Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: IL PROGRAMMA DELL'UNIONE EUROPEA PER IL 2021. Programma di lavoro della Commissione 2021 - Un'Unione vitale in un mondo fragile (COM(2020)690). Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021 (Doc. LXXXVI, n. 4)
Serie: Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE   Numero: 54
Data: 14/07/2021
Organi della Camera: I Affari costituzionali, II Giustizia, III Affari esteri, IV Difesa, V Bilancio, VI Finanze, VII Cultura, VIII Ambiente, IX Trasporti, X Attività produttive, XI Lavoro, XII Affari sociali, XIII Agricoltura, XIV Unione Europea


Camera dei deputati

XVIII LEGISLATURA

 

 

 

 

 

 

 

Documentazione per le Commissioni

esame di atti e documenti dell’unione europea

 

 

 

 

 

 

IL PROGRAMMA DELL'UNIONE EUROPEA PER IL 2021

 

Programma di lavoro della Commissione 2021 - Un'Unione vitale in un mondo fragile (COM(2020)690)

 

Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nell’anno 2021 (Doc. LXXXVI, n. 4)

 

 

 

 

 

 

n. 54

 

14 luglio 2021

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il dossier è stato curato dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea
(' 066760.2145 - * cdrue@camera.it)

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I N D I C E

 

Priorità del programma di lavoro della Commissione europea e della relazione programmatica del governo per il 2021  1

·         Premessa. 3

·         Un Green Deal europeo. 7

·         Un'Europa pronta per l'era digitale. 12

·         Un’economia al servizio delle persone. 20

·         Un’Europa più forte nel mondo. 24

·         Promuovere lo stile di vita europeo. 29

·         Un nuovo slancio per la democrazia europea. 36

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Priorità del programma di lavoro della Commissione europea e della relazione programmatica del governo per il 2021

 

 


 

 


 

Premessa

Il programma di lavoro della Commissione europea per il 2021 (COM(2020)690), presentato il 19 ottobre 2021, si concentra sulle sei tematiche già definite negli orientamenti politici della Presidente Ursula von der Leyen ad inizio del mandato dell’attuale Commissione europea:

1.    Un Green Deal europeo;

2.    Un’Europa pronta per l’era digitale;

3.    Un’economia al servizio delle persone;

4.    Un’Europa più forte nel mondo;

5.    Promuovere lo stile di vita europeo;

6.    Un nuovo slancio per la democrazia europea.

Il programma di lavoro è corredato di quattro allegati che riportano, rispettivamente: le nuove iniziative (Allegato I); le iniziative REFIT (Allegato II); le proposte prioritarie in sospeso (Allegato III); le proposte che si intende ritirare (allegato IV).

Il programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione (REFIT) fa parte delle attività condotte dalla Commissione europea nel quadro dell’iniziativa “Legiferare meglio”, volte a migliorare la qualità della legislazione europea e il suo impatto, individuando le iniziative legislative mirate a ridurre o semplificare oneri sulle piccole e medie imprese (PMI).

 

Il programma di lavoro della Commissione europea è oggetto di esame congiunto con la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021 (Doc. LXXXVI, n. 4), secondo quanto prevede il parere della Giunta per il regolamento della Camera del 14 luglio 2010.

La presentazione della relazione programmatica da parte del Governo è disciplinata dall’articolo 13, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, il quale prevede, entro il 31 dicembre di ogni anno, la presentazione di una relazione che indichi gli orientamenti e le priorità che il Governo intende perseguire nell’anno successivo con riferimento agli sviluppi del processo di integrazione europea.

La relazione programmatica per il 2021 è stata trasmessa al Parlamento il 24 giugno 2021, con un ritardo quindi di quasi sei mesi rispetto al termine di presentazione previsto dal citato comma 1 dell’articolo 13. Nella premessa del documento, si segnala che gli impegni sono stati “aggiornati alla luce degli indirizzi politici espressi dalla nuova compagine governativa, anche attraverso l’istituzione di nuove strutture e la ridefinizione delle competenze di quelle esistenti”.

La Relazione programmatica è articolata in quattro parti. La prima parte riguarda lo sviluppo del processo di integrazione europea e le questioni istituzionali e le politiche macroeconomiche. La seconda parte è dedicata alle priorità italiane nel quadro delle politiche strategiche, quali: la sostenibilità ambientale e la crescita economica; l’innovazione e la digitalizzazione; la coesione sociale con riferimento alle politiche attive del lavoro e alle politiche educative per la transizione, nonché alla promozione dei valori comuni europei. La terza parte illustra gli orientamenti del Governo in materia di politica estera e di sicurezza comune, politica di allargamento, vicinato e di collaborazione con Paesi terzi. La quarta parte è dedicata al ruolo di coordinamento delle politiche europee.

A differenza delle precedenti relazioni, il contenuto delle varie parti è strutturato in schede, che descrivono gli obiettivi, le azioni e i risultati attesi riconducibili ai vari interventi. Si prevede che l’ISTAT fornisca, ove possibile, i quadri statistici di settore (in materia di Green Deal, crescita economica, innovazione e digitalizzazione, politiche attive del lavoro e migrazione).

 

Di seguito, una sintesi delle priorità della Commissione europea. Si riportano inoltre, nelle parti in corsivo, i connessi elementi qualificanti della Relazione programmatica del Governo per il 2021.

 

Nel programma di lavoro, la Commissione indica che si concentrerà su un duplice obiettivo per il 2021.

In primo luogo, continuerà a prodigare tutto il suo impegno per gestire la crisi, proseguendo gli sforzi per trovare, finanziare e garantire un vaccino sicuro e accessibile per tutti in Europa e nel mondo.

Parallelamente, evidenzia l’opportunità offerta dal piano NextGenerationEU, insieme al bilancio pluriennale UE 2021-2027, non solo di riparare i danni e di sostenere le persone più colpite dalla crisi, ma anche di realizzare e costruire un modo migliore di vivere per l’Europa di domani.

La Commissione annuncia in particolare che lavorerà intensamente con gli Stati membri per preparare e attuare i Piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PNRR) e che presenterà proposte ambiziose sulle nuove fonti di entrate per il bilancio dell'UE.

Sulla base delle informazioni che si possono ricavare dal sito della Commissione europea, sono stati ufficialmente trasmessi 25 Piani nazionali (non risultano ancora trasmessi i Piani di Bulgaria e Paesi Bassi). La Commissione europea ha già adottato una valutazione positiva per i Piani di Austria, Belgio, Cipro, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Il 13 luglio 2021 il Consiglio "Economia e finanza" (ECOFIN) ha approvato i Piani di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna.

Si ricorda, inoltre, che le Istituzioni europee (Accordo interistituzionale del 16 dicembre 2020) si sono accordate per una tabella di marcia per l’introduzione di nuove risorse proprie che potrebbero essere, tra l’altro, utilizzate per il rimborso anticipato dei prestiti contratti a titolo di Next Generation EU. La tabella di marcia specifica le seguenti tappe:1) Prima tappa: 2021: viene introdotto, a decorrere dal 1° gennaio 2021, un contributo degli Stati membri basato sui rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati. Inoltre, la Commissione europea deve presentare proposte relative a un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera e a un prelievo sul digitale in vista della loro introduzione al più tardi il 1° gennaio 2023. Deve altresì riesaminare il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE, considerandone anche la possibile estensione ai settori dell’aviazione e marittimo e proporre una risorsa propria basata sul sistema di scambio di quote di emissione; 2) Seconda tappa: 2022 e 2023: il Consiglio delibererà in merito a queste nuove risorse proprie al più tardi entro il 1° luglio 2022 in vista della loro introduzione entro il 1° gennaio 2023; 3) Terza tappa: 2024-2026: la Commissione europea proporrà nuove risorse proprie supplementari che potrebbero comprendere un’imposta sulle transazioni finanziarie e un contributo finanziario collegato al settore societario o una nuova base imponibile comune per l’imposta sulle società. La Commissione si adopererà per presentare una proposta entro giugno 2024. Il Consiglio delibererà in merito a queste nuove risorse proprie al più tardi entro il 1° luglio 2025 in vista della loro introduzione entro il 1° gennaio 2026.

La Relazione programmatica del Governo annuncia che l’Italia intende favorire la massima sinergia tra i progetti inseriti nel programma della Commissione e quelli legati all’attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. In generale, attraverso il PNRR, il Governo intende dare ulteriore slancio alle riforme e agli investimenti necessari per raggiungere le sfide generali che l’Italia si è posta: migliorare la resilienza e la capacità di ripresa; ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica; sostenere la transizione verde e digitale; innalzare il potenziale di crescita dell’economia e la creazione di occupazione.

La Commissione sottolinea anche che nella realizzazione del suo programma di lavoro cercherà di prendere in considerazione i pareri dei cittadini sottolineando l’importanza, a tale proposito, dell’avvio della Conferenza sul futuro dell'Europa.

La Conferenza sul futuro dell’Europa è stata inaugurata il 9 maggio 2021, in occasione della Giornata dell’Europa, a Strasburgo nella sede del Parlamento europeo con un evento, in formato ibrido. La prima sessione dell’Assemblea plenaria della Conferenza si è svolta il 19 giugno 2021 e la prossima è prevista il 22 e 23 ottobre 2021. A partire da settembre 2021 è previsto l’avvio dei lavori dei 4 panel europei dei cittadini, che dovranno presentare delle raccomandazioni che saranno oggetto di discussione da parte dell’Assemblea plenaria della Conferenza e che saranno dedicati rispettivamente ai seguenti temi 1) democrazia / valori europei, diritti, Stato di diritto, sicurezza; 2) cambiamento climatico, ambiente e salute; 3) economia più forte, giustizia sociale, lavoro, istruzione, gioventù, cultura, sport, trasformazione digitale; 4) l'UE nel mondo/migrazione. I lavori della Conferenza si svolgeranno nel corso della Presidenza del Consiglio dell’UE della Slovenia e si dovrebbero concludere a primavera del 2022 nell’ambito della Presidenza francese del Consiglio dell’UE.

Si ricorda che la Presidenza slovena, nel suo programma per il semestre di presidenza del Consiglio dell’UE, ha annunciato che ai primi di settembre 2021 dedicherà il 16° Bled Strategic Forum ad un dibattito sul futuro dell’Europa, al quale saranno invitati i più importanti attuali leader europei e che intende, inoltre, organizzare un panel di discussione, con la partecipazione dei più importanti leader europei del passato, sulle opportunità che l’UE non è stata capace di realizzare.

Nella relazione programmatica, il Governo indica che nel corso del 2021 occorrerà seguire con attenzione le dinamiche dell’integrazione europea che potrebbero essere facilitate dal nuovo approccio alle crisi che l’UE ha adottato con la decisione di emettere debito comune per finanziare il rilancio post-Covid e potrebbero essere considerate, da un lato, iniziative bilaterali congiunte con i Paesi che condividono l’approccio dell’Italia per concordare messaggi comuni sugli obiettivi di politica europea più rilevanti e, dall’altro, la possibilità di orientare il dibattito attraverso la predisposizione di non paper e documenti di posizione nazionali.

A tal fine, la Conferenza sul Futuro dell’Europa sarà utilizzata come piattaforma per favorire una riflessione sulle esigenze di rinnovamento dell’Unione e per sviluppare concrete proposte per riformare in modo efficace l’assetto istituzionale dell’UE e le sue politiche, anche per quanto riguarda l’ambito economico-finanziario, con l’obiettivo di favorire un approccio alla politica economica UE più orientato alla crescita e una maggiore attenzione alla dimensione sociale.

Il Governo, inoltre, intende adoperarsi per coinvolgere nelle attività della Conferenza una rappresentanza il più possibile diversificata di esponenti del mondo accademico, delle istituzioni – incluso il Parlamento – della società civile e della cittadinanza, con un’attenzione particolare ai più giovani, anche prevedendo eventi e occasioni di confronto con giovani di Paesi extra- europei. A tale proposito, il Governo indica che ritiene necessario organizzare una “Conferenza dei giovani” con la partecipazione di giovani dei Paesi del Mediterraneo e dei Balcani occidentali, nonché un evento a carattere parlamentare.

 

Un Green Deal europeo

L’attuazione del Green Deal (COM(2019)640) per il raggiungimento della decarbonizzazione entro il 2050, figura al primo posto tra le sei priorità individuate dal programma di lavoro della Commissione europea per il 2021.

Nella prima parte del 2021 il Parlamento europeo e il Consiglio sono stati impegnati nei negoziati per l’approvazione della normativa europea per il clima (Regolamento (UE) 2021/1119 del 30 giugno 2021) che istituisce un quadro per la riduzione irreversibile e graduale delle emissioni antropogeniche di gas a effetto serra e l’aumento degli assorbimenti dai pozzi regolamentati nel diritto dell’Unione, sancisce l’obiettivo vincolante della neutralità climatica entro il 2050 e innalza il target di riduzione delle emissioni per il 2030, portandolo da -40% a -55%, rispetto ai livelli del 1990.

 Il programma di lavoro della Commissione per il 2021 annuncia il conseguente aggiornamento della legislazione in materia di clima ed energia per allinearla al nuovo e più ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030 intervenendo con proposte settoriali in numerosi ambiti, dalle energie rinnovabili, all’efficienza energetica, all’edilizia e all’utilizzo del suolo, alla tassazione energetica, alla revisione del sistema dell’Unione per lo scambio di quote di emissioni e alla presentazione di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere.

La Commissione europea ha presentato il 14 luglio un pacchetto di proposte, c.d. Fit for 55”, che comprende tra l’altro la revisione:

·         del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS);

·         delle norme sulla condivisione degli sforzi, che assegnano obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra ai singoli Stati membri per il periodo 2021-2030;

·          della direttiva in materia di energie rinnovabili;

·         della direttiva sull’efficienza energetica;

·         del regolamento sull’inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura (LULUCF);

·         della normativa sulla tassazione dei prodotti energetici;

·         della normativa per la realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi;

·         del regolamento sui livelli di emissione di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi;

Il pacchetto comprende anche: a) una proposta di regolamento per l’introduzione del citato meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, per evitare la rilocalizzazione delle emissioni in paesi terzi e salvaguardare la competitività delle imprese europee; b) una proposta di regolamento per istituire un Fondo sociale per il clima (Social Climate Fund), volto a limitare l’impatto che l'aumento del prezzo dei combustibili fossili impiegati nell’energia e nei trasporti potrà avere nel breve termine sulle famiglie e le piccole imprese più vulnerabili; c) due proposte per favorire la diffusione di carburanti e tecnologie sostenibili nel trasporto aereo e marittimo (ReFuelEU Aviation Initiative e FuelEU Maritime Initiative). 

Nella relazione programmatica, il Governo italiano segnala che monitorerà gli  sviluppi del pacchetto e delle iniziative in esso previste, con particolare riguardo al nuovo sistema di scambio di quote (ETS) e al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, per le rilevanti interconnessioni dei macro-obiettivi climatici fissati dall’UE con le politiche energetiche nazionali, con lo sviluppo di politiche industriali sostenibili, con la trasformazione sostenibile della mobilità e la riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale tramite interventi di miglioramento dell’efficienza energetica e il potenziamento degli impianti per le fonti rinnovabili. Intende inoltre lavorare alla revisione della normativa in materia di tassazione dell’energia.

Sottolinea altresì che le misure fin qui previste dagli Stati membri nei Piani Nazionali Clima Energia, ancorchè sufficientemente ambiziose al momento della loro stesura, non saranno sufficienti a conseguire il nuovo obiettivo di riduzione al 55% stabilito dalla legge europea.

Il Governo dichiara altresì di voler seguire con attenzione la prima implementazione dei programmi volti a sostenere la transizione climatica ed energetica, quali il Meccanismo per collegare l’Europa (sezione energia) e il Regolamento (UE) 2021/1056 che istituisce il Fondo per una transizione giusta con la finalità di accompagnare i processi di riconversione nelle aree maggiormente toccate, offrendo un sostegno finanziario utile a limitarne gli effetti socioeconomici, con misure tese alla riconversione dei sistemi produttivi e alla formazione e riqualificazione dei lavoratori. Il Governo sarà impegnato nella redazione, e successivamente, nell’attuazione dei Piani per la transizione giusta delle aree beneficiarie, in coordinamento con le autorità regionali, locali e le parti interessate.

Si ricorda che la seconda edizione del programma Meccanismo per collegare l’Europa, relativa agli anni 2021-2027, è stata approvata in via definitiva il 7 luglio 2021 dal Parlamento europeo. 

La relazione del Governo sottolinea infine il contributo alla transizione climatica che potrà essere apportato dall’attuazione dalla missione 2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano che prevede interventi nei seguenti ambiti:

·         economia circolare e agricoltura sostenibile;

·         energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile;

·         efficienza energetica e riqualificazione degli edifici;

·         tutela del territorio e della risorsa idrica.

Tra gli ulteriori interventi previsti dall’allegato al programma di lavoro figura l’aggiornamento della disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia (4° trimestre 2021) per rispecchiare i più recenti sviluppi normativi, tecnologici e di mercato e accompagnare la duplice trasformazione - digitale e verde - dell'economia.

Si tratta di un dossier cui la relazione programmatica del Governo italiano annette grande rilevanza.  

 

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Il programma della Commissione ribadisce inoltre la centralità della diplomazia per il clima e l’energia.  Si ricorda che l’Unione europea definirà in autunno in sede di Consiglio la propria posizione alla prossima Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP26), che si terrà a Glasgow il prossimo novembre.

In vista della Conferenza, il Consiglio europeo, nella riunione del 24 e 25 maggio 2021, ha invitato i partner internazionali, in particolare i membri del G20, a innalzare il livello di ambizione delle politiche sul clima e la commissione Ambiente del Parlamento europeo ha avviato la discussione di una bozza di risoluzione (il cui voto è previsto in ottobre) in cui si invitano tra l’altro le parti a migliorare i contributi determinati a livello nazionale (NDC, nationally determined contributions), attualmente non sufficienti a raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi.

Il Governo italiano, anche in considerazione del ruolo che sta svolgendo in partenariato con il Regno Unito per l’organizzazione della COP26, continuerà a lavorare per il completamento del processo di definizione delle regole tecniche necessarie a rendere pienamente operativo l’Accordo di Parigi sul clima e a proseguire l’azione diplomatica per l’innalzamento globale degli obiettivi climatici. La relazione richiama inoltre la centralità dei temi legati all’azione climatica e alle politiche energetiche sostenibili nel corso della presidenza italiana del G20

Per il conseguimento della neutralità climatica, il Green Deal europeo prevede una riduzione del 90% delle emissioni di gas a effetto serra nel settore dei trasporti. La Commissione europea ha presentato alla fine del 2020 una Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente (COM(2020)789) incentrata su: 1) trasformazione sostenibile di tutti i modi di trasporto, 2) ampia disponibilità di alternative sostenibili in un sistema di trasporto multimodale 3) incentivi per promuovere la transizione.

In questo contesto il programma di lavoro prevede che la Commissione europea presenti:

·         la revisione della direttiva sui sistemi di trasporto intelligenti e i biglietti multimodali (3° trimestre 2021);

·         la revisione del regolamento sulla rete transeuropea di trasporto (TEN-T) (3° trimestre 2021);

·         un’iniziativa non legislativa sui corridoi ferroviari dell’UE (3° trimestre 2021) e la revisione del regolamento sui corridoi merci ferroviari e azioni volte a promuovere il trasporto ferroviario di passeggeri (3° trimestre 2021);

·         nuove norme post Euro6/VI per le emissioni di autovetture, furgoni, autocarri e autobus (4° trimestre 2021).

Con riferimento al settore dei trasporti, la relazione del Governo ribadisce l’esigenza di incentrare le politiche nazionali sullo sviluppo e sul potenziamento della mobilità sostenibile, privata e pubblica, e della logistica sostenibile delle merci, al fine di ridurre le emissioni inquinanti e di CO2, con particolare riguardo al trasporto pubblico locale.

Per quanto riguarda la revisione del regolamento sulla rete transeuropea TEN-T, l’attività del Governo sarà orientata a promuovere nel negoziato europeo una revisione della sua struttura in linea con gli obiettivi nazionali individuati dal Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti, in modo da incorporarvi gli assi, i nodi e le tratte considerati prioritari per lo sviluppo infrastrutturale del paese.

Per dare seguito al Piano d'azione per l'economia circolare (COM(2020)98), il programma di lavoro della Commissione prennuncia la presentazione di:

·         un’iniziativa legislativa in materia di prodotti sostenibili, per la progettazione ecocompatibile (4° trimestre 2021);

·         un’iniziativa non legislativa sull’elettronica circolare (nel 4° trimestre 2021) volta a ottimizzare la raccolta, il riutilizzo e la riparazione di telefoni cellulari, computer portatili e altri dispositivi.

In merito alla proposta legislativa sulla sostenibilità dei prodotti, il Governo attribuisce importanza al rafforzamento della progettazione ecosostenibile e dell’etichettatura ecologica per ridurre i rifiuti, promuovere  il riciclo e limitare le emissioni climalteranti. Considera prioritaria la promozione della durabilità e della riparabilità dei prodotti e del contrasto all’obsolescenza programmata e la limitazione delle sostanze pericolose per la salute umana e per l'ambiente nei prodotti, anche per favorirne il riciclo a fine vita. Il Governo ritiene altresì essenziale uno stretto coordinamento della futura iniziativa per la produzione sostenibile con altre iniziative europee sulle plastiche, a tutela dei consumatori nella transizione ecologica, e con la nuova strategia industriale.

Infine, il programma della Commissione prevede di dare seguito alla Strategia dell’UE sulla Biodiversità (COM(2020)380) con  il piano d'azione "Verso l'inquinamento zero per l'aria, l'acqua e il suolo" (COM(2021)400), presentata il 12 maggio scorso. 

Ulteriori iniziative prevedono la presentazione di una proposta legislativa per ridurre la deforestazione e il degrado forestale associato ai prodotti immessi sul mercato dell’Unione e un nuovo quadro giuridico per il ripristino di ecosistemi sani (4° trimestre 2021).

La relazione programmatica del Governo italiano richiama il processo di definizione della Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030, che dovrebbe concludersi entro la fine del’anno, per la tutela degli ecosistemi, in coerenza con il documento strategico europeo e con l’Agenda 2030.  Il documento avrà una validità decennale e sarà aggiornato con una revisione di medio termine.

 

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La Commissione annuncia altresì l’intenzione di dare seguito alla strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 e alla strategia "dal produttore al consumatore", segnatamente per incrementare la produzione biologica, ripristinare gli ecosistemi degradati, proteggere gli oceani e le regioni costiere, tutelare, ripristinare e gestire in modo sostenibile le foreste e ridurre il rischio di prodotti associati alla deforestazione sul mercato dell'UE. Annuncia infine che introdurrà sul mercato additivi alimentari innovativi per ridurre l'impatto ambientale dell'allevamento.

La Relazione programmatica afferma che attraverso la nuova politica agricola comune post 2020 verranno favoriti gli investimenti volti alla riconversione dei processi produttivi verso modelli più sostenibili e il posizionamento della parte agricola nella distribuzione del valore nella catena alimentare in attuazione della strategia “Dal produttore al consumatore” e della “Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030”. Nel segnalare tra gli interventi dei prossimi mesi la presentazione della bozza di Piano strategico nazionale nel quadro della nuova politica agricola comune alla Commissione europea, nella relazione si segnala che verrà sviluppato un quadro generale di monitoraggio del Green Deal europeo e quadri di monitoraggio sulla strategia "Dal produttore al consumatore", biodiversità e inquinamento zero.


 

Un'Europa pronta per l'era digitale

La Commissione europea prefigura una tabella di marcia recante gli obiettivi per il 2030 per quanto concerne la connettività, le competenze e i servizi pubblici digitali, la cui realizzazione deve essere fondata su una serie di principi: diritto alla riservatezza e alla connettività, libertà di espressione, libera circolazione dei dati e cibersicurezza.

La Commissione ha dato seguito al punto del programma, in particolare, pubblicando la Bussola per il digitale 2030 che stabilisce a grandi linee i seguenti obiettivi:

·         competenze: 20 milioni di specialisti delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC); convergenza di genere; 80 per cento della popolazione provvista di competenze di base;

·         infrastrutture digitali sicure e sostenibili, che in termini di connettività dovrebbero tradursi in un gigabit per tutti, e 5G ovunque; la Commissione intende inoltre raddoppiare la quota dell'UE nella produzione mondiale dei seminconduttori all’avanguardia, e sviluppare un sistema di dati – edge - cloud articolato in 10 mila nodi periferici sicuri e a impatto climatico zero; è infine prevista la realizzazione del primo computer con accelerazione quantistica;

·         trasformazione digitale delle imprese: in tale ambito si prefigura entro il 2030 l’utilizzo da parte del 75% delle imprese dell'UE di cloud, intelligenza artificiale e big Data; è altresì previsto, tra l’altro, che oltre il 90% delle piccole e medie imprese raggiungano almeno un livello di intensità digitale di base;

·         digitalizzazione dei servizi pubblici, che, nel disegno della Commissione europea, dovrebbe articolarsi, tra l’altro, nella predisposizione di tutti i servizi pubblici fondamentali online, compresa la disponibilità delle cartelle cliniche, e nell’impiego della identità digitale da parte dell’80 per cento dei cittadini.

Nella Relazione programmatica 2021 il Governo italiano sottolinea tra i settori prioritari: il perfezionamento e la diffusione di nuove tecnologie per la filiera della formazione superiore nonché l’attuazione della strategia 2020 per le competenze digitali. In particolare, il Governo sottolinea il concetto di digitalizzazione inclusiva, che sottintende l’obiettivo di sostenere l’alfabetizzazione digitale di base e quella avanzata, tra l’altro, mediante ambienti digitali di autovalutazione e apprendimento, servizi di facilitazione digitale sul territorio anche con il supporto del servizio civile universale, nonché luoghi fisici di formazione e sperimentazione di tecnologie emergenti. Tra i progetti specifici si segnalano la Rete di facilitazione digitale, il Servizio civile digitale, la realizzazione delle Case della cultura digitale.

Nell’ambito delle infrastrutture, il Governo prefigura gli sforzi tesi alla transizione verso il modello cloud first, con particolare riferimento al Piano triennale per l’informatica nella PA 2020- 2023 volto all’incremento del livello di adozione del programma di abilitazione al cloud e all’ampliamento dell’offerta del Catalogo cloud.  A tale proposito, si ricorda che il Governo, in conformità a quanto previsto nelle predette misure, ha preso parte fin dall’inizio dell’anno al progetto GAIA-X avviato da Francia e Germania, mirante alla costituzione di una Federazione Europea del Cloud. Da ultimo la relazione programmatica individua in tale ambito una serie di risultati attesi dei progetti con avvio nel 2021. Si tratta, tra l’altro, di: realizzare l'infrastruttura ad alta affidabilità localizzata sul territorio nazionale per l’erogazione di cloud alle amministrazioni centrali (88 data center di 38 PA Centrali); 50.000 servizi cloud acquistati dalla PA; migrazione completata per 7.412 Comuni, 100 PA tra Regioni, Province autonome, province, città metropolitane e altri enti locali, 225 ASL/AO, 300 PA tra Università e Amministrazioni centrali dello Stato, 8.000 istituti scolastici.

Il tema della diffusione e dell’accesso digitale ai servizi della PA è particolarmente approfondito nella Relazione programmatica del Governo, nella quale sono indicate le seguenti azioni prioritarie per il 2021:

·         attuazione di investimenti per il miglioramento della qualità dei servizi attraverso la diffusione dei modelli standard e l'utilizzo delle Linee Guida per il design dei servizi e per razionalizzare il numero di piattaforme in uso dalle amministrazioni;

·         promozione della cultura dell’accessibilità e dell’efficienza attraverso l’indicazione alle PA di procedure, metodologie e strumenti di supporto atte a implementare al meglio servizi pienamente accessibili;

·         diffusione capillare della Piattaforma dei pagamenti pagoPA e implementazione dell’App IO;

·         diffusione delle piattaforme SPID, CIE, ANPR per semplificare e migliorare l’efficienza dell'azione amministrativa tramite l'offerta di servizi digitali ai cittadini, nonché l’interoperabilità delle piattaforme in uso dalle amministrazioni;

·         realizzazione della Piattaforma Notifiche Digitali, quale strumento semplice, efficiente e sicuro per la notificazione con valore legale di atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni della PA.

 

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Il programma 2021 della Commissione europea prevede, altresì, l’adozione di una serie di misure in vari ambiti: la sicurezza, la responsabilità, i diritti fondamentali e gli aspetti relativi ai dati dell'intelligenza artificiale, una legge sui dati per stabilire le giuste condizioni per un migliore controllo e condizioni per la condivisione dei dati per i cittadini e le imprese.

Tra le proposte normative più significative presentate dalla Commissione europea negli scorsi mesi, si ricordano:

·         la legge sui servizi digitali (Digital service act – DSA, proposta di regolamento COM(2020)825), recante  il quadro delle responsabilità nell’ambito delle prestazioni dei servizi di intermediazione digitale, con l’obiettivo di stabilire norme uniformi per un ambiente online sicuro e conforme alla dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea;

·         la legge sui mercati digitali  (Digital market act – DMA, proposta di regolamento COM(2020)842) volto a garantire la contendibilità e condizioni concorrenziali eque del settore digitale e dei servizi di piattaforma di base, tenuto conto della progressiva espansione della cosiddetta economia digitale e del ruolo di controllori dell’accesso ai mercati digitali (gatekeeper) assunto dalle piattaforme digitali;

Tali proposte di regolamento sono state oggetto di esame da parte della IX Commissione (Trasporti) della Camera dei deputati, all’esito del quale, il 23 giugno 2021, ha adottato due distinti documenti finali.

·         la legge sulla governance dei dati (Data governance act, proposta di regolamento COM(2020)767) che mira a promuovere la messa a disposizione dei dati del settore pubblico per il riutilizzo qualora tali dati siano oggetto di diritti di terzi e la condivisione dei dati tra le imprese, dietro compenso in qualsiasi forma;

·         il primo quadro giuridico sull’intelligenza artificiale (COM(2021)206) con l’obiettivo di  valutare i rischi connessi all’impiego di tale tecnologia, e di salvaguardare nell’ambito di tale utilizzo i valori e i diritti fondamentali dell'UE e la sicurezza degli utenti.

Il Governo dichiara l’intenzione di seguire i lavori relativi al DSA e al DMA con spirito costruttivo chiedendo che sia assicurata uniformità di regole a livello europeo, ed in particolare affinché ciò che è legale (e illegale) offline lo sia anche online. Ritiene inoltre necessario rivedere il regime di responsabilità per tenere conto dell’evoluzione dei mercati e delle nuove tipologie di servizi “misti” che caratterizzano attualmente l’offerta. Secondo l’Esecutivo la responsabilità diretta dei prestatori di servizi dovrebbe essere introdotta nel quadro giuridico UE, non essendo sufficienti le misure volontarie, (es. per contrastare la vendita di merci contraffatte, per ridurre i rischi cui sono esposti i consumatori e i minori).

La Presidenza slovena ha inserito gli atti normativi indicati tra i dossier prioritari cui dovranno dedicarsi i Consigli tematici.

 

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Il Programma di lavoro della Commissione 2021 contempla l’introduzione di un sistema europeo di identificazione elettronica affidabile nel corso dell’anno 2021. In particolare, l’iniziativa è diretta alla messa in funzione di un sistema europeo di identificazione elettronica affidabile e sicuro mediante un’iniziativa di carattere legislativo.

In tale contesto, il 3 giugno 2021, la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento che modifica il regolamento n. 910/2014 in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno. i ricorda che il vigente regolamento eIDAS n. 910/2014 fornisce una base normativa comune per interazioni elettroniche sicure fra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni e incrementa la sicurezza e l’efficacia dei servizi elettronici e delle transazioni di e-business e commercio elettronico nell’Unione Europea. Il regime presentato il 3 giugno prevede uno strumento che funziona tramite portafogli digitali disponibili su applicazioni per telefoni cellulari e altri dispositivi per: identificarsi online e offline; conservare e scambiare informazioni fornite dai governi, ad esempio nome, cognome, data di nascita, cittadinanza; conservare e scambiare le informazioni fornite da fonti private affidabili; utilizzare le informazioni per confermare il diritto di soggiornare, lavorare o studiare in un determinato Stato membro.

A tal proposito, nella relazione programmatica il Governo dichiara di aver preso parte alle consultazioni aperte dalla Commissione europea circa la revisione del Regolamento eIDAS, nella quale è contenuta esplicita menzione dell’introduzione del sistema europeo di identificazione elettronica. Secondo la relazione esso è inoltre da tempo coinvolto nelle consultazioni europee in materia e SPID costituirebbe una good practice a livello europeo, anche in virtù degli oltre 13 milioni di identità digitali erogate al novembre 2020. SPID è stato notificato alla Commissione europea come schema di identificazione ai sensi del Regolamento eIDAS e pubblicato come tale nella Gazzetta Ufficiale Europea a ottobre 2018. Da ottobre 2019 tutti i paesi membri dell’UE sono tenuti ad accettare le identità italiane.

Ulteriori iniziative sono previste dal Piano Triennale per la PA 2020 - 2022 e finalizzate all’incremento dell’adozione e dell’utilizzo dell’identità digitale (SPID e CIE) da parte delle pubbliche amministrazioni, in linea con le iniziative della Strategia Italia 2025.

 

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Il programma della Commissione europea prevede anche che l'UE continui ad adoperarsi per un accordo internazionale finalizzato a un sistema fiscale equo che fornisca entrate sostenibili a lungo termine. Qualora non vi riuscisse, la Commissione prevede di proporre un prelievo sul digitale.

Da qualche anno in sede OCSE/G20 sono in corso i lavori per una riforma del sistema fiscale internazionale. I lavori si articolano su due pilastri: nuove norme sulla "presenza imponibile" (senza la tradizionale presenza fisica di una società) e sui diritti di attribuzione degli utili imponibili (la parte degli utili che dovrebbe essere tassata in una determinata giurisdizione) (pilastro 1); nuove norme volte a garantire che le società operanti a livello internazionale paghino un livello minimo di tassazione, per fare in modo che la base imponibile per l'imposta sulle società in qualsiasi Paese sia meglio protetta dall'erosione della base imponibile e dal trasferimento degli utili (pilastro 2).

Il 1° luglio 2021 è stato sottoscritto un accordo da 132 Paesi (tra gli Stati membri dell’UE non l’hanno firmato  Irlanda, Ungheria e Estonia), che è stato confermato in occasione della riunione del 9-10 luglio 2021 a Venezia dei Ministri delle finanze e dei Governatori delle banche centrali del G20 (comunicato). L’accordo deve ora ottenere l’approvazione definitiva al G20 che si terrà a Roma il prossimo ottobre.

L’impegno sottoscritto prevede la creazione di un'imposta minima globale sulle società multinazionali con ricavi superiori a 750 milioni di euro pari ad almeno il 15%, e, al fine di raggiungere una soluzione equa sull’assegnazione dei diritti di tassazione, il diritto per i Paesi di tassare almeno il 20% dei profitti che superano il margine del 10% delle società multinazionali più grandi e redditizie.

Nella stessa ottica di un contesto imprenditoriale equo, la Commissione intende proporre uno strumento giuridico per garantire condizioni di parità per quanto riguarda le sovvenzioni estere.

La proposta di regolamento relativo alle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno (COM(2021)223) è già stata presentata il 5 maggio 2021.

La Commissione intende, inoltre, proseguire la revisione in corso delle norme in materia di concorrenza per garantire che siano adeguate all'evoluzione del contesto di mercato, anche per quanto riguarda l'accelerazione della digitalizzazione dell'economia.

È previsto anche l’aggiornamento della nuova strategia industriale per l'Europa per tenere conto dell'impatto della COVID-19, del contesto competitivo globale e dell'accelerazione della duplice transizione verde e digitale.

L’aggiornamento è stato già presentato il 5 maggio 2021 (COM(2021)350). Esso intende, in particolare, rafforzare la resilienza del mercato unico, in modo da garantire la libera circolazione di beni, servizi e lavoratori anche in tempi di crisi, ridurre le dipendenze dell’Unione in settori tecnologici e industriali strategici essenziali (autonomia strategica aperta) e accelerare la duplice transizione verde e digitale.

La Relazione programmatica fa riferimento all’aggiornamento della strategia industriale europea. In particolare, il Governo annuncia l’impegno per favorire il rafforzamento delle catene strategiche del valore e la crescita degli ecosistemi industriali, nell’ottica del perseguimento dell’autonomia strategica europea. Sarà, inoltre, prioritario, secondo la Relazione, valorizzare la piena integrazione della dimensione delle PMI nella politica industriale europea. Un ulteriore risultato atteso dal Governo riguarderà la realizzazione di investimenti in progetti di rilevanza europea che si collocano sulla frontiera dell’innovazione tecnologica (Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo - IPCEI) in settori chiave per la competitività dell’UE, come le batterie, l’idrogeno e la microelettronica o ancora su materie prime, cloud e salute.

 

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È prevista la presentazione di una proposta legislativa volta a migliorare le condizioni di lavoro di coloro che forniscono servizi tramite piattaforme, al fine di garantire condizioni di lavoro eque e un'adeguata protezione sociale.

Merita segnalare in particolare che, in attuazione del Programma, il 19 aprile 2021, la Commissione europea ha presentato nuovi orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale, come primo passo in tale ambito per favorire l'attuazione degli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia digitale.

È inoltre prevista una valutazione delle norme in materia di aiuti di Stato per lo sviluppo di infrastrutture a banda larga. La Commissione europea precisa che le norme in materia di aiuti di Stato applicabili al settore della banda larga mirano allo sviluppo di reti a banda larga che incentivino la concorrenza, garantendo che i fondi pubblici siano indirizzati verso le zone che ne hanno più bisogno (soprattutto le zone rurali) ed evitando nel contempo l'esclusione degli investimenti privati. La valutazione di tali norme dovrebbe verificare il modo in cui esse abbiamo funzionato, se rispondano agli sviluppi tecnologici e socioeconomici e se siano idonee a conseguire i nuovi obiettivi dell'UE.

La relazione programmatica del Governo sottolinea la rilevanza degli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale.

Inoltre, la relazione programmatica approfondisce ili tema della connettività per i profili relativi al tema della realizzazione dell’infrastruttura del 5G, precisando che “al fine di dare esecuzione al Piano europeo di azione per il 5G (l’Italia si pone al secondo posto nell’indice DESI per la preparazione al 5G) e riguardante l'introduzione delle reti di nuova generazione del servizio radiomobile terrestre, rivestono particolare importanza le azioni tese alla liberazione della banda 700 MHz, di cui alla decisione (UE) 2017/899 del 17 maggio 2017”. Secondo il Governo  a partire dal primo luglio 2022 gli operatori del servizio radiomobile utilizzeranno per l’implementazione delle reti 5G le frequenze della banda 700 MHz, che dovranno quindi essere libere da altri utilizzi e, al riguardo, il Governo, in linea con le politiche europee e in coordinamento con gli stakeholders interessati riuniti al Tavolo TV 4.0, dichiara di voler proseguire l’espletamento di tutte le attività finalizzate alla liberazione della banda 700 MHz da parte degli operatori di rete radiotelevisiva titolari di diritto d’uso per i canali DVB-T in ambito nazionale e locale ricompresi nella predetta banda. La relazione precisa altresì che nel terzo quadrimestre del 2021 inizierà nelle regioni del Nord Italia la fase di transizione vera e propria intesa come liberazione della banda 700 MHz e contestuale attivazione da parte degli operatori di rete radiotelevisiva delle frequenze coordinate internazionalmente, oggetto dei diritti d’uso di nuova assegnazione, nella sottostante banda 470-694 MHz. Al fine quindi del rispetto degli accordi internazionali sottoscritti dall'Italia verso i paesi confinanti (nel 2021 verso Francia, Svizzera, Austria e Slovenia e nel 2022 verso Croazia, Montenegro, Malta e Grecia), il Governo si dichiara impegnato a fornire agli operatori di rete radiotelevisiva specifiche tempistiche e modalità operative per il cambio frequenza e ad attivare un'attenta azione di monitoraggio del rispetto dei predetti accordi in particolare per evitare situazioni di interferenze radio subite o provocate dall'Italia.

Si ricorda, infine, che il documento del Governo contiene una serie di elementi, tra l’altro, in materia di digitalizzazione degli strumenti di tutela giuridica e dell’amministrazione della giustizia, dei settori della ricerca e assistenza medica, della farmaceutica, dei trasporti, e della difesa.

 

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La Commissione europea ha recentemente presentato una serie di iniziative nell’ambito della Strategia dell'UE in materia di cibersicurezza per il decennio digitale, adottata il 16 dicembre 2020.

Si tratta, tra l’altro, della proposta di direttiva COM(2020) 823 relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell'Unione, che abroga la direttiva (UE) 2016/1148 (direttiva NIS), entrata in vigore nel 2016, in materia di sicurezza delle reti e dei sistemi informatici, e la proposta di direttiva sulla resilienza dei soggetti critici.

La proposta di revisione di direttiva NIS mira ad aumentare il livello di resilienza cibernetica, attraverso norme che vincolano soggetti pubblici e privati che svolgono funzioni essenziali per l’economia e la società ad adottare misure di sicurezza cibernetica. Il nuovo regime verte sui seguenti pilastri: 1) capacità degli Stati Membri in termini di architettura istituzionale, strategia nazionale e piani di gestione delle crisi cibernetiche; 2) gestione del rischio da parte degli operatori, con misure di sicurezza adeguate e un sistema di notifica di incidenti efficace e reattivo; 3) cooperazione e condivisione di informazioni, prevedendo diversi sistemi di collegamento tra il livello europeo e quello nazionale.

Il nuovo regime sulla resilienza dei soggetti critici (proposta di direttiva COM(2020)829) estenderebbe sia l'ambito di applicazione, sia la profondità della direttiva sulle infrastrutture critiche europee del 2008, contemplando i seguenti settori: energia, trasporti, banche, infrastrutture dei mercati finanziari, sanità, acqua potabile, acque reflue, infrastrutture digitali, pubblica amministrazione e spazio. Ciascuno Stato membro dovrebbe adottare una strategia nazionale per garantire la resilienza dei soggetti critici ed effettuerebbe valutazioni periodiche dei rischi, al fine di individuare un sottoinsieme più ristretto di soggetti critici cui incomberebbero obblighi volti a rafforzarne la loro sicurezza di fronte ai rischi non informatici, comprese le valutazioni dei rischi a livello di soggetto, l'adozione di misure tecniche e organizzative e la notifica degli incidenti.

Il Governo intende seguire il negoziato della direttiva NIS 2 nell’ottica di garantire l’armonizzazione con il citato futuro regime relativo ai soggetti critici e con la proposta di regolamento sulla resilienza operativa digitale per il settore finanziario. Il Governo inoltre dichiara che la partecipazione a questi processi sarà integrata anche attraverso il raccordo e lo scambio informativo, in sede bilaterale, con altri Stati Membri.

Nel contesto della cibersecurity, il programma della  Presidenza slovena prevede l’impegno a sostenere la sicurezza informatica e il rafforzamento delle capacità nei paesi dei Balcani occidentali, a causa dell'elevato livello di esposizione dell'UE alle minacce informatiche che si possono verificare nell’immediato vicinato. A tal proposito il programma prevede che ai margini del Forum strategico di Bled, che dovrebbe svolgersi all'inizio di settembre 2021, si organizzi una conferenza di alto livello sulla sicurezza informatica cui invitare anche rappresentanti dei Balcani occidentali.


 

Un’economia al servizio delle persone

Nel ricordare l’essenzialità per l’Europa che una crisi sanitaria ed economica non si trasformi in una crisi sociale, la Commissione europea afferma l’importanza che il programma di lavoro, congiuntamente con la piena attuazione e l’utilizzo del programma SURE, permetta ai lavoratori di mantenere il loro reddito e alle imprese il proprio personale.

Lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza (SURE), istituito con il regolamento (UE) 2020/672, ha messo a disposizione degli Stati membri prestiti per un importo massimo di 100 miliardi di euro. Lo strumento finanzia regimi di riduzione dell'orario lavorativo, o misure analoghe, a protezione dei lavoratori dipendenti e autonomi rispetto a rischi di disoccupazione e di perdita di reddito, nonché determinate misure di carattere sanitario, in particolare nei luoghi di lavoro. Per l'Italia è stato approvato un sostegno finanziario di 27,4 miliardi di euro, il più alto tra quelli previsti.

La Commissione preannuncia in particolare la presentazione di:

·         un Piano di azione volto ad attuare il Pilastro europeo dei diritti sociali, che, a giudizio della Commissione, costituisce lo strumento chiave per contribuire alla ripresa socioeconomica e alla resilienza a medio e lungo termine, al fine di rafforzare l'equità sociale della transizione digitale e della transizione verde;

Si ricorda che il Piano d’azione sul Pilastro europeo dei diritti sociali (COM(2021)102 e allegati) è stato adottato dalla Commissione europea il 4 marzo 2021. Esso delinea le azioni, legislative e non, che la Commissione intende adottare, durante il suo mandato (entro la fine del 2024), per proseguire l'attuazione dei venti principi del Pilastro europeo dei diritti sociali e propone tre obiettivi principali in materia di occupazione, competenze e protezione sociale che l'UE deve conseguire entro il 2030, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: 1) almeno il 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro; 2) almeno il 60% degli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione; 3) ridurre di almeno 15 milioni il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale (5 milioni dei quali dovrebbero essere bambini).

I tre obiettivi sono stati avallati dal Vertice sociale di Porto del 7 e 8 maggio 2021 e, da ultimo, dal Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2021.

In merito all’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, la Relazione programmatica annuncia l’impegno del Governo in particolare per l’attuazione di politiche a sostegno delle famiglie attraverso nuove misure per favorire la conciliazione vita-lavoro, compresa la promozione di nuovi strumenti per il benessere organizzativo delle imprese.

La Relazione dedica poi specifica attenzione alla coesione sociale. Il Governo annuncia in particolare che, per la tutela del reddito dei lavoratori più fragili, promuoverà l'introduzione del salario minimo legale con lo scopo di garantire ai lavoratori nei settori a basso tasso di sindacalizzazione un livello di reddito collegato ad uno standard minimo dignitoso, evitando al contempo dumping contrattuale e rafforzando la contrattazione nei settori in cui è più debole.

In merito, si segnala che l’XI Commissione (Lavoro) della Camera dei deputati ha esaminato la proposta di direttiva relativa a salari minimi adeguati nell’Unione europea (COM(2020)682) approvando un documento finale in data 15 aprile 2021.

Inoltre, la Relazione annuncia che intende potenziare i livelli di tutela e sicurezza del lavoro anche attraverso il supporto alle imprese, nonché rafforzare le politiche di contrasto al lavoro sommerso, e che intende, altresì, incentivare misure a favore dell’occupazione femminile e giovanile, promuovere un aumento della natalità e porre in essere misure di contrasto alla povertà educativa, attraverso politiche di conciliazione vita-lavoro e forme di organizzazione flessibile del lavoro. Infine, il Governo annuncia la volontà di sostenere la transizione digitale in ambito scolastico in coerenza con il Piano europeo per l’educazione digitale.

·         una nuova garanzia europea per l'infanzia, per ridurre la povertà infantile e le disuguaglianze garantendo che tutti i bambini abbiano accesso a servizi di base come la sanità e l'istruzione;

Si ricorda che la raccomandazione del Consiglio che istituisce la garanzia europea per l'infanzia (COM(2021)137) è stata presentata il 24 marzo 2021.

·         un nuovo quadro strategico dell'UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che tenga conto degli insegnamenti tratti dalla pandemia di COVID-19 e dell'evoluzione del mondo del lavoro;

Il quadro è stato presentato il 28 giugno 2021 e definisce le azioni chiave necessarie per migliorare la salute e la sicurezza dei lavoratori nei prossimi anni. Si concentra su tre obiettivi trasversali: gestire i cambiamenti indotti dalle transizioni verde, digitale e demografica, nonché i cambiamenti dell'ambiente di lavoro tradizionale, migliorare la prevenzione degli incidenti e delle malattie e migliorare la preparazione a eventuali crisi future.

·         un piano d'azione per l'economia sociale che potenzi gli investimenti sociali, sostenga gli operatori dell'economia sociale e le imprese sociali per l'avviamento, l'espansione, l'innovazione e la creazione di posti di lavoro (4° trimestre 2021);

·         un nuovo strumento per scoraggiare e contrastare azioni coercitive da parte di Paesi terzi (4° trimestre 2021);

·         misure volte ad approfondire l’Unione economica e monetaria, in particolare mediante progressi nell'Unione dei mercati dei capitali e nell’Unione bancaria: tra l’altro, il programma cita la revisione del quadro per gestire i fallimenti bancari dell'UE (4° trimestre 2021), delle norme prudenziali per le imprese di assicurazione e riassicurazione (3° trimestre 2021) e della direttiva e del regolamento relativi ai mercati degli strumenti finanziari (4° trimestre 2021);

La Relazione programmatica dedica ampio spazio alla riforma dell’Unione economica e monetaria. In particolare, il Governo annuncia che intende impegnarsi per:

- completare l’Unione bancaria (soprattutto tramite uno schema europeo di garanzia dei depositi che superi il settorialismo degli schemi nazionali ed assicuri economie di scala volte a preservare ancora più efficacemente i depositanti e la stabilità finanziaria) e l’Unione dei mercati dei capitali e istituire una capacità fiscale centralizzata quale strumento anticiclico e strutturale che favorisca la crescita a lungo termine e rilanci gli investimenti pubblici, il cui scopo sarebbe anche quello di fornire beni pubblici europei e correggere i fallimenti di mercato nell’eurozona. Sebbene Next Generation EU costituisca un importante passo in avanti in termini di contrasto alle crisi economiche - afferma la Relazione -, esso, tuttavia, si configura come una misura dal carattere eccezionale e temporaneo, mentre il cambiamento che si auspica per l’eurozona dovrebbe avere un carattere strutturale;

-   promuovere un’ampia riforma delle regole fiscali europee. Secondo il Governo le regole del Patto di stabilità e crescita hanno mostrato, negli anni, diversi limiti, tra cui l’incompletezza e l’asimmetria del Patto, l’insufficiente anti-ciclicità delle regole e la loro eccessiva dipendenza da variabili non osservabili. L’Italia - sostiene la Relazione programmatica -, pur nella consapevolezza che le posizioni degli Stati membri sono molto distanti, intende sostenere la necessità di favorire una maggiore anti-ciclicità delle regole, le quali devono permettere l’impiego di una politica fiscale discrezionale di supporto in momenti di crisi, nonché fornire i dovuti incentivi all’attuazione degli investimenti pubblici, e continuerà ad evidenziare i limiti dell’attuale metodologia di calcolo del prodotto potenziale e dell’output gap[1]. Allo stesso tempo - continua la Relazione -, nel dibattito generale relativo alla possibile revisione delle regole, non si mancherà di evidenziare che la necessaria riduzione di indesiderati margini di incertezza e di alcuni elementi di eccessiva complessità non dovranno andare a discapito della flessibilità e delle necessarie valutazioni specifiche per Paese nell’applicazione;

- lavorare a una riforma del bilancio dell’UE anche attraverso l’introduzione di risorse proprie supplementari che possano contribuire a finanziare il rimborso dei prestiti contratti all’interno del programma Next Generation EU e che incrementi la capacità delle istituzioni di implementare in modo più efficace le politiche eurounitarie limitando l’aumento della contribuzione nazionale al bilancio UE basata su una quota del Reddito Nazionale Lordo;

-  contribuire allo sviluppo dei nuovi standard internazionali in materia di tassazione dell’economia digitale per rispondere alle sfide poste dalla digitalizzazione e globalizzazione dell’economia. L’impegno di definire una soluzione condivisa a livello globale - afferma la relazione - sarà perseguito anche in ambito G20 del quale l’Italia ha la Presidenza nel 2021 (Vedi supra).

·         misure legislative in materia di governance societaria sostenibile, per promuovere un comportamento sostenibile e responsabile a lungo termine da parte delle imprese, e misure volte a compiere progressi in materia di finanziamento sostenibile, in particolare tramite l’istituzione di una norma UE per le obbligazioni verdi.

La proposta di regolamento (COM(2021)391- testo in inglese) su una norma europea per le obbligazioni verdi (EUGBS, European Green Bond Standard), che introdurrà uno standard rigoroso a cui tutti gli emittenti (privati e sovrani) potranno aderire volontariamente, è stata presentata il 6 luglio 2021.

La Relazione programmatica, inoltre, dedica una sezione alle politiche di coesione. In particolare, indica, come obiettivo prioritario, quello di chiudere il negoziato con la Commissione europea sull’Accordo di partenariato e la definizione dei programmi 2021-2027, per consentire l’avvio della spesa. Fa riferimento altresì all’utilizzo delle risorse aggiuntive messe a disposizione degli Stati membri tramite l’iniziativa REACT-EU nell’ambito dei programmi di Next Generation EU.

Per quanto riguarda la politica di coesione 2021-2027, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) ha una dotazione di circa 200,3 miliardi di euro, il Fondo di coesione di circa 42,6 miliardi di euro e il Fondo sociale europeo plus (FSE+) di circa 88 miliardi di euro). Inoltre, la nuova iniziativa REACT-EU (47,5 miliardi di euro a prezzi 2018, tutti tramite Next generation EU) assegna risorse supplementari, per gli anni 2021-2022, al fine di rafforzare l'economia e l'occupazione nelle regioni maggiormente colpite dalla pandemia COVID-19. L’Italia otterrà circa 13 miliardi di euro e sarà il principale beneficiario del programma.

 Inoltre, il Governo annuncia l’impegno per promuovere il pieno utilizzo delle risorse finanziarie dei programmi della coesione 2014-2020, anche a seguito delle modifiche intervenute nel corso del 2020 in risposta alle conseguenze della pandemia di COVID-19.


 

Un’Europa più forte nel mondo

In tale ambito la Commissione intende adoprarsi affinché l'Europa guidi la risposta globale per garantire un vaccino sicuro e accessibile per tutti, rafforzi il sistema multilaterale mondiale fondato su regole e i partenariati bilaterali, regionali e globali, e continui a dare priorità al vicinato orientale e meridionale, ai Balcani occidentali e all'Africa.

In particolare, il programma di lavoro della Commissione prevede la presentazione nel corso del 2021 di:

·         una comunicazione sul rafforzamento del contributo dell'UE al multilateralismo fondato su regole, con particolare riferimento ai processi di riforma dell'Organizzazione mondiale della sanità e dell'Organizzazione mondiale del commercio (la comunicazione è stata presentata il 17 febbraio 2021);

La comunicazione congiunta sul rafforzamento del contributo dell'UE al multilateralismo basato su regole, del 17 febbraio 2021, presenta le proposte per rafforzare il contributo dell’UE per il multilateralismo, in particolare promuovendo: iniziative di riforma dell’Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza dell’ONU; l'ammodernamento dell’Organizzazione mondiale della sanità, dell'Organizzazione mondiale del commercio, e delle istituzioni finanziarie internazionali quali il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale; norme internazionali e piattaforme di cooperazione in settori prioritari quali: fiscalità; sfera digitale; intelligenza artificiale; cooperazione e tutela dei consumatori; ambiente, oceani, risorse naturali; sicurezza delle materie prime; tecnologie verdi e energia rinnovabile.

·         una comunicazione relativa ad un partenariato rinnovato con il vicinato meridionale (la comunicazione è stata presentata il 9 febbraio 2021);

Nella comunicazione congiunta del 9 febbraio 2021 sulla nuova Agenda per il Mediterraneo, la Commissione europea e l’Alto rappresentante propongono di stimolare la ripresa socioeconomica a lungo termine nel vicinato meridionale sulla base di 5 settori d'intervento: Stato di diritto e sviluppo umano, resilienza, prosperità e transizione digitale; pace e sicurezza; migrazione e mobilità; transizione verde, resilienza climatica, energia e ambiente. Per l'attuazione dell'Agenda per il Mediterraneo si prevede uno stanziamento fino a 7 miliardi di euro, nell'ambito del nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale dell'UE, per il periodo 2021-2027. La comunicazione è all’esame della III Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati; per maggiori informazioni si rinvia al dossier);

·         una comunicazione sull'Artico, volta ad aggiornare la politica dell'UE nei confronti di una regione particolarmente esposta ai cambiamenti climatici e alle pressioni ambientali e al conseguente impatto sull'economia e la sicurezza (la comunicazione dovrebbe essere presentata nel 4° trimestre del 2021);

·         un nuovo approccio strategico per sostenere il disarmo, la smobilitazione e il reinserimento degli ex combattenti, che è fondamentale per garantire stabilità e pace durature nei paesi e nelle regioni colpiti da conflitti (la proposta dovrebbe essere presentata nel 3° trimestre del 2021);

·         una comunicazione sugli aiuti umanitari dell'UE, che si concentrerà in particolare sulle nuove modalità di collaborazione con i paesi partner e altri donatori, sull'uso di strumenti digitali e approcci innovativi in materia di finanziamento e modalità di erogazione degli aiuti, e quindi anche sulla capacità di risposta rapida della Commissione e sulle modalità per intensificare i lavori sul nesso tra azione umanitaria, sviluppo e pace (la comunicazione è stata presentata il 10 marzo 2021);

Nella comunicazione congiunta sull’azione umanitaria dell'UE, del 10 marzo 2021, si illustrano le iniziative della Commissione europea volte a dare nuovo impulso e ricalibrare gli obiettivi della politica dell’UE in materia di aiuto umanitario ai paesi terzi nell’attuale contesto globale, in particolare migliorando la capacita di risposta umanitaria europea, dando maggiore attenzione alle ripercussioni climatiche ed ai fattori ambientali, garantire un migliore collegamento tra azioni umanitarie e sviluppo e pace e promuovere l’osservanza del diritto internazionale umanitario.

·         una proposta di revisione della direttiva sulla tutela consolare volta a consentire ai cittadini dell'Unione di avvalersi più facilmente della tutela consolare e di rafforzare la solidarietà dell'UE per proteggere meglio i cittadini dell'UE all'estero, in particolare durante le crisi. La proposta intende potenziare la cooperazione tra gli Stati membri e rafforzare il ruolo di sostegno dell'UE, sfruttando al meglio la sua rete unica di delegazioni dell'UE (la proposta dovrebbe essere presentata nel 4° trimestre del 2021).

Nell’ambito dell’azione dell’Italia nel contesto della dimensione esterna dell’UE, la relazione programmatica del Governo fornisce, in particolare, le seguenti indicazioni:

·         processo di integrazione dei Balcani occidentali: il Governo indica che continuerà a sostenere il percorso di integrazione europea dei Balcani occidentali, favorendo l’avvio operativo dei negoziati di adesione con Albania e Repubblica della Macedonia del Nord, sollecitando un’accelerazione dei negoziati di adesione con la Serbia e con il Montenegro e favorendo il rilancio della prospettiva europea della Bosnia– Erzegovina e del Kosovo. In tal contesto si propone di rafforzare l’azione bilaterale dell’Italia nella regione adriatico–balcanica, attraverso iniziative che possano consolidare il ruolo dell’Italia quale punto di riferimento per i Paesi dell’area e rispetto al loro processo di integrazione europea, sfruttando, a tal fine, anche i fori di cooperazione regionale attivi nell’area, nei quali l’Italia svolge un ruolo di primo piano, come l’Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI), forum intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico-ionica e l’Iniziativa Centro Europea (InCE), Il Governo, nell’ambito della cooperazione regionale della strategia Macro-regionale per la Regione Adriatico Ionica (EUSAIR), si impegnerà a promuovere l’allargamento ad est delle reti di trasporto transeuropee nonché dei Corridoi multimodali, al fine di rafforzare la cooperazione con i paesi del partenariato orientale spingendosi fino all’estremo oriente, con il chiaro obiettivo di realizzare una rete paneuropea per merci e passeggeri.

Si ricorda che l’adozione dei mandati per l’avvio dei negoziati con l’Albania e la Macedonia del Nord è ancora bloccata in seno al Consiglio dell’UE (che li deve approvare all’unanimità) per il veto espresso dalla Bulgaria, che condiziona il suo assenso al riconoscimento da parte della Macedonia del Nord di condizioni relative al retaggio storico e linguistico comune. La Presidenza portoghese puntava a raggiungere un accordo per l’avvio dei negoziati entro la conclusione del suo semestre di Presidenza (30 giugno 2021). A causa del persistere del veto della Bulgaria la decisione da parte del Consiglio è stata rinviata alla Presidenza slovena. Per quanto riguarda gli altri paesi dei Balcani occidentali coinvolti nel processo di allargamento, la Serbia ha avviato i negoziati di adesione nel gennaio 2014, nell’ambito dei quali sono stati aperti 18 capitoli negoziali (sui 34 totali), di cui 2 sono stati chiusi (Scienza e ricerca; Educazione e cultura), la Bosnia-Erzegovina e Kosovo sono qualificati come “potenziali candidati”, anche se solo la prima ha presentato domanda di adesione il 15 febbraio 2016. La Presidenza slovena, nel suo programma per il semestre di presidenza del Consiglio dell’UE, ha annunciato lo svolgimento ad ottobre 2021 di un vertice UE-Balcani occidentali e che, in particolare, intende avanzare nel dialogo Belgrado-Pristina e includere i paesi partner dei Balcani nelle iniziative di politica di sicurezza e di difesa comune dell’UE;

·         Vicinato meridionale: il Governo intende promuovere un nuovo approccio nei confronti dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, secondo le linee indicate nella Comunicazione congiunta delle Istituzioni UE del 9 febbraio 2021 e, in particolare, promuovendo una riflessione volta a riconoscere una nuova centralità del Mediterraneo al fine di: mitigare gli effetti negativi della pandemia da Covid-19, sostenere la crescita economica, favorire la creazione di posti di lavoro e rafforzare la stabilità nell’area, anche in ottica migratoria. L’Italia, continuerà, inoltre, a sostenere il mantenimento dell’attuale chiave di ripartizione delle allocazioni finanziarie per la politica di vicinato dell’UE, per due terzi dei fondi dedicati al Vicinato meridionale e un terzo allocati al Vicinato orientale;

·         posizione dell’UE sulle principali questioni internazionali: il Governo intende contribuire a rafforzare la posizione unitaria della UE sulle principali questioni internazionali, valorizzando, la prospettiva italiana per la stabilizzazione della Libia e continuando a svolgere un ruolo propulsivo nei confronti di tutti gli attori coinvolti, con particolare riferimento ai Paesi vicini. A tal fine, il Governo indica la priorità della sicurezza e stabilità del Mediterraneo orientale, favorendo il dialogo tra le parti in raccordo con i partner UE e con la NATO, il superamento delle problematiche legate ai confini marittimi e promuovendo il valore inclusivo e non divisivo dello sfruttamento delle risorse energetiche;

·         politica commerciale: il Governo intende contribuire al processo di formazione di una politica commerciale comune coerente con gli interessi del sistema economico produttivo italiano, per offrire nuove opportunità di sbocco per l’export italiano, diversificare le possibilità di approvvigionamento del sistema economico produttivo nazionale e sostenerne l’internalizzazione. A tal fine, intende favorire il rilancio delle relazioni commerciali transatlantiche, basate sul dialogo tra UE e USA, lo sviluppo di un partenariato commerciale UE-Cina, lavorando al contempo per meglio tutelare le imprese italiane da fenomeni di concorrenza sleale, il rilancio delle relazioni commerciali dell’UE con Giappone e Corea del Sud attraverso la piena implementazione dei relativi Accordi di libero scambio, e con i Paesi dell’area indo-pacifica, con particolare riferimento ai negoziati in corso per accordi di libero scambio con Australia e Nuova Zelanda, tenendo a mente le sensibilità nazionali in ambito agroalimentare. Infine, l’Italia intende sostenere l’ammodernamento degli strumenti di difesa UE per contrastare misure unilaterali che violino le regole internazionali e compromettano gli interessi dell’Unione.

Con riferimento alle iniziative condotte nell’ambito della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) dell’UE, nella relazione programmatica il Governo indica le seguenti priorità:

·         favorire lo sviluppo delle missioni dell’UE in ambito PSDC per assicurare un ruolo di primo piano dell’UE nella gestione delle crisi, attraverso l’implementazione dell’European Peace Facility, il nuovo strumento per il finanziamento delle missioni PSDC. In particolare, il Governo indica che l’Italia continuerà ad assicurare l’impegno negli specifici quadranti strategici di riferimento secondo il tradizionale approccio “concentrico”, di seguito citati in ordine decrescente di priorità: Mediterraneo, SAHEL e Africa occidentale, Corno d’Africa, Balcani Occidentali, Medio Oriente ed altri quadranti funzionali alla tutela degli interessi nazionali quali Mashreq e Paesi del Golfo Persico;

·         promuovere l’efficace applicazione degli strumenti volti al rafforzamento della difesa europea, quali la cooperazione rafforzata nell’ambito della difesa (PESCO) e la revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD), in complementarietà con i processi di pianificazione delle capacita militari della NATO;

·          seguire con attenzione il processo di definizione della cosidetta Bussola strategica (Strategic Compass), il documento, la cui approvazione da parte del Consiglio dell’UE è prevista nel 2022 e che dovrebbe costituire il principale documento politico-strategico con il quale orientare i processi di pianificazione e sviluppo delle capacità volti a favorire la resilienza e l’autonomia strategica dell’UE;

·         verrà intensificato il dialogo con il comparto industriale della difesa in particolare per garantire che l’assegnazione e l’impiego dei nuovi incentivi finanziari messi a disposizione dal nuovo Quadro finanziario Pluriennale nell’alveo del Fondo Europeo della Difesa (EDF) corrisponda alle aspettative nazionali di raggiungere, nel medio- lungo periodo, una stabile cooperazione industriale.

 

Per quanto riguarda, infine, le relazioni con il Regno Unito, a seguito del completamento del suo recesso dall’UE, nella relazione programmatica il Governo indica la priorità di impostare, anche sulla base dell’Accordo di commercio e cooperazione, nuove relazioni con il Regno Unito che tengano conto del fatto che Londra resterà un Paese alleato e un importante partner commerciale, specie per un numero rilevante di piccole e medie imprese italiane. Il Governo si impegna, inoltre, a monitorare la gestione ordinata della Brexit, cercando di contenere il più possibile gli effetti negativi sui rapporti economico-commerciali tra Italia e Regno Unito e assicurando la tutela degli interessi prioritari del Paese, con particolare riferimento ai diritti dei cittadini europei e in particolare italiani residenti nel Regno Unito. In tale contesto, verrà, altresì garantita massima efficacia nel sostegno alla candidatura di Milano ad ospitare la nuova sezione della divisione centrale del Tribunale di primo grado del costituendo Tribunale unificato dei brevetti, a seguito della chiusura della sede di Londra.


 

Promuovere lo stile di vita europeo

Il programma della Commissione richiama il lavoro avviato alla fine dello scorso anno per rafforzare il quadro normativo e gli strumenti dell'Unione e nella risposta alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero.

Nel novembre 2020 la Commissione ha presentato un pacchetto di proposte per realizzare un’Unione europea della Salute nella prospettiva di eventuali future minacce transfrontaliere. Il pacchetto comprende lacomunicazione “Costruire un'Unione europea della salute: rafforzare la resilienza dell'UE alle minacce per la salute a carattere transfrontaliero” (COM(2020)724) e tre proposte di regolamento. Una proposta, mira ad ampliare il ruolo dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA) (COM(2020)725)  per favorire una risposta coordinata a livello dell'UE alle emergenze sanitarie mediante: a) il monitoraggio delle carenze di medicinali e dispositivi medici essenziali; b) consulenza scientifica per lo sviluppo di medicinali rivolti alla terapia, alla prevenzione o alla diagnosi delle patologie all'origine delle crisi; c) il coordinamento degli studi per valutare l'efficacia e la sicurezza dei vaccini; d) il coordinamento delle sperimentazioni cliniche. Il 15 giugno 2021 il Consiglio dell’UE ha raggiunto un accordo sul testo per il negoziato con il Parlamento, che ha votato la propria posizione in prima lettura l’8 luglio. I due testi restanti, volti ad estendere le competenze del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (COM(2020)726) e ad aggiornare il quadro normativo esistente (si veda la decisione n. 1082/2013/UE) in materia di gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero COM(2020)727, dovrebbero essere votati dal Parlamento europeo nella plenaria di settembre.

Quindi, il programma annuncia la presentazione di una proposta per l’istituzione di un'agenzia biomedica di ricerca e sviluppo avanzati (4° trimestre 2021) e la creazione di uno spazio europeo dei dati sanitari (4° trimestre 2021) che consenta di migliorare l'assistenza sanitaria, la ricerca e l'elaborazione delle politiche a vantaggio dei pazienti tramite l’utilizzo dei dati.

Con riguardo alla digitalizzazione della sanità, la relazione del Governo richiama il processo di diffusione in tutto il territorio nazionale del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), anche in linea con la Raccomandazione (UE) 2019/243 della Commissione relativa a un formato europeo di scambio delle cartelle cliniche elettroniche.

Ricorda altresì il progetto europeo Deployment of generic cross border ehealth services in Italy, volto a realizzare un’infrastruttura (National Contact Point for eHealth -NCPeH) finalizzata allo scambio transfrontaliero con gli altri Stati dell’UE del profilo sanitario sintetico dei pazienti (Patient Summary) e di ricette dematerializzate (ePrescription).

 

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Nel programma di lavoro 2021 della Commissione europea si affronta il tema dello spazio Schengen e del rispetto della libera circolazione delle persone senza controlli alle frontiere interne. In particolare, la Commissione si impegna a collaborare con il Parlamento europeo e gli Stati membri per preservare e migliorare il funzionamento dello spazio sulla base di una nuova strategia per il futuro di Schengen e di norme Schengen più rigorose, nonché ad adoperarsi per completare l’area di circolazione senza controlli alle frontiere interne.

Presentata l’8 giugno 2021, la Strategia per uno spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne pienamente funzionante e resiliente prevede una serie di azioni chiave, tra le quali si ricordano: l'introduzione, attualmente in corso, del corpo permanente della guardia di frontiera e costiera europea (istituito dalla riforma del quadro giuridico di Frontex); l'interoperabilità (entro il 2023) dei sistemi d'informazione per la gestione delle frontiere e della migrazione; una proposta sulla digitalizzazione delle domande di visto e dei documenti di viaggio; l’elaborazione di un codice UE di cooperazione di polizia; l'aggiornamento del quadro "Prüm" per lo scambio di informazioni su DNA, impronte digitali e immatricolazione dei veicoli; l'estensione ai voli intra-Schengen dell'uso delle informazioni anticipate sui passeggeri; una revisione del meccanismo di valutazione e monitoraggio Schengen; la presentazione (entro la fine dell’anno) di una proposta di modifica del codice frontiere Schengen, che introdurrebbe salvaguardie affinché il ripristino delle verifiche alle frontiere interne resti una misura di ultima istanza, stabilendo un meccanismo di coordinamento.

Al riguardo, nella relazione programmatica del Governo, si pone l’accento sull’impegno per favorire un ritorno al normale funzionamento della libera circolazione nell’Area Schengen ed il conseguente superamento delle misure prese da diversi Stati membri in connessione con l’allerta sicurezza e con il diffondersi dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19.

In particolare, il Governo annuncia l’intenzione di proseguire la collaborazione con le Autorità di frontiera degli altri Paesi europei per gestire al meglio misure connesse alla possibile prosecuzione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, in un’ottica di auspicabile rapido superamento, nonché di valutare con attenzione le proposte volte a rafforzare la governance del sistema Schengen ed il principio della libera circolazione, nella convinzione che, in ultima analisi, l’elemento centrale per il corretto funzionamento dell’Area Schengen risiede nella costante cooperazione e nel concreto coordinamento tra gli Stati membri dell’Unione europea.

Infine, con riferimento alla gestione coordinata delle frontiere interne ed esterne dell’Unione, il Governo sottolinea il lavoro a livello sia diplomatico sia tecnico che andrà svolto, quando la pandemia sarà finita, al fine di: rimuovere gradualmente e in maniera coordinata tutte le restrizioni interne; ampliare, ove possibile, la lista dei Paesi terzi per cui sono concessi viaggi da e verso l’Europa per motivi non essenziali.

 

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La Commissione europea pone, altresì l’accento sul proseguimento dei lavori per il Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, annunciando una serie di misure in materia di migrazione legale, compreso un pacchetto "talenti e competenze" e, nell'ambito di quest'ultimo, una revisione della direttiva sui soggiornanti di lungo periodo e un riesame della direttiva sul permesso unico, nonché la definizione di opzioni per costituire un bacino di talenti dell'UE. Tra gli altri elementi del patto figurano un piano d'azione dell'UE contro il traffico di migranti e una strategia di rimpatrio volontario e reintegrazione.

L’elemento centrale della politica in materia di migrazione e asilo della Commissione europea è costituito dal pacchetto normativo (tuttora all’esame dei colegislatori europei, e attualmente oggetto di approfondimento nell’ambito del dialogo politico da parte della I Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati) presentato nel settembre del 2020, che riguarda, tra l’altro: i controlli alle frontiere esterne dei cittadini stranieri che non rispettano i requisiti per l'ingresso nell'UE, comprese le persone salvate in una operazione SAR (ricerca e soccorso, search and rescue) nelle acque europee; le procedure di asilo; una revisione parziale delle norme previste dal cosiddetto regolamento di Dublino; meccanismi di solidarietà da parte degli Stati dell’UE nei confronti dei Paesi membri più esposti ai flussi, compresa una disciplina per la gestione di situazioni di crisi e di forza maggiore causate da pressioni migratorie ingenti.

In sintesi:

L’iter legislativo di alcune delle citate proposte presso il Consiglio dell’UE appare particolarmente complesso, trattandosi della sede in cui emergono le divergenze relative ai differenti interessi in campo rappresentati dagli Stati membri in funzione della rispettiva e specifica collocazione geografica.

In tale contesto si segnala che nella relazione programmatica il Governo ribadisce l’obiettivo del  raggiungimento di un compromesso equilibrato che valorizzi il principio di solidarietà, nell’ambito delle proposte normative conseguenti al nuovo Patto europeo su migrazione ed asilo, sottolineando la necessità di puntare a prevedere il maggiore spazio possibile a meccanismi di redistribuzione obbligatoria dei migranti dai Paesi di primo ingresso, come l’Italia, verso gli altri Stati membri. In quest’ottica, risulta altresì prioritario lavorare per far riconoscere la specificità delle frontiere marittime e la conseguente necessità di meccanismi ad hoc di redistribuzione dei migranti sbarcati, in particolare a seguito di operazioni di ricerca e soccorso in mare (SAR). Specifica attenzione viene infine riservata ad evitare la previsione di procedure di frontiera che pongano in capo agli Stati di primo ingresso ulteriori oneri rispetto a quelli già sostenuti.

La relazione sottolinea tra l’altro che lo squilibrio nelle proposte della Commissione, in termini di oneri in capo agli Stati membri di primo ingresso e di “flessibilità” dei meccanismi di solidarietà, rischierebbe di vanificare gli effetti della riforma con conseguenze negative sia in termini di gestione dei flussi migratori da parte dei Paesi di primo ingresso, che di possibili rischi di movimenti secondari verso i Paesi geograficamente meno esposti. Il Governo precisa che l’Italia si opporrà alla previsione di procedure alle frontiere che dovessero vincolare e restringere eccessivamente le modalità operative di gestione dei flussi migratori, in particolare via mare, soprattutto se tali procedure non venissero accompagnate da solidi meccanismi di redistribuzione obbligatoria dei migranti. La relazione annuncia che quest’azione verrà svolta sia ad un livello strategico, nel quadro del complessivo negoziato politico, sia sul piano più puntuale delle singole norme che prevedono specifici oneri procedurali e tempi stringenti in capo agli Stati di primo ingresso. In ogni caso il Governo sottolinea che un risultato importante, raggiunto grazie alla pressione dell’Italia, è stato comunque il riconoscimento, nel nuovo Patto europeo, del principio della specificità delle frontiere marittime, principio al quale il Governo intende, sul piano dell’azione negoziale, dare un contenuto sostanziale più concreto.

Nell’ambito di tale settore politico, parte della relazione è particolarmente dedicata ai profili di cooperazione con i Paesi terzi interessati ai flussi migratori (di origine e transito) e più in generale alla cosiddetta dimensione esterna della politica di migrazione.

In particolare, il Governo dichiara il proprio impegno a sostenere l’esigenza di un’azione strutturata da parte dell’Unione europea nei confronti dei principali Paesi terzi di origine e transito dei flussi migratori che utilizzi tutte le leve a disposizione per ottenere la collaborazione sulla prevenzione delle partenze e sui rimpatri, ritenuta la precondizione per il successo di qualsiasi riforma degli strumenti di gestione della migrazione all’interno dell’Unione europea.

Nello specifico, la relazione indica l’impegno del Governo al rafforzamento del dialogo dell’Unione europea con i Paesi terzi per conseguire una più efficace cooperazione in materia migratoria, attraverso partnership strutturate centrate sul tema, con particolare riguardo alla cooperazione in materia di riammissioni e contrasto allo sfruttamento dell’immigrazione irregolare, facendo leva, con un approccio incentivante, sull’insieme delle politiche UE nei confronti dei Paesi terzi, ad es. nel settore del commercio, agricolo, dell’educazione, della mobilità. In particolare, nei rapporti euro-africani, il Governo intende dare priorità alla salvaguardia della vita umana e alla protezione di rifugiati e migranti vulnerabili (donne e minori), anche nell’ambito dei Processi euro-africani di dialogo migratorio e secondo i principi del Piano d’azione de La Valletta. La relazione annuncia infine la promozione dell’intensificazione del dialogo politico, delle operazioni di pace e sicurezza, del dialogo economico (anche con riferimento all’impatto del Covid-19) e di uno sviluppo socio- economico sostenibile, equo ed inclusivo.

Con il programma della Presidenza semestrale, la Slovenia si è, tra l’altro, impegnata a garantire un approccio orizzontale e globale nel discutere e adottare le misure e le politiche in materia di migrazione in tutte le formazioni del Consiglio, dedicando altresì speciale attenzione alla soluzione del problema delle rotte migratorie illegali verso l’UE.

 

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Il Programma di lavoro della Commissione prevede, altresì il rafforzamento delle politiche dell'Unione in materia di sicurezza, in particolare mediante misure per combattere la criminalità organizzata, contrastare le minacce ibride, adottare un nuovo approccio in materia di misure antiterrorismo e radicalizzazione e migliorare l'individuazione, l'eliminazione e la segnalazione degli abusi sessuali sui minori online.

Il 14 aprile 2021 la Commissione ha presentato una nuova strategia dell'UE per contrastare la criminalità organizzata, incentrata sul rafforzamento della cooperazione tra autorità di contrasto e autorità giudiziarie, che tratta di reati altamente prioritari e dell'eliminazione dei proventi di reato e offre una risposta moderna agli sviluppi tecnologici. La strategia definisce gli strumenti e le misure da introdurre nei prossimi cinque anni per smantellare il modello operativo e le strutture delle organizzazioni criminali a livello transfrontaliero, sia online che offline. La Commissione ha inoltre presentato una strategia specifica contro la tratta di esseri umani.

In tale ambito la relazione programmatica del Governo si sofferma sull’iniziativa lanciata dalla Presidenza tedesca per la realizzazione di un partenariato tra le polizie europee, volta a sviluppare una maggiore integrazione tra gli Stati membri nel settore della sicurezza. Nell’ambito di questo processo evolutivo, il Governo dichiara altresì l’intenzione di partecipare attivamente ai negoziati sulle iniziative legislative per il rafforzamento del ruolo di Europol, in materia di intelligenza artificiale, nei rapporti con le imprese e per la migliore gestione delle informazioni acquisite dai  Paesi  terzi,  in  conformità  con  le  raccomandazioni  relative  già adottate dal Consiglio in materia.

Per quanto riguarda il contrasto del terrorismo, il Governo preannuncia il sostegno allo sviluppo di una strategia europea articolata su tutti i livelli, da quello investigativo, a quello preventivo fino ad arrivare al contrasto delle cause economico-sociali della radicalizzazione. In questo ambito, il Governo intende confermare il proprio supporto alle misure finalizzate a migliorare un rapido ed efficace scambio di informazioni tra le competenti Autorità e ad una maggiore interoperabilità delle banche dati europee di settore.

Un’ulteriore priorità sottolineata dal Governo è il contrasto all’utilizzo per fini criminali delle reti digitali, con particolare riguardo al processo di adozione della proposta di regolamento per la prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online, alla luce del fatto che spesso attraverso il web si verifica la conversione improvvisa di soggetti apparentemente privi di connotazioni integraliste e, in molti casi, il rapido passaggio dalla conversione alla radicalizzazione. In quest’ottica, il Governo intende sostenere l’importanza di un negoziato rapido sul regolamento citato, ma anche l’esigenza di mantenere alta la “qualità” del risultato finale in termini di capacità di prevenzione e contrasto della diffusione di contenuti terroristici online. Parallelamente, nella relazione si sottolinea il supporto alle iniziative dell’Unione europea per monitorare e contrastare il fenomeno dei foreign fighters che, una volta rientrati in Europa, possono costituire una minaccia molto grave per la sicurezza.

Il Governo, da ultimo, intende proseguire l’azione di stimolo all’Unione europea per lo sviluppo di concrete strategie di contrasto ai trafficanti di esseri umani. In quest’ottica, l’Esecutivo preannuncia la richiesta di una maggiore proiezione esterna dell’azione dell’Unione europea per favorire il lancio di partenariati con i Paesi terzi, in particolare del Nord Africa, con l’obiettivo di rafforzare la loro capacità di prevenzione delle partenze di immigrati illegali e di smantellare i network criminali, presenti sui loro territori, dediti al traffico di migranti.

 

Il Programma di lavoro della Commissione infine prevede che in considerazione dell'aumento di episodi di violenza antisemitica e di reati generati dall'odio, sia presentata (4° trimestre 2021) una strategia globale di lotta contro l'antisemitismo, per integrare e sostenere gli sforzi degli Stati membri.


 

Un nuovo slancio per la democrazia europea

In materia di trasparenza e democrazia, la Commissione europea intende presentare un pacchetto di proposte concernente:

·     la revisione dello statuto e del finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee (la Commissione dovrebbe presentare una proposta il 3° trimestre 2021);

·     la maggiore trasparenza nel settore della pubblicità politica a pagamento (la Commissione dovrebbe presentare la proposta il 3° trimestre 2021);

·     la revisione della direttiva del Consiglio relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini (la Commissione dovrebbe presentare la proposta il 4° trimestre 2021);

·     la revisione della direttiva del Consiglio che stabilisce le modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non hanno la cittadinanza (la Commissione dovrebbe presentare la proposta il 4° trimestre 2021);

·     l’Iniziativa contro l'abuso del contenzioso nei confronti di giornalisti e difensori dei diritti (la Commissione dovrebbe presentare una proposta il 4° trimestre 2021).

In materia di qualità della legislazione la Commissione europea intende presentare una comunicazione su “Legiferare meglio” che si concentrerà sulla riduzione degli oneri, in particolare mediante l'attuazione dell'approccio "one in, one out", volto a garantire che gli oneri amministrativi introdotti di recente siano compensati alleggerendo le persone e le imprese di oneri equivalenti a livello dell'UE, nello stesso settore.

La Commissione indica, inoltre, che a partire dal 2021 è operativa la piattaforma "Fit-for-Future", composta da un gruppo di esperti ad alto livello, che aiuterà la Commissione a individuare il potenziale in termini di semplificazione e riduzione degli oneri.

La Commissione si impegna, inoltre, a rendere le consultazioni più efficaci e più accessibili per agevolare la partecipazione dei portatori di interessi e intende intensificare gli sforzi per migliorare l'effettiva applicazione, attuazione ed esecuzione del diritto dell'UE, collaborando con gli Stati membri per garantire la rapida e corretta attuazione delle norme dell'UE, nuove e attuali, ed allo stesso tempo impegnandosi a far rispettare il diritto dell'UE attraverso procedure di infrazione ove necessario.

Nella relazione programmatica, il Governo indica che darà maggiore impulso all’azione di coordinamento e monitoraggio per migliorare la qualità della regolamentazione e contribuire a rendere le norme più semplici, efficaci e orientate all’innovazione, in particolare con lo sviluppo di strumenti di analisi e verifica dell’impatto della regolamentazione, nonché delle consultazioni con le parti interessate per evitare che il possibile eccesso di regolamentazione e di oneri burocratici possano tradursi in sede di recepimento nazionale in un appesantimento delle procedure  amministrative  a  carico  di  cittadini, imprese e amministrazioni e, conseguentemente, ad un indebolimento della competitività del Paese.

 

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La Commissione europea ribadisce altresì il suo impegno per la costruzione di un'Unione dell'uguaglianza e per sostenere l'impegno dell'Europa a favore della protezione dei valori dell'UE nonché dell'inclusione e dell'uguaglianza in tutti i settori, indipendentemente dal sesso, dalla razza o dall'origine etnica, dalla religione o dalle convinzioni personali, dalla disabilità, dall'età o dall'orientamento sessuale.

In tale contesto si inquadrano gli interventi per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, per il contrasto alla violenza di genere e per la tutela dei diritti dei minori, indicati tra le priorità delle Commissione per il 2021.

Sotto il primo profilo, al fine di garantire la piena attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, nel marzo 2021 la Commissione ha adottato la Strategia europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030.

Si tratta di una strategia rafforzata che tiene conto delle diverse disabilità, comprese le minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine nonché dei rischi dello svantaggio multiplo affrontati da donne, bambini, anziani, rifugiati con disabilità e persone con difficoltà socioeconomiche.

Tra le priorità indicate dalla nuova strategia si segnala:

·         l'accessibilità, ovvero la possibilità di circolare e soggiornare liberamente, ma anche di partecipare al processo democratico;

·         una qualità di vita dignitosa e la possibilità di vivere in autonomia;

·         la parità di partecipazione, volta a proteggere efficacemente le persone con disabilità da qualsiasi forma di discriminazione e violenza, a garantire pari opportunità e accesso per quanto riguarda la giustizia, l'istruzione, la cultura, lo sport e il turismo, ma anche parità di accesso a tutti i servizi sanitari;

·         il ruolo dell'UE nel dare l'esempio;

·         l'intenzione dell'UE di fare della strategia una realtà concreta;

·         la promozione dei diritti delle persone con disabilità a livello mondiale.

La Commissione sosterrà gli Stati membri nella definizione delle strategie e dei piani d'azione nazionali per l'ulteriore attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e della legislazione dell'UE in materia.

Al riguardo, nella Relazione programmatica del Governo per il 2021 si fa riferimento al progetto sulla riforma del sistema per la valutazione della disabilità, di cui nel corso del 2021 si dovrebbe concludere la fase istruttoria relativa alla raccolta delle informazioni con la predisposizione di un rapporto.

 

Con riferimento alla politica di contrasto alla violenza di genere la Commissione, nel ribadire il suo impegno a favore dell'adesione dell'UE alla Convenzione di Istanbul, dichiara l’intenzione di presentare una nuova proposta per combattere tale fenomeno. La Commissione, inoltre, proporrà l’ampliamento dell’elenco degli euroreati per includervi tutte le forme di reati generati dall'odio e di incitamento all'odio.

La prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne costituisce una priorità politica del Governo anche per il 2021, in coerenza con gli obblighi assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul e con la Strategia europea per la parità di genere 2020-2025.

A tale riguardo la Relazione programmatica del Governo indica per il 2021 le seguenti azioni prioritarie:

·         predisposizione e lancio del nuovo Piano Strategico Nazionale per il contrasto alla violenza maschile contro le donne 2021-2023 in accordo con le regioni, con le associazioni femminili e le parti sociali nel rispetto degli obblighi assunti dal paese con la ratifica della Convenzione di Istanbul;

·         attivazione di un sistema di monitoraggio degli interventi realizzati dalle regioni con le risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità;

·         attuazione di un Progetto specificamente dedicato all’empowerment economico delle donne vittime di violenza, anche in sinergia con le opportunità offerte nell’ambito del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza.

Tali azioni si inquadrano nell’ambito della più ampia opera del Governo di promozione delle politiche di parità e pari opportunità, che proseguirà nel 2021 anche mediante l’attuazione di progetti europei dedicati e sulla base delle risultanze del lavoro svolto dalla Task Force “Donne per un nuovo Rinascimento”.

Nell’ambito della riduzione delle disparità esistenti tra uomini e donne nei vari settori della vita sociale ed economica, il Governo intende procedere attraverso le seguenti azioni:

·         introduzione di un sistema di certificazione sulla parità di genere nelle organizzazioni produttive;

·         promozione dei percorsi di studio nelle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e digitali da parte delle bambine e delle ragazze;

·         potenziamento del mainstreaming di genere e del bilancio di genere mediante l’attivazione di un sistema di valutazione dell’impatto di genere delle politiche;

·         potenziamento delle misure per l’imprenditoria femminile per promuovere la nascita e il rafforzamento delle imprese a conduzione e prevalente presenza femminile, in particolare le micro e PMI;

·         predisposizione e lancio del Piano Nazionale per la parità di genere 2021-2023;

·         iniziative di sensibilizzazione sul divario di genere e in particolare sul divario pensionistico.

 

Infine, per quanto riguarda la tutela dei diritti dei minori, il programma di lavoro 2021 della Commissione europea prevede l’adozione di una strategia dell'UE sui diritti dei minori che esaminerà come preparare i bambini e i giovani a partecipare alla vita democratica dell'UE, come proteggere meglio i minori vulnerabili, tutelare i loro diritti online, promuovere una giustizia a misura di minore e prevenire e combattere la violenza.



[1] Esso misura la posizione ciclica di un’economia sulla base della differenza tra il tasso di crescita del PIL reale e quello del PIL potenziale.