XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito

Resoconto stenografico



Seduta n. 26 di Mercoledì 11 maggio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 

Audizione di rappresentanti del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER):
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 ,
Gerometta Paolo , Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER) ... 4 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Ciavarelli Antonio , Rappresentante COCER Marina Militare ... 7 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 8 ,
Belfiori Antonsergio , Rappresentante COCER Aeronautica Militare ... 8 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 ,
Cutrupi Giovanni , Rappresentante COCER Guardia di Finanza ... 9 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 ,
Cardilli Andrea , Rappresentante COCER Carabinieri ... 9 ,
Congedi Roberto , Rappresentante COCER Esercito ... 9 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 ,
Belfiori Antonsergio , Rappresentante COCER Aeronautica Militare ... 9 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 ,
Zardini Diego (PD)  ... 10 ,
Lacquaniti Luigi (PD)  ... 10 ,
Duranti Donatella (SI-SEL)  ... 11 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 11 ,
Boldrini Paola (PD)  ... 11 ,
Rizzo Gianluca (M5S)  ... 12 ,
Vito Elio (FI-PdL)  ... 12 ,
Grillo Giulia (M5S)  ... 13 ,
Carrozza Maria Chiara (PD)  ... 13 ,
Cova Paolo (PD)  ... 14 ,
Amato Maria (PD)  ... 15 ,
Capelli Roberto (DeS-CD)  ... 15 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 16 ,
Rizzo Gianluca (M5S)  ... 16 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 16 ,
Gerometta Paolo , Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER) ... 19 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 20

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIAN PIERO SCANU

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER). Si tratta del Generale di Divisione Paolo Gerometta, del Primo Maresciallo luogotenente Roberto Congedi, del Primo Maresciallo Antonio Ciavarelli, del Maresciallo Capo Giovanni Cutrupi, del Sergente Maggiore Antonsergio Belfiori e dell'Appuntato scelto Andrea Cardilli, ai quali do il benvenuto.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  L'oggetto della nostra inchiesta tocca direttamente la condizione delle Forze armate attraverso l'indagine su eventi e situazioni patogene, che hanno inciso e incidono nella carne viva dei militari e su cui a nostro giudizio occorre intervenire per garantire il diritto alla salute dei militari stessi.
  Chiediamo perciò in questa sede ai rappresentanti del Consiglio centrale di rappresentanza di fornirci il loro specifico contributo sulla materia che riterranno di dover proporre, in maniera tale che possa aprirsi una interlocuzione, un dialogo, se necessario anche un confronto dal quale far discendere una maggiore conoscenza della situazione reale, al fine anche di calibrare meglio le decisioni che questa Commissione si accinge a prendere.
  È stato sostenuto che questa Commissione avrebbe già predisposto una relazione, tanto che un nostro collega parla già di controrelazione, ma vorrei tranquillizzarvi: nottetempo non ho predisposto furtivamente alcunché, non c'è alcuna relazione, la bandiera di questa Commissione è la trasparenza e bisogna che alla trasparenza si rassegnino anche coloro che ad arte vorrebbero creare delle condizioni cupe di oscurità.
  Signor generale, io sono felice di darle la parola perché, benché i convenevoli a qualcuno paiano di maniera, credo sia noto che al contrario di maniera qua dentro non c'è niente. Lei è persona estremamente stimata, come lo sono quelle che le fanno da corona, quindi non soltanto oggi noi abbiamo il privilegio di ascoltare un rappresentante dei lavoratori delle Forze armate, ma abbiamo anche la fortuna di incontrare chi rappresenta le Forze armate avendo in passato e nel presente svolto dei ruoli e delle funzioni di straordinaria importanza per l'assetto democratico del nostro Paese.
  Per le vie informali ci siamo messi d'accordo su come procedere, quindi niente di estemporaneo, e darei subito la parola al generale, il quale poi proporrà che venga data anche agli altri rappresentanti, apriremo il dibattito e quando sarà il momento, Pag. 4forse conclusivamente, farò anch'io alcune considerazioni. Vedo alcuni amici esperti che lavorano in questa Commissione e per questa Commissione, li ringrazio, come ringrazio gli uffici e tutti coloro che vi collaborano.
  Cedo quindi subito la parola al presidente del COCER, Generale Paolo Gerometta.

  PAOLO GEROMETTA, Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER). Buongiorno, prima di ogni cosa permettetemi di portare il saluto a lei, signor presidente, e a tutti i commissari del Consiglio centrale di rappresentanza delle Forze armate.
  Oltre al saluto, anche il ringraziamento per l'opportunità che oggi ci viene offerta di essere auditi da questa Commissione su temi di particolare interesse e importanza per la rappresentanza militare, tra le cui competenze vi è proprio quella specifica di formulare pareri, proposte, richieste, sospetti che formano oggetto di norme legislative o regolamentari per quanto concerne la condizione militare, il trattamento e la tutela intesi in termini sia giuridici che economici che previdenziali e sanitari.
  Prima di entrare nel merito della presente audizione permettetemi due semplici premesse. Con la prima vorrei presentare i componenti del Consiglio di Presidenza del COCER Interforze che mi stanno accompagnando e che porteranno poi la voce delle anime interne di ciascuna Forza armata che costituisce il Consiglio, e sono per il COCER dell'Esercito italiano il Primo Maresciallo luogotenente Roberto Congedi, per il COCER della Marina militare il Primo Maresciallo Antonio Ciavarelli, per il COCER dell'Aeronautica militare il Sergente Maggiore Antonsergio Belfiori, per il COCER dell'Arma dei Carabinieri l'Appuntato scelto Andrea Cardilli, per il COCER della Guardia di finanza che fa parte non della Difesa, ma comunque del Consiglio centrale della rappresentanza militare in quanto avente status militare, il Maresciallo Capo Giovanni Cutrupi. Sono membri di un Comitato e tutti eletti dai propri COCER, quindi è personale eletto.
  La seconda è una breve premessa che ritengo importante per chiarire chi siamo e vorrei su questo effettuare alcuni brevissimi richiami sulla rappresentanza militare in termini di scopi, di natura, di campi di interesse e di ordinamento interno.
  Il COCER inteso come organo di vertice della rappresentanza militare nel suo complesso, a differenza delle organizzazioni sindacali che si configurano come associazioni non riconosciute, è un organismo interno all'ordinamento militare, avente funzioni propositive e consultive limitatamente alle materie espressamente indicate dalla legge.
  In tal senso gli organi della rappresentanza militare non sono dotati di legittimazione processuale attiva e passiva, e pertanto non possono agire in giudizio, né resistere alle liti in nome e per conto del personale rappresentato. Quanto precede esclude anche la possibilità per la rappresentanza dei militari di costituirsi parte civile nei processi penali.
  La rappresentanza militare stessa si articola su tre livelli: i consigli di base che sono a livello locale, e questo vale per tutte le Forze armate, i consigli intermedi, che sono a livello areale, solitamente interregionale, e il consiglio centrale, che siamo noi, a livello nazionale.
  In particolare il COCER Interforze, che oggi è rappresentato proprio dal Comitato di Presidenza, si articola su cinque sezioni di Forza armata e Forza di polizia, e può operare e quindi riunirsi sia per categoria (ufficiali, marescialli, sergenti, graduati e truppa), sia per comparto (comparto Difesa, che è costituito da Esercito, Marina e Aeronautica, e comparto sicurezza, Carabinieri e Guardia di finanza).
  Tutti i consigli ad ogni livello operano secondo il cosiddetto «principio della collegialità» e ovviamente operano sulle predette competenze e sui campi di interesse discendenti dalla normativa vigente, tra cui risultano connessi con le odierne problematiche oggetto di audizione quelli relativi alle provvidenze per gli infortuni subìti e per le infermità contratte in servizio e per causa di servizio, condizioni igienico-sanitarie, Pag. 5 attività assistenziali anche a favore dei familiari.
  Per salvaguardare tale principio cardine della rappresentanza militare è stata espressamente chiesta la presenza almeno del Comitato di Presidenza, e ringrazio il presidente per aver accettato le nostre richieste, anche perché le problematiche oggetto della presente audizione nel tempo sono state spesso trattate a livello COCER di Forza armata. Conseguentemente le sono ulteriormente grato del fatto che potranno intervenire anche i rappresentanti delle singole Forze armate per effettuare alcuni brevi interventi, ma soprattutto per portare quegli aspetti peculiari che differenziano una Forza armata e una Forza di polizia dall'altra.
  La rappresentanza militare e in particolare il suo Consiglio centrale da sempre hanno posto in essere un'attenzione e una sensibilità particolare nei confronti delle odierne problematiche, che riguardano la risorsa più preziosa e caratterizzante della compagine militare, ovverosia il personale, ovverosia i nostri commilitoni di ogni ordine e grado, le famiglie e tutti coloro che decidono di condividere i nostri percorsi di vita e quindi la nostra scelta di servire il prossimo da soldati.
  Di conseguenza le attività poste in essere dal nostro organismo, pur nel rispetto della normativa di funzionamento, sono da sempre state caratterizzate da grande passione, coinvolgimento e determinazione, in particolare si sono incentrate sulla monitorizzazione e sull'esame di tutte le iniziative legislative e regolamentari avviate sia in ambito Dicastero che in quello parlamentare, al fine di poter fornire il proprio apporto in termini di pareri e proposte.
  Al riguardo, a solo titolo di esempio cito la partecipazione con propri rappresentanti al Progetto Signum (qui abbiamo uno dei delegati che ha partecipato a questo progetto), gli approfondimenti effettuati in materia di terapia salvavita, che in sede di concertazione per il quadriennio normativo 2006-2009, biennio economico 2006-2007, hanno portato all'approvazione dell'articolo 13 del D.P.R. n. 171/2007, relativo all'esclusione dei giorni dedicati a tali terapie dal computo di quelli di licenza, e dell'articolo 16 del D.P.R. n. 52/2009, che hanno esteso tale previsione anche alle terapie assimilabili a quelle salvavita, il contributo e il sostegno fornito al nostro Dicastero quando ha suggerito alla cosiddetta Commissione Costa la modifica, entrata poi in vigore nel dicembre 2012, degli articoli 603 e 1907 del decreto legislativo n. 66/2010. In tale ambito sono state riassettate le norme introdotte con la legge finanziaria 2008.
  Tale collaborazione poi è continuata anche allorquando si è reso necessario intervenire sulle norme regolamentari, in particolare sugli articoli dal 1078 al 1084 del decreto del Presidente della Repubblica n. 90/2010, proprio al fine di adeguare i criteri per il riconoscimento della causa di servizio sulla base del diverso nesso di causalità introdotto con la modifica della norma primaria, l'audizione e l'esame di specifiche problematiche connesse con casi personali, ove si è sempre operato al fine di assicurare a coloro che si sono rivolti alla rappresentanza militare e alle loro famiglie tutto il sostegno possibile in termini di soluzioni di problematiche burocratico-amministrative, assistenziali e di tutela.
  Fin qui sinteticamente il passato dell'impegno della rappresentanza militare. Quali sono invece il presente e il futuro? Per il presente la graduazione delle attività è incentrata su due binari, la prosecuzione del monitoraggio e dell'esame delle problematiche connesse con l'applicazione della normativa vigente, abbinati all'attività di ascolto e supporto a casi concreti che necessitino di un nostro intervento, e la prosecuzione dei lavori e delle audizioni di questa Commissione, che finora ha palesato un approccio pragmatico e per taluni versi innovativo, che fanno ben sperare circa il conseguimento degli obiettivi finali.
  Qui si inserisce il discorso connesso con il futuro, che non può che concentrarsi su semplificazione e snellimento delle procedure, a partire da quelle per il riconoscimento della cosiddetta «causa di servizio».
  Proprio alla luce di quel patto tra Stato e singolo militare che vi è stato illustrato il 17 marzo ultimo scorso dal Generale Magrassi, Pag. 6 Segretario Generale della Difesa, in base al quale io Stato ti chiedo di svolgere qualcosa che pone a rischio la tua vita e io ti garantisco che, se dovesse succederti qualcosa, mi prenderò cura di te oppure onorerò le tue spoglie e mi prenderò cura della tua famiglia, occorre proseguire con determinazione sul percorso iniziato dalla Commissione Costa con l'introduzione del cosiddetto «nesso di probabilità», che ha iniziato l'abbandono della precedente logica puramente scientifica, per aprirsi a una visione più politica, che quindi trascende dalle conoscenze medico-scientifiche attuali e va a comprendere, ponendoli in equilibrio, i grandi interessi dello Stato con quelli di tutela di ciascun militare.
  Se infatti si pongono a sistema la volontà e la determinazione espressa dal Capo di Stato Maggiore della Difesa nel dare la massima priorità alla tutela dell'integrità psicofisica del personale militare ovunque impiegato con lo sforzo di individuare gli strumenti per superare le normative vigenti da parte proprio di questo consesso, così come auspicato dal Segretario generale, credo che quella tutela globale auspicata da sempre dalla rappresentanza militare e dal personale rappresentato possa diventare finalmente realtà compiuta e quindi riannodare i fili della reciproca fiducia, che sono alla base del patto stesso.
  In questo ambito la rappresentanza militare è pronta a fare la sua parte, ovverosia a collaborare nell'ambito delle iniziative che verranno poste in essere perché si possa raggiungere tale obiettivo che, anche attraverso un'applicazione illuminata della normativa vigente, non appare perseguibile.
  Ritengo che questo sia di assoluto interesse per tutti, in quanto da un lato potrà consentire ai singoli militari di vedersi tutelati in tempi congrui e senza dover affrontare spese legali spesso onerose e dagli effetti morali oltremodo penalizzanti, evitare all'amministrazione il contenzioso in atto, che assorbe risorse finanziarie che potrebbero essere invece destinate in modo più proficuo a favore del personale purtroppo interessato dalle problematiche in parola.
  Fin da quando ho iniziato il mio percorso di vita con le stellette, circa 42 anni fa, mi è stato insegnato che nessun soldato deve essere mai abbandonato sul campo di battaglia e che ogni commilitone soprattutto se comandante deve sempre onorare tale dovere.
  Anche il dolore che può provenire dalla solitudine può essere considerato un campo di battaglia e noi dobbiamo in ogni modo fare squadra affinché lo si possa perlomeno lenire, assicurando un complesso di strumenti normativi che consentano di garantire nel concreto forme di tutela giuridica e di indennizzo più agili e contenute nei tempi di completamento.
  Ciò non è mera applicazione di norme e di procedure, ovvero burocrazia, ma è l'espressione di concreta attenzione e sensibilità per tutti noi militari, garanti della sicurezza dello Stato e chiamati spesso a operare in condizioni al di fuori dalla normale attività di lavoro, e con noi ovviamente tutti i nostri cari. Grazie.

  PRESIDENTE. Sono io che la ringrazio, caro presidente, perché quello che lei ha appena reso è un contributo di straordinaria utilità, un contributo che lei ha voluto offrirci dando conto di una relazione non solo scritta con la conoscenza e con l'esperienza, ma anche rafforzata nella propria efficacia da una straordinaria onestà intellettuale, una condizione che purtroppo non viene esercitata e garantita così come dovrebbe essere.
  Mi fa anche molto piacere che con le sue affermazioni abbia riconosciuto – non in maniera legata a forme di malintesa disciplina – la funzione istituzionale a questa Commissione. Accade che talvolta anche in ambito militare nell'ambito della rappresentanza nei confronti della Commissione vengano usate espressioni né giuste, né corrette, che ne offendono la dignità e diventano intralcio a un rapporto leale, così come peraltro la Costituzione impone, oltre che prevede, fra le varie rappresentanze dello Stato. Come componenti di questa Commissione salutiamo quindi questa sua relazione per quanto contiene, anche per una esplicita, convinta e anche appassionata manifestazione di rispetto e Pag. 7di attenzione per ciò che in quanto rappresentanti del Parlamento ci sforziamo di esplicitare.
  Le chiederei quindi di dare la parola agli altri rappresentanti che le fanno da corona, in maniera tale che poi possiamo iniziare il dibattito. Prego.

  ANTONIO CIAVARELLI, Rappresentante COCER Marina Militare. Buongiorno, presidente. Porto a lei e a tutti i presenti il saluto del COCER Marina e delle rappresentanze della Marina militare. Ringrazio lei e tutti i presenti per l'opportunità di intervenire.
  Poiché la Commissione d'inchiesta parlamentare che lei presiede si occupa di casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano in merito anche all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici, riteniamo opportuno esporre non solo le problematiche che riguardano l'esposizione all'uranio impoverito, ma tutto il lavoro che hanno fatto il COCER Marina e la rappresentanza della Marina militare in merito alla sicurezza nei luoghi di lavoro e alle problematiche sanitarie e ambientali.
  Al COCER Marina risulta, come è di dominio pubblico, che anche il personale operativo della Marina San Marco Incursori è stato presente nei teatri operativi come Balcani, Afghanistan, Iraq. Riguardo alla cosiddetta «sindrome dei Balcani», di recente è pervenuta al COCER Marina la segnalazione di un ex collega, passato poi all'impiego civile, che ha svolto una ricerca personale fra circa 300 militari del San Marco impegnati in Kosovo negli anni 1999, 2000 e 2001. Al riguardo consegnerò un elenco di 26 dati raccolti dal succitato collega, riconducibili e non per patologia all'uranio impoverito, collega che con un’e-mail inviata al COCER, oltre a tali informazioni, ci ha dato la sua disponibilità a essere ascoltato sia dal COCER che da questa Commissione d'inchiesta.
  Altri casi in fase di approfondimento da parte del COCER di cui si sono avute solo notizie informali sono quelli riguardanti l'esposizione dei colleghi alle nanoparticelle che si diffondevano nell'ambiente durante le esercitazioni di tiro. Come sappiamo, tali esposizioni poi comportano patologie tumorali del sangue.
  La problematica delle esposizioni ad agenti inquinanti nell'ambiente professionale che maggiormente coinvolge la Marina militare è quella conseguente alla presenza di amianto su navi ed elicotteri, nonché in ambito logistico sui tetti dei capannoni all'interno degli arsenali. Riguardo a questo problema consegniamo le delibere nn. 86, 108 e 147, e le relative risposte del COCER Marina. Riguardo ai vaccini, il COCER Marina ha espresso le proprie preoccupazioni con delibera che poi lascerà agli atti.
  La linea del COCER Marina, coerentemente con quanto i livelli intermedi e di base esprimono, è tesa alla salvaguardia della salubrità dell'ambiente nei luoghi di lavoro, al monitoraggio degli stessi ambienti, affinché continuino a non essere contaminati, e a visite mediche sanitarie più accurate, affinché si possano prevenire per quanto possibile patologie tumorali.
  In tale ottica questo Consiglio si è espresso anche in relazione all'esposizione all'inquinamento dell'ambiente da fattori chimici e cancerogeni come le diossine PCB, PM10, piombo, metalli pesanti, soprattutto nei porti con presenza industriale, con particolare riferimento al porto di Taranto.
  La rappresentanza militare ai vari livelli, COCER compreso, si è espressa sempre con delibere che hanno evidenziato la problematica e richiesto controlli dell'ambiente e al personale. Quest'ultimo, in particolare in servizio presso la Capitaneria sia appartenente alla Guardia costiera che alla Marina, è particolarmente esposto alla movimentazione dei minerali per l'Ilva, che avviene di fatto a cielo aperto e ancora senza aspiratori. Da anni si chiedono esatte prescrizioni e il loro rispetto ma, nonostante l'attenzione a livello nazionale sia molto alta, la situazione per i colleghi e il sottoscritto è ancora invivibile, purtroppo anche tra di noi si ha notizia dei primi problemi di salute.
  Il Presidente Gerometta sfonda un portone aperto anche con il COCER Marina e concordo con lui nel ritenere che non si possa consentire ai singoli militari di sentirsi Pag. 8 soli e abbandonati, quindi è un dovere per noi essere loro vicino, nessun soldato deve essere mai abbandonato sul campo di battaglia.
  Vi ringrazio dell'attenzione, ribadendo che il COCER Marina è disponibile per essere ascoltato per tutto ciò che concerne l'ambiente, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Prego, signor generale.

  ANTONSERGIO BELFIORI, Rappresentante COCER Aeronautica Militare. Salve, buongiorno a tutti. Grazie, presidente, grazie, onorevoli commissari per questo invito. Vi porto i saluti di tutte le rappresentanze dell'Aeronautica militare e in questa sede voglio salutare anche i tanti colleghi che in questo momento ci ascoltano e le famiglie dei colleghi che non ci sono più.
  Il COCER dell'Aeronautica da sempre è stato attento ai temi della salute e della tutela del personale. In questi anni in ambito Aeronautica abbiamo affrontato temi delicati riferiti al radon, all'amianto nei velivoli, ai vaccini, al mobbing, ai benefici previdenziali INAIL per i lavoratori esposti all'amianto e ad altre criticità che interessano direttamente o indirettamente il nostro personale.
  Al centro di tutto, come già riferito più volte in questa sede, c'è il personale militare che noi rappresentiamo. Le istanze che ci sono pervenute in via informale e anonima sono state tutte prese in esame dal nostro Consiglio, sono state studiate, elaborate e hanno dato origine a delle delibere, strumento con cui il COCER si esprime (non ci sono altre forme per interloquire con il vertice), indicando al vertice le problematiche, le proposte e le possibili soluzioni alle questioni poste.
  Le risposte del nostro vertice non sempre hanno soddisfatto le aspettative del COCER Aeronautica e su alcuni temi abbiamo anche dovuto reiterare con ulteriori approfondimenti richieste e delibere. È tuttavia bene ammettere che su taluni argomenti il vertice ha dato dei concreti segnali di attenzione alle nostre istanze, e cito a titolo esemplificativo la costituzione in Aeronautica del Comitato dell'amianto, nato due anni e mezzo fa grazie a una sollecitazione del COCER, un Comitato amianto interno, composto da ufficiali qualificati che hanno il compito di monitorare e di fare una mappatura delle problematiche sull'amianto in tutta la Forza armata, e la facoltà di formulare proposte per l'eliminazione delle fonti di pericolo.
  In questa sede infatti ho una delega del Consiglio, quella di depositare agli atti le delibere che il COCER ha prodotto che interessano i temi della salute e in allegato le relative risposte del nostro vertice. Su queste delibere ho mandato di approfondire insieme alla Commissione gli aspetti ritenuti necessari e importanti per la prosecuzione dei lavori della Commissione parlamentare, che riteniamo di grande interesse e doverosi nei confronti dei militari e delle famiglie che cercano verità, quindi sono a disposizione per rispondere alle vostre domande.
  Permettetemi un piccolo approfondimento: vedrete dagli atti che il COCER Aeronautica ha prodotto quattro o cinque delibere sulle tematiche dei vaccini. Mi soffermo su questo perché come delegati recepiamo le istanze che arrivano dal personale, quindi facciamo una fotografia di quello che ci rappresentano, approfondiamo e deliberiamo. Sul tema dei vaccini in Aeronautica evidentemente c'è stata da sempre una sensibilità maggiore rispetto ad altri temi, non è un caso che la Commissione d'inchiesta parlamentare sullo stesso tema della precedente legislatura abbia riportato nella sua relazione finale, a pag.115, la delibera madre sulle vaccinazioni.
  Non essendo medici o scienziati, non siamo mai entrati nel merito della bontà o meno dei vaccini, noi avevamo semplicemente posto all'attenzione del vertice problematiche legate alle forme di somministrazione e di informazione che c'erano sui vaccini, a delle criticità sulle anamnesi vaccinali, a dei conflitti di interesse che nascono laddove un collega ometta di raccontare una patologia pur di partire all'estero anche per interessi di natura economica, e su questi temi abbiamo depositato agli atti Pag. 9della precedente Commissione alcuni documenti da voi ripresi.
  Ribadisco i temi del radon, dell'amianto, dei vaccini e dei benefici previdenziali sull'INAIL perché anche qui c'è un problema di natura normativa che andrebbe approfondito dal Parlamento. Deposito agli atti i nostri documenti e rimango a disposizione per eventuali domande. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Se potessimo procedere più velocemente, riusciremmo a intervenire nel dibattito.

  GIOVANNI CUTRUPI, Rappresentante COCER Guardia di Finanza. Desidero solo porgere i saluti della sezione COCER della Guardia di finanza. Prenderò atto di quanto sarà discusso da questa Commissione e riferirò alla mia sezione per predisporre eventualmente un documento come Consiglio. Per il momento porgo soltanto i saluti e mi riservo in futuro, se saremo convocati come COCER Finanza, di portare un documento. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Prego.

  ANDREA CARDILLI, Rappresentante COCER Carabinieri. Buongiorno a tutti. Anch'io non ho un documento perché la cosa ci riguarda in maniera marginale anche se siamo interessati, pertanto mi associo ai saluti e al documento che abbiamo presentato in premessa.

  ROBERTO CONGEDI, Rappresentante COCER Esercito. Grazie, presidente. Visto che ho fatto parte come osservatore del Signum all'epoca e quindi ho seguito lo sviluppo dei lavori, vorrei solo far rilevare alcune cose ai commissari e alla presidenza.
  Stiamo parlando di neoplasie di soggetti immunodepressi, quindi, secondo un'occhiata da chi pensa alle tutele come noi, di rischi associati, vorrei mettere in rilievo quanto sia importante associare il rischio ambientale al rischio di tutela familiare, perché abbiamo avuto e probabilmente avremo degli ammalati che sono giovani lavoratori con giovani famiglie e giovani figli, per cui è connesso il rischio della perdita del lavoro. Nell'ambito delle vostre valutazioni bisognerebbe tener conto dell'impatto della malattia all'interno del nucleo familiare, oltre a quello che il soggetto subisce. D'altra parte, è necessario un maggiore investimento sotto il profilo ambientale, perché l'ambiente si associa alla neoplasia per il rischio di immunodepressione dovuto a tante correlazioni.
  È importante che chi rappresenta il personale nel momento in cui farete queste valutazioni sia presente negli organismi di valutazione. Mi riferisco alle cause di servizio, oggi il grosso blocco sociale è lì, dove queste patologie non vengono riconosciute, quindi abbiamo necessità che le norme vengano modifiche e adeguate con parametri che non creino diseguaglianze fra gli ammalati, e che si tenga conto di questo evento che è un po’ un'anomalia proprio per l'impiego del personale.
  Quando si parla di amianto abbiamo poi una correlazione di malattie con un periodo finestra ulteriore ai trenta anni, al periodo di servizio, quindi il personale che ha lavorato in amianto e va in congedo può ammalarsi quattro o cinque anni dopo il servizio. È opportuna un'attività di investimento anche su quel personale che tanto ha dato prima perché possa essere seguito dopo. Si tratta di costruire delle tutele attorno alle famiglie dei militari, che sono uguali agli altri come cittadini ma hanno doveri che implicano dei rischi diversi e immediati in uno stretto giro di tempo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, il rappresentante dell'Aeronautica ha chiesto qualche secondo per un'integrazione.

  ANTONSERGIO BELFIORI, Rappresentante COCER Aeronautica Militare. Chiedo scusa per questo ulteriore intervento, ma mi è sfuggito tra le carte un aspetto importante. Tra i vari documenti che depositerò ce n'è uno in particolare, che manderò via email alla presidenza, che tratta tutte le materie che ho elencato in maniera riassuntiva.
  In questo documento il COCER dell'Aeronautica aveva richiesto al vertice un Pag. 10punto di ascolto, perché abbiamo notato che il problema principale o almeno iniziale dei colleghi affetti da varie patologie è la burocrazia, per cui purtroppo devono combattere contemporaneamente con la burocrazia e con la malattia, e questo è un problema molto grave che è stato rilevato dal nostro COCER.
  Abbiamo chiesto al vertice di istituire un punto unico di ascolto, composto da personale specializzato medico e legale, e pochi giorni fa, il 21 aprile, è stato costituito un punto unico per quanto riguarda la sanità. Un primo passo quindi è stato fatto, quantomeno per raccogliere le istanze sanitarie e dare un'indicazione precisa sulle procedure per le cause di servizio. Ritengo che questo sia un aspetto importante, se non completo, quantomeno un buon primo passo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Lascio la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  DIEGO ZARDINI. Grazie, presidente, a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico desidero ringraziare tutto il COCER Interforze, il presidente e l'Ufficio di Presidenza. Debbo dire che dopo alcune audizioni un po’ più complicate per i commissari finalmente troviamo degli interlocutori dotati di un ruolo di assoluta importanza, sui quali costruire, partendo da una collaborazione e dalla fiducia, un'azione che può diventare fondamentale.
  Diceva prima il presidente che la Commissione ha intenzione di fare una relazione cosiddetta «intermedia» nel breve periodo, dobbiamo ancora iniziare a redigerla, però alcune indicazioni stanno emergendo e vedo che nella relazione del presidente sono già contenuti molti degli elementi che avevamo individuato.
  Analizzeremo tutte le delibere dei COCER delle varie Forze armate che ci sono state messe a disposizione, perché vanno a individuare alcuni elementi su cui ci siamo soffermati anche in passato. In particolare, per quanto riguarda la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, abbiamo sempre cercato di comprendere come venisse fatta la valutazione del rischio, chi fosse il responsabile, il cosiddetto «datore di lavoro», dentro un'organizzazione complicata anche da un punto di vista gerarchico, quindi chi avesse la responsabilità, la competenza e la capacità di esercitare quella delega in maniera accurata, per cui studieremo con grande attenzione le vostre delibere per avere conferme oppure individuare gli elementi importanti.
  Quali sono gli elementi e i punti su cui secondo voi dovremmo lavorare dal punto di vista normativo oppure indicare al Parlamento per lavorare dal punto di vista normativo? Uno degli elementi che abbiamo individuato per quanto riguarda il riconoscimento delle cause di servizio è il tema della terzietà, quindi comprendere come il giudizio sulle cause di servizio possa avere una vera terzietà e come in futuro la sicurezza e la salute dei lavoratori delle Forze armate possano essere tutelate secondo l'articolo 32 della Costituzione al pari di tutti gli altri lavoratori, nonostante la specialità evidente del ruolo dei lavoratori delle Forze armate e del modello di rappresentanza, che peraltro il Parlamento sta anche rivedendo.
  Personalmente non faccio parte della Commissione difesa come altri colleghi ma, se avete qualcosa da dire anche per legare le due questioni, ci sarà di sicuro aiuto. Vi ringrazio ancora.

  LUIGI LACQUANITI. Grazie, presidente, mi associo ai ringraziamenti che ha appena espresso il collega Zardini.
  Voi ci avete illustrato le vostre funzioni, che in qualche modo possono essere assimilate a quelle di un'organizzazione sindacale, però ci avete anche detto che rispetto alle normali organizzazioni sindacali vi sono delle differenze da un punto di vista sia giuridico che operativo. A queste differenze mi pare di poter associare il fatto che vi è anche un rapporto di subordinazione per le funzioni che voi svolgete, che prescinde dal rapporto di subordinazione riscontrabile in un normale rapporto di lavoro.
  Per quanto concerne l'inchiesta che noi stiamo svolgendo voi avete mai avuto delle influenze o dei tentativi di influenza sul vostro operato da parte dei vostri superiori Pag. 11diretti, dello Stato Maggiore o dello stesso Ministero della difesa o la vostra attività è stata sempre libera da qualsiasi tipo di influenza? Grazie.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, presidente. Ringrazio anch'io tutti i nostri ospiti anche per il dettaglio che ci hanno fornito rispetto alle loro competenze e all'attività che hanno svolto.
  Vorrei fare alcune domande, in particolare ai rappresentanti dell'Aeronautica militare e della Marina militare. Abbiamo avuto oggi notizia del Comitato amianto presso l'Aeronautica militare, quindi vorrei capire se sia un organismo solo dell'Aeronautica o esista un organismo con le stesse funzioni anche nelle altre Forze armate, se questo Comitato abbia già prodotto una mappatura in riferimento alla presenza di amianto sugli aeromobili e un monitoraggio preciso sui casi di militari colpiti da malattie correlate alla presenza di amianto, quindi se esista un contenzioso e di che natura sia.
  C'è stato un passaggio in cui il rappresentante dell'Aeronautica militare ha affermato che pervengono al COCER istanze in via anonima. A proposito delle competenze della rappresentanza militare vorrei capire meglio la ragione per cui queste istanze vi arrivano in maniera anonima, quali sono gli ostacoli che i militari incontrano nel chiedere la tutela e la difesa della loro salute.
  Il rappresentante della Marina militare ha fatto riferimento alla Capitaneria di porto di Taranto e alle condizioni ambientali di chi si trova a lavorare nelle vicinanze del porto industriale, quindi vorrei sapere se ci siano dati precisi rispetto a militari che abbiano subìto danni alla salute in relazione al luogo di lavoro e se il COCER abbia già fatto alcune proposte, perché so che l'inquinamento dovuto allo stabilimento siderurgico di Taranto è un tema fondamentale, però dal punto di vista dei lavoratori della Marina militare che si trovano a lavorare in un ambiente particolarmente inquinato anche a me risulta che poco o niente sia stato fatto.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Visto che i colleghi che intendono intervenire sono numerosi, parleremo tutti e poi chiederemo al presidente del COCER di tornare una prossima volta, perché una semplice comunicazione scritta, data l'empatia che si è creata, sarebbe ben poca cosa e quindi vorremmo che tornasse. Prego, collega Boldrini.

  PAOLA BOLDRINI. Grazie. Anch'io devo ringraziare la presidenza del COCER e tutte le rappresentanze delle altre Forze armate, che stanno prendendo a cuore il tema, perché il lavoro che state facendo rispetto ai vostri colleghi è un lavoro di attenzione molto importante, anche perché arrivano istanze alle quali a volte purtroppo non si può dare la giusta risposta, per cui mi rendo conto delle aspettative che potete avere e di quelle dei vostri commilitoni nei vostri confronti, quindi avete davvero il nostro appoggio per quanto state facendo.
  Mi ricollego soprattutto alle parole sul patto tra Stato e militare che è stato accennato prima e che davanti a noi anche il Generale Magrassi aveva ricordato, dicendo che, se questo filo si è interrotto, vuol dire che lo dobbiamo ricollegare, quindi credo che anche questo sia un passaggio importante e che questa Commissione ne sia consapevole, come testimonia la costituzione di un punto unico il 21 aprile 2016, quindi significa che abbiamo già seminato e che qualcosa è stato raccolto, anche perché il tema della burocrazia era stato espresso anche nelle precedenti Commissioni.
  Credo che non solo un sito Internet possa aiutare le persone che si trovano in difficoltà anche economiche, laddove quando viene meno la parte economica e c'è di mezzo anche la salute si amplifica tutto, ma ci debba essere qualcuno che ti accompagni per mano per dirti cosa devi fare, senza lasciarti in solitudine. Questo è importante nella vita di un privato cittadino, figuriamoci per chi ha fatto questo in nome e per conto dello Stato! Un maggior rispetto di questo patto è più importante di un contratto con un normale datore di lavoro, perché un contratto è giuridico mentre qui c'è di più, e ve ne do atto. Pag. 12
  Noi abbiamo avuto in audizione l'ex Presidente del Comitato di verifica per cause di servizio, il quale ci ha detto che ci sono migliaia di pratiche da analizzare perché, pur essendo già in quiescenza, ricordava l'immane lavoro che aveva. Voi avete sentore dei tempi di attesa, vi sono arrivate istanze per quantificare la tempistica? Una delle particolarità che voi citate è che queste cause di servizio fanno fatica e hanno iter molto lunghi. Siccome abbiamo visto che questo Comitato di verifica annoverava un certo numero di dipendenti, vorremmo capire per quale motivo si inceppassero.
  Per quanto riguarda il personale che lavora nei poligoni di tiro che utilizzate per le vostre esercitazioni, è rappresentato sempre tramite le vostre gerarchie di base e quindi ogni forza lo rappresenta oppure c'è sempre il Comitato interforze che rappresenta anche questo personale? Alcuni di loro infatti sono civili, ma credo che altri rientrino nell'ambito militare.
  La rappresentanza militare è stata prorogata perché siamo in corso di verifica della nuova proposta. Avete qualche suggerimento rispetto a questo?

  GIANLUCA RIZZO. Grazie, presidente. Anch'io mi associo ai ringraziamenti ai rappresentanti che sono intervenuti. Sarò molto veloce con due domande. Vorrei sapere in quanto organo di rappresentanza quanti casi di malattie abbiate trattato direttamente e se siate a conoscenza del fatto che molti vostri colleghi che si ammalano non dichiarano la malattia per paura di perdere il lavoro. Grazie.

  ELIO VITO. Mi consenta, presidente, innanzitutto di ringraziare il Presidente, Generale Gerometta e tutti i componenti del COCER Interforze con i quali credo si sia avviato questa mattina un proficuo percorso di collaborazione sugli obiettivi della nostra Commissione. Ritengo che la collaborazione con i rappresentanti del personale sia essenziale ai fini della relazione conclusiva e dell'accertamento delle cause, compito che l'intera Camera dei Deputati ha ritenuto opportuno affidare a questa Commissione parlamentare d'inchiesta.
  Sono lieto della soluzione prospettata di far tornare con la consueta disponibilità il Presidente Gerometta in Commissione e ringrazio i delegati del COCER Aeronautica, Marina e anche gli altri che continueranno questa interlocuzione con la nostra Commissione inviando il materiale che è stato raccolto e altro che lo integrerà.
  Il collega Lacquaniti e il Presidente Gerometta ponevano giustamente al centro una questione che sappiamo essere centrale, quella dei poteri e delle competenze del COCER Interforze. So che tutti i componenti delegati stanno facendo un grande lavoro, che è encomiabile e apprezzabile, ma allo stesso tempo so che siamo in ritardo nel rendere più moderno questo organismo di rappresentanza, più efficiente, più adeguato alle necessità dei tempi.
  La legge è troppo datata e loro, nonostante una legislazione così datata e inadeguata, fanno un grandissimo lavoro, un grandissimo sforzo, di cui è testimonianza anche l'audizione odierna, ma tocca a noi come legislatori fare in modo che questo organismo di rappresentanza possa essere più funzionale nella difesa dei diritti dei militari e nell'interesse dell'amministrazione della Difesa che il COCER con grande correttezza e onestà ha sempre perseguito.
  Vorrei fare alcune domande specifiche ai nostri delegati. Questa non è la prima Commissione parlamentare che si costituisce su questo tema, però si è resa necessaria, come il presidente ricorda, perché io ero presidente della Commissione Difesa e ne abbiamo discusso, con l'onorevole Duranti ne parlammo già all'inizio della legislatura e volli che ci fosse un'indagine conoscitiva prima di procedere alla costituzione di questa Commissione d'inchiesta. Se le altre Commissioni, nonostante la mole di lavoro realizzata e gli importanti documenti conclusivi, hanno però reso necessario che si varasse anche in questa legislatura una Commissione parlamentare d'inchiesta, ciò è dovuto a mio giudizio a un punto specifico, cioè l'attualità di questo problema.
  Stiamo infatti discutendo di casi, di vittime, di familiari che scontano un problema che potrebbe essere attuale. La Commissione Pag. 13 deve mettere al centro anche la verifica dell'attualità di questo problema, questo è uno dei compiti che le è stato assegnato anche per svolgere una funzione preventiva, che è necessaria per la salute dei militari.
  Si tratta infatti non solo di stare al fianco dei militari che contraggono delle malattie così gravi e dei loro familiari, ma anche di svolgere una funzione preventiva per evitare che questo possa accadere in futuro. L'amministrazione può svolgere questa attività di prevenzione solo se si ha contezza dell'attualità della problematica e delle problematiche connesse (l'onorevole Duranti ha parlato dell'amianto) perché poi il tema può essere esteso per molti altri aspetti.
  Credo che su questo il parere dell'organismo di rappresentanza dei militari sia molto utile per aiutarci a capire se vi sia ancora un'attualità e in che modo possiamo intervenire in questa fase preventiva, per evitare di riscontrare in futuro altri casi come quelli che stiamo vedendo in Commissione. Grazie.

  GIULIA GRILLO. Grazie, presidente, ringrazio anch'io i rappresentanti qui presenti. Vorrei partire da una dichiarazione che mi ha colpito del rappresentante della Marina che ha dichiarato che le nanoparticelle provocano tumore del sangue. Mi ha colpito perché noi abbiamo audito tanti soggetti, però tanto la rappresentante della PREVIMIL quanto l'ex consigliere Andreucci della Corte dei conti escludevano questo nesso causale tra nanoparticelle e patologia oncologica.
  Siccome il nodo fondamentale di questa Commissione di inchiesta è questo, voi date per scontato che questo nesso ci sia e sia dimostrato. Lo IARC ha detto che le nanoparticelle sono sostanze probabilmente cancerogene e comunque c'è un nesso causale, è stato dimostrato che se ci sono armi ad uranio impoverito nei teatri di guerra o nei poligoni militari queste nanoparticelle sono presenti in alta concentrazione, quindi dovrebbe essere non complicato (non diciamo semplice) dimostrare questo nesso causale, invece sembra la cosa più complicata del mondo.
  A questo collego il fatto che è tendenzialmente il militare a dover dimostrare l'esposizione nella missione. Colpisce il fatto che la Difesa non abbia un archivio elettronico dal quale ricavare il dettaglio della missione, perché c'è stato detto che bisogna contattare di volta in volta l'ex comandante, quindi partiamo da una situazione un po’ assurda, in cui nel 2016 manca ancora un database informatizzato che evidenzi dove, per quanto tempo e quante volte è andato in missione il militare.
  Non so se su questo possiate intervenire, noi come Commissione d'inchiesta non possiamo obbligare la Difesa a dotarsi di un database informatico, però lo considero un vulnus importante. Sempre in quest'ottica del militare che ha l'onere della prova, interviene nella fase successiva del Comitato di verifica la redazione di questi rapporti informativi, che sono poi la base della valutazione del Comitato di verifica, dove vengono accertati tutti questi elementi.
  Dopo che il militare malato ha dovuto fare tutto questo lavoro, credo anche non facile, finalmente il Comitato di verifica usa anche fonti interne per verificare se quanto detto dal militare corrisponda effettivamente a verità, quindi è un doppio lavoro che si potrebbe evitare con una semplificazione.
  Volevo sapere se in questa redazione dei rapporti informativi voi interveniate nell'aiutare il militare per l'onere della prova, e all'interno del Comitato di verifica veniate interpellati e possiate intervenire e quindi siate coinvolti nella redazione, cosa che sarebbe importante in quanto, essendo una rappresentanza dei militari, la vostra presenza garantirebbe la corretta redazione di questi rapporti informativi. Dico questo in base a come operano i sindacati nel civile, quindi mi viene di fare questo parallelo.
  A cosa servono esattamente le delibere? Qual è la loro funzione? Io non conosco la norma e vi chiedo scusa, c'è una previsione normativa che indica a cosa servono le delibere e, se non c'è, che fine fa tutto questo lavoro di cui vi caricate l'onere? Vi ringrazio per l'ascolto.

  MARIA CHIARA CARROZZA. Grazie, generale, e grazie ai vari rappresentanti Pag. 14che sono intervenuti. Vorrei porre l'attenzione su un punto preciso, che riguarda il rapporto fra scienza e politica e forse anche fra scienza e diritto, perché lei nella sua relazione accennava alla Commissione Costa, che nelle conclusioni, che mi sono riletta, dice molto di quello che dovrebbe essere fatto. Lei parla dell'abbandono della precedente logica puramente scientifica per aprirsi a una visione più politica. In realtà, la logica adottata non è puramente scientifica, perché non esiste una base dati per avvalorare un nesso di causalità o per escluderlo totalmente.
  Personalmente le suggerirei di non usare questa frase in futuro, «l'abbandono di una logica puramente scientifica», perché finora non è stata utilizzata, prima di tutto perché non ci sono dati, quindi in questa ricostruzione di una futura procedura anche per stabilire il nesso di probabilità è necessario mettere a punto una procedura di raccolta dati, di costruzione del famoso database che noi finora non abbiamo a disposizione e che anche la Commissione Costa auspicava nelle conclusioni.
  Vi è poi il tema del rapporto tra scienza e politica e il tema della terzietà, nel senso che qui abbiamo lo Stato e l'individuo, il problema di accertare se sia la causa di servizio o sia una concausa, però è il nesso dell'aspetto giuridico che si deve rifare sicuramente a un tema scientifico. Esistono i dati e questi dati empiricamente portano alla conclusione che probabilmente non è l'unica causa, ma può essere una concausa, per cui il militare esposto ad un contesto ambientale particolare ha potuto contrarre una malattia.
  Proprio per risolvere questo tema occorre riportarlo alla logica puramente scientifica laddove non è mai stata utilizzata fino in fondo, quindi il senso del nostro lavoro dovrebbe essere ripristinare l'esigenza di avere procedure di prevenzione e l'esigenza di avere una raccolta dati e infine una procedura che preveda anche l'espressione di un parere terzo rispetto all'individuo e alla Difesa, che individui il grado della concausa di servizio e l'indennizzo eventuale a cui il soggetto ha diritto, così come avviene nell'infortunistica sul lavoro normalmente con l'intervento di un'assicurazione sul lavoro come l'INAIL e di medici legali che esprimono un giudizio finale sull'indennizzo e sul percorso di riabilitazione.
  Se infatti la conseguenza di tutto questo è il congedo, la perdita del lavoro e addirittura dell'assistenza, fallisce il rapporto finale. Cercherei quindi di reimpostare questo aspetto puramente scientifico e di investigare il significato giuridico del nesso di probabilità, perché lì sta tutto l'aspetto del futuro indennizzo del militare.

  PAOLO COVA. Ringrazio gli auditi per la relazione. Condivido quanto accennato dai colleghi Zardini e Carrozza sui temi della scientificità e della terzietà. Per completare le considerazioni della collega Carrozza, abbiamo la segnalazione di casi di mesotelioma di cui è chiara la causa scientifica e poi vediamo un parere negativo da parte della Commissione, per cui anche scientificamente delle volte non vedi una soluzione.
  La terzietà è un aspetto importante. Su questo, però, partendo da questo caso voglio chiedervi alcune cose. Vi sono militari che hanno svolto la propria funzione per anni e che terminano la propria attività perché in congedo; abbiano delle patologie che emergono dopo essere andati in congedo? Affrontate questi casi, come vengono giudicati, qual è la vostra posizione? Credo che questo patto fra Stato e militare esista, ma se uno presta servizio per dieci anni, contrae un mesotelioma e la patologia si manifesta dopo altri dieci anni quando è in congedo, cosa succede?
  Un aspetto più specifico, a cui non so se potete rispondermi o darmi delle indicazioni, perché in questi casi è fondamentale prevenire. Ho già fatto questa domanda in merito alla catena di comando, al Capo di Stato Maggiore, e la ripongo a voi: quando un militare, un ufficiale, un sottufficiale si trova di fronte a una situazione critica che conosce, che sa che potrebbe causare malattia o problemi quale posizione assume? Qual è la responsabilità? La catena di comando come funziona, può intervenire e dire che questa situazione potrebbe creare Pag. 15dei problemi, quindi va affrontata in un altro modo?
  Capisco che nella vita militare non è così facile, però si possono dare delle norme legislative o intervenire perché questa persona sia tutelata e si tuteli la salute. Capisco che non bisogna lasciare nessuno sul territorio, ma credo che ogni buon comandante non debba mettere a rischio nessuno dei propri soldati, altrimenti non credo sia un buon comandante.
  Il problema è questo: se so che sto affrontando una situazione che può causare dei problemi in termini di salute futura, cosa si può fare, e soprattutto cosa possiamo fare noi per evitare di trovarci fra dieci anni di fronte ad altri problemi come questi?

  MARIA AMATO. C'è nella relazione una definizione mirabile che sintetizza la legge n. 38 di Livia Turco, il dolore come campo di battaglia e il dovere di non abbandono sul campo di battaglia. Il dolore che viene inquadrato come campo di battaglia è il dolore globale che è fatto di diverse componenti: una componente fisica, una componente psicologica e finalmente viene detto che è fatto di una componente sociale, perché essere abbandonati, avere problemi economici, avere la preoccupazione di non riuscire a far studiare i propri figli o a sostenere la propria famiglia è una componente del dolore che favorisce la depressione.
  Fatta questa premessa, siete a conoscenza di istanze in cui la depressione viene individuata come concausa di un crollo delle barriere immunologiche e di una più veloce evoluzione della malattia neoplastica? La connessione tra depressione e mancanza di difese immunitarie è provata.
  Per quanto riguarda i vaccini, perché il COCER Aeronautica si è interessato più degli altri del problema dei vaccini? Ci sono casistiche particolari? Sicuramente approfondiremo il contenuto delle delibere, ma immagino che non vi siano fedelmente riportati i contenuti delle istanze. In queste istanze emergono rilievi di una anomala conservazione dei vaccini, di un'anomala inoculazione dei vaccini, della mancanza del rispetto dell'obbligo di legge del consenso informato? Grazie.

  ROBERTO CAPELLI. Grazie, presidente, grazie a tutti voi, vengo subito al dunque. Questa è una Commissione d'inchiesta che deve ragionare sui «casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni». Rileggo questo passaggio perché sono convinto che l'attività militare sia di per sé un'attività a rischio e questo mi riconduce al patto Stato/individuo riportato dal Generale Magrassi e anche dalla sua relazione. Vorrei partire da lì.
  Sono sicuramente interessato a verificare il nesso di causalità tra le nanoparticelle, l'uranio impoverito, l'amianto, ma sono molto più interessato a ricucire e a rinsaldare questo patto, nel senso che non voglio sminuire ovviamente la centralità del nesso di casualità, ma quanto detto dal Generale Magrassi vale per qualsiasi tipo di malattia grave, ovunque contratta, da quando si è manifestata, quindi dobbiamo rinsaldare a mio avviso anche in legge il mantenimento di un patto a vita tra Stato e militare, qualsiasi sia la causa o il nesso di malattia grave o di decesso.
  Altro è capire quanto il militare fosse consapevole e fosse messo al corrente del rischio che correva. Vorrei quindi raggiungere l'obiettivo di conoscere se ci siano responsabilità dirette di qualcuno che sapeva e ha utilizzato il corpo militare come corpo di sperimentazione. Mi riferisco ai vaccini, all'utilizzo dei poligoni, all'utilizzo dell'uranio impoverito, non all'amianto su cui non si è sperimentato niente, ma di cui si è poi appresa la pericolosità.
  Vorrei sapere quindi quanto sia stato consapevole il militare nello svolgere quell'azione e se qualcuno sapesse che stava utilizzando qualcosa che avrebbe potuto causare conseguenze al di là dei rischi compresi nel patto.
  Ho sentito dire qui che l'uranio impoverito nell'Esercito italiano non c'era, e subito dopo ho sentito dire che abbiamo usato armi arricchite con uranio impoverito. Tra i vostri compiti avete anche quello di formulare pareri, proposte e richieste su Pag. 16aspetti anche di tipo sanitario o previdenziale. Avete rapporti con interforze, con altri corpi, con altre organizzazioni simili di altri Stati che hanno partecipato alle missioni, avete un confronto diretto con loro? Quali sono state le conseguenze che loro hanno riscontrato sui loro militari? Siete stati consultati quando sono state utilizzate le tute da imbianchini per ripararsi dall'uranio impoverito, dalle nanoparticelle. O delle mascherine da passeggio che vi venivano consegnate per affrontare quelle situazioni? Quanto siete stati coinvolti, quanto siete stati consapevoli di tutto questo?
  Vorrei insistere, presidente, sulla grande opportunità di rinsaldare questo rapporto, al di là delle cause e anche delle responsabilità che sono evidenti nella catena di comando. Chi ha voluto sperimentare, chi non ha informato adeguatamente? Io posso decidere di correre comunque il rischio, perché sono un militare, posso ubbidire, posso discutere attraverso gli organismi democratici (più o meno democratici), laddove i vostri sguardi parlano moltissimo, come quando vi è stato chiesto cosa pensate del Comitato di verifica.
  Ricostruire queste responsabilità, ma rinsaldare fondamentalmente il patto: ti seguo dall'inizio fino alla fine e, se c'è necessità, come dice Magrassi, mi occuperò di te, onorerò le tue spoglie e mi prenderò cura della tua famiglia. Questo patto va al di là delle cause e delle conseguenze, cause che vanno comunque ricercate.

  PRESIDENTE. Grazie. Il collega Rizzo vuole aggiungere una cosa per integrare il suo intervento.

  GIANLUCA RIZZO. Grazie, presidente, per questo secondo momento. Parlando di prevenzione, volevo chiedere se vi risulti che ci siano fondi per la prevenzione e in particolare nel caso dell'Aeronautica c'è una direttiva, la SMA-ORD-034. Siete a conoscenza del fatto che non vengono effettuati gli esami per la prevenzione per mancanza di fondi? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, collega. I lavori della Camera ci permettono di usare ancora cinque minuti e cercherò di utilizzarli per mettere a disposizione della delegazione nostra ospite alcune considerazioni sulle quali sarà opportuno operare una riflessione nei giorni che ci separano dalla nuova audizione, per la quale vorrei proporre la data del 19 maggio, perché ci piacerebbe tornare nel discorso quando il dibattito è ancora caldo.
  Signor generale, la serietà e lo spessore della sua relazione e gli interventi degli altri ospiti offrono immediatamente la cifra di un livello di attenzione e di sensibilità democratica e politica nei confronti di questa Commissione. Mi pare di poter dire che voi abbiate capito che noi qui non stiamo scherzando, che il Parlamento non ha tempo da perdere, che non c'è alcun atteggiamento giustizialista, ma che non abbiamo neppure intenzione di permettere a chicchessia di imboscarsi. Uso questo termine che ho imparato quando mi è capitato molti anni fa di fare il servizio militare.
  Qui non si deve imboscare nessuno: non si devono imboscare i politici, non si devono imboscare i tecnici, non si devono imboscare i militari, non si deve imboscare il COCER. Il patto che questa mattina stiamo rinforzando poi lo dobbiamo portare nel territorio, anche quando andiamo nei poligoni, laddove abbiamo il diritto di porre interrogativi, dobbiamo declinare in maniera intellettualmente onesta l'effettiva volontà della Commissione, che non è quella di chiudere a caso i poligoni per affamare le persone, ma è quella di attuare un preciso impegno conferito dal Parlamento.
  C'è patto e patto, e lei ha opportunamente richiamato quello più ampio che il generale Magrassi aveva ricordato tempo fa, e noi oggi siamo nella condizione di stabilire un patto, quindi confrontiamoci e andiamo avanti senza reticenze e senza imboscamenti.
  Qui leggo qualcosa che probabilmente vi aiuterà anche a calibrare meglio il tipo di apporto che noi ci attendiamo da voi. Come ho avuto modo di annunciare nelle dichiarazioni programmatiche nella seduta del 28 gennaio ultimo scorso, questa Commissione d'inchiesta (lo ricordava il Presidente Pag. 17Vito) è la quarta in materia e si è data l'obiettivo di dire una parola definitiva, cioè faremo tutto il possibile e cercheremo – se dialetticamente si può dire – di fare anche l'impossibile perché questa sia l'ultima Commissione, quindi non tiratevi indietro.
  Questa è un'opportunità straordinaria che interpella non solo la nostra comune collocazione come status, ma interpella le nostre coscienze, le coscienze di tutti, quindi, noi non ci tireremo indietro, per favore non tiratevi indietro neppure voi.
  Crediamo che mettere un punto fermo su queste vicende sia un dovere non solo istituzionale, ma anche morale, poiché sono in gioco la salute delle persone e la salvaguardia dell'ambiente. Noi speriamo che, dopo aver concluso i lavori di questa Commissione, il principio di precauzione che, pur essendo uno dei cardini della nostra impalcatura giuridica, non viene adeguatamente considerato, possa essere sostituito dal principio di prevenzione, che è molto di più e che costituisce esattamente il punto di arrivo di una società che voglia essere società per gli uomini.
  A tutte queste persone e a quelle che verranno dobbiamo restituire fiducia nelle istituzioni, nonché la garanzia che certe situazioni non debbano più ripetersi. Guardiamo – lo ripetiamo perché purtroppo non ci viene dato adeguatamente credito su questo aspetto – all'amministrazione della Difesa non come a una controparte, è un'aberrazione pensare che il Parlamento possa essere controparte dell'amministrazione della Difesa quando questa, in quanto espressione della pubblica amministrazione, in base alla Costituzione è apparato servente dello Stato. Soltanto chi volesse cadere in questa aberrazione può sostenere una fandonia di questo tipo.
  Ci siamo dati un obiettivo ambizioso, che riusciremo a raggiungere se adeguiamo tempi e modi dell'attività della Commissione. La questione dei tempi non è secondaria, infatti le Commissioni che ci hanno preceduto hanno concluso i loro lavori al termine della legislatura nella quale erano state insediate e le loro proposte non hanno avuto il seguito che avrebbero meritato, se non quello di riproporre il loro lavoro nella legislatura successiva. Mi pare che vi sia chiaro questo aspetto.
  Noi non intendiamo, pur rispettando ciò che hanno fatto coloro che ci hanno preceduto, commettere questo errore, non intendiamo mettere i paletti in profondità subito, in maniera tale che, se dovesse essere necessario sviluppare una sorta di consentita pressione politica, avremmo a disposizione un anno e mezzo o comunque la parte residua della legislatura e non solo qualche giorno, come è capitato in passato.
  Ci siamo posti l'obiettivo di approvare una relazione intermedia entro giugno, una relazione che, anche attingendo dai risultati del lavoro svolto dalle precedenti Commissioni, come espressamente previsto peraltro dalla delibera istitutiva di questa Commissione, presenti al Parlamento le necessarie proposte normative.
  L'obiettivo è quello di tutelare la salute del personale, è questa la sostanziale novità che metodologicamente intendiamo portare avanti. Non è quindi un caso, signori del COCER, se vi abbiamo messo in agenda (permetteteci un pizzico di civetteria), perché è la prima volta che una Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito convoca il COCER, e non vi abbiamo convocati perché avevamo bisogno di esibirvi come i gioielli di famiglia, ma vi abbiamo invitati perché questa è una strada che dobbiamo percorrere insieme e vogliamo individuare insieme le condizioni per percorrerla. Questo non è consociativismo, questa è democrazia.
  Nei lavori fin qui svolti abbiamo posto una particolare attenzione ai limiti rappresentati da quella che qualificati consulenti della Commissione hanno identificato come giurisdizione domestica. Qui godiamo dell'apporto, oltre che di validissimi scienziati, anche di straordinari esperti di diritto e magistrati. Sapete che cosa sia la giurisdizione domestica, perché voi siete utenti della giurisdizione domestica.
  «Domestica» è una parola meravigliosa che evoca, almeno per la mia sensibilità di isolano, il concetto di comunità. In questo caso «domestica» può significare un sistema chiuso, dentro il quale tutto nasce, Pag. 18tutto si svolge e tutto muore. In questo caso «domestico» è alternativo a laico, a terzo, a democratico. Con le leve che la politica ha il dovere di attuare dobbiamo sforzarci di cambiare le regole, in maniera tale che questa benedetta terzietà, che costituisce un elemento insopprimibile e indispensabile delle relazioni umane, sociali, politiche e istituzionali, venga garantita anche nel vostro mondo.
  Garantire le condizioni di sicurezza, semplificare il procedimento risarcitorio. Avete parlato di burocrazia, che c'è in maniera patologica, provocatoria, asfissiante, e la burocrazia è dannosa quando si manifesta nelle condizioni più marginali della vita delle persone, ma quando si manifesta su questioni che riguardano la salute e la vita di coloro che hanno servito il nostro Paese o dei familiari rimasti diventa un crimine.
  Io non so se queste cose (permettetemi un ragionato sfogo) le abbiate sempre dette e non è importante che le diciate voi. Ciò che è importante è che il vostro atteggiamento e la vostra disponibilità siano conseguenti a questa presa d'atto, che queste Camere hanno fatto non solo in questa legislatura, ma anche in passato.
  Il superamento dell'attuale sistema di giurisdizione domestica costituisce l'elemento più importante del nuovo corso che intendiamo proporre e comporta la necessità di individuare un soggetto pubblico credibile e competente, che assicuri la dovuta autonomia, indipendenza e terzietà delle funzioni ispettive di vigilanza che gli verranno assegnate, un soggetto pubblico che possa operare con l'amministrazione della Difesa, al di fuori da ogni vincolo disciplinare o gerarchico.
  È opinione (questo per voi dovrà essere elemento di riflessione) di questa Commissione che questo soggetto possa essere individuato nell'INAIL. L'intero procedimento risarcitorio risulterebbe estremamente semplificato, non essendo più necessario sottoporre a due diverse Commissioni a distanza di tempo il quesito sulla gravità della malattia e la sua eziopatogenesi. Come è ben noto, i giudizi delle Commissioni medico-legali e quelli del Comitato di verifica delle cause di servizio non solo sono pronunciati con tempi burocratici che troppo spesso non coincidono con i tempi della malattia, ma risultano sistematicamente impugnati e contraddetti dagli organi giurisdizionali. In tutti questi casi, come lei, signor generale, ha acutamente osservato all'inizio, ai drammi della malattia si aggiunge l'odissea di un lungo e difficile iter burocratico.
  Riteniamo quindi ormai superata (riprendo le puntuali considerazioni delle colleghe Grillo e Carrozza), se non addirittura fuorviante, la pretesa di cercare di pervenire all'individuazione di un nesso causale oggettivo, in quanto risulta ormai scientificamente acclarata la sussistenza di molteplici fattori di rischio in grado di generare le patologie tumorali in concorso tra loro.
  È necessario, quindi, che si chiarisca l'ineluttabilità – vorrei dire provocatoriamente – dell'applicazione del principio della multifattorialità e della cosiddetta «probabilità qualificata» Si tratta peraltro dei princìpi adottati dagli organi giurisdizionali nelle loro sentenze, ma sono anche gli stessi principi adottati dall'INAIL.
  Tutto questo deve diventare una proposta di legge da proporre al Parlamento, perché nella relazione intermedia che ci accingiamo a predisporre, ad esaminare come Commissione e ad approvare, saranno contenute delle proposte di legge. Non ci limiteremo infatti alla diagnosi, ma individueremo anche la cura, la terapia, e non perché siamo geni dalla politica, ma perché ce l'ha chiesto il Parlamento, perché nella deliberazione istitutiva di questa Commissione è detto: tu, Commissione valuta, approfondisci, svolgi un'inchiesta e poi dicci cosa ritieni che si debba fare.
  Questi sono i termini che ho voluto riprendere a beneficio di tutti i presenti, ma anche di certe rappresentanze che in questo momento presenti non sono, affinché in nessuno possa maturare l'idea che ci si possa incartare in valutazioni di carattere pseudo scientifico o pseudo politico senza arrivare a destinazione.
  Inizieremo insieme, checché ne dica qualcuno, non abbiamo ancora scritto la relazione intermedia, vorrei tranquillizzarvi, è Pag. 19una relazione che scriveremo insieme e che dobbiamo iniziare a scrivere dalla prossima settimana. Ricordate c'è stato detto che eravamo dei folli a pensare di poter presentare una relazione intermedia con le proposte normative a giugno, e proprio per non essere folli la presenteremo a maggio. Ci sono già tutte le condizioni perché il Parlamento presto possa essere posto nelle condizioni di trovare la soluzione.
  Conoscendo la sua cortesia, ritengo che lei voglia rivolgere un saluto alla Commissione, quindi le lascio la parola e le chiedo gentilmente di farci sapere se vi sarà possibile tornare nella data che abbiamo proposto.

  PAOLO GEROMETTA, Presidente del Consiglio Centrale di Rappresentanza Interforze (COCER). Intanto vorrei veramente ringraziare sia il presidente che tutti i membri della Commissione per le vostre domande, che sono state tutte interessantissime e tutte ci offriranno sicuramente spunti di approfondimento e stimoli per trovare le risposte più trasparenti, più corrette e più chiare nei confronti di ogni domanda.
  Se mi permette, vorrei però dire una cosa che mi sento di dire subito, perché vedo che ognuno di noi ha cercato di sgombrare subito il campo da eventuali dubbi o da eventuali fantasmi. Personalmente nessuno mai ha provato in qualche modo a interferire nella mia attività, e non mi è stato mai rappresentato di interventi di questo genere.
  Devo dire questo, perché deve essere chiaro che ognuno di noi opera secondo la propria coscienza, secondo il proprio essere sia uomo che militare. Posso assicurare che assolutamente non ho mai subìto questo tipo di pressioni, non le ho avute neanche in questo frangente, e in ogni caso esiste poi la mia coscienza. Io sono un soldato, sono un soldato convinto e dopo quarantadue anni di servizio vi posso assicurare che sento il privilegio di essere contento di aver fatto questa scelta. Se tornassi indietro, la rifarei, con tutti i rischi, con tutti i sacrifici e con tutto quello che è costato a me e ai miei cari, soprattutto ai miei cari.
  Davanti a questo io non permetterei mai a nessuno di fare pressioni nei miei confronti. Qui vengo poi a un aspetto che ha richiamato l'onorevole Cova. Io sono un comandante e le rispondo da comandante: non sono stato mai al comando dei miei uomini e delle mie donne, io sono sempre stato al servizio dei miei uomini e delle mie donne, e in questo concetto di servizio le posso assicurare che l'integrità personale, che l'attenzione per i propri uomini e donne è sempre prioritaria rispetto a ogni cosa. Si fa di tutto per cercare di salvaguardare le proprie persone, è il primo dovere di un comandante proprio in questo concetto di servizio.
  È chiaro che però la nostra attività è specifica, tanto che lo stesso Parlamento ha riconosciuto con una propria norma la specificità del nostro compito, e in questa specificità ovviamente ci sono aree di rischio che purtroppo si cerca in tutti i modi di ridurre, ma è un limite tendente allo zero.
  Le posso quindi assicurare che si fa sempre di tutto e credo che proprio la prevenzione parta dall'aspetto più importante che la costituisce, l'addestramento, che (parlo da addestrato e da addestratore) è l'elemento fondamentale per preparare, salvaguardare e tutelare il personale. Più riusciamo ad addestrarci, più riusciamo a prepararci e meno rischi corriamo in futuro. Questo è un aspetto importante in cui posso assicurare che tutti, almeno nell'ambito delle nostre strutture, cercano di spendere in termini di risorse il più possibile, perché è fondamentale.
  Ritengo che, anche alla luce del suo intervento, signor presidente, che ho trovato molto profondo, molto ricco di spunti, su cui dobbiamo lavorare (e sicuramente non ci imboscheremo, glielo assicuro, non ci siamo mai imboscati nella nostra vita e cercheremo di non iniziare in questa occasione), avrò bisogno di tempo perché dobbiamo coinvolgere gli altri – la nostra struttura non è fissa su Roma –, anche per un discorso di democraticità interna devo sentire tutte le componenti perché è giusto e corretto che sia così, quindi faremo il prima possibile, però nei tempi che ci consentiranno Pag. 20 anche di dare delle risposte più compiute possibile, cioè dirvi dove possiamo rispondere e dove invece non abbiamo elementi perché effettivamente non li abbiamo.
  Dove però abbiamo elementi li raccoglieremo e cercheremo di svolgere il lavoro più compiuto possibile. Grazie.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa agli altri auditi, ma diamo per acquisito che il vostro presidente sia talmente autorevole da rappresentare i vostri punti di vista. Grazie ancora a tutti.
  Desidero precisare che neppure noi ci siamo imboscati, ma abbiamo potuto sforare fino alle 10.20 perché non ci sono votazioni, quindi non abbiamo rubato tempo a nessuno.
  Nel ringraziare i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.20.