TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 648 di Martedì 1 marzo 2022

 
.

INTERROGAZIONI

A)

   BALDINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che:

   con avviso pubblico del 31 dicembre 2020 sono state avviate le attività di selezione dei programmi e dei progetti di Servizio civile universale di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;

   con decreto del Capo dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale n. 738 adottato solo il 3 dicembre 2021 sono stati individuati, definitivamente, i programmi di intervento di servizio civile universale da finanziare a valere sulle risorse del Fondo nazionale per il servizio civile, nonché con gli stanziamenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e con quelli del Programma operativo nazionale «Iniziativa occupazione giovani», che attua la «Garanzia giovani» in Italia, definiti dal documento di programmazione finanziaria per il 2021;

   dal decreto dipartimentale n. 723 del 1° dicembre 2021, con il quale sono state approvate le graduatorie definitive relative ai programmi, risulta che è stato positivamente valutato un numero complessivo di 857 programmi, corrispondenti a 77.848 operatori volontari, così distinti:

    a) 810 programmi da realizzarsi in Italia per l'impiego di n. 76.639 operatori volontari;

    b) 45 programmi da realizzarsi all'estero per l'impiego di 1.172 operatori volontari;

    c) 2 programmi da realizzarsi nell'ambito del Pon-log per l'impiego di 37 operatori volontari;

   il bando pubblicato il 14 dicembre 2021 per 56.205 giovani operatori volontari tiene conto delle somme complessivamente disponibili per il Servizio civile universale per l'anno 2021 per programmi selezionati a seguito dell'avviso pubblicato in data 31 dicembre 2020;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza contiene un progetto apposito dedicato al Servizio civile universale nella missione 5, componente 1, attribuendo un forte significato al contributo del Servizio per i percorsi di emancipazione dei giovani e per il rafforzamento delle loro competenze ai fini dell'accesso all'occupazione –:

   se il Governo intenda, per quanto di competenza, valutare ogni possibile soluzione al fine di reperire ulteriori risorse necessarie per estendere ad altri giovani candidati l'opportunità di svolgere il servizio civile;

   se si intendano fornire notizie in merito al periodo intercorso dal 31 dicembre 2020, data di pubblicazione dell'avviso agli enti, fino al 26 gennaio 2022, data di scadenza dell'ultimo bando per i giovani, così come all'elevato numero di mancati avvii, rinunce ed abbandoni da parte dei giovani operatori;

   se si intendano adottare iniziative per prevedere ulteriori misure che favoriscano l'inserimento dei giovani operatori nel mercato del lavoro, il rafforzamento delle loro competenze, come indicato dallo stesso Governo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, e il rafforzamento e la semplificazione dell'istituto.
(3-02783)

(28 febbraio 2022)
(ex 4-11121 del 18 gennaio 2022)

B)

   ZANETTIN. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'interrogante ha già presentato un atto di sindacato ispettivo, interpellanza n. 2-00909, in merito all'ufficio postale di Vicenza centro;

   nella seduta del 20 ottobre 2020 il Vice Ministro per lo sviluppo economico, onorevole Buffagni, rispondendo alla suddetta interpellanza, aveva assicurato che il container che da tempo ospita l'ufficio postale in contrà Garibaldi, sarebbe stato chiuso, ma nel frattempo, entro il primo semestre 2021, sarebbe stata aperta una nuova sede delle Poste in via Roma;

   ora però i nodi vengono al pettine;

   entro il 9 ottobre 2021 il container, che non è di proprietà di Poste Italiane, dovrà essere lasciato libero;

   invece la nuova sede non è ancora pronta e, nel frattempo, il personale dell'ufficio di Vicenza centro dovrà essere trasferito in altre sedi;

   secondo il cartellone, esposto nel cantiere, i lavori della nuova sede si concluderanno il 31 dicembre 2021;

   poi si dovrà provvedere all'allestimento degli uffici in tempi imprecisati;

   c'è quindi molta preoccupazione tra l'utenza del centro storico, composta soprattutto da anziani, molti con problemi di deambulazione, che non potranno godere, probabilmente per mesi, di un servizio postale di prossimità –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per evitare disagi e disservizi all'utenza dell'ufficio postale di Vicenza centro.
(3-02510)

(5 ottobre 2021)

C)

   POTENTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la raffineria di Livorno è sita a cavallo tra la zona industriale del comune di Livorno e il paese di Stagno, frazione del comune Collesalvetti con la quale confina. L'impianto, di proprietà dell'Eni, è installato su un'area di circa 150 ettari. Ha una capacità di raffinazione di 84 mila barili al giorno e produce prevalentemente benzine, gasolio, olio combustibile per bunkeraggi e basi lubrificanti. Oltre agli impianti di distillazione, dispone di due linee di produzione di lubrificanti;

   è notizia recente quella dell'annuncio della regione Toscana che informa di essere firmataria di due intese: con Alia, gestore dei rifiuti nell'area della Toscana centrale, e con i comuni di Livorno e Collesalvetti, riguardo all'interessamento a riconvertire una parte dell'impianto del sito produttivo di Livorno in una bioraffineria, il tutto con un investimento di 250 milioni di euro;

   l'installazione sarà alimentata da 200 mila tonnellate annue di scarti da trattamento di rifiuti solidi urbani, provenienti da aree regionali prive di impianti utili al loro trattamento, per produrre 100 mila tonnellate annue di biometanolo, con la prospettiva di arrivare nel 2030 a 400 mila tonnellate assorbite;

   l'Eni ha pubblicamente confermato che sta ultimando le verifiche di compliance interne su entrambi i protocolli e che sta svolgendo tutti gli studi sulle condizioni di fattibilità per verificare la concreta possibilità di realizzare un impianto di biometanolo alimentato dai rifiuti –:

   di quali informazioni disponga il Governo riguardo alle strategie di riconversione industriale del sito della raffineria dell'Eni di Livorno anticipate dalla regione Toscana e se e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere in merito.
(3-00893)

(22 luglio 2019)

   POTENTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   sul quotidiano Il Sole 24 ore del 1° ottobre 2021 l'amministratore delegato di Eni, dottor Claudio De Scalzi, interviene con una lettera al quotidiano a firma congiunta con Francesco La Camera sul tema della transizione energetica. Dal testo e dall'attiguo articolo «Eni ed Irena asse per accelerare la transizione» si comprende che l'intenzione dell'azienda è centrare l'obiettivo del 2050 per l'abbattimento delle emissioni attraverso produzione e consumo generalizzato di energia pulita e puntare sui Paesi esportatori di fonti fossili;

   nella lettera al quotidiano si afferma inoltre che «discorso a parte meritano i Paesi produttori in cui la transizione energetica rischia di mettere in discussione il patto sociale su cui tali economie si reggono e di generare squilibri geopolitici potenzialmente rilevanti» e che la tecnologia sarebbe la migliore risposta per mitigare i rischi della transizione ecologica;

   è poi del 2 ottobre 2021 la notizia diffusa dal quotidiano Il Tirreno, a firma Federico Lazzotti, secondo cui Filctem Cgil avrebbe reso nota l'intenzione di Eni di chiudere la linea carburanti della raffineria di Livorno e che questa scelta sarebbe appunto da ricercare nella linea industriale di «addio» alle fonti fossili. Nessuna conferma o smentita è giunta dalla società Eni, ma, nell'ipotesi di una simile soluzione, le conseguenze che parrebbero prefigurarsi sono quelle dell'immediata perdita di 60 addetti diretti su 420 totali ivi impiegati, oltre l'indotto –:

   se e di quali notizie siano in possesso i Ministri interrogati riguardo alle strategie industriali di Eni sull'impianto di raffineria di Livorno, anche in vista della transizione ecologica annunciata dai vertici Eni;

   se e quali iniziative di competenza intendano assumere per garantire che la transizione ecologica possa preservare da negativi effetti occupazionali i settori maggiormente esposti alla chiusura o alla trasformazione delle linee industriali, come il settore petrolifero.
(3-02530)

(11 ottobre 2021)

D)

   PORCHIETTO e SQUERI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   lo «stop» alla produzione delle auto a benzina o diesel entro il 2035, preannunciato dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite), ha suscitato l'immediata reazione di Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) e di Confindustria Nord;

   sconcerta in particolare l'acritica adesione del Ministro interrogato a questa impostazione, che non tiene conto delle esigenze delle aziende, nonché della necessità di piano di politica industriale per la transizione del settore automotive volto a frenare la perdita di know how, di posti di lavoro e per arginare le spinte delocalizzatrici;

   secondo Confindustria «senza l'indicazione di un'alternativa, o quantomeno l'introduzione di un principio di gradualità, la strada tracciata dall'Unione europea comporterà il blocco degli investimenti nei motori a combustione, oltre alla sostanziale chiusura del mercato con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. Solo in Italia si rischia di bruciare oltre 70 mila posti di lavoro entro il 2030. Nel solo Piemonte sono presenti 737 aziende del settore automotive (il 33,5 per cento del totale a livello nazionale), che complessivamente occupano quasi 100 mila addetti»;

   nel 2021 il mercato dell'auto si conferma in Italia un malato grave e il persistere della crisi dei microchip e l'impatto della pandemia sull'economia manterranno la situazione molto critica anche nel 2022. Tra l'altro, nel 2022 al momento non sono neanche previsti quegli incentivi statali che hanno dato un po' d'ossigeno alle vendite nel 2021;

   tra gennaio e ottobre 2021 sono state immatricolate 1.266.629 nuove auto, con un incremento del 12,7 per cento sull'anno precedente (segnato dalla pandemia) e una flessione del –22 per cento rispetto allo stesso periodo 2019 (quasi 360.000 unità perse);

   l'articolo 7 del decreto-legge n. 146 del 2021 rifinanzia, con complessivi 100 milioni di euro, la dotazione del Fondo per la concessione sia dei contributi cosiddetto ecobonus, per l'acquisto di autoveicoli elettrici e ibridi, che dei contributi per l'acquisto di autoveicoli con fasce di emissioni superiori, nonché per gli autoveicoli commerciali, speciali ed usati;

   si tratta di somme del tutto insufficienti a rilanciare il settore e sostenerlo nella riconversione delle produzioni e nella riqualificazione dei lavoratori –:

   se non ritenga opportuno intervenire in sede di Comitato interministeriale per la transizione ecologica al fine di rinviare la decisione illustrata in premessa, posponendola alle opportune consultazioni con le organizzazioni di settore, nell'ambito del tavolo automotive, quale sede opportuna nella quale stabilire le corrette modalità della transizione ecologica per la filiera;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative per individuare ulteriori risorse per sostenere le vendite del comparto automobilistico nel 2022, nonché prevedere l'istituzione di un fondo pluriennale per la riconversione dell'industria automotive, destinato ad accompagnare l'aggiornamento tecnologico e la riconversione delle imprese e la professionalizzazione dei lavoratori e degli operatori del comparto automobilistico nazionale.
(3-02687)

(16 dicembre 2021)

E)

   ZANETTIN. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la stampa locale evidenzia un fenomeno allarmante, tipico delle metropoli, ma che purtroppo si sta diffondendo anche in tranquille città di provincia, come Vicenza o Bassano del Grappa;

   ci si riferisce alle baby gang;

   la sera di Halloween uno studente quattordicenne è stato picchiato e rapinato in piazza Castello a Vicenza;

   secondo gli inquirenti si tratterebbe dello stesso gruppo di giovani che il 31 ottobre 2021 ha dato vita ad una rissa in Piazza San Lorenzo;

   l'interrogante, negli anni scorsi, ha già segnalato, con diversi atti di sindacato ispettivo, gli evidenti problemi di pubblica sicurezza che riguardano il capoluogo berico;

   tali atti di sindacato ispettivo sono rimasti però del tutto privi di risposta da parte del Governo;

   è necessario un intervento più incisivo delle forze dell'ordine, affinché i sindaci non si sentano soli nel contrasto di questi gravissimi fenomeni –:

   quali urgenti e specifiche iniziative di competenza il Governo intenda assumere per contrastare e reprimere il fenomeno delle baby gang, che, dalle città metropolitane, si sta diffondendo anche a città di provincia.
(3-02591)

(3 novembre 2021)

F)

   GRILLO, VILLANI, MARTINCIGLIO, PENNA, SAITTA, LUCIANO CANTONE e DIENI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   in base ai dati ed alle ricerche dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in Italia vi è una scarsa consapevolezza del rischio maremoto, derivante dal fatto che gli tsunami, fortunatamente, accadono meno frequentemente dei terremoti e che l'ultimo tsunami disastroso avvenuto in Italia risale a oltre un secolo fa. Si tratta dello tsunami originato dal catastrofico terremoto di Messina del 1908;

   nel 2018 l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha pubblicato il primo modello probabilistico di pericolosità da tsunami di origine sismica per l'area del Mediterraneo e dell'Atlantico nord-orientale;

   numerosi lavori scientifici hanno evidenziato come il nostro Paese sia interessato da un'intensa attività tettonica che si è manifestata anche recentemente tramite terremoti disastrosi, che hanno causato anche perdita di vite umane. Quando questa attività si manifesta in aree costiere o sottomarine, agli effetti dello scuotimento sismico si possono associare la creazione di maremoti come quello devastante che ha interessato Fukushima nel 2011, con ripercussioni inimmaginabili dirette ed indirette non solo nelle immediate vicinanze dell'epicentro, ma anche a migliaia di chilometri di distanza;

   il terremoto associato al collasso della caldera di Santorini, ad esempio, ha avuto effetti devastanti in tutte le coste del Mediterraneo centro-orientale;

   la presenza di vulcani attivi nei pressi della costa ed in varie isole del Mar Tirreno rende questa area particolarmente critica;

   Alessandro Amato, geologo, sismologo, già direttore del Centro nazionale terremoti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e ora responsabile del Centro allerta tsunami dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Cat-Ingv), ha evidenziato, in numerosi lavori scientifici, le faglie attive lungo tutto il versante tirrenico e ligure della penisola. In particolare, lo Stretto di Messina è caratterizzato da un esteso sistema di faglie, che caratterizzano larga parte del versante orientale dell'isola e, in modo particolare, nel settore etneo. In questo settore si è manifestato uno dei principali terremoti italiani del secolo scorso: il grande terremoto del 1908, che rase al suolo le città costiere adiacenti allo Stretto e in particolare Reggio Calabria e Messina, facendo oltre 80 mila vittime. Amato segnala che circa duemila persone probabilmente morirono per lo tsunami associato al terremoto;

   il rischio di tsunami si estende a tutte le coste italiane, dato che terremoti, e dunque maremoti, devastanti sono noti in tutta l'area egea e lungo la costa dalmata –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di tale grave situazione e, per quanto di competenza, quali informazioni possieda circa lo stato dell'arte in merito alle misure di previsione di eventi di questa gravità;

   quali iniziative siano attualmente poste in essere dalla Protezione civile, in particolare per quanto concerne un sistema di allerta maremoti che possa alleviare i probabili disastri che causerebbe un eventuale maremoto in Italia.
(3-02781)

(24 febbraio 2022)
(ex 4-10250 del 17 settembre 2021)

G)

   PAOLO RUSSO, SPENA e NEVI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il mondo agricolo è insorto contro la nuova definizione di rifiuto urbano contenuta nel decreto legislativo n. 116 del 2020, in vigore dal 1° gennaio 2021;

   il decreto, con riferimento alla nuova definizione di rifiuto urbano (articolo 183, comma 1, lettere b-ter) e b-sexies), del decreto legislativo n. 152 del 2006), prevede che rimangano esclusi i rifiuti derivanti da attività agricole e connesse di cui all'articolo 2135 del codice civile (imprenditore agricolo);

   questo comporta che alcune tipologie di attività connesse agricole, i cui rifiuti fino al 31 dicembre 2020 potevano essere assimilati agli urbani – quali agriturismi, spacci aziendali, aziende orticole, fattorie didattiche e altro – si vedono costrette a conferire i propri rifiuti a circuiti esterni a quello pubblico di raccolta;

   in sostanza, la bottiglia smaltita da un'azienda del vino è equiparata a rifiuto speciale, mentre i rifiuti organici di un agriturismo, simili a quelli di un ristorante, devono seguire un percorso di smaltimento ad hoc invece che la normale prassi stabilita per i rifiuti urbani;

   alcuni comuni hanno già comunicato tramite pec alle aziende agricole che siffatti rifiuti «speciali» non possono essere conferiti presso le isole ecologiche, perché destinate soltanto alla raccolta dei rifiuti urbani;

   inoltre, tali amministrazioni sono in difficoltà sia nella definizione delle nuove metodologie di calcolo della Tar, sia per quel che riguarda la carenza di aziende specializzate che offrano a prezzi ragionevoli un servizio efficiente di raccolta dei rifiuti speciali ex-assimilati agli urbani;

   queste incongruenze si traducono, di fatto, in un insostenibile aumento di costi per le imprese agricole, in particolare per gli agriturismi e per le aziende che hanno un servizio di somministrazione, quali le cantine o le aziende insediate sulle «Strade del vino»;

   l'Anci ha chiesto al Ministero della transizione ecologica e al Ministero dell'economia e delle finanze urgenti interventi risolutivi, in assenza dei quali sarà inevitabile un incremento del prelievo su ampie categorie di utenza, e l'istituzione di un tavolo tecnico di confronto per esaminare le ricadute del decreto legislativo n. 116 del 2020 sul sistema di gestione dei rifiuti nel suo complesso –:

   quali iniziative di competenza si intendano adottare per risolvere le problematiche esposte in premessa.
(3-02159)

(31 marzo 2021)