Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: Incontro dei Presidenti delle Commissioni per gli affari europei dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo con la Vicepresidente della Commissione europea, Věra Jourová
Serie: Documentazione per le Commissioni - Audizioni e incontri in ambito UE   Numero: 29
Data: 27/01/2021
Organi della Camera: XIV Unione Europea


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Incontro dei Presidenti delle Commissioni per gli affari europei dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo con la Vicepresidente della Commissione europea, Věra Jourová

27 gennaio 2021


Indice

|Piano d'azione per la democrazia europea|


Il 28 gennaio 2021 si svolgerà, in videoconferenza, un incontro dei Presidenti delle Commissioni parlamentari per gli affari europei dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo con la Vicepresidente della Commissione europea (responsabile per la materia "Valori e trasparenza") Věra Jourová, volto alla illustrazione della Comunicazione COM(2020)790 sul Piano d'azione per la democrazia europea . Il Piano, pubblicato il 3 dicembre 2020, si colloca nell'ambito di una delle sei priorità del Programma 2019-2024 della Commissione europea: "un nuovo slancio per la democrazia europea". In sede di presentazione del Piano, la Vicepresidente ha sottolineato la necessità di non dare per scontata la democrazia, che invece ha bisogno di cura e protezione. "Gli obiettivi del Piano - ha proseguito la Vicepresidente - sono la protezione e la promozione di una partecipazione significativa dei cittadini, dando loro gli strumenti per compiere liberamente le loro scelte nello spazio pubblico, senza manipolazioni". In tal senso, la comunicazione preannuncia una serie di iniziative (anche normative) volte a sfruttare meglio le opportunità dell'era digitale e nel contempo affrontare le sfide poste dai progressi tecnologici in tale settore. Il Piano prevede, altresì, misure volte a rafforzare la protezione dei giornalisti e a contrastare la disinformazione, garantendo allo stesso tempo la piena tutela della libertà di parola. La Commissione europea ha dichiarato che attuerà gradualmente il Piano d'azione per la democrazia europea entro il 2023, un anno prima delle elezioni del Parlamento europeo, e che successivamente esaminerà i progressi compiuti anche in vista dell'adozione di ulteriori necessarie misure.

Piano d'azione per la democrazia europea


Introduzione

Preannunciato fin dagli orientamenti politici della Presidente von der Leyen, il Piano d'azione per la democrazia europea è una delle principali iniziative del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2020. L'iniziativa si affianca a una serie di interventi della Commissione europea concernenti finalità che possono considerarsi complementari a quella perseguita con il documento in esame, quali il nuovo meccanismo europeo per lo Stato di diritto (il ciclo annuale sullo stato di salute di tale principio, avviato dalla Commissione con la prima relazione sullo Stato di diritto: per approfondimenti si rinvia al dossier n. 44), e la nuova strategia per rafforzare l'applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell'UE.
Come ricordato, da ultimo nella risoluzione di iniziativa del Parlamento europeo del 7 ottobre 2020, l'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze, quali enunciati all'articolo 2 del Trattato sull'Unione europea (TUE); tali valori sono valori comuni agli Stati membri e a cui tutti gli Stati membri hanno aderito liberamente; il Parlamento ha enfatizzato il rapporto di complementarità dei valori citati sottolineando altresì che la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali si rafforzano reciprocamente.
Il piano d'azione si rivolge alle Istituzioni dell'UE, ai Governi e ai Parlamenti nazionali a cui spetta, secondo la Commissione europea, in prima istanza la responsabilità di garantire il buon funzionamento della democrazia, nonché ad altre autorità nazionali, partiti politici, mezzi d'informazione, società civile e piattaforme online. La Commissione ha articolato le iniziative contenute nella comunicazione in base al perseguimento di tre obiettivi generali:
  • promuovere elezioni libere e regolari e una forte partecipazione democratica;
  • sostenere mezzi d'informazione liberi e indipendenti;
  • contrastare la disinformazione.
Il piano d'azione è stato redatto sulla base di una  consultazione pubblica (cui hanno contribuito organizzazioni non governative, imprese, organizzazioni sindacali, mondo accademico e della ricerca, autorità pubbliche) dalla quale è emerso il riconoscimento dei rischi di ingerenza nella democrazia dell'UE e della necessità di un'azione mirata sia online che offline.

Tutela dell'integrità delle elezioni e promozione della partecipazione democratica

Trasparenza della pubblicità e della comunicazione politica
In tale sezione la Commissione europea sottolinea le criticità nell'ambiente online per quanto riguarda il rispetto delle norme tradizionali che regolano i vari profili della materia della propaganda politica. Si tratta in particolare della necessità di strumenti che consentano di individuare chiaramente fonti e scopi della pubblicità e della comunicazione politica, poiché, a giudizio della Commissione europea nell'ambiente online si registrano difficoltà nel riconoscere il materiale politico a pagamento. A tal proposito, il Piano prevede la presentazione nel 2021 di una proposta legislativa sulla trasparenza dei contenuti politicizzati. Il nuovo regime dovrebbe chiarire le rispettive responsabilità di sponsor dei contenuti a pagamento, canali di produzione/distribuzione (incluse le piattaforme), inserzionisti e società di consulenza politica online.
Nel disegno della Commissione europea, si tratta di stabilire quali attori e quale tipo di contenuti sponsorizzati rientrino nell'ambito dei requisiti di maggiore trasparenza. La normativa mira a sostenere la rendicontabilità e il monitoraggio e l'applicazione delle norme pertinenti, gli audit e l'accesso ai dati non personali, oltre a facilitare le procedure di dovuta diligenza. Si prefigura inoltre la possibilità di limitare ulteriormente il microtargeting (la pratica relativa ai messaggi estremamente personalizzati indirizzati a consumatori o elettori per convincerli ad acquistare determinati beni o a votare in un certo modo) e la profilazione psicologica nel contesto politico. Infine, taluni obblighi specifici potrebbero essere imposti agli intermediari online, ai fornitori di servizi pubblicitari e agli altri attori in modo proporzionato alle loro dimensioni e al loro impatto (ad esempio per quanto riguarda gli obblighi di etichettatura, registrazione e comunicazione, la trasparenza del prezzo pagato e i criteri di individuazione del target e di amplificazione). Ulteriori disposizioni potrebbero prevedere un impegno specifico nei confronti delle autorità di vigilanza, oltre a consentire codici di coregolamentazione e standard professionali. La Commissione europea ha preannunciato misure di sostegno alla legislazione citata e orientamenti rivolti a Stati membri e attori quali partiti politici nazionali e autorità competenti.
Finanziamento dei partiti politici europei
Il piano prevede che nel 2021 la Commissione europea proponga una revisione del regolamento (UE; Euratom) n. 1141/2014 relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee.
Il regolamento, entrato in vigore all'inizio del 2017, tra l'altro, istituisce l' Autorità per i partiti politici europei che registra, controlla e ha il potere di imporre sanzioni ai partiti politici europei e alle fondazioni. Le informazioni sui partiti e sulle fondazioni sono contenute in un registro online disponibile al pubblico.
La riforma dovrebbe affrontare il nodo dei fondi destinati ai partiti politici europei provenienti da Paesi terzi, rivedere i requisiti in materia di audit, rinsaldare i collegamenti tra il finanziamento europeo e le campagne nazionali e facilitare la trasparenza e l'audit.
Cooperazione nell'UE per garantire elezioni libere e regolari
In tale ambito la Commissione europea preannuncia la presentazione di un nuovo meccanismo operativo dell'UE a sostegno di processi elettorali resilienti, basato sui lavori della rete di cooperazione in materia elettorale.
Tale rete –costituita tramite la nomina di un punto di contatto da ciascun Stato membro - ha avviato le sue attività all'inizio del 2019 allo scopo di individuare rapidamente le potenziali minacce per i processi elettorali, di preparare una risposta rapida e di incoraggiare progetti ed esercitazioni comuni tra le reti nazionali.
Tramite il nuovo meccanismo, la Commissione europea mira a introdurre ulteriori misure pratiche volte a proteggere le infrastrutture elettorali dalle minacce, compresi gli attacchi informatici. Esso prevede, tra l'altro, il sostegno tramite squadre congiunte di esperti e scambi su questioni quali la sicurezza informatica delle elezioni e la scienza forense online.
Ulteriori iniziative indicate nel piano riconducibili a tale obiettivo sono, tra l'altro:
  • il rafforzamento della cooperazione in materia di parità di trattamento e copertura mediatica equilibrata durante le elezioni;
  • la preparazione di un compendio delle prassi di voto elettronico;
  • il sostegno alla cooperazione tra le reti dell'UE e i Paesi partner e le organizzazioni internazionali per sviluppare capacità e scambiare migliori prassi nel contrasto alle minacce elettorali e promuovere standard internazionali elevati nell'uso delle nuove tecnologie;
  • il consolidamento delle capacità delle missioni di osservazione elettorale dell'UE nei Paesi terzi di osservare e valutare le campagne elettorali online e di dare seguito alle loro raccomandazioni.
Promozione dell'impegno democratico e della partecipazione attiva al di là delle elezioni
In tale ambito la Commissione europea intende incoraggiare gli Stati membri a utilizzare gli appositi fondi strutturali e di investimento dell'UE per finanziare la società civile e sviluppare capacità e infrastrutture istituzionali/amministrative a favore dell' impegno civico deliberativo e della partecipazione politica.
La Commissione europea sottolinea altresì la funzione della Conferenza sul futuro dell'Europa, quale esercitazione paneuropea di democrazia partecipativa e deliberativa attraverso la quale i cittadini europei possono avanzare proposte per le future politiche dell'UE.
La proposta di una Conferenza sul futuro dell'Europa è stata avanzata dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ad inizio del suo mandato, con l'obiettivo di promuovere un ruolo attivo e determinante dei cittadini europei nella costruzione del futuro dell'Unione. La Conferenza avrebbe dovuto essere originariamente avviata il 9 maggio 2020, ma a causa della pandemia del virus COVID 19, il suo avvio è stato rimandato. Per l'avvio della Conferenza è in corso di definizione un'intesa su struttura, obiettivi e metodi di lavoro della Conferenza, che dovrebbe essere formalizzata attraverso un accordo interistituzionale di Consiglio, Parlamento e Commissione europea.
Secondo il Piano occorrerà altresì sfruttare i fondi dell'UE e le opportunità nel quadro della strategia dell'UE per la gioventù, dell'educazione alla cittadinanza, del Programma Europa creativa e dell' agenda per le parità per promuovere l'accesso alla partecipazione democratica e la fiducia nella democrazia
È infine previsto un rafforzamento del contrasto all'incitamento all'odio e della promozione del rispetto nel dibattito pubblico attraverso l'estensione dell' elenco dei reati dell'UE (stabilito dall'articolo 83, paragrafo 1 del Trattato sul funzionamento dell'UE) ai crimini d'odio e all' incitamento all'odio.
Tale disposizione del TFUE elenca una serie di reati a dimensione transfrontaliera rispetto ai quali l'UE è legittimata (secondo la procedura legislativa ordinaria) a stabilire norme minime relative alle rispettive definizioni e sanzioni.

Libertà e pluralismo dei media

Sicurezza dei giornalisti
La Commissione europea cita le risultanze della prima relazione sullo Stato di diritto, secondo la quale in diversi Stati membri, giornalisti e altri operatori dei media sono sempre più esposti a minacce e aggressioni (fisiche e online) in relazione alle loro pubblicazioni e al loro lavoro. Gli attacchi assumono forme eterogenee: diffusione di azioni legali SLAPP (azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica); minacce alla sicurezza fisica e aggressioni fisiche vere e proprie; molestie online, in particolare nei confronti di giornaliste; campagne diffamatorie, intimidazioni e minacce di natura politica.
Secondo la Commissione tali pressioni possono produrre effetti deterrenti nella forma dell' autocensura con la sostanziale riduzione dello spazio per il dibattito pubblico. Il piano sottolinea le misure adottate in sede di Consiglio d'Europa, quali la raccomandazione sulla tutela del giornalismo e l'istituzione di una piattaforma volta facilitare la raccolta, il trattamento e la diffusione delle informazioni sulle preoccupazioni in merito alla libertà dei media e alla sicurezza dei giornalisti negli Stati membri del Consiglio d'Europa.
Nel periodo 2015-2019 la piattaforma ha registrato un totale di 652 segnalazioni, il 78 per cento delle quali rimane irrisolto. Solo tra marzo e giugno 2020, in tutta Europa è stato registrato uno totale di 126 segnalazioni.
In tale contesto le principali misure prefigurate nel Piano sono:
  • una raccomandazione (a livello UE) sulla sicurezza dei giornalisti nel 2021, tenendo conto delle nuove minacce online che gravano in particolare sulle giornaliste;
  • un dialogo strutturato, nell'ambito del Forum europeo dei mezzi d'informazione, con gli Stati membri, i portatori di interessi e le organizzazioni internazionali per preparare e attuare detta raccomandazione;
  • finanziamenti sostenibili per i progetti incentrati sull'assistenza legale e pratica ai giornalisti nell'UE e altrove, tra cui la formazione in materia di incolumità e di sicurezza informatica per i giornalisti e il sostegno diplomatico.
Lotta al ricorso abusivo di azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica
La Commissione europea annuncia l'impegno a presentare un'iniziativa per proteggere i giornalisti e la società civile dalle azioni bavaglio.
Il Piano definisce tali fenomeni quali azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica. Si tratta in particolare di azioni legali infondate o esagerate, avviate da organi dello Stato, società commerciali o soggetti potenti nei confronti di parti più deboli che esprimono critiche o comunicano messaggi scomodi su una questione interesse pubblico. La comunicazione ricorda che le azioni bavaglio sono spesso utilizzate in combinazione con minacce alla sicurezza fisica, come nel caso Caruana Galizia, giornalista contro la quale, al momento del suo omicidio, erano pendenti 47 azioni legali di questo tipo sia a Malta che all'estero.
La Commissione europea prefigura altresì la costituzione di un gruppo di esperti per riunire giuristi, giornalisti, accademici, esponenti della società civile e di organizzazioni professionali con l'obiettivo della diffusione delle migliori pratiche in materia di assistenza legale per i giornalisti e altri soggetti che devono affrontare casi di azioni bavaglio. L'iniziativa si intreccia, peraltro, con le misure contenute nella Strategia europea di formazione giudiziaria per il periodo 2021-2024 ( Comunicazione COM(2020) 713) documento nel quale si sottolinea, tra l'altro, la necessità di sostenere i giudici nella comprensione e nella individuazione dei contenziosi abusivi e nell'uso degli strumenti a disposizione per affrontarli.
Sviluppo e attuazione di standard professionali
La Commissione europea sottolinea il rischio che l'aumento della pressione commerciale, e talvolta politica, metta a dura prova l' indipendenza dei media e la capacità dei giornalisti di seguire codici di condotta e standard di eccellenza.
Per scongiurare tale minaccia, in tale ambito, la Commissione europea si impegna a sostenere la cooperazione dell'UE tra i consigli nazionali dei media, gli altri organismi di autoregolamentazione dei media, le autorità indipendenti di regolamentazione dei media e le reti di giornalisti, nonché le iniziative volte a promuovere i partenariati e gli standard giornalistici.
Esempi di iniziative di promozione di tali standard, già avviate, sono tra l'altro, lo sviluppo di indicatori strutturali e procedurali di affidabilità da parte del settore dei media, promuovendo il rispetto di norme professionali e deontologiche. La Commissione cofinanzia, ad esempio, l'attuazione della Journalism Trust Initiative, progetto volto a sviluppare indicatori per l' affidabilità del giornalismo e a promuovere il rispetto delle norme professionali e dell' etica. JTI è guidato da Reporter Senza Frontiere (RSF) in collaborazione con European Broadcasting Union (EBU) e Agence France Presse (AFP).
Ulteriori misure a sostegno del pluralismo dei media
In questa sezione il Piano affronta una serie di questioni collegate alla trasparenza della proprietà dei media e all'esigenza del pluralismo dei mercati e ai rischi di concentrazione, nonché ai regimi della pubblicità statale con l'obiettivo di scongiurare il suo impiego per esercitare pressioni politiche indirette sui media.
La Commissione europea prefigura a tal proposito:
  • l'istituzione di un osservatorio sulla proprietà dei media e lo sviluppo di ulteriori possibili orientamenti in materia di trasparenza della proprietà dei media;
  • la promozione di azioni volte ad assegnare la pubblicità statale in modo trasparente e corretto;
  • l'individuazione di opzioni per un ulteriore sostegno alla diversità dei media e la promozione di un approccio europeo all'importanza dei servizi di media audiovisivi di interesse generale.

Contrasto alla disinformazione

Il contesto
L'Unione europea ha adottato, a partire dal 2015, una serie di iniziative volte a contrastare la disinformazione.
In particolare, a seguito della decisione del Consiglio europeo del marzo 2015 di "contrastare le campagne di disinformazione in corso da parte della Russia", il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) ha istituito la task force East StratCom, con il compito di sviluppare campagne di comunicazione incentrate sulla migliore spiegazione delle politiche dell'UE nei paesi del partenariato orientale (Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina). La Task force sostiene inoltre gli sforzi volti a rafforzare l'ambiente dei media nella regione del partenariato orientale, in stretta collaborazione con altri attori dell'UE. La Task Force riferisce e analizza le tendenze della disinformazione, spiega ed espone i racconti di disinformazione e aumenta la consapevolezza della disinformazione proveniente dallo Stato russo, da fonti russe, diffusa nello spazio mediatico del vicinato orientale.
L'UE ha successivamente concentrato gli sforzi sui seguenti ambiti complementari:
  • ha rafforzato le proprie capacità di identificazione e contrasto della disinformazione tramite le task force di comunicazione strategica e la cellula dell'UE per l'analisi delle minacce ibride del servizio europeo per l'azione esterna, migliorando inoltre la risposta coordinata mediante la creazione di un sistema di allarme rapido per facilitare lo scambio di informazioni tra gli Stati membri e le istituzioni dell'UE;
  • ha collaborato con le piattaforme online e l'industria mediante un codice volontario di buone pratiche sulla disinformazione (vedi infra) per aumentare la trasparenza delle comunicazioni politiche ed evitare l'uso manipolativo dei propri servizi;
  • la Commissione e l'Alto rappresentante, in collaborazione con il Parlamento europeo, hanno contribuito ad aumentare la consapevolezza e la resilienza alla disinformazione nella società, in particolare tramite la diffusione di messaggi basati sui fatti e la promozione dell'alfabetizzazione mediatica;
  • la Commissione ha sostenuto gli sforzi degli Stati membri per garantire l'integrità delle elezioni e la resilienza dei sistemi democratici dell'Unione, in particolare mediante la citata istituzione di reti in materia elettorale a livello nazionale ed europeo.
Infine, nel contesto della crescente attività di disinformazione legata alla pandemia di Covid-19, le istituzioni dell'UE si sono adoperate per sensibilizzare in merito ai pericoli della disinformazione e hanno promosso l'uso di fonti autorevoli. A tal fine l'UE ha inoltre incoraggiato le piattaforme online a contribuire alla lotta contro le notizie false ( fake news) e altri tentativi di cattiva informazione rimuovendo i contenuti illegali o falsi. Ciò si è tradotto, tra l'altro, dall'inizio della pandemia, nella sospensione di più di 3,4 milioni di account di Twitter sospetti riguardanti il dibattito sul coronavirus.
In tale contesto, si segnala che nelle Conclusioni sul rafforzamento della resilienza e il contrasto delle minacce ibride, compresa la disinformazione nel contesto della pandemia di COVID-19 del 15 dicembre 2020, il Consiglio dell'UE ha sostento l'approccio multidisciplinare al contrasto della disinformazione, invitando la Commissione e l'Alto rappresentante a potenziare ulteriormente le risposte a livello dell'UE, tenendo conto dei danni economici e sociali oltre che dei possibili danni per la salute pubblica provocati dalla disinformazione e dell'uso malevolo delle tecnologie emergenti, compresa l' intelligenza artificiale.
Definizioni
Il Piano per la democrazia dedica ampia parte al tema della disinformazione. La Commissione europea in primo luogo definisce una serie di fenomeni spesso ricondotti in senso lato a tale attività:
  • cattiva informazione: contenuti falsi o fuorvianti, condivisi senza intenzione fraudolenta, anche se gli effetti possono comunque essere dannosi;
  • disinformazione: un contenuto falso o fuorviante, diffuso con l'intento di ingannare o ottenere un guadagno economico e che può provocare danni pubblici;
  • operazione di influenza delle informazioni: sforzi coordinati da parte di soggetti nazionali o esterni volti a influenzare il pubblico destinatario utilizzando una serie di mezzi ingannevoli, tra cui la soppressione di fonti di informazione indipendenti in combinazione con la disinformazione;
  • nonché ingerenze straniere nello spazio informativo, che spesso si verificano nell'ambito di un'operazione ibrida più ampia, e che possono essere intese come misure coercitive e ingannevoli impiegate da un soggetto statale straniero o dai suoi agenti per ostacolare la libertà di informazione e di espressione della volontà politica degli individui.
Miglioramento delle capacità dell'UE e degli Stati membri di contrastare la disinformazione
Nel piano si sottolineano i rischi legati alle attività di soggetti esterni e di alcuni Paesi terzi (in particolare Russia e Cina), i quali, secondo la Commissione europea, hanno avviato nell'UE, nel suo vicinato e nel resto del mondo operazioni di influenza mirate e campagne di disinformazione incentrate sulla COVID-19, con l'intento di boicottare il dibattito democratico, esacerbare la polarizzazione sociale e migliorare la propria immagine. La Commissione europea registra nel contempo una crescita della minaccia della disinformazione da parte dei soggetti nazionali.
In tale contesto il Piano prevede che venga sviluppato il pacchetto di strumenti dell'UE per contrastare l'ingerenza straniera e le operazioni di influenza, compresi nuovi strumenti che consentano di imporre oneri ai responsabili e di rafforzare le attività e le task force di comunicazione strategica del SEAE.
La Commissione europea prefigura altresì l'istituzione di un nuovo protocollo per rafforzare le strutture di cooperazione esistenti per combattere la disinformazione, sia nell'UE che in ambito internazionale
Il piano prevede inoltre che vengano sviluppati un quadro e una metodologia comuni per raccogliere prove sistematiche sull' ingerenza straniera e un dialogo strutturale con la società civile, i soggetti del settore privato e con altri portatori di interessi al fine di riesaminare con regolarità la situazione di minaccia.
Da ultimo, la Commissione europea si impegna ad aumentare il sostegno allo sviluppo delle capacità delle autorità nazionali, dei media indipendenti e della società civile nei paesi terzi al fine di individuare e rispondere alle operazioni di disinformazione e ingerenza straniera.
Obblighi e responsabilità per le piattaforme on line
In tale sezione la Commissione sottolinea i rischi derivanti dal possibile impiego delle piattaforme online per diffondere e amplificare contenuti falsi e fuorvianti; tali piattaforme sono state criticate, in particolare, per la mancanza di trasparenza nell'uso degli algoritmi per la distribuzione dei contenuti online e per rivolgersi agli utenti sulla base della grande quantità di dati personali generati dall'attività online. In particolare, vengono in considerazione sistemi quali la classificazione e gli algoritmi di raccomandazione, che possono essere manipolati, attraverso azioni coordinate e non autentiche, per facilitare l'ampia diffusione della disinformazione. Secondo il Piano, tali minacce possono essere comprese e affrontate meglio mediante un'accurata ispezione da parte delle piattaforme e una significativa trasparenza nei confronti di utenti e ricercatori.
Nella comunicazione si ricordano le misure messe in campo dalla Commissione nell'ambito della proposta di regolamento sui servizi digitali (COM(2020) 825 Digital service act), la quale contiene, tra l'altro, disposizioni per garantire maggiore responsabilità sul modo in cui le piattaforme moderano i contenuti, sulla pubblicità e sui processi algoritmici, nonché un regime che obblighi le grandi piattaforme a valutare i rischi connessi ai loro sistemi, non solo per quanto riguarda i contenuti e i prodotti illegali, ma anche per i rischi sistemici per la tutela degli interessi pubblici e dei diritti fondamentali, della salute pubblica e della sicurezza.
Nel disegno della Commissione europea la futura legge sui servizi digitali dovrebbe inoltre istituire un sostegno di coregolamentazione per le misure che sarebbero incluse in un codice di buone pratiche sulla disinformazione, riveduto e rafforzato.
L'elaborazione da parte di rappresentanti delle piattaforme online, dell'industria della pubblicità e dei principali inserzionisti di un codice di buone pratiche dell'UE sulla disinformazione in regime di autoregolamentazione, è stato adottato su impulso della Commissione europea nell'ottobre del 2018. Vi hanno aderito le principali piattaforme on line, tra le quali Facebook, Google, e Twitter, società di software (in particolare, nel maggio 2019, la Microsoft), nonché organizzazioni che rappresentano il settore della pubblicità.
Tra gli impegni sottoscritti, la garanzia della trasparenza dei messaggi pubblicitari di natura politica, la chiusura dei profili falsi, l'etichettatura dei messaggi diffusi dai " bot" e il miglioramento della visibilità dei contenuti sottoposti a verifica dei fatti.
Il Piano prevede una serie di misure per rafforzare il Codice. In particolare:
  • la pubblicazione nella primavera del 2021 di orientamenti per rafforzare il codice di buone pratiche sulla disinformazione;
  • la convocazione dei firmatari del codice di buone pratiche e dei pertinenti gruppi di portatori di interessi per rafforzare il codice in conformità agli orientamenti;
  • l'istituzione di un quadro permanente per il monitoraggio del codice.
La Commissione europea ha altresì indicato gli obiettivi cui dovrebbe mirare il Codice rafforzato. In particolare, esso dovrebbe: consentire il monitoraggio dell' impatto della disinformazione e dell' efficacia delle politiche delle piattaforme; sostenere un'adeguata visibilità di informazioni attendibili di interesse pubblico, ridurre la monetizzazione della disinformazione collegata a contenuti sponsorizzati (ovverosia limitare la pubblicità falsa o fuorviante); intensificare la verifica dei fatti stabilendo meccanismi di collaborazione aperta e non discriminatoria tra verificatori e piattaforme; sviluppare misure per limitare l' amplificazione artificiale delle campagne di disinformazione; garantire un'efficace divulgazione dei dati per la ricerca sulla disinformazione.
Consentire ai cittadini di assumere decisioni informate
Nel Piano si sottolinea l'importanza dell' alfabetizzazione mediatica e digitale dei cittadini, obiettivi perseguiti dalla direttiva riveduta sui servizi di media audiovisivi, dalla comunicazione della Commissione europea "I media europei nel decennio digitale: un piano d'azione per sostenere la ripresa e la trasformazione", e dal Piano d'azione 2021- 2027 per l'istruzione digitale presentato dalla Commissione europea nel settembre del 2020.
In base a tale documento oltre 1 giovane su 5 in tutta l'UE non riesce a raggiungere un livello di base di competenze digitali, mentre uno studio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2018 avrebbe rilevato che meno del 40 per cento degli educatori si sente pronto a utilizzare le tecnologie digitali nell'insegnamento, con ampie differenze all'interno dell'UE. Il Piano per l'istruzione digitale prevede due priorità strategiche: promuovere lo sviluppo di un ecosistema altamente efficiente di istruzione digitale; sviluppare le competenze e le abilità digitali necessarie per la trasformazione digitale.
 
Il Piano impegna la Commissione europea a intensificare gli sforzi per rafforzare l'alfabetizzazione mediatica con particolare riguardo ai progetti nell'ambito del programma Europa creativa e di altri programmi specificamente rivolti ai giovani e alle scuole (ad esempio Erasmus +). Il Piano prevede altresì lo sviluppo di orientamenti comuni per gli insegnanti e il personale didattico, per promuovere l'alfabetizzazione digitale e contrastare la disinformazione attraverso l'istruzione e la formazione. È altresì previsto il sostegno della Commissione europea al coinvolgimento dei giornalisti nelle attività di alfabetizzazione mediatica. Il piano prevede infine il sostegno (anche nella forma di finanziamenti in particolare tramite il Programma Diritti e valori 2021 -2027) a vari tipi di iniziative, comprese quelle delle organizzazioni della società civile volte a promuovere l'alfabetizzazione mediatica e aiutare i cittadini a individuare la disinformazione.