantire una maggior sicurezza su tutto il territorio italiano; per questo abbiamo esteso il sisma bonus, già previsto per le zone classificate a rischio sismico 1, anche alle zone 2 e 3; con la cosiddetta norma Fraccaro, prevediamo contributi ai comuni per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile. Altre misure sono poi dedicate alle piccole e medie imprese a cui siamo da sempre molto vicini. Ad esempio, incentiviamo la patrimonializzazione, tramite lo schema della nuova Sabatini, innalzando il limite massimo a 4 milioni di euro di finanziamento; incentiviamo l’economia circolare con finanziamenti agevolati e contributi diretti alla spesa per chi presenta progetti di ricerca e sviluppo; introduciamo nell’ordinamento la società di investimento semplice al fine di favorire la raccolta di capitali per fondi venture capital.

PAGINA: 0004

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

PAGINA: 0057

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 14,39)

PAGINA: 0005

  Intervengono, quindi, i deputati PIETRO CARLO PADOAN (PD) (Vedi RS), FRANCESCA GERARDI (LEGA) (Vedi RS), RICCARDO ZUCCONI (FDI) (Vedi RS), BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A) (Vedi RS) e STEFANO FASSINA (LEU) (Vedi RS).

PAGINA: 0058

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Signora Presidente, stiamo parlando di decreto-legge “crescita”: cominciamo col dire che la crescita in Italia è scomparsa. Non basta prendersela con un quadro europeo e globale più debole: gli altri Paesi crescono, l’Italia alla metà del 2018 era cresciuta per 14 trimestri consecutivi; e visto che parliamo di numeri, onorevole Flati, per favore, la smettete tutti di dire che è aumentato il debito quando è sceso con i governi a guida PD (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Andatevi a vedere i numeri, una volta!

PAGINA: 0060

FRANCESCA GERARDI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, rappresentanti del Governo, è con grande piacere che intervengo oggi, anche a nome dei miei carissimi colleghi, per commentare il decreto recante misure urgenti per la crescita economica, un decreto necessario e tanto atteso, un decreto sul quale il Governo si è mosso per rilanciare il percorso di sviluppo del nostro Paese con un insieme organico di misure volte a sostenere il sistema produttivo nel breve periodo e a rafforzare la competitività nel medio termine.

PAGINA: 0062

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, colleghi, il “decreto crescita”, insieme al “decreto sblocca cantieri” vorrebbe rappresentare il principale provvedimento del Governo per tentare di rilanciare l’economia italiana, ma, secondo noi, ben si inserisce nella già folta sequela di provvedimenti apotropaici già emanati da questo Governo. Ma non sono degli influssi malefici che gravano sull’Italia, abbiamo sentito lo “spazza corrotti”, il “decreto dignità”, bensì i deprimenti dati sull’andamento macroeconomico nazionale, dati che lo stesso Governo, dopo mesi trascorsi a millantare una crescita del PIL italiano almeno pari all’1 per cento rispetto al 2018, ha dovuto mettere nero su bianco nel DEF 2019, che ci dicono che, a legislazione vigente, ovvero senza i provvedimenti successivi all’approvazione del DEF stesso, come entrambi i decreti citati, si prevede una crescita dello 0,1 nell’anno in corso. Proprio nel DEF il Governo ha fornito anche una previsione dell’incidenza sul PIL italiano delle misure previste nel “decreto crescita” e nel “decreto sblocca cantieri”. Anche in questo caso i dati sono impietosi: il contributo totale dei due decreti alla crescita dell’economia nazionale è stimato essere pari ad appena lo 0,1 per cento, relegandoci purtroppo, cara collega, a fanalino di coda dell’Europa anche nell’anno in corso, con una crescita complessiva del PIL dello 0,2 per cento. Ecco perché parliamo di provvedimenti che più che altro sembra vogliano semplicemente scacciare le sciagure, ma non riescono.

PAGINA: 0065

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, onorevoli colleghi, stiamo oggi esaminando il “decreto crescita” debbo dire in ore piuttosto drammatiche per il nostro Paese: siamo di fronte ad una lettera di risposta del nostro Governo rispetto alla possibilità di un’azione di infrazione nei confronti dell’Italia. Tutti gli osservatori economici internazionali ci stanno guardando, e certamente uno si sarebbe aspettato da un decreto chiamato “crescita” che questa misura segnasse un momento di svolta dell’azione del Governo nei confronti dell’economia, dello sviluppo e della crescita del Paese. Invece, come è stato detto da chi mi ha preceduto, praticamente da quasi tutti i colleghi, in questo decreto di crescita c’è molto poco, e bisogna dire che c’è, come sempre, e come ci siamo abituati oramai in questo anno di Governo, anche molto poco di visione, perché a volte, se non ci sono le risorse, se si è in un momento particolare della vita economica del Paese, in un provvedimento ci possono non essere le risorse per finanziare immediatamente dei progetti ma ci possono essere, invece, delle riforme strutturali, che a volte non danno un like o un consenso nell’immediato ma ti permettono di sviluppare intorno a quelle riforme strutturali politiche per i cinque, dieci, quindici anni successivi, cioè quello che serve per fare crescita, cioè la stabilità, un quadro certo normativo, un quadro regolatorio certo e un sistema che non cambia dalla mattina alla sera e che permetta, a chi deve fare investimenti, di fare delle scelte precise nel nostro Paese. Ebbene, in questo decreto non c’è niente di tutto questo, così come abbiamo visto anche recentemente nello “sblocca cantieri”, del quale abbiamo finito la discussione da pochi giorni - in un’ottica di una visione di Governo avrebbero dovuto essere due provvedimenti collegati, perché da una parte si lavorava sulla crescita complessiva e quindi sulla stesura delle norme quadro, della cornice, dall’altra si operava e si scendeva a silos nei singoli settori, come quello strategico e nevralgico delle infrastrutture e delle opere pubbliche -, quello che purtroppo è un provvedimento strabico, che non ha una visione di sistema e che dice e si contraddice - in ogni articolo dice il contrario di tutto - perché è frutto di due visioni completamente antitetiche dei lavori pubblici e delle infrastrutture, cioè dei due partner di Governo.

PAGINA: 0069

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei rilevare che sul cosiddetto decreto crescita ci siamo esercitati in una serie di valutazioni sproporzionate rispetto all’oggetto del contendere, sproporzionate sia quando ne hanno sottolineato gli aspetti positivi, sproporzionate sia quando ne hanno sottolineato gli aspetti negativi.

PAGINA: 0005

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (Vedi RS)

PAGINA: 0070

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 15,35)

PAGINA: 0006

  Intervengono i deputati PIERANTONIO ZANETTIN (FI) (Vedi RS), AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI (M5S) (Vedi RS), MAURO DEL BARBA (PD) (Vedi RS), VANESSA CATTOI (LEGA) (Vedi RS), MARCO OSNATO (FDI) (Vedi RS), LUCA PASTORINO (LEU) (Vedi RS), RAFFAELE BARATTO (FI) (Vedi RS), MICHELE SODANO (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA BENAMATI (PD) (Vedi RS), ANTONIO FEDERICO (M5S) (Vedi RS), GIANFRANCO LIBRANDI (PD) (Vedi RS), MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S) (Vedi RS), e DAVIDE ZANICHELLI (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0072

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). La ringrazio, Presidente, per la parola. Onorevole rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, questa discussione giunge all’indomani del primo anniversario del Governo giallo-verde, e perciò ci consente di fare una sorta di bilancio dei risultati fin qui ottenuti. Peraltro, la sintesi di questo primo anno di Governo l’ha fatta lo stesso Premier Conte, nella sua ormai celebre conferenza stampa di lunedì 3 giugno, riconoscendo candidamente che le cose non vanno per il verso giusto. Il bilancio appare del tutto sconfortante: stiamo discutendo il decreto-legge “crescita”, un titolo e un obiettivo dichiarati dal Governo certamente ambiziosi; peccato che la crescita del Paese è ormai scomparsa dai radar, si parla semmai di uno “zero virgola”. Il contesto economico generale è drammatico: nessuno degli indicatori economici risulta migliore rispetto ad un anno fa; lo spread oscilla stabilmente intorno ai 260 punti, con punte fino a 290, con il paradosso che i nostri titoli di Stato a 5 anni sono oggi giudicati dai mercati più rischiosi addirittura di quelli della Grecia. Incombe il rischio della procedura di infrazione europea per debito eccessivo, che rischia di sottoporre per lunghi anni il Paese alle politiche di austerity, e all’interno del Governo non vi è una linea politica condivisa: Salvini vuole sfidare l’Europa, Tria e Conte cercano una mediazione, non pervenuta, invece, la posizione del MoVimento 5 Stelle. Nessuno appare in grado di dire quale sia il destino del nostro Paese. Insomma, un disastro su tutta la linea. Nel frattempo, tutti i più importanti dossier sono congelati in attesa di non si sa cosa. Di come scongiurare l’aumento dell’IVA nessuno parla più. Delicatissimi dossier che interessano migliaia di lavoratori vengono trascurati, nessuno sa come andranno a finire: mi riferisco innanzitutto all’Alitalia, ma anche i dossier banche sono tutti sul tavolo dei rispettivi Ministri. La questione Montepaschi è ferma da anni, altrettanto si può dire per quanto riguarda Carige, con il fondo Blackrock che si è verosimilmente ritirato dalla trattativa perché il quadro macroeconomico e politico dell’Italia non rassicura gli investitori esteri.

PAGINA: 0076

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI (M5S). Presidente, gentili colleghi, intervengo in discussione sulle linee generali perché vorrei porre l’attenzione su due articoli di estrema importanza contenuti in questo decreto per la mia regione, che è la Sicilia. Il primo è l’articolo 38-quater, che reca disposizioni dirette a dare attuazione all’accordo integrativo tra il Governo e la regione siciliana del 15 maggio 2019 per il sostegno ai liberi consorzi e alle città metropolitane della regione. Il decreto-legge n. 66 del 2014, infatti, che voleva abolire questi enti, fallendo, ha anche previsto un sistema di recupero coattivo secondo il quale, in caso di mancato versamento, l’Agenzia delle entrate provvede al recupero delle somme dovute attraverso la riscossione dei versamenti effettuati a titolo di imposta RC auto ovvero, in caso di inadempienza, ad opera dell’ACI e a valere sui versamenti dell’imposta provinciale di trascrizione.

PAGINA: 0077

MAURO DEL BARBA (PD). Presidente, onorevoli colleghi, è il “decreto crescita”, o almeno così denominato, e quindi parliamo di una parola d’ordine che ci appartiene, ci interessa e che ci ha assolutamente spinti con curiosità anche a guardare nei contenuti di questo decreto, anche perché non era così scontato che la stessa parola d’ordine appartenesse a questa maggioranza o, quanto meno, a una delle forze di questa maggioranza, che in passato era stata più incline a considerare la decrescita come propria bandiera. Però diciamo che evidentemente il tempo ha portato consiglio, e quindi non è mai troppo tardi per occuparsi dell’interesse vero degli italiani, del futuro dei nostri giovani.

PAGINA: 0080

VANESSA CATTOI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, rappresentanti del Governo, ci troviamo qui oggi per la discussione della conversione in legge del decreto-legge recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi. Dopo quattro settimane di lavoro in Commissione congiunta, bilancio e finanze, arriviamo oggi a conclusione di un percorso di ascolto, di confronto e dibattito che ha portato alla chiusura di un provvedimento che, unito al provvedimento sblocca cantieri concluso proprio la settimana scorsa qui alla Camera, consentirà al nostro sistema Paese di iniziare quel percorso necessario di uscita dal pantano burocratico e fiscale che i Governi precedenti hanno provveduto a creare, ingessando il sistema Paese italiano in un immobilismo assoluto che ha portato ad una disoccupazione che ha obbligato i nostri giovani ad abbandonare questo nostro splendido Paese non per scelta o per opportunità ma per necessità.

PAGINA: 0083

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Oggi parlo da un banco diverso dal mio consuetudinario, ma sono molto orgoglioso…

PAGINA: 0085

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. Sicuramente è un dibattito interessante. Di certo come ha detto la collega Cattoi, che non vedo più, è un dibattito durato in Commissione quattro settimane. Quello che non è stato detto è che sono state quattro settimane ma, nelle prime due, sembrava di vivere in un universo parallelo dove si facevano esercizi sull’accantonamento di emendamenti senza mai entrare nella sostanza; poi l’ultima settimana c’è stata un’accelerazione, che è culminata però con la chiusura del provvedimento alle 23 circa di lunedì scorso, in un susseguirsi di emendamenti dei relatori emendati o corretti più volte, sui quali le minoranze avevano presentato proposte emendative che, a quel punto, non andavano più bene. Questa è la storia del provvedimento in Commissione; questa è la storia di un provvedimento che è nato per tempo, però è stato gestito nelle more di un periodo post elezioni europee con tutto quello che ne è conseguito dal punto di vista dell’equilibrio politico all’interno della maggioranza, rispetto al quale, in quelle due settimane in effetti, si attendeva l’esito della discussione sullo sblocca-cantieri al Senato. Quindi, insomma si stava un po’ lì a galleggiare in attesa degli eventi e le richieste della minoranza venivano comunque contenute all’interno di una discussione che non c’era e che comunque ha portato tutto ad essere rimandato al dopo presunta crisi. Quello che è venuto fuori, anche in ragione dei tempi che, è vero, sono stati di quattro settimane ma sono state quattro settimane come vi ho descritto, è un provvedimento sostanzialmente disordinato e, quando dico questa parola, non ce l’ho con il relatore e con gli altri membri della Commissione, con i quali, mi permetto di dire, c’è sempre un rapporto di dialogo costante e di considerazione anche in tutto o in parte di ascolto, devo dire, nelle Commissioni singole e nelle Commissioni riunite, lo dico per onestà intellettuale. Ma è chiaro che, quando anche i relatori e i presidenti di Commissione vengono sistematicamente sollecitati, per usare una parola gentile, dalle richieste del Governo che, fino all’ultimo momento, hanno invaso il campo anche di accordi presi a livello di capigruppo, ecco che allora si fa un po’ fatica. Viene fuori appunto, ripeto, un provvedimento che sembra una legge di bilancio. Io ho paragonato il dossier iniziale e quello finale ma quello finale è una volta e mezzo quello iniziale; quindi sono stati aggiunti quasi sessanta articoli, quindi è un provvedimento che qualcuno ha definito omnibus ma un po’ più che omnibus, che riguarda un po’ tutto e quindi è anche una discussione generale complicata perché si deve parlare di mille e mille cose. Ripeto, inoltre, che gli emendamenti della minoranza non andavano più bene, dal momento che, fino all’ultimo minuto, c’erano gli emendamenti dei relatori, sui quali avevamo presentato subemendamenti, che erano stati cambiati. Ma questo è stato un po’ il clima in cui si è lavorato ma è il clima che rispecchia anche l’andamento esterno del Governo dove, come diceva il collega Osnato prima, al mattino si sente parlare di questioni non condivisibili da parte nostra, ma poi alla fine negli atti il risultato è completamente diverso. Lungi da me poi - mi riferisco sempre alla collega Cattoi - difendere i Governi del passato: figuriamoci nel 1998 e quindi il Governo Prodi che ha introdotto l’IRAP. Il modello che dobbiamo traguardare è un modello di equità fiscale, un modello di progressività. Però mi permetto di dire che, se l’IRAP è stata stabilità da quel Governo, nel mezzo ci sono stati tanti, tanti Governi con la Lega e l’IRAP è sempre lì. Qui lo dico perché così almeno ce le diciamo un po’ tutte.

PAGINA: 0088

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Andiamo oggi a discutere della conversione in legge di un decreto che dichiara sin dal suo titolo un intento su cui pochi possono dissentire: lo stimolo e l’incentivo della crescita economica in questo Paese. Una crescita che, da qualche anno a questa parte, da esigenza conclamata è diventata la più grande chimera. Da anni, infatti, questo Paese, a dispetto dei Governi che si sono succeduti, rincorre uno sviluppo che non si aggancia, a differenza di altri Paesi europei. Infatti, i tassi di crescita economica del nostro Paese sono risibili se messi a confronto con Paesi come Spagna e Francia.

PAGINA: 0091

MICHELE SODANO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi interveniamo in merito a uno dei nostri provvedimenti più importanti, il decreto “crescita”, un provvedimento che ci aiuta a portare questo nostro Paese nel futuro, ad aiutare i nostri imprenditori, i nostri cittadini e, soprattutto, anche ad uscire dalla crisi, una crisi sicuramente mal gestita da quelle che oggi sono le opposizioni, con una visione miope di economia e di società. Riforme e crescita, sono queste le due stelle polari che un Governo saggio deve portare avanti; e noi lo abbiamo fatto nella prima parte del nostro operato, abbiamo fatto delle riforme che hanno ridotto la povertà, per eliminare e ridurre le diseguaglianze. Primo tra tutti, il reddito di cittadinanza, un provvedimento che ha dato a milioni di cittadini la possibilità di andare a fare la spesa, di pagare le proprie bollette, di regalare qualcosa per il compleanno a un figlio.

PAGINA: 0092

GIANLUCA BENAMATI (PD). Presidente, io ho già ascoltato un ampio dibattito, ed è difficile aggiungere qualcosa di nuovo a un dibattito che è stato così ampio in quest’Aula, ma soprattutto che è stato ampio in Commissione. Io, come lei, Presidente, non sono nuovo di queste Aule, ma una trattazione di un provvedimento così complessa, così lunga, così farraginosa e anche un po’ disorganizzata - e non per demerito dei presidenti delle Commissioni, ma per il numero di questioni che si sono poste - raramente l’ho vista nei miei anni di presenza all’interno di quest’Aula. Ma veniamo al tema di questo decreto, il decreto-legge n. 34 del 2019, che vorrei evitare di chiamare “decreto crescita”, perché di crescita - lo ha detto bene il Ministro Padoan - ne fa poca, forse contribuisce a evitare ulteriormente la decrescita, che ci sta già investendo. E questo è un peccato, in un Paese che avrebbe bisogno di stimoli in questa fase, un Paese che galleggia sulla stagnazione scivolando verso la recessione, anche perché, fra i molti motivi, non ci sono più investimenti pubblici e gli investimenti privati, che con questo clima di Governo della novità latitano. Il Governo con questo decreto ci fa vedere di non avere una strategia - non solo economica - chiara, ma di non avere nemmeno una strategia di politica industriale omogenea. Direi che questo è il dato più evidente di questo provvedimento, che è l’insieme di misure, anche disparate, raccolte all’ultimo momento a volte, e un po’ alla rinfusa. D’altronde, non ci sono soldi; è difficile dare una scossa all’economia quando non ci sono soldi. E il Governo ce l’ha detto in Commissione - lo ricordo a tutti i presenti - che i fondi non erano disponibili, perché i fondi si attribuiscono in legge di bilancio. Questa innovazione contabile nel bilancio dello Stato, che prevedrebbe di non avere più risorse spendibili nell’arco dell’anno, ci porta a dire che tutto quello che si sta mettendo in campo è inesistente, perché i soldi sono stati utilizzati per “quota 100” e per il reddito di cittadinanza, di cui il Ministro Padoan prima ha fatto una disamina in termini di impatto sulla crescita. L’ha fatta velocemente, perché, come si vede dai dati, è pressoché nulla. Comunque, venendo al provvedimento nel suo insieme, io mi ascrivo alla categoria dei colleghi che l’hanno diviso in alcune fasce, tra cui vi sono alcune misure utili, positive, che riparano anche a errori che questo Governo ha fatto con la legge di bilancio recuperando misure del passato; alcune iniziative, misure, interventi di carattere positivo, a volte anche migliorabile, perché comunque non siamo a priori contrari, non siamo l’opposizione del “no” sempre e a tutto, siamo l’opposizione che vorrebbe capire e aiutare, ma confesso che con questa maggioranza capire è difficile e aiutare impossibile. Ci sono alcune misure interessanti anche in questo senso, quelle di recupero. Mi riferisco al super ammortamento, che è stato ripreso, alla modifica del patent box, al rifinanziamento della “Sabatini”, alla modifica finalmente della mini IRES puntando al reinvestimento degli utili, com’era l’ACE nel passato, nonché al tema dell’IMU sui beni strumentali, anche se è stata rifiutata la nostra proposta emendativa di avere uno sconto IMU di deducibilità al 100 per cento per i capannoni, per i beni strumentali realmente usati dalle aziende; poi il tema di Industria 4.0, che viene ripresa riparando un errore della legge di bilancio, anche se una parte di fondi vengono distolti per altri usi e se questa maggioranza è sorda al tema della formazione. Siccome Industria 4.0 è una filosofia di lavoro per l’industria e non è una nuova “Sabatini” in grande per cambiare i macchinari, siamo un po’ preoccupati da questa continua non comprensione del fatto che la formazione è un elemento portante della rivoluzione di digitalizzazione della manifattura in questo Paese. Se non si capisce questo, siamo al ricambio del tornio e non siamo alla modifica del lavoro. Però, dicevo che ci sono misure interessanti, su cui dirò qualcosa, come l’articoli 7 e l’articolo 8, sul bonus energetico e sismico, l’articolo 26-quater, che è stato indicato anche dal collega di LeU sul contratto di espansione, l’articolo 44-bis, sugli incentivi fiscali per la crescita del Mezzogiorno, su cui voglio dire qualcosa, ma ci sono anche dei cammei, come l’articolo 37, su Alitalia, l’articolo 31, sui marchi storici, e l’articolo 3-sexies, introdotto nel dibattito, sui premi INAIL, che tengo in fondo.

PAGINA: 0095

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. In questo breve tempo citerò tre argomenti inseriti nel decreto crescita che rispecchiano l’essenza del MoVimento 5 Stelle: tutela delle piccole e medie imprese, salvaguardia dei beni comuni e la giustizia.

PAGINA: 0096

GIANFRANCO LIBRANDI (PD). Egregio Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, più che un “decreto crescita” questo provvedimento è ormai un “decreto omnibus”, un torpedone in cui la maggioranza ha scelto di inserire decine e decine di micro misure, spesso sconnesse tra loro e prive di una concreta visione generale per lo sviluppo del Paese. Finora, questo Governo ha prodotto la decrescita infelice del Paese, altro che decrescita felice.

PAGINA: 0097

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo decreto si chiama “crescita”: un sostantivo che ci dà una misura e che, quindi, rappresenta di per sé una cosa positiva, un incentivo per continuare a guardare avanti. Il testo che discutiamo oggi punta allo sviluppo, va nella direzione giusta: investire risorse sulla crescita e non su provvedimenti che, al di là dei contenuti, distribuiscono risorse invece di crearne. Lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in un passaggio durante un suo intervento, ha rivolto un segnale chiaro su questi temi, sostenendo che “il Governo è un interlocutore che troverete sempre attento per favorire la crescita economica, per favorire le imprese, da intendere come comunità di donne e di uomini impegnati a perseguire uno sviluppo”. Lo riteniamo per questo, nelle intenzioni del Governo, un decreto con impostazione espansiva, che dovrebbe bilanciare la bassa crescita dell’Italia ed evitare una manovra correttiva dopo la presentazione del DEF.

PAGINA: 0099

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. Vedete, colleghi, il Paese è rimasto fermo per troppo tempo. Le statistiche di questo Paese, e parlo non solamente del fantomatico PIL, ma diverse statistiche sono sostanzialmente rimaste ferme per anni, dagli anni Novanta. Mi ricordo quando ero piccolo e vedevo nelle classifiche l’Italia rimanere molto spesso fanalino di coda per quanto riguarda le diverse caratteristiche, le diverse metriche con cui i Paesi vengono valutati nelle misure più virtuose. Allora sì, è rimasto fermo, mentre il resto del mondo non aspettava.

PAGINA: 0006

  PRESIDENTE (Vedi RS). Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

PAGINA: 0100

PRESIDENTE. Chissà se riusciamo a costruire quella separazione dei poteri tra Parlamento e Governo, almeno in Aula.

PAGINA: 0006

(Repliche – A.C. 1807-A) (Vedi RS)

PAGINA: 0100

(Repliche - A.C. 1807-A)

PAGINA: 0006

  Interviene in sede di replica il Relatore per maggioranza per la VI Commissione, GIULIO CENTEMERO (LEGA) (Vedi RS).

PAGINA: 0100

GIULIO CENTEMERO, Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Grazie, Presidente. Innanzitutto, è stato molto interessante ascoltare le osservazioni di tutti perché, come anche abbiamo dimostrato in Aula e in Commissione, sia sulla proposta di legge n. 1074 Ruocco, Gusmeroli, concernente le semplificazioni sia anche in Commissione discutendo relativamente al decreto-legge “crescita”, il confronto ha distillato un prodotto migliore di quello che era uscito come decreto da parte del Governo, che era già un prodotto buono, se me lo concedete.

PAGINA: 0006

  RAPHAEL RADUZZI (M5S) (Vedi RS), Relatore per la maggioranza per la V Commissione. Chiede una sospensione della seduta.

PAGINA: 0102

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza per la V Commissione. Presidente, io chiederei, a lei e all’Aula, una sospensione di un’ora, per dei rilievi tecnici sul provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0006

  Intervengono i deputati SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS), EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), RICCARDO ZUCCONI (FDI) (Vedi RS) e FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS).

PAGINA: 0102

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, intanto mi permetta di sottolineare la singolarità di una richiesta di questo genere, che è di natura procedurale, durante quella che tecnicamente è la replica di un relatore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che secondo me, Presidente, la dice lunga anche sul rispetto delle procedure di questo Parlamento.

PAGINA: 0103

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Temo di non condividere l’aspetto di critica alla forma che ha giustamente qui enunciato il collega Baldelli. Qui siamo di fronte a un problema politico e io non so dire al momento quanto grave, ma sicuramente politico e non formale. Il relatore, che ha minimizzato la necessità di aggiustamenti tecnici, ha dovuto far ciò perché non può dire la verità. Poche ore fa il Ministro Lezzi, a proposito del decreto-legge che abbiamo in discussione, ha così detto: “L’emendamento al decreto crescita che prevederebbe di trasferire dal mio dicastero alle regioni il Fondo sviluppo e coesione per la programmazione 2021-2027, verrà totalmente corretto attraverso il suo stralcio. Questo emendamento, che aveva anche il parere contrario della Ragioneria dello Stato e che non verrà mai votato dai parlamentari del sud del MoVimento 5 Stelle - hanno correnti regionali nel MoVimento - ha rappresentato un atto di totale scorrettezza. Chiunque lo abbia presentato, Lega o non Lega, dovrà chiedere scusa e dare delle spiegazioni”.

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RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, io voglio rimarcare che l’andamento dei lavori è da sempre una nota connotativa di questo Governo. Infatti, l’andamento dei lavori è stato inefficiente sin dall’inizio: siamo costretti a rincorrere i provvedimenti che, affastellati in settimane, non si riescono a evadere, soprattutto per le incompatibilità e per le incertezze della maggioranza, che è costretta a rivisitare più volte, anche una volta che sono stati licenziati dalle Commissioni, i provvedimenti che propone. Questo è un dato di fatto, non è una valutazione politica.

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FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per esprimere il disagio che, peraltro, abbiamo già espresso nella sede della Conferenza dei presidenti di gruppo in cui il Presidente Fico, ieri, ha annunciato l’invio di una lettera al Presidente Conte per mettere in evidenza tutte le problematiche che questo decreto ha fatto emergere.

PAGINA: 0007

  La seduta, sospesa alle 18,25, è ripresa alle 19,25.

PAGINA: 0007

  RAPHAEL RADUZZI (M5S) (Vedi RS), Relatore per la V Commissione. Chiede di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta di domani.

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RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza per la V Commissione. Grazie, Presidente. Allora, chiedo che il seguito dell’esame del provvedimento sia ulteriormente rinviato a domani mattina per poter verificare se sia necessario un rinvio del decreto alle Commissioni.

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  Dopo interventi dei deputati ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS), FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI) (Vedi RS) e MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.) (Vedi RS) la Camera, con votazione elettronica senza registrazione di nomi, approva la proposta di rinviare il seguito del dibattito alla seduta di domani.

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ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, noi non siamo d’accordo. Noi abbiamo svolto una discussione sulle linee generali sottolineando quali erano i punti di debolezza di questo provvedimento e abbiamo acceduto ad una richiesta della maggioranza di arrivare in quest’Aula - lo ricordo alla luce anche delle richieste del relatore - con una espressa formalizzazione da parte del Governo, nella persona del Ministro dei rapporti con il Parlamento, onorevole Fraccaro, che ha annunciato ieri, nella Conferenza dei presidenti di gruppo, che il Governo su questo testo avrebbe posto la fiducia. Quindi, noi abbiamo acceduto ad una modifica del calendario ordinario su richiesta del Governo e su richiesta della maggioranza. Ora un pezzo della maggioranza si accorge che ha sbagliato, che ha commesso un errore, che ha fatto una cosa che non era prevista. Allora, giustizia vuole che questa cosa venga riconosciuta in quest’Aula e si dica di fronte a quest’Aula quello che oramai è il segreto di Pulcinella, che tutte le agenzie, che tutti i giornalisti, che Radio Radicale, che voi volevate chiudere, sta raccontando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), cioè che è in atto, come ha ricordato in precedenza l’onorevole Fiano, un evidente scontro all’interno della maggioranza che ci porta alle soglie di una crisi di Governo. Si potrebbe, per esempio, se non fosse impegnata a parlare con un componente di questo Parlamento, alzare la Viceministra o sottosegretaria Castelli e dirci i motivi per i quali lei ha dato il parere favorevole a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che il Ministro Lezzi dice che non deve essere assolutamente tradotto all’interno di questo provvedimento.

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FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, mi rivolgo per il suo tramite al relatore. Non è accettabile che a conclusione di questo iter faticosissimo si venga semplicemente a chiedere un rinvio a domani senza motivarlo: collega, non è accettabile! Il problema non è il rinvio, il problema è che pubblicamente, in maniera trasparente, voi dovete dire quali sono i nodi per i quali è necessario un rinvio. È il nodo riferito alla dichiarazione del Ministro Lezzi, quindi ai fondi di coesione, o è il comunicato stampa di ArcelorMittal su Taranto? Qual è? Sono tutti e due e nessuno dei due? Non potete scappare di fronte a una atteggiamento trasparente e rispettoso di quest’Aula! Lei ci deve dire quali sono i motivi per i quali, finito il lavoro di Commissione, approvato e dato il mandato al relatore, adesso, a fronte di nessuna discussione sugli emendamenti, perché abbiamo fatto solo la discussione generale, lei chiede un rinvio. Non potete scappare di fronte al Paese e di fronte a quest’Aula, per una questione innanzitutto di trasparenza, parola che in quest’Aula, nella scorsa legislatura, è risuonata spesso anche a sproposito (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

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FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, Anch’io mi unisco al coro di coloro che chiedono in quest’Aula di avere coscienza di ciò che sta avvenendo. Noi siamo stati infastiditi ieri - lo abbiamo esplicitato nella riunione dei capigruppo -, opponendoci alla deroga che avrebbe permesso al Presidente del Consiglio di venire oggi pomeriggio, perché questa maggioranza utilizza il metodo della fiducia e abusa di questo metodo, però ieri è stato fornito un calendario, è stato preso un impegno dal Ministro Fraccaro, che prevedeva la richiesta di fiducia questa sera. Noi avremmo chiesto di evitarlo e ancora oggi pensiamo che sia opportuno che si eviti di ricorrere alla fiducia, quindi saremmo ben lieti se si aprisse il dibattito sugli emendamenti perché ce ne sono tanti e di importanti, ma soprattutto perché se, come dicono le agenzie e come si dice in quest’Aula, qualcuno non si è accorto di che cosa stava votando, su un tema delicato come le politiche dello sviluppo del Sud, se una parte della maggioranza ha pregato un’altra parte della maggioranza, facendo passare un emendamento in tarda notte, allora, a maggior ragione, la discussione in quest’Aula dovrebbe essere completa. Questo è un decreto che è diventato un decreto omnibus, al cui interno c’è di tutto. Anzi, bisognerebbe che il Presidente della Repubblica richiamasse questo Governo all’abuso della decretazione d’urgenza. Oggi, noi, in una discussione d’Aula, probabilmente ci troveremmo ad avere altri emendamenti da poter approfondire, magari con altre questioni che in Commissione, visto lo svolgimento dei lavori, non si riescono a capire nella valenza che potrebbero avere. Allora noi invitiamo il relatore che ha chiesto il rinvio a fare due cose: o a chiedere e a proporre di continuare i lavori per approfondire le cose che non hanno capito i colleghi dei Cinque Stelle, in quanto, magari, sono di più le cose che non hanno in Commissione, mentre in quest’Aula, tutti insieme, potrebbero riuscire a capirle meglio, evitando che magari forze politiche più esperte, com’è sicuramente la Lega, gli facciano passare sotto il naso cose che poi ovviamente vanno ad incidere su processi gestionali di grande rilevanza e che possono mutare lo sviluppo di tante regioni, in particolare quelle regioni più deboli. In tal senso, quindi, si pone l’invito a continuare la discussione in quest’Aula questa sera, proprio per poter svolgere un’analisi emendamento per emendamento, per studiarceli insieme e verificarne la valenza; oppure, proporre di proseguire, come è stato chiesto, con il meccanismo della fiducia e verificare se esiste ancora una fiducia che la maggioranza possa vantare anche nell’Aula parlamentare.

PAGINA: 0108

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Presidente, intervengo a nome del gruppo Misto per condividere le perplessità già espresse dagli altri gruppi.

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  Intervengono i deputati EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS) e LUIGI MARATTIN (PD) (Vedi RS) WANDA FERRO (FDI) (Vedi RS).

PAGINA: 0108

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0109

LUIGI MARATTIN (PD). Presidente, solo per ricordare a chi non era presente in Commissione bilancio lunedì sera che, in quei minuti in cui si votava quell’emendamento - o, meglio, in cui la maggioranza ha votato quell’emendamento -, da circa un’ora e mezza, per richiesta, devo darne atto, del gruppo di Forza Italia, che, una volta, era seduto lì, e a cui noi ci siamo associati, si chiedeva insistentemente al Ministro Lezzi di essere presente in Commissione, a onore del vero per discutere un emendamento analogo sul recepimento dell’accordo fra Stato e regione Sicilia, e per più di un’ora e mezza il Ministro Lezzi, anche contattata - c’è stato un piccolo giallo sul fatto se nei giorni precedenti il presidente Claudio Borghi avesse o meno trasmesso la richiesta, insomma, fatto sta che il Ministro Lezzi era a conoscenza di questa richiesta della Commissione - non ha potuto o, comunque, ritenuto opportuno presentarsi in aula.

PAGINA: 0110

WANDA FERRO (FDI). Presidente, intervengo sull’ordine dei lavori però, insomma, devo sottolineare, a distanza di oltre un anno, questa conduzione dei lavori schizofrenici che si ripete puntualmente; da martedì siamo arrivati ad oggi, con un impegno preso all’interno della Conferenza dei capigruppo, ancora una volta, direi, disatteso e che lascia un po’ intravedere, secondo me, quell’arroganza tipica di chi ritiene probabilmente che con la forza dei numeri si vada avanti. Viene fuori quello che è stato sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto: un’incompatibilità di fondo tra chi ha siglato questo contratto di Governo e, siccome ci si è anche allineati rispetto ad alcune posizioni da parte di coloro che parlano di privilegi, io credo di dover sottolineare oggi che il vero privilegio è quando si sta in Aula da due giorni senza produrre nulla! E allora l’impegno dovrebbe essere quello di far ritornare un po’ di pudore alla politica, quel pudore che possa consentire di lavorare e di dare risposte, ma soprattutto anche di spiegarci perché non si ritorna in Commissione se si metterà quella fiducia che soprattutto i pentastellati, quando governavano altri, in qualche modo hanno sempre contestato.

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Interventi di fine seduta. (Vedi RS)

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Interventi di fine seduta.

PAGINA: 0007

  Intervengono i deputati FILIPPO SENSI (PD) (Vedi RS), MARIA CAROLINA VARCHI (FDI) (Vedi RS), CHIARA GRIBAUDO (PD) (Vedi RS), ROGER DE MENECH (PD) (Vedi RS), ALESSIA ROTTA (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0110

FILIPPO SENSI (PD). Signor Presidente, una nuova aggressione a Roma, ancora una volta di notte, ancora una volta ai danni dei ragazzi del cinema America, questa volta, però, contro una ragazza, aggredita e minacciata a Trastevere, come già i quattro ragazzi insultati e pestati sabato scorso perché indossavano una maglietta coi colori della libertà, del confronto e della democrazia.

PAGINA: 0111

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Oggi, è il 19 giugno, tra un mese sarà…

PAGINA: 0111

CHIARA GRIBAUDO (PD). Presidente, vorrei portare all’attenzione di quest’Aula la storia di un ragazzo di 17 anni appena compiuti, si chiama Eduard Timbretti ed è nato a Cuneo, in Piemonte. Fin da piccolo ha coltivato la passione per il nuoto, in modo particolare per i tuffi e, da allora, è diventato un campione nazionale. Il suo primo titolo lo ha guadagnato all’età di 10 anni, ha 16 riconoscimenti, 16 medaglie, ma al momento ancora non lo troverete tra le medaglie d’oro, e questo sa perché, Presidente? Perché lui non è cittadino italiano. E’ nato in Italia, è cresciuto in Italia, ha frequentato e sta frequentando con successo le scuole italiane e potrebbe gareggiare agli europei che sono convocati nei prossimi giorni, ma la richiesta di cittadinanza è ferma da oltre un anno.

PAGINA: 0112

ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente. Volevo riportare l’attenzione in quest’Aula e nel Governo su un’opera pubblica: pochi giorni fa abbiamo approvato lo “sblocca-cantieri”; c’è una grande opera per il mio territorio, il collegamento sciistico Padola-Sesto, che è bloccato da anni per motivi burocratici; un’opera completamente finanziata, un’opera che è diventata un simbolo per la Valle del Comelico. Pensate che il 1° giugno una grande manifestazione ha visto più di tremila persone in una valle che, tutta insieme, ne conta poco più di settemila. Vuol dire che l’attenzione della popolazione è tutta per questa opera che, come dicevo, è completamente finanziata ma, ahimè, da troppi anni è bloccata dentro l’iter burocratico.

PAGINA: 0112

ALESSIA ROTTA (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per denunciare in quest’Aula, che dovrebbe essere custode delle nostre leggi e soprattutto della Costituzione e quindi delle libertà costituzionali, tra cui la libertà di parola evidentemente così come la libertà di stampa, che cosa sta accadendo a Verona.

PAGINA: 0007

Ordine del giorno della prossima seduta. (Vedi RS)

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Ordine del giorno della prossima seduta.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica l'ordine del giorno della prossima seduta.

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PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

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  La seduta termina alle 19,55.