XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 60 di Mercoledì 27 settembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Coppola Paolo , Presidente ... 3 

Audizione del presidente di Consip, Roberto Basso, e dell'amministratore delegato di Consip, Cristiano Cannarsa:
Coppola Paolo , Presidente ... 3 
Basso Roberto , presidente di Consip ... 3 
Coppola Paolo , Presidente ... 4 
Cannarsa Cristiano , amministratore delegato di Consip ... 4 
Coppola Paolo , Presidente ... 5 
Cannarsa Cristiano , amministratore delegato di Consip ... 5 
Coppola Paolo , Presidente ... 5 
Cannarsa Cristiano , amministratore delegato di Consip ... 5 
Coppola Paolo , Presidente ... 6 
Cannarsa Cristiano , amministratore delegato di Consip ... 6 
Coppola Paolo , Presidente ... 6 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 6 
Coppola Paolo , Presidente ... 6 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 6 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 6 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 6 
Coppola Paolo , Presidente ... 6 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 7 
Coppola Paolo , Presidente ... 7 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 7 
Coppola Paolo , Presidente ... 7 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 7 
Coppola Paolo , Presidente ... 7 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 7 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 8 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 8 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 8 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 8 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 8 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 8 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 8 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 8 
Coppola Paolo , Presidente ... 9 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 9 
Basso Roberto , presidente di Consip ... 9 
Coppola Paolo , Presidente ... 9 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 9 
Coppola Paolo , Presidente ... 9 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 9 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 10 
Coppola Paolo , Presidente ... 10 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 10 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 10 
Coppola Paolo , Presidente ... 11 
Cannarsa Cristiano , amministratore delegato di Consip ... 11 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 11 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 11 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 12 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 12 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 12 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 12 
Basso Roberto , presidente di Consip ... 12 
Coppola Paolo , Presidente ... 12 
Cannarsa Cristiano , amministratore delegato di Consip ... 12 
Beneventi Martina , direttore legale ... 13 
Coppola Paolo , Presidente ... 13 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 13 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 13 
Cannarsa Cristiano , amministratore delegato di Consip ... 13 
Coppola Paolo , Presidente ... 13 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 13 
Mucci Mara (Misto-CIpI)  ... 14 
Coppola Paolo , Presidente ... 14 
Basso Roberto , presidente di Consip ... 14 
Coppola Paolo , Presidente ... 15 
Cannarsa Cristiano , amministratore delegato di Consip ... 15 
Coppola Paolo , Presidente ... 15 
Cannarsa Cristiano , amministratore delegato di Consip ... 15 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 15 
Cannarsa Cristiano , amministratore delegato di Consip ... 15 
Coppola Paolo , Presidente ... 16 
Di Donna Renato , direttore progetti per la PA ... 16 
Coppola Paolo , Presidente ... 16 

Comunicazioni del Presidente:
Coppola Paolo , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PAOLO COPPOLA

  La seduta comincia alle 15.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante trasmissione diretta attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso e diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente di Consip, Roberto Basso, e dell'amministratore delegato di Consip, Cristiano Cannarsa.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente di Consip, Roberto Basso, e dell'amministratore delegato di Consip, Cristiano Cannarsa, accompagnati dall'avvocato Martina Beneventi, direttore legale, e dall'ingegner Renato Di Donna, direttore progetti per la pubblica amministrazione, che ringrazio per la presenza.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Si tratta di un'audizione di natura prettamente conoscitiva, per la quale chiedo ai nostri ospiti di fornire aggiornamenti su alcune gare, e in particolare: Sistema Pubblico di Connettività; Servizi cloud lotti 1, 2, 3 e 4; Sistemi gestionali integrati; Sistema Informativo Agricolo Nazionale.
  Per ciascuna gara vorremmo sapere se è stata aggiudicata o meno; in caso negativo, quando ne è prevista l'aggiudicazione; nel caso sia aggiudicata, se il contratto quadro sia attivo, quante amministrazioni l'hanno utilizzato, qual è la spesa totale, dove sono reperibili i piani dei fabbisogni e i contratti esecutivi.
  Inoltre, per la gara Sistema Pubblico di Connettività vogliamo conoscere anche lo stato delle migrazioni, il risparmio totale, se c'è stato, e come vengono gestiti casi in cui più amministrazioni decidano di mettere in comune le infrastrutture di rete, ma siano assegnate a diversi fornitori. Per la gara Sistema Informativo Agricolo Nazionale abbiamo bisogno di acquisire i documenti istruttori che hanno permesso di definire la consistenza della base applicativa in function point per il lotto 3.
  Cedo dunque la parola al presidente Basso per lo svolgimento della relazione introduttiva, al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  ROBERTO BASSO, presidente di Consip. Grazie presidente. Ringrazio, presidente, per l'invito a quest'opportunità a fornire alcune informazioni e a dare uno stato di aggiornamento sulle attività che ha elencato e che sono all'ordine del giorno dell'audizione. Io lascerò la parola immediatamente all'amministratore delegato, l'ingegner Cristiano Cannarsa, e ai colleghi, riservandomi una brevissima premessa su quelle che sono, a mio avviso, dopo i primi pochi mesi di attività dell'organo amministrativo, insediato a luglio, le evidenze maturate Pag. 4 su questo tipo di attività. Mi concentrerò su un punto soltanto. La cosa che risulta più evidente è che c'è una necessità straordinaria di accompagnare le amministrazioni pubbliche facendo crescere il livello di competenza che hanno su queste materie. L'attività che svolge Consip consente di mettere a disposizione delle amministrazioni degli strumenti di lavoro. La corretta domanda di utilizzo di questi strumenti dipende dalla capacità delle amministrazioni di conoscere le proprie esigenze e di comporre adeguatamente il portafoglio dell'offerta. Da questo punto di vista, riteniamo opportuno che siano attivi tutti i soggetti pubblici che in questo campo possono svolgere un ruolo, ma la Consip stessa sta strutturando un'attività di formazione a distanza per mettere in grado le pubbliche amministrazioni di «tirare» correttamente questi servizi.
  I colleghi illustreranno il grado di utilizzo e il livello di migrazione. Noi riteniamo che i tassi di migrazione possano essere accelerati se forniamo alle amministrazioni un'adeguata conoscenza sul servizio offerto. Peraltro, questo livello di interlocuzione con le amministrazioni dovrebbe anche consentire a Consip di acquisire il punto di vista dell'utilizzatore finale, e questo non potrà che migliorare la capacità di strutturare le gare, in futuro.
  Per quanto riguarda la richiesta di acquisizione di documenti, questa sarà sicuramente soddisfatta. L'ingegner Di Donna ha con sé la documentazione in formato digitale che riteniamo possa soddisfare questa richiesta.
  Con il consenso del presidente, cederei la parola all'ingegner Cannarsa.

  PRESIDENTE. Prego.

  CRISTIANO CANNARSA, amministratore delegato di Consip. Ringrazio tutti di quest'occasione. Ovviamente, per noi è anche un'occasione per aprire un po’ la discussione su strumenti che presentano delle complessità nell'utilizzo, ma hanno anche una portata straordinaria. Sia i quattro lotti dell'SPC cloud, in particolare questi quattro lotti, sia l'SPC 2 sulla connettività, rappresentano di fatto tutti gli ingredienti di un sistema informativo: lato connettività, lato infrastruttura, lato applicativo, lato front end, back end. Ci sono tutti gli elementi per supportare l'amministrazione.
  Chiaramente, sono elementi, come diceva giustamente il presidente Basso, che hanno una complessità. Sono anche strumenti nati qualche anno fa, nella loro progettazione, perché le gare fanno riferimento come epoca della costruzione grosso modo al 2013. Oggi, come sapete, anche l'evoluzione, le ultime indicazioni del mercato su alcune tecnologie, su alcune opportunità, si stanno anche un po’ reindirizzando verso altre soluzioni. Il presidente lo sa bene. È, quindi, anche difficile costruire degli strumenti, soprattutto utilizzando lo strumento della convenzione, che abbiano una validità sempre aggiornata con le esigenze e con la tecnologia. Devo dire, però, che in questo momento anche con i colleghi abbiamo riscontrato che c'è una flessibilità intrinseca in questi strumenti dei lotti, in particolare dell'SPC cloud, per cui alcuni servizi possono essere riconfigurati in base a delle esigenze modificate. Non sono, dunque, strumenti rigidi. Questa può essere, per le amministrazioni, una grande opportunità.
  I lotti dell'SPC cloud sono ormai tutti e quattro attivi. I quattro lotti, come sapete, hanno una loro distribuzione diversa come perimetro di utilizzo. Il primo è il vero e proprio cloud; il secondo è più relativo alla parte della sicurezza; c'è poi la parte di cooperazione applicativa, il terzo; il quarto è quello dei portali, cosiddetto supporto alla parte proprio di front end e di esposizione dei servizi sul web. Questi lotti sono, come dicevo, tutti e quattro attivi, resi attivi in tempi diversi. L'ultimo è stato attivato da pochi mesi, quindi ancora è difficile avere su tutti, in particolare sull'ultimo, l'intensità dell'utilizzo, ma sui primi due già abbiamo dei dati. L'ingegner Di Donna su questo potrà essere più dettagliato. Sono lotti che hanno dimensioni ragguardevoli. Parliamo di 500 milioni per il primo, 600 milioni per il secondo, 400 per il terzo e 450 per il quarto, anche in ragione del fatto che hanno un'estensione Pag. 5temporale piuttosto ampia. Da questo punto di vista, sono strumenti che si prestano a fronteggiare fabbisogni di medio-lungo termine, più di medio che di lungo, che possono dare comunque alle amministrazioni un supporto su tutti i fronti, su tutto quello che oggi è un data center in tutte le sue componenti.

  PRESIDENTE. Per quanti anni sono attive...?

  CRISTIANO CANNARSA, amministratore delegato di Consip. Le convenzioni sono attive per sette anni.

  PRESIDENTE. Sette anni a partire da adesso?

  CRISTIANO CANNARSA, amministratore delegato di Consip. No, a partire dall'attivazione. Alcune sono state attivate nel 2016; le ultime, come dicevo, ad agosto. Nei quattro lotti ci sono tutte le componenti, tra cui quella infrastrutturale, la sicurezza. Proprio in questi giorni, c'è l'evento cyber alla «nuvola» dell'EUR. C'è una particolare attenzione, quindi, anche al fatto che le amministrazioni possano, con questi strumenti, allinearsi a dei requisiti di sicurezza negli standard di fornitura dei servizi abbastanza uniformi. Oggi, invece, si riscontra una discreta disuniformità, anche legata alla distribuzione, alla rarefazione delle dotazioni infrastrutturali.
  L'altro aspetto che vorrei segnalare è che stiamo organizzando proprio su queste iniziative dei road show rivolti alla pubblica amministrazione. Presenteremo i singoli lotti per spiegare alle pubbliche amministrazioni quali sono i contenuti, innanzitutto, e i modi per accedere a queste convenzioni. Riscontriamo che forse c'è proprio bisogno, oggi, di illustrare, di spiegare, piuttosto che non semplicemente di tenere lo strumento a disposizione senza un'iniziativa «commerciale», oltre che tecnica, di spiegazione dello strumento. Faremo questi road show in modalità fisica, quindi organizzeremo delle riunioni. Con il presidente stiamo organizzando anche la parte logistica, probabilmente al MEF, al Ministero dell'economia e delle finanze. Prevedremo anche delle modalità streaming, o comunque web, in maniera che le amministrazioni, poi, sul sito possano rivedere questi contenuti e, eventualmente, anche sottoporci delle domande. Cercheremo, infatti, di rafforzare anche la componente di prossimità con l'amministrazione con i nostri account, proprio dedicati a questo compito, in maniera da avvicinarci anche con questo supporto. Ho preso contatti anche con il commissario Diego Piacentini e con la struttura dell'AgID per cercare di fare insieme un lavoro soprattutto sul fronte della ripacchettizzazione ove fosse necessario rivedere l'attuale struttura dei servizi offerti nei vari lotti.
  Per quanto riguarda le migrazioni, l'ingegner Di Donna vi potrà dare i dati sulla parte SPC 2, ma, come sapete, la migrazione è partita relativamente da poco, quindi i dati non sono significativi. Sappiamo che ci sono delle criticità, legate probabilmente a come, rispetto alla precedente edizione, erano pacchettizzate le soluzioni, e anche quindi i relativi pricing. Questo è proprio un tema sul quale anche con l'AgID ci stiamo confrontando per far sì che insieme si riesca a trovare una soluzione che offra soprattutto un beneficio.
  Oggi, il tema che ho riscontrato è che ogni edizione di una convenzione crea nelle amministrazioni una metodologia di lavoro. Quando si cambia edizione, con una nuova gara, bisogna far sì che si tenga conto di come la metodologia di lavoro dell'amministrazione con la precedente iniziativa possa nella nuova edizione trovare effettivamente dei risparmi, sennò si creano delle metodologie che, con le nuove pacchettizzazioni e i nuovi formati di prezzo e di servizi offerti, possono anche in alcuni casi non essere convenienti. Bisogna, secondo me, studiare, proprio in fase di strategia di gara, delle soluzioni che tengano conto dei pesi non tanto ai fini dell'aggiudicazione della gara, quindi non tanto ai fini dell'individuazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa, quanto ai fini dell'individuazione della soluzione del mix di servizi, che, tenuto conto dei prezzi offerti, effettivamente componga una soluzione Pag. 6 che abbia il beneficio per l'amministrazione. Credo sia questo il tema dibattuto in questi mesi, in queste settimane, in particolare sull'SPC 2.
  Quella del Sistema Informativo dell'Agricoltura è una gara in corso. Ci tengo a sottolinearlo. Come sapete, è una gara che fa fronte al fatto che c'era la scadenza di un contratto con la precedente compagine. Prima, c'era una società mista pubblico-privata, in particolare a maggioranza Agea, con minoranza detenuta da un gruppo di imprese. La scadenza di questo contratto era a settembre 2016, e proprio in quel periodo si decise di configurare una nuova gara per il Servizio Informativo dell'Agricoltura. Su questo, con l'ingegner Di Donna, abbiamo un disco con i file, che credo dovrebbero rispondere alle richieste della Commissione. Passerei la parola all'ingegner Di Donna sia per il fronte...

  PRESIDENTE. Per ricapitolare, tutte le gare dei servizi cloud sono attive, ma non abbiamo saputo niente della gara relativa ai sistemi gestionali integrati, se è attiva o se...

  CRISTIANO CANNARSA, amministratore delegato di Consip. L'ingegner Di Donna, su questo, vi darà proprio i termini...

  PRESIDENTE. Magari possiamo conoscere anche il livello di utilizzo, anche perché i 500 milioni in media di ogni lotto sono una capienza massima. È interessante sapere quanto di questa capienza è stata utilizzata in questo momento. D'altra parte, è interessante anche la gara dell'SPC 2, gara che, se non sbaglio, ha una capienza massima di 2 miliardi 400 milioni, che fu aggiudicata con un ribasso particolarmente rilevante. Anche vista la tipologia di quella gara, è interesse della Commissione capire se, dopo quel ribasso, si sono avute delle ricadute concrete sui risparmi delle varie pubbliche amministrazioni, che immagino inferiori al ribasso. Sarebbe particolarmente auspicabile per la spesa pubblica, ma credo difficilmente credibile. In ogni caso, ci si aspetta che ci sia. Prego, ingegner Di Donna.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Perfetto. La ringrazio per gli spunti che mi ha dato. Per fare una disamina un po’ generale dei temi, tenterò anche di seguire la traccia della comunicazione che abbiamo ricevuto, e partiamo da una fotografia dei contratti attivi, aggiudicati e in corso. SPC 2 è aggiudicato ed è attivo. Parliamo della connettività. È una gara di 2 miliardi 400 milioni, suddivisa tra tre fornitori: Fastweb – dettaglierò meglio come mai Fastweb – che ha il 60 per cento della quota; British Telecom e Vodafone, 20 per cento ciascuno. La gara è stata attivata a maggio-giugno 2016.
  Quella per SPC cloud è, invece, una gara che ha avuto i quattro lotti, le attivazioni tutte, in date diverse: il lotto 1, che sarebbe il vero cloud, a luglio 2016; il lotto 2, a luglio 2016 anch'esso; il lotto 3, a maggio 2017; il lotto 4, come ha detto l'ingegner Cannarsa, da pochissimo, ad agosto 2017.
  Infine, per il sistema gestionale integrato, sono cinque lotti (per un totale di 700 milioni), suddivisi per comparti dal punto di vista geografico, ovverosia c'è un lotto centrale, due lotti dedicati alla sanità nord e sud Italia, due lotti dedicati alle pubbliche amministrazioni locali nord e sud.

  PRESIDENTE. Per centrale intende amministrazione centrale?

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Sì. Esso è stato aggiudicato il 24 agosto di quest'anno.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Quale, scusi?

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Il sistema gestione integrata di tutte e cinque i lotti. Stanno trascorrendo i 35 giorni dell’ostensive period. Speriamo di non ricevere ricorsi. In quel caso, procederemo alla fase di stipula, presumibilmente nella prima decade di ottobre. Questa è la fotografia dello stato dei vari momenti delle iniziative.

  PRESIDENTE. Giusto per completare il quadro: SIAN?

Pag. 7

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Per SIAN è in corso la commissione di valutazione. È una gara in corso. Non c'è nessuna evidenza da parte della commissione. Ci sono i lavori in corso.

  PRESIDENTE. È possibile sapere quante offerte ci sono state?

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Lo ignoro. Non sono informazioni in mio possesso. Veniamo a una disamina più puntuale iniziativa per iniziativa. Partirei, logicamente, dalla connettività, SPC 2. SPC 2, come ho detto poc'anzi, è stata stipulata a maggio 2016. Fin da allora, le pubbliche amministrazioni avrebbero potuto definire i piani dei fabbisogni con i fornitori aggiudicatari e stipulare i contratti esecutivi. In realtà, c'era un'attività importantissima in corso, cioè le attività di collaudo. I collaudi per i servizi di connettività sono stati estremamente onerosi e complessi e sono finiti solo a maggio 2017. I servizi di sicurezza legati alla connettività sono stati completati a luglio 2017. I servizi di comunicazione unificata e altri servizi collaterali, come il VoIP, sono ancora in corso e saranno completati alla fine di quest'anno, a dicembre 2017. Sono collaudi complessi. Una commissione di collaudo coinvolge tutti e tre i fornitori e Consip. Questo ha fatto sì che, nonostante le pubbliche amministrazioni avessero potuto iniziare comunque a ragionare sui piani dei fabbisogni, partissero tutti nel secondo trimestre di quest'anno. A oggi, prendendo a riferimento la numerosità dei contratti stipulati della precedente gara SPC 1, circa un migliaio, ci sono «solo» 300 contratti esecutivi, 301 per la precisione – questa è la fotografia al 31 agosto scorso – per un ammontare del contratto di 586 milioni 365 mila euro. Sono 47 contratti per gli enti centrali, 229 per gli enti locali, 25 per la sanità, per un totale appunto di 301. Questo significa che c'è ancora tanto lavoro da fare, almeno per colmare il gap rispetto ai mille contratti precedenti. Nel frangente, è ancora attivo, ovviamente, il fornitore della gara di SPC 1, che contrattualmente è tenuto a dare continuità di servizio alle tariffe precedenti finché non ci sarà la migrazione della pubblica amministrazione coinvolta.

  PRESIDENTE. Questi 301 contratti vanno a sostituire 301 contratti su SPC 1 che costavano quanto? Mi rendo conto che non è facilissimo fare il confronto.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. La domanda è sicuramente pertinente. La risposta deve essere articolata. Non è immediatamente per nulla comparabile ciò che è successo in termini di piano di fabbisogno delle amministrazioni, soprattutto quelle complesse, della prima e della seconda iniziativa. C'è, infatti, una gigantesca differenza sul listino e sulla configurazione di alcuni servizi fondamentali. In particolare, alludo, da un lato, al costo della banda trasmissiva in generale, che è estremamente più basso nel caso di SPC 2; dall'altro, a un altro aspetto, che è quello della banda riservata. Mi dispiace scendere in dettagli un po’ tecnici, ma è necessario.

  PRESIDENTE. La nostra Commissione se lo può permettere.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. La gara precedente, SPC 1, aveva un vincolo tecnologico, ovvero l'acquisto di banda riservata – sto parlando di SPC 1 – era obbligatorio per qualsiasi collegamento Internet. Ovviamente, questo è un vincolo legato al modello tecnologico del 2004, quando è stata pensata. Questo, unito al fatto che la banda riservata costava solo il 10 per cento in più della banda normale, ha fatto sì che gran parte delle pubbliche amministrazioni centrali facesse degli ordini massivi, anche inutili da un punto di vista funzionale, di banda riservata.
  Ora, il modello attuale è totalmente diverso. La banda riservata non è obbligatoria per andare su Internet ed è, guarda caso, molto costosa, è l'unico servizio estremamente costoso. Questo vuol dire che, se si facesse una trasposizione fotografica, speculare, dei vecchi fabbisogni con i nuovi, ci sarebbe un costo molto elevato. Questo è un errore, per due motivi. Anzitutto, abbiamo Pag. 8 riscontrato un abuso della banda riservata anche per utilizzi impropri da un punto di vista funzionale. Mi spiego. Parlare di banda riservata significa parlare di un canale trasmissivo con tempi di risposta estremamente bassi, garanzia assoluta della capacità del circuito – se parliamo di 20 megabit, è assolutamente garantito – e perdita di pacchetti, ovverosia errori trasmissivi estremamente bassi. È qualcosa che serve fondamentalmente per comunicazioni real time e streaming video o simili. Ovviamente, non ha nessun senso utilizzarla per la posta elettronica, ad esempio. Ebbene, vi posso garantire che gran parte delle pubbliche amministrazioni, dal 2004 a oggi, utilizza bande riservate per utilizzi assolutamente non real time e non streaming. Nella riorganizzazione che stiamo tentando di fare continuamente nel supportare le pubbliche amministrazioni, c'è un enorme vantaggio a passare a canali trasmissivi molto più ampi di quelli precedenti, perché la banda trasmissiva normale costa pochissimo. L'obiettivo è ridimensionare il numero di volte in cui serve realmente la banda riservata, e aumentare invece moltissimo la capacità di banda normale.
  Questo è ciò che stiamo facendo da un punto di vista di supporto alla riorganizzazione dei piani dei fabbisogni di ciascuna pubblica amministrazione, ma questo sta producendo una non comparabilità tra le soluzioni attuali e quelle precedenti.
  Non è finita qui. Stiamo facendo un'altra cosa. Dato che effettivamente si è creata una distorsione nell'utilizzo delle nuove tariffe di SPC 2, stiamo lavorando con AgID per intervenire con i fornitori aggiudicatari in base a uno strumento che, come è stato detto in precedenza dall'ingegner Cannarsa, è intrinseco in queste gare. Essendo queste delle gare che durano molti anni e in un settore tecnologico che evolve velocemente, hanno intrinsecamente un meccanismo di adattamento alle modifiche di mercato, ovvero un comitato tecnico, presente in SPC 2 come in SPC cloud, composto da Consip, AgID e i fornitori aggiudicatari, che in qualsiasi momento, ovviamente con decisioni prese all'unanimità, possono tranquillamente modificare le componenti di servizi, tariffe e modalità di erogazione dei servizi. È sicuramente necessario farlo per SPC 2, in quanto stiamo riflettendo su come riorganizzare, aggiungendo dei kit tariffari all'SPC 2, in modo da depotenziare l'asimmetria dell'attuale listino tariffario.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Può ripetere quest'ultima cosa?

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Il listino tariffario, che è quello del fornitore aggiudicatario...

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. SPC 1?

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. No, sto parlando di SPC 2.
  L'aggiudicatario iniziale fu Tiscali, che successivamente è stata oggetto di...

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Lo sappiamo.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Le altre due, British Telecom e Vodafone, sono quindi state costrette ad allinearsi all'offerta economica, prima di Tiscali, successivamente diventata di Fastweb. Questo listino ha delle asimmetrie, come stavo dicendo: estremamente basso e conveniente per gran parte, per quasi tutte le voci, e asimmetrico sulla banda riservata. Stiamo tentando di trovare un modo, attraverso lo strumento del comitato tecnico di governo, assieme all'AgID e ai fornitori stessi, di depotenziare quest'asimmetria intrinseca del listino. Resta fermo, come ho detto, che stiamo agendo anche per riorganizzare e ristrutturare i piani dei fabbisogni, connotati da quell'abuso della banda riservata che ho detto un attimo fa. Non so se sono riuscito a rispondere.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Sì.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Tornando alla Sua domanda iniziale, oggi è possibile rispondere alla domanda se c'è stato o non c'è stato risparmio Pag. 9?, se fotografassimo le pubbliche amministrazioni complesse, non è possibile. Molte di esse, infatti, hanno aumentato tanto le bande trasmissive, diminuendo abbastanza le bande riservate, e nonostante ciò, in alcuni casi è comparabile, in altri c'è un incremento dal 5 al 20 per cento.

  PRESIDENTE. Un incremento del costo?

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Un incremento del costo. Tutte le pubbliche amministrazioni meno complesse – i comuni, le pubbliche amministrazioni locali in genere – che non avevano utilizzato queste bande riservate hanno un costo estremamente più basso, molto più basso. Tutta questa fotografia è ancora dinamica. In base ai lavori del comitato tecnico in corso, tra qualche mese probabilmente potrò essere più preciso. È in corso una riorganizzazione che modificherà i costi, sia quelli attuali, dei 301 contratti, sia quelli futuri, in quanto stiamo agendo su questi due fronti.

  ROBERTO BASSO, presidente di Consip. Vorrei fornire un elemento con l'auspicio di contribuire alla chiarezza. Evidentemente, per una pubblica amministrazione può esserci un'esigenza di banda riservata, per esempio per i collegamenti in videoconferenza, per consentire ad amministrazioni diverse di fare riunioni a distanza anziché spostarsi fisicamente, ma anche per amministrazioni che hanno un'articolazione sul territorio, per esempio nelle regioni. Evidentemente, questo tipo di servizio può beneficiare della banda riservata. Ora, io presumo che nelle pubbliche amministrazioni locali e centrali lo streaming di film potrebbe anche essere un'esigenza, ma immagino molto specifica, e quindi la gara aggiudicata consente a tutti coloro che sanno esprimere un fabbisogno corretto, sanno comprare ciò che serve loro, di avere degli spazi di riduzione di spesa importanti. Tuttavia, siccome riteniamo opportuno non aspettare che le pubbliche amministrazioni adeguino la propria capacità di automisurare il fabbisogno, il comitato di direzione tecnica, nel quale siedono – ripeto le parole dell'ingegner Di Donna – Consip, AgID e i fornitori, sta valutando tutte le possibilità di costruire delle soluzioni capaci di ridurre il costo complessivo del mix banda ordinaria/banda riservata, in modo da conseguire risultati di risparmio più generalizzati.

  PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Innanzitutto, buon lavoro. Avevamo provato a mettere in discussione la gara SPC 1 praticamente all'inizio della legislatura. Che fosse asimmetrica, giusto per usare...

  PRESIDENTE. SPC 2.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. No, la prima... Sì SPC 2, non cloud, ma SPC 2.
  L'avevamo messa in discussione a inizio legislatura perché era già abbastanza asimmetrica, per usare un eufemismo, se pensiamo che addirittura c'era come indicazione 7 mega, quando già si stava discutendo della banda ultralarga a 30 mega e a 100 mega. Era una gara che doveva essere bloccata.
  Purtroppo, questo non è avvenuto. Quando come parlamentari, ma anche come Governo, ce ne siamo accorti, era andata troppo avanti, per cui sembrava che bloccarla potesse favorire quelli che erano già in corsa o sembrava che non potessero più essere coinvolti.
  C'è poi anche la questione dell'eccessivo abbattimento. C'è stato un ribasso, su alcune cose quasi del 90 per cento, mi sembra. Anche questo è un tema che, ripeto, abbiamo posto anche in altre occasioni. Sicuramente, sulle gare, sull'innovazione, sul digitale e così via, non dovrebbe essere l'elemento determinante. Sicuramente, la riduzione dei costi è importante, ma probabilmente questa gara andava fatta diversamente.
  Ora mi fa piacere sentire che nel comitato tecnico ci sia quest'impostazione. Tra Pag. 10l'altro, avevo anche provato, prima del vostro insediamento, a parlare con gli amministratori precedenti di Consip. C'è stato, per esempio, un problema anche nell'assegnazione dei Ministeri in seguito all'acquisto da parte di Fastweb della quota Tiscali o della parte aziendale Tiscali, quindi c'è stato un ulteriore movimento che ha provocato costi ancora diversi. Ora, però, per venire alle gare di oggi, ci sono due questioni. Ci sarà nei prossimi giorni, spero, la risposta a un'interpellanza che abbiamo fatto sul cloud pubblico e privato. Ne approfitto anche per chiedere se c'è l'idea di andare oltre l'attuale impostazione di gare sul cloud.
  L'altra è capire come mai per quelle sui sistemi gestionali integrati c'è stato tutto questo tempo necessario all'aggiudicazione definitiva, che ha comportato che i contratti non sono ancora firmati, in particolare quelli della pubblica amministrazione locale, sapendo però che le pubbliche amministrazioni locali, nel frattempo, si sono attrezzate diversamente, quindi non hanno potuto utilizzare i contratti Consip perché non erano e non sono ancora perfezionati. Qual è stato il motivo di questo ritardo? Si possono evitare, nel futuro, questi motivi?

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Su SPC 2 mi sembra che Lei sia soddisfatta delle iniziative che stiamo facendo per la revisione, quindi ha spostato l'argomento su SPC cloud e su SGI. Cambio effettivamente iniziativa e verrei a parlare proprio del secondo tema, quello dell'SPC cloud, dove la situazione è diversa. La situazione non è assolutamente legata a tariffe e ad altro, ma semplicemente al decollo dell'utilizzo di questi lotti, decollo che avviene con una relativa velocità, legata al fatto che sono gare con oggetti estremamente complessi.
  Facendo una fotografia a oggi dei vari lotti, il lotto 1, che è stato attivato a luglio 2016, ha 94 contratti attivati e presumiamo che dovrebbero arrivare al doppio all'incirca entro la fine di quest'anno. Per il lotto 2, della sicurezza, ci sono 33 contratti esecutivi, che dovrebbero arrivare a circa 50 entro la fine di quest'anno. Per il lotto 3 ce ne sono molti di meno, perché è partito solo a maggio 2017 quello della cooperazione applicativa: sono 8 contratti esecutivi e una ventina previsti per fine anno. Per il lotto 4 praticamente non ce ne sono, perché è di agosto.

  PRESIDENTE. Per quali cifre, scusi?

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. A oggi, per la somma di questi tre lotti, parliamo di 90 milioni. Presumo che sarà circa il doppio, come stime date anche dai fornitori, per la fine di quest'anno.
  Farò due osservazioni. La prima, riportata dall'ingegner Cannarsa, riguarda la complessità dell'utilizzo di queste gare, che presupporrebbe, e presuppone senz'altro, un affiancamento nel change management, in quanto non è del tutto banale attivare i servizi attualmente presenti sui vari lotti. Ci vuole una competenza che sicuramente negli enti centrali c'è, ma negli enti locali o negli enti piccoli in generale un po’ meno.
  Relativamente, invece, al tema che Lei richiamava, del lotto 1 voglio fare due osservazioni.
  Innanzitutto, proprio in base al fatto che esiste anche in tal caso, come dicevo, il comitato tecnico, stiamo aggiungendo servizi ulteriori all'interno delle tre macrocategorie, cioè infrastructure as a service, platform as a service e software as a service. Stiamo aggiungendo, nell'ambito di questi macrocontenitori di servizi, servizi ulteriori. Cito un esempio forse immediatamente comprensibile. Non esisteva il disaster recovery come servizio e lo abbiamo aggiunto. Quest'aggiunta è in corso di formalizzazione. È uno tra gli altri, non è l'unico, perché il comitato tecnico ha lavorato tra luglio e settembre sul lotto 1 per aggiungere i servizi. Leggo, da alcune critiche che vengono mosse, che è un lotto con servizi obsoleti, ma francamente non posso condividere. Essendo presente intrinsecamente la possibilità di arricchire e modificare, è una gara che può tranquillamente vivere sempre up to date. Questo è il mio punto di vista.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. E sul cloud computing pubblico-privato?

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  PRESIDENTE. Solo un attimo, l'ingegner Cannarsa vorrebbe aggiungere qualcosa. Prego, ingegnere.

  CRISTIANO CANNARSA, amministratore delegato di Consip. Vorrei inserirmi rapidamente per un inquadramento sul tema di questi lotti dell'SPC cloud. Sapete che il piano triennale è stato approvato recentemente dal Presidente Gentiloni. Secondo me, oggi è importante inquadrare l'utilizzo di questi lotti insieme alla lettura del piano triennale, che impone soprattutto anche delle riduzioni di spesa di budget alle piccole amministrazioni con data center obsoleti, rischiosi, gestiti in maniera non adeguata. Un piano di migrazione infrastrutturale complessivo inserito nel piano triennale trova oggi come strumenti, come diceva prima l'ingegner Di Donna, alcune soluzioni e, ovviamente, c'è bisogno di un accompagnamento. Comunque, anche nei lotti c'è la possibilità di attingere a supporti specialistici in termini di giornate/uomo, c'è anche quell'opportunità.
  Chiaramente, le amministrazioni devono trovarsi di fronte quasi un obbligo di trasformazione, altrimenti, tendenzialmente, in maniera inerziale si va a mantenere l'esistente. Il piano triennale per me rappresenta oggi l’«obbligo» di trasformarsi verso un'amministrazione digitale, e il primo elemento è quello di eliminare – l'AgID aveva fatto quel censimento sui data center, più di mille data center a livello nazionale – gli strumenti per andare verso una virtualizzazione non on-premises ma in modalità cloud, e fare invece su chi mantiene la modalità on-premises (le grandi realtà: le in house regionali, i grandi soggetti come INPS, INAIL, SOGEI e così via) un lavoro on-premises di rafforzamento dell'uso di certi strumenti anche sul fronte della sicurezza. Anche lì questi contenitori rappresentano una soluzione. Secondo me, però, va letto in maniera assolutamente parallela il piano triennale con, oggi, l'attivazione dei quattro lotti. Credo sia importante oggi innanzitutto constatare che abbiamo quattro lotti tutti attivi e il piano triennale operativo. A mio avviso, può essere questo un buon elemento da registrare oggi.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Nello specifico, c'è anche l'idea di andare sul cloud computing pubblico?

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Su quest'aspetto esprimo una mia idea personale. Non capisco per quale motivo si giudichi un public cloud concettualmente superiore, in termini di capacità di erogare i servizi o qualità dei servizi, a un community cloud. Non riesco a capire. Mi spiego.
  La scelta che è stata fatta a livello strategico nella gara era quello di dire che il comparto di servizi infrastructure as a service e il comparto platform as a service fossero erogati dal fornitore nell'ambito di macchine dedicate a una comunità della pubblica amministrazione, non aperte all'esterno della pubblica amministrazione, cosa che non è invece per il comparto software as a service, che già oggi è un public cloud. L'Amazon della situazione, il Microsoft della situazione, potrebbero, dall'Irlanda o dal Canada, fornire il servizio, ovviamente attraverso il fornitore aggiudicatario, e contestualmente fornirlo a Ikea o alla Bayer, nel caso del software. È stata fatta, invece, una scelta voluta anni fa, di traghettare il fenomeno degli attuali mille CED più o meno solidi della pubblica amministrazione verso un cloud in una fase intermedia, in cui esistono delle macchine dedicate a tutta la pubblica amministrazione, non aperte all'esterno, rispetto a un approccio di mercato, come può essere quello di Amazon. Onestamente, non capisco, non c'è nessuna differenza tecnica tra i due modelli. È un modello di scelta filosofica, che a mio parere potrebbe anche essere considerato uno step intermedio verso un'evoluzione successiva, che però credo consenta anche una maggiore serenità da parte di una pubblica amministrazione di dare in outsourcing le proprie infrastrutture, il proprio middleware, ben consce che lo danno a un fornitore che ha dedicato delle risorse a una comunità di enti identici, cioè a delle pubbliche amministrazioni. Di conseguenza – questa, forse, è mia ignoranza – non riesco a capire le motivazioni di questa strana critica.

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  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Non è una critica. È una richiesta di allargare, non di sostituire.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Certo. Io sto solo dicendo...

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Il tema è, piuttosto, quello contrario. In quel modo, si limita. La richiesta che facciamo – magari, avrà anche la nostra interpellanza urgente – non è di sostituire, ma di aprire, di allargare.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Questo potrebbe essere qualcosa di futuro. Io sto solo dicendo che, allo stato attuale, non vedo un vantaggio tecnologico in termini di qualità di servizi. Ciò non toglie che, un domani, questo modello potrebbe essere oggetto di un'evoluzione.

  ROBERTO BASSO, presidente di Consip. Vorrei aggiungere, relativamente alle preoccupazioni dell'onorevole Bruno Bossio, che, visto che stiamo parlando di un'attività di gara ancora da avviare, ovviamente siamo aperti a tutti i contributi che possono venire dalla comunità scientifica, dalla comunità tecnica, ma anche ovviamente dalla dimensione politica laddove vi siano delle preoccupazioni che riguardano l'apertura dei mercati, l'accesso a queste attività, per esempio, da parte del segmento delle piccole e medie imprese. C'è la massima apertura a un dialogo quanto più possibile aperto, che consenta di risolvere al meglio i problemi.
  L'ingegner Di Donna sottolinea l'aspetto tecnico. Evidentemente, una fornitura di servizi in cloud nella quale vi sia la possibilità di segmentare, soprattutto i dati, a una comunità di pubbliche amministrazioni è, dal nostro punto di vista, desiderabile. Il private cloud, o community cloud, in quest'accezione può avere, almeno per alcuni ambiti applicativi, un vantaggio quasi psicologico, di serenità, per tutti gli utenti. I dati dei cittadini hanno un livello di separazione rispetto ai dati dei consumatori, facendo questa distinzione, laddove un public cloud inteso come la condivisione totale della piattaforma consentirebbe di avere i dati dei cittadini, eventualmente anche dati sensibili, sulla stessa piattaforma fisica dove ci sono dati che hanno minore rilevanza. Qui potremmo aprire un dibattito se sia utile o meno questa separazione. Da un punto di vista tecnico, non ci sono differenze, ma salutiamo un dibattito sulle opportunità non solo economiche, ma di mercato, e relative alla sicurezza dei cittadini. Non sono io a dover dire che cosa sia giusto o meno, ma noi diamo il benvenuto a un dibattito politico che approfondisca questi temi e metta Consip in condizione di impostare delle gare consapevole di tutte le variabili.
  Presidente, Lei prima ha chiesto un'informazione relativa al SIAN. Come ha detto il collega prima, si tratta di una gara in corso, quindi evidentemente esiste un obbligo di riservatezza. Tuttavia, siccome la gara è a evidenza pubblica, qualora ci sia un livello di informazioni già pubblicamente accessibile, a Lei può essere utile...

  PRESIDENTE. Avevo chiesto il numero, chiaramente, non chi e quanto ha offerto. Può essere di interesse della Commissione, nel caso ci fosse un solo offerente...

  CRISTIANO CANNARSA, amministratore delegato di Consip. Approfitto per sottolineare che, comunque, la commissione di gara – questo un po’ a beneficio della discussione – ha una sua autonomia, ovviamente, e una totale separazione dagli uffici di Consip. Quello tra la società e la commissione è un rapporto formale, formalizzato nei due versi, quindi sia quando la società comunica alla commissione sia quando la commissione comunica alla società, ad esempio l'aggiudicazione, che ovviamente è una proposta di aggiudicazione che viene fatta dal presidente della commissione alla società, che poi in consiglio di amministrazione rende una decisione, un atto – purtroppo, molto spesso oggetto anche di impugnazione – proprio in sede di approvazione di consiglio. Chiaramente, l'ingegner Di Donna in questo momento, essendo un direttore della parte degli uffici e non avendo un ruolo nella commissione, Pag. 13non conosce questo dato, e non ce l'ho neanch'io, ma ovviamente potremmo acquisirlo.

  MARTINA BENEVENTI, direttore legale. In una sorta di funzione notarile che mi sono autoattribuita, avevo preso nota del fatto che la Commissione richiedeva di avere il numero delle offerte presentate sui vari lotti della gara SIAN, un'informazione che evidentemente la Commissione ha titolo ad avere, e ve la faremo avere a stretto giro.

  PRESIDENTE. Grazie. Peraltro, la Commissione ha seguìto un filone d'indagine specifico sul Sistema Informativo Agricolo Nazionale, e sappiamo che quello dell'assegnazione della gara non è un tema indifferente, visto che in questo momento il contratto, che evidentemente è stato giudicato non la soluzione migliore possibile, è però in proroga. Chiaramente, un'informazione del tipo che ci sono zero offerte su un certo lotto, creerebbe un problema non indifferente, che andrebbe risolto vista l'importanza del Sistema Informativo Agricolo Nazionale.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Avevamo fatto un'altra domanda sul ritardo nell'assegnazione dell'SGI.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Quanto all'SGI, francamente non so risponderle in modo puntuale. Come Lei sa, queste gare molto complesse hanno una fase estremamente lunga per quanto riguarda l'analisi della cosiddetta busta «A», la busta amministrativa, che spesso, oltre a essere defaticante, è estremamente onerosa in termini di lunghezza.

  CRISTIANO CANNARSA, amministratore delegato di Consip. Presidente, mi inserisco un attimo.
  La busta «A» è quella con cui le società presentano delle autocertificazioni relativamente a dei requisiti e anche relativamente al possesso di alcune certificazioni. La più famosa è quella del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC), ma c'è anche l'antimafia e così via. Per gare complesse, soprattutto gare composte da molti lotti – non è il caso dell'SGI, che aveva cinque lotti – e quelle di cui si parla molto in questi giorni avevano quasi 20 lotti, con 88 offerte e oltre 250 imprese, immaginate la quantità di materiale che rappresenta la busta «A». Invito, infatti, la Commissione a stimolare magari un dibattito anche su questo tema.
  Sul tema di una digitalizzazione anche di questa fase, oggi che abbiamo le banche dati, che noi dobbiamo ancora fare l'analisi sul DURC, sul casellario o sulla compliance fiscale attraverso delle post-certificazioni, francamente mi sembra un po’ da amministrazione di qualche decennio fa. Utilizzerei una busta «A» precompilata – utilizzo un termine che mi ricorda il mio passato –, in questa nuova veste di amministratore delegato di Consip, per sollecitare anche una riflessione, e magari spingere l'innovazione e la digitalizzazione su questo. Comprimerebbe i tempi di commissione. Tenete conto che in una commissione la busta «A» può durare nove mesi. Abbiamo fatto un'analisi, e ci sono gare in cui l'analisi della busta «A» richiede nove mesi. Peraltro, la commissione è fatta di cinque persone al massimo, cinque persone che esaminano migliaia di pagine, anche con un margine di errore – aggiungo io – che vorrei, soprattutto in questo ruolo, cercare di ridurre al minimo. La frontiera di gare più veloci, più tracciabili, più trasparenti, secondo me, passa in maniera assoluta attraverso la digitalizzazione almeno della parte relativa alla parte amministrativa cosiddetta.

  PRESIDENTE. Penso che siamo tutti d'accordo.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Vorrei completare la risposta, mi perdoni.
  Mentre non so risponderle in modo puntuale sul perché, sono invece cautamente ottimista sull'utilizzo futuro. Ho contatti, ad esempio, con molte città metropolitane attraverso l'Agenzia per la coesione, le quali attendono l'attivazione di questa gara per circa un centinaio di progetti finanziati coi Pag. 14fondi PON Metro, e così il comune di Roma, così il Lazio. Sono cautamente ottimista. Nonostante i ritardi, che sicuramente ci sono stati, legati a questi aspetti procedurali, penso che sarà una gara che avrà successo nell'utilizzo. Ovviamente, questa è una mia percezione.

  MARA MUCCI. Visto che abbiamo parlato prima di piccole e medie imprese, come Consip prova a tutelare il nostro tessuto produttivo? È evidente, vedendo queste gare, che i fornitori aggiudicatari sono big player e non ciò a cui mediamente siamo abituati.
  Inoltre, avete parlato di banda riservata come, mi sembra, fattore dirimente per comprendere anche il risparmio che c'è dietro l'utilizzo di alcuni lotti SPC 2. Visto che si dovrebbe andare nella direzione, ad esempio, per la formazione dell'utilizzo sempre più massivo di webinar o di video, forse quello che diceva la collega Bruno Bossio diventa ancora più cogente, in futuro. Una banda sufficiente mi sembra che sia un fattore chiave per comprendere anche la qualità dei lotti, come vengono gestiti e come vengono pensati. Forse, qualche tecnologia di questo tipo non c'era in passato. Abbiamo detto che loro hanno affrontato la questione a inizio legislatura e forse queste tecnologie non erano ancora così utilizzate.
  Ancora, relativamente all'SPC 2, visto che si parla di cloud, all'interno c'è anche il servizio conservatoria e tutto ciò che ne consegue. Sappiamo che i conservatori hanno dei costi. Anche l'AgID è pressante da questo punto di vista e chiede delle risorse. Si parla anche di fondi destinati, se non erro 30 mila euro, per queste aziende perché siano accreditate come enti di conservatoria. Se questi servizi sono inclusi in questi lotti, è chiaro che anche in questo caso si parla di piccole e medie imprese che vengono danneggiate da queste gare: non bisognerebbe tenerne conto proprio per tutelare le piccole e medie imprese, che appunto investono e per le quali queste sono risorse ingenti, che possono determinare anche la vita o meno di chi investe la propria conoscenza e le proprie competenze?

  PRESIDENTE. Prima di darvi la parola, visto che ormai i minuti a disposizione sono pochissimi, vorrei sapere se ci sono altre domande, che magari raccogliamo. Non ce ne sono altre. Do, quindi, la parola ai nostri ospiti per la replica e poi concludiamo la seduta. Abbiamo una brevissima seduta di comunicazioni, poi dobbiamo tornare assolutamente in Aula.

  ROBERTO BASSO, presidente di Consip. Molto brevemente, prima di passare la parola all'ingegner Cannarsa, sulla questione della dimensione dei lotti e dell'apertura alle piccole e medie imprese credo sia anche opportuno avere chiara la missione di Consip, che è un braccio operativo al servizio del programma di razionalizzazione della spesa pubblica, quindi riceve delle indicazioni strategiche, in primis dal Ministero dell'economia e delle finanze, in virtù di una convenzione esistente, ma evidentemente lo stesso Ministero elabora una strategia che viene dal livello politico.
  Ora, noi sappiamo di avere un mandato pressante non solo dal nostro committente azionista, ma penso di poter dire dall'intero ceto politico italiano e dall'opinione pubblica, relativo alla riduzione della spesa pubblica. Al tempo stesso, esiste anche una forte attenzione al ruolo delle piccole e medie imprese, e anzi c'è una direttiva europea che si pone l'obiettivo di salvaguardarne il tessuto. La società ha fatto un'esperienza abbastanza lunga da consentirci oggi di cercare degli equilibri che consentano di perseguire entrambi gli obiettivi, ma non vorrei attribuire a Consip il compito di decidere dove spostare l'asticella. Questo è un compito in primis della politica, e quindi noi daremo corso alle indicazioni che troviamo nelle convenzioni.
  Per quanto riguarda la banda, Lei ha assolutamente ragione. È chiaro che si stanno diffondendo servizi ai quali nel 2004 non si pensava. Ha citato molto a proposito il webinar. È uno degli strumenti che stiamo pensando di utilizzare proprio per veicolare informazioni alle pubbliche amministrazioni, soprattutto quelle locali, ma questo richiede che i soggetti utilizzatori abbiano una capacità di dimensionare i propri fabbisogni. Le faccio un esempio molto Pag. 15semplice. Una volta, eravamo tutti più o meno abituati ad avere una stampante sulla scrivania, accanto al computer. La stampa era un uso estremamente inefficiente di una funzione. Oggi, invece, sono molto più diffuse le macchine di stampa, riproduzione, scansione a disposizione di 10-15 utenti, condivise. La definizione di quante macchine di quel tipo servano a un'amministrazione dipende dalla capacità dell'amministrazione di fare pianificazione. Se un'amministrazione decide quanti e quali sono gli utenti che hanno bisogno di banda riservata e quanti altri, invece, non ne hanno bisogno, sicuramente comprerà bene.
  Mi fermo qui. Sull'ultimo tema, quello della conservatoria, dichiaro la mia ignoranza. Non so se l'ingegner Cannarsa potrà rispondere, ma credo che voglia completare anche nei commenti su queste cose, se il presidente ce lo consente.

  PRESIDENTE. Sì. Purtroppo, in modo molto rapido.

  CRISTIANO CANNARSA, amministratore delegato di Consip. Quello delle piccole e medie imprese è un tema che, ovviamente, a noi sta a cuore. L'obiettivo di Consip è quello, appunto, come diceva il presidente, di essere il braccio operativo di un programma di razionalizzazione che deve coinvolgere il più possibile tutto il tessuto imprenditoriale italiano. Ovviamente, dobbiamo tenere conto di questa missione: da un lato, aggregare e razionalizzare la spesa; dall'altro, cercare di ampliare il più possibile il coinvolgimento del mercato. È chiaro che stiamo parlando di un mercato di imprese, quello nazionale, spesso composto veramente da numeri impressionanti. Le partite IVA in Italia sono 4,5 milioni: immaginate che cosa voglia dire fare dei confronti in cui si coinvolgano decine e decine di imprese. Vi citavo prima l'esempio della gara con diciotto lotti, proprio mirata a cercare di allargare il più possibile.
  Stiamo cercando di fare anche gare più piccole, e andremo sempre di più verso treni di gare che partono in sequenza, proprio per utilizzare al meglio il nostro personale in sede di commissione di gara. Se facciamo una gara, vuol dire che abbiamo una commissione; se facciamo cinque gare, anche sulla stessa merceologia, abbiamo cinque commissioni che possono operare in parallelo. Stiamo ingegnerizzando la fase di commissione, la fase più lunga, che condiziona tutto il tempo di gara. D'altro canto, ovviamente dobbiamo tener conto anche del fatto che abbiamo una società con dei numeri limitati. Sapete che siamo 430 persone. Non vi dico quante sono le persone oggi impegnate in commissione di gara, quante quelle impegnate in contenzioso. L'avvocato Beneventi potrebbe fare su questo una sessione unica notturna della Commissione. Abbiamo, infatti, un tema anche sul contenzioso. Attenzione, quindi, è vero che coinvolgiamo il mercato, coinvolgiamo le imprese, ma anche il mercato e le imprese non devono considerare Consip il bersaglio di un contenzioso diventato dilagante e che blocca la produzione e il lavoro. Noi abbiamo quasi 3 miliardi di euro di contratti bloccati in contenzioso, 3 miliardi di euro.

  PRESIDENTE. Non nel settore ICT.

  CRISTIANO CANNARSA, amministratore delegato di Consip. No, non nel settore ICT, che anzi, da un punto di vista della litigiosità, non è tra i top 3, che potrei citarvi, ma è abbastanza semplice immaginarli.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Sulla conservatoria rispondo in modo telegrafico: la risposta è sì, quello della conservazione sostitutiva è un servizio opzionale, non obbligatorio, che sta nel lotto 1 di SPC cloud. Attenzione, però, lo stesso servizio è disponibile anche sul MEPA, dove ovviamente i fornitori sono le piccole e medie imprese. Dipende, quindi, fondamentalmente dal progetto, dalla dimensione, dall'amministrazione.

  CRISTIANO CANNARSA, amministratore delegato di Consip. Il MEPA, il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione, è un altro strumento Consip, e vi Pag. 16partecipano piccolissime e piccole aziende. È un mercato cui sono iscritte oggi oltre 60 mila imprese.

  PRESIDENTE. È già arrivato l'SMS: l'Aula inizia con votazioni immediate.

  RENATO DI DONNA, direttore progetti per la PA. Un'ultima cosa. Nella sua richiesta si domanda dove siano reperibili i fabbisogni dei contratti esecutivi. Ci tengo a dire che c'è un portale di governo e gestione della fornitura di SPC 2 e di SPC che, nel giro di un mese da oggi, viene attivato e fa parte di una gara ancillare fatta da Consip. Il portale è gestito da AgID. Ovviamente, i dati inseriti sono riservati a Consip e ad AgID, non sono pubblici. Tutto ciò che ho detto è inserito in un documento che Le lascio, assieme ai dati.

  PRESIDENTE. Chiedo ai nostri ospiti se abbiano documentazione in formato digitale da consegnare alla Commissione e quale regime di pubblicità questa debba avere (libera, riservata o segreta). Chiedo scusa a chi aveva ancora altre domande, ma purtroppo l'Aula comanda. Ringrazio i nostri ospiti e tutti gli intervenuti. Dichiaro conclusa l'audizione.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che a seguito delle scorse sedute, la Commissione ha ricevuto documentazione dall'Assintel e dal Ministero della giustizia che, d'accordo con gli autori, ritiene di includere nella categoria degli atti liberi e di pubblicare quindi, come di consueto, sul sito web della Commissione. Lo stesso avverrà per la documentazione ricevuta in data odierna dalla Consip.
  Comunico altresì che con nota del 26 luglio scorso, il Comandante del Nucleo speciale della Guardia di Finanza presso le Commissioni parlamentari di inchiesta ha proposto di sostituire, nel pool della Guardia di finanza che si occupa dell'archivio della Commissione, il maresciallo Marco Scarpellino, interessato da procedura di trasferimento in altra sede, con l'appuntato scelto Riccardo Biancalana. Acquisito il necessario nulla osta amministrativo, comunico ai commissari l'avvicendamento.

  La seduta termina alle 16.30.