XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Giovedì 3 marzo 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 

Audizione del Segretario generale del Ministero della difesa, Carlo Magrassi:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 
Magrassi Carlo , Segretario generale del Ministero della difesa ... 4 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Nizzi Settimo (FI-PdL)  ... 10 
Zardini Diego (PD)  ... 10 
Amato Maria (PD)  ... 11 
Catalano Ivan (Misto)  ... 11 
Carrozza Maria Chiara (PD)  ... 11 
Grillo Giulia (M5S)  ... 11 
Duranti Donatella (SI-SEL)  ... 12 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 12 
Boldrini Paola (PD)  ... 12 
Cova Paolo (PD)  ... 13 
Rizzo Gianluca (M5S)  ... 13 
Lacquaniti Luigi (PD)  ... 13 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 14 
Magrassi Carlo , Segretario generale del Ministero della difesa ... 15 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIAN PIERO SCANU

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Segretario generale del Ministero della difesa, Carlo Magrassi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Segretario generale del Ministero della difesa, Generale Carlo Magrassi. Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  L'audizione del Generale Magrassi, che notoriamente rappresenta un importante punto di riferimento per l'oggetto della nostra inchiesta, fa seguito, benché a distanza di molti anni, ad un'analoga audizione del Segretario Generale della Difesa del tempo, nella persona del Generale Claudio Debertolis, audizione svolta presso la Commissione d'inchiesta che allora era incardinata nel Senato della Repubblica il 10 ottobre 2012.
  Con grande piacere do a nome della Commissione il benvenuto al Generale Carlo Magrassi per la cortesia con la quale ha aderito con immediatezza al nostro invito e per la particolare cura con la quale ha voluto disporsi a questo nostro odierno incontro.
  Il Generale Magrassi è accompagnato dal Generale Nicolò Falsaperna, Vice Segretario Generale della Difesa, dal Consigliere Franco Massi, Vice Segretario Generale della Difesa, dalla dottoressa Giovanna Romeo, Capo del VI reparto del Segretariato generale della Difesa, e dal tenente colonnello Cesario Totaro, Capo segreteria particolare del Segretario generale, ai quali diamo il benvenuto.
  Un abbrivio molto limitato e veloce solo per introdurci all'argomento e lasciare subito la parola al Generale Magrassi. Tra le numerose competenze che gli sono attribuite nella veste di Segretario generale della Difesa, il decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010 ha compreso anche quelle relative alla sicurezza e alla prevenzione.
  Tali competenze hanno a che fare tra l'altro con l'individuazione degli incarichi cui sono associate le funzioni di datore di lavoro per l'area tecnico-amministrativa e tecnico-industriale della Difesa, con lo svolgimento di una funzione di indirizzo e coordinamento in materia di attività antinfortunistica e prevenzionistica negli ambienti di lavoro della Difesa, che coinvolge, ai sensi della stessa, gli organi di vertice delle Forze armate.
  In particolare, la Commissione è interessata a conoscere l'attività di tale unità e più nello specifico se vi sia un coordinamento con il Comitato per la prevenzione e il controllo delle malattie. È appena il caso di ricordare che nella passata legislatura la Commissione d'inchiesta istituita presso il Senato nella conclusione dei propri lavori espresse un giudizio molto severo sull'operato del citato Comitato, invitando addirittura il Ministro pro tempore ad astenersi dal prorogarlo.Pag. 4
  Vorrei porre infine qualche questione relativamente alle competenze specifiche nel settore indicato, precisando, signor generale, la laicità della domanda. Il regime speciale, che taluni definiscono anche giurisdizione domestica, rappresenta una delle caratteristiche delle Forze armate. Verifichiamo questo regime speciale in relazione alle attività che riguardano la verifica sullo stato di salute dei militari, la loro eventuale esposizione con conseguenze eventualmente patologiche a seguito dell'attività svolta o nei teatri delle missioni di pace o nelle attività ordinarie.
  Noi saremmo particolarmente interessati a conoscere la sua disponibilità in quanto Segretario Generale della Difesa a ragionare insieme alla Commissione sull'opportunità che tutta la procedura, che muove dall'esordio di certe patologie e conduce a stabilirne l'effettiva sussistenza e il grado di intensità, possa essere sottratta a questa giurisdizione domestica e consegnata ad ambiti che siano davvero più laici.
  Questo non perché la Commissione abbia motivo per manifestare forme di diffidenza nei confronti dell'operato delle Forze armate (siamo assolutamente convinti che le Forze armate in tutte le proprie articolazioni come presidio del nostro Paese siano assolutamente all'altezza dei loro delicati compiti), ma perché non è inverosimile che il notevole contenzioso in materia possa essere anche originato da un'anomala commistione fra controllore e controllato nell'ambito di una gerarchizzazione dei rapporti, che in qualunque contesto (non solo in quello che stiamo esaminando in questa sede) costituirebbe una sorta di limitazione nell'esercizio delle funzioni d'istituto semplicemente per un aspetto umano piuttosto che professionale.
  Ho già avuto modo, signor generale, di parlarle per le vie brevi di questa questione, ho potuto verificare, come sempre mi è accaduto nei suoi confronti, il massimo dell'apertura e della disponibilità. La materia della sicurezza è ragione principale dell'esistenza di questa Commissione, la funzione delegata d'inchiesta con il possibile ricorso agli strumenti della magistratura ordinaria per noi costituisce un’extrema ratio che ci auguriamo di non dover mai esercitare, perché confidiamo nella leale collaborazione con tutte le istituzioni, e in particolare oggi siamo lieti di manifestare nei suoi confronti, per il suo alto ufficio, la certezza che questa leale collaborazione ci sarà, in considerazione anche della già dichiarata volontà di questa Commissione di essere l'ultima Commissione.
  Come abbiamo già detto in molte circostanze, infatti, è la quarta Commissione e tutti i commissari sono convinti debba essere l'ultima, perché significherebbe che saremmo stati capaci di arrivare alla soluzione del problema, e perché sia l'ultima Commissione vorremmo poter toccare con mano la leale collaborazione già da questa mattina.
  Con questo spirito e con questo auspicio, signor generale, ringraziandola ancora per la sua presenza le do la parola.

  CARLO MAGRASSI, Segretario generale del Ministero della difesa. Buongiorno a tutti, desidero anzitutto ringraziare il presidente e i componenti della Commissione per la convocazione odierna sui temi concernenti una problematica all'attenzione della Difesa quale quella dell'assistenza al personale che ha contratto infermità a seguito del servizio prestato o in qualche modo connesse ad attività svolte nell'ambito dell'amministrazione della Difesa.
  Si tratta di una problematica che impegna da tempo il Segretariato generale dalla Difesa in sinergia con le altre articolazioni del Dicastero, delle aree tecnico-operativa e tecnico-industriale, e con le altre amministrazioni con l'intento di apprestare il massimo grado di assistenza al personale, secondo la linea più volte ribadita dal Signor Ministro della Difesa, che pone al primo posto la sicurezza e la tutela del personale sotto ogni profilo.
  Come sapete, sono entrato in servizio da pochi mesi, la mia esperienza è limitata, però dalle parole del presidente ricavo che l'attenzione è su un aspetto importante, il dolore, che si esprime nell'essere Pag. 5umano in due modi, quello fisico e quello mentale. Al dolore fisico non c’è rimedio, a quello mentale si può a volte porre rimedio con delle attenzioni, quindi il mio intervento di oggi, in cui descriverò quanto stiamo facendo, vuole essere solamente il primo, sono a disposizione per tornare a fornirvi tutte le conoscenze di cui avete bisogno per le vostre attività e le vostre decisioni, però dalle sue parole capisco che si può fare ancora qualcosa, qualcosa che nell'esperienza di questo percorso ci sta dicendo che c’è ancora del dolore che possiamo ridurre.
  Questa non è solo una mia posizione, ma credo sia il pensiero del Ministro della difesa: dove possiamo intervenire noi vogliamo intervenire. Siamo quindi ben lieti di questa iniziativa, che credo voglia porre rimedio a questo aspetto, in modo da ridurre al minimo quel dolore che non si può purtroppo lenire. Mi rendo quindi disponibile proprio in questa direzione.
  Leggerò dunque questi aspetti e poi sarò disponibile a rispondere a tutte le vostre domande, ma, se mi permettete, vorrei rispondere prendendomi del tempo, perché sono domande delicate, importanti e dobbiamo dare le risposte giuste, perché se le domande giuste hanno risposte giuste, di solito poi ci sono le soluzioni, quindi vi chiederò la pazienza di trovare un altro momento per riascoltarmi, se sarà possibile.
  Non vorrei soffermarmi sulle singole disposizioni normative proprio per non tediare eccessivamente con una conoscenza che già avete sicuramente più di me, ma ad ogni buon conto ho predisposto una scheda tecnica di sintesi che consegnerò alla Commissione. Procederei piuttosto ad illustrare gli aspetti attinenti alla materia di competenza del Segretariato generale, cercando di fornire il contributo tecnico che la Commissione si attende, sulla base delle conoscenze e delle esperienze appartenenti al patrimonio dell'area tecnico-amministrativa della Difesa e in particolare le cautele e le garanzie poste in essere in materia di armamento, sia al momento della sua acquisizione che per la manutenzione compiuta durante il suo ciclo di vita.
  Vorrei parlare anche delle procedure amministrative seguite in caso di insorgenza di patologie correlate a esposizione ad agenti patogeni nel personale dipendente, al fine dell'attribuzione dei previsti indennizzi, e dell'indirizzo di coordinamento in materia di prevenzione antinfortunistica negli ambienti di lavoro della Difesa.
  Tra le diverse attribuzioni assegnate al Segretariato dagli articoli dal 40 al 44 del decreto legislativo n. 60 del 2010, assume un rilievo particolare la definizione d'indirizzo delle attività di studio, ricerca e sviluppo, acquisizione e produzione anche in un contesto di cooperazione internazionale, finalizzata a dotare le Forze armate dei mezzi materiali necessari per svolgere la loro missione.
  Per quanto riguarda in particolare le attività di acquisizione il Segretariato, attraverso le competenti Direzioni tecniche degli armamenti terrestri, aeronautici, navali, nonché informatici e telematici provvede all'acquisizione e alla manutenzione nel corso del loro ciclo di vita dei mezzi e dei materiali di armamento in dotazione alle Forze armate, svolgendo tale compito con una particolare attenzione alla sicurezza del personale che dovrà utilizzarlo. Al riguardo, che mi risulti non sono stati mai acquistati per le Forze armate italiane armamenti contenenti uranio impoverito.
  Con l'occasione vorrei menzionare la vicenda relativa all'individuazione dei materiali e della componentistica dei mezzi e degli armamenti delle Forze armate contenenti tracce di amianto. L'amministrazione, infatti, in linea con le disposizioni vigenti, ha agito e agisce costantemente al fine di individuare la sussistenza di situazioni di rischio per l'esposizione ad amianto per il proprio personale e intraprendere, nei casi in cui tali esposizioni siano superiori al valore fissato per legge, le azioni necessarie a perseguire la tutela della salute e della sicurezza del personale stesso.Pag. 6
  Come è tristemente noto, l'amianto è stato autorizzato in diversi settori dell'industria, compresa la cantieristica navale, civile e militare, almeno fino alla metà degli anni Ottanta. Considerato che le malattie ad esso correlate hanno purtroppo notoriamente un periodo di latenza che può arrivare anche ad alcuni decenni, deve ritenersi che le patologie amianto correlate che oggi si registrano siano riconducibili al periodo antecedente la conoscenza della nocività per la salute dell'uomo di tale minerale, il cui utilizzo è stato vietato solo con l'entrata in vigore della legge n. 257 del 1992, recante norme relative alla cessazione dell'impiego di tale materiale.
  Nello specifico, le Direzioni tecniche degli armamenti dipendenti dal Segretariato generale sono impegnate – già da prima che il decreto legislativo n. 81 del 2008 fissasse la soglia limite per l'esposizione all'amianto nei luoghi di lavoro a 0,1 fibre per centimetro cubo di aria, calcolato come media ponderata nel tempo di 8 ore – in una molteplicità di azioni in collaborazione con gli Stati maggiori di Forza armata a tutela dell'ambiente e del diritto alla salute del personale civile e militare della Difesa.
  In particolare, gli interventi di verifica e di bonifica dell'amianto posti in essere possono essere così sintetizzati. Per quanto riguarda gli aeromobili la competenza articolata del Segretariato generale, a seguito delle informazioni pervenute dalle ditte costruttrici, ha potuto consolidare il quadro relativo alla possibile ubicazione dell'amianto negli aeromobili costruiti prima del 1992 come riconducibile ad alcuni componenti o assiemi.
  È stata quindi avviata e proseguita negli anni un'attività di sostituzione delle parti contenenti amianto mediante prescrizioni tecniche, eliminando le possibili fonti di contaminazione e il relativo impatto per tutte le linee di aeromobili, ad eccezione di alcune per le quali la sostituzione dei materiali contenenti amianto è tuttora in corso, sulla base delle indicazioni tecniche fornite più di recente dalle ditte costruttrici. Loro hanno la conoscenza delle percentuali dei valori, noi possiamo solamente effettuare analisi a campione.
  Per le unità navali già dagli anni Novanta si è iniziato a provvedere alla bonifica di quelle entrate in servizio prima del 1992 effettuando, attraverso appositi contratti stipulati con ditte specializzate nel settore, la mappatura e la messa in sicurezza dei materiali contenenti amianto, i quali, se ancora presenti a bordo, sono sottoposti da parte di personale qualificato a verifiche e controlli periodici in attesa della loro rimozione, quindi vengono di fatto messi in condizione di non nuocere con vernici particolari e coperture e tenuti sotto controllo in attesa di sostituzione.
  Anche per quanto riguarda gli armamenti terrestri prodotti e acquisiti prima del 1992 è stata riscontrata presenza di amianto, ma anche in questo caso – che mi consti – quelli ancora in servizio sono stati bonificati da parte di ditte specializzate e autorizzate, previa la stipula di appositi contratti di rimozione.
  L'acquisizione di nuovi aeromobili, unità navali, armamenti terrestri a seguito dell'entrata in vigore di questa normativa, che ha messo al bando l'amianto, è stata adeguata alle disposizioni di legge.
  Quanto invece al tema delle procedure amministrative seguite in caso di insorgenza di patologie correlate all'esposizione ad agenti patogeni del personale della Difesa, al fine dell'attribuzione degli indennizzi previsti, il legislatore in materia di vittime del cosiddetto «uranio impoverito» ha operato vari interventi, che citerò non in ordine cronologico, ma secondo la minore o maggiore complessità del nesso causale previsto al fine della corresponsione dei benefici.
  Uno stanziamento di 10 milioni di euro una tantum per interventi sanitari in favore di personale affetto da infermità letali, invalidità o inabilità permanente, nonché per il monitoraggio delle condizioni sanitarie del personale della Difesa e delle popolazioni abitanti nelle aree interessate a conflitti nelle quali fossero in corso missioni internazionali (legge finanziaria Pag. 72007); uno stanziamento a regime di 10 milioni di euro annui, per la progressiva estensione dei benefici già previsti in favore delle vittime della criminalità e del terrorismo, a tutte le vittime del dovere e alla nuova categoria dei soggetti equiparati alle vittime del dovere, a coloro che in occasione di missioni hanno contratto infermità o dalle quali è conseguito il decesso e che siano riconosciuti dipendenti da cause di servizio «per le particolari condizioni ambientali o operative» (legge finanziaria 2006); uno stanziamento di 30 milioni di euro nel triennio 2008-2010 al fine di pervenire al riconoscimento della causa di servizio e di adeguati indennizzi al personale militare italiano e al personale civile italiano nei teatri di conflitto o nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale, che abbiano contratto – leggo testualmente – «infermità o patologie tumorali connesse all'esposizione o all'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e alla dispersione di nanoparticelle di metalli pesanti in genere prodotte da esplosione di materiale bellico» (legge finanziaria 2008).
  Nella specie l'indennizzo è stato quantificato in un'elargizione di 2.000 euro per punto percentuale di invalidità permanente. La Commissione parlamentare sull'uranio impoverito, istituita presso il Senato della XVI legislatura, cosiddetta Commissione Costa, accogliendo il suggerimento del nostro Dicastero si è fatta promotrice di una modifica, entrata in vigore nel dicembre 2012, degli articoli nn. 603 e 1907 del decreto legislativo n. 66 del 2010, in cui sono state riassettate le norme introdotte con la legge finanziaria del 2008.
  Questo al fine di sostituire il nesso causa/effetto tra l'esposizione all'uranio impoverito e le infermità o le patologie tumorali contratte, che rende necessario, ai fini del riconoscimento della causalità di servizio, l'accertamento all'esposizione stessa, con un nesso di causalità probabilistico, identico a quello previsto dalla legge finanziaria 2006 e già sperimentato come più semplice sotto il profilo della prova del nesso in esame.
  Successivamente, al fine di adeguare i criteri per il riconoscimento della causa di servizio sulla base del diverso nesso di causalità introdotto con la modificazione della norma primaria, è stato disposto l'intervento sulle norme regolamentari e in particolare sugli articoli dal 1078 al 1084 del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 15 marzo 2010, recante Testo Unico delle norme regolamentari in materia di ordinamento militare, entrato in vigore nel 2011.
  Le citate modifiche normative e regolamentari hanno consentito la definizione e il pagamento di numerose istanze di indennizzo. Sottolineo che tale procedura per la concessione di indennizzi è attualmente conclusa, essendo scaduto il termine per la presentazione delle relative domande al 31 dicembre 2010.
  Ciò premesso, la principale forma di indennizzo oggi attribuibile in caso di insorgenza di patologie correlate all'esposizione ad agenti patogeni nel personale della Difesa è quella del riconoscimento dello status di equiparato a vittima del dovere, di cui all'articolo 1, comma 564 della legge n. 266 del 2005, ovvero per l'esposizione a particolari fattori di rischio o a sostanze nocive.
  Il relativo iter procedimentale è articolato secondo quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 7 luglio 2006 in tre fasi:
   1) acquisizione dagli enti comandi di un rapporto informativo che relazioni sull'impiego del militare e sulla sua eventuale esposizione a particolari condizioni ambientali o operative relative al servizio prestato nell'ambiente di missione nazionale o all'estero.
   2) Visita del militare da parte della Commissione medica ospedaliera territorialmente competente per l'effettuazione della diagnosi dell'infermità o lesione lamentata e, sulla base di criteri preventivamente fissati, la relativa percentualizzazione dell'invalidità permanente.
   3) Accertamento del nesso causale da parte del Comitato di verifica per le cause Pag. 8di servizio, organo di consulenza medico-legale in materia di riconoscimento della causa di servizio per tutti i pubblici dipendenti, incardinato presso il Ministero dell'economia e delle finanze e formato da esperti giuridici provenienti da diverse magistrature, dall'Avvocatura dello Stato e dal ruolo dei dirigenti dell'amministrazione dello Stato, nonché da esperti tecnici provenienti dai ruoli degli ufficiali superiori medici delle Forze armate e qualifiche equiparate delle Forze di polizia e ordinamento civile o militare, e dai ruoli dei funzionari medici dell'amministrazione dello Stato, preferibilmente specialisti in medicina legale e delle assicurazioni, ovvero nella specie sulla riconducibilità delle patologie alle particolari condizioni ambientali e operative in cui il militare ha prestato servizio.

  Evidenzio che la disciplina dettata dal Regolamento per il riconoscimento della causa di servizio (articolo 11) non prevede alcuna possibilità per l'amministrazione di discostarsi da tale accertamento, dovendosi limitare eventualmente a una richiesta di riesame, alle cui risultanze è tenuta comunque a conformarsi.
  All'esito del procedimento per il riconoscimento delle infermità come dipendenti da causa di servizio e riconducibili alle particolari condizioni ambientali o operative del personale oppure ai loro superstiti sono corrisposte le seguenti provvidenze, oltre alla pensione privilegiata e all'equo indennizzo: la speciale elargizione di 2.000 euro per punto percentuale di invalidità, soggetta a rivalutazione in favore degli ammalati, la speciale elargizione di 200.000 euro, soggetta a rivalutazione automatica, per i superstiti e aventi diritto; lo speciale assegno vitalizio di circa 1.033 euro mensili soggetto a perequazione automatica e un ulteriore assegno vitalizio di circa 250 euro mensili soggetto a perequazione automatica, oltre a due annualità di pensione comprensive di tredicesima mensilità a favore dei familiari superstiti aventi diritto alla pensione di reversibilità.
  A quanto sopra deve aggiungersi l'esenzione dal pagamento dei ticket per ogni prestazione sanitaria, il riconoscimento del diritto all'assistenza psicologica a carico dello Stato e il diritto al collocamento obbligatorio del coniuge e dei figli superstiti o dei fratelli conviventi a carico qualora siano gli unici superstiti dei soggetti deceduti o resi permanentemente invalidi.
  L'amministrazione della Difesa è inoltre impegnata nell'attività di supporto al personale che ha contratto patologie invalidanti e ai familiari di coloro che sono deceduti. A tal fine è stata pubblicata sul sito web della Difesa una guida pratica per interventi assistenziali e benefici previdenziali a favore del personale militare e civile della Difesa, redatta dallo Stato Maggiore in collaborazione con alcune strutture dell'area tecnico-amministrativa, con l'intento di fornire al personale della Difesa, nonché ai cittadini italiani interessati a vario titolo uno strumento utile per conoscere tutti gli adempimenti necessari alla corretta istruzione delle pratiche medico-legali, nonché di quelle assistenziali e previdenziali.
  Presso la Direzione generale della previdenza militare è stata inoltre creata l'area denominata Servizio speciali benefici, che tratta ed eroga i benefici previsti per le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, del dovere e per i soggetti equiparati alle vittime del dovere. Oltre a ciò, l'amministrazione della Difesa e in particolare la Direzione generale della previdenza militare garantisce al personale in via sussidiaria il rimborso della parte di spesa per le cure non garantite dagli organismi pubblici deputati ad assicurare le prestazioni sanitarie per le patologie da cause di servizio.
  Possono pertanto essere rimborsate le spese sanitarie – limitatamente agli importi non corrisposti dal Servizio sanitario nazionale – per la fornitura di protesi, prestazioni sanitarie, ricoveri d'urgenza, ricoveri all'estero o in centri di altissima specializzazione, sostenute dal personale Pag. 9militare in servizio o in quiescenza che contrae lesioni, ferite e/o patologie giudicate dipendenti da causa di servizio.
  Passando ora al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, la cui normativa generale trova applicazione alla Difesa tenendo conto delle effettive e particolari esigenze connesse al servizio espletato e alle peculiarità organizzative individuate nell'apposito Regolamento, il Segretariato generale svolge anche funzioni di tutela della salute del personale.
  In particolare, fornisce direttive di indirizzo in materia di antinfortunistica e prevenzione sui luoghi di lavoro, medicina e igiene del lavoro, orientando gli organi che nell'ambito delle Forze armate sono deputati all'applicazione della normativa in materia, ad eccezione dei profili sanitari, che sono di competenza dell'Ispettorato generale per la sanità militare, istituzione nell'ambito dello Stato maggiore della Difesa. Fornisce inoltre direttive di indirizzo anche sulla formazione in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro del personale dipendente.
  Il Segretariato generale assicura direttamente le funzioni di vigilanza per gli enti dell'area tecnico-amministrativa e organizza e coordina i servizi di vigilanza antinfortunistica, che, analogamente a quanto previsto dalla normativa generale per le Forze di polizia e i Vigili del fuoco, all'evidente fine di tutelare i particolari vincoli di riservatezza e operatività che caratterizzano il comparto, sono affidati a organismi sanitari e tecnici istituiti presso l'amministrazione.
  Gli ispettori in servizio presso ciascuna Forza armata sono a tutti gli effetti ufficiali di polizia giudiziaria ed esercitano le relative funzioni con il potere di segnalazione alla magistratura e di irrogazione di sanzioni. La loro attività si svolge secondo le procedure disciplinate dal decreto legislativo n. 758 del 19 settembre 1994, recante Modifiche alla disciplina sanzionatoria in materia di lavoro.
  In materia ambientale il Segretariato generale ha avviato un'azione di stimolo e di coordinamento per le dipendenti articolazioni che si occupano di procurement, ivi incluso quello in materia di armamenti, ove sussistano margini di flessibilità, al fine di qualificare anche dal punto di vista ambientale l'attività di acquisizione di beni e servizi.
  Si tratta, in estrema sintesi, di quella che viene chiamata la Green Public Procurement, ovvero della verifica delle possibilità di inserire criteri di qualificazione dell'impatto ambientale che può avere nel corso del suo ciclo di vita dall'estrazione della materia prima allo smaltimento del rifiuto nella domanda che le pubbliche amministrazioni esprimono in sede di acquisto di beni e servizi. Nell'acquisizione verifichiamo quindi che quanto prodotto abbia nel suo ciclo anche il rispetto degli aspetti ambientali.
  Il Segretariato generale è dunque impegnato per quanto attiene agli aspetti di prevenzione nel predisporre atti, direttive e documentazione, finalizzati a realizzare nei luoghi di lavoro e di intervento delle Forze armate quelle condizioni equivalenti di tutela e sicurezza di tutto il personale dipendente, in continuo e costante coordinamento con gli organi di vertice delle Forze armate nell'ambito degli obblighi derivanti dal rispetto dei princìpi generali di tutela della salute dei lavoratori, dettati dalle norme in vigore, ma attualizzati nel peculiare contesto delle attività istituzionali, che l'operatività dello strumento militare spesso richiede.
  In tale contesto si inserisce, in un'ottica di assoluta trasparenza, l'accordo di collaborazione sottoscritto nel febbraio 2015 con l'INAIL quale organismo nazionale d'eccellenza in materia di sicurezza sul lavoro, per la promozione di azioni di prevenzione inerenti alla gestione di alcuni specifici rischi connessi all'attività delle Forze armate.
  In particolare, tale accordo è stato già applicato al fine di incidere concretamente sui livelli di salute e sicurezza dei lavoratori eventualmente esposti a fibre aerodisperse di amianto, e ha consentito l'adozione nel dicembre 2015 di linee di indirizzo nella gestione del rischio amianto eventualmente presente negli aeromobili ad ala rotante.Pag. 10
  Segnalo infine l'intenzione di ampliare l'accordo di collaborazione con l'INAIL anche alla consulenza per la gestione di altri rischi diversi dall'amianto, connessi all'attività delle Forze armate, attraverso la sottoscrizione di un'apposita dichiarazione di intenti.
  Ciò posto, quale Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, incarico assunto pochi giorni fa, considero un punto fermo la salute del personale della Difesa, al quale il Segretariato continuerà a prestare la dovuta attenzione in relazione a tutti gli ambiti di competenza.
  Concludo rinnovando il mio personale ringraziamento al presidente e a tutti i componenti della Commissione e confermo la mia disponibilità – ovvia e scontata – a fornire ulteriori informazioni di specifico interesse. Oggi sarò molto lieto di ricevere le domande proprio perché queste domande devono aiutare (e come italiano mi sento parte di questo sistema) a raggiungere la condizione di cui ho parlato all'inizio del mio intervento. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, signor generale, vorrei ringraziarla per la totale assenza di reticenza che mi è parso di cogliere nella sua relazione. Questo costituisce per noi un ottimo punto di partenza, tanto che, se i colleghi saranno d'accordo, chiederei loro di limitare le domande ad aspetti che possano essere trattati nell'arco di un quarto d'ora, per poi svilupparne altre sulla base dell'impostazione che il Generale Magrassi ha voluto dare, anche in relazione alle procedure che il generale ha richiamato.
  Benché fosse assolutamente implicita la volontà del Parlamento allorché ha voluto ricostituire una Commissione d'inchiesta, volontà che rimane quella di fare chiarezza, ma soprattutto di trovare soluzioni, perché un chiarimento privo di una conseguente soluzione rimane un esercizio accademico, perfino eticamente offensivo, il secondo tempo che affronteremo con lei, signor generale, sarà fondamentalmente dedicato alla proposta di modalità di soluzione di questi problemi e saremmo lieti di registrare quando lei tornerà, magari fra un paio di settimane, la piena disponibilità del suo ufficio ad accogliere queste nostre istanze.
  Lascio quindi la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SETTIMO NIZZI. Grazie, presidente, grazie, signor generale per la relazione che ha svolto. Ho sentito che il nostro Esercito non ha mai acquistato armamenti che contenessero uranio impoverito. I nostri militari sono stati sottoposti a polveri o colpiti da armamenti contenenti uranio impoverito da fuoco amico oppure hanno utilizzato armamenti acquistati non dall'Italia ma da altri Stati, facenti parte di aggregazioni di Stati in particolari associazioni ? Grazie.

  DIEGO ZARDINI. Anch'io ringrazio il Generale Magrassi di questa relazione molto puntuale e precisa, che avremo modo di rivedere con calma. Nel frattempo mi sento già di fare una riflessione, perché da un lato ho sentito toni e considerazioni che ci infondono fiducia nel ritenere che il lavoro di questa Commissione insieme alla vostra collaborazione possa portare a risultati concreti, dall'altro però non posso negare che, con tutta la stima e la fiducia che abbiamo nelle Forze armate in tutte le loro articolazioni, c’è la sensazione che sia tutto in ordine.
  Questo deriva sicuramente da uno sforzo che la Difesa ha fatto, però bisogna anche ricordare con sguardo storico le difficoltà dei militari che si sono ammalati e delle loro famiglie, casi veri in cui, come lei rilevava, il dolore emerge con chiarezza e ci tocca tutti.
  Auspichiamo quindi che anche su questo si possa, oltre che fare chiarezza, realizzare quel passaggio in più, che è il vero e unico scopo che secondo il gruppo che rappresento ha questa Commissione: far sì che alcune situazioni non si ripresentino più.
  Passo ad alcune domande tecniche. Le procedure di Green Public Procurement sono sempre state efficaci, quindi perché oggi sono più efficaci del passato ? Per Pag. 11quanto riguarda i protocolli nei teatri di guerra, questi sono stati rivisti. Avete effettuato anche delle analisi rispetto a ciò che è stato ? Questo per capire la differenza tra gli anni Novanta ed oggi e come possano essere messi in sicurezza i nostri militari. Non ho inoltre sentito una riflessione sulle vaccinazioni, ma non so se sia stata una mia disattenzione. Grazie.

  MARIA AMATO. Avrei due domande: quali sono le linee guida per la somministrazione dei vaccini e chi si occupa del rilievo della corretta applicazione delle linee guida ? La domanda viene anche mossa dalle recenti discussioni che hanno riguardato tutte le persone rispetto alle problematiche dei vaccini (non solo i militari) e dalla tematica della medicina difensiva per la legge sul rischio clinico attualmente in discussione per il passaggio al Senato, che riporta come elemento centrale per l'applicazione delle buone pratiche la condivisione di linee guida ben definite.
  I sistemi di protezione dei nostri militari rispetto a quelli delle forze alleate per la difesa dalle polveri di amianto o radioattività sono simili oppure ci sono delle differenze, e le differenze sono per difetto o per eccesso ?

  IVAN CATALANO. I colleghi mi hanno preceduto perché anch'io volevo porre una domanda sui vaccini e nel dettaglio (potrà dare risposta per iscritto) quanti siano i militari che hanno fatto istanza per il riconoscimento di causa di servizio divisi per patologie, e i relativi costi.

  MARIA CHIARA CARROZZA. Grazie, signor generale, per la sua relazione, vorrei fare due domande, una relativa ai confronti internazionali, per sapere se esistano tavoli di confronto sia per quanto riguarda il procurement, sia per analizzare tutte le procedure di protezione in termini di requisiti per i nostri militari in confronto ad altri Paesi europei o nell'ambito della NATO, perché questo per noi è interessante, dato che dobbiamo confrontarci con quanto avviene negli altri Paesi e ci viene chiesto di indagare su questo.
  La seconda domanda riguarda le analisi epidemiologiche, perché dobbiamo partire dalla percezione delle famiglie e delle persone che ritengono ci sia un legame fra le attività svolte durante il servizio prestato e le malattie contratte, e la realtà, cioè se effettivamente sia avvenuto o no. La domanda è molto semplice: è avvenuto per cause di servizio o procedure che al tempo si ritenevano corrette ma non lo erano, c’è stata un'esposizione che ha portato a questo ?
  Abbiamo dei dati epidemiologici molto limitati, in quanto non sono disponibili né coerenti nel tempo, per cui le chiedo quale sia la disponibilità della Difesa a mettere a disposizione il maggior numero di dati possibili per arrivare insieme, nell'interesse di tutti e soprattutto dei nostri cittadini, dei militari e delle loro famiglie, ad accertare questa verità.
  Il motivo per cui si sono susseguite tante Commissioni e ancora oggi siamo qui è che fra la percezione e quanto è stato fatto non c’è un punto di incontro, mentre dovremmo arrivarci e quindi le chiediamo quale sia la vostra disponibilità come Ministero della Difesa a raggiungere questo punto d'incontro per la soddisfazione di tutti.

  GIULIA GRILLO. Comprendendo che ovviamente non potrà dare risposta a tutte queste domande e che ci farà avere le risposte in seguito, sottoscrivo le domande poste dalla collega Amato e dal collega Catalano sui vaccini e sui dati relativi alle richieste di cause di servizio suddivise per patologia.
  Vorrei aggiungere una domanda relativa al Comitato di prevenzione e controllo delle malattie, che risulterebbe ancora attivo, quindi avere un resoconto dell'attività svolta da questo Comitato se è ancora funzionante, sui dispositivi di protezione individuali, perché ci è stato riferito in diverse audizioni che non sempre sono stati utilizzati in diverse missioni, quindi quali, quando, e come e da quando questi protocolli siano attivi.Pag. 12
  Lo stesso vale per le vaccinazioni, perché ci sono state segnalate difformità tra i dati contenuti nei libretti vaccinali dei militari e quanto segnalato nella certificazione vaccinale rilasciata dall'autorità competente, quindi vorremmo capire se esiste un sistema informatico di registrazione di queste somministrazioni e se a questo corrisponde anche un sistema informatico di rilevazione delle reazioni avverse.
  Sulla farmaceutica militare ci interessa capire meglio il meccanismo di acquisto dei vaccini e quindi di gestione e distribuzione degli stessi, quindi la modalità organizzativa. Sulla figura del medico militare ci è stato riferito che in alcuni casi si sarebbero evidenziate delle superficialità nella modalità di somministrazione di questi vaccini che non rispettavano i protocolli. Vorremmo sapere se abbiate un riscontro in merito e cosa succeda qualora venga verificata una condotta non idonea a salvaguardare la salute del militare, grazie.

  DONATELLA DURANTI. Ringrazio anch'io il generale per la sua relazione. Il tema che le vorrei porre riguarda la presenza dell'amianto negli arsenali, in particolare gli arsenali della Marina militare, e a bordo delle unità navali. Vorrei capire a che punto siano le bonifiche, perché ci risulta che non tutte le unità navali siano state bonificate dall'amianto.
  In riferimento al riconoscimento dei diritti previsti dalla normativa sulle vittime del dovere, ci risulta che molti lavoratori, in particolare lavoratori civili della Difesa che sono stati esposti all'amianto, abbiano grandi difficoltà a vedere riconosciuto il diritto come vittime del dovere per modifiche intervenute nel tempo della normativa sul riconoscimento delle cause di servizio, quindi vorrei capire se lei sia a conoscenza di questa situazione e come pensi di intervenire.
  Un altro tema che vorrei porre alla sua attenzione è quello della sorveglianza sanitaria del personale esposto all'amianto. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Vorrei rassicurare tutti che si vota alle 10, quindi abbiamo ancora qualche minuto per porre delle domande. Do la parola alla collega Boldrini.

  PAOLA BOLDRINI. Buongiorno, ringrazio anch'io il generale per la sua esposizione su quanto ha già fatto il Ministero della Difesa rispetto alle precedenti Commissioni.
  Anch'io però devo notare che rispetto a quanto fatto la percezione effettiva, sia dalle audizioni svolte che dal contatto con le persone che hanno avuto problemi, non è quella di dire che abbiamo fatto tutto. Di qui l'auspicio, giustamente evidenziato dal nostro presidente, che questa sia l'ultima Commissione, perché da qui dovranno uscire azioni concrete per individuare un sistema che possa definire un quadro normativo che garantisca almeno che eventualmente si sarà seguiti.
  Una delle cose che infatti ho notato è che quando succedono queste cose purtroppo non c’è un filo conduttore, ci si sente abbandonati. Queste sono le esperienze di tanti che hanno avuto un problema di questo tipo perché, una volta riscontrato, è difficile determinare se sia una causa di servizio e queste persone sono abbandonate e costrette a sostenere costi a proprio carico per tutelare la propria salute. Rispetto all'articolo 32 della Costituzione dobbiamo quindi essere certi che nessuno venga abbandonato per la strada.
  Un'altra parte molto importante del nostro lavoro riguarda la tutela dell'ambiente, quindi anche il tema dei poligoni di tiro. Nelle precedenti Commissioni sono già stati predisposti protocolli per effettuare queste bonifiche. Vorrei capire se esistano dei protocolli certificati di bonifica in collaborazione con il Ministero dell'ambiente, perché il tema delle bonifiche non è un tema semplice o un incarico che (con tutto il rispetto) possa essere assunto dall'ordinamento militare, quindi vorrei sapere a che punto siamo e se vi sia l'intenzione di bonificare quelle aree di utilizzo militare ma anche civile, perché le Pag. 13polveri sottili purtroppo non hanno barriere.
  Relativamente all'utilizzo dell'amianto e quindi alla bonifica nei cantieri navali mi chiedevo se all'interno del controllo in carico al Segretariato vi siano delle figure con dei protocolli, delle certificazioni, che sembrano appesantimenti e invece sono importanti perché si vede quello che si deve fare e, laddove non si è fatto, si riscontra immediatamente, quindi se anche qui ci siano dei protocolli di controllo affinché non vengano usati materiali contenenti amianto.

  PAOLO COVA. Grazie, generale, per la presenza. Vorrei intervenire su un tema già in parte affrontato, su cui vorrei una specifica maggiore, che riguarda le cartelle cliniche e la gestione sanitaria dei militari, perché la percezione è quella di avere delle cartelle cliniche che viaggiano da un Corpo all'altro, girano, ma non c’è una certezza dei documenti presenti.
  Vengono seguiti dei protocolli in cui veramente quello che c’è scritto corrisponde ? Mi chiedo cosa avvenga quando ci sono delle missioni, perché nella normalità tutto ha una sua dinamica e un suo ritmo, mentre quando partono le missioni si innesca un meccanismo di velocità che cambia ogni protocollo. In questa fase cosa è stato messo in atto ? C’è una programmazione precedente da parte dalla gestione del Ministero della Difesa su quali Corpi potrebbero partire, c’è una gestione sanitaria ?
  Questi interventi sul tema delle vaccinazioni o alcuni fattori stressanti che i militari subiscono in questo momento possono essere dannosi. Vorrei sapere se sia stato preso in considerazione, ma soprattutto qual è la gestione delle cartelle cliniche, che non sembra perfetta.
  Al secondo tema ha accennato la collega Boldrini, però mi piacerebbe capire se le aree da bonificare siano messe in sicurezza, perché l'altra percezione è che in alcuni territori di pregio turistico siano comunque accessibili al pubblico o agli animali, e questo potrebbe causare dei danni. Sono state messe effettivamente in sicurezza ?

  GIANLUCA RIZZO. Ringrazio il Generale Magrassi per l'ampia esposizione e per la relazione e vado subito alle domande, cercando di essere veloce.
  C’è un'indicazione da parte dell'amministrazione della Difesa e quindi del Segretariato a definire i contenziosi in essere rispetto ai casi trattati da questa Commissione in via bonaria, senza aggravare le già complicate situazioni dei militari gravemente danneggiati per fatti riconducibili alla loro attività in servizio ?
  Tra l'altro, ci risulta che anni fa al maresciallo Marco Diana sia stato concesso attraverso l'Avvocatura dello Stato un risarcimento di circa 930.000 euro. Quali sono i criteri per definire se procedere per opposizione ai ricorsi o chiudere le vicende in via bonaria ?
  Nonostante le numerose sentenze di condanna per l'amministrazione, ottenute a seguito delle cause risarcitorie, e la conferma medico-scientifica della causa di cancro dovuto allo sviluppo di nanoparticelle a seguito dell'esposizione di ordigni all'uranio impoverito, il Ministero della Difesa continua ad opporsi senza ulteriori nuovi elementi, provocando solo ulteriori ritardi per le vittime, che vanno a sommarsi ad un'assenza dell'amministrazione prima e durante la malattia.
  Secondo quali direttive governative il Ministero continua ad approcciarsi alle tematiche oggetto dell'inchiesta di questa Commissione ? Ne approfitto anche per una risposta a posteriori: vorremo sapere cosa abbiano riferito ai vertici dello Stato Maggiore della Difesa gli ufficiali che seguirono la conferenza stampa del generale Smith tenuta nel Comando di Bagnoli prima dei bombardamenti.
  Quali possono essere i motivi delle discordanze tra i giudizi del Comitato medico ospedaliero e il Comitato di verifica ? Grazie.

  LUIGI LACQUANITI. Ringrazio il generale per l'ampia esposizione odierna, Pag. 14non mi dilungo nel ripetere le domande già poste, che sottoscrivo. Le chiederei di approfondire un tema anche alla luce dei titoli dei giornali di oggi, che prefigurano un nostro intervento in teatri bellici stranieri.
  Al di là di quello che potrà essere l'intervento, cosa che ancora non sappiamo, anche in riferimento a quanto ci raccontò nella prima audizione l'Ammiraglio Credendino su come operavano le nostre truppe impegnate all'estero in missioni più o meno di pace, sono stati rinnovati i protocolli che vengono applicati alle nostre truppe in questi teatri ? Faccio riferimento non tanto all'aspetto sanitario quanto a vere e proprie azioni «belliche», se così possono essere definite.
  Quali sono le dotazioni di cui le nostre truppe sono fornite in queste evenienze ? A quanto ci consta da precedenti audizioni, infatti, pare fossero dotazioni assolutamente antiquate e inefficaci. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, collega Lacquaniti. Due minuti prima di lasciare la parola al generale, perché conoscendo la sua cortesia immagino voglia rivolgere un saluto conclusivo alla nostra Commissione.
  Signor generale, credo che la qualità delle domande costituisca la cifra dell'atteggiamento con il quale ciascuno di noi si dispone all'interno di questa Commissione e possa anche rappresentare (questo va a suo merito) un elemento dotato di una valenza pedagogica, perché credo sia emersa in tutta la sua ampiezza la ferma volontà della Commissione di fare chiarezza e di trovare soluzioni.
  Le vorrei fare un esempio: nel decreto attuativo della legge n. 244 in un articolo si dice che «è fatto obbligo ai militari di sottoporsi alle vaccinazioni», in occasione della precedente Commissione l'argomento fu trattato alla presenza di un militare che si era rifiutato di sottoporsi ad una vaccinazione e saltò fuori la verità, cioè che l'articolo 32 della Costituzione è una forza di legge tale da sovrastare qualunque altra disposizione di tipo organizzativo o comunque di carattere interno.
  Perché dunque ci si ostina a far finta di non conoscere le cose, perché ci si ostina a confidare nell'altrui stanchezza o nell'altrui distrazione, perché non si ha la buona volontà di tirar fuori tutto quello che non va bene, anziché avere la tentazione di nascondere sotto il tappeto ?
  Il fatto che questa Commissione abbia deciso di elaborare una relazione intermedia entro giugno, avanzando delle richieste e proponendo delle soluzioni, discende anche da una precisa volontà: quella di avere, se eventualmente ve ne fosse la necessità, un anno e mezzo a disposizione per esercitare una moral suasion, una pressione di tipo politico e ogni altra modalità che la democrazia mette a disposizione perché non ci siano più reticenze e difese ingiustificate di atteggiamenti che negli anni hanno prodotto danni.
  Ho parlato di azione pedagogica perché tutti noi questa mattina abbiamo avuto la percezione di trovarci di fronte ad un interlocutore che intende effettivamente contribuire in maniera attiva e diretta a trattare questi problemi concretamente, senza nascondere alcunché.
  Noi le affidiamo queste domande, signor generale, quando lei tornerà gliene porremo certamente delle altre, però le saremmo molto grati se il filo conduttore che lei utilizzerà nel predisporre le risposte alle domande potesse essere quello di un'amministrazione che, così com’è nella realtà, si faccia carico concretamente della prevenzione, della tutela dell'ambiente, della selezione dei materiali, delle bonifiche.
  Perché si indugia continuamente, confidando nell'altrui stanchezza, a bonificare i poligoni ? Perché, nonostante la precedente Commissione d'inchiesta abbia dato delle precise indicazioni, si fa finta che non sia successo niente ? Perché tutte le volte che si sollevano questi problemi si deve essere definiti antimilitaristi solo perché si fanno valere le buone ragioni che i veri militari sostengono insieme a chi le declina sul momento ? Questa domanda Pag. 15non è retorica, ma credo sia alla base della nostra militanza istituzionale nell'ambito di questa Commissione.
  Noi siamo certi – e di questo la ringraziamo in maniera particolare – che lei saprà rendersi interprete di questo presso l'amministrazione della Difesa, tra non molto audiremo il Ministro della Difesa, la senatrice Pinotti, alla quale con la dovuta cortesia istituzionale rappresenteremo il nostro punto di vista, ma per noi è fondamentale che tutto ciò che rappresenta la macchina dell'amministrazione, che è guidata da persone sagge e competenti, si disponga da subito ad apportare le necessarie correzioni, confidando nel buonsenso degli interlocutori e non nella loro eventuale distrazione, perché il nostro auspicio è di non distrarci su nulla e di trovare anche l'aspetto più recondito da sottoporre alla soluzione dell'amministrazione della Difesa.
  Immagino che lei voglia salutarci e quindi le do la parola prima di chiudere la riunione.

  CARLO MAGRASSI, Segretario generale del Ministero della difesa. Grazie, signor presidente, grazie, onorevoli. Oltre al grazie, vorrei dire che è stata importante questa numerosa quantità di domande che è stata rivolta, perché mi ha dato una chiara percezione della volontà.
  Nelle vostre domande c’è stato infatti un filo conduttore che è la volontà di risolvere, che non è stata improntata all'indagine che è stata già fatta. Credo ci siano gli organi preposti a fare le indagini, non sono io l'organo preposto a fare indagini: io devo essere uno strumento per fare oggi e per contribuire a risolvere e a darvi le risposte corrette.
  Quello che è scaturito oggi, ed è importante per me, è un messaggio di percezione, e la percezione è importantissima perché è come noi vediamo la realtà, per noi quello che percepiamo è la realtà. Prenderò le vostre domande, le esamineremo, molte esulano dal mio settore di competenza, già nella scorsa audizione ho dichiarato che tenevo a rimanere al mio posto, perché è importante per ognuno rimanere al proprio posto, però è importante anche che voi abbiate delle risposte, quindi io sarò veicolo di queste domande affinché trovino soddisfazione nelle varie sedi di cui è composta la Difesa.
  Il militare nella mia percezione è una persona a cui si chiede qualcosa in più: si chiede di arrivare a rischiare o a mettere la propria vita a disposizione della difesa del Paese. Questa è una differenza che c’è ed è importante, però questa richiesta estrema deve essergli fatta soltanto quando è veramente necessario. Questa è la chiave del discorso.
  Se la percezione (è il discorso dei vaccini e di altre cose) è che venga richiesto un sacrificio della propria esistenza, che può essere totale o parziale, senza una chiara percezione (percezione che poi è vista come realtà dalla persona), si crea questa situazione, ed è la situazione in cui parole quali «sospetto» sono l'indebolimento del sistema militare.
  Il sistema militare deve essere al servizio del Paese, è un sistema che deve essere avulso dalla politica, deve dare al Paese ciò di cui ha bisogno, e in questo c’è anche una chiara percezione di fiducia assoluta nel sistema. Questo è il mondo ideale, però noi dobbiamo tendere a questo ideale, è importante fare questo.
  Questo momento che voi state rappresentando è importante. Noi dobbiamo, attraverso questo esercizio che porterà – me lo auguro e ne sono certo – ad un risultato concreto, contribuire concretamente e nel nostro contributo si tradurrà la percezione che riusciamo a dare di questo mondo militare, che è un mondo al servizio, non è un mondo che deve essere chiuso, riservato, è un mondo che ha i suoi livelli di segretezza solo dove è necessario, dove non è necessario non serve.
  Deve contribuire sicuramente, perché noi abbiamo delle grandi possibilità, a fare in modo di lenire, come abbiamo detto all'inizio, quel dolore che è dato dalla componente dell'attenzione, dell'assistenza, della conoscenza e della percezione, perché alla fine si tratta di percezione.Pag. 16
  Da parte mia ci sarà la massima disponibilità in questo, se avete altre domande sono ben lieto di accoglierle anche successivamente, perché è importante che attraverso questo esercizio si arrivi ad individuare la migliore iniziativa che possa portare a ridurre questa componente, ma anche a fare in modo che sempre più il mondo militare, il mondo che rappresento, la mia componente venga vista come al servizio del Paese. Grazie.

  PRESIDENTE. Siamo noi che la ringraziamo, signor generale, ringraziando anche il Generale Nicolò Falsaperna, il consigliere Franco Massi, la dottoressa Giovanna Romeo, il Tenente Colonnello Cesario Totaro e anche gli uffici. Credo sia stata una riunione molto utile, nei prossimi giorni avrò cura di raccogliere eventuali altre domande da farle pervenire e ci sentiremo fra qualche giorno per concordare il secondo tempo.
  Nel ringraziare i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.