XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 85 di Mercoledì 21 giugno 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 2 

Audizione del procuratore di Lanusei Biagio Mazzeo :
Scanu Gian Piero , Presidente ... 2 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 2 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 4 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 4 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 6 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 
Pili Mauro (Misto)  ... 6 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 6 
Pili Mauro (Misto)  ... 7 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 7 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 7 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 7 
Pili Mauro (Misto)  ... 7 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 7 
Pili Mauro (Misto)  ... 7 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 7 
Pili Mauro (Misto)  ... 8 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 8 
Pili Mauro (Misto)  ... 8 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 8 
Pili Mauro (Misto)  ... 8 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 8 
Pili Mauro (Misto)  ... 8 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 8 
Pili Mauro (Misto)  ... 8 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 9 
Pili Mauro (Misto)  ... 9 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 9 
Pili Mauro (Misto)  ... 9 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 
Pili Mauro (Misto)  ... 9 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 10 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 10 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 10 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 10 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 11 
Pili Mauro (Misto)  ... 11 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 11 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 11 
Pili Mauro (Misto)  ... 11 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 11 
Pili Mauro (Misto)  ... 11 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 11 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 11 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 12 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 12 
Mazzeo Biagio , Procuratore di Lanusei ... 12 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIAN PIERO SCANU

  La seduta inizia alle 14.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

(Così rimane stabilito).

Audizione del procuratore di Lanusei Biagio Mazzeo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica di Lanusei, dottor Biagio Mazzeo, che saluto e ringrazio anche a nome dei colleghi commissari per aver accolto il nostro invito.
  La seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera, fermo restando che, qualora lo ritenessimo opportuno per esigenze dei commissari o del nostro ospite, potremmo in qualunque momento proseguire in seduta segreta.
  Non abbiamo necessità di una lunga introduzione per declinare da subito le ragioni per cui abbiamo ritenuto di chiedere al dottor Mazzeo di venire a riferire in Commissione relativamente all'attività che da tempo svolge presso la Procura della Repubblica di Lanusei, che già in passato aveva imbastito un impianto accusatorio, dal quale è derivato un primo processo.
  Oggi è da tempo in corso di svolgimento un altro processo, che ha come oggetto l'individuazione di eventuali responsabilità in capo a militari che si sono succeduti nel ruolo di comandante del PISQ, il poligono di Quirra, e l'individuazione di condizioni di relativa o particolare gravità che possano aver determinato gravissimi danni alla salute delle persone e addirittura decessi, e danni altrettanto gravi all'ambiente e alla fauna.
  Diciamo che questo era il minimo sindacale che io dovessi offrire per una necessaria introduzione, quindi, signor procuratore, le lascio subito la parola, rinnovandole il ringraziamento. Lei vada a briglia sciolta, come si dice in gergo, ci dica tutto ciò che, grazie alla sua sensibilità e alla sua indubbia competenza, ritiene che possa essere utile rendere noto e più specificamente definito al Parlamento, che è interessato a conoscere la verità delle cose. A lei la parola.

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Grazie, presidente, ringrazio voi per il cortese invito e spero di poter dare un contributo utile per i lavori della Commissione. Devo innanzitutto precisare che io sono Procuratore della Repubblica a Lunusei dal settembre del 2015, quindi sia l'indagine, sia alcune fasi procedimentali si sono svolte prima che io arrivassi nella sede.
  Attualmente i fatti di cui ci occuperemo sono in fase dibattimentale, il dibattimento è ripreso, dopo una sosta dovuta alla rimessione degli atti alla Corte Costituzionale, nell'autunno dello scorso anno, e siamo in una fase di istruttoria dibattimentale, in cui vengono sentiti i testimoni e dovremo fare ancora diverse attività, quindi credo che questo dibattimento si protrarrà ancora per diversi mesi, forse addirittura per un anno.
  Il mio predecessore ha iniziato l'indagine nel 2010, oltre ad essere il capo dell'ufficio era proprio il titolare dell'indagine. Pag. 3Per inciso, la Procura di Lanusei come anche il Tribunale sono uffici giudiziari molto piccoli, con un organico previsto dalla procura di 1 procuratore e 2 sostituti, quindi si tratta di una sfida abbastanza onerosa per un ufficio di piccole dimensioni occuparsi di fatti di questa importanza perché, a fronte di un ufficio giudiziario minuscolo se comparato ad altri uffici, nel nostro territorio, che ha una popolazione di soli 60.000 abitanti, abbiamo il poligono militare più grande d'Europa, un poligono di dimensioni enormi e quindi si può capire le difficoltà.
  Tra l'altro, noi abbiamo veramente una quantità spropositata di atti, di documenti, che non sarei neanche capace di sintetizzare, ma non basterebbe certamente l'esposizione per entrare nel dettaglio, quindi io cercherò di dare delle indicazioni di carattere generale, entrando nello specifico solo delle cose che secondo me sono rilevanti, poi sono a disposizione per eventuali domande.
  Per poter agevolare l'esposizione mi baso su un documento che poi produrrò insieme alla sentenza a cui farò riferimento, documento che è stato redatto dal Consigliere Elisabetta Rosi del Ministero dell'ambiente tutela del territorio e del mare, che era stata incaricata di valutare sia la possibilità di una costituzione di parte civile da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, sia eventualmente un'azione di altra natura, un'azione civile, e ha sintetizzato secondo me molto bene i punti essenziali.
  Innanzitutto sappiamo che il poligono si trova nell'area centro-orientale della Sardegna e che «la base costituisce il più vasto poligono militare in Italia e in Europa, al suo interno vengono effettuate esercitazioni missilistiche, prove con armi sperimentali e attività di addestramento interforze. È inserito nel Comando logistico dell'Aeronautica militare», cioè si tratta in sostanza di un poligono che è sotto la direzione dell'Aeronautica militare, anche se partecipano all'attività addestrativa anche le altre forze armate che sono presenti con i loro ufficiali.
  Questo poligono è nato nel 1957, aveva finalità, come dice il nome stesso, soprattutto di sperimentazione, quindi addirittura nella stampa dell'epoca veniva paragonato alla nostra Cape Canaveral, cioè doveva essere una base dove c'erano delle ambizioni di un certo tipo, poi si è scesi più nel campo dell'attività addestrativa pura e semplice.
  Purtroppo non conosco di prima mano l'origine e la genesi dell'indagine, però penso che l'indagine della Procura sia partita dopo che già si avvertivano tanti campanelli d'allarme da parte della popolazione locale, fatti di persone ammalate di tumori o di malattie del sistema linfatico, anche militari che avevano lavorato lì che si sono ammalati, e c'era stata una serie di attività a cui accennerò da parte di vari organi dello Stato e della regione, quindi erano state create delle Commissioni e fatti degli studi.
  Alla fine c'è stato l'intervento della Procura e la Procura è intervenuta addirittura con un sequestro preventivo, cioè ha praticamente bloccato l'attività del poligono, ossia l'attività militare. Si è poi intervenuti sulla presenza di persone non militari, e segnatamente stiamo parlando di pastori.
  Nel capo di imputazione che è stato formulato dalla Procura di Lanusei si lamenta una serie di cose ben precise, innanzitutto che l'area demaniale non sia stata interdetta alla popolazione locale, nonostante ci fossero attività militari pericolose non solo per l'obiettiva pericolosità dell'attività di esercitazione, ma anche per fenomeni di dispersione di metalli tossici e sostanze comunque pericolose per la salute, quindi che non fosse stato impedito l'accesso di circa 15.000 capi di bestiame che venivano a pascolare all'interno dell'area del poligono.
  La situazione del poligono è un pochino anomala, nel senso che teoricamente l'area era stata statalizzata e acquisita al patrimonio militare, quindi in teoria non dovevano esserci presenze estranee, però, allo scopo di salvaguardare l'economia locale che si basava essenzialmente sulla pastorizia, si era arrivati a una sorta di compromesso, per cui alle persone che tradizionalmente, in base a usi civici risalenti nel tempo, erano abituate a svolgere la loro Pag. 4attività di pastori nel territorio veniva consentito di rimanere nell'area, a condizione però che durante le fasi più pericolose accettassero ovviamente di sgomberare.
  Si contesta anche una serie di attività di brillamenti di munizioni e di bombe, aspetto sul quale mi soffermerò, e si parla anche dell'interramento di rifiuti militari. Sempre nel capo di imputazione si lamenta poi il fatto che il medico competente, cioè la figura preposta alla tutela della salute dei lavoratori in qualsiasi struttura, compresa quella militare, non veniva informato dei rischi e quindi non aveva adottato dei protocolli di accertamenti sulla salute dei militari, che tenessero conto dei particolari rischi a cui venivano sottoposti. Si fa poi riferimento ad altre cose, come il mancato uso di mezzi di protezione per i militari.
  Prima di andare avanti, vorrei precisare che nella sentenza – se la Commissione vorrà, la produrrò, – di non luogo a procedere emessa dal giudice per le indagini preliminari l'11 luglio del 2014 sono stati amputati, cioè sono stati oggetto di una sentenza di proscioglimento in fase di indagini, 3 dei 4 capi di imputazione contestati dalla Procura della Repubblica, tra cui si ipotizzava anche il disastro ambientale, che per ragioni lunghe da esporre, il giudice non ha ritenuto sussistere, quindi non ha ritenuto sussistere quantomeno il disastro in termini generalizzati che coinvolgessero tutta l'area antropizzata del poligono ed esterna al poligono; quindi, si è escluso questo, però è rimasto il capo di imputazione a cui ho fatto riferimento.
  Il territorio del poligono è abbastanza incontaminato, anche se ci sono delle aree dove fino al 1965 si facevano estrazioni di piombo e di argento, attività estrattive che potrebbero aver contaminato l'ambiente, quindi sono elementi di cui bisogna tener conto.
  Lo scenario di valutazione del danno ambientale che si può essere verificato è estremamente complesso e articolato, perché da una parte abbiamo quelli che potevano essere i postumi di attività industriali o estrattive preesistenti, dall'altro abbiamo il fatto che anche le attività militari sono attività differenziate, cioè ci sono attività di addestramento che in teoria non dovrebbero comportare rischi per l'ambiente, quando per esempio si fanno prove di sorvolo oppure lanci di bombe non attive, e altre attività invece come quella dei brillamenti che possono avere un contenuto di pericolo.
  In questa relazione si fa riferimento a un rapporto dell'Assessorato igiene e sanità della Regione Sardegna del 2005, in cui si rilevavano alcuni picchi di tumori del sistema linfatico, poi c'è stato un rapporto dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna del 2011 per il quale si è proceduto attraverso l'analisi delle acque, dei foraggi e anche di matrici prelevate da animali da allevamento, che sono stati quindi macellati e dei quali sono stati recuperati gli organi, e anche del latte e del formaggio.
  Da queste analisi è emersa una serie di contaminazioni piuttosto significative, quindi parliamo di metalli pesanti quali piombo, cadmio e arsenico, altri elementi quali antimonio, bario, cobalto, cromo, ferro, manganese, rame, addirittura anche il torio e in piccola misura anche uranio, quindi sono state rilevate queste anomalie.
  Su questo devo dire che ci sono dei dati ufficiali, i quali però andrebbero molto approfonditi; la realtà dell'area del poligono, è molto complessa anche per l'esistenza delle cosiddette «isole amministrative». Molti comuni che non fanno parte dell'area del poligono hanno però a disposizione delle aree per tradizione, per usi civici, per ragioni risalenti nel tempo. Quindi, ad esempio, il comune di Villagrande Strisaili, che è ben lontano dal poligono, ha dei territori che sono riferibili...

  PRESIDENTE. Un'enclave.

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Sì, un'enclave. Cosa è successo? Dalla deposizione del dottor Melis, un veterinario che aveva partecipato a queste attività di studio, è emerso che erroneamente la società incaricata di fare le analisi aveva attribuito al comune di Villagrande Strisaili alcuni campioni positivi, in cui si rilevava la presenza di questi metalli pesanti, quindi si era giunti alla conclusione erronea che Pag. 5non c'entrasse nulla con il poligono e che si trattasse di una contaminazione di altra forma, ignorando che in realtà gli animali venivano marchiati come animali facenti parte del comune di Villagrande, anche se pascolavano nell'area del poligono, infatti, quando le analisi vengono fatte da soggetti completamente estranei al territorio, che non conoscono la realtà, questi finiscono per giungere a conclusioni errate.
  Quello che emerge (adesso non vorrei scendere troppo nei dettagli) con chiarezza è il fatto che gli animali, i cui organi sono risultati contaminati da sostanze estranee, essenzialmente da metalli pesanti, sono animali che pascolavano nell'area del poligono e in zone limitrofe a quella in cui avvenivano alcune attività pericolose, quali i brillamenti di cui dirò poi brevemente.
  Il poligono teoricamente sarebbe un luogo dove devono svolgersi attività addestrative o attività sperimentali, ma a un certo punto della sua storia, per volontà che non so dire, ma sicuramente sono decisioni prese a livelli più alti rispetto a quelli della direzione del poligono, si è deciso di utilizzare l'area del poligono di Perdas de Fogu per la distruzione di arsenali di materiali obsoleti. Stiamo parlando soprattutto, se non esclusivamente, di materiali di pertinenza dell'Aeronautica militare, cioè bombe d'aereo, munizioni di artiglieria antiaerea e anche munizionamento leggero, piccoli calibri per armi portatili.
  Questo è avvenuto attraverso il percorso del brillamento. Cosa avveniva? Stiamo parlando di un'attività che si è svolta dagli anni ’80 e si è conclusa verosimilmente (dico «verosimilmente» perché queste sono le emergenze del dibattimento) nel 2008.
  Questa attività consisteva nel trasferire, non solo dall'area del poligono, ma anche da altre aree verosimilmente di tutto il territorio nazionale, questi materiali obsoleti che venivano concentrati e Perdas de Fogu e poi, attraverso sessioni che duravano anche mesi e si svolgevano quotidianamente per lunghi periodi, si procedeva a fare delle buche profonde anche 20 metri, usando mezzi meccanici nella disponibilità del poligono, si collocava il materiale da eliminare, si metteva una carica di tritolo (si è parlato di un metro cubo di 7-800 chili, ma comunque stiamo parlando di quantità piuttosto consistenti) e si procedeva al brillamento.
  Queste cose sono state descritte molto bene in alcune deposizioni che abbiamo assunto proprio quest'anno nel dibattimento da due fonti, il militare che prestava servizio, che magari faceva l'artificiere o era lo specialista che usava la ruspa per scavare, e i pastori che ci raccontano tutti la stessa cosa. Venivano fatte queste buche e poi veniva sgomberata l'area, il personale militare veniva messo in zona di sicurezza, dopodiché si aveva il brillamento, che consisteva nell'esplosione del tritolo che portava con sé anche il resto del materiale.
  C'era una proiezione di materiali combusti, incombusti, terra, tutto quello che possiamo immaginare, che formava colonne alte diverse decine di metri, dopodiché si aveva per un periodo di tempo abbastanza lungo una ricaduta di queste polveri, di questi materiali sul territorio circostante.
  Al di là del fatto che questa metodica non pare essere la metodica più razionale e più valida per eliminare materiali bellici obsoleti, ma questa è una valutazione che non compete a me fare, però forse ci si poteva essere un altro tipo di soluzione. La cosa più grave è che personale militare che interveniva immediatamente dopo ogni brillamento per verificare che non ci fossero degli ordigni rimasti inesplosi, che potessero costituire un pericolo per la sicurezza delle persone, interveniva senza adeguate protezioni. Alcuni testi ci hanno detto che non portavano niente, altri dicevano che usavano delle mascherine simili a quelle che usano le infermiere o gli imbianchini quando lavorano, venivano usati i guanti di pelle di dotazione militare e le uniformi da lavoro non avevano nessuna particolare protezione.
  Per quanto riguarda invece le persone non dipendenti del poligono, cioè i pastori, questi venivano ammessi a rientrare nell'area del poligono una volta che l'artificiere garantiva che non ci fosse più pericolo di ulteriori esplosioni o cose di questo genere. Quindi, tenendo conto che il bestiame Pag. 6 veniva lasciato all'interno del poligono, ovviamente questi avevano fretta di rientrare per poter controllare se gli animali si fossero dispersi o meno.
  Abbiamo visto che gli animali che si trovavano in quell'area hanno manifestato una forte presenza di metalli e materiali estranei all'interno del loro corpo, sono stati esaminati organi di animali che non erano giovanissimi, di quattro o cinque anni, quindi si è potuto verificare l'esistenza di un accumulo di queste sostanze.
  Per quanto riguarda il personale militare, abbiamo avuto numerosi casi di persone ammalate. Diciamo che sono dei cluster non particolarmente allarmanti se visti in proporzione alla generalità del personale militare, però, se consideriamo le mansioni specifiche svolte da questo personale, vediamo che quelli che erano maggiormente esposti, cioè quelli che si portavano immediatamente dopo l'esplosione nel luogo sono quelli che hanno avuto i maggiori danni, così come è avvenuto per le famiglie di pastori, in cui abbiamo avuto nella stessa famiglia uno o più casi di linfoma o di malattie oncologiche riferibili ai gruppi di pastori che operavano nell'area vicina a questa dei famosi brillamenti di cui ho parlato.
  Oltre a questo abbiamo avuto il problema dei missili Milan, che credo siano di produzione francese ma sono stati adottati anche dalle Forze armate italiane, la loro funzione è quella di missili anticarro che, a quanto so, vengono lanciati da terra, quindi per fare l'addestramento ci sono dei serventi, del personale che si posiziona nel punto di lancio e ha una attrezzatura che serve per guidare il missile sul bersaglio.
  Sfortunatamente questi missili erano stati concepiti con un sistema di puntamento che usava il torio, che è un elemento radioattivo abbastanza conosciuto, per quello che sapevo si usava anche per migliorare le lenti cinematografiche, però ha una notevole componente di radioattività. Le indagini svolte hanno fatto emergere la presenza del torio sia nel nel bestiame, sia in alcune persone, e in particolare è stata fatta una riesumazione di salme di pastori deceduti per malattie oncologiche o linfomi e si è visto che c'era una componente di torio nelle loro ossa.
  La relazione dice infatti che «ulteriori elementi di valutazione provengono dalle perizie sull'esame degli allevatori morti fra il 1995 e il 2010 a causa di tumori del sistema linfatico, per verificarne l'eventuale presenza di una contaminazione di elementi radioattivi. Il fisico Evandro Lodi Rizzini, direttore del Dipartimento di chimica e fisica dell'Università di Brescia e membro del CERN di Ginevra, ha eseguito accertamenti su tali resti, evidenziando una presenza di torio 232 nelle ossa».

  PRESIDENTE. Scusi, dottore, facciamo un primo giro di domande e poi ci torniamo.

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Sì, per me va bene, credo di aver esaurito...

  PRESIDENTE. Grazie, è stato molto chiaro e molto esaustivo. Prego, collega Pili.

  MAURO PILI. Grazie, presidente, grazie, dottor Mazzeo. Intanto vorrei ricostruire un passaggio delicato, ovviamente se lei ritiene di poterlo fare. Lei ha assunto l'incarico dopo il passaggio ad altra procura del dottor Fiordalisi. Siccome a me personalmente non è nota la ragione di questa sostituzione, lei può darci qualche indicazione in tal senso?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Io non ho mai parlato con il dottor Fiordalisi di questa cosa, però penso di poter immaginare quali siano le ragioni per cui è andato via, perché da alcuni anni a questa parte gli incarichi direttivi hanno una durata temporanea, quindi non è possibile mantenere un ufficio direttivo per oltre 8 anni, lui aveva già maturato la legittimazione e credo che abbia chiesto il trasferimento alla Procura di Tempio Pausania perché in quel momento si era resa disponibile ed era vacante.
  Non credo che abbia fatto questa richiesta di trasferimento per abbandonare... perché in realtà ha continuato a seguirla, nel Pag. 7senso che è venuto in applicazione e ha seguito per un certo tempo il processo, poi ha smesso di farlo anche perché nel frattempo gli atti erano finiti alla Corte Costituzionale e quindi dal 2014, quando si è tenuta l'udienza preliminare, abbiamo ripreso nel...

  MAURO PILI. C'è una questione chiave che è quella delle prescrizioni che hanno poi determinato per alcuni versi la caducazione della prima indagine. Lei faceva riferimento al fatto che si sono svolte delle azioni di smaltimento (io aggiungo abusive, illegali) di armamenti anche nel 2008. Questo aspetto è all'attenzione del dibattimento già in essere?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Sì, il capo di imputazione attuale riguarda fatti avvenuti fino... in realtà non c'è un termine massimo, perché parla dal 2003 in poi, però orientativamente pensiamo che l'arco temporale dei fatti sia tra il 2003 e il 2010, al massimo 2011, perché dal 2011, dopo l'intervento del sequestro preventivo, sono cessate tutte le attività, non solo quelle di brillamento, ma anche le attività a fuoco.

  PRESIDENTE. Quindi come data probabile di cessazione potrebbe esserci anche il 2011...

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. In teoria sì, anche se dalle testimonianze risulta che i brillamenti sarebbero cessati nel 2008.

  MAURO PILI. Se è assodato l'ultimo episodio di smaltimento abusivo e illegale di armamenti, che ovviamente hanno un protocollo per essere dismessi, vanno demilitarizzati, poi separati nelle parti, fatto lo smaltimento differenziato delle singole componenti, se la data è quella del 2008, per quale motivo (lo chiedo sul piano della opinione giuridica, ovviamente tecnica da parte sua) il disastro ambientale, considerato quello che lei ha richiamato, cioè che questi brillamenti o smaltimenti abusivi di armi hanno provocato sul territorio non una devastazione visibile, ma la dispersione di polveri, molto spesso nanoparticelle, che sono ricadute su intere popolazioni, provocando quello che in parte è stato accertato, ma che per molte altre non è stato accertato, cioè modificazioni anche sul piano genetico sia animale che umano.
  Per quale motivo dalla data del 2008, ultimo brillamento o smaltimento, non è perseguibile il disastro ambientale? Chi ha incardinato il processo in tal senso, con questa data che è ancora vigente di smaltimento di queste munizioni?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Non so se ho capito bene la domanda, nel senso che è chiaro che, se il disastro c'è, è un reato che può essere con effetti permanenti, però immaginiamo che ci sia il disastro (questo è un problema che andrebbe valutato, proprio perché la sentenza del giudice delle indagini preliminari lo avrebbe escluso) e questo disastro ovviamente non è stato compiuto successivamente, ma successivamente al 2010 possiamo avere gli effetti permanenti che si protraggono.
  Quello che si potrebbe chiedere oggi alle autorità militari e anche non militari è di valutare che cosa si stia facendo per bonificare il territorio, cioè per rimuovere quello che può essere rimasto. Su questo io non sono in grado di dare informazioni precise, so che sono state avviate delle attività di bonifica per esempio del poligono a mare, in qualche modo si è fatto qualcosa, però dal punto di vista della procura, non essendoci più un'attività a rischio, nel senso che non sono stati più segnalati brillamenti o attività a fuoco, in questo momento non ci sarebbero i presupposti per poter fare accertamenti in tal senso.

  MAURO PILI. Ma se nel 2008 sono stati fatti i brillamenti e questi hanno provocato quelle nubi tossiche di 80-100 metri d'altezza secondo le testimonianze, perché non si persegue il disastro ambientale, chi è che oggi nel processo non consente di riaprire il versante del disastro ambientale?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Qui dobbiamo venire al discorso della Pag. 8procedura penale, nel senso che quando la Procura della Repubblica fa una richiesta di rinvio a giudizio sottopone al vaglio del giudice per le indagini preliminari la propria ipotesi accusatoria, dal momento che il giudice per le indagini preliminari decide di pronunciare una sentenza di non luogo a procedere, la Procura non può più riaprire quel capitolo, ne può aprire altri se accerta altri fatti, ma quelli ricadono sotto il giudicato.
  Purtroppo non c'è stata neanche l'impugnazione di quella sentenza, per cui credo che al momento non sia possibile riaprirlo, infatti stiamo lavorando sulla linea tracciata dai provvedimenti del giudice per le indagini preliminari. Da una parte lui ha prosciolto e dall'altra ha rinviato a giudizio. Sul capo che è oggetto di rinvio a giudizio noi stiamo facendo il dibattimento, quindi stiamo seguendo la procedura prevista dal Codice.

  MAURO PILI. Voi avete con certezza accertato la presenza del torio nel poligono di Quirra?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Sì, la presenza del torio nel poligono di Quirra è certa sia perché è conosciuto il fatto che la sperimentazione dei missili Milan con guida al torio è stata fatta, cioè le autorità militari da questo punto di vista non hanno nascosto l'utilizzo di questi materiali, e poi perché la presenza del torio compare sia nell'esame dei pastori, sia negli organi...

  MAURO PILI. Mi consenta, dottore, quando lei dice che i militari non hanno nascosto lo dice per una seconda fase rispetto alle indagini istruttorie o lo dice per l'indagine istruttoria? Perché io per esempio rileggo le intercettazioni ambientali fatte con il professor Riccobono, il quale dice «sono stati i militari a chiedermi di omettere dalla mia relazione il torio».

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. No, volevo dire una cosa diversa e cerco di spiegarmi: i militari in qualche modo hanno sempre registrato le attività che svolgevano, anche quelle attività di brillamento, che forse possono avere dei profili di criticità, loro comunque le registravano, nel senso che loro registravano quanto materiale entrava, quanto materiale veniva distrutto e lo stesso per i missili, cioè ci sono i documenti da cui si può desumere, tant'è che si parla di numeri, si parla di oltre 1.000 missili Milan che sono stati lanciati, quindi non è stato nascosto.
  Se lei invece vuol sapere se la popolazione locale sia stata informata prima di questa attività, questo probabilmente no, però dagli atti acquisiti dalla procura risulta che le attività sono state registrate, non sono attività fantasma.

  MAURO PILI. I missili Milan che lei richiama a me risultavano sino a questa mattina 1.200...

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Io ho detto più di 1.000...

  MAURO PILI. Invece questa mattina il Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa ha parlato di 463 missili, c'è una differenza che mi lascia comprendere come la tracciabilità di quello che è successo nel poligono di Quirra sia totalmente aleatoria, perché, se lei, che è il massimo responsabile giudiziario di questo processo per quanto riguarda l'accusa, parla di 1.000-1200 missili Milan e il Sottocapo in Commissione d'inchiesta comunica che sono 463, c'è un problema di veridicità delle notizie e di attendibilità. Vorrei sapere chi le abbia comunicato questo dato dei 1.200.

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Ho trovato questo dati da varie fonti e adesso li ritrovo anche in questa relazione cui ho fatto riferimento, dove si parla di 1.187 missili anticarro Milan e successivamente missili anticarro TOW. Non so se questa differenza sia legata al fatto che poi i missili sono stati modificati e quindi gli ultimi che sono stati lanciati non avevano il sistema di guida contenente torio.

  MAURO PILI. No, il termine ultimo di utilizzo è quello a cui ci stiamo riferendo Pag. 9sia sul piano processuale che per quanto riguarda...

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Questi dati li ho trovati negli atti, se è importante posso informarmi per darvi una fonte più precisa.

  MAURO PILI. Noi abbiamo la comunicazione ufficiale fatta questa mattina dal Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa.

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Io non ho idea di dove abbia trovato...

  MAURO PILI. Il problema è la tracciabilità perché, come lei saprà meglio di me, in ognuno di questi missili Milan, in ogni testata sono contenuti 3 grammi di torio, e il caso di Teulada è emblematico, perché sono state recuperate soltanto 4 lunette su 4.200 missili Milan, quindi vuol dire che mancano all'appello 4.196 lunette.
  A Quirra non mi risulta dalle informazioni assunte dalla Commissione al Cisam alcun rinvenimento di lunette di torio radioattivo, quindi significa che manca totalmente la tracciabilità delle lunette, e anche rispetto alle comunicazioni a questo punto false, perché io mi fido più delle sue che di quelle del Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, mancherebbero all'appello non solo le lunette, ma anche 600 missili!

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Sulle lunette...

  PRESIDENTE. Collega, acquisiamo questo dato come un dato obiettivo che ci viene fornito per l'appunto dalla Procura della Repubblica, poi magari possiamo individuare altre modalità per mettere a confronto, ma mi pare che il procuratore sia stato molto netto.

  MAURO PILI. Assolutamente chiaro. Ho altre due domande e poi ho concluso, presidente. È agli atti di questo processo un elenco di 167 nomi, di cui il 90 per cento deceduti, di militari e di civili che hanno operato all'interno del poligono di Quirra?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Ci sono agli atti numerosi casi, sono stati investigati tutti i casi di decessi che erano conosciuti, il problema è che nell'attuale dibattimento questo aspetto non è oggetto del processo, nel senso che per le ragioni che ho detto è stato delimitato il campo della decisione alla sola violazione di misure di sicurezza e di prevenzione.
  Vorrei dire una cosa: sicuramente la contaminazione di sostanze tossiche o radioattive ha investito in prima battuta le persone che erano più vicine, poi è ovvio che non si può escludere che la contaminazione sia andata anche oltre, anche a distanza di molti chilometri, però lì sorge il problema di poter fare un'indagine attendibile di tipo epidemiologico per poter capire se tutte queste persone che si sono ammalate di tumore e di linfomi possano rientrare in una casistica fisiologica di queste malattie o se abbiamo dei picchi anomali.
  Questo non è un accertamento che può fare l'autorità giudiziaria, ma dovrebbero farlo le autorità sanitarie, che poi sono in grado di valutare questo.

  PRESIDENTE. Signor procuratore, lei ci ha ricordato poco fa, citando anche quella sentenza, che il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto di non dover accogliere dei capi di imputazione per disastro ambientale. Ci può dire per piacere che tipo di imputazione sussiste in capo alle persone che sono sottoposte al processo in corso?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Sì, attualmente sono sotto processo 5 o 6 ufficiali che si sono succeduti negli anni al comando del poligono.

  PRESIDENTE. Con quale imputazione?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Oltre ai comandanti dei distaccamenti. Queste persone sono state accusate in relazione all'articolo 437, commi 1 e 2 del Codice penale, che riguarda l'omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri, quindi l'attuale processo riguarda Pag. 10solamente la mancata adozione da parte sia dei comandanti in capo del poligono, sia dei tre ufficiali del distaccamento di Capo San Lorenzo, i quali avrebbero dovuto da una parte dotare i militari di mezzi di protezione, dall'altra impedire l'accesso nel poligono sia di persone che di animali. Questo è l'oggetto del processo attualmente.

  PRESIDENTE. Scusi, probabilmente sto ponendo una domanda in maniera errata, ma non è prevista alcuna imputazione a carico di quanti abbiano autorizzato l'effettuazione dei brillamenti? Perché diciamo che l'intervento di coloro che avrebbero dovuto disporre l'assunzione di adeguate forme di protezione avviene a valle rispetto alla decisione di far svolgere queste attività, che sarebbero la causa dei morti e di quant'altro. Non so se mi sono spiegato...

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Sì, ho capito, ma la normativa in materia di infortuni sul lavoro prevede che sia il datore di lavoro a rispondere di qualsiasi infortunio, di qualsiasi violazione della normativa, a meno che non dimostri di aver dato delle deleghe. Siccome nell'ambito della pubblica amministrazione, nell'ambito militare è il soggetto di vertice ad essere responsabile (anch'io nel caso dell'ufficio di cui sono procuratore ai fini legali sono anche datore di lavoro del personale)...

  PRESIDENTE. Quindi il vertice in questo caso sarebbe il comandante del poligono?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Sì, sono 6 generali che si sono succeduti dal 2001 al 2010.

  PRESIDENTE. Non che voglia avere la pretesa di confutare la procedura penale e tantomeno ciò che la informa relativamente al merito delle cose, ma nel caso specifico quindi non è previsto che il giudice, su impulso dell'autorità inquirente, cerchi di stabilire le ragioni per cui il comandante del poligono, in quanto detentore del potere di utilizzo del medesimo, possa aver ritenuto di dover consentire determinate attività, cioè mi pare che ci siano di fatto due fattispecie, quella del datore di lavoro è comunque secondaria rispetto alla figura di chi, per decisione evidentemente superiore, assunta in altra sede, utilizza quel poligono ripetutamente e probabilmente anche senza lasciare traccia alcuna, per permettere lo svolgimento di attività che non sono state assolutamente regolari e corrette. Forse non mi sto spiegando, vero? Forse è una domanda troppo complicata...

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Non lo so, io spero di aver compreso. Il problema è che sicuramente esiste una scala gerarchica, in cui addirittura questi ufficiali che sono sotto indagine potrebbero essere anche loro in una posizione intermedia, nel senso che...

  PRESIDENTE. Signor procuratore, scusi, se non sono indiscreto mi verrebbe da chiederle se nel corso del processo sia mai stato chiesta ai comandanti dei poligoni per ordine di chi venissero realizzati brillamenti.

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Non ancora, perché le regole processuali prevedono che l'eventuale esame degli imputati avvenga dopo aver completato l'escussione dei testi d'accusa, noi speriamo che loro vogliano rispondere e ci diano delle risposte su questi punti.
  Certo è che lei ha ragione nel dire che comunque, se è vero che competeva al comandante del poligono dare disposizioni, nulla impediva ai suoi ufficiali sottoposti di prendere loro l'iniziativa di adottare queste misure, almeno la misura più semplice di dire al personale di indossare delle maschere, delle tute, dei guanti specifici di non avrebbe richiesto una particolare difficoltà.
  Più complesso è l'aspetto che riguarda l'allontanamento dei pastori dall'area del poligono, perché questo investiva anche una valenza diversa, perché la popolazione locale ovviamente avrebbe avuto difficoltà ad accettare questo tipo di precauzione.

Pag. 11

  PRESIDENTE. Grazie, signor procuratore, credo che il collega Pili da buon sardo voglia farle un'ultima domanda, facciamo una deroga in termini di quantità proprio in ragione della estrazione regionale dell'onorevole Pili.

  MAURO PILI. Quindi, siccome ce n'era una in avanzo prima... dottor Mazzeo, nell'indagine e nel dibattimento si è mai affrontato l'interramento nel poligono di Quirra di diserbante utilizzato nella guerra del Vietnam, nella fattispecie Napalm?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Allora, per quanto riguarda il Napalm nel corso del dibattimento non è emerso nulla, nel senso che le persone che sono state sentite hanno solo riferito che veniva portato del materiale che doveva essere brillato, quindi in realtà nessuno ha mai parlato di uso del Napalm da questo punto di vista.

  PRESIDENTE. Verrebbe voglia di interrogare l'onorevole Pili per chiedergli perché ponga questa domanda...

  MAURO PILI. Perché la Procura della Repubblica di Lanusei, mediante una registrazione di conversazioni intervenute tra Contu Cesare e Artizzu Mauro, autorizzata dal magistrato competente, scopriva che nel PISQ venivano smaltiti tutti gli ordigni obsoleti della Seconda Guerra mondiale. Durante questa conversazione, dagli atti acquisiti dalla dichiarazione di Artizzu, emergeva che nell'area demaniale del PISQ di Perdas de Fogu erano stati interrati fusti contenenti materiale nocivo, nella fattispecie diserbante utilizzato nella guerra del Vietnam e prodotto da una ditta di Seveso, presumibilmente Napalm. Questo risulta agli atti di questo processo?

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Intanto lei mi ha chiesto se era emerso in dibattimento e quindi ho detto che nel dibattimento nessuno dei testi ne ha parlato, poi se parliamo di processo dobbiamo intenderci, perché il processo dibattimentale è, come ho detto, su un binario obbligato, mentre l'indagine era aperta a tutte le possibilità.
  D'altra parte, quando lei usa (sicuramente l'ha trovato negli atti) il termine «presumibilmente» questo ci fa capire che purtroppo non si è potuto accertare, nel senso che si è ipotizzato che fosse stato anche smaltito del Napalm, però se fosse stato trovato, sicuramente la Procura l'avrebbe sequestrato.

  MAURO PILI. Però il termine «presumibilmente» è riferito al Napalm, e sicuramente quello che emerge è che sono stati interrati i fusti contenenti materiale nocivo, sicuramente diserbante utilizzato nella guerra del Vietnam e prodotto da una ditta di Seveso. Questo emerge.

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Sì, è possibile, però il problema è che l'indagine ha aperto tantissimi fronti, poi piano piano ci si è concentrati sulle cose che si potevano dimostrare, magari c'è un'intercettazione in cui si parla di questo però poi non si è potuto trovare il sito, perché per portare a giudizio qualcuno devo portare delle prove, quindi è mutatis mutandis come quando c'è un processo per l'omicidio ma non c'è il cadavere, con la difficoltà di dimostrare non solo chi abbia commesso l'omicidio, ma anche che l'omicidio sia stato realmente commesso, e la situazione è questa.

  PRESIDENTE. Grazie, dottore, la risposta è molto chiara. Ci sono altre domande? Signor procuratore, prima di salutarla, lei ritiene che possano sussistere nel corso del periodo che intercorre fino alla conclusione del processo delle condizioni tali da poter pervenire ad una modifica del giudizio espresso dal giudice per le indagini preliminari relativamente alla non sussistenza del riconoscimento del disastro ambientale?
  Mi spiego meglio: almeno in questa circostanza non sono tenuto a conoscere la procedura penale, abbiamo ricordato e lei gentilmente ci sta lasciando una copia della sentenza in cui, difformemente da quanto richiesto dal Pubblico Ministero, il giudice Pag. 12per le indagini preliminari ha ritenuto di non dover individuare le condizioni del disastro ambientale, quindi l'imputazione è stata derubricata, per cui lei ha dovuto rimodulare l'accusa.
  La domanda vorrebbe essere questa: si può escludere, sulla base di ciò che la procedura penale contempla, l'eventualità che nel corso del processo possano emergere tali fatti da rimodulare l'impostazione originaria, pervenendo ad un riconoscimento del disastro ambientale? Ho fatto un po'di giri perché non ho una competenza specifica, ma spero di essermi spiegato.

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Diciamo che intanto c'è un diverso regime di preclusioni in ambito processuale, per cui è possibile in certi casi riaprire un fronte che sia stato inizialmente chiuso, ma, al di là di questo, la contestazione che è rimasta in piedi è comunque una contestazione che contiene in sé un elemento del disastro, perché l'aggravante contestata, il 437, contempla anche il verificarsi di infortuni o disastri.
  C'è quindi la speranza di addivenire all'esito del dibattimento a una pronuncia che quantomeno riconosca la sussistenza di questa aggravante, che già sarebbe un risultato importante perché, pur non configurandosi un disastro nel senso più esteso del termine, si riconoscerebbe che queste condotte dolose e omissive abbiano causato danni alle persone e al territorio, quindi questo è quello che cerchiamo di portare a termine, però ovviamente l'esito del dibattimento...

  PRESIDENTE. Dottor Mazzeo, noi la ringraziamo molto per questa utilissima audizione, che ha sviluppato in maniera estremamente esaustiva, con una modalità espositiva tale da essere compresa anche da chi non è del mestiere.
  Mi permetto anche a nome dei colleghi, oltre che di ringraziarla, cosa che ho già fatto, di augurarle buon lavoro, non è un lavoro facile, normalmente quello del magistrato non è mai un lavoro facile e, se vogliamo, non è giusto che lo sia, nel suo caso le condizioni complessive lo rendono particolarmente delicato, se non addirittura difficile, quindi grazie ancora e buon lavoro!

  BIAGIO MAZZEO, Procuratore di Lanusei. Grazie a lei, presidente, allora lascio questi atti.

  PRESIDENTE. Sì, grazie, acquisiamo questi atti, invito i colleghi a trattenersi per un veloce Ufficio di presidenza. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.