Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Affari Comunitari
Titolo: Rendiconto 2018 e Assestamento 2019
Riferimenti: AC N.2017/XVIII AC N.2018/XVIII
Serie: Progetti di legge   Numero: 179/1/0/14
Data: 05/09/2019
Organi della Camera: XIV Unione Europea


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Rendiconto 2018 e Assestamento 2019

5 settembre 2019
Profili di interesse della XIV Commissione Politiche dell'Unione Europea


Indice

RENDICONTO 2018|ASSESTAMENTO 2018|


RENDICONTO 2018

Nel Rendiconto generale per l'anno 2018 (C. 2017) i dati riguardanti le politiche nell'ambito dell'Unione europea sono esposti nel Conto consuntivo del Ministero dell'economia e delle finanze, e più precisamente nella Missione 3 – L'Italia nell'Europa e nel mondo, che comprende sia il Programma 3.1 – Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE (che fa capo al Centro di responsabilità 4 – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, Conto del Ministero dell'economia e delle finanze), sia il Programma 3.2 – Politica economica e finanziaria in ambito internazionale (che fa capo al Centro di responsabilità 3 - Dipartimento del tesoro, Conto del Ministero dell'Economia e delle finanze).


I dati riportati nel Conto consuntivo del MEF

Le previsioni iniziali contenute nella legge di bilancio 2018, relative alla Missione 3-Programma 3.1 (Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE), risultavano essere pari a 22.732,5 milioni di euro; con la legge di assestamento 2018 e le ulteriori variazioni per atto amministrativo intervenute nel corso dell'anno, le dotazioni definitive di competenza risultano essere pari a 21.785 milioni di euro mentre gli importi effettivamente pagati sono stati pari a 20.946,3 milioni.

Si dà conto, di seguito, delle variazioni subite nell'anno 2018 dai principali capitoli direttamente interessati alla partecipazione italiana alle politiche di bilancio UE e dei pagamenti definitivi registrati in sede di rendiconto:

  • Capitolo 2741 - somme versate dai produttori di latte in relazione alla rateizzazione annuale del prelievo supplementare nel settore lattiero da destinare ad estinzione delle anticipazioni di tesoreria con 34,7 milioni di euro interamente pagati;
  • Capitolo 2751 – somme da versare per il finanziamento del bilancio dell'UE a titolo di risorse proprie basate sul Reddito Nazionale Lordo e sull'IVA: 14.450 milioni di euro, con una riduzione di 800 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali 2018; i pagamenti corrispondono a 13.955,7 milioni di euro.
  • Capitolo 2752 – somme da versare per il finanziamento del bilancio dell'UE a titolo di risorse proprie tradizionali relative a dazi doganali e contributi zucchero: 2.500 milioni di euro, con una riduzione di 100 milioni rispetto alle previsioni iniziali 2018 e a fronte di 2.287,2 milioni di euro di pagamenti;
  • Capitolo 2814 - Fondo da ripartire per i progetti di gemellaggio-Programma (Phare) dell'UE: 103,9 milioni di euro senza variazioni rispetto alla previsione iniziale con pagamenti pari a zero;
  • Capitolo 2815 Fondo per il recepimento della normativa europea: 45,9 milioni di euro, con una riduzione di 66,5 milioni rispetto alle previsioni iniziali 2018 e pagamenti pari a zero;
  • Capitolo 2816 – somma da corrispondere per il pagamento degli oneri finanziari derivanti dalle sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell'Unione europea: 233,8 milioni di euro per il 2018 (con una diminuzione in corso d'anno di 16,2 milioni di euro), con pagamenti pari a 148,7 milioni di euro;
  • Capitolo 7493 – somme da versare al conto corrente infruttifero presso la Tesoreria centrale dello Stato denominato "Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie: finanziamenti nazionali": 4.520 milioni di euro (l'importo è rimasto invariato rispetto alle previsioni iniziali 2018), interamente pagati.

 

Il  sistema di finanziamento dell'Unione, previsto dall'art. 311 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) (ex 269 del Trattato CE), stabilisce che il bilancio generale dell'UE sia integralmente finanziato dalle cosiddette "risorse proprie", ossia dai mezzi finanziari conferiti da ciascuno Stato membro per garantire il funzionamento dell'amministrazione comunitaria e la realizzazione delle relative politiche.

   Il sistema è disciplinato dalla Decisione 2014/335/UE, Euratom sul sistema delle risorse proprie, del 26 maggio 2014, che sostituisce la decisione 2007/436/CE, Euratom. La nuova decisione, relativa al periodo 2014-2020, è entrata in vigore il 1° ottobre 2016, a seguito della ratifica da parte di tutti gli Stati membri, conformemente alle rispettive norme costituzionali, e si applica con effetto retroattivo, a partire dal 1° gennaio 2014. Alla decisione è stata data attuazione nell'ordinamento italiano con il comma 819 dell'articolo 1 della legge n. 208/2015 (legge di stabilità 2016).

 

In base alla decisione del 2014 le risorse finanziarie sono costituite da:

  • Risorse proprie tradizionali (R.P.T.): derivano dall'esistenza di uno spazio doganale unificato e sono riscosse dai Paesi membri e poi versate alla Comunità, i paesi dell'UE possono trattenere il 20 % degli importi che riscuotono a titolo di spese di riscossione (ossia le spese per la riscossione di dazi o imposte).
  • Risorsa IVA: è costituita da un contributo a carico di ciascuno Stato membro; viene prelevata un'aliquota standard sull'imponibile IVA armonizzato di ogni paese dell'UE. L'imponibile da tenere in considerazione a tale scopo non può superare il 50 % del RNL del paese interessato. Poiché i consumi (e di conseguenza l'IVA) nei paesi meno ricchi equivalgono a una quota maggiore di RNL di quella dei paesi ricchi, ciò garantisce che i primi non paghino un importo esageratamente elevato.
  • Risorsa R.N.L. (Reddito Nazionale Lordo), che consiste in un contributo degli Stati membri fissato anno per anno dal bilancio UE; esiste un massimale generale di risorse proprie assegnato per coprire gli stanziamenti di pagamento annuali dell'UE (ovvero stanziamenti di pagamento da prelevare dal bilancio dell'UE) che non possono superare l'1,23 % della somma del RNL di tutti i paesi dell'UE, al fine di garantire una rigorosa disciplina di bilancio. Per quanto riguarda le risorse proprie basate sul RNL, viene prelevata una percentuale uniforme dal RNL di ogni paese dell'UE. Tali risorse proprie sono la maggiore fonte di entrate del bilancio dell'UE e servono a finanziare la parte del bilancio che non è coperta dalle altre fonti di reddito. Nel caso di determinati paesi che si ritiene paghino in favore del bilancio dell'UE più di quanto dovrebbero, tenendo in considerazione la loro ricchezza relativa, si applica un meccanismo di correzione. Germania, Paesi Bassi, Austria, Svezia e Regno Unito rientrano in questa categoria e pagano dei contributi ridotti.

I flussi finanziari Italia - UE

Nell'Allegato n. 3 del Conto consuntivo del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2018 si trova l'esposizione contabile dei flussi finanziari intercorsi tra l'Italia e l'UE (prevista dall'art. 5, comma 2, del D.L. 547 del 1994, convertito, con modificazioni, dalla legge 644 del 1994), nonché la situazione delle corrispondenti erogazioni effettuate dalle Amministrazioni nazionali: ciò consente di rendere noti al Parlamento i dati consolidati sull'entità delle risorse movimentate nel settore degli interventi di politica comunitaria, nonché l'attuazione degli interventi cofinanziati dall'UE, attraverso le erogazioni del Fondo di rotazione.

Dall'esposizione dei flussi finanziari con l'UE indicata in tale Allegato n. 3 risulta che nel 2018 la quota di contribuzione italiana al bilancio dell'UE relativa alle risorse proprie ammontava, nelle previsioni iniziali, a 16.587 milioni di euro; nelle previsioni definitive l'importo risulta essere pari a 16.714 milioni di euro (con un aumento di di 127 milioni di euro ), contribuendo in misura pari all'11,74% del bilancio complessivo UE che ammonta a 142.364 milioni di euro (Tabella n. 3 Risorse proprie UE - Previsioni definitive 2018).

I versamenti effettivi al bilancio UE effettuati dal Ministero dell'economia nel 2018, pari a 15.726,5 milioni di euro, a raffronto con quelli indicati nelle previsioni definitive (Tabella n. 4 Risorse proprie U.E. 2018 - Raffronto tra previsioni e versamenti), evidenziano una diminuzione di circa 988 milioni di euro (-5,9%). Tale diminuzione è attribuita ad un modesto incremento delle risorse proprie tradizionali e alla circostanza che non sono comprese in questi versamenti i 49,7 milioni trasferiti al bilancio comunitario a titolo di contributo per la Refugees Facility in Turchia.

 

Per quanto riguarda i flussi finanziari Italia-Unione europea, può essere utile un confronto con l'anno precedente. La tabella che segue si riferisce alle differenze tra versamenti effettivi negli anni 2016 e 2017:

 

Flussi finanziari

2017

2018

Differenza 2017/2018

Versamenti all'UE

15.450,7

15.726,5

+ 1,79%

Contributi dell'UE

8.137,0

8.855,0

+ 8,8%

 

Elaborazione della Tabella n. 5 - Risorse proprie UE 2018 - Differenza tra versamenti effettivi 2017 e versamenti effettivi 2018 e della Tabella n. 7 - Somme accreditate dall'UE all'Italia - Anno 2018 (in milioni di euro)

 

Per quanto riguarda la contribuzione dell'UE in favore dell'Italia, essa consegue alle politiche comuni di sviluppo poste in essere dall'Unione in vari settori e si realizza concretamente con gli strumenti finanziari costituiti dai Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE). A seguito della definizione del nuovo quadro finanziario dell'UE per il periodo 2014-2020, il 17 dicembre 2013 è stato adottato il regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (c.d. regolamento generale) concernente le regole comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Il regolamento ha abrogato il precedente regolamento (CE) n. 1083/2006 relativo al periodo 2007-2013.

Il regolamento n. 1303/2013 individua quali obiettivi generali della poltica di coesione gli investimenti in favore della crescita e dell'occupazione negli Stati membri e nelle regioni, da realizzare con il concorso di tutti i fondi, e la cooperazione territoriale europea, con il sostegno del solo Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR).

  Le risorse per l'obiettivo "investimenti in favore della crescita e dell'occupazione" sono ripartite fra le seguenti tre categorie di regioni:

  • regioni meno sviluppate, ovvero con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-27 (per l'Italia, rientrerebbero in questa categoria Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Puglia);
  • regioni in transizione, con un PIL pro capite fra il 75% e il 90% della media UE (per l'Italia, Abruzzo, Molise e Sardegna);
  • regioni più sviluppate, con un PIL pro capite superiore al 90% della media dell'UE (per l'Italia, le regioni del centro nord non incluse nel nuovo obiettivo regioni in transizione).

Accanto al regolamento generale sono stati emanati gli specifici regolamenti che regolano il funzionamento di ogni singolo fondo:

  • il regolamento (UE) n. 1300/2013 relativo al Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1084/2006;
  • il regolamento (UE) n. 1304/2013 relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006;
  • il regolamento (UE) n. 1301/2013 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006;
  • il regolamento (UE) n. 1305/2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005;
  • il regolamento (UE) n. 508/2014 relativo al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, che abroga i regolamenti (CE) n. 2328/2003, (CE) n. 861/2006, (CE) n. 1198/2006 e (CE) n. 791/2007 e (UE) n. 1255/2011.

Per quanto riguarda il finanziamento della politica agricola, il regolamento (UE) n. 1305/2013 reca la nuova disciplina sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo per lo sviluppo rurale (FEASR) e abroga, conseguentemente, la disciplina relativa al pregresso periodo di programmazione, contenuta nel Regolamento CE n. 1698/2005. Per quanto riguarda la politica europea della pesca, il regolamento (UE) n. 508/2014, che istituisce il FEAMP (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca), definisce le misure finanziarie dell'Unione per attuare la politica comune della pesca (PCP), le misure relative al diritto del mare, lo sviluppo sostenibile dei settori della pesca e dell'acquacoltura e della pesca nelle acque interne, nonché la politica marittima integrata (PMI).

 

Nell'Allegato n. 3 del Conto consuntivo del Ministero dell'economia relativo alla situazione dei flussi finanziari Italia-UE si evidenzia che nel corso dell'esercizio 2018 sono stati accreditati all'Italia contributi per 8.855 milioni di euro. L'incremento rispetto agli accrediti registrati nell'anno 2017 risulta pari al 8,8%.

 

La tabella successiva riporta la distribuzione degli accrediti per fonte di finanziamento:

Fondi

2018

2017

2018/2017

FEAGA               (46%)

4.073.733.454

4.249.111.348

- 4,13%

Fondi Strutturali e di investimento europeo (SIE)    (48,18%)       

di cui:

4.266.504.021

2.153.054.818

+ 98%

  • FESR        (19,82%)

1.754.954.862

 

893.643.230

+ 96,3%

  • FSE           (13,89%)

1.229.743.928

 

470.759.910

+161%

  • FEASR      (13,51%)

1.196.029.479

 

785.495.261

+25%

  • FEAMP      (0,97%)

85.775.751

 

3.156.418

+2.617,5%

Altri Fondi Programmazione 2014-2020

                           (3,72%)          

di cui:

329.204.104


209.167.663

+57,3%

  • FAMI         ( 0,47%)
41.916.660

23.803.778

+76%

  • ISF/FSI     ( 0,48%)
42.386.810

14.146.698

+199,6%

  • YEI           (2,34 %)
206.945.961

133.319.436

+55,2%

  • IPA           ( 0,01%)
861.797

304.602

+182,9%

  • FEAD       ( 0,26%)
23.306.009

26.835.642

-13,1%

  • ENI           ( 0,16%)
13.786.866

10.757.508

 +28,1%

Altri contributi comunitari     (2,10%)

185.635.596

 

1.525.624.554

+12,1%

TOTALE

8.855.077.175


8.136.958.384

+8,8%

 

Elaborazione della Tabella n. 7 - Somme accreditate dall'UE all'Italia - Anno 2018 (in euro)

 

L'aumento dei flussi di cassa registrati (in particolare quelli percentualmente più elevati, a prescindere dagli importi assoluti) è dovuto essenzialmente alla circostanza che il 2018 è stato un anno in cui la programmazione finanziaria europea 2014-2020 ha raggiunto regolarità nell'attuazione degli interventi e conseguente costanza nei pagamenti.


L'attuazione degli interventi cofinanziati dall'UE

Nell'Allegato n. 3 del Conto consuntivo del Ministero dell'economia per l'anno finanziario 2018 (pag. 183 e ss.) un capitolo è dedicato alle erogazioni effettuate dal Fondo di rotazione per le politiche comunitarie istituito dall'art. 5 della legge 183 del 1987, che dà un quadro complessivo degli interventi cofinanziati dall'UE: ad esso infatti affluiscono disponibilità provenienti sia dal bilancio comunitario sia dal bilancio nazionale. Il Fondo è dotato di amministrazione autonoma e di gestione fuori bilancio e si avvale di due conti correnti infruttiferi presso la Tesoreria centrale dello Stato:

  • c/c 23209, che registra le analoghe operazioni a carico dei finanziamenti nazionali, denominato "Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie: finanziamenti nazionali";
  • c/c 23211, che registra i movimenti di entrata e uscita che fanno capo ai versamenti comunitari, denominato "Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie: finanziamenti UE".

Il Fondo di rotazione presenta annualmente il proprio rendiconto alla Corte dei Conti.

Al Fondo di rotazione, nel corso del 2018, sono confluiti complessivamente finanziamenti per 4.890,13 milioni di euro di cui 4520  milioni di euro a carico del bilancio nazionale; 369 milioni di euro per restituzioni ed altre entrate e 1,1 milioni di euro per accrediti diversi.

Al medesimo Fondo sono poi giunti accrediti da parte dell'Unione europea per 5.214,3 milioni di euro.

A fronte di queste risorse, integrate dalle giacenze risultanti all'inizio dell'esercizio, il Fondo ha effettuato nel 2018 erogazioni per finanziare interventi relativi alle finalità individuate in sede comunitaria per complessivi 9.092 milioni di euro, di cui 4.382 milioni di euro dal conto relativo ai finanziamenti nazionali e 4.660 milioni di euro dal conto relativo ai cofinanziamenti comunitari.

Per maggiori approfondimenti sulle risultanze relative all'attuazione concreta degli interventi si rinvia al giudizio di parificazione del bilancio 2018 approvato dalla Corte dei conti in sede di controllo il 26 giugno 2019 (v. Volume II della Relazione sul Rendiconto Generale dello Stato 2018).


ASSESTAMENTO 2018

Nel ddl di assestamento 2019 (C. 2018) i dati riguardanti le politiche comunitarie sono esposti nella Missione 3 – L'Italia nell'Europa e nel mondo, che comprende sia il Programma 3.1Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE (che fa capo al Centro di responsabilità 4 – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, Conto del Ministero dell'economia e delle finanze), sia il Programma 3.2 – Politica economica e finanziaria in ambito internazionale (che fa capo al Centro di responsabilità 3 - Dipartimento del tesoro, Conto del Ministero dell'Economia e delle finanze).

Alla Missione 3 sono stati complessivamente attribuiti - per competenza -  22.617.867.909 euro, di cui 20.871.706.416 euro al Programma 3.1 - Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE.

Nel disegno di legge di assestamento 2019 viene proposta a carico del Programma 3.1 una variazione negativa di 200 milioni di euro. Complessivamente lo stanziamento relativo al Programma 3.1 si attesta su 20.671.706.416 euro.

La variazione negativa di 200 milioni di euro proposta dal ddl di assestamento riguarda, in particolare i finanziamenti al bilancio dell'UE a titolo di risorse proprie RNL e IVA, con un decremento di 200 milioni di euro del capitolo 2751, sulla base delle stime di spesa del bilancio dell'Unione europea. Le previsioni assestate 2019 del capitolo corrispondono a 15.635 milioni di euro.

 Nel ddl di assestamento 2019 è altresì riportato lo stanziamento previsto per il Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie (capitolo 7493) che, rispetto alle previsioni iniziali (già peraltro ridotte rispetto al disegno di legge di bilancio 2019, A.C. 1334) non registra alcuna variazione; pertanto lo stanziamento resta confermato in 1.750 milioni di euro.