Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: La relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2020
Serie: Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE   Numero: 55
Data: 13/09/2021
Organi della Camera: I Affari costituzionali, II Giustizia, III Affari esteri, IV Difesa, V Bilancio, VI Finanze, VII Cultura, VIII Ambiente, IX Trasporti, X Attività produttive, XI Lavoro, XII Affari sociali, XIII Agricoltura, XIV Unione Europea


Camera dei deputati

XVIII LEGISLATURA

 

 

 

 

 

 

 

Documentazione per le Commissioni

esame di atti e documenti dell’unione europea

 

 

 

 

 

LA RELAZIONE CONSUNTIVA SULLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALL'UNIONE EUROPEA PER IL 2020

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 55

 

13 settembre 2021

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il dossier è stato curato dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea
(' 066760.2145 - * cdrue@camera.it)

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I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

 


 

I N D I C E

 

La normativa di riferimento.. 3

La relazione consuntiva per il 2020. 5

1. Sviluppo del processo di integrazione europea e questioni istituzionali 5

2. Principali politiche settoriali e orizzontali 8

3. L’Italia e la dimensione esterna dell’UE. 23

4. Comunicazione e formazione sull’attività dell’Unione europea. 26

5. Il coordinamento nazionale delle politiche europee. 26

6. Atti approvati dalla Camera. 28

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2020

 


 


 

La normativa di riferimento

La presentazione della relazione consuntiva da parte del Governo e il contenuto proprio della stessa sono disciplinati dall’articolo 13, comma 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, il quale ne prevede la trasmissione alle Camere, entro il 28 febbraio di ogni anno, termine coerente con la data di presentazione della legge di delegazione congiuntamente alla quale la relazione viene esaminata.

La relazione dovrebbe fornire elementi di informazione e di valutazione sui seguenti temi:

a) gli sviluppi del processo di integrazione europea, con particolare riguardo alle attività del Consiglio europeo e del Consiglio dell’Unione europea, alle questioni istituzionali, alla politica estera e di sicurezza comune, nonché alle relazioni esterne dell'Unione europea, ai settori della giustizia e degli affari interni e agli orientamenti generali delle politiche dell'Unione;

b) la partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'UE e in generale alle attività delle istituzioni europee per la realizzazione delle principali politiche settoriali, con particolare riferimento alle linee negoziali che hanno caratterizzato la partecipazione italiana, insieme ai dati consuntivi e a una valutazione di merito della predetta partecipazione, anche in termini di efficienza ed efficacia dell'attività svolta in relazione ai risultati conseguiti;

c) l'attuazione in Italia delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale, l'andamento dei flussi finanziari verso l'Italia e la loro utilizzazione, con riferimento anche alle relazioni della Corte dei conti europea, accompagnati da una valutazione di merito sui principali risultati annualmente conseguiti, nonché sui progressi e sui temi rilevanti, anche relativamente al concorso delle politiche per il raggiungimento degli obiettivi del periodo di programmazione vigente;

d) il seguito dato e le iniziative assunte in relazione ai pareri, alle osservazioni e agli atti di indirizzo delle Camere, nonché alle osservazioni della Conferenza delle regioni e delle province autonome, della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome.

La relazione, pertanto, nell'impianto della legge n. 234 del 2012, rappresenta il principale strumento per una verifica ex post dell’attività svolta dal Governo nei vari ambiti e della condotta assunta nelle sedi decisionali europee, nel quadro di una costante interlocuzione e di un raccordo con il Parlamento su tali temi.

La stessa legge n. 234, al comma 1 dell’articolo 13, prevede la presentazione, entro il 31 dicembre di ogni anno, di una relazione che indichi gli orientamenti e le priorità che il Governo intende perseguire nell’anno successivo con riferimento agli sviluppi del processo di integrazione europea.

L’esame di entrambe le relazioni permette al Parlamento di valutare l’impostazione complessiva della politica europea del Governo, sia nella fase ex ante di programmazione e di definizione degli orientamenti, sia nell’analisi ex post dell’attività svolta.

La verifica delle indicazioni contenute nella relazione a consuntivo dovrebbe consentire, in particolare, al Parlamento di valutare, per un verso, l’efficacia dell’operato del Governo e, per l’altro, se ed in quale misura il Governo abbia rappresentato a livello europeo una posizione coerente con gli indirizzi espressi dalle Camere, come previsto dall'articolo 7 della citata legge, salvo che non abbia potuto attenersi agli indirizzi medesimi per ragioni che comunque devono essere motivate.

In sostanza, con questi strumenti si individua una sorta di ciclo, che intende responsabilizzare il Governo inducendolo ad assumere una posizione più efficace a livello europeo.  

 


 

La relazione consuntiva per il 2020

La relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2020 (Doc. LXXXVII, n. 4) è oggetto di esame congiunto con il disegno di legge di delegazione europea 2021 (C. 3208), secondo quanto prevede l’articolo 126-ter, comma 1, del Regolamento della Camera.

 

La relazione consuntiva per il 2020 è stata trasmessa al Parlamento il 24 giugno 2021, con un ritardo quindi di quasi quattro mesi rispetto al termine di presentazione previsto dal citato comma 2 dell’articolo 13.

L’esigenza di assicurare che le relazioni consuntive annuali siano presentate entro il termine fissato dalla legge è stata rappresentata negli anni negli atti di indirizzo approvati dall’Assemblea in esito all’esame dei documenti (si vedano, tra le altre, la risoluzione 6-0024, approvata il 31 luglio 2013, la risoluzione 6-00151, approvata il 2 luglio 2015, e da ultimo la risoluzione 6-00172 approvata il 31 marzo 2021). Il rispetto della tempistica, oltre a rendere più efficace la valutazione dell’azione svolta dal Governo a livello europeo nell’anno di riferimento, è strumentale ad una corretta articolazione temporale delle due fasi, quella programmatica, che infatti alla Camera si svolge congiuntamente con l’esame del Programma di lavoro della Commissione europea, e quella dell’attuazione degli orientamenti nel quadro delle procedure definite dalla legge n. 234. 

 

La relazione consuntiva per il 2020, analogamente alle precedenti, è suddivisa in cinque parti e in cinque appendici. A differenza delle precedenti relazioni l’articolazione del contenuto segue una impostazione per schede come quella della relazione programmatica per il 2021 (Doc. LXXXVI, n. 4), tramessa alle Camere il 24 giugno 2021 e all’esame delle Commissioni parlamentari competenti (per approfondimenti, si veda il seguente dossier).

Per ciascuna scheda sono riportati, da una parte, i risultati conseguiti e, dall’altra, i nuovi obiettivi ovvero gli scostamenti rispetto agli obiettivi originari in conseguenza della ridefinizione ovvero dell’adattamento di alcune politiche determinati dalla pandemia. 

 

1.     Sviluppo del processo di integrazione europea e questioni istituzionali

La prima parte della relazione è dedicata agli sviluppi del processo di integrazione europea e alle questioni istituzionali che hanno segnato il 2020, quali i negoziati volti alla definizione del Quadro finanziario pluriennale (QFP), che è stato integrato dal programma Next Generation EU (NGEU), e le relazioni con la Gran Bretagna. In via generale, la pandemia ha condizionato fortemente l’agenda dell’Unione europea, con inevitabili riflessi sotto il profilo politico-istituzionale e dell’integrazione in vari ambiti. Per quanto riguarda le relazioni con il Regno Unito, nel ricordare la conclusione dei negoziati per l’accordo sulle future relazioni alla fine di dicembre 2020, la relazione indica la necessità da parte italiana di vigilare con attenzione sulla correttezza della sua applicazione.

L’Accordo sulle future relazioni, che disciplina gli scambi commerciali e la cooperazione tra l’UE e il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord è entrato definitivamente in vigore il 1° maggio 2021. Si segnala che negli ultimi mesi è emersa una disputa tra il Regno Unito e l’UE circa l’applicazione delle disposizioni del Protocollo sull’Irlanda e l’Irlanda del Nord, allegato all’Accordo di recesso del Regno unito dall’UE entrato in vigore il 1° febbraio 2020.

Per quanto concerne il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’UE 2021-2027, che si è svolto nel 2020 in un contesto profondamente mutato dall’avvento dell’emergenza pandemica, la relazione sottolinea che l’Italia ha contribuito al raggiungimento di un accordo, in linea con gli indirizzi parlamentari espressi al riguardo. Tra i risultati conseguiti, evidenzia, in particolare, il volume delle risorse impegnate che, sebbene ridotto rispetto alle proposte iniziali della Commissione, non è sceso al di sotto della soglia dell’1% del reddito nazionale lordo (RNL) europeo ed è compensato dalle risorse di Next Generation EU.

La Relazione precisa che il saldo italiano relativo al QFP, pur restando negativo, migliora rispetto al QFP 2014-2020, passando da -0,24% a -0,17% del PIL (in termini assoluti, da -4,11 a -2,9 miliardi di euro in media all’anno), determinando così una contrazione del contributo nazionale al bilancio europeo.

Il documento sottolinea, altresì, che sono state salvaguardate le allocazioni nazionali legate alle politiche tradizionali, attraverso l’aumento della dotazione per le politiche di coesione (da 36,2 a 38 miliardi di euro) e, per quanto riguarda la politica agricola (PAC), il rafforzamento delle dotazioni per lo sviluppo rurale che compensa parzialmente i tagli ai pagamenti diretti agli agricoltori ed il persistere del processo di c.d. “convergenza esterna”.

Con riferimento alle entrate, la relazione riporta che, nel corso del negoziato, è stata rappresentata la necessità di una revisione del modo in cui l’Unione finanzia il proprio bilancio, con l’introduzione di nuove risorse proprie e l’eliminazione dei meccanismi di sconto collegati alla c.d. correzione britannica. Tuttavia - segnala la Relazione - tale approccio non è stato seguito, anche se è stato assunto l’impegno politicamente vincolante di adottare nuove risorse proprie secondo un preciso calendario.

L’Accordo interistituzionale del 16 dicembre 2020 tra il Parlamento europeo, il Consiglio dell’UE e la Commissione europea stabilisce una tabella di marcia verso l’introduzione di nuove risorse proprie, volte, tra l’altro, a raccogliere un importo sufficiente a coprire il livello delle spese per il rimborso anticipato dei prestiti contratti a titolo di Next Generation EU.

 

 

Per quanto riguarda le politiche macroeconomiche, la relazione segnala che sono state promosse fin dall’inizio dell’anno azioni mirate all’approfondimento e al completamento dell’Unione economica e monetaria, inclusa la creazione di una funzione di stabilizzazione macroeconomica comune, attraverso l’introduzione di una capacità fiscale per l’area dell’euro e di uno schema di assicurazione europeo contro la disoccupazione, nonché un approccio maggiormente simmetrico nell’ambito degli squilibri macroeconomici, che tenesse in considerazione non solo gli squilibri fiscali e relativi al debito, ma anche quelli esterni e relativi alla bilancia delle partite correnti, a prescindere dal segno di tali squilibri.

In tale ottica, si è sostenuto il processo di riforma della governance economica europea nel quadro di una riflessione sull’attuale sistema di regole fiscali, continuando a sottolineare l’importanza di evitare la pro-ciclicità, l’uso di variabili difficili da misurare e supportare gli investimenti. Anche se poi la crisi pandemica ha necessariamente imposto altre priorità, essa, secondo la Relazione ha tuttavia permesso un’importante accelerazione rispetto alla creazione di strumenti di stabilizzazione macroeconomica comune.

Il 5 febbraio 2020 la Commissione europea aveva presentato una comunicazione volta a valutare l'attuale quadro della governance economica europea, al fine di una sua eventuale riforma, avviando in merito un dibattito che si è poi in parte arrestato a causa dello scoppio della crisi pandemica, ma che è destinato ad essere ripreso proprio alla luce delle conseguenze di quest’ultima.

L’Italia - continua la relazione -  è stata a favore di un intervento comune europeo e del finanziamento delle misure attraverso emissioni di titoli comuni che ha portato all’istituzione di una nuova linea di credito presso il Meccanismo europeo di stabilità (il cosiddetto “Strumento di sostegno alla crisi pandemica”, disponibile, per la durata della crisi, per tutti gli Stati dell'Eurozona, per finanziare i costi diretti e indiretti dell'assistenza sanitaria nazionale, di cura e prevenzione, dovuti alla crisi da COVID-19, sostenuti dal 1° febbraio 2020), nonché alla creazione dello strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione durante l'emergenza (SURE) e di un Fondo di Garanzia Pan-europeo presso la BEI, ma soprattutto all’approvazione di Next Generation EU.

La sfida - evidenzia la Relazione - sarà pertanto costituita dal tentativo di rendere permanenti e strutturali le misure fino a questo momento adottate.

Infine, con riguardo all’Unione bancaria, la relazione sottolinea in particolare che, anche nel corso del 2020, non è stato possibile trovare un’intesa comune sul sistema europeo di garanzia dei depositi (EDIS), mentre si è lavorato, nell’ambito della riforma del MES, per l’introduzione anticipata a inizio 2022 del backstop (sostegno) comune al Fondo di risoluzione unico.

L’Eurogruppo del 30 novembre 2020 ha infatti convenuto di anticipare l'introduzione del sostegno comune entro l'inizio del 2022 (anziché dal 2024) in quanto una relazione sulla riduzione dei rischi (elaborata da Commissione europea, BCE e Comitato di risoluzione unico) ha evidenziato che negli ultimi anni vi è stata una costante riduzione dei crediti deteriorati in tutti i Paesi e un continuo progresso delle banche nell’accumulo dei requisiti MREL (ovvero i requisiti minimi dei fondi propri e delle passività ammissibili).

2.     Principali politiche settoriali e orizzontali

La parte più consistente della relazione (seconda) è dedicata alle politiche orizzontali e settoriali: migrazione, mercato interno, fiscalità e unione doganale, politiche industriali e per la concorrenza, ricerca e sviluppo tecnologico, ambiente ed energia, trasporti, agricoltura e pesca, politica estera e di sicurezza, allargamento, occupazione, affari sociali, tutela della salute, istruzione, gioventù, sport, cultura, turismo, giustizia e affari interni.

La maggior parte delle politiche è stata interessata dall’adozione di misure eccezionali per fronteggiare le conseguenze provocate dalla pandemia.

 

Politiche sulla migrazione

La Relazione consuntiva 2020 riferisce circa l’impegno del Governo in sede di Consiglio al fine di non considerare gli arrivi dei migranti illegali e richiedenti asilo quale tema di esclusiva competenza degli Stati membri di frontiera esterna.

In tale contesto il Governo ricorda di aver sollecitato la Commissione europea a presentare iniziative normative volte a tradurre in concreto i principi di responsabilità e solidarietà previsti dal Trattato, e in particolare a superare il principio dello Stato di primo approdo. A tal proposito, il Governo sottolinea la proposta della Commissione di prevedere uno specifico meccanismo di solidarietà per i casi di arrivi di migranti a seguito di operazioni di ricerca e soccorso in mare.

L’elemento centrale del Nuovo Patto è costituito dal pacchetto normativo, tuttora all’esame dei colegislatori europei, presentato nel settembre del 2020, che riguarda, tra l’altro: i controlli alle frontiere esterne dei cittadini stranieri che non rispettano i requisiti per l'ingresso nell'UE, comprese le persone salvate in una operazione SAR (ricerca e soccorso, search and rescue) nelle acque europee; le procedure di asilo; una revisione parziale delle norme previste dal cosiddetto regolamento di Dublino; meccanismi di solidarietà da parte degli Stati dell’UE nei confronti dei Paesi membri più esposti ai flussi, compresa una disciplina per la gestione di situazioni di crisi e di forza maggiore causate da pressioni migratorie ingenti.

Tuttavia il Governo sottolinea il fatto che la Commissione, pur avendo recepito alcune sollecitazioni espresse da parte dell’Italia (specificità delle frontiere marittime, ampliamento del concetto di familiare nell’ambito dei parametri per assegnare la competenza della gestione di una domanda di asilo ad uno Stato membro), abbia presentato proposte normative maggiormente attente alla posizione di quegli Stati membri contrari a meccanismi obbligatori di redistribuzione dei migranti e favorevoli, invece, a procedure alle frontiere esterne onerose per i Paesi di primo ingresso. La Relazione riferisce che su queste basi il Governo, sin dalle prime fasi negoziali, ha quindi ribadito l’esigenza di riequilibrare le proposte della Commissione poiché imperniate su procedure dettagliate e vincolanti per quanto riguarda la responsabilità degli Stati di primo ingresso (procedure alle frontiere) e meccanismi di redistribuzione dei migranti, di fatto, volontari e, quindi, incerti e non prevedibili.

Il documento riporta in tale contesto le varie sedi di scambio e collaborazione, sia a livello tecnico sia a livello politico, con gli altri Stati del Mediterraneo, che avrebbe consentito, in particolare, il rafforzamento della posizione italiana relativa alla cosiddetta logica di pacchetto, in forza della quale si esclude la possibilità di progressi negoziali significativi, in assenza di un approccio che affronti in parallelo tutti gli elementi chiave delle proposte normative.

Si ricorda che il Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo è all’esame, nell’ambito del dialogo politico, da parte della I Commissione Affari costituzionali.

Ulteriori elementi della Relazione consuntiva riguardano gli sforzi relativi alla dimensione esterna della politica di migrazione dell’UE.

In particolare, vengono ricordati, tra l’altro:

·     il non-paper italo-spagnolo sul Vicinato Sud, con il quale si propugna la necessità di promuovere partenariati globali e ambiziosi tra l’UE e gli Stati della regione, all’interno dei quali la gestione dei flussi migratori dovrebbe avere un ruolo di primo piano;

·     la Conferenza dei Ministri dell’Interno sul contrasto alla rete dei trafficanti e sulla prevenzione delle partenze dei migranti del 13 luglio 2020, che ha visto coinvolti, oltre alla Commissione europea (Ylva Johansson - Affari interni e Oliver Varhelji - Allargamento e politica di vicinato) ed alla Presidenza tedesca, anche gli altri Stati membri mediterranei (Francia, Malta e Spagna) ed i principali partner nordafricani (Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia);

·     la missione congiunta in Tunisia del 17 agosto 2020, che ha visto la partecipazione dei Ministri dell’Interno e degli Affari Esteri italiani e dei Commissari europei Ylva Johansson (Affari interni) e Oliver Varhelji (Allargamento e politica di vicinato) che avrebbe consentito di consolidare non solo i rapporti bilaterali con un partner cruciale per la gestione dei flussi migratori, come la Tunisia, ma anche di coinvolgere concretamente l’Unione europea nel dialogo politico con il Paese nordafricano.

In tale ambito, la Relazione dà conto delle attività di negoziazione di accordi con la Tunisia e l’Algeria nel settore della ricerca e soccorso in mare.

 

Politiche per il mercato interno dell’Unione

Circa le politiche per il mercato interno, la relazione ricorda tra l’altro che nel corso del 2020 è stata avviata la revisione della Strategia nazionale banda ultralarga con l’obiettivo di raggiungere e superare gli obiettivi fissati dalla Commissione europea per il 2025, introducendo un target di almeno 1 Gbit/s per tutti.

Inoltre - segnala la relazione -tra gli obiettivi che la Commissione europea si è data negli ultimi anni per il completamento del mercato unico vi è l’adozione di standard comuni per la cybersecurity. In tale prospettiva, il Governo afferma di aver collaborato alle attività promosse dall’Agenzia dell'Unione europea per la cibersicurezza- ENISA, contribuendo, da un lato, alla definizione degli obiettivi strategici e, dall’altro, all’elaborazione dei primi schemi di certificazione (il sistema europeo di certificazione di prodotti TIC -Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni - basate sullo standard ISO/IEC 15408, cosiddetto Common Criteria; il sistema di certificazione sui servizi cloud sicuri).

Per quanto concerne l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, la relazione segnala altresì che per un verso è stata messa a punto la Strategia Nazionale per l’Intelligenza Artificiale, per un altro, sono stati avviati i percorsi attuativi in coerenza con gli obiettivi previsti nella Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese (Italia 2025).

La relazione reputa inoltre di primaria importanza il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali, anche alla luce della sua complementarietà con l’Unione bancaria, nonché come risposta alla crisi pandemica, nell’ottica di favorire un’adeguata ripresa economica dei mercati dell’UE.

 

Fiscalità e unione doganale

In materia di fiscalità e unione doganale, la relazione segnala che l’obiettivo di una maggiore integrazione fiscale a livello unionale è legato alla discussione in corso, in sede OCSE/G20, sulla riforma delle regole di tassazione internazionale.

Il 1° luglio 2021 è stato raggiunto un accordo attraverso la sottoscrizione di una “Dichiarazione su una soluzione a due pilastri per affrontare le sfide fiscali derivanti dalla digitalizzazione dell'economia” (comunicato stampa).

La soluzione prospettata mira a garantire che le grandi imprese multinazionali - nei confronti delle quali vi è difficoltà ad applicare i principi ordinari della tassazione su base territoriale - paghino le tasse dove operano e realizzano profitti, in modo da evitare effetti distorsivi e perdita di gettito.

L’impegno sottoscritto prevede in particolare la creazione di un'imposta minima globale sulle società multinazionali con ricavi superiori a 750 milioni di euro pari ad almeno il 15%, e, al fine di raggiungere una soluzione equa sull’assegnazione dei diritti di tassazione, il diritto per i Paesi di tassare almeno il 20% dei profitti che superano il margine del 10% delle società multinazionali più grandi e redditizie.

 L’accordo è stato confermato in occasione della riunione del 9-10 luglio 2021 a Venezia dei Ministri delle finanze e dei Governatori delle banche centrali del G20 (comunicato) e deve ora ottenere l’approvazione definitiva al G20 che si terrà a Roma il prossimo ottobre.

Al 31 agosto 2021, la Dichiarazione risultava sottoscritta da 134 Paesi su 139, che rappresentano oltre il 90% del PIL mondiale. Oltre a Kenya, Nigeria e Sri Lanka, non hanno ancora firmato tre Stati membri dell’UE: Irlanda, Ungheria ed Estonia.

 

Imprese, concorrenza e consumatori

La Relazione riferisce in merito alle misure orientate a supportare i processi e gli investimenti innovativi delle imprese per sostenerne la competitività sui mercati nazionali e internazionali, come ad esempio, la costruzione della rete europea dei Digital Innovation Hubs (EDIHs) all’interno del “Programma Europa Digitale” per dotare PMI e pubbliche amministrazioni di servizi avanzati disponibili in modo diffuso nel territorio. Il Governo sottolinea, in particolare, la propria azione diretta: al rafforzamento, all’implementazione e al miglioramento dell’efficacia di misure agevolative, prevalentemente di natura fiscale, finalizzate al supporto del tessuto produttivo nazionale impegnato nella sfida della trasformazione digitale dei processi produttivi e dei modelli di business; alla qualificazione e riqualificazione di manodopera specializzata, presupposto necessario per l’attivazione di circoli virtuosi sul fronte dell’innovazione, e strumenti base necessari all’adozione del “patto per le competenze”, delineato dalla Commissione UE.

Nel settore delle comunicazioni elettroniche la relazione riferisce circa la realizzazione delle infrastrutture a banda ultralarga (Piano BUL) attraverso cofinanziamenti ed incentivi che prevedono l’utilizzo di fondi nazionali ed europei e la notifica dei regimi di aiuti di Stato alla Commissione europea. L’attività ha riguardato sia i lavori per il completamento dell’intervento nelle “aree bianche”, in corso di realizzazione, che l’avvio della Fase II del Piano per la copertura delle aree grigie a fallimento tecnologico e il sostegno alla domanda tramite l’utilizzo di voucher per l’utenza, ritenuti interventi indispensabili per il raggiungimento dei target europei.

Si ricordano in particolare:

·     in materia di riduzione dei costi di installazione delle infrastrutture, il proseguimento della mappatura attraverso il Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture, che nel disegno del Governo funge da cruscotto per la gestione e il monitoraggio degli interventi sopra e sottosuolo;

·     il piano WiFiItalia, che si aggiunge al piano WiFi4EU, mediante il quale alla fine del 2020 sarebbero stati attivati hot spot in oltre 700 comuni e 70 ospedali;

·     il processo di liberazione della banda larga 700 mhz, destinata al 5G;

A tal proposito la Relazione precisa che la liberazione della banda 700 MHz di cui alla decisione (UE) 2017/899 del 17 maggio 2017 costituisce un intervento necessario per lo sviluppo delle reti 5G in quanto, a partire dal primo luglio 2022, gli operatori del servizio radiomobile utilizzeranno le frequenze della banda 700 MHz per l’implementazione delle reti 5G, che dovranno quindi essere libere da altri utilizzi. Secondo la relazione, nel 2020 il Governo ha espletato tutte le azioni finalizzate alla liberazione della banda 700 MHz previste per l’anno di riferimento.

La relazione riferisce, altresì, sugli sviluppi della strategia digitale del settore pubblico, con particolare riguardo al Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2020-2022, al consolidamento della strategia cloud (sulla base della qualificazione dei servizi SaaS e Cloud Service Provider (CSP) per la Pubblica Amministrazione, che soddisfano requisiti di sicurezza e di affidabilità), e al potenziamento del Cloud Marketplace (la piattaforma che pubblica il Catalogo dei servizi cloud qualificati da AgID). Il Governo ricorda inoltre l’adesione al progetto europeo GAIA-X in materia di cloud: in tale contesto l’Italia ha partecipato e contribuito all’organizzazione di tavoli europei sul tema e ha anche sottoscritto la dichiarazione congiunta dei 27 Stati membri Towards a next generation cloud for Europe del 15 ottobre 2020.

La relazione dà conto, inoltre, degli sviluppi di specifiche aree progettuali, con riferimento al sistema CIE (Carta d’identità elettronica), al Sistema pubblico di identità digitale (SPID), alla piattaforma pagoPA, all’Anagrafe nazionale della popolazione residente, e all’App IO.

Il documento, da ultimo, riferisce che nel corso del 2020 è stata avviata la revisione della Strategia nazionale banda ultralarga con l’obiettivo di raggiungere e superare gli obiettivi fissati dalla Commissione europea per il 2025, introducendo un target di almeno 1 Gbit/s per tutti. Nella relazione si precisa che sono complessivamente 4 i miliardi previsti per gli investimenti concernenti i seguenti piani:

·        il Piano “aree bianche”, ovvero le zone a fallimento di mercato;

·        il Piano “scuola” che prevede che sia fornita connettività ad almeno 1 Gbit/s ai plessi scolastici dell’intero territorio nazionale, favorendo in questo modo la transizione a modelli di didattica a distanza con contenuti digitali, da rendere disponibili a tutti gli studenti;

·        il Piano “aree grigie”, ovvero le zone con gap tecnologico;

·        il Piano di incentivi per la domanda (Piano Voucher), di cui, in particolare, la Commissione ha autorizzato la misura, pari a 200 milioni di euro, relativa alle famiglie a basso reddito, con ISEE al di sotto di 20.000 euro; secondo il Governo la misura è stata avviata a novembre 2020 e ha visto un tasso di adesione pari a circa il 30% delle risorse a fine anno.

 

Ricerca e sviluppo tecnologico

La relazione evidenzia che, a livello europeo, il Governo si è impegnato per portare avanti le posizioni negoziali dell’Italia sul nuovo programma di ricerca e innovazione dell’UE 2021-2027 “Orizzonte Europa” (che poi è stato approvato).

Tra l’altro Orizzonte Europa doterà la ricerca europea di un nuovo organismo, il costituendo European Innovation Council (EIC), volto a contribuire in maniera significativa allo sviluppo dell’innovazione. In merito, si dà conto del sostegno alla partecipazione del sistema nazionale dell’innovazione ai bandi pilota di EIC, per i quali il sistema industriale italiano ha mostrato particolare interesse.

Contestualmente, considerato che il 2020 ha costituito l’ultima annualità della programmazione 2014-2020, la Relazione segnala che è proseguita l’azione di assistenza ai partecipanti italiani al programma quadro Horizon 2020.

Infine, la Relazione evidenzia che nel 2020 un’attenzione particolare è stata riservata all’EuroScience Open Forum, l'evento biennale scientifico più importante d'Europa, che si è tenuto a Trieste, Capitale della Scienza Europea 2020.

 

Politiche ambientali e per il clima

La relazione del Governo richiama il contributo offerto, fin dalle prime fasi negoziali, all’approvazione della legge europea sul clima (regolamento UE 2021/1119) che fissa l’obiettivo di riduzione delle emissioni nette ad almeno il 55% rispetto al livello del 1990, entro il 2030. Il documento sottolinea le modifiche apportate rispetto all’originale proposta della Commissione in merito al percorso di individuazione degli obiettivi intermedi, alla definizione della traiettoria verso il conseguimento della neutralità nel 2050 e al rafforzamento dell’attuale sistema di monitoraggio dei progressi compiuti.

La relazione dà conto della partecipazione del Governo italiano al processo negoziale nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) sulle questioni relative al supporto finanziario per l’attuazione degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, attraverso la partecipazione ai gruppi di coordinamento dell’Unione e ai processi negoziali multilaterali. Il Governo riferisce inoltre di aver assicurato l’erogazione, nel quadro degli stanziamenti previsti dalla legge di bilancio, dei contributi finanziari ai fondi multilaterali del meccanismo finanziario UNFCCC (Green Climate Fund, Adaptation Fund), e di avere preso parte ai consigli di amministrazione di tali fondi al fine di definire le policy operative, la gestione e la selezione degli interventi da finanziare.

Il documento riferisce riguardo alle attività preparatorie, proseguite nell’anno in corso, in vista degli eventi preparatori della Conferenza delle Parti che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, o COP26 (che si terrà a Glasgow nel mese di novembre 2021): la riunione Youth4Climate2021: Driving Ambition e la Pre-COP26  che si terranno a Milano, dal 28 settembre al 2 ottobre 2021. La relazione ricorda tra l’altro l’avvio di un programma di incontri virtuali e interattivi sulla COP26 rivolti ai giovani e i processi negoziali vertenti su aspetti settoriali del cambiamento climatico (in sedi quali ICAO, IMO, FAO, OCSE, UNESCO, G7, G20), che hanno visto la partecipazione del Governo italiano.

Si ricorda che la posizione dell’UE alla COP26 sarà definita in sede di Consiglio nel mese di ottobre. In vista della Conferenza, il Consiglio europeo, nella riunione del 24 e 25 maggio 2021, ha già invitato i partner internazionali, in particolare i membri del G20, a innalzare il livello di ambizione delle politiche sul clima. La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha cominciato a discutere una bozza di risoluzione sulla partecipazione alla COP26 che attende di essere discussa dalla plenaria, in cui si invitano le parti a migliorare i contributi determinati a livello nazionale (NDC, nationally determined contributions), attualmente non sufficienti a raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi, e si invitano in particolare  le nazioni del G20 a prefiggersi il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050.

Con riferimento ad altri temi ambientali, la relazione richiama la partecipazione al processo di adozione delle conclusioni (11/12/2020) del Consiglio dei ministri UE dell’Ambiente sul Piano per l’economia circolare (COM(2020)98), presentato dalla Commissione a seguito del Green Deal e il lavoro concluso con l’adozione del Decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116 per il recepimento della direttiva UE 2018/851 sulla gestione dei rifiuti.

Il Governo ha inoltre preso parte alle attività dei gruppi di lavoro a livello dell’UE sul raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, nonché sul rafforzamento della governance ambientale globale e per il raggiungimento di un accordo globale in materia di inquinamento marino (marine litter) e microplastiche nel corso della Quinta sessione dell’Assemblea Ambiente delle Nazioni Unite (UNEA5, articolata in due sessioni a febbraio 2021 e febbraio 2022). Il Governo ha inoltre sostenuto con contributi tecnici il processo di definizione dell’Ottavo Piano di azione ambientale dell’Unione europea per il periodo 2021-2030 nel gruppo di lavoro “Ambiente” del Consiglio dell’UE.  Il programma dovrebbe contribuire sia agli obiettivi del Green Deal europeo che dell’Agenda 2030

Il documento ricorda inoltre che l’Italia ha partecipato ai lavori per l’approvazione del regolamento UE 2020/741 del 25 maggio 2020, recante prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque c.d. di recupero, ovvero le acque reflue urbane che vengono trattate e poi affinate, per essere utilizzate in modo sicuro in agricoltura.

Il documento pone altresì in evidenza l’importanza dell’approvazione della direttiva (UE) 2020/2184 del 16 dicembre 2020 (rifusione della direttiva 98/83/CE) sulla qualità delle acque destinate al consumo umano.  La nuova direttiva, che deve essere recepita dagli Stati membri entro il 12 gennaio 2023, prevede l'obbligo per gli Stati membri di migliorare l'accesso all'acqua potabile e di garantirne la disponibilità, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili ed emarginati. 

 

Energia

La relazione riferisce in merito all’attività del Governo nel corso dell’iter del regolamento di esecuzione 2020/1294 sul meccanismo unionale di finanziamento dell’energia rinnovabile, finalizzata alla ricerca di un equilibro in grado di sostenere le tecnologie rinnovabili più innovative, in considerazione dei nuovi obiettivi climatici, e in linea con le specificità nazionali italiane.

La relazione richiama inoltre le conclusioni del Consiglio dell’UE sulla strategia della Commissione per lo sviluppo di un mercato dell'idrogeno e ulteriori conclusioni sulla strategia per sfruttare il potenziale delle energie rinnovabili offshore per un futuro climaticamente neutro, adottate nel 2020. In proposito, il documento ricorda che il Governo italiano ha posto l’accento sullo sviluppo dell’idrogeno verde, prendendo atto della necessità di un rapido processo di decarbonizzazione della produzione e dell’utilizzo attuale dell’idrogeno, e sulla necessità di un approccio tecnologicamente inclusivo, che possa valorizzare tutte le tecnologie offshore, compreso l’eolico e il solare flottante, le maree e il moto ondoso, peculiare del Mediterraneo.

Il Governo dà conto della elaborazione del Piano Nazionale Energia e Clima, i cui obiettivi al 2030, in particolare per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica, sono stati sanciti dalla Commissione europea nel documento di valutazione dei singoli Piani degli Stati membri, pubblicato nel settembre 2020. Tra gli aspetti positivi del Piano italiano, la Commissione ha individuato (si veda il documento SWD(2020)911): il phase out programmato dal carbone nella produzione di elettricità; gli obiettivi sulla mobilità elettrica; la ricognizione del fabbisogno di investimenti e dei sussidi energetici esistenti.

Infine, la relazione consuntiva dà conto dell’adozione, da parte dell’Italia, del piano di implementazione, previsto dall’articolo 20 del regolamento UE 2019/943 sul mercato interno dell'energia elettrica per l’adeguamento del sistema energetico, il raggiungimento dei target di decarbonizzazione ed una programmazione delle misure per l’efficienza e dei mercati elettrici e la loro concorrenza.

Il Governo riferisce inoltre di aver preso parte al lavoro preparatorio per la revisione della direttiva CE 2003/96, sulla tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità, avviato dalla Commissione europea per dare attuazione al Green Deal.

La proposta di revisione della direttiva CE 2003/96  (COM(2021)563), volta a introdurre incentivi fiscali adeguati a promuovere le tecnologie pulite eliminando le esenzioni e le aliquote ridotte che promuovono l’uso di combustibili fossili, è stata presentata il 14 luglio 2021 nel c.d. pacchetto “Fit for 55”, predisposto per adeguare la normativa in materia di clima ed energia dell’Unione ai nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030. La legge europea per il clima ha infatti stabilito l’innalzamento del target di riduzione portandolo dal 40 al 55% rispetto ai livelli del 1990.

La relazione dà inoltre conto della consultazione pubblica avviata in vista della revisione della disciplina in materia di aiuti di stato a favore dell’ambiente e dell’energia (Comunicazione della Commissione UE (2014/C 200/01,  in scadenza al 31/12/2020 e prorogata al 31 dicembre 2021).

Trasporti

Nel documento si riferisce che il Governo italiano ha preso parte fin dal 2019 al lavoro preparatorio in vista della revisione del regolamento UE n. 1315/2013 sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della rete transeuropea di trasporto TEN-T, dapprima partecipando alla consultazione pubblica, quindi con incontri bilaterali con la Commissione europea. Un contributo alle linee di riesame è stato inserito nel DEF 2020 (Allegato Infrastrutture, “Italia veloce - L’Italia resiliente progetta il futuro, nuove strategie per trasporti, logistica e infrastrutture”).

Secondo il programma di lavoro della Commissione per il 2021, la proposta di revisione del regolamento sulle reti TEN-T dovrebbe essere presentata entro il 3° trimestre dell’anno. In merito il 20 gennaio 2021 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui sottolinea tra l’altro l’importanza di aggiornare la rete per tener conto delle nuove realtà di mercato, del clima, dei cambiamenti ambientali e sociali e delle esigenze digitali, di aumentare l'efficienza della rete esistente e di accelerare la diffusione di combustibili alternativi per i trasporti.

La relazione richiama inoltre la partecipazione del Governo italiano ai negoziati relativi alla proposta di direttiva, c.d. “Eurovignette”, sulla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l’uso di alcune infrastrutture (COM (2017) 275). La relazione segnala che, nel corso dei negoziati, il Governo ha tra l'altro sostenuto l’obbligo del reinvestimento delle risorse derivanti dall’applicazione della direttiva nel settore dei trasporti. In particolare ha chiesto di ampliare la portata del vincolo di destinazione degli introiti da mark-up (maggiorazione), prevedendo l’obbligo del reinvestimento nel settore dei trasporti, nonché di assicurare che gli introiti derivanti dalla riscossione di oneri connessi alla congestione del traffico siano destinati a sostenere le infrastrutture e i servizi di trasporto collettivo.

 I negoziati, avviati nel 2017, sono stati sospesi l’anno successivo e ripresi nel 2019. Un accordo tra i colegislatori, raggiunto il 15 giugno 2021, è stato confermato in sede di Comitato dei rappresentanti permanenti il 30 giugno e approvato dalla Commissione Trasporti del Parlamento europeo il successivo 12 luglio. La proposta è volta a rivedere i meccanismi di calcolo dei pedaggi per l’utilizzo delle infrastrutture stradali tenendo conto delle prestazioni ambientali dei veicoli (categorie EURO) e in applicazione dei principi “chi usa paga” e “chi inquina paga”.

 

Agricoltura e pesca

La relazione segnala, in particolare, che, nel corso del 2020, il Governo ha continuato a partecipare ai negoziati sulla riforma della politica agricola comune (PAC) 2021-2027, chiedendo, tra l’altro, di aumentare il budget per lo sviluppo rurale e svolgendo un’azione rivolta in particolare alla tutela delle peculiarità nazionali in temi chiave quali: la salvaguardia del reddito degli agricoltori, il ricambio generazionale in agricoltura, il sostegno ai settori agricoli in difficoltà, la tracciabilità delle produzioni, avendo riguardo alla semplificazione normativa e alla riduzione dei costi amministrativi per gli agricoltori e le amministrazioni pubbliche.

A causa dei ritardi che si sono registrati nei negoziati, sia sulla riforma della PAC, che sull’adozione del nuovo Quadro finanziario pluriennale dell'UE, anche dovuti allo scoppio della pandemia, nel dicembre 2020 le istituzioni europee hanno approvato il regolamento transitorio (UE) 2020/2220 che proroga al periodo 2021-2022 la maggior parte delle norme esistenti del quadro della PAC 2014-2020, stabilendo, al contempo, che nel 2021 e nel 2022 la PAC si avvalga delle risorse previste dal Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, nel frattempo definitivamente approvato. Di conseguenza, la PAC riformata si applicherà dal 2023 al 2027 e su questa riforma il Consiglio del’UE e il Parlamento hanno raggiunto un accordo il 25 giugno 2021 che deve ora essere formalmente adottato da entrambe le Istituzioni (il Parlamento europeo dovrebbe adottare la riforma nella sessione plenaria del 10-11 novembre o del 22-25 novembre 2021).

La relazione afferma inoltre che l’azione del Governo è stata condizionata dall’emergenza dovuta al dilagare dell’epidemia Covid-19. In questo contesto, è stata condotta una costante attività di analisi, elaborazione e attuazione, a livello sia nazionale sia europeo, di misure volte a mitigare i disagi causati dall’epidemia agli agricoltori e alle amministrazioni.

La relazione segnala altresì che il Governo ha continuato a ritenere prioritaria la tutela delle indicazioni geografiche italiane nel contesto europeo e internazionale, considerandole uno dei perni su cui poggiano le politiche di sviluppo agroalimentare del Paese.

Con riferimento alla tematica dell’etichettatura, la relazione segnala che l’Italia ha continuato a sostenere la necessità di garantire massima trasparenza in merito all’origine delle materie prime degli alimenti e la massima informazione al consumatore. Rispetto agli impegni assunti, nel fare presente l’obiettivo di pervenire ad una armonizzazione della normativa sulla indicazione di origine della materia prima in etichetta per tutte le categorie di alimenti rappresentato in varie sedi, ricorda che non ha appoggiato il testo di Conclusioni del Consiglio proposto dalla Presidenza tedesca (nella riunione del 16 dicembre 2020) in quanto non sufficientemente garantista sulla etichettatura di origine della materia prima in etichetta e che, grazie a tale posizione contraria,  il testo di conclusioni è quindi stato adottato solo come testo della Presidenza.

Infine, la relazione afferma che il Governo ha partecipato ai negoziati sul nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura 2021-2027 (FEAMPA).

Il Fondo è stato poi approvato con il regolamento (UE) 2021/1139 con una dotazione finanziaria di 6,1 miliardi di euro a prezzi correnti.

 

Politica di coesione

La relazione sottolinea che, nel corso del 2020, sono proseguiti i lavori relativi al negoziato sul pacchetto legislativo coesione 2021-2027 (che poi è stato approvato).

Si tratta dei tre fondi tradizionali (Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo di coesione (FC) e Fondo sociale europeo Plus (FSE+) per i quali si è approvata una dotazione complessiva di circa 373 miliardi di euro a prezzi correnti, a cui si aggiungeranno la nuova iniziativa REACT-EU (50,6 miliardi di euro, tutti tramite Next Generation EU) e il nuovo Fondo per una transizione giusta (19,2 miliardi di euro).

In particolare, la relazione evidenzia che il Governo si è impegnato per salvaguardare il ruolo della politica di coesione nell’ambito del QFP e per approvare una serie di misure di flessibilità per l’impiego dei fondi, confluite nelle c.d. Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus e Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus plus, adottate per fornire liquidità immediata agli Stati membri, attingendo ai fondi non utilizzati della politica di coesione, al fine di rafforzare i sistemi sanitari nazionali, sostenere le piccole e medie imprese in difficoltà e introdurre misure a favore dell’occupazione e dell’assistenza sociale alla comunità.

Per quanto concerne l’attuazione della programmazione 2014-2020, la relazione evidenzia che tutti i 51 Programmi Operativi (PO) cofinanziati dal FESR e dal FSE hanno superato le soglie di spesa previste per evitare il disimpegno automatico a fine anno e che la spesa complessivamente certificata alla Commissione europea, comprensiva del cofinanziamento nazionale, è risultata pari a circa 21,3 miliardi di euro, con un incremento di 6,1 miliardi di euro rispetto ai 15,2 miliardi conseguiti al 31 dicembre 2019, raggiungendo il 42,1% del totale delle risorse programmate (50,5 miliardi di euro).

 

Politiche occupazionali e sociali

La relazione dà conto delle azioni intraprese, in special modo a livello nazionale,  dal Governo e finalizzate in particolare a: promuovere percorsi di istruzione e formazione professionale; migliorare l’accesso all’occupazione delle persone in cerca di lavoro; contrastare il fenomeno della disoccupazione; favorire la conciliazione vita-lavoro; migliorare le condizioni di lavoro; favorire le politiche di inclusione sociale; potenziare l’azione di promozione delle politiche per la parità di genere; favorire l'integrazione socio-lavorativa, di breve e di lungo periodo, dei cittadini migranti, con particolare attenzione alle fasce vulnerabili.

Dalla relazione si evince come le suddette azioni siano state particolarmente importanti e urgenti a causa dello scoppio della crisi pandemica che ha acuito le problematiche sociali e del mondo del lavoro.

 

Salute

il documento ricorda la partecipazione del Governo italiano alle attività  a livello dell’ Unione, quali le riunioni dell’Health Security Committee, la condivisione delle informazioni epidemiologiche, la governance del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), la partecipazione all’attività di elaborazione legislativa europea per la preparazione, la sorveglianza e la risposta alle emergenze sanitarie transfrontaliere.

Si ricorda che la Commissione europea ha presentato nel novembre 2020 un pacchetto di proposte per la c.d. Unione europea della salute. Si tratta di tre proposte legislative accompagnate dalla comunicazione “Costruire un'Unione europea della salute: rafforzare la resilienza dell'UE alle minacce per la salute a carattere transfrontaliero” COM(2020)724.

La prima proposta di regolamento, COM(2020)725, mira ad ampliare il ruolo dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA), mentre le restanti proposte sono volte ad estendere le competenze del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (COM(2020)726) e ad aggiornare il quadro normativo esistente (si veda la decisione n. 1082/2013/UE) in materia di gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero COM(2020)727.

In particolare, il Governo riferisce di aver preso parte, tramite l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), ai diversi gruppi europei e internazionali in seno all’’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e alla rete delle agenzie per i farmaci (Heads of Medicines Agencies – HMA), per l’individuazione e la soluzione delle carenze di medicinali, e di farmaci critici, quali quelli utilizzati nei reparti di rianimazione e l'ossigeno medicinale.

Nella relazione si dà infine conto del lavoro sulla discussione della proposta di regolamento in materia di valutazione delle tecnologie sanitarie (Health Technology Assessment - HTA), che la Commissione europea ha presentato il 31 gennaio 2018 (COM(2018)51). La proposta si prefigge di sviluppare la cooperazione degli Stati membri nel campo della valutazione delle tecnologie sanitarie, al fine di garantire un migliore funzionamento del mercato interno e contribuire a un elevato livello di protezione della salute umana, migliorando la qualità di farmaci, dispositivi sanitari, apparecchiature mediche, tecnologie e procedure, e la loro accessibilità per i pazienti.

Sul testo è stato raggiunto il 22 giugno 2021 un accordo politico tra i colegislatori, confermato il 30 giugno 2021 dal Comitato dei rappresentanti permanenti e il successivo 13 luglio dalla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo.

 

Istruzione e cultura

La relazione richiama l’approvazione del nuovo programma Erasmus+, relativo agli anni 2021 e 2027 e la partecipazione del Governo al negoziato in sede di Consiglio che ha condotto: al riconoscimento del ruolo del Comitato delle Autorità nazionali; al mantenimento della quota di finanziamento per l’istruzione e la formazione; all’incremento delle risorse assegnate agli scambi nel settore sportivo; all’integrazione della mobilità dei discenti adulti.

Il regolamento (UE) 2021/817 del 20 maggio 2021, che istituisce il programma Erasmus+, prevede un budget di circa 26 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto all’edizione precedente, ed intende tra l’altro promuovere la trasmissione di competenze green e digitali e iniziative faro come le Università europee, le Teacher Accademies Erasmus ed i Centri di eccellenza professionale.

In merito alla fase finale del programma Erasmus 2014/2020, che ha avuto luogo nel corso della pandemia, la relazione sottolinea l’impegno per garantire la conclusione delle azioni di mobilità in atto, e, successivamente, la loro trasformazione in modalità virtuale. A livello nazionale, nell’ambito dell’iniziativa Erasmus Without Paper (EWP), lanciata dalla Commissione, è stata designata la figura del Digital officer nazionale per la digitalizzazione del programma, per la realizzazione delle Digital identity dei partecipanti e per la dotazione di infrastrutture digitali degli istituti di formazione superiore italiani (Università e AFAM) coinvolti nel programma.

Il documento pone l’accento sul sostegno dato alle sinergie delle politiche culturali con le altre politiche di settore e con altri programmi dell’Unione, quali Horizon 2020, Erasmus+, fondi strutturali (FESR, FSE), Copernicus. A titolo di esempio si ricorda il progetto 4CH, guidato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare e cui il Governo partecipa con l’Istituto centrale per il catalogo unico (ICCU), vincitore del bando Horizon 2020 dedicato a un centro di competenza europeo per la conservazione dei monumenti e dei siti con particolare accento sulla digitalizzazione, anche tridimensionale, del patrimonio culturale.

Nel documento si dà conto inoltre della prosecuzione del Segretariato italiano del processo di Bologna volto all’attuazione dei principi dello Spazio Europeo dell’istruzione superiore (European Higher Education Area – EHEA), nel cui ambito la Commissione ha avviato dal 2019 l’iniziativa European Universities, con un primo progetto pilota, della durata di tre anni, per il finanziamento di alleanze di Università europee. 

Le “Università europee” sono alleanze transnazionali di istituti di istruzione superiore di tutta l'UE per la conoscenza e la ricerca, sostenute dai programmi Erasmus+ e Horizon 2020. Gli istituti universitari europei coinvolti sono stati 17 nel 2019, seguiti da altri 24 nel 2020.  La relazione consuntiva riferisce che il Governo ha cofinanziato i progetti triennali delle istituzioni italiane interessate sia nel 2019 con un cofinanziamento di 2.399.812,24 euro, e nel 2020 con un cofinanziamento di 2.360.595,32 euro.

La relazione consuntiva dà altresì conto della partecipazione del Governo ai negoziati in Consiglio per l’adozione del regolamento UE 2021/818 del 20 maggio 2021 che istituisce il programma Europa Creativa 2021-2027. Il documento riferisce che il Governo italiano ha sostenuto l’incremento di risorse (che hanno raggiunto i 2,24 miliardi di euro) del programma rispetto all’edizione precedente, definendo tuttavia la dotazione ancora insufficiente a promuovere a livello internazionale la competitività delle imprese culturali e creative europee.

 

Giustizia e affari interni: Sicurezza

La Relazione riferisce in merito a una serie di negoziati in sede di Consiglio concernenti dossier legislativi connessi alla sicurezza interna. Si tratta, in particolare, delle proposte sulla interoperabilità delle banche dati di settore al livello europeo, sulla prevenzione della diffusione dei contenuti terroristici on line.

Si ricorda che l’UE ha istituito un quadro per l'interoperabilità tra i sistemi d'informazione dell'UE nel settore della giustizia e degli affari interni, volto ad agevolare lo scambio di dati con particolare riguardo ai controlli alle frontiere esterne, al rilevamento di identità multiple e al contrasto alla migrazione illegale. Il quadro giuridico (regolamento (UE) 2019/816 che istituisce un sistema centralizzato per individuare gli Stati membri in possesso di informazioni sulle condanne pronunciate a carico di cittadini di paesi terzi e apolidi  - ECRIS-TCN - e integrare il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali; regolamento (UE) 2019/817 che istituisce un quadro per l'interoperabilità tra i sistemi di informazione dell'UE nel settore delle frontiere e dei visti; regolamento (UE) 2019/818 che istituisce un quadro per l'interoperabilità tra i sistemi di informazione dell'UE nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria, asilo e migrazione) si articola, tra l’altro, in:

·        un portale di ricerca europeo per ricerche simultanee in vari sistemi d'informazione, utilizzando dati sia anagrafici che biometrici;

·        un servizio comune di confronto biometrico per dati biometrici (impronte digitali e immagini del volto) provenienti da vari sistemi;

·        un archivio comune di dati di identità;

·        un rilevatore di identità multiple

Il regolamento relativo al contrasto della diffusione di contenuti terroristici online (UE) 2021/784, approvato il 29 aprile 2021, conferisce alle autorità competenti degli Stati membri il potere di emettere ordini di rimozione che impongono ai prestatori di servizi di eliminare i contenuti terroristici o di disabilitarne l'accesso in tutti gli Stati membri. Le piattaforme internet hanno l’obbligo di rimuovere i contenuti o disabilitarne l'accesso entro un'ora. Le norme si applicano a tutti i prestatori che offrono servizi nell'UE, indipendentemente dal fatto che il loro stabilimento principale sia o meno in uno degli Stati membri. È previsto, tra l'altro, il ricorso effettivo sia per gli utilizzatori i cui contenuti siano stati rimossi che per i prestatori di servizi che intendano presentare un reclamo. Le nuove norme saranno applicabili dal giugno del 2022.

Il Governo sottolinea il proprio sostegno alla impostazione adottata dalla Commissione nella strategia sulla sicurezza del 24 luglio 2020, e nelle ulteriori comunicazioni, presentate nella stessa data, dedicate alla lotta agli abusi sessuali sui minori, al contrasto al traffico di armi da fuoco ed al Piano europeo sulla droga.

Inoltre, la relazione riferisce circa il sostegno del Governo allo sforzo della Presidenza tedesca per l’approvazione di un testo di Conclusioni del Consiglio dedicato alla realizzazione del “Partenariato” sulla sicurezza, attraverso un rafforzamento del ruolo di Europol e delle altre agenzie di settore, la ricerca e l’utilizzo delle nuove tecnologie e l’incremento della cooperazione di polizia per lo scambio delle informazioni e le attività operative congiunte.

La relazione cita altresì le iniziative della Commissione circa il rafforzamento del mandato di Europol (i cui negoziati sono stati avviati nel 2021), e il futuro Codice per la cooperazione di polizia.

Il 9 dicembre 2020 la Commissione europea ha presentato una proposta di modifica al regolamento (UE) 2016/794 volta a rafforzare il mandato di Europol (COM(2020)796), tra l’altro, con particolare riguardo ai seguenti aspetti: cooperazione di con i Paesi terzi; collaborazione con Procura europea e OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode); quadro per la tutela dei dati personali; controllo parlamentare. La proposta è stata presentata contestualmente alla proposta di modifica del regolamento (UE) 2018/1862 sull’istituzione, l’esercizio e l’uso del sistema d’informazione Schengen (SIS) nel settore della cooperazione di polizia e della cooperazione giudiziaria in materia penale per quanto riguarda l’inserimento di segnalazioni da parte di Europol (COM(2020)791).

Particolare attenzione è dedicata all’azione contro l’immissione di denaro di provenienza illecita nei circuiti legali dell’economia.

In particolare il Governo riferisce di aver intensificato nel 2020, nel settore della polizia economico-finanziaria, l'applicazione dei provvedimenti internazionali, di polizia (Europol, Schengen e Interpol) e di cooperazione spontanea, con particolare riguardo al contrasto all'immissione e al reimpiego dei proventi illeciti nei circuiti legali dell'economia attraverso la rete degli Asset Recovery Office (ARO), canale dedicato all'individuazione di patrimoni da sequestrare o confiscare. In materia di lotta al riciclaggio e al finanziamento al terrorismo e di tutela dei mercati finanziari, il Governo ha continuato a incentivare le attività volte alla ricostruzione dei flussi finanziari connessi ad attività illegali, favorendo sempre più la collaborazione con Europol e l’attività di interscambio informativo con le Financial Intelligence Units estere, al fine di garantire l’acquisizione di utili elementi in seno agli approfondimenti delle segnalazioni per operazioni sospette per fatti di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo.

Secondo la relazione, è inoltre proseguita l’azione di contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, anche mediante la costante collaborazione con l’Agenzia Europol, l'organizzazione Maritime Analysis and Operations Centre-Narcotics (MAOC-N), volta all'individuazione delle rotte e dei mezzi navali utilizzati e il Gruppo MAR-INFO/YACHT-INFO, finalizzato a favorire la collaborazione tra le Amministrazioni doganali dell'UE in materia di traffici illeciti via mare.

 

Giustizia e affari interni: cooperazione giudiziaria in materia penale

In tale ambito il Governo riferisce, tra l’altro,  in merito alla partecipazione alla fase di implementazione del regolamento (UE) 2017/1939 del Consiglio relativo all’attuazione di una cooperazione rafforzata sull’istituzione della Procura europea («EPPO»), sia nell’ambito del gruppo di lavoro interno che ha portato all’elaborazione della normativa di  attuazione nazionale, sia alle riunioni dell’EPPO-New Expert Group costituito presso la Commissione, sia infine alle riunioni del gruppo COPEN (Cooperazione giudiziaria in materia penale). ll regolamento che istituisce l’EPPO in un contesto di cooperazione rafforzata si applica ai 22 paesi dell’UE partecipanti: Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. Gli altri paesi dell’UE possono richiedere di partecipare in qualsiasi momento. L’EPPO è una procura indipendente e decentrata dell’UE, dotata della facoltà di individuare, perseguire e rinviare a giudizio (tramite organi giurisdizionali nazionali) i reati che ledono il bilancio dell’UE, quali la frode (oltre i 10 mila EUR), la corruzione o l’evasione IVA transfrontaliera superiore ai 10 milioni di euro. L’EPPO è strutturata in due livelli: quello centrale è composto da un ufficio centrale nella sede dell’EPPO, in Lussemburgo, formato dal procuratore capo europeo, dai suoi due sostituti, dai procuratori europei (uno per ciascun paese partecipante dell’UE) e dal direttore amministrativo; il livello decentrato è composto dai procuratori europei delegati aventi sede nei paesi partecipanti dell’UE.

Nella relazione si dà altresì conto degli sviluppi relativi all’iter legislativo, rispettivamente della proposta di regolamento (COM(2018)225) sugli ordini europei di produzione e conservazione di prove elettroniche in materia penale, e della proposta di direttiva (COM(2018)226) recante norme armonizzate sulla nomina di rappresentanti legali ai fini dell’acquisizione di prove nei procedimenti penali. Si tratta di un pacchetto di proposte presentate dalla Commissione europea nell’aprile del 2018. La Commissione europea, da un lato, mira a stabilire le norme in base alle quali un’autorità di uno Stato membro può ingiungere a un prestatore di servizi che offre servizi nell’Unione di produrre o conservare prove elettroniche, indipendentemente dall’ubicazione dei dati; dall’altro, prevede che i prestatori di servizi designino un rappresentante legale nell’Unione incaricato di ricevere decisioni volte ad acquisire prove emesse dalle autorità nazionali competenti nei procedimenti penali, Detti rappresentanti sono incaricati di ottemperare e far eseguire tali decisioni e ordini per conto del prestatore di servizi interessato.

 

3.     L’Italia e la dimensione esterna dell’UE

Nella parte terza, con riferimento alle attività condotte nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune, la relazione indica che nel corso del 2020 sono stati sostenuti i più alti livelli di ambizione nelle iniziative comuni europee nell’ambito della sicurezza e della difesa, nonché in materia di peacebuilding e stabilizzazione, in particolare il rafforzamento delle Missioni e delle Operazioni condotte dall’UE, nonché di tutti gli strumenti volti ad incrementare l’efficacia dell’azione dell’UE. Tra questi, ad esempio, la nuova European Peace Facility per le misure di assistenza a Paesi ed organizzazioni partner; l’avvio dei lavori per la Bussola strategica (Strategic Compass) per la definizione degli obiettivi strategici dell’EU in materia di difesa comune e il relativo sviluppo delle capacità europee nel settore della sicurezza e della difesa; il Fondo europeo per la difesa, volto a promuovere il finanziamento dei progetti di cooperazione industriale nel settore della difesa; la cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa (PESCO) e l’attuazione del partenariato strategico NATO-UE, al fine di conseguire un maggiore coordinamento preventivo nell’affrontare le crisi.

Con particolare riferimento alle aree di interesse strategico regionale, il documento indica il rilievo centrale dell’area mediterranea, anzitutto della questione libica, attraverso lo svolgimento di un ruolo propulsivo per assicurare un più stretto coordinamento a livello europeo, a livello bilaterale e nell’ambito della comune appartenenza di Italia, Francia e Germania (a cui si sono aggiunti i Paesi Bassi) al formato di Berlino, a guida ONU. Il Governo ha sostenuto l’azione dell’ONU e gli sforzi di dialogo intra-libico condotti dalla missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) nelle dimensioni politica, militare ed economica. A livello europeo, l’Italia è stata tra i promotori dell’Operazione EU NAVFOR MED Irini, di cui assicura il comando, ospitandone anche il quartier generale, e alla quale contribuisce con propri assetti navali per garantire il rispetto dell’embargo ONU sugli armamenti e sulle esportazioni illegali di petrolio da e verso la Libia.

Nel corso del 2020, l’Italia ha promosso la riflessione strategica e il rilancio delle relazioni con la regione del Mediterraneo meridionale. A sostegno di tale azione, è stato elaborato un non-paper, trasmesso alle Istituzioni UE e agli Stati membri nel settembre 2020 (di cui molte raccomandazioni sono poi state assorbite nella nuova Agenda per il Mediterraneo, presentata dalla Commissione e dall’Alto Rappresentante il 9 febbraio 2021).

La comunicazione sulla nuova Agenda per il Mediterraneo è stata esaminata dalla III Commissione affari esteri della Camera dei deputati ,che il 3 agosto 2021 ha approvato, un documento finale.

Nel corso del 2020, l’Italia ha continuato a prestare massima attenzione alla lotta al terrorismo e al traffico di esseri umani, rafforzando a tal fine la cooperazione in materia con i Paesi del Maghreb ed ha perseguito un approccio multidimensionale per l’area del Nord Africa, affiancando alla dimensione securitaria le componenti socio-economiche e di cooperazione allo sviluppo.

In riferimento al processo di allargamento dell’UE ai paesi dei Balcani occidentali, il Governo ribadisce l’impegno dell’Italia per mantenere la centralità del processo di allargamento nell’agenda europea e per preservarne credibilità e influenza anche a fronte dei potenziali rischi di destabilizzazione derivanti dall’emergenza pandemica, sottolineando, altresì, l’importanza del risultato dei negoziati relativi allo strumento finanziario di preadesione (IPA III), nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 che ha previsto risorse finanziarie per un importo di circa 14 miliardi euro (prezzi correnti), con un incremento di più di 1,2 miliardi di euro rispetto al QFP precedente. L’Italia si è inoltre, adoperata, all’interno e insieme alla UE, al fine di mitigare gli effetti negativi a livello socio- economico generati dalla pandemia nei Paesi candidati e potenziali candidati. A favore della regione balcanica sono stati ri-orientati fondi europei per circa 3,3 miliardi di euro, sia per i bisogni immediati che per il sostegno alla ripresa socio-economica nel medio-lungo periodo. In aggiunta a tale pacchetto, sono stati attivati programmi di Assistenza macro finanziaria per un valore complessivo di circa 750 milioni di euro.

In merito alle relazioni tra l’UE e gli Stati Uniti, nella relazione si segnala che il Governo italiano intende continuare a lavorare per l’ulteriore approfondimento delle relazioni transatlantiche, cogliendo le opportunità che la nuova Amministrazione potrà rappresentare per l’Europa e l’UE.

Si ricorda che la Commissione europea e l’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE hanno presentato, il 16 giugno 2021, la comunicazione Una nuova agenda UE-USA per il cambiamento globale”, il cui esame è stato avviato dalla III Commissione affari esteri della Camera dei deputati il 10 marzo 2021.

Per quanto riguarda le relazioni tra l’UE e la Russia, il Governo segnala che nel corso del 2020 ha ottenuto l’avvio di una riflessione strategica sui rapporti UE-Russia, sfociata in un esercizio di ricognizione, svolto dalla Commissione, sull’attuazione dei cinque principi guida nei rapporti euro-russi, al fine di riequilibrarne l’attuazione a favore del principio del dialogo selettivo su questioni di interesse europeo che richiedono un coinvolgimento della Russia (salute umana, lotta al cambiamento climatico, al terrorismo e al crimine transnazionale, commercio internazionale, ricerca di soluzioni condivise alle crisi regionali). Nel segnalare che continuano a pesare sul potenziale di cooperazione effettiva una serie di elementi, la relazione indica che l’obiettivo centrale resta quello della promozione del dialogo con la Russia, che andrà incoraggiata a mantenere un atteggiamento costruttivo per scongiurare un approfondirsi del solco tra Occidente e Russia che risulterebbe pregiudizievole per entrambi.

Si ricorda che la Commissione europea e l’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE hanno presentato, il 16 giugno 2021, una comunicazione congiunta “Le Relazioni UE- Russia – respingere, contenere e impegnare”.

Infine, per quanto concerne la presenza italiana nel Servizio europeo di azione esterna (SEAE), nel 2020 è proseguita l’azione volta a consolidare e accrescere le posizioni acquisite nei gradi apicali del Servizio, tra cui spicca la nomina di un italiano a Segretario Generale (Stefano Sannino). La relazione evidenzia che l’Italia detiene rilevanti posizioni di senior management e se dal punto di vista strettamente numerico la quota dei funzionari italiani è sostanzialmente in linea con quanto spetterebbe al Paese (tra il 10 e il 12% del totale), vi è margine per rafforzare il numero dei funzionari diplomatici in servizio a Bruxelles e nelle delegazioni.

4.        Comunicazione e formazione sull’attività dell’Unione europea

La parte quarta, illustra le attività di comunicazione e formazione sull’attività dell’Unione europea condotte dal Governo nel 2020, con particolare riferimento alle iniziative per alimentare il dibattito sul futuro dell’Europa, le iniziative in occasione del settantesimo anniversario della Dichiarazione Schuman, lo sviluppo di progetti volti a promuovere una migliore conoscenza dell’UE e la comunicazione e valorizzazione dei progetti cofinanziati dall’UE. La relazione rileva che l’impatto dovuto alla pandemia di COVID-19 ha comportato per molti progetti di comunicazione la rimodulazione in formati digitali o virtuali e comunque più ridotti, con l’intenzione di riprenderli nel secondo semestre del 2021, se la situazione pandemica dovesse migliorare. Nell’ambito del ri-orientamento delle azioni previste a causa della pandemia, nella relazione si segnala che vi è stato comunque un potenziamento del raggio di azione delle attività di comunicazione della politica di coesione.

5.     Il coordinamento nazionale delle politiche europee

La parte quinta si occupa delle questioni riguardanti il coordinamento nazionale delle politiche europee. In questa sezione, si dà conto dell’attività svolta dal Comitato interministeriale per gli affari dell’Unione europea (CIAE), in materia di coordinamento della posizione negoziale dell’Italia, nonché degli approfondimenti per quanto riguarda gli aiuti di Stato, le attività di prevenzione e soluzione delle procedure di infrazione che coinvolgono l’ordinamento italiano, la tutela degli interessi finanziari e la lotta contro la frode e la cooperazione amministrativa nell’attuazione della normativa europea in materia di mercato interno.

Completano il documento una serie di allegati.

L’appendice I reca l’elenco delle riunioni del Consiglio dell’Unione europea e del Consiglio europeo tenutesi nel 2020, con l’indicazione delle rispettive date, dei partecipanti per l’Italia e dei temi trattati.

Un apposito allegato evidenzia i flussi finanziari dall’Unione europea all’Italia con la situazione degli accrediti registrati al 31 dicembre 2020 (appendice II), nonché degli interventi, in termini di impegni e pagamenti, alla data del 31 ottobre 2020 per la programmazione 2014-2020.

L’appendice III elenca i provvedimenti adottati nel 2020 in attuazione delle direttive europee, nonché recanti la disciplina sanzionatoria di disposizioni contenute in regolamenti europei e l’adeguamento della normativa nazionale a regolamenti europei.

Il documento dà conto, in una tabella analitica, dei seguiti ai documenti finali approvati nel 2020 dalle competenti commissioni della Camera e dal Senato in esito all’esame di atti europei (appendice IV).

L’appendice V contiene l’elenco degli acronimi.

 

Le procedure di infrazione

Un apposito capitolo riguarda le misure poste in essere per dare attuazione al diritto dell'UE e per risolvere il contenzioso.

La relazione segnala, in particolare, che, al 31 dicembre 2020, risultavano aperte nei confronti dell’Italia 86 procedure d’infrazione (69 per violazione del diritto dell’Unione e 17 per mancato recepimento delle direttive UE), in crescita rispetto alle 77 di inizio anno, ma in diminuzione rispetto alle 91 che si erano registrate circa a metà anno, esattamente al 2 luglio 2020. Nel corso del 2020 sono state archiviate 27 procedure d’infrazione.

Come può evincersi dal grafico seguente, rispetto al 31 dicembre 2019 le procedure a carico dell'Italia sono aumentate di 9 unità (3 per violazione del diritto UE e 6 per mancato recepimento), confermando il trend in crescita dal 2017 in avanti.

 

Circa la suddivisione delle procedure per materia, il maggior numero si riscontra – sulla base di un trend consolidato - nel settore ambientale (20), seguito da trasporti (12) e fiscalità e dogane (10).

La relazione rileva che al primato negativo del settore ambientale - in merito al quale è stato ingente l’esborso di denaro a titolo di sanzioni - ha contribuito la natura delle violazioni contestate che, frequentemente, hanno coinvolto le competenze dei livelli amministrativi regionali e locali rendendo la gestione del contenzioso più complessa.

La relazione segnala, inoltre, che al 31 dicembre 2020, erano 9 le procedure pendenti ai sensi dell’art. 260 del TFUE (per mancata esecuzione di una precedente sentenza della Corte di giustizia), mentre con riferimento a 9 procedure la Corte di giustizia ha già pronunciato la sentenza di accertamento della violazione del diritto UE, ai sensi dell’art. 258 del TFUE.

A tal riguardo, la relazione afferma che, nel corso del 2020, il Governo ha riservato grande attenzione alle procedure di infrazione per le quali la Corte di giustizia ha oramai da tempo pronunciato sentenze di condanna al pagamento di importanti sanzioni pecuniarie al fine di mitigare, per quanto possibile, gli impatti sul bilancio dello Stato. Pertanto, sono stati attivati diversi canali di dialogo con la Commissione, sia politici sia tecnici, volti a favorire un’interpretazione delle sentenze coerente con la funzione di prevenzione e deterrenza delle sanzioni cui la stessa Corte fa richiamo.

La relazione riporta le procedure di infrazione per le quali, al 31 dicembre 2020, l’Italia stava pagando sanzioni pecuniarie (751 milioni di euro totali già pagati dal 2012):

·     discariche abusive” (sentenze Corte di giustizia UE C-135/05 e C-196/13) : i siti non conformi si sono ridotti a 68 dai circa 200 iniziali, e sono stati pagati circa 232 milioni di euro;

·     rifiuti in Campania” (sentenze Corte di giustizia UE C-297/08 e C-653/13): sono stati pagati circa 217 milioni di euro; la relazione sostiene che è in atto un dialogo con la Commissione volto a favorire un’interpretazione della sentenza che si traduca, di fatto, in una riduzione della penalità giornaliera da 120.000 euro a 80.000 euro;

·     mancato recupero degli aiuti alle imprese di Venezia e Chioggia” (sentenze Corte di giustizia UE C-302/09 e C-367/14): sono stati pagati 114 milioni di euro;

·     Mancato recupero degli aiuti per i contratti di formazione-lavoro” (sentenze Corte di giustizia UE C-99/02 e C-496/09): sono stati pagati 78 milioni di euro;

·     Acque reflue urbane (aree normali)”( sentenze Corte di giustizia UE C-565/10 e C-251/17): sono stati pagati circa 101 milioni di euro a titolo di somma forfetaria e penalità di mora;

·     Mancato recupero degli aiuti agli alberghi sardi” (sentenza Corte di giustizia UE C-576/18): al 31 dicembre 2020 è stata pagata la somma forfettaria di 7,5 milioni di euro.

 

6.     Atti approvati dalla Camera

Di seguito, si elencano i documenti approvati nel 2020 dalle Commissioni parlamentari della Camera dei deputati in sede di esame di atti normativi e di altri atti di interesse dell’UE, per ciascuno dei quali sono riportati elementi di sintesi sui seguiti del Governo e l’eventuale approvazione dell’atto.

 

DOCUMENTO FINALE CAMERA

SEGUITI DEL GOVERNO

ATTO UE APPROVATO

Il 4 marzo 2020 le Commissioni riunite V (Bilancio, Tesoro e Programmazione) e XIV (Politiche dell’Unione europea) hanno approvato un documento finale sui COM(2018) 321, 322, 323, 324, 325, 326, 327 e 328 recanti il nuovo bilancio pluriennale dell’UE 2021-2027.

Nel corso del negoziato il Governo ha sostenuto la necessità di un bilancio ambizioso e adeguato e ha dedicato particolare attenzione a contrastare ulteriori tagli alle politiche tradizionali. Per quanto riguarda la PAC, è stata espressa una posizione contraria alla prosecuzione del meccanismo della c.d. convergenza esterna dei pagamenti diretti agli agricoltori.

Con riferimento alle entrate, è stata sostenuta la necessità di una revisione delle modalità di finanziamento, attraverso l’introduzione di nuove risorse proprie europee (tra cui l’imposta comune sulle società, la tassa sulle transazioni finanziarie e la web tax) e l’eliminazione dei c.d. “rebates”, i meccanismi di sconto dei contributi nazionali collegati all’originaria correzione britannica. Inoltre, è stato difeso il mantenimento della risorsa IVA, facendone una linea rossa del proprio negoziato.

Con riguardo al Green Deal, è stata sostenuta fin dall’inizio la proposta della Commissione di destinare il 25% delle risorse complessive del bilancio UE al finanziamento e alla valorizzazione di obiettivi di carattere ambientale e di contrasto al cambiamento climatico.

Regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del Consiglio del 17 dicembre 2020 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027.

Accordo Interistituzionale del 16 dicembre 2020 tra il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione europea e la Commissione europea sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria, nonché su nuove risorse proprie, compresa una tabella di marcia verso l’introduzione di nuove risorse proprie.

Regolamento (UE, Euratom) 2020/2092 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2020 relativo a un regime generale di condizionalità per la protezione del bilancio dell’Unione.

Decisione (UE, Euratom) 2020/2053 del Consiglio del 14 dicembre 2020 relativa al sistema delle risorse proprie dell’Unione europea e che abroga la decisione 2014/335/UE, Euratom.

Regolamento (UE, Euratom) 2021/770 del Consiglio del 30 aprile 2021 concernente il calcolo della risorsa propria basata sui rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, le modalità e la procedura di messa a disposizione di tale risorsa, le misure per far fronte al fabbisogno di tesoreria, nonché taluni aspetti della risorsa propria basata sul reddito nazionale lordo.

Regolamento (UE, Euratom) 2021/768 del Consiglio del 30 aprile 2021 che stabilisce misure di esecuzione del sistema delle risorse proprie dell’Unione europea e che abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 608/2014.

Regolamento (UE, Euratom) 2021/769 del Consiglio del 30 aprile 2021 che modifica il regolamento (CEE, Euratom) n. 1553/89 concernente il regime uniforme definitivo di riscossione delle risorse proprie provenienti dall’imposta sul valore aggiunto.

Il 12 febbraio 2020 le Commissioni riunite VII (Cultura, scienza e istruzione) e X (Attività produttive, commercio e turismo) hanno approvato un documento finale sui COM(2019)330 e 331 concernenti l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT).

La relazione rileva la partecipazione attiva del Governo a tutte le fasi negoziali e conferma il budget complessivo del programma quadro dell’UE per ricerca e innovazione Orizzonte Europa di 95,517 miliardi di euro a prezzi correnti.

 

Decisione (UE) 2021/820 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 maggio 2021 relativa all’agenda strategica per l’innovazione dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) 2021-2027: promuovere il talento e la capacità d’innovazione in Europa, e che abroga la decisione n. 1312/2013/UE.

Regolamento (UE) 2021/819 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 maggio 2021 relativo all’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (rifusione).

Il 5 agosto 2020 la Commissione X (Attività produttive, commercio e turismo) ha approvato un documento finale sui COM(2020)93, 94, 102 e 103 concernenti il mercato unico, la nuova strategia industriale dell’UE e la strategia per le PMI.

 

Il Governo si è impegnato per far avanzare il progetto mirante al conseguimento della sovranità tecnologica europea.

Ha inoltre seguito sia il negoziato relativo alla revisione delle regole europee sugli aiuti di Stato che la predisposizione del Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, istituito in seguito alla crisi economica derivante dalla pandemia da Covid19, ponendo sempre al centro della definizione delle proprie posizioni nazionali la tutela delle imprese di minore dimensione.

Con riguardo all’industria, si è imegnato per rafforzare il posizionamento dell’industria italiana nelle catene del valore europee e mondiali, con particolare attenzione alle PMI. Al fine di rafforzare la cooperazione intraeuropea nel settore industriale, nelle filiere ed ecosistemi industriali maggiormente strategici per l’Italia e per l’Unione, un ruolo rilevante è stato assegnato agli IPCEI (importanti progetti comuni di interesse europeo). Inoltre, ha attribuito particolare attenzione ai programmi mirati a sostenere la capacità di transizione industriale, verde, digitale delle piccole e medie imprese, al fine di rafforzare le misure orientate a supportare i processi e gli investimenti innovativi delle imprese per sostenerne la competitività sui mercati nazionali e internazionali, come ad esempio, la costruzione della rete europea dei Digital Innovation Hubs (EDIHs) all’interno del quadro del Programma Europa Digitale.

La relazione segnala infine il prosegumento dell’attività per la realizzazione delle infrastrutture a banda ultralarga.

 

Il 5 agosto 2020 la Commissione X (Attività produttive, commercio e turismo) ha approvato un documento finale sul COM(2020)164 - Trentottesima relazione annuale della Commissione sulle attività antidumping antisovvenzioni e di salvaguardia dell'UE e strumenti di difesa commerciale da parte di Paesi terzi.

Il Governo è intervenuto regolarmente nel quadro dei procedimenti di difesa commerciale avviati dalla Commissione nel corso del 2020 per assicurare una piena tutela delle esigenze del tessuto produttivo nazionale, in coordinamento con gli altri partner europei e specialmente con quelli la cui economia presenta caratteri strutturali vicini a quelli dell’Italia.

Tali esigenze - continua la relazione - sono state promosse non solo in sede di difesa delle produzioni italiane dalla concorrenza sleale (dumping, sussidi) di Paesi extra-europei, ma anche nella tutela degli interessi specifici che hanno coinvolto aziende italiane nel quadro di controversie commerciali tra l’UE e Paesi terzi, a partire dalla controversia tra Bruxelles e Washington sul caso Airbus/Boeing.

La relazione afferma, altresì, che la promozione degli interessi nazionali in ambiti legati alla difesa commerciale dell’UE ha, inoltre, tenuto particolarmente in considerazione - tra gli altri settori coinvolti - la situazione del settore siderurgico.

 

Il 28 ottobre 2020 la Commissione XI (Lavoro pubblico e privato) ha approvato un documento finale sul COM(2020)276 concernente l'occupazione giovanile e sul COM(2020)277 concernente il rafforzamento della garanzia per i giovani.

La relazione si sofferma in particolare sulla raccomandazione che istituisce la nuova Garanzia per i giovani segnalando che gli indirizzi della Camera sono in parte interessati dalle raccomandazioni in essa contenute.

 Si fa riferimento, ad esempio, alla raccomandazione di potenziare la fase propedeutica con consulenza, orientamenti e tutoraggio incentrati sulla persona da parte di consulenti formati in risposta alle esigenze individuali e con la debita attenzione ai pregiudizi di genere e ad altre forme di discriminazione o alla raccomandazione di rafforzare i sistemi che consentono il monitoraggio dei giovani dopo che hanno accettato un’offerta. Oppure, in aggiunta, alla raccomandazione che invita gli Stati membri a provvedere affinché le offerte di tirocinio rispettino le norme minime stabilite nel quadro di qualità dei tirocini o a quella di garantire che il processo di consulenza presso i servizi pubblici per l’impiego sia rafforzato.

Raccomandazione del Consiglio del 30 ottobre 2020 relativa a un ponte verso il lavoro, che rafforza la garanzia per i giovani e sostituisce la raccomandazione del Consiglio del 22 aprile 2013 sull’istituzione di una garanzia per i giovani 2020/C 372/01.

Il 12 maggio 2020 la Commissione III (Affari esteri) ha approvato un documento finale sul COM(2020)163 concernente la fornitura di assistenza macrofinanziaria ai paesi partner dell'allargamento e del vicinato nel contesto della crisi della pandemia Covid-19. 

 

Il Governo indica, in particolare, che l'Italia si è espressa favorevolmente in merito alla possibilità di estendere il programma di assistenza ad altri Paesi di tale area geografica, qualora ne avessero bisogno e ne facessero richiesta, segnalando, in particolare, all'attenzione della Commissione, i paesi prioritari per la politica estera e di cooperazione dell'Italia.

Inoltre, con riferimento alla richiesta di indirizzare l’assistenza macrofinanziaria in particolare ai paesi dei Balcani occidentali, il Governo segnala che nel mese di giugno 2020, con il sostegno dell'Italia, la Banca Europea per gli Investimenti ha approvato due progetti per i sei Paesi balcanici (Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Kosovo, Albania) per un valore complessivo di 900 milioni di euro. Inoltre, il Governo ricorda che per poter beneficiare dell'assistenza macrofinanziaria dell'UE è espressamente previsto che il paese beneficiario disponga, come precondizione politica, di istituzioni e meccanismi democratici effettivi tali da assicurare il rispetto dei diritti umani e lo Stato di diritto. Il Governo indica, anche, che i protocolli di intesa concordati finora dalla Commissione con le autorità di cinque Stati, Albania, Kosovo, Nord-Macedonia, Montenegro e Moldavia, prevedono l'adozione di misure specifiche anche nelle aree della Governance e della lotta alla corruzione.

 

Decisione (UE) 2020/701 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 maggio 2020 sulla fornitura di assistenza macrofinanziaria ai paesi partner dell’allargamento e del vicinato nel contesto della pandemia di Covid?19.

Il 4 agosto 2020 la Commissione III (Affari esteri) ha approvato un documento finale sui COM(2020)407 e COM(2020)224 concernenti il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile.

 

Il Governo indica, in particolare, che l’applicazione dello strumento EFSD alla regione dei Balcani occidentali non è possibile perché la dotazione finanziaria dello strumento prevista nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020 è già stata interamente allocata. Per quanto riguarda la richiesta che una quota di risorse del futuro EFSD+ sia indirizzata ai Paesi meno sviluppati, il Governo indica di avere sottolineato nei successivi negoziati l’importanza di tale obiettivo, che non è mai stato contestato né dal Consiglio né dal Parlamento europeo.

Il Regolamento (UE) 2017/1601, che istituisce il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), la garanzia dell’EFSD e il Fondo di garanzia dell’EFSD: è stato abrogato dal regolamento (UE) 2021/947 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 giugno 2021 che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI), nell’ambito del quale è ora disciplinato l’EFSD.

Il 29 luglio 2020 la Commissione XIII (Agricoltura) ha approvato un documento finale sul COM(2019)619 concernente un piano di gestione pluriennale del tonno rosso nell'Atlantico orientale e nel Mediterraneo.

La relazione sostiene che il Governo valuterà eventuali possibilità di modifica normativa che permettano l’assegnazione di contingenti settoriali alle unità che praticano la piccola pesca costiera, nel rispetto delle sovraordinate norme internazionali, fermo restando la necessità di incrementare il numero di unità autorizzate nei regolamenti unionali di base, nonché la possibilità di modifica dei criteri di riparto della quota incrementale di tonno rosso, nel rispetto delle sovraordinate norme unionali e internazionali.

 

 

 

 

 

Di seguito una tabella dedicata ai Consigli europei svolti nel 2020 che presenta gli atti di indirizzo adottati dalla Camera dei deputati, nell’ambito dei dibattiti sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio in occasione dei Consigli europei, dando altresì conto dei relativi esiti, ove comunicati dal Governo alla Camera. Nella tabella sono altresì indicate le sedute dell’Assemblea in cui si sono svolte informative urgenti in vista delle riunioni del Consiglio in videoconferenza.


 

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PRIMA DEI CONSIGLI EUROPEI

ATTI DI INDIRIZZO APPROVATI DALLA CAMERA

COMUNICAZIONI DEL GOVERNO SUGLI ESITI DEI CONSIGLI EUROPEI

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri svolte il 19 febbraio 2020 in vista del Consiglio europeo straordinario del 20 e 21 febbraio 2020.

 

Il Consiglio europeo ha discusso del bilancio dell'UE per il periodo 2021-2027 (QFP).

La Camera ha approvato le seguenti risoluzioni:

risoluzione Davide Crippa, Delrio, Boschi, Fornaro ed altri n. 6-00097;

risoluzione Fusacchia ed altri n. 6-00100.

Il 3 marzo 2020 presso le Commissioni congiunte III e XIV Camera e 3a e 14 a Senato il Governo ha reso le Comunicazioni sugli esiti del Consiglio europeo straordinario del 20 febbraio 2020.

Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei Ministri svolta il 21 aprile 2020 in vista della Videoconferenza dei membri del Consiglio europeo del 23 aprile 2020.

 

Sono stati discussi i seguenti temi: Covid-19, bilancio dell'UE e lotta al terrorismo.

 

Il 30 aprile 2020 presso le Commissioni congiunte III e XIV Camera e 3 a e 14 a Senato si è svolta un’audizione informale del Ministro per gli affari europei, sulla risposta europea alla pandemia da Covid-19.

Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei Ministri svolta il 17 giugno 2020 in vista della Videoconferenza dei membri del Consiglio europeo del 19 giugno 2020.

 

Sono stati discussi i seguenti temi: Fondo per la ripresa e Bilancio dell'UE (QFP); Relazioni UE-Regno Unito e Accordi di Minsk.

 

Il 25 giugno 2020 presso le Commissioni congiunte III e XIV Camera e 3 a e 14 a  Senato si è  svolta un’audizione informale del Ministro per gli affari europei sul negoziato in corso relativo al Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, anche alla luce degli esiti della riunione in videoconferenza dei membri del Consiglio europeo del 19 giugno 2020.

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri svolte il 15 luglio 2020 in vista del Consiglio europeo straordinario del 17-21 luglio 2020.

 

Il Consiglio europeo ha discusso, in particolare, dei seguenti temi: Bilancio dell'UE (QFP); Fondo per la ripresa (Next Generation UE).

La Camera ha approvato la risoluzione Delrio, Davide Crippa, Boschi, Fornaro, Fusacchia e Rospi n. 6-00113.

 

Il 22 luglio 2020 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha svolto un’Informativa urgente sugli esiti del Consiglio europeo straordinario del 17-21 luglio 2020.

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri svolte il 14 ottobre 2020 in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2020.

 

Il Consiglio europeo ha discusso, in particolare, dei seguenti temi:

Covid-19; Relazioni UE-Regno Unito;

Cambiamenti climatici;

Relazioni esterne (Relazioni UE-Africa, Vicinato meridionale, Bielorussia, Turchia, MH17).

La Camera ha approvato la risoluzione Delrio, Davide Crippa, Boschi e Fornaro n. 6-00139.

 

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri svolte il 9 dicembre 2020 in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020

Il Consiglio europeo ha discusso, in particolare, dei seguenti temi:

Bilancio a lungo termine dell'UE 2021-2027 e pacchetto per la ripresa; Covid-19; Cambiamenti climatici; Sicurezza; Relazioni esterne (Relazioni UE-USA, Mediterraneo orientale, Vicinato meridionale, Regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani). Vertice euro.

La Camera ha approvato le seguenti risoluzioni:

risoluzione Delrio ed altri n. 6-00159

risoluzione Magi ed altri n. 6-00161.

Il 21 dicembre 2020 presso le Commissioni riunite III e XIV Camera il Ministro per gli affari europei ha reso le Comunicazioni sugli esiti del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020.

 

 

 

 

La relazione non entra nel dettaglio dei seguiti dati agli atti di indirizzo approvati dal Parlamento in occasione dello svolgimento delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri rese in vista dei Consigli europei, che pure contribuiscono alla definizione degli orientamenti su specifiche questioni in corso di negoziazione. La considerazione di tali documenti nella relazione, la cui opportunità pure è stata segnalata a livello parlamentare (si veda la risoluzione n. 6/00151, approvata il 2 luglio 2015, in esito all’esame delle relazioni consuntive per il 2013 e il 2014), concorrerebbe alla verifica della coerenza complessiva dell'azione europea del Governo con gli orientamenti del Parlamento.