Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Affari Sociali
Titolo: Case della salute ed Ospedali di comunità: i presidi delle cure intermedie. Mappatura sul territorio e normativa nazionale e regionale
Serie: Documentazione e ricerche   Numero: 144
Data: 01/03/2021
Organi della Camera: XII Affari sociali

 

Camera dei deputati

XVIII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Case della salute ed Ospedali di comunità: i presidi delle cure intermedie.

Mappatura sul territorio e normativa nazionale e regionale

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 144

 

 

 

1° marzo 2021

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Affari Sociali

( 066760-2233 – * st_affari_sociali@camera.it   @CD_affarisociali

 

 

 

La documentazione dei servizi e degli uffici della Camera è destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.

File: AS0207.docx

 


INDICE

Premessa  3

Normativa nazionale  5

Le case della salute e gli ospedali di comunità dichiarati attivi nelle regioni italiane (anno 2020) 8

Normativa regionale  9

§  Abruzzo  9

§  Basilicata  11

§  Calabria  11

§  Campania  13

§  Emilia-Romagna  14

§  Friuli Venezia Giulia  15

§  Lazio  17

§  Liguria  18

§  Lombardia  18

§  Marche  19

§  Molise  21

§  Pa Bolzano – Alto Adige  22

§  Pa Trento – Trentino  22

§  Piemonte  22

§  Puglia  23

§  Sardegna  23

§  Regione Siciliana  24

§  Toscana  26

§  Umbria  29

§  Valle d’Aosta  29

§  Veneto  30

Relazione sullo sviluppo delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità nelle regioni italiane (anno 2020) 33

 

 

 


SIWEB

Premessa

Nel dicembre del 2020, il Dipartimento Affari Sociali del Servizio Studi della Camera dei Deputati ha inviato alla Conferenza delle Regioni una richiesta di informazioni relativa ai presidi delle cure intermedie (Case della Salute/Casa di comunità e Ospedale di comunità- OdC) attivi nei diversi sistemi sanitari regionali (per la definizione di case della salute ed ospedali di comunità cfr.infra). Tali strutture, infatti, hanno un ruolo centrale nella Missione Salute (n. 6) del PNRR (qui il link al dossier del Servizio studi) all’esame del Parlamento. Sulla base di tale richiesta, nell’ambito della Commissione Salute - Area Assistenza Territoriale, la Regione Emilia-Romagna, in qualità di coordinatrice dell’Area, ha richiesto alle Regioni e alle Province autonome (di seguito indicate PA) di trasmettere l’elenco delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità presenti nei rispettivi territori.

Successivamente, sulla base della documentazione pervenuta, la Segreteria tecnica Area “Assistenza territoriale” ha elaborato la “Relazione sullo sviluppo delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità nelle regioni italiane (anno 2020)” (in allegato al presente dossier), inviata nel febbraio 2021. La Relazione contiene:

·        una tabella descrittiva del numero di Case della Salute e di Ospedali di Comunità attivi nell’anno 2020;

·        un elenco, per singola Regione/PA, delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità attivi, con rispettivo Comune e indirizzo.

Nella Relazione si chiarisce che la rilevazione effettuata “non può essere utilizzata per alcuna valutazione rispetto al livello di sviluppo dell’assistenza territoriale nelle Regioni/PA. L’ampia disomogeneità nel numero di Case della Salute e di Ospedali di Comunità attivi nell’anno 2020, documenta la necessità di un approfondito confronto tra le Regioni/PA, fermo restando come, sulla base della documentazione raccolta, appare evidente come sia in corso un profuso impegno nelle singole Regioni/PA finalizzato al rafforzamento dell’assistenza territoriale, attraverso specifici atti di programmazione”. Nella relazione si chiarisce anche che, mentre la declinazione operativa degli Ospedali di Comunità si basa sui contenuti dell’Intesa Stato-Regioni n. 17 del 20 febbraio 2020, la declinazione operativa di Casa della Salute, in assenza di una impostazione condivisa a livello nazionale, è stata intesa come una struttura sanitaria territoriale in cui è prevista l’integrazione tra medici di medicina generale/pediatri di libera scelta ed i servizi sanitari delle Aziende Unità Sanitarie Locali (es. Case della Salute, UCCP [1] , PTA [2] ). Pertanto, dall’analisi, conclude la Relazione, emergono diversi potenziali ambiti di approfondimento a livello interregionale: in primis le strutture e i servizi della cosiddetta “rete delle cure intermedie”, partendo dal ruolo dei posti in RSA dedicati alla post-dimissione ospedaliera”.

 

Con la finalità di fornire strumenti utili per una analisi puntuale, al documento trasmessoci dalla Segreteria tecnica Area “Assistenza territoriale” si premette:

·        una breve sintesi delle norme nazionali istitutive dei presidi territoriali citati;

·        la normativa regionale in materia, elaborata sulla base degli atti di programmazione e delle note inviati da ogni Regione e Provincia autonoma alla Regione Emilia-Romagna.

 


 

Normativa nazionale

Casa della salute

La Casa della salute è stata prevista dalla legge Finanziaria 2007 (Legge n. 296 del 2006 - Art. 1, comma 806, lett. a)) che ha indirizzato specifiche risorse, pari a 10 milioni di euro, per la sperimentazione del modello assistenziale case della salute. Con il Decreto del Ministero della Salute del 10 luglio 2007 sono state poi emanate linee guida  per l'accesso al cofinanziamento ai fini della sperimentazione progettuale delle case della salute quali strutture polivalenti in grado di erogare in uno stesso spazio fisico prestazioni socio-sanitarie integrate ai cittadini.

 

La Casa della salute, come definita dal Decreto del 2007, è una struttura polivalente in grado di erogare in uno stesso spazio fisico l'insieme delle prestazioni socio-sanitarie, favorendo, attraverso la contiguità spaziale dei servizi e degli operatori, l'unitarietà e l'integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie. In tal senso, la Casa della salute deve rappresentare il luogo della partecipazione democratica dove i cittadini e le associazioni di tutela dei pazienti contribuiscono alla programmazione dei servizi e delle attività e sono chiamati a valutare i risultati ottenuti in termini di salute e di benessere percepito. All'interno della struttura devono trovare collocazione gli studi dei Medici di Medicina Generale (MMG) e deve essere garantita la continuità assistenziale 7 giorni su 7 e per le 24 ore attraverso il lavoro in team con i medici di continuità assistenziale (MCA) e di emergenza territoriale (MET). Gli studi di MMG che per ragioni di opportunità non possono trovare allocazione all'interno della struttura devono essere in ogni caso a questa funzionalmente collegati attraverso un idoneo sistema a rete che consenta la gestione informatizzata dei dati clinici dei pazienti. Sono parte integrante della Casa della salute gli ambulatori della Specialistica ambulatoriale. Devono essere in ogni caso previsti appositi protocolli che disciplinino i rapporti tra gli specialisti ambulatoriali, i MMG e gli altri professionisti sanitari al fine di rendere possibili, in caso di richiesta urgente l'effettuazione di consulenze e di refertazioni nell'arco della stessa giornata. Nella Casa della salute deve, inoltre, essere adeguatamente rappresentato il personale appartenente alle professioni sanitarie, con particolare riferimento a quello afferente alle aree della riabilitazione e della prevenzione. Inoltre, nella Casa della salute deve essere attivato l'ambulatorio infermieristico e l'ambulatorio per le piccole urgenze che non richiedano l'accesso al PS Ospedaliero. Gli infermieri assegnati stabilmente all'area sub-distrettuale, pur mantenendo la loro autonomia professionale, operano in stretto rapporto di collaborazione con i Medici di Medicina Generale (MMG) nei moduli operativi integrati: l'Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM), l'ADI, il Centro Diurno, la Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA), la degenza territoriale (Ospedale di Comunità). Ai fini della integrazione tra attività sanitarie e attività socio-assistenziali, nella struttura deve essere presente lo Sportello Unico di Accesso all'insieme delle prestazioni ad integrazioni socio assistenziale. Attraverso lo sportello unico ed il personale ad esso dedicato, si realizza la presa in carico del paziente attraverso l'affido diretto alle unità valutative e agli altri servizi da cui dipende la definizione e l'attuazione del percorso assistenziale individuale. In contiguità con lo sportello unico di accesso deve essere allocato il Centro Unico di Prenotazioni (CUP) per tutte le prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale. Inoltre, al fine di realizzare la reale integrazione tra le attività di prevenzione, cura e riabilitazione, con particolare riferimento alle persone affette da patologie croniche, l'organizzazione e la gestione del servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è una delle funzioni che deve trovare allocazione all'interno della casa della salute. L'ADI deve essere intesa come un servizio multiprofessionale in cui attraverso il lavoro in team dei diversi professionisti che operano all'interno della struttura si realizza l'ospedalizzazione a domicilio e l'umanizzazione delle cure. Nella Casa della salute deve infine trovare implementazione la telemedicina e il teleconsulto a distanza attraverso la messa in opera di una piattaforma tecnologica che consenta il collegamento in tempo reale con l'ospedale/i di riferimento per la diagnostica di secondo livello.

Ospedali di comunità

Gli ospedali di comunità sono presidi sanitari presenti in molte regioni, che ne hanno definito funzioni e requisiti.

Solo recentemente, il 20 gennaio 2020, è stata sancita l’Intesa in sede di Conferenza Stato-regioni sull'Ospedale di Comunità (OdC) che ha definito i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l'autorizzazione all'esercizio degli OdC pubblici o privati, come indicato dall'art. 5, commi 17 e 18, dell'Intesa Stato-Regioni sul Patto per la salute 2014-2016 [3] e in coerenza con quanto previsto dal D.M. 2 aprile 2015, n. 70 [4] , allegato 1, paragrafo 10 (Continuità ospedale-territorio) e 10.1 (Ospedali di comunità). Il Presidio sanitario di assistenza primaria a degenza breve/Ospedale di Comunità svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero è una struttura atta a garantire le cure intermedie, ovvero le cure necessarie per quei pazienti che sono stabilizzati dal punto di vista medico, che non richiedono assistenza ospedaliera, ma sono troppo instabili per poter essere trattati in un semplice regime ambulatoriale o residenziale classico (qui una scheda di sintesi).

Aggregazioni funzionali territoriali (AFT), e forme organizzative multiprofessionali, denominate unità complesse di cure primarie (UCCP)

L'art. 1 del decreto legge n. 158 del 2012 [5] (c.d. Decreto Balduzzi) ha promosso una riorganizzazione delle cure primarie, con l’intento di rafforzare in maniera diffusa l’assistenza territoriale nell’arco delle 24 ore, alleggerendo in tal modo la pressione sulle aziende ospedaliere e i reparti  di emergenza-urgenza. A tal fine, le Regioni sono state impegnate a organizzare l'assistenza primaria secondo modalità operative monoprofessionali, denominate aggregazioni funzionali territoriali (AFT), e forme organizzative multiprofessionali, denominate unità complesse di cure primarie (UCCP), in grado di erogare prestazioni assistenziali tramite il coordinamento e l'integrazione dei medici, delle altre professionalità convenzionate con il Ssn, degli infermieri, delle ostetriche, delle tecniche della riabilitazione, della prevenzione e del sociale a rilevanza sanitaria. Le UCCP sono state disegnate come reti di poliambulatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l'arco della giornata, nonché nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione, operando in coordinamento/collegamento telematico con le strutture ospedaliere.

Tale modello è stato promosso dal Patto per la salute 2014-2016, che, all'art. 5, dedicato all'assistenza territoriale,  ha impegnato le Regioni a promuovere, nell'ambito della propria autonomia decisionale ed organizzativa, le UCCP e le AFT quali forme organizzative della medicina convenzionata [6] . Inoltre, il Patto ha riaffermato la centralità del Distretto come baricentro della assistenza territoriale e luogo del coordinamento, gestione e definizione delle cure primarie nonché delle attività territoriali. In tal senso, il Patto ha previsto nuovi standard organizzativi per il Distretto e ha definito le UCCP e le AFT all'interno di quest’ultimo, specificando che la UCCP e? parte fondamentale ed essenziale del Distretto, integrandosi all'interno della rete dei servizi distrettuali ed aziendali. Contestualmente, il Patto ha auspicato la ridefinizione dei ruoli, delle competenze e delle relazioni professionali, con l’assegnazione ad ogni professionista delle responsabilità individuali o di équipe, dei compiti, funzioni e obiettivi.


 

Le case della salute e gli ospedali di comunità dichiarati attivi nelle regioni italiane (anno 2020) [7]

 

 

 

 


 

Normativa regionale

Abruzzo

 

Case della salute

-

Ospedali di comunità

5

 

La Regione Abruzzo ha trasmesso la programmazione delle UCCP dalla quale non si evince il numero di UCCP attive nell’anno 2020.

Ospedali di comunità

Normativa

Gli Ospedali di comunità (d’ora in poi OdC) sono stati previsti dalla L.R. n. 5 del 2008, "Un sistema di garanzie per la salute - Piano sanitario regionale 2008-2010" che, al par. 5.2.6.1.3, li definisce, nell'ambito  del macro livello territoriale.

 

L’OdC è definito come "la struttura in cui vengono seguiti i pazienti che non necessitano del ricovero ospedaliero ordinario per acuti ma che nel contempo non possono vedere risolti i loro problemi di salute in ambito domiciliare, o presso una RSA L'ospedale di comunità non solo costituisce un nuovo modello organizzativo, rappresentando un'alternativa alle risposte assistenziali tradizionali, ma costituisce la tipologia di struttura a maggior valenza sanitaria territoriale. È rivolto a pazienti affetti da patologie cronico-degenerative associate a particolari e significative condizioni di rischio sociale, ovvero bisognevoli di una continua sorveglianza medica ed infermieristica erogabile in regime extra-ospedaliero. I percorsi attivati rientrano nel sistema integrato dell'offerta a diversa intensità assistenziale delle Cure Territoriali ed è la Unità di valutazione multidimensionale, con la partecipazione degli stessi Medici di Medicina Generale, che determina le ammissioni e le dimissioni, stabilisce i programmi assistenziali individuali, effettua la valutazione sulla attività della struttura. Pertanto, l'Ospedale di Comunità accoglie pazienti provenienti dai livelli assistenziali del territorio (cure domiciliari-residenziali e semiresidenziali) di competenza della ASL, che non abbisognano di ricovero ospedaliero".

 

Successivamente, sono stati definiti gli indirizzi preliminari, per l'attivazione, in via sperimentale del modello organizzativo "Ospedale di comunità" (Decreto del Commissario ad Acta n. 20 dell'8 marzo 2016), precisando che tali strutture possono essere istituite esclusivamente presso i PTA h24 con le caratteristiche assistenziali ed organizzative stabilite dal PSR 2008-2010 come innovate e precisate dal DM 70/2015 di definizione degli standard ospedalieri. Quindi, con DCA n.39 del 21 aprile 2016 è stato costituito un Gruppo di lavoro con il compito, da una parte, di valutare i risultati delle sperimentazioni gestionali attivate nell'ambito degli indirizzi del DCA n.20/2016, dall’altro di definire in modo omogeneo le caratteristiche organizzative e gestionali del modello organizzativo di nuova istituzione.

Nelle Linee di indirizzo per il riordino della rete territoriale, elaborate nel gennaio 2020 dall'Agenzia Sanitaria regionale, vengono infine ridefiniti l'organizzazione ed i requisiti dell'Odc. In tale documento si rappresenta che, nella Regione Abruzzo, l'avvio del modello organizzativo degli OdC, ha visto nel corso degli anni l'attivazione di strutture sanitarie intermedie, individuate preliminarmente nei presidi di:

   Gissi presso il PTA Gissi (CH);

   Pescina presso il PTA di Pescina  (AQ);

   Tagliacozzo presso il PTA di Tagliacozzo (AQ).

Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP)

Normativa

La Regione Abruzzo precisa che, con i Decreti commissariali n.16 e 17 dell'8 marzo 2016 e 56 del 22 giugno 2016, ha provveduto alla riorganizzazione delle Cure Primarie mediante l'emanazione di indirizzi regionali in materia di programmazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) per la medicina generale, pediatria di libera scelta e  per la Specialistica Ambulatoriale nonché per le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) con la definizione della loro organizzazione , delle relative funzioni nonché dei tempi e fasi di realizzazione da parte delle AA.SS.LL.

Con le successive Deliberazioni della Giunta Regionale nn. 769, 770 e 771 del 22 novembre 2016 e n.612 del 25 ottobre 2017 si è preso inoltre atto delle proposte di individuazione delle AFT e UCCP effettuate dalle ASL di Avezzano-Sulmona-L'Aquila, Lanciano-Vasto-Chieti, Teramo e Pescara.

 

Lo stato di attuazione delle suddette forma aggregative, risultante dall'ultima rilevazione, è il seguente:

   ASL Avezzano-L'Aquila-Sulmona: con Deliberazione n° 2397 del 31 dicembre 2018, ha disposto l'istituzione delle Aggregazioni Funzionali della medicina generale "L'Aquila 3" "Marsica l", "Marsica 3'', "Avezzano'', "Avezzano e Valle Roveto" "Sulmona", "Peligno-Subequana", "Vestina-Sabina" e "Sangrina" e dell'Aggregazione Funzionale di specialisti e professionisti convenzionati "L'Aquila”;

   la ASL Lanciano-Vasto Chieti ha affidato lavori per la UCCP di Chieti ed approvato il progetto preliminare per la UCCP di Francavilla al Mare;

   la ASL di Pescara ha acquisito la disponibilità dei medici di assistenza primaria per la costituzione delle AFT e per la partecipazione alle istituende UCCP per l'Area Distrettuale Montana mentre per quella Metropolitana solo da parte dei medici facenti parte dei nuclei di cure primari in gruppo ed in rete;

   la ASL di Teramo ha attivato quasi tutte le AFT e UCCP. Per quanto concerne le due UCCP, non ancora attivate, di Atri e Roseto degli Abruzzi la situazione è la seguente:

   i lavori relativi alla realizzazione dell'UCCP di Atri sono in fase di ultimazione con una stima delle opere già realizzate pari all'80%; relativamente all'UCCP di Roseto degli Abruzzi è stato approvato un protocollo di intesa con il Comune di Roseto degli Abruzzi per l'individuazione dell'area ove sorgerà il nuovo Distretto Socio-Sanitario nel quale sarà collocata la struttura UCCP.

Basilicata

 

Case della salute

1

Ospedali di comunità

-

 

Ospedali di comunità

La Legge regionale 12 gennaio 2017, n. 2, Riordino del Sistema Sanitario Regionale di Basilicata, all’art. 2, comma 4, dispone accordi organizzativi per l'effettiva attuazione dei percorsi di continuità assistenziale Ospedale-Territorio e degli Ospedali di Comunità previsti dall'allegato 1 del D.M. n. 70/2015.

Calabria

 

Case della salute

13

Ospedali di comunità

-

Normativa

Case della salute

Per un approfondimento sullo sviluppo della normativa regionale si rinvia ai seguenti documenti:

·        Formez PA - Regione Calabria,  Linee guida Regione Calabria: Modello organizzativo e percorso di attuazione delle Case della Salute, 2012/2013;

·        Ministero della salute – Formez, La sperimentazione del Modello Case della Salute in Regione Calabria - Progetto Operativo di Assistenza Tecnica – POAT Salute 2007-2013.

 

Al riguardo, si ricorda che, nell’ambito del Progetto Operativo di Assistenza Tecnica-POAT Salute, cofinanziato da Fondi FESR 2007-2013 e rivolto alle Regioni dell’obiettivo convergenza, che Formez PA ha realizzato per conto del Ministero della Salute, la Linea 3 della Regione Calabria è stata dedicata alla “Individuazione e Implementazione di un modello organizzativo per l’attuazione della rete regionale Case della salute".

Normativa

Qui di seguito l’elenco puntuale degli atti di programmazione trasmesso dalla Regione Calabria:

-        Delibera G.R. n.740 del 4 novembre 2009 - Programmazione Regionale Unitaria 2007/2013 - Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di Valenza Strategica "Rete Regionale delle Case della Salute". Rettifica delibera n. 548 del 7 agosto 2009 ad oggetto "Approvazione progetto "Case della Salute";

-        DPGR n.18 del 22 ottobre 2010 - Approvazione delle tre reti assistenziali. G.01 Ospedaliera; G.04 Emergenza-Urgenza; G.02 Territoriale - Allegato n.3 - Il riordino della rete territoriale;

-        DPGR n.135 del 21 dicembre 2011 - Individuazione dei siti per la realizzazione delle Case della salute. Obiettivo GO2;

-        Delibera G.R. n.593 del 23 dicembre 2011 - Programmazione Regionale Unitaria 2007/2013 - Rettifica Deliberazione di Giunta Regionale n.182/2009 - Progetto integrato di sviluppo regionale a valenza strategica " Rete Regionale delle Case della Salute". Istituzione del Tavolo di Partenariato;

-        Decreto Dirigenziale n. 1370 dell’8 febbraio 2012 - Progetto Integrato di Sviluppo Regionale «Rete Regionale delle Case della Salute». Costituzione dell'Unita di Progetto;

-        DPGR n.58 del 2 maggio 2012- Composizione del Tavolo di Partenariato Regionale del Progetto Integrato di Sviluppo Regionale di Valenza Strategica "Rete Regionale delle Case della Salute" e definizione delle funzioni;

-        DPGR n.147 del 20 luglio 2012 - Presa d'atto del Regolamento interno del Tavolo di Partenariato Regionale PISR "Rete Regionale delle Case della Salute". Obiettivo Generale G.02 Riorganizzazione della Rete di assistenza Territoriale;

-        DPGR n.162 del 13 settembre 2012 -Presa d'atto della Delibera n. 2137 del 8 agosto 2012 dell'ASP di Catanzaro di approvazione dello Studio di Fattibilità per la realizzazione della Casa della Salute di Chiaravalle. PISR "Rete Regionale delle Case della Salute". Obiettivo Generale G02 Riorganizzazione della Rete di Assistenza Territoriale - Allegato n.1 -Deliberazione n. 2137 del 8 agosto 2012 - Allegato n.2 -Studio di fattibilità;

-        DPGR n.161 del 13 settembre 2012 -Presa d'atto della Delibera n. 410 dell’8 agosto 2012 dell'ASP di Reggio Calabria di approvazione dello Studio di Fattibilità per la realizzazione della Casa della Salute di Siderno. PISR "Rete Regionale delle Case della Salute". Obiettivo Generale G02 Riorganizzazione della Rete di Assistenza Territoriale - Allegato n.1 Deliberazione n. 410 del 8 agosto 2012 - Allegato n.2 -Studio di fattibilità;

-        DPGR n.176 del 25 ottobre 2012- Presa d'Atto della delibera n. 2911 del 15 ottobre 2012 dell'ASP di Cosenza: "Presa atto e Approvazione Studio di Fattibilità per la riconversione funzionale dell'ex Presidio Ospedaliero di San Marco Argentano da trasformare in Casa della Salute". Obiettivo generale G02 Riorganizzazione della rete di assistenza territoriale - Allegato 1 - Delibera n. 2911 del 15 ottobre 2012 - Allegato 2 - Studio di Fattibilità

-        DPGR n.185 del 4 dicembre 2012 - Approvazione documento "Linee guida Regione Calabria - Modello Organizzativo e percorso di attuazione delle Case della Salute". Obiettivo Generale G02. Riorganizzazione della Rete di assistenza territoriale - Allegato - Linee guida - Modello organizzativo e percorso di attuazione delle Case della Salute;

-        DPGR n. 195 del 20 dicembre 2012 - Presa d' Atto della Delibera n. 572 del 19 dicembre 2012 dell'ASP di Reggio Calabria: "Presa Atto e Approvazione Studio di Fattibilità per la riconversione funzionale dell'ex Presidio ospedaliero di Scilla da trasformare in Casa della Salute". Obiettivo Generale G02. Riorganizzazione della Rete di assistenza territoriale - Allegato- Delibera n.568 del 13 dicembre 2012 - Allegato - Delibera n.572 del 19.12.2012 - Allegato -Studio di Fattibilità;

-        DPGR n. 194 del 20 dicembre 2012 - POR Calabria FESR 2007/2013-ASSE IV-Qualità della vita e inclusione sociale -Linea di intervento 4.2.3.1"Azioni per la progettazione e la realizzazione di una rete regionale sperimentale di Case per la Salute". Approvazione Schema di Convenzione e Disciplinare degli Obblighi;

-        DPGR n.51 del 17 aprile 2013 - DPGR n.194 del 20 dicembre 2012 -POR Calabria FESR 2007/2013-ASSE IV -Qualità della vita e inclusione sociale -Linea di intervento 4.2.3.1 "Azioni per la progettazione e la realizzazione di una rete regionale sperimentale di Case per la Salute". Approvazione Schema di Convenzione e Disciplinare degli Obblighi-Sostituzione schema di convenzione.

-        Decreto Dirigenziale n.1766 del 23 dicembre 2013 - Linee Guida relative all' Informatizzazione delle Case della Salute;

-        DPGR n.149 del 2 dicembre 2013 - DPGR n. 51 del 17 aprile 2013. Parziale rettifica;

-        DCA n. 28 del 7 Maggio 2015 -"Rete regionale delle Case della Salute". Provvedimenti.

Campania

 

Case della salute

-

Ospedali di comunità

1

 

Ospedali di Comunità

Normativa

Con DCA n. 83/2019 "Piano Regionale della Rete di Assistenza Sanitaria Territoriale 2019-2021" la Regione Campania ha previsto la realizzazione di 16 Ospedali di Comunità (OdC).

 

Questa la situazione attuale comunicata dalla Regione

-        ASL Avellino: è stata completata la realizzazione dell'OdC ubicato presso la Struttura Polifunzionale di Bisaccia, di cui si prevede l'avvio delle attività per marzo 2021;

-        ASL Benevento : è stata procrastinata l'apertura degli OdC previsti presso le Strutture Polifunzionali della Salute di Cerreto Sannita e San Bartolomeo in Galdo, in quanto il personale necessario all'attivazione delle suddette strutture è stato impiegato nelle attività legate all'emergenza CoViD-19 ;

-        ASL Caserta: è attivo l'OdC di Teano;

-        ASL Napoli 1 Centro: sono in corso opere strutturali per l'adeguamento di ambienti da dedicare all'attivazione di un OdC presso la Struttura Polifunzionale San Gennaro;

-        ASL Napoli 2 Nord: è in corso la valutazione di strutture da dedicare allo scopo, per cui al momento non ci sono OdC attivi;

-        ASL  Napoli  3  Sud: è stata programmata  la realizzazione  di ·un OdC presso il  Presidio Ospedaliero di Gragnano, ma al momento non ci sono OdC attivi;

-        ASL Salerno: è in itinere l'elaborazione degli atti per l'approvazione esecutiva ed il conseguente affidamento dei lavori per la riqualificazione ed adeguamento delle strutture individuate per la realizzazione dell'OdC di Roccadaspide e dell'OdC di Sant'Arsenio.

Case della salute

In riferimento alle Case della Salute, la Regione non intende realizzare strutture dedicate, ma sta procedendo, come da programmazione di cui al succitato DCA n. 83/2019, alla riconversione di Strutture Polifunzionali della Salute in poliambulatori di I e II livello:

-        poliambulatori di I livello: una o più strutture nell'ambito del Distretto sanitario, con attività legate alle specialità ad alta domanda territoriale;

-        poliambulatori di II livello: unico per distretto o anche sovradistrettuale, con attività legate alle specialità a bassa e media domanda territoriale.

Emilia-Romagna

 

Case della salute

124

Ospedali di comunità

26

per 359 posti letto

 

 

Per approfondimenti si rinvia ai seguenti documenti:

 

-        Regione Emilia Romagna - Agenzia sanitaria e sociale regionale, Valutazione di impatto delle Case della Salute su indicatori di cura, 2009-2019, Dossier n. 269/2020, agosto 2020;

-        Regione Emilia Romagna - Servizio sanitario regionale,  Commissione Salute, Lo sviluppo delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunita? in Emilia: lo stato dell’arte, ottobre 2018

Normativa

Case della salute

-        Deliberazione della Giunta regionale 8 febbraio 2010, n. 291, Casa della salute: indicazioni regionali per la realizzazione e l’organizzazione funzionale;

-        Deliberazione della Giunta regionale 5 Dicembre 2016, n. 2128, Case della Salute: indicazioni regionali per il coordinamento e lo sviluppo delle comunità di professionisti e della medicina d'iniziativa.

-        Regione Emilia-Romagna - Assessorato Politiche per la Salute, Le "Case della Salute" in Emilia-Romagna Il monitoraggio regionale,  2013;

Ospedali di comunità

La regione Emilia-Romagna, con DGR 284/2013 ha ridefinito i servizi territoriali e la rete ospedaliera, istituendo gli Ospedali di Comunità. Successivamente, le Delibere di Giunta 221\2015 e 2040\2015 hanno chiarito che l’assistenza viene erogata utilizzando i letti intermedi territoriali sanitari a gestione infermieristica ed organizzati per moduli assistenziali, di norma, dai 15 ai 20 posti letto. L’assistenza medica e? assicurata da MMG o da PLS o da medici dipendenti del SSN.

Nel 2013 è stato anche istituito il flusso informativo regionale SIRCO (Sistema Informativo Regionale Ospedali di Comunità), per il monitoraggio dell’attività assistenziale erogata dagli Ospedali di Comunità.

 

Friuli Venezia Giulia

 

Case della salute

-

Ospedali di comunità

-

 

Come osservato nella Premessa alla Relazione sullo sviluppo delle Case della salute e degli Ospedali di Comunità nelle regioni italiane (anno 2020) trasmesso dalla Segreteria tecnica, la Regione Friuli Venezia Giulia è tra le regioni che comprende nella rete delle cure intermedie le RSA in cui sono compresi posti dedicati alla post-dimissione ospedaliera.

 

Normativa

 

La Regione FVG già con la legge regionale 13/1995 (ora quasi completamente abrogata) ha introdotto le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), quali strutture destinate a fornire assistenza continuativa ad elevato contenuto sanitario e a prevalente indirizzo riabilitativo a soggetti anziani non autosufficienti e a soggetti temporaneamente non autosufficienti, esclusi i minori, nonché a soggetti affetti da handicap fisico e psichico. Negli anni sono state emanate una serie di norme che definivano le caratteristiche funzionali, edilizie e gestionali di queste strutture intermedie a gestione distrettuale. Successivamente con le leggi di riforma n.17 del 2014 Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale e norme in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria [8] e n.22 del 2019 Riorganizzazione dei livelli di assistenza, norme in materia di pianificazione e programmazione sanitaria e sociosanitaria e modifiche alla legge regionale 26/2015 e alla legge regionale 6/2006 sono state definite le caratteristiche delle strutture intermedie presenti sul territorio regionale. Si ricorda che gran parte delle previsioni contenute nelle predette leggi sono state abrogate dalla legge 12 dicembre 2019, n. 22, Riorganizzazione dei livelli di assistenza, norme in materia di pianificazione e programmazione sanitaria e sociosanitaria e modifiche alla legge regionale 26/2015 e alla legge regionale 6/2006, che all’art. 20 chiarisce che le strutture per le cure intermedie svolgono una funzione intermedia tra l'assistenza ospedaliera, riservata alle patologie acute e complesse, e i servizi erogati in sede di assistenza sociosanitaria domiciliare e di assistenza specialistica ambulatoriale.

 

Le strutture per le cure intermedie sono così identificate:

a)  residenze sanitarie assistenziali (RSA), con riferimento ad attività, servizi e prestazioni riconducibili alle seguenti tipologie di assistenza: riabilitazione estensiva dopo un episodio di ricovero in ospedale per acuti; appoggio per indisponibilità improvvisa di colui che si prende cura della persona da assistere; appoggio per sollievo dei familiari o di colui che si prende cura della persona da assistere;

b)  ospedali di comunità, con riferimento al trattamento di patologie acute di norma gestibili a domicilio, per casi in cui non è possibile mantenere la persona al proprio domicilio e per persone con disabilità gravi e persone con disabilità mentale;

c)  hospice, con riferimento alle cure palliative ed assistenza sulle ventiquattro ore, per evitare il ricovero ospedaliero nel fine vita;

d)  speciali unità di assistenza protratta (SUAP), con riferimento all’accoglienza permanente o protratta senza possibilità di recupero;;

e)  strutture specificamente dedicate ad attività, servizi e prestazioni riconducibili al trattamento per disturbi del comportamento alimentare;

f)  strutture a gestione infermieristica per appoggio per indisponibilità improvvisa di colui che si prende cura della persona da assistere o per sollievo dei familiari o di colui che si prende cura della persona da assistere;

g) strutture di riabilitazione funzionale ai sensi dell' articolo 26 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 (Istituzione del servizio sanitario nazionale), per riabilitazione finalizzata a prevenire, ritardare e ridurre le conseguenze di esiti debilitanti, per la quale è necessario un progetto individuale;

h) strutture di riabilitazione funzionale finalizzate all'età evolutiva.

 

Si ricorda infine che la DGR 11 aprile 2013, n. 650 ha approvato la procedura per l’autorizzazione e l’accreditamento delle RSA e degli Hospice pubblici e privati. I requisiti delle RSA sono stati successivamente integrati con la DGR 13 maggio 2016 n. 817, attualmente vigente. La D.G.R. n. 2088 del 26 ottobre 2017 ha definito il programma regionale di accreditamento delle RSA e degli Hospice pubblici e ha precisato i requisiti e la procedura applicabile.

Residenze sanitarie assistenziali

Al momento sono presenti 22 RSA, pubbliche e private autorizzate ed accreditate con il SSR (DGR 650/2013).

Presidi Ospedalieri della Salute (POS)

Nel territorio regionale sono presenti 4 presidi Ospedalieri della Salute (POS) presso gli ex Ospedali di Gemona del Friuli, Sacile, Maniago e Cividale del Friuli. Presso i POS di Gemona del Friuli e di Sacile sono presenti ulteriori posti letto di degenze intermedie polifunzionali (DIP o SIP).

Lazio

 

Case della salute

22

Ospedali di comunità

-

 

Su retesalutelazio.it sono disponibili le schede relative a ciascuna casa della salute.

Normativa

Decreto del Commissario ad Acta 22 giugno 2017, n. U00228, Casa della Salute: aspetti organizzativi e funzioni, requisiti minimi autorizzativi e schemi di Intesa per l'attivazione.

Si rinvia inoltre al Documento del Gruppo di Lavoro: Linee di indirizzo regionali su "Unità di Degenza a gestione Infermieristica - Modello Organizzativo"

Liguria

 

Case della salute

4

Ospedali di comunità

1

per 20 posti letto

 

Casa della salute

Normativa

La Regione Liguria con la D.G.R. 16 novembre 2007, n. 1367 e la D.G.R. 16 novembre 2007, n. 1368, ha avviato la sperimentazione di Case per la Salute in territori particolarmente disagiati, al fine di garantire l'integrazione e la continuità assistenziale attraverso l'apporto dei servizi distrettuali, dei MMG, dei PLS e delle Farmacie. La Delib.Ass.Legisl. 30 settembre 2009, n. 22, Piano sociosanitario regionale 2009-2011, ha dedicato il par. 1.2.2.6 alle Case della salute. Successivamente, la Delib.Ass.Legisl. 5 dicembre 2017, n. 21, Piano Socio Sanitario Regionale per il triennio 2017/2019 ha previsto, nel percorso verso una sempre maggiore integrazione della presa in carico globale del paziente, il potenziamento del modello rappresentato dalle Casa della Salute,

Lombardia

 

Case della salute

-

Ospedali di comunità

20

per 467 posti letto

 

Normativa

La Legge Regionale n. 23 del 2015  ha riformato il sistema socio sanitario regionale, avviando al contempo una sperimentazione. La DGR 3383 del 10 aprile 2015 ha poi definito l’unità d’offerta socio sanitaria residenziale “Cure Intermedie”, comprensive delle ex strutture di assistenza Post- Acuta e delle ex Riabilitazioni socio-sanitarie (specialistica, generale e geriatrica, di mantenimento). Nel provvedimento si dichiara l’intento osservazionale del mandato, ma viene data la prima indicazione di far confluire nel sistema dei “servizi di cure intermedie residenziali” i circa 3.000 posti letto di riabilitazione residenziale ex art. 26 (senza comprendere i servizi di riabilitazione per minori, ambulatoriale e domiciliare) e i circa 500 posti letto di post-acuzie (attivati prevalentemente nelle strutture residenziali per anziani). Per quanto riguarda i requisiti di esercizio e di accreditamento, sostanzialmente si confermano quelli strutturali tecnici e organizzativi già previsti dalla precedente normativa, con qualche concessione di maggior “flessibilità” per spazi comuni e palestre. Si segnala che per la gestione delle persone affette da demenza con disturbi del comportamento l’erogatore deve dotarsi di aree o reparti protetti “dedicati”.

La Deliberazione n° XI / 2019 ha poi fornito le prime indicazioni per l’avvio del percorso di riordino e di riclassificazione dei PRESST (Presidi Socio Sanitari Territoriali), dei POT (Presidi Ospedalieri Territoriali) e delle degenze di comunità. La delibera prevede strutture organizzative di coordinamento (centri multiservizi o centrali per la continuità assistenziale) nelle ASST (Aziende socio sanitarie territoriali) o in altri enti del sistema, che in stretto collegamento con la ATS (Agenzie Tutela Salute) svolgono le funzioni di valutazione multidimensionale (VMD), di case-management e di supporto al percorso di presa in carico. Le ATS, con funzioni programmatorie, e le ASST, con funzioni organizzative gestionali, sono chiamate a guidare il processo di riordino sulla base di una puntuale rilevazione dei bisogni di natura sociosanitaria dei diversi territori al fine di definire le risorse necessari e le strutture da trasformare in PreSST e POT.

Successivamente, la  Deliberazione n° X / 6551 del 4 maggio 2017 ha definito le modalità di presa in carico dei pazienti cronici e fragili e le nuove strutture d’offerta per la presa in carico (PreSST e POT).

Marche

 

Case della salute

21

Ospedali di comunità

14

per 616 posti letto

 

 

Normativa

- D.G.R. n. 735 del 20 maggio 2013 “Riduzione della frammentazione della Rete Ospedaliera, Riconversione delle piccole strutture ospedaliere e Riorganizzazione della rete Territoriale della Emergenza-Urgenza della Regione Marche in attuazione della DGR 1696/2012”, si ridefinisce l’offerta della rete ospedaliera riducendo la frammentazione e riconvertendo i 13 ospedali di polo in strutture territoriali qualificandoli come Case della Salute composte anche da PL Day Surgery, Lungodegenza/Riabilitazione e Cure Intermedie;

- DGR n. 452 del 14 aprile 2014Linee guida per l'organizzazione funzionale delle Case della Salute”, si definiscono i tre livelli di complessità crescente previste per le Case della Salute e l’articolazione dei servizi che debbono essere presenti nonché l’organizzazione delle strutture ex ospedali di polo, prevedendone una suddivisione in tre tipologie: Tipo A: Casa della Salute per l’erogazione delle cure integrate; Tipo B: Casa della Salute per l’erogazione delle cure integrate e residenzialità; Tipo C: Casa della Salute di tipo C;

- D.G.R. n.960 del 4 agosto 2014 “Regolamentazione Cure Intermedie. Approvazione”, si approva la regolamentazione delle Cure Intermedie;

- D.G.R. n. 139 del 22 febbraio 2016Adeguamento delle Case della Salute tipo C, ridefinite Ospedali di Comunità, in coerenza con gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all´assistenza ospedaliera di cui al DM 70/2015. Revisione della DGR 735/2013 e DGR 920/2013 e DGR 1476/2013”, con la quale le Case della Salute di Tipo C vengono riconvertite in Ospedali di Comunità (ODC).

- legge regionale 30 settembre 2016, n. 21 Autorizzazioni e accreditamento istituzionale delle strutture e dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali pubblici e privati e disciplina degli accordi contrattuali delle strutture e dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali pubblici e privati”;

- regolamento regionale 1 febbraio 2018, n. 1 “Definizione delle tipologie delle strutture e dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali pubblici e privati ai sensi dell’articolo 7, comma 3, della legge regionale 30 settembre 2016, n. 21 "Autorizzazioni e accreditamento istituzionale delle strutture e dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali pubblici e privati e disciplina degli accordi contrattuali delle strutture e dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali pubblici e privati"

Allegato B- Strutture ospedaliere ed extra ospedaliere che erogano prestazioni in regime ambulatoriale (articolo 7, comma 1, lettera b), della l.r. 21/2016 - Case della Salute di Tipo A

Allegato C - Strutture sanitarie extra ospedaliere intensive e estensive, strutture socio-sanitarie di lungo assistenza o mantenimento e protezione e strutture sociali di tutela e accoglienza che erogano prestazioni in regime residenziale e semiresidenziale, a favore delle categorie di destinatari previste dalla normativa statale e regionale vigente (articolo 7, comma 1, lettera c), della l.r. 21/2016;

- D.G.R. n. 1571 del 16 dicembre 2019 “LR n. 21/2016 art. 3 comma 1 lett. b) - Manuale di Autorizzazione delle Strutture ospedaliere ed extraospedaliere che erogano prestazioni in regime ambulatoriale, degli stabilimenti termali e degli studi professionali di cui al comma 2 dell'art. 7 della L.R. 21/2016 (parte B)”

- D.G.R. n. 938 del 20 luglio 2020 LR n. 21/2016 art. 3 comma 1 lett. b) - Manuale Autorizzazione Strutture sanitarie extraospedaliere intensive e estensive, strutture socio-sanitarie di lungoassistenza o mantenimento e protezione, che erogano prestazioni in regime residenziale e semiresidenziale (parte C: Requisiti specifici delle strutture per Anziani/Fragilità, Adulti (Hospice-Malati HIV))”;

- DGR n. 1572 del 16 dicembre 2019 “Legge regionale n. 21/2016, e ss.mm.ii, Capo III, Art. 16 - Manuale di Accreditamento per le strutture sanitarie e socio - sanitarie previste all'articolo 7, comma 1, lettere a), b), c), d) e comma 2”.

Molise

 

Case della salute

6

Ospedali di comunità

2

 

 

Si specifica che gli OdC si trovano all’interno delle Case della Salute situate a Larino e Venafro. Inoltre è prevista l’attivazione delle Case della Salute anche nelle località di: Agnone (IS), Bojano (CB), Campobasso, Isernia, Riccia (CB), Termoli (CB), Trivento (CB).

Normativa

-        Decreto del Commissario ad acta n. 26 del 19 maggio 2016, Attivazione dell'Ospedale Territoriale di Comunità di Larino a seguito della riconversione del Presidio Ospedaliero Vietri di Larino

-        Decreto del Commissario ad acta n. 27 del 19 maggio 2016, Attivazione dell'Ospedale Territoriale di Comunità di Venafro a seguito della riconversione del Presidio Ospedaliero SS. Rosario di Venafro;

-        Accordo sul Programma Operativo Straordinario 2015-2018 della Regione Molise. (Rep. Atti n. 155/CSR del 3 agosto 2016). Provvedimenti;

-        Decreto del Commissario ad acta n. 68 del 9 dicembre 2016, Riconversione del Presidio Ospedaliero Vietri di Larino in Struttura Territoriale - Ospedale di Comunità. Provvedimenti;

-        Decreto del Commissario ad acta n. 69 del 9 dicembre 2016, Riconversione del Presidio Ospedaliero SS. Rosario di Venafro in Struttura Territoriale - Ospedale di Comunità. Provvedimenti;

-        Determinazione del Direttore Generale per la salute n. 287 del 30 dicembre 2016, “Ospedale territoriale di Comunità di Larino e di Venafro. Linee di indirizzo regionali sulle "Unità di degenza a gestione infermieristica”.

-        Decreto del Commissario ad acta n. 18 del 28 febbraio 2017, Programma Operativo Straordinario 2015-2018. Adempimenti 11.3.3. "Potenziamento delle Cure Primarie ed attivazione Case della Salute". Funzionamento Case della Salute. Atto di indirizzo;

-        Decreto del Commissario ad acta n. 21 del 2 marzo 2018, Programma Operativo Straordinario 2015-2018. Programma 11 "Riequilibrio Ospedale-Territorio" - "Documento riorganizzazione delle Reti Territoriali";

-        Determinazione del Direttore Generale per la salute n. 136 del 24 luglio 2018 “Unità di degenza a gestione infermieristica - Ospedale di Comunità di Larino e Venafro. Valorizzazione attività e prestazioni”;

-        Decreto del Commissario ad acta n. 65 del 26 ottobre 2020, "Piano di riorganizzazione per il potenziamento della rete territoriale per l'emergenza Covid" ex art. 1, D.L. n.34/2020 (convertito in Legge 17 luglio 2020, n.77).

Pa Bolzano – Alto Adige

Case della salute

-

Ospedali di comunità

-

Normativa

Decreto assessorile del 28 novembre 2018, n. 22555, Approvazione dei requisiti specifici per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture/unita? operative di ricovero pubbliche e private per cure intermedie,  Bollettino Ufficiale n. 49/Sez. gen. del 6 dicembre 2018, pag. 58.

Pa Trento – Trentino

Case della salute

-

Ospedali di comunità

-

Piemonte

Case della salute

71

Ospedali di comunità

5

Per  30 posti letto

 

Normativa

-        D.D. 438 del 30 giugno 2017, Avvio sperimentazione regionale Case della salute;

-        D.G.R. 3-4287 del 2016, Interventi regionali e linee di indirizzo per la sperimentazione regionale Case della salute;

-        DD 881 del 17 dicembre 2018, Proseguimento della sperimentazione regionale Case della salute;

-        Deliberazione della Giunta Regionale 21 settembre 2018, n. 30-7568, Ridefinizione del fabbisogno dei posti letto di continuità assistenziale a valenza sanitaria.

 

Puglia

 

Case della salute

-

Ospedali di comunità

-

 

Normativa

DGR 10 marzo 2020, n. 333, “La riorganizzazione della rete di assistenza territoriale della Regione Puglia illustra il processo di riorganizzazione dell'offerta territoriale di assistenza sanitaria e socio­sanitaria realizzato negli ultimi anni, anche nell'ottica di individuare le linee di sviluppo di tale assistenza come necessaria risposta assistenziale al processo di riordino della assistenza ospedaliera. A partire da tale prescrizione, il documento si riferisce alla "assistenza primaria, all'assistenza domiciliare ed a quella residenziale", ma tiene conto altresì delle forme di assistenza intermedia.

Sardegna

 

Case della salute

15

Ospedali di comunità

-

 

Regione Sardegna, Progetto sperimentazione Casa della salute - Ospedale di comunità Ittiri e Thiesi, s.d.

Normativa

Case della salute

-        Legge Regionale 17 novembre 2014, n. 23, Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale. Modifiche alle leggi regionali n.23 del 2005, n.10 del 2006 e n.21 del 2012;

-        Legge regionale 11 settembre 2020, n. 24, Riforma del sistema sanitario regionale e riorganizzazione sistematica delle norme in materia. Abrogazione della legge regionale n. 10 del 2006, della legge regionale n. 23 del 2014 e della legge regionale n. 17 del 2016 e di ulteriori norme di settore;

-        Deliberazione n. 32/10 del 4 giugno 2008, Programma regionale “Case della Salute”;

-        Deliberazione n. 42/3 del 20 ottobre 2011, POR FESR 2007/2013. Programmazione risorse a valere sull’Asse II: Inclusione, Servizi Sociali, Istruzione e Legalita? – Obiettivo Specifico 2.2 – Obiettivo Operativo 2.2.2 - linee di attivita? 2.2.2 d) e 2.2.2 e). Importo complessivo € 25.605.000. Indirizzi programmatici e modalita? attuative. Modifiche e integrazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 26/7 del 24.5.2011. Ritiro della Delib.G.R. n. 39/58 del 23.9.2011. Approvazione definitiva;

-        Deliberazione n. 60/1 del 2 dicembre 2015, Piano di Azione e Coesione – Priorita? “Servizi di cura” (ex Linea di Attivita? 2.2.2.b POR FESR 2007-2013). Modifiche ed integrazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 42/3 del 20.10.2011. Riprogrammazione di risorse pari ad € 7.725.000 in favore delle ASL n. 3 di Nuoro, n. 4 di Lanusei, n. 5 di Oristano, n. 6 di Sanluri, n. 7 di Carbonia, n. 8 di Cagliari e dei Comuni di Oristano e Sorso per il potenziamento e la messa in funzione delle strutture gia? finanziate e per la realizzazione di nuove Case della Salute;

-        Deliberazione n. 5/29 DEL 28 gennaio 2016, Piano di Azione e Coesione - Priorita? "Servizi di cura" (ex LdA 2.2.2.b POR FESR 2007-2013). Modifiche ed integrazioni alla Delib.G.R. n. 42/3 del 20.10.2011. Riprogrammazione di risorse pari ad € 7.725.000 in favore delle ASL n. 3 di Nuoro, n. 4 di Lanusei, n. 5 di Oristano, n. 6 di Sanluri, n. 7 di Carbonia, n. 8 di Cagliari e dei Comuni di Oristano e Sorso per il potenziamento e la messa in funzione delle strutture gia? finanziate e per la realizzazione di nuove Case della Salute. Approvazione definitiva;

-        Deliberazione n. 17/14 del  4 aprile 2017, POR FESR 2014-2020 – Programmazione integrata interventi in ambito sanitario;

 

 

Regione Siciliana

 

Case della salute

55

Ospedali di comunità

-

 

 

La Regione siciliana chiarisce che è stata avviata una serie coordinata di azioni che ha visto la riorganizzazione dei servizi territoriali con la creazione dei Punti Territoriali di Assistenza (PTA), un presidio aggregato, una sorta di "casa della salute", che eroga un insieme di attività organizzate in aree specifiche di intervento integrate fa loro. IL PTA garantisce l'accesso e la risposta uniforme anche per servizi non fisicamente aggregati con cui viene mantenuta una stretta integrazione di natura organizzativa-operativa. In questa logica sistemica, i Poliambulatori periferici continuano ad essere un centro fondamentale di erogazione dell'assistenza. Nell'ambito dei PTA sono state avviate e sviluppate anche nuove forme di assistenza, tendenti a garantire la realizzazione della gestione integrata delle patologie croniche e l'ampliamento dell'assistenza sul territorio, limitando gli accessi impropri alle strutture ospedaliere, in specie alle aree di emergenza.

 

Tra le componenti innovative caratterizzanti tali strutture territoriali sono compresi:

-   il Punto di accesso alle cure primarie, per l'accettazione delle domande e l'orientamento dei pazienti, compreso l'accesso al circuito delle cure domiciliari;

-   i Punti di Primo Intervento (PPI), gestiti da medici di continuità assistenziale, aperti h 12 nei giorni feriali, la cui attività garantisce la gestione dei codici "bianchi e verdi" sul territorio, riducendo la necessità di accedere ai PS e si embrica con quella notturna e festiva erogata dai presidi di continuità assistenziale;

-   gli Ambulatori di gestione integrata (AGI), spazio di integrazione tra il MMG e gli specialisti, in cui le esperienze di entrambi i professionisti si integrano a vantaggio della gestione dei pazienti cron1c1;

-   gli Ambulatori infermieristici, fondamentali nella gestione del paziente cronico e complesso ma anche per erogare prestazioni infermieristiche pure, su indicazione dei MMG, degli specialisti ambulatoriali o dei medici dei Punti di primo intervento;

-   lo Sportello del paziente cronico che coordina e facilita la fruizione dei servizi da parte dei pazienti più complessi e gestisce il registro dei pazienti cronici (Diabete Mellito tipo 2, Scompenso Cardiaco cronico, BPCO). Si interfaccia con gli Ospedali per la dimissioni "facilitate" (pazienti cronici autosufficienti dimessi dalla strutture ospedaliere da prendere in carico sul territorio);

-   i Servizi diagnostici, quali punto prelievo o laboratorio e diagnostica per immagini.

Elemento aggiuntivo, istituito a seguito dell'accordo con i pediatri di libera scelta, inizialmente come sperimentazione e poi entrato a regime, è costituito dai Punti di Primo Intervento Pediatrici (PPI-P), per garantire l'assistenza ambulatoriale nelle ore diurne dei giorni prefestivi e festivi, limitando così l'accesso ai PS pediatrici nei giorni in cui l'assistenza dei pediatri di libera scelta non è garantita.

 

La Regione siciliana, nel documento inviata alla Segreteria tecnica, osserva inoltre “Lo sviluppo dei PTA negli anni è stato diffuso e gli elementi chiave si sono rivelati efficaci nel garantire una risposta integrata sul territorio estesa nell'arco della giornata e nella settimana. Tuttavia il grado di informatizzazione dei distretti, non ancora soddisfacente, ha ostacolato la piena integrazione dei diversi attori dell'assistenza. Inoltre il percorso di realizzazione delle AFT e delle UCCP in Regione, al di là di attivazioni formali, è ancora in fase iniziale anche se sono state avviate in quasi tutte le A.S.P. attività propedeutiche (ristrutturazione di locali, acquisto di apparecchiature, accordi locali con i medici convenzionati, collegamento in rete tra software dei MMG e distretto). Il maggiore ostacolo è consistito quasi uniformemente nella difficoltà di coinvolgere i Medici di assistenza primaria, anche per la mancata definizione dei nuovi accordi collettivi nazionali per la Medicina Generale, che avrebbero dovuto meglio ridefinire il nuovo ruolo (e rinegoziarne la parte economica) di tali professionisti all'interno di tali forme di erogazione del l'assistenza. Relativamente all'integrazione con i servizi sociali dei Comuni, è in corso di realizzazione il progetto "Sistema informativo integrato e cartella socio-sanitaria informatizzata" (QSN 2017-2013) con capofila la ASP di Palermo, che ha previsto lo sviluppo di Punti Unici di Accesso comuni alla sanità e agli enti locali attraverso la realizzazione di una piattaforma di integrazione web che interfaccia i sistemi gestionali dalle aziende sanitarie e dai comuni e la condivisione di una cartella per la programmazione e il coordinamento il coordinamento degli interventi sanitari rivolti alle fragilità effettuati dalle diverse istituzioni, a tutto vantaggio dell'appropriatezza e uniformità degli interventi nonché del monitoraggio degli stessi”.

Normativa

-        Decreto 23 febbraio 2015, Documento programmatico per il dibattito interno alle Aziende sanitarie su Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e Unita? complesse di cura primarie (UCCP), di cui all’art. 1 della legge n. 189/2012 e del Nuovo patto per la salute (Intesa Stato-Regioni del 10 luglio 2014), G.U.R.S. Regione siciliana n. 15 del 10 aprile 2015, pag. 5;

-        D.A. n. 723 del 10 marzo 2010, in attuazione del comma 8 dell’art. 12 della legge regionale 14 aprile 2009, n. 5, sono emanate le “Linee guida sulla riorganizzazione dell’attività territoriale”, e “Le principali implicazioni gestionali ed operative. I principali dati territoriali”. I documenti definiscono i contenuti e gli obiettivi di riorganizzazione dell’attività territoriale e forniscono elementi di supporto alle ASP nella predisposizione di specifiche linee di intervento con particolare riguardo alla definizione del P.T.A. – Presidio Territoriale di Assistenza, previsto dalla L.R. 5/200, di cui vengono dettagliate la struttura d’insieme e le specifiche componenti;

Toscana

 

Case della salute

76

Ospedali di comunità

20

per 245 posti letto

 

Case della salute

Normativa

La delibera regionale n. 139 del 25 febbraio 2008 ha approvato i progetti pilota per la sperimentazione del modello assistenziale “Casa della Salute” in tre aziende sanitarie. Successivamente, con delibera della Giunta Regionale n. 117 del 16 febbraio 2015, la Regione ha fornito gli indirizzi per la realizzazione delle CdS e inquadrato definitivamente nel SSR la struttura Casa della Salute quale “parte fondamentale ed essenziale della rete dei servizi aziendali delle Cure Primarie, permettendo una relazione diretta tra l’assistenza territoriale e gli altri nodi della rete assistenziale. È strutturata in sedi fisiche ben riconoscibili e presenti in maniera omogenea sul territorio regionale e i cittadini saranno presi in carico per i loro problemi assistenziali da team multi-professionali coordinati clinicamente dai medici di medicina generale titolari della scelta del singolo paziente, garantendo la fluidità dei percorsi e i necessari raccordi con gli altri servizi aziendali attraverso la medicina di comunità”.

Il recente Atto di indirizzo sulle Case della Salute (Delibera n.770 del 22 giugno 2020 – Allegato A),  in applicazione alla L.R. 4 giugno 2019, n. 29Le Case della Salute. Modifiche alla L.R. 40/2005”, ha poi inteso superare l’approccio che basava la caratterizzazione della CdS prevalentemente su requisiti strutturali (presenza di servizi, numero di professionisti ed orario di apertura) come definiti nella DGR 117/2015 (precedenti indirizzi CdS), riconoscendo invece, come elementi caratterizzanti, i requisiti di processo, vale a dire le progettualità elaborate per ciascuna CdS, contenenti obiettivi, attività e percorsi di orientamento e assistenziali, definiti dai team che lavorano in ciascuna CdS. Sulla base degli obiettivi e percorsi, all’interno di tali progettualità, si determinano conseguentemente i requisiti strutturali, tecnologici, organizzativi e professionali necessari al loro soddisfacimento. Il documento ritiene inoltre opportuno superare anche la classificazione delle CdS per diverso livello di complessità, come definito nella DGR 117/2015, riconoscendo invece che e? la complessità degli obiettivi a determinare gli orari di apertura, l’intensità della presenza dei professionisti e la strumentazione adeguata. Per quanto riguarda la medicina generale, si ritiene che i medici di medicina generale abbiano come riferimento, in ogni Zona/Distretto, almeno una Casa della Salute, in linea con il piano regolatore aziendale. Si auspica, inoltre, che i MMG che insistono in ambito territoriale afferente alla CdS abbiano lo studio principale all’interno della stessa. In tale ottica, la medicina generale collabora con i professionisti sanitari e sociosanitari della CdS alla valutazione del bisogno presente nella comunità e alla definizione degli interventi e percorsi assistenziali. Viene infine istituito un Osservatorio Regionale del quale fanno parte referenti dei professionisti che operano nelle CdS, MMG individuati dal Comitato Regionale della medicina generale, i Direttori dei Dipartimenti del Territorio e della Medicina Generale, medici specialisti per condividere i dati di monitoraggio sulle CdS e supportare la governance regionale. L’Osservatorio incontra, con cadenza annuale, i rappresentanti della Conferenza Regionale dei Sindaci e del Comitato regionale per la partecipazione.

 

Ospedali di comunità

Normativa

La Delibera GRT n.679 del 12 luglio 2016, ha approvato gli indirizzi regionali per l'effettiva costituzione in tutte le Zone-Distretto/SdS dell’Agenzia di Continuità Ospedale Territorio (ACOT), quale strumento di garanzia del governo dell’interfaccia ospedale-territorio e la continuità assistenziale del paziente nel percorso di dimissione attraverso una programmazione della stessa. La Delibera del 2016 inoltre ha affidato all’ACOT il coordinamento del processo di dimissione, attivando le azioni necessarie alla presa in carico del paziente in relazione ai suoi bisogni e alla potenzialità della risposta della rete territoriale. In tal senso, l’Agenzia assicura il raccordo dei Servizi coinvolti nonche? l’interdisciplinarietà degli interventi, mantenendo un rapporto organico e funzionale tra i servizi territoriali, i professionisti della struttura ospedaliera e il MMG anche relativamente alle segnalazioni provenienti dal territorio, qualora sia presente richiesta di inserimento in Cure Intermedie Residenziali.

Successivamente, la Delibera GRT n.909 del 7 agosto 2017 [9] ha fornito gli indirizzi regionali per l’organizzazione dei setting assistenziali di cure intermedie residenziali in fase di dimissione ospedaliera; sono stati individuati tre setting di differenziati in base alla diversa intensità assistenziale e per ciascun setting sono state definite le caratteristiche funzionali e organizzative richieste, ed e? inoltre stata individuata una specifica tariffa di riferimento [10] .

In seguito, Delibera GRT n.273 del 2 marzo 2020, attuativa del Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale 2018-2020, e in particolare della scheda operativa n.19 "Le cure di transizione: i servizi domiciliari e residenziali di cure intermedie" ha indicato le azioni da sviluppare per la messa a regime dell'assistenza intermedia sul territorio regionale

In ultimo, la Delibera n.818 de 29 giugno 2020 [11] , Setting di cure intermedie residenziali: indicazioni alle aziende sanitarie, ha preso atto che, in relazione alla gestione dell'epidemia COVID-19, e? emersa l'esigenza di una stretta integrazione tra cure ospedaliere per acuti e 'low care' per assicurare un corretto ed appropriato percorso di cura dei pazienti e che, a seguito di questa esperienza, si ritiene opportuno, da un lato incrementare l'offerta complessiva di setting di cure intermedie, dall'altro definire ulteriori soluzioni organizzative, nell'ambito della post acuzie.

Umbria

 

Case della salute

4

Ospedali di comunità

-

Case della salute

 

Il numero delle Case della salute si discosta da quello riportato nella Tabella allegata alla Relazione predisposta dalla Segreteria tecnica. Il numero e le informazioni qui riportate si basano sulla documentazione messa a disposizione dalla Regione e sulla integrazione successivamente inviata. Più precisamente, le case della salute sono quattro; la quinta Casa della Salute si prevede venga attivata entro l’estate 2021.

Ospedali di comunità

 

Come rappresentato dalla Regione, in Umbria non sono attivi ospedali di Comunità. L’Assistenza Intermedia viene garantita sia dalle Residenze Sanitarie Assistenziali – RSA - che dalle Residenze Protette. In Umbria sono presenti 6 Residenze sanitarie assistenziali  (RSA) quali strutture di ricovero 100% sanitarie a ricovero breve (30 giorni)  per quei pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica. La RSA in Umbria svolge una funzione intermedia tra la cura domiciliare e il ricovero ospedaliero.

Valle d’Aosta

 

Case della salute

-

Ospedali di comunità

-

 

La Regione autonoma Valle d'Aosta precisa che non ha, ad oggi, attivato sul proprio territorio regionale Ospedali di comunità, ai sensi dell’Intesa Stato-Regioni n. 17 del 20 febbraio 2020. Quanto alla presenza di Case della salute, precisa che, nell'ambito regionale, sono presenti alcuni centri che, pur non essendo espressamente qualificati come Case della salute, erogano prestazioni sanitarie di vario tipo.

Veneto

 

Case della salute

77

Ospedali di comunità

69

per 1.426 posti letto

 

Per approfondimenti:

-        LIUC Universita? Cattaneo – Castellanza (VA), L'Ospedale di Comunita? in Veneto: da sperimentazione a modello di cure intermedie. Gli outcome della struttura di Tregnago (VR), 10° Convegno Annuale RSA e servizi della rete territoriale ad un anno dalla riforma: stato dell’arte e prospettive future, febbraio 2017.

-        Progetto Arcipelago a cura della Scuola Veneta di Medicina Generale (Provider Regionale Accreditato) che sostiene e favorisce il cambiamento dell’assistenza nelle cure primarie e che si basa sul coinvolgimento di un team composto da medici di medicina generale, infermieri e personale di segreteria appositamente formati.

Normativa

Ospedali di comunità

Il  DGRV n. 2481 del 6 agosto 2004 “Sperimentazione organizzativa ai sensi dell’art. 25 della L.R. n. 5/1996 “Progetto per l’attivazione di strutture sanitarie intermedie a seguito di dimissione ospedaliera” individua i destinatari nei pazienti in dimissione dai reparti ospedalieri per i quali sia necessario consolidare le condizioni fisiche o continuare il processo di recupero; oppure pazienti per i quali il Medico di Medicina Generale ritenga di dover richiedere il ricovero in un ambiente sanitario protetto per attuare o proseguire le terapie domiciliari.

Successivamente, la legge regionale 29 giugno 2012, n. 23, all’art. 10, ha dato mandato alla Giunta regionale di approvare, sentita la competente commissione consiliare, "le schede di dotazione territoriale delle unità organizzative dei servizi e delle strutture di ricovero intermedie da garantire in ogni azienda ULSS, tenendo conto dell'articolazione distrettuale, della distribuzione delle strutture sul territorio regionale nonché dell'accessibilità da parte del cittadino". Tali schede sono state poi approvate con DGR Veneto 2718/2012 che ha definito  i requisiti per l’autorizzazione e le caratteristiche, dalle rette al personale, delle strutture di ricovero intermedie.

La DGR Veneto 751/2015 ha poi dato attuazione alle norme in materia di programmazione socio sanitaria attraverso la diffusione del modello di Medicina di Gruppo Integrata, definendo, fra l’altro, il contratto di esercizio tipo per le Medicine di Gruppo Integrate.

Con legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48, la Regione ha introdotto le nuove norme in materia di programmazione socio-sanitaria e ha approvato il Piano Socio-Sanitario Regionale 2019-2023. Al fine di adempiere alle previsioni del PSSR 2019-2023, in particolare a quanto stabilito all’art.7, comma 1, della legge regionale 48/2018, la Giunta Regionale, con DGR Veneto 614/2019 [12] , ha approvato, contestualmente alle schede di dotazione ospedaliera, la rete delle Medicine di Gruppo Integrate previste dagli accordi tra la Regione Veneto e le organizzazioni sindacali della medicina di famiglia.

Infine la DGR Veneto 1107/2020 ha approvato le schede di dotazione delle strutture sanitarie di cure intermedie delle Aziende Ulss, dell'Azienda Ospedale-Università di Padova, dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, dell'Istituto Oncologico Veneto – IRCCS così come riportato nell’Allegato A, che va a sostituire l’Allegato C approvato con DGR n. 614/2019.

 

 


Relazione sullo sviluppo delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità nelle regioni italiane (anno 2020)



[1] Unità complesse di cure primarie

[2] Presidi territoriali di assistenza

[3]     Più in particolare, il Patto aveva previsto, entro ottobre 2014, la stipula di una intesa Stato-Regioni recante i requisiti minimi dell’Ospedale di Comunità, nonché i percorsi assistenziali, le tariffe e gli standard posti letto territoriali.

[4]     Ministero della salute, Decreto 2 aprile 2015, n. 70, Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali,  tecnologici  e  quantitativi  relativi   all'assistenza ospedaliera.

[5]     Decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute, convertito con modificazioni dalla L. 8 novembre 2012, n. 189.

[6]     Ai sensi dell’art. 5, comma 4, del predetto Patto per la salute 2014-2016 , Le UCCP e le AFT hanno come compiti essenziali:

-     assicurare l'erogazione delle prestazioni territoriali (medicina generale tramite le AFT, assistenza infermieristica, attività territoriale ambulatoriale e domiciliare, attività specialistica, servizi di supporto),

-     garantire la continuità dell'assistenza mediante l'utilizzo della ricetta elettronica dematerializzata e il continuo aggiornamento della scheda sanitaria individuale informatizzata e del FSE;

-     garantire l'accessibilità all'assistenza territoriale per tutto l'arco della giornata per tutti i giorni della settimana, avvalendosi dei professionisti del ruolo unico della Medicina Generale.

-     garantire la continuità dell'assistenza nelle tre declinazioni (relazionale, gestionale ed informativa), prevedendo l'applicazione di percorsi assistenziali condivisi e l'integrazione informativa tra le componenti della medicina convenzionata e la rete distrettuale ed ospedaliera.

[7] Fonte: Regione Emilia-Romagna – Commissione salute – Area assistenza territoriale, su dati trasmessi dalle Regioni.

[8]     La legge regionale 16 ottobre 2014, n. 17 (in gran parte abrogata) definisce all’art. 23, comma 1, le strutture intermedie quali articolazioni operative del sistema sanitario per l’assistenza primaria destinate alla presa in carico del paziente affetto prevalentemente da malattie croniche che necessita di assistenza o monitoraggio post ospedaliero al fine della continuità delle cure. Al successivo comma 2, individua, nell’ambito diverse tipologie delle strutture intermedie, le residenze sanitarie assistenziali (RSA) quali strutture destinate a fornire assistenza continuativa ad elevato contenuto sanitario e a prevalente indirizzo riabilitativo a soggetti anziani non autosufficienti, a soggetti temporaneamente non autosufficienti, a soggetti affetti da disabilità di carattere fisico e psichico, esclusi i minori.

[9]     Si vedano anche gli allegati: Allegato A - Indirizzi generali e Allegato B - Tabella riepilogativa cure intermedie.

[10]   La  Delibera GRT n.1596 del 16 dicembre 2019 con l’approvazione del documento “Attivazione modulo Cure Intermedie in RSA” ha sistematizzato in maniera organica le caratteristiche del modulo Cure Intermedie in sperimentazione con riferimento al setting 3 della Delibera GRT n.909/2017.

[11]   Si veda anche l’Allegato A “Posti Letto di Cure Intermedie attivi al 31 maggio 2020 nei setting 1 e 2 di cui alla delibera GR n.909/2017”

[12]   Schede di dotazione delle strutture ospedaliere e delle strutture sanitarie di cure intermedie delle Aziende Ulss, dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, dell’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS, della Società partecipata a capitale interamente pubblico “Ospedale Riabilitativo di Alta specializzazione” e degli erogatori ospedalieri privati accreditati.