Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Bilancio
Titolo: Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Serie: Documentazione di Finanza Pubblica   Numero: 28
Data: 27/05/2021
Organi della Camera: V Bilancio, VI Finanze

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza

Schede di lettura

Maggio 2021

 

 

 

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Documentazione di finanza pubblica n. 28

 

 

 

 

 

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DFP28.docx

 

INDICE

1. Premessa. 5

2. Le missioni e le risorse. 9

3. Il cronoprogramma delle missioni 21

4. Le priorità trasversali

4.1 Giovani 35

4.1.1. Premessa. 35

4.1.2. Promozione dell’occupazione giovanile. 40

4.1.3. Istruzione e ricerca. 41

4.1.4. Family act 41

4.1.5 Valutazione di impatto generazionale sull’occupazione. 42

4.2 Parità di genere

4.1.1. Premessa. 43

4.2.2. Promozione dell’occupazione femminile. 50

4.2.3. Imprenditoria femminile. 51

4.2.4 Sistema nazionale di certificazione della parità di genere. 52

4.2.5. Valutazione di impatto di genere del PNRR sotto il profilo occupazionale. 53

4.2.6 Ulteriori misure suscettibili di impatto sulla condizione femminile. 54

4.3 Mezzogiorno

4.3.1. Premessa. 56

4.3.2. Le riforme. 61

4.3.3. Impatto macroeconomico. 61


 

5. Il ruolo degli enti locali 63

6. Le politiche pubbliche nel PNRR.. 75

6.1. Pubblica Amministrazione. 77

6.1.1 Personale. 77

6.1.2 Semplificazione normativa. 79

6.1.3 Semplificazione amministrativa. 82

6.1.4 Digitalizzazione. 89

6.2. Competitività del sistema produttivo. 96

6.3. Sanità e politiche sociali

6.3.1 Assistenza territoriale sociale e sanitaria. 110

6.3.2 Innovazione tecnologica nel SSN.. 119

6.3.3 Formazione e ricerca sanitaria. 124

6.4 Lavoro e occupazione. 126

6.5 Fisco. 133

6.6 Infrastrutture e trasporti

6.6.1 Rete ferroviaria. 137

6.6.2 Mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale. 147

6.6.3 Intermodalità e logistica. 154

6.6.4 Infrastrutture digitali 161

6.6.5 Sicurezza stradale 4.0. 165

6.7 Giustizia. 167

6.8 Ambiente

6.8.1 Acqua e territorio. 174

6.8.2 Economia circolare. 184

6.8.3 Rigenerazione urbana. 190

6.8.4 Efficienza energetica. 196

6.8.5 Superbonus 110%.. 200

6.9 Energia. 202

6.10 Agricoltura. 216

6.11 Coesione territoriale. 230

6.12 Ricerca di base. 242

6.13 Istruzione. 247

6.14 Cultura. 260

6.15 Sport 271

6.16 Turismo. 272

 


1. Premessa

 


Il 25 aprile il Governo ha trasmesso al Parlamento il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), oggetto di comunicazioni del Presidente del Consiglio alle Assemblee di Camera e Senato il 26 e 27 aprile. Sulle comunicazioni sono state approvate le risoluzioni n. 6/00189 della Camera e n. 6/00188 del Senato. Il 30 aprile 2021 il Governo ha quindi ufficialmente trasmesso il testo definitivo del PNRR alla Commissione europea[1]; il 4 maggio 2021 il testo è stato trasmesso anche al Parlamento italiano.

Il Piano delinea un “pacchetto completo e coerente di riforme e investimenti”, necessario ad accedere alle risorse finanziarie messe a disposizione dall'Unione europea con il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF), perno della strategia di ripresa post-pandemica finanziata tramite il programma Next Generation EU (NGEU)[2].

Le misure previste dal Piano si articolano intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

Seguendo le linee guida elaborate dalla Commissione europea, inoltre, il Piano raggruppa i progetti di investimento e di riforma in 16 Componenti, raggruppate a loro volta in 6 Missioni: 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4. Istruzione e ricerca; 5. Coesione e inclusione; 6. Salute.

Il Governo richiede all'Unione europea il massimo delle risorse RRF disponibili per l'Italia, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Per quanto riguarda l'ammontare delle sovvenzioni, il primo 70 per cento è già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento RRF[3], mentre la rimanente parte verrà definitivamente determinata entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del PIL degli Stati membri registrato nel 2020-2021 secondo le statistiche ufficiali. L’ammontare dei prestiti RRF all’Italia è stato stimato in base al limite massimo del 6,8 per cento del reddito nazionale lordo in accordo con la task force della Commissione.

A tali risorse, si aggiungono circa 13 miliardi di euro del programma REACT-EU e circa 30,62 miliardi di euro derivanti dal Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del PNRR [4]. La seguente tabella (tavola 1.1 del PNRR) riepiloga le risorse disponibili per ciascuna missione e componente[5].


 


Con queste risorse, il Governo intende sia affrontare i problemi macroeconomici del Paese, più volte evidenziati dall'Unione europea con l'analisi approfondita svolta dalla Commissione europea nell'ambito della Procedura sugli squilibri macroeconomici, sia rispondere alle Raccomandazioni specifiche per paese (Country Specific Recommendations - CSR) rivolte all'Italia dal Consiglio dell'Unione europea, in particolare, nel 2019 e nel 2020.

Per quanto riguarda i profili macroeconomici, il Governo evidenzia nel Piano che, attraverso le riforme e gli investimenti prospettati, il tasso di crescita potenziale dell'economia italiana potrà aumentare di 0,8 punti percentuali (0,5 punti per effetto della maggiore spesa e 0,3 punti percentuali per effetto delle riforme) portando il tasso di crescita potenziale nell'anno finale del Piano a 1,4 per cento (rispetto allo 0,6 per cento precedentemente stimato). Di conseguenza, l'impatto complessivo sul PIL nominale viene stimato pari a 3,6 punti percentuali in termini di scostamento rispetto allo scenario base nell'anno 2026 (si veda la Parte 4 del Piano). Ciò consentirà sia di ridurre il rapporto debito pubblico/PIL, sia di diminuire il tasso di disoccupazione, i parametri che evidenziano le maggiori criticità nelle analisi della Commissione europea.

 

Per quanto riguarda le Raccomandazioni specifiche per paese, oltre a richiamare le misure già adottate negli scorsi anni, il Governo fa riferimento alla Missione 2 in risposta alla raccomandazione specifica relativa al mercato del lavoro (CSR 2 del 2019); alle Missioni 1 e 4 in risposta alla raccomandazione in materia di ricerca e innovazione, infrastrutture, pubblica amministrazione e digitalizzazione (CSR 3 del 2019); alla riforma della giustizia in risposta alla raccomandazione specifica relativa alla riduzione della durata dei processi civili e al contrasto della corruzione (CSR 4 del 2019); alla maggiore crescita economica trainata dall'attuazione del PNRR in risposta alla raccomandazione riguardante il risanamento del sistema bancario (CSR 5 del 2019). Con riferimento alle raccomandazioni specifiche del 2020, il Governo ritiene che gli interventi di sostegno a famiglie e imprese adottate in risposta alla crisi da COVID-19 a partire da marzo 2020 abbiano coperto la maggior parte delle iniziative richieste dal Consiglio.

Il Piano affronta inoltre tutte le tematiche considerate di punta dalla Commissione europea in quanto sfide comuni a tutti gli Stati membri. Si tratta dei sette programmi di punta (“Flagship programs”) europei: 1) Power up (Accendere); 2) Renovate (Ristrutturare); 3) Recharge and refuel (Ricaricare e Ridare energia); 4) Connect (Connettere); 5) Modernise (Ammodernare); 6) Scale-up (Crescere); e 7) Reskill and upskill (Dare nuove e più elevate competenze).

 

Il Piano prevede inoltre un pacchetto di riforme destinate, nelle intenzioni del Governo, a concorrere al conseguimento degli obiettivi generali del PNRR attraverso la riduzione degli oneri burocratici e la rimozione dei vincoli all'aumento della produttività. Si tratta in particolare di tre tipologie di riforma:

§  riforme orizzontali o di contesto, d’interesse traversale a tutte le Missioni del Piano;

§  riforme abilitanti, ovvero gli interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali;

§  riforme settoriali, contenute all’interno delle singole Missioni - innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche.

 

A queste si aggiungono quelle riforme che, pur non ricomprese nel perimetro del Piano, il Governo considera concorrenti alla realizzazione degli obiettivi generali del PNRR, e in particolare gli interventi per la razionalizzazione e l’equità del sistema fiscale e quelli per l’estensione e il potenziamento del sistema di ammortizzatori sociali.

 

Con il programma Next Generation EU il Governo vuole anche affrontare una serie di ritardi storici del Paese che riguardano le persone con disabilità, i giovani, le donne e il Sud. A tale fine, le 6 Missioni del PNRR condividono delle priorità trasversali relative alle pari opportunità generazionali, di genere e territoriali. L’impatto sul recupero del potenziale dei giovani, delle donne e dei territori rappresenteranno fondamentali criteri di valutazione delle misure adottate. Tali obiettivi corrispondono anche alle raccomandazioni specifiche del 2019 e del 2020.

Per quanto riguarda la fase di attuazione del PNRR, il Governo chiarisce che le singole Amministrazioni centrali interessate (Ministeri), nonché le regioni e gli enti locali, provvedono alla realizzazione dei singoli interventi e delle riforme. Un’apposita struttura del Ministero dell’economia e delle finanze provvede al coordinamento centralizzato, il monitoraggio e il controllo sull’attuazione, oltre a costituire il punto di contatto con la Commissione europea per il PNRR. Infine, una Cabina di Regia per il PNRR ha il compito di garantire il monitoraggio dell’avanzamento del Piano, il rafforzamento della cooperazione con il partenariato economico, sociale e territoriale, e di proporre l’attivazione di poteri sostitutivi e le modifiche normative necessarie per l’implementazione delle misure del PNRR[6].


2. Le missioni e le risorse

 


Il PNRR si articola in 6 Missioni, suddivise in 16 Componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo.

Le Componenti, a loro volta, si articolano in 43 ambiti di intervento per progetti omogenei e coerenti.

Per ogni Missione sono indicati le linee di investimento (in totale 133) e le riforme settoriali (49) volte ad introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti. In ciascuna Missione, inoltre, si dà conto dei profili più rilevanti ai fini del perseguimento delle tre priorità trasversali del Piano, costituite da “Parità di genere”, “Giovani” e “Sud e riequilibrio territoriale”.

 

Nel grafico seguente è illustrato il riparto tra le Missioni, in termini percentuali del complesso delle risorse programmate nel PNRR, pari a 235,12 miliardi, considerando sia le risorse europee del Dispositivo di ripresa e resilienza, pari a 191,5 miliardi, quelle rese disponibili dal programma REACT-EU, per 13 miliardi (che come previsto dalla normativa EU vengono spese negli anni 2021-2013), nonché quelle derivanti dalla programmazione nazionale aggiuntiva.

Il Piano prevede, infatti, in aggiunta alle risorse europee, ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali, che confluiscono in un apposito Fondo complementare finanziato attraverso lo scostamento di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile 2021 e autorizzato dal Parlamento, a maggioranza assoluta, nella seduta del 22 aprile 2021. Il Fondo complementare è stato ripartito per complessivi 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 con il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59.


 

 


Si ricorda che, ai sensi del Regolamento (UE) 2021/241 una quota di almeno il 37% delle risorse derivanti dal Dispositivo per la Ripesa e la Resilienza deve essere destinata a misure per la transizione verde e almeno il 20% alla transizione digitale.

Nel Piano gli interventi suddetti non sono concentrati soltanto nelle prime due Missioni, ma si rinvengono in tutte le Missioni e sono segnalati per ogni intervento/riforma settoriale. Nel complesso il Piano afferma che alla transizione ecologica sono destinati il 40% delle risorse e alla transazione digitale il 27%[7].

 

Il Piano sottolinea che, ai fini del raggiungimento degli obiettivi della politica di coesione, alle risorse considerate dal PNRR si affiancano quelle europee e di cofinanziamento nazionale dei Fondi strutturali della programmazione 2021-2027 – per le quali è in fase avanzata di definizione il nuovo Accordo di partenariato con la Commissione UE - la cui dotazione complessiva ammonta a circa 83 miliardi[8], nonché quelle nazionali del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per la programmazione 2021-2027, stanziate in un primo importo di 50 miliardi dalla legge di bilancio per il 2021, per le quali la citata legge (art. 1, co. 177-178, L. n. 178/2020) ne dispone l’impiego in linea con le politiche settoriali di investimento e di riforma previste nel PNRR, secondo un principio di complementarietà e di addizionalità delle risorse.

In relazione a ciò, nel Piano si mette in evidenza che è stata anticipata nel PNRR la programmazione nazionale del FSC 2021-2027 per un valore di circa 15,5 miliardi, per accelerare la capacità di utilizzo delle risorse e di realizzazione degli investimenti. Tali risorse – sottolinea il Piano - saranno reintegrate nella disponibilità del fondo, così da garantirne la piena addizionalità.

Nelle schede che seguono viene fornita una breve illustrazione dei contenuti e delle risorse assegnate alle sei Missioni del Piano, con riferimento alle singole componenti.



 



 


La Missione n. 1 ha come obiettivo generale quello di dare un “impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività del Paese”, mediante investimenti idonei a garantire un deciso salto di qualità nel percorso di digitalizzazione del Paese.

La Missione investe alcuni ampi settori di intervento tra cui:

§  la digitalizzazione e modernizzazione della pubblica amministrazione;

§  la riforma della giustizia;

§  l’innovazione del sistema produttivo;

§  la realizzazione della banda larga;

§  l’investimento sul patrimonio turistico e culturale.

Le linee di intervento della missione si sviluppano attorno a tre componenti progettuali:

§  digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA;

§  digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;

§  turismo e cultura 4.0.


(miliardi di euro)

M1

Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M1C1

Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA

9,75

0,0

1,40

11,15

M1C2

Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo

23,89

0,8

5,88

30,57

M1C3

Turismo e Cultura 4.0

6,68

0,0

1,46

8,13

Totale Missione 1

40,32

0,8

8,74

49,86

 

La digitalizzazione è uno dei temi trasversali del Piano che ricorrono anche nelle altre missioni coinvolgendo diversi settori tra cui:

§  le infrastrutture nel loro complesso, da quelle energetiche a quelle dei trasporti, dove i sistemi di monitoraggio con sensori e piattaforme dati rappresentano un archetipo innovativo di gestione in qualità e sicurezza degli asset (Missioni 2 e 3);

§  la scuola, nei programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle funzioni amministrative, della qualità degli edifici (Missione 4);

§  la sanità, nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell’aggiornamento del personale, al fine di garantire il miglior livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini (Missioni 5 e 6).


 


 



 

 


La Missione 2 concerne i grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento.


 

 

 

(miliardi di euro)

M2

Rivoluzione verde e transizione ecologica

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M2C1

Economia circolare e agricoltura sostenibile

5,27

0,50

1,20

6,97

M2C2

Transizione energetica e mobilità sostenibile

23,78

0,18

1,40

25,36

M2C3

Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici

15,36

0,32

6,56

22,24

M2C4

Tutela del territorio e della risorsa idrica

15,06

0,31

0,0

15,37

Totale Missione 2

59,47

1,31

9,16

69,94

 

 


 


 

 


La Missione n. 3, “Infrastrutture per la Mobilità sostenibile”, punta a completare entro il 2026, un sistema infrastrutturale moderno, digitalizzato e sostenibile.

La missione intende realizzare opere necessarie a intervenire sui fattori di debolezza che hanno penalizzato lo sviluppo economico del Paese, contribuendo al raggiungimento dei target europei di riduzione delle emissioni e di progressiva decarbonizzazione della mobilità. Tali investimenti, inoltre, avranno una particolare attenzione ai territori meno collegati e saranno quindi volti a colmare il divario fra Nord e Sud e tra le aree urbane e aree interne e rurali del Paese. In questo modo, essi favoriranno la coesione sociale e la convergenza economica fra le aree del Paese, uniformando la qualità dei servizi di trasporto su tutto il territorio nazionale.


(miliardi di euro)

 

 

M3

Infrastrutture per una mobilità sostenibile

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M3C1

Investimenti sulla rete ferroviaria e sulla sicurezza stradale

24,77

0,0

3,2

27,97

M3C2

Intermodalità e logistica integrata

0,63

0,0

3,86

3,49

Totale Missione 3

25,40

0,0

6,06

31,46


 


 

 


La Missione 4 “Istruzione e ricerca” si basa su una strategia che poggia sui seguenti assi portanti:

§  miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione

§  miglioramento dei processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti

§  ampliamento delle competenze e potenziamento delle infrastrutture scolastiche

§  riforma e ampliamento dei dottorati

§  rafforzamento della ricerca e diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese

§  sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico

§  potenziamento delle condizioni di supporto alla ricerca e all’innovazione


 

 

                                                                                                                          (miliardi di euro)

M4

Istruzione e ricerca

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M4C1

Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università

19,44

1,45

0,0

20,89

M4C2

Dalla ricerca all’impresa

11,44

0,48

1,0

12,92

Totale Missione 3

30,88

1,93

1,0

33,81

 

 

 


 


 


 

Accanto alla transizione verde e digitale, la crescita inclusiva e la coesione sociale e territoriale costituiscono pilastri fondamentali della programmazione e del contenuto dei PNRR nazionali.

 

La Missione n. 5 riveste un ruolo di rilievo nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il PNRR, di sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, di incremento delle prospettive occupazionali dei giovani, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne.

 

Il Piano sottolinea che tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma sono perseguite in tutte le missioni del Piano medesimo.

 

La Missione si esplica in 3 componenti, ciascuna delle quali sarà accompagnata da una serie di riforme di sostegno.

 

 

 

 

 

1.     La componente “Politiche per il lavoro” mira ad accompagnare la trasformazione del mercato del lavoro con adeguati strumenti che facilitino le transizioni occupazionali; a migliorare l’occupabilità dei lavoratori; a innalzare il livello delle tutele attraverso la formazione.

2.     La componente “Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore” mira a valorizzare la dimensione “sociale” delle politiche sanitarie, urbanistiche, abitative, dei servizi per l’infanzia, per gli anziani, per i soggetti più vulnerabili, così come quelle della formazione, del lavoro, del sostegno alle famiglie, della sicurezza, della multiculturalità, dell’equità tra i generi.

3.     La componente “Interventi speciali di coesione territoriale” prevede il rafforzamento di interventi speciali in specifici ambiti territoriali: le aree interne del Paese, la valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie, il potenziamento degli strumenti di contrasto alla dispersione scolastica e dei servizi socio-educativi ai minori, la riattivazione dello sviluppo economico attraverso il miglioramento delle infrastrutture di servizio delle Aree ZES.

 


 

 

 

 

(miliardi di euro)

 

 

M5

Inclusione e coesione

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M5C1

Politiche per il lavoro

6,66

5,97

0,0

12,63

M5C2

Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore

11,17

1,28

0,34

12,79

M5C3

Interventi speciali di coesione territoriale

1,98

0,0

2,43

4,41

Totale Missione 5

19,81

7,25

2,77

29,83


 

 


Come esposto nella Tabella, per la realizzazione degli interventi inseriti nella missione, in quanto finalizzata a colmare i divari di genere, generazionali e territoriali, un importante apporto finanziario è fornito dalle risorse del React-EU, con un importo pari a circa 7,3 miliardi di euro.

Come indicato nel Piano, infatti, la programmazione di REACT-EU destina risorse aggiuntive per la politica di coesione 2014-2020 indirizzate ai Paesi più colpiti dalla pandemia e assegna al nostro Paese la quota più alta (circa 13 miliardi su 47 miliardi complessivi) di cui quasi 8,5 miliardi sono rivolti al Mezzogiorno. La nuova programmazione valorizza innovazione e green, introduce un nuovo capitolo per affrontare i cronici problemi idrici, irrobustisce i sostegni alle PMI meridionali e investe risorse sulla ricerca, l’istruzione, il lavoro. In coerenza con le indicazioni europee, sono previste esclusivamente misure effettivamente realizzabili entro la scadenza del 2023, gestite a livello nazionale attraverso lo strumento dei PON.



 



 

 


Nella Missione n. 6 un primo intervento, in termini di riforme e investimenti, è finalizzato ad allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese. Un’altra significativa parte delle risorse è destinata a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, a promuovere la ricerca e l'innovazione e allo sviluppo di competenze tecnico-professionale, digitale e manageriali del personale.


 

 

M6

Inclusione e coesione

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M6C1

Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza territoriale

7,0

1,50

0,50

9,0

M6C2

Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio nazionale

8,63

0,21

2,39

11,23

Totale Missione 6

15,63

1,71

2,89

20,23

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


3. Il cronoprogramma delle missioni

I provvedimenti legislativi previsti dal PNRR

 


Nella tabella sono riportate le misure legislative previste dal PNRR. Esse sono state selezionate in quanto esplicitamente definite come tali nel Piano e nei suoi allegati tecnici.

Per ciascuna misura è indicato quando il piano specifica lo specifico strumento legislativo che si intende adottare: decreto-legge, legge-delega o legge. Sotto all’indicazione della misura legislativa sono riportate le pagine del Piano e degli allegati in cui la misura è citata.

Per ogni misura sono inoltre indicate:

§  La tempistica prevista per l’intervento;

§  La tipologia di intervento (tipo di riforma o missione) alla quale la misura è ascritta (al riguardo si rinvia alla legenda; per le riforme si è utilizzato le definizioni previste dal piano alle p. 32 e 43);

§  La presenza sull’argomento di progetti di legge per i quali sia stato avviato l’esame nelle Commissioni di Camera e Senato;

§  Ulteriori elementi d’interesse ricavabili da Piano e dagli allegati.

Sulla base dei dati contenuti nella tabella merita segnalare che il PNRR contempla 53 misure legislative: 9 di queste saranno adottate con decreto-legge; 12 con legge delega; per una si prevede l’adozione di un decreto legislativo. Delle 53 misure 8 sono associate a provvedimenti dichiarati, in base al Documento di economia e finanza 2021, collegati alla manovra di finanza pubblica.

Delle 9 misure adottate con decreto-legge per 7 si annuncia l’adozione entro il mese di maggio 2021, per 1 entro il mese di giugno 2021 e per 1 entro il mese di giugno 2022.

Per gli 8 provvedimenti collegati 1 sarà presentato entro il mese di giugno 2021, 1 nel luglio 2021, 1 nel mese di settembre 2021, 2 nel mese di dicembre 2021; per i rimanenti provvedimenti collegati non è indicata la data di presentazione. L’approvazione è prevista entro il dicembre 2021 per 1 provvedimento collegato, entro il giugno 2022 per 1 provvedimento collegato, entro il settembre 2023 per 1 provvedimento collegato. Per i rimanenti provvedimenti collegati non è indicata la data di approvazione.

Merita pure segnalare che di 3 misure legislative è annunciata fin d’ora la presentazione successivamente al marzo 2023 e quindi nella prossima Legislatura. Si tratta della legge annuale della concorrenza che dovrebbe contenere la riforma delle concessioni autostradali; della legge annuale della concorrenza 2024 e della legge per la digitalizzazione dei documenti portuali. Di 6 misure legislative si prevede fin d’ora l’approvazione nella prossima Legislatura. Si tratta della legge sulla concorrenza 2022 (che dovrebbe contenere i piani di sviluppo dell’energia elettrica), della legge sulla riforma della proprietà industriale, della normativa sulla gestione delle risorse umane nelle pubbliche amministrazioni, della legge sull’ordinamento professionale sulle guide turistiche, della legge sulla semplificazione normativa per gli impianti di energie rinnovabili onshore e offshore, del completamento del federalismo fiscale. Per una delle 6 misure (la legge sulla concorrenza 2022) si indica esplicitamente che l’esame avrà inizio nella Legislatura in corso.

Si rileva infine che per 10 delle 53 misure legislative risulta avviato l’iter parlamentare di progetti di legge sulla medesima materia. Per 2 di queste misure si prevede l’approvazione entro il dicembre 2021, per 1 nel dicembre 2022, per 1 nel dicembre 2023; in 1 caso (il dissesto idrogeologico) si annuncia la presentazione nel giugno 2022 di un decreto-legge; nei rimanenti casi non si indica la data di approvazione.


 

 

 

 

 

 


 


4. Le priorità trasversali

4.1 Giovani

4.1.1. Premessa

 


L’incremento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani rappresenta una delle tre priorità trasversali del PNRR, ragione per la quale misure dirette al perseguimento della parità generazionale sono rinvenibili in ciascuna Missione del Piano.

Le misure previste dal Piano in tema di parità generazionale sono in prevalenza rivolte a promuovere una maggiore partecipazione dei giovani al mercato del lavoro, attraverso:

1)  interventi diretti di sostegno all’occupazione giovanile;

2)  interventi indiretti che produrranno benefici trasversali anche in ambito generazionale.

Di seguito, in forma tabellare, le principali misure afferenti alle politiche giovanili presenti nel PNRR (per la cui specifica trattazione vedi infra); le risorse stanziate dal Piano per gli interventi considerati in questa sede - per i quali non sono previste ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare – sono pari a circa 7,5 mld di euro e rappresentano poco più del 3.9 per cento delle risorse del Dispositivo di ripresa e resilienza (pari a 191,5 mld di euro).


 

(Le risorse sono riportate in milioni di euro)

 

MISURE

INVESTIMENTO/INTERVENTO

RISORSE

OBIETTIVI

FAVORIRE L’OCCUPAZIONE GIOVANILE

Assunzioni di giovani per l’esecuzione dei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN

 

--

Inserimento nei bandi gara per le imprese che, a diverso titolo, parteciperanno ai progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN, di previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di giovani, anche per il tramite di contratti di formazione/specializzazione che possono essere attivati prima dell’avvio dei medesimi progetti.

Sistema duale (M5-C1-I.1.4)

600 (sovvenzioni) di cui:

2021: 220

2022: 120

2023: 220

2024: 20

2025: 20

La partecipazione di almeno 135.000 persone in più nel quinquennio 2021-2025

Servizio civile universale (M5-C1-I.2.1)

650 (sovvenzioni) di cui:

2021: 216,6

2022: 216,7

2023: 216,7

Ulteriori 300 mln di euro proverranno dal Fondo nazionale per il Servizio civile.

La partecipazione di almeno 135.000 persone in più nel triennio 2021-2023

Servizio civile digitale (all’interno dell’investimento “Competenze digitali di base”, M1-C1-I.1.7)

60

Entro il 2026 il 70 % dei cittadini e residenti dovranno essere in possesso almeno delle competenze digitali di base.

 

 

 

 

ASSUNZIONI NELLA P.A.

Personale a tempo determinato per l’implementazione del PNRR (M1-C1-I.2.1)

9 (sovvenzioni) di cui:

2021: 1

2022: 4

2023: 4

Reclutamento di personale a tempo determinato che lavorerà per l’implementazione del PNRR

Percorsi di reclutamento dedicati ai giovani dotati di elevate qualifiche (nell’ambito della Riforma “Accesso e reclutamento”,  M1-C1-R.2.1)

 

Inserire giovani altamente qualificati (dottorati, master, esperienza internazionale) nelle amministrazioni con percorsi rapidi, affiancati da una formazione ad hoc, entro il 2021.

ASSUNZIONI NEI TRIBUNALI

Piano di assunzioni a tempo determinato (con durata massima di 3 anni) per l’Ufficio del processo (M1-C1-I3.1)

Circa 603 di cui:

ca. 211 mln per l’assunzione di 1.600 giovani laureati (1.660 negli allegati tecnici);

ca. 82 mln per l’assunzione di 750 giovani diplomati specializzati;

ca. 310 mln per l’assunzione di 3.000 giovani diplomati

Dopo l'entrata in vigore dei necessari regolamenti di accompagnamento, i profili indicati saranno assunti nell’arco del 1° trimestre del 2022.

 

 

 

 

ISTRUZIONE  E FORMAZIONE PROFESSIONALE

Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS) (M4-C1-I1.5)

1.500 (sovvenzioni) di cui:

2022: 380

2023: 750

2024: 200

2025: 100

2026: 70

Incrementare il numero degli attuali iscritti a percorsi ITS (18.750 frequentanti e 5.250 diplomati all’anno) almeno del 100 per cento tra il 2021 ed il 2025

Riduzione dei divari territoriali nel primo e secondo ciclo delle superiori (M4-C1-I1.4)

1.500 (sovvenzioni) di cui:

2021: 400

2022: 460

2023: 510

2024: 130

A questi si aggiungono 750 mln PON e 240 mln da L. bilancio 2021.

Tra il 2021 ed il 2024 garantire un livello adeguato di competenze ad almeno un milione di studenti all’anno (per 4 anni), anche per mezzo dello sviluppo di un portale nazionale formativo unico

Riforma delle lauree abilitanti per determinate professioni (M4-C1-R1.6)

--

La riforma sarà completata entro il 2021 (attraverso il ddl C. 2751, attualmente all’esame delle Commissioni II e VII della Camera, collegato alla legge di bilancio 2021) ed estesa ai laureati interessati a partire dal 2022

 

 

 

 

GIOVANI RICERCATORI

Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori (M4-C2-I1.2)

600 (sovvenzioni) di cui:

2022: 100

2023: 175

2024: 150

2025: 100

2026: 75

A questi si aggiungono   200 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei.

Dal 2022 al 2026, sostenere le attività di ricerca di un massimo di 2100 giovani ricercatori.

Tra il 2022 e il 2025 saranno previsti quattro inviti per la presentazione di progetti.

 

 

 

 

BORSE DI STUDIO E ALLOGGI

Borse di studio per l’accesso all’università (M4-C1-I1.7)

500 (sovvenzioni) di cui:

2022: 166

2023: 167

2024: 167

A questi si aggiungono 450 mln REACT-EU e 660 mln dalla legge di bilancio 2021

Tra il 2022 ed il 2024:

-       aumentare di 700 euro in media l’importo delle borse di studio, arrivando così ad un valore di circa 4.000 euro per studente;

-       ridurre il divario tra la percentuale di studenti con una borsa di studio in Italia (pari al 12%) e la media UE (circa il 25%).

Alloggi per gli studenti (M4-C1-R1.7)

960 (sovvenzioni) di cui:

2022: 40

2023: 160

2024: 320

2025: 280

2026: 160

Triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40 mila a oltre 100 mila entro il 2026.

 

 

 

 

TURISMO

Sezione Speciale Turismo del Fondo Centrale di Garanzia per facilitare l'accesso al credito per i giovani che intendono avviare una propria attività (all’interno dell’investimento “Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche” M1-C3-I.4.2)

 

358 (prestiti) di cui:

2021: 100

2022: 58

2023: 100

2024: 50

2025: 50

Almeno 1600 imprese turistiche sostenute dal fondo di garanzia per le PMI

 

 

 

 

START-UP E VENTURE CAPITAL

Supporto a imprese start-up e venture capital attive nella transizione ecologica (M2-C2-I5.4)

250 (prestiti) di cui:

2021:     0

2022:   50

2023:   50

2024:   50

2025:   50

2026:   50

L’investimento si articolerà dal 2021 al 2026 e potrebbe avere un impatto, diretto o indiretto, su circa 350-400 start-up

 


Accanto alle predette misure dirette, si segnalano anche le seguenti azioni trasversali che il Piano ritiene potranno consentire di ottenere benefici anche in ambito generazionale:

§  l’accelerazione della transizione ecologica (Missione 2), che contribuirà all’incremento dell’occupazione giovanile in tutti i settori toccati (tra cui le energie rinnovabili, le reti di trasmissione e distribuzione, la filiera dell’idrogeno);

Sul punto, dall’indagine del sistema Excelsior di Unioncamere sul fabbisogno occupazionale in Italia tra il 2020 e il 2024 emerge una crescente domanda di personale da inserire in azienda con competenze sui temi ambientali. L’incidenza stimata di figure a cui sarà domandata nel quinquennio 2020-2024 un’attitudine green almeno medio-bassa va dal 60% per i gruppi low-skill al 63% delle professioni high-skill.

§  lo sviluppo di una mobilità sostenibile e l’incremento delle opportunità di mobilità (Missione 3) che, dal punto di vista generazionale, sono definite dal PNRR fondamentali per la formazione e per il corretto collocamento nel mondo del lavoro dei giovani;

 

    Secondo una stima dell’Organizzazione internazionale del lavoro, il passaggio ad una mobilità sostenibile potrà creare entro il 2030 circa 18 milioni di nuovi posti di lavoro (risultato dato dalla differenza tra circa 24 mln di nuovi posti di lavoro e la perdita di 6 mln).

 

§  la possibile revisione dell’Irpef (nell’ambito della Riforma fiscale di accompagnamento al Piano), che potrebbe sostenere la partecipazione al lavoro dei giovani;

§  gli interventi di rigenerazione urbana (Missione 5) che, in quanto finalizzati al recupero del degrado sociale e ambientale, assumono rilievo come strumento di supporto all'inclusione soprattutto giovanile.

Di seguito, una descrizione delle misure collegate alle politiche giovanili con riferimento alle diverse missioni e aree tematiche.

4.1.2. Promozione dell’occupazione giovanile

Tra le diverse misure presenti trasversalmente nel Piano dirette ad agevolare, anche indirettamente, l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro si segnalano, in particolare:

§  la valorizzazione del capitale umano ed il miglioramento delle competenze (Missione 1), soprattutto con riferimento alle nuove professioni, che potrà creare maggiori opportunità di lavoro in particolar modo per le generazioni più giovani. Inoltre, nella medesima Missione 1, ai percorsi ordinari di reclutamento il Piano affianca programmi dedicati ai giovani dotati di elevate qualifiche (dottorati, master, esperienza internazionale) da inserire nelle amministrazioni con percorsi rapidi, affiancati da una formazione specifica;

§  gli investimenti e le riforme sulla transizione ecologica (Missione 2), che contribuiranno alla creazione di occupazione giovanile in tutti i settori toccati dal Green Deal europeo (tra cui le energie rinnovabili, le reti di trasmissione e distribuzione, la filiera dell’idrogeno);

§  il potenziamento della formazione professionale (Missione 5) – anche attraverso il rafforzamento del sistema duale – che potrà ridurre il disallineamento tra le competenze possedute, anche digitali, e quelle effettivamente richieste dalle imprese, agevolando così l’ingresso nel mondo del lavoro;

§  il potenziamento del “Servizio Civile Universale” (Missione 5), che determinerà un incremento del numero di giovani tra i 18 e i 28 anni che possono accedere ad un percorso di apprendimento volto ad accrescere le proprie conoscenze e competenze e meglio orientarle per l’ingresso nel mondo del lavoro, con un innalzamento della qualità dei programmi e progetti in cui i giovani vengono impegnati.

§  l'istituzione del “Servizio Civile Digitale” (Missione 1), attraverso il reclutamento di giovani che aiuteranno gli utenti ad acquisire competenze digitali di base; inoltre, all’interno della pubblica amministrazione lo sforzo di reskilling e upskilling includerà un’ampia offerta di corsi online aperti e di massa (MOOC, i.e. Massive Open Online Courses) e l’introduzione di “comunità di competenze” (Community of Practice);

§  l’attivazione di borse di studio (Missione 6), che riguardano in particolare il corso di formazione specifica in medicina generale, nonché le misure in tema di ecosistema per l’innovazione previste dalla, che avranno un impatto positivo sulle opportunità di lavoro qualificato e di imprenditorialità tra i giovani.

4.1.3. Istruzione e ricerca

Un impatto diretto particolarmente rilevante sulle nuove generazioni caratterizza le misure presenti nell’ambito della Missione 4, “Istruzione e ricerca”, anche in considerazione del fatto che tutti i suoi obiettivi sono rivolti principalmente a fornire ai giovani gli strumenti necessari per una partecipazione attiva alla vita sociale, culturale ed economica del Paese, nonché competenze indispensabili per affrontare i processi già in atto di trasformazione digitale ed ecologica.

La Missione 4 interviene su tutto il ciclo dell’istruzione e della ricerca, con azioni dirette, in particolare:

§  a migliorare le competenze di base;

§  a ridurre i tassi di abbandono scolastico e il divario territoriale;

§  a colmare le distanze tra istruzione e lavoro, anche grazie alla riforma e allo sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS);

§  al potenziamento delle competenze quantitative, tecnologiche e linguistiche nelle scuole, al fine di dotare gli studenti già dalle scuole primarie di una preparazione che sviluppi le capacità digitali.

Inoltre, gli investimenti previsti nella Missione 4 facilitano l’accesso all’istruzione universitaria, con nuove borse di studio, e le opportunità per i giovani ricercatori, con l’estensione dei dottorati di ricerca e il finanziamento di progetti presentati.

4.1.4. Family act

Tra le riforme di accompagnamento al Piano, di impatto significativo sul tema delle politiche giovanili, va ricordato il c.d. "Family act", vale a dire il disegno di legge, attualmente all'esame della Commissione affari sociali della Camera (A.C. n. 2561), recante   Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. Esso contiene misure per il sostegno alle famiglie con figli, per la promozione della partecipazione al lavoro delle donne, per il sostegno ai giovani.

Si tratta del primo progetto organico di riforma delle politiche per la famiglia, che fa leva su un potenziamento del sistema del welfare, tramite l’introduzione dell’assegno unico e universale, la revisione dei congedi parentali e il sostegno ai percorsi educativi dei figli, la sicurezza lavorativa, attraverso le misure di sostegno al lavoro femminile e, di nuovo, una revisione moderna dei meccanismi che consentono una conciliazione dei tempi di lavoro e di cura dei figli a carico di entrambi i genitori.

Il Piano affronta anche il tema della formazione e della emancipazione giovanile, nell’ottica dell’introduzione di misure di sostegno ai giovani, affinché acquisiscano autonomia sul piano finanziario, tramite detrazioni fiscali per le spese sostenute per acquistare libri universitari per i figli maggiorenni a carico, qualora non usufruiscano di altre forme di sostegno per l'acquisto dei libri di testo, ovvero tramite agevolazioni fiscali per le spese sostenute dalle famiglie relativamente a contratti di locazione di abitazioni per i figli maggiorenni iscritti a corsi universitari. Accanto al dato educativo, viene inoltre prevista l’introduzione di agevolazioni fiscali per la locazione dell'abitazione principale per le giovani coppie composte da soggetti aventi ambedue età non superiore a trentacinque anni alla data di presentazione della domanda.

4.1.5 Valutazione di impatto generazionale sull’occupazione

Nel Piano, il Governo ha effettuato una valutazione dell’impatto che le misure del PNRR avranno sull’occupazione giovanile.

Di seguito una Tabella che riporta le variazioni percentuali dell’occupazione giovanile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, secondo la quale l’occupazione giovanile registra un incremento del 3,2 per cento nel triennio 2024-2026 rispetto allo scenario di base, con una accentuata attivazione nel Sud (+ 4,9 per cento nello stesso periodo).


 

Tavola 4.14: Impatto del PNRR sull’occupazione giovanile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario di base)

 

2021

2022

2023

2024-2026

Occupazione totale

0,7

2,2

3,2

3,2

Occupazione giovanile

0,4

2,0

3,0

3,2

Occupazione giovanile Mezzogiorno

1,0

3,3

4,5

4,9

Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT


 

Nella Tavola seguente le variazioni percentuali dell’occupazione giovanile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, con riferimento all’incidenza sul predetto tasso di occupazione delle misure previste dal PNRR suddivise per Missioni e componenti.


 

Tavola 4.16: Occupazione giovanile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario base)

 

2021

2022

2023

2024-2026

Totale PNRR

0,4

2.0

3,0

3,2

M1

0,1

0,4

0,8

0,9

M2

0.2

0,7

0,8

0,8

M3

0,0

0,1

0,2

0,3

M4

0,1

0,3

0,5

0,5

M5

0,1

0,4

0,5

0,6

M6

0,0

0,1

0,2

0,2

(Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT)

 

 


4.2 Parità di genere

4.1.1. Premessa

 

 

 

 


All’interno del PNRR la parità di genere rappresenta una delle tre priorità trasversali in termini di inclusione sociale.

Per contrastare le molteplici dimensioni della discriminazione verso le donne, che la pandemia ha contribuito ad evidenziare, il Governo annuncia nel PNRR l’adozione di una Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 entro il primo semestre 2021.

 

La prima Strategia nazionale dovrà risultare coerente con la Strategia per la parità di genere 2020-2025 adottata dalla Commissione europea a marzo 2020.

 

La strategia si propone di raggiungere entro il 2026 l’incremento di cinque punti nella classifica dell’Indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), che attualmente vede l’Italia al 14esimo posto nella classifica dei Paesi UE-27.

 

L'Indice sull’uguaglianza di genere prende in considerazione 6 diversi settori (Lavoro, Denaro, Conoscenza, Tempo, Potere e Salute) ed ha un valore compreso tra 1 e 100, dove 1 indica un'assoluta disparità di genere e 100 segna il raggiungimento della piena uguaglianza di genere. Dal 2019 l'Indice rileva anche due aree aggiuntive, quella della violenza contro le donne e quella delle disuguaglianze intersezionali (quelle forme cioè di discriminazione basate su più fattori che interagiscono tra loro in modo da non poter più essere distinti e separati).

 

Nell’indice sull’uguaglianza di genere 2020 elaborato dall'EIGE, l'Italia ha ottenuto un punteggio di 63,5 su 100. Tale punteggio è inferiore alla media dell’UE di 4,4, punti.

 

Si consideri che i punteggi dell'Italia sono inferiori a quelli della media UE in tutti i settori, ad eccezione di quello della salute. Le disuguaglianze di genere sono più marcate nei settori del potere (48,8 punti), del tempo (59,3 punti) e della conoscenza (61,9 punti).

L’Italia ha il punteggio più basso di tutti gli Stati membri dell'UE nel settore del lavoro (63,3). Il suo punteggio più alto è invece nel settore della salute (88,4 punti).

 

Concretamente, le misure previste dal Piano in favore della parità di genere sono in prevalenza rivolte a promuovere una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, attraverso:

§  interventi diretti di sostegno all’occupazione e all’imprenditorialità femminile;

§  interventi indiretti o abilitanti, rivolti in particolare al potenziamento dei servizi educativi per i bambini e di alcuni servizi sociali, che il PNRR ritiene potrebbero incoraggiare un aumento dell’occupazione femminile.

 

Di seguito, tali misure sono riassunte in forma tabellare (per la cui specifica trattazione vedi infra).


 

MISURE

INVESTIMENTO/INTERVENTO

RISORSE

OBIETTIVI

 

FAVORIRE L’OCCUPAZIONE FEMMINILE

Assunzioni di donne per l’esecuzione dei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN

 

--

Inserimento nei bandi gara per le imprese che, a diverso titolo, parteciperanno ai progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN, di previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di donne.

Creazione di imprese femminili

(M5-C1-I.1.2)

400 (prestiti)

 

di cui:

2021: 25

2022: 50

2023: 75

2024: 100

2025: 100

2026: 50

Incrementare, attraverso la creazione del “Fondo Impresa Donna”, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e sistematizzare e ridisegnare gli attuali strumenti di sostegno all’avvio e alla realizzazione di progetti aziendali per imprese a conduzione femminile o a prevalente partecipazione femminile

Sistema di certificazione della parità di genere

(M5-C1-I.1.3)

10 (sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 0,5

2022: 2

2023: 1,5

2024: 2

2025: 2,5

2026: 1,5

Definire un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere che incentivi le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche, quali, ad esempio, opportunità di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere, tutela della maternità.

L’attivazione è prevista a partire dal secondo trimestre 2022 e la fase sperimentale durerà fino al secondo trimestre del 2026.

Politiche attive del lavoro e formazione

(M5-C1-R.1.1)

4.400 (sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 400

2022: 1.000

2023: 1.000

2024: 1.000

2025: 1.000

 

Il potenziamento delle politiche attive del lavoro contribuiranno, tra l’altro, a ridurre il numero di NEET, fra i quali si registra un significativo divario di genere.

 

ASSUNZIONI E LAVORO NELLA P.A.

Riforma “Accesso e reclutamento”  (M1-C1-R.2.1)

--

Si stima che i nuovi meccanismi di reclutamento del personale possano contribuire al riequilibrio di genere nell’ambito della PA.

Nell’ambito delle modifiche alla disciplina della dirigenza si prevede di attuare azioni mirate per incoraggiare le donne ad acquisire le competenze necessarie per le promozioni e a ricoprire ruoli più manageriali, al fine di colmare il divario di genere nelle posizioni manageriali di alto livello.

Competenze e capacità amministrativa

(M1-C1-I.2.3)

490 (sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 29,9

2022: 85

2023: 110

2024: 110

2025: 100

2026: 55

Nell’ambito degli investimenti in formazione, attraverso un programma di Massive Open Online Courses (MOOC) su competenze chiave, saranno obbligatori alcuni moduli, come Etica, Competenze digitali o Empowerment delle donne.

 

ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia

(M4-C1-I.1.1)

4.600 (sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 650

2022: 650

2023: 1.250

2024: 1.000

2025: 750

2026: 300

La mancanza di servizi educativi per i bambini, combinata con l'iniqua distribuzione dei carichi di lavoro familiari, influisce negativamente sull'offerta di lavoro femminile e riduce il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Si stima che la costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia possa incentivare indirettamente l’occupazione delle donne.

Piano di estensione del tempo pieno e mense

(M4-C1-I.1.2)

960 (sovvenzioni)

 

di cui:

2022: 260

2023: 330

2024: 150

2025: 100

2026: 120

 

Si intende estendere il tempo pieno, anche attraverso costruzione o ristrutturazione degli spazi delle mense, per un totale di circa 1.000 edifici.

Si prevede che il piano possa avere effetti positivi sull’occupazione femminile.

 

RICERCA

Fondo per il Programma Nazionale Ricerca (PNR) e progetti di Ricerca di Significativo Interesse Nazionale (PRIN)

(M4-C2-I.1.1)

1.800 (prestiti)

 

di cui:

2021: 300

2022: 300

2023: 300

2024: 900

Tra il 2021 e il 2024 saranno programmati 4 inviti a presentare progetti (l'invito 2021 è già stato aperto e la procedura di selezione è in corso).

Gli inviti disporranno di risorse specifiche per affrontare i divari di genere o territoriali del paese.

Partenariati allargati estesi a università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base

(M4-C2-I.1.3)

 

1.610 (prestiti)

 

di cui:

2022: 260

2023: 300

2024: 550

2025: 250

2026: 250

 

Per effetto dell’attuazione di questa misura si prevede che la percentuale di ricercatrici a tempo determinato dovrà salire dall’attuale 34%, al 40%.

 

 

TURISMO E CULTURA

Potenziamento e Ammodernamento dell’offerta turistica e culturale

(M1-C3)

 

Il Piano stima che il potenziamento dei servizi turistici e culturali previsti dalla Missione 1 possano generare significative ricadute occupazionali su settori a forte presenza femminile come quello alberghiero, della ristorazione, delle attività culturali.

 

SALUTE E ASSISTENZA SOCIALE

Legge quadro sulla disabilità

(M5-C2-I.1)

 

Riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti

(M5-C2-I.1)

800

 

Si stima che il rafforzamento dell’assistenza sociosanitaria rivolta alla cura dei soggetti fragili e dei malati cronici e la contemporanea riprogettazione ed il potenziamento dei servizi pubblici di cura rivolti agli anziani non autosufficienti e ai disabili disegnano una assistenza sul territorio con ricadute molto importanti per l’occupazione femminile, poiché, da un lato alleggeriscono le donne dall’impegno di cura familiare, al quale esse sono prevalentemente dedite, dall’altro creano nuove possibilità di impiego in un settore tradizionalmente occupato dalle donne.

 

 


Altri interventi finanziati o programmati con il PNRR si prefiggono l’obiettivo diretto o indiretto di ridurre le asimmetrie che ostacolano la parità di genere sin dall’età scolastica, sia di potenziare il welfare per garantire l’effettivo equilibrio tra vita professionale e vita privata.


 

 

MISURE

INVESTIMENTO/INTERVENTO

RISORSE

OBIETTIVI

 

ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

Orientamento attivo nella transizione scuola-università

(M4-C1-I.1.6)

250 (sovvenzioni)

 

di cui:

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 50

2026: 50

L'investimento contribuisce alla qualificazione del sistema educativo attraverso un innalzamento degli indicatori di successo (frequenza scolastica, miglioramento dei livelli di apprendimento, numero di studenti ammessi all'anno accademico successivo, ecc.) e la mitigazione dei divari di genere.

Nuove competenze e nuovi linguaggi (M4-C1-I.3.1)

1.100 (sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 255

2022: 550

2023: 215

2024: 80

 

Si intende promuovere l’integrazione, all’interno dei curricula di tutti i cicli scolastici, di attività, metodologie e contenuti volti a sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con particolare riguardo verso le pari opportunità.

 

Riforma degli istituti tecnici e professionali (M4-C1-R.1.1)

 

Riforma del Sistema ITS

(M4-C1-R.1.2)

 

Riforma del sistema di orientamento (M4-C1-R.1.4)

--

Le riforme, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne.

 

 

 

 

EDILIZIA ABITATIVA

Investimenti in Ecobonus e Sismabonus fino al 110 per cento per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici

(M2-C3-I.2.1)

13.950 (sovvenzioni)

L’estensione del superbonus al 110 per cento agli IACP è stimata come misura di contrasto alle diseguaglianze di genere posto che la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del diverso ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali sono affidate a donne.

 

SALUTE

Case della Comunità e presa in carico della persona

(M6-C1-I.1)

2.000 (prestiti)

 

L’investimento per la Casa della comunità intende invece fornire servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari (Consultori).

 


Gli interventi previsti dal Piano a sostegno della parità integrano alcune misure contenute nel Family Act (assegno unico universale per i figli, misure sui congedi parentali e sui tempi di lavoro, sostegno alle famiglie per le spese di istruzione dei figli).

 

Per quanto riguarda gli elementi ricavabili dalle Missioni di cui si compone il Piano si segnala, in premessa, che ciascuna missione e le riforme in essa previste sono valutate in un’ottica di gender mainstreaming attraverso un focus specifico relativo agli effetti di genere delle politiche e degli investimenti previsti nella Missione.

4.2.2. Promozione dell’occupazione femminile

Il Piano, come già evidenziato, contiene diverse misure volte, direttamente o indirettamente, all’incremento dell’occupazione femminile.

Una delle azioni con cui il Governo intende perseguire tale finalità è rappresentato dall’inserimento nei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN di previsioni dirette a condizionarne l’esecuzione all’assunzione di giovani e donne, anche per il tramite di contratti di formazione/specializzazione che possono essere attivati prima dell’avvio dei medesimi progetti.

In particolare, con specifici interventi normativi sarà previsto l’inserimento nei bandi gara di specifiche clausole con cui saranno indicati, come requisiti necessari e in aggiunta premiali dell’offerta, criteri orientati verso tali obiettivi e definiti, tra l’altro, tenendo conto degli obiettivi attesi in termini di occupazione femminile al 2026 dei corrispondenti indicatori medi settoriali europei.

 

Tra le altre misure presenti trasversalmente nel Piano dirette ad agevolare, anche indirettamente, l’ingresso o la permanenza delle donne nel mondo del lavoro e a ridurre conseguentemente il divario occupazionale di genere si segnalano, in particolare:

§  la previsione, nell’ambito della Missione 1, di nuovi meccanismi di reclutamento del personale nella PA e la revisione delle opportunità di carriera verticale e di promozione alle posizioni dirigenziali di alto livello, che secondo il Piano possono contribuire al riequilibrio di genere sia in ingresso che nelle posizioni apicali della pubblica amministrazione. Si prevede, inoltre, nell’ambito dei programmati investimenti nella formazione dei dipendenti pubblici, di inserire moduli obbligatori su “empowerment delle donne”;

 

Secondo i dati emersi nel Bilancio di genere per l’esercizio 2019 a cura del MEF, nel 2018 in Italia le donne rappresentavano il 35 per cento del totale degli occupati nel settore “Pubblica amministrazione e difesa, previdenza sociale e obbligatoria”. Costituivano oltre tre quarti del totale nel settore “Istruzione” e il 65 per cento nella “Sanità”, che sono settori economici con una forte connotazione pubblica nella maggior parte dei paesi. La prevalente presenza femminile nella scuola non si estende, tuttavia, all’istruzione terziaria e nella sanità è determinante il contributo femminile nell’ambito infermieristico ma meno in quello dei medici e specialisti. In ogni caso, a prescindere dal settore di attività, la presenza femminile tende a diminuire quando si considerano le posizioni di vertice, pur essendo più istruite degli uomini che vi lavorano e, anche, delle donne che lavorano nel settore privato. In Italia, tra i dirigenti delle amministrazioni centrali la quota delle donne con un titolo post lauream è di 5 punti percentuali superiore rispetto agli uomini. La quota di donne dirigenti nei ministeri è tuttavia cresciuta dal 2008 di solo 7 punti percentuali, attestandosi al 46 per cento nel 2018.

 

§  il potenziamento delle politiche attive del lavoro che si stima possano contribuire, tra l’altro, a ridurre il numero di NEET, fra i quali si registra un significativo divario di genere;

 

Dai dati Eurostat emerge che in Italia la percentuale di giovani NEET tra i 20 e i 34 anni nel 2019 era pari al 22,5 per cento per gli uomini e al 33,2 per cento per le donne (contro, rispettivamente, il 12,2 e il 20,8 della media UE).

 

§  interventi a sostegno dell’imprenditoria femminile nell’ambito della Missione 5 (vedi infra);

 

§  il potenziamento dell’offerta turistica e culturale, con interventi nell’ambito della Missione 1, che il PNRR ritiene, pur senza dettagliare interventi specifici o dati previsionali, che possano incrementare nel loro insieme l’occupazione delle donne in quei settori già a forte presenza femminile (come quello alberghiero, della ristorazione o delle attività culturali).

 

Nel settore della istruzione e della ricerca, sono prospettati i seguenti interventi:

§  l’attuazione di specifiche misure nell’ambito della ricerca di base, come gli investimenti a valere sul Fondo per il PNR e i PRIN (progetti di ricerca nazionale) ovvero l’allargamento dei partenariati di ricerca previsti nell’ambito della Missione 4, che dovrebbero prevedere azioni mirate a determinare l’aumento delle ricercatrici;

 

§  il potenziamento dei servizi di asili nido e per la prima infanzia, delle scuole per l’infanzia e del tempo pieno a scuola, ai quali la Missione 4 dedica investimenti mirati, che secondo il PNRR possono arrecare benefici in termini di conciliazione vita-lavoro ed aumentare il tasso di occupazione femminile;

 

§  la promozione dell’accesso da parte delle donne all’acquisizione di competenze STEM, linguistiche e digitali, in virtù del quale il Governo stima un possibile incremento dell’occupazione femminile in tali settori (Missione 4);

 

Negli ambiti dell’assistenza sociale e sanitaria il Piano, nella parte riguardante gli obiettivi generali, sottolinea come la valorizzazione delle infrastrutture sociali e la creazione di innovativi percorsi di autonomia per gli individui disabili, comportando l’alleggerimento del carico di cura non retribuita gravante sulla componente femminile della popolazione, dovrebbero determinare effetti positivi sull’incremento occupazionale della stessa.

Si prevede pertanto che il rafforzamento, nell’ambito delle azioni di riforma delle Missioni 5 e 6, dei servizi di prossimità e di supporto all’assistenza domiciliare potrebbero incoraggiare un aumento dell’occupazione sia nel settore dei servizi di cura, a cui contribuiscono maggiormente le donne (politica di stimolo alla domanda di lavoro femminile), sia più in generale nell’economia, riducendo l’onere delle attività di cura fornito in famiglia dalle donne (politica di conciliazione vita-lavoro e stimolo all’offerta di lavoro femminile).

4.2.3. Imprenditoria femminile

Nell’ambito della Missione 5 del Piano, l’investimento 1.2 è dedicato all’imprenditoria femminile, con risorse pari a 400 milioni di euro.

Scopo dell’investimento è quello di incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso la previsione di misure volte a sostenere l'avvio di attività imprenditoriali femminili e a delineare un’offerta più aderente ai fabbisogni delle donne.

Per le suddette finalità, il Piano reputa necessaria anche la sistematizzazione degli attuali strumenti di sostegno all’avvio e alla realizzazione di progetti aziendali per imprese a conduzione femminile o a prevalente partecipazione femminile.

In tale contesto, il Governo manifesta l’intenzione di creare, a regime, il “Fondo Impresa Donna”, che rafforzerà finanziariamente:

§  misure già esistenti lanciate per supportare l’imprenditoria, come NITO (che supporta la creazione di piccole e medie imprese e auto imprenditoria) e Smart&Start (che supporta start-up e PMI innovative) i cui schemi saranno modificati e calibrati per dedicare risorse specificatamente all’imprenditoria femminile;

§  il nuovo Fondo per l'imprenditoria femminile istituito dalla Legge di Bilancio 2021 con una dotazione di 20 mln di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, al fine di promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile.

Al riguardo, si ricorda che la medesima legge di bilancio 2021 ha istituito, il Comitato Impresa Donna con il compito di attualizzare le linee di indirizzo per l’utilizzo delle risorse del Fondo e di formulare raccomandazioni sui temi della presenza femminile nell’impresa e nell’economia.

 

Il monitoraggio sulle imprese femminili è sostenuto dalla Commissione Europea, nel Piano di Azione Imprenditorialità 2020, in cui si invita gli Stati membri «a raccogliere dati disaggregati per genere e produrre aggiornamenti annuali sulla situazione delle imprenditrici a livello nazionale».

Secondo il IV Rapporto Impresa Femminile di Unioncamere del 27 luglio 2020 - a fine 2019 - le imprese femminili iscritte al Registro delle Camere di commercio sono state 1 milione e 340mila, il 22% del totale, in costante aumento rispetto al 2014 (oltre 38mila in più).

Da un punto di vista strutturale, afferma il Rapporto, l’imprenditoria rosa si è strutturalmente caratterizzata per una maggiore concentrazione nel settore dei servizi (66,2%) contro solo poco più della metà nel caso delle imprese maschili (55,4%). Relativamente alla dimensione media delle imprese al femminile, il Rapporto evidenzia una spiccata dimensione “micro”. Circa 97 imprese su 100 guidate da donne non hanno avuto, nel 2019, oltre i 9 addetti (94,5 su 100 nel caso delle imprese maschili), di cui ben 62,3 su 100 non più di un addetto (poco più di 835 mila) a fronte di un 48,7 per le imprese maschili.

Nel corso dell’anno 2020, con il sopravvenire della crisi sanitaria ed economica innescata dalla pandemia da COVID 19, le imprese femminili, afferma Unioncamere, sono quelle che hanno “pagato il conto più salato della crisi”.

A fine 2020, afferma Unioncamere nel comunicato stampa del 9 febbraio 2021, si registra un calo dello 0,29%, pari a quasi 4mila attività in meno rispetto al 2019. Una perdita contenuta, quindi, tutta concentrata al Centro Nord (il Mezzogiorno segna infatti un +0,26%), che interrompe però una crescita costante dal 2014.

Le imprese guidate da donne sono un milione e 336mila.

Scende, seppur di poco, anche il loro peso sul totale del sistema produttivo nazionale: ora è pari al 21,98%, a fronte del 22% del 2019. I dati di fine 2020 mostrano però che la gestione dell’emergenza sanitaria ha prodotto una battuta d’arresto soprattutto sulle imprenditrici giovani.

4.2.4 Sistema nazionale di certificazione della parità di genere

Nell’ambito della Missione 5 del Piano, l’investimento 1.3 è dedicato alla attivazione di un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, con l’obiettivo di incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità.

L’intervento si articola nei tre passaggi seguenti:

§  definizione del sistema per la certificazione sulla parità di genere e del meccanismo premiante, partendo dall’istituzione di un Tavolo di lavoro sulla “Certificazione di genere delle imprese”, presso il Dipartimento pari opportunità

§  creazione di un sistema informativo per la raccolta di dati disaggregati per genere e di informazioni sulla certificazione, nonché dell’albo degli enti accreditati;

§  attivazione del sistema di certificazione sulla parità di genere a partire dal secondo quadrimestre del 2022.

Il sistema di certificazione sarà aperto a tutte le imprese indipendentemente dal requisito dimensionale. Nella fase sperimentale – che durerà fino al secondo quadrimestre del 2026 - la certificazione sarà agevolata per le imprese di medie, piccole e micro-dimensioni, e accompagnata da servizi di accompagnamento e assistenza[9].

4.2.5. Valutazione di impatto di genere del PNRR sotto il profilo occupazionale

Nel Piano, il Governo ha effettuato una valutazione dell’impatto che le misure del PNRR avranno sull’occupazione femminile.

Di seguito una Tabella che riporta le variazioni percentuali dell’occupazione femminile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, secondo la quale l’occupazione femminile registra un incremento del 4 per cento nel triennio 2024-2026 rispetto allo scenario di base, con una accentuata attivazione nel Mezzogiorno (+ 5,5 per cento nello stesso periodo).

 

 

 

 

Tavola 4.14: Impatto del PNRR sull’occupazione femminile
(scostamenti percentuali rispetto allo scenario di base)

 

2021

2022

2023

2024-2026

Occupazione totale

0,7

2,2

3,2

3,2

Occupazione femminile

0,7

2,2

3,5

4,0

Occupazione femminile Mezzogiorno

1,3

3,8

5,0

5,5

Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT

 

 

 

 

 

 

 

 


 


Nella Tavola seguente si mostra l’orizzontalità degli obiettivi di gender gap. In tutte le missioni del PNRR si evidenzia un impatto positivo; in particolare, le missioni 4 e 5 sono caratterizzate da interventi che più direttamente incidono sull’occupazione femminile. Tuttavia, alcuni interventi del Piano, come ad esempio la costruzione di asili nido, il tempo pieno nella scuola e il lavoro da remoto, favoriranno l’accesso e la permanenza di entrambi i genitori nel mondo del lavoro nel medio-lungo periodo, pur non avendo effetti perequativi più moderati durante la fase di attuazione del Piano.


 

Tavola 4.15: Occupazione femminile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario base)

 

 

2021

2022

2023

2024-2026

Totale PNRR

0,7

2,2

3,5

4,0

M1

0,1

0,5

0,9

1,1

M2

0,3

0,6

0,7

0,8

M3

0,0

0,1

0,2

0,2

M4

0,1

0,4

0,8

0,8

M5

0,1

0,5

0,7

0,7

M6

0,1

0,1

0,2

0,4

Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT

 


Il Governo sottolinea che se la focalizzazione del NGEU su settori, come ad esempio le costruzioni, porteranno ad un incremento dell’occupazione maschile, tuttavia le valutazioni di impatto presentate nel Piano mostrano già un notevole effetto di riequilibrio del PNRR dal punto di vista dell’attivazione di occupazione maschile e femminile, grazie alle notevoli risorse dedicate al perseguimento di obiettivi quali l’inclusione, la formazione e la salute.

Inoltre, è plausibile che lo stimolo di più lungo termine alla partecipazione femminile sarà più forte una volta che il Piano avrà realizzato i propri obiettivi di incremento degli investimenti, di rafforzamento delle infrastrutture sociali e sanitarie, di conciliazione dei tempi di vita e lavoro e di miglioramento dell’istruzione e della formazione, compreso l’avviamento alle discipline STEM.

Viene inoltre manifestata la volontà del Governo di monitorare attentamente gli impatti delle misure per l’occupazione femminile già previste dalla legislazione vigente e dal Piano e di rafforzarle ulteriormente se necessario.

4.2.6 Ulteriori misure suscettibili di impatto sulla condizione femminile

Nel Piano sono infine delineate alcune azioni settoriali che si ritengono suscettibili di rilevanza ai fini di una riduzione dei divari di genere in senso più ampio rispetto al solo aspetto occupazionale:

§  nell’ambito della Missione 2 assumono particolare rilievo le misure connesse all’edilizia residenziale pubblica, poiché la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del differente ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali siano affidate a donne;

§  gli interventi previsti nella Missione 3, secondo il PNRR potenzieranno anche la mobilità delle donne, che, da una parte, utilizzano più degli uomini i trasporti collettivi e meno l’auto privata, e, dall’altra, hanno catene di spostamenti quotidiani più frammentate e complesse degli uomini;

§  lo sviluppo delle competenze STEM all’interno dei curricula scolastici, prevista da investimenti e riforme della Missione 4, che si stima potrà contribuire a mitigare le disuguaglianze di genere nei corsi di studio e di laurea in cui prevalgono le materie STEM, a forte predominanza di presenza maschile;

§  nell’ambito degli investimenti sull’assistenza sanitaria e territoriale, di cui alla missione 6, il Piano prevede di fornire servizi dedicati alla tutela della salute della donna.


 


 


4.3 Mezzogiorno

4.3.1. Premessa

 

 

 

 

 

 


Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce un’occasione per il rilancio del Mezzogiorno e per la ripresa del processo di convergenza con le aree più sviluppate del Paese.

La coesione sociale e territoriale rappresenta, infatti, uno dei pilastri fondamentali su cui poggia la programmazione dell’intero PNRR.

Il Piano persegue il riequilibrio territoriale e il rilancio del Sud come priorità trasversale a tutte le missioni.

L’asse strategico dell’inclusione sociale, in particolare, punta a ridurre il divario di cittadinanza, a superare le diseguaglianze profonde (spesso accentuate dalla pandemia) e la debolezza strutturale del sistema produttivo del Sud, accompagnando il processo di convergenza tra Sud e Centro-Nord quale obiettivo di crescita economica, come più volte richiesto nelle Raccomandazioni della Commissione europea.

 

Il Piano mette a disposizione delle otto regioni del Mezzogiorno un complesso di risorse pari a non meno del 40 per cento delle risorse territorializzabili del PNRR (pari a circa 82 miliardi, incluso il Fondo nazionale complementare al PNRR); ciò a fronte – si sottolinea nel Piano - del 34 per cento previsto dalla attuale normativa vigente in favore del Sud per la ripartizione degli investimenti ordinari destinati a tutto il territorio nazionale.

Il Piano prevede, infatti, in aggiunta alle risorse europee, ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali che confluiscono in un apposito Fondo complementare al PNRR finanziato attraverso lo scostamento di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile e autorizzato dal Parlamento, a maggioranza assoluta, nella seduta del 22 aprile. Il Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR è stato approvato dal decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59 (attualmente all’esame del Parlamento), con una dotazione di 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026. Il D.L. n. 59/2021 provvede altresì alla ripartizione delle risorse del Fondo tra le Amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale.

Il PNRR non reca una ripartizione territoriale delle risorse, per cui non è possibile – allo stato attuale di dettaglio del Piano – definire la quota parte della spesa complessiva che verrà destinata alle singole Regioni del Mezzogiorno.

 

Sul sito del Governo - nelle comunicazioni del 25 aprile 2021 per la presentazione del PNRR al Parlamento - è peraltro pubblicato un riquadro che definisce il riparto delle risorse per il Sud tra le sei Missioni, comprese quelle nazionali del Fondo complementare, riportato nella tabella che segue:


 

 

(miliardi di euro)

 

Missioni

Risorse

%

1

Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

14,58

36,1%

2

Rivoluzione verde e transizione ecologica

23,00

34,3%

3

Infrastrutture per una mobilità sostenibile

14,53

52,3%

4

Istruzione e ricerca

14,63

45,7%

5

Inclusione e coesione

8,81

39,4%

6

Salute

6,00

35-37% (*)

 

TOTALE

81,55

 

 

 

(*) sulla base del riparto tra le Regioni

N.B. Sono incluse le risorse del Fondo complementare.

Fonte: sito del Governo: https://www.governo.it/it/articolo/pnrr/16718

 


Per il dettaglio delle risorse del PNRR destinate agli investimenti finalizzati al riequilibrio territoriale si veda anche il paragrafo 6.11 (Coesione territoriale) del presente dossier.

 

Secondo quanto esposto nel Piano, concorrono al finanziamento della strategia di riforme e investimenti per il Sud delineata nel PNRR anche le risorse stanziate per le politiche di coesione, sia dai fondi europei del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027 e relativo cofinanziamento, sia dai fondi nazionali aggiuntivi di bilancio stanziati sul Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2017, secondo un principio di complementarietà e di addizionalità delle risorse.

 

Nel Piano si sottolinea, inoltre, che è stata già inviata alla Commissione europea la programmazione del fondo REACT-EU, il Programma che nell’ambito del Next Generation EU costituisce il meccanismo ponte tra l'attuale politica di coesione e la nuova programmazione 2021-2027. Il fondo REACT-EU integra la strategia del PNRR per un valore di 13,5 miliardi di euro, secondo i principi di complementarietà e di addizionalità rispetto al RRF, di cui quasi 8,5 miliardi sono destinati al Mezzogiorno.

Il Piano ribadisce, altresì, che sono in fase avanzata le interlocuzioni con gli Uffici della Commissione europea in merito alla definizione del nuovo Accordo di partenariato sui fondi strutturali 2021-2027. La dote complessiva delle risorse disponibili ammonta a circa 83 miliardi, incluso il cofinanziamento.

Ai fini della complementarietà con la strategia del PNRR, assumono particolare rilievo i 37,3 miliardi di euro assegnati all’Italia per le politiche di coesione (a prezzi 2018, che diventano 42 miliardi di euro a prezzi correnti), da attuare attraverso i Fondi strutturali del FESR, FSE+ e CTE, cui si aggiungono le risorse nazionali per il cofinanziamento nazionale (circa 39 miliardi per il periodo 2021-2030, di cui alla legge di bilancio per il 2021, art. 1, co. 51-57, L. 178/2020).

Per quel che concerne il Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027 – che presenta una dotazione aggiuntiva di 50 miliardi di euro stanziati dalla legge di bilancio per il 2021 (art. 1, co. 177-178, L. n. 178/2020), a cui si aggiungeranno ulteriori 23 miliardi con la legge di bilancio per il 2022 - il Piano riporta che le risorse del Fondo saranno impiegate in linea con le politiche settoriali di investimento e di riforma previste nel PNRR, secondo un principio di complementarità e di addizionalità delle risorse.

A tal fine, nel Piano si sottolinea che è stata anticipata nel PNRR la programmazione nazionale del FSC 2021-2027 per un valore di circa 15,5 miliardi, con lo scopo di accelerare la capacità di utilizzo delle risorse e di realizzazione degli investimenti. Tali risorse saranno reintegrate nella disponibilità del fondo, così da garantirne la piena addizionalità.

In relazione a ciò, nel decreto-legge n. 59 del 6 maggio 2021 (Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti), si provvede, all’articolo 2, ad incrementare la dotazione del FSC 2021-2027 di 15,5 miliardi.

Il rifinanziamento è così ripartito nelle singole annualità: 850 milioni per il 2022, 1.000 milioni per il 2023, 1.250 milioni per il 2024, 2.850 milioni per il 2025, 3.600 milioni per il 2026, 2.280 milioni per il 2027, 2.200 milioni per il 2028, 600 milioni per il 2029, 500 milioni per il 2030 e 370 milioni per il 2031.

 

Si osserva, al riguardo, che la norma di cui all’art. 2 del D.L. n. 59/2021 si limita ad incrementare le risorse del FSC 2021-2027 nell’importo indicato, senza riferirle espressamente alle finalità del PNRR. Non viene peraltro fornita alcuna indicazione in merito agli ambiti di destinazione, nonché alle modalità e ai tempi di programmazione di tali risorse.

 

Per quanto riguarda i principali elementi ricavabili dalle 6 Missioni di cui si compone il Piano si segnala, in particolare, la Missione n. 5 (“Inclusione e coesione”).

Tale missione – che non esaurisce l’obiettivo di riduzione dei divari territoriali che il PNRR persegue trasversalmente a tutte le missioni - riveste un ruolo rilevante di sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, di incremento delle prospettive occupazionali dei giovani, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne.

Nell’ambito della missione, la terza componenteInterventi speciali di coesione territoriale”, è dedicata, in particolare, alla riduzione dei divari tra le diverse aree del paese: "Divario demografico e di servizi", tra zone interne/rurali, montane, periferiche e urbane; “Divario nello sviluppo delle competenze", in una prospettiva di innovazione per le imprese, i centri di ricerca e le autorità pubbliche; “Divario degli investimenti" e "Divario sociale ed economico" nelle regioni meridionali.

Per conseguire questi obiettivi, la componente 5.3 si articola in due settori d'intervento, per un complesso di risorse pari a 1,98 miliardi di euro:

§  Piano per la resilienza delle zone interne, periferiche e montane, attraverso il rafforzamento delle aree interne

§  Progetti per lo sviluppo del Sud, compresi gli investimenti per combattere la povertà nell'istruzione, nonché il potenziamento dei beni confiscati dalla criminalità organizzata e gli investimenti infrastrutturali nel potenziamento delle zone economiche speciali.

Nello specifico, gli 1,98 miliardi destinati dal PNRR agli “Interventi speciali di coesione territoriale” sono così articolati:

§  830 milioni alla Strategia nazionale per le aree interne;

§  630 milioni in favore delle Zone Economiche Speciali (ZES);

§  300 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie;

§  220 milioni ad interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore.

 

Relativamente alla Strategia Nazionale per le Aree Interne, nel Piano si sottolinea che il contributo del PNRR alla Strategia è “complementare a un’azione più ampia e organica che, coinvolgendo le risorse del FSC, mobiliterà 2,1 miliardi di euro nei prossimi 5 anni”.

 

Ulteriori 2,43 miliardi sono stanziati a valere sulle risorse nazionali del Fondo complementare al PNRR.

Tali fondi sono destinati, dal D.L. n. 59/2021, ai seguenti investimenti complementari alla strategia della Missione 5, Componente 3:

§  1.780 milioni per interventi nelle aree del terremoto 2009 e 2016;

§  300 milioni per il miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade delle Aree interne;

§  350 milioni in favore degli ecosistemi per l’innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati.

 

Relativamente all’impatto degli interventi previsti nell’ambito della missione 5 a sostegno del Mezzogiorno, che rafforzano la dotazione dei servizi essenziali e colmano il gap di connettività e digitalizzazione nelle aree marginali, essi sono diretti ad aumentare l’attrattività dei territori a maggior rischio di spopolamento, accrescere le opportunità di lavoro e affermare il diritto a restare per le nuove generazioni, nonché a migliorare le condizioni di occupabilità delle donne. Valorizzare i beni confiscati alle mafie con il contributo Terzo Settore contribuisce alla creazione di una nuova consapevolezza sociale sui temi del contrasto alla criminalità organizzata.

Secondo quanto riportato nel PNRR, gli effetti di questa missione nel suo complesso comporteranno un miglioramento dei seguenti indicatori:

§  dotazione di servizi pubblici essenziali nelle aree marginalizzate,

§  investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno,

§  divari territoriali dei tassi di occupazione e di disoccupazione,

§  tasso di occupazione femminile, pari al solo 50,1% nel 2019, e di quasi 18 punti percentuali inferiore a quello maschile,

§  gap nel tasso di occupazione fra donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e donne senza figli: per le prime tale tasso è pari al solo 74,3% delle seconde,

§  tasso di disoccupazione giovanile, che è pari al 29,2% per giovani compresi fra i 15-24 anni di età e al 14,8% per quelli far i 25 e i 34 anni,

§  incidenza dei Neet fra i giovani: pari al 27,9% delle donne e al 19,9% degli uomini,

§  tasso di occupazione al Sud che è pari al 44,8% contro il 67,9% del nord,

§  saldo migratorio netto dal Sud (che negli ultimi 20 anni è stato di circa 1 milione di persone),

§  la quota di 18-24enni italiani che possiede al più un titolo secondario inferiore ed è già fuori dal sistema di istruzione e formazione è pari al 13,5% (561mila giovani), un valore più elevato del benchmark europeo fissato al 10%.

Ulteriori interventi a favore del Mezzogiorno sono esplicitati nelle altre missioni.

Nella Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura) molti interventi sono specificamente volti ad incidere sulla produttività delle PMI del Mezzogiorno e a migliorare la connettività nelle zone rurali e nelle aree interne, in linea con le raccomandazioni specifiche della Commissione europea sull’Italia e agli obiettivi dell’Unione sul digitale.

Sotto questo profilo, la Missione 1 (secondo quanto riportato nel “focus sulle dimensioni trasversali del Piano”) è destinata ad avere un impatto significativo nella riduzione dei divari territoriali:

§  oltre il 45 per cento degli investimenti nella connettività a banda ultralarga si svilupperanno nelle regioni del Mezzogiorno, raggiungendo tutte le aree interne del Paese e le isole minori;

§  gli interventi sulla digitalizzazione delle PA locali avranno ricadute importanti per le aree del Sud che presentano ampi divari in termini di digital divide e di esposizione on line di servizi pubblici al cittadino;

§  molte imprese del Mezzogiorno saranno favorite dall’accresciuta accessibilità agli incentivi fiscali del Piano Transizione 4.0;

§  il piano Space Economy rivitalizzerà i distretti aerospaziali delle regioni del Mezzogiorno;

§  gli investimenti previsti per incrementare la proiezione del nostro export e l’attrattività dell’offerta culturale e del nostro turismo miglioreranno il posizionamento internazionale del Mezzogiorno.

Gli interventi sulla transizione ecologica della Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) contribuiscono al superamento dei divari territoriali. Gli investimenti e le riforme del Piano migliorano, in particolare, la gestione dei rifiuti al Sud e contribuiscono a ridurre la dispersione delle risorse idriche, in ottemperanza alle raccomandazioni specifiche della Commissione europea sull’Italia che invitano a investire al Sud sulle infrastrutture per la gestione dei rifiuti e le infrastrutture idriche (nella distribuzione per usi civili, la dispersione media è del 41 per cento a livello nazionale, del 51 per cento al Sud). Alcune misure possono avere maggior incidenza al Sud, come ad esempio alcuni progetti di potenziamento dell’industria nazionale in settori strategici per la produzione di energie rinnovabili e di tecnologie per il trasporto sostenibile. Le riforme di sistema che accompagnano l’attuazione del Piano, improntate alla semplificazione e al rafforzamento della capacità amministrativa delle regioni del Mezzogiorno, consentiranno un maggiore assorbimento delle risorse, in particolare per gli incentivi in materia di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.

 

Nell’ambito della Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile), gli investimenti rafforzano le infrastrutture del Mezzogiorno, in particolare l’alta velocità ferroviaria, contribuendo anche a migliorare l’occupazione in tutta la catena logistica.

Gli investimenti per l’alta velocità sono affiancati da interventi che mirano ad assicurare una maggiore e migliore offerta di linee ferroviarie regionali e l’adeguamento di quelle urbane. Dal punto di vista territoriale, si auspica che gli investimenti producano un’inversione dei fenomeni di depauperamento demografico e socio-economico dei territori meno collegati, fungendo da fattore di coesione territoriale. Molti interventi riguardano infrastrutture che saranno realizzate a beneficio delle aree e delle città del Sud, anche grazie all’integrazione con le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.

 

Nella Missione 4 (Istruzione e ricerca) i progetti relativi ad asili e scuole per l’infanzia, lotta all’abbandono scolastico, edilizia scolastica e contrasto alla povertà educativa hanno un forte impatto al Sud, favorendo un percorso che - in complementarità con la spesa pubblica ordinaria - dovrà portare al rispetto costituzionale dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), da garantire a tutti i cittadini dovunque risiedano. Inoltre, l’intervento sulla riduzione dei divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado contribuisce a migliorare il livello delle competenze di base e a ridurre in modo strutturale l’abbandono scolastico, soprattutto nel Mezzogiorno. La promozione di nuovi centri di eccellenza nel campo della ricerca al Sud – integrati in ecosistemi dell’innovazione a livello locale – favorisce anche il trasferimento tecnologico, l’impiego e l’attrazione di risorse qualificate. 

 

Nella Missione 6 (Salute) la riorganizzazione delle politiche della salute attraverso riforme e investimenti basati sui fabbisogni assistenziali contribuisce a superare i divari tra i diversi sistemi sanitari regionali. Il Piano intende realizzare un percorso integrato che parte dalla casa come primo luogo di cura, per arrivare alle Case della Comunità e agli Ospedali di Comunità, superando la carenza di coordinamento negli interventi sanitari, sociosanitari e socioassistenziali.

4.3.2. Le riforme

Sulla Sezione del PNRR dedicata alle riforme si evidenzia, innanzitutto, tra le riforme abilitanti, quella finalizzata alla semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno.

Si prevede, al riguardo, una semplificazione in connessione con il negoziato in corso sulla Carta degli aiuti a finalità regionale: le norme dovranno limitarsi alle previsioni generali rinviando a decreti del Ministro per il Sud e la coesione territoriale per la definizione degli aspetti di dettaglio. L’intervento riformatore va collegato con la riforma di riordino normativo di tutte le incentivazioni alle imprese, che richiede un apposito provvedimento legislativo.

 

Si segnala, in secondo luogo, la riforma settoriale sul rafforzamento delle Zone economiche speciali (ZES) con la razionalizzazione delle norme e delle procedure sul credito d’imposta e su altre agevolazioni alle imprese per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive o di beni immobili situati nelle ZES.

4.3.3. Impatto macroeconomico

Relativamente alla stima dell’impatto macroeconomico del Piano nelle regioni del Mezzogiorno, nel PNRR si sottolinea che “il Mezzogiorno contribuisce per un punto percentuale allo scostamento del PIL nazionale nell’anno finale del Piano”. Lungo tutta la durata del Piano il Mezzogiorno contribuisce a circa un terzo dei 15 punti percentuali di PIL nazionale aggiuntivo. Il contributo alla deviazione del PIL a livello nazionale nell’ultimo anno del Piano è dunque di 4,9 punti percentuali

La tabella seguente riporta l’impatto del PNRR sul PIL nazionale attribuibile al Mezzogiorno


 

 

 

Contributi allo scostamento percentuale dallo scenario di base attribuibili alle Regioni del Mezzogiorno

 

 

2021

2022

2023

2024-2026

PIL

0,2

0,7

1,0

1,0

Consumi

0,3

0,8

1,1

1,1

Spesa pubblica

0,2

0,5

0,8

0,6

Investimenti

0,6

2,0

3,5

3,9

Occupazione

0,3

0,8

1,1

1,1

 

 

 


Il PNRR sottolinea come il Piano ridurrà sensibilmente il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. La quota del Mezzogiorno sul PIL nazionale salirebbe dal 22 per cento del 2019 al 23,4 per cento nel 2026.

Va sottolineato che le stime riportate nel PNRR si riferiscono all’impatto immediato del Piano sull’economia del Mezzogiorno, ovvero agli effetti che si verificheranno durante il periodo di attuazione del Piano. La modernizzazione delle infrastrutture per i trasporti e le telecomunicazioni, gli investimenti nelle rinnovabili, il potenziamento dell’istruzione e della formazione sono tutti fattori che, anche attraverso l’impulso all’accumulazione di capitale nel settore privato, continueranno tuttavia a sospingere la crescita del PIL del Mezzogiorno anche su un arco di tempo più lungo.


 

 


5. Il ruolo degli enti locali

 


La tabella che segue è volta a fornire un quadro generale del ruolo degli enti locali nella gestione ed attuazione del PNRR.

A tal fine la tabella elenca gli investimenti per i quali è espressamente previsto il coinvolgimento degli enti locali, nonché gli investimenti per i quali, pur in assenza di puntuali indicazioni nel Piano, il coinvolgimento degli enti locali appare prevedibile tenendo conto delle competenze amministrative di cui essi sono titolari nella materia oggetto dell’investimento.

In particolare, nella tabella vengono fornite, nella prima colonna, informazioni sintetiche su tali investimenti e (laddove presenti) sul ruolo che gli enti locali, o parte di essi, saranno (o potranno essere) chiamati a svolgere.

Le risorse indicate nella seconda colonna rappresentano invece il totale delle risorse che finanziano l’investimento: nella quasi totalità dei casi, tuttavia, il PNRR non specifica se e in che misura le risorse verranno assegnate alla diretta gestione degli enti locali.

 

Si avverte che la presente tabella è stata redatta dalla Fondazione Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL) (e parzialmente rielaborata dal Servizio studi della Camera), sulla base del testo del PNRR oggetto di comunicazioni alle Camere da parte del Presidente del Consiglio il 26 e 27 aprile 2021. Gli importi sono in miliardi di euro


 

 

MISSIONE 2

COMPONENTE

INVESTIMENTO

RISORSE

RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA

M2C1 - ECONOMIA CIRCOLARE E AGRICOLTURA SOSTENIBILE

Investimento 1.1: Realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti (1,50 miliardi). Investimenti finalizzati al “miglioramento della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclaggio di rifiuti”. Si specifica che “circa il 60% dei progetti si focalizzerà sui comuni del Centro-Sud Italia”.

1,5

Investimento 1.2: Progetti “faro” di economia circolare (0,60 miliardi). Interventi volti a “potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo”.

0,6

Investimento 3.1: Isole verdi (0,20 miliardi). Investimenti “concentrati su 19 piccole isole, che faranno da “laboratorio” per lo sviluppo di modelli "100% green" e auto-sufficienti”.

0,2

Investimento 3.2: Green communities (0,14 miliardi). Investimenti per favorire “la nascita e la crescita di comunità locali, anche tra loro coordinate e/o associate (le Green communities), attraverso il supporto all’elaborazione, il finanziamento e la realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale”.

0,14

M2C2: ENERGIA RINNOVABILE, IDROGENO, RETE E TRANSIZIONE ENERGETICA E MOBILITA’ SOSTENIBILE

Investimento 1.2: Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo (2,20 miliardi). L’investimento punta alla realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile in piccoli centri: “L'investimento, infatti, individua Pubbliche Amministrazioni, famiglie e microimprese in Comuni con meno di 5.000 abitanti, sostenendo così l'economia dei piccoli Comuni, spesso a rischio di spopolamento, e rafforzando la coesione sociale”.

2,2

Investimento 4.1: Rafforzamento mobilità ciclistica (0,60 miliardi). La misura prevede la realizzazione di circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche.

0,6

Investimento 4.2: Sviluppo trasporto rapido di massa (3,60 miliardi). La misura prevede la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Il focus dell’intervento sarà principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane.

3,6

Investimento 4.3: Sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica (0,75 miliardi). 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 in centri urbani.

0,74

Investimento 4.4: Rinnovo flotte bus, treni verdi (3,64 miliardi). “E’ previsto l’acquisto entro il 2026 di circa 3.360 bus a basse emissioni. Circa un terzo delle risorse sono destinate alle principali città italiane”.

 

3,64

M2C3: EFFICIENZA ENERGETICA E RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI

Investimento 1.1: Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica (0,80 miliardi). “Il piano mira ad intervenire su circa 195 edifici scolastici, per un totale di oltre 410 mila mq”.

0,8

Investimento 2.1: Ecobonus e Sismabonus fino al 110% per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici (13,81 miliardi).

13,95

M2C4: TUTELA DEL TERRITORIO E DELLA RISORSA IDRICA

Investimento 2.1: Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (2,49 miliardi). “Nelle aree colpite da calamità saranno effettuati interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate, nonché interventi di 197 riduzione del rischio residuo, finalizzato alla tutela dell'incolumità pubblica e privata, in linea con la programmazione e gli strumenti di pianificazione esistenti”.

2,49

Investimento 2.2: Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni (6,00 miliardi). “L’investimento aumenterà la resilienza del territorio attraverso un insieme eterogeneo di interventi (di portata piccola e media) da effettuare nelle aree urbane. I lavori riguarderanno la messa in sicurezza del territorio, la sicurezza e l’adeguamento degli edifici, l’efficienza energetica e i sistemi di illuminazione pubblica”.

6

Investimento 3.1: Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (0,33 miliardi). “Si prevedono una serie di azioni rivolte principalmente alle 14 città metropolitane, ormai sempre più esposte a problemi legati all'inquinamento atmosferico, all'impatto dei cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, con evidenti effetti negativi sul benessere e sulla salute dei cittadini. La misura include lo sviluppo di boschi urbani e periurbani, piantando almeno 6,6 milioni di alberi” (p.198).

0,33

Investimento 3.4: Bonifica dei siti orfani (0,50 miliardi). Interventi di bonifica di aree industriali dismesse.

0,5

Investimento 4.1: Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico (2,00 miliardi). “investimenti in 75 progetti di manutenzione straordinaria e nel potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria” (p.201).

2

Investimento 4.2: Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti (0,90 miliardi) 

0,9

Investimento 4.4: Investimenti in fognatura e depurazione (0,60 miliardi).

0,6

Totale Missione 2

40,79

 

 

 

 


 

 

MISSIONE 4

COMPONENTE

INVESTIMENTO

RISORSE

ISTRUZIONE E RICERCA

 

Investimento 1.1: Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia (4,60 miliardi). La misura consentirà la creazione di circa 228.000 posti. L’intervento verrà gestito dal Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’interno, e verrà realizzato mediante il coinvolgimento diretto dei Comuni che accederanno alle procedure selettive e condurranno la fase della realizzazione e gestione delle opere.

4,6

M4C1 - POTENZIAMENTO DELL’OFFERTA DEI SERVIZI DI ISTRUZIONE: DAGLI ASILI NIDO ALLE UNIVERSITÀ

Investimento 1.2: Piano di estensione del tempo pieno e mense (0,96 miliardi). “Con questo progetto si persegue l’attuazione graduale del tempo pieno, anche attraverso la costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026. Il piano è gestito dal Ministero dell’Istruzione ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle mense e palestre, dagli Enti locali proprietari dei relativi edifici”

0,96

M4C1 - POTENZIAMENTO DELL’OFFERTA DEI SERVIZI DI ISTRUZIONE: DAGLI ASILI NIDO ALLE UNIVERSITÀ

 

Investimento 1.3: Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola (0,30 miliardi). “L’obiettivo è quello di potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie” (p.233). Il piano mira a costruire o adeguare strutturalmente circa 400 edifici da destinare a palestre o strutture sportive. Il piano è gestito dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Dipartimento per lo sport ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle 235 palestre, direttamente dagli enti locali proprietari dei relativi edifici, sulla base di linee guida e di un Comitato nazionale che ne possa garantire la qualità tecnica dei progetti.

0,3

Investimento 3.2: Scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuove aule didattiche e laboratori (2,10 miliardi). “L’attuazione di questo investimento sarà a carico del Ministero dell’Istruzione”.

2,1

Investimento 3.3: Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica (3,90 miliardi). L’investimento prevede la messa in sicurezza di una parte degli edifici scolastici, favorendo anche una progressiva riduzione dei consumi energetici e quindi anche contribuire al processo di recupero climatico. Il Ministero dell’Istruzione gestirà il processo di autorizzazione, monitoraggio e rendicontazione fattuale e finanziaria di tutti gli interventi. La realizzazione degli interventi e delle opere avverrà sotto la responsabilità degli Enti Locali proprietari degli edifici scolastici pubblici. Il piano di riqualificazione proposto mira a ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000,00 mq. degli edifici scolastici.

3,9

Totale Missione 4

11,86

 

 

 


 

MISSIONE 5

COMPONENTE

INVESTIMENTO

RISORSE

INCLUSIONE E COESIONE

 

 

M5C2: INFRASTRUTTURE SOCIALI, FAMIGLIE, COMUNITÀ E TERZO SETTORE

Investimento 1.1: Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell'’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti (0,50 miliardi). L’investimento si articola in quattro possibili categorie di interventi da realizzare da parte dei Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), quali: (i) interventi finalizzati a sostenere le capacità genitoriali e a supportare le famiglie e i bambini in condizioni di vulnerabilità; (ii) interventi per una vita autonoma e per la deistituzionalizzazione delle persone anziane, in particolare non autosufficienti; (iii) interventi per rafforzare i servizi sociali a domicilio per garantire la dimissione anticipata e prevenire il ricovero in ospedale; (iv) interventi per rafforzare i servizi sociali attraverso l’introduzione di meccanismi di condivisione e supervisione per gli assistenti sociali. Il progetto sarà coordinato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che pubblicherà un avviso non competitivo dedicato ai comuni singoli o in associazione.

0,5

Investimento 1.2: Percorsi di autonomia per persone con disabilità (0,50 miliardi). Gli interventi saranno centrati sull'aumento dei servizi di assistenza domiciliare e sul supporto delle persone con disabilità per consentire loro di raggiungere una maggiore qualità della vita rinnovando gli spazi domestici in base alle loro esigenze specifiche,276 sviluppando soluzioni domestiche e trovando nuove aree anche tramite l’assegnazione di proprietà immobiliari confiscate alle organizzazioni criminali. Il progetto sarà realizzato dai Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con le Regioni.

0,5

Investimento 1.3: Housing temporaneo e stazioni di posta (0,45 miliardi). L’investimento si articola in due categorie di interventi: (i) Housing temporaneo, in cui i Comuni, singoli o in associazione, metteranno a disposizione appartamenti per singoli, piccoli gruppi o famiglie fino a 24 mesi e attiveranno progetti personalizzati per singola persona/famiglia al fine di attuare programmi di sviluppo della crescita personale e aiutarli a raggiungere un maggiore grado di autonomia; (ii) Stazioni di posta, ovvero centri che offriranno, oltre a un'accoglienza notturna limitata, ulteriori servizi quali servizi sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro, distribuzione di beni alimentarli ecc.

0,45

Investimento 2.1: Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (3,30 miliardi). L’investimento è finalizzato a fornire ai Comuni (con popolazione superiore ai 15.000 abitanti) contributi per investimenti nella rigenerazione urbana, al fine di ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale nonché di migliorare la qualità del decoro urbano oltre che del contesto sociale e ambientale. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso la stabilità delle regole di finanza pubblica e i contributi diretti agli investimenti (p.278).

3,3

Investimento 2.2: Piani Urbani Integrati (2,92 miliardi). L’intervento Piani urbani integrati è dedicato alle periferie delle Città Metropolitane e prevede una pianificazione urbanistica partecipata, con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile. Nelle aree metropolitane si potranno realizzare sinergie di pianificazione tra il Comune “principale” ed i Comuni limitrofi più piccoli con l’obiettivo di ricucire tessuto urbano ed extra-urbano, colmando deficit infrastrutturali e di mobilità.

2,45

Investimento 2.3: Programma innovativo della qualità dell’abitare (2,80 miliardi). L’investimento si articola in due linee di interventi, da realizzare senza consumo di nuovo suolo: (i) riqualificazione e aumento dell'housing sociale, ristrutturazione e rigenerazione della qualità urbana, miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza, mitigazione della carenza abitativa e aumento della qualità ambientale, utilizzo di modelli e strumenti innovativi per la gestione, l'inclusione e il benessere urbano; (ii) interventi sull’edilizia residenziale pubblica ad alto impatto strategico sul territorio nazionale. La selezione delle proposte di finanziamento avverrà attraverso indicatori volti a valutare l’impatto ambientale, sociale, culturale, urbano-territoriale, economico-finanziario e tecnologico-processuale dei progetti. 

2,8

 

Investimento 3.1 Sport e inclusione sociale (0,70 miliardi). L’investimento è finalizzato a favorire il recupero delle aree urbane puntando sugli impianti sportivi e la realizzazione di parchi urbani attrezzati, al fine di favorire l'inclusione e l'integrazione sociale, soprattutto nelle zone più degradate e con particolare attenzione alle persone svantaggiate. L’implementazione del progetto si articola in tre fasi: (i) analisi preliminari e azioni necessarie per preparare al meglio gli appalti pubblici, come l'identificazione e l'analisi di base; (ii) fase di avvio e realizzazione dei progetti selezionati; (iii) monitoraggio e verifica del livello di implementazione dei progetti, al fine di individuare quelli più efficaci da promuovere e replicare.

0,7

M5C3: INTERVENTI SPECIALI PER LA COESIONE TERRITORIALE

Investimento 1.1: Strategia nazionale per le aree interne (0,83 miliardi). Il supporto del PNRR si articola nelle seguenti due linee di intervento:

- Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità; L’attuazione prevede l’incremento dei fondi sotto forma di trasferimenti destinati alle autorità locali per la realizzazione d’infrastrutture sociali che possano servire ad incrementare l’erogazione di servizi sul territorio.

- Servizi sanitari di prossimità; L’attuazione consiste nell’assegnazione di risorse finanziarie pubbliche per incentivare i privati a investire nell’adeguamento delle farmacie al fine di rafforzarne il ruolo di erogatori di servizi sanitari.

0,83

Investimento 1.2: Valorizzazione beni confiscati alle mafie (0,30 miliardi). La misura prevede la riqualificazione e valorizzazione di almeno 200 beni confiscati alla criminalità organizzata per il potenziamento del social housing, la rigenerazione urbana e il rafforzamento dei servizi pubblici di prossimità, il potenziamento dei servizi socio-culturali a favore delle giovani e l’aumento delle opportunità di lavoro.

0,3

Investimento 1.4: Interventi per Zone Economiche Speciali (0,63 miliardi). Gli investimenti infrastrutturali proposti per il finanziamento del PNRR mirano ad assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree ZES con la rete nazionale dei trasporti, ed in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T), al fine di rendere efficace l’attuazione delle ZES.

0,63

Totale Missione 5

12,46

 


 

 

MISSIONE 6

COMPONENTE

INVESTIMENTO

RISORSE

SALUTE

 

Investimento 1: Case della Comunità e presa in carico della persona (2,00 miliardi). La Casa della Comunità sarà una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali

2

 

 

Totale Missione 6

2

 

 

 


6. Le politiche pubbliche nel PNRR

Premessa


La presente sezione del dossier illustra, in forma prevalentemente tabellare, gli investimenti e le riforme previsti nel PNRR trasmesso dal Governo all’UE il 30 aprile 2021[10], indicando, per ciascuno di essi, gli elementi essenziali relativi agli obiettivi perseguiti, alle risorse stanziate, alla tempistica e ai soggetti coinvolti.

 

Investimenti e riforme sono stati aggregati per politiche pubbliche, al fine di fornire una visione integrata di tutti gli elementi, presenti anche in Missioni e Componenti diverse, riconducibili ai diversi ambiti settoriali.

 

Le tabelle sono strutturate su quattro colonne:

§  la prima colonna riporta la denominazione dell’investimento (o riforma) e indica la Missione e la Componente in cui esso si colloca all’interno del PNRR[11];

§  la seconda colonna indica le risorse previste per l’investimento (o riforma) e, laddove indicato nel PNRR, il riparto dello stanziamento complessivo tra le varie annualità;

§  la terza colonna indica, in modo sintetico, i principali obiettivi dell’intervento, come esplicitati nel PNRR;

§  la quarta colonna fornisce elementi aggiuntivi, relativi in particolare alla tempistica dell’investimento/riforma (target, milestones) e ai soggetti attuatori (laddove indicati); in taluni casi vengono inoltre evidenziati specifici profili relativi alla normativa vigente e all’attività parlamentare in corso nel settore oggetto dell’investimento/riforma.

 

In relazione a taluni investimenti e riforme, laddove si è ritenuto necessario al fine di consentire il reperimento di ulteriori informazioni all’interno del PNRR (e dei relativi allegati), sono stati inseriti appositi link alle pagine del PNRR che trattano l’argomento[12].

 

In calce a ciascuna tabella, infine, vengono fornite (laddove presenti nel PNRR, con i relativi allegati) informazioni di sintesi relative ai destinatari delle risorse (imprese, famiglie, Stato/enti territoriali) e alle ricadute di investimenti e riforme sulle tre priorità trasversali del Piano (parità di genere, giovani, Mezzogiorno[13]).


6.1. Pubblica Amministrazione

6.1.1 Personale


Per l’accesso ed il reclutamento del personale nella P.A., le risorse sono rinvenibili principalmente in alcuni investimenti e riforme presenti nella Componente 1 della Missione 1. Si tratta, complessivamente, di circa 530 milioni di euro.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 1, afferenti all’accesso del personale nella P.A.:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Portale unico del reclutamento (M1-C1-I.2.1)

20,5 (sovvenzioni) di cui:

2021: 1

2022: 5,5

2023: 10

2023: 4

Implementazione di una nuova piattaforma digitale (già in corso di realizzazione), che metterà a disposizione delle amministrazioni i curricula dei candidati velocizzando l’attività di preselezione.

La piattaforma verrà progressivamente integrata con una banca dati con informazioni dettagliate su competenze e capacità del personale in servizio.

L’implementazione della piattaforma – che avverrà tra il 3° trimestre del 2021 ed il 4° trimestre del 2023 - è già in corso, a seguito dello svolgimento di una gara pubblica finanziata (per un importo pari a 4,6 mln di euro) a valere sulle risorse del PON complementare “Governance” 2014-2020.

9 mln di euro sono stanziati per il costo delle procedure di reclutamento e delle retribuzioni del personale a tempo determinato che lavorerà per l’implementazione del PNRR

 

Competenze e capacità amministrativa (M1-C1-I.2.3)

490 (sovvenzioni) di cui:

2021: 29,9

2022: 85

2023: 110

2024: 110

2025: 100

2026: 55

Migliorare le competenze del personale della PA attraverso:

§  l’offerta di corsi online per il reskilling e l’upskilling del capitale umano;

§  l’introduzione, per le figure dirigenziali, di “Comunità di competenze”, divise per area tematica (ad es. capitale umano e trasformazione digitale) per sviluppare e condividere best practice nella P.A.;

§  il supporto ad amministrazioni di medie/piccole dimensioni (target di 480 amministrazioni locali) con progetti dedicati di change management volti al rafforzamento e alla trasformazione del loro modello operativo.

L’investimento si svilupperà tra il 2021 ed il 2026, con l’obiettivo di completare la transizione organizzativa almeno per l'80% delle amministrazioni entro il secondo trimestre del 2026.

 

 

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Accesso e reclutamento (M1-C1-R.2.1)

--

Snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione del personale, nonché favorire il ricambio generazionale.

Viene previsto un piano di assunzione di personale a tempo determinato per le P.A. responsabili dell’implementazione delle singole misure previste dal PNRR. Tali contratti (della durata iniziale di un anno) saranno finanziati con le risorse iscritte all’interno di ciascuna componente.

Sul punto, il Piano ricorda che il 6 aprile 2021 è stato pubblicato il bando per l’assunzione a tempo determinato di 2.800 tecnici nelle amministrazioni del Mezzogiorno.

Accanto ai percorsi ordinari di reclutamento saranno previsti programmi dedicati agli alti profili (giovani con elevato livello di qualifiche) e ai profili specialistici.

Il Piano stima che le misure relative a questa riforma possano essere operative entro il 2021.

Il percorso di riforma è stato avviato con il DL 44/2021, che, all’art. 10, introduce a regime una nuova procedura semplificata (con ampio ricorso al digital) per lo svolgimento dei concorsi pubblici al fine di ridurre i tempi di reclutamento del personale della PA.

Competenze e carriere
(M1-C1-R.2.3)

24,3 (sovvenzioni):

2021: 4,3

2022: 10

2023: 10

La riforma è diretta prevalentemente ad allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro, nonché a rimuovere alcuni impedimenti normativi alla mobilità dei dipendenti pubblici, per favorire percorsi di carriera anche tra diverse amministrazioni.

La riforma si articolerà in determinati passaggi: creazione di un quadro comune di competenze; liberalizzazione del mercato del lavoro nella P.A. (mobilità orizzontale); nuova articolazione dei livelli (mobilità verticale); riforma della dirigenza e unificazione di alcuni profili professionali.

Le misure sulla riforma delle carriere saranno prese entro il 2021. Lo sviluppo della pianificazione strategica dei fabbisogni per le principali amministrazioni è previsto a fine 2023. La riforma dell’offerta formativa e le azioni a supporto delle medie amministrazioni saranno implementate per tutta la durata del programma, fino al 2026.

Un’implementazione pilota della nuova articolazione delle carriere verrà attuata da 40 amministrazioni chiave (corrispondenti all’80% delle amministrazioni regionali e locali e dei grandi comuni). Questa azione comporterà un costo di 24,3 mln di euro.

 

 


Per quanto concerne l’impatto delle misure sin qui descritte sulla parità di genere, il PNRR evidenzia, in particolare, che la previsione di nuovi meccanismi di reclutamento del personale e la revisione delle opportunità di carriera verticale e di promozione alle posizioni dirigenziali di alto livello, possono contribuire al riequilibrio di genere sia in ingresso che nelle posizioni apicali della pubblica amministrazione.

Inoltre, anche la promozione del lavoro agile nel settore pubblico può portare benefici in termini di conciliazione vita-lavoro. Sul punto, il PNRR sottolinea che la riduzione delle diseguaglianze di genere passa anche dall’adozione di modelli culturali che spingono gli uomini a fruire di queste forme di flessibilità nel lavoro per assumersi un maggiore ruolo nei compiti domestici.

In materia di occupazione giovanile, la valorizzazione del capitale umano ed il miglioramento delle competenze, soprattutto con riferimento alle nuove professioni, potrà creare maggiori opportunità di lavoro in particolar modo per le generazioni più giovani.

Inoltre, ai percorsi ordinari di reclutamento il Piano affianca programmi dedicati ai giovani dotati di elevate qualifiche (dottorati, master, esperienza internazionale) da inserire nelle amministrazioni con percorsi rapidi, affiancati da una formazione specifica.

I destinatari delle azioni sin qui descritte sono le pubbliche amministrazioni. Per quanto concerne in particolare gli enti territoriali, il Piano prevede una specifica azione a supporto delle medie amministrazioni locali (Provincie e Comuni da 25.000 a 250.000 abitanti), con il finanziamento di specifici programmi volti ad una revisione dei processi decisionali e organizzativi (behaviours), ad una riorganizzazione degli spazi di lavoro (bricks) e ad una crescente digitalizzazione delle procedure, con acquisizione delle competenze specifiche, tramite formazione o attraverso l’immissione in ruolo di nuovo personale.

I fondi del PNRR finanzieranno i primi progetti pilota in questo senso, mentre l’azione sistematica a livello nazionale potrebbe avvalersi delle risorse della nuova programmazione comunitaria 2021-2027.


6.1.2 Semplificazione normativa

 


La semplificazione normativa è trasversale rispetto alle materie trattate dal Piano. Nell’analisi fornita dal Piano, il numero eccessivo di leggi e la loro scarsa chiarezza costituiscono un ostacolo per la vita dei cittadini e un freno per le iniziative economiche; le azioni intraprese negli ultimi decenni in merito alle politiche di semplificazione normativa non hanno avuto un completo successo, sia a causa della diminuzione delle risorse a disposizione della Pubblica Amministrazione – fattore che ne ha indebolito la capacità amministrativa - , sia per la mancata adozione di interventi organizzativi che avrebbero dovuto accompagnare le misure di semplificazione adottate.

Il PNRR si pone l’obiettivo di superare i limiti finora incontrati nell’azione di semplificazione normativa, tramite l’organizzazione più efficiente e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e mirati interventi contestuali di miglioramento dell’efficacia e della qualità della regolazione.

Le azioni previste implicano solo parzialmente misure di carattere finanziario, trattandosi in prevalenza di interventi di riordino di processi e procedure, rispetto ai quali l’investimento previsto ha ad oggetto le risorse strumentali a supporto tecnico per la realizzazione delle riforme.

Le risorse per la semplificazione normative, pur non esattamente quantificate, fanno parte della componente 1 della Missione 1. Al contempo, nell’ambito degli interventi normativi per la razionalizzazione della legislazione, nel Piano si richiamano tra le altre, oltre alle riforme di accompagnamento del Piano: la semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni; la semplificazione e razionalizzazione delle normative in materia ambientale; semplificazioni in materia di edilizia e urbanistica e di rigenerazione urbana; la semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno; l’abrogazione e la revisione di norme che alimentano la corruzione.


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Rafforzamento delle strutture per la semplificazione amministrativa e normativa
(M1-C1-II.2.2.)

 

--

Semplificazione amministrativa e normativa attraverso il potenziamento delle strutture del Dipartimento della funzione pubblica, tramite il reclutamento delle professionalità necessarie (cfr. anche la scheda relativa alla modernizzazione della pubblica amministrazione).

Gli interventi di semplificazione più urgenti, a partire da quelli strumentali alla realizzazione dei progetti finanziati nell’ambito del PNRR, saranno adottati attraverso un decreto-legge che sarà approvato dal Consiglio dei Ministri entro la prima settimana di maggio e convertito in Legge entro metà luglio. Gli altri interventi saranno realizzati attraverso leggi ordinarie, leggi di delegazione legislativa e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021.

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma (si veda anche la scheda Semplificazione delle attività amministrative):


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Buona amministrazione e semplificazione (M1-C1-II.2.2.)

--

La riforma persegue le seguenti finalità:

§  adottare misure relative alle iniziative normative del Governo, quali una adeguata istruttoria preventiva degli interventi, una più accorta analisi e verifica di impatto della regolazione, con particolare riferimento agli effetti sui destinatari (cfr. anche la scheda relativa alla modernizzazione della pubblica amministrazione);

§  una maggiore attenzione alla chiarezza, comprensibilità e accessibilità della normazione;

§  una riduzione del gold plating[14]

 

 

Gli obiettivi complessivi delle azioni di riforma, come ricalibrati nel PNRR, sono:

§  il potenziamento delle strutture del Dipartimento della funzione pubblica, tramite il reclutamento delle professionalità necessarie;

§  l’adozione di provvedimenti attuativi della riforma della pubblica amministrazione;

§  la costituzione, nell’ambito del DAGL, di un’apposita unità per la semplificazione normativa.

Per quanto riguarda il cronoprogramma, il PNRR prevede che gli interventi urgenti di semplificazione, non solo di tipo trasversale, ma anche settoriale, saranno approvati con un decreto-legge da adottare entro maggio 2021.

Gli altri interventi saranno realizzati attraverso leggi ordinarie, leggi di delegazione legislativa e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021.

Per quanto riguarda le modalità di attuazione, il PNRR chiarisce che al potenziamento delle strutture coinvolte si procederà con l’adozione dei provvedimenti attuativi della riforma della pubblica amministrazione.

 


 

6.1.3 Semplificazione amministrativa

 


La semplificazione amministrativa rientra nel secondo asse di intervento della componente 1 della Missione 1, dedicato alle misure di “Innovazione della PA”. Gli investimenti e le riforme programmati dal Piano in tale ambito hanno la finalità di eliminare i vincoli burocratici, rendere più efficiente ed efficace l’azione della Pubblica Amministrazione, con l’effetto di ridurre tempi e costi per le imprese e i cittadini.

 

Nel Piano si constata che nonostante le politiche di semplificazione normativa e amministrativa siano state ripetutamente sperimentate in Italia nell'ultimo decennio, questi sforzi, tuttavia, non hanno prodotto effetti incisivi in termini di rimozione di vincoli e oneri, aumento della produttività del settore pubblico e facilità di accesso di cittadini e imprese a beni e servizi pubblici. Le cause di questa inefficienza sono da ricercare nel fatto che le azioni sono state condotte principalmente a livello normativo, con pochi e insufficienti interventi organizzativi, soprattutto a livello locale, nonché con investimenti molto limitati nel personale, nelle procedure e nelle tecnologie. Per questo il Piano intende accompagnare le azioni di riforma legislativa da un forte intervento a sostegno della capacità amministrativa, soprattutto attraverso adeguate azioni di supporto tecnico a livello locale, per reingegnerizzare i procedimenti in vista della loro digitalizzazione e assistere le amministrazioni locali nella transizione dal vecchio al nuovo regime.

 

Le azioni previste implicano innanzitutto misure normative di riordino di processi e procedure, rispetto ai quali l’investimento finanziario previsto ha ad oggetto le risorse strumentali che saranno impiegate a supporto tecnico per la piena implementazione delle riforme.

Si tratta di un investimento e di un intervento di riforma, entrambi articolati in più progetti, recanti risorse complessivamente pari a 730 milioni di euro. Per l’attuazione delle misure di semplificazione amministrativa programmate nel Piano si prevede inoltre di sfruttare anche le risorse derivanti dai fondi strutturali esistenti attivi nel settore (es. PON Governance 2014-2020; PON Governance 2021-2027).

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate agli investimenti presenti nella Missione 1, afferenti alla Semplificazione amministrativa:

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Task force digitalizzazione, monitoraggio e performance (M1-C1-II.2.2.)

730 (sovvenzioni)

 

 

di cui:

2021: 137,2

2022: 197

2023: 197

2024: 129

2025: 48,5

2026: 25,5

 

 

Gli obiettivi dell’investimento, come emerge nell’allegato tecnico, sono molteplici e si articolano, anche per quanto riguarda le risorse, in cinque punti:

 

1.      creazione di una task force temporanea (3 anni) di circa 1.000 professionisti a supporto tecnico delle amministrazioni locali nella realizzazione delle riforme di semplificazione dei procedimenti. Il costo di questa azione di capacity building è di 368,4 milioni €

 

L’assistenza tecnica sarà dedicata ai seguenti compiti:

§  sostenere la progettazione e la valutazione di progetti, e le attività delle conferenze di servizio;

§  sostenere la gestione dell'arretrato procedurale creato durante la pandemia;

§  supporto tecnico nella fase progettuale degli investimenti;

§  supporto nel monitoraggio dell'implementazione delle procedure e delle relative attività.

 

Nell’allegato tecnico si specifica che il budget complessivo per la task force sarà assegnato su base regionale all'interno di un accordo specifico da sottoscrivere in sede di Conferenza unificata. Ogni Regione, sentiti i comuni, individuerà le specifiche procedure e le amministrazioni locali in cui si concentrano i colli di bottiglia, assegnando le risorse umane adeguate.

L’allegato precisa che il progetto durerà 40 mesi: dal terzo trimestre del 2021 al quarto trimestre del 2024.

 

 

 

2.      screening dei procedimenti amministrativi, identificandone i regimi di esercizio, e conseguente semplificazione, mediante eliminazione delle autorizzazioni non giustificate da motivi imperativi di interesse generale, estensione dei meccanismi di silenzio-assenso ove possibile o adottando gli strumenti di SCIA o della mera comunicazione.

L’Allegato specifica che l’intervento è già previsto nell’ambito dell'Agenda di semplificazione 2020-2023 e le risorse finanziarie per la loro attuazione sono state stanziate nell'ambito del PON Governance 2014-2020. Il costo di queste azioni è già stato pagato dal programma PON Governance per gli anni 2021-2023. I fondi aggiuntivi del PNRR permetteranno la continuazione dell'esercizio dal 2024 fino al 2026, ad un costo complessivo di € 4 milioni.

In particolare, si prevede la ridefinizione/semplificazione di:

-        200 procedimenti entro il 2023 e

-        600 procedimenti entro il 2026.

 

 

 

3.     digitalizzazione delle procedure amministrative per edilizia e attività produttive per migliorare l’operatività degli Sportelli unici, come SUAP e SUE. L’attività comprende la definizione di standard tecnici comuni di interoperabilità, in collaborazione con il Ministero per l’innovazione digitale, per dare piena attuazione al principio “once-only”. Il costo complessivo della digitalizzazione delle procedure di SUAP/SUE e della loro effettiva attuazione presso le amministrazioni locali è stimato in € 324,4 milioni.

Nell’allegato tecnico, si precisa ancora che con gli interventi su SUAP e SUE si intende standardizzare e digitalizzare il back-office degli sportelli unici, garantendo l’interoperabilità dei processi tra le amministrazioni. Il progetto mira a una completa digitalizzazione delle procedure per le attività di impresa ed edilizie, secondo regole uniformi su tutto il territorio nazionale.

L’obiettivo è che l’80% delle amministrazioni locali adottino il nuovo SUAP entro il 2024 e i nuovi SUE entro il 2025.

L’intervento è svolto in stretto coordinamento con il Dipartimento per la trasformazione digitale/AGID.

 

Il progetto è collegato all'implementazione del Regolamento UE 2018/1724, un progetto che mira a costituire il punto unico di ingresso per tutte le interazioni con la PA.

 

 

4.     monitoraggio e comunicazione delle azioni di semplificazione. A tal fine il Piano prevede creazione di una task force centrale, che sarà responsabile del coordinamento generale e del monitoraggio delle attività di assistenza tecnica. Si occuperà, in particolare, di: raccogliere gli input dalle amministrazioni locali per l'identificazione e la risoluzione dei colli di bottiglia procedimentali; apportare i necessari adeguamenti nell'allocazione delle risorse; prevedere azioni specifiche per le regioni inadempienti.
Il costo per queste attività di monitoraggio è stimato in € 21 milioni.

La Task Force centrale, composta da 25 esperti, sarà istituita all'interno del Dipartimento della funzione pubblica entro il 3° trimestre 2021.

Il monitoraggio riguarderà altresì l’impatto in termini di semplificazione delle nuove iniziative legislative sulle PA e gli effetti delle norme in vigore.

In relazione a tali compiti, l’Allegato tecnico prevede che entro la fine del 2021 sarà adottata una legge delega per dare al Governo il potere di valutare, e conseguentemente sopprimere, le norme che sovraccaricano le amministrazioni con oneri inutili.

 

 

 

5.     introduzione di nuove iniziative di benchmarking nelle amministrazioni e di specifici incentivi alle performance collegati ai risultati ottenuti, anche attraverso una riforma tesa a rafforzare il ruolo degli organismi indipendenti di valutazione (OIV). Il costo dell’introduzione di queste misure è stimato in € 16,4 milioni.

A tal fine l’Allegato prevede di:

§  definire gli indicatori chiavi di performance, attraverso un'iniziativa di supporto tecnico, per le amministrazioni più grandi (Ministeri e agenzie governative centrali, regioni, grandi comuni);

§  riformare status e sistema di nomina dei componenti degli OIV, nonché investire nella formazione degli OIV per diffondere i sistemi di gestione della performance;

§  investire su una piattaforma digitale della performance, come strumento di raccolta e offerta di indicatori chiavi di performance, da utilizzare anche ai fini del bilancio e della pianificazione.

 

 


All’investimento sopra indicato si affianca la seguente previsione di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Buona amministrazione e semplificazione

(M1-C1-II.2.2.)

--

La riforma persegue le seguenti finalità:

§  ridurre i tempi per la gestione dei procedimenti amministrativi, con particolare riferimento a quelli che prevedono l’intervento di una pluralità di soggetti, come presupposto per accelerare la realizzazione degli interventi nei settori cruciali per la ripresa economica;

 

§  liberalizzare, semplificare, anche mediante l’eliminazione di adempimenti non necessari, reingegnerizzare e standardizzare i procedimenti.

 

L’allegato tecnico specifica che, sulla base della consultazione delle parti interessate, la maggior parte delle semplificazioni normative saranno realizzate come riforme strutturali, già con l’adozione di un decreto-legge entro fine maggio 2021.

Altre azioni prenderanno, invece, la forma di deroghe temporanee, che solo dopo la valutazione dei loro effetti, potranno essere inserite in una revisione più generale delle procedure esistenti da effettuarsi lungo l’intero arco temporale del Piano (2021-2026).

 

In questa seconda categoria rientrano:

§  l’estensione delle procedure di deroga previste dal D.L. n. 76/2020 (certificazioni antimafia per gli appalti pubblici; modello semplificato di Conferenza di Servizi da concludere entro 60 giorni; responsabilità finanziaria dei dipendenti pubblici davanti alla Corte dei conti limitata agli atti dolosi, procedure semplificate per gli aumenti di capitale all'interno delle imprese per accelerare le operazioni di ricapitalizzazione);

§  corsia preferenziale per le VIA statali e regionali;

§  procedure semplificate e documentazione richiesta per l'applicazione del Super Bonus;

§  estensione delle disposizioni di deroga per gli appalti pubblici previste dal D.L. n. 76/2020.

 

 

 

 

Per quanto riguarda le modalità di attuazione, il PNRR assegna la pianificazione di dettaglio e il coordinamento operativo delle attività previste nell’azione di riforma in esame, nonché la verifica dell’attuazione al Tavolo tecnico per la semplificazione appositamente istituito a supporto del Comitato interistituzionale, che svolge le funzioni di indirizzo e di verifica dell’attuazione dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023.

 

Il Tavolo tecnico è costituito da quattro rappresentanti designati dal Dipartimento della Funzione Pubblica, cinque designati della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, e tre designati dall’ANCI e dall’UPI - svolge attualmente le attività di supporto, coordinamento, pianificazione e monitoraggio dell’Agenda e predispone una relazione periodica sullo stato di avanzamento dell’Agenda.

 

Le attività di segreteria tecnica del Tavolo sono svolte dall’ufficio per la semplificazione e la sburocratizzazione del Dipartimento della funzione pubblica.

 

Per quanto riguarda il cronoprogramma, il PNRR prevede che gli interventi urgenti di semplificazione, non solo di tipo trasversale, ma anche settoriale, saranno approvati con un decreto-legge da adottare entro maggio 2021. Nell’allegato tecnico si precisa che il decreto dovrebbe essere approvato dal Parlamento entro la fine di giugno 2021.

Accanto a ciò si prevede di concludere un accordo formale in sede di Conferenza unificata tra Governo, Regioni e Comuni per estendere le azioni di semplificazione a livello locale.

Il lavoro di semplificazione proseguirà attraverso una riforma legislativa più completa dei procedimenti amministrativi, insieme ai necessari investimenti nella reingegnerizzazione delle procedure fino al 2° trimestre 2026.

 

Infine, l’Allegato prevede una revisione della legislazione in materia di anticorruzione e trasparenza entro la fine del 2021, al fine di rafforzare le misure di prevenzione e abolire gli oneri inutili.

 

Le misure si concentreranno su:

§  revisione dei sistemi per la definizione dei piani anticorruzione;

§  semplificazione e standardizzazione delle norme sui conflitti d'interesse e le incompatibilità;

§  implementazione e interoperabilità delle banche dati e creazione di piattaforme pubbliche digitali per la condivisione dei dati.

 

 


I soggetti destinatari delle risorse sono le pubbliche amministrazioni centrali, regionali e locali. Nondimeno, dalle misure di semplificazione e snellimento delle procedure amministrative si prevedono importanti ricadute su cittadini e imprese in termini di riduzione degli oneri normativi e amministrativi e di riduzione dei tempi procedimentali.

Inoltre si consideri che le attività di monitoraggio dell’attuazione delle misure di semplificazione comprenderanno attività di consultazione con gli stakeholder attraverso la creazione di focus group con le principali associazioni imprenditoriali, nonché campagne di comunicazione ai cittadini.

Per quanto riguarda l’influenza sulle assi trasversali del Piano non sono indicate correlazioni specifiche.

 

In merito al quadro delle iniziative normative già adottate e di quelle in essere, le misure di riforma previste nel Piano si collegano alle attività, in parte già avviate, sulla base di quanto previsto dal decreto-legge n. 76 del 2020 (c.d. decreto semplificazioni), nell’ambito dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023, che individua una serie di interventi prioritari di semplificazione condivisi tra Governo, Regioni ed enti locali, per la ripresa del Paese a seguito dell’emergenza da Covid-19.

Il decreto-legge n. 76 del 2020 (articolo 15) ha previsto l’adozione di una Agenda per la semplificazione per il periodo 2020-2023 concernente le linee di indirizzo e il programma di interventi di semplificazione per la ripresa a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, nonché il cronoprogramma per la loro attuazione.

Con la medesima disposizione è stato inoltre previsto il completamento della ricognizione dei procedimenti amministrativi da parte dello Stato, le Regioni e le autonomie locali, sentite le associazioni imprenditoriali e ulteriori misure di semplificazione. In particolare, l’individuazione concerne:

§  le attività soggette ad autorizzazione, giustificate da motivi imperativi di interesse generale, e le attività soggette ai regimi giuridici di cui agli articoli 19 (SCIA), 19-bis (SCIA unica o condizionata) e 20 (silenzio-assenso) della legge 7 agosto 1990, n. 241, ovvero al mero obbligo di comunicazione. Tale opera di ricognizione è stata avviata, in attuazione della legge delega di riforma della PA n. 124 del 2015, dal D.Lgs. 122 del 2016;

§  i provvedimenti autorizzatori, gli adempimenti e le misure incidenti sulla libertà di iniziativa economica ritenuti non indispensabili, fatti salvi quelli imposti dalla normativa dell’Unione europea e quelli posti a tutela di princìpi e interessi costituzionalmente rilevanti;

§  i procedimenti da semplificare;

§  le discipline e tempi uniformi per tipologie omogenee di procedimenti;

§  i procedimenti per i quali l’autorità competente può adottare un’autorizzazione generale;

§  i livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti per l’adeguamento alla normativa dell’Unione europea. Tali livelli sono attualmente definiti dall’art. 14, co. 24-ter, della L. 246/2005.

In attuazione di queste disposizioni, la Conferenza unificata, nella seduta del 23 novembre 2020, ha sancito l'accordo per l'approvazione dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023.

Le azioni programmate nell’ambito dell’Agenda riguardano i seguenti ambiti:

1. La semplificazione e la reingegnerizzazione delle procedure: è prevista la predisposizione di un “catalogo delle procedure” diretto a uniformare i regimi amministrativi, eliminando gli adempimenti e le autorizzazioni non necessarie. La finalità è quella di uniformare, semplificare e liberalizzare attività, sia nei settori già oggetto di ricognizione (sulla base di precedenti interventi, su cui si v., infra), sia in alcuni, rilevanti, settori produttivi finora esclusi (come, ad esempio, il lavoro, la salute e l’igiene degli alimenti, le energie rinnovabili, le comunicazioni, il turismo). Tale attività rappresenta, inoltre, la base per interventi di snellimento di procedure particolarmente critiche, selezionate con gli stakeholders, in alcune ambiti prioritari (lavoro, turismo, installazione di impianti, agroalimentare, Banda ultra larga, ambiente, edilizia, fonti rinnovabili) Infine, si prevede di definire moduli e form digitali standardizzati e semplificati per l’accesso telematico alle procedure nei settori finora non interessati dall’elaborazione della modulistica unificata (tra cui modulistica per la banda larga e per le autorizzazioni sismica e paesaggistica).

2. La velocizzazione delle procedure: sono previste in primo luogo azioni di supporto alle amministrazioni per la gestione delle procedure che prevedono l’intervento di una pluralità di soggetti (cosiddette “procedure complesse”), in modo da accelerare gli interventi cruciali per la ripresa (infrastrutture, opere pubbliche, valutazioni ambientali, transizione digitale, urbanistiche, edilizie, paesaggio, ecc.). Al riguardo si prevede la messa a disposizione di un “team” di esperti multidisciplinari dedicati alla velocizzazione dei procedimenti complessi: la creazione di “pool” multidisciplinari nell’Agenda è condizionata alla disponibilità di risorse a valere sul Next Generation EU. Ulteriori interventi previsti nell’ambito di tale azione sono: la sperimentazione di nuovi modelli a livello di amministrazione comunale per a gestione del SUAP; la definizione di linee guida comuni per la misurazione dei tempi effettivi di conclusione dei procedimenti da parte delle amministrazioni (in attuazione dell’art. 12 del Decreto semplificazioni); la promozione ed il monitoraggio delle semplificazioni introdotte dagli articoli 12 (misure relative all’inefficacia dei dinieghi tardivi) e 13 (conferenza di servizi veloce) del Decreto semplificazioni.

3. La semplificazione e la digitalizzazione: Tra le priorità, in questo ambito, vi è l’effettiva attuazione del principio “once only”

(l’amministrazione non chiede al cittadino e all’impresa le informazioni ed i dati di cui è già in possesso), attraverso l’accesso alle banche dati ai fini dell’acquisizione d’ufficio e dei controlli sulle autocertificazioni. Tra i primi interventi vi è l’accesso alle banche dati dell’Agenzia delle Entrate. Sono, inoltre, ricomprese azioni volte a garantire la piena digitalizzazione dei procedimenti amministrativi, con particolare riferimento a quelli di competenza dello Sportello unico delle attività produttive (SUAP) e dello Sportello unico dell’edilizia (SUE), anche mediante l’interoperabilità dei flussi documentali e degli schemi dati tra amministrazioni.

4. La realizzazione di azioni mirate per il superamento degli ostacoli burocratici nei settori chiave del Piano di rilancio che riguardano, in particolare: tutela ambientale e green economy, edilizia e rigenerazione urbana; banda ultra larga; appalti. Parallelamente, si intende proseguire il supporto alle amministrazioni competenti nell’individuazione dei principali blocchi e rallentamenti burocratici alla realizzazione dei progetti previsti nei diversi “cluster” del Piano e nella formulazione delle relative soluzioni.

In particolare, l’Allegato II al Piano precisa che nell’ambito dell’Agenda sono già state individuate, in collaborazione con le associazioni di imprese, le Regioni e l'associazione dei comuni (ANCI), alcune procedure direttamente collegate all’attuazione del PNRR che dovrebbero essere semplificate e accelerate. Si tratta in particolare di: valutazione di impatto ambientale statale e regionale, autorizzazione degli impianti per il riciclo dei rifiuti; procedure di autorizzazione per le energie rinnovabili e per l’efficientamento energetico degli edifici urbani (il cosiddetto Super Bonus) e la rigenerazione urbana. Azioni specifiche saranno dedicate alla semplificazione delle procedure nell’ambito delle conferenze di servizi necessarie

 

 

Si ricorda che, a sua volta, la legge delega di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni (articolo 5, legge n. 124/2015) e i relativi decreti attuativi avevano avviato misure di semplificazione e standardizzazione dei regimi amministrativi (link di approfondimento) introducendo in particolare la c.d. SCIA 1 e c.d. SCIA 2 e avviando la ricognizione delle attività e dei procedimenti.

 

In attuazione dell’articolo 5 della legge n. 124/2015, il D.Lgs. 30 giugno 2016, n. 126 (c.d. SCIA 1) sono state dettate disposizioni generali applicabili ai procedimenti relativi alle attività non assoggettate ad autorizzazione espressa, nonché una disciplina per le ipotesi in cui per lo svolgimento di un’attività soggetta a SCIA siano necessarie altre SCIA, comunicazioni, attestazioni, asseverazioni e notifiche, ovvero atti di assenso o pareri da parte di altre amministrazioni. Per evitare che la stessa SCIA diventi più complicata del procedimento ordinario a causa dei numerosi atti presupposti, il decreto prevede una concentrazione dei regimi amministrativi.

L'attuazione della delega è proseguita con il decreto legislativo 5 novembre 2016, n. 222 (cd. SCIA 2), che riporta nella tabella A allegata la ricognizione delle attività e dei procedimenti nei settori del commercio e delle attività assimilabili, dell'edilizia e dell'ambiente (per un totale di 246 attività/procedimenti). Per ciascun procedimento o attività, la tabella indica il regime amministrativo applicabile (autorizzazione, silenzio assenso, SCIA, SCIA unica, SCIA condizionata, comunicazione) l'eventuale concentrazione dei regimi e i riferimenti normativi. Tale tabella deve essere aggiornata periodicamente, con decreto del Ministro delegato per la pubblica amministrazione, previa intesa in Conferenza unificata, al fine di tener conto delle disposizioni di legge intervenute successivamente. Inoltre, le amministrazioni, nell'ambito delle rispettive competenze, possono ricondurre le attività non espressamente elencate nella tabella, anche in ragione delle loro specificità territoriali, a quelle corrispondenti, pubblicandole sul proprio sito istituzionale (art. 2, co. 6, D.Lgs. 222/2016). Tale ricognizione non è stata successivamente integrata e completata con ulteriori decreti successivi, pur previsti dalla legge delega. Le regioni e gli enti locali, nel disciplinare i regimi amministrativi di loro competenza, devono adeguarsi ai livelli di semplificazione e alle garanzie assicurate ai privati dal decreto, nonché possono prevedere livelli ulteriori di semplificazione.

 


6.1.4 Digitalizzazione


 


La Digitalizzazione della pubblica amministrazione costituisce il primo asse della componente 1 “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA” compresa nella Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” del PNRR e rappresenta, al contempo, uno dei temi trasversali del Piano.

 

Per la digitalizzazione della PA si prevedono sette interventi e tre riforme recanti risorse pari complessivamente a 6,146 miliardi di euro.

Ulteriori risorse, pari a 1,4 miliardi di euro, sono rese disponibili dalla programmazione nazionale aggiuntiva e sono ripartite nella tavella che segue ad opera del decreto-legge 59/2021 riguardante il Fondo complementare al PNRR (art, 1, comma 2, lett. a), nn. 1 e 2 e lett. f), n. 1). Si tratta di risorse che si aggiungono prevalentemente a quelle previste sull’investimento 1.4 “Servizi digitali e cittadinanza digitale”.


Importi in milioni di euro

Anno

Servizi digitali e cittadinanza digitale

Servizi digitali e competenze digitali

Polis – Case dei servizi digitali

2021

50,00

0,73

0,00

2022

100,00

46,81

125,00

2023

100,00

26,77

145,00

2024

50,00

29,24

162,62

2025

40,00

94,69

245,00

2026

10,00

51,76

122,38

Totale

350,00

250,00

800,00

 


Nell’ambito della Missione 1 particolare rilievo ai fini della digitalizzazione della PA assumono gli interventi sulle reti a banda ultra larga che rappresentano l’investimento 3 della seconda componente (M1C2), con risorse pari a 6,71 miliardi di euro (si veda la scheda Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G).

 

La digitalizzazione è al contempo, come ricordato, uno dei temi trasversali del Piano che ricorrono anche in altre missioni coinvolgendo diversi settori (cui si rinvia) tra cui:

§  le infrastrutture nel loro complesso, da quelle energetiche a quelle dei trasporti, dove i sistemi di monitoraggio con sensori e piattaforme dati rappresentano un archetipo innovativo di gestione in qualità e sicurezza degli asset (Missioni 2 e 3);

§  l’istruzione, nei programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle funzioni amministrative, della qualità degli edifici (Missione 4);

§  la sanità, nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell’aggiornamento del personale, al fine di garantire il miglior livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini (si veda ad es. Fascicolo sanitario elettronico - FSE, Missione 6 Componente 2).

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 1, componente 1, afferenti alla Digitalizzazione della PA.

 

Per approfondire:

§  Finanziamenti e costi

-    in generale

-    nel dettaglio per tipo di finanziamento e per anno

§  Tempistica


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Infrastrutture digitali
(M1-C1-I.1.1)

900 (in sovvenzioni)

di cui:

2021: --

2022: 111,6

2023: 292,6

2024: 286,6

2025: 146,6

2026: 62,6

L'obiettivo dell'investimento è garantire che i sistemi, le serie di dati e le applicazioni della pubblica amministrazione siano ospitati in centri dati affidabili, con elevati standard di qualità per la sicurezza, le prestazioni, la scalabilità, l'interoperabilità europea e l'efficienza energetica; secondo il principio del Cloud First. L’investimento è destinato a 200 amministrazioni centrali e a 80 autorità sanitarie locali.

Le Amministrazioni possono scegliere di migrare verso una infrastruttura cloud nazionale pubblico-privata, il Polo Strategico Nazionale (PSN) o verso un cloud commerciale disponibile sul mercato (cloud public).

Milestones

T3 2022 completamento del PSN;

T3 2024 migrazione al PSN di almeno 100 tra PA centrali e ASL.

Target

T2 2026: 280 PA centrali e ASL sul cloud.

Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud
(M1-C1-I.1.2)

1.000 (in prestiti)

di cui:

2021: --

2022: 23

2023: 46

2024: 302

2025: 423

2026: 206

L'obiettivo è quello di migrare i dati e le applicazioni delle PA locali verso un'infrastruttura cloud sicura, consentendo a ciascuna amministrazione di scegliere liberamente all'interno di una serie di ambienti cloud pubblici certificati. La migrazione interessa oltre 12.000 pa locali (comuni, scuole e strutture sanitarie).

Il programma di attivazione del cloud fornirà alle amministrazioni un pacchetto di sostegno "migrazione come servizio". Ciò comprenderà la valutazione iniziale, il sostegno procedurale/amministrativo necessario per avviare lo sforzo, la negoziazione del sostegno esterno necessario e la gestione globale del progetto nel corso dell'esecuzione.

Milestones

T3 2022 pubblicazione di 3 bandi pubblici (uno ciascuno per comuni, scuole e strutture sanitarie) da parte del MITD;

T3 2024 migrazione al cloud di 4.083 PA locali;

Target

T2 2026 12.464 PA locali migrate al cloud.

Dati ed interoperabilità (M1-C1-I.1.3)

646 (sovvenzioni)

556 Piattaforma Digitale Nazionale Dati di cui:

2021: 69

2022: 100

2023: 172

2024: 126

2025: 89

2026: --

90 Sportello digitale unico

di cui:

2021: 7

2022: 22

2023: 25

2024: 21

2025: 15

2026: --

 

L’investimento ha l’obiettivo di garantire l'interoperabilità e la condivisione di informazione tra le PA secondo il principio dell’once only (“una volta per tutte”), evitando al cittadino di dover fornire più volte la stessa informazione a diverse amministrazioni.

Un primo progetto consiste nello sviluppo della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) (istituita dall’art. 50-ter del CAD) che consentirà alle amministrazioni di rendere disponibili le proprie informazioni attraverso interfacce digitali API Application Programming Interface.

Un secondo progetto riguarda lo Sportello digitale unico (previsto dal regolamento (UE) 2018/1724) che consentirà l’armonizzazione tra gli Stati Membri e la digitalizzazione di procedure e servizi.

Piattaforma Digitale Nazionale Dati

Milestones

T4 2022 piena operatività della Piattaforma

T4 2024 400 API integrate nella piattaforma

Target T2 2026 1.000/1.100 API integrate nella piattaforma





Sportello digitale unico

Target T4 2023 21 procedure pienamente conformi alle norme UE e accessibili on-line.

Servizi digitali e cittadinanza digitale
(M1-C1-I.1.4)

2.013 (in prestiti) di cui:

§  613 miglioramento della qualità e dell'utilizzabilità dei servizi pubblici digitali;

§  80 accessibilità dei servizi pubblici digitali,

§  750 PagoPA e app IO;

§  285 SPID CIE ANPR;

§  245 Piattaforma notifiche digitali;

§  40 Mobility as a Service.

 

A queste risorse si aggiungono 1.400 del Fondo complementare ex DL 59/2021

L’investimento è finalizzato allo sviluppo dell’offerta di servizi digitali delle PA in favore di cittadini, residenti e imprese, in linea con gli obiettivi del "Digital Compass" dell'Europa, secondo cui entro nel 2030 i principali servizi pubblici saranno disponibili online.

L’intervento comporta il rafforzamento di servizi già esistenti quali identità digitale (SPID e CIE), firma elettronica, strumenti di pagamento digitale per pubblico e privato (PagoPA), piattaforma AppIO. Inoltre, si prevede di introdurre nuovi servizi o attuarne di già previsti, quali la Piattaforma unica di notifiche digitali (L. 160/2019, art. 1, co. 402; D.L. 76/2020, art. 26) e la sperimentazione in ambito mobilità (Mobility as a Service) per migliorare l’efficienza dei sistemi di trasporto urbano.

Relativamente alle iniziative normative in essere, si ricorda che il DL 76/2020 ha in particolare previsto un complesso di misure per favore la cittadinanza digitale e l’accesso ai servizi digitali delle p.a. (si veda infra) ed in sede parlamentare è attualmente in corso di esame in sede referente presso la I Commissione della Camera dei deputati una proposta di legge volta a potenziare l'utilizzo della CIE come strumento di accertamento dell'identità del cittadino e di accesso ai servizi in rete (A.C. 432).

Milestones

T4 2023

§  65% di PA adotta PagoPA e 40% di PA adotta AppIO, assicurando un aumento del 20% dei loro servizi.

§  10% delle PA (su 8.000 interessate) adottano la Piattaforma notifiche digitali

§  avvio di 3 progetti pilota di Mobility as a service solutions nelle città metropolitane

T2 2024

§  4% delle PA (su 16.076 interessate) aderiscono ad un modello comune di siti e servizi web

T1 2025

§  Lancio di ulteriori 7 progetti Mobility as a service solutions.

Target

T2 2025

§  55 tra regioni, città metropolitane e enti locali che hanno rafforzato l’accessibilità ai servizi digitali

T1 2026

§  70% della popolazione (42 mln) dotata di identità digitale (SPID o CIE)

T2 2026

§  80% delle PA (su 16.076 interessate) aderiscono ad un modello comune di siti e servizi web

§  80% di PA adottano PagoPA e   AppIO, assicurando un aumento del 20% dei loro servizi

§  100% delle PA (su 16.076 interessate) adottano SPID e CIE

§  80% delle PA (su 8.000 interessate) adottano la Piattaforma notifiche digitali.

Cybersecurity (M1-C1-I.1.5)

623 (in sovvenzioni) di cui:

2021: 170

2022: 190,4

2023: 174,0

2024: 88,6

2025: --

2026: --

 

§  241 infrastruttura cyber;

§  231 strutture operative PNSC;

150 rafforzamento delle capacità difesa informatica di ministeri Interno e  Difesa, Guardia di Finanza, Giustizia e Consiglio di Stato

L’investimento è volto alla creazione ed al rafforzamento delle infrastrutture legate alla protezione cibernetica del Paese a partire dalla attuazione della disciplina prevista dal Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica PSNC (su cui si veda infra).

L’intervento si articola in 4 aree principali:

§  rafforzamento dei presidi di front-line per la gestione degli alert e degli eventi a rischio verso la PA e le imprese di interesse nazionale;

§  consolidamento delle capacità tecniche di valutazione e audit della sicurezza dell'hardware e del software;

§  potenziamento del personale delle forze di polizia dedicate alla prevenzione e investigazione del crimine informatico;

§  implementazione degli asset e delle unità incaricate della protezione della sicurezza nazionale e della risposta alle minacce cyber.

 

Milestones

T4 2022

§  creazione della National Cyber Security Agency (p. 554) e dell’ISAC Information Sharing Analysis Center; attivazione del Nucleo centrale ispettivo;

§  avvio di una rete di laboratori di selezione e certificazione;

 

T4 2024

§  attivazione dei CERTS settoriali; piena operatività del Nucleo centrale ispettivo

 

 

Target T4 2024

§  completamento della rete di laboratori di selezione e certificazione;

§  attivazione e lancio nazionale dei servizi del PSNC;

§  supporto alle PA in linea con le misure di sicurezza del PSNC

Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali
(M1-C1-I.1.6)

611 (in prestiti) di cui:

§  296 INPS INAIL;

§  140,5 Ministero giustizia e Consiglio di Stato;

§  42,5 Ministero della difesa;

§  107 Ministero dell’interno;

25 Guardia di finanza.

L’investimento reca interventi “verticali” mirati a ridisegnare e digitalizzare un insieme di use-case chiave nelle grandi amministrazioni centrali.

I progetti riguardano la digitalizzazione dei processi di INPS e INAIL; Sistema giudiziario (archivi dei tribunali civili e della Corte suprema); Ministero della Difesa; Ministero dell'interno; Guardia di finanza.

Competenze digitali di base (M1-C1-I.1.7)

195 (in sovvenzioni)

135 Rete di centri di facilitazione digitale

di cui:

2021: 2

2022: 55

2023: 55

2024: 23

2025: --

2026: --

60 Servizio civile digitale

di cui:

2021: 14

2022: 18

2023: 24

2024: 4

2025: --

2026: --

L’investimento mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini anche al fine di superare il digital divide.

Tra le iniziative previste il potenziamento del Servizio Civile Digitale, avviato in via sperimentale nel 2021, che prevede il reclutamento di giovani che aiutino di utenti ad acquisire competenze digitali di base. Il 12 maggio 2021 è stato pubblicato l’avviso pubblico per formare 1.000 giovani al Servizio civile digitale.

Target

§  T2 2025 1 mln di cittadini che partecipano ad iniziative di formazione promosse da enti no profit e volontari

§  T2 2026 2 mln di cittadini che partecipano ad iniziative di formazione promosse dai centri di facilitazione digitale.

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Processo di acquisto ICT (M1-C1-R.1.1)

----

I costi per la white list dei fornitori sono compresi nell'investimento 3. I costi per la creazione del portale digitale per gli appalti saranno sostenuti da fondi nazionali.

La riforma mira a razionalizzare e accelerare la procedura di appalto per le risorse ITC, semplificando e centralizzando i controlli, limitatamente agli acquisti del PNRR, eliminando le complessità richieste dalla legislazione italiana in aggiunta alla normativa europea.

Si prevedono in particolare:

§  una white list di fornitori certificati;

§  un percorso di approccio semplificato (fast track) per gli acquisiti ICT;

§  un portale digitale degli appalti.

Milestone

T4 2021 adozione di un intervento legislativo nell’ambito del decreto-legge semplificazioni

Supporto alla trasformazione della PA locale (M1-C1-R.1.2)

155 di cui:

§  140 per assumere 250-300 esperti esterni;

§  15 per acquisti risorse strumentali-.

La riforma definisce la governance necessaria per sostenere le PA centrali e locali nel campo della digitalizzazione per attuare le misure di cui agli investimenti 1-7 e anche per gli investimenti e le riforme nel settore della sanità digitale inclusi nella missione 6.

La riforma prevede la creazione di un team centrale, affiancato da unità locali, e l’istituzione di un organismo per il supporto delle attività delle amministrazioni centrali, consolidando le competenze tecnologiche frammentate su più attori.

Introduzione linee guida “cloud first” e interoperabilità (M1-C1-R.1.3)

--

La riforma ha l’obiettivo di semplificare e innovare il contesto normativo per facilitare gli interventi di digitalizzazione.

Si prevedono in particolare le seguenti misure:

§  introduzione di disincentivi per le amministrazioni che non avranno effettuato la migrazione al cloud entro un termine predefinito, in considerazione che la migrazione ridurrà i costi ICT delle amministrazioni;

§  revisione delle regole di contabilità che disincentivano la migrazione (al momento, infatti, la migrazione al cloud comporta di “tradurre” capex in opex).

§  semplificazione delle procedure per lo scambio di dati tra le amministrazioni, che attualmente richiedono documenti/autorizzazioni dedicati, per favorire una piena interoperabilità tra le PA.

Milestone

T4 2021 adozione di un intervento legislativo nell’ambito del decreto-legge semplificazioni. Inoltre, saranno adottati provvedimenti di attuazione, in particolare il regolamento AGID sui livelli minimi di sicurezza delle PA (ex art. 33-septies DL 179/2012) e le linee guida AGID sull’interroperabilità (ex. Artt. 50 e 50-ter CAD).

 

 


I soggetti destinatari delle risorse, in prima battuta, sono prevalentemente le pubbliche amministrazioni centrali e locali. Nondimeno, si prevedono importanti ricadute su cittadini e imprese in termini di rafforzamento della quantità e qualità dei servizi digitali messi a disposizione dalle PA attraverso gli investimenti.

L’investimento n. 7 (Competenze digitali di base) impatta direttamente sui cittadini e residenti al fine di migliorarne le competenze digitali (superamento del digital divide). Alcuni degli interventi afferenti all’investimento 6 (Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali) hanno effetti diretti su cittadini, residenti e imprese, ad esempio quello relativo al Ministero dell’interno prevede, tra l’altro, la digitalizzazione dei servizi per i cittadini, quali la prenotazione del passaporto elettronico, nuove modalità di accesso a Banca Dati Nazionale Unica per Anti-mafia, dati censuari integrati con le app IO e PagoPA, oltre alla reingegnerizzazione dei processi interni sottostanti.

La procedura semplificata per gli appalti nel settore ITC (Riforma 1) impatta oltre che sulle amministrazioni aggiudicatrici, sulle imprese che forniscono beni e servizi al settore pubblico.

 

Per quanto riguarda l’influenza sugli assi trasversali del Piano, si prevede che la Missione 1 nel suo complesso abbia un impatto significativo nella riduzione dei divari territoriali. In particolare, gli interventi sulla digitalizzazione delle PA locali incidono in modo significativo nelle aree del Sud che hanno ampi divari in termini di digital divide e di messa a disposizione on line di servizi pubblici al cittadino.

 

Relativamente al divario di genere, nel Piano si evidenzia che nel complesso, la Missione 1 potrà attivare una spinta all’occupazione femminile in termini di quantità e di qualità.

Viene rilevato inoltre come la digitalizzazione della PA potrà facilitare la gestione dei processi burocratici che coinvolgono i giovani con un migliore esercizio dei diritti di cittadinanza e la fruizione di servizi per una loro maggiore partecipazione alla vita sociale e culturale.

Nel contempo, l'istituzione del Servizio Civile Digitale (investimento 1.7) prevede il reclutamento di giovani che aiuteranno gli utenti ad acquisire competenze digitali di base; inoltre, all’interno della pubblica amministrazione lo sforzo di reskilling e upskilling includerà un’ampia offerta di corsi online aperti e di massa (MOOC, i.e. Massive Open Online Courses) e l’introduzione di “comunità di competenze” (Community of Practice).

 

Tra gli interventi previsti nell’ambito della digitalizzazione della PA che potrebbero richiedere l’adozione di misure normative di attuazione si richiamano tra gli altri:

§  l’introduzione di disincentivi per le amministrazioni migrano al cloud;

§  la revisione dei sistemi di contabilità;

§  la semplificazione delle procedure per lo scambio di dati tra le amministrazioni;

§  la creazione di una Piattaforma Nazionale Dati;

§  l’istituzione di una Piattaforma unica di notifiche digitali;

§  l’istituzione di organismi di supporto delle amministrazioni locali;

§  la previsione di un Servizio Civile Digitale;

§  l’istituzione di organismi in materia di cybersicurezza,

§  l semplificazione degli acquisti ICT.

 

Per quanto riguarda il quadro delle iniziative normative già adottate e di quelle in essere – in cui si inseriscono le misure previste dal Piano e dagli allegati tecnici - si ricorda che alcune delle misure per il sostegno e la diffusione dell'amministrazione digitale previste dal Piano sono state anticipate nel decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 recante misure urgenti per la semplificazione dei procedimenti e per l'innovazione digitale (sui contenuti delle misure per la diffusione dell’amministrazione digitale e l’accesso ai servizi on line delle p.a. previste dal DL 76/2020 si veda il paragrafo sul provvedimento del tema dell’attività parlamentare).

Per quanto riguarda la sicurezza cybernetica, il quadro normativo degli ultimi anni si è sviluppato a partire dalle misure di attuazione della direttiva (UE) 2016/1148 del 6 luglio 2016 recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell'Unione (c.d. direttiva NIS - Network and Information Security”). La direttiva è stata recepita nell'ordinamento italiano con il decreto legislativo n. 65 del 18 maggio 2018. Successivamente, il decreto-legge n. 105 del 2019 è stato adottato al fine di assicurare un livello elevato di sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici delle amministrazioni pubbliche, nonché degli enti e degli operatori nazionali, pubblici e privati, attraverso l'istituzione di un perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e la previsione di misure volte a garantire i necessari standard di sicurezza rivolti a minimizzare i rischi. In attuazione di tale cornice legislativa sono stati adottati il DPCM 30 luglio 2020 n. 131 in merito ai criteri e alle procedure per l’inclusione nel perimetro e il regolamento riguardante le procedure per la notifica in caso di incidenti su beni ITC (per un’analisi più ampia del quadro normativo e del contesto di riferimento si veda il tema dell’attività parlamentare Sicurezza cibernetica con particolare riguardo ai paragrafi su PNRR e sicurezza cibernetica e  I rischi connessi all’accresciuta esposizione alle minacce di tipo cibernetico).

Alcuni degli interventi previsti nell’ambito della digitalizzazione delle PA possono contribuire alla creazione delle condizioni favorevoli alla introduzione di modalità digitali nella partecipazione alla sfera pubblica dei cittadini, e segnatamente al voto elettronico (si veda in proposito il paragrafo sulla Sperimentazione del voto elettronico del tema dell’attività parlamentare Sistema e procedimento elettorale).


 6.2. Competitività del sistema produttivo


Il tema dell’innovazione e competitività nel sistema produttivo, accompagnato da un trasversale intento di digitalizzazione delle attività produttive (e della PA) è oggetto di analisi nell’ambito della seconda componente della Missione 1. Si tratta, complessivamente, di 15,70 miliardi di euro.

In questo paragrafo, non si tiene infatti conto delle risorse destinate – sempre nell’ambito della Missione 1 Componente 2 - alle reti ultraveloci (6,71 miliardi) e alle tecnologie satellitari e all’economia spaziale (1,49 miliardi). Di questo ultimo aspetto verrà dato conto nel paragrafo dedicato alla ricerca applicata, mentre l’altro rientra nelle politiche dei trasporti e telecomunicazioni.

La missione 1 nel suo complesso è determinata a provocare un aumento del Pil stimato in 0,8 punti percentuali rispetto allo scenario base nel triennio finale, con un maggior contributo dovuto alla componente 2, qui in esame, per effetto degli investimenti attivati dal programma Transizione 4.0, dell’infrastrutturazione delle reti banda ultra-larga e 5G e delle politiche industriali di filiera. Tutti questi investimenti hanno un elevato impatto diretto e indiretto sugli altri settori dell’economia.

La componente M1-C2 intende raggiungere i seguenti obiettivi:

1)   supportare la transizione digitale del sistema produttivo con incentivi agli investimenti privati in beni capitali tecnologicamente avanzati (materiali e immateriali) nonché in ricerca, sviluppo e innovazione.

In particolare, questo obiettivo ha due focus principali:

§  potenziare la capacità di innovare delle imprese, in particolare delle PMI, favorendo anche il processo di integrazione in catene del valore globali;

§  stimolare gli investimenti per lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie di frontiera essenziali per competere nei mercati globali (come Internet of Things, robotica, intelligenza artificiale, blockchain, cloud computing, edge computing, high-performance computing);

2)   aumentare gli investimenti nel settore della microelettronica, per sostenere la competitività delle imprese strategiche e salvaguardare l'occupazione qualificata;

3)   completare la rete di telecomunicazioni nazionale in fibra ottica e 5G su tutto il territorio nazionale territorio, principalmente per ridurre il digital divide;

4)   realizzare un piano nazionale per l'economia spaziale a sostegno della transizione digitale e verde e della resilienza dell'unione.

5)   promuovere l'internazionalizzazione delle imprese, quale strumento di ripresa e resilienza del sistema produttivo, visto il tradizionale orientamento italiano all'export e il ruolo strategico svolto dalle imprese esportatrici.

6)   rafforzare le filiere produttive italiane facilitando l'accesso ai finanziamenti.

Il disegno del Piano di Transizione 4.0 mira a incentivare la trasformazione digitale delle imprese italiane. Lo fa tenendo conto anche dell'impatto dei precedenti incentivi fiscali. È una componente essenziale di una più ampia strategia, che prevede azioni intraprese sia dal lato dell'offerta - supportando lo sviluppo del settore high-tech e il rafforzamento del legame tra il sistema di ricerca e la base industriale - e dal lato della domanda, attraverso incentivi agli investimenti in tecnologie. Negli allegati viene specificato che il Piano Transizione 4.0 e la Missione 4, componente 2, (Dalla ricerca all’impresa) dovrebbero essere visti come complementari.

Come già ricordato, le risorse per questa componente dovrebbero portare ad un aumento del PIL stimato nello 0,8% per l’intera missione 1, pur se il maggior contributo è riferibile alla componente 2 in esame.

L’impatto sull’occupazione è stimato pari allo 0,3% (+0,4% di occupazione femminile e + 0,3% di occupazione giovanile al 2026).

 

Per quanto riguarda la Missione 4, si rinvia al paragrafo successivo.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 1, afferenti al sistema produttivo.

 

Si avverte che gli importi complessivi relativi alla Transizione 4.0 (missione 1, componente 2, Investimento 1), riportati in unica riga a pagina 381 degli allegati, possono essere suddivisi in base alle indicazioni recate negli stessi allegati (pagina 613 e seguenti), per cui l’investimento viene esposto non solo nel suo complesso, ma anche sulla base delle sue ripartizioni.


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Transizione 4.0 (M1-C2- I.1.1)

 

 

13.380

(vedi tabella successiva)

 

 

Credito di imposta alle imprese che investono in beni i beni materiali direttamente connessi alla trasformazione digitale dei processi produttivi

 

8.870

(sovvenzioni)

di cui

2021: 1.402

2022: 2.576

2023: 2.782

2024: 1.589

2025:    467

2026:      52

Gli incentivi fiscali inclusi nel Piano Transizione 4.0 sono disegnati allo scopo di promuovere la trasformazione digitale dei processi produttivi e l’investimento in beni immateriali nella fase di ripresa post-pandemica. Agli incentivi saranno ammessi anche gli investimenti a sostegno della trasformazione tecnologica e digitale della filiera editoriale.

 

Si prevede che, nell’arco del triennio 2020-2022, il credito di imposta per beni materiali e immateriali 4.0 sia utilizzato mediamente da poco meno di 15 mila imprese ogni anno.

Milestones (soggette a futuro allineamento):

§  adozione di tutti i pertinenti atti di esecuzione (Q4-2021),

§  utilizzazione del credito di imposta da almeno 56.300 imprese (Q2-2024) e 91.000 imprese (Q2-2025)

 

Vedi descrizione sul contenuto dell’articolo 3 del decreto-legge n. 59 del 2021, subito a seguire.

 

Credito di imposta alle imprese che investono in beni i beni immateriali direttamente connessi alla trasformazione digitale dei processi produttivi

1.910

(sovvenzioni)

di cui:

2021: 331

2022: 593

2023: 638

2024: 308

2025:   45

2026:     0

 

Vedi sopra

Vedi sopra

Credito di imposta alle imprese che investono in beni i beni immateriali di natura diversa, ma strumentali all’attività dell’impresa

290

(sovvenzioni)

di cui:

2021: 106

2022:   76

2023:   63

2024:   40

2025:     7

2026:     0

 

Vedi sopra

Vedi sopra

Credito di imposta alle imprese che investono in ricerca, sviluppo e innovazione

2.010

(sovvenzioni)

di cui:

2021:     0

2022: 335

2023: 670

2024: 670

2025: 335

2026:     0

Si prevede che, nell’arco del triennio 2020-2022, il credito di imposta per ricerca, sviluppo e innovazione sia utilizzato mediamente da circa 10 mila imprese ogni anno

Vedi sopra

Credito di imposta alle imprese che investono in attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze

300

(sovvenzioni)

di cui:

2022: 150

2023: 150

 

Per incentivare la crescita di competenze gestionali (per il digitale), verrà elaborato e sperimentato un modello di riqualificazione manageriale, focalizzato sulle PMI. Dall’altro, nell’ottica dell’upskilling digitale come strumento di formazione continua per i lavoratori in cassa integrazione, verranno sperimentati programmi di training ad hoc, di cui usufruire con flessibilità nei periodi di cassa integrazione.

Vedi sopra

 

 


È in corso di esame delle Camere il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59 (“Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti”), la cui relazione tecnica rileva  che, “a seguito di interlocuzioni informali avviate con la Commissione Europea sulle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è stato valutato che il credito di imposta per gli investimenti ì beni materiali (ex super-ammortamento) non presentava i requisiti necessari per essere finanziato a valere sui fondi del PNRR. In particolare, la misura agevolativa in esame non rispondeva al criterio di ''non arrecare un danno significativo agli obiettivi ambientali" (cd "do not significant harm principle") [DNSH], ovvero non veniva ritenuta in grado di contribuire efficacemente alla transizione ecologica del paese”.

Da ultimo, da quanto emerge dagli allegati, non possono essere finanziati con i fondi cui al PNRR gli acquisti relativi a beni strumentali nei seguenti settori:

30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto

22 Fabbricazione di articoli in gomma e plastica

29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi

38 Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti

41 Costruzione di edifici

42 Ingegneria civile

43 Attività di costruzione specializzate

08 Altre attività minerarie e estrattive

17 Fabbricazione di carta e prodotti di carta

01 Produzione vegetale e animale, caccia e servizi connessi

50 Trasporto su acqua

19 Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati

20 Fabbricazione di prodotti chimici e prodotti chimici

51 Trasporto aereo

24 Fabbricazione di metalli di base

49 Trasporto terrestre e trasporto tramite condotte

23 Fabbricazione di altri prodotti minerali non metalliferi

35 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

 

Per queste ragioni il decreto modifica la copertura finanziaria già prevista a dicembre del 2020 con la legge di bilancio 2021, che gravava interamente sul Fondo di rotazione per l’attuazione del Next Generation EU – Italia.

 

Con le modifiche di cui al comma 1, la copertura a carico del Fondo di tutti gli oneri di cui ai commi da 1051 a 1064 viene ridotta degli importi di cui alla tabella che segue:


 

 

2021

2022

2023

2024

2025

2026

oneri cui non si fa fronte con il Fondo Next Generation EU (nuovo comma 1061 L. 178/2020)

3.976,10

3.629,05

3.370,18

2.082,07

450,41

21,79

 


Riprende di seguito la descrizione della Missione 1, componente 2:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Investimenti ad alto contenuto tecnologico

(M1-C2- I.2)

340

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   33

2023:     7

2024:   40

2025: 107

2026: 153

Questa linea di intervento riguarda l’innovazione e la tecnologia dei microprocessori e prevede contributi per sostenere gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature per produzioni di avanguardia tecnologica ed è complementare alle misure Transizione 4.0 dell’Investimento 1.

 

L’importo dei contributi è pari al 40 per cento dell’ammontare complessivo delle spese ammesse. (850 milioni di euro).

L’obiettivo della misura è una capacità di produzione annuale di almeno 374.400 substrati di carburo di silicio, che impiegherà almeno 700 unità di forza lavoro qualificate aggiuntive (Q2/2026).

Non si prevede una notifica ai sensi della normativa sugli aiuti di Stato.

Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione

(M1-C2- I.5)

1.950 (1.200+750)

 

 

Rifinanziamento e riforma dei servizi offerti dal Fondo introdotto con la legge 394/81 e gestito da SIMEST

 

1.200

(prestiti)

di cui  

2021: 1.200

 

 

L’intervento si pone l’obiettivo di sostenere l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, che eroga contributi e prestiti agevolati a imprese italiane operanti sui mercati esteri (inclusi dal 2020 i paesi membri dell’Unione Europea). Le risorse finanziarie saranno dirette a investimenti a sostegno delle PMI italiane per favorirne lo sviluppo della competitività, in termini di innovazione e sostenibilità

 

Milestone: completamento del rifinanziamento del Fondo 394/81 e adozione della politica di investimento in linea con gli obiettivi RRF, anche in relazione a DNSH.

(Q3-2021)

Competitività e resilienza delle filiere produttive

 

750

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   70

2023:   70

2024: 170

2025: 170

2026: 270

L'obiettivo consiste nel sostegno finanziario a progetti di investimento con un impatto significativo sulle filiere italiane attualmente esistenti, così come su quelli emergenti.

È possibile identificare 12 principali filiere sul territorio italiano: agroalimentare, automotive, arredamento e design, cantieristica e aerospaziale, edilizia e immobiliare, energia e utilities, fashion & beauty, meccanica, media e TLC, trasporti e logistica, turismo.

L'investimento è quindi indirizzato a ampliare il perimetro del contratto di sviluppo al fine di rafforzare le filiere più strategiche per l'Italia, come l'automotive, il turismo e i settori chiave del farmaceutico e l'economia verde.

In particolare, le risorse sono rivolte a programmi di sviluppo nel settore biomedicale e di telemedicina, ovvero progetti con un significativo impatto ambientale, relativi alla trasformazione tecnologica di prodotti o processi, ovvero alla mobilità sostenibile.

In Italia, circa 390.000 aziende manifatturiere operano nelle filiere produttive.

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la previsione della seguente riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Riforma del sistema della proprietà industriale

(M1-C2-R.1)

300

(prestiti)

di cui:

2021:      0

2022:      0

2023:    90

2024:  100

2025:    60

2026:    30

La riforma intende definire una strategia pluriennale per la proprietà industriale, con l’obiettivo di conferire valore all’innovazione e incentivare l’investimento nel futuro, tenendo conto della rivoluzione digitale che richiede strumenti per mitigare i rischi e sfruttare le potenzialità Il sistema della proprietà industriale costituisce un elemento fondamentale per proteggere idee, attività lavorative e processi generati dall’innovazione e assicurare un vantaggio competitivo a coloro che li hanno generati, elementi che caratterizzano il sistema produttivo italiano e rappresentano fattori distintivi delle produzioni Made in Italy.

 

 

Dalla ricerca all’impresa

 


Le risorse destinate alle politiche per il lavoro - pari a 11,44 miliardi di euro - sono allocate nella Componente 2 della Missione 4, significativamente denominata “dalla ricerca all’impresa” proprio perché collegata ai finanziamenti dedicati alla ripresa del sistema produttivo.

La componente è a sua volta divisa in tre linee di intervento, che coprono l’intera filiera del processo di ricerca e innovazione, dalla ricerca di base al trasferimento tecnologico, riportate nella tabella che segue.

Le risorse per questa componente sono interamente ascrivibili al Piano di resilienza (RFF) e dovrebbero portare ad un aumento sia del PIL che dell’occupazione pari allo 0,2% (+0,3% di occupazione femminile e + 0,2% di occupazione giovanile al 2026)

Per quanto riguarda la compatibilità con la normativa sugli aiuti di Stato, una richiesta di valutazione sarà effettuata individualmente per ciascuno dei finanziamenti descritti nella Componente 2


 

Linea di intervento

risorse

RAFFORZAMENTO DELLA RICERCA E DIFFUSIONE DI MODELLI INNOVATIVI PER LA RICERCA DI BASE E APPLICATA CONDOTTA IN SINERGIA TRA UNIVERSITÀ E IMPRESE

6,91

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Fondo per il Programma Nazionale Ricerca (PNR) e progetti di Ricerca di significativo interesse nazionale (PRIN)

(M4-C2-I.1.1)

1.800

(prestiti)

di cui:

2021:      300

2022:      300

2023:      300

2024:      900

2025:          0

2026:          0

Le principali aree di intervento del PNR riflettono i sei cluster del Programma quadro europeo di ricerca e innovazione 2021 -2027: i) salute; ii) cultura umanistica; iii) sistemi sociali; iv) digitale, industria, aerospaziale; v) clima, energia, mobilità sostenibile; vi) prodotti alimentari, bioeconomia.

 

L’investimento finanzierà, fino al 2026, 5.350 progetti.

I bandi mirano a consentire una continuità nella presentazione dei progetti.

Destinatari dell’intervento sono Università, centri di ricerca, ricercatori.

Tra il 2021 e il 2024 saranno programmati quattro bandi di progetto (il bando 2021 è già stato aperto e la procedura di selezione è in corso).

Si prevede che saranno finanziati circa 750 progetti con le risorse previste per il 2021, 2022 e 2023. Il budget previsto per il 2024 consentirà di finanziare circa 2.200 progetti.

Milestones: almeno 3.150 progetti di ricerca PRIN finanziati coinvolgendo università ed enti di ricerca. (Q4-2023); almeno 5.350 progetti di ricerca finanziati e almeno 900 nuovi ricercatori assunti a tempo determinato (Q2-2025)

Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori

(M4-C2-I.1.2)

600

(sovvenzioni)

di cui:

2021:     0     

2022:  100   

2023:   175

2024:   150

2025:   100

2026:     75

L’investimento ha l’obiettivo di offrire nuove opportunità dedicate ai giovani ricercatori, al fine di trattenerli all'interno del sistema economico italiano. La misura, implementata dal MUR, prevede di sostenere le attività di ricerca di un massimo di 2100 giovani ricercatori

Il provvedimento prevede l'attivazione di un bando annuale. Essendo stato emesso un bando all'inizio del 2021 (che si concluderà ad aprile 2021), le risorse dedicate a questo investimento saranno utilizzate a partire dal 2022. Ci si prefigge un target di 120 ricercatori.

Milestone: sostenuti almeno 300 giovani ricercatori e altrettanti ricercatori con contratto (Q4-2022). L’intervento partirà nel 2022 e si concluderà nel 2026.

Partenariati allargati estesi a Università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base

(M4-C2-I.1.3)

1.610

(prestiti)

di cui:

2021:      0

2022:  260

2023:  300

2024:  550

2025:  250

2026:  250

-         

L’investimento medio in ogni programma sarà circa di 100 milioni di euro, con un contributo per ogni progetto di importo compreso tra 5 e 20 milioni di euro e un contributo per l’assunzione di ricercatori a tempo determinato di importo compreso tra 15 e 25 milioni di euro.

 

L’investimento mira a finanziare fino a un massimo di 15 programmi di ricerca e innovazione, realizzati da partenariati allargati a Università, centri di ricerca e imprese.

Due bandi saranno programmati tra il 2022 e il 2023 e la durata prevista del progetto varierà da tre a quattro anni. Gli inviti ai programmi di consolidamento sarebbero attivati nel 2024 e 2025 per finanziare progetti di 12-24 mesi.

Destinatari dell’intervento sono Università, centri di ricerca, piccole e medie imprese, ricercatori

Almeno il 20% delle risorse saranno destinate a programmi di ricerca basati su un'economia a basse emissioni di carbonio, resilienza, adattamento ai cambiamenti climatici ed economia circolare.

Milestone: almeno 100 nuovi ricercatori assunti a tempo determinato per ciascuno dei partenariati di ricerca di base sottoscritti tra istituti di ricerca e imprese private, di cui almeno il 40% destinati ricercatrici. (Q2-2025).

L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026

Potenziamento strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali di R&S” su alcune Key Enabling Technologies

(M4-C2-I.1.4)

1.600

(prestiti)

di cui:

2021:   80

2022: 150

2023: 250

2024: 260

2025: 460

2026: 400

Questa misura mira al finanziamento della creazione di centri di ricerca nazionale in grado di raggiungere, attraverso la collaborazione di Università, centri di ricerca e imprese, una soglia critica di capacità di ricerca e innovazione. Elementi essenziali di ogni centro nazionale saranno la creazione e il rinnovamento di rilevanti strutture di ricerca, il coinvolgimento di soggetti privati nella realizzazione e attuazione dei progetti di ricerca e il supporto alle start -up e alla generazione di spin off.

 

I settori individuati in prima battuta per questo intervento sono la simulazione avanzata e big data, ambiente ed energia, quantum computing, biopharma, agritech, fintech, tecnologie per la transizione digitale industriale, mobilità sostenibile, tecnologie applicate e patrimonio culturale, tecnologie per la biodiversità, salva la presentazione di bandi competitivi.

Verrà emanato un bando, individuando fino a cinque reti di università, enti di ricerca e aziende in una qualsiasi delle aree scientifiche e tecnologiche di interesse. Le reti candidate proporranno le attività di ricerca da svolgere, le infrastrutture di ricerca da abilitare, nonché l'azione di trasferimento tecnologico da attuare.

Milestone: completamento delle procedure di gara per la selezione di: a) n sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione; b) ecosistemi dell'innovazione; c) leader nazionali di R&S sulle tecnologie abilitanti (Q2-2022); almeno 5 strutture di ricerca e sviluppo operative nelle tecnologie chiave abilitanti. (Q4-2025).

L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026

Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione", costruzione di "leader territoriali di R&S"

(M4-C2-I.1.5)

1.300

(prestiti)

di cui:

2021: 100

2022: 100

2023: 300

2024: 550

2025: 250

2026: 250

 

Gli ecosistemi dell’innovazione rappresentano un modello innovativo di innovazione economica e sociale e sono luoghi di contaminazione e collaborazione tra Università, centri di

ricerca, società e istituzioni locali che hanno finalità di formazione di alto livello, innovazione e ricerca applicata definite sulla base delle vocazioni territoriali.

La misura contempla il finanziamento entro il 2026 di 12 “campioni territoriali di “R&S” (esistenti o nuovi) che verranno selezionati con procedure competitive.

 

Entro la fine del 2021 sarà istituita una cabina di regia con decreto del Ministro dell'Università. La cabina di regia selezionerà i progetti per gli ecosistemi dell'innovazione entro la prima metà del 2022. Saranno ammessi 12 progetti; l'obiettivo sarà raggiunto con il completamento della procedura di selezione dei progetti da finanziare. La procedura di selezione sarà orientata in modo da identificare almeno un progetto per area regionale.

Milestone: vedi investimento precedente. I progetti saranno valutati in termini di fattibilità e sostenibilità anche oltre il 2026.

L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026.

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Attuazione di misure di sostegno alla R&S per promuovere la semplificazione e
la mobilità

(M4-C2-R.1.1)

 

La riforma è volta a superare la logica di ridistribuzione delle risorse favorendo un approccio più condiviso e mira alla semplificazione nella gestione dei fondi dedicati alle attività di ricerca pubblico –privata.

È previsto un decreto del MUR per l'utilizzo delle risorse straordinarie previste con il Fondo per la promozione e lo sviluppo delle politiche del Programma nazionale per la ricerca (comma 548 art. 1, Legge n. 178/2020).

Milestone: adozione dei decreti ministeriali sulla semplificazione e la mobilità in R&S, al fine di favorire: i) un nuovo modello semplificato di attività di ricerca volto a generare un impatto significativo ed evitare la dispersione; ii) riformare la normativa per aumentare la mobilità tra Università, enti di ricerca e imprese di figure di alto profilo (es. ricercatori e manager); iii) la semplificazione della gestione dei fondi; iv) la riforma del percorso di carriera dei ricercatori (Q2-2022)

 

 

Linea di intervento

risorse

M4-C2 SOSTEGNO AI PROCESSI DI INNOVAZIONE E TRASFERIMENTO TECNOLOGICO

2,05

 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

IPCEI

(M4-C2-2.1)

1.500

(prestiti)

 di cui:

2021:  100

2022:  200

2023:  250

2024:  500

2025:  450

2026:      0

L’obiettivo della misura è di integrare l’attuale fondo IPCEI (art. 1 comma 232 della legge di bilancio per il 2020), con risorse aggiuntive che consentiranno di finanziare nuovi progetti, inseriti nelle sei filiere del valore europee strategiche e che consentono di riunire conoscenze, competenze, risorse finanziarie e attori economici di tutta l’Unione, favorendo la collaborazione tra settore pubblico e privato. La misura mira a sostenere la partecipazione delle imprese italiane alle catene strategiche del valore. Finora l'Italia ha partecipato a 3 IPCEI, due sulle batterie e l'altro sulla microelettronica.

 

Il 30 marzo 2021 l'Italia ha lanciato un invito a manifestare interesse su IPCEI in merito Infrastruttura di servizi cloud di nuova generazione.

Inoltre, l'Italia lancerà un nuovo IPCEI sulla microelettronica e un altro progetto sull’idrogeno.

Milestones: progetto su microelettronica 2: invito alla manifestazione di interesse (Q2-2021); attribuzione dei finanziamenti (Q2-2022); formalizzazione dell’elenco dei potenziali partecipanti al progetto comune (Q4-2022); almeno 20 società beneficiate (Q2-2025).

L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026.

Partenariati – Horizon Europe

(M4-C2-2.2)

200

(sovvenzioni)

 

di cui:

2021:   0

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 50

2026:   0

 

 

L’obiettivo della misura è quello di sostenere progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la partecipazione ai partenariati nel quadro del programma Horizon Europe. Queste iniziative transnazionali di ricerca possono costituire un importante volano di sviluppo della R&I su temi strategici per il rilancio e la crescita del Paese. In particolare, il sostegno si focalizzerà sui seguenti partenariati: calcolo ad alte prestazioni, 2) tecnologie digitali chiave, 3) transizione all'energia pulita; 4) Oceani blu - Un'economia blu climaticamente neutra, sostenibile e produttiva; 5) PMI innovative.

 

 

Il decreto del Ministro dello sviluppo economico 1° luglio 2020 definisce i criteri generali per la concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore dei progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale delle imprese italiane selezionati nei bandi emanati dalle istituzioni dell’Unione europea.

L’intento è di favorire la partecipazione di programmi o progetti nelle linee di finanziamento aperte dall’Unione europea aventi ad oggetto obiettivi di interesse per la competitività del Paese.

L’80% dell’ammontare del finanziamento è destinato al Mezzogiorno e il 20 al Centro-Nord.

L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026.

Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria

(M4-C2-2.3)

350

(prestiti)

di cui:

2021:   71

2022: 105

2023: 105

2024:     7

2025:     0

2026:     0

 

L’obiettivo della misura è di sostenere una rete di 60 centri incaricati dello sviluppo di progettualità, dell’erogazione alle imprese di servizi tecnologici avanzati e di servizi innovativi e qualificanti di trasferimento tecnologico, a beneficio delle aziende operanti su tecnologie e specializzazioni produttive di punta. Si prospetta un aumento del valore del servizio di trasferimento tecnologico pari al 140 per cento.

L'art. 42 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, ha previsto un programma di sostegno al trasferimento tecnologico e al tessuto imprenditoriale operante nell'ambito dell'innovazione tecnologica. È stato pertanto istituito il «Fondo per il trasferimento tecnologico». Lo stesso articolo prevede iniziative volte a favorire la collaborazione di soggetti pubblici e privati nella realizzazione di progetti di innovazione e spin-off. È poi prevista una convenzione del MISE con ENEA, che a sua volta, ENEA ha provveduto alla fondazione di «Fondazione Enea Tech».

Milestones: almeno 205 progetti finanziati (Q2-2025); 42 nuovi hub per un valore stimato dei servizi (risorse pubbliche e private) pari a 600 ml di euro; Numero minimo di PMI coinvolte: 4.500. Suddivisione per tipologia dei centri: 8 centri di competenza attivi (Q4-2025).

L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026.

 


 

 

M4-C2-3. POTENZIAMENTO DELLE CONDIZIONI DI SUPPORTO ALLA RICER

CA E ALL’INNOVAZIONE

2,48

 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione

(M4-C2-I.3.1)

1.580

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022: 200

2023: 200

2024: 550

2025: 400

2026: 230

 

Questa misura sostiene la creazione di infrastrutture di ricerca e innovazione che colleghino il settore industriale con quello accademico. Il Fondo finanzierà la creazione o il rafforzamento, su base competitiva, di infrastrutture di ricerca di rilevanza pan-europea e infrastrutture di innovazione dedicate, promuovendo la combinazione di investimenti pubblici e privati. In particolare, la misura finanzierà fino a 30 progetti infrastrutturali (esistenti o di nuovo finanziamento)

Se consentito dalle caratteristiche specifiche dei progetti, le infrastrutture di ricerca e innovazione saranno finanziate e gestite attraverso partenariati pubblico-privati (PPP). Il contributo della sovvenzione ai PPP raggiungerà il 49% dell'investimento di capitale totale e i costi del personale.

Milestone: almeno 30 infrastrutture finanziate e 30 responsabili della ricerca assunti (Q2-2023).

L’intervento – che si combina con gli investimenti 1.4 e 1.5 - partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026.

Finanziamento di start –up

(M4-C2-I.3.2)

300

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   25

2023:   50

2024:   75

2025:   75

2026:   75

 

La misura è finalizzata ad integrare le risorse del Fondo nazionale per l’innovazione, lo strumento gestito da Cassa Depositi e Prestiti per sostenere lo sviluppo del venture capital in Italia. Attraverso questa iniziativa sarà possibile ampliare la platea di imprese innovative beneficiarie del Fondo. L’investimento consentirà di sostenere 250 piccole e medie imprese innovative con investimenti per 700 milioni di euro (partecipazione media pari a 1,2 mln di euro).

Si stima che la suddivisione dello stanziamento andrà per il 73% al Centro- Nord e per il 27% al Mezzogiorno, tenuto conto degli attuali andamenti dei ventures capital.

Milestones: completare la predisposizione dello strumento finanziario e l'accordo tra Governo e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) (Q2-2022); almeno 250 progetti di start-up finanziati (Q2-2025).

 

 

Introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l’assunzione dei ricercatori dalle imprese

(M4-C2-I.3.3)

600

(sovvenzioni)

di cui:

2021: 100

2022: 150

2023: 200

2024:   50

2025:   50

2026:   50

 

 

L’obiettivo della misura consiste nel potenziamento delle competenze di alto profilo, in modo particolare nelle aree delle Key Enabling Technologies, attraverso programmi di dottorato dedicati, con il contributo e il coinvolgimento delle imprese, e incentivi all’assunzione di ricercatori precari junior da parte delle imprese. La misura prevede l’attivazione di 5.000 borse di dottorato per 3 anni, con il cofinanziamento privato e l’incentivo all’assunzione di 20.000 assegnisti di ricerca o ricercatori da parte delle imprese.

Una quota non inferiore al 30% dei posti disponibili sarà assegnata alle università situate nelle regioni meridionali e Isole, al fine di sostenere i progetti di avvio in cui è meno probabile che siano sostenuti da risorse di mercato.

Questa azione richiede una preventiva notifica ai sensi della disciplina per gli aiuti di Stato alla ricerca e sviluppo e innovazione.

Milestone: assegnate almeno 15.000 borse di dottorato di ricerca innovative (Q4-2024).

L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026.

È in corso di approfondimento  la necessità di una notifica preventiva ai sensi della normativa sugli aiuti di Stato.

 


Anche se appartiene alla Missione 1, Componente 2, appare più sistematico esporre in questo contesto l’Investimento 4 - Tecnologie satellitari ed economia spaziale.

Il Piano nazionale volto a potenziare i sistemi di osservazione della terra per il monitoraggio dei territori e dello spazio extra-atmosferico e a rafforzare le competenze nazionali nella space economy. Il Piano Nazionale include diverse linee d’azione: Osservazione della Terra, Space Factory, Accesso allo Spazio, In-Orbit Economy, Downstream.

Si stima che, entro il 2026, verrà generato un volume totale di nuovi posti di lavoro pari a circa 1.600 nuove assunzioni, corrispondente ad un aumento di circa il 20% dei dipendenti del settore spaziale in Italia.

Le risorse stanziate dal PNRR copriranno una quota degli investimenti definiti per queste linee di intervento.

La quota che grava sul PNRR è pari a 1.487 miliardi, su un totale di investimenti pubblici pari a 2.290 miliardi e un totale dei costi pari a 3.750 miliardi. <Non tutta la quota che poteva essere posta a carico del PNRR (3.440 miliardi) viene utilizzata per questa finalità.

Si segnala che i dati prelevati dall’allegato a pagina 381 e di seguito riportati non coincidono con quelli esposti a pagina 632 (poi ripetuti a pagina 648). L’ammontare complessivo non varia (non va tenuto conto dei decimali e degli arrotondamenti), ma variano la distribuzione dei finanziamenti all’interno dei programmi e delle varie annualità.  


 

Linea di intervento

risorse

INVESTIMENTO 4: TECNOLOGIE SATELLITARI ED ECONOMIA SPAZIALE

1,49

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Tecnologie satellitari ed economia spaziale

(M1-C4-I.4)

571

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023:     0

2024:   67

2025: 100

2026: 350

 

Si tratta di una voce residuale rispetto agli altri progetti.

 

Un obiettivo ripotato negli allegati è costituito dalla realizzazione di almeno 2 telescopi terrestri e altre infrastrutture schierate, 2 costellazioni o verifiche teoriche delle costellazioni schierate e 8 servizi forniti alle pubbliche amministrazioni.

Per tutto l’investimento 4, gli allegati pongono l’obiettivo (milestone) dell’aggiudicazione di tutte le gare per tutte le iniziative di economia spaziali (Q1-2023).

Trattandosi di aiuti a favore di ricerca, sviluppo e innovazione, la misura non verrà sottoposta a notifica preventiva. 

SatCom

385

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   30

2023:   70

2024:   80

2025: 120

2026:   85

Il programma è legato all’evoluzione tecnologica della connettività e tende ad assicurare un servizio costante e diffuso. Si stanno sviluppando reti di comunicazione sicure basate su soluzioni innovative, come la comunicazione quantistica, che trova applicazione nella distribuzione di chiavi quantistiche via satellite.

 

Osservazione delle Terra

200

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   20

2023:   20

2024:   20

2025:   80

2026:     0

 

I progetti nel campo dell'osservazione della Terra sono utilizzati per migliorare la gestione del territorio, andando dalle questioni ambientali, alla sicurezza, dalla gestione del patrimonio culturale e archeologico alle catastrofi naturali. I sistemi nazionali sono complementari a quelli sviluppati in Europa. I sistemi ad alta risoluzione devono essere affiancati a sistemi ad alta frequenza per migliorare la capacità di previsione e abilitare applicazioni orientate alla prevenzione dei rischi e capacità operative utili alla gestione delle future società digitalizzate (ad es. città intelligenti).

Nell'ambito delle azioni sarà potenziato il centro spaziale di eccellenza presso Matera, già sito per le operazioni satellitari dei sistemi nazionali di telerilevamento, anche nell’ambito di un programma dedicato al Mezzogiorno

Filiera italiana nel settore spaziale

235 in prestiti

di cui:

2021:     0

2022:   20

2023:   70

2024:   45

2025: 100

2026:     0

L'obiettivo di questa linea è aumentare la competitività attraverso due programmi: Space Factory 4.0: dedicato allo sviluppo di fabbriche intelligenti per la produzione di satelliti di piccole dimensioni; Programma di accesso allo spazio: dedicato allo sviluppo di tecnologie verdi per le generazioni future di propulsori e lanciatori.

Il programma Space factory interviene nel settore della trasformazione digitale e la digitalizzazione dei processi produttivi, in linea con quanto suggerito nel Piano Nazionale Transizione 4.0.

L’intervento riguarda l'intera filiera produttiva italiana e coinvolge i centri di ricerca di riferimento del settore.

In-Orbit Economy

150

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   10

2023:   15

2024:   45

2025:   50

2026:   30

A causa dell’abbattimento dei costi di lancio della miniaturizzazione dei satelliti occorre migliorare la capacità di gestione in orbita della singola missione. Lo sviluppo di sistemi, approcci e tecnologie in grado di ottimizzare la vita operativa di un satellite viene definito In-Orbit Servicing. Le tecnologie e le capacità operative coinvolte in tali applicazioni rappresentano un asset strategico per l'Europa e per l'Italia, che ha forti competenze nel campo della progettazione, sviluppo e qualificazione dei servizi in orbita e sistemi di deorbitazione

Sono previste le seguenti attività: un programma dedicato allo sviluppo di nuove capacità di servicing attraverso progetti di robotica autonoma e telecomandata e tecniche di intelligenza artificiale e la costruzione di tre ulteriori telescopi per la realizzazione di una rete di osservazione e tracciamento dei detriti spaziali con localizzazione del centro di controllo presso la Base ASI di Matera.

 

 

 


 

6.3. Sanità e politiche sociali

 


6.3.1 Assistenza territoriale sociale e sanitaria

Il PNRR affronta in modo integrato il nodo dell’assistenza socio-sanitaria territoriale collegando alcuni investimenti della Missione 5 "Inclusione e coesione" agli investimenti e progetti di riforma proposti dalla Componente 1Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza territoriale sanitariadella Missione 6, dedicata alla sanità.

Più nel dettaglio:

Gli ambiti di intervento (progetti) previsti dall’Investimento 1 “Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale” della Componente 2 della Missione 5 sono rivolti a: i) sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti; ii) percorsi di autonomia per persone con disabilità; iii) Housing temporaneo e stazioni di posta. Agli investimenti si affiancano due importanti previsioni di riforma: Legge quadro sulla disabilità e Riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti. La definizione ed esecuzione dei progetti a valenza sociale della componente M5C2 vede il coinvolgimento, in qualità di attuatori, degli enti locali (Comuni singoli od associati in Ambiti territoriali) coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con le Regioni.

La linea di intervento M5C2.1 è espressamente ricondotta alle politiche socio-sanitarie e dispone di 1,45 miliardi di euro.

L’Investimento 1 “Strategia nazionale per le aree interne” della Componente 3 della Missione 5 prevede: i) il potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità; ii) il consolidamento delle farmacie rurali convenzionate dei centri con meno di 3.000 abitanti; iii) la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie per il potenziamento del social housing. L’investimento vale 830 milioni di euro.

Infine, gli investimenti della Componente 1 della Missione 6Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale” intendono rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell'assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari. Agli investimenti si affiancano i seguenti interventi di riforma: un Decreto ministeriale di “Definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale e identificazione delle strutture a questa riferibili” e il “Disegno di legge sulla definizione di una nuova componente istituzionale del Servizio sanitario nazionale per le politiche, le attività e le prestazioni in materia di Salute-Ambiente-Clima”. Per l’attuazione di quest’ultimo intervento di riforma, nel periodo 2022-2026 è prevista l’assegnazione di 500 milioni a valere sul Fondo nazionale complementare (decreto legge n. 59 del 2021). Gli investimenti della Componente M6C1 valgono 7 miliardi di euro.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse destinate ai singoli investimenti presenti nelle Componenti 2 e 3 della Missione 5, afferenti al settore dell'assistenza territoriale per un totale di risorse pari a circa 2,28 miliardi di euro:


Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti

(M5-C2.1-I.1.1)

500

Sovvenzioni

L’investimento si articola in quattro categorie di interventi (progetti):

i) interventi di 18-24 mesi finalizzati a sostenere le capacità genitoriali e a supportare le famiglie e i bambini in condizioni di vulnerabilità, per un totale di risorse pari a 84,6 milioni;

ii) intervento rivolto agli anziani non autosufficienti finalizzato alla riconversione delle RSA in gruppi di appartamenti dotati dei servizi necessari alla permanenza in sicurezza degli anziani, a cui sono dedicate risorse pari a 307,5 milioni. La linea di attività è integrata agli investimenti del capitolo sanitario del Piano (infra M6-C1-I.1.1 e M6-C1-I.1.2);

iii) interventi per rafforzare i servizi sociali a domicilio necessari a garantire la dimissione ospedaliera anticipata e a prevenire i ricoveri in ospedale, a cui sono finalizzati 66 milioni. Anche questa linea di attività è integrata al progetto sull’assistenza sanitaria (cure intermedie) proposto nella Missione 6;

iv) interventi per rafforzare i servizi sociali attraverso l’introduzione di meccanismi di condivisione e supervisione per gli assistenti sociali, di cui si intende rafforzare la presenza e sostenere il ruolo, per un valore pari a 42 milioni.

Tutti i quattro interventi descritti sono considerati "livello essenziale di assistenza sociale".

 

Per il finanziamento ed i costi unitari degli interventi si rinvia alla sezione dedicata degli Allegati.

Il periodo di attuazione è stimato dal 2021 al 2026. Più in particolare, nel terzo trimestre del 2021, è prevista l’approvazione del Piano operativo con la definizione dei requisiti dei progetti che potranno essere presentati dagli enti locali, con riferimento alle quattro tipologie di interventi.

Nel primo trimestre del 2026, si prevede che almeno l'85% dei

distretti sociali (attualmente circa 600) abbia completato uno degli interventi (si veda sul punto la sezione dedicata degli Allegati).

Tutte le categorie di interventi  saranno attuati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali che pubblicherà un bando non competitivo in materia rivolto ai comuni  singoli o in associazione.

Percorsi di autonomia per persone con disabilità (M5-C2.1-I.1.2)

500

Sovvenzioni

Dirette beneficiarie dell’investimento sono le persone con disabilità.  L'investimento ha l'obiettivo di accelerare il processo di autonomia, e conseguentemente di deistituzionalizzazione, delle persone disabili, fornendo servizi sociali e socio-sanitari domiciliari (individualizzati) e di comunità, anche tramite l’assegnazione di proprietà immobiliari confiscate alle organizzazioni criminali. Anche questa linea di intervento è strettamente collegata alla riforma dei servizi sanitari di prossimità previsti dalla Missione sanitaria.

Per i costi unitari di intervento si veda negli Allegati.

Gli interventi sono realizzati dai Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con le Regioni.

Il periodo di attuazione è stimato dal 2021 al 2026.

 

Housing temporaneo e stazioni di posta

(M5-C2.1-I.1.3)

 

450

Sovvenzioni

L'investimento, rivolto alle persone senza dimora, si articola in due categorie di interventi:

(i) Housing temporaneo, con la messa a disposizione fino a 24 mesi, da parte dei Comuni (singoli o associati), di appartamenti per singoli/piccoli gruppi/famiglie con attivazione di progetti personalizzati. All’intervento sono stati destinati 177,5 milioni;

(ii) Stazioni di posta, con offerta di accoglienza notturna e servizi, quali: servizi sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro e distribuzione di beni alimentari. Le associazioni di volontariato, saranno coinvolte nelle attività delle Stazioni di posta, collaborando con le amministrazioni pubbliche. Al fine di raggiungere una più ampia inclusione sociale, il progetto comporterà azioni incentrate sull'inserimento lavorativo, con il supporto dei centri per l'impiego. L’intervento è finanziato con 272,5 milioni.

 

Per i costi unitari di intervento si veda nella parte dedicata degli Allegati.

Il periodo di attuazione è stimato dal 2021 al 2026.

 

Strategia nazionale per le aree interne

(M5-C3-I.1)

825

Sovvenzioni

 

 

 

 

 

 

2021: 175

2022: 175

2023: 200

2024: 75

2025: 75

2026: 25

 

 

 

 

 

 

 

2023: 25

2024: 25

2025: 25

2026: 25

Per le Aree Interne, distribuite da nord a sud, sono previsti investimenti attrattivi, in grado di facilitare i meccanismi di sviluppo colmando i divari territoriali (dovuti a differenze infrastrutturali, economiche e demografiche). Il supporto del PNRR si articola nelle seguenti due linee di intervento:

i) Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità.  L’intervento è rivolto al disagio e alla fragilità sociale, si prevede l’intensificazione dell’erogazione di servizi (agli anziani, ai giovani in difficoltà, servizi di natura socioassistenziale, etc.), anche facilitando l’accessibilità ai territori e i collegamenti con i centri urbani. Il finanziamento previsto è pari a 725 milioni (di cui 500 milioni per i comuni delle aree interne e 225 milioni per i comuni del Mezzogiorno).

ii) Rafforzamento dei servizi sanitari di prossimità (100 milioni di euro) attraverso il consolidamento delle farmacie rurali convenzionate dei centri con meno di 3.000 abitanti. L’obiettivo è di incentivare i privati a investire nell’adeguamento delle farmacie al fine di rafforzarne il ruolo di erogatori di servizi sanitari.

Si prevede il co-investimento privato pari a circa il 50% dell’intervento pubblico. Nel complesso, si prevede di aumentare gli investimenti delle farmacie rurali di 150 milioni di euro.

Dei 725 milioni previsti per il potenziamento dei servizi di comunità, 500 milioni sono destinati ai comuni delle aree interne e 225 milioni ai comuni del Mezzogiorno.

Almeno 2 milioni di abitanti delle aree interne e almeno il 5% della popolazione del meridione (circa 900.000 abitanti) sarebbero raggiunti da servizi e infrastrutture sociali sviluppati o migliorati.

L’Agenzia per la coesione territoriale sarà coinvolta nel monitoraggio dei progetti. L’intervento sarà realizzato tra il 2023 e il 2026; entro il quarto trimestre del 2021, sarà avviata una gara d'appalto per le farmacie nei comuni con una popolazione inferiore a 3.000 abitanti.

 

 

Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Legge quadro sulla disabilità

(M5-C2-I.1)

800

Risorse del Fondo per la disabilità e la non autosufficienza

2021: 200

2022: 300

2023: 300

La Riforma è finalizzata all'adozione di una disciplina organica ("Codice") sulla disabilità, volta a ridisegnare la tutela della disabilità nei diversi ambiti e, allo stesso tempo, a prevedere processi più efficienti di erogazione degli interventi e dei servizi. La Legge quadro ha le seguenti finalità:

§  Rafforzamento/qualificazione dell'offerta dei servizi sociali da parte degli Ambiti territoriali;

§  semplificazione dell’accesso ai servizi sanitari e sociali;

§   revisione delle procedure per l'accertamento delle disabilità;

§  promozione dei progetti di vita indipendente da definirsi con una valutazione multidimensionale della condizione della persona disabile.

 

Le amministrazioni coinvolte nella Riforma sono il Ministero della Salute, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le Regioni e i Comuni (ANCI).

Il periodo di attuazione è stimato dal 2021 al 2025. Il cronoprogramma prevede:

- fine del 2021 approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, di una legge delega sulla disabilità;

- secondo trimestre 2024 completamento della riforma con l'adozione parlamentare della legge quadro e l'adozione governativa dei decreti legislativi delegati.

Per approfondimenti si rinvia agli Allegati.

Riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti

 (M5-C2-I.1)

 

La Riforma è finalizzata alla individuazione formale dei livelli essenziali delle prestazioni per gli anziani non autosufficienti. I principi fondamentali della riforma sono:

(i) semplificare l'accesso ai servizi, attraverso punti unici di accesso sociale e sanitario;

(ii) individuare modalità di riconoscimento della non autosufficienza sulla base dei bisogni assistenziali;

(iii) introdurre la valutazione multidimensionale e definizione di un progetto individualizzato che finanzi i servizi necessari in modo integrato, favorendo la permanenza a domicilio.

La legge di riforma è anticipata da interventi specifici previsti dal PNRR, fra cui quelli previsti nella Missione salute (M6), con riferimento a progetti che rafforzano i servizi sanitari locali e l'assistenza domiciliare, e quelli previsti dalla Componente M5C2, con specifico riferimento agli investimenti finalizzati alla deistituzionalizzazione, alla riconversione delle case di riposo e al potenziamento dei servizi domiciliari per le dimissioni ospedaliere protette.

Si prevede l’adozione del disegno di legge delega entro la scadenza naturale della legislatura (primavera 2023). L'approvazione del decreto legislativo delegato è stimata entro il 1° trimestre 2024.

Anche in questo caso per approfondimenti si rinvia agli Allegati.

 

 


La Componente M5C2.1 intende rafforzare il ruolo dei servizi sociali territoriali come strumento di resilienza, mirando alla definizione di modelli personalizzati per la cura delle famiglie, delle persone di minore età, degli adolescenti e degli anziani, così come delle persone con disabilità. Ulteriori interventi prevedono investimenti infrastrutturali, finalizzati alla prevenzione dell’istituzionalizzazione attraverso la riconversione delle RSA o il reperimento di soluzioni alloggiative alternative. Interventi mirati sono inoltre previsti per la povertà estrema e i senza dimora.

Gli interventi inclusi in M5C2, con particolare riferimento agli investimenti 1 e 2, definendo la componente sociale dell’assistenza territoriale, sono complementari e pienamente coerenti con gli investimenti della Componente 1 della Missione 6 salute, che mira al rafforzamento dell'assistenza sanitaria e dei servizi territoriali a questa collegati.

Gli interventi di riforma proposti rivestono particolare importanza in quanto intendono riordinare la normativa in materia di disabilità e fissare, compatibilmente con il quadro finanziario, i livelli essenziali delle prestazioni per la non autosufficienza.

Il rafforzamento dell’assistenza sociosanitaria rivolta alla cura dei soggetti fragili e dei malati cronici e la contemporanea riprogettazione ed il potenziamento dei servizi pubblici di cura rivolti agli anziani non autosufficienti e ai disabili disegnano una assistenza sul territorio con ricadute molto importanti per l’occupazione femminile, poiché, da un lato alleggeriscono le donne dall’impegno di cura familiare, al quale esse sono prevalentemente dedite, dall’altro creano nuove possibilità di impiego in un settore tradizionalmente occupato dalle donne.

Ugualmente centrale per la definizione di una corretta assistenza territoriale è la prima linea di azione prevista dalla Componente M5C3 per le aree interne che rafforza la dotazione di servizi sociali e sanitari nelle aree del Mezzogiorno e in quelle marginalizzate, contribuendo ad aumentare l’attrattività dei territori a maggior rischio di spopolamento, accrescendo le opportunità di lavoro e affermando il diritto a restare per le nuove generazioni.

Assistenza territoriale sanitaria

Per l’ambito assistenza territoriale sanitaria, la maggior parte delle risorse sono presenti nella Componente 1 della Missione 6 “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale”. Si tratta, complessivamente, di 7 miliardi. Il Piano di costi e sostenibilità del personale relativo alla Componente M6C1 è illustrato in maniera dettagliata negli Allegati.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli:

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Case della Comunità e presa in carico della persona

(M6-C1-I.1)

2.000

Prestiti

 

L’investimento prevede l’attivazione di 1.288 Case della Comunità. La Casa della Comunità è identificata come la struttura sociosanitaria deputata a costituire un punto di riferimento continuativo per la popolazione, garantendo:

§  le politiche di prevenzione e di promozione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento;

§  il coordinamento di tutti i servizi offerti ai malati cronici. Al suo interno saranno presenti:

§  punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie per le valutazioni multidimensionali (servizi socio -sanitari);

§  servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziane e fragili;

§  servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari (Consultori).

Il personale sarà costituito da team multidisciplinari di professionisti della salute (MMG, PLS, medici specialistici e infermieri di comunità identificati come la figura chiave della struttura), e assistenti sociali.

L’investimento agisce, come già detto supra, in maniera sinergica con gli investimenti 1.1 e 1.2 della Componente 2 della Missione 5.

Per i costi unitari dell’investimento si veda qui.

Entro il primo trimestre del 2022 è prevista la definizione di uno strumento di programmazione negoziata che vedrà il Ministero della Salute, anche attraverso i suoi Enti vigilati, in qualità di autorità responsabile per l’implementazione e il coinvolgimento delle amministrazioni regionali e di tutti gli altri enti interessati

Casa come primo luogo di cura e telemedicina

(M6-C1-I.2)

4.000

Prestiti

 

di cui:

§  2.720 milioni connessi ai costi derivanti dal servire un numero crescente di pazienti con i servizi connessi all’assistenza domiciliare;

§  280 milioni per l'istituzione delle Centrali operative territoriali (COT);

§  1.000 milioni per la telemedicina.

 

 

L'investimento si articola in tre progetti:

i) identificare un modello condiviso per l'erogazione delle cure domiciliari, ovvero dell’ADI, che sfrutti al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (telemedicina, domotica, digitalizzazione). Il progetto mira ad aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10 per cento della popolazione di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti;

ii) attivare 602 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l'interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza (un COT per circa 60.244.639/100.000 abitanti);

iii) utilizzare la telemedicina per supportare al meglio i pazienti con malattie croniche.

Il progetto sulla telemedicina è in linea con quanto previsto negli investimenti 1.3 della Componente 2 della Missione 6, e, come già detto, è in linea e rafforza quanto promosso e previsto dagli investimenti 1.1 e 1.2 della Componente 2 della Missione 5.

L’obiettivo posto è assistere, nel 2025, almeno 200.000 persone sfruttando strumenti di telemedicina.

 

 

 

 

Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, nel secondo trimestre del 2022 è attesa l’approvazione, in sede di Conferenza Stato-regioni, dell’Accordo recante le Linee guida sul modello digitale per l'implementazione dell'assistenza domiciliare. Per i costi in relazione all’incremento dei pazienti attesi, si rinvia alla sezione dedicata degli Allegati.

 

 

 

 

 

 

 

 

Per quanto riguarda le Centrali operative territoriali, obiettivo posto è la piena operatività nel secondo trimestre del 2024.

Per i costi unitari dell’intervento, si rinvia agli Allegati.

 

 

L'intervento specifico per la telemedicina si traduce nel finanziamento di progetti di telemedicina proposti dalle Regioni sulla base delle priorità e di Linee guida definite dal Ministero della Salute. I progetti potranno riguardare ogni ambito clinico e promuovere un'ampia gamma di funzionalità lungo l'intero percorso di prevenzione e cura. Per ottenere i finanziamenti, i progetti dovranno innanzitutto potersi integrare con il Fascicolo Sanitario Elettronico. Saranno privilegiati progetti che insistono su più Regioni, e ambiscono a costruire vere e proprio "piattaforme di telemedicina" facilmente scalabili. Nel quarto trimestre del 2023 si prevede l’assegnazione di risorse a programmi/progetti sulla telemedicina come strumento di supporto regionale alla gestione dei pazienti.

 

Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di

Comunità

(M6-C1-I.3)

1.000

Prestiti

 

L’investimento mira al potenziamento dell’offerta delle cure intermedie attraverso l’attivazione dell’Ospedale di Comunità (di norma dotato di 20 posti letti, fino ad un massimo di 40), ovvero di una struttura sanitaria della rete territoriale a ricovero breve, destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata.

L’investimento si concretizzerà nella realizzazione di 381 Ospedali di Comunità (con uno standard nazionale stimato di un ospedale di comunità per 158.122 abitanti)

 

La realizzazione degli Ospedali di Comunità è stata calcolata, in via cautelativa, ex-novo considerando che, ad oggi, in Italia non esiste un flusso informativo specifico a livello nazionale per definire e individuare eventuali strutture disponibili o idonee alla riqualificazione (qui un approfondimento dei costi unitari di intervento). L’attuazione del progetto è prevista per la metà del 2026. Gli Ospedali Comunitari diventeranno pienamente operativi a partire dal 2027.

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Decreto ministeriale di “Definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale e identificazione delle strutture a questa riferibili”

 

L’adozione del decreto intende perseguire una nuova strategia sanitaria, sostenuta dalla definizione di un adeguato assetto istituzionale e organizzativo, che consenta di conseguire standard uniformi di cura dell’assistenza territoriale, in linea con i paesi europei e nell’ottica di un più ampio sistema di welfare comunitario

Il cronoprogramma per l’adozione del decreto è il seguente:

§  approvazione di una proposta di documento tecnico predisposto da un Gruppo di lavoro (Ministero della Salute/Regioni/AGENAS) - parere della Conferenza Stato-Regioni.

Il processo supra descritto è già in corso; il documento tecnico preparato dal gruppo di lavoro sarà completato entro luglio 2021.

L’adozione del decreto è prevista per il secondo trimestre del 2022.

Disegno di legge sulla definizione di una nuova componente istituzionale del Servizio sanitario nazionale per le politiche, le attività e le prestazioni in materia di Salute-Ambiente-Clima

 

Il Piano nazionale per gli investimenti complementari iscrive nello stato di previsione del Ministero della salute un importo pari a 500 milioni, così suddivisi:

 

2021:   51,49

2022: 128,09

2023: 150,88

2024: 120,56

2025:  46,54

2026:   2,45

 

Negli allegati al Piano, l’azione di riforma è indicata come parallela e sinergica al Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025. In particolare, si intende progettare e attuare un piano strategico di riforme e investimenti finalizzato alla creazione e al funzionamento di un sistema nazionale per la protezione e la promozione della salute rispetto ai determinanti ambientali e climatici secondo l'approccio olistico "One-Health".

Il nuovo sistema integrato è concepito per migliorare e armonizzare le politiche, la gestione e la strategia di risposta alle condizioni acute e croniche dovute a malattie trasmissibili e non trasmissibili associate a rischi ambientali, anche attraverso un interfacciamento sistematico con l'esistente Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA).

Le aree di intervento specifiche in materia di salute-ambiente-clima comprendono tra l'altro:

§  prevenzione e riduzione dei rischi per la salute legati all'inquinamento dell'aria e accesso universale all’acqua;

§  prevenzione e mitigazione dei rischi per le popolazioni all'interno di siti contaminati;

§  gestione sicura e sostenibile dei suoli e del ciclo dei rifiuti;

§  riduzione dei rischi diretti e indiretti per la salute umana associati al cambiamento climatico;

§  igiene, resilienza e sostenibilità della produzione primaria e delle filiere agroalimentari.

Si prevede la definizione della riforma entro la metà del 2022, a seguito della presentazione di un disegno di legge alle Camere.

Per approfondimenti sull’attuazione della Riforma si vedano gli Allegati.

 

 

 


Gli interventi di questa componente, che si devono leggere in parallelo con quelli della Missione 5 supra illustrati, intendono rafforzare le cure intermedie erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (Case e Ospedali di Comunità), il contemporaneo rafforzamento dell'assistenza domiciliare e lo sviluppo della telemedicina. Inoltre, con gli interventi di riforma, la componente mira a ridisegnare una parte del SSN applicando l'approccio olistico "One-health", nella pianificazione e nella gestione dei servizi di salute, ambiente, clima e prevenzione e risposta sanitaria.

Gli investimenti per gli ospedali e le case di comunità nonché quelli per la telemedicina sono rivolti alla popolazione nel suo complesso, con una particolare attenzione ai pazienti cronici e fragili, ai quali è sostanzialmente rivolto l’investimento per l’assistenza domiciliare (over 65). L’investimento per la Casa della comunità intende altresì fornire servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari (Consultori).

Il Ministero della Salute è responsabile della Componente nel suo complesso. Attraverso l’attivazione di conferenze di servizi si stima di semplificare le procedure, comprese quelle di autorizzazione. Per la realizzazione degli investimenti si utilizzeranno gli strumenti della programmazione negoziata (quali Contratto Istituzionale di Sviluppo, da definire entro il secondo trimestre del 2022), necessari per garantire il coordinamento dei livelli istituzionali e degli enti coinvolti.

Le Regioni, direttamente o attraverso le loro ASL, sono responsabili dell'esecuzione e della gestione degli investimenti. In caso di inadempienza da parte della Regione il Ministero della Salute procederà al commissariamento "ad acta". Per accedere alla quota premiale del Fondo Sanitario Nazionale, le Regioni saranno tenute a raggiungere gli obiettivi annuali definiti e soddisfare le milestones annuali richieste Il Ministero della Salute, in qualità di Amministrazione responsabile, anche attraverso i suoi organi di governo permanenti, attiverà risorse e procedure per monitorare l'andamento dell'investimento. Il tutto sarà definito tra il Governo e le Regioni con uno specifico Accordo Stato-Regioni, la procedura sarà monitorata dai tavoli istituzionali Governo-Regioni (qui gli approfondimenti).

Le spese di personale per tutte le azioni della Componente sono riportate in dettaglio nel Piano di sostenibilità 2022-2027 che riporta i costi stimati per il personale di ciascuna struttura e le fonti di finanziamento relative ad ogni annualità (per il 2027 si veda qui). Gli Allegati indicano anche il numero stimato di medici di medicina generale (General Practitioners) e di infermieri in servizio nel 2027.

 


6.3.2 Innovazione tecnologica nel SSN


Le risorse destinate all’obiettivo dell’innovazione tecnologica e digitale del Sistema sanitario nazionale (SSN) (M6C2 Investimento 1) allocate alla Componente 2 della Missione 6 ammontano, complessivamente, a 7.360 milioni, vale a dire a circa l’85,4% del totale complessivo previsto per la componente in questione, pari a 8.630 milioni di euro, che include anche la formazione e la ricerca sanitaria. Chiave del processo di modernizzazione del SSN è infatti il continuo aggiornamento delle competenze cliniche e assistenziali degli operatori sanitari e sociali, nonché il miglioramento della qualità strutturale degli ospedali, che non può prescindere dagli investimenti attuati con il successivo investimento 2.2. (v. infra) riguardante la formazione di figure centrali come i medici di base e i ruoli ospedalieri apicali.

 

La tabella di seguito analizza le misure in cui si articola l’investimento 1 della componente, che riguarda più in dettaglio lo sviluppo di una sanità pubblica innovativa tramite il potenziamento della struttura tecnologica e digitale del SSN a livello sia centrale, sia regionale. Esso è diretto a migliorare la qualità e la tempestività delle cure mediche in un contesto nel quale il paziente è parte attiva del processo clinico-assistenziale, anche garantendo la tutela dei dati ed un loro utilizzo efficace nella programmazione sanitaria:



 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero
(M6-C2.1-I.1.1)

4.052,41 (prestiti)

di cui:

2020: 170,9

2021: 624,1

2022: 405,2

2023: 659,6

2024: 973,6

2025: 718,5

2026: 500,4

L'investimento ha i seguenti obiettivi:

a)    ammodernamento digitale del parco tecnologico ospedaliero, mediante l’acquisto di 3.133 nuove grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico (quali TAC, risonanze magnetiche, angiografi, ecc.) in sostituzione di quelle obsolte con oltre 5 anni di utilizzo, per impegnare le Regioni e le province autonome all’approvazione del seguente contratto di sviluppo:

 

 

 

 

 

 

 

 

b)   l’approvazione di un Contratto istituzionale di sviluppo tra le amministrazioni regionali, gli enti sanitari coinvolti ed il Ministero della salute come responsabile della implementazione del progetto diretto alla individuazione di una lista di siti ospedalieri destinatari delle nuove attrezzature tecnologicamente avanzate;

c)    ad interventi per potenziare il livello di digitalizzazione di 280 strutture sanitarie (entro il 2025) sede di Dipartimenti di emergenza e accettazione (DEA) di I e II livello con diverso grado di specializzazione e complesso di popolazione assistita, anche al fine di garantire una pronta ed adeguata risposta ad eventi epidemici e pandemici;

d)   pubblicazione delle procedure di appalto nell’ambito degli accordi quadro Consip, e conclusione di contratti per la fornitura di servizi per la digitalizzazione degli ospedali (sede di DEA di I e II livello);

e)    rafforzamento strutturale degli ospedali del SSN, già avviato dal decreto Rilancio (D.L. 34/2020 - L.77/2020) ad inizio pandemia relativo a posti-letto di terapia intensiva e sub-intensiva entro il 2021,per garantire i seguenti posti letto: 

f)    oltre 7.700 posti-letto aggiuntivi così computati: +3.500 posti letto per il raggiungimento dello standard di 0,14 posti letto di terapia intensiva ogni 1.000 abitanti; +4.225 posti letto per la terapia semi-intensiva e consoli-damento della separazione dei percorsi all’interno del pronto soccorso.

L’acquisto delle nuove apparecchiature tecnologicamente avanzate avverrà entro il 2024.

L’obiettivo dell’investimento per l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero riguarda:

§  le regioni italiane, le Aziende sanitarie locali e gli ospedali, che attraverso strumenti digitali e tecnologicamente più avanzati sono nelle condizioni di governare più efficacemente la catena dell’offerta di cure mediche ;

§  i cittadini che beneficeranno di una tempestiva risposta di risposta di alta qualità dei servizi medici per i bisogni di cura.

L’approvazione del Contratto istituzionale di sviluppo è previsto entro la prima metà del 2022.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La pubblicazione delle procedure di appalto di cui al punto d) deve avvenire entro il 2022.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Incremento di posti letto da garantire entro la metà del 2026.

Ospedali sicuri e sostenibili
(M6-C2.1-I.1.2)

1.638,85 (prestiti)

di cui:

2020: 30,3

2021: 105,3

2022: 144,5

2023: 185,4

2024: 431,2

2025: 375,7

2026: 366,5

 

 

Con riferimento alle risorse del Fondo complementare, di cui al DL. 5 maggio 2021, n. 59, volte ad integrare con risorse nazionali gli interventi del PNRR per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026, si segnala all’articolo 1, comma 2, la lett. e):

§  (punto 2) riparto previsto per la misura “Verso un ospedale sicuro e sostenibile” di 250 milioni di euro per il 2021, 390 milioni per il 2022, 300 milioni per il 2023, 250 milioni per il 2024, 140 milioni per il 2025 e 120 milioni per il 2026.

L’investimento è volto al miglioramento strutturale nel campo della sicurezza degli edifici ospedalieri.

Sulla base di una ricognizione del 2020, si dovrà intervenire su 116 strutture per l’adeguamento alle normative antisismiche con 640 milioni aggiuntivi, tenendo conto di un volume di investimenti pari a circa 1.000 milioni relativo a progetti già in essere finanziati dalle risorse per l’edilizia sanitaria (Legge n. 67/1988).

Si prevede il completamento di almeno 109 interventi anti-sismici entro la metà del  2026.

Infrastruttura tecnologica e strumenti di raccolta, elaborazione, analisi dei dati e simulazione
(M6-C2.1-I.1.3)

1.672,54 (prestiti)

di cui:

2020: 50,0

2021: 202,2

2022: 231,9

2023: 269,0

2024: 356,7

2025: 286,8

2026: 276,0

 

 

Con riferimento alle risorse del sopra citato Fondo complementare si segnala all’articolo 1, comma 2, lett. e):

(punto 3) riparto previsto per la misura “Ecosistema innovativo della salute” 10 milioni per il 2021, 105,28 milioni per il 2022, 115,28 milioni per il 2023, 84,28 milioni per il 2024, 68,28 milioni per il 2025 e 54,28 milioni per il 2026.

L’investimento è rivolto a due obiettivi principali:

1)   il potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico (FSE) per garantirne in particolare l’omogeneità, l’inter-operabilità e l’accessibilità ad assistiti ed operatori sanitari a livello nazionale, con 1,38 mld di cui 569,6 milioni già stanziati per l’Infrastruttura  nazionale  per l’interoperabilità dei Fascicoli sanitari elettronici finalizzato alla realizzazione del Sistema di Tessera sanitaria elettronica (STS) con i seguenti target: a) che almeno l’85% dei medici di base che alimentino il FSE regolarmente (spesa prevista 200 milioni) entro il 2025; b) che tutte le Regioni, entro la metà del 2026, adottino e usino il FSE (spesa prevista 610 milioni);

2)   il rafforzamento del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), vale a dire l’infrastruttura e gli strumenti di analisi del Ministero della salute per il monitoraggio dei LEA (livelli essenziali di assistenza), con 292,6 milioni di cui: a) 92,7 milioni per il potenziamento dell’infrastruttura centrale del Ministero della salute e degli strumenti tecnologici e analitici, con apposita procedura di gara entro la metà del 2022, volto al completamento della piattaforma open data; b) 103,3 milioni per reingegnerizzare il nuovo sistema di informazione sulla salute (NSIS) a livello locale; c) 77 milioni per la costruzione di un modello di simulazione e predizione degli scenari di medio e lungo termine del Sistema sanitario; d) 19,6 milioni per lo sviluppo di una piattaforma per l’offerta di servizi di telemedicina.

I target di rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, gestione e analisi dei dati, e di simulazione, saranno congiunta-mente gestiti dal Ministero della Salute, MEF e Ministero per la Transizione digitale.

 

 

 


All’investimento 1 si affianca la seguente previsione di riforma degli IRCCS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), la quale rappresenta il collegamento tra l’obiettivo dell’innovazione nel campo della salute e la ricerca sanitaria, quest’ultima finanziata con l’investimento 2:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Riorganizzare la rete degli IRCCS (M6-C2.1-R.1)

Già ricordato a p 154.

--

La riforma riguarda la revisione e l’aggiornamento dell’assetto regolamentare e del regime giuridico degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e delle politiche di ricerca del Ministero della salute, per la riorganizzazione di tali enti di ricerca finalizzata al rafforzamento del rapporto fra ricerca, innovazione e cure sanitarie.

 

Approvazione di un decreto legislativo entro la fine del 2022.

Si tratta dell’aggiornamento del decreto legislativo n. 288/2003 che riguarda il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, a norma dell'articolo 42, comma 1, della L. n. 3 del 16 gennaio 2003 che delega alla trasformazione di tali istituti in fondazioni, al fine di rafforzarne l'attività come strutture di eccellenza all'interno del SSN. In particolare, l’aggiornamento intende caratterizzare ulteriormente la struttura giuridica degli IRCCS pubblici e privati, aggiornando anche i criteri per il riconoscimento dello status di IRCCS e individuando le procedure di revoca, attualmente non previste.

 

 


L’investimento 1 mira alla trasformazione e rinnovamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano e potrà avere effetti sulle famiglie, mediante la creazione di un'offerta di servizi sanitari digitalmente avanzata, in grado di migliorare la qualità delle cure e la risposta ai bisogni di salute dei cittadini. In proposito, si fa riferimento al quadro generale di modernizzazione delle relazioni PA-cittadini previsto dall'Agenda Digitale Italiana (AGID), che recepisce le linee guida dell'Agenda Digitale Europea (DAE – 2010) e pone tra i suoi obiettivi principali l'istituzione della cartella clinica elettronica (Electronic Health Record - Fascicolo sanitario elettronico), inteso come documento digitale unico dei dati socio-sanitari del paziente. In proposito derivano ricadute dalla Componente 1, Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA”, con particolare riferimento all’investimento 1.7: “Competenze digitali di base” (v. ante M1C1).

 

La Componente ha come target le Regioni italiane, le ASL e gli ospedali, che attraverso strumenti digitali e tecnologicamente avanzati potranno governare meglio la filiera sanitaria dell’offerta assistenziale. Esso ha un basso impatto sull’ambiente in quanto migliora l’efficienza dei processi di assistenza, in linea con governance dell'Unione sull'energia e sull’azione per il clima di cui al Regolamento UE 2018/1999.

 

Sul fronte trasversale dei divari territoriali e generazionali, da un parte, il potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico mediante la costituzione di un repository nazionale dell’anagrafe nazionale degli assistiti, accanto allo sviluppo di piattaforme nazionali dato dal supporto della telemedicina, oltre che il rafforzamento di modelli predittivi, consentirà una tendenziale uniformità territoriale nell’utilizzo di strumenti di programmazione, gestione e controllo dei dati sanitari; dall’altra, l’attivazione di borse di studio con particolare riferimento al corso di formazione specifica in medicina generale, avrà un impatto sull’occupazione giovanile.

 


6.3.3 Formazione e ricerca sanitaria

 


Le risorse destinate all’obiettivo della formazione, ricerca scientifica e trasferimento tecnologico allocate alla Componente 2 della Missione 6 (M6C2, Investimento 2) ammontano a 1.260 milioni di euro, vale a dire il 14,6% del totale degli investimenti previsti complessivamente per la componente in esame (8.630 milioni), che includono le risorse destinate all’innovazione e digitalizzazione del Sistema sanitario (v. ante). L’investimento 2 della componente comprende due misure esposte nella tabella che segue:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Valorizzazione e potenziamento della ricerca biomedica del SSN
(M6-C2.2-I.2.1)

524,1 (sovvenzioni)

di cui:

2023: 131,0

2024: 131,0

2025: 131,0

2026: 131,0

 

Il Fondo complementare, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del PNRR, per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026, stanzia risorse a carattere aggiuntivo rispetto a quelle sopra evidenziate, di cui alla lett. i), comma 2, art. 1, del DL. 59/2021 (Finanziamenti in materia di ricerca sanitaria), come segue:

§  riparto di complessivi 500 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2026 da iscrivere, per gli importi e le annualità indicati ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca riferiti al programma “Iniziative di ricerca per tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale” per un ammontare di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.

 

L’investimento mira a rafforzare la capacità di risposta dei centri di eccellenza presenti in Italia nel settore delle malattie rare, favorendo il trasferimento tecnologico tra ricerca e imprese per almeno 420 progetti, tramite:

§  realizzazione dei progetti PoC (proof of concept)[15] con bandi di gara pari a 100 milioni (numero stimato pari a 100 progetti da 1 milione ciascuno);

§  programmi di ricerca nel campo delle malattie rare e dei tumori rari finanziati per 100 milioni (numero stimato pari a 100 progetti da 1 milione ciascuno);

 

 

§  ricerca su malattie altamente invalidanti per progetti stimati in un numero di 324, per un costo unitario di circa 1 milione ciascuno (costo totale 324,1 milioni).

 

 

 

 

 

 

 

I bandi di gara dei progetti PoC dovranno assegnare le risorse entro la fine del 2025.

 

 

Per i programmi di ricerca e i progetti nel campo delle malattie rare e dei tumori rari sono previsti due finanziamenti di 50 milioni ciascuno, da erogare rispettivemente entro la fine del 2023 e la fine del 2025.

Per la ricerca sulle malattie altamente invalidanti si prevedono due finanziamenti del valore di 160 milioni ciascuno, da assegnare entro il 2023 ed il 2025, sempre successivamente alla fase di preparazione e pubblicazione della gara.

 

Sviluppo competenze tecniche, professionali, digitali e manageriali del personale del SSN
(M6-C2.2-I.2.2)

737,6 (prestiti)

di cui:

2021: 10,4

2022: 145,5

2023: 157,9

2024: 151,7

2025: 141,3

2026: 130,8

 

L’investimento mira a:

 

§  finanziare 900 borse di studio aggiuntive ogni anno del triennio per corsi specifici di medicina generale (MMG) di durata triennale, per un totale di 2.700 borse di studio aggiuntive;

 

 

 

 

§  prevedere un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere, con circa 150.000 partecipanti entro la fine del 2024 e circa 140.000 entro metà 2026;

 

§  incrementare le competenze manageriali e digitali per i professionisti del SSN, con la formazione di un numero di  4.500 per un costo unitario di 4.000 euro ciascuno ed un totale di 18 milioni di euro;

 

§  finanziare un numero di 4.200 contratti di formazione specialistica della durata di 5 anni per un costo totale di 537,6 milioni (25.000 euro annui ciascuno per  primi due anni e 26.000 per i rimanenti 3 anni).

 

 

Più in dettaglio, gli allegati tecnici specificano che l’incremento delle borse di studio per la formazione specifica in medicina generale è di 2.700 (900x3) per un costo unitario di 34.809 euro, per un totale di 93,98 milioni di euro, da erogare entro la metà del 2023 e a completamento di un ciclo di formazione entro la metà 2024.

 

 

Il piano straordinario “infezioni” prevede esattamente 293.386 persone, per un costo unitario di 300 euro ed un totale di circa 88 milioni di euro.

 

I progetti formativi per lo sviluppo di percorsi di acquisizione di competenze per i professionisti del SSN dovranno essere completati per una prima parte entro la metà del 2024 e per la restante parte entro la metà del 2026.

 

Il costo dei contratti di formazione specialistica sarà distribuito lungo il quinquennio 2022-2026.

 

 

 


Le misure sono destinate alle regioni, per il tramite del Ministero della salute, alle università e ai centri di ricerca privati e pubblici e ai loro dipendenti ricercatori, in particolare quelli degli IRCCS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), e sono pertanto relative sia ad una specifica riforma di riorganizzazione di questi ultimi (v. ante), sia a finanziamenti aggiuntivi per garantire un maggiore coordinamento e miglioramento dell'offerta di servizi sanitari.


6.4 Lavoro e occupazione

 


Le risorse destinate alle politiche per il lavoro - pari a 6,66 miliardi di euro - sono allocate nella Componente 1 della Missione 5.

Per tale componente il Piano stima un costo complessivo pari a 12,62 miliardi di euro, di cui 6,66 miliardi richiesti nell'ambito del dispositivo di ripresa e resilienza. La differenza, pari a 5,97 miliardi di euro, sarà finanziata a valere sulle risorse del Programma REACT-EU e riguarderà:

§  la Riforma delle politiche attive e formazione, per 500 mln di euro;

§  il Fondo per le nuove competenze, per 1 miliardo di euro;

§  gli incentivi per le assunzioni di giovani e donne, soprattutto nel Sud, e la riduzione del costo del lavoro, per 4,47 miliardi di euro (che si aggiungono ai 24,65 miliardi di euro finanziati dalla legge di bilancio 2021).

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 5, afferenti al settore Politiche per il lavoro:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Potenziamento dei centri per l’impiego
(M5-C1-I.1.1)

600 (sovvenzioni) di cui:

2021: 200

2022: 200

2023: 200

Migliorare l’offerta, l’analisi dei fabbisogni di competenze e la definizione di piani formativi individuali, attraverso il potenziamento del 90% dei Centri per l’impiego entro il triennio 2021-2023.

Si segnala che nel 2019 è stato provato il Piano Nazionale per il rafforzamento dei CPI e l’assunzione di personale (fino a 5.600 unità nel 2019, 8.600 unità nel 2020 e 4.600 unità dal 2021). Tale procedura di assunzione è in atto e il Governo auspica di completarla entro la fine del 2021; 400 mln delle risorse previste dal Piano sono già ripartiti tra le regioni per tale finalità.

L’investimento si svilupperà tra il 2021 ed il 2023.

Si segnala, al riguardo, che il disegno di legge delega AS 1338 - attualmente all’esame della 11a Commissione del Senato - prevede, tra l’altro, tra i principi e i criteri direttivi specifici ai quali il Governo dovrà attenersi nell’esercizio della delega, la razionalizzazione delle funzioni e dei compiti amministrativi in materia di servizi per l’impiego, di collocamento mirato e di politiche del lavoro (art. 1, c. 2, lett. b))

Creazione di imprese femminili
(M5-C1-I.1.2)

400 (prestiti) di cui:

2021: 25

2022: 50

2023: 75

2024: 100

2025: 100

2026: 50

Incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e sistematizzare e ridisegnare gli attuali strumenti di sostegno all’avvio e alla realizzazione di progetti aziendali per imprese a conduzione femminile o a prevalente partecipazione femminile

Le risorse relative a questo investimento – che si svilupperà tra il 2021 ed il 2026 - saranno utilizzate per la creazione del “Fondo Impresa Donna”, con il compito di rafforzare finanziariamente sia alcune misure già esistenti lanciate per supportare l’imprenditoria (come NITO e Smart&Start), sia il nuovo Fondo per l'imprenditoria femminile istituito dalla Legge di Bilancio 2021 (con una dotazione di 20 mln di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022).

Al riguardo, si ricorda che la medesima legge di bilancio 2021 ha istituito, il Comitato Impresa Donna con il compito di attualizzare le linee di indirizzo per l’utilizzo delle risorse del Fondo e di formulare raccomandazioni sui temi della presenza femminile nell’impresa e nell’economia.

L’investimento sarà gestito conformemente ai Regolamenti applicabili in materia di aiuti di Stato.

Sistema di certificazione della parità di genere
(M5-C1-I.1.3)

10 (sovvenzioni) di cui:

2021: 0,5

2022: 2

2023: 1,5

2024: 2

2025: 2,5

2026: 1,5

Definire un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere che incentivi le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche, quali, ad esempio, opportunità di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere, tutela della maternità.

La misura mira a raggiungere il maggior numero possibile di imprese senza un'attenzione specifica alla dimensione territoriale.

 

L’attivazione è prevista a partire dal secondo trimestre 2022 e la fase sperimentale durerà fino al secondo trimestre del 2026.

Entro il secondo trimestre 2026 sono attesi i seguenti risultati: la partecipazione alla certificazione di 800 imprese (PMI o più grandi), di cui almeno 450 PMI; il ricevimento di servizi di accompagnamento e assistenza per 1000 imprese.

L’investimento sarà gestito conformemente ai Regolamenti applicabili in materia di aiuti di Stato.

Si segnala al riguardo che il testo unificato AC 522 - attualmente all’esame della XI Commissione Lavoro della Camera - prevede, tra l’altro, che il rapporto biennale relativo alla situazione del personale redatto dalle imprese disciplini le modalità di rilascio della certificazione di pari opportunità di lavoro da attribuire alle aziende che realizzano i parametri minimi di rispetto delle pari opportunità, con particolare riferimento alla retribuzione corrisposta e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Sistema duale (M5-C1-I.1.4)

600 (sovvenzioni) di cui:

2021: 220

2022: 120

2023: 220

2024: 20

2025: 20

Rendere i sistemi di istruzione e formazione più in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro, nonché promuovere l’occupabilità dei giovani e l’acquisizione di nuove competenze, soprattutto nelle aree più marginali e periferiche.

Le risorse saranno erogate dalle Regioni, principalmente sulla base del numero degli studenti iscritti nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale

Le risorse dell’investimento – che si svilupperà tra il 2021 ed il 2025 - saranno ripartite tra le regioni in base al numero di studenti iscritti a corsi di formazione professionale. Nelle regioni dove il sistema di istruzione e formazione professionale non è particolarmente avanzato, un maggiore coinvolgimento delle scuole nazionali professionali potrebbe contribuire a ridurre le disparità.

Servizio civile universale (M5-C1-I.2.1)

650 (sovvenzioni) di cui:

2021: 216,6

2022: 216,7

2023: 216,7

Ulteriori 300 mln di euro proverranno dal Fondo nazionale per il Servizio civile.

Potenziare il Servizio Civile Universale, stabilizzando il numero di operatori volontari e promuovendo l’acquisizione di competenze chiave per l’apprendimento permanente (soft skills, competenze personali, sociali, competenze di cittadinanza attiva).

 

Il progetto ha una durata di tre anni, ma prevede un monitoraggio semestrale dei progressi e può diventare operativo immediatamente, non appena saranno stabilite le risorse da assegnare.

L’organismo responsabile di tale investimento è il Dip.to per le politiche giovanili e il Servizio civile, ma è previsto un coinvolgimento dei ministeri che hanno competenze specifiche nelle politiche giovanili.

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:



 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Politiche attive del lavoro e formazione

 (M5-C1-R.1.1)

4.400 (sovvenzioni) di cui:

2021: 400

2022: 1.000

2023: 1.000

2024: 1.000

2025: 1.000

Ulteriori 500 mln di euro a valere sulle risorse del Programma REACT-EU.

La finalità è quella di introdurre un’ampia riforma delle politiche attive e della formazione professionale, supportando i percorsi di riqualificazione professionale e di reinserimento di lavoratori in transizione e disoccupati, nonché definendo, in stretto coordinamento con le Regioni, livelli essenziali di attività formative per le categorie più vulnerabili.

La riforma si struttura in due linee di intervento:

1.    adozione del Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL), quale programma nazionale di presa in carico, erogazione di servizi specifici e progettazione professionale personalizzata;

2.    adozione del Piano Nazionale Nuove Competenze, con l’obiettivo di riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati, mediante il rafforzamento del sistema della formazione professionale.

 

L’adozione di entrambi gli interventi è prevista entro il 2021, mentre l’implementazione della riforma si svilupperà nell’arco di 5 anni, dal 2021 al 2025.

L’adozione del Programma nazionale GOL inizierà con la revisione dell’assegno di ricollocazione, rifinanziato dalla legge di bilancio 2021, che ne ha esteso anche l’ambito soggettivo di applicazione.

Si segnala, al riguardo, che la proposta di legge AC 1818 - attualmente all’esame della XI Commissione Lavoro della Camera - prevede, tra l’altro, la possibilità per gli enti di formazione accreditati di stipulare un Patto di Formazione, tramite il quale garantire al beneficiario un percorso di riqualificazione professionale finalizzato al reinserimento lavorativo anche in un settore diverso da quello in cui è stata maturata la pregressa esperienza lavorativa.

Si segnala, inoltre, che il disegno di legge delega AS 1338 – attualmente all’esame della 11a Commissione del Senato - prevede, tra l’altro, tra i principi e i criteri direttivi specifici ai quali il Governo dovrà attenersi,  la razionalizzazione del sistema informativo unitario delle politiche del lavoro, il sistema informativo della formazione professionale e le comunicazioni telematiche in materia di lavoro  (art. 1, c. 2, lett. c))

Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso  (M5-C1-R.1.2)

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Il rafforzamento della lotta al lavoro sommerso nei diversi settori dell’economia ha lo scopo di integrare le riforme e gli investimenti in materia di politiche del lavoro.

Il Piano comprenderà una serie di azioni, in parte già avviate, che riguarderanno, in particolare:

§  l’affinamento delle tecniche di raccolta e di condivisione dei dati sul lavoro sommerso;

§  l’introduzione di misure per trasformare il lavoro sommerso in lavoro regolare;

§  il lancio di una campagna informativa rivolta ai datori di lavoro e ai lavoratori;

§  la definizione di una struttura di governance che assicuri una efficace implementazione delle azioni;

§  il rafforzamento già programmato dell’Ispettorato nazionale del lavoro (è prevista nei prossimi mesi l’assunzione di circa 2.000 nuovi ispettori su un organico corrente di circa 4.500).

Tali azioni si affiancano a quelle previste nel Piano Triennale (2020-22) di contrasto al lavoro sommerso in agricoltura (si veda, sul punto, la Componente 2 della Missione 5).

L’adozione del Piano nazionale è prevista entro il quarto trimestre del 2022, mentre la sua piena implementazione entro il primo trimestre del 2024.

Entro la fine dello stesso anno si prevede un incremento del numero di ispezioni pari al 20% rispetto alla media del triennio 2019-2021, mentre entro il primo trimestre del 2026 una riduzione tra il 2 ed il 6 per cento del lavoro sommerso.

 

 

 


Obiettivo delle misure connesse all’ambito delle politiche per il lavoro è principalmente quello di incrementare il tasso di occupazione, in particolar modo quella giovanile e femminile, anche attraverso il potenziamento della formazione professionale e la previsione di strumenti che facilitino le transizioni occupazionali.

Le suddette misure rivestono un ruolo rilevante nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il PNRR, di sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere e di incremento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani, con l’obiettivo principale di incrementare il tasso di occupazione, in particolar modo quella giovanile e femminile.

Per quanto concerne l’impatto delle misure sin qui descritte sull’occupazione giovanile, il PNRR evidenzia, in particolare, che:

§  il potenziamento della formazione professionale – anche attraverso il rafforzamento del sistema duale - potrà ridurre il disallineamento tra le competenze possedute, anche digitali, e quelle effettivamente richieste dalle imprese agevolando così l’ingresso nel mondo del lavoro, nonché la promozione di transizioni occupazionali anche verso i settori "verdi”;

§  il potenziamento del “Servizio Civile Universale” determinerà un incremento del numero di giovani tra i 18 e i 28 anni che possono accedere ad un percorso di apprendimento non formale volto ad accrescere le proprie conoscenze e competenze e meglio orientarle per l’ingresso nel mondo del lavoro.

Tra le suddette misure, quelle maggiormente suscettibili di avere un impatto più diretto sulla parità di genere e sull’occupazione femminile sono:

§  la creazione di un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, con l’obiettivo di incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità;

§  la promozione dell’imprenditoria femminile, allo scopo di incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso la previsione di misure volte a sostenere l'avvio di attività imprenditoriali femminili e a delineare un’offerta più aderente ai fabbisogni delle donne;

§  il potenziamento delle politiche attive del lavoro che contribuiranno, tra l’altro, a ridurre il numero di NEET, fra i quali si registra un significativo divario di genere.

Inoltre, le misure a sostegno del Mezzogiorno previste nel Piano contriburanno anche a migliorare l’occupabilità delle donne. L’occupazione femminile registra infatti un incremento del 4 per cento nel triennio 2024-2026 rispetto allo scenario di base, con una accentuata attivazione nel Sud (+ 5,5 per cento nello stesso periodo). Più in generale, le suddette azioni miglioreranno l’indicatore relativo ai divari territoriali dei tassi di occupazione e di disoccupazione.


 

 

 

Tavola 4.14: Impatto del PNRR sull’occupazione femminile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario di base)

 

 

2021

2022

2023

2024-2026

Occupazione totale

0,7

2,2

3,2

3,2

Occupazione femminile

0,7

2,2

3,5

4,0

Occupazione femminile Mezzogiorno

1,3

3,8

5,0

5,5

Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT

 


Di seguito due tavole che riportano le variazioni percentuali dell’occupazione femminile e giovanile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, con riferimento all’incidenza sui predetti tassi di occupazione delle misure sin qui descritte, afferenti alla componente 1 della Missione 5, rispetto alla totalità delle misure previste dal PNRR (Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT)


 

Tavola 4.15: Occupazione femminile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario base)

 

2021

2022

2023

2024-2026

Totale PNRR

0,7

2,2

3,5

4,0

M5

0,1

0,5

0,7

0,7

M5C1

0,1

0,4

0,3

0,5

 

 

Tavola 4.16: Occupazione giovanile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario base)

 

2021

2022

2023

2024-2026

Totale PNRR

0,4

2.0

3,0

3,2

M5

0,1

0,4

0,5

0,6

M5C1

0,1

0,2

0,2

0,3

 

 


Si segnala, inoltre, che una delle azioni con cui il Governo intende incrementare la partecipazione dei giovani e delle donne al mercato del lavoro è costituita dall’inserimento nei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN di previsioni dirette a condizionarne l’esecuzione all’assunzione di giovani e donne. Con specifici interventi normativi e tenuto anche conto della tipologia del progetto in relazione ai profili occupazionali richiesti, sarà infatti previsto l’inserimento nei bandi gara di specifiche clausole con cui saranno indicati, come requisiti necessari e in aggiunta, premiali dell’offerta, criteri orientati verso i suddetti obiettivi.

In conseguenza del necessario coinvolgimento degli enti territoriali nell’implementazione della Riforma delle politiche attive del lavoro, parte delle risorse vengono destinate dal Piano alle regioni.

In particolare, per l’investimento 1.1 il Piano prevede risorse pari a 600 mln di euro da destinare alle regioni; di questi, 400 sono già ripartiti tra le regioni stesse sulla base delle unità aggiuntive di personale previste nel Piano nazionale di potenziamento dei Centri per l’impiego.

Anche per il rafforzamento del Sistema duale, investimento 1.4, si vede un coinvolgimento delle regioni. Le relative risorse, pari a 600 mln di euro, saranno infatti erogate dalle regioni medesime, in linea di continuità con quanto viene annualmente ripartito in base a norme di legge per le formazioni professionali.

Si ricordano, inoltre, le risorse destinate al potenziamento del Servizio civile universale, pari a 650 mln di euro, destinate agli enti di servizio civile.

Infine, come ricordato nel Piano, nel complesso i suddetti interventi beneficiano di risorse complementari per 1,65 miliardi dai progetti PON e 24,65 miliardi dagli stanziamenti della Legge di Bilancio.


6.5 Fisco


La riforma fiscale rappresenta una delle riforme di accompagnamento al Piano per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso essa è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee. Nel PNRR il Governo sottolinea come in ambito fiscale pesino i numerosi interventi operati negli anni, molti dei quali dettati dall’urgenza. Ciò ha prodotto una sempre più marcata frammentazione della legislazione tributaria, da cui è derivato un sistema fiscale articolato e complesso che ha rappresentato, nel tempo, un freno per gli investimenti, anche esteri.

Viene al riguardo ritenuto auspicabile:

§  effettuare un’opera di raccolta e razionalizzazione della legislazione fiscale in un testo unico, integrato e coordinato con le disposizioni normative speciali, da far a sua volta confluire in un unico Codice tributario;

§  garantire che le nuove regole abbiano stabilità nel tempo, per evitare che gli operatori del settore (ivi compresa l’Amministrazione finanziaria) debbano continuamente adattarsi a mutate cornici normative.

In tale prospettiva il Governo inserisce la possibile revisione dell’Irpef, con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l’equilibrio dei conti pubblici. Viene ritenuto dunque che in tal modo sarebbe incentivata la tax compliance e potrebbe essere sostenuta la partecipazione al lavoro delle donne e dei giovani.

Si preannuncia la presentazione al Parlamento, entro il 31 luglio 2021, di una legge di delega da attuarsi per il tramite di uno o più decreti legislativi delegati. Il Governo chiarisce che il disegno di legge deve tenere adeguatamente conto del documento conclusivo dell’Indagine conoscitiva sulla riforma dell’IRPEF e altri aspetti del sistema tributario, avviata dalla Commissioni parlamentari Finanze di Senato e Camera e che, per realizzare in tempi certi la riforma, dopo l’approvazione della legge di delega, intende istituire un Commissione di esperti.



 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Legge di delega per la riforma fiscale

 

 

La legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020, commi 2-7) ha istituito un Fondo, con una dotazione di 8.000 milioni di euro per l'anno 2022 e 7.000 milioni a decorrere dal 2023, per interventi di riforma del sistema fiscale.

Al Fondo sono destinate altresì le maggiori entrate permanenti derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo.

§  effettuare un’opera di raccolta e razionalizzazione della legislazione fiscale in un Codice tributario unico;

§  garantire che le nuove regole abbiano stabilità nel tempo

§  riformare l’Irpef, per semplificare la struttura del prelievo e ridurre il carico fiscale, preservando la progressività dell’imposta e l’equilibrio dei conti pubblici, così incentivando la tax compliance e sostenendo la partecipazione al lavoro delle donne e dei giovani.

 

Il Governo si è impegnato a presentare il ddl delega entro il 31 luglio 2021

 

 

Family Act, recante le deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, (C. 2561)

 

Una quota del Fondo non inferiore a 5.000 e non superiore a 6.000 milioni di euro a decorrere dal 2022 è destinata all'assegno universale e ai servizi alla famiglia, istituito dalla legge di bilancio 2020 con una dotazione di 3.012 milioni di euro per il 2021 (comma 339, della legge n. 160 del 2020) cui si aggiungono 1.044 milioni di euro per il 2021 e 1.244 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, oltre alle risorse rivenienti dalla riorganizzazione di numerosi interventi eterogenei, sia di natura fiscale sia di spesa, pari a circa 15 miliardi di euro.

Misure per il sostegno alle famiglie con figli, per la promozione della partecipazione al lavoro delle donne, per il sostegno ai giovani

In corso di esame in Parlamento

Assegno Unico Universale, (legge 1° aprile 2021, n. 46).

 

misura unica nazionale di sostegno dove far confluire le risorse destinate alle famiglie con figli a carico

in fase di attuazione della legge delega

Potenziamento dell’Agenzia delle entrate attraverso nuove risorse umane

 

 

assunzione di personale dotato di professionalità adeguate nell’analisi avanzata di dati (data scientist), nell’informatica, nel controllo fiscale sia dei fenomeni interni sia transnazionali, di esperti in fiscalità internazionale, di informatici, di ingegneri, e di esperti in diritto ed economia

Oltre al già bandito concorso pubblico per 4.113 unità, si prevede un ulteriore rafforzamento della capacità operativa dell’Agenzia attraverso la selezione di 2.000 unità.

Contrasto all’evasione fiscale mediante progetti di analisi avanzata dei dati per poter aggredire il tax gap attraverso applicazione di tecniche sempre più avanzate come intelligenza artificiale, machine learning, text mining, analisi delle relazioni.

 

§  intensificare l’attività di analisi dei dati, per individuare preventivamente o tempestivamente posizioni da sottoporre ad accertamento fiscale

§  ridurre del 5 % la propensione all'evasione rispetto al 2019, da certificare nella relazione del Governo sull’economia non osservata per il 2025 (dati relativi al periodo d’imposta 2023)

§  ridurre del 15% la propensione all'evasione fiscale, dato da certificare nella predetta relazione sull’economia non osservata del 2026 (dati del 2024)

 

 

 

entro il quarto trimestre 2025

 

 

 

entro il quarto trimestre 2026

Interventi volti a favorire la compliance

 

§  migliorare la capacità operativa dell’amministrazione fiscale mediante assunzioni e altre misure, rafforzare l'infrastruttura digitale, al fine di estendere i meccanismi di incentivazione utilizzati migliorare il rispetto dell'obbligo tributario (tax compliance), rafforzare la capacità di analisi ed elaborazione di dati e sviluppo di modelli volti a orientare gli audit e i controlli e a supportare il processo di riscossione delle imposte;

§  ridurre l’evasione fiscale derivante dalla mancata fatturazione, anche attraverso incentivi mirati per i consumatori;

§  incoraggiare l'adempimento degli obblighi fiscali, attraverso:

a) la dichiarazione IVA precompilata;

b) la qualità della base dati utilizzata per i cd. avvisi bonari;

c) l'efficacia delle sanzioni amministrative per il rifiuto di accettare pagamenti elettronici;

d) il processo di anonimizzazione dei dati e di analisi dei big data, per aumentare l'efficacia dell'analisi dei rischi.

entro il quarto trimestre 2023

 

 

 

 

 

 

 

entro il quarto trimestre 2021

 

 

 

 

 

entro il primo trimestre 2022

entro il quarto trimestre 2022, aumentare del 20% il numero di avvisi bonari, ridurre del 5% i cd. falsi positivi ed elevare del 15% il gettito fiscale generato da tali avvisi

 

entro il quarto trimestre 2025

Previsione di termini perentori per la pubblicazione delle norme secondarie

 

garantire l'agevole attuazione delle norme primarie

 

Revisione della riscossione coattiva dei tributi

 

efficientamento del sistema della riscossione, con la previsione di nuove regole in materia di crediti di difficile esazione

 

Completamento del federalismo fiscale entro il primo trimestre del 2026

 

 

§  effettuare la distribuzione delle risorse per le province e le città metropolitane, sulla base dei criteri dei fabbisogni standard e della capacità fiscale, come definite dal decreto-legislativo n. 68 del 2011;

§  - attuare il federalismo regionale per le regioni a statuto ordinario, secondo quanto definito dal decreto legislativo n. 68 del 2011 (articoli 1-15).

all'esame della Commissione tecnica dei fabbisogni standard

 

 

 

all’esame del Tavolo tecnico istituito presso il MEF

Riforma della giustizia tributaria

 

Smaltimento dell’arretrato dei giudizi tributari innanzi alla Corte di Cassazione

si rinvia al capitolo sull’efficienza del sistema giudiziario

 


 

6.6 Infrastrutture e trasporti

6.6.1 Rete ferroviaria


Nell’ambito della “Missione 3: Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, le cui risorse ammontano complessivamente a € 25,40 miliardi, gli Interventi sulla rete ferroviaria rappresentano la prima componente (M3C1.1), con risorse pari a 24,77 miliardi di euro, da coprire attraverso le risorse del Recovery Fund. Gli obiettivi comuni a tutti gli investimenti sono: la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni attraverso lo spostamento del traffico passeggeri e merci dalla strada alla ferrovia; la maggiore connettività territoriale e coesione riducendo i tempi di percorrenza; la digitalizzazione delle reti di trasporto e il miglioramento sicurezza di ponti, viadotti e gallerie; la maggiore competitività del produttivo sistemi del Sud migliorando i collegamenti ferroviari.

Gli investimenti

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 3, componente 1, afferenti agli Investimenti  sulla rete ferroviaria:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci
(M3-C1-I 1.1)

4.640
(Prestiti)

 

Sviluppo dei servizi ferroviari passeggeri e merci a lunga percorrenza, coerentemente con la struttura del territorio italiano e con le esigenze di connettività delle Regioni meridionali, al fine di ridurre i tempi di percorrenza e aumentare la capacità. Gli interventi proposti saranno integrati con i sistemi di trasporto regionali.

Timeline:entro 2026

Le milestones relative a questo interstimento sono descritte nella tabella a pag. 1210-1212

 

Destinatari: utilizzatori delle linee indicate.

Attuazione: rimessa intermente ad  RFI (Contratto di Programma, parte investimenti).

 

Tali risorse sono ripartite tra i seguenti interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Linea AV Napoli-Bari

1.400

di cui:

2020: 30

2021: 8

2022: 173

2023: 200

2024: 271

2025: 322

2026: 325

Ulteriori risorse europee:

129 (PON)

Risorse nazionali:

2.723 (bilancio dello Stato)

Al completamento del progetto la tratta Napoli-Bari sarà coperta in 2 ore, invece delle attuali 3 ore e 30 minuti; ci sarà un aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle tratte a doppio binario, e un adeguamento della prestazione per consentire il transito di treni merci di lunghezza fino a 750 m, senza limitazioni di peso assiale

 

Linea AV Palermo-Catania-Messina

1.440

di cui:

2020: 22

2021: 25

2022: 140

2023: 219

2024: 283

2025: 399

2026: 351

Ulteriori risorse europee:

79 (PON)

Risorse nazionali:

2.588  (bilancio dello Stato)

Al completamento del progetto ci sarà una riduzione del tempo di percorrenza di 60 minuti sulla tratta Palermo-Catania, e aumento della capacità da 4 a 10 treni / ora sulle tratte in fase di raddoppio.

 

Linea AV Salerno-Reggio Calabria

1.800

di cui:

2021: 20

2022: 146

2023: 399

2024: 365

2025: 304

2026: 566

 

Risorse nazionali:

400 (bilancio dello Stato).

Ulteriori risorse: 9.400 miloni di euro sono assegnati dal Fondo complementare al PNRR ai sensi dell’articolo 4 del DL n. 59/2021.

L'intervento compreso nel PNRR è relativo alla tratta Battipaglia - Romagnano (tratto di 33 km).

Al completamento dell’intero progetto, il tempo di percorrenza sarà ridotto di 80 minuti sulla tratta Roma-Reggio Calabria, con un recupero fino a 40 minuti sui lotti prioritari della tratta Salerno-Battipaglia-Paola; inoltre ci sarà un miglioramento delle prestazioni per consentire il transito dei treni merci, in particolare per il porto di Gioia Tauro.

Per le tratte finanziate col Fondo complementare si prevedono finanziamenti fino al 2030.

 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Linee ad Alta Velocità nel Nord che collegano all'Europa
(M3-C1-I.1.2)

8.570
(Prestiti)

 

Potenziare i servizi di trasporto su ferro, aumentando il traffico su rotaia, secondo una logica intermodale e stabilendo per le merci connessioni efficaci con il sistema dei porti esistenti.

Timeline: entro 2026

Le milestones relative a questo investimento sono descritte nella tabella a pag. 1212-1214

Destinatari: utilizzatori delle linee indicate.

Attuazione: rimessa intermente ad  RFI (contratto di programma, parte investimenti)

 

Tali risorse sono ripartite tra i seguenti interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Linea AV Brescia-Verona e Verona-Bivio Vicenza

3.670

di cui:

2020: 152

2021: 341

2022: 710

2023: 116

2024: 900

2025: 1.096

2026: 356

 

Risorse nazionali:

1.589 (bilancio dello Stato).

Ulteriori 950 miloni di euro sono assegnati ai sensi dell’articolo 4 del DL n. 59/2021.

Al completamento del progetto, il tempo di percorrenza sulla tratta Milano-Venezia scenderà di 15 minuti. I principali vantaggi saranno un aumento della capacità e della regolarità del traffico, un significativo miglioramento del sistema di trasporto regionale, e una migliore accessibilità della nuova stazione di Vicenza Fiera.

Gli interventi proposti si riferiscono alla Brescia-Verona tratto (di 48 km) e il tratto Verona-Bivio Vicenza (di 44 km). Il Fondo complementare finanzia il secondo lotto funzionale «Attraversamento di Vicenza» e la progettazione del terzo lotto costruttivo Vicenza-Padova.

Timeline: competamento entro giugno 2026.

 

L’analisi costi-benefici di RFI delle tratte Brescia-Verona e Verona-Padova è riportata da pag. 1554

Linea AV Liguria-Alpi

3.970

di cui:

2020: 398

2021: 532

2022: 724

2023: 736

2024: 886

2025: 559

2026: 134

 

Risorse nazionali:

3.635 (bilancio dello Stato).

L’obiettivo dell’intervento è quello di dimezzare quasi i tempi di percorrenza sia sulla tratta Genova-Milano che sulla tratta Genova-Torino, consentendo il transito di treni merci di lunghezza pari a 750 m. Inoltre, la capacità sarà aumentata da 10 a 24 treni/ora sulle tratte soggette a quadruplicamento in prossimità del nodo di Milano (Rho-Parabiago e Pavia-Milano-Rogoredo).

Timeline: per il nodo di Genova e per il terzo valico dei Giovi (di 64 km), il completamento è previsto nell'agosto 2025. Per le restanti tratte (di 20 km) nel mese di giugno 2026.

Linea AV Verona-Brennero

930

di cui:

2021: 8

2022: 20

2023: 56

2024: 244

2025: 280

2026: 322

 

Risorse nazionali:

250 (bilancio dello Stato)

Verrà realizzata la tangenziale ferroviaria di Trento. Al completamento dell'intero progetto ci sarà un significativo aumento della capacità dei treni in transito sul raccordo del Brennero (target 400 treni /giorno).

 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Connessioni diagonali
(M3-C1-I.1.3)

1.580

(Prestiti)

 

L’obiettivo è quello di ridurre i tempi di percorrenza per i passeggeri e di trasporto delle merci nel Centro-Sud del Paese, dall'Adriatico e dallo Ionio al Tirreno:

 

Timeline: entro 2026

Le milestones relative a questo investimento sono descritte nella tabella a pag. 1214-1216

Destinatari: utilizzatori delle linee indicate

Attuazione: rimessa intermente ad  RFI (contratto di programma, parte investimenti)

 

Tali risorse sono ripartite tra i seguenti interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Roma-Pescara (circa 32 Km)

620

di cui:

2021: 2

2022: 16

2023: 57

2024: 125

2025: 186

2026: 235

 

Risorse nazionali:

100 (bilancio dello Stato)

Al completamento dell'intero progetto ci sarà un risparmio di tempo di 80 minuti sulla tratta Roma-Pescara e un aumento della capacità da 4 a 10 treni /ora sulla tratta raddoppiata (con possibilità di realizzare servizi metropolitani tra Chieti e Pescara). Saranno adeguate le prestazioni per favorire lo sviluppo del traffico merici.

 

Orte-Falconara (circa 20 Km)

510

di cui:

2021: 1

2022: 27

2023: 61

2024: 92

2025: 125

2026: 204

 

Risorse nazionali:

149 (bilancio dello Stato)

Al completamento dell'intero progetto ci sarà una riduzione in tempi di percorrenza di 15 minuti sulla tratta Roma-Ancona e di 10 minuti sulla tratta Roma Perugia, aumento della capacità da 4 a 10 treni / ora sulle tratte soggette al raddoppio. Si prevede l’adeguamento delle prestazioni per consentire il transito dei treni merci

 

Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia (circa 35 Km)

450

di cui:

2020: 2

2021: 6

2022: 9

2023: 57

2024: 84

2025:116

2026: 175

 

Risorse nazionali:

261 (bilancio dello Stato)

A completamento dell'intero progetto, il tempo di percorrenza passerà da 4 ore a 3 ore e 30 sulla tratta Napoli-Taranto (via Battipaglia). La capacità sarà aumentata da 4 a 10 treni l'ora sulle tratte in corso di ammodernamento, e la linea ferroviaria sarà adeguata per consentire il passaggio di treni merci.

 

 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario (ERTMS)
(M3-C1-I.1.4)

2.970
(Prestiti)

 

di cui:

2021: 50

2022: 299

2023: 345

2024: 643

2025: 705

2026: 928

 

Risorse nazionali:7 (bilancio dello Stato)

 

Lo scopo dell’intervento è quello di aggiornare i sistemi di sicurezza e segnalazione esistenti, garantendo così, con anticipo rispetto alle scadenze fissate dall’UE, la piena interoperabilità con le reti ferroviarie europee e l’ottimizzazione della capacità e delle prestazioni della rete.

Si prevede l’estensione del sistema a 3.400 km di rete RFI.

 

Timeline:

Le linee ERMTS da completare entro il 2024 sono indicate nella tabella da pag. 1224 a pag. 1228. Le linee ERMTS di nuova realizzazione entro il 2024 sono indicate nella tabella da pag. 1228 a pag. 1230. Le linee ERMTS di nuova realizzazione (periodo 2024-2026) sono indicate nella tabella da pag. 1230 a pag.1237.

Le milestones relative a questo interstimento sono descritte nella tabella a pag. 1216-1218

Destinatari: utilizzatori delle linee con ERTMS e correlato bacino di utenza

Attuazione: rimessa ad RFI che inizierà dalle sezioni relative al trasporto passeggeri per dare tempo agli operatori merci di adattarsi al nuovo standard.

Potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave
(M3-C1-I.1.5)

2.970

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 172

2021: 189

2022: 280

2023: 320

2024: 616

2025: 715

2026: 678

Risorse nazionali: 10.536 (bilancio dello Stato)

Potenziare i collegamenti "metropolitani" o "suburbani", al fine di garantire servizi capillari con alte frequenze, sostenendo così la domanda di mobilità espressa dalle grandi città metropolitane e dalle aree urbane di medie dimensioni. Consentire inoltre il miglioramento dell'accessibilità e l'interscambio tra le stazioni ferroviarie e altri sistemi di mobilità del trasporto rapido di massa. Gli interventi di potenziamento dei collegamenti nazionali chiave riguarderanno diverse zone del Paese, soprattutto le aree di confine (ad esempio, il rafforzamento dei collegamenti con i valichi svizzeri sulla Liguria-Alpi), le dorsali centrali e l’accesso ai porti, in particolare nelle Regioni del Sud (per un ulteriore dettaglio degli interventi si veda pag. 1199).

Timeline:entro 2026

 

Le milestones relative a questo interstimento sono descritte nella tabella a pag. 1218-1220

 

 

Destinatari: utilizzatori nelle 12 città metropolitane e utilizzatori in tutto il paese interessati all’upgrading dei nodi

 

Attuazione: rimessa ad  RFI

 

Potenziamento delle linee regionali
(M3-C1-I.1.6)

936

(Prestiti)

di cui:

2021: 22

2022: 30

2023: 58

2024: 254

2025: 287

2026: 285

Ulteriori risorse: 1550 mln € del Fondo complementare PNRR per le linee regionali gestite da regioni  e municipalità (articolo 1, co. 2, lett. c) punto 3, del DL n. 59/2021)

Potenziare e rafforzare le linee ferroviarie regionali (siano esse interconnesse o meno alla rete infrastrutturale ferroviaria nazionale), sostenendone anche il collegamento e l’integrazione con la rete nazionale ad Alta Velocità, in particolare nelle Regioni del Mezzogiorno. Sono previsti interventi per migliorare il sistema in termini di numero di passeggeri trasportati, aumento della velocità di percorrenza, interconnessione tra centri urbani e le altre infrastrutture, sia agendo sia sull'infrastruttura che acquistando nuovi treni. Saranno inoltre realizzati interventi necessari per migliorare le condizioni di sicurezza del traffico ferroviario, attraverso l’installazione di sistemi tecnologici e adattamenti dell’infrastruttura esistente.

Timeline: 2026

 

Le milestones relative a questo interstimento sono descritte nella tabella a pag. 1221.

Le linee rientranti nell’intervento sono indicate a pag. 1200-1201.

 

Destinatari: utilizzatori delle linee indicate e loro aree di traffico associate.

Attuazione: gli interventi sono gestiti da RFI attraverso accordi con le Regioni, con l’esclusione delle tratte Bari-Bitritto e Rosarno-San Ferdinando che saranno incluse nel Contratto di Programma.

Potenziamento, elettrificazione e aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud
(M3-C1-I.1.7)

2.400

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 41

2021: 147

2022: 187

2023: 217

2024: 506

2025: 565

2026: 736

 

Risorse nazionali:

1.548 (bilancio dello Stato)

Potenziare la rete ferroviaria in diversi punti critici del Sud Italia (linea Sibari-Catanzaro Lido-Reggio Calabria/Lamezia Terme, nonché linee in Molise, Basilicata ecc.), per realizzare gli interventi di ultimo miglio ferroviario per la connessione di porti (Taranto e Augusta) e aeroporti (Salerno, Olbia, Alghero, Trapani e Brindisi), per aumentare la competitività e la connettività del sistema logistico intermodale e per migliorare l’accessibilità ferroviaria di diverse aree urbane del Mezzogiorno. Il dettaglio degli interventi è indicato a pag. 1202-1203.

Timeline: entro 2026

 

Le milestones relative a questo investimento sono descritte nella tabella a pag. 1220-1221

 

 

Destinatari:

utenti delle linee ferroviarie migliorate.

Attuazione: rimessa ad  RFI

Miglioramento delle stazioni ferroviarie nel Sud
(M3-C1-I.1.8)

700
(Prestiti)

di cui:

2021: 21

2022: 64

2023: 103

2024: 195

2025: 192

2026: 126

Investimenti per riqualificare le stazioni, la qualità dei servizi forniti agli utenti, i livelli di efficienza energetica e lo sviluppo dell'intermodalità ferro-gomma. Si prevedono i seguenti progetti:

Hub urbani e linee metropolitane: 9 progetti per stazioni e nodi ferroviari, che fungono da hub di mobilità, e di fermate di linee metropolitane (tra cui Villa S. Giovanni, Messina Centrale e Messina Marittima, Benevento, Caserta, Bari, Taranto, Lecce, Crotone, le stazioni della linea L2 della metropolitana di Napoli e la nuova fermata di S. Maria di Settimo - Montalto Uffugo)

Riqualificazione funzionale, accessibilità e intermodalità di 30 stazioni di dimensioni medio-grandi di importanza strategica dal punto di vista trasportistico e/o turistico e con alti volumi di traffico (tra cui Pescara, Potenza, Barletta, Lamezia Terme, Cosenza, Reggio Calabria Lido, Sapri, Oristano e Palermo Notarbartolo, Milazzo, Marsala e Siracusa).

Timeline: entro 2026

 

Le milestones relative a questo interstimento sono descritte nella tabella a pag. 1222-1223

 

 

Destinatari: utilizzatori delle stazioni migliorate.

 

Attuazione: rimessa ad  RFI

 

Investimenti presenti in altre Missioni


Si ricorda che nell’ambito della Missione 2, componente 2.3 “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, prevede il seguente investimento, relativo alla “Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario”:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario

(M2-C2.3- I.3.4)

300

(Prestiti)

di cui:

2023: 95

2024: 95

2025: 75

2026: 35

 

 

L’intervento prevede la conversione verso l’idrogeno delle linee ferroviarie non elettrificate in regioni caratterizzate da elevato traffico in termini di passeggeri con un forte utilizzo di treni a diesel. Sono contemplati 2 interventi, uno il cui budget è di 240 milioni di euro e l’altro di 60 milioni di euro. Il progetto include attività di R&S (in linea con l’investimento 3.5) per lo sviluppo di elettrolizzatori ad alta pressione (TRL 5-7), sistemi di stoccaggio ad alta capacità con possibilità di utilizzo di idruri metallici o liquidi (TRL 3-5). Grazie a questi investimenti, sarà possibile convertire circa 9 stazioni di rifornimento su 6 linee ferroviarie.

Timeline: 2022-2026

 

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1044-1045

 

 

 

 


Sempre nell’ambito della Missione 2, componente 2 “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, si prevede nell’area di intervento 4: “Sviluppare un trasporto locale più sostenibile”, il seguente investimento relativo ai “Treni verdi”:

 


 

 

 

 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Rinnovo flotte bus, treni verdi
(M2-C2.4–I. 4.2)

800

(Prestiti)

così ripartite:

2022: 172

2023: 185

2024: 185

2025: 172

2026: 86

Risorse nazionali: 300

 

Ulteriori risorse: 200 mln € del Fondo complementare PNRR per rinnovo del materiale rotabile (articolo 1, co. 2, lett. c) punto 4, del DL n. 59/2021)

La misura prevede tre interventi, tra cui il rinnovo della flotta treni per trasporto regionale e intercity per ridurre l'età media del parco rotabile regionale tramite l'acquisto di unità a propulsione elettrica e a idrogeno: si prevede l’acquisto di 53 treni per sostituire un numero equivalente di vecchie unità entro il 2026, a cui vanno aggiunte 100 carrozze di nuova concezione sviluppate con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici.

Gli 800 milioni sono così suddivisi: 652 mln per i treni regionali e 148 mln per il servizio universale. Il nuovo materiale rotabile per il servizio universale sarà destinato alle regioni del Sud in particolare Sicilia, Calabria e Linea Adriatica.

Timeline: dal 04/01/2021 al 30/08/2026

 

 

 

 

Le riforme

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Accelerazione dell’iter di approvazione del Contratto tra MIMS e RFI

(M3-C1-R.1.1)

-

La riforma intende accelerare, attraverso una modifica legislativa proposta dal MIMS, l’iter di approvazione del Contratto di Programma quinquennale tra MIMS e RFI e delle sue variazioni annuali, consentendo di velocizzare la progettazione e la realizzazione dei lavori.

Si ipotizza che le Commissioni parlamentari competenti esprimano il proprio parere sulle linee strategiche del Contratto prima del parere del CIPE e che la Corte dei Conti svolga in parallelo il controllo su richiesta del Governo o delle Commissioni parlamentari.

Target: RFI e utilizzatori delle ferrovie.

 

Timeline: entro entro il quarto trimestre del 2021

Accelerazione dell’iter di approvazione dei progetti ferroviari

(M3-C1-R.1.2)

-

Si prevede una modifica normativa all’art. 13 della legge 120/2020 (decreto semplificazioni), per anticipare la localizzazione dell'opera al momento del "Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica" (PFTE), anziché attendere la fase definitiva di progettazione del progetto. La localizzazione, in variante agli strumenti urbanis tici, comporterà l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio. Le ulteriori autorizzazioni, che non possono essere acquisite sul PFTE, potranno essere ottenute nelle successive fasi di progettazione con indizione della Conferenza dei servizi decisoria a cura dei Commissari o dell'Amministrazione procedente.

Target: RFI e utilizzatori delle ferrovie.

 

Timeline: entro il quarto trimestre 2021

Le priorità trasversali del PNRR

 


Gli interventi che riguardano la priorità trasversale del Mezzogiorno, per un importo totale di 8.190 milioni €, sono i seguenti:

§  Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci (M3-C1-I 1.1) per 4.640 milioni €;

§  Potenziamento, elettrificazione e aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud (M3-C1-I.1.7) per 2.400 milioni €;

§  Miglioramento delle stazioni ferroviarie nel Sud (M3-C1-I.1.8), per 700 milioni €;

§  la Connessione diagonale Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia nell’ambito dell’investimento (M3-C1-I.1.3) per 450 milioni €.

 

Vi sono poi i seguenti interventi che riguardano solo in parte, ma non esclusivamente, anche le Regioni del Sud Italia:

§  l’investimento relativo ai “Treni verdi” per il nuovo materiale rotabile per il servizio universale che sarà destinato alle regioni del Sud in particolare Sicilia, Calabria e Linea Adriatica (M2- C2.4- I.4.2), per 148 milioni di €;

§  gli interventi di potenziamento delle linee regionali (M3-C1-I.1.6 , con ha un totale per tutti gli interventi di 940 milioni €);

§  la parte che riguarda i porti del Sud degli interventi di potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave (M3-C1-I.1.5, che ha risorse complessive di 2.970 milioni €);

§  lo sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario (ERTMS) che non risulta quantificabile geograficamente in termini esatti.


6.6.2 Mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

 


Nell’ambito della “Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica”, le cui risorse ammontano complessivamente a € 59,47 miliardi, la seconda componente (M2 C2), “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile” reca risorse pari a 23,78 miliardi di euro. Tale componente si divide a sua volta in cinque ambiti di intervento, tra cui:

§  l’ambito 4, relativo allo sviluppo di un trasporto locale più sostenibile, che reca complessivamente una previsione di spesa di 8.580 milioni di euro;

§  l’ambito 3, relativo alla sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale e nel trasporto ferroviario ed all’investimento nei bus elettrici, che reca complessivamente una previsione di spesa di 830 milioni di €.

 

Per gli altri ambiti di intervento della tematica energia rinnovabile si rinvia alla relativa scheda.

Gli investimenti

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 2, componente 2.4, afferenti allo sviluppo della mobilità locale sostenibile:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Rafforzamento mobilità ciclistica
(M2-C2.4–I. 4.1)

600

(Sovvenzioni)

di cui:

2022: 130

2023: 225

2024: 100

2025: 80

2026: 65

così suddivisi:

§  200 per le piste ciclabili urbane e metropolitane;

§  400 per le piste ciclabili turistiche.

 

Risorse nazionali: 200

Promuovere la crescita del settore tramite realizzazione e manutenzione di reti ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale, sia con scopi turistici o ricreativi: si prevede la realizzazione di circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche. La misura ha anche l’obiettivo di migliorare la coesione sociale a livello nazionale, con il 50 per cento delle risorse destinate alla Regioni del Sud.

I dieci itinerari prioritari delle ciclabili turistiche (le relative specifiche di intervento sono indicate nella tabella a pag. 974) sono: Ciclovia Vento; Ciclovia Sole; Ciclovia GRAB; Ciclovia dell'Acquedotto pugliese; Ciclovia Adriatica;  Ciclovia Tirrenica;  Ciclovia del Garda; Ciclovia della Sardegna; Ciclovia della Magna Grecia; Ciclovia Trieste-Lignano-Venezia.

Timeline: dal 02/01/2021 al 30/06/2026

 

Destinatari: Regioni, Province, Comuni, Città metropolitane, nonché cittadini e cicloturisti

Sviluppo trasporto rapido di massa
(M2-C2.4– I. 4.2)

3.600

(Prestiti)

di cui:

2021: 179,6

2022: 473,4

2023: 546

2024: 938,8

2025: 813,1

2026: 649,1

 

Ulteriori risorse UE

29 (PON –FESR 2014/2020)

Risorse nazionali: 732,916 (legge n. 205 del 2017)

Spostamento di almeno il 10 per cento del traffico su auto private verso sistemi di trasporto rapido di massa con la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa: metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Il focus dell’intervento sarà principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane.

Sono stati già pubblicati bandi di gara per molte città (2 call che riguardano Roma, Genova, Firenze, Palermo, Bologna, Rimini, Napoli, Milano, Bari, Bologna, Catania, Pozzuoli, Padova, Perugia, Taranto, Trieste) e accordi tra autorità locali e MIMS. Le risorse nazionali hanno finanziato direttamente gli interventi “Bus Rapid Transit” a Taranto per 130 mln di euro

Timeline: dal 02/01/2021 al 01/07/2026

 

Destinatari: capoluoghi di regione, città e comuni con più di 100.000 abitanti

 

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1045

 

Sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica
(M2-C2.4– I. 4.3)

741,32

(Sovvenzioni)

di cui:

2023: 400

2024: 150

2025: 141,3

2026: 50

 

 

Il costo totale stimato della misura è complessivamente pari a 1.853 milioni di euro.

Raggiungere gli obiettivi europei in materia di decarbonizzazione con un parco circolante di circa 6 milioni di veicoli elettrici al 2030 per i quali sono necessari 31.500 punti di ricarica rapida pubblici: l’intervento è finalizzato allo sviluppo di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada (75% del target PNIRE) e 13.755 di ricarica rapida nei centri urbani (70% del target PNIRE), oltre a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia.

A questi si aggiungono 78.600 punti di ricarica lenta nei centri urbani e 1.850 nelle autostrade, non coperti dalla misura, e 3,3 milioni di punti di ricarica privati previsti entro il 2030.

Le milestones prevedono entro il secondo trimestre del 2023 l’aggiudicazione dei contratti per la realizzazione di non meno di 2.500 punti di ricarica rapida lungo le autostrade e 4.000 in aree urbane (la cui realizzazione è prevista entro il secondo trimestre 2024). Entro la fine del 2024 si prevede l’aggiudicazione dei contratti per la realizzazione o dei restanti 5.000 punti di ricarica rapida nelle autostrade e di non meno di 9.000 punti di ricarica nelle aree urbane oltre alle 100 stazioni di ricarica sperimentali (che saranno realizzati entro la fine del 2025)

Timeline: dal 01/06/2021 al 31/12/2025

Destinatari: amministrazioni locali e nazionali, produttori di energie rinnovabili, installatori di punti di ricarica per EV, sviluppatori dei progetti, stazioni di rifornimento, fruitori della mobilità elettrica.

Per le infrastrutture di ricarica private è stato previsto il superbonus del 110% ed un Fondo di 90 milioni di euro dal DL n. 104/2020.

Le milestones sono descritte a pag. 1046.

Attuazione: Ministero per la Transizione Ecologica con supporto del MIMS e di regioni ed enti locali.

 

 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Rinnovo flotte bus, treni verdi
(M2- C2.4– I.4.4)

3.640
(Prestiti)

Il Fondo complementare PNRR (art. 1, co. 2, lett. c), punto 2 del DL n.59/2021) finanzia anche il rinnovo flotte navi per 800 mln €

Vedi sub

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1047

 

 

 

Tale misura è suddivisa nei seguenti tre interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

(I.4.4.1)

2.415

(di cui 626,7 per infrastrutture di ricarica e 1.788,3 per acquisto veicoli)

così ripartite:

2022: 50

2023: 125

2024: 640

2025: 700

2026: 900

Risorse nazionali: 500

Ulteriori risorse del Fondo complementare: 600 mln € per il rinnovo flotte bus (articolo 1, co. 2, lett. c) punto 1, del DL n. 59/2021)

Assicurare il rinnovo della flotta autobus con mezzi a basso impatto ambientale, con l’acquisto entro il 2026 di circa 3.360 bus a basse emissioni. Circa un terzo delle risorse sono destinate alle principali città italiane;

 

Timeline: dal 02/01/2022 al 30/08/2026

 

Destinatari: enti locali assegnatari delle risorse con beneficio per operatori di trasporto pubblico e popolazione urbana

(I.4.4.2)

800

(di cui 652 mln per i treni regionali e 148 per il servizio universale)

così ripartite:

2022: 172

2023: 185

2024: 185

2025: 172

2026: 86

 

Risorse nazionali: 300

Ulteriori risorse del Fondo complementare 200 mln € per rinnovo del materiale rotabile (articolo 1, co. 2, lett. c) punto 4, del DL n. 59/2021)

Rinnovo della flotta dei treni per trasporto regionale e intercity per ridurre l'età media del parco rotabile regionale tramite l'acquisto di unità a propulsione elettrica e a idrogeno: si prevede l’acquisto di 53 treni per il servizio regionale per sostituire un numero equivalente di vecchie unità entro il 2026 (su un totale di 479 mezzi, con età media di circa 30 anni), a cui vanno aggiunte 100 carrozze per il servizio universale, con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici.

Il nuovo materiale rotabile per il servizio universale sarà destinato alle regioni del Sud in particolare Sicilia, Calabria e Linea Adriatica.

Timeline: dal 04/01/2021 al 30/08/2026

 

Destinatari: enti locali assegnatari dei nuovi treni e Trenitalia per i treni Intercity; passeggeri del trasporto regionale ferroviario

(I.4.4.3)

424

(250 per l’acquisto dei 200 veicoli aeroportuali e 174 per i 3.600 veicoli ecologici).

 

così ripartite:

2022: 17,5

2023: 84,1

2024: 106,2

2025: 107,2

2026: 109,2

rinnovo parco veicoli dei Vigili del Fuoco con l’introduzione di circa 3.600 veicoli elettrici e a gas per i servizi istituzionali e l’introduzione di 200 nuovi veicoli aeroportuali con alimentazione ibrida elettrico-endotermica negli aeroporti.

Timeline: dal 01/06/2021 al 30/08/2026

 

Destinatari: Vigili del Fuoco, operatori economici, passeggeri degli aeroporti.

E’ all’esame della IX Commissione la Pdl C. 2116 sulla sostituzione dei veicoli aeroportuali con veicoli ecologici.

 

 

 


Nell’ambito della Componente 2 della Missione 2, vi sono anche i seguenti investimenti afferenti all’ambito 3, relativi rispettivamente alla sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale e nel trasporto ferroviario ed all’investimento nei bus elettrici:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale

(M2-C2.3– I. 3.3)

230

(Prestiti)

di cui:

2023: 70

2024: 60

2025: 60

2026: 40

Promuovere la creazione di stazioni di rifornimento a base di idrogeno (circa 40 stazioni dando priorità alle aree strategiche per i trasporti stradali pesanti) e implementare i progetti di sperimentazione delle linee a idrogeno.

Timeline: dal 01/01/2022 al 30/06/2026

Destinatari: imprese di commercio e logistica italiane e UE che utilizzano il trasporto pesante e titolari di licenze per i rifornimenti autostradali.

 

Attuazione: accordo tra Ministero della transizione ecologica e MIMS.

 

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1044  

Sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto ferroviario

(M2- C2.3– I. 3.4)

300

(Prestiti)

di cui:

2023: 95

2024: 95

2025: 75

2026: 35

L’investimento è suddiviso (tabella a pag. 37) in due finanziamenti di 240 milioni e di 60 milioni

 

La conversione verso l’idrogeno delle linee ferroviarie non elettrificate in regioni con elevato traffico passeggeri e forte utilizzo di treni a diesel come Lombardia, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Calabria, Umbria e Basilicata. I progetti di fattibilità più avanzati in Valcamonica e Salento prevedono la sperimentazione in modo integrato di produzione, distribuzione e acquisito di treni ad idrogeno. Sarà data priorità per le strutture di rifornimento alle aree con possibilità di sinergie con le stazioni di rifornimento per camion a lungo raggio. Il progetto include la produzione di idrogeno verde in prossimità delle stazioni di rifornimento. Non esistendo stazioni di rifornimento a idrogeno per i treni in Italia, il progetto include attività di R&D (in linea con l’investimento 3.5) per sviluppo di elettrolizzatori ad alta pressione (TRL 5-7), sistemi di stoccaggio ad alta capacità con possibilità di utilizzo di idruri metallici o liquidi (TRL 3-5) per creare 9 stazioni di rifornimento su 6 linee ferroviarie

Timeline: 2022-2026

 

Destinatari: Compagnie ferroviarie e amministrazioni locali promotori dei progetti

 

Attuazione: Il MIMS autorizzerà le sperimentazioni tramite l’ANSF mentre il Ministero della transizione ecologica assicurerà il collegamento alla disponibilità di idrogeno verde e allo stoccaggio in loco; i progetti in fase di valutazione da parte del MIMS sono collocati nelle regioni Lombardia, Umbria, Puglia, Sardegna, Calabria, Basilicata e Sicilia

 

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1044-1045

Bus elettrici
(M2- C2.3– I. 5.3)

300
(Prestiti)

di cui:

2022: 15

2023: 30

2024: 90

2025: 105

2026: 60

Diffusione e promozione di trasformazione tecnologica della filiera legata alla produzione autobus in Italia, con principali obiettivi l’espansione della capacità produttiva ed il miglioramento dell’impatto ambientale, in linea con quanto previsto dal piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile

Timeline: 2021-2026

Destinatari: società in ambito UE che intendano investire nel programma

Attuazione: tramite Contratti di sviluppo per la trasformazione dei mezzi in base alla Direttiva del MISE 19/11/2020 che definisce le linee guida dell’intervento.

 

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1045- 1047.

Investimenti presenti in altre Missioni

 


Nella Missione 1, digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella pubblica amministrazione, nell’ambito della componente 1, investimento 1.4, Servizi digitali e cittadinanza digitale (M1-C1-I.1.4), si prevede infine un intervento relativo al miglioramento della mobilità tramite la digitalizzazione, secondo il paradigma “Mobility as a service”.


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Mobility as a service

(M1- C1 – I. 1.4.6)

40

(Sovvenzioni)

di cui:

2021: 0,7

2022: 0,5

2023: 10

2024: 24,6

2025: 3

2026: 1,2

 

così suddivisi:

a) 16 per progetti pilota di cui la massima parte destinata al progetto relativo alla mobilità cooperativa, connessa;

b) 8,7 per lo sviluppo centrale della condivisione dei dati e delle strutture di deposi-to;

c) 15 per l'aggiorna- mento tecnologico degli operatori di trasporto.

Fornire agli utenti un'esperienza di mobilità integrata dalla pianificazione del viaggio alla effettuazione dei pagamenti attraverso la combinazione di più modalità di trasporto (ad esempio autobus, metropolitana, e-bike).

Per ulteriori dettagli sull’intervento si rinvia alle pagg. 425-426 del documento.

 

 

Timeline: dal terzo trimestre 2021 al secondo trimestre 2026

 

Le milestones indicano nel quarto trimestre del 2023 il lancio dei primi 3 progetti pilota finalizzati alla sperimentazione di soluzioni Mobility as a Service nelle città metropolitane tecnologicamente avanzate. La seconda milestone prevede al primo trimestre 2025 il lancio degli altri 7 progetti pilota. Il 40% dei progetti pilota sarà al sud.

 

Le riforme

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma

:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Procedure più rapide per la valutazione dei progetti nel settore dei sistemi di trasporto pubblico locale con impianti fissi e nel settore del trasporto rapido di massa  

(M2- C2 - R.4.1)

 

Accelerare le tempistiche di realizzazione di interventi e semplificare le procedure di valutazione di progetti nel trasporto pubblico locale e trasporto rapido di massa, razionalizzando le responsabilità ed eliminando le duplicazioni di competenze nell’ambito della valutazione dei progetti all'interno della stessa Amministrazione e semplificando le procedure di pagamento

Una regolamentazione apposita individuerà l’allocazione di responsabilità e l’iter di approvazione dei progetti in ottica di semplificazione.

La riforma sarà anche supportata dalla realizzazione di un’apposita piattaforma IT per gestire le procedure di pagamento

 

Destinatari: amministrazioni locali

 

 

 

 

 

Le priorità trasversali del PNRR

 


Gli interventi che riguardano la priorità trasversale del Mezzogiorno, per un importo totale di 448 milioni di euro, sono i seguenti:

§  Rafforzamento mobilità ciclistica con risorse per 600 milioni di euro, di cui il 50 per cento destinate alle Regioni del Sud (M2-C2.4–I. 4.1);

§  il rinnovo del materiale rotabile dei treni per il servizio universale con risorse per 148 milioni di euro sarà destinato in particolare a Sicilia, Calabria e Linea Adriatica (M2- C2.4– I.4.4.2);

Vi sono poi i seguenti interventi che riguardano solo in parte, ma non esclusivamente, anche territori e città del Sud:

§  lo sviluppo trasporto rapido di massa che riguarda anche città come Palermo, Napoli, Bari, Bologna, Catania, Pozzuoli, Taranto (M2-C2.4– I. 4.2);

§  la sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto ferroviario, che riguarda anche progetti in Puglia, Sardegna, Calabria, Basilicata e Sicilia (M2- C2.3– I. 3.4).


6.6.3 Intermodalità e logistica


Nell’ambito della “Missione 3: Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, le cui risorse ammontano complessivamente a € 25,40 miliardi, l’Intermodalità e la logistica rappresenta la seconda componente (M3C2), con risorse pari a 630 milioni di euro. La componente si divide a sua volta in due ambiti di intervento:

§  Sviluppo del sistema portuale (M3 C2.1), con risorse per 270 milioni € costituiti da prestiti (loans);

§  Intermodalità e logistica integrata (M3 C2.2), con risorse per 360 milioni €, costituiti da sovvenzioni (grants);

Gli investimenti

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 3 componente 2, afferenti ad Intermodalità e logistica:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Interventi per la sostenibilità ambientale dei porti (Green Ports)

(M3-C2-I.1.1)

270
(Prestiti)

di cui:

2022: 50

2023: 80

2024: 70

2025: 60

2026: 10

 

Ulteriori risorse del Fondo complementare (articolo 1, co. 2, lett. c) punti 7-11, del DL n. 59/2021):

§  1.470 mln € per sviluppo accessibilità marittima e resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici;

§  390 mln € per aumento selettivo della capacità portuale;

§  250 mln € per ultimo e penultimo miglio ferroviario-stradale;

§  50 mln € per efficientamento energetico;

§  700 mln € e per elettrificazione banchine (cold ironing).

Il Progetto Green Ports, vuole rendere le attività portuali sostenibili e compatibili con i contesti urbani portuali attraverso il finanziamento di interventi di efficientamento e riduzione dei consumi energetici delle strutture e delle attività portuali. Altro principio cardine del progetto è la promozione della sostenibilità ambientale delle aree portuali, attraverso interventi di miglioramento dell'efficienza energetica e di promozione dell'uso di energie rinnovabili nei porti. L'obiettivo finale è ridurre del 20% le emissioni di CO2 per anno nelle aree portuali interessate.

Timeline: dal 01/07/2021 al 30/06/2026

Attuazione: Il progetto si sviluppa nei porti delle 9 AdSP del Centro- Nord

 

Le milestones prevedono entro la fine del 2022 l’assegnazione dei lavori da almeno 7 Autorità di Sistema Portuale sulla base di progetti integrati ed entro la fine del 2025 il completamento dei lavori da parte di tutte le AdSP. Entro il 30 giugno 2026 dovrebbe conseguirsi l’obiettivo di riduzione annuale del 20% delle emissioni di CO2 nelle aree portuali interessate:

 

Destinatari: Utenti delle 9 AdSP del Contro-Nord e cittadini delle città portuali e popolazione limitrofa

 

 

 

Tale investimento è suddiviso tra i seguenti interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

LogIn business

175

 

di cui:

2024: 25

2025: 75

2026: 75

 

Incrementare la dotazione digitale e l’utilizzo delle tecnologie abilitanti da parte delle imprese nazionali di trasporto merci e logistica per favorire il dialogo informatizzato tra queste e gli enti pubblici e tra queste e le aziende caricatrici (anche attraverso la dematerializzazione documentale) nonché l’adozione di sistemi di pianificazione e programmazione dei carichi e di route planning anche attraverso la formazione del capitale umano.

Milestones e articolazione dell’investimento: si veda la tabella a pag. 1727

LogIn center

30

di cui:

2021: 3,9

2022: 8,7

2023: 11,4

2024: 6

 

La creazione di una cabina di regia per la digitalizzazione della catena logistica nazionale al fine di realizzare un ecosistema digitale per il trasporto merci e la logistica in grado di definire le specifiche tecniche per rendere interoperabili le piattaforme informatiche dei diversi enti pubblici e privati in gioco, realizzare un centro di cybersecurity ed elaborare uno standard di comunicazione per lo scambio di informazioni che sostituisca il modello cartaceo

Gli enti attuatori saranno essenzialmente le imprese di trasporto e logistica.

L’intervento sarà attuato dalla Piattaforma logistica nazionale. Per le attività di implementazione dell’esistente Piattaforma dei Porti l’attuazione spetterà al MIMS e a Rete Autostrade Mediterranee (RAM).

Milestones e articolazione dell’investimento: si veda la tabella a pag. 1723-1725

 

Reti portuali e terminali merci

45

 

di cui:

2023: 12

2024: 33

 

Sviluppo dei Port Community Systems (PCS), ove non presenti e omogeneizzazione funzionale dei sistemi informatici già esistenti presso le AdSP al fine di promuovere servizi standard di interfaccia con gli operatori marittimi, gli operatori a terra, i gestori di infrastrutture nodali e lineari di connessione (gestori dell’infrastruttura ferroviaria, interporti e retroporti ed aeroporti) e sviluppare i moduli di interoperabilità con la Piattaforma Logistica nazionale. Si prevede inoltre il cofinanziamento di sistemi informatici per gli interporti di rilevanza nazionale.

L’intervento sarà attuato dalle AdSP e dagli interporti di rilevanza nazionale.

 

Milestones e articolazione dell’investimento: si veda la tabella a pag. 1725-1726

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Innovazione digitale dei sistemi aeroportuali

(M2-C2-I.2.2)

110
(Sovvenzioni)

 

Potenziamento digitale del settore con lo sviluppo di nuovi strumenti di digitalizzazione dell'informazione aeronautica e l'implementazione di piattaforme e servizi di aerei senza pilota.

La "condivisione sicura delle informazioni" consentirà inoltre la creazione di una dorsale di comunicazione di nuova generazione, in grado di collegare i vari siti operativi dei sistemi di assistenza al volo, garantendo la copertura dei requisiti di cybersecurity e collegando Air Navigation. Service Provider (ANSP) alle altre parti interessate. I progetti riguarderanno: lo sviluppo e connettività del Unmanned Traffic Management System – UTM, la digitalizzazione delle informazioni aeronautiche, la realizzazione di infrastrutture cloud e virtualizzazione delle infrastrutture operative, la definizione di un nuovo modello di manutenzione, oltre alla condivisione sicura delle informazioni.

Timeline: entro il primo trimestre 2026

 

Destinatari: utilizzatori degli aeroporti

Attuazione: l’ENAV, in coordinamento con gli aeroporti della rete TEN-T

 

 

 

 

Tale investimento è suddiviso tra i seguenti interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Digitalizzazione della gestione del traffico aereo

80

 

di cui:

2021: 29,3

2022: 25

2023: 12,6

2024: 6,2

2025: 4,8

2026: 2,2

 

Per il dettaglio degli interventi si veda tabella a pag. 1728-1729.

 

Per le milestones si veda pag. 1707

 

Destinatari: sono interessati 13 siti aeroportuali: Roma Fiumicino, Bergamo, Lamezia, Ronchi, Bari, Verona, Torino, Genova, Napoli, Firenze, Palermo, Milano.

Digitalizzazione manutenzione e gestione dati aeronautici

30

di cui:

2021: 5

2022: 7

2023: 7,5

2024: 6

2025: 4

2026: 0,5

 

 

Investimenti presenti in altre Missioni e relativi alla priorità trasversale del Mezzogiorno

 


Nell’ambito della Missione 5 “Coesione e inclusione”, componente 3, tra gli interventi speciali per la Coesione territoriale (per i quali si rinvia alla relativa scheda), sono presenti gli investimenti relativi alla Zone Economiche Speciali (ZES):


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Interventi per le Zone Economiche Speciali (ZES) (M5-C3-I.4)

630

(prestiti)

 

così suddivisi:

2021: 8,4

2022: 84,5

2023: 174

2024: 188,8

2025: 121,9

2026: 52,5

 

Assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree ZES con la rete nazionale dei trasporti, ed in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T), al fine di rendere efficace l’attuazione delle ZES.

I principali interventi riguardano:

§  Collegamento “ultimo miglio” tra le aree industriali e la rete SNIT (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti) e TEN-T, principalmente ferroviario, che consentano ai distretti produttivi tempi e costi ridotti nella logistica;

§  Urbanizzazioni primarie: in attuazione di accordi con operatori economici pronti ad investire;

§  Reti di trasporto volte a rafforzare il livello di sicurezza delle opere serventi per l’accesso alle strutture principali (porti, aeroporti, aree produttive).

La supervisione generale delle tappe fondamentali di ciascun progetto è affidata all'Agenzia per la coesione territoriale, con il supporto tecnico del MIMS

Timeline: 2021-2026

Destinatari: Imprese e lavoratori delle zone interessate

Le Milestones sono riportate nella tabella a pag. 2300- 2301

Per il dettaglio degli investimenti si veda la tabella da pag. 2291.

Gli investimenti infrastrutturali:

ZES Regione Campania: porto di Salerno e aree industriali di Uffita, Marcianise, Battipaglia e Nola (136 milioni);

ZES Regione Calabria: porti di Gioia Tauro, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, nonché interventi infrastrutturali per l'accessibilità a Gioia Tauro e l'ammodernamento di alcune stazioni ferroviarie strategiche (111,7 milioni);

ZES Ionica Interregionale nelle regioni Puglia e Basilicata: Porto di Taranto e aree industriali di Taranto, Potenza e Matera (108,1 milioni);

ZES Adriatica Interregionale nelle regioni Puglia e Molise: porto di Manfredonia e aree industriali di Brindisi, Lecce e Manfredonia (89,1 milioni);

ZES Sicilia occidentale: porti di Termini Imerese e Trapani (56,8);

ZES Sicilia orientale: porti di Augusta, Riporto, Sant'Agata di Mitello e Gela e interporto di Catania (52,2 milioni);

ZES Regione Abruzzo: porti di Vasto e Ortona e aree industriali di Saletti e Manoppello (rete TEN-T globale) (62,9 milioni);

ZES Regione Sardegna (in fase di approvazione finale): porto di Cagliari (10 milioni).

 

 

 

 

Le riforme

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione delle procedure per il processo di pianificazione strategica

(M3-C2-R.1.1)

 

 

Al fine di ottenere una visione strategica unitaria del sistema portuale italiano, sarà predisposto l'aggiornamento della pianificazione portuale sia a livello del Documento di Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS) sia a livello di Piano Regolatore Portuale (PRP).

 

Timeline: modifiche regolatorie entro il quarto trimestre 2022.

Secondo le milestones tutte le AdSP dovranno adottare i loro documenti di pianificazione strategica entro il quarto trimestre 2022;

 

Destinatari: Autorità di Sistema Portuale.

 

Attuazione: Il MIMS formulerà una proposta per semplificare lo standard per consentire ai porti di adottare velocemente e adattare i piani senza incertezze procedurali. Tale intervento riguarderà anche le varianti e gli adeguamenti tecnico-funzionali.

Attuazione del regolamento che definisce l'aggiudicazione competitiva delle concessioni nelle aree portuali

(M3 C2-R.1.2)

 

L'obiettivo del regolamento è quello di definire le condizioni relative alla durata della concessione, i poteri di vigilanza e controllo delle autorità concedenti, le modalità di rinnovo, il trasferimento degli impianti al nuovo concessionario al termine della concessione e l'individuazione dei limiti minimi dei canoni a carico dei concessionari.

Timeline: entro il quarto trimestre 2022.

Destinatari: compagnie del settore marittimo e intermodale

 

Attuazione: decreto del MIMS, di concerto con il MEF.

Semplificare le procedure di autorizzazione per gli impianti di cold ironing

(M3 C2-R.1.3)

 

 

La riforma consiste nella definizione e approvazione di procedure semplificate per la realizzazione di infrastrutture finalizzate alla fornitura di energia elettrica da terra alle navi durante la fase di ormeggio, anche esonerando le opere da VIA e VAS.

 

Timeline: entro il quarto trimestre 2022.

Destinatari: utilizzatori e imprenditori dei 45 porti interessati

Attuazione: il MIMS presenterà una proposta per semplificare il processo autorizzativo per giungere ad una durata massima di 12 mesi per le autorizzazioni necessarie al trasporto dell’energia elettrica per il cold ironing (non soggette a VIA).

Semplificazione delle transazioni di importazione/esportazione attraverso l'effettiva implementazione dello Sportello Unico dei Controlli

(M3 C2-R.2.1)

 

L’obiettivo consiste nella creazione di un apposito portale a servizio dello Sportello Unico dei Controlli, che permetterà l'interoperabilità con le banche dati nazionali e il coordinamento delle attività di controllo da parte delle dogane.

 

Timeline: adozione di un decreto che entro il quarto trimestre 2021 che definisca i metodi e le specifiche dello sportello doganale unico in conformità al Regolamento (UE) 1239/2019 e con il Regolamento (UE) 2020/1056

 

Destinatari: utilizzatori e compagnie del settore del trasporto marittimo e intermodale

 

Attuazione: è stato elaborato un DPR su proposta del MEF che definisce i metodi e le caratteristiche dello Sportello Doganale Unico

Interoperabilità della piattaforma logistica nazionale (PLN) per la rete dei porti, al fine di introdurre la digitalizzazione dei servizi di trasporto passeggeri e merci

(M3 C2-R.2.2)

 

La riforma è volta a rendere interoperabili i Port Community System, ovvero gli strumenti di digitalizzazione dei movimenti di passeggeri e merci delle singole Autorità di Sistema Portuale, in modo che siano compatibili tra di loro e con la Piattaforma Logistica Nazionale UIRNET.

Timeline: entro il secondo trimestre del 2024 (p. 1696)

 

Si segnala che le milestones a pag. 1707 prevedono che solo il 50% dei Port Community System divenga compatibile con gli standard della piattaforma logistica nazionale UIRNET entro il primo trimestre 2026.

 

Destinatari: utilizzatori e compagnie del settore del trasporto marittimo e intermodale

Attuazione: sotto la guida di una cabina di regia presso il MIMS con la partecipazione di UIRNET, rappresentanti delle AdSP e rappresentanti delle categorie di trasporto merci.

Semplificazione delle procedure logistiche e digitalizzazione dei documenti, con particolare riferimento all'adozione della lettera di vettura internazionale di tipo elettronico (CMR elettronica o eCMR) prevista dal Protocollo addizionale alla Convenzione che regola i contratti di trasporto internazionale su strada (convenzione CMR), alla modernizzazione della normativa sulla spedizione delle merci, all’individuazione dei laboratori di analisi accreditati per i controlli sulle merci

(M3 C2-R.2.3)

 

 

Digitalizzazione dei documenti di trasporto, e dall'introduzione dell'eCMR in Italia i cui benefici attesi sono:

§  Maggiore sicurezza, velocità ed economicità dei flussi informativi;

§   Semplificazione dei flussi informativi tra gli attori della catena logistica

§  Riduzione dei costi di emissione, molto inferiori a quelli del CMR cartaceo;

§  Minore possibilità di errori e discrepanze tra le versioni in possesso del mittente, del trasportatore e del destinatario della merce;

§  Maggiore trasparenza e facilità di controllo, con particolare riguardo all'intermodalità e alla duplicazione dei controlli, in virtù del monitoraggio costante delle operazioni e della possibilità di accedere alle informazioni in tempo reale;

§  Incentivazione della competitività delle imprese di autotrasporto italiane nell'acquisizione di contratti di trasporto internazionale da parte di imprese degli Stati che già applicano il Protocollo.

Timeline: entro il secondo trimestre 2024

 

Destinatari: compagnie che operano nel settore del trasporti Logistico e dei beni in Italia.

 

Attuazione: una modifica legislativa proposta dal MIMS per recepire il Protocollo addizionale alla Convenzione che regola i contratti di trasporto internazionale su strada (CMR).

6.6.4 Infrastrutture digitali

Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G) (M1 C2 I 3)

 


Nell’ambito della “Missione 1: Digitalizzazione, innovazione, competittività, cultura e turismo”, le cui risorse ammontano complessivamente a € 40,32 miliardi, gli Interventi sulle reti a banda ultra-larga che rappresentano l’investimento 3 della seconda componente (M1C2), con risorse pari a 6,71 miliardi di euro.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti a questo intervento:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

(M1-C2-I 3) Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G)

6.710

(Prestiti)

 

 

Il costo complessivo stimato degli interventi finanziati è stimato pari a 9,106 milioni di euro (i rimanenti 2.400 milioni di euro proverranno da finanziamenti privati).

L’Italia intende raggiungere l’obiettivo di realizzare connessioni a 1 Gbps in download e 200 Mbps in upload su tutto il territorio nazionale nonché di assicurare la copertura 5G in tutte le aree popolate entro il 2026 (termine di conclusione per tutti i progetti rientranti nell’inestimento). La comunicazione europea Bussola digitale (Digital Compass) prevede come termine per il conseguimento di questi obiettivi il 2030.

Ai fini del conseguimento degli obiettivi indicati il Governo ha pubblicato il 25 maggio 2021 la Strategia italiana per la banda ultralarga "Verso la Gigabit Society”

 

Tale investimento è suddiviso nei seguenti interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

a)

Connettività a 1 Gbps (Piano “Italia a 1 Giga”)

PNRR: 3.863,5

così ripartiti:

2022: 482,9

2023: 415,9

2024: 965,9

2025: 1.515,9

2026:  482,9

 

Finanziamento privato stimato: 1.600 milioni di euro.

L’obiettivo dell’intervento è assicurare la connettività a 1 Gbps (Piano “Italia a 1 Giga”) a circa 8,5 milioni di famiglie, imprese ed enti nelle aree grigie e nere NGA a fallimento di mercato ivi comprese anche circa 450.000 unità immobiliari situate nelle aree remote (cosiddette case sparse), non ricomprese nei piani di intervento pubblici precedenti.

 

 

Timeline: 01/04/2021 - 30/06/2026

 

Le milestones prevedono il completamento delle attività di preparazione nel secondo trimestre del 2021, per giungere alla notifica alla Commissione europea nel terzo trimestre 2021. Nel primo trimestre 2022 si prevede l’avvio e la chiusura delle procedure di gara. Nel secondo trimestre del 2022 si prevede l’aggiudicazione della gara e firma del contratto. Sotto il profilo esecutivo nel terzo trimestre del 2023 si prevede si raggiunga il 20% della realizzazione, nel primo trimestre del 2025 si prevede il raggiungimento del 60% che dovrebbe completarsi entro il secondo trimestre del 2026.

b) Completamento del Piano “Scuola connessa”,

261

così ripartiti:

2022: 87,0

2023: 43,5

2024: 43,5

2025: 43,5

2026: 43,5

L’obiettivo è quello di assicurare la connessione in fibra a 1 Gbps ai 9.000 edifici scolastici rimanenti (pari a circa il 20 per cento del totale) a completamento del programma di infrastrutturazione digitale delle scuole (La Strategia italiana per la banda ultralarga "Verso la Gigabit Society dà conto del fatto che è stato già finanziato per 400 milioni di euro l’intervento di infrastrutturazione di 35.000 plessi scolatici (pari al 78% dei plessi comprendenti scuole secondarie di primo e secondo grado, e nelle aree bianche, le scuole primarie e dell’infanzia).

 

Durata: 01/09/2021 -30/06/2026

Le milestones prevedono nel secondo trimestre del 2021 il lancio e la chiusura delle procedure di gara, nel terzo trimestre 2021 l’aggiudicazione della gara e la firma del contratto. Sul piano esecutivo il 20% degli interventi saranno effettuati entro il quarto trimestre 2022, il 60% entro il terzo trimestre 2024 e il completamento dell’intervento entro il secondo trimestre 2026. Nella Strategia italiana per la banda ultralarga "Verso la Gigabit Society il completamento dell’intervento e la endicontazione è fissata al 4 trimestre 2025.

c)

Piano “Sanità Connessa”

501,5

così ripartiti:

2022: 83,6

2023: 167,2

2024: 167,2

2025: 83,6

 

L’obiettivo dell’ìintervento è quello di assicurare connettività adeguata (da 1 Gbps fino a 10 Gbps simmetrici) agli oltre 12.000 punti di erogazione del Servizio sanitario nazionale;

 

 

Durata: 01/09/2021 - 30/06/2025

 

Le milestones prevedono entro il secondo trimestre 2021 una consultazione pubblica nonché il lancio e la chiusura della gara, nel terzo trimestre 2021 l’aggiudicazione della stessa e la firma del contratto. Sul piano esecutivo il 10% degli interventi saranno effettuati entro il primo trimestre 2023, entro il terzo trimestre del 2023 si raggiungerà il 30% della copertura, il 60% entro il terzo trimestre 2024 e il completamento dell’intervento entro il terzo trimestre 2025 (con la rendicontazione dei costi).

d)

Isole minori connesse

60,5

così ripartiti:

2021: 16,5

2022: 22

2023: 22

L’intervento è diretto a dotare 18 isole minori (Capraia, Favignana, Lipari, Stromboli, Alicudi, Panarea, Filicudi, Salina, Lampedusa, Linosa, Pantelleria, Ustica, Ponza, Ventotene, Asinara, Isole Tremiti, Isole Pelagie, isole Sulcitanee) di un backhauling sottomarino in fibra ottica;

 

Durata: 31/03/2021 - 31/12/2023

Le milestones prevedono nel primo trimestre del 2021 la consultazione pubblica sullo schena d’intervento, seguita dal lancio e dalla chiusura della gara (secondo trimestre 2021), l’aggiudicazione della stessa e la firma del contratto (terzo trimestre 2021). Nel quarto trimestre del 2021 dovrebbe essere concluso il 10% degli interventi, nel quarto trimestre del 2022 il 60% mentre entro il quarto trimestre 2023 si  prevede la conclusione dell’ìintervento e il rendiconto dello stesso.

e)

Italia 5G

2.020

così ripartiti:

2022: 77,5

2023: 155,0

2024: 155,0

2025: 555,0

2026: 1.077,5

 

Finanziamento privato  stimato: 800 milioni di euro.

L’obiettivo dell’intervento è quello di incentivare lo sviluppo e la diffusione dell’infrastruttura 5G:

§  nelle aree mobili a fallimento di mercato (Piano “Italia 5G” - fondi PNRR 1.000 milioni di euro);

§  lungo approssimativamente 2.645 km di corridoi di trasporto europei (fondi PNRR 420 milioni di euro) e 10.000 km di strade extra –urbane (fondi PNRR 600 milioni di euro), per abilitare lo sviluppo di servizi a supporto della sicurezza stradale, della mobilità, della logistica e del turismo.

 

La connessione stimata presenta le seguenti caratteristiche: 150 Mbit/s in download and 50 Mbit/s in upload.

 

Durata: 15/05/2021 -31/08/2026

 

Le milestones prevedono nel secondo trimestre del 2021 la mappatura per identificare le infrastrutture 4G e 5G esistenti e pianificate attraverso un questionario che richiede informazioni sulle reti esistenti e pianificate in tutto il territorio nazionale. Si prevede poi nel terzo trimestre 2021 la una consultazione pubblica aperta sul regime di intervento e sulle aree target e la conclusione delle attività preliminari. Nel primo trimestre del 2022 la notifica alla Commissione europea e il lancio della gara. Nel secondo trimestre del 2022 la chiusura della gara, l’aggiudicazione, e la firma del contratto. Quanto all’esecuzione si prevede si raggiunga il 20% dell’attuazione nel terzo trimestre 2023; nel primo trimestre del 2025 si prevede il raggiungimento del 60% della realizzazione che dovrebbe completarsi nel secondo trimestre del 2026, entro il quale sarà anche realizzato il rendiconto.

 

 

 

 

Le riforme

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma

:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Promozione della concorrenza: semplificazioni per la realizzazione delle infrastrutture digitali

--

 

Nell’ambito della legge annuale per la concorrenza 2021 si prevedono di introdurre norme finalizzate a garantire, il più rapido e capillare sviluppo delle reti di telecomunicazione nelle aree ancora prive di copertura, attraverso la riduzione degli oneri amministrativi per la loro installazione e stimolando la domanda di connessione alla banda ultra-larga.

Si prevede in generale un percorso di semplificazione dei processi autorizzativi che riconosce le infrastrutture per la cablatura in fibra ottica e per la copertura 5G come strategiche, velocizzandone così la diffusione sul territorio.

 

 


I soggetti destinatari delle risorse con riferimento all’intervento Italia a un Giga, al Piano “Italia 5G” sono imprese. Con riferimento al Piano “Scuola connessa”, alla connessione in fibra ottica delle isole minori e alla connessione in banda ultra-larga dei punti di erogazione del Servizio sanitario nazionale, i destinatari delle risorse non vengono indicati in quanto si tratta di interventi che, a diverso titolo, non richiedono una notifica alla Commissione europea del regime d’aiuto. Gli investimenti sarannoe seguiti secondo il modello “a contributo” (“gap funding”) ovvero a “investimento diretto”. Nel modello di investimento a contributo le imprese selezionate, proprietarie delle reti, saranno i beneficiari diretti della misura di aiuto. Nel modello ad “investimento diretto” (modello a concessione) I beneficiari saranno le imprese concessionarie.

Con riferimento agli impatti di genere gli investimenti in banda larga e connessioni veloci previsti nella Missione 1 facilitano la creazione dell’infrastruttura tecnologica necessaria a fornire all’imprenditoria in genere, e all’imprenditoria femminile in particolare, gli strumenti con i quali ampliare il proprio mercato.

 

Per quanto riguarda il Mezzogiorno la Missione 1 avrà un impatto significativo nella riduzione dei divari territoriali. Oltre il 45 per cento degli investimenti nella connettività a banda ultralarga si svilupperanno nelle regioni del Mezzogiorno. La connettività ultraveloce raggiungerà tutte le aree interne del Paese e le isole minori.



6.6.5 Sicurezza stradale 4.0

 


Con riguardo alla Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile, nell’ambito della Componente C1 - Investimenti sulla Rete Ferroviaria – è affiancato l’intervento di riforma Sicurezza stradale 4.0 (M3C1-R.2.1. e M3C1-R.2.2), con investimenti a valere sulle risorse nazionali, riguardanti la messa in sicurezza, il contrasto e l’adattamento al cambiamento climatico della rete stradale, con una forte componente di ammodernamento tecnologico attraverso un sistema di monitoraggio digitale avanzato.

In proposito, sono previsti investimenti derivanti soltanto dal Fondo complementare (D.L. 59 del 2021), che contiene le risorse nazionali da aggiungere a quelle del PNRR, a favore della M3C1, con riferimento alla misura “sicurezza stradale 4.0”, per complessivi 1.450 milioni di euro per il periodo 2021-2026.


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Trasferimento della titolarità delle opere d’arte (ponti, viadotti e cavalcavia) relative alle strade di secondo livello ai titolari delle strade di primo livello (autostrade e strade extraurbane principali) (M3-C1-R.2.1)

--

La riforma prevede l’attuazione del “decreto semplificazioni” (D.L. n. 76/2020, convertito con L. n. 120/2020) nella parte in cui dispone il trasferimento della titolarità di ponti, viadotti e cavalcavia sulle strade di secondo livello a quelle di primo livello (autostrade e strade statali), in particolare dai Comuni, dalle Province e dalle Regioni allo Stato. Ciò consentirà un aumento della sicurezza complessiva della rete stradale, in quanto la manutenzione di ponti, viadotti e cavalcavia sarà di competenza dell'ANAS e/o delle società concessionarie autostradali, che hanno capacità di pianificazione e manutenzione migliori rispetto ai singoli comuni o alle province.

 

Attuazione delle Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti (D.M. 17 dicembre 2020 n. 578) (M3-C1-R.2.2)

--

La riforma prevede l’attuazione del processo di valutazione del rischio di ponti e viadotti esistenti, secondo modalità definite dalle Linee guida previste dal D.M. n. 578 del 2020, che assicureranno l’omogeneità della classificazione e della gestione del rischio, della valutazione della sicurezza e del monitoraggio dei ponti, viadotti, rilevati, cavalcavia e opere similari, esistenti lungo strade statali o autostrade gestite da Anas S.p.A. o da concessionari autostradali.

 

 

 


L’intervento previsto per la Sicurezza stradale ha, principalmente, come soggetti destinatari, i Comuni, le Province, le Regioni e lo Stato, il quale, per quanto riguarda la manutenzione di ponti, viadotti e cavalcavia, usufruirà della competenza dell'ANAS e/o delle società concessionarie autostradali.

Nel PNRR si puntualizza, inoltre, che, con riferimento all’impatto sui divari territoriali, una rete stradale smart risulta, tra l’altro, imprescindibile per contribuire a colmare il divario tra il nord e il Mezzogiorno, garantire collegamenti rapidi ed efficienti tra l’est e l’ovest della penisola e uniformare la qualità dei servizi di trasporto su tutto il territorio nazionale.



 

6.7 Giustizia


La riforma del sistema giudiziario, incentrata sull'obiettivo della riduzione del tempo del giudizio, è inserita dal PNRR tra le c.d. riforme orizzontali, o di contesto, che consistono in innovazioni strutturali dell'ordinamento, tali da interessare, in modo trasversale, tutti i settori di intervento del Piano. Per realizzare questa finalità, il Piano prevede - oltre a riforme ordinamentali, da realizzare ricorrendo allo strumento della delega legislativa - anche il potenziamento delle risorse umane e delle dotazioni strumentali e tecnologiche dell'intero sistema giudiziario, al quale sono destinati specifici investimenti.

 

Per ridurre la durata dei giudizi, il Piano si prefigge i seguenti obiettivi:

§  portare a piena attuazione l'Ufficio del processo, introdotto in via sperimentale dal d.l. n. 90 del 2014;

§  rafforzare la capacità amministrativa del sistema, per valorizzare le risorse umane, integrare il personale delle cancellerie, e sopperire alla carenza di professionalità tecniche, diverse da quelle di natura giuridica, essenziali per attuare e monitorare i risultati dell'innovazione organizzativa;

§  potenziare le infrastrutture digitali con la revisione e diffusione dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali e di trasmissione di atti e provvedimenti;

§  garantire al sistema giustizia strutture edilizie efficienti e moderne;

§  contrastare la recidiva dei reati potenziando gli strumenti di rieducazione e di reinserimento sociale dei detenuti.

 

Per realizzare questi obiettivi, all'interno della Missione n. 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura), il PNRR individua la componente "Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA", che comprende sia l’obiettivo della digitalizzazione della PA, per il quale sono destinati in particolare 140 milioni di euro per il potenziamento dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali, sia l'obiettivo di "sostenere gli interventi di riforma della giustizia attraverso investimenti nella digitalizzazione e nella gestione del carico pregresso di cause civili e penali", da realizzare attraverso uno stanziamento di 2.340 milioni di euro. L'investimento nell'innovazione organizzativa del sistema giudiziario dovrebbe per il Governo tradursi in un incremento della produttività degli uffici giudiziari.

 

In particolare, come specificato negli allegati [p. 372], il Governo stima:

§  un abbattimento dell’arretrato civile del 65% in primo grado e del 55% in appello, entro la fine del 2024;

§  un abbattimento dell’arretrato civile del 90%, in tutti i gradi di giudizio, entro la metà del 2026;

§  un abbattimento dell’arretrato della giustizia amministrativa del 70% in tutti i gradi di giudizio entro la metà del 2026\

§  una riduzione del 40% della durata dei procedimenti civili entro la metà del 2026;

§  una riduzione del 25% della durata dei procedimenti penali entro la metà 2016.

 

Nella Missione n. 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica), il PNRR individua la componente "Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici" che comprende anche l'obiettivo dell'efficientamento degli edifici pubblici, con uno stanziamento di 410 milioni di euro per l'efficientamento degli edifici giudiziari.


Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali
(M1-C1-I.1.6):

§  Digitalizzazione del Ministero della Giustizia (I.1.6.2)

§  Digitalizzazione del Consiglio di Stato (I.1.6.5)

140,5 (prestiti) [p. 533 e ss.]


 

§  133 (di cui 83 per il fascicolo telematico e 50 per i data lake)

 

 

 

§  7,5

L’obiettivo è potenziare le infrastrutture digitali con la revisione e diffusione dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali e di trasmissione di atti e provvedimenti. In particolare, il PNRR prevede [p. 432 e ss.] la digitalizzazione del cartaceo residuo per completare il fascicolo telematico, progettualità di data-lake (software che funge di unico punto di accesso a tutti i dati grezzi prodotti dal sistema giudiziario) per migliorare i processi operativi di giustizia ordinaria e Consiglio di Stato. È prevista inoltre la creazione di una banca dati gratuita e accessibile di tutte le decisioni civili [p. 371].

L’investimento del Ministero della Giustizia avrà avvio a luglio 2021 e si concluderà nel giugno 2026; quello del Consiglio di Stato avrà avvio nel luglio 2021 e terminerà invece nel giugno 2025.

Investimento in capitale umano per rafforzare l’ufficio del processo e superare le disparità tra tribunali (M1-C1-I.3.1)

2.300,0 (sovvenzioni)

L'obiettivo principale dell'intervento è offrire un concreto ausilio alla giurisdizione, così da poter determinare un rapido miglioramento della performance degli uffici giudiziari per sostenere il sistema nell'obiettivo dell'abbattimento dell'arretrato e ridurre la durata dei procedimenti civili e penali.

Il Governo prevede di realizzare l'obiettivo, in primo luogo, attraverso il potenziamento dello staff del magistrato con professionalità in grado di collaborare in tutte le attività collaterali al giudicare (ricerca, studio, monitoraggio, gestione del ruolo, preparazione di bozze di provvedimenti).

A tal fine viene finanziato un piano straordinario di assunzioni a tempo determinato per supportare i giudici nell'evasione delle pratiche procedurali pendenti e garantire le necessarie competenze tecniche richieste per affrontare la trasformazione tecnologica e digitale [v. p. 595 per le specifiche sull’impiego del personale tecnico, destinato anche alla gestione dell’intervento sull’edilizia previsto dalla Missione 2]. In particolare, le risorse stanziate saranno destinate a:

§  assumere con contratto triennale circa 1.600 giovani laureati [1.660 negli allegati, v. p. 476], 750 giovani diplomati specializzati e 3.000 giovani diplomati che andranno a costituire lo staff amministrativo e tecnico a supporto degli uffici giudiziari;

§  assumere con contratti a tempo determinato circa 16.500 laureati in legge, economia e commercio e scienze politiche, che formeranno lo staff dell'Ufficio del Processo, con il compito di collaborare allo studio della controversia e della giurisprudenza pertinente, di predisporre le bozze di provvedimenti, di collaborare alla raccolta della prova dichiarativa nel processo civile;

§  creare circa 1.500 posizioni di coordinatori esperti tra il personale già in forza presso il Ministero della Giustizia con il compito di gestire e organizzare le nuove risorse assunte di cui sopra.

Una quota parte dei neo-assunti (400 addetti all'Ufficio del Processo) verrà specificatamente assegnata al progetto di innovazione organizzativa della Corte di Cassazione [p. 482] che prevede la revisione delle sezioni civili, in particolare la sezione tributaria e le sezioni dedicate all'immigrazione e al diritto di asilo.

Nel lungo periodo, al fine di non disperdere lo sforzo e i risultati conseguiti con il reclutamento temporaneo di personale, laddove sia possibile, il Governo dichiara di voler stabilizzare la struttura organizzativa così costituita per mantenere inalterata la sua composizione e funzione. A tal fine è costruito un sistema di incentivi e corsie preferenziali volto al reclutamento e alla stabilizzazione delle risorse assunte in via temporanea.

Il Governo intende procedere alle assunzioni degli addetti all'ufficio del processo con norme semplificate (concorsi pubblici per soli titoli, da svolgere su base distrettuale) e ritiene di poter completare le assunzioni entro i primi mesi del 2022. In particolare è previsto il reclutamento del 40% del personale entro il 2022 e dei restanti entro la prima parte del 2024 [v. p. 370 e ss.; p. 477 e p. 537].

Rafforzamento dell’Ufficio del processo per la giustizia amministrativa (M1-C1-I.3.2)

42,1 (sovvenzioni)

Si tratta di finanziare un piano straordinario di assunzioni a tempo determinato per rafforzare temporaneamente l'ufficio del processo; assicurare al sistema competenze tecniche a supporto dello sforzo di gestione del cambiamento e alla transizione tecnologica; rafforzare stabilmente la capacità amministrativa del sistema giudiziario attraverso la formazione del personale e il trasferimento delle conoscenze. In particolare, il PNRR [p. 499 e ss.] prevede l'assunzione con contratti a tempo determinato della durata di 30 mesi di 250 funzionari e di 90 assistenti informatici. Le unità di personale saranno distribuite presso gli uffici giudiziari amministrativi che presentano il maggiore arretrato (Consiglio di Stato, TAR Lazio, TAR Lombardia, TAR Veneto, TAR Campania e TAR Sicilia).

Il Governo intende procedere alle assunzioni degli addetti all'ufficio del processo con norme semplificate (concorsi pubblici per soli titoli, da svolgere su base distrettuale) e ritiene di poter completare le assunzioni entro i primi mesi del 2022 [p. 507].

Efficientamento degli edifici giudiziari
(
M2-C3-I.1.2)

426,0 (prestiti)

La linea di investimento mira ad intervenire sulle strutture inadeguate che influiscono sull'erogazione del servizio giudiziario [p. 1081]. L'intervento si focalizza sulla manutenzione di beni esistenti, sulla tutela, la valorizzazione e il recupero del patrimonio storico che spesso caratterizza gli uffici dell'amministrazione della giustizia. La misura si pone l'obiettivo di intervenire su 48 edifici; il dettaglio degli immobili interessati dall’investimento è a p. 1085.

Il Governo dichiara di concludere l’intervento entro la metà del 2026.

 

 


Da ultimo, in tema di edilizia, si ricorda che ulteriori risorse, pari a 132,9 milioni di euro, sono rese disponibili dalla programmazione nazionale aggiuntiva e sono ripartite come segue ad opera del decreto-legge 59/2021 (art, 1, comma 2, lett. g)). Si tratta di risorse finalizzate in particolare alla costruzione e al miglioramento di padiglioni e spazi per strutture penitenziarie per adulti e minori.


 

Anno

Stato di previsione del Ministero della giustizia

2022

2,5

2023

19,0

2024

41,5

2025

57,00

2026

12,9

Totale

132,9

 

 


L’obiettivo della riduzione dei tempi dei processi viene prevalentemente perseguito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza attraverso importanti riforme ordinamentali, non limitate agli interventi di carattere processuale ma che affrontino anche i nodi organizzativi, al fine di abbattere l’arretrato che grava sugli uffici giudiziari. In particolare, nel campo della giustizia civile (alla cui perdurante lentezza vengono imputati impatti negativi sugli investimenti e sulla produttività), il Governo prevede la semplificazione del rito, in primo grado e in appello, e l'implementazione definitiva del processo telematico. Il Piano predispone inoltre interventi volti a ridurre il contenzioso tributario e i tempi della sua definizione e, in materia penale, annuncia una riforma della fase delle indagini e dell'udienza preliminare; l'ampliamento del ricorso a riti alternativi; il più selettivo esercizio dell'azione penale e dell'accesso al dibattimento; la definizione di termini di durata dei processi.

 

Agli investimenti sopra indicati si affiancano dunque le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Riforma del processo civile

 

Il PNRR prevede 3 filoni di intervento:

§  anzitutto un potenziamento degli strumenti alternativi al processo per la risoluzione delle controversie, rafforzando le garanzie di imparzialità, per quello che concerne l'arbitrato; estendendo l'ambito di applicazione della negoziazione assistita e estendendo l’applicabilità dell'istituto della mediazione;

§  - quindi un intervento selettivo sul processo civile volto a concentrare maggiormente, per quanto possibile, le attività tipiche della fase preparatoria ed introduttiva; sopprimere le udienze potenzialmente superflue e ridurre i casi nei quali il tribunale è chiamato a giudicare in composizione collegiale; ridefinire meglio la fase decisoria, con riferimento a tutti i gradi di giudizio;

§  interventi sul processo esecutivo e sui procedimenti speciali volti a garantire la semplificazione delle forme e dei tempi del processo esecutivo con particolare riguardo al settore dell’esecuzione immobiliare, dell'espropriazione presso terzi e delle misure di coercizione indiretta.

Infine, specifiche misure di riforma sono previste nel settore del contenzioso della famiglia, per il quale si prevede l'individuazione di un rito unitario per i procedimenti di separazione, divorzio e per quelli relativi all'affidamento e al mantenimento dei figli nati al di fuori del matrimonio.

Per la riforma del processo civile si ricorda che è in corso di esame in sede referente al Senato il disegno di legge A.S. 1662.

Peraltro, il Governo ha istituito presso il Ministero della Giustizia una commissione di studio volta ad elaborare proposte di modifica da presentare al disegno di legge già in corso di esame.

 

Quanto ai tempi di attuazione, il Governo ritiene che le leggi di delega possano essere approvate dal Parlamento entro il 2021, per emanare i decreti delegati entro il 2022. Nel 2023 saranno adottati gli eventuali ulteriori strumenti attuativi.

Modifiche al Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza

 

Il Governo prevede di apportare modifiche al c.d. Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza [v. p. 369]:

§  attuando la direttiva UE n. 1023/2019 relativa alle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione;

§  rivedendo gli accordi di risoluzione extragiudiziale al fine di incentivare le parti a farne un maggior uso;

§  potenziando i meccanismi di allerta;

§  specializzando gli uffici giudiziari e le autorità amministrative competenti per le procedure concorsuali;

§  implementando la digitalizzazione delle procedure anche attraverso la creazione di una apposita piattaforma online.

Il Ministro della giustizia ha istituito una Commissione finalizzata a proporre le citate modifiche.

 

La riforma dovrà essere attuata entro il quarto trimestre 2022.

Riforma della giustizia tributaria

 

Con l’obiettivo di ridurre il numero di ricorsi alla Corte di Cassazione e consentire una loro trattazione più spedita, il Piano è volto a:

§  assicurare un migliore accesso alle fonti giurisprudenziali mediante il perfezionamento delle piattaforme tecnologiche e la loro piena accessibilità da parte del pubblico;

§  introdurre il rinvio pregiudiziale per risolvere dubbi interpretativi, per prevenire la formazione di decisioni difformi dagli orientamenti consolidati della Corte di Cassazione;

§  rafforzare le dotazioni di personale e intervenire, mediante adeguati incentivi economici, sul personale ausiliario.

I Ministri della giustizia e dell'economia hanno insediato una commissione di studio chiamata a proporre al Governo un disegno di riforma della giustizia tributaria.

 

Il Governo stima di poter giungere all'approvazione di una legge delega entro il 2021 e all'emanazione dei decreti delegati entro il 2022.

Riforma del processo e del sistema sanzionatorio penale

 

Con l'obiettivo di rendere più efficiente il processo penale e di accelerarne i tempi di definizione, il Governo punta a:

§  semplificare e razionalizzare il sistema degli atti processuali e delle notificazioni;

§  intervenire sulla disciplina della fase delle indagini e dell'udienza preliminare;

§  ampliare la possibilità di ricorso ai riti alternativi e l'incentivazione dei benefici ad essi connessi;

§  predisporre regimi volti a garantire maggiore selettività nell'esercizio dell'azione penale e nell'accesso al dibattimento, tanto in primo grado quanto in fase di gravame;

§  migliorare l'accesso, snellire le forme e ridurre i tempi di durata del giudizio di appello;

§  definire i termini di durata dei processi.

Il Governo, inoltre, prevede interventi    sulla procedibilità dei reati; sulla possibilità di estinguere talune tipologie di reato mediante condotte riparatorie a tutela delle vittime; sull'ampliamento dell'applicazione dell'istituto della particolare tenuità del fatto.

Infine, il Governo considera anche iniziative concernenti la prescrizione del reato, che non dovrebbe più rappresentare l'unico rimedio di cui si munisce l'ordinamento nel caso in cui i tempi del processo si protraggano irragionevolmente.

Si ricorda che è in corso di esame in sede referente alla Camera il disegno di legge A.C. 2435.

Il Ministero ha istituito una Commissione per elaborare proposte di riforma in materia di processo e sistema sanzionatorio penale da inserire nell’iter legislativo già avviato.

 

Quanto ai tempi di attuazione, il Governo auspica l'approvazione di leggi delega entro il 2021 e che i decreti delegati possano essere approvati entro il 2022.

Riforma dell’ordinamento giudiziario

 

L’intervento riformatore si propone gli obiettivi di:

§  ottenere un generale miglioramento sull'efficienza e sulla complessiva gestione delle risorse umane, attraverso una serie di innovazioni dell'organizzazione dell'attività giudiziaria;

§  garantire un esercizio del governo autonomo della magistratura libero da condizionamenti esterni o da logiche non improntate al solo interesse del buon andamento dell'amministrazione della giustizia.

Quanto alle modalità, il Governo prevede di intervenire:

§  sulle procedure di gestione del contenzioso e di organizzazione degli uffici giudiziari (ruolo del dirigente, carichi di lavoro, smaltimento e prevenzione dell’arretrato, complessiva riorganizzazione delle Procure della Repubblica);

§  sulle norme di ordinamento giudiziario, con particolare riferimento alla complessiva gestione delle risorse umane (riduzione dei tempi di accesso alla carriera di magistrato, obbligo di permanenza nell’ufficio, riduzione dei possibili passaggi di funzioni da incarichi giudicanti a requirenti, semplificazione dell'attività dei Consigli giudiziari);

§  sull’autogoverno della magistratura, con riferimento all’attribuzione degli incarichi direttivi, delle funzioni di legittimità, e del meccanismo di elezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura.

Si ricorda che è in corso di esame in sede referente alla Camera il disegno di legge A.C. 2681.

Il Ministero della Giustizia ha costituito una apposita commissione di studio per proporre modifiche da inserire nell’iter legislativo già avviato.

Il Governo non specifica i tempi di attuazione della riforma.

 

6.8 Ambiente

6.8.1 Acqua e territorio

 


Le risorse destinate alla tutela del territorio e della risorsa idrica sono allocate nella componente 4 della Missione 2. Si tratta, complessivamente, di 15,06 miliardi di euro.

Si fa notare che per la tematica in questione non sono previste ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare, come risulta dalla tavola 1.1 del PNRR. Sono invece previsti ulteriori 0,31 miliardi di euro dal programma REACT dell’UE.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 2, afferenti al settore della tutela del territorio e della risorsa idrica:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Realizzazione di un sistema avanzato ed integrato di monitoraggio e previsione (M2-C4.1-I.1.1)

500

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 150

2023: 150

2024: 100

2025: 50

2026: 50

L’investimento è orientato a sviluppare un sistema di monitoraggio da remoto di ampie fasce territoriali, che consenta di individuare e prevedere i rischi sul territorio, come conseguenza dei cambiamenti climatici e di inadeguata pianificazione territoriale. I dati di monitoraggio costituiranno la base per lo sviluppo di piani di prevenzione dei rischi, anche per le infrastrutture esistenti, e di adattamento ai cambiamenti climatici. Lo strumento consentirà anche di contrastare fenomeni di smaltimento illecito di rifiuti, identificando gli accumuli per i conseguenti interventi di rimozione (v. M2-C1.1-I.1.2).

Gli elementi costitutivi del sistema sono la raccolta e omogeneizzazione di dati territoriali sfruttando satelliti, droni, sensoristica da remoto e integrazione di sistemi informativi esistenti; reti di telecomunicazione a funzionamento continuo; sale di controllo centrali e regionali, sistemi e servizi di cyber security, per la protezione da attacchi informatici.

L'implementazione prevede una fase di “progettazione preliminare” svolta dal MITE, con il supporto del Dipartimento della Protezione Civile e in coordinamento con altri ministeri e un successivo bando di gara per la realizzazione del nuovo “Centro” al servizio del territorio entro la fine del 2021 che dovrebbe portare all’inizio della fase operativa di utilizzo entro la metà del 2024.

Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (M2-C4.2-I.2.1)

2.487

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 62,9

2021: 205,8

2022: 268,7

2023: 197,3

2024: 563,2

2025: 606,1

2026: 583,1

L’investimento è destinato a finanziare un ampio e capillare programma di interventi strutturali (volti a mettere in sicurezza il territorio da frane o ridurre il rischio di allagamento) e non strutturali (ovvero misure previste dai piani di gestione del rischio idrico e di alluvione, focalizzati sul mantenimento del territorio, sulla riqualificazione, sul monitoraggio e sulla prevenzione). L’obiettivo è portare in sicurezza 1,5 milioni di persone oggi a rischio. Nelle aree colpite da calamità saranno effettuati interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate, nonché interventi di riduzione del rischio residuo, finalizzato alla tutela dell'incolumità pubblica e privata, in linea con la programmazione e gli strumenti di pianificazione esistenti.

L’intervento è articolato in due aree:

a) misure strutturali e non strutturali nei territori più a rischio (a cui sono destinati 1.287 milioni di euro); gli interventi saranno selezionati dall’esistente banca dati RENDIS entro la fine del 2021. Tali interventi si accompagnano alla riforma volta a rafforzare le strutture tecniche di supporto ai Commissari per il dissesto idrogeologico (v. M2-C4.2-R.2.1).

Negli allegati al PNRR viene sottolineato che alle finalità perseguite dagli interventi in questione concorrono gli stanziamenti previsti dalla legge di bilancio (per 160 milioni di euro) e, inoltre, che occorre considerare anche gli interventi per la gestione sostenibile delle foreste, con particolare riguardo alla prevenzione degli incendi boschivi e il ripristino delle aree colpite da catastrofi, che saranno finanziati dal FEASR per 1 miliardo di euro.

b) misure in favore delle aree colpite da calamità (a cui sono destinati 1.200 milioni di euro) per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e per la riduzione del rischio residuo sulla base di piani di investimento elaborati a livello locale e approvati dal Dipartimento della Protezione Civile entro la fine del 2021.

 

Nel corso della presente legislatura sono state approvate numerose disposizioni per il contrasto al dissesto idrogeologico, sia di natura regolamentare che di natura finanziaria, con una serie di rilevanti finanziamenti, soprattutto nell’ambito delle leggi di bilancio. Per una rassegna delle principali disposizioni e finanziamenti si rinvia al tema web “Dissesto idrogeologico”, ove si dà conto anche del Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale (c.d. ProteggItalia) approvato con il D.P.C.M. 20 febbraio 2019 e attuato parzialmente con la delibera CIPE 24 luglio 2019, n. 35 (che ha destinato agli interventi cantierabili 315,1 milioni di euro) e con il D.P.C.M. 2 dicembre 2019 (di approvazione del piano operativo  2019, per un importo di 361,9 milioni).

E' in corso d'esame, in sede redigente, presso la 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato, il disegno di legge n. 1422 di iniziativa governativa recante la c.d. «Legge CantierAmbiente»".

Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni
(M2-C4.2-I.2.2)

6.000

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 450

2021: 1.150

2022: 1.200

2023: 1.100

2024: 1.000

2025: 700

2026: 400

L’investimento aumenterà la resilienza del territorio attraverso un insieme eterogeneo di interventi (di portata piccola e media) da effettuare nelle aree urbane. I lavori riguarderanno la messa in sicurezza del territorio, la sicurezza e l’adeguamento degli edifici, l’efficienza energetica e i sistemi di illuminazione pubblica.

 

 

Gli interventi sono già stati oggetto della normativa vigente e riguardano le aree urbane dell'intero territorio nazionale. Gli enti attuatori sono i Comuni a cui le risorse saranno assegnate con decreti del Ministero dell'Interno.

 

Nel corso della presente legislatura sono state approvate diverse disposizioni finalizzate a mettere a disposizione risorse (anche) per la messa in sicurezza del territorio e l’efficienza energetica, soprattutto nell’ambito delle leggi di bilancio (si ricordano, in particolare, i commi 107-114 e 134-148 della legge di bilancio 2019 e i commi 29 e ss., 44-46 e 51-58 della legge di bilancio 2020).

 

Sul tema dell’efficienza energetica si rinvia alle ulteriori schede tematiche del presente dossier “Efficienza energetica” e “Superbonus 110%”.

Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (M2-C4.3-I.3.1)

330

(Prestiti)

 

di cui:

2021: 33

2022: 73

2023: 66

2024: 132

2025: 13

2026: 13

In linea con le strategie nazionali e comunitarie, questa linea di intervento prevede una serie di azioni su larga scala per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove aree verdi, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecosistemici. Le azioni sono rivolte principalmente alle 14 città metropolitane e includono lo sviluppo di boschi urbani e periurbani (piantumazione di almeno 6,6 milioni di alberi, pari a 6.600 ettari di foreste urbane).

Il progetto è coerente con l'attività sperimentale per il rimboschimento urbano avviata con l'art. 4 del D.L. 111/2019. L’implementazione prevede una fase di pianificazione svolta dalle città metropolitane, sulla base dei criteri dettati dal MiTE, che dovrebbe concludersi entro la fine del 2021.

 

L’art. 4 del D.L. 111/2019, per il finanziamento di un programma sperimentale di messa a dimora di alberi, di reimpianto e di silvicoltura, e per la creazione di foreste urbane e periurbane, nelle città metropolitane, in coerenza con quanto previsto dal d.lgs. 34/2018, ha autorizzato la spesa di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021.

In attuazione di tale disposizione è stato emanato il D.M. 9 ottobre 2020 che disciplina le modalità per la progettazione degli interventi di riforestazione.

Digitalizzazione dei parchi nazionali
(M2-C4.3-I.3.2)

100

(Prestiti: 82;
Sovvenzioni: 18)

 

di cui:

2021: 9

2022: 26

2023: 27

2024: 19

2025: 19

L’obiettivo è quello di intervenire nelle dinamiche che governano la gestione di tutti i 24 parchi nazionali e le 31 aree marine protette, attraverso l’implementazione di procedure standardizzate e digitalizzate su tre ambiti strategici ai fini della modernizzazione, dell’efficienza e dell’efficacia d’azione delle aree protette:

§  conservazione della natura (a cui sono destinati prestiti per 82 milioni di euro): il progetto mira ad approfondire la conoscenza sulla coerenza, le caratteristiche e lo stato di conservazione degli habitat e delle specie. Attraverso tale intervento sarà inoltre possibile sviluppare un'azione di monitoraggio e valutazione permanente;

§  servizi digitali ai visitatori (a cui sono destinate sovvenzioni per 14 milioni di euro): il progetto mira a creare le condizioni per un'economia basata sul capitale naturale attraverso servizi e attività incentrate sulle risorse locali (natura, enogastronomia, artigianato, arte, cultura, ecc.) e al contempo promuovere educazione, informazione e sensibilizzazione sui temi del turismo sostenibile e del consumo critico di risorse;

§  semplificazione amministrativa (a cui sono destinate sovvenzioni per 4 milioni di euro): il progetto è orientato a semplificare le procedure per i cittadini nei comuni delle aree protette e garantire chiarezza dei termini e certezza dei tempi di risposta alle richieste.

Gli interventi sono promossi dal MiTE. Gli enti attuatori saranno gli organismi di gestione delle aree protette. L’attività conoscitiva si concluderà con la definizione di accordi tra il MiTE e gli organi di gestione delle aree protette entro il marzo 2022.

 

 

Si segnala che lo schema di riparto dei contributi del MiTE ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi per l'anno 2021 (A.G. 257), è stato esaminato dalle competenti commissioni parlamentari, che hanno espresso parere favorevole nelle sedute del 20 maggio (Commissione 13a del Senato) e del 25 maggio (Commissione VIII della Camera).

Rinaturazione dell’area Po  (M2-C4.3-I.3.3)

357

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 4,5

2023: 22

2024: 150

2025: 150

2026: 30,5

 

Il progetto consiste nella riqualificazione del corso del Po con l’obiettivo di bilanciare i processi morfologici attivi, per garantire la rinaturazione del fiume e contribuire al raggiungimento degli obiettivi delle direttive quadro Acque (2000/60/CE) e Alluvioni (2007/60/CE). La proposta si propone di contribuire al recupero del corridoio ecologico rappresentato dall'alveo del fiume e dalle sue fasce riparie, costituito da una notevole diversità di ambienti (sponde, isole, banchi di sabbia, ecc.) che devono essere protetti e ripristinati (riqualificazione di più di 1.500 ettari e riattivazione e riapertura di 51 milioni di metri cubi di lanche e rami abbandonati).

L'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po coordinerà l'attuazione del progetto e promuoverà l’istituzione di un tavolo di coordinamento con AIPO, Regioni ed enti locali. Entro il marzo 2022 dovranno essere preparati i programmi operativi, al fine di acquisire tutte le autorizzazioni entro il terzo trimestre del 2023.

Bonifica dei siti orfani
(M2-C4.3-I.3.4)

500

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 200

2023: 150

2024: 150

L'obiettivo è recuperare i siti inquinati “orfani”, favorendo il loro reinserimento nel mercato immobiliare, riducendo l'impatto ambientale e promuovendo l'economia circolare. Il progetto utilizzerà le migliori tecnologie innovative di indagine disponibili per identificare le reali necessità di bonifica e consentire lo sviluppo delle aree.

L’intervento è in continuità con il “Programma nazionale di finanziamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti orfani” previsto dal comma 800 della legge di bilancio 2019 (L. 145/2018) e approvato con il D.M. 29 dicembre 2020, a cui sono destinati 105,6 milioni di euro.

Entro la fine del 2021 saranno individuati i siti ed entro il 2022 definiti gli accordi di programma e assegnate le risorse economiche.

Ripristino e tutela dei fondali e degli habitat marini
(M2-C4.3-I.3.5)

400

(Prestiti)

 

di cui:

2021: 8

2022: 44,5

2023: 75

2024: 87,5

2025: 91,5

2026: 93,5

Al fine di aumentare la quota di acque nazionali protette, si prevedono interventi su larga scala per il ripristino e la protezione dei fondali e degli habitat marini nelle acque italiane, finalizzati a invertire la tendenza al degrado degli ecosistemi mediterranei. Poiché un'adeguata mappatura degli habitat dei fondali marini e il monitoraggio ambientale sono un prerequisito per definire misure di protezione efficaci, si intende rafforzare il sistema nazionale di ricerca e osservazione degli ecosistemi marini e costieri, anche aumentando la disponibilità di navi da ricerca aggiornate (attualmente carenti), al fine di avere il 90% dei sistemi marini e costieri mappati e monitorati, e il 20% restaurati.

Il piano complessivo sarà coordinato dal MiTE insieme all’ISPRA e dovrà sviluppare gli appalti pubblici per la mappatura degli habitat marini e costieri entro giugno 2024.

 

Disposizioni per la tutela degli habitat marini, soprattutto attraverso la prevenzione e la riduzione del marine litter, sono contenute nel disegno di legge n. 1571, approvato dalla Camera e attualmente all'esame del Senato, recante "Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare ("legge SalvaMare")".

Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico (M2-C4.4-I.4.1)

2.000

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 40

2021: 170

2022: 170

2023: 190

2024: 400

2025: 430

2026: 600

Onde superare le frequenti crisi idriche, dovute ai cambiamenti climatici in atto, l’investimento mira a garantire: la sicurezza dell'approvvigionamento idrico di importanti aree urbane e delle grandi aree irrigue; l’adeguamento e mantenimento della sicurezza delle opere strutturali; una maggiore resilienza delle infrastrutture, anche in un'ottica di adattamento ai cambiamenti climatici.

A tal fine vengono finanziati investimenti in 75 progetti di manutenzione straordinaria e nel potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria. Gli interventi copriranno l'intero territorio nazionale, in particolare con il completamento di grandi impianti incompiuti principalmente nel mezzogiorno. 

Gli investimenti in questione, gestiti dal MIMS, sono in continuità con il Piano nazionale di interventi nel settore idrico.

Una quota pari al 45-50% delle risorse sarà allocata nelle regioni del Mezzogiorno.

Nel PNRR viene evidenziato che le procedure di selezione degli interventi sono già state attivate dal MIMS e che, pertanto, la progettazione dei lavori potrebbe concludersi entro il 2022 e l’aggiudicazione avvenire entro settembre del 2023.

 

I commi 516-525 dell'art. 1 della legge di bilancio 2018 (L. 205/2017) hanno previsto - per la programmazione e la realizzazione degli interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e per promuovere il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche - l'adozione, con apposito D.P.C.M., di un Piano nazionale di interventi nel settore idrico. La disciplina relativa è stata modificata dal comma 153 dell'art. 1 della legge di bilancio 2019 (L. 145/2018). Il successivo comma 155 ha autorizzato la spesa di 1 miliardo di euro (100 milioni per ciascun anno del periodo dal 2019 al 2028) per l'attuazione di un primo stralcio del Piano nazionale di interventi nel settore idrico e per il finanziamento della progettazione di interventi considerati strategici nel medesimo Piano.

Con il D.M. n. 526/2018 è stato adottato il "piano straordinario invasi" che impegna 249,9 milioni di euro.

Con il D.P.C.M. 17 aprile 2019 si è provveduto all'adozione del primo stralcio del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico - sezione «invasi», composto da 30 interventi per un importo di 260 milioni di euro.

Con il successivo D.P.C.M. 1 agosto 2019 si è provveduto all'adozione del primo stralcio del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico - sezione «acquedotti», per un importo di 80 milioni di euro.

Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti (M2-C4.4-I.4.2)

900

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 50

2023: 50

2024: 200

2025: 250

2026: 350

Il progetto è rivolto prioritariamente a una riduzione delle perdite nelle reti per l'acqua potabile, anche attraverso la digitalizzazione delle reti, da trasformare in una "rete intelligente", per favorire una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze.

 

Gli investimenti in questione, gestiti dal MIMS, sono in continuità con il Piano nazionale di interventi nel settore idrico (v. supra).

Una quota pari al 45-50% delle risorse sarà allocata nelle regioni del Mezzogiorno.

Oltre alle risorse del PNRR, agli interventi in questione sono destinati 313 milioni di euro del programma REACT-EU.

La selezione dei progetti sarà completata entro la metà del 2022.

Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche (M2-C4.4-I.4.3)

880

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 13,7

2021: 45,6

2022: 169,2

2023: 90,6

2024: 92,8

2025: 312,6

2026: 155,5

Gli investimenti infrastrutturali sulle reti e sui sistemi irrigui proposti consentiranno una maggiore e più costante disponibilità di acqua per l'irrigazione, aumentando la resilienza dell'agroecosistema agli eventi di siccità e ai cambiamenti climatici. Al fine di migliorare l’efficienza oltre che la resilienza, verranno inoltre finanziati l’installazione di contatori e sistemi di controllo a distanza per la misurazione e il monitoraggio degli usi, sia sulle reti collettive sia per gli usi privati, e si considereranno soluzioni rinnovabili galleggianti per bacini. L’obiettivo è avere il 12% delle aree agricole con sistemi irrigui resi più efficienti (oggi è solo l’8%).

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali effettuerà la ricognizione e la selezione degli interventi finanziabili utilizzando la Banca Dati Nazionale degli investimenti per l'Irrigazione e l'Ambiente (DANIA).

La definizione dei criteri di selezione avverrà entro giugno 2021, e la successiva selezione entro settembre 2021, al fine di pervenire all’aggiudicazione dei lavori entro la fine del 2023.

Investimenti in fognatura e depurazione (M2-C4.4-I.4.4)

600

(Prestiti)

 

di cui:

2021: 60

2022: 60

2023: 120

2024: 150

2025: 150

2026: 60

Gli investimenti previsti in questa linea di intervento mirano a rendere più efficace la depurazione delle acque reflue scaricate nelle acque marine e interne, anche attraverso l'innovazione tecnologica, al fine di azzerare il numero di abitanti (ad oggi più di 3,5 milioni) in zone non conformi ai parametri definiti dalla normativa europea. Dove possibile, gli impianti di depurazione saranno trasformati in “fabbriche verdi”, per consentire il recupero di energia e fanghi, e il riutilizzo delle acque reflue depurate per scopi irrigui e industriali. Per rendere efficace l’implementazione di questi interventi nei tempi previsti, saranno definite tre riforme chiave che li accompagnino (v. infra).

La selezione dei progetti, da parte del MiTE, avverrà entro giugno 2022, in modo da completare l’aggiudicazione dei lavori entro il 2023.

 

Norme volte ad evitare l'aggravamento delle procedure di infrazione in corso sono state introdotte dall'art. 4-septies del D.L. 32/2019 (“sblocca cantieri”).

L'art. 5 del D.L. 111/2019, al fine di accelerare la progettazione e la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione in questione, ha previsto la nomina di un nuovo Commissario unico, in sostituzione di quello nominato con il D.P.C.M. 26 aprile 2017.

Per approfondimenti si rinvia al paragrafo “La depurazione delle acque reflue” del tema web “Gestione e tutela delle acque”.

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione e accelerazione delle procedure per l'attuazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico (M2-C4.2-R.2.1)

--

Lo scopo di questa riforma è superare le criticità di natura procedurale, legate alla debolezza e all’assenza di un efficace sistema di governance nelle azioni di contrasto al dissesto idrogeologico. Si prevedono: la semplificazione e l’accelerazione delle procedure per l'attuazione e finanziamento degli interventi, a partire dalla revisione del DPCM 28 maggio 2015 (recante i criteri e le modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi) e del relativo “sistema ReNDiS”; il rafforzamento delle strutture tecniche di supporto dei commissari straordinari; il rafforzamento delle capacità operative delle Autorità di bacino distrettuale e delle Province (presso le quali istituire un Ufficio specializzato di cui anche i Commissari possano avvalersi); la sistematizzazione dei flussi informativi e l’interoperabilità dei diversi sistemi informatici.

L’implementazione di tali misure - che avverrà, in continuità con le azioni già avviate nel 2020, principalmente con un decreto-legge recante misure di semplificazione e attraverso la revisione del D.P.C.M. 28 maggio 2015 - è prevista entro giugno 2022.

 

Tra le varie disposizioni normative emanate nella presente legislatura si segnalano la revisione della governance in materia (operata con il D.L. 86 e il D.L. 109 del 2018) nonché quelle dettate dall'art. 4, comma 4, ultimo periodo, del D.L. 32/2019, come riscritto dall'art. 9 del D.L. 76/2020, che prevede che le modalità e le deroghe previste per i c.d. commissari sblocca-cantieri si applicano anche agli interventi dei Commissari straordinari per il dissesto idrogeologico.

E' in corso d'esame, in sede redigente, presso la 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato, il disegno di legge n. 1422 di iniziativa governativa recante "Disposizioni per il potenziamento e la velocizzazione degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico e la salvaguardia del territorio - «Legge CantierAmbiente»" e dei disegni di legge congiunti nn. 216 e 993.

Si ricorda inoltre che l’VIII Commissione (Ambiente) della Camera ha approvato, nella seduta del 18 novembre 2020, la risoluzione 8/00092 sul rafforzamento dell'istituto dei contratti di fiume.

Adozione di programmi nazionali di controllo dell'inquinamento atmosferico  (M2-C4.3-R.3.1)

--

La riforma mira ad allineare la legislazione nazionale e regionale, e ad introdurre le relative misure di accompagnamento per la riduzione delle emissioni degli inquinanti atmosferici (in conformità con gli obiettivi fissati dalla direttiva 2016/2284/UE sui limiti nazionali di emissione) e di gas climalteranti.

La riforma prevede l'adozione di un Programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico ai sensi della Direttiva UE 2016/2284 entro la fine del 2021.

 

L’art. 1 del D.L. 111/2019 ha previsto l’approvazione, in coordinamento con il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) e con la pianificazione di bacino per il dissesto idrogeologico, del Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria in cui sono individuate le misure di competenza nazionale da porre in essere e identificate le risorse economiche disponibili a legislazione vigente per ciascuna misura con la relativa tempistica attuativa.

Semplificazione normativa e rafforzamento della governance per la realizzazione degli investimenti nelle infrastrutture di approvvigionamento idrico (M2-C4.4.-R.4.1)

 

La riforma è rivolta alla semplificazione e più efficace attuazione della normativa relativa al Piano Nazionale per gli interventi nel settore idrico. Inoltre, intende fornire misure di sostegno e di accompagnamento per gli organismi esecutivi che non sono in grado di effettuare investimenti relativi agli appalti primari entro i tempi previsti.

In particolare, si intende agire sulla normativa che regola il Piano Nazionale per gli interventi nel settore idrico (L. 205/2017, art. 1, commi 516 e seguenti), facendo del Piano lo strumento centrale di finanziamento pubblico per gli investimenti nel settore idrico, unificando le risorse economiche relative alle infrastrutture di approvvigionamento idrico previste dal Piano e semplificando le procedure, sia relativamente a formazione e aggiornamento del piano, che a rendicontazione e monitoraggio degli investimenti finanziati.

Il PNRR prevede l’approvazione del provvedimento legislativo entro marzo 2022 e la relativa attuazione (criteri di selezione, linee guida per la valutazione degli investimenti, ecc.) entro il 2022.

 

Si ricorda che i commi 516-525 dell'art. 1 della legge di bilancio 2018 (L. 205/2017) hanno previsto - per la programmazione e la realizzazione degli interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e per promuovere il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche - l'adozione, con apposito D.P.C.M., di un Piano nazionale di interventi nel settore idrico. La disciplina relativa è stata modificata dal comma 153 dell'art. 1 della legge di bilancio 2019 (L. 145/2018). Il successivo comma 155 ha autorizzato la spesa di 1 miliardo di euro (100 milioni per ciascun anno del periodo dal 2019 al 2028) per l'attuazione di un primo stralcio del Piano nazionale di interventi nel settore idrico e per il finanziamento della progettazione di interventi considerati strategici nel medesimo Piano.

Misure per garantire la piena capacità gestionale per i servizi idrici integrati
(
M2-C4.4.-R.4.2)

 

La riforma è volta a rafforzare il processo di industrializzazione del settore (favorendo la costituzione di operatori integrati, pubblici o privati, con l'obiettivo di realizzare economie di scala e garantire una gestione efficiente degli investimenti e delle operazioni) e ridurre il divario esistente tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno (ove l’insufficiente presenza di gestori industriali e l’ampia quota di gestione in economia traccia un quadro del comparto idrico molto frammentato e complesso).

Il MITE, nell'ambito del PON Governance 2014-2020, ha previsto la definizione e la sottoscrizione di specifiche intese per fornire supporto ove si registrano ritardi nella redazione dei Piani d'Ambito e nell'aggiudicazione del servizio idrico integrato. Ad oggi sono in corso discussioni con le Regioni Sicilia, Calabria, Molise e Campania per finalizzare i protocolli d'intesa e avviare l'attività di supporto.

Tali protocolli saranno siglati entro giugno 2021, dopodiché si procederà alla verifica della costituzione degli ATO e dell'affidamento del SII entro il giugno 2022.

Semplificazione e razionalizzazione delle normative in materia ambientale

 

Tra le riforme di sistema, viene considerata necessaria una profonda semplificazione delle norme in materia di procedimenti in materia ambientale e, in particolare, delle disposizioni concernenti la valutazione di impatto ambientale (VIA). Le norme vigenti prevedono procedure di durata troppo lunga e ostacolano la realizzazione di infrastrutture e di altri interventi sul territorio.

Le misure considerate urgenti (da adottare con decreto-legge entro maggio 2021) sono quelle di sottoporre le opere previste dal PNRR ad una speciale VIA statale che assicuri una velocizzazione dei tempi di conclusione del procedimento, demandando a un’apposita Commissione lo svolgimento delle valutazioni in questione attraverso modalità accelerate, come già previsto per il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC 2030). Inoltre, quanto al rapporto tra la VIA e gli altri strumenti autorizzatori ambientali, si intende ulteriormente ampliare l’operatività del Provvedimento Unico in materia Ambientale (PUA), il quale, venendo a sostituire ogni altro atto autorizzatorio, deve divenire la disciplina ordinaria non solo a livello regionale, ma anche a livello statale; proprio in questa prospettiva, va altresì previsto che tale provvedimento unico possa sempre assorbire anche gli atti autorizzatori necessari per l’approvazione dei progetti di bonifica (come già previsto a livello regionale). Si intende, inoltre, rafforzare la capacità operativa del nuovo Ministero della transizione ecologica, consentendo allo stesso di razionalizzare il ricorso all’apporto di società in house, enti pubblici di ricerca ed altri enti pubblici operanti nel settore della transizione ecologica e rendendo il passaggio di competenze al MiTE in materia di energia l’occasione per procedere ad una unificazione e semplificazione dei procedimenti autorizzatori.

 

In relazione alle misure a regime (da includere in un disegno di legge delega da presentare in Parlamento entro il 31 dicembre 2021 e da attuare con decreti legislativi adottati entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge delega), viene sottolineato che l’attribuzione delle competenze in materia di energia in capo al MiTE dovrà condurre a una più netta integrazione tra i molti strumenti, già esistenti, di programmazione e pianificazione in materia ambientale e gli strumenti generali operanti nel settore energetico (a partire dal PNIEC). In prospettiva, il PNRR segnala anche la necessità di considerare l’impatto dei piani da adottare in attuazione dell’European Climate Law di prossima approvazione.

 

Numerosi interventi di accelerazione e semplificazione della procedura di VIA sono stati effettuati con gli articoli 50-51 del D.L. 76/2020, soprattutto tramite una riduzione dei termini previgenti e la creazione di una disciplina specifica per la valutazione ambientale, in sede statale, dei progetti necessari per l’attuazione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (art. 50), nonché tramite disposizioni finalizzate all’accelerazione e/o alla semplificazione delle procedure autorizzative ambientali e paesaggistiche, relative agli interventi sulle infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie e idriche esistenti che ricadono nel campo di applicazione della VIA (art. 51).

 

Legge annuale per il mercato e la concorrenza

 

In materia di servizi pubblici locali, sarà promosso un intervento di razionalizzazione normativa, anche con l’approvazione di un testo unico, che in primo luogo chiarisca il concetto di servizio pubblico e assicuri un ricorso più responsabile da parte delle amministrazioni al meccanismo dell’in house providing. In questa prospettiva, pur preservandosi la libertà sancita dal diritto europeo di ricorrere a tale strumento di auto-produzione, andranno introdotte specifiche norme finalizzate a imporre all’amministrazione una motivazione anticipata e rafforzata che dia conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato. Sarà inoltre previsto un principio generale di proporzionalità della durata dei contratti di servizio pubblico, compresi quelli affidati con la modalità dell’in house (legge annuale 2021 ovvero altro provvedimento da adottare entro il 2022).

 

 

 


I soggetti destinatari in prima battuta delle risorse previste per il raggiungimento degli obiettivi di messa in sicurezza e monitoraggio del territorio, pari a circa 9 miliardi di euro, sono prevalentemente gli enti territoriali.

I soggetti destinatari in prima battuta delle risorse previste per la salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, pari a circa 1,7 miliardi di euro, sono prevalentemente gli enti locali.

I soggetti destinatari in prima battuta delle risorse destinate al settore idrico per l’infrastrutturazione, la riduzione delle perdite, l’irrigazione e la depurazione, pari a circa 4,4 miliardi di euro, sono prevalentemente gli enti territoriali.

 

Relativamente all’impatto sui divari territoriali viene sottolineato che gli interventi relativi alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla riforestazione, alle bonifiche e alla difesa delle risorse idriche avranno una distribuzione equa sul territorio nazionale. Viene altresì evidenziato che alcune misure possono avere maggior incidenza al Sud, come per esempio gli interventi nel settore della depurazione delle acque (poiché è proprio nel Mezzogiorno che sono concentrati gli agglomerati interessati dal contenzioso in atto con l’UE per il mancato rispetto della normativa sul trattamento delle acque reflue), nonché di infrastrutturazione idrica che, come evidenziato nel PNRR, copriranno l'intero territorio nazionale e, in particolare, consentiranno il completamento di grandi impianti incompiuti principalmente nel Mezzogiorno.

 

Relativamente all’impatto su ragazzi e giovani, nel PNRR viene sottolineato che la creazione di posti di lavoro nei settori di sviluppo della missione potrà, in presenza delle competenze necessarie, accrescere l’occupazione giovanile.


6.8.2 Economia circolare

 


Le risorse destinate all’economia circolare sono allocate nelle componenti 1 e 4 della Missione 2. Si tratta, complessivamente, di 2,1 miliardi di euro, a cui si sommano 0,37 miliardi per progetti integrati che investono una molteplicità di settori (ambiente, energia, infrastrutture, ecc.).

Si fa notare che per la tematica in questione non sono previste ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare (le risorse di tale fondo indicate nella tavola 1.1 del PNRR si riferiscono infatti al settore agricolo (v. scheda “Agricoltura”). Sono invece previsti ulteriori 0,5 miliardi di euro dal programma REACT dell’UE.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 2, afferenti al settore dell'economia circolare:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti
(M2-C1.1-I.1.1)

1.500

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 50

2023: 200

2024: 400

2025: 400

2026: 450

 

Gli investimenti in questione mirano al miglioramento della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclaggio di rifiuti organici, multimateriale, vetro, imballaggi in carta e alla costruzione di impianti innovativi per particolari flussi.

Poiché la dotazione impiantistica è soprattutto carente nel Centro-Sud, gli investimenti proposti sono focalizzati per circa il 60% nei comuni del Centro-Sud e quindi l'obiettivo è anche quello di colmare i divari di gestione dei rifiuti relativi alla capacità impiantistica e agli standard qualitativi esistenti tra le diverse regioni e aree del territorio nazionale, al fine di recuperare i ritardi per raggiungere gli obiettivi di raccolta, riuso e recupero dei rifiuti previsti dalla normativa europea e nazionale.

Si prevede l’adozione di un decreto ministeriale recante i criteri per la selezione dei progetti entro il 30 settembre 2021.

 

Nel corso della XVII legislatura, con l’art. 35 del D.L. 133/2014 (c.d decreto-legge sblocca Italia) sono state dettate disposizioni finalizzate sia alla realizzazione di una rete efficiente di termovalorizzatori che ad una ricognizione degli impianti di recupero della frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU). In attuazione di tali disposizioni sono stati emanati il D.P.C.M. 10 agosto 2016 e il D.P.C.M. 7 marzo 2016.

E' in corso d'esame presso la Commissione VIII (Ambiente) la proposta di legge C. 1792 che reca "disposizioni per l'incremento degli impianti destinati al pretrattamento, alla selezione della frazione organica e degli imballaggi e al recupero energetico dei rifiuti urbani, assimilati e speciali non pericolosi, nonché misure volte a favorire l'economia circolare".

Progetti “faro” di economia circolare
(M2-C1.1-I.1.2)

600

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 50

2023: 100

2024: 100

2025: 200

2026: 150

 

L'obiettivo è quello di potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo contribuendo al raggiungimento dei seguenti target:

§  55% di riciclo di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE);

§  85% di riciclo nell’industria della carta e del cartone;

§  65% di riciclo dei rifiuti plastici (con riciclaggio meccanico, chimico, “Plastic Hubs”);

§  100% di recupero nel settore tessile (con "Textile Hubs").

A sostegno della misura e per il raggiungimento degli obiettivi verrà sviluppato un sistema di monitoraggio sul territorio nazionale che consentirà di affrontare tematiche di “scarichi illegali” attraverso l’impiego di satelliti, droni e tecnologie di intelligenza artificiale (v. M2-C4.1-I.1.1).

Gli investimenti proposti sono focalizzati per circa il 60% nei comuni del Centro-Sud.

Si prevede l’adozione di un decreto ministeriale recante i criteri per la selezione dei progetti entro il 30 settembre 2021.

 

Riguardo al tema degli “scarichi illegali” si ricorda che si tratta di una problematica che incide soprattutto nel Mezzogiorno (si ricorda ad esempio la cd. Terra dei fuochi).

Isole verdi
(M2-C1.3-I.3.1)

200

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 20

2023: 60

2024: 60

2025: 40

2026: 20

Gli investimenti saranno concentrati su 19 piccole isole, che faranno da “laboratorio” per lo sviluppo di modelli "100 per cento green" e auto-sufficienti. Gli interventi, specifici per ciascuna isola, interesseranno la rete elettrica, le fonti rinnovabili, la raccolta differenziata dei rifiuti, integrazione del sistema elettrico con il sistema idrico, sistemi di desalinizzazione, costruzione o adeguamento di piste ciclabili e servizi/infrastrutture di mobilità sostenibile.

Gli interventi saranno realizzati direttamente dai Comuni delle isole interessate, previa verifica tecnico-amministrativa da parte del MiTE, che appronterà linee guida per i beneficiari e supporto specifico su richiesta.

E’ prevista l’emanazione del decreto direttoriale di approvazione delle proposte entro il settembre 2022.

Green communities (M2-C1.3-I.3.2)

135

(Prestiti)

 

di cui:

2021: 0,3

2022: 1,5

2023: 4,7

2024: 33,8

2025: 47,3

2026: 47,6

L’obiettivo è quello di implementare la Strategia Nazionale delle Green Community (SNGC) prevista dall’art. 72 della legge 28 dicembre 2015, n. 221 (cd. collegato ambientale).

Il Progetto intende sostenere lo sviluppo sostenibile e resiliente dei territori rurali e di montagna, favorendo la nascita e la crescita di comunità locali, anche tra loro coordinate e/o associate (le Green communities), attraverso il supporto all’elaborazione, il finanziamento e la realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale.

In particolare, l’ambito di tali piani includerà in modo integrato (per 30 Green Communities complessivamente): la gestione del patrimonio agro-forestale e idrico; la produzione di energia da fonti rinnovabili; lo sviluppo di un turismo sostenibile; l’edilizia e l’infrastrutturazione sostenibile; l’efficienza energetica e l’integrazione intelligente degli impianti e delle reti; lo sviluppo sostenibile delle attività produttive (zero waste production); l’integrazione dei servizi di mobilità; lo sviluppo di un modello di azienda agricola sostenibile.

È prevista l’emanazione del decreto direttoriale di approvazione delle proposte entro il settembre 2022.

Il progetto si estende su tutto il territorio nazionale, con una riserva dell'80% per i territori situati in comuni classificati come “comuni montani”.

 

Cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali
(M2-C1.3-I.3.3)

30

(Sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 5

2022: 10,2

2023: 5

2024: 5

2025: 4

2026: 0,8

Tale investimento si propone di contribuire al aumentare il livello di consapevolezza sugli scenari di cambiamento climatico e sulle relative conseguenze; educare in merito alle opzioni a disposizione per l’adozione di stili di vita e consumi più sostenibili a livello di individui, famiglie e comunità; promuovere l’adozione di comportamenti virtuosi, anche a livello di comunità (e.g. coinvolgendo insegnanti, famiglie, stakeholder locali). Per fare questo si prevede di:  sviluppare contenuti omni-channel sulle tematiche di transizione ecologica (podcast, video per scuole, documentari, long forms); prevedere una piattaforma aperta accessibile a tutti che contenga il materiale educativo più rilevante sulle tematiche ambientali; coinvolgere influencer e leader di pensiero per massimizzare la diffusione dei messaggi più rilevanti su tutta la cittadinanza.

La definizione e l’implementazione del progetto da parte del MiTE avverrà con il supporto dei Ministeri dell’istruzione (per quanto riguarda i programmi scolastici) e dell’innovazione (in relazione alla piattaforma digitale).

È previsto l’avvio della piattaforma web e la stipula degli accordi con i “content producers” entro il giugno 2022.

 

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Strategia nazionale per l'economia circolare
(M2-C1.1-R.1.1)

--

Coerentemente con il piano d'azione per l'economia circolare e il quadro normativo dell'UE è in corso di revisione e aggiornamento la strategia esistente. La nuova strategia nazionale per l’economia circolare, che verrà adottata entro giugno 2022, integrerà nelle aree di intervento l’ecodesign, ecoprodotti, blue economy, bioeconomia, materie prime critiche, e si focalizzerà su strumenti, indicatori e sistemi di monitoraggio per valutare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Della strategia nazionale farà parte anche il nuovo sistema di tracciabilità che consentirà anche di supportare gli organi di controllo e le forze dell’ordine nella prevenzione e repressione degli illeciti.

Si ricorda che nell’ultimo trimestre del 2017 l’allora Ministero dell’ambiente (oggi MiTE) ha pubblicato il documento "Verso un modello di economia circolare per l’Italia che ha l'obiettivo di fornire un inquadramento generale sull'economia circolare e di sviluppare una strategia italiana in materia.

La nuova strategia (in corso di elaborazione da parte di MiTE e MiSE, con il supporto tecnico di ISPRA ed ENEA) includerà misure concrete che riguarderanno: un nuovo sistema di tracciabilità digitale dei rifiuti; incentivi fiscali a sostegno delle attività di riciclo e utilizzo di materie prime secondarie; una revisione del sistema di tassazione ambientale sui rifiuti per aumentare il riciclaggio conveniente rispetto alla discarica; riutilizzo e riparazione; riforma del sistema di responsabilità estesa del produttore e dei Consorzi; supporto agli strumenti normativi esistenti quali End of Waste, Criteri ambientali minimi (CAM); supporto al progetto di simbiosi industriale attraverso strumenti normativi e finanziari.

L'Autorità centrale competente (MiTE) assicurerà l’applicazione della strategia a livello regionale (poiché le regioni sono autorità competenti per la pianificazione locale).

Una consultazione pubblica sulla strategia sarà aperta nel settembre 2021 e il documento finale sarà adottato entro giugno 2022.

Programma nazionale per la gestione dei rifiuti
(M2-C1.1-R.1.2)

--

A fronte delle evidenze emerse dalla Commissione Europea sull’assenza di una rete integrata di impianti di raccolta e trattamento rifiuti attribuibile all’insufficiente capacità di pianificazione delle regioni e, in generale, alla debolezza della governance, risulta necessario sviluppare un programma nazionale per la gestione dei rifiuti (la cui previsione normativa è stata introdotta dal d.lgs. 116/2020). Il programma, oltre ad evitare procedure di infrazione sui rifiuti, consentirà di: colmare le lacune impiantistiche e gestionali; migliorare significativamente i dati medi nazionali; raggiungere gli obiettivi di raccolta, riuso e recupero dei rifiuti previsti dalle norme europee e nazionali.

L’art. 198-bis del d.lgs. 152/2006 (Codice dell’ambiente), introdotto dal d.lgs. 116/2020, prevede la predisposizione, da parte del MiTE, con il supporto di ISPRA, del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (PNGR). Il Programma nazionale è sottoposto a verifica di assoggettabilità a VAS ed è approvato, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, con decreto del MiTE. Lo stesso articolo dispone che il PNG fissa i macro-obiettivi e definisce i criteri e le linee strategiche cui le Regioni e le Province autonome si attengono nella elaborazione dei Piani regionali di gestione dei rifiuti.

Nel novembre 2020 è stato istituito un tavolo istituzionale tra Ministero, Regioni e Province autonome per la definizione del PNGR, che dovrà essere adottato entro giugno 2022.

Supporto tecnico alle autorità locali
(M2-C1.1-R.1.3)

 

L'obiettivo è superare uno dei principali ostacoli alla costruzione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti, vale a dire la durata delle procedure di autorizzazione e delle gare d'appalto, spesso eccessiva a causa anche dei ritardi dovuti alla mancanza di competenze tecniche e amministrative del personale di regioni, province e comuni. Viene previsto che il MiTE e il MiSE e altri assicureranno il supporto tecnico agli enti locali (Regioni, Province, Comuni) attraverso società interne. Inoltre, il MiTE svilupperà uno specifico piano d'azione al fine di supportare le stazioni appaltanti nell'applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) alle procedure di gara.

Si prevede l’adozione dell’intervento di riforma entro giugno 2022.

Semplificazione e razionalizzazione delle normative in materia ambientale

 

Tra le riforme di sistema, viene considerata necessaria una profonda semplificazione delle norme in materia di procedimenti in materia ambientale e, in particolare, delle disposizioni concernenti la valutazione di impatto ambientale (VIA). Le norme vigenti prevedono procedure di durata troppo lunga e ostacolano la realizzazione di infrastrutture e di altri interventi sul territorio.

Le misure considerate urgenti (da adottare con decreto-legge entro maggio 2021) sono quelle di sottoporre le opere previste dal PNRR ad una speciale VIA statale che assicuri una velocizzazione dei tempi di conclusione del procedimento, demandando a un’apposita Commissione lo svolgimento delle valutazioni in questione attraverso modalità accelerate, come già previsto per il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC 2030). Inoltre, quanto al rapporto tra la VIA e gli altri strumenti autorizzatori ambientali, va ulteriormente ampliata l’operatività del Provvedimento Unico in materia Ambientale (PUA), il quale, venendo a sostituire ogni altro atto autorizzatorio, deve divenire la disciplina ordinaria non solo a livello regionale, ma anche a livello statale; proprio in questa prospettiva, va altresì previsto che tale provvedimento unico possa sempre assorbire anche gli atti autorizzatori necessari per l’approvazione dei progetti di bonifica (come già previsto a livello regionale). Si intende, inoltre, rafforzare la capacità operativa del nuovo Ministero della transizione ecologica, anche consentendo allo stesso di razionalizzare il ricorso all’apporto di società in house, enti pubblici di ricerca ed altri enti pubblici operanti nel settore della transizione ecologica e rendendo il passaggio di competenze al MiTE in materia di energia l’occasione per procedere ad una unificazione e semplificazione dei procedimenti autorizzatori.

In relazione alle misure a regime (da includere in un disegno di legge delega da presentare in Parlamento entro il 31 dicembre 2021 e da attuare con decreti legislativi adottati entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge delega), viene sottolineato che l’attribuzione delle competenze in materia di energia in capo al MiTE dovrà condurre a una più netta integrazione tra i molti strumenti, già esistenti, di programmazione e pianificazione in materia ambientale e gli strumenti generali operanti nel settore energetico (a partire dal PNIEC). In prospettiva, il PNRR segnala anche la necessità di considerare l’impatto dei piani da adottare in attuazione dell’European Climate Law di prossima approvazione.

Numerosi interventi di accelerazione e semplificazione della procedura di VIA sono stati effettuati con gli articoli 50-51 del D.L. 76/2020, soprattutto tramite una riduzione dei termini previgenti e la creazione di una disciplina specifica per la valutazione ambientale, in sede statale, dei progetti necessari per l’attuazione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (art. 50), nonché tramite disposizioni finalizzate all’accelerazione e/o alla semplificazione delle procedure autorizzative ambientali e paesaggistiche, relative agli interventi sulle infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie e idriche esistenti che ricadono nel campo di applicazione della VIA (art. 51).

Si ricorda che il D.L. 22/2021 ha istituito il Ministero della transizione ecologica, che ha sostituito il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare accorpando le funzioni di questo con quelle in materia di politica energetica e mineraria svolte dal Ministero dello sviluppo economico (artt. 2 e 3).

Legge annuale per il mercato e la concorrenza

 

In relazione agli obiettivi di sostenibilità ambientale, andranno innanzitutto introdotte norme finalizzate a rafforzare l’efficienza e il dinamismo concorrenziale nel settore della gestione dei rifiuti, nella prospettiva di colmare le attuali lacune impiantistiche.

In materia di servizi pubblici locali, occorre promuovere un intervento di razionalizzazione normativa, anche con l’approvazione di un testo unico, che in primo luogo chiarisca il concetto di servizio pubblico e assicuri un ricorso più responsabile da parte delle amministrazioni al meccanismo dell’in house providing. In questa prospettiva, pur preservandosi la libertà sancita dal diritto europeo di ricorrere a tale strumento di auto-produzione, andranno introdotte specifiche norme finalizzate a imporre all’amministrazione una motivazione anticipata e rafforzata che dia conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato. Sarà inoltre previsto un principio generale di proporzionalità della durata dei contratti di servizio pubblico, compresi quelli affidati con la modalità dell’in house (legge annuale 2021 ovvero altro provvedimento da adottare entro il 2022).

 

 

 


Le due principali linee di investimento in materia di economia circolare riguardano la realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti, nonché progetti “faro” di economia circolare.

Le risorse complessivamente destinate a tali interventi, pari a 2,1 miliardi di euro, sono destinate agli enti locali.

In particolare, poiché la dotazione impiantistica è soprattutto carente nel  Centro-Sud, le risorse sono focalizzate per circa il 60% nei comuni del Centro-Sud e quindi l'obiettivo è anche quello di colmare i divari di gestione dei rifiuti relativi alla capacità impiantistica e agli standard qualitativi esistenti tra le diverse regioni e aree del territorio nazionale, al fine di recuperare i ritardi nel raggiungere gli obiettivi di raccolta, riuso e recupero dei rifiuti previsti dalla normativa europea e nazionale.

Riguardo ai c.d. progetti integrati, il PNRR prevede 0,37 miliardi di euro destinati prevalentemente agli enti locali per iniziative che investono una molteplicità di settori (ambiente, energia, infrastrutture, ecc.).

 

Relativamente all’impatto su ragazzi e giovani, nel PNRR viene sottolineato che la creazione di posti di lavoro nei settori di sviluppo della missione potrà, in presenza delle competenze necessarie, accrescere l’occupazione giovanile.


6.8.3 Rigenerazione urbana


Per l’ambito rigenerazione urbana e housing sociale, le risorse sono presenti nella Missione 5. Si tratta, complessivamente, di € 9,02 miliardi

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in miliardi di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 5, afferenti al settore Rigenerazione urbana e housing sociale:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (M5-C2-I.2.1)

3300 in prestiti, di cui:

§  400 nel 2022

§  500 nel 2023

§  800 nel 2024

§  900 nel 2025

§  700 nel 2026

L’intervento è gestito dal Ministero dell’interno ed è finalizzato a fornire ai Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti contributi per investimenti nella rigenerazione urbana, al fine di ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale nonché di migliorare la qualità del decoro urbano oltre che del contesto sociale e ambientale.

L’investimento può riguardare diverse tipologie di azione, quali: manutenzione per il riutilizzo e la rifunzionalizzazione di aree pubbliche e strutture edilizie pubbliche esistenti a fini di pubblico interesse, compresa la demolizione di opere abusive; miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto socio-ambientale, anche attraverso la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi sociali e culturali, educativi e didattici; interventi per la mobilità sostenibile.

Milestone: concessione nel primo trimestre del 2022 di contributi ad almeno 300 comuni con più di 15 mila abitanti per investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre situazioni di marginalizzazione e degrado sociale.

Target: completamento entro il secondo trimestre del 2026 di interventi che riguardino un’area di almeno un 1 milioni di mq da parte di almeno 330 comuni con meno di 15 mila abitanti.

 

 

Si ricorda che è in corso di esame presso la 13a Commissione del Senato (Territorio, ambiente, beni ambientali) un testo unificato, adottato come testo base nella seduta del 17 marzo 2021, di diversi disegni di legge recanti misure per la rigenerazione urbana.

Piani Urbani Integrati
(M5-C2-I.2.2)

2450 in prestiti

L’intervento è gestito dal Ministero dell’interno ed è finalizzato a promuovere una pianificazione urbanistica partecipata, con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili nelle periferie delle Città metropolitane in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile.

 

Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura
(M5-C2-I.2.2a)

200 in prestiti

All’interno del progetto Piani Urbani Integrati è prevista per 200 milioni euro una specifica linea d’intervento riservata al recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo, in esecuzione del piano strategico contro il caporalato in agricoltura e la lotta al lavoro sommerso varato nel 2020.

 

Piani Urbani Integrati – Fondo di fondi della BEI
(M5-C2-I.2.2b)

270 in prestiti

L’intervento è gestito dal Ministero dell’interno e prevede una specifica dotazione finanziaria in favore di un Fondo Tematico dedicato al settore della rigenerazione urbana, da costituire nell’ambito del Fondo di fondi gestito dalla BEI. Il Fondo tematico sarà dedicato a supportare, con prestiti a basso interesse, progetti di rigenerazione urbana a lungo termine come mezzo per favorire l'inclusione sociale e combattere varie forme di vulnerabilità, aggravate dall'emergenza della pandemia da Covid-19, in particolare attraverso l’attrazione di finanziamenti privati nei progetti di risanamento urbano, promuovendo l’uso di metodologie di design e pianificazione partecipative basate su un continuo dialogo pubblico-privato.

Esempi di progetti che saranno finanziati nell'ambito del Fondo Tematico per la rigenerazione urbana possono includere:

§  miglioramento della gestione dell'energia e dell'efficienza energetica;

§  aumento dell'uso di energia rinnovabile;

§  riconversione di edifici in disuso, compresi quelli residenziali, per nuovi usi sostenibili;

§  riconversione di aree industriali e degradate;

§  miglioramento della mobilità verde e sostenibile;

§  transizione verso il trasporto urbano elettrico, intelligente e sostenibile.

 

Il periodo di attuazione è stimato entro il primo semestre del 2026.

Totale Piani Urbani integrati

2920 in prestiti, di cui:

§  150 nel 2022

§  250 nel 2023

§  700 nel 2024

§  1020 nel 2025

§  800 nel 2026

 

Si segnala inoltre che, in aggiunta alle risorse sopra descritte, l’art. 1, comma 2, lettera l), del D.L. 59/2021 (Fondo complementare al PNRR), attualmente all’esame del Senato, destina, per gli anni dal 2021 al 2024, complessivi 210 milioni di euro al finanziamento di Piani urbani integrati.

 

 

Programma innovativo della qualità dell’abitare (M5-C2-I.2.3)

2800 in prestiti, distribuiti nel modo di seguito descritto.

Quanto alla prima linea di intervento:

§  100 nel 2022

§  200 nel 2023

§  300 nel 2024

§  300 nel 2025

§  500 nel 2026

Quanto alla seconda linea di intervento:

§  200 nel 2022

§  100 nel 2023

§  300 nel 2024

§  400 nel 2025

§  400 nel 2026

L’intervento è gestito dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ed è finalizzato alla realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica, per ridurre le difficoltà abitative, con particolare riferimento al patrimonio pubblico esistente, e alla riqualificazione delle aree degradate, puntando principalmente sull'innovazione verde e sulla sostenibilità. L’investimento si articola in due linee di interventi, da realizzare senza consumo di nuovo suolo: riqualificazione e aumento dell'housing sociale, ristrutturazione e rigenerazione della qualità urbana, miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza, mitigazione della carenza abitativa e aumento della qualità ambientale; utilizzo di modelli e strumenti innovativi per la gestione, l'inclusione e il benessere urbano; interventi sull’edilizia residenziale pubblica.

Si ricorda che la legge di bilancio 2020 (L. 160/2019) ha previsto l'adozione di un Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare, finalizzato alla riduzione del disagio abitativo con particolare riferimento alle periferie in un'ottica di sostenibilità e densificazione e senza consumo di nuovo suolo, mediante l'istituzione di un apposito fondo con una dotazione complessiva in termini di competenza e cassa pari a 853,81 milioni euro per gli anni 2020-2033 (art. 1, commi 437-444). Con il decreto interministeriale 16 settembre 2020  sono state pubblicate le procedure per la presentazione delle proposte, dei criteri per la valutazione e delle modalità di erogazione dei finanziamenti per l'attuazione del Programma. Nel mese di febbraio 2021, è stata, inoltre, presentata al Parlamento la prima Relazione annuale  che descrive lo stato di avanzamento del citato Programma.  

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazioni in materia di edilizia e urbanistica e di interventi per la rigenerazione urbana

--

Obiettivo della riforma è accelerare l’efficientamento energetico e la rigenerazione urbana, rimuovendo gli ostacoli burocratici all’utilizzo del Superbonus 110% (su cui si rinvia alla apposita scheda del presente dossier), la cui attuazione ha incontrato molti ostacoli connessi alla necessità di attestare la conformità edilizia particolarmente complessa per gli edifici risalenti.

 

Le misure necessarie saranno adottate con un decreto-legge che sarà approvato entro maggio 2021.

 

Si ricorda che l'art. 5 del D.L. 32/2019 ha introdotto modifiche al D.P.R. 380/2001 (Testo unico in materia edilizia) volte a favorire la rigenerazione urbana e la riqualificazione del patrimonio edilizio e delle aree urbane degradate. Successivamente, ulteriori modifiche al testo unico dell’edilizia sono state dall’art. 10 del D.L. 76/2020 (cd. decreto semplificazioni). Il comma 1 reca una serie di modifiche al DPR. 380/2001 finalizzate a semplificare le procedure edilizie e assicurare il recupero e la qualificazione del patrimonio edilizio esistente e lo sviluppo di processi di rigenerazione urbana.

Semplificazione in materia di contratti pubblici

--

Obiettivo della riforma è la semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni per l’efficiente realizzazione delle infrastrutture e per il rilancio dell’attività edilizia. La semplificazione avrà ad oggetto non solo la fase di affidamento, ma anche quelle di pianificazione, programmazione e progettazione.

Con decreto-legge sarà introdotta una normativa speciale sui contratti pubblici che rafforzi le semplificazioni già varate con il decreto-legge n. 76/2020 e ne proroghi l’efficacia fino al 2023, con riferimento, tra le altre, alle seguenti misure: verifiche antimafia e protocolli di legalità, conferenza dei servizi veloce, limitazione della responsabilità per danno erariale, collegio consultivo tecnico in funzione della riduzione del contenzioso giurisdizionale, individuazione di un termine massimo per l’aggiudicazione dei contratti e individuazione di misure per il contenimento dei tempi di esecuzione del contratto.

Le misure a regime saranno poi introdotte con lo strumento della legge delega. La riforma, finalizzata a porre rimedio alle difficoltà attuative causate dalla complessità del vigente Codice dei contratti pubblici, sarà finalizzata a recepire le norme delle tre direttive UE (2014/23, 24 e 25), integrandole esclusivamente nelle parti che non siano self executing e ordinandole in una nuova disciplina più snella rispetto a quella vigente, che riduca al massimo le regole che vanno oltre quelle richieste dalla normativa europea.

I decreti legislativi saranno adottati nei nove mesi successivi all’approvazione della legge delega.

I più importanti principi e criteri direttivi della delega legislativa saranno i seguenti:

§  riduzione e razionalizzazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni;

§  recepimento delle direttive europee, integrate là dove non immediatamente esecutive;

§  previsione della disciplina applicabile ai contratti pubblici di importo inferiore alle soglie di rilevanza europea, nel rispetto dei principi di concorrenzialità e trasparenza;

§  piena apertura e contendibilità dei mercati;

§  previsione di specifiche tecniche relative alle gare da espletare;

§  riduzione degli oneri documentali ed economici a carico dei soggetti partecipanti alle procedure di evidenza pubblica;

§  individuazione espressa dei casi nei quali è possibile ricorrere alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara;

§  precisazione delle cause che giustificano la stipulazione di contratti segretati o che esigono particolari misure di sicurezza;

§  individuazione dei contratti esclusi dall’ambito di applicazione dei decreti legislativi e di discipline specifiche per particolari tipologie di contratti pubblici;

§  previsione di misure volte a garantire, tra l’altro, la sostenibilità energetica e ambientale nell’affidamento dei contratti pubblici;

§  regolazione espressa dei casi in cui le stazioni appaltanti possono ricorrere, ai fini dell’aggiudicazione, al solo criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso d’asta;

§  realizzazione di una e-platform ai fini della valutazione della procurement capacity;

§  revisione della disciplina dell’appalto integrato, con riduzione dei divieti;

§  revisione della disciplina del subappalto;

§  tendenziale divieto di clausole di proroga e di rinnovo automatico nei contratti di concessione;

§  rafforzamento delle strutture pubbliche per il controllo sulle opere stradali e ferroviarie;

§  rafforzamento degli strumenti di risoluzione delle controversie alternativi alle azioni dinanzi al giudice.

 

Le misure legislative urgenti saranno adottate con un decreto-legge da approvare entro maggio 2021.

La riforma legislativa a regime sarà poi introdotta con lo strumento della legge delega, il cui disegno di legge sarà sottoposto al Parlamento entro il 2021.

Saranno inoltre adottate in via amministrativa ulteriori misure urgenti Non richiederanno un provvedimento legislativo le seguenti misure urgenti:

§  avvio dei lavori della Cabina di regia per il coordinamento della contrattualistica pubblica istituita presso la Presidenza del Consiglio in attuazione dell’art. 212 del Codice dei contratti pubblici;

§  riduzione del numero e qualificazione delle stazioni appaltanti;

§  potenziamento del database di tutti i contratti tenuto dall’Autorità nazionale anticorruzione (da compiere con atti organizzativi dell’Autorità);

§  semplificazione e digitalizzazione delle procedure dei centri di committenza ed interoperabilità dei relativi dati.

 

Si ricorda che con segnalazione del 23 marzo 2021 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha formulato proposte di riforma concorrenziale  ai fini del disegno di legge per la concorrenza 2021, ivi incluse proposte per la riforma e la semplificazione del Codice dei contratti pubblici. Tra queste l’AGCM segnala, in particolare, la necessità di adottare una strategia di breve periodo finalizzata alla gestione dei fondi del Next Generation EU e delle opere strategiche, attraverso la sospensione temporanea del Codice, ed una strategia di medio periodo finalizzata a una revisione complessiva del vigente Codice.

 

 


I soggetti destinatari, in prima battuta, delle risorse previste per gli investimenti afferenti al settore rigenerazione urbana e housing sociale sono gli enti territoriali (regioni, province autonome, città metropolitane e comuni) e, indirettamente, l’intera cittadinanza.

Quanto all’impatto sul Mezzogiorno, la priorità degli investimenti in materia di rigenerazione urbana è quella di ripartire tempestivamente le risorse tra le aree metropolitane garantendo una distribuzione delle risorse che tenga conto dei territori più vulnerabili e bisognosi di interventi di rigenerazione urbana. Pertanto, la distribuzione assicurerà che le risorse siano concentrate maggiormente nelle aree del sud del paese più bisognose di interventi incisivi di rigenerazione urbana.

Con riferimento alla priorità trasversale relativa ai giovani, il PNRR segnala che gli interventi di rigenerazione urbana, in quanto finalizzati al recupero del degrado sociale e ambientale, attraverso, in particolare, la realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica e la rifunzionalizzazione di aree e strutture edilizie pubbliche esistenti, assumono rilievo come strumento di supporto all'inclusione soprattutto giovanile.

Efficienza energetica.


6.8.4 Efficienza energetica

 


Le risorse per progetti di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici pubblici e privati sono allocate nella Missione 2, e, in particolare, nella Componente C3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici pubblici”. Si tratta, complessivamente, di 15,36 miliardi di euro, destinati, per circa il 91%, all’eco-bonus e al sisma-bonus (Investimento 2.1, per cui si rinvia all’apposita scheda), e, per la restante parte, alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici (scolastici e Uffici giudiziari) e allo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento.

Alla Componente C3 “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici pubblici” sono destinate ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare (D.L. n. 59/2021, art. 1, comma 2, lett. c), n. 10 e 13 e art. 1, comma 2, lett. m)), come risulta dalla tavola 1.1 del PNRR, per un ammontare complessivo di 6,56 miliardi di euro (di tale importo, 4,56 miliardi sono specificamente destinati al super-bonus), nonché ulteriori 320 milioni dal programma REACT dell’UE.

All’interno della Missione 2, oltre agli investimenti qui in esame, si segnalano gli Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (Investimento 2.2 della Componente 4, per cui sono stanziati 6 miliardi di euro (su tale progetto si rinvia alla scheda “Acque e territorio”), mentre, all’Interno della Missione 3, sono stanziate risorse, 270 milioni di euro, per gli Interventi per la sostenibilità ambientale dei porti -Green Ports (Investimento 1.1 della Componente 2. Su tale intervento, si rinvia alla scheda “Energia”).

 

Obiettivi trasversali: giovani, parità di genere e coesione territoriale

Gli interventi qui in esame contribuiscono complessivamente alla creazione di occupazione e creano le condizioni per una riduzione dei divari infrastrutturali territoriali, in particolare, si rimanda al Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica il quale si prefigge l’obiettivo di creare strutture moderne e sostenibili sull’intero territorio nazionale. I destinatari diretti delle misure qui in esame sono principalmente le pubbliche amministrazioni, per interventi infrastrutturali a vantaggio dei cittadini, nei settori dell’istruzione e dell’amministrazione della giustizia.

 


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica

(M2-C3-I.1.1)

800

(prestiti)

di cui:

2021:   70

2022:   70

2023:   70

2024:  210

2025:  210

2026:  170

 

Questa linea di investimento si concentra sulla progressiva sostituzione di parte del patrimonio edilizio scolastico obsoleto con l’obiettivo di creare strutture moderne e sostenibili per favorire:

i) la riduzione di consumi e di emissioni inquinanti,

ii) l’aumento della sicurezza sismica degli edifici e lo sviluppo delle aree verdi,

iii) la progettazione degli ambienti scolastici tramite il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti,

iv) lo sviluppo sostenibile del territorio e di servizi volti a valorizzare la comunità.

In particolare, il piano mira ad intervenire su circa 195 edifici scolastici, per un totale di oltre 410 mila mq, con conseguente beneficio su circa 58 mila studenti e una riduzione del consumo di energia finale di almeno 50 per cento (3,4 Ktep all’anno) che permetterà di raggiungere una riduzione delle emissioni annue di gas a effetto serra pari a circa 8.400 tCO2.

Il PNRR afferma che i dati forniti dall'Anagrafe Nazionale dell'Edilizia Scolastica presentano casi in cui gli interventi di adeguamento sismico o di miglioramento associati ad una consistente ristrutturazione finalizzata alla riduzione dei consumi energetici non sono tecnicamente ed economicamente convenienti. In questi casi, risulta necessario intervenire con piani di costruzione di nuovi edifici scolastici, in particolare per gli edifici situati in zone ad alto rischio sismico, al fine di garantire la disponibilità di ambienti di insegnamento e apprendimento sicuri e innovativi.

 

Non risulta indicato esattamente il relevant time period dell’intervento. Purtuttavia, gli allegati indicano che l’investimento prenderà avvio nel 2021 e si concluderà nel 2026.

Soggetto attuatore: Ministero dell’istruzione.

 

Si tratta di investimenti pubblici su edifici scolastici pubblici, è dunque esclusa la disciplina sugli aiuti di Stato.

 

Milestone:

Q1-2024: Aggiudicazione delle gare d'appalto per la sostituzione dei nuovi edifici scolastici ammissibili al finanziamento equivalente a una superficie totale di almeno 400.000 mq.

Q2-2026: Costruzione di almeno 400.000 metri quadrati di nuove scuole.

 

Il decreto legislativo 14 luglio 2020 n. 73 recepisce nell'ordinamento nazionale la Direttiva 2018/2002/UE sull'efficienza energetica (Energy Efficiency Directive - EED), Il decreto, in particolare estende al 2030 l'obbligo di realizzare interventi di efficientamento sugli immobili della P.A. tali da conseguire la riqualificazione energetica almeno il 3% annuo della superficie coperta utile climatizzata.

Le disposizioni sulle strategie di lungo termine per la riqualificazione del parco immobiliare pubblico e privato trovano collocazione nel D.Lgs. 10 giugno 2020, n. 48 di recepimento della Direttiva 2018/844/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia (cd. EPBD).

Si rinvia al tema dell’attività parlamentare “risparmio ed efficienza energetica

 

Efficientamento degli edifici giudiziari

(M2-C3-I.1.2)

426

(prestiti)

di cui

2021:   24,5

2022:   69,2

2023: 102,5

2024: 102,5

2025:   80,2

2026:   46,9

 

Si riporta l’importo di 426 milioni indicato negli allegati al PNRR anziché quello di 410 milioni riportato nel testo del PNRR.

Peraltro, si osserva che a pagina 377 degli allegati è riportato un ulteriore differente importo, pari a 411,379 milioni. (14,061)

La misura si pone l’obiettivo di intervenire su 48 edifici giudiziari entro la metà del 2026 efficientando 290.000 mq (con un risparmio pari a circa 2.500 tCO2 e 0,7 Ktep all’anno con conseguente riduzione delle emissioni di 2,4Kt CO2 l’anno).

L’intervento si focalizza, sull’efficientamento e sulla manutenzione di beni esistenti.

Il programma mira inoltre a:

i) garantire la sostenibilità economica, ambientale e sociale degli interventi attraverso l'utilizzo di materiali sostenibili e l'utilizzo di energia elettrica autoprodotta da fonti rinnovabili;

ii) adeguare le strutture, e ridurre la vulnerabilità sismica degli edifici;

iii) effettuare analisi di monitoraggio e misurazione dei consumi energetici finalizzate alla massimizzazione dell'efficienza e alla minimizzazione dei consumi e dell'impatto ambientale.

Relevant time period 1/03/2021-30/06/2026

Soggetti istituzionali gestori del programma: Ministero della Giustizia

Gli Allegati al PNRR danno indicazione specifica degli edifici che saranno coinvolti nel progetto.

Gli immobili sono collocati nelle seguenti città: Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Latina, Messina, Milano, Monza, Napoli, Palermo, Perugia, Reggio Calabria, Roma, Trani, Torino, Velletri

Venezia.

 

Si tratta di investimenti pubblici su edifici pubblici, è dunque esclusa la disciplina sugli aiuti di Stato.

 

Milestone:

Q4-2024:Aggiudicazione delle gare d'appalto per la costruzione e per la riqualificazione del patrimonio immobiliare dell’amministrazione della giustizia.

Q2-2026: Costruzione e riqualificazione del patrimonio immobiliare della amministrazione della giustizia per almeno 289. 000 mq.

 

Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento

 (M2-C3-I.3.1)

200

(prestiti)

di cui:

2021:    0

2022:     0

2023:   40

2024:   60

2025:   60

2026:   40

 

Il target che si pone la misura di investimento è relativo allo sviluppo di 330 km di reti di teleriscaldamento efficiente e alla costruzione di impianti o connessioni per il recupero di calore di scarto per 360 MW, ipotizzando che il 65 per cento delle risorse sia allocato per le reti (costo 1,3 mln a km) e il 35 per cento circa a sia dedicato allo sviluppo di nuovi impianti (costo 0,65 mln a MW).

Il raggiungimento del target consentirebbe, a regime, di conseguire benefici di tipo energetico-ambientale pari a 20,0 Ktep annui di energia primaria fossile risparmiata e 0,04 MtCO2 di emissione di gas serra evitati nei settori non ETS ogni anno.

Il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima già prevede lo sviluppo delle reti di teleriscaldamento, inquadrandolo nel contesto di costruzione di reti infrastrutturali energetiche utili a rafforzare la competitività economica nazionale e la qualità ambientale del territorio a livello locale.

 

Tra gli strumenti agevolativi attualmente attivi, il Fondo nazionale per l'efficienza energetica (art. 15 del D.Lgs. n. 102 /2014), che prevede una linea di intervento dedicata alla concessione di garanzie sugli investimenti per lo sviluppo delle reti di teleriscaldamento.

Al fine di sostenere l'azione di investimento nel settore, sarà necessario promuovere una riforma normativa per assicurare il completamento del quadro normativo del servizio di teleriscaldamento, affidato dalla legge all'Arera, attraverso la definizione di adeguati standard di qualità e obblighi di servizio, nonché di norme che tutelino i diritti di informazione dei clienti finali e la libertà di scelta del fornitore.

Le risorse del PNRR saranno utilizzate per finanziare progetti che verranno selezionati tramite una gara per la costruzione di nuove reti o l'estensione di reti di teleriscaldamento esistenti, in termini di clienti forniti, compresi gli impianti di alimentazione di dette reti.

La gara prevede l'erogazione di un incentivo in conto capitale nel rispetto delle norme sugli aiuti di stato definite dal Regolamento UE n. 651/2014 (GBER).

Soggetti destinatari: Imprese, consorzi, appaltatore del servizio da parte dell’autorità locale interessata.

 

Milestone: la gara sarà pubblicata nel giugno 2022 (giugno 2023 l'eventuale successiva gara per l'utilizzo di risorse residue), con una finestra temporale di 4 mesi per la presentazione dei progetti. La graduatoria sarà pubblicata entro dicembre dello stesso anno di pubblicazione del bando.

 

Soggetto attuatore: MITE.

 

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione e accelerazione delle procedure per la realizzazione di interventi per l’efficientamento energetico  (M3-C3-R.1.1)

--

Al fine di traguardare la decarbonizzazione completa del settore civile prevista per il 2050, è necessario promuovere la rapida conversione energetica del parco immobiliare, favorendo le riqualificazioni profonde e la trasformazione in “edifici ad energia quasi zero” (nZEB), coerentemente con la strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale. 

La proposta si articola in quattro linee di intervento:

§  rendere operativo il Portale nazionale per l'efficienza energetica degli edifici

§  potenziare le attività del Piano d'informazione e formazione rivolte al settore civile

§  aggiornare e potenziare il Fondo nazionale per l'efficienza energetica

accelerare la fase realizzativa dei progetti finanziati dal programma PREPAC

Timeline: secondo trimestre-2022.

Per raggiungere tale scopo si ritiene importante affiancare a misure di carattere economico, quali gli incentivi concessi dal Superbonus o il finanziamento di programmi per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, anche misure volte a superare le barriere non economiche che riducono le scelte di investimento in interventi di riqualificazione energetica degli edifici o che rallentano l’esecuzione dei lavori. .

 

6.8.5 Superbonus 110%

 


Le risorse destinate al Superbonus sono allocate nella Componente 3 della Missione 2 (Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici). Si tratta, complessivamente, di 13,95 miliardi di euro volti a favorire l’utilizzo di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l'adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato e per l’edilizia sociale, attraverso detrazioni fiscali per i costi sostenuti per gli interventi.

 

Si fa notare che per la materia Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici sono previste ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare, come risulta dalla tavola 1.1 del PNRR, per un ammontare complessivo di 6,56 miliardi di euro (di cui 4,56 specificamente destinati al Superbonus), nonché ulteriori 0,32 miliardi dal programma REACT dell’UE.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate all’investimento presente nella Missione 2, afferente al settore del Superbonus:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Investimenti in Ecobonus e Sismabonus fino al 110 per cento per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici (M2-C3-I.2.1)

13.950 (sovvenzioni)

 

Il Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del PNRR (decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59) finanzia gli interventi di proroga della detrazione 110%-Superbonus nella misura di:

§  910 milioni di euro per l’anno 2023;

§  829,9 milioni di euro per l’anno 2024;

§  1.439,9 milioni di euro

§  per l’anno 2025;

§  1.383,81 milioni di euro per l’anno 2026.

Per far fronte ai lunghi tempi di ammortamento delle ristrutturazioni degli edifici, per stimolare il settore edilizio, da anni in grave crisi, e per raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni al 2030, si intende estendere la misura del Superbonus 110 per cento recentemente introdotta (articolo 119 del Decreto Rilancio) dal 2021 al 2023 (al 30 giugno 2023 per gli interventi effettuati dagli IACP, a condizione almeno il 60 per cento dei lavori siano stati effettuati alla fine del 2022; al 31 dicembre 2022 per gli interventi effettuati dai condomini , a condizione che almeno il 60 per cento dei lavori sia stato effettuato entro il 30 giugno precedente). Il sostegno è fornito in forma di detrazione fiscale pari al 110 per cento delle spese sostenute, usufruibili in un periodo di 5 anni e disponibili per chi intende effettuare ristrutturazioni energetiche e antisismiche degli edifici residenziali. La misura prevede inoltre l’introduzione di strumenti finanziari come la cessione del credito e il pagamento anticipato per agevolare gli ingenti investimenti iniziali.

L’investimento consente inoltre di stimolare le economie locali attraverso la creazione di posti di lavoro nella filiera dell’edilizia e della produzione di beni e servizi per le abitazioni con potenziale impatto sulle categorie deboli colpite dalla pandemia. La misura riguarda interventi effettuati su zone comuni, su unità immobiliari funzionalmente indipendenti e unità plurifamiliari con uno o più accessi indipendenti dall’esterno, nonché su singole unità immobiliari. Sono inclusi nella misura numerosi interventi, quali soluzioni per l’isolamento, infissi efficienti, sostituzione di sistemi di riscaldamento e condizionamento e installazione di impianti per la generazione di energia rinnovabile. L’ammissibilità degli interventi è condizionata ad un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, dimostrabile tramite il confronto con l’attestato di prestazione energetica (APE) prima e dopo l’intervento, equivalente ad un risparmio energetico medio (in relazione ad un consumo medio annuo di energia primaria dell'edificio residenziale) di circa 240 kWh/mq e ad un risparmio minimo atteso (sia energetico che di emissioni) del 30-40 per cento.

Gli investimenti consentirebbero la ristrutturazione di oltre 100.000 edifici a regime, per una superficie totale riqualificata di oltre 36 milioni di mq. Il risparmio energetico atteso dal supebonus è di circa 191 Ktep/anno con una riduzione delle emissioni di gas serra di circa 667 KtonCO2/anno.

Si segnala che l'articolo 1, comma 3, lettera a) del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, attualmente all’esame del Senato, proroga per gli IACP il termine finale per avvalersi della misura per ulteriori sei mesi (fino alla data del 30 giugno 2023 rispetto al previgente 31 dicembre 2022).

La lettera b) stabilisce inoltre che per gli interventi effettuati dagli IACP comunque denominati nonché gli enti aventi le stesse finalità sociali, per i quali alla data del 30 giugno 2023 (rispetto al previgente 31 dicembre 2022) siano stati effettuati lavori per almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo, la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 (rispetto al previgente 30 giugno 2023).

La disposizione prevede inoltre che per gli interventi effettuati dai condomini la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 (rispetto al termine generale previsto 30 giugno 2022) indipendentemente dallo stato di avanzamento dei lavori.

Il comma 5 stabilisce che gli eventuali minori oneri previsti anche in via prospettica rilevati dal monitoraggio degli effetti dell’agevolazione, rispetto alla previsione tendenziale, sono vincolati alla proroga del termine della fruizione della citata agevolazione.

 

 

 

 

 

 


All’investimento sopra indicato si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazioni in materia di edilizia e urbanistica e di interventi per la rigenerazione urbana

--

Obiettivo della riforma è accelerare gli interventi per l’efficienza energetica e la rigenerazione urbana, rimuovendo gli ostacoli burocratici all’utilizzo del Superbonus 110%, connessi principalmente alla necessità di attestare la conformità edilizia, risultata particolarmente complessa per gli edifici risalenti.

Le misure sono rimesse a un decreto-legge da approvare entro maggio 2021.

 

 

 


Gli interventi di questa Componente del PNRR si prefiggono di rafforzare gli interventi per l’efficienza energetica incrementando il livello di efficienza degli edifici, una delle leve più virtuose per la riduzione delle emissioni in un Paese come l’Italia, che soffre di un parco edifici con oltre il 60 per cento dello stock superiore a 45 anni, sia negli edifici pubblici (es. scuole, cittadelle giudiziarie), sia negli edifici privati, come già avviato dall’attuale misura Superbonus.

Nello specifico del Superbonus, come disciplinato dall’articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34, i soggetti destinatari delle risorse sono i condomini e le persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arte o professione; gli istituti autonomi case popolari (IACP); le cooperative di abitazione a proprietà indivisa; le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali e regionali; nonché le associazioni e società sportive dilettantistiche iscritte nell’apposito registro.

 

Nel testo del PNRR si segnala che l’estensione del Superbonus al 110% agli IACP ha un ruolo di contrasto alle diseguaglianze di genere posto che la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del diverso ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali sono affidate a donne.


6.9 Energia

 


Nel PNRR, i progetti d’investimento in materia energetica sono enunciati nella Missione 2. In particolare, nella Componente C1Economia circolare e agricoltura sostenibile”, sono previsti investimenti sui parchi agrisolari (1,5 miliardi), nella Componente C2 " Energia rinnovabile, Idrogeno, Rete e Mobilità sostenibile” hanno sede la quasi totalità dei programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell'idrogeno, le reti e le infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica.

Questi programmi di investimento, nel prosieguo specificamente dettagliati, assorbono complessivamente 15,64 miliardi di euro (il 65,7% delle risorse RRF della Componente C2, destinata, per la parte residua, agli interventi per il trasporto locale sostenibile e ai bus elettrici, per i quali si rinvia alla scheda “Mobilità sostenibile e TPL”).

Nella Missione C3, si segnalano i progetti finalizzati all’utilizzo di energia rinnovabile nei porti (green ports, per cui sono stanziati 270 milioni di euro).

I progetti di investimento per la ricerca e sviluppo in materia di idrogeno e batterie saranno raccordati con gli IPCEI - Important Projects of Common European Interest i quali sono complessivamente sostenuti dal PNRR con 1,5 miliardi di euro, all’interno della Missione M4 “Istruzione e ricerca” componente C2 “Dalla ricerca all’Impresa”.

 

Obiettivi trasversali: giovani, parità di genere e coesione territoriale

 

Come evidenzia il PNRR, i progetti in materia di energie rinnovabili, reti di trasmissione e distribuzione, filiera dell’idrogeno contribuiscono complessivamente alla creazione di occupazione, in particolare giovanile.

In tale ambito, vengono comunque finanziati, con risorse ad hoc, progetti per le imprese start-up e venture capital attive nella transizione ecologica (M2- C2 - 5.4). Quanto alla coesione sociale e territoriale, in alcuni casi è indicato specificamente il riparto delle risorse con priorità per le aree del Sud, come per i progetti in materia di Rafforzamento smart grid (M2- C2 -2.1), di Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse (M2- C2 -3.1) e degli IPCEI Important Projects of Common European Interest (M4 - C2 – 2.1); mentre in altri casi, le finalità di coesione sociale trovano motivazione all’interno della descrizione dell’intervento, ovvero sono individuabili sulla base dell’ambito territoriale in cui si svilupperanno alcuni progetti: questo è il caso dei progetti in materia di Promozione delle fonti rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo (M2- C2 - 1.2), tra le cui finalità rientra quella di sostenere le piccole realtà territoriali a rischio di spopolamento e gli interventi sulla Interventi sulla resilienza climatica delle reti elettriche (M2- C2 -2.2), nonché i progetti in materia di fotovoltaico ed eolico (M2- C2 - 5.1), nonché il progetto sull’ utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate (M2- C2 -3.2) che vede coinvolta l’industria siderurgica italiana.

 

In non tutti i casi, gli allegati tecnici al PNRR dettagliano le tappe intermedie (milestones) nonché danno indicazione se la misura di sostegno costituisce aiuto di Stato esente dall’obbligo di notifica preventiva o da notificare (come prescritto dalle Linee guida agli Stati Membri(Commission Staff Working Document – Guidance to Member State RRF - SWD(2021) 12 final Part 1, pag. 18-19). Laddove queste indicazioni siano presenti negli allegati al PNRR, saranno di seguito indicate.


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Parco Agrisolare

(M2-C2-2.2)

1.500

(sovvenzioni)

di cui:

2021: 225

2022: 225

2023: 725

2024: 225

2025:   75

2026:   25

 

Incentivare l'installazione di pannelli ad energia solare su di una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di mq senza consumo di suolo, con una potenza installata di circa 0,43GW, realizzando una riqualificazione delle strutture produttive delle aziende del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale interessate.

Gli investimenti oggetto di sostegno sono:

§  costruzione di un nuovo tetto isolato e rimozione e smaltimento del tetto esistente (anche qualora sia in amianto);

§  creazione di sistemi di ventilazione e/o raffreddamento automatizzati per i capannoni;

§  installazione di pannelli solari, gestione intelligente dei flussi e degli accumulatori.

Relevant time period: 30/06/2021 - 30/06/2026.

L’attuazione richiede un’azione sinergica con gli enti territoriali.

Milestones (soggette a futuro aggiustamento):

§  identificazione dei progetti beneficiari dell’intervento il cui valore corrisponde al 30% delle risorse assegnate all’investimento (Q4-2022), al 50% (Q4-2023), al 100% (Q4-2024);

§  almeno 0,43GW di potenza istallata.

La misura comporta aiuti di Stato e necessita una previa notifica alla Commissione UE.

Sviluppo agro-voltaico

(M2-C2-1.1)

1.100

(prestiti)

di cui:

2021:      0

2022: 108,4

2023: 211,5

2024: 338,7

2025: 330,3

2026: 110,1

 

 

Installare a regime una capacità produttiva da impianti agro-voltaici di 1,04 GW, che produrrebbe circa 1.300 GWh annui, con riduzione delle emissioni di gas serra stimabile in circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2.

La misura prevede:

§  l'implementazione di sistemi ibridi agricoltura-produzione di energia senza compromissione dei terreni dedicati all'agricoltura, anche valorizzando i bacini idrici con soluzioni galleggianti;

§  il monitoraggio delle realizzazioni e della loro efficacia, con la raccolta dei dati sia sugli impianti fotovoltaici sia su produzione e attività agricola sottostante.

A tale fine, saranno concessi:

§  contributi a fondo perduto fino a 764 milioni di euro. Relevant time period: dal 01/07/2022 al 31/03/2026

§  prestiti agevolati fino a 336 milioni. In alternativa al finanziamento, per i primi anni di funzionamento (ad es. i primi 6 anni), si prevede la concessione di una forma di incentivo sull'energia prodotta, per ridurre il rischio di mercato, bilanciato da una riduzione del contributo iniziale. Sarà promosso anche l'abbinamento del finanziamento a forme di PPA (power purchase agreement) con i grandi consumatori di energia. Relevant time period dal 01/07/2022 - 31/03/2024.

I costi di approvvigionamento energetico, ad oggi stimati pari a oltre il 20 per cento dei costi variabili delle aziende e con punte ancora più elevate per alcuni settori erbivori e granivori (30 per cento), verrebbero ridotti.

L’investimento sarà attuato dal Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), in stretto coordinamento con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MiPAAF), attraverso procedure aperte.

 

I destinatari sono: le imprese e le organizzazioni (cooperative, consorzi, ecc.) che intendono realizzare impianti fotovoltaici a carattere sperimentale, anche in collaborazione con associazioni, enti pubblici e di ricerca. Inoltre, per questi interventi, si stimano 7.700 dipendenti temporanei e 300 permanenti all'anno in termini di unità di lavoro annuali (ULA).

 

Il regime di aiuti sarà definito in linea con gli orientamenti in materia di aiuti di Stato per l’energia e ambiente (State Aid Guidelines for Environmental Protection and Energy - EEAG) e sottoposto alle autorità competenti dell'UE.

 

Milestones:

·       firma dei contratti per l’installazione dei pannelli solari fotovoltaici (Q4-2024);

·       raggiungimento della capacità di 1,04 GW per una produzione indicativa annua di  almeno 1300 GWh per anno (Q2-2026).

Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo

(M2-C2-1.2)

2.200

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023: 250

2024: 800

2025: 900

2026: 250

 

La realizzazione di questi interventi, ipotizzando che riguardino impianti fotovoltaici con una produzione annua di 1.250 kWh per kW, produrrebbe circa 2.500 GWh annui, contribuirà a una riduzione delle emissioni di gas serra stimata in circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno.

In particolare, questo investimento mira a garantire le risorse necessarie per installare 2.000 MW di nuova capacità di generazione elettrica.

Si prevede un finanziamento a tasso zero fino al 100% dei costi ammissibili e della durata massima di 10 anni per la realizzazione di impianti di produzione di FER, anche accoppiati a sistemi di accumulo di energia, facilitando così la realizzazione di configurazioni di autoconsumo collettivo e di comunità di energia rinnovabile. In tutti i casi, ci sarà il vincolo di entrata in funzione dell'impianto non oltre il 2026.

Il beneficio non è cumulabile con gli incentivi di cui al D.M. FER 1 (decreto del Ministro dello sviluppo economico del 4 luglio 2019). Il decreto attuativo disciplinerà la cumulabilità con altri benefici.

Relevant time period: 1/01/2023 - 31/12/2025

L’investimento, diretto per 1.600 milioni alle comunità di energia rinnovabile e per 600 milioni per l’autoconsumo, permetterà di ampliare la sperimentazione già avviata con l'articolo 42-bis del D.L. n. 162/2019 (cd. D.L. "Milleproroghe") e dal decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 16 settembre 2020 e da varie regioni ad una dimensione molto più significativa.

 

I destinatari della misura sono le Pubbliche Amministrazioni, le famiglie e le micro imprese nei Comuni con meno di 5.000 abitanti, sostenendo così l'economia dei piccoli Comuni, spesso a rischio di spopolamento. Le attività di produzione e scambio di energia non devono rappresentare in nessun caso l'attività professionale o commerciale abituale o prevalente dei beneficiari.

Il sostegno, pertanto, secondo quanto precisa l’allegato al PNRR, non costituisce aiuto di Stato.

Per la realizzazione degli interventi, si stima l’impiego di 13.300 dipendenti temporanei e 1.100 permanenti all'anno.

Promozione impianti innovativi (incluso off-shore)

(M2-C2-1.3)

675

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023: 100

2024: 200

2025: 200

2026: 175

 

Realizzare impianti con una capacità totale installata di 200 MW da FER, in particolare:

a)   da eolico e fotovoltaico galleggiante, insieme a sistemi di stoccaggio di energia (100 MW);

b)   da eolico e fotovoltaico galleggiante, insieme a impianti di energia del moto ondoso e altre configurazioni ad alta efficienza, integrate con sistemi di stoccaggio dell'energia (100 MW).

La realizzazione degli interventi consentirebbe di produrre circa 490 GWh anno con una riduzione di emissioni di gas climalteranti intorno alle 286.000 tonnellate di CO2.

Si utilizzeranno gli accordi per l'innovazione per le fasi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale; i contratti di sviluppo finalizzati a investimenti di alto valore strategico e innovativo e per un importo non inferiore a 20 milioni di euro; gli accordi di sviluppo. Strumenti già adottati e considerati ammissibili in sede UE.

Relevant time period: 1/07/2022 - 30/06/2026.

La misura sarà attuata dal MITE in tre fasi, di cui una sola indicata precisamente nella tempistica:

§  individuazione delle aree potenzialmente idonee, con il sostegno di enti di ricerca specializzati:

§  3Q-2023 sulla base dei risultati, pubblicazione degli avvisi pubblici per le “manifestazioni di interesse”, rivolti a imprese e organizzazioni che promuovono l'innovazione tecnologica, anche in coordinamento con enti pubblici. Valutazione e selezione dei progetti, sulla base di parametri oggettivi;

§  realizzazione dei progetti, a seguito dell'eventuale definizione di accordi di programma/sviluppo con tutte le istituzioni coinvolte, le attività di erogazione dei finanziamenti e la definizione di un set di indicatori tecnici di monitoraggio delle performance dei sistemi finanziati

 

I soggetti destinatari: Autorità pubbliche regionali e locali, autorità portuali, imprese e operatori economici di medio-grandi dimensioni, in grado di sostenere progetti con una forte componente di innovazione.

Sviluppo biometano

(M2-C2-1.4)

1.923,4

(prestiti)

di cui:

2021:      0

2022: 164

2023: 174

2024: 550

2025: 653

2026: 382

 

L’obiettivo è incrementare la potenza di biometano da riconversione da destinare al greening della rete gas pari a circa 2,3-2,5 miliardi metri cubi; ridurre le emissioni di gas serra per 13,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (in particolare metano e protossido di azoto) e di ammoniaca dall'agricoltura; creare circa 90 mila posti di lavoro.

Gli interventi mirano a:

§  riconvertire e potenziare l’efficienza degli impianti biogas agricoli esistenti;

§  supportare la realizzazione di nuovi impianti;

§  promuovere la diffusione di pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas.

Ai tre obiettivi sono destinati 1.908,4 milioni (vedi il riparto per anno). Relevant time period dal 1/01/2022 al 30/06/2026,

§  promuovere la sostituzione di veicoli meccanici a diesel con veicoli alimentati a metano/biometano (15 milioni di euro per n. 300 trattori entro il 2026) (60 veicoli all'anno dal 2022, vedi il riparto per anno).

Relevant time period dal 1/02/2022 al 30/06/2026.

Destinatari: Comuni, operatori del sistema di distribuzione (DSOs), produttori di energia a biogas, agricoltori e diversi settori industriali. In particolare, il progetto si concentrerà sui settori dei trasporti e dell'agricoltura e valorizzerà i settori industriale e agricolo (come quello zootecnico e caseario), entrambe eccellenza del "Made in Italy".

Rafforzamento smart grid

(M2-C2-2.1)

3.610

(prestiti)

di cui:

2021:        0

2022:    217

2023:    386

2024:    895

2025: 1.093

2026: 1.019

 

L'obiettivo è digitalizzare le infrastrutture di rete, per abilitare e accogliere l'aumento di produzione da fonti rinnovabili. Due le linee progettuali:

§  incrementare la capacità di rete di ospitare ed integrare ulteriore generazione distribuita da FER per 4.000 MW, anche tramite interventi di smart grid su 115 sottostazioni primarie (negli allegati sono indicate 75 Smart Primary Substations).

§  aumentare capacità e potenza a disposizione delle utenze per favorire l’elettrificazione dei consumi energetici (es. mobilità elettrica, riscaldamento con pompe di calore).

 

Relevant time period 10/01/2021 - 30/08/2026

Gli interventi saranno attuati per circa il 40% nelle regioni del Sud Italia (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia) e contribuiranno ad aumentare la coesione sociale ed economica del Paese.

Destinatari della misura: Operatori del sistema di distribuzione - DSO system operator). La misura, a regime, avrà un impatto su circa 1.875.000 utenti.

 

Si osserva che, nelle Tabelle allegata al PNRR, l’importo di 3.610 milioni di euro con il quale si finanzia l’investimento è iscritto nella colonna “Estimated costs for which funding from the RRF is requested”. Il medesimo importo di 3.610 milioni è però riportato nell’ulteriore colonna “Funding from other sources - From other EU programmes”, senza specificazione della fonte alternativa di finanziamento.

Interventi su resilienza climatica delle reti elettriche

(M2-C2-2.2)

500

(prestiti)

di cui:

2021:      0

2022:   55

2023:   58

2024: 142

2025: 135

2026: 110

 

 

L'obiettivo è di potenziare la resilienza di 4.000 km della rete elettrica agli eventi atmosferici estremi e ridurre il rischio di interruzione prolungata della fornitura di elettricità, con un aumento della capacità per 6 GW.

Si tratta di investimenti in infrastrutture elettriche effettuati esclusivamente dall’Operatore del Sistema di trasmissione (TSO -Transmission System Operator) e dai DSO, che operano in regime di monopolio naturale e legale.

 

Relevant time period 6/01/2022 - 30/08/2026.

L’articolazione dell'intervento avverrebbe per aree territoriali e per fattore di rischio delle reti. La valutazione dei progetti prevede il coinvolgimento di ARERA.

Analisi tecnico economica e attuazione da parte del MITE.

È esclusa la presenza di aiuti di Stato.

 

Si osserva che, nelle Tabelle allegata al PNRR, l’importo di 500 milioni di euro con il quale si finanzia l’investimento è iscritto nella colonna “Estimated costs for which funding from the RRF is requested”. Il medesimo importo di 500 milioni è però riportato nell’ulteriore colonna “Funding from other sources - From other EU programmes”, senza specificazione della fonte alternativa di finanziamento.

Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse

(M2-C2-3.1)

500  

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023:   65

2024: 134

2025: 134

2026: 167

 

Promuovere la produzione locale e l'uso di idrogeno nell'industria e nel trasporto locale, con la creazione delle cosiddette hydrogen valleys, aree industriali con economia in parte basata su idrogeno.

Per contenere i costi verranno utilizzate aree dismesse già collegate alla rete elettrica (è prevista quindi in primis una mappatura delle aree in questione), per installare in una prima fase elettrolizzatori per la produzione di idrogeno mediante sovra-generazione FER o produzione FER dedicata nell'area. L'obiettivo dell'investimento è quindi utilizzare le infrastrutture esistenti, se compatibili, per una serie di servizi energetici, con una produzione prevista in questa fase di 1-5 MW per sito.

Sono previsti due progetti, non meglio dettagliati nell’allegato, di cui

§  uno di 400 milioni di euro, relevant time period dal 1/01/2022 al 1/01/2026

§  100 milioni di euro, relevant time period 2/01/2022 al 1/01/2026.

Sarà data priorità alle aree collocate nel sud del Paese (almeno il 50% dei progetti).

I soggetti attuatori sono MITE e MISE  e gli enti territoriali.

Gli strumenti utilizzabili sono gli accordi per l’innovazione (per le fasi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale), i contratti di sviluppo (per investimenti strategici ed innovativi di rilevante dimensione: almeno 20 milioni di euro) e gli accordi di sviluppo (per grandi programmi: almeno 50 milioni di euro).

Si fa rientrare la misura di aiuto nell'art. 41 del GBER Reg. n. 651/2014/UE che esenta dall’obbligo di notifica preventiva, alle condizioni ivi previste, gli aiuti agli investimenti per la promozione dell'energia da FER.

 

I principali beneficiari della misura saranno i promotori di progetti di produzione di idrogeno, sviluppatori di progetti di infrastrutture, amministrazioni locali, comunità energetiche e i relativi investitori.

Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate

(M2-C2-3.2)

2.000

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023: 250

2024: 450

2025: 650

2026: 650

 

Progressiva decarbonizzazione dei settori industriali “hard-to-abate.

I progetti saranno coordinati con altri progetti a livello europeo (IPCEI idrogeno) a cui l'Italia intende partecipare con altri Stati membri, con i quali si sono già tenute riunioni di coordinamento (Francia e Germania).

Per le industrie hard-to-abate (escluse quelle siderurgiche) il progetto mira a promuovere la transizione dal metano all'idrogeno verde attraverso la pubblicazione di bandi di gara per la realizzazione di progetti di trasformazione sostenibili e innovativi del ciclo produttivo.

 

L’acciaio è uno dei settori hard-to-abate’ dove l’idrogeno può assumere un ruolo rilevante in prospettiva di progressiva decarbonizzazione.

Per l'industria siderurgica, nella prima fase, verrebbe utilizzato il metano in cui miscelare gradualmente volumi di idrogeno a basso contenuto di carbonio e successivamente verde.

L’Italia uno dei più grandi produttori di acciaio, secondo solo alla Germania a in Europa. Un ciclo dell'acciaio basato sulla produzione di DRI (Ferro Ridotto Diretto) con metano e fusione in un forno elettrico genera circa il 30 per cento in meno di emissioni di CO2 rispetto al ciclo integrale, e il successivo sviluppo con idrogeno verde aumenta l’abbattimento delle emissioni al circa 90 per cento.

 

Sono contemplati 2 progetti, uno il cui budget è di 1,6 miliardi di euro e l’altro di 400 milioni di euro, il cui periodo (relevant period) è dal 1/01/2022 al 1/01/2026.

La produzione attuale di idrogeno nelle raffinerie è di circa 0,5 Mton H2 /anno (una penetrazione di ~1% sugli usi finali), rappresentando quindi uno dei settori più promettenti per iniziare a utilizzare l'idrogeno verde e sviluppare il mercato.

Verrà lanciata una gara generale per i settori industriali che utilizzano il metano come fonte di energia termica (cemento, cartiere, ceramica, industrie del vetro, ecc.) per sostenere la ricerca, sviluppo e innovazione (R&S&I) nei processi industriali e per finanziare progetti pilota e lo scale up industriale dei progetti.

Sarà lanciata una gara d'appalto specifica per sostenere la R&S&I per il processo di produzione dell'acciaio attraverso un aumento dell'uso dell'idrogeno. Si deve tener conto della specificità dell'industria siderurgica italiana.

La transizione verso siderurgia a idrogeno sarà graduale e distribuita nel tempo:

1) impianto pilota alimentato a idrogeno;

2) forno elettrico per la fusione del pre-ridotto;

3) forno di riscaldo per i successivi trattamenti di laminazione.

 

Milestones: Q2 2026 Tutti i progetti finanziati saranno realizzati e dotati di certificato di collaudo.

 

I soggetti attuatori sono MITE e MISE. Gli strumenti adeguati (most suitable tools) sono gli accordi per l’innovazione per la fase di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, i contratti di sviluppo e gli accordi di sviluppo, strumenti comunemente utilizzati dal MISE e già verificati in linea con le norme sugli aiuti di Stato. Al riguardo, viene spiegata la disciplina applicabile.

Destinatari: Industrie hard-to-abate (acciaio, vetro, cemento, carta ceramica) e Istituti di ricerca.

Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale

(M2-C2-3.3)

230  

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023:   70

2024:   60

2025:   60

2026:   40

 

Promuovere la creazione di stazioni di rifornimento a idrogeno (circa 40 stazioni) dando priorità alle aree strategiche per i trasporti stradali pesanti, sui percorsi tipici dei camion a lungo raggio. Il progetto di una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno sarà una parte essenziale per sviluppare la penetrazione e la crescita dell'uso dei camion a idrogeno nel mercato italiano ed europeo.

L’intervento sarà coordinato con altri progetti a livello europeo, finalizzati a permettere la realizzazione di un corridoio dell’idrogeno (Direttiva 2014/94/UE DAFI sui combustibili alternativi).

 

Relevant time period dal 1/01/2022 al 1/01/2026.

La collaborazione con gli altri Istituti di ricerca sarà promossa tramite l’investimento 3.5 “Ricerca e sviluppo sull’idrogeno”.

 

Quanto alla compatibilità con la disciplina in materia di aiuti di Stato, viene richiamato l’art. 36 e 56 del Regolamento di esenzione – GBER (Reg. 651/2014/UE).

 

Soggetti attuatori MITE e MIMS.

 

Destinatari dell’intervento: imprese della logistica, titolari del servizio di distribuzione di carburante nelle autostrade.

Milestones: Q2 2022 Procedure per l’individuazione dei progetti che possono essere finanziati

Q3 2026 : interventi conclusi e certificati

Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario

(M2-C2- 3.4)

300

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023:   95

2024:   95

2025:   75

2026:   35

 

 

L’intervento prevede la conversione verso l’idrogeno delle linee ferroviarie non elettrificate in regioni caratterizzate da elevato traffico in termini di passeggeri con un forte utilizzo di treni a diesel.

Vengono sostenute attività di R&S, in linea con l’investimento 3.5 per lo sviluppo di elettrolizzatori ad alta pressione (TRL 5-7) e sistemi di stoccaggio ad alta capacità con possibilità di utilizzo di idruri metallici o liquidi (TRL 3-5). Grazie a questi investimenti, sarà possibile convertire circa 9 stazioni di rifornimento su 6 linee ferroviarie.

Sono contemplati 2 progetti, uno il cui budget è di 240 milioni di euro e l’altro di 60 milioni di euro.

Relevant time period dal 1/01/2022 al 1/01/2026.

Ministeri attuatori MITE e MIMS.

Per alcuni progetti, sono già stati condotti studi di fattibilità o pre-fattibilità.

Una “call for proposal” sarà emessa dal MIMS insieme al MITE per valutare, attraverso un'analisi costi-benefici, le migliori iniziative.

Per quanto riguarda le regole sugli aiuti di Stato, si richiama il regolamento GBER n.651/2014 (art. 36, 37 e 56) e gli Orientamenti 2008/C 184/07 Linee guida sugli aiuti di Stato alle imprese ferroviarie, applicabili.

Destinatari: Società Ferroviarie e Amministrazioni locali che agiscono come promotori di progetti di sistemi di trasporto pubblico locale con installazioni strutturali, i cittadini.

Ricerca e sviluppo sull’idrogeno

(M2-C2-3.5)

160

non risulta indicato se grant o loans e il riparto annuale delle risorse

Sviluppo di quattro principali filoni di ricerca:

i) produzione di idrogeno verde;

ii) sviluppo di tecnologie per stoccaggio e trasporto idrogeno e per trasformazione in altri derivati e combustibili verdi;

iii) sviluppo di celle a combustibile;

iv) miglioramento della resilienza delle attuali infrastrutture in caso di maggiore diffusione dell’idrogeno.

Relevant time period dal 01/01/2022 01/01/2026.

Il progetto sulla ricerca e sviluppo dell'Idrogeno sarà raccordato con quelli previsti dalla componente C2 della Missione M4 IPCEI. Gli ambiti degli IPCEI sono batterie ed idrogeno (v. infra e pag. 944 e 996 degli allegati al PNRR).

Nell’ambito dell’investimento in esame, vi sarà una collaborazione tra gli Istituti di ricerca europei.

Milestone: 2Q 2022: Selezione dei progetti di R&S da finanziare

Q2 2026: realizzazione e collaudo degli interventi.

Gli aiuti alla R&S sono compatibili con il mercato interno ex art. 107, par. 3 TFUE e sono esenti dall'obbligo di notifica di articolo 108, par. 3, TFUE.

Sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica

(M2-C4-4.3)

741,43

(sovvenzioni)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023: 400

2024: 150

2025:   141,3

2026:   50

 

 

 

L’intervento è finalizzato allo sviluppo di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 in centri urbani, oltre a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia.

Il PNIEC italiano prevede al 2030 un parco circolante di circa 6 milioni di veicoli elettrici per i quali si stima siano necessari 31.500 punti di ricarica rapida pubblici.

Il PNRR afferma che l’obiettivo complessivo dell'Italia, necessario a coprire il fabbisogno energetico richiesto dai veicoli elettrici, è di oltre 3,4 milioni di infrastrutture di ricarica al 2030, di cui 32.000 pubblici, veloci e ultraveloci.

 

Nell’ambito del programma bandiera dell’UE (Flagship programme) Recharge and refuel la Commissione stima che sia necessario dare un forte impulso alla mobilità sostenibile, costruendo al 2030 tre milioni di punti di ricarica per auto elettriche e 1.000 stazioni di rifornimento a idrogeno. L’obiettivo assegnato a NGEU è di consentire di realizzare metà di tale incremento entro il 2025.

 

Relevant time period

1/06/2021 al 31/12/2025

L’articolo 57 del D.L. n. 76/2020 Semplificazioni” definisce e disciplina la realizzazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici.

A partire dai primi mesi del 2023, le risorse inizieranno ad essere assegnate e trasferite secondo una logica di avanzamento lavori. L'approccio della proposta prevede un contributo sul costo di costruzione e non superiore al 40%-70%.

I dettagli del diverso contributo finanziario (% del costo totale), per le diverse configurazioni, sono così forniti:

Stazioni di ricarica sulle autostrade: 40%

Stazioni di ricarica nelle aree dei centri urbani: 40%

Stazioni di ricarica collegate a depositi: 40%.

Milestone

Q2-2023: Aggiudicazione dei contratti per costruire 2500 stazioni di stazioni di ricarica rapida lungo le autostrade e almeno 4000 in

aree urbane (tutti i comuni)

Q4-2024

Aggiudicazione dei contratti per costruire 5000 stazioni di ricarica rapida lungo le autostrade e almeno 9000 nelle aree urbane (tutti i comuni)

Q2-2024

costruire almeno 2500 stazioni di ricarica rapida stazioni di ricarica rapida lungo le autostrade e almeno 4000 nelle aree urbane (tutti i comuni)

Q4-2025 costruire almeno 7500 stazioni di ricarica rapida lungo le autostrade e almeno 13000 nelle aree urbane.

Quanto agli aiuti di Stato, si richiama l’applicabilità del Regolamento di esenzione dall’obbligo di notifica GBER (art. 36).

Rinnovabili e batterie

(M2-C2-5.1)

1.000

(prestiti)

di cui:

 

Fotovoltaico

2021:     0

2022:   50

2023:   75

2024:   75

2025: 100

2026: 100

 

 

 

 

Industria Eolica

2021:     0

2022:   10

2023:   20

2024:   20

2025:   25

2026:   25

 

 

 

 

 

Industria delle Batterie

 

2021:     0

2022:   50

2023:   50

2024:   75

2025:  150

2026:  175

 

Potenziare le filiere in Italia nei settori fotovoltaico, eolico, batterie per il settore dei trasporti e per il settore elettrico.

Per il fotovoltaico, l’obiettivo è incrementare la produzione dagli attuali 200 MW/ anno ad almeno 2 GW/anno nel 2025, e ad almeno 3 GW/anno al 2026. L’investimento è d complessivi 400 milioni di euro e il periodo (relevant time period) è dal 1/1/2022 al 30/6/2026.

 

Per l’industria eolica, l’investimento è di 100 milioni e il periodo è 1/1/2022 - 30/6/2026.

Per il settore industriale delle batterie, l’investimento è di 500 milioni nel periodo 1/1/2022 - 30/6/2026.

Per il fotovoltaico, l’obiettivo è quello di pannelli solari ad alta efficienza basati su un innovativo modello di cella (“TANGO”), (lo strumento sono i contratti di sviluppo). Si prevede poi la costruzione di un impianto industriale per la produzione di pannelli flessibiliMIDSUMMER” (nella zona industriale di Modugno, provincia di Bari) 

 

Per l’industria eolica, lo strumento che verrà utilizzato saranno sempre i contratti di sviluppo. Secondo il PNIEC, l'energia eolica dovrebbe crescere di circa l'80%, dagli attuali 10GW installati a 18GW (1 GW offshore), compreso il repowering del parco eolico esistente e i nuovi impianti da sviluppare entro il 2030.

 

Per le industrie delle batterie, le agevolazioni sono a fondo perduto o finanziamento agevolato, concessi entro i limiti delle intensità massime di aiuto previste dalla pertinente legislazione. Le risorse saranno utilizzate per finanziare i due progetti IPCEI in cui l’Italia è coinvolta (Batteries 1 and Batteries 2 Projects).

I criteri generali di intervento e funzionamento del Fondo IPCEI sono da definire con un decreto attuativo del MISE, d'intesa con il MEF.

Risulta indicata la legislazione applicabile in materia di aiuti di Stato.

 

Al Q4 2023, 80 progetti (48 per il fotovoltaico, 12 per l’eolico, 20 per le Batterie) riceveranno il supporto finanziario.

Idrogeno

(M2-C2-5.2)

450

(prestiti)
di cui:

2021:     0

2022:     0

2023:   50

2024:  140

2025:   90

2026: 170

L’obiettivo perseguito è quello delineato nella Strategia nazionale per l’Idrogeno, la quale prevede l'installazione di circa 5 GW di capacità di elettrolisi entro il 2030. La maggior parte delle aziende attive in questo settore sono medie e piccole imprese.

 

Si intende dunque sostenere lo sviluppo del mercato e delle PMI ivi operanti.

 

Per sviluppare il mercato dell'idrogeno si prevede l'installazione in Italia di circa 5 GW di capacità di elettrolisi entro il 2030. Inoltre, si prevede lo sviluppo di ulteriori tecnologie necessarie per sostenere l’utilizzo finale dell'idrogeno (es. celle a combustibile per autocarri).

 

Le risorse sono ripartite in 2 interventi (225 milioni ciascuno) il cui relevant period è tra l’1/1/2022-1/1/2026.

Soggetti attuatori, MITE e MISE.

È richiamata la disciplina sugli aiuti di Stato applicabile per il supporto alle PMI per investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione.

Per le PMI saranno applicabili gli articoli del Regolamento generale di esenzione per categoria - GBER (Reg. UE 651/2014 art. 17, 18 e 21). Fuori dai criteri individuati nel GBER, l’intervento sarà notificato alla Commissione UE per valutare la compatibilità con le norme sugli aiuti di Stato.

3Q 2022: avviso pubblico (public notice) per il cofinanziamento di programmi e progetti finalizzati alla realizzazione di una filiera nazionale dell'H2 (3° trimestre 2022)

3Q 2026: Realizzazione di un sito industriale per una fabbrica di produzione di elettrolizzatori (3° trimestre 2026)

Supporto a start-up e venture capital attivi nella transizione ecologica

(M2-C2-5.4

250

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   50

2023:   50

2024:   50

2025:   50

2026:   50

 

 

Nonostante la crescita del 18% negli ultimi 3 anni, l'ecosistema italiano del venture capital è solo al decimo posto in Europa in termini di dimensione degli investimenti, con un totale di soli 600€M nel 2020, significativamente al di sotto dei livelli di Francia e Germania.

Inoltre, nel nostro Paese, gli investimenti VC in start up italiane nel settore energetico rappresentano solo il 3% del totale, mentre gli investimenti in R&S rappresentano solo l'1,38% del PIL, rispetto alla media europea del 2,15%.

L’investimento intende incoraggiare e stimolare la crescita di un ecosistema di innovazione, con focus su settori quali rinnovabili, mobilità sostenibile, efficienza energetica, economia circolare, trattamento rifiuti, batterie, etc., tramite investimenti di venture capital diretti e indiretti.

L’intervento prevede l’introduzione di un fondo dedicato (“Green Transition Fund”, GTF) con investimenti nei fondi più rilevanti di Venture Capital con focus green, affiancando i più rilevanti VC managers e operatori del sistema.

Relevant time period 1/07/2021-31/12/2026

Seguendo l'esempio di altri paesi come la Francia, è stato lanciato nel 2020 il programma CDP Venture Capital.  Dopo il primo anno di attività di CDP Venture Capital vi sono segnali molto incoraggianti (oltre 900 nuove startup e PMI innovative create durante la pandemia (circa il 9% del totale), e circa 400€M investiti solo nel primo trimestre del 2021).

 

Sono 4 le principali linee di azione in linea con le best practice e le esigenze del mercato:

1) Investimenti indiretti in fondi VC: 100€M per rafforzare le piattaforme di fondi di investimento VC esistenti;

2) Investimenti indiretti nelle fasi di pre-seed e seed startup: 50€M per per ricercatori e startup

3) Investimenti diretti in startup in fase iniziale e di crescita: 50€M per rafforzare l'azione dei fondi VC attivi

4) Investimenti in venture building: 50€M per sviluppare imprese nuove e innovative in partnership con società

IPCEI

(M4-C2– 2.1)

1.500

(prestiti)

di cui

2021: 100

2022: 200

2023: 250

2024: 500

2025: 450

2026:     0

 

Integrare l’attuale fondo IPCEI, di cui all’art. 1 comma 232 della legge di bilancio per il 2020, con risorse aggiuntive.

Allo stato, l’Italia ha preso parte a 3 IPCEI, due sulle batterie e l'altro sulla Microelettronica, quest’ultimo finalizzato in prevalenza al settore automotive.

 

Il 30 marzo 2021, l'Italia ha lanciato un invito a manifestare interesse per l’IPCEI Infrastrutture e servizi cloud di nuova generazione.

È prossimo il lancio per ulteriori 2 IPCEI, uno su Idrogeno sostenibile, in particolare da FER e l’altro su Microelettronica 2 per la connettività attraverso il 5G, la Smart mobility, l’efficienza energetica e sostenibilità ambientale, Industria 4.0, Aerospazio.

 

Relevant time period N.D.

La misura, attuata dal MiSE, prevede il sostegno pubblico - tramite incentivi - alla partecipazione delle imprese italiane ai progetti IPCEI.

Dell’importo di 1,5 miliardi, il 90% sarà destinato al Sud Italia, il 10% al Centro-Nord. 

I soggetti destinatari sono i centri di ricerca e le imprese.

Q2 2021: apertura invito a manifestare interesse in nuovi progetti su IPCEI microelettronica n. 2:

Milestone: bando aperto per manifestazione di interesse in nuovi progetti su IPCEI microelettronica n. 2

Q2 2022 Adozione dell'atto giuridico che assegna il finanziamento necessario per fornire supporto ai partecipanti al progetto.

Green Ports.

(M3 –C2–1.1)

270

(prestiti)

di cui

2021:     0

2022:   50

2023:   80

2024:   70

2025:   60

2026:   10

 

 

Interventi di efficienza energetica e di promozione dell’uso di energia rinnovabile nei porti, rendere le relative attività sostenibili e compatibili con i contesti urbani. Il progetto è’ destinato a dare un contributo alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030.

 

Relevant time period 1/07/2021 -l 30/06/2026.

Soggetti attuatori: le nove AdSP del Centro Nord

Viene richiamata la disciplina sugli aiuti di Stato applicabile (gli orientamenti sugli aiuti di Stato per la protezione dell'ambiente e l'energia).

 

Milestone: Q4 2022 Assegnazione dei lavori sulla base dei progetti integrati (almeno 7 Autorità Portuali).

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili onshore e offshore, nuovo quadro giuridico per sostenere la produzione da fonti rinnovabili e proroga dei tempi e dell'ammissibilità degli attuali regimi di sostegno

(M2-C2-R.1.1)

 

La riforma è finalizzata a

i) omogeneizzare le procedure autorizzative su tutto il territorio nazionale e semplificazione in continuità con quanto previsto dal Decreto Semplificazioni;

ii) semplificare le procedure per la realizzazione di impianti di generazione di energia rinnovabile off-shore e completamento del meccanismo di sostegno FER anche per tecnologie non mature e l'estensione del periodo di svolgimento dell'asta (anche per tenere conto del rallentamento causato dal periodo di emergenza sanitaria), mantenendo i principi dell'accesso competitivo;

iii) semplificare delle procedure di impatto ambientale;

iv) condividere a livello regionale di un piano di identificazione e sviluppo di aree adatte a fonti rinnovabili di potenza complessiva almeno pari a quello individuato dal PNIEC, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili;

v) potenziare gli investimenti privati;

vi) incentivare lo sviluppo di meccanismi di accumulo di energia, con agevolazioni normative per gli investimenti nei sistemi di stoccaggio;

vii) incentivare gli investimenti pubblico-privati nel settore

L’ambito della riforma prospettata  incide sullo stesso ambito materiale dei criteri e principi della delega al Governo per il recepimento della Direttiva RED II (Direttiva 2018/2001/UE) contenuta nell'articolo 5 della legge di delegazione europea 2019 (L. 22 aprile 2021, n. 53).

Gli Stati membri dovranno recepire nel diritto nazionale la direttiva entro il 30 giugno 2021.

 

Si rammenta, inoltre, quanto alla semplificazione dei procedimenti autorizzatori all'installazione degli impianti a fonte rinnovabile, l'articolo 56 del D.L. n. 76/2020, cd. "D.L. Semplificazioni" che, in riferimento alla promozione delle FER e alla revisione delle sue forme di incentivazione, ha introdotto delle deroghe al divieto di fruizione degli incentivi statali per gli impianti solari fotovoltaici con moduli a terra in aree agricole.

Nuova normativa per la promozione della produzione e del consumo di gas rinnovabile

(M2-C2-R.1.2)

 

 

La riforma si compone di un decreto legislativo attuativo della RED II (o una diversa normativa primaria) che istituirà un meccanismo atto a promuovere la produzione e il consumo di gas rinnovabile in Italia (esclusi gli usi termoelettrici). Successivamente, tramite decreto emesso dal MiTE saranno stabilire condizioni, criteri e modi di attuazione del sistema di promozione della produzione e del consumo di biometano nei settori industriale, terziario e residenziale. La legislazione primaria sarà emanata entro la metà del 2021, seguita dal decreto attuativo entro fine anno. Nel 2022 inizieranno le riconversioni che entreranno gradualmente in funzione.

Semplificazione amministrativa e riduzione degli ostacoli normativi alla diffusione dell'idrogeno

(M2- C3 – R 3.1)

 

La riforma includerà le seguenti misure: emissione di norme tecniche di sicurezza su produzione, trasporto (criteri tecnici e normativi per l'introduzione dell'idrogeno nella rete del gas naturale), stoccaggio e utilizzo dell'idrogeno tramite decreti dei Ministri dell'Interno e Transizione ecologica; semplificazione amministrativa per la realizzazione di piccoli impianti di produzione di idrogeno verde, tramite costituzione di uno sportello unico per la concessione di autorizzazione; regolamentazione da parte di ARERA della partecipazione degli impianti di produzione di idrogeno ai servizi di rete; sistema di garanzie di origine per l'idrogeno rinnovabile; misure per consentire la realizzazione di stazioni di rifornimento di idrogeno presso aree di servizio autostradali, magazzini logistici, porti, ecc. tramite Accordo tra il Ministero della Transizione Ecologica e il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile per definire le aree di rifornimento selezionate lungo il locale della stazione di rifornimento per la realizzazione di corridoi H2, partendo dalle regioni del Nord Italia fino alla Pianura Padana e agli hub logistici.

A novembre 2020, il MISE ha adottato le linee guida per la Strategia nazionale sull'idrogeno (disponibili qui e inviate in allegato al presente appunto). Le linee guida, si legge nel comunicato stampa, sono state redatte sulla base della Strategia per l'Idrogeno dell'UE ("Clean Hydrogen Alliance"COM(2020) 301 final, 8.7.2020), adottata l’ 8 luglio 2020, e costituiscono un'introduzione finalizzata a inquadrare la discussione che porterà a una dettagliata Strategia Italiana per l'Idrogeno. Le linee guida sono state sottoposte a consultazione pubblica, che si è chiusa a dicembre 2020.

Misure volte a promuovere la competitività dell'idrogeno

(M2-C3-R.3.2)

 

La riforma prevede l’istituzione di incentivi fiscali per sostenere la produzione di idrogeno verde in considerazione del suo impatto ambientale neutro (tasse verdi), incluso in progetto più ampio di revisione generale della tassazione dei prodotti energetici e delle sovvenzioni inefficienti ai combustibili fossili; misure per la diffusione del consumo di idrogeno verde nel settore dei trasporti attraverso il recepimento della Direttiva Europea RED II

Tra i criteri e principi della delega al Governo per il recepimento della Direttiva RED II (Direttiva 2018/2001/UE) contenuta nell'articolo 5 della legge di delegazione europea 2019 (L. 22 aprile 2021, n. 53), rientra la promozione dell’l'impiego di idrogeno verde nell'industria siderurgica e chimica, al fine di soddisfare gli impieghi industriali che necessitano di intensità energetiche molto elevate che non possono essere soddisfatte dalla produzione di energia da fonti rinnovabili (comma 1, lett. bb)).

 


 

6.10 Agricoltura

 


Le risorse destinate direttamente all’agricoltura fanno riferimento principalmente alla Missione 2, e specificamente, nell’ambito della Componente 1 – Economia circolare e agricoltura sostenibile (per la quale sono previsti complessivamente 5,27 miliardi di euro più - secondo quanto riportato nella tabella a pag. 22 - 1,2 miliardi di euro a titolo di Fondo complementare), sono relative all’ambito di intervento 2 “Sviluppare una filiera agroalimentare sostenibile”, alla quale sono destinati 2,8 miliardi di euro.

All’interno della medesima Componente 1 della Missione 2, di interesse per il settore agricolo sono anche le risorse destinate alle cosiddette Green Communities, pari a 135 milioni di euro, presenti nell’ambito di intervento 3 – Sviluppare progetti integrati.

Sempre nell’ambito della Missione 2, sono inoltre previste risorse nell’ambito della Componente 2 - Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile, nell’ambito di intervento 1 “Incrementare la quota di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile”, in relazione allo sviluppo dell’agro-voltaico, per circa 1,1 miliardi di euro e allo sviluppo del biometano, per 1,923 miliardi di euro.

Infine, nella medesima Missione 2, risultano d’interesse per il mondo rurale anche le risorse presenti all’interno della Componente 4 – Tutela del territorio e della risorsa idrica, nell’ambito di intervento 4 “Garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo e il miglioramento della qualità ambientale delle acque interne e marittime”, destinate all’Investimento 4.2 (Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti), con 900 milioni di euro e all’Investimento 4.3 (Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche), con 880 milioni di euro.

 

Ulteriori risorse che incidono sul settore agricolo sono presenti nella Missione 1, in relazione alla Componente 3 – Turismo e cultura 4.0, nell’ambito dell’intervento 2 “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio religioso e rurale”, in relazione alla valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, per la quale sono previsti 600 milioni di euro.

 

Sono presenti altresì stanziamenti nella Missione 5, con riferimento alla Componente 2 – Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore, nell’ambito di intervento 2 “Rigenerazione urbana e housing sociale”, relativamente all’Investimento 2.2a (Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura), con risorse per 200 milioni di euro.

 

Di seguito, in forma tabellare, sono riportate le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nelle citate Missioni 1, 2 e 5, afferenti al settore Agricoltura:


 

 

 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Tutela e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale
M1-C3-II.2.2)

600

Prestiti

 

Di cui:

§  47 nel 2022;

§  52 nel 2023;

§  203 nel 2024;

§  150 nel 2025;

§  148 nel 2026.

 

 

Questo investimento è destinato a dare impulso a processo di valorizzazione di edifici storici rurali (di privati o di enti del terzo settore) e di tutela del paesaggio, considerato che molti edifici rurali e strutture agricole hanno subito un progressivo processo di abbandono, degrado e alterazioni che ne ha compromesso le caratteristiche distintive, nonché il rapporto con gli spazi circostanti. L’intervento è teso a migliorare la qualità paesaggistica del territorio nazionale, restituendo alla collettività un patrimonio edilizio sottoutilizzato e non accessibile al pubblico. Si ritiene che l’intervento avrà ricadute positive sulle economie locali, favorendo il turismo sostenibile nelle zone rurali e valorizzando la produzione legata al mondo agricolo e all'artigianato tradizionale.

Nel quarto quadrimestre 2025 si intende raggiungere l’obiettivo di 3000 lavori di tutela e valorizzazione di tal guisa.

Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo
(M2-C1-II.2.1)

800

Sovvenzioni

 

Di cui:

§  130 nel 2022;

§  350 nel 2023;

§  150 nel 2024;

§  100 nel 2025;

§  70 nel 2026.

 

 

Il progetto intende colmare il divario infrastrutturale che presenta l’Italia, intervenendo sulla logistica dei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, caratterizzati da forti specificità lungo tutta la filiera. In particolare, il piano logistico mira a migliorare la sostenibilità tramite: i) riduzione dell’'impatto ambientale del sistema dei trasporti nel settore agroalimentare, intervenendo sul traffico delle zone più congestionate; ii) miglioramento della capacità di stoccaggio delle materie prime, al fine di preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità, tracciabilità e caratteristiche produttive; iii) potenziamento della capacità di esportazione delle PMI agroalimentare italiane; iv) miglioramento dell'accessibilità ai villaggi merci e ai servizi hub, e della capacità logistica dei mercati all'ingrosso; v) digitalizzazione della logistica; vi) garanzia di tracciabilità dei prodotti; vii) Riduzione degli sprechi alimentari.

Entro il 4° trimestre 2024, è prevista la completa implementazione (compresi tutti gli atti delegati) della semplificazione e digitalizzazione di un set di 200 procedure critiche. Tra le aree di intervento identificate vi anche il settore agroalimentare; il periodo di rilevanza della spesa di 0,8 miliardi è tra il 30 giugno 2021 e il 30 giugno 2026.

 

Si ricorda che l’art. 1, comma 2, lettera h) del decreto-legge n. 59 del 2021, relativo al Fondo complementare al PNRR, attualmente all’esame del Parlamento (AS 2207) determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari di competenza del MIPAAF, da destinarsi, negli anni dal 2021 al 2026, per complessivi 1.203,3 milioni di euro: tali risorse sono finalizzate al finanziamento dei “Contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo”.

La suddetta lettera h), reca, nello specifico, lo stanziamento di risorse, sopra richiamato, da iscriversi nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, da ripartirsi secondo il seguente programma:

·       200 milioni di euro per l’anno 2021;

·       300,83 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023;

·       258,81 milioni di euro per l’anno 2024;

·       122,5 milioni di euro per l’anno 2025;

·       20,33 milioni di euro per l’anno 2026.

Parco Agrisolare (M2-C1-II.2.2)

1.500

Sovvenzioni

 

Di cui:

§  225 nel 2021;

§  225 nel 2022;

§  725 nel 2023;

§  225 nel 2024;

§  75 nel 2025;

§  25 nel 2026.

 

 

L'intervento proposto mira a raggiungere gli obiettivi di ammodernamento e utilizzo di tetti di edifici ad uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale per la produzione di energia rinnovabile, aumentando così la sostenibilità, la resilienza, la transizione verde e l'efficienza energetica del settore e contribuire al benessere degli animali. In particolare, il progetto si pone l’obiettivo di incentivare l'installazione di pannelli ad energia solare su di una superficie complessiva senza consumo di suolo pari a 4,3 milioni di mq, con una potenza installata di circa 0,43GW, realizzando contestualmente una riqualificazione delle strutture produttive oggetto di intervento, con la rimozione dell'eternit/amianto sui tetti, ove presente, e/o il miglioramento della coibentazione e dell’areazione.

Il periodo di rilevanza della spesa è tra il 30 giugno 2021 e il 30 giugno 2026.

Entro il secondo trimestre del 2026 si prevede di raggiungere l’obiettivo di installare almeno 4,3 milioni di metri quadrati di pannelli fotovoltaici.

Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare (M2-C1-II.2.3)

500

Sovvenzioni

 

Di cui:

§  100 nel 2022;

§  250 nel 2023;

§  100 nel 2024;

§  50 nel 2025.

 

 

Il progetto mira a sostenere, attraverso contributi in conto capitale, l’ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione (es. riduzione di utilizzo di pesticidi del 25-40 per cento a seconda dei casi applicativi) e l’utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0, nonché l’ammodernamento del parco automezzi al fine di ridurre le emissioni (-95 per cento passando da Euro 1, circa 80 per cento del parco attuale, a Euro 5). Inoltre, in ottica di economia circolare, l’investimento include l'ammodernamento della lavorazione, stoccaggio e confezionamento di prodotti alimentari, con l'obiettivo di migliorare la sostenibilità del processo produttivo, ridurre/eliminare la generazione di rifiuti, favorire il riutilizzo a fini energetici. Tali obiettivi sono particolarmente rilevanti nel processo di trasformazione dell’olio d’oliva, settore strategico per l’industria agroalimentare italiana.

Il periodo di rilevanza della spesa è tra il 30 giugno 2021 e il 30 giugno 2026.

Green communities (M2-C1-III.3.2)

135

Prestiti

 

Di cui:

§  0,3 nel 2021;

§  1,5 nel 2022;

§  4,7 nel 2023;

§  33,8 nel 2024;

§  47,3 nel 2025;

§  47,6 nel 2026.

 

 

Il Progetto intende sostenere lo sviluppo sostenibile e resiliente dei territori rurali e di montagna che intendano sfruttare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono tra cui, in primo luogo, acqua, boschi e paesaggio, avviando un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane. Ciò verrà realizzato favorendo la nascita e la crescita di comunità locali, anche tra loro coordinate e/o associate (le Green communities), attraverso il supporto all’elaborazione, il finanziamento e la realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale.

In particolare, l’ambito di tali piani includerà in modo integrato (per 30 Green Communities complessivamente): a) la gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale; b) la gestione integrata e certificata delle risorse idriche; c) la produzione di energia da fonti rinnovabili locali, quali i microimpianti idroelettrici, le biomasse, il biogas, l’eolico, la cogenerazione e il biometano; d) lo sviluppo di un turismo sostenibile; e) la costruzione e gestione sostenibile del patrimonio edilizio e delle infrastrutture di una montagna moderna; f) l’efficienza energetica e l’integrazione intelligente degli impianti e delle reti; g) lo sviluppo sostenibile delle attività produttive (zero waste production); h) l’integrazione dei servizi di mobilità; i) lo sviluppo di un modello di azienda agricola sostenibile.

Il periodo di rilevanza della spesa è tra il 1° giugno 2021 e il 30 giugno 2026.

Sviluppo agro-voltaico (M2-C2-I.1.1)

1.099

Prestiti

 

Di cui:

§  108,4 nel 2022;

§  211,5 nel 2023;

§  338,7 nel 2024;

§  330,3 nel 2025;

§  110,1 nel 2026

 

 

La produzione agricola sostenibile e la produzione energetica da fonti rinnovabili vengono affrontate con tale progetto in maniera coordinata, con l’obiettivo di diffondere impianti agro-voltaici di medie e grandi dimensioni.

La misura di investimento, nello specifico, prevede: i) l'implementazione di sistemi ibridi agricoltura-produzione di energia che non compromettano l'utilizzo dei terreni dedicati all'agricoltura, ma contribuiscano alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende coinvolte, anche potenzialmente valorizzando i bacini idrici tramite soluzioni galleggianti; ii) il monitoraggio delle realizzazioni e della loro efficacia, con la raccolta dei dati sia sugli impianti fotovoltaici sia su produzione e attività agricola sottostante, al fine di valutare il microclima, il risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo, la resilienza ai cambiamenti climatici e la produttività agricola per i diversi tipi di colture.

Si vuole rendere più competitivo il settore agricolo, riducendo i costi di approvvigionamento energetico (ad oggi, stimati pari a oltre il 20 per cento dei costi variabili delle aziende e con punte più elevate per alcuni settori erbivori e granivori), migliorando le prestazioni climatiche-ambientali.

L'obiettivo dell'investimento è installare, a regime, una capacità produttiva da impianti agro-voltaici di 1,04 GW, che produrrebbe circa 1.300 GWh annui, con riduzione delle emissioni di gas serra stimabile in circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2.

A pag. 377 si indica il periodo di rilevanza di una spesa di 763.000 euro tra il 1° luglio 2022 e il 31 marzo 2026 e di un’ulteriore spesa – per il medesimo investimento – di 336.000 euro tra il 1° luglio 2022 e il 31 marzo 2024.

Sviluppo biometano (M2-C2-I.1.4)

1.923

Prestiti

 

Di cui:

§  164 nel 2022;

§  174 nel 2023;

§  550 nel 2024;

§  653 nel 2025;

§  382 nel 2026.

 

 

Lo sviluppo del biometano, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici, è strategico per il potenziamento di un’economia circolare basata sul riutilizzo ed è un elemento rilevante per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione europei. Se veicolato nella rete gas, il biometano può contribuire al raggiungimento dei target al 2030 con un risparmio complessivo di gas a effetto serra rispetto al ciclo vita del metano fossile tra l'80 e l'85 per cento.

La linea di investimento si pone l’obiettivo di: i) riconvertire e migliorare l’efficienza degli impianti biogas agricoli esistenti verso la produzione totale o parziale di biometano da utilizzare sia nel settore del riscaldamento e raffrescamento industriale e residenziale sia nei settori terziario e dei trasporti; ii) supportare la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biometano (attraverso un contributo del 40 per cento dell’investimento), sempre con le stesse destinazioni; iii) promuovere la diffusione di pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas (siti di lavorazione minima del suolo, sistemi innovativi a basse emissioni per la distribuzione del digestato) per ridurre l'uso di fertilizzanti sintetici e aumentare l'approvvigionamento di materia organica nei suoli, e creare poli consortili per il trattamento centralizzato di digestati ed effluenti con produzione di fertilizzanti di origine organica; iv) promuovere la sostituzione di veicoli meccanici obsoleti e a bassa efficienza con veicoli alimentati a metano/biometano; v) migliorare l’efficienza in termini di utilizzo di calore e riduzione delle emissioni di impianti agricoli di piccola scala esistenti per i quali non è possibile accedere alle misure di riconversione.

Attraverso questo intervento sarà possibile incrementare la potenza di biometano da riconversione da destinare al greening della rete gas pari a circa 2,3-2,5 miliardi di metri cubi.

Per rendere efficace l’implementazione di questi interventi nei tempi previsti, e più in generale per abilitare lo sviluppo di impianti rinnovabili in linea con i target nazionali, saranno introdotte due riforme fondamentali (indicate nella successiva tabella)

 

Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti (M2-C4-IV.4.2)

900

Prestiti

 

Di cui:

§  50 nel 2022;

§  50 nel 2023;

§  200 nel 2024;

§  250 nel 2025;

§  350 nel 2026.

 

 

Il progetto è rivolto prioritariamente a una riduzione delle perdite nelle reti per l'acqua potabile (-15 per cento target su 15k di reti idriche), anche attraverso la digitalizzazione delle reti, da trasformare in una "rete intelligente", per favorire una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze. Per raggiungere questi obiettivi, è fonda mentale poter disporre di sistemi di controllo avanzati che consentano il monitoraggio non solo dei nodi principali, ma anche dei punti sensibili della rete, attraverso la misura e l'acquisizione di portate, pressioni di esercizio e parametri di qualità dell'acqua.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali effettuerà la ricognizione degli interventi finanziabili nell’ambito del PNRR utilizzando la Banca Dati Nazionale degli investimenti per l'Irrigazione e l'Ambiente (DANIA), che consentirà di selezionare i vari interventi in base a criteri oggettivi, quali l’entità del risparmio idrico assicurato, l’impegno all’installazione dei contatori per la misurazione dei volumi utilizzati, la rilevanza strategica di ciascun investimento rispetto alle indicazioni programmatorie delle

Autorità locali, il livello di esecutività di ciascun intervento. In tale contesto, presupposto per il finanziamento sarà il rispetto da parte dei soggetti beneficiari degli impegni previsti dalle Linee guida nazionali sulla quantificazione dei volumi irrigui da parte delle Regioni (Decreto Mipaaf 31 luglio 2015), relative alle modalità di quantificazione e misura dei volumi irrigui, nonché l'utilizzo del Webgis SIGRIAN (Sistema Informativo Nazionale per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura), che rappresenta la banca dati nazionale di riferimento per il monitoraggio dei volumi irrigui, a cui accedono tutte le Amministrazioni che hanno competenza nella programmazione e gestione dell’acqua per l’agricoltura.

Il rispetto di tali obblighi, che rappresentano un prerequisito per l'accesso ai finanziamenti pubblici nel settore delle infrastrutture irrigue, è verificato dalle Regioni e Province autonome proprio tramite il SIGRIAN e quindi registrato in DANIA in un campo dedicato (“Compliance by SIGRIAN”).

Il periodo di rilevanza della spesa è tra il 1° gennaio 2022 e il 31 agosto 2026.

Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche (M2-C4-IV.4.3)

880

Prestiti

 

Di cui:

§  13,7 nel 2020;

§  45,6 nel 2021;

§  169,2 nel 2022;

§  90,6 nel 2023;

§  92,8 nel 2024;

§  312,6 nel 2025;

§  155,5 nel 2026.

 

Gli investimenti infrastrutturali sulle reti e sui sistemi irrigui proposti consentiranno una maggiore e più costante disponibilità di acqua per l'irrigazione, aumentando la resilienza dell'agroecosistema agli eventi di siccità e ai cambiamenti climatici. Al fine di migliorare l’efficienza oltre che la resilienza, verranno inoltre finanziati l’installazione di contatori e sistemi di controllo a distanza per la misurazione e il monitoraggio degli usi, sia sulle reti collettive sia per gli usi privati, e si considereranno soluzioni rinnovabili galleggianti per bacini. Obiettivo è avere il 12 per cento delle aree agricole con sistemi irrigui resi più efficienti (vs. 8 per cento ad oggi).

Il periodo di rilevanza della spesa è tra il 1° gennaio 2021 e il 31 agosto 2026.

La definizione dei criteri di selezione dei progetti è prevista entro il secondo trimestre 2021; la selezione dei progetti entro il terzo trimestre 2021; il finanziamento delle opere dei progetti selezionati entro il terzo trimestre 2022; l’assegnazione dei lavori per il 100 per cento dei progetti finanziati entro il quarto trimestre 2023; il completamento del 100 per cento degli interventi finanziati entro il secondo trimestre 2026.

 

 

Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura (M5-C2-II.2.2.a)

200

Prestiti

 

(Tale importo si evince a pag. 214, a pag. 379 e a pag. 2193. Si osserva che nella tabella a pag. 208 è indicato l’importo di 0,27 miliardi di euro, ma sembra – come si evince dalla tabella a pag. 379 - che in tal caso siano state invertite le cifre con il sottostante investimento 2.2.b – Piani urbani integrati – Fondo di Fondi Bei (M5-C2-II.2.2b), che quindi presenta 270 milioni di euro e non 200 come indicato nella tabella di pag. 208.

Dalla tabella di pag. 383 si evince poi che tutte le somme destinate ai piani urbani integrati per complessivi 2,92 miliardi di euro sono erogati quali prestiti.

Manca, a differenza di altri specifici investimenti, la ripartizione, in quella tabella, anno per anno del singolo investimento Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura (M5-C2-II.2.2.a).

All’interno del progetto Piani Urbani Integrati è prevista per 200 milioni di euro (pag. 214) una specifica linea d’intervento riservata al recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo.

La nascita e lo sviluppo di insediamenti irregolari sono terreno fertile per l’infiltrazione di gruppi criminali, un fenomeno che contribuisce a rendere ancora più precarie le condizioni di vita dei lavoratori di questi settori. L’intervento, infine, è in esecuzione del piano strategico contro il caporalato in agricoltura e la lotta la lavoro sommerso varato nel 2020 ed è parte di una più generale strategia di contrasto al lavoro sommerso (in osservanza delle raccomandazioni della Commissione Europea) che comprende anche l’aumento del numero degli ispettori del lavoro e la recente sanatoria per i lavoratori agricoli e domestici irregolari.

Il periodo di rilevanza della spesa per il recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo è tra il 1° gennaio 2021 e il 31 marzo 2025.

 

 


Agli investimenti sopra indicati, si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili onshore e offshore, nuovo quadro giuridico per sostenere la produzione da fonti rinnovabili e proroga dei tempi e dell'ammissibilità degli attuali regimi di sostegno (M2-C2-R.1.1)

--

La riforma si pone i seguenti obiettivi: i) omogeneizzazione delle procedure autorizzative su tutto il territorio nazionale; ii) semplificazione delle procedure per la realizzazione di impianti di generazione di energia rinnovabile off-shore; iii) semplificazione delle procedure di impatto ambientale; iv) condivisione a livello regionale di un piano di identificazione e sviluppo di aree adatte a fonti rinnovabili; v) potenziamento di investimenti privati; vi) incentivazione dello sviluppo di meccanismi di accumulo di energia; vii) incentivazione di investimenti pubblico-privati nel settore.

La riforma prevede le seguenti azioni normative: i) la creazione di un quadro normativo semplificato e accessibile per gli impianti da fonti di energia rinnovabili (FER); ii) l'emanazione di una disciplina, condivisa con le Regioni e le altre Amministrazioni dello Stato interessate, volta a definire i criteri per l'individuazione delle aree e delle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti di energie rinnovabili di potenza complessiva almeno pari a quello individuato dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC), per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili; iii) il completamento del meccanismo di sostegno FER anche per tecnologie non mature e l'estensione del periodo di svolgimento dell'asta (anche per tenere conto del rallentamento causato dal periodo di emergenza sanitaria), mantenendo i principi dell'accesso competitivo; iv) agevolazione normative per gli investimenti nei sistemi di stoccaggio

 

Nuova normativa per la promozione della produzione e del consumo di gas rinnovabile (M2-C2-R.1.2)

--

La riforma intende promuovere, in coordinamento con gli strumenti esistenti per lo sviluppo del biometano nel settore dei trasporti, la produzione e l’utilizzo del biometano anche in altri settori, e nello specifico amplia la possibilità di riconversione degli impianti esistenti nel settore agricolo.

La riforma si compone di un decreto legislativo attuativo della direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili – RED II - (o una diversa normativa primaria) che istituirà un meccanismo atto a promuovere la produzione e il consumo di gas rinnovabile in Italia (esclusi gli usi termoelettrici). Successivamente, tramite decreto emesso dal Ministero della transizione ecologica saranno stabilire condizioni, criteri e modi di attuazione del sistema di promozione della produzione e del consumo di biometano nei settori industriale, terziario e residenziale.

La legislazione primaria sarà emanata entro la metà del 2021, seguita dal decreto attuativo entro fine anno. Nel 2022 inizieranno le riconversioni che entreranno gradualmente in funzione.

Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso (M5-C1-R.1.2)

 

Le riforme e gli investimenti in materia di politiche del lavoro sono integrati dalla previsione di un Piano d’azione nazionale volto a rafforzare la lotta al lavoro sommerso nei diversi settori dell’economia. Il Piano comprenderà una serie di azioni, in parte già avviate, che coinvolgono gli attori rilevanti con un approccio interistituzionale, sviluppando l’approccio già utilizzato nel settore agricolo e che ha portato all’adozione del “Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022)”.

Tali azioni riguarderanno, in particolare: i) un processo di affinamento delle tecniche di raccolta e delle modalità di condivisione dei dati sul lavoro sommerso, volto a migliorare la conoscenza del fenomeno da parte di tutte le Autorità competenti; ii) l’introduzione di misure dirette e indirette per trasformare il lavoro sommerso in lavoro regolare in maniera che i benefici dall’operare nell’economia regolare superino i costi del continuare ad operare nel sommerso (per esempio: misure di deterrenza, come il rafforzamento delle ispezioni e delle sanzioni, e misure che promuovono il lavoro regolare, quali gli incentivi finanziari, anche attraverso una revisioni di quelli esistenti); iii) il lancio di una campagna informativa rivolta ai datori di lavoro e ai lavoratori, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali, in linea con le più recenti iniziative adottate dalla Commissione Europea, per sensibilizzare i destinatari sul “disvalore” insito nel ricorso ad ogni forma di lavoro irregolare ; iv) una struttura di governance che assicuri una efficace implementazione delle azioni.

Le azioni sopra descritte si inseriscono in un contesto più generale di rafforzamento già programmato dell’Ispettorato nazionale del lavoro, quale agenzia nazionale per la vigilanza sul lavoro (è prevista nei prossimi mesi l’assunzione di circa 2.000 nuovi ispettori su un organico corrente di circa 4.500) e si affiancano a quelle previste nel Piano Triennale (2020-22) di contrasto al lavoro sommerso in agricoltura.

In particolare, nell’ambito del PNRR si provvede ad implementare una specifica linea di tale strategia volta al superamento degli insediamenti abusivi per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori, contenuta nella Componente 2 della medesima Missione 5.

La milestone prevista è: entro il quarto trimestre 2022 adozione del Piano nazionale ed entro il primo trimestre 2024, piena implementazione delle misure incluse nel Piano.

Un primo target è fissato nel numero di ispezioni, che si prevede di incrementare entro la fine del 2024 del 20 per cento rispetto alla media del triennio 2019-21. Il Piano prevedrà anche indicatori di output/outcome che permettano di misurare l’efficacia delle azioni in termini di emersione di lavoro sommerso. In particolare si prevede come target di ridurre di almeno 1/3 la distanza tra il dato italiano e la media UE nell’incidenza del lavoro sommerso nell’economia.

Si ricorda che le Commissioni riunite IX e XIII della Camera dei deputati hanno svolto, nella corrente legislatura, una indagine conoscitiva sul fenomeno del cosiddetto caporalato in agricoltura, approvando  il relativo documento conclusivo il 12 maggio 2021.

 

 


I soggetti destinatari (beneficiari) delle risorse per la tutela a valorizzazione del paesaggio rurale (M1-C3-II.2.2) – per 600 milioni di euro - sono soggetti privati che hanno la proprietà o l’uso dei beni alla data del 31 dicembre 2020. Indirettamente, ne beneficiano la popolazione residente, turisti, operatori nei campi del turismo, della cultura, dell’artigianato e dell’agricoltura.

 

La popolazione destinataria dell’investimento “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo” (M2-C1-II.2.1), per 800 milioni di euro, è composta da aziende singole e associate, organizzazioni di produttori, cooperative e consorzi, operatori di trasporto, autorità portuali, amministrazioni pubbliche, autorità locali.

 

I beneficiari della componente “Parco Agrisolare” (M2-C1-II.2.2), per 1,5 miliardi di euro, sono aziende e società del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale.

 

I soggetti destinatari dell’investimento “Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare” (M2-C1-II.2.3), per 500 milioni di euro, sono fattorie, aziende, organizzazioni di produttori e consorzi.

 

Destinatari dell’investimento Green communities (M2-C1-III.3.2), per 135 milioni di euro, sono associazioni di comuni e/o comunità montane.

 

Il target dell’investimento Sviluppo agro-voltaico (M2-C2-I.1.1), per circa 1,1 miliardi di euro, sono le aziende ed enti (cooperative, consorzi, ecc.) che intendono realizzare impianti agrovoltaici a carattere sperimentale, anche in   collaborazione con associazioni, enti pubblici, enti di ricerca.

 

Per quanto concerne i destinatari dell’investimento “Sviluppo biometano” (M2-C2-I.1.4), per 1,92 miliardi di euro, essi sono Comuni, DSO (Distribution System Operators), produttori di energia a biogas, agricoltori e diversi settori industriali. In particolare, il progetto sarà incentrato sui settori dei trasporti e dell'agricoltura e valorizzerà i settori industriale e agricolo (come quello zootecnico e lattiero-caseario).

 

Per ciò che concerne il target dell’investimento “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti” (M2-C4-IV.4.2), per 900 milioni di euro, essi sono gli utenti del servizio idrico integrato.

 

In relazione ai destinatari del progetto “Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche” (M2-C4-IV.4.3), per 880 milioni di euro, questi sono individuati nel settore della produzione agricola e negli ecosistemi connessi all’acqua.

 

Con riferimento, infine, al target dell’investimento “Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura” (M5-C2-II.2.2.a), per 200 milioni di euro, i diretti beneficiari sono le municipalità, mentre beneficiari indiretti sono i cittadini che vivono nelle municipalità beneficiarie dei sussidi (pag. 2191). In relazione a tale investimento - nelle tabelle a pag. 2215 e 2216 - si prevede che, entro il primo trimestre 2022, vi sarà l’approvazione della mappa degli insediamenti illegali e l’adozione di un decreto ministeriale per allocare le risorse e entro il primo trimestre 2025 vi è l’obiettivo di completare le attività su almeno il 90 per cento delle aree identificate come insediamenti illegali.

 

 

Focus sulle dimensioni trasversali del piano in relazione alla Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica (pag. 163).


 


Divari territoriali

 


Le iniziative e i progetti della Missione 2 hanno un forte impatto sulla riduzione delle disuguaglianze territoriali. Nello specifico, le misure relative all’economia circolare e alla sostenibilità della filiera agroalimentare saranno uniformemente distribuite fra Nord e Sud. In maniera analoga, tutte le misure volte alla decarbonizzazione dei trasporti, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla riforestazione, alle bonifiche e alla difesa delle risorse idriche avranno una distribuzione equa sul territorio nazionale.

Alcune misure possono avere maggior incidenza al Sud, come per esempio la depurazione delle acque e alcuni progetti di potenziamento dell’industria nazionale in settori strategici per la produzione di energie rinnovabili e di tecnologie per il trasporto sostenibile. Anche in corrispondenza alle raccomandazioni specifiche della Commissione Europea, gli investimenti e le riforme del Piano migliorano la gestione dei rifiuti al Sud e contribuiscono a ridurre la dispersione delle risorse idriche.

Inoltre, le riforme che accompagnano il Piano contribuiscono ad aumentare la capacità di spesa delle regioni del Mezzogiorno, consentendo un maggiore assorbimento delle risorse.


 

Divari di genere



Nella Missione 2 hanno un ruolo di contrasto alle diseguaglianze di genere soprattutto le misure connesse all’edilizia residenziale pubblica, compresa l’estensione del superbonus al 110 per cento agli IACP, posto che la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del differente ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali siano affidate a donne.


 

Divari generazionali


 

L’impatto sui giovani, nell’ambito della Missione 2, si muove lungo due direzioni. Da un lato, per la maggiore coerenza delle politiche messe in atto dal Governo e dalle istituzioni europee con le preferenze dei ragazzi e dei giovani in cui è più forte la sensibilità per i temi legati all’ambiente. Dall’altro, la creazione di posti di lavoro nei settori di sviluppo della missione potrà, in presenza delle competenze necessarie, accrescere l’occupazione giovanile.



 


6.11 Coesione territoriale


La coesione sociale e territoriale rappresenta uno dei pilastri fondamentali su cui poggia la programmazione e il contenuto dell’intero PNRR. L’asse strategico dell’inclusione sociale, in particolare, punta a ridurre il divario di cittadinanza, a superare le diseguaglianze profonde, spesso accentuate dalla pandemia, a superare la debolezza strutturale del sistema produttivo del Sud, accompagnando il processo di convergenza tra Sud e Centro-Nord quale obiettivo di crescita economica, come più volte richiesto nelle Raccomandazioni della Commissione europea.

Il Piano sottolinea che tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma sono perseguite in tutte le missioni del Piano.

Interventi specifici per la coesione sono contenuti nella Missione 5 “Inclusione e coesione”, nell’ambito della componente 3, che mira a ridurre i divari tra le diverse aree del paese.

In particolare: "divario demografico e di servizi", tra zone interne/rurali, montane, periferiche e urbane, al fine di garantire gli stessi livelli di servizi essenziali e il rilancio di specifiche vocazioni produttive; “divario nello sviluppo delle competenze", in una prospettiva di innovazione aperta che coinvolga le imprese, i centri di ricerca e le autorità pubbliche; “divario degli investimenti" e "divario sociale ed economico" nelle regioni meridionali.

La componente si articola in due settori d'intervento, per un complesso di risorse pari a 1,98 miliardi di euro:

§  Piano per la resilienza delle zone interne, periferiche e montane attraverso il rafforzamento delle aree interne;

§  Progetti per lo sviluppo del Sud, in cui rientrano gli investimenti per combattere la povertà nell'istruzione, il potenziamento dei beni confiscati alla criminalità organizzata e gli investimenti infrastrutturali nel potenziamento delle zone economiche speciali.

 

Si fa presente che a favore degli stessi interventi della componente 3 sono stanziati 2,43 miliardi di euro dal Fondo complementare. In particolare, il D.L. n. 59 del 2021, che ha approvato il Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, finanzia i seguenti investimenti complementari alla strategia della Missione 5, Componente 3 (Interventi speciali di coesione territoriale):

§  1.780 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 a favore degli interventi per le aree del terremoto del 2009 e 2016;

§  350 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2026 a favore degli ecosistemi per l’innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati;

§  300 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 a favore della Strategia Nazionale Aree Interne - Miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade.

 

Ulteriori interventi specificamente volti alla coesione territoriale, con riferimento in particolare ai territori del Sud, sono presenti anche nelle altre Missioni.

 

Per un approfondimento sul tema si rinvia, pertanto, al paragrafo 4.3Mezzogiorno” del presente dossier.

 

Di seguito si dà conto, in forma tabellare, delle risorse destinate agli investimenti finalizzati al riequilibrio territoriale, rinvenibili nella Missione 5 e in altre Missioni (1, 2, 3 e 4).


Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Strategia nazionale per le aree interne (M5-C3-I.1)

825

(sovvenzioni)



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2021: 175

2022: 175

2023: 200

2024: 75

2025: 75

2026: 25






2023: 25

2024: 25

2025: 25

2026: 25

 

L’investimento si pone l’obiettivo di rafforzare la politica nazionale relativa alle aree interne, integrandone l’attuazione attraverso misure economiche supplementari volte ad affrontare le carenze specifiche di determinati settori. Per il rilancio e la valorizzazione delle Aree Interne - che riguardano vaste aree del paese (tre quinti del territorio italiano sono classificati come zona interna) – si mira ad adeguare la qualità e la quantità dei servizi di istruzione, salute e mobilità e a promuovere iniziative che valorizzino il patrimonio naturale e culturale di tali aree, concentrandosi anche sulle filiere produttive locali. In particolare, il supporto del PNRR si articola in due linee di intervento:

- Potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità (750 mln). I progetti possono riguardare: servizi di assistenza domiciliare per anziani; infermiere e ostetriche di comunità; potenziamento di piccoli ospedali senza pronto soccorso o alcuni servizi di base (es. radiologia, cardiologia, ginecologia) e ambulatoriali; infrastrutture per l'elisoccorso; rafforzamento centri per disabili; centri di consulenza, centri culturali, sportivi e per l’accoglienza di migranti.

- Servizi sanitari di prossimità (100 mln), destinati al consolidamento delle farmacie rurali convenzionate nei centri con meno di 3.000 abitanti. L’obiettivo è di incentivare i privati a investire nell’adeguamento delle farmacie al fine di rafforzarne il ruolo di erogatori di servizi sanitari. Si prevede il co-investimento privato pari a circa il 50% dell’intervento pubblico. Nel complesso, si prevede di aumentare gli investimenti delle farmacie rurali di 150 milioni di EUR. Entro il quarto trimestre del 2021, sarà avviata una gara d'appalto.

Per la Strategia Nazionale per le Aree Interne, nel Piano si sottolinea che il contributo del PNRR alla Strategia è “complementare a un’azione più ampia e organica che, coinvolgendo le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), mobiliterà 2,1 miliardi di euro nei prossimi 5 anni”.

Per la SNAI, il Fondo complementare stanzia 300 milioni, destinati al miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade nelle aree interne

 

 

Dei 725 milioni previsti per il potenziamento dei servizi di comunità, 500 milioni sono destinati ai comuni delle aree interne e 225 milioni ai comuni del Mezzogiorno.

Almeno 2 milioni di abitanti delle aree interne e almeno il 5% della popolazione del meridione (circa 900.000 abitanti) sarebbero raggiunti da servizi e infrastrutture sociali sviluppati o migliorati.

L’Agenzia per la coesione territoriale sarà coinvolta nel monitoraggio dei progetti.

Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie

(M5-C3-I.2)

300

(sovv enzioni)

 

2023: 75

2024: 75

2025: 75

2026: 75

La misura promuove lo sviluppo economico, sociale e civile delle zone colpite dalla criminalità organizzata e prevede la riqualificazione e valorizzazione di almeno 200 beni confiscati alla criminalità organizzata per il potenziamento del social housing, la rigenerazione urbana e il rafforzamento dei servizi pubblici di prossimità, il potenziamento dei servizi socio-culturali a favore delle giovani e l’aumento delle opportunità di lavoro.

L'elenco dei beni che possono essere ristrutturati è disponibile sul sito web dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, https://www.benisequestraticonfiscati.it/.

 

Interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore

(M5-C3-I.3)

220

(sovvenzioni)

 

2021: 50

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 20

 

La misura intende contrastare la povertà educativa delle Regioni del Sud attraverso il potenziamento dei servizi socioeducativi a favore dei minori, finanziando iniziative del Terzo Settore, con specifico riferimento ai servizi assistenziali nella fascia 0-6 anni e a quelli di contrasto alla dispersione scolastica e di miglioramento dell’offerta educativa nella fascia 5-10 e 11-17. La misura intende inoltre attivare specifiche progettualità condotte da enti del Terzo Settore (fino a 2.000) finalizzate a coinvolgere fino a 50.000 minori che versano in situazione di disagio o a rischio devianza.

Il progetto, affidato all'Agenzia per la coesione territoriale, mediante protocolli specifici con le fondazioni già operanti nel settore, sarà attivato mediante avvisi pubblici annuali, di 50 milioni ciascuno e uno di 20 milioni. Gli interventi finanziati dovrebbero terminare entro il secondo trimestre del 2026. La misura è già stata attivata con risorse nazionali: il primo avviso pubblico si è concluso il 1º febbraio 2021 e sono state presentate 648 domande.

Interventi per le Zone Economiche Speciali (ZES) (M5-C3-I.4)

630

(prestiti)

 

2021: 8,4

2022: 84,5

2023: 174

2024: 188,8

2025: 121,9

2026: 52,5

 

Gli interventi mirano ad assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree ZES con la rete nazionale dei trasporti, ed in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T), al fine di rendere efficace l’attuazione delle ZES.

I principali interventi riguardano:

-  Collegamento “ultimo miglio” tra le aree industriali e la rete SNIT (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti) e TEN-T, principalmente ferroviario, che consentano ai distretti produttivi tempi e costi ridotti nella logistica;

-  Urbanizzazioni primarie: in attuazione di accordi con operatori economici pronti ad investire;

-  Reti di trasporto volte a rafforzare il livello di sicurezza delle opere serventi per l’accesso alle strutture principali (porti, aeroporti, aree produttive).

La supervisione generale delle tappe fondamentali di ciascun progetto è affidata all'Agenzia per la coesione territoriale, con il supporto tecnico del MIMS

Gli investimenti infrastrutturali riguardano:

ZES Regione Campania: porto di Salerno e aree industriali di Uffita, Marcianise, Battipaglia e Nola (136 mln);

ZES Regione Calabria: porti di Gioia Tauro, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, nonché interventi infrastrutturali per l'accessibilità a Gioia Tauro e l'ammodernamento di alcune stazioni ferroviarie strategiche (111,7 mln);

ZES Ionica Interregionale nelle regioni Puglia e Basilicata: Porto di Taranto e aree industriali di Taranto, Potenza e Matera (108,1 mln);

ZES Adriatica Interregionale nelle regioni Puglia e Molise: porto di Manfredonia e aree industriali di Brindisi, Lecce e Manfredonia (89,1 mln);

ZES Sicilia occidentale: porti di Termini Imerese e Trapani (56,8 mln);

ZES Sicilia orientale: Porti di Augusta, Riporto, Sant'Agata di Mitello e Gela e interporto di Catania (52,2 mln);

ZES Regione Abruzzo: porti di Vasto e Ortona e aree industriali di Saletti e Manoppello (rete TEN-T globale) (62,9 mln);

ZES Regione Sardegna (in fase di approvazione): porto di Cagliari (10 mln).

Competenze digitali di base (M1-C1-I.1.7)

200

(sovvenzioni)

2021: 16

2022: 73

2023: 79

2024: 27

 

L’investimento mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini anche al fine di superare il digital divide. I centri di facilitazione digitale (per i quali sono stanziati 135 milioni) sono punti di accesso fisico che forniscono a tutti i cittadini una formazione in materia di competenze digitale con un’assistenza personalizzata.

La diffusione dei centri di facilitazione digitale si baserà sulla percentuale di popolazione che non possiede ancora competenze digitali di base. Su 3.000 centri, circa 1.200 saranno concentrati nel Sud Italia.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Digitalizzazione”.

Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G). Isole minori connesse

(M1-C2-I 3.5)

60,5

(prestiti)

2021: 16,5

2022: 22

2023: 22

L’intervento è diretto a dotare 18 isole minori di un collegamento sottomarino (backhauling) in fibra ottica

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti per le infrastrutture digitali”.

Competitività e resilienza delle filiere produttive

(M1-C2-I 5.2)

750

(prestiti)

 

2022: 70

2023: 70

2024: 170

2025: 170

2026: 270

Supporto finanziario agli investimenti (contributi e prestiti agevolati) attraverso lo strumento dei contratti di sviluppo, operativo dal 2012. Questo strumento mira a finanziare investimenti strategici, innovativi e progetti di filiera, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno ed è coerente con la normativa riguardante gli aiuti di Stato. Le risorse renderanno possibili circa 40 contratti di sviluppo con un importante effetto leva sugli investimenti

Il contratto di sviluppo è uno dei principali strumenti di "PON Imprese e competitività", finanziato con risorse provenienti dalle politiche di coesione dell'UE.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Competitività nel sistema produttivo”.

Realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti

(M2-C1-I.1.1)

1.500

(prestiti)

 

2022: 50

2023: 200

2024: 400

2025: 400

2026: 450

 

Miglioramento della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclaggio di rifiuti organici, multimateriale, vetro, imballaggi in carta e costruzione di impianti innovativi per particolari flussi. Gli investimenti proposti mirano a colmare i divari di gestione dei rifiuti tra le diverse regioni e aree del territorio nazionale, con l'obiettivo di recuperare i ritardi per raggiungere gli attuali e nuovi obiettivi previsti dalla normativa europea e nazionale (es. 65 per cento di raccolta differenziata al 2035, max 10 per cento di rifiuti in discarica, di riutilizzo, recupero, ecc.).

Poiché la dotazione impiantistica è soprattutto carente nel Centro-Sud, gli investimenti proposti sono focalizzati per circa il 60% nei comuni del Centro-Sud.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Economia circolare”.

Progetti “faro” di economia circolare

(M2-C1.1-I.1.2)

600

(prestiti)

 

2022: 50

2023: 100

2024: 100

2025: 200

2026: 150

 

L'obiettivo è quello di potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo contribuendo al raggiungimento dei seguenti target: 55% di riciclo di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE); 85% di riciclo nell’industria della carta e del cartone; 65% di riciclo dei rifiuti plastici (con riciclaggio meccanico, chimico, “Plastic Hubs”); 100% di recupero nel settore tessile (con "Textile Hubs").

A sostegno della misura e per il raggiungimento degli obiettivi verrà sviluppato un sistema di monitoraggio sul territorio nazionale che consentirà di affrontare tematiche di “scarichi illegali” attraverso l’impiego di satelliti, droni e tecnologie di intelligenza artificiale (v. M2-C4.1-I.1.1).

Tra i criteri di ammissibilità dei progetti si specificherà che il 60 % delle risorse sarà assegnato alla zona Centro-Sud.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Economia circolare”.

Rafforzamento smart grid

(M2- C2 -2.1)

3.610

(prestiti)

 

2022: 217

2023: 386

2024: 895

2025: 1.093

2026: 1.019

L'obiettivo è digitalizzare le infrastrutture di rete per abilitare e accogliere l'aumento di produzione da fonti rinnovabili. Due le linee progettuali:

·       incrementare la capacità di rete di ospitare ed integrare ulteriore generazione distribuita da FER per 4.000 MW, anche tramite realizzazione di interventi di smart grid su 115 sottostazioni primarie;

·       aumentare capacità e potenza a disposizione delle utenze per favorire l’elettrificazione dei consumi energetici (es. mobilità elettrica, riscaldamento con pompe di calore).

Gli interventi saranno attuati per circa il 40% nelle regioni del Sud Italia (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia) e contribuiranno ad aumentare la coesione sociale ed economica del Paese.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Energia”.

Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse

(M2- C2 -3.1)

500

(prestiti)

 

2023: 65

2024: 134

2025: 134

2026: 167

Promuovere la produzione locale e l'uso di idrogeno nell'industria e nel trasporto locale, con la creazione delle cosiddette hydrogen valleys, aree industriali con economia in parte basata su idrogeno.

Sarà data priorità alle aree collocate nel Sud del Paese (almeno il 50% dei progetti).

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Energia”.

Rafforzamento mobilità ciclistica

(M2-C2-I.4.1)

600

(sovvenzioni)

 

2022: 130

2023: 225

2024: 100

2025: 80

2026: 65

Realizzazione e manutenzione di reti ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale, sia con scopi turistici o ricreativi, sia per favorire gli spostamenti quotidiani e l’intermodalità, garantendo la sicurezza.

Si prevede la realizzazione di circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche.

La misura ha anche l’obiettivo di migliorare la coesione sociale a livello nazionale, con il 50 per cento delle risorse destinate alla Regioni del Sud.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Mobilità sostenibile e TPL”.

Rinnovo del parco ferroviario regionale per il trasporto pubblico con treni alimentati con combustibili puliti e servizio universale

(M2- C2 – I. 4.4.2)

800

(prestiti)

2022: 172

2023: 185

2024: 185

2025: 172

2026: 86

Obiettivo della misura è il rinnovo della flotta dei treni per trasporto regionale e intercity per ridurre l'età media del parco rotabile regionale tramite l'acquisto di unità a propulsione elettrica e a idrogeno.

Per quanta riguarda il servizio universitario, il nuovo materiale rotabile sarà destinato alle regioni del Sud, in particolare Sicilia, Calabria e Linea Adriatica.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Mobilità sostenibile e TPL”.

Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico

(M2-C4.4-I.4.1)

2.000

(prestiti):

 

2020:40

2021: 170

2022: 170

2023: 190

2024: 400

2025: 430

2026: 600

L’investimento mira a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento idrico di importanti aree urbane e delle grandi aree irrigue; l’adeguamento e mantenimento della sicurezza delle opere strutturali; una maggiore resilienza delle infrastrutture, anche in un'ottica di adattamento ai cambiamenti climatici. Sono finanziati investimenti in 75 progetti di manutenzione straordinaria e nel potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria.

Gli interventi copriranno l'intero territorio nazionale, con in particolare il completamento di grandi impianti incompiuti principalmente nel Mezzogiorno. Si stima che una percentuale di circa il 45-50 % delle risorse sia destinata alle regioni meridionali.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Acqua e territorio”.

Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti

(M2-C4.4-I.4.2)

900

(prestiti)

 

2022: 50

2023: 50

2024: 200

2025: 250

2026: 350

Il progetto è rivolto prioritariamente a una riduzione delle perdite nelle reti per l'acqua potabile, anche attraverso la digitalizzazione delle reti, per favorire una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze.

Gli investimenti saranno distribuiti in tutte le regioni italiane. Si stima che una percentuale di circa il 45-50 % delle risorse sia destinata alle regioni meridionali.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Acqua e territorio”.

Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci

(M3-C1-I.1.1)

4.640

(prestiti)

 

Gli investimenti proposti nella rete ad Alta Velocità permetteranno lo sviluppo dei servizi ferroviari passeggeri e merci a lunga percorrenza, coerentemente con le esigenze di connettività delle Regioni meridionali. Gli interventi proposti saranno integrati con i sistemi di trasporto regionali, alimentando il sistema dei collegamenti ad Alta Velocità a livello nazionale.

In particolare sono coinvolte le tratte Napoli-Bari (1,4 mld): dal 2020 al 2026; Palermo-Catania-Messina (1,44 mld): dal 2020 al 2026;

Salerno-Reggio Calabria (1,8 mld): dal 2021 al 2026.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti Rete ferroviaria”.

Connessioni diagonali

(M3-C1-I.1.3)

1.580

(prestiti)

 

Miglioramento della connettività trasversale attraverso linee diagonali ad alta velocità nel Centro-Sud del Paese per ridurre i tempi di percorrenza per i passeggeri e di trasporto delle merci dall'Adriatico e dallo Ionio al Tirreno, attraverso il miglioramento della velocità, della frequenza e della capacità delle linee ferroviarie diagonali esistenti.

Le tratte coinvolte sono:

Roma-Pescara (620 mln) dal 2021 al 2026

Orte-Falconara (510 mln) dal 2021 al 2026

Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia (450 mln) dal 2020 al 2026.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti Rete ferroviaria”.

Potenziamento delle linee regionali

(M3-C1-I.1.6)

936

(prestiti)

 

2021: 22

2022: 30

2023: 58

2024: 254

2025: 287

2026: 285

Si intende potenziare e rafforzare le linee ferroviarie regionali (interconnesse o meno alla rete infrastrutturale ferroviaria nazionale), sostenendone anche il collegamento e l’integrazione con la rete nazionale ad Alta Velocità, in particolare nelle Regioni del Mezzogiorno.

Campania:

(VAE): Rafforzamento e modernizzazione della linea Annullo-Benevento;

Puglia:

• Linea Bari-Bitritto;

• Ferrovie del Sud Est (FSE): adeguamento infrastrutturale della linea Bari-Taranto;

• FSE: Completamento apparecchiature SCMT/ERTMS sulla rete;

• FSE: Realizzazione di hub intermodali e potenziamento di 20 stazioni;

Calabria:

• Rosarno-S. Linea Ferdinando.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti Rete ferroviaria”.

Potenziamento, elettrificazione e aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud

(M3-C1-I.1.7)

2.400

(prestiti)

2020: 41

2021: 147

2022: 187

2023: 217

2024: 506

2025: 565

2026: 736

Si prevedono interventi specifici per potenziare la rete ferroviaria in diversi punti critici del Sud (Molise, Puglia, Calabria, Basilicata, Campania, Sicilia e Sardegna), al fine di aumentare la competitività e la connettività del sistema logistico intermodale e per migliorare l’accessibilità ferroviaria di diverse aree urbane del Mezzogiorno, nonché per realizzare gli interventi di ultimo miglio ferroviario per la connessione di porti (Taranto e Augusta) e aeroporti (Salerno, Olbia, Alghero, Trapani e Brindisi).

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti Rete ferroviaria”.

Miglioramento delle stazioni ferroviarie nel Sud

(M3-C1-I.1.8)

700

(prestiti)

 

2021: 21

2022: 64

2023: 103

2024: 195

2025: 192

2026: 126

Investimenti per riqualificare le stazioni ferroviarie nel Sud, migliorare la funzionalità dei loro edifici, la qualità dei servizi forniti agli utenti, i livelli di efficienza energetica e lo sviluppo dell'intermodalità ferro-gomma.

 

Sono inclusi i seguenti interventi:

§  Nodi urbani e linee metropolitane (8 stazioni): progetti che mirano allo sviluppo, alla riqualificazione, all'accessibilità e all'efficientamento energetico di stazioni e nodi ferroviari (Villa S. Giovanni, Messina Centrale e Messina Marittima, Benevento, Caserta, Bari, Taranto, Lecce, Crotone) e di fermate di linee metropolitane (stazioni della linea L2 della metropolitana di Napoli e la nuova fermata di S. Maria di Settimo - Montalto Uffugo)

§  interventi relativi a 30 stazioni di importanza strategica dal punto di vista trasportistico e/o turistico, descritte come stazioni del circuito Easy&Smart, tra cui Pescara, Potenza, Barletta, Lamezia Terme, Cosenza, Reggio Calabria Lido, Sapri, Oristano, Palermo Notarbartolo, Milazzo, Marsala e Siracusa;

§  interventi analoghi su stazioni di piccole e medie dimensioni (10 stazioni).

§  Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti Rete ferroviaria”.

IPCEI

(M4 - C2 – 2.1)

1.500

(prestiti)

 

2021:100

2022: 200

2023: 250

2024: 500

2025: 450

Integrare l’attuale fondo IPCEI - Important Projects of Common European Interest, per la realizzazione di importanti progetti di comune interesse europeo.

 

Dell’importo di 1,5 miliardi, il 90% sarà destinato al Sud Italia, il 10% al Centro-Nord. 

Allo stato, l’Italia ha preso parte a 3 IPCEI, due sulle batterie e l'altro sulla Microelettronica, quest’ultimo finalizzato in prevalenza al settore automotive. I soggetti destinatari sono i centri di ricerca e le imprese.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Energia”.

Orientamento attivo nella transizione scuola-università (M4-C1-I.1.6)

250

(sovvenzioni)

 

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 50

2026: 50

La misura prevede l’organizzazione di 50.000 corsi brevi, erogati da docenti universitari e insegnanti, destinati a 1 milione di studenti a partire dal terzo anno della scuola secondaria di secondo grado. Si prevede la stipula di 6.000 accordi scuola-università.

L'investimento contribuisce alla qualificazione del sistema educativo attraverso un innalzamento degli indicatori di successo (frequenza scolastica, miglioramento dei livelli di apprendimento, numero di studenti ammessi all'anno accademico successivo, ecc.) e la mitigazione dei divari di genere.

Data l'attuale distribuzione degli studenti nel paese, questa iniziativa distribuirà circa il 38,7% delle risorse nelle regioni meridionali e nelle isole.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Istruzione”.

Borse di studio per l'accesso all'università

(M4-C1-I.1.7)

500

(sovvenzioni)

 

2022: 166

2023: 167

2024: 167

Si prevede di aumentare di € 700 in media l’importo delle borse di studio, arrivando così ad un valore di circa € 4.000 per studente e di estendere le stesse a una quota più ampia di studenti.

Questo investimento avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali, alle quali (isole comprese) sarà destinato il 30% delle risorse.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Istruzione”.

Estensione del numero di dottorati di ricerca e dottorati innovativi per la pubblica amministrazione e il patrimonio culturale

(M4-C1-I.4.1)

432

(sovvenzioni)

 

2022: 144

2023: 144

2024: 144

L’obiettivo è aumentare di 3.600 unità i dottorati di ricerca attivando tre cicli a partire dal 2021, ciascuno dotato di 1.200 borse di studio.

Inoltre, allo scopo di aumentare l’efficacia delle azioni delle Amministrazioni pubbliche, si prevedono, 3.000 nuovi dottorati innovativi, attivando tre cicli dal 2021, ciascuno dotato di 1.000 borse di studio.

Si prevede anche, in collaborazione con il Ministero della cultura, il finanziamento di cicli di dottorato destinati all’efficientamento della gestione e dello sviluppo del patrimonio culturale del Paese. Per contribuire al raggiungimento di tale obiettivo sono previste 600 borse di dottorato.

L'iniziativa avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali, attualmente con la percentuale più bassa di dottorandi. Almeno il 30% delle risorse dovrebbe infatti essere distribuito nel Sud e nelle isole.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Istruzione”.

Didattica e competenze universitarie avanzate

(M4-C1-I.3.4)

500

(sovvenzioni)

 

2022: 150

2023: 200

2024: 50

2025: 50

2026: 50

Si intende qualificare e innovare i percorsi universitari, finanziando le seguenti iniziative: iscrizione, nell’arco di 3 anni, di 500 dottorandi a programmi dedicati alle transizioni digitale e ambientale; creazione di 3 Teaching and Learning Centres (TLC) per migliorare le competenze di insegnamento dei docenti nelle università e degli insegnanti nelle scuole; creazione di 3 Digital Education Hubs (DEH) per migliorare la capacità del sistema di istruzione superiore di offrire istruzione digitale a studenti e lavoratori universitari; rafforzamento delle scuole universitarie superiori; realizzazione di 10 iniziative educative transnazionali; sostegno a 5 progetti di internazionalizzazione delle istituzioni AFAM.

L'investimento è collegato ad altri investimenti nell'ambito della componente 2 della missione 4 e avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali. In particolare: il 30% degli studenti di dottorato dovrebbe essere iscritto dalle università dell'Italia meridionale e delle isole; uno dei tre TLC e uno dei 3 DEH saranno stabiliti nelle regioni meridionali; almeno una delle iniziative di internazionalizzazione delle istituzioni AFAM sarà promossa dalle istituzioni dell'Italia meridionale.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Istruzione”.

Partenariati – Horizon Europe

(M4-C2-I.2.2)

200

(sovvenzioni)

 

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 50

L’obiettivo è di sostenere progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la partecipazione ai partenariati nel quadro del programma Horizon Europe. In particolare, il sostegno si focalizzerà sui seguenti partenariati: Calcolo ad alte prestazioni; Tecnologie digitali chiave; Transizione all'energia pulita; Oceani blu - un'economia blu climaticamente neutra, sostenibile e produttiva; PMI innovative.

L’intento è di favorire la partecipazione di programmi o progetti nelle linee di finanziamento aperte dall’Unione europea aventi ad oggetto obiettivi di interesse per la competitività del Paese.

L’80% dell’ammontare del finanziamento è destinato al Mezzogiorno e il 20 al Centro-Nord.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Competitività nel sistema produttivo”.

 

 

 

 

Finanziamento di start –up

(M4-C2-I.3.2)

300

(prestiti)

 

2022: 25

2023: 50

2024: 75

2025: 75

2026: 75

La misura è finalizzata ad integrare le risorse del Fondo nazionale per l’innovazione, lo strumento gestito da Cassa Depositi e Prestiti per sostenere lo sviluppo del venture capital in Italia. Attraverso questa iniziativa sarà possibile ampliare la platea di imprese innovative beneficiarie del Fondo. L’investimento consentirà di sostenere 250 piccole e medie imprese innovative con investimenti per 700 milioni di euro (partecipazione media pari a 1,2 milioni di euro).

Si stima che la suddivisione dello stanziamento andrà per il 73% al Centro- Nord e per il 27% al Mezzogiorno, tenuto conto degli attuali andamenti dei ventures capital.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Competitività nel sistema produttivo”.

 

 


Agli interventi sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES)

(M5-C3-R.1)

--

La riforma punta a semplificare la governance delle ZES e a velocizzare la realizzazione degli interventi, nonché a favorire l’insediamento di nuove imprese.

 

La riforma, che verrà completata entro il quarto trimestre del 2021, riguarderà il rafforzamento dei poteri del Commissario che avrà la titolarità del procedimento di autorizzazione unica e sarà l’interlocutore principale per gli attori economici interessati a investire sul territorio di riferimento. Per semplificare e unificare le procedure amministrative di insediamento delle imprese si faciliterà la realizzazione del cd. “Digital One stop Shop ZES.

Semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno (Riforma abilitante)

 

Si prevede la revisione delle norme sugli investimenti e gli interventi nel Mezzogiorno, tenendo conto dei negoziati in corso sulla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionali. L’intervento riformatore va collegato con la riforma di riordino normativo di tutte le incentivazioni alle imprese, che richiede un apposito provvedimento legislativo.

Una commissione interministeriale per la predisposizione di uno schema di disegno di legge in materia di incentivazione alle imprese, con particolare riferimento alle attività economiche ubicate nel Mezzogiorno d’Italia, sarà insediata presso la Presidenza del Consiglio entro il 30 giugno 2021. La presentazione del disegno di legge alle Camere è prevista entro il 30 settembre 2021.

Accesso e reclutamento P.A.

(M1-C1-R.2.1)

 

--

Snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione del personale, nonché favorire il ricambio generazionale.

Il Piano stima che le misure relative a questa riforma possano essere operative entro il 2021.

Fase intermedia: Entrata in servizio di 2.800 cifre tecniche per rafforzare le amministrazioni pubbliche del Sud e garantire l'assorbimento degli investimenti.

In tale contesto, si riferisce che il 6 aprile 2021 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale l'invito al concorso per la coesione per l'assunzione di 2.800 unità con profilo tecnico per le 8 amministrazioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Il concorso per la coesione è promosso dal Ministero per la coesione territoriale, di concerto con il Ministero della pubblica amministrazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, e ha l'obiettivo di rafforzare il capitale umano coinvolto nella pianificazione e nella spesa dei fondi europei e nazionali.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Accesso del personale nella PA”.

Alloggi per gli studenti e riforma della legislazione sugli alloggi per studenti

(M4-C1-R.1.7)

960

(prestiti)

 

2022: 40

2023: 160

2024: 320

2025: 280

2026: 160

Si intende incentivare la realizzazione, da parte dei soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura anticipata, da parte del MUR, degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture stesse. L’obiettivo è quello di triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40.000 a oltre 100.000 entro il 2026.

La riforma completa dovrebbe intervenire entro la fine del 2022.

L’investimento avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali. L'aumento della borsa di studio interesserà il 30% delle risorse nelle regioni meridionali e nelle isole.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Istruzione”.

 

 

 


La definizione ed esecuzione dei progetti a valenza sociale e territoriale della Missione 5 vede il coinvolgimento, in prima battuta, degli enti locali (comuni) e, in particolare delle aree metropolitane, dove le condizioni di disagio sociale e di vulnerabilità sono più diffuse. Il coinvolgimento degli enti locali è peraltro fondamentale – si sottolinea nel Piano - per assicurare il finanziamento a regime dei nuovi servizi forniti, destinato ad essere rafforzato nel corso della programmazione del bilancio dello Stato dei prossimi anni. Nell’implementazione delle misure, in particolare per gli interventi concernenti la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie e per gli interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore, sarà coinvolta anche l’Agenzia per la Coesione Territoriale.



 


6.12 Ricerca di base

 


Per l’ambito Ricerca di base, le risorse del PNRR finanziano investimenti presenti nella componente 2 della Missione 4. Si tratta, complessivamente, di € 9.090 mln disponibili per gli anni dal 2021 al 2026.

Delle risorse indicate, € 1.200 mln sono a fondo perduto, mentre € 7.890 mln rappresentano prestiti.

 

Alle risorse sopra indicate si sommano € 300 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei.

 

Ulteriori risorse – pari a € 480 mln provenienti dal React-EU, che riguarda gli anni 2021 e 2022, e € 200 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei – sono destinate, sempre nell’ambito della componente 2 della Missione 4, a un investimento – denominato “Dottorati di ricerca e ricercatori ‘verdi’ e innovazione” – in corrispondenza del quale, tuttavia, non sono previste risorse del PNRR.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse del PNRR destinate ai singoli investimenti presenti nella componente 2 della Missione 4:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Fondo per il Programma Nazionale Ricerca (PNR) e progetti di Ricerca di Significativo Interesse Nazionale (PRIN)
(M4-C2-I.1.1)

1.800, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 300

2022: 300

2023: 300

2024: 900

Il Fondo è finalizzato a rafforzare le misure di sostegno alla ricerca scientifica indicate nel Programma nazionale per la ricerca (PNR) 2021–2027.

Saranno anche finanziati Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (PRIN), di durata triennale che, per la loro complessità e natura, richiedono la collaborazione di unità di ricerca appartenenti ad università ed enti di ricerca. I progetti finanziati - che intendono promuovere attività di ricerca curiosity driven - sono selezionati dal MUR sulla base della qualità del profilo scientifico dei responsabili, nonché dell'originalità, dell'adeguatezza metodologica, dell'impatto e della fattibilità del progetto di ricerca.

L’investimento finanzierà, fino al 2026, 5.350 progetti.

L’investimento non include esplicitamente il costo per il personale, ma nuovo personale può essere assunto nell’ambito del finanziamento dei progetti. Inoltre, progetti specifici possono decidere l’assunzione non solo di ricercatori a tempo determinato ma anche di dottorandi.

Il programma è gestito dal Ministero dell’università e della ricerca (d’ora innanzi, MUR).

L'investimento sarà indirizzato principalmente a:

i) Sostenere le attività di ricerca curiosity-driven nei tre macrosettori del Consiglio europeo della ricerca (CER) (ossia, LS-Scienze della vita, PE-Matematica, scienze fisiche, informazione e comunicazione, ingegneria, scienze della terra e dell'universo e SH-Scienze sociali e umanistiche), incoraggiando l'interazione sinergica tra università e istituti nazionali di ricerca. I progetti avranno una durata massima di 36 mesi e potrebbero coinvolgere fino a 5 unità di ricerca. Il finanziamento massimo assegnato a ciascun progetto sarà di € 2,0 mln;

ii) Sostenere il rinnovo del finanziamento di progetti selezionati sulla base della qualità scientifica, del contesto territoriale e degli indicatori di impatto previsti a lungo termine. Questa strategia garantisce la continuità delle linee di ricerca strategiche fino a 6 anni (3 + 2 o 3 + 3). Il rinnovo del finanziamento durerà al massimo 36 mesi per i progetti ammessi al finanziamento nell'ambito dell'invito del 2021 e un massimo di 24 mesi per gli inviti del 2022.Il finanziamento massimo assegnato a ciascun progetto sarà di € 1,5 mln;

iii) Sostenere le attività di ricerca su temi strategici emergenti, quali sostenibilità e protezione delle risorse naturali, economia circolare, protezione e qualità dell'ambiente, biodiversità, servizi ecosistemici, benessere umano. I progetti avranno una durata massima di 48 mesi e potrebbero coinvolgere fino a 5 unità di ricerca. Il finanziamento massimo assegnato a ciascun progetto sarà di € 2,0 mln.

L'attuazione passa attraverso inviti a presentare proposte.

La selezione dei progetti PRIN da finanziare avviene attraverso un processo di valutazione effettuato da 3 comitati, uno per ciascuno dei macrosettori del CER. Tra il 2021 e il 2024 saranno programmati 4 inviti a presentare progetti (l'invito 2021 è già stato aperto e la procedura di selezione è in corso).

Gli inviti disporranno di risorse specifiche per affrontare i divari di genere o territoriali del paese. Inoltre, una parte delle risorse sarà destinata a progetti multidisciplinari.

L'iniziativa non costituisce un aiuto di Stato.

Milestone:

Q4-2023: Finanziati almeno 3150 progetti di ricerca PRIN in linea con le priorità del PNR.

Q2-2025: Finanziati almeno 5350 progetti di ricerca PRIN e assunti almeno 900 ricercatori a tempo determinato.

Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori (M4-C2-I.1.2)

600, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 100

2023: 175

2024: 150

2025: 100

2026: 75

A questi si aggiungono   € 200 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei.

Si prevede di sostenere le attività di ricerca di un massimo di 2100 giovani ricercatori, al fine di consentire loro di maturare una prima esperienza di responsabilità di ricerca. Una parte del contributo sarà vincolata all'assunzione di almeno un ricercatore “non-tenure-track” e parte del contributo dedicato a brevi periodi di mobilità per attività di ricerca o didattica in altre località in Italia o all'estero.

L'intervento inizierà nel 2022 e durerà fino al 2026.

Esso è gestito dal MUR.

Il programma mira ad attrarre giovani ricercatori che beneficiano di sovvenzioni internazionali di alto profilo, quali le borse di avviamento del CER e le borse di studio post-dottorato MSCA (Marie Curie).

Tra il 2022 e il 2025 saranno programmati 4 inviti a presentare progetti.

L'iniziativa non costituisce un aiuto di Stato.

Milestone:

Q4-2022: Almeno 300 giovani beneficiari (incluse borse di studio del CER e borse di studio Marie Curie) e almeno 300 giovani ricercatori che hanno stipulato un contratto.

Partenariati allargati estesi a università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base (M4-C2-I.1.3)

1.610, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2022: 260

2023: 300

2024: 550

2025: 250

2026: 250

L’investimento mira a finanziare fino a un massimo di 15 programmi di ricerca e innovazione, realizzati da partenariati allargati a università, centri di ricerca e imprese. L’investimento medio in ogni programma sarà circa di € 100 mln, con un contributo per ogni progetto parte del programma di importo compreso tra € 5 e € 20 mln e un contributo per l’assunzione di ricercatori a tempo determinato di importo compreso tra € 15 e € 25 mln per ogni programma e un numero medio di 100 ricercatori per programma. Tra i target significativi vi è la percentuale di ricercatrici a tempo determinato, che, per effetto dell’attuazione di questa misura, dovrà salire, dall’attuale 34%, al 40%.

L'intervento inizierà nel 2021 e durerà fino al 2026. Esso è gestito dal MUR.

L'investimento dovrebbe avere un impatto significativo sullo sviluppo di progetti di ricerca che coinvolgano università, centri di ricerca e imprese del Sud e delle isole. Tra i criteri di selezione, sarà preso in considerazione l'equilibrio territoriale dei soggetti coinvolti. Sarà inoltre fortemente incoraggiata la creazione di reti con partner appartenenti a diverse regioni.

L'iniziativa proposta non è direttamente collegata all'attività economica del beneficiario privato o pubblico e non rientra pertanto nella nozione di impresa ai sensi delle norme in materia di aiuti di Stato. L'iniziativa riguarderà solo progetti di ricerca di base; sarà necessario coinvolgere soggetti privati per orientare la ricerca di base verso i futuri percorsi pratici di applicazione. Nel caso in cui un singolo investimento possa coinvolgere operatori privati, l'investimento può essere considerato un aiuto di Stato, ma la sua conformità sarà prontamente valutata conformemente ai requisiti di cui al punto 4 della comunicazione CE 2014/C 198/01. Sarà effettuata una valutazione più dettagliata della possibilità di ricorrere al regolamento (CE) n. 651/2014 (regolamento generale di esenzione per categoria) o di dover procedere alle necessarie approvazioni preliminari da parte della Commissione europea (regimi di aiuto notificati).

Milestone:

Q2-2025: Assunti almeno 100 nuovi ricercatori a tempo determinato per programma; almeno il 40% del totale dei contratti a tempo determinato riguarda ricercatrici.

Introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l’assunzione dei ricercatori dalle imprese
M4-C2-I.3.3)

600, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 100

2022: 150

2023: 200

2024: 50

2025: 50

2026: 50

A questi si aggiungono € 100 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei.

Si intende potenziare le competenze di alto profilo, in modo particolare nelle aree delle Key Enabling Technologies, attraverso: l'istituzione di programmi di dottorato innovativi dedicati, con il contributo e il coinvolgimento delle imprese (intersettoriali); incentivi all’assunzione di ricercatori precari junior da parte delle imprese.

È, inoltre, prevista, la creazione di un hub finalizzato alla valorizzazione economica della ricerca prodotta dai dottorati industriali, favorendo la creazione di spin-off.

Nello specifico, si prevede l’attivazione di 5.000 borse di dottorato per 3 anni, con il cofinanziamento privato (€ 450 mln) e l’incentivo all’assunzione di 20.000 assegnisti di ricerca o ricercatori da parte delle imprese (€ 150 mln).

L'intervento inizierà nel 2021 e durerà fino al 2026.

Esso è gestito dal MUR.

In particolare, la selezione delle sedi e delle imprese coinvolte nei programmi di dottorato innovativi si articola in tre fasi: 1. Il MUR lancia una gara d'appalto aperta alle università che, singolarmente o collettivamente, presentano proposte di programmi di dottorato innovativi; 2. Le università selezionate concordano con le imprese interessate le priorità dei programmi di dottorato nei settori tecnologici più vicini alle esigenze di produzione; 3. Sulla base della valutazione delle proposte, il MUR seleziona i programmi da attivare.

Le imprese che partecipano volontariamente al progetto si impegnano a fornire il contributo finanziario concordato, come una sorta di preassunzione degli specialisti necessari.

Una percentuale non inferiore al 30% delle posizioni disponibili sarà concessa alle università situate nelle regioni e nelle isole meridionali.

L’azione è ammissibile ai sensi della notifica preventiva e della disciplina in materia di aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione. Sarà effettuata una valutazione più dettagliata della possibilità di ricorrere al regolamento (CE) n. 651/2014 (regolamento generale di esenzione per categoria) o di dover procedere alle necessarie approvazioni preliminari da parte della Commissione europea (regimi di aiuto notificati).

Milestone:

Q4-2024: Assegnate almeno 15.000 borse di studio per dottorati di ricerca innovativi.

 

 


Ulteriori interventi sono previsti, sempre nell’ambito della Missione 4, Componente 2, con riferimento agli investimenti:

§  Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione", costruzione di "leader territoriali di R&S" (M4-C2-I.1.5) (€ 1.300 mln), che si concretizza attraverso il finanziamento entro il 2026 di 12 “campioni territoriali di R&S” (esistenti o nuovi) (più approfonditamente, si veda la scheda “Competitività del sistema produttivo”);

§  Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione (M4-C2-I.3.1) (€ 1.580 mln), che sostiene la creazione di infrastrutture di ricerca e innovazione che colleghino il settore industriale con quello accademico, promuovendo la combinazione di investimenti pubblici e privati (più approfonditamente, si veda la scheda “Competitività del sistema produttivo”.

Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Attuazione di misure di sostegno alla R&S per promuovere la semplificazione e la mobilità (M4-C2-R.1.1)

--

MUR e MiSE creeranno una cabina di regia interministeriale ed emaneranno 2 decreti ministeriali: uno in ambito mobilità, per aumentare e sostenere la mobilità reciproca (attraverso incentivi) di figure di alto profilo (es. ricercatori e manager) tra università, infrastrutture di ricerca e aziende, l’altro in ambito semplificazione della gestione dei fondi per la ricerca.

Gli obiettivi specifici sono: i) sostenere la crescita diffusa e inclusiva della ricerca; ii) consolidare la ricerca fondamentale; iii) rafforzare la ricerca interdisciplinare; iv) garantire la centralità della persona nell'innovazione; v) migliorare la circolazione delle conoscenze e delle competenze tra il mondo della ricerca e il sistema produttivo; vi) accompagnare lo sviluppo di una nuova generazione di ricercatori, tecnici e professionisti del trasferimento delle conoscenze.

Tra l’altro, si interverrà riformando il percorso di carriera dei ricercatori, anche unificando le figure attuali dei ricercatori a tempo determinato di tipo A e B.

In particolare, il MUR destinerà parte delle risorse del Fondo di finanziamento ordinario per le università statali (FFO) e del Fondo ordinario per gli enti di ricerca da esso vigilati (FOE) a incentivare la mobilità tra università e università e centri di ricerca.

Il MUR e il MISE valuteranno la necessità di iniziative dedicate a territori specifici al fine di ridurre il divario regionale.

Milestone:

Q2-2022: Adozione di Decreti ministeriali sulla semplificazione e mobilità in R&S legati al FFO.

 

 


I soggetti destinatari delle risorse sono essenzialmente università, enti di ricerca e studiosi.

Per quanto riguarda l’influenza sulle priorità trasversali del Piano, si prevedono interventi indirizzati a offrire maggiori opportunità ai giovani studiosi, in particolare ricercatori, assegnisti di ricerca e dottorandi.

Relativamente al divario di genere, si prevede l’incremento del numero di ricercatrici a tempo determinato.

Alcune iniziative – in particolare, gli investimenti relativi a PNR e PRIN, a dottorati innovativi, a partenariati allargati – sono indirizzate anche a ridurre i divari territoriali.


6.13 Istruzione

 


Per il settore Istruzione, la maggior parte delle risorse del PNRR finanziano investimenti presenti nella componente 1 della Missione 4. Si tratta, complessivamente, di € 19.436 mln disponibili per gli anni dal 2021 al 2026.

Ulteriori risorse – pari, complessivamente, a € 800 mln – finanziano investimenti presenti nella componente 3 della Missione 2. Anche esse sono disponibili per gli anni dal 2021 al 2026.

Delle risorse indicate, € 18.476 mln sono a fondo perduto, mentre € 1.760 mln rappresentano prestiti.

 

Alle risorse sopra indicate si sommano € 1.450 mln provenienti dal REACT-EU, che riguarda gli anni 2021 e 2022, € 1.000 mln provenienti da risorse PON e € 1.297 mln provenienti dalle disposizioni della legge di bilancio 2021 (cfr. pagg. 376 e ss.).

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse del PNRR destinate ai singoli investimenti presenti nelle Missioni 2 e 4:


 

 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia (M4-C1-I.1.1)

4.600, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 650

2022: 650

2023: 1.250

2024: 1.000

2025: 750

2026: 300

Si intende costruire, riqualificare e mettere in sicurezza asili nido e scuole dell’infanzia. La misura consente la creazione di circa 228.000 posti.

Si stima che, degli stesssi, 152.000 riguarderanno i bambini della fascia 0-3 anni e 76.000 i bambini della fascia 3-6 anni.

 

 

La durata del progetto è stimata in 5 anni (fino al 2026).

L’intervento è gestito dal Ministero dell’istruzione (d’ora innanzi, MI), in collaborazione con il Dipartimento delle politiche per la famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’interno, ed è realizzato mediante coinvolgimento diretto dei Comuni.

Milestone:

Q2-2023: Adozione del Piano. Assegnazione di tutti i contratti di lavoro (pag. 1803)

Con riferimento alla tempistica, si rileva che 1.300 mln sono già disponibili nel biennio 2021-2022 (pag. 383).

Q4-2025: Almeno 228.000 nuovi posti attivati.

Piano di estensione del tempo pieno e mense
(M4-C1-I.1.2)

960, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 260

2023: 330

2024: 150

2025: 100

2026: 120

Si intende estendere il tempo pieno, anche attraverso costruzione o ristrutturazione degli spazi delle mense, per un totale di circa 1.000 edifici.

 

La durata del progetto è stimata in 5 anni (fino al 2026).

Il piano è gestito dal MI ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle mense, dagli enti locali proprietari dei relativi edifici.

Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola
(M4-C1-I.1.3)

300, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 60

2022: 51

2023: 51

2024: 51

2025: 51

2026: 36

Il piano mira a costruire o adeguare strutturalmente circa 400 edifici da destinare a palestre o strutture sportive, dotandoli di attrezzature sportive adeguate, con l’obiettivo di favorire le attività sportive dalle prime classi della scuola primaria.

 

La durata del progetto è stimata in 5 anni (fino al 2026).

Il piano è gestito dal MI in collaborazione con il Dipartimento per lo sport ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle palestre, direttamente dagli enti locali proprietari dei relativi edifici, sulla base di linee guida e di un Comitato nazionale che possa garantire la qualità tecnica dei progetti.

Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado (M4-C1-I.1.4)

1.500, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 400

2022: 460

2023: 510

2024: 130

A questi si aggiungono 750 mln PON e 240 mln da L. bilancio 2021.

La misura ha un triplice obiettivo: misurare e monitorare i divari territoriali, anche attraverso il consolidamento e la generalizzazione dei test PISA/INVALSI; ridurre i divari territoriali in Italia per quanto concerne il livello delle competenze di base (italiano, matematica e inglese), inferiore alla media OCSE, in particolare, nel Mezzogiorno; sviluppare una strategia per contrastare in modo strutturale l’abbandono scolastico.

 

Il piano per il miglioramento delle competenze di base sarà sviluppato nell'arco di 4 anni (fino al 2024).

L’attuazione è a cura del MI, con il supporto di INVALSI, scuole, circa 100 Centri territoriali di supporto.

Con esso, si intende garantire adeguate competenze di base ad almeno 1.000.000 studenti all'anno, anche attraverso lo sviluppo di un portale unico nazionale per la formazione online. Particolare attenzione sarà riservata alle scuole che hanno incontrato maggiori difficoltà in termini di performance, per le quali sarà previsto un intervento di supporto da parte del dirigente scolastico con tutor esterni e, nei casi più critici, la disponibilità di almeno un'unità di personale supplementare per argomento (italiano, matematica e inglese) e per un minimo di due anni. In particolare, sono previste azioni di tutoraggio e formazione (anche a distanza) per almeno il 50% degli insegnanti e il rafforzamento del numero di insegnanti (4) ed esperti (2) per almeno 2000 scuole.

Inoltre, si prevedono specifici programmi che impediscano l'abbandono prematuro degli studi già nel periodo della scuola secondaria (circa 120.000 studenti coinvolti). In particolare, per la fascia di età 12-18 anni, si prevede un tutoraggio online sia per i giovani a rischio che per quelli che sono già usciti, con un rapporto insegnante/studente pari a 1:1 per interventi di sostegno e recupero dell'apprendimento per un totale di 20 ore ciascuna (3 ore di tutoraggio e 17 ore di insegnamento). Il lavoro effettuato dagli insegnanti oltre l'orario di lavoro ordinario, per un massimo di 6 ore settimanali, sarà pagabile come attività didattica aggiuntiva. Per quanto riguarda la fascia di età 18-24 anni, le attività di sostegno consistono in 10 ore di tutoraggio o di consulenza per reintrodurre il giovane nel circuito di formazione.

L'intervento è coordinato con i fondi del PON. In particolare, si interverrà con i fondi del FESR nelle scuole del secondo ciclo di istruzione già nel 2021, mentre con le risorse del PON 2021-2027 si intende rivolgersi alle scuole del primo ciclo di istruzione e continuare gli investimenti oltre il 2024 nel corso del prossimo periodo di programmazione.

Un progetto-pilota verrà realizzato nel primo semestre del 2021 con tali fondi.

Sarà istituito un comitato scientifico internazionale incaricato di fornire orientamenti e il necessario monitoraggio degli obiettivi. Dopo il 2026, l'obiettivo è quello di integrare l'offerta formativa in modo coerente con i risultati ottenuti.

Milestone:

Q4-2024: Realizzazione di attività di tutoraggio per almeno 470.000 giovani a rischio di abbandono scolastico e per almeno 350.000 giovani che hanno già abbandonato la scuola.

Q2-2025: Almeno 820.000 giovani che hanno frequentato attività di tutoraggio o corsi di orientamento post diploma; almeno 8.000 scuole che hanno attivato progetti di orientamento STEM nel 2024/25.

Q2-2026: Riduzione del divario nel tasso di abbandono scolastico nell'anno 2024 (pag. 1806) nell'istruzione secondaria fino a raggiungere la media UE del 2019 (10,2%).

Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS) (M4-C1-I.1.5)

1.500, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 380

2023: 750

2024: 200

2025: 100

2026: 70

Si intende perseguire: l’incremento del numero di ITS; il potenziamento dei laboratori con tecnologie 4.0; la formazione dei docenti, perché siano in grado di adattare i programmi formativi ai fabbisogni delle aziende locali; lo sviluppo di una piattaforma digitale nazionale per le offerte di lavoro rivolte agli studenti in possesso di qualifiche professionali.

L’obiettivo specifico è conseguire un aumento degli attuali iscritti a percorsi ITS almeno del 100%.

 

L'intervento inizierà nel 2021 e durerà fino al 2025. (pag. 1746)

Al riguardo, si rileva che le risorse sono disponibili dal 2022 al 2026 (pag. 383).

L’attuazione è a cura del MI , in collaborazione con gli enti di formazione professionale.

Orientamento attivo nella transizione scuola-università
(M4-C1-I.1.6)

250, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 50

2026: 50

La misura, prevede l’organizzazione di 50.000 corsi brevi, erogati da docenti universitari e insegnanti, destinati a 1 mln di studenti a partire dal terzo anno della scuola secondaria di secondo grado. Si prevede la stipula di 6.000 accordi scuola-università.

L'investimento contribuisce alla qualificazione del sistema educativo attraverso un innalzamento degli indicatori di successo (frequenza scolastica, miglioramento dei livelli di apprendimento, numero di studenti ammessi all'anno accademico successivo, ecc.) e la mitigazione dei divari di genere.

L'intervento inizierà nel 2021 (pag. 383)) e durerà fino al 2026 (pag. 1751).

Al riguardo, si rileva che le risorse sono disponibili dal 2022.

Esso è gestito dal Ministero dell’università e della ricerca (d’ora innanzi, MUR).

Data l'attuale distribuzione degli studenti nel paese, questa iniziativa distribuirà circa il 38,7% delle risorse nelle regioni meridionali e nelle isole.

Milestone:

Q2-2026: Almeno 1.000.000 di studenti hanno frequentato corsi di transizione scuola-università.

Borse di studio per l'accesso all'università (M4-C1-I.1.7)

500, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 166

2023: 167

2024: 167

A questi si aggiungono 450 mln REACT-EU e 660 mln da L. bilancio 2021.

 

Si prevede di aumentare di € 700 in media l’importo delle borse di studio, arrivando così ad un valore di circa € 4.000 per studente e di estendere le stesse a una quota più ampia di studenti.

L'intervento inizierà nel 2022 e durerà fino al 2024.

Il programma è gestito dal MUR. L'attuazione dell'intervento sarà accompagnata da una revisione del decreto ministeriale sulla regolamentazione delle borse di studio.

Questo investimento avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali, alle quali (isole comprese) sarà destinato il 30% delle risorse.

Milestone:

Q4-2021: Adozione del decreto ministeriale.

Q4-2023: Almeno 296.000 studenti che beneficiano di una borsa di studio (base di partenza: 256.000).

Q4-2024: Almeno 336.000 studenti che beneficiano di una borsa di studio.

Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico
(M4-C1-I.2.1)

800, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 150

2022: 200

2023: 300

2024: 100

2025: 50

Si prevede la costituzione di un polo di coordinamento sull’educazione digitale promosso dal MI. Il progetto coinvolgerà circa 650.000 persone e oltre 8.000 istituzioni educative.

L'attuazione della misura copre il periodo dal 2021 al 2026. (pag. 1770).

Al riguardo, si rileva che sono previste risorse fino al 2025 (pag. 383) e che, come indicato infra, si prevede di raggiungere l’obiettivo nel quarto trimestre 2024 (pag. 1804).

Si specifica che, oltre al polo di coordinamento nazionale, sarà costituita una rete integrata di poli territoriali di formazione, in collaborazione tra scuole, centri provinciali per l'istruzione degli adulti, uffici scolastici regionali, università e centri di ricerca, e che sarà attivato un catalogo di circa 20 corsi di formazione sull'uso dell'insegnamento digitale in tutte le discipline e per l'apprendimento del pensiero computazionale e dell'intelligenza artificiale, in tutti gli ordini e gradi di istruzione e nell’istruzione degli adulti.

Milestone:

Q4-2024: 650.000 dirigenti scolastici, insegnanti e personale amministrativo formati.

Nuove competenze e nuovi linguaggi (M4-C1-I.3.1)

1.100, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 255

2022: 550

2023: 215

2024: 80

A questi si aggiungono 250 mln PON.

Si intende promuovere l’integrazione, all’interno dei curricula di tutti i cicli scolastici, di attività, metodologie e contenuti volti a sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con particolare riguardo verso le pari opportunità. Tra l’altro, si prevede un corso obbligatorio di coding per tutti gli studenti.

Inoltre, verranno attivate azioni per la promozione del multilinguismo quali: incremento dei corsi e delle attività linguistiche, promozione dell’internazionalizzazione del sistema scolastico tramite la mobilità internazionale degli studenti e dei docenti e un sistema digitale per il monitoraggio delle abilità linguistiche con il supporto di enti certificatori.

 

L'intervento inizierà nel 2022 e durerà fino al 2025 (pag. 1772).

Al riguardo, si rileva che le risorse sono, invece, previste dal 2021 al 2024 (pag. 383).

Esso è gestito dal MI, in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e INDIRE.

La misura relativa alle discipline STEM non si riferisce al mero percorso disciplinare delle materie di interesse scientifico, ma si basa su un nuovo paradigma educativo trasversale di natura metodologica. L'obiettivo è quello di creare nelle scuole la "cultura" scientifica e la forma mentis necessarie per un diverso approccio mentale allo sviluppo del pensiero computazionale, ancor prima che le discipline specifiche siano insegnate.

Milestone:

Q2-2025: Almeno 8.000 scuole che hanno attivato progetti di orientamento STEM nel 2024/25; almeno 1.000 corsi annuali di lingua e metodologia per insegnanti.

Scuola 4.0 - scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori
(M4-C1-I.3.2)

2.100, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 550

2023: 450

2024: 550

2025: 550

Si aggiungono 900 mln REACT-EU e 397 mln da L. bilancio 2021.

Si intende accelerare la transizione digitale del sistema scolastico italiano con quattro iniziative: trasformazione di circa 100.000 classi tradizionali in connected learning environments, con l’introduzione di dispositivi didattici connessi; creazione di laboratori per le professioni digitali nel II ciclo; digitalizzazione delle amministrazioni scolastiche; cablaggio interno di circa 40.000 edifici scolastici.

 

L’attuazione fa capo al MI.

Si prevede: nel 2021 e nel 2022, l’avvio delle procedure amministrative (quali bandi e decreti di aggiudicazione); nel 2023 e nel 2024 il completamento di laboratori ed ambienti di apprendimento e l'amministrazione digitale; entro la fine del 2025, la rendicontazione delle spese e il monitoraggio degli interventi.

Almeno il 40% delle scuole beneficiarie sarà localizzato nel Sud Italia.

Milestone:

Q2-2022: Adozione del Piano Scuola 4.0.

Q4-2025: Almeno 100.000 classi trasformate in ambienti di apprendimento innovativi.

Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica
(M4-C1-I.3.3)

3.900, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 700

2022: 735

2023: 1.380

2024: 575

2025: 330

2026: 180

A questi si aggiungono 50 mln REACT-EU

Si intende migliorare le classi energetiche con conseguente riduzione dei consumi e di emissione di CO2 e aumentare la sicurezza strutturale degli edifici per una superficie complessiva di 2.400.000,00 mq.

Particolare attenzione è riservata alle aree più svantaggiate con l'obiettivo di contrastare ed eliminare gli squilibri economici e sociali.

Il processo di autorizzazione, monitoraggio e rendicontazione fattuale e finanziaria di tutti gli interventi fa capo al MI. La realizzazione degli interventi avverrà sotto la responsabilità degli enti locali proprietari degli edifici.

Milestone:

Q2-2026: 2.400.000 mq di edifici scolastici ristrutturati.

Didattica e competenze universitarie avanzate
(M4-C1-I.3.4)

500, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 150

2023: 200

2024: 50

2025: 50

2026: 50

Si intende qualificare e innovare i percorsi universitari, finanziando le seguenti iniziative: iscrizione, nell’arco di 3 anni, di 500 dottorandi a programmi dedicati alle transizioni digitale e ambientale; creazione di 3 Teaching and Learning Centres (TLC) per migliorare le competenze di insegnamento (comprese le competenze digitali) dei docenti nelle università e degli insegnanti nelle scuole, in tutte le discipline; creazione di 3 Digital Education Hubs (DEH) per migliorare la capacità del sistema di istruzione superiore di offrire istruzione digitale a studenti e lavoratori universitari; rafforzamento delle scuole universitarie superiori, attraverso: i) l’offerta di corsi e attività formative a dottorandi iscritti ad altre istituzioni; ii) il consolidamento del loro ruolo nella transizione scuola-università, attraverso attività di orientamento per gli studenti delle scuole; realizzazione di 10 iniziative educative transnazionali - TNE - in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale; sostegno a 5 progetti di internazionalizzazione delle istituzioni AFAM..

L'intervento inizierà nel 2021 e durerà fino al 2026. (pag. 1780) Si rileva che, per il 2021, non sono previste risorse (pag. 383).

L’attuazione fa capo al MUR.

Il progetto sarà attuato attraverso una struttura di governance leggera, modellata sull'attuazione del programma Europa digitale, ossia attraverso consorzi che saranno individuati mediante un’apposita gara d'appalto.

L'investimento è collegato ad altri investimenti nell'ambito della componente 2 della missione 4 e avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali. In particolare: il 30% degli studenti di dottorato dovrebbe essere iscritto dalle università dell'Italia meridionale e delle isole; uno dei tre TLC e uno dei 3 DEH saranno stabiliti nelle regioni meridionali; almeno una delle iniziative di internazionalizzazione delle istituzioni AFAM sarà promossa dalle istituzioni dell'Italia meridionale.

Milestone:

Q2-2026: Almeno 500 nuovi dottorati di ricerca assegnati per tre anni in programmi dedicati alle transizioni digitali e ambientali.

Estensione del numero di dottorati di ricerca e dottorati innovativi per la pubblica amministrazione e il patrimonio culturale
(
M4-C1-I.4.1)

432, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 144

2023: 144

2024: 144

Con riguardo ai dottorati di ricerca conseguiti in Italia, si mira a ridurre i divari numerici e anagrafici con i principali partner europei e a contrastare il fenomeno del brain drain. In particolare, l’obiettivo è aumentare di 3.600 unità i dottorati attivando tre cicli a partire dal 2021, ciascuno dotato di 1.200 borse di studio.

Inoltre, allo scopo di aumentare l’efficacia delle azioni delle Amministrazioni pubbliche, si prevedono, in collaborazione con il Dipartimento della Funzione pubblica, 3.000 nuovi dottorati innovativi, attivando tre cicli dal 2021, ciascuno dotato di 1.000 borse di studio.

Si prevede anche, in collaborazione con il Ministero della cultura, il finanziamento di cicli di dottorato destinati all’efficientamento della gestione e dello sviluppo del patrimonio culturale del Paese. Per contribuire al raggiungimento di tale obiettivo sono previste 600 borse di dottorato. .

L'intervento inizierà nel 2021 e durerà fino al 2025 (pag. 1784). Si rileva che le risorse sono, invece, previste dal 2022 al 2024 (pag. 383).

L’attuazione della misura è a carico del MUR.

Si specifica, fra l’altro, che: i dottorati in amministrazione pubblica possono riguardare alcune delle 14 Aree in cui sono raggruppati i settori scientifico-disciplinari (v. Allegato A del DM 4 ottobre 2000)ad es. 12-Legge, 13-Economia e statistica, 14-Scienze politiche e sociali; alcune borse dei dottorati in materia di patrimonio culturale possono essere riservate alle competenze richieste dalle istituzioni AFAM, anche in collaborazione con le università.

L'iniziativa avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali, attualmente con la percentuale più bassa di dottorandi. Almeno il 30% delle risorse dovrebbe infatti essere distribuito nel sud e nelle isole.

Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica

(M2-C3-I.1.1)

800, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 70

2022: 70

2023: 70

2024: 210

2025: 210

2026: 170

Si intende sostituire progressivamente parte del patrimonio edilizio scolastico obsoleto con l’obiettivo di creare strutture moderne e sostenibili per favorire:

i) la riduzione di consumi e di emissioni inquinanti,

ii) l’aumento della sicurezza sismica degli edifici e lo sviluppo delle aree verdi,

iii) la progettazione degli ambienti scolastici tramite il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti con l'obiettivo di influenzare positivamente l'insegnamento e l'apprendimento, iv) lo sviluppo sostenibile del territorio e di servizi volti a valorizzare la comunità.

In particolare, il piano mira ad intervenire su circa 195 edifici scolastici, per un totale di oltre 410.000 mq, con conseguente beneficio su circa 58.000 studenti e una riduzione del consumo di energia finale di almeno 50%.

L'attuazione dovrebbe iniziare nel 2021 e durare fino al 2026. Responsabile del piano è il MI.

Le procedure di attuazione includono, tra l’altro: emanazione di un atto ministeriale che definisce gli interventi per la costruzione di nuove scuole ammissibili al finanziamento; aggiudicazione di appalti relativi a lavori su interventi ammissibili al finanziamento formalizzati dagli enti locali con atto pubblico; fase di avvio dei lavori; conclusione dei lavori; fase di collaudo.

L'intervento non comporta aiuti di Stato.

Milestone:

Q1-2024: Aggiudicazione delle gare per la sostituzione di nuovi edifici scolastici per una superficie totale di almeno 400.000 mq.

Q2-2026: Costruzione delle nuove scuole.

 

 


Ulteriori interventi sono previsti:

§  nell’ambito della Missione 1, Componente 1, Investimento Competenze digitali di base (M1-C1-I.1.7) (€ 200 mln), che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini anche al fine di superare il digital divide (più approfonditamente, si veda la scheda “Digitalizzazione della pubblica amministrazione”);

§  nell’ambito della Missione 1, Componente 2, Investimento Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G) (M1-C2-I.3) (€ 6.710 mln) che intende, fra l’altro, completare il Piano “Scuola connessa”, per assicurare la connessione in fibra a 1 Gbps ai 9.000 edifici scolastici rimanenti (pari a circa il 20% del totale) (più approfonditamente, si veda la scheda “Investimenti per infrastrutture digitali”);

§  nell’ambito della Missione 5, Componente 1, Investimento Sistema duale (M5-C1-I.1.4) (€ 600 mln), in corrispondenza del quale gli interventi mirano a favorire l’introduzione e lo sviluppo di corsi di formazione che rispondano alle esigenze delle imprese e del tessuto produttivo locale. Le risorse sono erogate dalle regioni, principalmente sulla base del numero degli studenti iscritti nei percorsi di istruzione e formazione professionale (più approfonditamente, si veda la scheda “Politiche per il lavoro”);

§  nell’ambito della Missione 5, Componente 2, Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (M5-C2-I.2.1) (€ 3.300 mln), in corrispondenza del quale gli interventi possono riguardare diverse tipologie di azione, quali, tra l’altro, la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi educativi e didattici (più approfonditamente, si veda la scheda “Rigenerazione urbana e housing sociale”);

§  nell’ambito della Missione 5, Componente 3, Investimento Interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo settore (M5-C3-I.3) (€ 220 mln), con il quale si intende finanziare iniziative del Terzo settore, con specifico riferimento ai servizi assistenziali nella fascia 0-6 anni e a quelli di contrasto alla dispersione scolastica e di miglioramento dell’offerta educativa nella fascia 5-10 e 11-17 anni. Si intende coinvolgere fino a 50.000 minori che versano in situazione di disagio o a rischio devianza (più approfonditamente, si veda la scheda “Coesione territoriale”).

 

Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Riforma degli istituti tecnici e professionali (M4-C1-R.1.1)

--

Si intende allineare i curricula degli istituti tecnici e professionali alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese e, in particolare, orientare il modello verso l’innovazione introdotta da Industria 4.0, incardinandolo altresì nel rinnovato contesto dell’innovazione digitale.

La riforma coinvolge 4.324 istituti tecnici e professionali.

Il processo inizierà nel 2021; l’approvazione è prevista per il 2022. La piena attuazione – che fa capo al MI - è prevista per il 2025 mediante azioni di accompagnamento.

Milestone:

Q4-2022: Adozione delle riforme che, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne.

Q4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Riforma del sistema ITS (M4-C1-R.1.2)

--

Si intende rafforzare il sistema degli ITS attraverso il potenziamento del modello organizzativo e didattico (integrazione offerta formativa, introduzione di premialità e ampliamento dei percorsi per lo sviluppo di competenze tecnologiche abilitanti – Impresa 4.0) e attraverso la semplificazione della governance al fine di aumentare il numero di istituti e di iscritti. Si prevede, inoltre, un’integrazione dei percorsi ITS con il sistema universitario delle lauree professionalizzanti.

 

Il processo inizierà nel 2021; l‘approvazione è prevista per il 2022.

La riforma sarà implementata dal MI, con la collaborazione del MUR.

Al riguardo, si ricorda che la VII Commissione della Camera sta esaminando, in materia, gli A.C. 544 e abb.

Milestone:

Q4-2022: Adozione delle riforme che, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne.

Q4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Riforma dell’organizzazione del sistema scolastico
(M4-C1-R.1.3)

--

Si intende ridurre il numero degli alunni per classe e intervenire sul dimensionamento della rete scolastica attraverso il “superamento dell’identità tra classe demografica e aula”, anche per venire incontro alle problematiche scolastiche nelle aree di montagna, nelle aree interne e nelle scuole di vallata. 

Il processo normativo sarà avviato dal MI.

Il processo normativo sarà avviato e concluso nel 2021 (pag. 1748).

A fronte del calo demografico, il numero di insegnanti sarà fissato allo stesso livello dell'a.s. 2020/2021.

Milestone:

Q4-2022 (pag. 1801) Adozione delle riforme che, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne.

Al riguardo, si rileva un disallineamento di termini con quanto ante indicato.

Q4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Riforma del sistema di orientamento (M4-C1-R.1.4)

--

Si prevedono moduli per l’orientamento nella scuola secondaria di secondo grado e nella scuola secondaria di primo grado nonché l’ampliamento della sperimentazione dei licei e tecnici quadriennali, che attualmente vede coinvolte 100 classi in altrettante scuole, che si intendono portare a 1000.

 

Il processo inizierà nel 2021. L’approvazione è prevista per il 2022.

Il processo sarà gestito dal MI.

Milestone:

Q4-2022: Adozione delle riforme che, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne.

Q4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Riforma delle classi di laurea (M4-C1-R.1.5)

--

Si intende aggiornare la disciplina per la costruzione degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea. L’obiettivo è rimuovere i vincoli nella definizione dei crediti formativi da assegnare ai diversi ambiti disciplinari, per consentire la costruzione di ordinamenti didattici che rafforzino le competenze multidisciplinari, sulle tecnologie digitali ed in campo ambientale, oltre alla costruzione di soft skills. Inoltre, si intende ampliare le classi di laurea professionalizzanti, facilitando l’accesso all’istruzione universitaria per gli studenti provenienti dagli ITS.

Milestone:

La riforma sarà attuata tramite un decreto ministeriale, che sarà adottato nel 2021, ai fini dell’applicazione a partire dall'a.a. 2022/23.

Q4-2021: Adozione della riforma, che si applicherà a partire dall'a.a. 2022/23.

Riforma delle lauree abilitanti per determinate professioni
(M4-C1-R.1.6)

--

Si intende semplificare le procedure per l’abilitazione all’esercizio delle professioni, rendendo l’esame di laurea coincidente con l’esame di Stato, al fine di velocizzare l’accesso al mondo del lavoro.

Milestone:

Q4-2021: Adozione delle riforme (legislazione primaria).

Q4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Al riguardo, si ricorda che le Commissioni II e VII della Camera stanno esaminando il disegno di legge A.C. 2751, collegato alla manovra di bilancio, che riguarda alcune professioni per l’accesso alle quali attualmente è previsto l’esame di Stato.

Alloggi per gli studenti e riforma della legislazione sugli alloggi per studenti
(M4-C1-R.1.7)

960, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2022: 40

2023: 160

2024: 320

2025: 280

2026: 160

Si intende incentivare la realizzazione, da parte dei soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura anticipata, da parte del MUR, degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture stesse. L’obiettivo è quello di triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40.000 a oltre 100.000 entro il 2026.

La riforma completa dovrebbe intervenire entro la fine del 2022.

L’investimento avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali.

Il MUR valuterà la possibilità di estendere ulteriormente l'azione (ad esempio, mediante ricorso alla Banca europea per gli investimenti).

Milestone:

Q4-2021: Modifica della L. 338/2000 e d.lgs. 68/2012 al fine di: 1) Favorire la ristrutturazione e il rinnovo delle strutture con il più alto standard ambientale; 2) Semplificare, anche grazie alla digitalizzazione, la presentazione e la selezione dei progetti e, quindi, i tempi di realizzazione; 3) Previsione di deroga ai criteri di cui alla L. 338/2000 per quanto riguarda la percentuale di cofinanziamento concedibile.

Q2-2022: Ulteriori interventi, che comprenderanno: 1) Apertura della partecipazione al finanziamento anche a investitori privati; 2). Assicurazione della sostenibilità a lungo termine degli investimenti privati modificando il regime di tassazione e, pur vincolando l'utilizzo dei nuovi alloggi durante l'anno accademico, consentire un altro utilizzo delle strutture quando le stesse non sono necessarie per l'ospitalità studentesca. 3) Condizionare il finanziamento e le agevolazioni fiscali aggiuntive all'uso dei nuovi alloggi come alloggi studenteschi e al rispetto del limite massimo concordato negli affitti a carico degli studenti; 4) Ridefinire gli standard per l'alloggio degli studenti, rideterminando i requisiti relativi allo spazio comune per studente disponibile negli edifici in cambio di camere (singole) meglio attrezzate.

Q4-2022: almeno 7.500 posti letto aggiuntivi creati e assegnati grazie alla revisione della L. 338/2000 (base di partenza: 40.000 posti letto).

Q2-2026: Almeno 60.000 posti letto aggiuntivi creati e assegnati a seguito della riforma.

Riforma del sistema di reclutamento dei docenti
(
M4-C1-R.2.1)

--

Si intende innalzare la professionalità del personale scolastico per migliorare la qualità del sistema educativo.

Il processo normativo sarà avviato nel 2021 e concluso nel 2022.

Si prevede la semplificazione delle attuali procedure di concorso. In particolare, si prevede che, sulla base della valutazione delle qualifiche culturali e di servizio e dell'esecuzione di un test informatizzato, viene stilata una graduatoria, utilizzata per coprire i posti vacanti e disponibili. I soggetti interessati devono quindi svolgere un anno di formazione e prova sul posto di lavoro, al termine del quale viene effettuata una prova finale, il cui esito positivo determina l'assunzione permanente. La prova finale è solo una prova di abilitazione e non modifica la graduatoria, sicché l'insegnante è confermato nel posto in cui è stato inquadrato, nel quale deve rimanere per almeno 3 anni. In tale processo, si dovrebbe riconsiderare il metodo di acquisizione di CFU supplementari (ora, 24) nelle discipline psicopedagogiche e nelle metodologie didattiche, rivedendo il loro contenuto e le istituzioni accreditate per il loro conferimento.

Si prevede di pubblicare il primo concorso pubblico che applica il metodo di selezione innovativo nel 2022.

Milestone:

Q2-2022: Riforma – con atti di legislazione primaria e/o secondaria – della professione docente al fine di attrarre, reclutare e motivare insegnanti di qualità, in particolare attraverso:

i) revisione del sistema di reclutamento;

ii) elevata specializzazione all'insegnamento per accedere alla professione nella scuola secondaria di secondo grado;

iii) limitazione all'eccessiva mobilità degli insegnanti (nell'interesse della continuità dell'insegnamento);

iv) progressione di carriera chiaramente collegata alla valutazione delle prestazioni e allo sviluppo professionale continuo.

Q4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Q4-2024: Almeno 70.000 insegnanti reclutati con il nuovo sistema di reclutamento.

Scuola di alta formazione e formazione obbligatoria per dirigenti scolastici, docenti e personale tecnico-amministrativo (M4-C1-R.2.2)

34, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 10

2022: 6

2023: 6

2024: 6

2025: 6

Si intende istituire la Scuola di alta formazione, deputata all’emanazione delle linee di indirizzo della formazione del personale scolastico attraverso corsi erogati on line, alla selezione e al coordinamento delle iniziative formative.

 

L’approvazione della legge è prevista nel 2022 e la piena attuazione della riforma entro il 2025.

Si specifica che la Scuola sarà un’agenzia del MI e che lo stesso MI sarà supportato da INDIRE.

La Scuola sarà dotata di un comitato tecnico-scientifico (composto dai Presidenti di INDIRE, INVALSI, Accademia dei Lincei, da rappresentanti OCSE e UNESCO, dai direttori dei Dipartimenti universitari di pedagogia). Le funzioni amministrative saranno garantite dal Dipartimento per il sistema educativo di istruzione formazione.

Milestone:

Q4-2022: Entrata in vigore della normativa. 

Riforma dei dottorati (M4-C1-R.4.1)

--

Si prevede di aggiornare, attraverso un Decreto Ministeriale, la disciplina dei dottorati, semplificando le procedure per il coinvolgimento di imprese e centri di ricerca, nonché per rafforzare le misure dedicate alla costruzione di percorsi di dottorato non finalizzati alla carriera accademica. La riforma prevederà meccanismi di valutazione periodica basati sui risultati in termini di placement e sul confronto con analoghi corsi esteri.

La riforma diventerà operativa per i cicli di dottorato che inizieranno nel 2022.

Milestone:

Q4-2021: Adozione delle riforme.

Q4-2024: Almeno 1.200 borse di studio aggiuntive all'anno nei programmi di dottorato di ricerca; almeno 1.000 borse aggiuntive all'anno per i corsi di dottorato di ricerca per la pubblica amministrazione; almeno 200 nuove borse di studio all'anno nei programmi di dottorato di ricerca per i beni culturali.

 

 

 


I soggetti destinatari delle risorse sono prevalentemente i cittadini – e, in particolare, studenti, famiglie e personale scolastico – e gli enti locali, proprietari degli edifici scolastici.

 

Per quanto riguarda l’influenza sulle priorità trasversali del Piano, tutti i progetti sono rivolti innanzitutto a dare ai giovani gli strumenti necessari per una partecipazione attiva alla vita sociale, culturale ed economica del paese. Alcuni, in particolare, intendono consentire ai capaci e ai meritevoli di raggiungere i gradi più alti degli studi, ovvero facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro.

I progetti relativi al potenziamento degli asili nido, al contrasto dell’abbandono scolastico e della povertà educativa, all’efficientamento degli edifici scolastici, alla disponibilità di alloggi per gli studenti universitari, all’aumento delle borse di studio per l’accesso all’università, alla qualificazione e innovazione dei percorsi universitari, all’estensione dei dottorati di ricerca, avranno un impatto anche in termini di riduzione dei divari territoriali.

Relativamente al divario di genere, il potenziamento degli asili nido, delle scuole per l’infanzia e del tempo scuola ha un impatto sull’occupazione femminile. A questo contribuiscono anche gli interventi finalizzati a sostenere l’accesso delle donne all’acquisizione di competenze STEM, linguistiche e digitali.



 


6.14 Cultura

 


Per il settore Cultura, le risorse del PNRR finanziano parte degli investimenti presenti nella componente 3 della Missione 1. Si tratta, complessivamente, di € 4.775 mln (ulteriori € 1.900 mln sono infatti destinati, nell’ambito della stessa componente, al Turismo).

Di essi, € 1.255 mln sono a fondo perduto, mentre € 3.520 mln rappresentano prestiti.

 

Alle risorse sopra indicate si sommano € 1.455,24 mln del Fondo complementare al PNRR di cui al D.L. 6 maggio 2021, n. 59, che, come risulta dal comunicato stampa del 26 aprile 2021 del Ministero della cultura, sono destinati al finanziamento di 14 interventi inclusi nel ‘Piano Strategico Grandi attrattori culturali.

Si tratta, in particolare, di:

1)          Progetto di sviluppo e potenziamento delle attività de La Biennale di Venezia in funzione della costruzione di un polo permanente di eccellenza nazionale e internazionale: € 169,556 mln. Qui maggiori informazioni;

2)          Il Porto Vecchio di Trieste: il nuovo rinascimento della città: € 40 mln. Qui maggiori informazioni;

3)          Torino, il suo Parco e il suo Fiume: memoria e futuro: € 100 mln. Qui maggiori informazioni;

4)          Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC) – Milano: € 101,574 mln. Qui maggiori informazioni;

5)          Valorizzazione della cinta muraria e del sistema dei forti genovesiGenova; € 69,97 mln. Qui maggiori informazioni;

6)          Progetto integrato per il potenziamento dell’attrattività turistica delle aree del parco del delta del PoRegioni Veneto, Emilia Romagna: € 55 mln. Qui maggiori informazioni;

7)          Riqualificazione Stadio Artemio Franchi di Pierluigi Nervi – Firenze: € 95 mln. Qui maggiori informazioni;

8)          URBS. Dalla città alla campagna romana – Roma: € 105,9 mln. Qui maggiori informazioni;

9)          Museo del Mediterraneo. Waterfront di Reggio Calabria: € 53 mln. Qui maggiori informazioni;

10)       Costa Sud. Parco costiero della cultura, del turismo, dell'ambiente – Bari: € 75 mln. Qui maggiori informazioni;

11)       Recupero dell’ex complesso della Manifattura Tabacchi in chiave culturale, con realizzazione del primo Auditorium per la Città di Palermo: € 33 mln. Qui maggiori informazioni;

12)       Percorsi nella storia - Treni storici e Itinerari culturaliVari: € 435 mln. Qui maggiori informazioni;

13)       Progetto integrato di restauro, fruizione e valorizzazione dell'immobile costiero Colombaia – Castello di mare – Torre Peliade Trapani: € 27 mln. Qui maggiori informazioni;

14)       Valorizzazione e rigenerazione urbana del Real Albergo dei Poveri a Napoli e dell’ambito urbano piazza Carlo III, via Foria, piazza Cavour: € 100 mln. Qui maggiori informazioni.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse del PNRR destinate ai singoli investimenti presenti nella pertinente parte della componente 3 della Missione 1:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Strategia digitale e piattaforme per il patrimonio culturale (M1-C3-I.1.1)

500, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 11,2

2022: 59

2023: 124,3

2024: 146,8

2025: 99,2

2026: 59,5

Si intende digitalizzare il patrimonio custodito nei luoghi della cultura e creare una infrastruttura digitale nazionale che raccoglierà, integrerà e conserverà le risorse digitali, rendendole disponibili per la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate.

Inoltre, si intende fornire sostegno alla creazione di nuovi contenuti culturali e allo sviluppo di servizi digitali ad alto valore aggiunto da parte di imprese culturali/creative e start-up innovative.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

Esso si articola in 12 progetti complementari. Servizi abilitanti: 1. Piano nazionale per la digitalizzazione del patrimonio culturale (€ 2 mln); 2. Sistema di certificazione dell’identità digitale per i beni culturali (€ 16 mln); 3. Servizi di infrastrutture cloud (€ 25 mln); 4. Infrastruttura software per il patrimonio culturale (€ 73 mln). Servizi di produzione: 5. Digitalizzazione delle collezioni dei luoghi della cultura (€ 200 mln); 6. Formazione e miglioramento delle competenze digitali (programma di apprendimento permanente rivolto al personale del Ministero della cultura – d’ora in avanti, MIC – e a tutti gli operatori del settore del patrimonio culturale) (€ 20 mln); 7. Sostegno operativo (€ 5 mln). Servizi di gestione e conservazione dei documenti: 8. Centro di conservazione digitale (che prevede: un'infrastruttura software contenente i servizi abilitanti; un sistema per la conservazione a medio-lungo termine degli archivi digitali prodotti dalle strutture centrali e periferiche del MIC; un sistema per la conservazione permanente degli archivi digitali storici delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato e degli enti pubblici nazionali, nonché degli archivi digitali privati dichiarati di interesse storico) (€ 58 mln); 9. Portale delle procedure e dei servizi ai cittadini (finalizzato, tra l’altro, alla futura tracciabilità del patrimonio culturale anche allo scopo di contrastare il traffico illecito) (€ 10 mln). Servizi di accesso: 10. Piattaforma di accesso integrato alla Biblioteca digitale (€ 36 mln); 11. Piattaforma di co-creazione e crowdsourcing (nell’ambito della quale, tra l’altro, gli utenti contribuiranno ad arricchire le descrizioni del patrimonio culturale) (€ 10 mln); 12. Piattaforma di servizi digitali per gli sviluppatori e le imprese culturali (€ 45 mln).

La responsabilità dell’attuazione del progetto è del MIC, che si avvale, per l’attuazione di determinate azioni, anche di altri soggetti (quali, Agenzia per l’Italia digitale) mediante contratti e accordi di partenariato, nonché mediante gare d'appalto.

L'investimento non configura un aiuto di Stato. Gli investimenti per le imprese culturali e creative inclusi nel progetto 7. rientrano nei limiti del regime de minimis.

Milestone:

Q4-2024: Almeno 30.000 utenti formati attraverso la piattaforma di e-learning sui beni culturali e almeno 65 mln di nuove risorse digitali prodotte e pubblicate nella Biblioteca digitale.

Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura (M1-C3-I.1.2)

300, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 10

2022: 30

2023: 70

2024: 70

2025: 65

2026: 55

Oltre che rimuovere le barriere senso-percettive architettoniche, culturali e cognitive in varie istituzioni culturali, si intende organizzare attività di formazione per il personale amministrativo e per gli operatori culturali, promuovendo la cultura dell’accessibilità e sviluppando competenze sui relativi aspetti legali, di accoglienza, mediazione culturale e promozione.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

L'investimento è destinato principalmente (per circa € 282 mln) a siti culturali statali e, per una quota minore (€ 18 mln), a musei regionali, provinciali, civici o privati, gestiti da enti pubblici o organizzazioni senza scopo di lucro. L'individuazione delle istituzioni non statali sarà effettuata mediante bandi di gara.

L'investimento è costituito da quattro componenti:

1. Elaborazione di un piano strategico per l'eliminazione delle barriere architettoniche sensoriali, culturali e cognitive (PEBA) nei siti culturali (circa il 2% delle risorse); 2. Progettazione e attuazione di interventi volti a rimuovere le stesse barriere (circa l’85% delle risorse); 3. Creazione di un sistema informativo per fornire informazioni circa l'accessibilità dei luoghi culturali (circa l’11% delle risorse); 4. Programma di sviluppo delle capacità, formazione dei professionisti del patrimonio culturale all'uso e all'attuazione efficace delle misure adottate (circa il 2% delle risorse).

Il MIC monitorerà l'attuazione e sarà responsabile delle attività di monitoraggio e rendicontazione.

L'investimento rientra nell'ambito del regolamento (UE) n. 651/2014, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno.

Milestone:

Q2-2026: Almeno 600 interventi di miglioramento dell'accessibilità fisica e cognitiva nei luoghi di cultura completati (352 tra musei, monumenti, aree archeologiche e parchi, 129 archivi, 46 biblioteche e 90 siti culturali non statali. Il 37% al Sud).

Migliorare l’efficienza energetica nei cinema, nei teatri e nei musei (M1-C3-I.1.3)

300, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 30

2022: 40

2023: 80

2024: 60

2025: 50

2026: 40

L’intervento riguarda strutture pubbliche e, in alcuni casi, private.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

L'investimento si articola in 3 interventi riguardanti, rispettivamente, musei e siti culturali statali (€ 100 mln: 67 strutture), sale teatrali pubbliche e private (€ 100 mln: 251 strutture), sale cinematografiche pubbliche e private (€ 100 mln: 149 strutture). L'individuazione dei soggetti non statali sarà effettuata mediante gare d'appalto.

Il MIC monitorerà lo stato di avanzamento fisico e procedurale degli interventi e sarà responsabile delle attività di monitoraggio e rendicontazione.

Gli investimenti rientrano nel regolamento (UE) n. 651/2014, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno.

Milestone:

Q2-2022: Adozione del decreto del MIC per l'assegnazione delle risorse.

Q4-2023: 80 interventi conclusi con la certificazione della regolare esecuzione dei lavori.

Q4-2025: 55 interventi su musei e siti culturali statali, 230 su sale teatrali e 135 su cinema conclusi con la certificazione della regolare esecuzione dei lavori.

Attrattività dei borghi (M1-C3-I.2.1)

1.020, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 47

2022: 97

2023: 116

2024: 240

2025: 260

2026: 260

Gli interventi si attueranno attraverso il “Piano Nazionale Borghi”, un programma di sostegno allo sviluppo economico/sociale delle zone svantaggiate basato, per quanto qui interessa, sulla rigenerazione culturale dei piccoli centri.

In particolare, saranno attivati interventi volti al recupero del patrimonio storico e alla creazione di piccoli servizi culturali. Inoltre, sarà favorita la creazione e promozione di nuovi itinerari (es., itinerari tematici, percorsi storici) e visite guidate. Infine, sempre per quanto qui interessa, saranno introdotti sostegni finanziari per le attività culturali e creative.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

Il Piano interviene su 250 borghi. In particolare, € 800 mln sono destinati al recupero e alla riqualificazione del patrimonio storico e degli spazi pubblici e per la costruzione di piccole infrastrutture di servizio; € 200 mln sono destinati al sostegno alle imprese (in un numero stimato di 2.500).

La selezione dei borghi sarà effettuata sulla base di: a) adeguati criteri territoriali, economici e sociali; b) capacità del progetto di incidere sull'attrattiva turistica e di aumentare la partecipazione culturale.

Considerato il precedente bando del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT), i comuni ammissibili, con riferimento al profilo demografico, sono stimati pari a 5.509.

Il MIC è responsabile del coordinamento e della gestione dell'intervento. Le risorse saranno assegnate ai comuni in cui si trovano i borghi selezionati. L'azione a sostegno delle imprese sarà gestita a livello centrale dal MIC con il sostegno di un organismo di gestione.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato. In altri casi, gli investimenti rientrano nel regolamento UE 651/2014 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno.

Milestone:

Q2-2022: Adozione del decreto del MIC per l'assegnazione delle risorse.

Q2-2025: Almeno 1300 interventi conclusi per la valorizzazione di siti culturali o turistici e almeno 1800 imprese sostenute per progetti nei piccoli borghi storici (almeno il 37% riguarda borghi situati nelle regioni meno sviluppate).

Tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale (M1-C3-I.2.2)

600, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2022: 47

2023: 52

2024: 203

2025: 150

2026: 148

Si intende avviare un sistematico processo di valorizzazione di edifici storici rurali (di privati o di enti del terzo settore).

L’intervento avrà ricadute positive sulle economie locali.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

In particolare, si prevede di sostenere il recupero di circa 3.930 beni del paesaggio architettonico e rurale in tutto il paese attraverso: 1. Riassetto conservativo e recupero funzionale di insediamenti agricoli, edifici, artefatti e edifici storici rurali, colture agricole di interesse storico ed elementi tipici dell'architettura e del paesaggio rurale; 2. Completamento del censimento del patrimonio rurale edificato e attuazione di strumenti di informazione nazionali e regionali volti a raccogliere conoscenze su architettura e paesaggio rurali, metodi e tecniche di intervento, nonché sul trasferimento di buone pratiche e su una cultura del riutilizzo.

L’attuazione della componente 1) dell’intervento è coordinata dal MIC che assegna risorse agli enti locali sulla base di criteri da definire congiuntamente tra MIC e regioni/comuni. Gli enti locali, tramite un invito pubblico, selezionano le domande di sovvenzione e sono responsabili dell'erogazione delle risorse e del monitoraggio dell'attuazione. La componente 2) è coordinata dalla MIC, che individuerà i soggetti che effettueranno il censimento e l'attuazione dei sistemi di informazione.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato.

Milestone:

Q2-2022: Adozione del decreto del MIC per l'assegnazione delle risorse.

Q4-2025: 3000 lavori di tutela e valorizzazione dell'architettura rurale e del paesaggio conclusi (consegna del cantiere) e almeno 1.000 lavori avviati.

Programmi per valorizzare l’identità di luoghi: parchi e giardini storici (M1-C3-I.2.3)

300, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 3

2022: 47,5

2023: 73

2024: 78

2025: 60

2026: 38,5

Si intende riqualificare parchi e giardini storici e formare personale locale che possa curarli/preservarli nel tempo.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

In particolare, l'intervento si concentra sulla riqualificazione di circa 110 parchi/giardini storici, attraverso: integrazione del censimento esistente, catalogazione e digitalizzazione dei beni culturali di parchi e giardini storici; restauro e valorizzazione dei beni, incluso il miglioramento del modo di utilizzo di tali spazi e garanzia di una maggiore accessibilità, anche per le persone con disabilità; formazione degli operatori, ai fini del riconoscimento della qualifica di "giardiniere d'arte".

Un primo gruppo di parchi storici e giardini, di proprietà pubblica, è già stato individuato e gli interventi possono iniziare nel 2021. Un secondo gruppo sarà selezionato mediante un bando pubblico. Un gruppo di coordinamento tecnico-scientifico, composto da rappresentanti di MIC, università, ANCI, associazioni settoriali, definirà i criteri di selezione dei siti.

Gli interventi saranno realizzati dai proprietari di parchi storici e giardini aperti al pubblico (MIC, comuni, università, istituzioni pubbliche e private, altri soggetti privati).

Le attività di censimento e catalogazione del patrimonio culturale dei parchi storici e dei giardini saranno gestite dal MIC che effettuerà la procedura di selezione del prestatore di servizi per le attività di formazione. Il programma formativo per gli operatori del settore sarà definito di concerto tra MUR, regioni, Scuole.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato.

Milestone:

Q2-2022: Adozione del decreto del MIC per l'assegnazione delle risorse.

Q4-2024: Almeno 40 parchi e giardini storici riqualificati; almeno 1500 dipendenti che hanno completato i corsi di formazione nei parchi storici.

Sicurezza sismica nei luoghi di culto, restauro del patrimonio culturale del Fondo Edifici di culto e siti di ricovero per le opere d’arte (Recovery Art) (M1-C3-I.2.4)

800, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021:15

2022: 50

2023: 63

2024: 143

2025: 240

2026: 289

Si intende realizzare un piano di interventi sul patrimonio di culto che prevede: la messa in sicurezza antisismica dei luoghi di culto; il restauro del patrimonio Fondo Edifici di culto (FEC); la realizzazione di depositi per il ricovero delle opere d’arte coinvolte negli eventi calamitosi.

L'investimento prevede, inoltre, la realizzazione del Centro Funzionale Nazionale per la salvaguardia dei beni culturali da rischi di natura antropica e naturale (CEFURISC), finalizzato a consentire un utilizzo più sinergico delle tecnologie esistenti e dei sistemi ambientali per monitoraggio, sorveglianza e gestione dei luoghi culturali.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

Si ritiene che si sarà in grado di intervenire su un totale di oltre 500 complessi (circa 430 chiese e altre 70 strutture).

I complessi oggetto dell’intervento saranno individuati con decreto del MIC, che determinerà anche l'ente beneficiario/attuatore e sarà accompagnato da un regolamento vincolante che stabilirà le fasi di attuazione e gli obblighi del beneficiario per quanto riguarda le spese, le procedure e le condizioni di attuazione. I decreti di assegnazione delle risorse saranno invece concessi una volta perfezionati i livelli di progettazione e basati sulle spese di avanzamento. Il MIC provvederà all'attività di monitoraggio e rendicontazione.

Con riguardo al progetto Recovery Art, che prevede la creazione di depositi temporanei per la protezione dei beni culturali in caso di catastrofe, sono state individuate tre centrali nucleari dismesse (ex centrale nucleare di Bosco Marengo-Alessandria, ex centrale nucleare di Caorso-Piacenza, ex centrale nucleare di Garigliano-Caserta). Oltre a queste, saranno costruiti ulteriori depositi a Roma, ex Caserma 8º Cerimant, e Camerino, ex Casermette.

Il progetto sarà seguito dal MIC e da SoGIN (Societa Gestione Impianti Nucleari).

L'istituzione e l'entrata in funzione del CEFURISC saranno gestite direttamente dal MIC anche attraverso accordi con i principali operatori pubblici che si occupano di sicurezza.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato. In altri casi, gli investimenti rientrano nel regolamento UE 651/2014 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno.

Milestone:

Q2-2022: Adozione del decreto del MIC per l'assegnazione delle risorse.

Q4-2025: Almeno 300 interventi completati.

Sviluppo industria cinematografica (Progetto Cinecittà)
(M1-C3-I.3.1)

300, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 34

2022: 54

2023: 44

2024: 48

2025: 50

2026: 70

Si intende potenziare la competitività del settore cinematografico e audiovisivo italiano. Il Progetto include tre linee di intervento: potenziare gli studi cinematografici di Cinecittà gestiti da Istituto Luce Cinecittà SRL; rilanciare le attività della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia (CSC) mediante sviluppo di infrastrutture, digitalizzazione e modernizzazione del parco immobiliare ed impiantistico; rafforzare le capacità e le competenze professionali nel settore audiovisivo legate soprattutto a favorire la transizione tecnologica.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

Gli investimenti comprendono:

Componente A1. Costruzione di nuovi studi, recupero degli studi esistenti, investimenti in nuove tecnologie, sistemi e servizi digitali (€ 159.300.000);

Componente A2. Costruzione di 6 nuovi teatri ad alta tecnologia con allegati, servizi e relativi sistemi e strade su un'area di 473.000 mq (€ 99.850.000);

Componente B. Miglioramento delle attività di produzione e formazione del CSC e potenziamento dell'archivio cinematografico nazionale (€ 32.250.000);

Componente C. Sviluppo e attuazione della strategia nazionale per la formazione audiovisiva (€ 8.600.000).

L'Amministrazione responsabile è il MIC. L'attuazione esecutiva è affidata, a seconda delle componenti del progetto, a organismi intermedi: A1 e A2: Istituto Luce Cinecittà e Cassa Depositi e Prestiti; B: Centro sperimentale per la cinematografia e Cineteca nazionale; C. Centro sperimentale per la cinematografia e Istituto Luce Cinecittà.

La Fondazione CSC non intende selezionare soggetti pubblici o privati per la fornitura di servizi di formazione, dal momento che la scuola è in grado di fornire da sola tutti i servizi previsti dal progetto.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato.

Milestone:

Q2-2023: Firma del contratto tra l'Istituto Luce Studios e le società in relazione a 9 studi inclusi nella componente A1.

Q2-2026: Certificato di regolare esecuzione relativo a 17 interventi inclusi nelle componenti A1 e A2.

Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde (M1-C3-I.3.2)

155, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 7,8

2022: 7,8

2023: 46,5

2024: 46,5

2025: 31

2026: 15,5

Si intende sostenere la ripresa delle attività culturali incoraggiando l'innovazione e l'uso della tecnologia digitale e promuovere l'approccio verde lungo tutta la filiera culturale e creativa, riducendo l’impatto ecologico della produzione e partecipazione culturale.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026

Gli obiettivi specifici dell’incoraggiamento all’uso della tecnologia digitale sono:

- Migliorare l'ecosistema in cui operano i settori culturali e creativi incoraggiando la cooperazione tra operatori e organizzazioni culturali e facilitando il miglioramento delle loro competenze e la riqualificazione (azione AI) (€ 10 mln);

- Sostenere la produzione culturale e creativa verso l'innovazione e la transizione digitale lungo l'intera filiera (produzione, coproduzione, gestione, distribuzione e incontro con il pubblico) attraverso contributi finanziari e l'accesso a servizi reali e finanziari (azione A II) (€ 115 mln).

Gli obiettivi specifici relativi alla promozione dell’approccio verde sono:

- Promuovere la riduzione dell'impatto ecologico degli eventi culturali promuovendo l'inclusione di criteri sociali e ambientali nelle politiche in materia di appalti pubblici (azione B I) (€ 10 mln);

- Promuovere l'innovazione e la progettazione ecocompatibile inclusiva, anche in termini di economia circolare, e orientare il pubblico verso un comportamento più responsabile nei confronti dell'ambiente e del clima (azione B II) (€ 20 mln).

Le azioni saranno promosse dal MIC che definirà gli obiettivi strategici, gli strumenti di intervento e i criteri per la selezione dei soggetti incaricati della realizzazione delle attività o che beneficeranno dell'azione.

Le azioni AI e BI non costituiscono aiuti di Stato. Le azioni AII e BII saranno attuate nell'ambito del regime de minimis.

Milestone:

Q4-2023: Selezione dei beneficiari dell'attuazione per tutti gli interventi previsti.

Q4-2025: Almeno 1200 progetti e attività interamente attuati.

Roma Caput Mundi
M1-C3-I.4.3)

500, attribuiti a titolo di prestito

di cui (pag. 381):

2021: 25

2022: 75

2023: 75

2024: 150

2025: 100

2026: 75

 

Ovvero, di cui (pag. 807):

2021: 25

2022: 75

2023: 150

2024: 150

2025: 75

2026: 25

 

In particolare, per quanto qui interessa, le risorse stanziate saranno destinate a: rigenerazione e restauro del patrimonio culturale e urbano e dei complessi ad alto valore storico e architettonico; interventi di messa in sicurezza, anti-sismica e restauro di luoghi pubblici ed edifici di interesse storico lungo i cammini giubilari della città di Roma; riqualificazione dei siti tematici (aree archeologiche, palazzi) situati nelle zone periferiche al di fuori di Roma; rinnovo e restauro di parchi, giardini storici, fontane e ville.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

Il progetto è strutturato intorno a 6 grandi investimenti:

1. Patrimonio culturale romano per la next generation UE, che prevede la rigenerazione e il restauro del patrimonio culturale e urbano e dei complessi di elevato valore storico-architettonico della città di Roma (€ 169,4 mln);

2. Dalla Roma pagana alla Roma cristiana (Giubileo 2025), che prevede la valorizzazione, la messa in sicurezza, il consolidamento antisismico, il restauro e la restituzione al pubblico di luoghi ed edifici di interesse storico, nonché di percorsi archeologici (€ 159,4 mln);

3. #LaCittàCondivisa, rivolto alle zone periferiche della città, ai siti non aperti permanentemente al pubblico, alle zone storiche (€ 89,2 mln);

4. #Mitingodiverde, che prevede interventi su parchi, giardini storici, villaggi e fontane (€ 60,5 mln);

5. #Roma 4.0, finalizzato ad aumentare l'uso delle tecnologie digitali per i turisti (€ 11,5 mln);

6. #Amanotesa, finalizzato alla fornitura di servizi culturali alle periferie (€ 10 mln).

Il particolare, si prevede la firma di un accordo di programma tra ministero del Turismo, MIC, comune di Roma Capitale, Ministero dell'interno, Diocesi di Roma, regione Lazio. Ciascuna amministrazione si occuperà dei propri settori di competenza e dei processi di attuazione dei singoli interventi. L'elenco delle misure, che comprende oltre 100 luoghi della cultura, è stato individuato da ciascuna amministrazione responsabile.

Milestone:

Q2-2022: Firma degli accordi su 6 progetti tra Ministero del turismo e beneficiari/enti attuatori.

Q2-2024: Raggiungimento, per almeno 100 siti culturali e turistici e 15 riqualificazioni di parchi e giardini storici del 50% dello stato di avanzamento lavori.

Q2-2026: Conclusione della riqualificazione di almeno 200 siti culturali e turistici e 30 parchi e giardini storici.

 

 


Ulteriori interventi sono previsti nell’ambito della Missione 5, Componente 2, Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (M5-C2-I.2.1) (€ 3.300 mln), in corrispondenza del quale gli interventi possono riguardare diverse tipologie di azione, quali, tra l’altro, la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi culturali o alla promozione di attività culturali (più approfonditamente, si veda la scheda “Rigenerazione urbana e housing sociale”).

 

Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Adozione di criteri ambientali minimi per eventi culturali (M1-C3-R.3.1)

--

Si intende migliorare l'impronta ecologica degli eventi culturali attraverso l'inclusione di criteri sociali e ambientali negli appalti pubblici per eventi finanziati, promossi o organizzati dal pubblico.

Milestone:

Q4-2022: Adozione del decreto ministeriale.

 

 


Soggetti destinatari delle risorse, a seconda degli interventi, sono lo Stato – e, più specificamente, il Ministero della cultura (che si articola in amministrazione centrale e periferica) – gli enti locali e le imprese (in particolare, per alcuni interventi, sarà coinvolto il settore edile e dell'ingegneria impiantistica, nonché il mondo dei professionisti e di tutti i settori produttivi che operano nella progettazione di materiali e tecnologie relative all'efficienza energetica). Conseguentemente, si prevedono importanti ricadute sulle economie locali e sui privati in termini di sostegno all’occupazione e di riqualificazione e valorizzazione dei luoghi.

Da segnalare l’investimento Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi (M1-C3-I.1.2), che impatta direttamente sui cittadini con disabilità al fine di migliorarne l’accesso ai luoghi della cultura.

 

Per quanto riguarda l’influenza sulle priorità trasversali del Piano, la componente 3 della Missione 1 avrà un impatto nella riduzione dei divari territoriali. In particolare, gli investimenti previsti per incrementare l’attrattività dell’offerta culturale miglioreranno il posizionamento internazionale del Mezzogiorno.

Relativamente al divario di genere, il potenziamento e l’ammodernamento dell’offerta culturale possono generare significative ricadute occupazionali su un settore che è già a forte presenza femminile.

Infine, è presumibile che l’intenzione di incoraggiare l'innovazione e l'uso della tecnologia digitale nelle attività culturali possa favorire l’attrattività delle stesse per i giovani.



 


6.15 Sport

 


Per l’ambito Sport, le risorse del PNRR finanziano investimenti presenti nella componente 1 della Missione 4 e nella componente 2 della Missione 5.

Si tratta, complessivamente, di € 1.000 mln, di cui € 300 mln attribuiti a fondo perduto ed € 700 mln attribuiti a titolo di prestito.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse del PNRR presenti nella componente 1 della Missione 4 e nella componente 2 della Missione 5:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola (M4-C1-I.1.3)

300, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 60

2022: 51

2023: 51

2024: 51

2025: 51

2026: 36

Il piano mira a costruire o adeguare strutturalmente circa 400 edifici da destinare a palestre o strutture sportive, dotandoli di attrezzature sportive adeguate, con l’obiettivo di favorire le attività sportive dalle prime classi della scuola primaria.

 

La durata del progetto è stimata in 5 anni (fino al 2026).

Il piano è gestito dal Ministero dell’istruzione, in collaborazione con il Dipartimento per lo sport ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle palestre, direttamente dagli enti locali proprietari dei relativi edifici, sulla base di linee guida e di un Comitato nazionale che possa garantire la qualità tecnica dei progetti.

 

Sport e inclusione sociale (M5-C2-I.3.1)

700, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 30

2022: 84

2023: 84

2024: 184

2025: 184

2026: 134

Si intende recuperare le aree urbane puntando sugli impianti sportivi e realizzare parchi urbani attrezzati, al fine di favorire l'inclusione e l'integrazione sociale, soprattutto nelle zone più degradate e con particolare attenzione alle persone svantaggiate.

 

La durata del progetto è stimata dal 1/7/2021 al 30/6/2026.

I progetti devono riguardare uno dei seguenti ambiti: 1. costruzione di nuove strutture sportive nelle zone svantaggiate del paese. 2. Fornitura di attrezzature sportive, compresa l'applicazione della tecnologia allo sport; 3. riqualificazione e adeguamento degli impianti sportivi esistenti (rimozione delle barriere architettoniche, efficienza energetica, ecc.).

L’implementazione del progetto si articola in tre fasi: (i) analisi preliminari e azioni necessarie per preparare al meglio gli appalti pubblici; (ii) fase di avvio e realizzazione dei progetti selezionati; (iii) monitoraggio e verifica del livello di implementazione dei progetti, al fine di individuare quelli più efficaci da promuovere e replicare.

Milestone:

Q1-2023: Approvazione dei progetti.

Q2-2026: Completamento di almeno 100 interventi relativi a strutture sportive, riguardanti una zona di almeno 200.000 mq.

 

 


Un ulteriore intervento è previsto nell’ambito della medesima componente 2 della Missione 5, Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (M5-C2-I.2.1) (€ 3.300 mln), con il quale si intende migliorare la qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale anche attraverso la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento, per quanto qui interessa, alla promozione di attività sportive (più approfonditamente, si veda la scheda “Rigenerazione urbana e housing sociale”).

I soggetti destinatari delle risorse sono gli enti locali e, indirettamente, i cittadini, compresi gli studenti.

Per quanto riguarda l’influenza sulle priorità trasversali del Piano, vi è concordanza nel sottolineare l’importanza dello sport per la formazione dei giovani. In particolare, uno dei due progetti è finalizzato proprio a consentire lo svolgimento di attività sportive nelle scuole, per contribuire al pieno sviluppo degli studenti.

 

E’ presumibile che la realizzazione di impianti sportivi nelle aree urbane degradate possa avere un impatto anche in termini di riduzione dei divari territoriali

.


6.16 Turismo


Nel PNRR, i progetti d’investimento in materia di turismo sono enunciati nella Missione 1, Componente C3 “Turismo e cultura” ed, in particolare, nell’ambito di intervento 3.4 Turismo 4.0” cui sono assegnati complessivi 2,4 miliardi di euro di risorse PNRR. Gli investimenti previsti sono volti al miglioramento delle strutture turistico-ricettive e dei servizi turistici, con il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese e di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. L’azione include, in parte, la realizzazione di investimenti pubblici, per una maggiore fruibilità del patrimonio turistico-culturale, in parte il rifinanziamento di misure, anche fiscali, a sostegno alle imprese del settore.

Appare opportuno segnalare come il “turismo” riceva supporto anche attraverso i progetti del PNRR di rilancio e di valorizzazione del patrimonio culturale – parte dei quali sono inclusi nel Progetto “Caput Mundi” dell’intervento 3.4 qui in esame, e parte nei restanti ambiti della Componente C3 – (su di essi, si rinvia alla scheda “Cultura”). Essenziale poi appare il supporto al turismo derivante dagli investimenti sulle infrastrutture, anche digitali (per cui si rinvia all’apposita scheda “Investimenti in infrastrutture digitali”) e sulla rete dei trasporti e della mobilità del paese (per cui si rinvia alla scheda “Mobilità sostenibile”).

 

Obiettivi trasversali: giovani, parità di genere e coesione territoriale

 

Come evidenzia il PNRR, il potenziamento e l’ammodernamento dell’offerta turistica e culturale previsti dalla Missione 1 generano significative ricadute occupazionali su settori a forte presenza femminile come quello alberghiero, della ristorazione, delle attività culturali, nonché forti ricadute nei termini della coesione territoriale, non solo grazie ai progetti volti alla creazione dell’infrastruttura tecnologica e digitale necessaria a fornire all’imprenditoria gli strumenti con i quali ampliare il proprio mercato, per i quali si cita il progetto Hub del turismo digitale M1-C3-I.4.1, ma anche con progetti ad hoc volti a finanziare interventi di valorizzazione delle strutture ricettive di maggior pregio, in particolare quelle operanti nelle regioni meridionali. Nei Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche M1-C3-I.4.2, uno specifico intervento riguarda infatti la sottoscrizione, da parte del Ministero del Turismo, di quote (equity) del "Fondo Nazionale del Turismo" (FNT), gestito da CDP. Si rammenta, inoltre, il rifinanziamento del Fondo di garanzia PMI. Anche il turismo di montagna rientra tra le specifiche finalità delle risorse destinate al FoF BEI – Turismo sostenibile.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nelle Missione 1, afferenti al settore Turismo:


 

 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Hub del turismo digitale

(M1-C3-I.4.1)

114

(sovvenzioni)

 di cui:

2021:    6

2022:  24

2023:  33

2024:  27,1

2025:  16,3

2026:   7,1

 

Si riporta l’importo di 114 milioni presente negli allegati al PNRR anziché quello di 110 milioni presente nel testo del PNRR

Creare un Hub del turismo digitale, accessibile attraverso una piattaforma web dedicata, che consenta il collegamento dell'intero ecosistema turistico. L’investimento si compone di tre linee di intervento:

§  messa a scala del portale Italia.it promosso da ENIT, migliorandone l’interfaccia utente, integrandolo con fonti di dati aggiuntive, ampliandone il portafoglio servizi a disposizione del turista (ad es. assistenza e informazioni sanitarie) e delle professioni turistiche (guide);

§  adozione di modelli di intelligenza artificiale per analizzare (in forma anonima) i dati sul comportamento online degli utenti e i flussi turistici in aree di maggiore e minore interesse

§  sviluppo di un sistema informativo per la promozione e gestione delle attività turistiche, un supporto all’adozione e formazione a beneficio degli operatori turistici di piccole e medie dimensioni nelle zone più arretrate del Paese.

All’indomani della pandemia, il Digital Hub potrà anche concentrarsi su due tipologie di servizi: servizi degli operatori turistici, al fine di tracciare i turisti dotati di pass verde; servizi ai turisti, per identificare le strutture sanitarie nel luogo di destinazione.

Soggetto attuatore: Ministero del Turismo (MiTur).

Beneficiari diretti: P.A, indiretti: imprese del settore, cittadini.

Milestone:

Q2- 2024: coinvolgimento di almeno 20000 operatori turistici nell'hub del turismo digitale.

 

Relevant time period 01/01/2021- 30/06/2026.

Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche

M1-C3-I.4.2

1.786

(prestiti)

di cui:

2021: 247

2022: 416

2023: 407

2024: 558

2025: 158

2026:     0

 

 

Si riporta l’importo di 1.786 milioni presente negli allegati al PNRR anziché quello di 1.790 milioni presente nel testo del PNRR

L'investimento è destinato a una pluralità di interventi, tra cui:

§  Tax credit riqualificazione strutture alberghiere (530 milioni): per aumentare la qualità dell'ospitalità turistica con investimenti finalizzati alla sostenibilità ambientale (fonti rinnovabili a minor consumo energetico) alla riqualificazione e all'aumento degli standard qualitativi delle strutture ricettive italiane (art. 9 e 10 D.L. n. 83/2014). Verrà prevista anche una percentuale di Fondo perduto per incentivare gli investimenti in un periodo complesso come quello post-Covid. Quanto al tax credit riqualificazione, si richiama, fino all’anno 2021 l’applicazione della disciplina temporanea e straordinaria in materia di aiuti di Stato (Temporary framework) e, successivamente, il regime de minimis.

§  Fondo di Fondi (FoF) BEI (Turismo Sostenibile 748 milioni): è ad effetto leva 1:3 capace di generare più di due miliardi di investimenti nelle aree: a) del turismo di montagna sia per infrastrutture sia per servizi ricettivi; b) del settore Business e dell'offerta turistica top quality; c) nel turismo sostenibile e nell'upgrade dei beni mobili e immobili connessi all'attività turistica. Il Fondo può raccogliere capitale attraverso la partecipazione ad iniziative delle istituzioni finanziarie europee per concedere crediti agevolati al settore turistico. Quanto alle modalità operative del FoF BEI, si rinvia a pag. 791 e ss. degli allegati.

§  Sottoscrizione di quote (equity), per 150 milioni di euro, del "Fondo Nazionale del Turismo" (FNT), un "Fondo di fondi" immobiliare gestito da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP) attraverso la sua controllata CDP Immobiliare Sgr (CDP SGR). Si tratta di un fondo d’investimento immobiliare di tipo chiuso destinato a supportare investimenti funzionali all’acquisto, alla ristrutturazione e alla valorizzazione di immobili ad alto potenziale turistico, in particolare degli alberghi più iconici, e sostenere la ripresa e crescita delle catene alberghiere operanti in Italia, soprattutto nelle regioni meridionali.

§  Sezione Speciale Turismo del Fondo Centrale di Garanzia (358 milioni) per facilitare l'accesso al credito per gli imprenditori che gestiscono un'impresa esistente o per i giovani che intendono avviare una propria attività

 Relevant time period: 01/06/2021 - 31/08/2026

La partecipazione al FoF vedrà un erogazione di 398 milioni al 2021 e un’ulteriore erogazione di 350 milioni entro la fine del 2023. Si richiama la disciplina straordinaria quadro in materia di aiuti di Stato (Temporary Framework) fino alla sua scadenza. Sarà inoltre valutata l’applicabilità del GBER (lart. 39).

Quanto al Fondo Nazionale Turismo 50 milioni (a titolo di partecipazione azionaria) saranno erogati dal Mitur a fine 2022.

La partecipazione del Mitur al Fondo è già prevista a legislazione vigente. L’art. 178, del D.L. 34/2020 (Rilancio) e il D.M. attuativo 5 novembre 2020 hanno istituito presso il Mibact (ora Mitur) un Fondo destinato a supportare gli investimenti in immobili destinati ad attività turistico-ricettive, mediante la sottoscrizione, da parte del Ministero, delle quote del FNT. La dotazione del Fondo ministeriale autorizzata dal D.L. Rilancio è di 150 milioni di euro (50 per l’anno 2020, e 100 per il 2021, questi ultimi reperiti attraverso una rimodulazione delle risorse assegnate a valere sul FSC del PON Cultura e turismo).

 

Quanto alla Sezione speciale turismo del Fondo di garanzia PMI, il rifinanziamento previsto dal PNRR opererà nel seguente modo: 100 milioni nel 2021, 58 milioni nel 2022, 100 milioni nel 2023, 50 milioni nel 2024 e 50 milioni nel 2025.

Quanto al regime di aiuti di Stato applicabile, si richiama, per il periodo di operatività, lo State Aid Temporary framework della Commissione UE, e successivamente il regime de minimis.

Soggetti attuatori: MiTur, MISE, BEI, CDP.

Milestone:  

Q4-2021

Adozione della politica di investimento per il: i) il Fondo BEI; ii) Fondo nazionale per il turismo, iii) Fondo di garanzia per le PMI.

Adozione del decreto di attuazione per il Credito d'imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive.

4Q2025 Almeno 3500 imprese turistiche sostenute dal credito d'imposta per infrastrutture

e/o servizi; iii) Almeno 1600 imprese turistiche sostenute

dal fondo di garanzia per le PMI; iv) Almeno 12 proprietà immobiliari riqualificate per il

turismo da parte del Fondo nazionale per il turismo che

potrebbe raggiungere i 17 immobili, considerando l'effetto leva.

Caput Mundi – NGEU per grandi eventi turistici

M1-C3-I.4.2

500

(prestiti)

di cui

2021: 25

2022: 75

2023: 75

2024: 150

2025: 100

2026:   75

 

Attraverso Caput Mundi si intende si vuole creare un itinerario turistico nazionale che muovendo dalla Capitale – in sinergia con eventi come la Ryder Cup 2022 ed il Giubileo del 2025 - porti il turismo lungo i percorsi nazionali spesso meno noti ma non meno unici. Le risorse stanziate saranno destinate alle seguenti iniziative

§  Patrimonio culturale di Roma per Next Generation EU (169,4 milioni): rigenerazione e restauro del patrimonio cultuale e urbano e dei complessi ad alto valore storico e architettonico;

§  Dalla Roma pagana alla Roma cristiana (159,4 milioni): interventi di messa in sicurezza, anti-sismica e restauro di luoghi pubblici ed edifici di interesse storico lungo i cammini giubilari della Città;

§  #Lacittàcondivisa (89,2 milioni): riqualificazione delle aree periferiche della Città e dei siti tematici (aree archeologiche, palazzi) situati nelle ampie zone periferiche al di fuori di Roma;

§  #Mitingodiverde (60,5 milioni): rinnovo e restauro di parchi, giardini storici, fontane e ville;

§  #Roma4.0 (11,5 milioni): digitalizzazione dei servizi culturali;

§  #Amanotesa (10 milioni + 30 finanziati dalla componente M5C2.1 “Rigenerazione urbana”): incremento dell’offerta culturale nelle periferie per promuovere l’inclusione sociale (ad es., rimozione delle barriere architettoniche, sensoriali, culturali e cognitive d’accesso ai luoghi di cultura, supporto a famiglie e soggetti fragili).

La gran parte del Progetto Caput Mundi consiste nel restauro del patrimonio culturale e sarà seguito dalle Soprintendenze. Si tratta di investimenti pubblici che non integrano aiuti di Stato.

 

Milestone:

Q2-2022 Firma degli accordi per i 6 progetti tra MiTur

e i beneficiari/enti attuatori

Q2-2024 Obiettivo: Almeno 100 siti culturali e turistici e 15 Parchi e giardini storici,

riqualificazioni 50% dei SAL.

Q2-2026: Almeno 200 siti culturali e turistici

e 30 Parchi e giardini storici,

riqualificazioni concluse.

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Ordinamento delle professioni delle guide turistiche

(M1-C3-R.4.1)

--

Dare, nel rispetto dell’autonomia locale, un ordinamento professionale alle guide turistiche e al loro ambito di appartenenza.

L’applicazione sistematica e omogenea della riforma permetterebbe di regolamentare i principi fondamentali della professione e di standardizzare i livelli di prestazione del servizio su tutto il territorio nazionale, producendo un effetto positivo sul mercato. La riforma prevedrà interventi di formazione e aggiornamento professionale al fine di supportare al meglio l’offerta.

Sono in corso di esame al Senato, presso la 10° Commissione i disegni di legge AA.SS. 1921 e 2087, sulla Disciplina della professione di guida turistica.

Il 6 maggio 2021, in risposta all'interrogazione n. 3-02026, il Ministro del turismo Garavaglia, ha sottolineato l'esigenza di rivedere la normativa dettata dall'articolo 3 della legge n. 97 del 2013, anche al fine di renderla pienamente operativa ed efficace, "anche prendendo in considerazione i disegni di legge n. 1921 (...) e n. 2087 (...) che (...) poss[o]no costituire una valida base di discussione e confronto per riformare la professione".

 

Q4-2023: Definizione di uno standard nazionale per le guide turistiche.

 



[1]    Il 15 gennaio 2021 il Governo Conte II aveva trasmesso al Parlamento una precedente versione del PNRR. Per un'illustrazione si vedano il dossier Documentazione di finanza pubblica n. 25 (parte I e parte II) dei Servizi di documentazione del Senato e della Camera.

[2]    Per una ricostruzione delle risorse di NGEU e RRF, si veda la Documentazione di finanza pubblica n. 25 citata nella precedente nota.

[3]    Si tratta del regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF). Per un'illustrazione, cfr. la Nota UE n. 67/1 del Servizio studi del Senato.

[4]    Il Piano nazionale è previsto dal decreto-legge n. 59 del 2021, attualmente all'esame del Senato. Per un'illustrazione, si veda il Dossier n. 391 curato dai Servizi studi di Camera e Senato.

[5]    Per un quadro dell’impatto finanziario del PNRR si rinvia al Flash 1/2021 dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) del 21 maggio 2021.

[6]    Per un'illustrazione delle prossime tappe relative al finanziamento e all'attuazione del PNRR, cfr. la Nota su atti dell'UE n. 78 del Servizio studi del Senato.

[7]    Sul sito del Governo è presente una tabella che evidenzia che dal complesso delle risorse del Dispositivo (191,5 miliardi) sono destinati alla transizione ecologica 78,2 miliardi (40,8%) e alla transizione digitale 51,4 miliardi (26,9%).

[8]    Ai fini della complementarietà con la strategia del PNRR, assumono particolare rilievo i 37,3 miliardi di euro assegnati all’Italia per le politiche di coesione (a prezzi 2018, che diventano 42 miliardi di euro a prezzi correnti) - cui si aggiunge la quota nazionale di cofinanziamento per il principio di addizionalità -, da attuare attraverso i Fondi strutturali del FESR, FSE+ e CTE, che rappresentano la principale voce del QFP con cui realizzare il coordinamento e l’utilizzo complementare delle risorse con il PNRR, per rafforzare il perseguimento degli obiettivi di crescita inclusiva e di coesione sociale territoriale già fatti propri dal PNRR.

[9]    Si segnala che è attualmente all’esame della XI Commissione (Lavoro) della Camera una proposta di legge (C. 522 e abb.) che disciplina il rilascio della certificazione di pari opportunità di lavoro da attribuire alle aziende che realizzano i parametri minimi di rispetto delle pari opportunità, con particolare riferimento alla retribuzione corrisposta e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

[10]   Il PNRR trasmesso dal Governo all’UE il 30 aprile 2021, comprensivo degli allegati, è stato trasmesso alle Camere il 4 maggio 2021, nella forma di un file pdf di 2.487 pagine.

[11]   Ad esempio la sigla M5-C3-I.1 indica l’investimento n.1 (I.1) della Componente n.3 (C3) della Missione 5 (M5).

[12]   In alcuni casi il rinvio non è effettuato con un link, bensì attraverso l’indicazione del numero di pagina del PNRR: in tal caso il rinvio si intende alla numerazione delle pagine del file pdf del PNRR (comprensivo degli allegati, per un totale di 2.487 pagine) trasmesso dal Governo alle Camere il 4 maggio 2021.

[13]   Si fa presente che le tre priorità trasversali del Piano (Parità di genere, Giovani, Mezzogiorno) sono oggetto di tre specifiche schede nel presente dossier. Inoltre, elementi di dettaglio sugli investimenti nel Mezzogiorno sono rinvenibili nella scheda sulla Coesione territoriale.

[14]   Si ricorda che il gold plating, consiste nella prassi delle autorità nazionali di introdurre, nel recepimento del diritto UE, norme di regolazione ulteriori rispetto ai requisiti imposti dalla legislazione UE; la legge di stabilità 2012 (art. 15, co. 2, lettera b), l. n. 183/2011) definiscono in termini generali il divieto di gold plating, ovvero il divieto di introdurre un aggravio legislativo degli oneri tecnici e amministrativi previsti dalla disciplina europea, nella fase del recepimento della stessa nella normativa nazionale, e specificano in quali casi sia possibile disattendere il divieto, in una prospettiva di riduzione degli “oneri non necessari”.

[15]   Si tratta di progetti "volti a ridurre il gap fra i risultati del settore della ricerca scientifica e quello dell’applicazione per scopi industriali, attraverso la predisposizione di prototipi per la commercializzazione e la mitigazione dei rischi potenziali - derivanti da eventuali brevetti, licenze o barriere all’entrata - che potrebbero scoraggiare gli investitori di mercato".