XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito

Resoconto stenografico



Seduta n. 29 di Giovedì 19 maggio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione di rappresentanti del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER):
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 ,
Gerometta Paolo , Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER) ... 3 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 4 ,
Gerometta Paolo , Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER) ... 4 ,
Congedi Roberto , Rappresentante COCER Esercito ... 4 ,
Gerometta Paolo , Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER) ... 7 ,
Ciavarelli Antonio , Rappresentante COCER Marina Militare ... 7 ,
Gerometta Paolo , Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER) ... 9 ,
Belfiori Antonsergio , Rappresentante COCER Aeronautica Militare ... 9 ,
Gerometta Paolo , Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER) ... 12 ,
Cardilli Andrea , Rappresentante COCER Carabinieri ... 12 ,
Gerometta Paolo , Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER) ... 14 ,
Cutrupi Giovanni , Rappresentante COCER Guardia di Finanza ... 14 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 16 ,
Vito Elio (FI-PdL)  ... 16 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 17 ,
Boldrini Paola (PD)  ... 17 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 17 ,
Duranti Donatella (SI-SEL)  ... 17 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 18 ,
Rizzo Gianluca (M5S)  ... 18 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 18

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIAN PIERO SCANU

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, se non vi sono obiezioni, anche mediante la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione di rappresentanti del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione dei rappresentanti del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER). Si tratta del Generale di divisione Paolo Gerometta, del Primo maresciallo luogotenente Roberto Congedi, del Primo maresciallo Antonio Ciavarelli, del Maresciallo capo Giovanni Cutrupi, del Sergente maggiore Anton Sergio Belfiori, dell'Appuntato scelto Andrea Cardilli, che saluto anche a nome dei colleghi.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Nel corso della precedente seduta sono stati rivolti ai rappresentanti del COCER alcuni quesiti specificamente connessi ai compiti della Commissione, di cui all'articolo 1 della delibera istitutiva, che richiedevano un successivo approfondimento attraverso la convocazione di questa riunione.
  Prima di iniziare, per quanto possa sembrare irrituale anche perché è autoreferenziale, vorrei rivolgere un particolare ringraziamento ai colleghi. Oggi, infatti, i lavori d'Aula non si svolgono ma abbiamo circa tre quarti dei colleghi, e questo rappresenta un atto di riguardo nei confronti del COCER e, allo stesso tempo, non essendo una novità, la conferma dell'impegno, dello zelo e dell'assiduità di tutti i colleghi che esplicitamente e formalmente ringrazio. Forse è un caso più unico che raro, e questo depone davvero a vostro favore.
  Signor generale, siamo davvero lieti di potervi riascoltare. Procederemo come la volta scorsa: introduce lei e poi passa la parola ai suoi colleghi. Prego, generale.

  PAOLO GEROMETTA, Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER). Buongiorno a tutti i commissari, ho il piacere di essere di nuovo qui per poter proseguire l'attività che abbiamo iniziato con la precedente audizione.
  In questo ambito c'è stata la decisione unanime da parte dell'intero Consiglio di sviluppare l'attività in questo modo: abbiamo previsto di lasciare a ogni sezione di Forza armata un proprio intervento anche al fine di salvaguardare le peculiarità e le sensibilità di ciascuno.
  È stata inoltre predisposta una delibera dalle tre componenti del comparto difesa, il COCER Esercito, il COCER Marina e il COCER Aeronautica, per dare un segnale della visione unitaria sugli aspetti concettuali che sono emersi nel corso della precedente riunione, quindi anche per evitare che questa ripartizione scelta unanimemente possa sembrare una divisione, perché non è così.
  Il COCER ha in questa delibera la sua visione unitaria e lascia agli interventi di settore la possibilità di esplicitare la propria posizione e i propri punti di vista sugli Pag. 4intenti presentati dal presidente la volta scorsa e anche su alcune domande che sono state poste.
  Ciò ci consentirà anche di volare alto, al di sopra delle normative che regolano il nostro funzionamento e che sono vintage, se vogliamo usare questo termine, di volare anche sopra determinate insinuazioni e prese di posizione da cui prendiamo le distanze, perché consideriamo fondamentale concentrarci sulle problematiche oggetto di queste audizioni, che ritengo siano il focus di tutto e vadano al di là degli orgogli personali e della nostra stessa sensibilità.
  Ho già consegnato agli atti la delibera, che esplicito perché è giusto che venga fatto. I tre COCER esprimono un iniziale, favorevole punto di vista agli intenti della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito e di altro, fermo restando un costante coinvolgimento di questo Consiglio durante la fase di stesura della legge quadro finalizzata ad assistere i colleghi malati e le loro famiglie.
  Inoltre, chiede al Capo di Stato Maggiore della Difesa uno o più incontri con i tecnici dello Stato maggiore della difesa, con i tecnici di Previmil e con i tecnici della Direzione di sanità della difesa, al fine di avere tutta una serie di dati, di informazioni che ci possano consentire di apportare il nostro contributo in maniera qualificata.
  Se non ha nulla in contrario, comincerei subito con la serie di interventi.

  PRESIDENTE. Vorrei fare brevemente un commento che, come lei giustamente diceva, potrebbe essere propedeutico e comunque esplicativo rispetto a ciò che poi diranno i suoi colleghi in rappresentanza delle tre Forze armate. Il commento è soprattutto di carattere semantico.
  Il generale ha appena letto la delibera riferendo di esprimere un iniziale, favorevole punto di vista. La volta scorsa abbiamo usato l'espressione «punto di vista» come espressione più vicina al termine «parere». Dovendo essere precisi nella formulazione delle nostre richieste, non avremmo potuto chiedere l'espressione di un parere, perché il parere, per quello che è il lessico parlamentare, si esprime in altre sedi, e si esprimerà nelle Commissioni di merito quando, secondo l’iter stabilito, è auspicabile che vengano sentiti gli amici del COCER, ai quali possa essere chiesta l'espressione di un parere.
  Essendo questa nostra audizione la prima che le Commissioni parlamentari abbiano svolto sulla materia, l'unica modalità utilizzabile era quella della richiesta di conoscenza del «punto di vista», quindi non c'è stato alcun contorsionismo da parte del COCER, che anche a vostro nome ringrazio per aver voluto dare fiducia alla nostra Commissione apprezzandone la proposta.
  Le chiederei quindi gentilmente di introdurre i suoi colleghi.

  PAOLO GEROMETTA, Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER). Inizierei dal Primo maresciallo Roberto Congedi, che effettuerà un intervento per quanto riguarda il COCER Esercito.

  ROBERTO CONGEDI, Rappresentante COCER Esercito. Presidente, signori commissari, grazie da parte del COCER Esercito per averci ospitato. Nel documento il punto di vista del COCER Esercito è stato deliberato all'unanimità dei presenti e a maggioranza assoluta dell'Assise, considerato che c'erano 2 assenti nella totalità dei 18 delegati.
  Nella precedente audizione in codesta onorevole Commissione d'inchiesta, nell'intervento conclusivo del Presidente Scanu abbiamo potuto cogliere tre aree tematiche sulle quali si ritiene necessario esprimere un nostro punto di vista. Per memento a noi stessi, ne riepiloghiamo i punti di interesse: garantire le condizioni di sicurezza, semplificare il procedimento risarcitorio, affermare un principio di terzietà che superi i limiti della giurisdizione domestica.
  A seguito del parere espresso dall'Assemblea dei delegati del COCER, abbiamo ritenuto come rappresentanti dell'Esercito di fare un punto della situazione sulle problematiche esistenti laddove è richiesta Pag. 5trattazione e sulle risoluzioni adottate, ognuno per la parte di competenza, sebbene l'una agisca in sinergia con l'altra.
  Si è recepita l'esigenza di taluni onorevoli commissari di avere chiarezza in merito ad alcune riflessioni. Nel soddisfare ciò abbiamo tenuto conto di quelle di maggior rilevanza nella funzione di delegati della rappresentanza militare, separando le materie oggetto di quesito che afferiscono alle specificità delle singole Forze armate.
  A partire dal 1998, anno di un'evidenza acuta delle neoplasie, abbiamo assistito a diverse azioni nell'ambito delle Forze armate e del Parlamento: Commissioni parlamentari d'inchiesta sull'uranio impoverito, costituzione del protocollo scientifico denominato Mandelli quale modello di prevenzione, costituzione di un Comitato di studio denominato Signum.
  Ad ora, per quanto riguarda l'Esercito, sono state adottate (mi riferisco a una normativa interna) misure di sostegno nei confronti di personale che nello svolgimento del servizio o per effetto di esso abbia riportato mutilazione o perdita di rilevanti facoltà, all'interno di un quadro legislativo e regolamentare carente.
  Anche con l'adozione di queste misure i risultati non cambiano e quindi, come riportato nell'intervento del Presidente Scanu, è necessario adoperarsi legislativamente per superare le difficoltà nel riconoscere in tempi brevi la patologia sofferta, provvedendo ai necessari supporti e indennità.
  Non va sottaciuto, anzi va preso atto che la professione militare è totalizzante e comporta di fatto la militarizzazione familiare. Ne deriva pertanto un bisogno di sostegno, che diventa uno degli ingranaggi fondamentali per quell'essenziale ruota motrice che è la motivazione. L'intervento legislativo deve perciò essere improntato sull'emanazione di una legge quadro relativa alla condizione militare, che affronti una serie di problematiche legate al militare e soprattutto all'assistenza familiare.
  In sintesi, emerge ancora una volta l'esigenza, al di là del raggiunto assunto normativo, di un riconoscimento reale della specificità dello status militare, cui devono collegarsi forme di assistenza istituzionalizzate, che coinvolgano in maniera integrata e strutturata tutte le amministrazioni dello Stato.
  Al fine di chiarire le dinamiche burocratiche vale la pena commentare l’iter procedurale delle cause di servizio, procedimento che si sviluppa attraverso un complesso iter amministrativo, come per tutti i dipendenti pubblici, previsto da specifiche norme di legge stratificatesi nel tempo, che trovano fondamento nella legge n. 414 dell'11 marzo 1926, come modificata dal DPR 461 del 29 ottobre 2001.
  In sintesi, sono ora previsti due livelli di trattazione della pratica così ripartiti: un livello militare, in cui viene istruita la pratica e definito il grado di menomazione fisica (invalidità) conseguente alla patologia/infortunio a cura del Comando competente centro documentale e ospedale militare territorialmente competente; un livello amministrativo in cui avviene il pronunciamento sulla dipendenza o meno da causa di servizio e vengono decretati i benefici spettanti agli aventi diritto, a cura di organi esterni all'amministrazione della difesa quali il Comitato di verifica delle cause di servizio, ed esterni alla Forza armata (Previmil, Ufficio centrale bilancio).
  In merito al capo b), cioè al livello amministrativo, è sufficiente verificare quali possibilità e quante istanze siano state riconosciute, comparandole con l'intervento dei tribunali ordinari e dei tribunali amministrativi.
  Su queste indicazioni è necessario esperire una legge quadro che, alla luce di quanto detto in precedenza, abbia come riferimento la legge n. 183 all'articolo 19 sulla nostra specificità, cercando di valutare l'esigenza con l'unico parametro reale: la contrazione di una patologia grave. È ovvio che coinvolgere un istituto ci trova ampiamente favorevoli, purché nel contempo sia riconosciuta una professionalità a rischio, inserendola come una specifica categoria di lavoratori, al fine di contrarre i tempi nelle tre esigenze indicate a guida della presente audizione.
  Dobbiamo tener conto che l'impiego è legato all'idoneità del servizio, ragione questa che deve indurre a pensare che state Pag. 6rivolgendo la vostra attenzione ad ammalati giovani, con nuclei familiari ancora più giovani, giovani militari colpiti da patologie e che hanno periodi di trattenimento in servizio inferiori a venti anni.
  È utile ribadire che, proprio in virtù della specificità, il militare non può essere equiparato al lavoratore del pubblico impiego sia in termini di efficienza operativa, sia in termini di mansione, pertanto un soggetto terzo dovrà tenere in debita considerazione la condizione dello status militare.
  Riteniamo che questa breve sintesi sia conforme agli intenti dichiarati e che la rappresentanza militare – quantomeno quella dell'Esercito – sia disponibile a seguire un tavolo di lavoro propedeutico al varo di un quadro legislativo dedicato al nostro personale.
  Per quanto riguarda le riflessioni poste, abbiamo individuato gli aspetti che coinvolgono gli interessi generali della rappresentanza militare, indipendentemente dalla Forza armata o Corpo armato di provenienza.
  Questione legata ai vaccini: non abbiamo avuto particolari segnalazioni, tantomeno anonime. In tal senso abbiamo preso atto degli studi effettuati dal Comitato Signum, nel quale il COCER aveva indicato un proprio osservatore per seguire uno dei quesiti posti: la logica scientifica va applicata al diritto.
  Tentativi di influenza nella Forza armata. Parlo a nome dei delegati dell'Esercito, quantomeno della maggioranza assoluta di essi, per i quali possiamo attestare che non ci sono state influenze sulle tematiche di maggior rilievo. In alcuni casi ci siamo interessati con apposita delibera riguardante l'aspetto disciplinare, per verificare attraverso l'autorità preposta se potesse esserci fumus per una limitazione del mandato. Come noto, il Codice dell'ordinamento militare sottrae alla rappresentanza la possibilità di un intervento diretto in termini disciplinari.
  In alcuni casi possiamo catalogare come influenze e pressioni la limitazione di strumenti a disposizione della rappresentanza militare? Probabilmente sì, ma quando è accaduto siamo intervenuti attraverso la nostra autorità affiancata, correggendo azioni e interpretazioni errate.
  Funzioni e ruolo della rappresentanza militare. Il COCER è un organismo collegiale, pertanto esprime la rappresentanza del personale attraverso il voto democratico. Il delegato non ha rappresentanza singola e può intervenire solo su materie di precipua competenza e deliberate dal Consiglio. Nell'esercizio delle sue funzioni non può partecipare ad incontri, convegni, tavoli di lavoro, consulenze professionali, senza una precipua autorizzazione. In taluni casi è ammessa la partecipazione se viene considerato fuori servizio e in abiti borghesi, così come previsto dalla norma.
  Delibere. Come già detto, il COCER non ha personalità giuridica. Da ciò si desume che il proprio deliberato ha capacità propositiva e consultiva e non è produttore di atti di rilievo giuridico, né tantomeno può costituirsi parte civile in procedimenti presso autorità terze.
  Riforma della rappresentanza. Qui è il nodo della questione: il COCER è intervenuto presso la Commissione difesa della Camera dei deputati portando i propri suggerimenti. Non è da sottacere che all'interno del Consiglio si sono formate coscienze che per una parte auspicano una rappresentanza militare forte all'interno della Forza armata, con lo sguardo rivolto all'associazionismo, per l'altra parte pensano a un modello di riforma su moduli organizzativi di tipo sindacale.
  Se esaminiamo gli atti parlamentari ovvero i testi unici prodotti, l'attenzione è rivolta verso un modello interno, con una rivisitata organizzazione e uno sguardo all'associazionismo. C'è da dire che i vari quesiti ai commissari e le varie preoccupazioni, pressioni, delibere cozzano con il documento di riforma proposto dal Comitato ristretto, che a nostro giudizio (se ciò che abbiamo letto corrisponde alla realtà) è annacquato da parti e funzioni innovate, ma nella sostanza lascia essenzialmente immutate le posizioni e i desiderata pronunciati dai delegati.
  Per quanto ci riguarda, in attesa di una riforma completa si può pensare a un provvedimento Pag. 7 legislativo che conferisca autonomia gestionale ed economica al COCER, gli fornisca strumenti a tutela del delegato della rappresentanza militare, garantendogli tutti gli strumenti utili per un'efficace azione di rappresentanza, e punti alla riconfigurazione organizzativa del tipo associativo, per dotare finalmente la rappresentanza militare di strumenti giuridici utili a risolvere i problemi, diventando un soggetto attivo.
  Vogliamo infine sottoporre alla vostra attenzione il contributo portato dalla rappresentanza militare sui tavoli della concertazione economica e normativa, allorquando è riuscita a ottenere uno strumento legislativo che, all'interno del DPR 171, articolo 13, è denominato Terapia salvavita.
  Consentitemi una chiusa che l'altra volta non ho fatto. Il Presidente Scanu, alla cui sensibilità ci siamo affidati sin dalla prima audizione, quale Sottosegretario alla funzione pubblica in quelle notti, a volte lasciato solo in un'arena di leoni, è riuscito ad appoggiarci e a far sì che oggi i nostri militari usufruiscano di permessi e si possano curare in tranquillità. Lo dovevo per riconoscere la sensibilità della persona. Mi scuso per essere uscito dal tema, ma lo ritenevo giusto.
  Lo strumento Terapia sta garantendo quantomeno il personale colpito da neoplasia, dandogli la possibilità di lavorare attraverso l'ausilio di licenze e permessi di lavoro per seguire le terapie utili alla guarigione dell'ammalato, facendolo integrare all'interno della società lavorativa e ristorare la propria afflizione e quella familiare. È stato un successo, ma insufficiente ai fini di ciò che abbiamo esposto in precedenza, pertanto la condotta di questa Commissione ci sembra il giusto viatico per sopperire alle tante carenze legislative. Vi ringrazio.

  PAOLO GEROMETTA, Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER). Lascerei la parola al Primo maresciallo Antonio Ciavarelli, rappresentante del COCER Marina Militare.

  ANTONIO CIAVARELLI, Rappresentante COCER Marina Militare. Grazie, signor presidente, grazie, gentili commissari, vi porto il saluto di tutto il COCER della Marina Militare e, come è prassi in queste circostanze pubbliche, volgo un ricordo ai nostri due fucilieri di Marina che da oltre quattro anni vivono un'ingiusta vicenda, che colpisce tutto il personale dal punto di vista morale.
  Il COCER Marina ritiene pienamente condivisibile la proposta pervenuta al COCER Interforze dopo la prima audizione del Comitato di Presidenza. Il COCER Marina esprime la propria concordanza sui principi della multifattorialità, della probabilità qualificata, e sugli intenti espressi da codesta Commissione, tesi a garantire le condizioni di sicurezza, semplificare il procedimento risarcitorio, affermare un principio di terzietà che superi i limiti della giurisdizione domestica.
  Il lavoro delle precedenti Commissioni non ha dato alcuna testimonianza risolutiva, ad oggi la situazione è caratterizzata da tempi biblici, contenzioso certo e disparità di competenze e risorse. Il personale rappresentato deve avere la certezza che, nel proseguimento dei servizi resi per la sicurezza della nazione, la salute, bene primario per ciscun cittadino, sarà tutelata dallo Stato che li rappresenta e difende.
  Quali caratteristiche dovrebbero ispirare la proposta della Commissione? Nuove modalità operative per un iter procedurale certo, snello nell'istruzione della pratica, unico e qualificato interlocutore, tempistica determinata e conosciuta.
  A nostro avviso occorrerebbe inoltre che le risultanze della Commissione e gli eventuali disegni di legge in merito fossero raccordati a quanto previsto dalla normativa vigente rispetto alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Occorre sottolineare che il personale può essere soggetto a rischi per la salute durante tutta la sua attività professionale a bordo, a terra, in missioni all'estero, nei sorgitori e nei porti mercantili e industriali.
  Mi permetto un esempio per rimanere agganciati alla realtà: un maresciallo che opera nel porto industriale in mezzo alle polveri, quindi già esposto ad agenti inquinanti, assume dei vaccini che, sia pure a Pag. 8scopi di tutela non sono certo un beneficio per la salute, va ad operare nel Canale di Sicilia e magari imbarca clandestini che sono portatori di malattie non previste. Questo è un esempio di come i marinai in generale possono essere esposti a disparati pericoli di un nemico astratto che è pur sempre un grosso pericolo.
  Il principio della multifattorialità deve quindi essere l'elemento innovativo nell'approcciare il problema e nell'attività di valutazione dell'insorgenza di talune patologie.
  L'obiettivo della ricerca del benessere del personale militare espresso dalla Commissione è perfettamente coincidente con quanto da sempre guida il lavoro dell'organo di rappresentanza. È inoltre apprezzabile – vogliamo sottolinearlo – la volontà di un dialogo costante tra i rappresentanti del personale e codesta Commissione, nell'attesa di costruire un prodotto legislativo connotato da assoluta novità in termini di tutela per la malattia nella sua totalità, oggi uranio impoverito, amianto, vaccinazioni multiple, domani possibili malattie, espressioni di un vissuto professionale che non ha comparazione alcuna con le altre categorie di lavoratori.
  Per quanto attiene al sistema di valutazione e alle relative procedure, il COCER Marina concorda con la necessità di individuare un elemento terzo, che superi i limiti della legislazione domestica e provveda in tempi certi alla definizione della pratica sanitaria e amministrativa, e all'interno di un quadro normativo definisca in modo puntuale i tempi massimi di conclusione del procedimento ed un suo apporto economico, sanitario e psicologico per tutta la durata dell’iter amministrativo.
  In una base operativa sono stato contattato da un collega che dal 2009 vive un'odissea burocratica, nonostante sia stata accertata la sua patologia di asbestosi contratta dopo 16 anni di navigazione su navi dove è accertata la presenza di amianto. Si è rivolto alla rappresentanza militare, che potrebbe fare delle delibere, che sono a carattere generale, però la nostra coscienza ci fa andare oltre.
  Se Papa Francesco vede un povero che ha bisogno in via della Conciliazione, non fa l'indifferente perché deve preoccuparsi di cose a carattere generale, per cui noi nel nostro piccolo cerchiamo di non abbandonare nessuno a se stesso. Dico questo anche per rispondere alle critiche di qualche associazione che scredita il meritorio lavoro della maggior parte delle associazioni che si occupano dei cittadini e dei militari stessi.
  È quindi necessario perseguire in maniera crescente condizioni di sicurezza e garanzie di salute che tutelino il militare, ma è altrettanto prioritaria la scelta condivisa di individuare un soggetto terzo quale l'INAIL per superare il limite delle gestioni domestiche e la certezza che sia valorizzata la tipicità della condizione militare.
  La patogenesi o espressione acclarata di multifattorialità trova nei militari elementi significativi, una storia di vita lavorativa del tutto particolare connota la presenza costante in comunità, con facilità di propagazione di fenomeni virali, continua mobilità, attività in ambienti con possibili inquinanti, ricorrenti profilassi vaccinali per copertura, esposizione ad agenti patogeni, senza dimenticare che fino al recente passato l'amianto è stato un compagno di vita dell'equipaggio a bordo delle unità navali.
  Quelli summenzionati sono alcuni elementi tipici che concorrono in maniera determinante al continuo attacco alla salute del militare, pertanto occorre affermare l'oggettiva diversità. È necessario sottolineare che la specificità è la condizione in cui il militare, opera sempre nell'interesse supremo della nazione, anche in condizioni di pericolo latente o certo.
  Il COCER Marina apprezza vivamente che la rappresentanza militare sia coinvolta in un tema così importante come la salvaguardia della salute del personale rappresentato, che noi riteniamo elemento fondamentale della nostra attività.
  Il ruolo che la Commissione d'inchiesta sta riconoscendo alla rappresentanza ci carica di responsabilità e ci stimola a fornire un contributo qualificato e propositivo. Va anche detto, però, che la Commissione durante la scorsa audizione ha auspicato una Pag. 9riforma che superi i limiti dell'attuale legge, dando così alla rappresentanza gli strumenti per poter tutelare adeguatamente gli interessi legittimi del personale, prima fra tutti la salute.
  Appare quindi necessario che i disegni di legge sulla riforma della rappresentanza militare attualmente in discussione presso la IV Commissione della Camera possano portare quanto prima a quell'auspicata riforma.
  Consentitemi anche di elogiare a titolo personale il lavoro della Commissione, perché questa mattina ho appreso da un'agenzia di stampa pugliese che domani sarà a Taranto in una visita che è molto apprezzata, quindi auspicherei che unitamente alle associazioni e alle rappresentanze sindacali del personale civile potesse incontrare anche le rappresentanze militari dei mezzi navali. C'è infatti una forte e attiva presenza della rappresentanza degli imbarcati a Taranto, dove c'è la flotta più importante.
  A titolo personale auspico che un giorno questa Commissione visiti anche il porto industriale di Taranto, un porto invivibile perché, oltre a questi minerali che come un borotalco nell'aria penetrano nei pori, negli occhi e nel naso, c'è un cocktail di agenti inquinanti provenienti dall'ENI, dalla Cementir, tanto che l'altro giorno ci si sentiva soffocare ma dobbiamo comunque vivere e lavorare in quelle condizioni.
  Auspicherei quindi che in una prossima visita la Commissione potesse venire a constatare come nulla o quasi nulla sia stato fatto in questi anni, nonostante le tante sollecitazioni e la presenza di un commissario che sta veramente dando il cuore per fare il proprio dovere come la dottoressa Corbelli.
  Mi scuso di questa parentesi e concludo ringraziando a nome del COCER Marina per la possibilità che ci è stata offerta. Riteniamo indispensabile che questo Consiglio venga ancora coinvolto per collaborare all'attività di questa Commissione e che tali incontri non si esauriscono oggi. Grazie.

  PAOLO GEROMETTA, Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER). Adesso è il turno del delegato rappresentante del COCER dell'Aeronautica Militare, il Sergente maggiore Antonsergio Belfiori.

  ANTONSERGIO BELFIORI, Rappresentante COCER Aeronautica Militare. Signor presidente, onorevoli commissari, rinnovo il ringraziamento del COCER e porgo il saluto di tutto il personale dell'Aeronautica Militare.
  Questa è una Commissione che noi del COCER Aeronautica riteniamo di massima utilità e importanza viste le criticità emerse in questi ultimi anni per quanto riguarda le problematiche legate alla salute del personale e a tutto ciò che ne consegue, a partire dalla burocrazia infinita, dalle battaglie legali con l'amministrazione che pongono in estrema difficoltà i nostri colleghi, che si trovano a dover combattere prima di tutto con la malattia e poi con la macchina burocratica.
  Questa Commissione quindi rappresenta per noi e per tutti i colleghi un'opportunità unica, quella di porre finalmente in essere provvedimenti normativi che vadano nella direzione auspicata, ovvero fare chiarezza sulle cause delle patologie sofferte, sull'assistenza necessaria, sulla semplificazione delle procedure per la definizione delle cause di servizio e dei risarcimenti, ma soprattutto individuare i presìdi di sicurezza necessari a una concreta prevenzione e al costante monitoraggio dello stato di salute dei nostri lavoratori militari.
  Concordiamo quindi con l'impostazione della Commissione sulla necessità di ridare fiducia alle istituzioni e garantire che certe situazioni non si ripetano. Condividiamo la necessità di individuare un soggetto pubblico terzo, che possa operare con l'amministrazione difesa al di fuori dei vincoli gerarchici e disciplinari, in maniera da semplificare procedimenti risarcitori e affermare il principio di terzietà più volte richiamato da questa Commissione.
  Pur favorevoli a questa impostazione sul principio della terzietà che superi il limite della giurisdizione domestica e sulla necessità di semplificare tutti i processi, riteniamo tuttavia necessario evidenziare il possibile rischio che potrebbe sorgere, che Pag. 10riguarda la possibilità di vanificare la posizione specifica del lavoratore militare riconosciuta sia dalla legge che dalla Costituzione. L'omologazione sic et simpliciter a tutti gli altri lavoratori del pubblico impiego rischia infatti di non tenere conto della natura e delle mansioni specifiche dell'attività militare.
  Non sempre possono essere adottate per le tutele del personale militare le stesse procedure e gli stessi protocolli previsti nel mondo civile, perché il militare ha profili di impiego e di sviluppo di attività addestrative e operative in campo nazionale e internazionale che non sono riconducibili ad altre categorie di lavoratori.
  È quindi opportuno individuare nella proposta normativa che la Commissione si accinge a disegnare le modalità e le procedure di questa figura terza, che siano più snelle e sicuramente veloci e trasparenti, ma soprattutto attagliate alla condizione militare.
  Per rimanere sul tema della tutela dei militari il nostro COCER ritiene necessario fare alcune, brevi considerazioni e fornire elementi che possano dare una chiave di lettura sui temi di vostra competenza, ma prima è doveroso aprire una parentesi sulla riforma della rappresentanza militare.
  Il COCER dell'Aeronautica militare chiede da anni la sindacalizzazione, i diritti sindacali associativi per le Forze armate. Riteniamo che nel 2016, quando in Paesi come l'Olanda, la Germania, l'Inghilterra e addirittura la Serbia i militari hanno diritto di associarsi in sindacati e associazioni di categoria, questo approccio dell'opinione pubblica e del Parlamento sia molto conservativo. Non è possibile portare avanti l'attività di rappresentanza nelle regole attuali.
  Un esempio recentissimo: alcuni delegati del COCER Aeronautica sono stati invitati a un convegno sull'amianto, organizzato da militari malati non più in servizio, ma è stata rilasciata una carta che non si può chiamare autorizzazione, che li invitava a parteciparvi senza la divisa e a intervenire a titolo personale, non per conto del COCER. Ci sono state anche due interrogazioni parlamentari su questo, che ritengo sia un fatto grave, ma esemplificativo della situazione difficile che i delegati oggi vivono.
  Tra l'altro, il disegno di legge attualmente in Parlamento, il Testo Unico, non è adeguato ai tempi, perché c'è una sentenza della CEDU che va in senso opposto, quattro disegni di legge su sette sono per la sindacalizzazione e per l'associazionismo, e questo Testo Unico che il Parlamento si accinge a discutere francamente non ci piace, ma su questo torneremo nelle sedi opportune.
  Per quanto riguarda invece i temi specifici di questa Commissione, sul tema dell'amianto abbiamo già depositato la volta scorsa una delibera, e a parziale risposta ad una domanda dell'onorevole Duranti su questo tema lascio agli atti un documento pervenuto dal Comitato amianto su nostra richiesta, che riguarda il progetto di bonifica dall'amianto in tutta la Forza armata.
  Su questo tema ovviamente sarebbero opportuni ulteriori approfondimenti da parte della Commissione d'inchiesta anche per quanto riguarda l'abbreviazione dell’iter burocratico, così come sulla questione del gas ionizzante radon. Anche qui il COCER nel 2011 ha chiesto e ottenuto l'attuazione di un protocollo sanitario di monitoraggio del personale, che a più riprese aveva svolto servizio in quei siti dove era stata certificata la presenza di radon (Monte Venda). Anche qui semplificazione e riduzione dei tempi sono necessarie.
  Per quanto riguarda invece la nota questione delle vaccinazioni militari che sono state trattate in questa Commissione e anche nella precedente della scorsa legislatura, in una recentissima audizione di Camera e Senato riuniti il COCER ha presentato una delibera importante che trattava il tema dell'obbligatorietà dei vaccini, perché in seno all'approvazione dei decreti discendenti dalla legge n. 244 sulla riforma dello strumento militare si era inserito in maniera un po'peregrina un articolo di modifica al Codice dell'ordinamento militare, che prevede l'obbligatorietà dei vaccini, cosa che non era assolutamente prevista prima.
  Su questo noi abbiamo sollevato diverse criticità, perché riteniamo che vaccinare Pag. 11sempre e comunque potrebbe rappresentare un potenziale rischio, non siamo medici o scienziati per affermarlo, ma abbiamo almeno il diritto di dubitarne, l'abbiamo fatto presente in Parlamento, abbiamo chiesto almeno di valutare l'opportunità di vaccinare laddove sia certificato un problema sanitario dalle autorità competenti.
  Purtroppo, però, devo affermare in questa sede che il testo approvato dal Consiglio dei ministri non tiene conto non solo delle osservazioni del COCER, ma neanche delle osservazioni della Commissione difesa. Questo ci dispiace perché quindi in futuro avremo un Codice dell'ordinamento che prevederà un'obbligatorietà senza condizioni di tutti i militari alle vaccinazioni in Italia e all'estero.
  Sul più sentito argomento degli effetti dell'uranio impoverito, noto alle cronache, allo stato attuale il nostro COCER non ha elementi pregnanti, come magari su altri fattori di rischio. Ciononostante, dovendo esaminare la salute del personale nella sua complessità, non possiamo tacere che i militari hanno sicuramente operato in teatri operativi ove l'uranio impoverito era presente, specialmente nei Balcani, come già ampiamente riconosciuto anche dalla NATO stessa.
  Davanti a queste evidenze riteniamo quindi necessario che si faccia ulteriore chiarezza, al pari di tutti gli altri agenti patogeni ai quali i militari sono sottoposti, che si faccia un serio monitoraggio sulle condizioni sanitarie del personale esposto e, nelle more di una modifica normativa che voi state studiando, vengano comunque definite in tempi brevi le cause di servizio pendenti, avendo anche attenzione al principio della multifattorialità da voi richiamato e non cercando acriticamente un nesso causale che spesso diventa di difficile dimostrazione.
  Mi accingo a parlare di un altro tema trattato da questa Commissione parlamentare d'inchiesta, che riguarda la questione dei Poligoni militari in Italia, con particolare riferimento per quanto riguarda l'Aeronautica a quello del Salto di Quirra di Capo Frasca Decimomannu in Sardegna.
  La questione dell'uranio impoverito viene spesso collegata al dibattito sui Poligoni militari, tema sul quale voglio brevemente esporre le preoccupazioni del nostro COCER riguardo alla salute, che per noi è l'unico motivo di attenzione su questi temi.
  Sul Poligono di Capo Frasca, strettamente legato all'aeroporto militare di Decimomannu, la questione uranio non si pone nemmeno perché, come è noto, si utilizza esclusivamente materiale inerte, privo di qualsivoglia esplosivo, e il materiale ferroso una volta sganciato viene raccolto da aziende vincitrici di gare d'appalto e venduto come ferro, quindi trattasi di un Poligono a bassissimo impatto ambientale da questo punto di vista.
  La vicenda del Poligono del Salto di Quirra invece ci ha spesso preoccupati per quanto affermato in campagne di stampa, sulla rete, nei mass media, dove si parla di disastri ambientali, presenza di uranio impoverito, rischi per la salute della popolazione e addirittura per gli alimenti, e come COCER abbiamo preso in esame una serie di documenti, analisi, relazioni di istituzioni pubbliche che affermano con tanto di dati esattamente il contrario.
  Non siamo quindi ancora riusciti a capire come istituzioni quali l'Istituto superiore di sanità, l'Università di Siena che aveva il compito di valutare la presenza di uranio impoverito nel PISQ, il Politecnico di Milano, l'ISPRA, l'ARPA Sardegna, l'Istituto zooprofilattico, le ASL oppure organismi privati come la società SGS, la società Ambiente possano aver affermato a più riprese in tempi diversi che nell'area del PISQ ci sono criticità di natura litologica, ma in talune aree addirittura non sia nemmeno necessario fare le bonifiche.
  Lo hanno affermato con studi scientifici, relazioni, analisi che sono di dominio pubblico, argomentazioni e risultanze peraltro confermate anche dal perito nominato dal GUP della Procura della Repubblica di Lanusei, il professor Mariani, che nel corso dell'incidente probatorio ha anch'egli ha affermato nella sua relazione che non emergono fattori di rischio derivanti da attività nel Poligono e, cosa estremamente Pag. 12 rilevante, ha escluso la presenza di disastro ambientale.
  Su questi studi esiste anche un recente lavoro realizzato dal Centro sperimentale di volo, dal reparto chimico che ha raccolto tutti i lavori di caratterizzazione geochimica condotti dal 2002 al 2015 nella parte del Poligono a terra, di cui posso eventualmente lasciare copia.
  Di fronte a tali evidenze, confermate da questi studi, da dati ufficiali delle istituzioni pubbliche, il nostro personale che lì lavora e vive con le famiglie rimane ovviamente disorientato, perché da una parte le istituzioni affermano con prove documentali cose importanti sullo stato da salute e sull'ambiente in quelle aree, dall'altra si diffondono voci non meglio precisate di disastro ambientale.
  Su questo come COCER chiediamo che si faccia chiarezza una volta per tutte in maniera definitiva e che questa Commissione ci aiuti, perché bisogna prendere atto in maniera scevra da ogni condizionamento dell'esistenza di questi studi. Qualcuno dica al personale e alle famiglie che lì operano se c'è o non c'è pericolo, perché, se c'è pericolo, chiudiamo i Poligoni subito, domani mattina, ma, se questi dati vengono confermati, è giusto e corretto dirlo.
  Se qualcuno mentisse (mi riferisco alle istituzioni che hanno dichiarato questo), si aprirebbe un problema e qualcuno dovrebbe sicuramente approfondire questo tema. Noi siamo i primi a volere la verità in un verso o nell'altro, non ci sono versi positivi o negativi, la salute non ha versi. Se c'è pericolo, lo si dica chiaramente, se non c'è, lo si dica altrettanto.
  Mi avvio a concludere, presidente e onorevoli commissari. Siamo del parere quindi che su questi argomenti sia necessario un nuovo approccio, che non sia inquinato da condizionamenti di nessuna natura. Serve un'analisi approfondita su tutti i temi, che tenga conto delle evidenze scientifiche prodotte fino ad oggi da queste istituzioni pubbliche, che non possono essere ovviamente strumentalizzate nel senso opposto all'interesse della salute del personale e delle popolazioni che lì vivono. Solo dopo si potrà eventualmente procedere con pacatezza ad un'analisi sull'eventuale riqualificazione e chiusura dei sedimi militari in quelle aree.
  Siamo assolutamente convinti che il lavoro e le energie profuse da questa Commissione porteranno definitivamente verso la strada giusta, che per noi è la verità e la tutela dei militari. Grazie.

  PAOLO GEROMETTA, Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER). Passerei all'Appuntato scelto Andrea Cardilli del COCER Carabinieri.

  ANDREA CARDILLI, Rappresentante COCER Carabinieri. Buongiorno a tutti. Grazie, presidente, signori commissari, porto il saluto del COCER Carabinieri. La scorsa volta mi ero limitato ad un saluto perché era la nostra prima audizione come COCER e non abbiamo delibere che hanno trattato la materia, mentre in questa settimana ho voluto approfondire il discorso fatto in premessa e le conclusioni del Presidente Scanu che ci hanno permesso di entrare nel merito di quanto è accaduto negli anni.
  Vorrei quindi partire da un'audizione del 2010 del Generale Tullio Del Sette, allora Capo ufficio legislativo del Ministero della difesa e oggi Comandante generale dell'Arma, il quale fece presente alla Commissione che in sede di concertazione interministeriale da lui presieduta si era convenuto di individuare come punto qualificante l'attuazione dei commi 78-79 della legge finanziaria 2008, il fine del riconoscimento della causa di servizio e la connessione dell'infermità o della patologia tumorale con l'esposizione e l'utilizzo dei proiettili all'uranio impoverito e con la dispersione in ambiente della predetta sostanza e delle nanoparticelle (parliamo sempre di audizioni di questa Commissione nella XVI legislatura).
  Entrambe queste finalità, proseguiva il generale, avevano costituito una novità rispetto alla precedente normativa e in particolare rispetto alle disposizioni sulle vittime del dovere e sui soggetti equiparati, di cui alla legge finanziaria 2006, in cui il riconoscimento del diritto all'equo indennizzo Pag. 13 era riconosciuto nei casi in cui le patologie o i decessi fossero stati riconducibili alle particolari condizioni operative e ambientali verificatisi nell'ambito di missioni di qualsiasi natura.
  In sede di concertazione tecnica delle disposizioni poi adottate con il decreto del 2009, il n. 37, con il successivo assenso degli organi consultivi e di controllo si era pertanto riconosciuta come necessaria ed insopprimibile la previsione del coinvolgimento del Comitato di verifica per le cause di servizio e della circostanza che l'esposizione e l'utilizzo dei proiettili all'uranio impoverito e la dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti causata dall'esplosione di materiale bellico avessero costituito la causa o la concausa delle menomazioni dell'integrità psicofisiche permanenti e invalidanti, a cui è conseguito il decesso.
  L'intervento del mio comandante prosegue approfondendo la tematica. Non sto qui a rileggerlo tutto perché è abbastanza lungo, comunque era condiviso dalla Commissione.
  Vorrei leggere un altro appunto che ho redatto in questi giorni anche con il mio presidente, ribadendo il ringraziamento alla Commissione per aver coinvolto la prima volta l'organo di rappresentanza.
  Sul nostro compito hanno già riferito i colleghi. L'organismo che rappresento, pur non avendo intrapreso specifiche iniziative sull'argomento neanche nei precedenti mandati COCER, è molto attento a monitorare il fenomeno e segue con la massima attenzione le iniziative intraprese dallo Stato Maggiore a favore del personale, per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro in genere.
  Ritengo che l'obiettivo che si prefigge questa Commissione sia nobile e meritevole della massima considerazione, con la speranza che si possa in tempi brevi arrivare alla giusta conclusione, che naturalmente sarà di vitale importanza per quei colleghi che da troppo tempo aspettano una risposta in tal senso. Il procedimento riparatorio, affinché possa essere definito tale, deve infatti essere snello e semplificato, al fine di giungere al ristoro del danno il più presto possibile.
  Sarebbe opportuno in tempi brevi in unica istanza giungere a pronunciamenti che non devono essere confermati come avviene per le infermità comuni, prevedendo un giudizio di seconda istanza presso il Comitato di verifica, oggi con tempi veramente troppo lunghi rispetto al momento dell'insorgere della patologia. È necessario pervenire a giudizi medico-legali che tengano in debito conto delle risultanze scientifiche, che affermano la sussistenza di molteplici fattori di rischio in grado di generare le patologie tumorali in concorso tra loro, e ben venga l'introduzione di un concetto di nesso di causalità non più assoluto, ma ancorato ad un principio di probabilità qualificata dell'evento patologico.
  Naturalmente vengono proposte due soluzioni. La prima, che a qualcuno potrebbe apparire paradossale, darebbe una risposta a questi colleghi, basterebbe adottare la procedura per le cause di servizio avviate d'ufficio. L'articolo 3 del DPR 461 dice: «L'amministrazione inizia d'ufficio il procedimento per il riconoscimento della causa di servizio quando risulta che un proprio dipendente abbia riportato lesioni per certa o presunta ragione di servizio o abbia contratto infermità nell'esporsi per l'obbligo di servizio a cause morbigene, e dette infermità siano tali da poter divenire causa di invalidità o di alta menomazione dell'integrità fisica, psichica o sensoriale».
  Si tratta di una procedura che permette alle amministrazioni, in un'ottica di tutela del dipendente, di chiedere il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio quando il militare abbia riportato un'infermità per certa o presunta ragione di servizio o perché esposto ad ambienti patogeni a rischio o comunque per l'esposizione a fattori chimici tossici e radiologici.
  La seconda ipotesi è quella che è stata detta finora che, se non si volesse arrivare alla prima proposta, potrebbe essere presa in esame, ed è quella dell'affidamento al soggetto terzo, l'INAIL, ma anche qui appare sufficiente limitare il giudizio medico-legale ad una istanza, abbreviando di molto Pag. 14i tempi di riconoscimento della patologia per motivi di servizio.
  Ritengo che, a prescindere dai soggetti legittimati a esprimersi al riguardo, sia necessario definire procedure chiare e soprattutto snelle, che evitino appesantimenti burocratici di sorta. Ritengo che i lodevoli e condivisi sforzi di questa Commissione, oltre che sulla riparazione del danno, debbano focalizzarsi su tutto ciò che serve a prevenire il danno, prevedendo idonee condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro e soprattutto nei teatri operativi, laddove l'esposizione a fattori chimici, tossici e radiologici impone profilassi adeguate e un addestramento specifico al fine di scongiurare il verificarsi dell'evento.
  Dico questo perché nel frattempo, approfondendo la materia, ho notato delle cose sconcertanti, e un militare mi ha fatto pervenire notizia di 150 donne avviate in un percorso di profilassi vaccinale prima di recarsi in varie destinazioni, il 40 per cento delle quali oggi è malato, una è deceduta e alcune non sono neanche partite per l'estero, per cui lasciano dei dubbi importanti su questo.
  La cosa più brutta si evidenzia in un verbale della Commissione Medico-Ospedaliera che leggo testualmente perché fa capire il disagio vissuto da queste persone non appena gli viene diagnosticata una patologia: «Non idoneo permanente al servizio militare incondizionato nei Carabinieri in modo assoluto. Reimpiegabile nelle corrispondenti aree funzionali del personale civile. Qualora l'infermità venisse giudicata sì dipendente da cause di servizio, sarà reimpiegata nell'arma come riforma parziale».
  Vorrei chiedere una riflessione a tutti voi, dove è un nesso logico in questa affermazione? Se è riconosciuta causa di servizio, questo può continuare a fare il carabiniere, se non è riconosciuta la causa di servizio, non potrà fare più il carabiniere e andrà in ruolo civile. Perché? La patologia non cambia. Credo che, se ci fosse un discorso di patologia, sarebbe più logico, ma qui c'è una illogicità manifesta incredibile.
  Queste persone purtroppo arrivano al Comitato di verifica dopo parecchi anni e tra parentesi il Comitato di verifica da dicembre ancora non si è mai riunito. È scaduto il mandato, deve essere rinnovato, siamo ancora fermi e ci sono oltre 1.000 domande ferme al Ministero.
  Questa è la riflessione finale, senza entrare nel merito delle varie cose che sono state dette. Ringrazio la Commissione perché in una settimana si è data delle scadenze e questo per noi è importante per dare una risposta a queste persone che stanno male e non sanno neanche se riusciranno a salvarsi e non si sentono tutelate dallo Stato, perché dinanzi a un giudizio del genere chiedono a noi rappresentanti dei militari perché se gli riconoscono la causa di servizio sono carabinieri, se non gliela riconoscono non sono più carabinieri. Questo fa riflettere soprattutto chi ha famiglia e chi ha figli da crescere e non sa per quanto potrà crescerli.
  Vi ringrazio per l'attenzione e per il lavoro che state facendo.

  PAOLO GEROMETTA, Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER). Siamo all'ultimo intervento, che sarà effettuato dal delegato rappresentante della Guardia di Finanza, che non appartiene al Ministero della difesa ma, in virtù dello status militare, è inserito all'interno del COCER Interforze con una propria sezione. Il rappresentante è il Maresciallo capo Giovanni Cutrupi a cui do la parola.

  GIOVANNI CUTRUPI, Rappresentante COCER Guardia di Finanza. Signor presidente, signori commissari, il Consiglio centrale della Guardia di Finanza prende atto con favore dell'intenzione della Commissione di agire al fine di migliorare la situazione dei militari che contraggono malattie gravi a seguito dell'esposizione ad agenti patogeni quali l'uranio impoverito, l'amianto o l'utilizzo di vaccini.
  La problematica riguarda da vicino anche il nostro personale, attesa tra l'altro la scoperta della presenza di amianto in componenti e parti di ricambio forniti da aziende Pag. 15costruttrici nei nostri aeromobili anche in epoca successiva all'entrata in vigore della norma che vietava nel nostro Paese l'utilizzo di tale materiale.
  La scoperta ha indotto l'amministrazione della Guardia di Finanza a fermare l'operatività delle linee di volo interessate e ad avviare una sorveglianza sanitaria su tutto il nostro personale interessato, anche se già in quiescenza. Il problema peraltro è comune anche ad altre Forze armate e di polizia che utilizzano i nostri stessi aeromobili. È altresì in corso la bonifica delle caserme dove è presente l'amianto.
  Come si vede, il problema della tutela della salute dei militari si estende ben oltre l'ambito dell'impiego delle sole missioni all'estero, che costituiscono un profilo del tutto peculiare. Ciò premesso, entrando nel merito dei punti sottoposti all'attenzione del Consiglio centrale di rappresentanza della Guardia di Finanza, si reputa che anche nel mondo militare il datore di lavoro debba prendere tutte le iniziative necessarie per garantire la salute del personale, non essendo ammissibili deroghe alla normativa della sicurezza dei luoghi di lavoro.
  Occorre quindi che sia sempre rispettato il principio di prevenzione del possibile danno, a prescindere dall'obbligo statuito in espresse normative. In questa direzione, considerata la peculiarità dell'impiego del personale rappresentato e la potenziale esposizione dello stesso ad ambienti pericolosi per la salute per la presenza di plurimi fattori di rischio, si concorda sulla necessità di superare l'impostazione basata sulla ricerca del nesso di causalità oggettivo in favore di un principio di multifattorialità, che consideri nel complesso le condizioni ambientali in cui il personale si è trovato a operare.
  Analogamente si segnala l'esigenza di rivedere le procedure attuali di erogazione dei benefici, atteso che il sistema basato sulle commissioni medico-ospedaliere e il Comitato di verifica delle cause di servizio hanno bisogno di trattazioni lunghe e non accettabili, nonché determina esborsi non giustificati a carico dei nostri militari che, a causa della riduzione degli ospedali militari presenti su tutto il territorio nazionale, devono affrontare a spese loro impegnativi viaggi per recarsi da una città all'altra.
  In questa prospettiva l'affidamento della gestione della materia a un organismo pubblico con una diffusione capillare su tutto il territorio nazionale è da considerarsi favorevole. La cancellazione del duplice passaggio Commissione medico-ospedaliera e Comitato di verifica, arrivando a definire un unico giudizio di natura medico-legale in ordine alla malattia sofferta e alle sue cause, rappresenterebbe una significativa semplificazione a tutto vantaggio della celere definizione delle posizioni degli interessati.
  Peraltro tale impostazione sarebbe in linea con quella che si registra avuto riguardo ad altri ambienti, che consentono il conseguimento di benefici pubblici quali ad esempio l'invalidità civile, potendosi poi prevedere procedure di controllo sia sull'operato delle Commissioni territoriali sia sulle forme di appello rispetto ai loro giudizi. Per contro, andrebbe chiarito se il passaggio al regime INAIL sarebbe complessivo, con ciò superando la natura indennitaria dell'attuale equo indennizzo, il quale può concorrere con l'azione risarcitoria.
  Si rende inoltre necessaria una compiuta disamina per valutare se le tabelle INAIL sarebbero peggiorative rispetto a quelle attualmente in uso e se il soggetto eventualmente incaricato INAIL abbia le risorse umane e strumentali per affrontare il nuovo ruolo e come le risorse finanziarie necessarie a sostenere lo sforzo giungerebbero al bilancio dell'ente.
  In questa direzione potrebbe essere valutata anche l'ipotesi di lasciare immutata l'attuale disciplina normativa, affidando eventualmente all'INPS, soggetto a cui spetta dopo la fusione dell'Inpdap il pagamento delle maggiorazioni previdenziali, l'accertamento dello stato di malattia.
  In definitiva, il COCER Guardia di finanza in primo luogo ritiene che ogni valutazione in ordine alle possibili soluzioni dei gravi problemi all'attenzione di questa Commissione possa essere effettuata solo Pag. 16dopo che saranno resi noti i risultati a cui la stessa Commissione perverrà all'esito della sua inchiesta. Questo tenendo conto che l'attuale Commissione si pone in linea di prosecuzione del lavoro delle altre Commissioni, le quali non sono giunte a soluzioni definitive della grave problematica che ha inciso e continua a incidere dolorosamente sulla vita del personale colpito da gravi malattie e delle relative famiglie.
  In secondo luogo, il COCER Guardia di finanza ritiene indispensabile che la Commissione, nel delineare le possibili soluzioni, metta a punto una compiuta analisi comparata degli aspetti positivi e negativi, che si determineranno in caso di mantenimento dell'attuale sistema o di adozione di sistemi alternativi di liquidazione, basati su INAIL, INPS o qualsiasi altro ente pubblico che la Commissione possa individuare.
  Da ultimo, il COCER Guardia di finanza rileva l'irritualità rispetto alla prassi parlamentare delle convocazioni del solo Comitato di Presidenza e non delle sezioni anche in forma di delegazione. Vi ringrazio dell'attenzione e buona giornata.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, maresciallo. Abbiamo completato il lungo excursus, ci sono molti spunti, quindi apriamo il dibattito.
  Lascio la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ELIO VITO. Per anzianità di servizio, presidente, tocca a me rompere il ghiaccio. Ha ragione, ci sono molti spunti e ringrazio i delegati del COCER di questa disponibilità.
  Io partirei proprio dalla fine, presidente. Credo che sia necessario instaurare un rapporto continuativo con il COCER durante tutti i lavori della nostra Commissione. Credo che sia necessario proseguire questo confronto e che, come veniva ricordato, sia necessario e utile per le nostre finalità, pur apprezzando la disponibilità e l'alta qualificazione della delegazione odierna, estenderlo a rappresentanze anche più ampie di altri delegati COCER, come peraltro è sempre avvenuto nelle audizioni delle Commissioni difesa, perché considero necessaria un'interlocuzione più ampia possibile.
  Io sono uno dei due presentatori dell'interrogazione alla quale faceva riferimento il delegato del COCER Aeronautica sul grave episodio del diniego dello Stato Maggiore dell'Aeronautica ad autorizzare la presenza dei delegati stessi a un convegno istituzionale sugli effetti dell'amianto. Sono ancora in attesa di risposta da parte del Ministero della difesa, ma sicuramente questo è un episodio che pone, come evidenziato da tutti gli interventi a partire dall'introduzione del Generale Gerometta nella scorsa riunione, l'attualità della vicenda della profonda riforma delle funzioni e dei poteri della composizione dei COCER, gli organismi di rappresentanza, che ormai non sono più adeguati alle esigenze di modernità della nostra società, delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare.
  Dico questo, presidente, solo perché in questa sede sono numerosi i componenti della Commissione difesa che, come me, sollecitano da tempo invano la ripresa dei lavori della Commissione su questo tema, siamo un comitato ristretto che non riesce né a concludere, né a procedere, il lavoro che abbiamo iniziato anni fa tarda a giungere a una conclusione positiva.
  D'altra parte, i testi che sono stati presentati da vari Gruppi di maggioranza e opposizione testimoniano come vi sia una sensibilità diffusa oggi nel Parlamento per andare verso degli strumenti di rappresentanza, di associazionismo, di sindacalizzazione più adeguati alle esigenze del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare.
  Veniamo però al punto dell'audizione odierna dopo questa lunga premessa. Lo scopo di questa Commissione è anche quello di formulare delle proposte al Parlamento affinché possano essere migliorati gli strumenti oggi vigenti. Fra questi strumenti vi è sicuramente la funzione di terzietà degli organismi che sono attesi oggi ad acclarare l'accertamento di queste cause e un migliore svolgimento dell’iter delle pratiche. Pag. 17
  La normativa vigente è giustamente molto rigorosa, però può dare luogo a ingiustizie. D'altra parte, presidente, mi pare che il compito della nostra Commissione, come richiamato dai delegati che sono stati molto cortesi e molto fermi, sia anche quello di sgombrare il campo da equivoci o da generalizzazioni che noi abbiamo il compito di precisare, anche per evitare che in un ambiente così delicato, su un'attività così delicata, ad altissima professionalità e con un'incidenza di materiale di elevatissima tecnologia possano incidere ancora dei pregiudizi, che a mio giudizio possono essere facilmente eliminati con l'accertamento scientifico che oggi evidenzia dati pubblici, che la Commissione può facilmente acquisire.
  Noi abbiamo quindi una duplice esigenza: da una parte rendere migliore la legislazione e gli strumenti di garanzia nei confronti del personale militare e del personale civile coinvolto, dall'altra sgombrare finalmente il campo da pregiudizi ed equivoci che troppo spesso, in una materia così delicata, hanno improntato anche il lavoro parlamentare.
  Con questo spirito, presidente, avevamo fatto un'attività molto incisiva in Commissione difesa, che aveva portato prima a un'indagine conoscitiva e dopo all’iter di formazione di questa stessa Commissione parlamentare d'inchiesta. Vorrei che si procedesse con questo spirito, uno spirito di onestà, di correttezza, di massimo coinvolgimento del personale della rappresentanza militare, ma anche con l'obiettivo, che ci viene chiesto dallo stesso personale, di concludere finalmente in questa legislatura i lavori di questa Commissione, perché le Commissioni parlamentari d'inchiesta non possono essere eterne e produrre un meccanismo di incertezza sui soggetti interessati, e di concludere con una parola chiara e definitiva, rendendo migliori gli strumenti laddove possano essere migliorati a garanzia del personale.
  Oggi ci sono le condizioni per assicurare questa definitiva parola di chiarezza e per sgombrare il campo da una serie di pregiudizi che nuocciono all'ambiente militare. È nostro dovere come parlamentari, come istituzione, come Commissione di inchiesta a ciò chiamata dalla Camera fare anche questa che a mio giudizio sarebbe un'attività meritoria.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Vito. Prego, collega Boldrini.

  PAOLA BOLDRINI. Grazie, presidente. Io ringrazio nuovamente gli intervenuti e anche il presidente perché attraverso questa seconda udienza abbiamo avuto ulteriori approfondimenti rispetto alle attività che state facendo con la rappresentanza degli altri militari.
  È emerso come l'intento di questa Commissione abbia ottenuto parere positivo da tutti i rappresentanti oggi presenti, punto di vista positivo che ci induce a ritenere che stiamo andando verso l'obiettivo giusto. Questo avvalora il nostro lavoro perché, come avete notato, ci stiamo incessantemente incontrando proprio per raggiungere questo obiettivo in tempi brevi e, come vedete, siamo sempre presenti.
  È emerso in tutti gli interventi il tema che, se stiamo andando verso una nuova legislazione nel merito del rischio, un rischio diverso da quello di un lavoratore comune, parimenti dovremmo andare avanti anche con una riforma della rappresentanza militare, perché oggi ho sentito cose che in altre audizioni non avevo sentito e che sono utili proseguire nell'attività di miglioramento anche della rappresentanza e per capire come rispondere alle vostre esigenze in un ambito legislativo in cui ci sono sette proposte.
  Per trovare la sintesi di queste sette proposte, visto che stiamo andando molto velocemente con questa normativa, potremmo dare un impulso maggiore anche alla rappresentanza militare, perché quanto emerso oggi è molto importante e quindi lo riporterò anche nella nostra Commissione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Prego, collega Duranti.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, presidente, ringrazio tutti i nostri graditissimi Pag. 18ospiti per questo secondo intervento in Commissione che, come dicevano già i colleghi, è stato molto importante e stimola quelli di noi che sono presenti anche in Commissione difesa a proseguire nel lavoro per una riforma vera della rappresentanza militare. Come è noto, considero importante arrivare a una legge che conceda pieni diritti sindacali anche ai lavoratori delle Forze armate, in Commissione stiamo lavorando però, come già detto dal collega Vito, ci sono ancora dei ritardi che andranno sanati.
  Sono anch'io soddisfatta perché c'è una condivisione rispetto al lavoro che stiamo facendo in questa Commissione in riferimento a una proposta di legge quadro. Per rispondere al rappresentante del COCER Marina militare, come Commissione abbiamo deciso di avviare una serie di missioni negli arsenali della Marina militare e cominceremo da Taranto perché è quello più grande.
  Abbiamo pensato di organizzare una prima visita e un primo incontro con le rappresentanze del personale civile, ma mi assumo l'impegno anche a nome dei colleghi che subito dopo, con i tempi che potremo decidere insieme, incontreremo anche i rappresentanti e i militari, perché sappiamo che sono l'altra colonna su cui si regge tutta l'attività dell'arsenale, e decideremo insieme come proseguire.
  La nostra attenzione comunque è altissima, come dimostra questa interlocuzione continua anche oggi, e ovviamente è all'attenzione della Commissione anche tutta la problematica posta la volta scorsa in riferimento alla vicinanza al porto industriale, quindi l'impegno è assoluto anche in questo senso. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, collega. Prego, collega Rizzo.

  GIANLUCA RIZZO. Grazie, presidente. Anch'io vi ringrazio, in Commissione difesa abbiamo avuto più volte modo di confrontarci e il confronto è sempre positivo in qualsiasi ambito e può sicuramente portare a qualcosa di costruttivo. Grazie anche per l'apporto del COCER Carabinieri, che ci ha dato delle informazioni in più che possono essere sicuramente utili alla Commissione.
  Io ho una semi-domanda da fare, che più che altro è una riflessione. Vorrei capire se sia timore del COCER un'eventuale competenza dei patronati nella questione, e nell'eventualità che le competenze passino all'INAIL.
  Il COCER può farsi portavoce presso lo Stato Maggiore della difesa affinché si evitino le inutili resistenze a rispettare i termini nell'esecuzione dell'interesse del personale, cioè questa resistenza agli appelli? Il COCER può farsi portavoce in questo senso? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, collega Rizzo. Poiché non ci sono altri interventi, vorrei fare qualche riflessione conclusiva, ringraziare tutti i graditi ospiti per l'importantissimo contributo offerto a questa Commissione, ringraziare i rappresentanti dei Carabinieri e della Guardia di finanza, che oggi hanno voluto manifestare la loro esplicita e piena disponibilità alla collaborazione, segnalando un significativo cambio di passo rispetto alla precedente riunione.
  Ci sono osservazioni che avete fatto e che molto opportunamente sono state riprese dal collega Elio Vito relativamente alle modalità di partecipazione. Io vorrei pregarvi di considerare che non esiste una modalità canonica perché una Commissione d'inchiesta svolga i propri lavori, al punto che la Commissione d'inchiesta può esercitare i poteri della magistratura ex articolo 82, quindi ci sono modalità anche più ruvide di quelle che attuiamo, nondimeno nessuno può impedirci di allargare il novero della partecipazione, come faremo nella fase successiva.
  In questa fase bisognava essere diretti, immediati, operativi, concreti, ci sarà fra poco una fase di ulteriore valutazione, ma a valle del mantenimento del primo obiettivo che come Commissione ci siamo posti, ossia presentare una relazione intermedia entro il mese di giugno. Siccome gli impegni si mantengono, noi intendiamo assolutamente mantenere questo impegno.
  I vostri suggerimenti sono di estremo interesse (non ci aspettavamo un contributo di diversa qualità) tanto che già da Pag. 19oggi, interpretando le richieste, quelle esplicitate oggi dal collega Elio Vito ma anche quelle avanzate in altre sedi informali, affronteremo le criticità che voi avete espresso in maniera pertinente.
  Sul discorso dei Poligoni, che mi sta a cuore, non dico in maniera particolare perché non sarebbe giusto né corretto, ma certamente è un problema che conosco da vicino, è giusto quanto dice il sergente Belfiore, ossia che bisogna fare chiarezza, e siamo noi i primi a chiedere che si faccia chiarezza, siamo noi i primi a chiedere che si esca da una sorta di selva oscura, nella quale si incontrano e si scontrano i negazionisti, i colpevolisti, coloro che parlano di disastro ambientale ma anche coloro che dicono venite a vivere nei Poligoni perché qui camperete cent'anni!
  Non bisogna più bere un certo tipo di birra per campare cent'anni, ma bisognerebbe andare nei Poligoni! Non prendiamoci in giro, cerchiamo tutti di essere responsabili nel sostenere le posizioni.
  Sono convinto che, a seguito della presentazione di questa nostra prima relazione intermedia, l'atteggiamento complessivo nei nostri confronti cambierà.
  Caro generale, mi deve permettere questa digressione che però è pertinente. Spesso voi siete snobbati, talvolta si cerca di condizionarvi, a volte certi interlocutori che stanno ai vertici fanno gli accigliati perché possiate non dico intimidirvi, ma qualcosa di simile. Voi non l'avete detto, lo dico io: non è che anche il vostro rapporto sia così facile, nelle vostre valli non scorre latte e miele come nel Cantico dei Cantici, anche voi avete i vostri bei problemi, e questo tipo di atteggiamento viene vissuto anche dalla Commissione. Non è che si facciano salti di gioia quando una Commissione d'inchiesta va a mettere gli occhi dove bisogna che si mettano.
  Questo atteggiamento verso di voi e verso di noi è frutto di un errore di tipo culturale. Potete mai voi essere considerati degli antimilitaristi per il fatto che vi occupate della salute dei vostri colleghi? Possiamo mai noi essere considerati degli antimilitaristi per il fatto che vogliamo andare fino in fondo per fare in modo che nessuno più si ammali e nessuno più muoia, e che chi è ammalato e chi è morto possa avere giustizia? Allora, gli antimilitaristi siamo noi o sono altri?
  Io voglio lasciare aperto questo interrogativo, che non è retorico, che è serio, che ho proferito, come diceva il vecchio catechismo (il generale ha parlato di cose vintage e anch'io mi sto adeguando) per definire il peccato mortale che è un'offesa fatta a Dio, «con piena avvertenza e deliberato consenso». Sapendo che non è un peccato mortale, chiedo quindi se siamo noi gli antimilitaristi.
  Ci dobbiamo quindi vedere presto per parlare di queste cose. Quando la Commissione avrà maturato la propria convinzione, voterà la relazione della quale voi avete avuto contezza prima di tutti, perché ne avete avuto contezza praticamente insieme a noi commissari. Vi preghiamo di tenerlo in considerazione, perché la rappresentanza parlamentare come la politica è come la Costituzione: la si vorrebbe cambiare a tutti i costi senza avere avuto la cortesia di attuarla mentre, se la attuassimo, probabilmente il Paese sarebbe in condizioni migliori. Credo che anche voi non abbiate sempre attuato i vostri poteri, lo dico con affetto, ma convinto di dire la verità.
  Se voi aveste attuato fino in fondo i vostri poteri, molte cose non sarebbero successe, e, se in certi ambiti nei quali ci si sente protetti, intoccabili, portatori di quel virus terribile che è rappresentato a volte dal delirio di onnipotenza, altre dalla lesa maestà, esercitaste una pressione che possa essere espressione della tensione ideale e della passione civile, non credo che saremmo a questo punto.
  Il Maresciallo Congedi ha detto una cosa importante, la militarizzazione familiare, però non si può invocare la specificità se poi dal punto di vista dei rapporti si vive la minorità. Dobbiamo fare tutti la nostra parte fino in fondo senza giocare a rimpiattino, e voi e noi non stiamo giocando a rimpiattino, quindi torneremo su queste cose.
  Mi unisco al ringraziamento dei colleghi e torno a ribadire che oggi sono presenti i Pag. 20tre quarti della Commissione, pur essendo giornata non lavorativa per la Camera. Questo è un segnale nei confronti del Paese, è un segnale nei confronti di chi vorrebbe buttare via tutto ciò che si chiama politica o Parlamento, è un segnale per chi sostiene che le Commissioni d'inchiesta non servano a niente. Non serve a niente colui che per populismo o per demagogia cerca di inquinare le acque che qualche volta sono chete, ma sono anche pulite e trasparenti. È in questo contesto che noi stiamo lavorando.
  Noi abbiamo già iniziato collegialmente l'esame, punto per punto e virgola per virgola, di quella che sarà la nostra relazione intermedia, e confidiamo di votarla la prossima settimana. Ci metteremo quindi d'accordo per incontrarci, ci sarete tutti, riempirete gran parte dei banchi, se non basterà questa sala, ne cercheremo una più grande, ma sono sicuro che ci staremo e parleremo delle altre cose.
  Il Maresciallo Cutrupi della Guardia di finanza ha giustamente sollecitato un'analisi comparata tra aspetti negativi e aspetti positivi, e noi saremo felici di darvela perché l'abbiamo già fatta. Se volete un'anticipazione, il saldo è molto attivo, senza che questo comporti dispendio di risorse pubbliche, perché con il miglioramento della qualità del welfare non solo si gode di più di certi servizi, ma lo Stato risparmia. Se un giorno la Corte dei conti volesse controllare quanto lo Stato ha speso in più per aver assunto in vari contesti un atteggiamento folle...
  Ieri abbiamo ascoltato un militare in precarie condizioni di salute (precarie è un eufemismo) e lui stesso ha detto che lo Stato si è appellato in Cassazione perché evidentemente lo vuole prima veder morto. Non abbiamo però l'anello al naso, le proposte che stiamo facendo sono ben soppesate, serie, e non abbasseremo gli occhi di fronte a voi, né di fronte agli italiani dopo averle presentate.
  In conclusione, signor generale e signori ospiti, grazie di cuore per il fondamentale contributo che avete offerto a questa Commissione, per le cose che sono state oggi e per quelle che saranno nei prossimi giorni.
  Noi compiremo il passo della presentazione di questa relazione intermedia con l'animo lieve, sollevato dal timore di non essere in grado di rappresentare adeguatamente i vostri legittimi interessi, quelli che voi dovete pretendere da uno Stato che con voi ha sottoscritto un patto, patto che intendiamo onorare tutti, soprattutto noi che temporaneamente siamo i rappresentanti del Parlamento.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.15.