Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa) |
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento Bilancio |
Titolo: | Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza |
Serie: | Documentazione di Finanza Pubblica Numero: 28 |
Data: | 27/05/2021 |
Organi della Camera: | V Bilancio, VI Finanze |
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza
Schede di lettura
Maggio 2021
SERVIZIO STUDI
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Documentazione di finanza pubblica n. 28
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DFP28.docx
INDICE
3. Il cronoprogramma delle missioni
4.1.2. Promozione dell’occupazione giovanile.
4.1.5 Valutazione di impatto generazionale sull’occupazione
4.2.2. Promozione dell’occupazione femminile.
4.2.3. Imprenditoria femminile
4.2.4 Sistema nazionale di certificazione della parità di genere
4.2.5. Valutazione di impatto di genere del PNRR sotto il profilo occupazionale
4.2.6 Ulteriori misure suscettibili di impatto sulla condizione femminile
6. Le politiche pubbliche nel PNRR
6.1.2 Semplificazione normativa
6.1.3 Semplificazione amministrativa
6.2. Competitività del sistema produttivo
6.3. Sanità e politiche sociali
6.3.1 Assistenza territoriale sociale e sanitaria
6.3.2 Innovazione tecnologica nel SSN
6.3.3 Formazione e ricerca sanitaria
6.6 Infrastrutture e trasporti
6.6.2 Mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale
6.6.3 Intermodalità e logistica
Il 25 aprile il Governo ha trasmesso al Parlamento il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), oggetto di comunicazioni del Presidente del Consiglio alle Assemblee di Camera e Senato il 26 e 27 aprile. Sulle comunicazioni sono state approvate le risoluzioni n. 6/00189 della Camera e n. 6/00188 del Senato. Il 30 aprile 2021 il Governo ha quindi ufficialmente trasmesso il testo definitivo del PNRR alla Commissione europea[1]; il 4 maggio 2021 il testo è stato trasmesso anche al Parlamento italiano.
Il Piano delinea un “pacchetto completo e coerente di riforme e investimenti”, necessario ad accedere alle risorse finanziarie messe a disposizione dall'Unione europea con il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF), perno della strategia di ripresa post-pandemica finanziata tramite il programma Next Generation EU (NGEU)[2].
Le misure previste dal Piano si articolano intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.
Seguendo le linee guida elaborate dalla Commissione europea, inoltre, il Piano raggruppa i progetti di investimento e di riforma in 16 Componenti, raggruppate a loro volta in 6 Missioni: 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4. Istruzione e ricerca; 5. Coesione e inclusione; 6. Salute.
Il Governo richiede all'Unione europea il massimo delle risorse RRF disponibili per l'Italia, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Per quanto riguarda l'ammontare delle sovvenzioni, il primo 70 per cento è già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento RRF[3], mentre la rimanente parte verrà definitivamente determinata entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del PIL degli Stati membri registrato nel 2020-2021 secondo le statistiche ufficiali. L’ammontare dei prestiti RRF all’Italia è stato stimato in base al limite massimo del 6,8 per cento del reddito nazionale lordo in accordo con la task force della Commissione.
A tali risorse, si aggiungono circa 13 miliardi di euro del programma REACT-EU e circa 30,62 miliardi di euro derivanti dal Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del PNRR [4]. La seguente tabella (tavola 1.1 del PNRR) riepiloga le risorse disponibili per ciascuna missione e componente[5].
Con queste risorse, il Governo intende sia affrontare i problemi macroeconomici del Paese, più volte evidenziati dall'Unione europea con l'analisi approfondita svolta dalla Commissione europea nell'ambito della Procedura sugli squilibri macroeconomici, sia rispondere alle Raccomandazioni specifiche per paese (Country Specific Recommendations - CSR) rivolte all'Italia dal Consiglio dell'Unione europea, in particolare, nel 2019 e nel 2020.
Per quanto riguarda i profili macroeconomici, il Governo evidenzia nel Piano che, attraverso le riforme e gli investimenti prospettati, il tasso di crescita potenziale dell'economia italiana potrà aumentare di 0,8 punti percentuali (0,5 punti per effetto della maggiore spesa e 0,3 punti percentuali per effetto delle riforme) portando il tasso di crescita potenziale nell'anno finale del Piano a 1,4 per cento (rispetto allo 0,6 per cento precedentemente stimato). Di conseguenza, l'impatto complessivo sul PIL nominale viene stimato pari a 3,6 punti percentuali in termini di scostamento rispetto allo scenario base nell'anno 2026 (si veda la Parte 4 del Piano). Ciò consentirà sia di ridurre il rapporto debito pubblico/PIL, sia di diminuire il tasso di disoccupazione, i parametri che evidenziano le maggiori criticità nelle analisi della Commissione europea.
Per quanto riguarda le Raccomandazioni specifiche per paese, oltre a richiamare le misure già adottate negli scorsi anni, il Governo fa riferimento alla Missione 2 in risposta alla raccomandazione specifica relativa al mercato del lavoro (CSR 2 del 2019); alle Missioni 1 e 4 in risposta alla raccomandazione in materia di ricerca e innovazione, infrastrutture, pubblica amministrazione e digitalizzazione (CSR 3 del 2019); alla riforma della giustizia in risposta alla raccomandazione specifica relativa alla riduzione della durata dei processi civili e al contrasto della corruzione (CSR 4 del 2019); alla maggiore crescita economica trainata dall'attuazione del PNRR in risposta alla raccomandazione riguardante il risanamento del sistema bancario (CSR 5 del 2019). Con riferimento alle raccomandazioni specifiche del 2020, il Governo ritiene che gli interventi di sostegno a famiglie e imprese adottate in risposta alla crisi da COVID-19 a partire da marzo 2020 abbiano coperto la maggior parte delle iniziative richieste dal Consiglio.
Il Piano affronta inoltre tutte le tematiche considerate di punta dalla Commissione europea in quanto sfide comuni a tutti gli Stati membri. Si tratta dei sette programmi di punta (“Flagship programs”) europei: 1) Power up (Accendere); 2) Renovate (Ristrutturare); 3) Recharge and refuel (Ricaricare e Ridare energia); 4) Connect (Connettere); 5) Modernise (Ammodernare); 6) Scale-up (Crescere); e 7) Reskill and upskill (Dare nuove e più elevate competenze).
Il Piano prevede inoltre un pacchetto di riforme destinate, nelle intenzioni del Governo, a concorrere al conseguimento degli obiettivi generali del PNRR attraverso la riduzione degli oneri burocratici e la rimozione dei vincoli all'aumento della produttività. Si tratta in particolare di tre tipologie di riforma:
§ riforme orizzontali o di contesto, d’interesse traversale a tutte le Missioni del Piano;
§ riforme abilitanti, ovvero gli interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali;
§ riforme settoriali, contenute all’interno delle singole Missioni - innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche.
A queste si aggiungono quelle riforme che, pur non ricomprese nel perimetro del Piano, il Governo considera concorrenti alla realizzazione degli obiettivi generali del PNRR, e in particolare gli interventi per la razionalizzazione e l’equità del sistema fiscale e quelli per l’estensione e il potenziamento del sistema di ammortizzatori sociali.
Con il programma Next Generation EU il Governo vuole anche affrontare una serie di ritardi storici del Paese che riguardano le persone con disabilità, i giovani, le donne e il Sud. A tale fine, le 6 Missioni del PNRR condividono delle priorità trasversali relative alle pari opportunità generazionali, di genere e territoriali. L’impatto sul recupero del potenziale dei giovani, delle donne e dei territori rappresenteranno fondamentali criteri di valutazione delle misure adottate. Tali obiettivi corrispondono anche alle raccomandazioni specifiche del 2019 e del 2020.
Per quanto riguarda la fase di attuazione del PNRR, il Governo chiarisce che le singole Amministrazioni centrali interessate (Ministeri), nonché le regioni e gli enti locali, provvedono alla realizzazione dei singoli interventi e delle riforme. Un’apposita struttura del Ministero dell’economia e delle finanze provvede al coordinamento centralizzato, il monitoraggio e il controllo sull’attuazione, oltre a costituire il punto di contatto con la Commissione europea per il PNRR. Infine, una Cabina di Regia per il PNRR ha il compito di garantire il monitoraggio dell’avanzamento del Piano, il rafforzamento della cooperazione con il partenariato economico, sociale e territoriale, e di proporre l’attivazione di poteri sostitutivi e le modifiche normative necessarie per l’implementazione delle misure del PNRR[6].
Il PNRR si articola in 6 Missioni, suddivise in 16 Componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo.
Le Componenti, a loro volta, si articolano in 43 ambiti di intervento per progetti omogenei e coerenti.
Per ogni Missione sono indicati le linee di investimento (in totale 133) e le riforme settoriali (49) volte ad introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti. In ciascuna Missione, inoltre, si dà conto dei profili più rilevanti ai fini del perseguimento delle tre priorità trasversali del Piano, costituite da “Parità di genere”, “Giovani” e “Sud e riequilibrio territoriale”.
Nel grafico seguente è illustrato il riparto tra le Missioni, in termini percentuali del complesso delle risorse programmate nel PNRR, pari a 235,12 miliardi, considerando sia le risorse europee del Dispositivo di ripresa e resilienza, pari a 191,5 miliardi, quelle rese disponibili dal programma REACT-EU, per 13 miliardi (che come previsto dalla normativa EU vengono spese negli anni 2021-2013), nonché quelle derivanti dalla programmazione nazionale aggiuntiva.
Il Piano prevede, infatti, in aggiunta alle risorse europee, ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali, che confluiscono in un apposito Fondo complementare finanziato attraverso lo scostamento di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile 2021 e autorizzato dal Parlamento, a maggioranza assoluta, nella seduta del 22 aprile 2021. Il Fondo complementare è stato ripartito per complessivi 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 con il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59.
Si ricorda che, ai sensi del Regolamento (UE) 2021/241 una quota di almeno il 37% delle risorse derivanti dal Dispositivo per la Ripesa e la Resilienza deve essere destinata a misure per la transizione verde e almeno il 20% alla transizione digitale.
Nel Piano gli interventi suddetti non sono concentrati soltanto nelle prime due Missioni, ma si rinvengono in tutte le Missioni e sono segnalati per ogni intervento/riforma settoriale. Nel complesso il Piano afferma che alla transizione ecologica sono destinati il 40% delle risorse e alla transazione digitale il 27%[7].
Il Piano sottolinea che, ai fini del raggiungimento degli obiettivi della politica di coesione, alle risorse considerate dal PNRR si affiancano quelle europee e di cofinanziamento nazionale dei Fondi strutturali della programmazione 2021-2027 – per le quali è in fase avanzata di definizione il nuovo Accordo di partenariato con la Commissione UE - la cui dotazione complessiva ammonta a circa 83 miliardi[8], nonché quelle nazionali del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per la programmazione 2021-2027, stanziate in un primo importo di 50 miliardi dalla legge di bilancio per il 2021, per le quali la citata legge (art. 1, co. 177-178, L. n. 178/2020) ne dispone l’impiego in linea con le politiche settoriali di investimento e di riforma previste nel PNRR, secondo un principio di complementarietà e di addizionalità delle risorse.
In relazione a ciò, nel Piano si mette in evidenza che è stata anticipata nel PNRR la programmazione nazionale del FSC 2021-2027 per un valore di circa 15,5 miliardi, per accelerare la capacità di utilizzo delle risorse e di realizzazione degli investimenti. Tali risorse – sottolinea il Piano - saranno reintegrate nella disponibilità del fondo, così da garantirne la piena addizionalità.
Nelle schede che seguono viene fornita una breve illustrazione dei contenuti e delle risorse assegnate alle sei Missioni del Piano, con riferimento alle singole componenti.
La Missione n. 1 ha come obiettivo generale quello di dare un “impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività del Paese”, mediante investimenti idonei a garantire un deciso salto di qualità nel percorso di digitalizzazione del Paese.
La Missione investe alcuni ampi settori di intervento tra cui:
§ la digitalizzazione e modernizzazione della pubblica amministrazione;
§ la riforma della giustizia;
§ l’innovazione del sistema produttivo;
§ la realizzazione della banda larga;
§ l’investimento sul patrimonio turistico e culturale.
Le linee di intervento della missione si sviluppano attorno a tre componenti progettuali:
§ digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA;
§ digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;
§ turismo e cultura 4.0.
(miliardi di euro)
M1 |
Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo |
PNRR (a) |
React EU (b) |
Fondo complementare |
Totale (a+b+c) |
M1C1 |
Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA |
9,75 |
0,0 |
1,40 |
11,15 |
M1C2 |
Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo |
23,89 |
0,8 |
5,88 |
30,57 |
M1C3 |
Turismo e Cultura 4.0 |
6,68 |
0,0 |
1,46 |
8,13 |
Totale Missione 1 |
40,32 |
0,8 |
8,74 |
49,86 |
La digitalizzazione è uno dei temi trasversali del Piano che ricorrono anche nelle altre missioni coinvolgendo diversi settori tra cui:
§ le infrastrutture nel loro complesso, da quelle energetiche a quelle dei trasporti, dove i sistemi di monitoraggio con sensori e piattaforme dati rappresentano un archetipo innovativo di gestione in qualità e sicurezza degli asset (Missioni 2 e 3);
§ la scuola, nei programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle funzioni amministrative, della qualità degli edifici (Missione 4);
§ la sanità, nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell’aggiornamento del personale, al fine di garantire il miglior livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini (Missioni 5 e 6).
La Missione 2 concerne i grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento.
(miliardi di euro)
M2 |
Rivoluzione verde e transizione ecologica |
PNRR (a) |
React EU (b) |
Fondo complementare |
Totale (a+b+c) |
M2C1 |
Economia circolare e agricoltura sostenibile |
5,27 |
0,50 |
1,20 |
6,97 |
M2C2 |
Transizione energetica e mobilità sostenibile |
23,78 |
0,18 |
1,40 |
25,36 |
M2C3 |
Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici |
15,36 |
0,32 |
6,56 |
22,24 |
M2C4 |
Tutela del territorio e della risorsa idrica |
15,06 |
0,31 |
0,0 |
15,37 |
Totale Missione 2 |
59,47 |
1,31 |
9,16 |
69,94 |
La Missione n. 3, “Infrastrutture per la Mobilità sostenibile”, punta a completare entro il 2026, un sistema infrastrutturale moderno, digitalizzato e sostenibile.
La missione intende realizzare opere necessarie a intervenire sui fattori di debolezza che hanno penalizzato lo sviluppo economico del Paese, contribuendo al raggiungimento dei target europei di riduzione delle emissioni e di progressiva decarbonizzazione della mobilità. Tali investimenti, inoltre, avranno una particolare attenzione ai territori meno collegati e saranno quindi volti a colmare il divario fra Nord e Sud e tra le aree urbane e aree interne e rurali del Paese. In questo modo, essi favoriranno la coesione sociale e la convergenza economica fra le aree del Paese, uniformando la qualità dei servizi di trasporto su tutto il territorio nazionale.
(miliardi di euro)
M3 |
Infrastrutture per una mobilità sostenibile |
PNRR (a) |
React EU (b) |
Fondo complementare |
Totale (a+b+c) |
M3C1 |
Investimenti sulla rete ferroviaria e sulla sicurezza stradale |
24,77 |
0,0 |
3,2 |
27,97 |
M3C2 |
Intermodalità e logistica integrata |
0,63 |
0,0 |
3,86 |
3,49 |
Totale Missione 3 |
25,40 |
0,0 |
6,06 |
31,46 |
La Missione 4 “Istruzione e ricerca” si basa su una strategia che poggia sui seguenti assi portanti:
§ miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione
§ miglioramento dei processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti
§ ampliamento delle competenze e potenziamento delle infrastrutture scolastiche
§ riforma e ampliamento dei dottorati
§ rafforzamento della ricerca e diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese
§ sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico
§ potenziamento delle condizioni di supporto alla ricerca e all’innovazione
(miliardi di euro)
M4 |
Istruzione e ricerca |
PNRR (a) |
React EU (b) |
Fondo complementare |
Totale (a+b+c) |
M4C1 |
Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università |
19,44 |
1,45 |
0,0 |
20,89 |
M4C2 |
Dalla ricerca all’impresa |
11,44 |
0,48 |
1,0 |
12,92 |
Totale Missione 3 |
30,88 |
1,93 |
1,0 |
33,81 |
Accanto alla transizione verde e digitale, la crescita inclusiva e la coesione sociale e territoriale costituiscono pilastri fondamentali della programmazione e del contenuto dei PNRR nazionali.
La Missione n. 5 riveste un ruolo di rilievo nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il PNRR, di sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, di incremento delle prospettive occupazionali dei giovani, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne.
Il Piano sottolinea che tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma sono perseguite in tutte le missioni del Piano medesimo.
La Missione si esplica in 3 componenti, ciascuna delle quali sarà accompagnata da una serie di riforme di sostegno.
1. La componente “Politiche per il lavoro” mira ad accompagnare la trasformazione del mercato del lavoro con adeguati strumenti che facilitino le transizioni occupazionali; a migliorare l’occupabilità dei lavoratori; a innalzare il livello delle tutele attraverso la formazione.
2. La componente “Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore” mira a valorizzare la dimensione “sociale” delle politiche sanitarie, urbanistiche, abitative, dei servizi per l’infanzia, per gli anziani, per i soggetti più vulnerabili, così come quelle della formazione, del lavoro, del sostegno alle famiglie, della sicurezza, della multiculturalità, dell’equità tra i generi.
3. La componente “Interventi speciali di coesione territoriale” prevede il rafforzamento di interventi speciali in specifici ambiti territoriali: le aree interne del Paese, la valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie, il potenziamento degli strumenti di contrasto alla dispersione scolastica e dei servizi socio-educativi ai minori, la riattivazione dello sviluppo economico attraverso il miglioramento delle infrastrutture di servizio delle Aree ZES.
(miliardi di euro)
M5 |
Inclusione e coesione |
PNRR (a) |
React EU (b) |
Fondo complementare |
Totale (a+b+c) |
M5C1 |
Politiche per il lavoro |
6,66 |
5,97 |
0,0 |
12,63 |
M5C2 |
Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore |
11,17 |
1,28 |
0,34 |
12,79 |
M5C3 |
Interventi speciali di coesione territoriale |
1,98 |
0,0 |
2,43 |
4,41 |
Totale Missione 5 |
19,81 |
7,25 |
2,77 |
29,83 |
Come esposto nella Tabella, per la realizzazione degli interventi inseriti nella missione, in quanto finalizzata a colmare i divari di genere, generazionali e territoriali, un importante apporto finanziario è fornito dalle risorse del React-EU, con un importo pari a circa 7,3 miliardi di euro.
Come indicato nel Piano, infatti, la programmazione di REACT-EU destina risorse aggiuntive per la politica di coesione 2014-2020 indirizzate ai Paesi più colpiti dalla pandemia e assegna al nostro Paese la quota più alta (circa 13 miliardi su 47 miliardi complessivi) di cui quasi 8,5 miliardi sono rivolti al Mezzogiorno. La nuova programmazione valorizza innovazione e green, introduce un nuovo capitolo per affrontare i cronici problemi idrici, irrobustisce i sostegni alle PMI meridionali e investe risorse sulla ricerca, l’istruzione, il lavoro. In coerenza con le indicazioni europee, sono previste esclusivamente misure effettivamente realizzabili entro la scadenza del 2023, gestite a livello nazionale attraverso lo strumento dei PON.
Nella Missione n. 6 un primo intervento, in termini di riforme e investimenti, è finalizzato ad allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese. Un’altra significativa parte delle risorse è destinata a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, a promuovere la ricerca e l'innovazione e allo sviluppo di competenze tecnico-professionale, digitale e manageriali del personale.
M6 |
Inclusione e coesione |
PNRR (a) |
React EU (b) |
Fondo complementare |
Totale (a+b+c) |
M6C1 |
Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza territoriale |
7,0 |
1,50 |
0,50 |
9,0 |
M6C2 |
Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio nazionale |
8,63 |
0,21 |
2,39 |
11,23 |
Totale Missione 6 |
15,63 |
1,71 |
2,89 |
20,23 |
Nella tabella sono riportate le misure legislative previste dal PNRR. Esse sono state selezionate in quanto esplicitamente definite come tali nel Piano e nei suoi allegati tecnici.
Per ciascuna misura è indicato quando il piano specifica lo specifico strumento legislativo che si intende adottare: decreto-legge, legge-delega o legge. Sotto all’indicazione della misura legislativa sono riportate le pagine del Piano e degli allegati in cui la misura è citata.
Per ogni misura sono inoltre indicate:
§ La tempistica prevista per l’intervento;
§ La tipologia di intervento (tipo di riforma o missione) alla quale la misura è ascritta (al riguardo si rinvia alla legenda; per le riforme si è utilizzato le definizioni previste dal piano alle p. 32 e 43);
§ La presenza sull’argomento di progetti di legge per i quali sia stato avviato l’esame nelle Commissioni di Camera e Senato;
§ Ulteriori elementi d’interesse ricavabili da Piano e dagli allegati.
Sulla base dei dati contenuti nella tabella merita segnalare che il PNRR contempla 53 misure legislative: 9 di queste saranno adottate con decreto-legge; 12 con legge delega; per una si prevede l’adozione di un decreto legislativo. Delle 53 misure 8 sono associate a provvedimenti dichiarati, in base al Documento di economia e finanza 2021, collegati alla manovra di finanza pubblica.
Delle 9 misure adottate con decreto-legge per 7 si annuncia l’adozione entro il mese di maggio 2021, per 1 entro il mese di giugno 2021 e per 1 entro il mese di giugno 2022.
Per gli 8 provvedimenti collegati 1 sarà presentato entro il mese di giugno 2021, 1 nel luglio 2021, 1 nel mese di settembre 2021, 2 nel mese di dicembre 2021; per i rimanenti provvedimenti collegati non è indicata la data di presentazione. L’approvazione è prevista entro il dicembre 2021 per 1 provvedimento collegato, entro il giugno 2022 per 1 provvedimento collegato, entro il settembre 2023 per 1 provvedimento collegato. Per i rimanenti provvedimenti collegati non è indicata la data di approvazione.
Merita pure segnalare che di 3 misure legislative è annunciata fin d’ora la presentazione successivamente al marzo 2023 e quindi nella prossima Legislatura. Si tratta della legge annuale della concorrenza che dovrebbe contenere la riforma delle concessioni autostradali; della legge annuale della concorrenza 2024 e della legge per la digitalizzazione dei documenti portuali. Di 6 misure legislative si prevede fin d’ora l’approvazione nella prossima Legislatura. Si tratta della legge sulla concorrenza 2022 (che dovrebbe contenere i piani di sviluppo dell’energia elettrica), della legge sulla riforma della proprietà industriale, della normativa sulla gestione delle risorse umane nelle pubbliche amministrazioni, della legge sull’ordinamento professionale sulle guide turistiche, della legge sulla semplificazione normativa per gli impianti di energie rinnovabili onshore e offshore, del completamento del federalismo fiscale. Per una delle 6 misure (la legge sulla concorrenza 2022) si indica esplicitamente che l’esame avrà inizio nella Legislatura in corso.
Si rileva infine che per 10 delle 53 misure legislative risulta avviato l’iter parlamentare di progetti di legge sulla medesima materia. Per 2 di queste misure si prevede l’approvazione entro il dicembre 2021, per 1 nel dicembre 2022, per 1 nel dicembre 2023; in 1 caso (il dissesto idrogeologico) si annuncia la presentazione nel giugno 2022 di un decreto-legge; nei rimanenti casi non si indica la data di approvazione.
L’incremento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani rappresenta una delle tre priorità trasversali del PNRR, ragione per la quale misure dirette al perseguimento della parità generazionale sono rinvenibili in ciascuna Missione del Piano.
Le misure previste dal Piano in tema di parità generazionale sono in prevalenza rivolte a promuovere una maggiore partecipazione dei giovani al mercato del lavoro, attraverso:
1) interventi diretti di sostegno all’occupazione giovanile;
2) interventi indiretti che produrranno benefici trasversali anche in ambito generazionale.
Di seguito, in forma tabellare, le principali misure afferenti alle politiche giovanili presenti nel PNRR (per la cui specifica trattazione vedi infra); le risorse stanziate dal Piano per gli interventi considerati in questa sede - per i quali non sono previste ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare – sono pari a circa 7,5 mld di euro e rappresentano poco più del 3.9 per cento delle risorse del Dispositivo di ripresa e resilienza (pari a 191,5 mld di euro).
(Le risorse sono riportate in milioni di euro)
MISURE |
INVESTIMENTO/INTERVENTO |
RISORSE |
OBIETTIVI |
FAVORIRE L’OCCUPAZIONE GIOVANILE |
Assunzioni di giovani per l’esecuzione dei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN
|
-- |
Inserimento nei bandi gara per le imprese che, a diverso titolo, parteciperanno ai progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN, di previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di giovani, anche per il tramite di contratti di formazione/specializzazione che possono essere attivati prima dell’avvio dei medesimi progetti. |
Sistema duale (M5-C1-I.1.4) |
600 (sovvenzioni) di cui: 2021: 220 2022: 120 2023: 220 2024: 20 2025: 20 |
La partecipazione di almeno 135.000 persone in più nel quinquennio 2021-2025 |
|
Servizio civile universale (M5-C1-I.2.1) |
650 (sovvenzioni) di cui: 2021: 216,6 2022: 216,7 2023: 216,7 Ulteriori 300 mln di euro proverranno dal Fondo nazionale per il Servizio civile. |
La partecipazione di almeno 135.000 persone in più nel triennio 2021-2023 |
|
Servizio civile digitale (all’interno dell’investimento “Competenze digitali di base”, M1-C1-I.1.7) |
60 |
Entro il 2026 il 70 % dei cittadini e residenti dovranno essere in possesso almeno delle competenze digitali di base. |
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ASSUNZIONI NELLA P.A. |
Personale a tempo determinato per l’implementazione del PNRR (M1-C1-I.2.1) |
9 (sovvenzioni) di cui: 2021: 1 2022: 4 2023: 4 |
Reclutamento di personale a tempo determinato che lavorerà per l’implementazione del PNRR |
Percorsi di reclutamento dedicati ai giovani dotati di elevate qualifiche (nell’ambito della Riforma “Accesso e reclutamento”, M1-C1-R.2.1) |
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Inserire giovani altamente qualificati (dottorati, master, esperienza internazionale) nelle amministrazioni con percorsi rapidi, affiancati da una formazione ad hoc, entro il 2021. |
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ASSUNZIONI NEI TRIBUNALI |
Piano di assunzioni a tempo determinato (con durata massima di 3 anni) per l’Ufficio del processo (M1-C1-I3.1) |
Circa 603 di cui: ca. 211 mln per l’assunzione di 1.600 giovani laureati (1.660 negli allegati tecnici); ca. 82 mln per l’assunzione di 750 giovani diplomati specializzati; ca. 310 mln per l’assunzione di 3.000 giovani diplomati |
Dopo l'entrata in vigore dei necessari regolamenti di accompagnamento, i profili indicati saranno assunti nell’arco del 1° trimestre del 2022. |
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ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE |
Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS) (M4-C1-I1.5) |
1.500 (sovvenzioni) di cui: 2022: 380 2023: 750 2024: 200 2025: 100 2026: 70 |
Incrementare il numero degli attuali iscritti a percorsi ITS (18.750 frequentanti e 5.250 diplomati all’anno) almeno del 100 per cento tra il 2021 ed il 2025 |
Riduzione dei divari territoriali nel primo e secondo ciclo delle superiori (M4-C1-I1.4) |
1.500 (sovvenzioni) di cui: 2021: 400 2022: 460 2023: 510 2024: 130 A questi si aggiungono 750 mln PON e 240 mln da L. bilancio 2021. |
Tra il 2021 ed il 2024 garantire un livello adeguato di competenze ad almeno un milione di studenti all’anno (per 4 anni), anche per mezzo dello sviluppo di un portale nazionale formativo unico |
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Riforma delle lauree abilitanti per determinate professioni (M4-C1-R1.6) |
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La riforma sarà completata entro il 2021 (attraverso il ddl C. 2751, attualmente all’esame delle Commissioni II e VII della Camera, collegato alla legge di bilancio 2021) ed estesa ai laureati interessati a partire dal 2022 |
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GIOVANI RICERCATORI |
Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori (M4-C2-I1.2) |
600 (sovvenzioni) di cui: 2022: 100 2023: 175 2024: 150 2025: 100 2026: 75 A questi si aggiungono 200 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei. |
Dal 2022 al 2026, sostenere le attività di ricerca di un massimo di 2100 giovani ricercatori. Tra il 2022 e il 2025 saranno previsti quattro inviti per la presentazione di progetti. |
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BORSE DI STUDIO E ALLOGGI |
Borse di studio per l’accesso all’università (M4-C1-I1.7) |
500 (sovvenzioni) di cui: 2022: 166 2023: 167 2024: 167 A questi si aggiungono 450 mln REACT-EU e 660 mln dalla legge di bilancio 2021 |
Tra il 2022 ed il 2024: - aumentare di 700 euro in media l’importo delle borse di studio, arrivando così ad un valore di circa 4.000 euro per studente; - ridurre il divario tra la percentuale di studenti con una borsa di studio in Italia (pari al 12%) e la media UE (circa il 25%). |
Alloggi per gli studenti (M4-C1-R1.7) |
960 (sovvenzioni) di cui: 2022: 40 2023: 160 2024: 320 2025: 280 2026: 160 |
Triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40 mila a oltre 100 mila entro il 2026. |
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TURISMO |
Sezione Speciale Turismo del Fondo Centrale di Garanzia per facilitare l'accesso al credito per i giovani che intendono avviare una propria attività (all’interno dell’investimento “Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche” M1-C3-I.4.2)
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358 (prestiti) di cui: 2021: 100 2022: 58 2023: 100 2024: 50 2025: 50 |
Almeno 1600 imprese turistiche sostenute dal fondo di garanzia per le PMI |
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START-UP E VENTURE CAPITAL |
Supporto a imprese start-up e venture capital attive nella transizione ecologica (M2-C2-I5.4) |
250 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 50 2023: 50 2024: 50 2025: 50 2026: 50 |
L’investimento si articolerà dal 2021 al 2026 e potrebbe avere un impatto, diretto o indiretto, su circa 350-400 start-up |
Accanto alle predette misure dirette, si segnalano anche le seguenti azioni trasversali che il Piano ritiene potranno consentire di ottenere benefici anche in ambito generazionale:
§ l’accelerazione della transizione ecologica (Missione 2), che contribuirà all’incremento dell’occupazione giovanile in tutti i settori toccati (tra cui le energie rinnovabili, le reti di trasmissione e distribuzione, la filiera dell’idrogeno);
Sul punto, dall’indagine del sistema Excelsior di Unioncamere sul fabbisogno occupazionale in Italia tra il 2020 e il 2024 emerge una crescente domanda di personale da inserire in azienda con competenze sui temi ambientali. L’incidenza stimata di figure a cui sarà domandata nel quinquennio 2020-2024 un’attitudine green almeno medio-bassa va dal 60% per i gruppi low-skill al 63% delle professioni high-skill.
§ lo sviluppo di una mobilità sostenibile e l’incremento delle opportunità di mobilità (Missione 3) che, dal punto di vista generazionale, sono definite dal PNRR fondamentali per la formazione e per il corretto collocamento nel mondo del lavoro dei giovani;
Secondo una stima dell’Organizzazione internazionale del lavoro, il passaggio ad una mobilità sostenibile potrà creare entro il 2030 circa 18 milioni di nuovi posti di lavoro (risultato dato dalla differenza tra circa 24 mln di nuovi posti di lavoro e la perdita di 6 mln).
§ la possibile revisione dell’Irpef (nell’ambito della Riforma fiscale di accompagnamento al Piano), che potrebbe sostenere la partecipazione al lavoro dei giovani;
§ gli interventi di rigenerazione urbana (Missione 5) che, in quanto finalizzati al recupero del degrado sociale e ambientale, assumono rilievo come strumento di supporto all'inclusione soprattutto giovanile.
Di seguito, una descrizione delle misure collegate alle politiche giovanili con riferimento alle diverse missioni e aree tematiche.
Tra le diverse misure presenti trasversalmente nel Piano dirette ad agevolare, anche indirettamente, l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro si segnalano, in particolare:
§ la valorizzazione del capitale umano ed il miglioramento delle competenze (Missione 1), soprattutto con riferimento alle nuove professioni, che potrà creare maggiori opportunità di lavoro in particolar modo per le generazioni più giovani. Inoltre, nella medesima Missione 1, ai percorsi ordinari di reclutamento il Piano affianca programmi dedicati ai giovani dotati di elevate qualifiche (dottorati, master, esperienza internazionale) da inserire nelle amministrazioni con percorsi rapidi, affiancati da una formazione specifica;
§ gli investimenti e le riforme sulla transizione ecologica (Missione 2), che contribuiranno alla creazione di occupazione giovanile in tutti i settori toccati dal Green Deal europeo (tra cui le energie rinnovabili, le reti di trasmissione e distribuzione, la filiera dell’idrogeno);
§ il potenziamento della formazione professionale (Missione 5) – anche attraverso il rafforzamento del sistema duale – che potrà ridurre il disallineamento tra le competenze possedute, anche digitali, e quelle effettivamente richieste dalle imprese, agevolando così l’ingresso nel mondo del lavoro;
§ il potenziamento del “Servizio Civile Universale” (Missione 5), che determinerà un incremento del numero di giovani tra i 18 e i 28 anni che possono accedere ad un percorso di apprendimento volto ad accrescere le proprie conoscenze e competenze e meglio orientarle per l’ingresso nel mondo del lavoro, con un innalzamento della qualità dei programmi e progetti in cui i giovani vengono impegnati.
§ l'istituzione del “Servizio Civile Digitale” (Missione 1), attraverso il reclutamento di giovani che aiuteranno gli utenti ad acquisire competenze digitali di base; inoltre, all’interno della pubblica amministrazione lo sforzo di reskilling e upskilling includerà un’ampia offerta di corsi online aperti e di massa (MOOC, i.e. Massive Open Online Courses) e l’introduzione di “comunità di competenze” (Community of Practice);
§ l’attivazione di borse di studio (Missione 6), che riguardano in particolare il corso di formazione specifica in medicina generale, nonché le misure in tema di ecosistema per l’innovazione previste dalla, che avranno un impatto positivo sulle opportunità di lavoro qualificato e di imprenditorialità tra i giovani.
Un impatto diretto particolarmente rilevante sulle nuove generazioni caratterizza le misure presenti nell’ambito della Missione 4, “Istruzione e ricerca”, anche in considerazione del fatto che tutti i suoi obiettivi sono rivolti principalmente a fornire ai giovani gli strumenti necessari per una partecipazione attiva alla vita sociale, culturale ed economica del Paese, nonché competenze indispensabili per affrontare i processi già in atto di trasformazione digitale ed ecologica.
La Missione 4 interviene su tutto il ciclo dell’istruzione e della ricerca, con azioni dirette, in particolare:
§ a migliorare le competenze di base;
§ a ridurre i tassi di abbandono scolastico e il divario territoriale;
§ a colmare le distanze tra istruzione e lavoro, anche grazie alla riforma e allo sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS);
§ al potenziamento delle competenze quantitative, tecnologiche e linguistiche nelle scuole, al fine di dotare gli studenti già dalle scuole primarie di una preparazione che sviluppi le capacità digitali.
Inoltre, gli investimenti previsti nella Missione 4 facilitano l’accesso all’istruzione universitaria, con nuove borse di studio, e le opportunità per i giovani ricercatori, con l’estensione dei dottorati di ricerca e il finanziamento di progetti presentati.
Tra le riforme di accompagnamento al Piano, di impatto significativo sul tema delle politiche giovanili, va ricordato il c.d. "Family act", vale a dire il disegno di legge, attualmente all'esame della Commissione affari sociali della Camera (A.C. n. 2561), recante Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. Esso contiene misure per il sostegno alle famiglie con figli, per la promozione della partecipazione al lavoro delle donne, per il sostegno ai giovani.
Si tratta del primo progetto organico di riforma delle politiche per la famiglia, che fa leva su un potenziamento del sistema del welfare, tramite l’introduzione dell’assegno unico e universale, la revisione dei congedi parentali e il sostegno ai percorsi educativi dei figli, la sicurezza lavorativa, attraverso le misure di sostegno al lavoro femminile e, di nuovo, una revisione moderna dei meccanismi che consentono una conciliazione dei tempi di lavoro e di cura dei figli a carico di entrambi i genitori.
Il Piano affronta anche il tema della formazione e della emancipazione giovanile, nell’ottica dell’introduzione di misure di sostegno ai giovani, affinché acquisiscano autonomia sul piano finanziario, tramite detrazioni fiscali per le spese sostenute per acquistare libri universitari per i figli maggiorenni a carico, qualora non usufruiscano di altre forme di sostegno per l'acquisto dei libri di testo, ovvero tramite agevolazioni fiscali per le spese sostenute dalle famiglie relativamente a contratti di locazione di abitazioni per i figli maggiorenni iscritti a corsi universitari. Accanto al dato educativo, viene inoltre prevista l’introduzione di agevolazioni fiscali per la locazione dell'abitazione principale per le giovani coppie composte da soggetti aventi ambedue età non superiore a trentacinque anni alla data di presentazione della domanda.
Nel Piano, il Governo ha effettuato una valutazione dell’impatto che le misure del PNRR avranno sull’occupazione giovanile.
Di seguito una Tabella che riporta le variazioni percentuali dell’occupazione giovanile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, secondo la quale l’occupazione giovanile registra un incremento del 3,2 per cento nel triennio 2024-2026 rispetto allo scenario di base, con una accentuata attivazione nel Sud (+ 4,9 per cento nello stesso periodo).
Tavola 4.14: Impatto del PNRR sull’occupazione giovanile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario di base)
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2021 |
2022 |
2023 |
2024-2026 |
Occupazione totale |
0,7 |
2,2 |
3,2 |
3,2 |
Occupazione giovanile |
0,4 |
2,0 |
3,0 |
3,2 |
Occupazione giovanile Mezzogiorno |
1,0 |
3,3 |
4,5 |
4,9 |
Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT
Nella Tavola seguente le variazioni percentuali dell’occupazione giovanile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, con riferimento all’incidenza sul predetto tasso di occupazione delle misure previste dal PNRR suddivise per Missioni e componenti.
Tavola 4.16: Occupazione giovanile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario base)
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2021 |
2022 |
2023 |
2024-2026 |
Totale PNRR |
0,4 |
2.0 |
3,0 |
3,2 |
M1 |
0,1 |
0,4 |
0,8 |
0,9 |
M2 |
0.2 |
0,7 |
0,8 |
0,8 |
M3 |
0,0 |
0,1 |
0,2 |
0,3 |
M4 |
0,1 |
0,3 |
0,5 |
0,5 |
M5 |
0,1 |
0,4 |
0,5 |
0,6 |
M6 |
0,0 |
0,1 |
0,2 |
0,2 |
(Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT)
All’interno del PNRR la parità di genere rappresenta una delle tre priorità trasversali in termini di inclusione sociale.
Per contrastare le molteplici dimensioni della discriminazione verso le donne, che la pandemia ha contribuito ad evidenziare, il Governo annuncia nel PNRR l’adozione di una Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 entro il primo semestre 2021.
La prima Strategia nazionale dovrà risultare coerente con la Strategia per la parità di genere 2020-2025 adottata dalla Commissione europea a marzo 2020.
La strategia si propone di raggiungere entro il 2026 l’incremento di cinque punti nella classifica dell’Indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), che attualmente vede l’Italia al 14esimo posto nella classifica dei Paesi UE-27.
L'Indice sull’uguaglianza di genere prende in considerazione 6 diversi settori (Lavoro, Denaro, Conoscenza, Tempo, Potere e Salute) ed ha un valore compreso tra 1 e 100, dove 1 indica un'assoluta disparità di genere e 100 segna il raggiungimento della piena uguaglianza di genere. Dal 2019 l'Indice rileva anche due aree aggiuntive, quella della violenza contro le donne e quella delle disuguaglianze intersezionali (quelle forme cioè di discriminazione basate su più fattori che interagiscono tra loro in modo da non poter più essere distinti e separati).
Nell’indice sull’uguaglianza di genere 2020 elaborato dall'EIGE, l'Italia ha ottenuto un punteggio di 63,5 su 100. Tale punteggio è inferiore alla media dell’UE di 4,4, punti.
Si consideri che i punteggi dell'Italia sono inferiori a quelli della media UE in tutti i settori, ad eccezione di quello della salute. Le disuguaglianze di genere sono più marcate nei settori del potere (48,8 punti), del tempo (59,3 punti) e della conoscenza (61,9 punti).
L’Italia ha il punteggio più basso di tutti gli Stati membri dell'UE nel settore del lavoro (63,3). Il suo punteggio più alto è invece nel settore della salute (88,4 punti).
Concretamente, le misure previste dal Piano in favore della parità di genere sono in prevalenza rivolte a promuovere una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, attraverso:
§ interventi diretti di sostegno all’occupazione e all’imprenditorialità femminile;
§ interventi indiretti o abilitanti, rivolti in particolare al potenziamento dei servizi educativi per i bambini e di alcuni servizi sociali, che il PNRR ritiene potrebbero incoraggiare un aumento dell’occupazione femminile.
Di seguito, tali misure sono riassunte in forma tabellare (per la cui specifica trattazione vedi infra).
MISURE |
INVESTIMENTO/INTERVENTO |
RISORSE |
OBIETTIVI |
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FAVORIRE L’OCCUPAZIONE FEMMINILE |
Assunzioni di donne per l’esecuzione dei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN
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Inserimento nei bandi gara per le imprese che, a diverso titolo, parteciperanno ai progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN, di previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di donne. |
Creazione di imprese femminili (M5-C1-I.1.2) |
400 (prestiti)
di cui: 2021: 25 2022: 50 2023: 75 2024: 100 2025: 100 2026: 50 |
Incrementare, attraverso la creazione del “Fondo Impresa Donna”, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e sistematizzare e ridisegnare gli attuali strumenti di sostegno all’avvio e alla realizzazione di progetti aziendali per imprese a conduzione femminile o a prevalente partecipazione femminile |
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Sistema di certificazione della parità di genere (M5-C1-I.1.3) |
10 (sovvenzioni)
di cui: 2021: 0,5 2022: 2 2023: 1,5 2024: 2 2025: 2,5 2026: 1,5 |
Definire un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere che incentivi le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche, quali, ad esempio, opportunità di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere, tutela della maternità. L’attivazione è prevista a partire dal secondo trimestre 2022 e la fase sperimentale durerà fino al secondo trimestre del 2026. |
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Politiche attive del lavoro e formazione (M5-C1-R.1.1) |
4.400 (sovvenzioni)
di cui: 2021: 400 2022: 1.000 2023: 1.000 2024: 1.000 2025: 1.000
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Il potenziamento delle politiche attive del lavoro contribuiranno, tra l’altro, a ridurre il numero di NEET, fra i quali si registra un significativo divario di genere. |
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ASSUNZIONI E LAVORO NELLA P.A. |
Riforma “Accesso e reclutamento” (M1-C1-R.2.1) |
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Si stima che i nuovi meccanismi di reclutamento del personale possano contribuire al riequilibrio di genere nell’ambito della PA. Nell’ambito delle modifiche alla disciplina della dirigenza si prevede di attuare azioni mirate per incoraggiare le donne ad acquisire le competenze necessarie per le promozioni e a ricoprire ruoli più manageriali, al fine di colmare il divario di genere nelle posizioni manageriali di alto livello. |
Competenze e capacità amministrativa (M1-C1-I.2.3) |
490 (sovvenzioni)
di cui: 2021: 29,9 2022: 85 2023: 110 2024: 110 2025: 100 2026: 55 |
Nell’ambito degli investimenti in formazione, attraverso un programma di Massive Open Online Courses (MOOC) su competenze chiave, saranno obbligatori alcuni moduli, come Etica, Competenze digitali o Empowerment delle donne. |
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ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE |
Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia (M4-C1-I.1.1) |
4.600 (sovvenzioni)
di cui: 2021: 650 2022: 650 2023: 1.250 2024: 1.000 2025: 750 2026: 300 |
La mancanza di servizi educativi per i bambini, combinata con l'iniqua distribuzione dei carichi di lavoro familiari, influisce negativamente sull'offerta di lavoro femminile e riduce il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Si stima che la costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia possa incentivare indirettamente l’occupazione delle donne. |
Piano di estensione del tempo pieno e mense (M4-C1-I.1.2) |
960 (sovvenzioni)
di cui: 2022: 260 2023: 330 2024: 150 2025: 100 2026: 120
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Si intende estendere il tempo pieno, anche attraverso costruzione o ristrutturazione degli spazi delle mense, per un totale di circa 1.000 edifici. Si prevede che il piano possa avere effetti positivi sull’occupazione femminile. |
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RICERCA |
Fondo per il Programma Nazionale Ricerca (PNR) e progetti di Ricerca di Significativo Interesse Nazionale (PRIN) (M4-C2-I.1.1) |
1.800 (prestiti)
di cui: 2021: 300 2022: 300 2023: 300 2024: 900 |
Tra il 2021 e il 2024 saranno programmati 4 inviti a presentare progetti (l'invito 2021 è già stato aperto e la procedura di selezione è in corso). Gli inviti disporranno di risorse specifiche per affrontare i divari di genere o territoriali del paese. |
Partenariati allargati estesi a università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base (M4-C2-I.1.3)
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1.610 (prestiti)
di cui: 2022: 260 2023: 300 2024: 550 2025: 250 2026: 250
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Per effetto dell’attuazione di questa misura si prevede che la percentuale di ricercatrici a tempo determinato dovrà salire dall’attuale 34%, al 40%.
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TURISMO E CULTURA |
Potenziamento e Ammodernamento dell’offerta turistica e culturale (M1-C3) |
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Il Piano stima che il potenziamento dei servizi turistici e culturali previsti dalla Missione 1 possano generare significative ricadute occupazionali su settori a forte presenza femminile come quello alberghiero, della ristorazione, delle attività culturali. |
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SALUTE E ASSISTENZA SOCIALE |
Legge quadro sulla disabilità (M5-C2-I.1)
Riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti (M5-C2-I.1) |
800
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Si stima che il rafforzamento dell’assistenza sociosanitaria rivolta alla cura dei soggetti fragili e dei malati cronici e la contemporanea riprogettazione ed il potenziamento dei servizi pubblici di cura rivolti agli anziani non autosufficienti e ai disabili disegnano una assistenza sul territorio con ricadute molto importanti per l’occupazione femminile, poiché, da un lato alleggeriscono le donne dall’impegno di cura familiare, al quale esse sono prevalentemente dedite, dall’altro creano nuove possibilità di impiego in un settore tradizionalmente occupato dalle donne. |
Altri interventi finanziati o programmati con il PNRR si prefiggono l’obiettivo diretto o indiretto di ridurre le asimmetrie che ostacolano la parità di genere sin dall’età scolastica, sia di potenziare il welfare per garantire l’effettivo equilibrio tra vita professionale e vita privata.
MISURE |
INVESTIMENTO/INTERVENTO |
RISORSE |
OBIETTIVI |
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ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE |
Orientamento attivo nella transizione scuola-università (M4-C1-I.1.6) |
250 (sovvenzioni)
di cui: 2022: 50 2023: 50 2024: 50 2025: 50 2026: 50 |
L'investimento contribuisce alla qualificazione del sistema educativo attraverso un innalzamento degli indicatori di successo (frequenza scolastica, miglioramento dei livelli di apprendimento, numero di studenti ammessi all'anno accademico successivo, ecc.) e la mitigazione dei divari di genere. |
Nuove competenze e nuovi linguaggi (M4-C1-I.3.1) |
1.100 (sovvenzioni)
di cui: 2021: 255 2022: 550 2023: 215 2024: 80
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Si intende promuovere l’integrazione, all’interno dei curricula di tutti i cicli scolastici, di attività, metodologie e contenuti volti a sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con particolare riguardo verso le pari opportunità.
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Riforma degli istituti tecnici e professionali (M4-C1-R.1.1)
Riforma del Sistema ITS (M4-C1-R.1.2)
Riforma del sistema di orientamento (M4-C1-R.1.4) |
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Le riforme, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne.
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EDILIZIA ABITATIVA |
Investimenti in Ecobonus e Sismabonus fino al 110 per cento per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici (M2-C3-I.2.1) |
13.950 (sovvenzioni) |
L’estensione del superbonus al 110 per cento agli IACP è stimata come misura di contrasto alle diseguaglianze di genere posto che la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del diverso ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali sono affidate a donne. |
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SALUTE |
Case della Comunità e presa in carico della persona (M6-C1-I.1) |
2.000 (prestiti)
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L’investimento per la Casa della comunità intende invece fornire servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari (Consultori). |
Gli interventi previsti dal Piano a sostegno della parità integrano alcune misure contenute nel Family Act (assegno unico universale per i figli, misure sui congedi parentali e sui tempi di lavoro, sostegno alle famiglie per le spese di istruzione dei figli).
Per quanto riguarda gli elementi ricavabili dalle Missioni di cui si compone il Piano si segnala, in premessa, che ciascuna missione e le riforme in essa previste sono valutate in un’ottica di gender mainstreaming attraverso un focus specifico relativo agli effetti di genere delle politiche e degli investimenti previsti nella Missione.
Il Piano, come già evidenziato, contiene diverse misure volte, direttamente o indirettamente, all’incremento dell’occupazione femminile.
Una delle azioni con cui il Governo intende perseguire tale finalità è rappresentato dall’inserimento nei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN di previsioni dirette a condizionarne l’esecuzione all’assunzione di giovani e donne, anche per il tramite di contratti di formazione/specializzazione che possono essere attivati prima dell’avvio dei medesimi progetti.
In particolare, con specifici interventi normativi sarà previsto l’inserimento nei bandi gara di specifiche clausole con cui saranno indicati, come requisiti necessari e in aggiunta premiali dell’offerta, criteri orientati verso tali obiettivi e definiti, tra l’altro, tenendo conto degli obiettivi attesi in termini di occupazione femminile al 2026 dei corrispondenti indicatori medi settoriali europei.
Tra le altre misure presenti trasversalmente nel Piano dirette ad agevolare, anche indirettamente, l’ingresso o la permanenza delle donne nel mondo del lavoro e a ridurre conseguentemente il divario occupazionale di genere si segnalano, in particolare:
§ la previsione, nell’ambito della Missione 1, di nuovi meccanismi di reclutamento del personale nella PA e la revisione delle opportunità di carriera verticale e di promozione alle posizioni dirigenziali di alto livello, che secondo il Piano possono contribuire al riequilibrio di genere sia in ingresso che nelle posizioni apicali della pubblica amministrazione. Si prevede, inoltre, nell’ambito dei programmati investimenti nella formazione dei dipendenti pubblici, di inserire moduli obbligatori su “empowerment delle donne”;
Secondo i dati emersi nel Bilancio di genere per l’esercizio 2019 a cura del MEF, nel 2018 in Italia le donne rappresentavano il 35 per cento del totale degli occupati nel settore “Pubblica amministrazione e difesa, previdenza sociale e obbligatoria”. Costituivano oltre tre quarti del totale nel settore “Istruzione” e il 65 per cento nella “Sanità”, che sono settori economici con una forte connotazione pubblica nella maggior parte dei paesi. La prevalente presenza femminile nella scuola non si estende, tuttavia, all’istruzione terziaria e nella sanità è determinante il contributo femminile nell’ambito infermieristico ma meno in quello dei medici e specialisti. In ogni caso, a prescindere dal settore di attività, la presenza femminile tende a diminuire quando si considerano le posizioni di vertice, pur essendo più istruite degli uomini che vi lavorano e, anche, delle donne che lavorano nel settore privato. In Italia, tra i dirigenti delle amministrazioni centrali la quota delle donne con un titolo post lauream è di 5 punti percentuali superiore rispetto agli uomini. La quota di donne dirigenti nei ministeri è tuttavia cresciuta dal 2008 di solo 7 punti percentuali, attestandosi al 46 per cento nel 2018.
§ il potenziamento delle politiche attive del lavoro che si stima possano contribuire, tra l’altro, a ridurre il numero di NEET, fra i quali si registra un significativo divario di genere;
Dai dati Eurostat emerge che in Italia la percentuale di giovani NEET tra i 20 e i 34 anni nel 2019 era pari al 22,5 per cento per gli uomini e al 33,2 per cento per le donne (contro, rispettivamente, il 12,2 e il 20,8 della media UE).
§ interventi a sostegno dell’imprenditoria femminile nell’ambito della Missione 5 (vedi infra);
§ il potenziamento dell’offerta turistica e culturale, con interventi nell’ambito della Missione 1, che il PNRR ritiene, pur senza dettagliare interventi specifici o dati previsionali, che possano incrementare nel loro insieme l’occupazione delle donne in quei settori già a forte presenza femminile (come quello alberghiero, della ristorazione o delle attività culturali).
Nel settore della istruzione e della ricerca, sono prospettati i seguenti interventi:
§ l’attuazione di specifiche misure nell’ambito della ricerca di base, come gli investimenti a valere sul Fondo per il PNR e i PRIN (progetti di ricerca nazionale) ovvero l’allargamento dei partenariati di ricerca previsti nell’ambito della Missione 4, che dovrebbero prevedere azioni mirate a determinare l’aumento delle ricercatrici;
§ il potenziamento dei servizi di asili nido e per la prima infanzia, delle scuole per l’infanzia e del tempo pieno a scuola, ai quali la Missione 4 dedica investimenti mirati, che secondo il PNRR possono arrecare benefici in termini di conciliazione vita-lavoro ed aumentare il tasso di occupazione femminile;
§ la promozione dell’accesso da parte delle donne all’acquisizione di competenze STEM, linguistiche e digitali, in virtù del quale il Governo stima un possibile incremento dell’occupazione femminile in tali settori (Missione 4);
Negli ambiti dell’assistenza sociale e sanitaria il Piano, nella parte riguardante gli obiettivi generali, sottolinea come la valorizzazione delle infrastrutture sociali e la creazione di innovativi percorsi di autonomia per gli individui disabili, comportando l’alleggerimento del carico di cura non retribuita gravante sulla componente femminile della popolazione, dovrebbero determinare effetti positivi sull’incremento occupazionale della stessa.
Si prevede pertanto che il rafforzamento, nell’ambito delle azioni di riforma delle Missioni 5 e 6, dei servizi di prossimità e di supporto all’assistenza domiciliare potrebbero incoraggiare un aumento dell’occupazione sia nel settore dei servizi di cura, a cui contribuiscono maggiormente le donne (politica di stimolo alla domanda di lavoro femminile), sia più in generale nell’economia, riducendo l’onere delle attività di cura fornito in famiglia dalle donne (politica di conciliazione vita-lavoro e stimolo all’offerta di lavoro femminile).
Nell’ambito della Missione 5 del Piano, l’investimento 1.2 è dedicato all’imprenditoria femminile, con risorse pari a 400 milioni di euro.
Scopo dell’investimento è quello di incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso la previsione di misure volte a sostenere l'avvio di attività imprenditoriali femminili e a delineare un’offerta più aderente ai fabbisogni delle donne.
Per le suddette finalità, il Piano reputa necessaria anche la sistematizzazione degli attuali strumenti di sostegno all’avvio e alla realizzazione di progetti aziendali per imprese a conduzione femminile o a prevalente partecipazione femminile.
In tale contesto, il Governo manifesta l’intenzione di creare, a regime, il “Fondo Impresa Donna”, che rafforzerà finanziariamente:
§ misure già esistenti lanciate per supportare l’imprenditoria, come NITO (che supporta la creazione di piccole e medie imprese e auto imprenditoria) e Smart&Start (che supporta start-up e PMI innovative) i cui schemi saranno modificati e calibrati per dedicare risorse specificatamente all’imprenditoria femminile;
§ il nuovo Fondo per l'imprenditoria femminile istituito dalla Legge di Bilancio 2021 con una dotazione di 20 mln di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, al fine di promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile.
Al riguardo, si ricorda che la medesima legge di bilancio 2021 ha istituito, il Comitato Impresa Donna con il compito di attualizzare le linee di indirizzo per l’utilizzo delle risorse del Fondo e di formulare raccomandazioni sui temi della presenza femminile nell’impresa e nell’economia.
Il monitoraggio sulle imprese femminili è sostenuto dalla Commissione Europea, nel Piano di Azione Imprenditorialità 2020, in cui si invita gli Stati membri «a raccogliere dati disaggregati per genere e produrre aggiornamenti annuali sulla situazione delle imprenditrici a livello nazionale».
Secondo il IV Rapporto Impresa Femminile di Unioncamere del 27 luglio 2020 - a fine 2019 - le imprese femminili iscritte al Registro delle Camere di commercio sono state 1 milione e 340mila, il 22% del totale, in costante aumento rispetto al 2014 (oltre 38mila in più).
Da un punto di vista strutturale, afferma il Rapporto, l’imprenditoria rosa si è strutturalmente caratterizzata per una maggiore concentrazione nel settore dei servizi (66,2%) contro solo poco più della metà nel caso delle imprese maschili (55,4%). Relativamente alla dimensione media delle imprese al femminile, il Rapporto evidenzia una spiccata dimensione “micro”. Circa 97 imprese su 100 guidate da donne non hanno avuto, nel 2019, oltre i 9 addetti (94,5 su 100 nel caso delle imprese maschili), di cui ben 62,3 su 100 non più di un addetto (poco più di 835 mila) a fronte di un 48,7 per le imprese maschili.
Nel corso dell’anno 2020, con il sopravvenire della crisi sanitaria ed economica innescata dalla pandemia da COVID 19, le imprese femminili, afferma Unioncamere, sono quelle che hanno “pagato il conto più salato della crisi”.
A fine 2020, afferma Unioncamere nel comunicato stampa del 9 febbraio 2021, si registra un calo dello 0,29%, pari a quasi 4mila attività in meno rispetto al 2019. Una perdita contenuta, quindi, tutta concentrata al Centro Nord (il Mezzogiorno segna infatti un +0,26%), che interrompe però una crescita costante dal 2014.
Le imprese guidate da donne sono un milione e 336mila.
Scende, seppur di poco, anche il loro peso sul totale del sistema produttivo nazionale: ora è pari al 21,98%, a fronte del 22% del 2019. I dati di fine 2020 mostrano però che la gestione dell’emergenza sanitaria ha prodotto una battuta d’arresto soprattutto sulle imprenditrici giovani.
Nell’ambito della Missione 5 del Piano, l’investimento 1.3 è dedicato alla attivazione di un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, con l’obiettivo di incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità.
L’intervento si articola nei tre passaggi seguenti:
§ definizione del sistema per la certificazione sulla parità di genere e del meccanismo premiante, partendo dall’istituzione di un Tavolo di lavoro sulla “Certificazione di genere delle imprese”, presso il Dipartimento pari opportunità
§ creazione di un sistema informativo per la raccolta di dati disaggregati per genere e di informazioni sulla certificazione, nonché dell’albo degli enti accreditati;
§ attivazione del sistema di certificazione sulla parità di genere a partire dal secondo quadrimestre del 2022.
Il sistema di certificazione sarà aperto a tutte le imprese indipendentemente dal requisito dimensionale. Nella fase sperimentale – che durerà fino al secondo quadrimestre del 2026 - la certificazione sarà agevolata per le imprese di medie, piccole e micro-dimensioni, e accompagnata da servizi di accompagnamento e assistenza[9].
Nel Piano, il Governo ha effettuato una valutazione dell’impatto che le misure del PNRR avranno sull’occupazione femminile.
Di seguito una Tabella che riporta le variazioni percentuali dell’occupazione femminile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, secondo la quale l’occupazione femminile registra un incremento del 4 per cento nel triennio 2024-2026 rispetto allo scenario di base, con una accentuata attivazione nel Mezzogiorno (+ 5,5 per cento nello stesso periodo).
Tavola 4.14: Impatto del PNRR sull’occupazione femminile
(scostamenti percentuali rispetto allo scenario di base)
|
2021 |
2022 |
2023 |
2024-2026 |
Occupazione totale |
0,7 |
2,2 |
3,2 |
3,2 |
Occupazione femminile |
0,7 |
2,2 |
3,5 |
4,0 |
Occupazione femminile Mezzogiorno |
1,3 |
3,8 |
5,0 |
5,5 |
Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT
Nella Tavola seguente si mostra l’orizzontalità degli obiettivi di gender gap. In tutte le missioni del PNRR si evidenzia un impatto positivo; in particolare, le missioni 4 e 5 sono caratterizzate da interventi che più direttamente incidono sull’occupazione femminile. Tuttavia, alcuni interventi del Piano, come ad esempio la costruzione di asili nido, il tempo pieno nella scuola e il lavoro da remoto, favoriranno l’accesso e la permanenza di entrambi i genitori nel mondo del lavoro nel medio-lungo periodo, pur non avendo effetti perequativi più moderati durante la fase di attuazione del Piano.
Tavola 4.15: Occupazione femminile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario base)
|
2021 |
2022 |
2023 |
2024-2026 |
Totale PNRR |
0,7 |
2,2 |
3,5 |
4,0 |
M1 |
0,1 |
0,5 |
0,9 |
1,1 |
M2 |
0,3 |
0,6 |
0,7 |
0,8 |
M3 |
0,0 |
0,1 |
0,2 |
0,2 |
M4 |
0,1 |
0,4 |
0,8 |
0,8 |
M5 |
0,1 |
0,5 |
0,7 |
0,7 |
M6 |
0,1 |
0,1 |
0,2 |
0,4 |
Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT
Il Governo sottolinea che se la focalizzazione del NGEU su settori, come ad esempio le costruzioni, porteranno ad un incremento dell’occupazione maschile, tuttavia le valutazioni di impatto presentate nel Piano mostrano già un notevole effetto di riequilibrio del PNRR dal punto di vista dell’attivazione di occupazione maschile e femminile, grazie alle notevoli risorse dedicate al perseguimento di obiettivi quali l’inclusione, la formazione e la salute.
Inoltre, è plausibile che lo stimolo di più lungo termine alla partecipazione femminile sarà più forte una volta che il Piano avrà realizzato i propri obiettivi di incremento degli investimenti, di rafforzamento delle infrastrutture sociali e sanitarie, di conciliazione dei tempi di vita e lavoro e di miglioramento dell’istruzione e della formazione, compreso l’avviamento alle discipline STEM.
Viene inoltre manifestata la volontà del Governo di monitorare attentamente gli impatti delle misure per l’occupazione femminile già previste dalla legislazione vigente e dal Piano e di rafforzarle ulteriormente se necessario.
Nel Piano sono infine delineate alcune azioni settoriali che si ritengono suscettibili di rilevanza ai fini di una riduzione dei divari di genere in senso più ampio rispetto al solo aspetto occupazionale:
§ nell’ambito della Missione 2 assumono particolare rilievo le misure connesse all’edilizia residenziale pubblica, poiché la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del differente ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali siano affidate a donne;
§ gli interventi previsti nella Missione 3, secondo il PNRR potenzieranno anche la mobilità delle donne, che, da una parte, utilizzano più degli uomini i trasporti collettivi e meno l’auto privata, e, dall’altra, hanno catene di spostamenti quotidiani più frammentate e complesse degli uomini;
§ lo sviluppo delle competenze STEM all’interno dei curricula scolastici, prevista da investimenti e riforme della Missione 4, che si stima potrà contribuire a mitigare le disuguaglianze di genere nei corsi di studio e di laurea in cui prevalgono le materie STEM, a forte predominanza di presenza maschile;
§ nell’ambito degli investimenti sull’assistenza sanitaria e territoriale, di cui alla missione 6, il Piano prevede di fornire servizi dedicati alla tutela della salute della donna.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce un’occasione per il rilancio del Mezzogiorno e per la ripresa del processo di convergenza con le aree più sviluppate del Paese.
La coesione sociale e territoriale rappresenta, infatti, uno dei pilastri fondamentali su cui poggia la programmazione dell’intero PNRR.
Il Piano persegue il riequilibrio territoriale e il rilancio del Sud come priorità trasversale a tutte le missioni.
L’asse strategico dell’inclusione sociale, in particolare, punta a ridurre il divario di cittadinanza, a superare le diseguaglianze profonde (spesso accentuate dalla pandemia) e la debolezza strutturale del sistema produttivo del Sud, accompagnando il processo di convergenza tra Sud e Centro-Nord quale obiettivo di crescita economica, come più volte richiesto nelle Raccomandazioni della Commissione europea.
Il Piano mette a disposizione delle otto regioni del Mezzogiorno un complesso di risorse pari a non meno del 40 per cento delle risorse territorializzabili del PNRR (pari a circa 82 miliardi, incluso il Fondo nazionale complementare al PNRR); ciò a fronte – si sottolinea nel Piano - del 34 per cento previsto dalla attuale normativa vigente in favore del Sud per la ripartizione degli investimenti ordinari destinati a tutto il territorio nazionale.
Il Piano prevede, infatti, in aggiunta alle risorse europee, ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali che confluiscono in un apposito Fondo complementare al PNRR finanziato attraverso lo scostamento di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile e autorizzato dal Parlamento, a maggioranza assoluta, nella seduta del 22 aprile. Il Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR è stato approvato dal decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59 (attualmente all’esame del Parlamento), con una dotazione di 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026. Il D.L. n. 59/2021 provvede altresì alla ripartizione delle risorse del Fondo tra le Amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale.
Il PNRR non reca una ripartizione territoriale delle risorse, per cui non è possibile – allo stato attuale di dettaglio del Piano – definire la quota parte della spesa complessiva che verrà destinata alle singole Regioni del Mezzogiorno.
Sul sito del Governo - nelle comunicazioni del 25 aprile 2021 per la presentazione del PNRR al Parlamento - è peraltro pubblicato un riquadro che definisce il riparto delle risorse per il Sud tra le sei Missioni, comprese quelle nazionali del Fondo complementare, riportato nella tabella che segue:
(miliardi di euro)
|
Missioni |
Risorse |
% |
1 |
Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura |
14,58 |
36,1% |
2 |
Rivoluzione verde e transizione ecologica |
23,00 |
34,3% |
3 |
Infrastrutture per una mobilità sostenibile |
14,53 |
52,3% |
4 |
Istruzione e ricerca |
14,63 |
45,7% |
5 |
Inclusione e coesione |
8,81 |
39,4% |
6 |
Salute |
6,00 |
35-37% (*) |
|
TOTALE |
81,55 |
|
(*) sulla base del riparto tra le Regioni
N.B. Sono incluse le risorse del Fondo complementare.
Fonte: sito del Governo: https://www.governo.it/it/articolo/pnrr/16718
Per il dettaglio delle risorse del PNRR destinate agli investimenti finalizzati al riequilibrio territoriale si veda anche il paragrafo 6.11 (Coesione territoriale) del presente dossier.
Secondo quanto esposto nel Piano, concorrono al finanziamento della strategia di riforme e investimenti per il Sud delineata nel PNRR anche le risorse stanziate per le politiche di coesione, sia dai fondi europei del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027 e relativo cofinanziamento, sia dai fondi nazionali aggiuntivi di bilancio stanziati sul Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2017, secondo un principio di complementarietà e di addizionalità delle risorse.
Nel Piano si sottolinea, inoltre, che è stata già inviata alla Commissione europea la programmazione del fondo REACT-EU, il Programma che nell’ambito del Next Generation EU costituisce il meccanismo ponte tra l'attuale politica di coesione e la nuova programmazione 2021-2027. Il fondo REACT-EU integra la strategia del PNRR per un valore di 13,5 miliardi di euro, secondo i principi di complementarietà e di addizionalità rispetto al RRF, di cui quasi 8,5 miliardi sono destinati al Mezzogiorno.
Il Piano ribadisce, altresì, che sono in fase avanzata le interlocuzioni con gli Uffici della Commissione europea in merito alla definizione del nuovo Accordo di partenariato sui fondi strutturali 2021-2027. La dote complessiva delle risorse disponibili ammonta a circa 83 miliardi, incluso il cofinanziamento.
Ai fini della complementarietà con la strategia del PNRR, assumono particolare rilievo i 37,3 miliardi di euro assegnati all’Italia per le politiche di coesione (a prezzi 2018, che diventano 42 miliardi di euro a prezzi correnti), da attuare attraverso i Fondi strutturali del FESR, FSE+ e CTE, cui si aggiungono le risorse nazionali per il cofinanziamento nazionale (circa 39 miliardi per il periodo 2021-2030, di cui alla legge di bilancio per il 2021, art. 1, co. 51-57, L. 178/2020).
Per quel che concerne il Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027 – che presenta una dotazione aggiuntiva di 50 miliardi di euro stanziati dalla legge di bilancio per il 2021 (art. 1, co. 177-178, L. n. 178/2020), a cui si aggiungeranno ulteriori 23 miliardi con la legge di bilancio per il 2022 - il Piano riporta che le risorse del Fondo saranno impiegate in linea con le politiche settoriali di investimento e di riforma previste nel PNRR, secondo un principio di complementarità e di addizionalità delle risorse.
A tal fine, nel Piano si sottolinea che è stata anticipata nel PNRR la programmazione nazionale del FSC 2021-2027 per un valore di circa 15,5 miliardi, con lo scopo di accelerare la capacità di utilizzo delle risorse e di realizzazione degli investimenti. Tali risorse saranno reintegrate nella disponibilità del fondo, così da garantirne la piena addizionalità.
In relazione a ciò, nel decreto-legge n. 59 del 6 maggio 2021 (Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti), si provvede, all’articolo 2, ad incrementare la dotazione del FSC 2021-2027 di 15,5 miliardi.
Il rifinanziamento è così ripartito nelle singole annualità: 850 milioni per il 2022, 1.000 milioni per il 2023, 1.250 milioni per il 2024, 2.850 milioni per il 2025, 3.600 milioni per il 2026, 2.280 milioni per il 2027, 2.200 milioni per il 2028, 600 milioni per il 2029, 500 milioni per il 2030 e 370 milioni per il 2031.
Si osserva, al riguardo, che la norma di cui all’art. 2 del D.L. n. 59/2021 si limita ad incrementare le risorse del FSC 2021-2027 nell’importo indicato, senza riferirle espressamente alle finalità del PNRR. Non viene peraltro fornita alcuna indicazione in merito agli ambiti di destinazione, nonché alle modalità e ai tempi di programmazione di tali risorse.
Per quanto riguarda i principali elementi ricavabili dalle 6 Missioni di cui si compone il Piano si segnala, in particolare, la Missione n. 5 (“Inclusione e coesione”).
Tale missione – che non esaurisce l’obiettivo di riduzione dei divari territoriali che il PNRR persegue trasversalmente a tutte le missioni - riveste un ruolo rilevante di sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, di incremento delle prospettive occupazionali dei giovani, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne.
Nell’ambito della missione, la terza componente “Interventi speciali di coesione territoriale”, è dedicata, in particolare, alla riduzione dei divari tra le diverse aree del paese: "Divario demografico e di servizi", tra zone interne/rurali, montane, periferiche e urbane; “Divario nello sviluppo delle competenze", in una prospettiva di innovazione per le imprese, i centri di ricerca e le autorità pubbliche; “Divario degli investimenti" e "Divario sociale ed economico" nelle regioni meridionali.
Per conseguire questi obiettivi, la componente 5.3 si articola in due settori d'intervento, per un complesso di risorse pari a 1,98 miliardi di euro:
§ Piano per la resilienza delle zone interne, periferiche e montane, attraverso il rafforzamento delle aree interne
§ Progetti per lo sviluppo del Sud, compresi gli investimenti per combattere la povertà nell'istruzione, nonché il potenziamento dei beni confiscati dalla criminalità organizzata e gli investimenti infrastrutturali nel potenziamento delle zone economiche speciali.
Nello specifico, gli 1,98 miliardi destinati dal PNRR agli “Interventi speciali di coesione territoriale” sono così articolati:
§ 830 milioni alla Strategia nazionale per le aree interne;
§ 630 milioni in favore delle Zone Economiche Speciali (ZES);
§ 300 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie;
§ 220 milioni ad interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore.
Relativamente alla Strategia Nazionale per le Aree Interne, nel Piano si sottolinea che il contributo del PNRR alla Strategia è “complementare a un’azione più ampia e organica che, coinvolgendo le risorse del FSC, mobiliterà 2,1 miliardi di euro nei prossimi 5 anni”.
Ulteriori 2,43 miliardi sono stanziati a valere sulle risorse nazionali del Fondo complementare al PNRR.
Tali fondi sono destinati, dal D.L. n. 59/2021, ai seguenti investimenti complementari alla strategia della Missione 5, Componente 3:
§ 1.780 milioni per interventi nelle aree del terremoto 2009 e 2016;
§ 300 milioni per il miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade delle Aree interne;
§ 350 milioni in favore degli ecosistemi per l’innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati.
Relativamente all’impatto degli interventi previsti nell’ambito della missione 5 a sostegno del Mezzogiorno, che rafforzano la dotazione dei servizi essenziali e colmano il gap di connettività e digitalizzazione nelle aree marginali, essi sono diretti ad aumentare l’attrattività dei territori a maggior rischio di spopolamento, accrescere le opportunità di lavoro e affermare il diritto a restare per le nuove generazioni, nonché a migliorare le condizioni di occupabilità delle donne. Valorizzare i beni confiscati alle mafie con il contributo Terzo Settore contribuisce alla creazione di una nuova consapevolezza sociale sui temi del contrasto alla criminalità organizzata.
Secondo quanto riportato nel PNRR, gli effetti di questa missione nel suo complesso comporteranno un miglioramento dei seguenti indicatori:
§ dotazione di servizi pubblici essenziali nelle aree marginalizzate,
§ investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno,
§ divari territoriali dei tassi di occupazione e di disoccupazione,
§ tasso di occupazione femminile, pari al solo 50,1% nel 2019, e di quasi 18 punti percentuali inferiore a quello maschile,
§ gap nel tasso di occupazione fra donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e donne senza figli: per le prime tale tasso è pari al solo 74,3% delle seconde,
§ tasso di disoccupazione giovanile, che è pari al 29,2% per giovani compresi fra i 15-24 anni di età e al 14,8% per quelli far i 25 e i 34 anni,
§ incidenza dei Neet fra i giovani: pari al 27,9% delle donne e al 19,9% degli uomini,
§ tasso di occupazione al Sud che è pari al 44,8% contro il 67,9% del nord,
§ saldo migratorio netto dal Sud (che negli ultimi 20 anni è stato di circa 1 milione di persone),
§ la quota di 18-24enni italiani che possiede al più un titolo secondario inferiore ed è già fuori dal sistema di istruzione e formazione è pari al 13,5% (561mila giovani), un valore più elevato del benchmark europeo fissato al 10%.
Ulteriori interventi a favore del Mezzogiorno sono esplicitati nelle altre missioni.
Nella Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura) molti interventi sono specificamente volti ad incidere sulla produttività delle PMI del Mezzogiorno e a migliorare la connettività nelle zone rurali e nelle aree interne, in linea con le raccomandazioni specifiche della Commissione europea sull’Italia e agli obiettivi dell’Unione sul digitale.
Sotto questo profilo, la Missione 1 (secondo quanto riportato nel “focus sulle dimensioni trasversali del Piano”) è destinata ad avere un impatto significativo nella riduzione dei divari territoriali:
§ oltre il 45 per cento degli investimenti nella connettività a banda ultralarga si svilupperanno nelle regioni del Mezzogiorno, raggiungendo tutte le aree interne del Paese e le isole minori;
§ gli interventi sulla digitalizzazione delle PA locali avranno ricadute importanti per le aree del Sud che presentano ampi divari in termini di digital divide e di esposizione on line di servizi pubblici al cittadino;
§ molte imprese del Mezzogiorno saranno favorite dall’accresciuta accessibilità agli incentivi fiscali del Piano Transizione 4.0;
§ il piano Space Economy rivitalizzerà i distretti aerospaziali delle regioni del Mezzogiorno;
§ gli investimenti previsti per incrementare la proiezione del nostro export e l’attrattività dell’offerta culturale e del nostro turismo miglioreranno il posizionamento internazionale del Mezzogiorno.
Gli interventi sulla transizione ecologica della Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) contribuiscono al superamento dei divari territoriali. Gli investimenti e le riforme del Piano migliorano, in particolare, la gestione dei rifiuti al Sud e contribuiscono a ridurre la dispersione delle risorse idriche, in ottemperanza alle raccomandazioni specifiche della Commissione europea sull’Italia che invitano a investire al Sud sulle infrastrutture per la gestione dei rifiuti e le infrastrutture idriche (nella distribuzione per usi civili, la dispersione media è del 41 per cento a livello nazionale, del 51 per cento al Sud). Alcune misure possono avere maggior incidenza al Sud, come ad esempio alcuni progetti di potenziamento dell’industria nazionale in settori strategici per la produzione di energie rinnovabili e di tecnologie per il trasporto sostenibile. Le riforme di sistema che accompagnano l’attuazione del Piano, improntate alla semplificazione e al rafforzamento della capacità amministrativa delle regioni del Mezzogiorno, consentiranno un maggiore assorbimento delle risorse, in particolare per gli incentivi in materia di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.
Nell’ambito della Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile), gli investimenti rafforzano le infrastrutture del Mezzogiorno, in particolare l’alta velocità ferroviaria, contribuendo anche a migliorare l’occupazione in tutta la catena logistica.
Gli investimenti per l’alta velocità sono affiancati da interventi che mirano ad assicurare una maggiore e migliore offerta di linee ferroviarie regionali e l’adeguamento di quelle urbane. Dal punto di vista territoriale, si auspica che gli investimenti producano un’inversione dei fenomeni di depauperamento demografico e socio-economico dei territori meno collegati, fungendo da fattore di coesione territoriale. Molti interventi riguardano infrastrutture che saranno realizzate a beneficio delle aree e delle città del Sud, anche grazie all’integrazione con le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.
Nella Missione 4 (Istruzione e ricerca) i progetti relativi ad asili e scuole per l’infanzia, lotta all’abbandono scolastico, edilizia scolastica e contrasto alla povertà educativa hanno un forte impatto al Sud, favorendo un percorso che - in complementarità con la spesa pubblica ordinaria - dovrà portare al rispetto costituzionale dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), da garantire a tutti i cittadini dovunque risiedano. Inoltre, l’intervento sulla riduzione dei divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado contribuisce a migliorare il livello delle competenze di base e a ridurre in modo strutturale l’abbandono scolastico, soprattutto nel Mezzogiorno. La promozione di nuovi centri di eccellenza nel campo della ricerca al Sud – integrati in ecosistemi dell’innovazione a livello locale – favorisce anche il trasferimento tecnologico, l’impiego e l’attrazione di risorse qualificate.
Nella Missione 6 (Salute) la riorganizzazione delle politiche della salute attraverso riforme e investimenti basati sui fabbisogni assistenziali contribuisce a superare i divari tra i diversi sistemi sanitari regionali. Il Piano intende realizzare un percorso integrato che parte dalla casa come primo luogo di cura, per arrivare alle Case della Comunità e agli Ospedali di Comunità, superando la carenza di coordinamento negli interventi sanitari, sociosanitari e socioassistenziali.
Sulla Sezione del PNRR dedicata alle riforme si evidenzia, innanzitutto, tra le riforme abilitanti, quella finalizzata alla semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno.
Si prevede, al riguardo, una semplificazione in connessione con il negoziato in corso sulla Carta degli aiuti a finalità regionale: le norme dovranno limitarsi alle previsioni generali rinviando a decreti del Ministro per il Sud e la coesione territoriale per la definizione degli aspetti di dettaglio. L’intervento riformatore va collegato con la riforma di riordino normativo di tutte le incentivazioni alle imprese, che richiede un apposito provvedimento legislativo.
Si segnala, in secondo luogo, la riforma settoriale sul rafforzamento delle Zone economiche speciali (ZES) con la razionalizzazione delle norme e delle procedure sul credito d’imposta e su altre agevolazioni alle imprese per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive o di beni immobili situati nelle ZES.
Relativamente alla stima dell’impatto macroeconomico del Piano nelle regioni del Mezzogiorno, nel PNRR si sottolinea che “il Mezzogiorno contribuisce per un punto percentuale allo scostamento del PIL nazionale nell’anno finale del Piano”. Lungo tutta la durata del Piano il Mezzogiorno contribuisce a circa un terzo dei 15 punti percentuali di PIL nazionale aggiuntivo. Il contributo alla deviazione del PIL a livello nazionale nell’ultimo anno del Piano è dunque di 4,9 punti percentuali
La tabella seguente riporta l’impatto del PNRR sul PIL nazionale attribuibile al Mezzogiorno
Contributi allo scostamento percentuale dallo scenario di base attribuibili alle Regioni del Mezzogiorno
|
2021 |
2022 |
2023 |
2024-2026 |
PIL |
0,2 |
0,7 |
1,0 |
1,0 |
Consumi |
0,3 |
0,8 |
1,1 |
1,1 |
Spesa pubblica |
0,2 |
0,5 |
0,8 |
0,6 |
Investimenti |
0,6 |
2,0 |
3,5 |
3,9 |
Occupazione |
0,3 |
0,8 |
1,1 |
1,1 |
Il PNRR sottolinea come il Piano ridurrà sensibilmente il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. La quota del Mezzogiorno sul PIL nazionale salirebbe dal 22 per cento del 2019 al 23,4 per cento nel 2026.
Va sottolineato che le stime riportate nel PNRR si riferiscono all’impatto immediato del Piano sull’economia del Mezzogiorno, ovvero agli effetti che si verificheranno durante il periodo di attuazione del Piano. La modernizzazione delle infrastrutture per i trasporti e le telecomunicazioni, gli investimenti nelle rinnovabili, il potenziamento dell’istruzione e della formazione sono tutti fattori che, anche attraverso l’impulso all’accumulazione di capitale nel settore privato, continueranno tuttavia a sospingere la crescita del PIL del Mezzogiorno anche su un arco di tempo più lungo.
La tabella che segue è volta a fornire un quadro generale del ruolo degli enti locali nella gestione ed attuazione del PNRR.
A tal fine la tabella elenca gli investimenti per i quali è espressamente previsto il coinvolgimento degli enti locali, nonché gli investimenti per i quali, pur in assenza di puntuali indicazioni nel Piano, il coinvolgimento degli enti locali appare prevedibile tenendo conto delle competenze amministrative di cui essi sono titolari nella materia oggetto dell’investimento.
In particolare, nella tabella vengono fornite, nella prima colonna, informazioni sintetiche su tali investimenti e (laddove presenti) sul ruolo che gli enti locali, o parte di essi, saranno (o potranno essere) chiamati a svolgere.
Le risorse indicate nella seconda colonna rappresentano invece il totale delle risorse che finanziano l’investimento: nella quasi totalità dei casi, tuttavia, il PNRR non specifica se e in che misura le risorse verranno assegnate alla diretta gestione degli enti locali.
Si avverte che la presente tabella è stata redatta dalla Fondazione Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL) (e parzialmente rielaborata dal Servizio studi della Camera), sulla base del testo del PNRR oggetto di comunicazioni alle Camere da parte del Presidente del Consiglio il 26 e 27 aprile 2021. Gli importi sono in miliardi di euro
MISSIONE 2 |
COMPONENTE |
INVESTIMENTO |
RISORSE |
RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA |
M2C1 - ECONOMIA CIRCOLARE E AGRICOLTURA SOSTENIBILE |
Investimento 1.1: Realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti (1,50 miliardi). Investimenti finalizzati al “miglioramento della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclaggio di rifiuti”. Si specifica che “circa il 60% dei progetti si focalizzerà sui comuni del Centro-Sud Italia”. |
1,5 |
Investimento 1.2: Progetti “faro” di economia circolare (0,60 miliardi). Interventi volti a “potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo”. |
0,6 |
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Investimento 3.1: Isole verdi (0,20 miliardi). Investimenti “concentrati su 19 piccole isole, che faranno da “laboratorio” per lo sviluppo di modelli "100% green" e auto-sufficienti”. |
0,2 |
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Investimento 3.2: Green communities (0,14 miliardi). Investimenti per favorire “la nascita e la crescita di comunità locali, anche tra loro coordinate e/o associate (le Green communities), attraverso il supporto all’elaborazione, il finanziamento e la realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale”. |
0,14 |
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M2C2: ENERGIA RINNOVABILE, IDROGENO, RETE E TRANSIZIONE ENERGETICA E MOBILITA’ SOSTENIBILE |
Investimento 1.2: Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo (2,20 miliardi). L’investimento punta alla realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile in piccoli centri: “L'investimento, infatti, individua Pubbliche Amministrazioni, famiglie e microimprese in Comuni con meno di 5.000 abitanti, sostenendo così l'economia dei piccoli Comuni, spesso a rischio di spopolamento, e rafforzando la coesione sociale”. |
2,2 |
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Investimento 4.1: Rafforzamento mobilità ciclistica (0,60 miliardi). La misura prevede la realizzazione di circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche. |
0,6 |
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Investimento 4.2: Sviluppo trasporto rapido di massa (3,60 miliardi). La misura prevede la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Il focus dell’intervento sarà principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane. |
3,6 |
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Investimento 4.3: Sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica (0,75 miliardi). 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 in centri urbani. |
0,74 |
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Investimento 4.4: Rinnovo flotte bus, treni verdi (3,64 miliardi). “E’ previsto l’acquisto entro il 2026 di circa 3.360 bus a basse emissioni. Circa un terzo delle risorse sono destinate alle principali città italiane”.
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3,64 |
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M2C3: EFFICIENZA ENERGETICA E RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI |
Investimento 1.1: Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica (0,80 miliardi). “Il piano mira ad intervenire su circa 195 edifici scolastici, per un totale di oltre 410 mila mq”. |
0,8 |
|
Investimento 2.1: Ecobonus e Sismabonus fino al 110% per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici (13,81 miliardi). |
13,95 |
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M2C4: TUTELA DEL TERRITORIO E DELLA RISORSA IDRICA |
Investimento 2.1: Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (2,49 miliardi). “Nelle aree colpite da calamità saranno effettuati interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate, nonché interventi di 197 riduzione del rischio residuo, finalizzato alla tutela dell'incolumità pubblica e privata, in linea con la programmazione e gli strumenti di pianificazione esistenti”. |
2,49 |
|
Investimento 2.2: Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni (6,00 miliardi). “L’investimento aumenterà la resilienza del territorio attraverso un insieme eterogeneo di interventi (di portata piccola e media) da effettuare nelle aree urbane. I lavori riguarderanno la messa in sicurezza del territorio, la sicurezza e l’adeguamento degli edifici, l’efficienza energetica e i sistemi di illuminazione pubblica”. |
6 |
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Investimento 3.1: Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (0,33 miliardi). “Si prevedono una serie di azioni rivolte principalmente alle 14 città metropolitane, ormai sempre più esposte a problemi legati all'inquinamento atmosferico, all'impatto dei cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, con evidenti effetti negativi sul benessere e sulla salute dei cittadini. La misura include lo sviluppo di boschi urbani e periurbani, piantando almeno 6,6 milioni di alberi” (p.198). |
0,33 |
||
Investimento 3.4: Bonifica dei siti orfani (0,50 miliardi). Interventi di bonifica di aree industriali dismesse. |
0,5 |
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Investimento 4.1: Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico (2,00 miliardi). “investimenti in 75 progetti di manutenzione straordinaria e nel potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria” (p.201). |
2 |
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Investimento 4.2: Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti (0,90 miliardi) |
0,9 |
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Investimento 4.4: Investimenti in fognatura e depurazione (0,60 miliardi). |
0,6 |
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Totale Missione 2 |
40,79 |
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MISSIONE 4 |
COMPONENTE |
INVESTIMENTO |
RISORSE |
ISTRUZIONE E RICERCA |
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Investimento 1.1: Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia (4,60 miliardi). La misura consentirà la creazione di circa 228.000 posti. L’intervento verrà gestito dal Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’interno, e verrà realizzato mediante il coinvolgimento diretto dei Comuni che accederanno alle procedure selettive e condurranno la fase della realizzazione e gestione delle opere. |
4,6 |
M4C1 - POTENZIAMENTO DELL’OFFERTA DEI SERVIZI DI ISTRUZIONE: DAGLI ASILI NIDO ALLE UNIVERSITÀ |
Investimento 1.2: Piano di estensione del tempo pieno e mense (0,96 miliardi). “Con questo progetto si persegue l’attuazione graduale del tempo pieno, anche attraverso la costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026. Il piano è gestito dal Ministero dell’Istruzione ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle mense e palestre, dagli Enti locali proprietari dei relativi edifici” |
0,96 |
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M4C1 - POTENZIAMENTO DELL’OFFERTA DEI SERVIZI DI ISTRUZIONE: DAGLI ASILI NIDO ALLE UNIVERSITÀ
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Investimento 1.3: Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola (0,30 miliardi). “L’obiettivo è quello di potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie” (p.233). Il piano mira a costruire o adeguare strutturalmente circa 400 edifici da destinare a palestre o strutture sportive. Il piano è gestito dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Dipartimento per lo sport ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle 235 palestre, direttamente dagli enti locali proprietari dei relativi edifici, sulla base di linee guida e di un Comitato nazionale che ne possa garantire la qualità tecnica dei progetti. |
0,3 |
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Investimento 3.2: Scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuove aule didattiche e laboratori (2,10 miliardi). “L’attuazione di questo investimento sarà a carico del Ministero dell’Istruzione”. |
2,1 |
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Investimento 3.3: Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica (3,90 miliardi). L’investimento prevede la messa in sicurezza di una parte degli edifici scolastici, favorendo anche una progressiva riduzione dei consumi energetici e quindi anche contribuire al processo di recupero climatico. Il Ministero dell’Istruzione gestirà il processo di autorizzazione, monitoraggio e rendicontazione fattuale e finanziaria di tutti gli interventi. La realizzazione degli interventi e delle opere avverrà sotto la responsabilità degli Enti Locali proprietari degli edifici scolastici pubblici. Il piano di riqualificazione proposto mira a ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000,00 mq. degli edifici scolastici. |
3,9 |
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Totale Missione 4 |
11,86 |
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MISSIONE 5 |
COMPONENTE |
INVESTIMENTO |
RISORSE |
INCLUSIONE E COESIONE
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M5C2: INFRASTRUTTURE SOCIALI, FAMIGLIE, COMUNITÀ E TERZO SETTORE |
Investimento 1.1: Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell'’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti (0,50 miliardi). L’investimento si articola in quattro possibili categorie di interventi da realizzare da parte dei Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), quali: (i) interventi finalizzati a sostenere le capacità genitoriali e a supportare le famiglie e i bambini in condizioni di vulnerabilità; (ii) interventi per una vita autonoma e per la deistituzionalizzazione delle persone anziane, in particolare non autosufficienti; (iii) interventi per rafforzare i servizi sociali a domicilio per garantire la dimissione anticipata e prevenire il ricovero in ospedale; (iv) interventi per rafforzare i servizi sociali attraverso l’introduzione di meccanismi di condivisione e supervisione per gli assistenti sociali. Il progetto sarà coordinato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che pubblicherà un avviso non competitivo dedicato ai comuni singoli o in associazione. |
0,5 |
Investimento 1.2: Percorsi di autonomia per persone con disabilità (0,50 miliardi). Gli interventi saranno centrati sull'aumento dei servizi di assistenza domiciliare e sul supporto delle persone con disabilità per consentire loro di raggiungere una maggiore qualità della vita rinnovando gli spazi domestici in base alle loro esigenze specifiche,276 sviluppando soluzioni domestiche e trovando nuove aree anche tramite l’assegnazione di proprietà immobiliari confiscate alle organizzazioni criminali. Il progetto sarà realizzato dai Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con le Regioni. |
0,5 |
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Investimento 1.3: Housing temporaneo e stazioni di posta (0,45 miliardi). L’investimento si articola in due categorie di interventi: (i) Housing temporaneo, in cui i Comuni, singoli o in associazione, metteranno a disposizione appartamenti per singoli, piccoli gruppi o famiglie fino a 24 mesi e attiveranno progetti personalizzati per singola persona/famiglia al fine di attuare programmi di sviluppo della crescita personale e aiutarli a raggiungere un maggiore grado di autonomia; (ii) Stazioni di posta, ovvero centri che offriranno, oltre a un'accoglienza notturna limitata, ulteriori servizi quali servizi sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro, distribuzione di beni alimentarli ecc. |
0,45 |
||
Investimento 2.1: Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (3,30 miliardi). L’investimento è finalizzato a fornire ai Comuni (con popolazione superiore ai 15.000 abitanti) contributi per investimenti nella rigenerazione urbana, al fine di ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale nonché di migliorare la qualità del decoro urbano oltre che del contesto sociale e ambientale. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso la stabilità delle regole di finanza pubblica e i contributi diretti agli investimenti (p.278). |
3,3 |
||
Investimento 2.2: Piani Urbani Integrati (2,92 miliardi). L’intervento Piani urbani integrati è dedicato alle periferie delle Città Metropolitane e prevede una pianificazione urbanistica partecipata, con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile. Nelle aree metropolitane si potranno realizzare sinergie di pianificazione tra il Comune “principale” ed i Comuni limitrofi più piccoli con l’obiettivo di ricucire tessuto urbano ed extra-urbano, colmando deficit infrastrutturali e di mobilità. |
2,45 |
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Investimento 2.3: Programma innovativo della qualità dell’abitare (2,80 miliardi). L’investimento si articola in due linee di interventi, da realizzare senza consumo di nuovo suolo: (i) riqualificazione e aumento dell'housing sociale, ristrutturazione e rigenerazione della qualità urbana, miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza, mitigazione della carenza abitativa e aumento della qualità ambientale, utilizzo di modelli e strumenti innovativi per la gestione, l'inclusione e il benessere urbano; (ii) interventi sull’edilizia residenziale pubblica ad alto impatto strategico sul territorio nazionale. La selezione delle proposte di finanziamento avverrà attraverso indicatori volti a valutare l’impatto ambientale, sociale, culturale, urbano-territoriale, economico-finanziario e tecnologico-processuale dei progetti. |
2,8 |
||
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Investimento 3.1 Sport e inclusione sociale (0,70 miliardi). L’investimento è finalizzato a favorire il recupero delle aree urbane puntando sugli impianti sportivi e la realizzazione di parchi urbani attrezzati, al fine di favorire l'inclusione e l'integrazione sociale, soprattutto nelle zone più degradate e con particolare attenzione alle persone svantaggiate. L’implementazione del progetto si articola in tre fasi: (i) analisi preliminari e azioni necessarie per preparare al meglio gli appalti pubblici, come l'identificazione e l'analisi di base; (ii) fase di avvio e realizzazione dei progetti selezionati; (iii) monitoraggio e verifica del livello di implementazione dei progetti, al fine di individuare quelli più efficaci da promuovere e replicare. |
0,7 |
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M5C3: INTERVENTI SPECIALI PER LA COESIONE TERRITORIALE |
Investimento 1.1: Strategia nazionale per le aree interne (0,83 miliardi). Il supporto del PNRR si articola nelle seguenti due linee di intervento: - Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità; L’attuazione prevede l’incremento dei fondi sotto forma di trasferimenti destinati alle autorità locali per la realizzazione d’infrastrutture sociali che possano servire ad incrementare l’erogazione di servizi sul territorio. - Servizi sanitari di prossimità; L’attuazione consiste nell’assegnazione di risorse finanziarie pubbliche per incentivare i privati a investire nell’adeguamento delle farmacie al fine di rafforzarne il ruolo di erogatori di servizi sanitari. |
0,83 |
|
Investimento 1.2: Valorizzazione beni confiscati alle mafie (0,30 miliardi). La misura prevede la riqualificazione e valorizzazione di almeno 200 beni confiscati alla criminalità organizzata per il potenziamento del social housing, la rigenerazione urbana e il rafforzamento dei servizi pubblici di prossimità, il potenziamento dei servizi socio-culturali a favore delle giovani e l’aumento delle opportunità di lavoro. |
0,3 |
||
Investimento 1.4: Interventi per Zone Economiche Speciali (0,63 miliardi). Gli investimenti infrastrutturali proposti per il finanziamento del PNRR mirano ad assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree ZES con la rete nazionale dei trasporti, ed in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T), al fine di rendere efficace l’attuazione delle ZES. |
0,63 |
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Totale Missione 5 |
12,46 |
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MISSIONE 6 |
COMPONENTE |
INVESTIMENTO |
RISORSE |
SALUTE |
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Investimento 1: Case della Comunità e presa in carico della persona (2,00 miliardi). La Casa della Comunità sarà una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali |
2 |
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Totale Missione 6 |
2 |
La presente sezione del dossier illustra, in forma prevalentemente tabellare, gli investimenti e le riforme previsti nel PNRR trasmesso dal Governo all’UE il 30 aprile 2021[10], indicando, per ciascuno di essi, gli elementi essenziali relativi agli obiettivi perseguiti, alle risorse stanziate, alla tempistica e ai soggetti coinvolti.
Investimenti e riforme sono stati aggregati per politiche pubbliche, al fine di fornire una visione integrata di tutti gli elementi, presenti anche in Missioni e Componenti diverse, riconducibili ai diversi ambiti settoriali.
Le tabelle sono strutturate su quattro colonne:
§ la prima colonna riporta la denominazione dell’investimento (o riforma) e indica la Missione e la Componente in cui esso si colloca all’interno del PNRR[11];
§ la seconda colonna indica le risorse previste per l’investimento (o riforma) e, laddove indicato nel PNRR, il riparto dello stanziamento complessivo tra le varie annualità;
§ la terza colonna indica, in modo sintetico, i principali obiettivi dell’intervento, come esplicitati nel PNRR;
§ la quarta colonna fornisce elementi aggiuntivi, relativi in particolare alla tempistica dell’investimento/riforma (target, milestones) e ai soggetti attuatori (laddove indicati); in taluni casi vengono inoltre evidenziati specifici profili relativi alla normativa vigente e all’attività parlamentare in corso nel settore oggetto dell’investimento/riforma.
In relazione a taluni investimenti e riforme, laddove si è ritenuto necessario al fine di consentire il reperimento di ulteriori informazioni all’interno del PNRR (e dei relativi allegati), sono stati inseriti appositi link alle pagine del PNRR che trattano l’argomento[12].
In calce a ciascuna tabella, infine, vengono fornite (laddove presenti nel PNRR, con i relativi allegati) informazioni di sintesi relative ai destinatari delle risorse (imprese, famiglie, Stato/enti territoriali) e alle ricadute di investimenti e riforme sulle tre priorità trasversali del Piano (parità di genere, giovani, Mezzogiorno[13]).
Per l’accesso ed il reclutamento del personale nella P.A., le risorse sono rinvenibili principalmente in alcuni investimenti e riforme presenti nella Componente 1 della Missione 1. Si tratta, complessivamente, di circa 530 milioni di euro.
Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 1, afferenti all’accesso del personale nella P.A.:
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Portale unico del reclutamento (M1-C1-I.2.1) |
20,5 (sovvenzioni) di cui: 2021: 1 2022: 5,5 2023: 10 2023: 4 |
Implementazione di una nuova piattaforma digitale (già in corso di realizzazione), che metterà a disposizione delle amministrazioni i curricula dei candidati velocizzando l’attività di preselezione. La piattaforma verrà progressivamente integrata con una banca dati con informazioni dettagliate su competenze e capacità del personale in servizio. |
L’implementazione della piattaforma – che avverrà tra il 3° trimestre del 2021 ed il 4° trimestre del 2023 - è già in corso, a seguito dello svolgimento di una gara pubblica finanziata (per un importo pari a 4,6 mln di euro) a valere sulle risorse del PON complementare “Governance” 2014-2020. 9 mln di euro sono stanziati per il costo delle procedure di reclutamento e delle retribuzioni del personale a tempo determinato che lavorerà per l’implementazione del PNRR
|
Competenze e capacità amministrativa (M1-C1-I.2.3) |
490 (sovvenzioni) di cui: 2021: 29,9 2022: 85 2023: 110 2024: 110 2025: 100 2026: 55 |
Migliorare le competenze del personale della PA attraverso: § l’offerta di corsi online per il reskilling e l’upskilling del capitale umano; § l’introduzione, per le figure dirigenziali, di “Comunità di competenze”, divise per area tematica (ad es. capitale umano e trasformazione digitale) per sviluppare e condividere best practice nella P.A.; § il supporto ad amministrazioni di medie/piccole dimensioni (target di 480 amministrazioni locali) con progetti dedicati di change management volti al rafforzamento e alla trasformazione del loro modello operativo. |
L’investimento si svilupperà tra il 2021 ed il 2026, con l’obiettivo di completare la transizione organizzativa almeno per l'80% delle amministrazioni entro il secondo trimestre del 2026.
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Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Accesso e reclutamento (M1-C1-R.2.1) |
-- |
Snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione del personale, nonché favorire il ricambio generazionale. Viene previsto un piano di assunzione di personale a tempo determinato per le P.A. responsabili dell’implementazione delle singole misure previste dal PNRR. Tali contratti (della durata iniziale di un anno) saranno finanziati con le risorse iscritte all’interno di ciascuna componente. Sul punto, il Piano ricorda che il 6 aprile 2021 è stato pubblicato il bando per l’assunzione a tempo determinato di 2.800 tecnici nelle amministrazioni del Mezzogiorno. Accanto ai percorsi ordinari di reclutamento saranno previsti programmi dedicati agli alti profili (giovani con elevato livello di qualifiche) e ai profili specialistici. |
Il Piano stima che le misure relative a questa riforma possano essere operative entro il 2021. Il percorso di riforma è stato avviato con il DL 44/2021, che, all’art. 10, introduce a regime una nuova procedura semplificata (con ampio ricorso al digital) per lo svolgimento dei concorsi pubblici al fine di ridurre i tempi di reclutamento del personale della PA. |
Competenze e carriere |
24,3 (sovvenzioni): 2021: 4,3 2022: 10 2023: 10 |
La riforma è diretta prevalentemente ad allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro, nonché a rimuovere alcuni impedimenti normativi alla mobilità dei dipendenti pubblici, per favorire percorsi di carriera anche tra diverse amministrazioni. La riforma si articolerà in determinati passaggi: creazione di un quadro comune di competenze; liberalizzazione del mercato del lavoro nella P.A. (mobilità orizzontale); nuova articolazione dei livelli (mobilità verticale); riforma della dirigenza e unificazione di alcuni profili professionali. |
Le misure sulla riforma delle carriere saranno prese entro il 2021. Lo sviluppo della pianificazione strategica dei fabbisogni per le principali amministrazioni è previsto a fine 2023. La riforma dell’offerta formativa e le azioni a supporto delle medie amministrazioni saranno implementate per tutta la durata del programma, fino al 2026. Un’implementazione pilota della nuova articolazione delle carriere verrà attuata da 40 amministrazioni chiave (corrispondenti all’80% delle amministrazioni regionali e locali e dei grandi comuni). Questa azione comporterà un costo di 24,3 mln di euro. |
Per quanto concerne l’impatto delle misure sin qui descritte sulla parità di genere, il PNRR evidenzia, in particolare, che la previsione di nuovi meccanismi di reclutamento del personale e la revisione delle opportunità di carriera verticale e di promozione alle posizioni dirigenziali di alto livello, possono contribuire al riequilibrio di genere sia in ingresso che nelle posizioni apicali della pubblica amministrazione.
Inoltre, anche la promozione del lavoro agile nel settore pubblico può portare benefici in termini di conciliazione vita-lavoro. Sul punto, il PNRR sottolinea che la riduzione delle diseguaglianze di genere passa anche dall’adozione di modelli culturali che spingono gli uomini a fruire di queste forme di flessibilità nel lavoro per assumersi un maggiore ruolo nei compiti domestici.
In materia di occupazione giovanile, la valorizzazione del capitale umano ed il miglioramento delle competenze, soprattutto con riferimento alle nuove professioni, potrà creare maggiori opportunità di lavoro in particolar modo per le generazioni più giovani.
Inoltre, ai percorsi ordinari di reclutamento il Piano affianca programmi dedicati ai giovani dotati di elevate qualifiche (dottorati, master, esperienza internazionale) da inserire nelle amministrazioni con percorsi rapidi, affiancati da una formazione specifica.
I destinatari delle azioni sin qui descritte sono le pubbliche amministrazioni. Per quanto concerne in particolare gli enti territoriali, il Piano prevede una specifica azione a supporto delle medie amministrazioni locali (Provincie e Comuni da 25.000 a 250.000 abitanti), con il finanziamento di specifici programmi volti ad una revisione dei processi decisionali e organizzativi (behaviours), ad una riorganizzazione degli spazi di lavoro (bricks) e ad una crescente digitalizzazione delle procedure, con acquisizione delle competenze specifiche, tramite formazione o attraverso l’immissione in ruolo di nuovo personale.
I fondi del PNRR finanzieranno i primi progetti pilota in questo senso, mentre l’azione sistematica a livello nazionale potrebbe avvalersi delle risorse della nuova programmazione comunitaria 2021-2027.
La semplificazione normativa è trasversale rispetto alle materie trattate dal Piano. Nell’analisi fornita dal Piano, il numero eccessivo di leggi e la loro scarsa chiarezza costituiscono un ostacolo per la vita dei cittadini e un freno per le iniziative economiche; le azioni intraprese negli ultimi decenni in merito alle politiche di semplificazione normativa non hanno avuto un completo successo, sia a causa della diminuzione delle risorse a disposizione della Pubblica Amministrazione – fattore che ne ha indebolito la capacità amministrativa - , sia per la mancata adozione di interventi organizzativi che avrebbero dovuto accompagnare le misure di semplificazione adottate.
Il PNRR si pone l’obiettivo di superare i limiti finora incontrati nell’azione di semplificazione normativa, tramite l’organizzazione più efficiente e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e mirati interventi contestuali di miglioramento dell’efficacia e della qualità della regolazione.
Le azioni previste implicano solo parzialmente misure di carattere finanziario, trattandosi in prevalenza di interventi di riordino di processi e procedure, rispetto ai quali l’investimento previsto ha ad oggetto le risorse strumentali a supporto tecnico per la realizzazione delle riforme.
Le risorse per la semplificazione normative, pur non esattamente quantificate, fanno parte della componente 1 della Missione 1. Al contempo, nell’ambito degli interventi normativi per la razionalizzazione della legislazione, nel Piano si richiamano tra le altre, oltre alle riforme di accompagnamento del Piano: la semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni; la semplificazione e razionalizzazione delle normative in materia ambientale; semplificazioni in materia di edilizia e urbanistica e di rigenerazione urbana; la semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno; l’abrogazione e la revisione di norme che alimentano la corruzione.
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Rafforzamento delle strutture per la semplificazione amministrativa e normativa
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Semplificazione amministrativa e normativa attraverso il potenziamento delle strutture del Dipartimento della funzione pubblica, tramite il reclutamento delle professionalità necessarie (cfr. anche la scheda relativa alla modernizzazione della pubblica amministrazione). |
Gli interventi di semplificazione più urgenti, a partire da quelli strumentali alla realizzazione dei progetti finanziati nell’ambito del PNRR, saranno adottati attraverso un decreto-legge che sarà approvato dal Consiglio dei Ministri entro la prima settimana di maggio e convertito in Legge entro metà luglio. Gli altri interventi saranno realizzati attraverso leggi ordinarie, leggi di delegazione legislativa e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021. |
Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma (si veda anche la scheda Semplificazione delle attività amministrative):
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Buona amministrazione e semplificazione (M1-C1-II.2.2.) |
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La riforma persegue le seguenti finalità: § adottare misure relative alle iniziative normative del Governo, quali una adeguata istruttoria preventiva degli interventi, una più accorta analisi e verifica di impatto della regolazione, con particolare riferimento agli effetti sui destinatari (cfr. anche la scheda relativa alla modernizzazione della pubblica amministrazione); § una maggiore attenzione alla chiarezza, comprensibilità e accessibilità della normazione; § una riduzione del gold plating[14]
Gli obiettivi complessivi delle azioni di riforma, come ricalibrati nel PNRR, sono: § il potenziamento delle strutture del Dipartimento della funzione pubblica, tramite il reclutamento delle professionalità necessarie; § l’adozione di provvedimenti attuativi della riforma della pubblica amministrazione; § la costituzione, nell’ambito del DAGL, di un’apposita unità per la semplificazione normativa. |
Per quanto riguarda il cronoprogramma, il PNRR prevede che gli interventi urgenti di semplificazione, non solo di tipo trasversale, ma anche settoriale, saranno approvati con un decreto-legge da adottare entro maggio 2021. Gli altri interventi saranno realizzati attraverso leggi ordinarie, leggi di delegazione legislativa e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021. Per quanto riguarda le modalità di attuazione, il PNRR chiarisce che al potenziamento delle strutture coinvolte si procederà con l’adozione dei provvedimenti attuativi della riforma della pubblica amministrazione.
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La semplificazione amministrativa rientra nel secondo asse di intervento della componente 1 della Missione 1, dedicato alle misure di “Innovazione della PA”. Gli investimenti e le riforme programmati dal Piano in tale ambito hanno la finalità di eliminare i vincoli burocratici, rendere più efficiente ed efficace l’azione della Pubblica Amministrazione, con l’effetto di ridurre tempi e costi per le imprese e i cittadini.
Nel Piano si constata che nonostante le politiche di semplificazione normativa e amministrativa siano state ripetutamente sperimentate in Italia nell'ultimo decennio, questi sforzi, tuttavia, non hanno prodotto effetti incisivi in termini di rimozione di vincoli e oneri, aumento della produttività del settore pubblico e facilità di accesso di cittadini e imprese a beni e servizi pubblici. Le cause di questa inefficienza sono da ricercare nel fatto che le azioni sono state condotte principalmente a livello normativo, con pochi e insufficienti interventi organizzativi, soprattutto a livello locale, nonché con investimenti molto limitati nel personale, nelle procedure e nelle tecnologie. Per questo il Piano intende accompagnare le azioni di riforma legislativa da un forte intervento a sostegno della capacità amministrativa, soprattutto attraverso adeguate azioni di supporto tecnico a livello locale, per reingegnerizzare i procedimenti in vista della loro digitalizzazione e assistere le amministrazioni locali nella transizione dal vecchio al nuovo regime.
Le azioni previste implicano innanzitutto misure normative di riordino di processi e procedure, rispetto ai quali l’investimento finanziario previsto ha ad oggetto le risorse strumentali che saranno impiegate a supporto tecnico per la piena implementazione delle riforme.
Si tratta di un investimento e di un intervento di riforma, entrambi articolati in più progetti, recanti risorse complessivamente pari a 730 milioni di euro. Per l’attuazione delle misure di semplificazione amministrativa programmate nel Piano si prevede inoltre di sfruttare anche le risorse derivanti dai fondi strutturali esistenti attivi nel settore (es. PON Governance 2014-2020; PON Governance 2021-2027).
Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate agli investimenti presenti nella Missione 1, afferenti alla Semplificazione amministrativa:
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Task force digitalizzazione, monitoraggio e performance (M1-C1-II.2.2.) |
730 (sovvenzioni)
di cui: 2021: 137,2 2022: 197 2023: 197 2024: 129 2025: 48,5 2026: 25,5
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Gli obiettivi dell’investimento, come emerge nell’allegato tecnico, sono molteplici e si articolano, anche per quanto riguarda le risorse, in cinque punti:
1. creazione di una task force temporanea (3 anni) di circa 1.000 professionisti a supporto tecnico delle amministrazioni locali nella realizzazione delle riforme di semplificazione dei procedimenti. Il costo di questa azione di capacity building è di 368,4 milioni €
L’assistenza tecnica sarà dedicata ai seguenti compiti: § sostenere la progettazione e la valutazione di progetti, e le attività delle conferenze di servizio; § sostenere la gestione dell'arretrato procedurale creato durante la pandemia; § supporto tecnico nella fase progettuale degli investimenti; § supporto nel monitoraggio dell'implementazione delle procedure e delle relative attività.
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Nell’allegato tecnico si specifica che il budget complessivo per la task force sarà assegnato su base regionale all'interno di un accordo specifico da sottoscrivere in sede di Conferenza unificata. Ogni Regione, sentiti i comuni, individuerà le specifiche procedure e le amministrazioni locali in cui si concentrano i colli di bottiglia, assegnando le risorse umane adeguate. L’allegato precisa che il progetto durerà 40 mesi: dal terzo trimestre del 2021 al quarto trimestre del 2024.
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2. screening dei procedimenti amministrativi, identificandone i regimi di esercizio, e conseguente semplificazione, mediante eliminazione delle autorizzazioni non giustificate da motivi imperativi di interesse generale, estensione dei meccanismi di silenzio-assenso ove possibile o adottando gli strumenti di SCIA o della mera comunicazione. |
L’Allegato specifica che l’intervento è già previsto nell’ambito dell'Agenda di semplificazione 2020-2023 e le risorse finanziarie per la loro attuazione sono state stanziate nell'ambito del PON Governance 2014-2020. Il costo di queste azioni è già stato pagato dal programma PON Governance per gli anni 2021-2023. I fondi aggiuntivi del PNRR permetteranno la continuazione dell'esercizio dal 2024 fino al 2026, ad un costo complessivo di € 4 milioni. In particolare, si prevede la ridefinizione/semplificazione di: - 200 procedimenti entro il 2023 e - 600 procedimenti entro il 2026.
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3. digitalizzazione delle procedure amministrative per edilizia e attività produttive per migliorare l’operatività degli Sportelli unici, come SUAP e SUE. L’attività comprende la definizione di standard tecnici comuni di interoperabilità, in collaborazione con il Ministero per l’innovazione digitale, per dare piena attuazione al principio “once-only”. Il costo complessivo della digitalizzazione delle procedure di SUAP/SUE e della loro effettiva attuazione presso le amministrazioni locali è stimato in € 324,4 milioni. |
Nell’allegato tecnico, si precisa ancora che con gli interventi su SUAP e SUE si intende standardizzare e digitalizzare il back-office degli sportelli unici, garantendo l’interoperabilità dei processi tra le amministrazioni. Il progetto mira a una completa digitalizzazione delle procedure per le attività di impresa ed edilizie, secondo regole uniformi su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è che l’80% delle amministrazioni locali adottino il nuovo SUAP entro il 2024 e i nuovi SUE entro il 2025. L’intervento è svolto in stretto coordinamento con il Dipartimento per la trasformazione digitale/AGID.
Il progetto è collegato all'implementazione del Regolamento UE 2018/1724, un progetto che mira a costituire il punto unico di ingresso per tutte le interazioni con la PA. |
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4. monitoraggio e comunicazione delle azioni di semplificazione. A tal fine il Piano prevede creazione di una task force centrale, che sarà responsabile del coordinamento generale e del monitoraggio delle attività di assistenza tecnica. Si occuperà, in particolare, di: raccogliere gli input dalle amministrazioni locali per l'identificazione e la risoluzione dei colli di bottiglia procedimentali; apportare i necessari adeguamenti nell'allocazione delle risorse; prevedere azioni specifiche per le regioni inadempienti. |
La Task Force centrale, composta da 25 esperti, sarà istituita all'interno del Dipartimento della funzione pubblica entro il 3° trimestre 2021. Il monitoraggio riguarderà altresì l’impatto in termini di semplificazione delle nuove iniziative legislative sulle PA e gli effetti delle norme in vigore. In relazione a tali compiti, l’Allegato tecnico prevede che entro la fine del 2021 sarà adottata una legge delega per dare al Governo il potere di valutare, e conseguentemente sopprimere, le norme che sovraccaricano le amministrazioni con oneri inutili.
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5. introduzione di nuove iniziative di benchmarking nelle amministrazioni e di specifici incentivi alle performance collegati ai risultati ottenuti, anche attraverso una riforma tesa a rafforzare il ruolo degli organismi indipendenti di valutazione (OIV). Il costo dell’introduzione di queste misure è stimato in € 16,4 milioni. |
A tal fine l’Allegato prevede di: § definire gli indicatori chiavi di performance, attraverso un'iniziativa di supporto tecnico, per le amministrazioni più grandi (Ministeri e agenzie governative centrali, regioni, grandi comuni); § riformare status e sistema di nomina dei componenti degli OIV, nonché investire nella formazione degli OIV per diffondere i sistemi di gestione della performance; § investire su una piattaforma digitale della performance, come strumento di raccolta e offerta di indicatori chiavi di performance, da utilizzare anche ai fini del bilancio e della pianificazione. |
All’investimento sopra indicato si affianca la seguente previsione di riforma:
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Buona amministrazione e semplificazione (M1-C1-II.2.2.) |
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La riforma persegue le seguenti finalità: § ridurre i tempi per la gestione dei procedimenti amministrativi, con particolare riferimento a quelli che prevedono l’intervento di una pluralità di soggetti, come presupposto per accelerare la realizzazione degli interventi nei settori cruciali per la ripresa economica;
§ liberalizzare, semplificare, anche mediante l’eliminazione di adempimenti non necessari, reingegnerizzare e standardizzare i procedimenti.
L’allegato tecnico specifica che, sulla base della consultazione delle parti interessate, la maggior parte delle semplificazioni normative saranno realizzate come riforme strutturali, già con l’adozione di un decreto-legge entro fine maggio 2021. Altre azioni prenderanno, invece, la forma di deroghe temporanee, che solo dopo la valutazione dei loro effetti, potranno essere inserite in una revisione più generale delle procedure esistenti da effettuarsi lungo l’intero arco temporale del Piano (2021-2026).
In questa seconda categoria rientrano: § l’estensione delle procedure di deroga previste dal D.L. n. 76/2020 (certificazioni antimafia per gli appalti pubblici; modello semplificato di Conferenza di Servizi da concludere entro 60 giorni; responsabilità finanziaria dei dipendenti pubblici davanti alla Corte dei conti limitata agli atti dolosi, procedure semplificate per gli aumenti di capitale all'interno delle imprese per accelerare le operazioni di ricapitalizzazione); § corsia preferenziale per le VIA statali e regionali; § procedure semplificate e documentazione richiesta per l'applicazione del Super Bonus; § estensione delle disposizioni di deroga per gli appalti pubblici previste dal D.L. n. 76/2020.
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Per quanto riguarda le modalità di attuazione, il PNRR assegna la pianificazione di dettaglio e il coordinamento operativo delle attività previste nell’azione di riforma in esame, nonché la verifica dell’attuazione al Tavolo tecnico per la semplificazione appositamente istituito a supporto del Comitato interistituzionale, che svolge le funzioni di indirizzo e di verifica dell’attuazione dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023.
Il Tavolo tecnico è costituito da quattro rappresentanti designati dal Dipartimento della Funzione Pubblica, cinque designati della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, e tre designati dall’ANCI e dall’UPI - svolge attualmente le attività di supporto, coordinamento, pianificazione e monitoraggio dell’Agenda e predispone una relazione periodica sullo stato di avanzamento dell’Agenda.
Le attività di segreteria tecnica del Tavolo sono svolte dall’ufficio per la semplificazione e la sburocratizzazione del Dipartimento della funzione pubblica.
Per quanto riguarda il cronoprogramma, il PNRR prevede che gli interventi urgenti di semplificazione, non solo di tipo trasversale, ma anche settoriale, saranno approvati con un decreto-legge da adottare entro maggio 2021. Nell’allegato tecnico si precisa che il decreto dovrebbe essere approvato dal Parlamento entro la fine di giugno 2021. Accanto a ciò si prevede di concludere un accordo formale in sede di Conferenza unificata tra Governo, Regioni e Comuni per estendere le azioni di semplificazione a livello locale. Il lavoro di semplificazione proseguirà attraverso una riforma legislativa più completa dei procedimenti amministrativi, insieme ai necessari investimenti nella reingegnerizzazione delle procedure fino al 2° trimestre 2026.
Infine, l’Allegato prevede una revisione della legislazione in materia di anticorruzione e trasparenza entro la fine del 2021, al fine di rafforzare le misure di prevenzione e abolire gli oneri inutili.
Le misure si concentreranno su: § revisione dei sistemi per la definizione dei piani anticorruzione; § semplificazione e standardizzazione delle norme sui conflitti d'interesse e le incompatibilità; § implementazione e interoperabilità delle banche dati e creazione di piattaforme pubbliche digitali per la condivisione dei dati. |
I soggetti destinatari delle risorse sono le pubbliche amministrazioni centrali, regionali e locali. Nondimeno, dalle misure di semplificazione e snellimento delle procedure amministrative si prevedono importanti ricadute su cittadini e imprese in termini di riduzione degli oneri normativi e amministrativi e di riduzione dei tempi procedimentali.
Inoltre si consideri che le attività di monitoraggio dell’attuazione delle misure di semplificazione comprenderanno attività di consultazione con gli stakeholder attraverso la creazione di focus group con le principali associazioni imprenditoriali, nonché campagne di comunicazione ai cittadini.
Per quanto riguarda l’influenza sulle assi trasversali del Piano non sono indicate correlazioni specifiche.
In merito al quadro delle iniziative normative già adottate e di quelle in essere, le misure di riforma previste nel Piano si collegano alle attività, in parte già avviate, sulla base di quanto previsto dal decreto-legge n. 76 del 2020 (c.d. decreto semplificazioni), nell’ambito dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023, che individua una serie di interventi prioritari di semplificazione condivisi tra Governo, Regioni ed enti locali, per la ripresa del Paese a seguito dell’emergenza da Covid-19.
Il decreto-legge n. 76 del 2020 (articolo 15) ha previsto l’adozione di una Agenda per la semplificazione per il periodo 2020-2023 concernente le linee di indirizzo e il programma di interventi di semplificazione per la ripresa a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, nonché il cronoprogramma per la loro attuazione.
Con la medesima disposizione è stato inoltre previsto il completamento della ricognizione dei procedimenti amministrativi da parte dello Stato, le Regioni e le autonomie locali, sentite le associazioni imprenditoriali e ulteriori misure di semplificazione. In particolare, l’individuazione concerne:
§ le attività soggette ad autorizzazione, giustificate da motivi imperativi di interesse generale, e le attività soggette ai regimi giuridici di cui agli articoli 19 (SCIA), 19-bis (SCIA unica o condizionata) e 20 (silenzio-assenso) della legge 7 agosto 1990, n. 241, ovvero al mero obbligo di comunicazione. Tale opera di ricognizione è stata avviata, in attuazione della legge delega di riforma della PA n. 124 del 2015, dal D.Lgs. 122 del 2016;
§ i provvedimenti autorizzatori, gli adempimenti e le misure incidenti sulla libertà di iniziativa economica ritenuti non indispensabili, fatti salvi quelli imposti dalla normativa dell’Unione europea e quelli posti a tutela di princìpi e interessi costituzionalmente rilevanti;
§ i procedimenti da semplificare;
§ le discipline e tempi uniformi per tipologie omogenee di procedimenti;
§ i procedimenti per i quali l’autorità competente può adottare un’autorizzazione generale;
§ i livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti per l’adeguamento alla normativa dell’Unione europea. Tali livelli sono attualmente definiti dall’art. 14, co. 24-ter, della L. 246/2005.
In attuazione di queste disposizioni, la Conferenza unificata, nella seduta del 23 novembre 2020, ha sancito l'accordo per l'approvazione dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023.
Le azioni programmate nell’ambito dell’Agenda riguardano i seguenti ambiti:
1. La semplificazione e la reingegnerizzazione delle procedure: è prevista la predisposizione di un “catalogo delle procedure” diretto a uniformare i regimi amministrativi, eliminando gli adempimenti e le autorizzazioni non necessarie. La finalità è quella di uniformare, semplificare e liberalizzare attività, sia nei settori già oggetto di ricognizione (sulla base di precedenti interventi, su cui si v., infra), sia in alcuni, rilevanti, settori produttivi finora esclusi (come, ad esempio, il lavoro, la salute e l’igiene degli alimenti, le energie rinnovabili, le comunicazioni, il turismo). Tale attività rappresenta, inoltre, la base per interventi di snellimento di procedure particolarmente critiche, selezionate con gli stakeholders, in alcune ambiti prioritari (lavoro, turismo, installazione di impianti, agroalimentare, Banda ultra larga, ambiente, edilizia, fonti rinnovabili) Infine, si prevede di definire moduli e form digitali standardizzati e semplificati per l’accesso telematico alle procedure nei settori finora non interessati dall’elaborazione della modulistica unificata (tra cui modulistica per la banda larga e per le autorizzazioni sismica e paesaggistica).
2. La velocizzazione delle procedure: sono previste in primo luogo azioni di supporto alle amministrazioni per la gestione delle procedure che prevedono l’intervento di una pluralità di soggetti (cosiddette “procedure complesse”), in modo da accelerare gli interventi cruciali per la ripresa (infrastrutture, opere pubbliche, valutazioni ambientali, transizione digitale, urbanistiche, edilizie, paesaggio, ecc.). Al riguardo si prevede la messa a disposizione di un “team” di esperti multidisciplinari dedicati alla velocizzazione dei procedimenti complessi: la creazione di “pool” multidisciplinari nell’Agenda è condizionata alla disponibilità di risorse a valere sul Next Generation EU. Ulteriori interventi previsti nell’ambito di tale azione sono: la sperimentazione di nuovi modelli a livello di amministrazione comunale per a gestione del SUAP; la definizione di linee guida comuni per la misurazione dei tempi effettivi di conclusione dei procedimenti da parte delle amministrazioni (in attuazione dell’art. 12 del Decreto semplificazioni); la promozione ed il monitoraggio delle semplificazioni introdotte dagli articoli 12 (misure relative all’inefficacia dei dinieghi tardivi) e 13 (conferenza di servizi veloce) del Decreto semplificazioni.
3. La semplificazione e la digitalizzazione: Tra le priorità, in questo ambito, vi è l’effettiva attuazione del principio “once only”
(l’amministrazione non chiede al cittadino e all’impresa le informazioni ed i dati di cui è già in possesso), attraverso l’accesso alle banche dati ai fini dell’acquisizione d’ufficio e dei controlli sulle autocertificazioni. Tra i primi interventi vi è l’accesso alle banche dati dell’Agenzia delle Entrate. Sono, inoltre, ricomprese azioni volte a garantire la piena digitalizzazione dei procedimenti amministrativi, con particolare riferimento a quelli di competenza dello Sportello unico delle attività produttive (SUAP) e dello Sportello unico dell’edilizia (SUE), anche mediante l’interoperabilità dei flussi documentali e degli schemi dati tra amministrazioni.
4. La realizzazione di azioni mirate per il superamento degli ostacoli burocratici nei settori chiave del Piano di rilancio che riguardano, in particolare: tutela ambientale e green economy, edilizia e rigenerazione urbana; banda ultra larga; appalti. Parallelamente, si intende proseguire il supporto alle amministrazioni competenti nell’individuazione dei principali blocchi e rallentamenti burocratici alla realizzazione dei progetti previsti nei diversi “cluster” del Piano e nella formulazione delle relative soluzioni.
In particolare, l’Allegato II al Piano precisa che nell’ambito dell’Agenda sono già state individuate, in collaborazione con le associazioni di imprese, le Regioni e l'associazione dei comuni (ANCI), alcune procedure direttamente collegate all’attuazione del PNRR che dovrebbero essere semplificate e accelerate. Si tratta in particolare di: valutazione di impatto ambientale statale e regionale, autorizzazione degli impianti per il riciclo dei rifiuti; procedure di autorizzazione per le energie rinnovabili e per l’efficientamento energetico degli edifici urbani (il cosiddetto Super Bonus) e la rigenerazione urbana. Azioni specifiche saranno dedicate alla semplificazione delle procedure nell’ambito delle conferenze di servizi necessarie
Si ricorda che, a sua volta, la legge delega di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni (articolo 5, legge n. 124/2015) e i relativi decreti attuativi avevano avviato misure di semplificazione e standardizzazione dei regimi amministrativi (link di approfondimento) introducendo in particolare la c.d. SCIA 1 e c.d. SCIA 2 e avviando la ricognizione delle attività e dei procedimenti.
In attuazione dell’articolo 5 della legge n. 124/2015, il D.Lgs. 30 giugno 2016, n. 126 (c.d. SCIA 1) sono state dettate disposizioni generali applicabili ai procedimenti relativi alle attività non assoggettate ad autorizzazione espressa, nonché una disciplina per le ipotesi in cui per lo svolgimento di un’attività soggetta a SCIA siano necessarie altre SCIA, comunicazioni, attestazioni, asseverazioni e notifiche, ovvero atti di assenso o pareri da parte di altre amministrazioni. Per evitare che la stessa SCIA diventi più complicata del procedimento ordinario a causa dei numerosi atti presupposti, il decreto prevede una concentrazione dei regimi amministrativi.
L'attuazione della delega è proseguita con il decreto legislativo 5 novembre 2016, n. 222 (cd. SCIA 2), che riporta nella tabella A allegata la ricognizione delle attività e dei procedimenti nei settori del commercio e delle attività assimilabili, dell'edilizia e dell'ambiente (per un totale di 246 attività/procedimenti). Per ciascun procedimento o attività, la tabella indica il regime amministrativo applicabile (autorizzazione, silenzio assenso, SCIA, SCIA unica, SCIA condizionata, comunicazione) l'eventuale concentrazione dei regimi e i riferimenti normativi. Tale tabella deve essere aggiornata periodicamente, con decreto del Ministro delegato per la pubblica amministrazione, previa intesa in Conferenza unificata, al fine di tener conto delle disposizioni di legge intervenute successivamente. Inoltre, le amministrazioni, nell'ambito delle rispettive competenze, possono ricondurre le attività non espressamente elencate nella tabella, anche in ragione delle loro specificità territoriali, a quelle corrispondenti, pubblicandole sul proprio sito istituzionale (art. 2, co. 6, D.Lgs. 222/2016). Tale ricognizione non è stata successivamente integrata e completata con ulteriori decreti successivi, pur previsti dalla legge delega. Le regioni e gli enti locali, nel disciplinare i regimi amministrativi di loro competenza, devono adeguarsi ai livelli di semplificazione e alle garanzie assicurate ai privati dal decreto, nonché possono prevedere livelli ulteriori di semplificazione.
La Digitalizzazione della pubblica amministrazione costituisce il primo asse della componente 1 “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA” compresa nella Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” del PNRR e rappresenta, al contempo, uno dei temi trasversali del Piano.
Per la digitalizzazione della PA si prevedono sette interventi e tre riforme recanti risorse pari complessivamente a 6,146 miliardi di euro.
Ulteriori risorse, pari a 1,4 miliardi di euro, sono rese disponibili dalla programmazione nazionale aggiuntiva e sono ripartite nella tavella che segue ad opera del decreto-legge 59/2021 riguardante il Fondo complementare al PNRR (art, 1, comma 2, lett. a), nn. 1 e 2 e lett. f), n. 1). Si tratta di risorse che si aggiungono prevalentemente a quelle previste sull’investimento 1.4 “Servizi digitali e cittadinanza digitale”.
Importi in milioni di euro
Anno |
Servizi digitali e cittadinanza digitale |
Servizi digitali e competenze digitali |
Polis – Case dei servizi digitali |
2021 |
50,00 |
0,73 |
0,00 |
2022 |
100,00 |
46,81 |
125,00 |
2023 |
100,00 |
26,77 |
145,00 |
2024 |
50,00 |
29,24 |
162,62 |
2025 |
40,00 |
94,69 |
245,00 |
2026 |
10,00 |
51,76 |
122,38 |
Totale |
350,00 |
250,00 |
800,00 |
Nell’ambito della Missione 1 particolare rilievo ai fini della digitalizzazione della PA assumono gli interventi sulle reti a banda ultra larga che rappresentano l’investimento 3 della seconda componente (M1C2), con risorse pari a 6,71 miliardi di euro (si veda la scheda Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G).
La digitalizzazione è al contempo, come ricordato, uno dei temi trasversali del Piano che ricorrono anche in altre missioni coinvolgendo diversi settori (cui si rinvia) tra cui:
§ le infrastrutture nel loro complesso, da quelle energetiche a quelle dei trasporti, dove i sistemi di monitoraggio con sensori e piattaforme dati rappresentano un archetipo innovativo di gestione in qualità e sicurezza degli asset (Missioni 2 e 3);
§ l’istruzione, nei programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle funzioni amministrative, della qualità degli edifici (Missione 4);
§ la sanità, nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell’aggiornamento del personale, al fine di garantire il miglior livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini (si veda ad es. Fascicolo sanitario elettronico - FSE, Missione 6 Componente 2).
Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 1, componente 1, afferenti alla Digitalizzazione della PA.
Per approfondire:
§ Finanziamenti e costi
- in generale
- nel dettaglio per tipo di finanziamento e per anno
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Infrastrutture digitali |
900 (in sovvenzioni) di cui: 2021: -- 2022: 111,6 2023: 292,6 2024: 286,6 2025: 146,6 2026: 62,6 |
L'obiettivo dell'investimento è garantire che i sistemi, le serie di dati e le applicazioni della pubblica amministrazione siano ospitati in centri dati affidabili, con elevati standard di qualità per la sicurezza, le prestazioni, la scalabilità, l'interoperabilità europea e l'efficienza energetica; secondo il principio del Cloud First. L’investimento è destinato a 200 amministrazioni centrali e a 80 autorità sanitarie locali. |
Le Amministrazioni possono scegliere di migrare verso una infrastruttura cloud nazionale pubblico-privata, il Polo Strategico Nazionale (PSN) o verso un cloud commerciale disponibile sul mercato (cloud public). Milestones T3 2022 completamento del PSN; T3 2024 migrazione al PSN di almeno 100 tra PA centrali e ASL. Target T2 2026: 280 PA centrali e ASL sul cloud. |
Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud |
1.000 (in prestiti) di cui: 2021: -- 2022: 23 2023: 46 2024: 302 2025: 423 2026: 206 |
L'obiettivo è quello di migrare i dati e le applicazioni delle PA locali verso un'infrastruttura cloud sicura, consentendo a ciascuna amministrazione di scegliere liberamente all'interno di una serie di ambienti cloud pubblici certificati. La migrazione interessa oltre 12.000 pa locali (comuni, scuole e strutture sanitarie). Il programma di attivazione del cloud fornirà alle amministrazioni un pacchetto di sostegno "migrazione come servizio". Ciò comprenderà la valutazione iniziale, il sostegno procedurale/amministrativo necessario per avviare lo sforzo, la negoziazione del sostegno esterno necessario e la gestione globale del progetto nel corso dell'esecuzione. |
Milestones T3 2022 pubblicazione di 3 bandi pubblici (uno ciascuno per comuni, scuole e strutture sanitarie) da parte del MITD; T3 2024 migrazione al cloud di 4.083 PA locali; Target T2 2026 12.464 PA locali migrate al cloud. |
Dati ed interoperabilità (M1-C1-I.1.3) |
646 (sovvenzioni) 556 Piattaforma Digitale Nazionale Dati di cui: 2021: 69 2022: 100 2023: 172 2024: 126 2025: 89 2026: -- 90 Sportello digitale unico di cui: 2021: 7 2022: 22 2023: 25 2024: 21 2025: 15 2026: --
|
L’investimento ha l’obiettivo di garantire l'interoperabilità e la condivisione di informazione tra le PA secondo il principio dell’once only (“una volta per tutte”), evitando al cittadino di dover fornire più volte la stessa informazione a diverse amministrazioni. Un primo progetto consiste nello sviluppo della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) (istituita dall’art. 50-ter del CAD) che consentirà alle amministrazioni di rendere disponibili le proprie informazioni attraverso interfacce digitali API Application Programming Interface. Un secondo progetto riguarda lo Sportello digitale unico (previsto dal regolamento (UE) 2018/1724) che consentirà l’armonizzazione tra gli Stati Membri e la digitalizzazione di procedure e servizi. |
Piattaforma Digitale Nazionale Dati Milestones T4 2022 piena operatività della Piattaforma T4 2024 400 API integrate nella piattaforma Target T2 2026 1.000/1.100 API integrate nella piattaforma
Target T4 2023 21 procedure pienamente conformi alle norme UE e accessibili on-line. |
Servizi digitali e cittadinanza digitale |
2.013 (in prestiti) di cui: § 613 miglioramento della qualità e dell'utilizzabilità dei servizi pubblici digitali; § 80 accessibilità dei servizi pubblici digitali, § 750 PagoPA e app IO; § 285 SPID CIE ANPR; § 245 Piattaforma notifiche digitali; § 40 Mobility as a Service.
A queste risorse si aggiungono 1.400 del Fondo complementare ex DL 59/2021 |
L’investimento è finalizzato allo sviluppo dell’offerta di servizi digitali delle PA in favore di cittadini, residenti e imprese, in linea con gli obiettivi del "Digital Compass" dell'Europa, secondo cui entro nel 2030 i principali servizi pubblici saranno disponibili online. L’intervento comporta il rafforzamento di servizi già esistenti quali identità digitale (SPID e CIE), firma elettronica, strumenti di pagamento digitale per pubblico e privato (PagoPA), piattaforma AppIO. Inoltre, si prevede di introdurre nuovi servizi o attuarne di già previsti, quali la Piattaforma unica di notifiche digitali (L. 160/2019, art. 1, co. 402; D.L. 76/2020, art. 26) e la sperimentazione in ambito mobilità (Mobility as a Service) per migliorare l’efficienza dei sistemi di trasporto urbano. Relativamente alle iniziative normative in essere, si ricorda che il DL 76/2020 ha in particolare previsto un complesso di misure per favore la cittadinanza digitale e l’accesso ai servizi digitali delle p.a. (si veda infra) ed in sede parlamentare è attualmente in corso di esame in sede referente presso la I Commissione della Camera dei deputati una proposta di legge volta a potenziare l'utilizzo della CIE come strumento di accertamento dell'identità del cittadino e di accesso ai servizi in rete (A.C. 432). |
Milestones T4 2023 § 65% di PA adotta PagoPA e 40% di PA adotta AppIO, assicurando un aumento del 20% dei loro servizi. § 10% delle PA (su 8.000 interessate) adottano la Piattaforma notifiche digitali § avvio di 3 progetti pilota di Mobility as a service solutions nelle città metropolitane T2 2024 § 4% delle PA (su 16.076 interessate) aderiscono ad un modello comune di siti e servizi web T1 2025 § Lancio di ulteriori 7 progetti Mobility as a service solutions. Target T2 2025 § 55 tra regioni, città metropolitane e enti locali che hanno rafforzato l’accessibilità ai servizi digitali T1 2026 § 70% della popolazione (42 mln) dotata di identità digitale (SPID o CIE) T2 2026 § 80% delle PA (su 16.076 interessate) aderiscono ad un modello comune di siti e servizi web § 80% di PA adottano PagoPA e AppIO, assicurando un aumento del 20% dei loro servizi § 100% delle PA (su 16.076 interessate) adottano SPID e CIE § 80% delle PA (su 8.000 interessate) adottano la Piattaforma notifiche digitali. |
Cybersecurity (M1-C1-I.1.5) |
623 (in sovvenzioni) di cui: 2021: 170 2022: 190,4 2023: 174,0 2024: 88,6 2025: -- 2026: --
§ 241 infrastruttura cyber; § 231 strutture operative PNSC; 150 rafforzamento delle capacità difesa informatica di ministeri Interno e Difesa, Guardia di Finanza, Giustizia e Consiglio di Stato |
L’investimento è volto alla creazione ed al rafforzamento delle infrastrutture legate alla protezione cibernetica del Paese a partire dalla attuazione della disciplina prevista dal Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica PSNC (su cui si veda infra). L’intervento si articola in 4 aree principali: § rafforzamento dei presidi di front-line per la gestione degli alert e degli eventi a rischio verso la PA e le imprese di interesse nazionale; § consolidamento delle capacità tecniche di valutazione e audit della sicurezza dell'hardware e del software; § potenziamento del personale delle forze di polizia dedicate alla prevenzione e investigazione del crimine informatico; § implementazione degli asset e delle unità incaricate della protezione della sicurezza nazionale e della risposta alle minacce cyber.
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Milestones T4 2022 § creazione della National Cyber Security Agency (p. 554) e dell’ISAC Information Sharing Analysis Center; attivazione del Nucleo centrale ispettivo; § avvio di una rete di laboratori di selezione e certificazione;
T4 2024 § attivazione dei CERTS settoriali; piena operatività del Nucleo centrale ispettivo
Target T4 2024 § completamento della rete di laboratori di selezione e certificazione; § attivazione e lancio nazionale dei servizi del PSNC; § supporto alle PA in linea con le misure di sicurezza del PSNC |
Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali |
611 (in prestiti) di cui: § 296 INPS INAIL; § 140,5 Ministero giustizia e Consiglio di Stato; § 42,5 Ministero della difesa; § 107 Ministero dell’interno; 25 Guardia di finanza. |
L’investimento reca interventi “verticali” mirati a ridisegnare e digitalizzare un insieme di use-case chiave nelle grandi amministrazioni centrali. |
I progetti riguardano la digitalizzazione dei processi di INPS e INAIL; Sistema giudiziario (archivi dei tribunali civili e della Corte suprema); Ministero della Difesa; Ministero dell'interno; Guardia di finanza. |
Competenze digitali di base (M1-C1-I.1.7) |
195 (in sovvenzioni) 135 Rete di centri di facilitazione digitale di cui: 2021: 2 2022: 55 2023: 55 2024: 23 2025: -- 2026: -- 60 Servizio civile digitale di cui: 2021: 14 2022: 18 2023: 24 2024: 4 2025: -- 2026: -- |
L’investimento mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini anche al fine di superare il digital divide. Tra le iniziative previste il potenziamento del Servizio Civile Digitale, avviato in via sperimentale nel 2021, che prevede il reclutamento di giovani che aiutino di utenti ad acquisire competenze digitali di base. Il 12 maggio 2021 è stato pubblicato l’avviso pubblico per formare 1.000 giovani al Servizio civile digitale. |
Target § T2 2025 1 mln di cittadini che partecipano ad iniziative di formazione promosse da enti no profit e volontari § T2 2026 2 mln di cittadini che partecipano ad iniziative di formazione promosse dai centri di facilitazione digitale. |
Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Processo di acquisto ICT (M1-C1-R.1.1) |
---- I costi per la white list dei fornitori sono compresi nell'investimento 3. I costi per la creazione del portale digitale per gli appalti saranno sostenuti da fondi nazionali. |
La riforma mira a razionalizzare e accelerare la procedura di appalto per le risorse ITC, semplificando e centralizzando i controlli, limitatamente agli acquisti del PNRR, eliminando le complessità richieste dalla legislazione italiana in aggiunta alla normativa europea. |
Si prevedono in particolare: § una white list di fornitori certificati; § un percorso di approccio semplificato (fast track) per gli acquisiti ICT; § un portale digitale degli appalti. Milestone T4 2021 adozione di un intervento legislativo nell’ambito del decreto-legge semplificazioni |
Supporto alla trasformazione della PA locale (M1-C1-R.1.2) |
155 di cui: § 140 per assumere 250-300 esperti esterni; § 15 per acquisti risorse strumentali-. |
La riforma definisce la governance necessaria per sostenere le PA centrali e locali nel campo della digitalizzazione per attuare le misure di cui agli investimenti 1-7 e anche per gli investimenti e le riforme nel settore della sanità digitale inclusi nella missione 6. |
La riforma prevede la creazione di un team centrale, affiancato da unità locali, e l’istituzione di un organismo per il supporto delle attività delle amministrazioni centrali, consolidando le competenze tecnologiche frammentate su più attori. |
Introduzione linee guida “cloud first” e interoperabilità (M1-C1-R.1.3) |
-- |
La riforma ha l’obiettivo di semplificare e innovare il contesto normativo per facilitare gli interventi di digitalizzazione. Si prevedono in particolare le seguenti misure: § introduzione di disincentivi per le amministrazioni che non avranno effettuato la migrazione al cloud entro un termine predefinito, in considerazione che la migrazione ridurrà i costi ICT delle amministrazioni; § revisione delle regole di contabilità che disincentivano la migrazione (al momento, infatti, la migrazione al cloud comporta di “tradurre” capex in opex). § semplificazione delle procedure per lo scambio di dati tra le amministrazioni, che attualmente richiedono documenti/autorizzazioni dedicati, per favorire una piena interoperabilità tra le PA. |
Milestone T4 2021 adozione di un intervento legislativo nell’ambito del decreto-legge semplificazioni. Inoltre, saranno adottati provvedimenti di attuazione, in particolare il regolamento AGID sui livelli minimi di sicurezza delle PA (ex art. 33-septies DL 179/2012) e le linee guida AGID sull’interroperabilità (ex. Artt. 50 e 50-ter CAD). |
I soggetti destinatari delle risorse, in prima battuta, sono prevalentemente le pubbliche amministrazioni centrali e locali. Nondimeno, si prevedono importanti ricadute su cittadini e imprese in termini di rafforzamento della quantità e qualità dei servizi digitali messi a disposizione dalle PA attraverso gli investimenti.
L’investimento n. 7 (Competenze digitali di base) impatta direttamente sui cittadini e residenti al fine di migliorarne le competenze digitali (superamento del digital divide). Alcuni degli interventi afferenti all’investimento 6 (Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali) hanno effetti diretti su cittadini, residenti e imprese, ad esempio quello relativo al Ministero dell’interno prevede, tra l’altro, la digitalizzazione dei servizi per i cittadini, quali la prenotazione del passaporto elettronico, nuove modalità di accesso a Banca Dati Nazionale Unica per Anti-mafia, dati censuari integrati con le app IO e PagoPA, oltre alla reingegnerizzazione dei processi interni sottostanti.
La procedura semplificata per gli appalti nel settore ITC (Riforma 1) impatta oltre che sulle amministrazioni aggiudicatrici, sulle imprese che forniscono beni e servizi al settore pubblico.
Per quanto riguarda l’influenza sugli assi trasversali del Piano, si prevede che la Missione 1 nel suo complesso abbia un impatto significativo nella riduzione dei divari territoriali. In particolare, gli interventi sulla digitalizzazione delle PA locali incidono in modo significativo nelle aree del Sud che hanno ampi divari in termini di digital divide e di messa a disposizione on line di servizi pubblici al cittadino.
Relativamente al divario di genere, nel Piano si evidenzia che nel complesso, la Missione 1 potrà attivare una spinta all’occupazione femminile in termini di quantità e di qualità.
Viene rilevato inoltre come la digitalizzazione della PA potrà facilitare la gestione dei processi burocratici che coinvolgono i giovani con un migliore esercizio dei diritti di cittadinanza e la fruizione di servizi per una loro maggiore partecipazione alla vita sociale e culturale.
Nel contempo, l'istituzione del Servizio Civile Digitale (investimento 1.7) prevede il reclutamento di giovani che aiuteranno gli utenti ad acquisire competenze digitali di base; inoltre, all’interno della pubblica amministrazione lo sforzo di reskilling e upskilling includerà un’ampia offerta di corsi online aperti e di massa (MOOC, i.e. Massive Open Online Courses) e l’introduzione di “comunità di competenze” (Community of Practice).
Tra gli interventi previsti nell’ambito della digitalizzazione della PA che potrebbero richiedere l’adozione di misure normative di attuazione si richiamano tra gli altri:
§ l’introduzione di disincentivi per le amministrazioni migrano al cloud;
§ la revisione dei sistemi di contabilità;
§ la semplificazione delle procedure per lo scambio di dati tra le amministrazioni;
§ la creazione di una Piattaforma Nazionale Dati;
§ l’istituzione di una Piattaforma unica di notifiche digitali;
§ l’istituzione di organismi di supporto delle amministrazioni locali;
§ la previsione di un Servizio Civile Digitale;
§ l’istituzione di organismi in materia di cybersicurezza,
§ l semplificazione degli acquisti ICT.
Per quanto riguarda il quadro delle iniziative normative già adottate e di quelle in essere – in cui si inseriscono le misure previste dal Piano e dagli allegati tecnici - si ricorda che alcune delle misure per il sostegno e la diffusione dell'amministrazione digitale previste dal Piano sono state anticipate nel decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 recante misure urgenti per la semplificazione dei procedimenti e per l'innovazione digitale (sui contenuti delle misure per la diffusione dell’amministrazione digitale e l’accesso ai servizi on line delle p.a. previste dal DL 76/2020 si veda il paragrafo sul provvedimento del tema dell’attività parlamentare).
Per quanto riguarda la sicurezza cybernetica, il quadro normativo degli ultimi anni si è sviluppato a partire dalle misure di attuazione della direttiva (UE) 2016/1148 del 6 luglio 2016 recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell'Unione (c.d. direttiva NIS - Network and Information Security”). La direttiva è stata recepita nell'ordinamento italiano con il decreto legislativo n. 65 del 18 maggio 2018. Successivamente, il decreto-legge n. 105 del 2019 è stato adottato al fine di assicurare un livello elevato di sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici delle amministrazioni pubbliche, nonché degli enti e degli operatori nazionali, pubblici e privati, attraverso l'istituzione di un perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e la previsione di misure volte a garantire i necessari standard di sicurezza rivolti a minimizzare i rischi. In attuazione di tale cornice legislativa sono stati adottati il DPCM 30 luglio 2020 n. 131 in merito ai criteri e alle procedure per l’inclusione nel perimetro e il regolamento riguardante le procedure per la notifica in caso di incidenti su beni ITC (per un’analisi più ampia del quadro normativo e del contesto di riferimento si veda il tema dell’attività parlamentare Sicurezza cibernetica con particolare riguardo ai paragrafi su PNRR e sicurezza cibernetica e I rischi connessi all’accresciuta esposizione alle minacce di tipo cibernetico).
Alcuni degli interventi previsti nell’ambito della digitalizzazione delle PA possono contribuire alla creazione delle condizioni favorevoli alla introduzione di modalità digitali nella partecipazione alla sfera pubblica dei cittadini, e segnatamente al voto elettronico (si veda in proposito il paragrafo sulla Sperimentazione del voto elettronico del tema dell’attività parlamentare Sistema e procedimento elettorale).
Il tema dell’innovazione e competitività nel sistema produttivo, accompagnato da un trasversale intento di digitalizzazione delle attività produttive (e della PA) è oggetto di analisi nell’ambito della seconda componente della Missione 1. Si tratta, complessivamente, di 15,70 miliardi di euro.
In questo paragrafo, non si tiene infatti conto delle risorse destinate – sempre nell’ambito della Missione 1 Componente 2 - alle reti ultraveloci (6,71 miliardi) e alle tecnologie satellitari e all’economia spaziale (1,49 miliardi). Di questo ultimo aspetto verrà dato conto nel paragrafo dedicato alla ricerca applicata, mentre l’altro rientra nelle politiche dei trasporti e telecomunicazioni.
La missione 1 nel suo complesso è determinata a provocare un aumento del Pil stimato in 0,8 punti percentuali rispetto allo scenario base nel triennio finale, con un maggior contributo dovuto alla componente 2, qui in esame, per effetto degli investimenti attivati dal programma Transizione 4.0, dell’infrastrutturazione delle reti banda ultra-larga e 5G e delle politiche industriali di filiera. Tutti questi investimenti hanno un elevato impatto diretto e indiretto sugli altri settori dell’economia.
La componente M1-C2 intende raggiungere i seguenti obiettivi:
1) supportare la transizione digitale del sistema produttivo con incentivi agli investimenti privati in beni capitali tecnologicamente avanzati (materiali e immateriali) nonché in ricerca, sviluppo e innovazione.
In particolare, questo obiettivo ha due focus principali:
§ potenziare la capacità di innovare delle imprese, in particolare delle PMI, favorendo anche il processo di integrazione in catene del valore globali;
§ stimolare gli investimenti per lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie di frontiera essenziali per competere nei mercati globali (come Internet of Things, robotica, intelligenza artificiale, blockchain, cloud computing, edge computing, high-performance computing);
2) aumentare gli investimenti nel settore della microelettronica, per sostenere la competitività delle imprese strategiche e salvaguardare l'occupazione qualificata;
3) completare la rete di telecomunicazioni nazionale in fibra ottica e 5G su tutto il territorio nazionale territorio, principalmente per ridurre il digital divide;
4) realizzare un piano nazionale per l'economia spaziale a sostegno della transizione digitale e verde e della resilienza dell'unione.
5) promuovere l'internazionalizzazione delle imprese, quale strumento di ripresa e resilienza del sistema produttivo, visto il tradizionale orientamento italiano all'export e il ruolo strategico svolto dalle imprese esportatrici.
6) rafforzare le filiere produttive italiane facilitando l'accesso ai finanziamenti.
Il disegno del Piano di Transizione 4.0 mira a incentivare la trasformazione digitale delle imprese italiane. Lo fa tenendo conto anche dell'impatto dei precedenti incentivi fiscali. È una componente essenziale di una più ampia strategia, che prevede azioni intraprese sia dal lato dell'offerta - supportando lo sviluppo del settore high-tech e il rafforzamento del legame tra il sistema di ricerca e la base industriale - e dal lato della domanda, attraverso incentivi agli investimenti in tecnologie. Negli allegati viene specificato che il Piano Transizione 4.0 e la Missione 4, componente 2, (Dalla ricerca all’impresa) dovrebbero essere visti come complementari.
Come già ricordato, le risorse per questa componente dovrebbero portare ad un aumento del PIL stimato nello 0,8% per l’intera missione 1, pur se il maggior contributo è riferibile alla componente 2 in esame.
L’impatto sull’occupazione è stimato pari allo 0,3% (+0,4% di occupazione femminile e + 0,3% di occupazione giovanile al 2026).
Per quanto riguarda la Missione 4, si rinvia al paragrafo successivo.
Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 1, afferenti al sistema produttivo.
Si avverte che gli importi complessivi relativi alla Transizione 4.0 (missione 1, componente 2, Investimento 1), riportati in unica riga a pagina 381 degli allegati, possono essere suddivisi in base alle indicazioni recate negli stessi allegati (pagina 613 e seguenti), per cui l’investimento viene esposto non solo nel suo complesso, ma anche sulla base delle sue ripartizioni.
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Transizione 4.0 (M1-C2- I.1.1)
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13.380 (vedi tabella successiva) |
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Credito di imposta alle imprese che investono in beni i beni materiali direttamente connessi alla trasformazione digitale dei processi produttivi
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8.870 (sovvenzioni) di cui 2021: 1.402 2022: 2.576 2023: 2.782 2024: 1.589 2025: 467 2026: 52 |
Gli incentivi fiscali inclusi nel Piano Transizione 4.0 sono disegnati allo scopo di promuovere la trasformazione digitale dei processi produttivi e l’investimento in beni immateriali nella fase di ripresa post-pandemica. Agli incentivi saranno ammessi anche gli investimenti a sostegno della trasformazione tecnologica e digitale della filiera editoriale.
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Si prevede che, nell’arco del triennio 2020-2022, il credito di imposta per beni materiali e immateriali 4.0 sia utilizzato mediamente da poco meno di 15 mila imprese ogni anno. Milestones (soggette a futuro allineamento): § adozione di tutti i pertinenti atti di esecuzione (Q4-2021), § utilizzazione del credito di imposta da almeno 56.300 imprese (Q2-2024) e 91.000 imprese (Q2-2025)
Vedi descrizione sul contenuto dell’articolo 3 del decreto-legge n. 59 del 2021, subito a seguire.
|
Credito di imposta alle imprese che investono in beni i beni immateriali direttamente connessi alla trasformazione digitale dei processi produttivi |
1.910 (sovvenzioni) di cui: 2021: 331 2022: 593 2023: 638 2024: 308 2025: 45 2026: 0
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Vedi sopra |
Vedi sopra |
Credito di imposta alle imprese che investono in beni i beni immateriali di natura diversa, ma strumentali all’attività dell’impresa |
290 (sovvenzioni) di cui: 2021: 106 2022: 76 2023: 63 2024: 40 2025: 7 2026: 0
|
Vedi sopra |
Vedi sopra |
Credito di imposta alle imprese che investono in ricerca, sviluppo e innovazione |
2.010 (sovvenzioni) di cui: 2021: 0 2022: 335 2023: 670 2024: 670 2025: 335 2026: 0 |
Si prevede che, nell’arco del triennio 2020-2022, il credito di imposta per ricerca, sviluppo e innovazione sia utilizzato mediamente da circa 10 mila imprese ogni anno |
Vedi sopra |
Credito di imposta alle imprese che investono in attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze |
300 (sovvenzioni) di cui: 2022: 150 2023: 150
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Per incentivare la crescita di competenze gestionali (per il digitale), verrà elaborato e sperimentato un modello di riqualificazione manageriale, focalizzato sulle PMI. Dall’altro, nell’ottica dell’upskilling digitale come strumento di formazione continua per i lavoratori in cassa integrazione, verranno sperimentati programmi di training ad hoc, di cui usufruire con flessibilità nei periodi di cassa integrazione. |
Vedi sopra |
È in corso di esame delle Camere il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59 (“Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti”), la cui relazione tecnica rileva che, “a seguito di interlocuzioni informali avviate con la Commissione Europea sulle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è stato valutato che il credito di imposta per gli investimenti ì beni materiali (ex super-ammortamento) non presentava i requisiti necessari per essere finanziato a valere sui fondi del PNRR. In particolare, la misura agevolativa in esame non rispondeva al criterio di ''non arrecare un danno significativo agli obiettivi ambientali" (cd "do not significant harm principle") [DNSH], ovvero non veniva ritenuta in grado di contribuire efficacemente alla transizione ecologica del paese”.
Da ultimo, da quanto emerge dagli allegati, non possono essere finanziati con i fondi cui al PNRR gli acquisti relativi a beni strumentali nei seguenti settori:
30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto
22 Fabbricazione di articoli in gomma e plastica
29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
38 Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti
41 Costruzione di edifici
42 Ingegneria civile
43 Attività di costruzione specializzate
08 Altre attività minerarie e estrattive
17 Fabbricazione di carta e prodotti di carta
01 Produzione vegetale e animale, caccia e servizi connessi
50 Trasporto su acqua
19 Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati
20 Fabbricazione di prodotti chimici e prodotti chimici
51 Trasporto aereo
24 Fabbricazione di metalli di base
49 Trasporto terrestre e trasporto tramite condotte
23 Fabbricazione di altri prodotti minerali non metalliferi
35 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
Per queste ragioni il decreto modifica la copertura finanziaria già prevista a dicembre del 2020 con la legge di bilancio 2021, che gravava interamente sul Fondo di rotazione per l’attuazione del Next Generation EU – Italia.
Con le modifiche di cui al comma 1, la copertura a carico del Fondo di tutti gli oneri di cui ai commi da 1051 a 1064 viene ridotta degli importi di cui alla tabella che segue:
2021 |
2022 |
2023 |
2024 |
2025 |
2026 |
|
oneri cui non si fa fronte con il Fondo Next Generation EU (nuovo comma 1061 L. 178/2020) |
3.976,10 |
3.629,05 |
3.370,18 |
2.082,07 |
450,41 |
21,79 |
Riprende di seguito la descrizione della Missione 1, componente 2:
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Investimenti ad alto contenuto tecnologico (M1-C2- I.2) |
340 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 33 2023: 7 2024: 40 2025: 107 2026: 153 |
Questa linea di intervento riguarda l’innovazione e la tecnologia dei microprocessori e prevede contributi per sostenere gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature per produzioni di avanguardia tecnologica ed è complementare alle misure Transizione 4.0 dell’Investimento 1.
|
L’importo dei contributi è pari al 40 per cento dell’ammontare complessivo delle spese ammesse. (850 milioni di euro). L’obiettivo della misura è una capacità di produzione annuale di almeno 374.400 substrati di carburo di silicio, che impiegherà almeno 700 unità di forza lavoro qualificate aggiuntive (Q2/2026). Non si prevede una notifica ai sensi della normativa sugli aiuti di Stato. |
Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione (M1-C2- I.5) |
1.950 (1.200+750) |
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Rifinanziamento e riforma dei servizi offerti dal Fondo introdotto con la legge 394/81 e gestito da SIMEST
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1.200 (prestiti) di cui 2021: 1.200
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L’intervento si pone l’obiettivo di sostenere l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, che eroga contributi e prestiti agevolati a imprese italiane operanti sui mercati esteri (inclusi dal 2020 i paesi membri dell’Unione Europea). Le risorse finanziarie saranno dirette a investimenti a sostegno delle PMI italiane per favorirne lo sviluppo della competitività, in termini di innovazione e sostenibilità
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Milestone: completamento del rifinanziamento del Fondo 394/81 e adozione della politica di investimento in linea con gli obiettivi RRF, anche in relazione a DNSH. (Q3-2021) |
Competitività e resilienza delle filiere produttive
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750 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 70 2023: 70 2024: 170 2025: 170 2026: 270 |
L'obiettivo consiste nel sostegno finanziario a progetti di investimento con un impatto significativo sulle filiere italiane attualmente esistenti, così come su quelli emergenti. È possibile identificare 12 principali filiere sul territorio italiano: agroalimentare, automotive, arredamento e design, cantieristica e aerospaziale, edilizia e immobiliare, energia e utilities, fashion & beauty, meccanica, media e TLC, trasporti e logistica, turismo. L'investimento è quindi indirizzato a ampliare il perimetro del contratto di sviluppo al fine di rafforzare le filiere più strategiche per l'Italia, come l'automotive, il turismo e i settori chiave del farmaceutico e l'economia verde. In particolare, le risorse sono rivolte a programmi di sviluppo nel settore biomedicale e di telemedicina, ovvero progetti con un significativo impatto ambientale, relativi alla trasformazione tecnologica di prodotti o processi, ovvero alla mobilità sostenibile. |
In Italia, circa 390.000 aziende manifatturiere operano nelle filiere produttive. |
Agli investimenti sopra indicati si affianca la previsione della seguente riforma:
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Riforma del sistema della proprietà industriale (M1-C2-R.1) |
300 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 0 2023: 90 2024: 100 2025: 60 2026: 30 |
La riforma intende definire una strategia pluriennale per la proprietà industriale, con l’obiettivo di conferire valore all’innovazione e incentivare l’investimento nel futuro, tenendo conto della rivoluzione digitale che richiede strumenti per mitigare i rischi e sfruttare le potenzialità Il sistema della proprietà industriale costituisce un elemento fondamentale per proteggere idee, attività lavorative e processi generati dall’innovazione e assicurare un vantaggio competitivo a coloro che li hanno generati, elementi che caratterizzano il sistema produttivo italiano e rappresentano fattori distintivi delle produzioni Made in Italy. |
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Dalla ricerca all’impresa
Le risorse destinate alle politiche per il lavoro - pari a 11,44 miliardi di euro - sono allocate nella Componente 2 della Missione 4, significativamente denominata “dalla ricerca all’impresa” proprio perché collegata ai finanziamenti dedicati alla ripresa del sistema produttivo.
La componente è a sua volta divisa in tre linee di intervento, che coprono l’intera filiera del processo di ricerca e innovazione, dalla ricerca di base al trasferimento tecnologico, riportate nella tabella che segue.
Le risorse per questa componente sono interamente ascrivibili al Piano di resilienza (RFF) e dovrebbero portare ad un aumento sia del PIL che dell’occupazione pari allo 0,2% (+0,3% di occupazione femminile e + 0,2% di occupazione giovanile al 2026)
Per quanto riguarda la compatibilità con la normativa sugli aiuti di Stato, una richiesta di valutazione sarà effettuata individualmente per ciascuno dei finanziamenti descritti nella Componente 2
Linea di intervento |
risorse |
RAFFORZAMENTO DELLA RICERCA E DIFFUSIONE DI MODELLI INNOVATIVI PER LA RICERCA DI BASE E APPLICATA CONDOTTA IN SINERGIA TRA UNIVERSITÀ E IMPRESE |
6,91
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Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Fondo per il Programma Nazionale Ricerca (PNR) e progetti di Ricerca di significativo interesse nazionale (PRIN) (M4-C2-I.1.1) |
1.800 (prestiti) di cui: 2021: 300 2022: 300 2023: 300 2024: 900 2025: 0 2026: 0 |
Le principali aree di intervento del PNR riflettono i sei cluster del Programma quadro europeo di ricerca e innovazione 2021 -2027: i) salute; ii) cultura umanistica; iii) sistemi sociali; iv) digitale, industria, aerospaziale; v) clima, energia, mobilità sostenibile; vi) prodotti alimentari, bioeconomia.
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L’investimento finanzierà, fino al 2026, 5.350 progetti. I bandi mirano a consentire una continuità nella presentazione dei progetti. Destinatari dell’intervento sono Università, centri di ricerca, ricercatori. Tra il 2021 e il 2024 saranno programmati quattro bandi di progetto (il bando 2021 è già stato aperto e la procedura di selezione è in corso). Si prevede che saranno finanziati circa 750 progetti con le risorse previste per il 2021, 2022 e 2023. Il budget previsto per il 2024 consentirà di finanziare circa 2.200 progetti. Milestones: almeno 3.150 progetti di ricerca PRIN finanziati coinvolgendo università ed enti di ricerca. (Q4-2023); almeno 5.350 progetti di ricerca finanziati e almeno 900 nuovi ricercatori assunti a tempo determinato (Q2-2025) |
Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori (M4-C2-I.1.2) |
600 (sovvenzioni) di cui: 2021: 0 2022: 100 2023: 175 2024: 150 2025: 100 2026: 75 |
L’investimento ha l’obiettivo di offrire nuove opportunità dedicate ai giovani ricercatori, al fine di trattenerli all'interno del sistema economico italiano. La misura, implementata dal MUR, prevede di sostenere le attività di ricerca di un massimo di 2100 giovani ricercatori |
Il provvedimento prevede l'attivazione di un bando annuale. Essendo stato emesso un bando all'inizio del 2021 (che si concluderà ad aprile 2021), le risorse dedicate a questo investimento saranno utilizzate a partire dal 2022. Ci si prefigge un target di 120 ricercatori. Milestone: sostenuti almeno 300 giovani ricercatori e altrettanti ricercatori con contratto (Q4-2022). L’intervento partirà nel 2022 e si concluderà nel 2026. |
Partenariati allargati estesi a Università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base (M4-C2-I.1.3) |
1.610 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 260 2023: 300 2024: 550 2025: 250 2026: 250 - |
L’investimento medio in ogni programma sarà circa di 100 milioni di euro, con un contributo per ogni progetto di importo compreso tra 5 e 20 milioni di euro e un contributo per l’assunzione di ricercatori a tempo determinato di importo compreso tra 15 e 25 milioni di euro.
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L’investimento mira a finanziare fino a un massimo di 15 programmi di ricerca e innovazione, realizzati da partenariati allargati a Università, centri di ricerca e imprese. Due bandi saranno programmati tra il 2022 e il 2023 e la durata prevista del progetto varierà da tre a quattro anni. Gli inviti ai programmi di consolidamento sarebbero attivati nel 2024 e 2025 per finanziare progetti di 12-24 mesi. Destinatari dell’intervento sono Università, centri di ricerca, piccole e medie imprese, ricercatori Almeno il 20% delle risorse saranno destinate a programmi di ricerca basati su un'economia a basse emissioni di carbonio, resilienza, adattamento ai cambiamenti climatici ed economia circolare. Milestone: almeno 100 nuovi ricercatori assunti a tempo determinato per ciascuno dei partenariati di ricerca di base sottoscritti tra istituti di ricerca e imprese private, di cui almeno il 40% destinati ricercatrici. (Q2-2025). L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026 |
Potenziamento strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali di R&S” su alcune Key Enabling Technologies (M4-C2-I.1.4) |
1.600 (prestiti) di cui: 2021: 80 2022: 150 2023: 250 2024: 260 2025: 460 2026: 400 |
Questa misura mira al finanziamento della creazione di centri di ricerca nazionale in grado di raggiungere, attraverso la collaborazione di Università, centri di ricerca e imprese, una soglia critica di capacità di ricerca e innovazione. Elementi essenziali di ogni centro nazionale saranno la creazione e il rinnovamento di rilevanti strutture di ricerca, il coinvolgimento di soggetti privati nella realizzazione e attuazione dei progetti di ricerca e il supporto alle start -up e alla generazione di spin off.
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I settori individuati in prima battuta per questo intervento sono la simulazione avanzata e big data, ambiente ed energia, quantum computing, biopharma, agritech, fintech, tecnologie per la transizione digitale industriale, mobilità sostenibile, tecnologie applicate e patrimonio culturale, tecnologie per la biodiversità, salva la presentazione di bandi competitivi. Verrà emanato un bando, individuando fino a cinque reti di università, enti di ricerca e aziende in una qualsiasi delle aree scientifiche e tecnologiche di interesse. Le reti candidate proporranno le attività di ricerca da svolgere, le infrastrutture di ricerca da abilitare, nonché l'azione di trasferimento tecnologico da attuare. Milestone: completamento delle procedure di gara per la selezione di: a) n sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione; b) ecosistemi dell'innovazione; c) leader nazionali di R&S sulle tecnologie abilitanti (Q2-2022); almeno 5 strutture di ricerca e sviluppo operative nelle tecnologie chiave abilitanti. (Q4-2025). L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026 |
Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione", costruzione di "leader territoriali di R&S" (M4-C2-I.1.5) |
1.300 (prestiti) di cui: 2021: 100 2022: 100 2023: 300 2024: 550 2025: 250 2026: 250
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Gli ecosistemi dell’innovazione rappresentano un modello innovativo di innovazione economica e sociale e sono luoghi di contaminazione e collaborazione tra Università, centri di ricerca, società e istituzioni locali che hanno finalità di formazione di alto livello, innovazione e ricerca applicata definite sulla base delle vocazioni territoriali. La misura contempla il finanziamento entro il 2026 di 12 “campioni territoriali di “R&S” (esistenti o nuovi) che verranno selezionati con procedure competitive.
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Entro la fine del 2021 sarà istituita una cabina di regia con decreto del Ministro dell'Università. La cabina di regia selezionerà i progetti per gli ecosistemi dell'innovazione entro la prima metà del 2022. Saranno ammessi 12 progetti; l'obiettivo sarà raggiunto con il completamento della procedura di selezione dei progetti da finanziare. La procedura di selezione sarà orientata in modo da identificare almeno un progetto per area regionale. Milestone: vedi investimento precedente. I progetti saranno valutati in termini di fattibilità e sostenibilità anche oltre il 2026. L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026. |
Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma:
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Attuazione di misure di sostegno alla R&S per promuovere la semplificazione e (M4-C2-R.1.1) |
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La riforma è volta a superare la logica di ridistribuzione delle risorse favorendo un approccio più condiviso e mira alla semplificazione nella gestione dei fondi dedicati alle attività di ricerca pubblico –privata. |
È previsto un decreto del MUR per l'utilizzo delle risorse straordinarie previste con il Fondo per la promozione e lo sviluppo delle politiche del Programma nazionale per la ricerca (comma 548 art. 1, Legge n. 178/2020). Milestone: adozione dei decreti ministeriali sulla semplificazione e la mobilità in R&S, al fine di favorire: i) un nuovo modello semplificato di attività di ricerca volto a generare un impatto significativo ed evitare la dispersione; ii) riformare la normativa per aumentare la mobilità tra Università, enti di ricerca e imprese di figure di alto profilo (es. ricercatori e manager); iii) la semplificazione della gestione dei fondi; iv) la riforma del percorso di carriera dei ricercatori (Q2-2022) |
Linea di intervento |
risorse |
M4-C2 SOSTEGNO AI PROCESSI DI INNOVAZIONE E TRASFERIMENTO TECNOLOGICO |
2,05 |
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
IPCEI (M4-C2-2.1) |
1.500 (prestiti) di cui: 2021: 100 2022: 200 2023: 250 2024: 500 2025: 450 2026: 0 |
L’obiettivo della misura è di integrare l’attuale fondo IPCEI (art. 1 comma 232 della legge di bilancio per il 2020), con risorse aggiuntive che consentiranno di finanziare nuovi progetti, inseriti nelle sei filiere del valore europee strategiche e che consentono di riunire conoscenze, competenze, risorse finanziarie e attori economici di tutta l’Unione, favorendo la collaborazione tra settore pubblico e privato. La misura mira a sostenere la partecipazione delle imprese italiane alle catene strategiche del valore. Finora l'Italia ha partecipato a 3 IPCEI, due sulle batterie e l'altro sulla microelettronica.
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Il 30 marzo 2021 l'Italia ha lanciato un invito a manifestare interesse su IPCEI in merito Infrastruttura di servizi cloud di nuova generazione. Inoltre, l'Italia lancerà un nuovo IPCEI sulla microelettronica e un altro progetto sull’idrogeno. Milestones: progetto su microelettronica 2: invito alla manifestazione di interesse (Q2-2021); attribuzione dei finanziamenti (Q2-2022); formalizzazione dell’elenco dei potenziali partecipanti al progetto comune (Q4-2022); almeno 20 società beneficiate (Q2-2025). L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026. |
Partenariati – Horizon Europe (M4-C2-2.2) |
200 (sovvenzioni)
di cui: 2021: 0 2022: 50 2023: 50 2024: 50 2025: 50 2026: 0
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L’obiettivo della misura è quello di sostenere progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la partecipazione ai partenariati nel quadro del programma Horizon Europe. Queste iniziative transnazionali di ricerca possono costituire un importante volano di sviluppo della R&I su temi strategici per il rilancio e la crescita del Paese. In particolare, il sostegno si focalizzerà sui seguenti partenariati: calcolo ad alte prestazioni, 2) tecnologie digitali chiave, 3) transizione all'energia pulita; 4) Oceani blu - Un'economia blu climaticamente neutra, sostenibile e produttiva; 5) PMI innovative.
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Il decreto del Ministro dello sviluppo economico 1° luglio 2020 definisce i criteri generali per la concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore dei progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale delle imprese italiane selezionati nei bandi emanati dalle istituzioni dell’Unione europea. L’intento è di favorire la partecipazione di programmi o progetti nelle linee di finanziamento aperte dall’Unione europea aventi ad oggetto obiettivi di interesse per la competitività del Paese. L’80% dell’ammontare del finanziamento è destinato al Mezzogiorno e il 20 al Centro-Nord. L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026. |
Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria (M4-C2-2.3) |
350 (prestiti) di cui: 2021: 71 2022: 105 2023: 105 2024: 7 2025: 0 2026: 0
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L’obiettivo della misura è di sostenere una rete di 60 centri incaricati dello sviluppo di progettualità, dell’erogazione alle imprese di servizi tecnologici avanzati e di servizi innovativi e qualificanti di trasferimento tecnologico, a beneficio delle aziende operanti su tecnologie e specializzazioni produttive di punta. Si prospetta un aumento del valore del servizio di trasferimento tecnologico pari al 140 per cento. |
L'art. 42 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, ha previsto un programma di sostegno al trasferimento tecnologico e al tessuto imprenditoriale operante nell'ambito dell'innovazione tecnologica. È stato pertanto istituito il «Fondo per il trasferimento tecnologico». Lo stesso articolo prevede iniziative volte a favorire la collaborazione di soggetti pubblici e privati nella realizzazione di progetti di innovazione e spin-off. È poi prevista una convenzione del MISE con ENEA, che a sua volta, ENEA ha provveduto alla fondazione di «Fondazione Enea Tech». Milestones: almeno 205 progetti finanziati (Q2-2025); 42 nuovi hub per un valore stimato dei servizi (risorse pubbliche e private) pari a 600 ml di euro; Numero minimo di PMI coinvolte: 4.500. Suddivisione per tipologia dei centri: 8 centri di competenza attivi (Q4-2025). L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026. |
M4-C2-3. POTENZIAMENTO DELLE CONDIZIONI DI SUPPORTO ALLA RICER CA E ALL’INNOVAZIONE |
2,48 |
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione (M4-C2-I.3.1) |
1.580 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 200 2023: 200 2024: 550 2025: 400 2026: 230
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Questa misura sostiene la creazione di infrastrutture di ricerca e innovazione che colleghino il settore industriale con quello accademico. Il Fondo finanzierà la creazione o il rafforzamento, su base competitiva, di infrastrutture di ricerca di rilevanza pan-europea e infrastrutture di innovazione dedicate, promuovendo la combinazione di investimenti pubblici e privati. In particolare, la misura finanzierà fino a 30 progetti infrastrutturali (esistenti o di nuovo finanziamento) |
Se consentito dalle caratteristiche specifiche dei progetti, le infrastrutture di ricerca e innovazione saranno finanziate e gestite attraverso partenariati pubblico-privati (PPP). Il contributo della sovvenzione ai PPP raggiungerà il 49% dell'investimento di capitale totale e i costi del personale. Milestone: almeno 30 infrastrutture finanziate e 30 responsabili della ricerca assunti (Q2-2023). L’intervento – che si combina con gli investimenti 1.4 e 1.5 - partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026. |
Finanziamento di start –up (M4-C2-I.3.2) |
300 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 25 2023: 50 2024: 75 2025: 75 2026: 75
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La misura è finalizzata ad integrare le risorse del Fondo nazionale per l’innovazione, lo strumento gestito da Cassa Depositi e Prestiti per sostenere lo sviluppo del venture capital in Italia. Attraverso questa iniziativa sarà possibile ampliare la platea di imprese innovative beneficiarie del Fondo. L’investimento consentirà di sostenere 250 piccole e medie imprese innovative con investimenti per 700 milioni di euro (partecipazione media pari a 1,2 mln di euro). |
Si stima che la suddivisione dello stanziamento andrà per il 73% al Centro- Nord e per il 27% al Mezzogiorno, tenuto conto degli attuali andamenti dei ventures capital. Milestones: completare la predisposizione dello strumento finanziario e l'accordo tra Governo e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) (Q2-2022); almeno 250 progetti di start-up finanziati (Q2-2025).
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Introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l’assunzione dei ricercatori dalle imprese (M4-C2-I.3.3) |
600 (sovvenzioni) di cui: 2021: 100 2022: 150 2023: 200 2024: 50 2025: 50 2026: 50
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L’obiettivo della misura consiste nel potenziamento delle competenze di alto profilo, in modo particolare nelle aree delle Key Enabling Technologies, attraverso programmi di dottorato dedicati, con il contributo e il coinvolgimento delle imprese, e incentivi all’assunzione di ricercatori precari junior da parte delle imprese. La misura prevede l’attivazione di 5.000 borse di dottorato per 3 anni, con il cofinanziamento privato e l’incentivo all’assunzione di 20.000 assegnisti di ricerca o ricercatori da parte delle imprese. |
Una quota non inferiore al 30% dei posti disponibili sarà assegnata alle università situate nelle regioni meridionali e Isole, al fine di sostenere i progetti di avvio in cui è meno probabile che siano sostenuti da risorse di mercato. Questa azione richiede una preventiva notifica ai sensi della disciplina per gli aiuti di Stato alla ricerca e sviluppo e innovazione. Milestone: assegnate almeno 15.000 borse di dottorato di ricerca innovative (Q4-2024). L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026. È in corso di approfondimento la necessità di una notifica preventiva ai sensi della normativa sugli aiuti di Stato. |
Anche se appartiene alla Missione 1, Componente 2, appare più sistematico esporre in questo contesto l’Investimento 4 - Tecnologie satellitari ed economia spaziale.
Il Piano nazionale volto a potenziare i sistemi di osservazione della terra per il monitoraggio dei territori e dello spazio extra-atmosferico e a rafforzare le competenze nazionali nella space economy. Il Piano Nazionale include diverse linee d’azione: Osservazione della Terra, Space Factory, Accesso allo Spazio, In-Orbit Economy, Downstream.
Si stima che, entro il 2026, verrà generato un volume totale di nuovi posti di lavoro pari a circa 1.600 nuove assunzioni, corrispondente ad un aumento di circa il 20% dei dipendenti del settore spaziale in Italia.
Le risorse stanziate dal PNRR copriranno una quota degli investimenti definiti per queste linee di intervento.
La quota che grava sul PNRR è pari a 1.487 miliardi, su un totale di investimenti pubblici pari a 2.290 miliardi e un totale dei costi pari a 3.750 miliardi. <Non tutta la quota che poteva essere posta a carico del PNRR (3.440 miliardi) viene utilizzata per questa finalità.
Si segnala che i dati prelevati dall’allegato a pagina 381 e di seguito riportati non coincidono con quelli esposti a pagina 632 (poi ripetuti a pagina 648). L’ammontare complessivo non varia (non va tenuto conto dei decimali e degli arrotondamenti), ma variano la distribuzione dei finanziamenti all’interno dei programmi e delle varie annualità.
Linea di intervento |
risorse |
INVESTIMENTO 4: TECNOLOGIE SATELLITARI ED ECONOMIA SPAZIALE |
1,49 |
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Tecnologie satellitari ed economia spaziale (M1-C4-I.4) |
571 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 0 2023: 0 2024: 67 2025: 100 2026: 350
|
Si tratta di una voce residuale rispetto agli altri progetti.
Un obiettivo ripotato negli allegati è costituito dalla realizzazione di almeno 2 telescopi terrestri e altre infrastrutture schierate, 2 costellazioni o verifiche teoriche delle costellazioni schierate e 8 servizi forniti alle pubbliche amministrazioni. |
Per tutto l’investimento 4, gli allegati pongono l’obiettivo (milestone) dell’aggiudicazione di tutte le gare per tutte le iniziative di economia spaziali (Q1-2023). Trattandosi di aiuti a favore di ricerca, sviluppo e innovazione, la misura non verrà sottoposta a notifica preventiva. |
SatCom |
385 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 30 2023: 70 2024: 80 2025: 120 2026: 85 |
Il programma è legato all’evoluzione tecnologica della connettività e tende ad assicurare un servizio costante e diffuso. Si stanno sviluppando reti di comunicazione sicure basate su soluzioni innovative, come la comunicazione quantistica, che trova applicazione nella distribuzione di chiavi quantistiche via satellite. |
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Osservazione delle Terra |
200 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 20 2023: 20 2024: 20 2025: 80 2026: 0
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I progetti nel campo dell'osservazione della Terra sono utilizzati per migliorare la gestione del territorio, andando dalle questioni ambientali, alla sicurezza, dalla gestione del patrimonio culturale e archeologico alle catastrofi naturali. I sistemi nazionali sono complementari a quelli sviluppati in Europa. I sistemi ad alta risoluzione devono essere affiancati a sistemi ad alta frequenza per migliorare la capacità di previsione e abilitare applicazioni orientate alla prevenzione dei rischi e capacità operative utili alla gestione delle future società digitalizzate (ad es. città intelligenti). |
Nell'ambito delle azioni sarà potenziato il centro spaziale di eccellenza presso Matera, già sito per le operazioni satellitari dei sistemi nazionali di telerilevamento, anche nell’ambito di un programma dedicato al Mezzogiorno |
Filiera italiana nel settore spaziale |
235 in prestiti di cui: 2021: 0 2022: 20 2023: 70 2024: 45 2025: 100 2026: 0 |
L'obiettivo di questa linea è aumentare la competitività attraverso due programmi: Space Factory 4.0: dedicato allo sviluppo di fabbriche intelligenti per la produzione di satelliti di piccole dimensioni; Programma di accesso allo spazio: dedicato allo sviluppo di tecnologie verdi per le generazioni future di propulsori e lanciatori. |
Il programma Space factory interviene nel settore della trasformazione digitale e la digitalizzazione dei processi produttivi, in linea con quanto suggerito nel Piano Nazionale Transizione 4.0. L’intervento riguarda l'intera filiera produttiva italiana e coinvolge i centri di ricerca di riferimento del settore. |
In-Orbit Economy |
150 (prestiti) di cui: 2021: 0 2022: 10 2023: 15 2024: 45 2025: 50 2026: 30 |
A causa dell’abbattimento dei costi di lancio della miniaturizzazione dei satelliti occorre migliorare la capacità di gestione in orbita della singola missione. Lo sviluppo di sistemi, approcci e tecnologie in grado di ottimizzare la vita operativa di un satellite viene definito In-Orbit Servicing. Le tecnologie e le capacità operative coinvolte in tali applicazioni rappresentano un asset strategico per l'Europa e per l'Italia, che ha forti competenze nel campo della progettazione, sviluppo e qualificazione dei servizi in orbita e sistemi di deorbitazione |
Sono previste le seguenti attività: un programma dedicato allo sviluppo di nuove capacità di servicing attraverso progetti di robotica autonoma e telecomandata e tecniche di intelligenza artificiale e la costruzione di tre ulteriori telescopi per la realizzazione di una rete di osservazione e tracciamento dei detriti spaziali con localizzazione del centro di controllo presso la Base ASI di Matera.
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Il PNRR affronta in modo integrato il nodo dell’assistenza socio-sanitaria territoriale collegando alcuni investimenti della Missione 5 "Inclusione e coesione" agli investimenti e progetti di riforma proposti dalla Componente 1 “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza territoriale sanitaria” della Missione 6, dedicata alla sanità.
Più nel dettaglio:
Gli ambiti di intervento (progetti) previsti dall’Investimento 1 “Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale” della Componente 2 della Missione 5 sono rivolti a: i) sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti; ii) percorsi di autonomia per persone con disabilità; iii) Housing temporaneo e stazioni di posta. Agli investimenti si affiancano due importanti previsioni di riforma: Legge quadro sulla disabilità e Riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti. La definizione ed esecuzione dei progetti a valenza sociale della componente M5C2 vede il coinvolgimento, in qualità di attuatori, degli enti locali (Comuni singoli od associati in Ambiti territoriali) coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con le Regioni.
La linea di intervento M5C2.1 è espressamente ricondotta alle politiche socio-sanitarie e dispone di 1,45 miliardi di euro.
L’Investimento 1 “Strategia nazionale per le aree interne” della Componente 3 della Missione 5 prevede: i) il potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità; ii) il consolidamento delle farmacie rurali convenzionate dei centri con meno di 3.000 abitanti; iii) la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie per il potenziamento del social housing. L’investimento vale 830 milioni di euro.
Infine, gli investimenti della Componente 1 della Missione 6 “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale” intendono rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell'assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari. Agli investimenti si affiancano i seguenti interventi di riforma: un Decreto ministeriale di “Definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale e identificazione delle strutture a questa riferibili” e il “Disegno di legge sulla definizione di una nuova componente istituzionale del Servizio sanitario nazionale per le politiche, le attività e le prestazioni in materia di Salute-Ambiente-Clima”. Per l’attuazione di quest’ultimo intervento di riforma, nel periodo 2022-2026 è prevista l’assegnazione di 500 milioni a valere sul Fondo nazionale complementare (decreto legge n. 59 del 2021). Gli investimenti della Componente M6C1 valgono 7 miliardi di euro.
Di seguito, in forma tabellare, le risorse destinate ai singoli investimenti presenti nelle Componenti 2 e 3 della Missione 5, afferenti al settore dell'assistenza territoriale per un totale di risorse pari a circa 2,28 miliardi di euro:
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti (M5-C2.1-I.1.1) |
500 Sovvenzioni |
L’investimento si articola in quattro categorie di interventi (progetti): i) interventi di 18-24 mesi finalizzati a sostenere le capacità genitoriali e a supportare le famiglie e i bambini in condizioni di vulnerabilità, per un totale di risorse pari a 84,6 milioni; ii) intervento rivolto agli anziani non autosufficienti finalizzato alla riconversione delle RSA in gruppi di appartamenti dotati dei servizi necessari alla permanenza in sicurezza degli anziani, a cui sono dedicate risorse pari a 307,5 milioni. La linea di attività è integrata agli investimenti del capitolo sanitario del Piano (infra M6-C1-I.1.1 e M6-C1-I.1.2); iii) interventi per rafforzare i servizi sociali a domicilio necessari a garantire la dimissione ospedaliera anticipata e a prevenire i ricoveri in ospedale, a cui sono finalizzati 66 milioni. Anche questa linea di attività è integrata al progetto sull’assistenza sanitaria (cure intermedie) proposto nella Missione 6; iv) interventi per rafforzare i servizi sociali attraverso l’introduzione di meccanismi di condivisione e supervisione per gli assistenti sociali, di cui si intende rafforzare la presenza e sostenere il ruolo, per un valore pari a 42 milioni. Tutti i quattro interventi descritti sono considerati "livello essenziale di assistenza sociale".
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Per il finanziamento ed i costi unitari degli interventi si rinvia alla sezione dedicata degli Allegati. Il periodo di attuazione è stimato dal 2021 al 2026. Più in particolare, nel terzo trimestre del 2021, è prevista l’approvazione del Piano operativo con la definizione dei requisiti dei progetti che potranno essere presentati dagli enti locali, con riferimento alle quattro tipologie di interventi. Nel primo trimestre del 2026, si prevede che almeno l'85% dei distretti sociali (attualmente circa 600) abbia completato uno degli interventi (si veda sul punto la sezione dedicata degli Allegati). Tutte le categorie di interventi saranno attuati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali che pubblicherà un bando non competitivo in materia rivolto ai comuni singoli o in associazione. |
Percorsi di autonomia per persone con disabilità (M5-C2.1-I.1.2) |
500 Sovvenzioni |
Dirette beneficiarie dell’investimento sono le persone con disabilità. L'investimento ha l'obiettivo di accelerare il processo di autonomia, e conseguentemente di deistituzionalizzazione, delle persone disabili, fornendo servizi sociali e socio-sanitari domiciliari (individualizzati) e di comunità, anche tramite l’assegnazione di proprietà immobiliari confiscate alle organizzazioni criminali. Anche questa linea di intervento è strettamente collegata alla riforma dei servizi sanitari di prossimità previsti dalla Missione sanitaria. |
Per i costi unitari di intervento si veda negli Allegati. Gli interventi sono realizzati dai Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con le Regioni. Il periodo di attuazione è stimato dal 2021 al 2026.
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Housing temporaneo e stazioni di posta (M5-C2.1-I.1.3)
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450 Sovvenzioni |
L'investimento, rivolto alle persone senza dimora, si articola in due categorie di interventi: (i) Housing temporaneo, con la messa a disposizione fino a 24 mesi, da parte dei Comuni (singoli o associati), di appartamenti per singoli/piccoli gruppi/famiglie con attivazione di progetti personalizzati. All’intervento sono stati destinati 177,5 milioni; (ii) Stazioni di posta, con offerta di accoglienza notturna e servizi, quali: servizi sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro e distribuzione di beni alimentari. Le associazioni di volontariato, saranno coinvolte nelle attività delle Stazioni di posta, collaborando con le amministrazioni pubbliche. Al fine di raggiungere una più ampia inclusione sociale, il progetto comporterà azioni incentrate sull'inserimento lavorativo, con il supporto dei centri per l'impiego. L’intervento è finanziato con 272,5 milioni.
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Per i costi unitari di intervento si veda nella parte dedicata degli Allegati. Il periodo di attuazione è stimato dal 2021 al 2026.
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Strategia nazionale per le aree interne (M5-C3-I.1) |
825 Sovvenzioni
2021: 175 2022: 175 2023: 200 2024: 75 2025: 75 2026: 25
2023: 25 2024: 25 2025: 25 2026: 25 |
Per le Aree Interne, distribuite da nord a sud, sono previsti investimenti attrattivi, in grado di facilitare i meccanismi di sviluppo colmando i divari territoriali (dovuti a differenze infrastrutturali, economiche e demografiche). Il supporto del PNRR si articola nelle seguenti due linee di intervento: i) Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità. L’intervento è rivolto al disagio e alla fragilità sociale, si prevede l’intensificazione dell’erogazione di servizi (agli anziani, ai giovani in difficoltà, servizi di natura socioassistenziale, etc.), anche facilitando l’accessibilità ai territori e i collegamenti con i centri urbani. Il finanziamento previsto è pari a 725 milioni (di cui 500 milioni per i comuni delle aree interne e 225 milioni per i comuni del Mezzogiorno). ii) Rafforzamento dei servizi sanitari di prossimità (100 milioni di euro) attraverso il consolidamento delle farmacie rurali convenzionate dei centri con meno di 3.000 abitanti. L’obiettivo è di incentivare i privati a investire nell’adeguamento delle farmacie al fine di rafforzarne il ruolo di erogatori di servizi sanitari. Si prevede il co-investimento privato pari a circa il 50% dell’intervento pubblico. Nel complesso, si prevede di aumentare gli investimenti delle farmacie rurali di 150 milioni di euro. |
Dei 725 milioni previsti per il potenziamento dei servizi di comunità, 500 milioni sono destinati ai comuni delle aree interne e 225 milioni ai comuni del Mezzogiorno. Almeno 2 milioni di abitanti delle aree interne e almeno il 5% della popolazione del meridione (circa 900.000 abitanti) sarebbero raggiunti da servizi e infrastrutture sociali sviluppati o migliorati. L’Agenzia per la coesione territoriale sarà coinvolta nel monitoraggio dei progetti. L’intervento sarà realizzato tra il 2023 e il 2026; entro il quarto trimestre del 2021, sarà avviata una gara d'appalto per le farmacie nei comuni con una popolazione inferiore a 3.000 abitanti.
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Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:
Investimento |
Risorse |
Obiettivo dell’intervento |
Ulteriori elementi |
Legge quadro sulla disabilità (M5-C2-I.1) |
800 Risorse del Fondo per la disabilità e la non autosufficienza 2021: 200 2022: 300 2023: 300 |
La Riforma è finalizzata all'adozione di una disciplina organica ("Codice") sulla disabilità, volta a ridisegnare la tutela della disabilità nei diversi ambiti e, allo stesso tempo, a prevedere processi più efficienti di erogazione degli interventi e dei servizi. La Legge quadro ha le seguenti finalità: |