Comunicazioni del presidente
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3
Sulla pubblicità dei lavori
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4
Audizione di Antonio Ianni
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4
Ianni Antonio ... 5
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5
Ianni Antonio ... 5
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5
Ianni Antonio ... 5
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5
Ianni Antonio ... 5
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5
Ianni Antonio ... 5
Lavagno Fabio (PD) ... 5
Ianni Antonio ... 5
Cervellini Massimo ... 5
Ianni Antonio ... 5
Cervellini Massimo ... 5
Ianni Antonio ... 5
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5
Ianni Antonio ... 5
Grassi Gero (PD) ... 5
Ianni Antonio ... 5
Grassi Gero (PD) ... 5
Ianni Antonio ... 5
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5
Ianni Antonio ... 5
Grassi Gero (PD) ... 5
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6
Ianni Antonio ... 6
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6
Ianni Antonio ... 6
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6
Ianni Antonio ... 6
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6
Ianni Antonio ... 6
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6
Ianni Antonio ... 6
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6
Ianni Antonio ... 6
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6
Ianni Antonio ... 6
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6
Ianni Antonio ... 6
Lavagno Fabio (PD) ... 6
Ianni Antonio ... 6
Lavagno Fabio (PD) ... 6
Ianni Antonio ... 6
Fornaro Federico ... 6
Ianni Antonio ... 6
Fornaro Federico ... 7
Ianni Antonio ... 7
Fornaro Federico ... 7
Ianni Antonio ... 7
Fornaro Federico ... 7
Ianni Antonio ... 7
Fornaro Federico ... 7
Ianni Antonio ... 7
Fornaro Federico ... 7
Ianni Antonio ... 7
Fornaro Federico ... 7
Ianni Antonio ... 7
Fornaro Federico ... 7
Lavagno Fabio (PD) ... 7
Ianni Antonio ... 7
Lavagno Fabio (PD) ... 7
Ianni Antonio ... 7
Lavagno Fabio (PD) ... 7
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7
Lavagno Fabio (PD) ... 7
Ianni Antonio ... 7
Lavagno Fabio (PD) ... 7
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7
Giovanardi Carlo ... 7
Ianni Antonio ... 7
Giovanardi Carlo ... 8
Ianni Antonio ... 8
Giovanardi Carlo ... 8
Ianni Antonio ... 8
Giovanardi Carlo ... 8
Ianni Antonio ... 8
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8
Ianni Antonio ... 8
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8
Ianni Antonio ... 8
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8
Ianni Antonio ... 8
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8
Ianni Antonio ... 8
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8
Ianni Antonio ... 8
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8
Ianni Antonio ... 8
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8
Ianni Antonio ... 8
Fornaro Federico ... 8
Grassi Gero (PD) ... 8
Ianni Antonio ... 8
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8
Ianni Antonio ... 8
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Grassi Gero (PD) ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 9
Grassi Gero (PD) ... 9
Ianni Antonio ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 9
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10
Ianni Antonio ... 10
Giovanardi Carlo ... 10
Ianni Antonio ... 10
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11
Ianni Antonio ... 11
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11
Ianni Antonio ... 11
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11
Ianni Antonio ... 11
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11
Fornaro Federico ... 11
Ianni Antonio ... 11
Fornaro Federico ... 11
Ianni Antonio ... 11
Cervellini Massimo ... 11
Ianni Antonio ... 11
Cervellini Massimo ... 11
Ianni Antonio ... 11
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11
Cervellini Massimo ... 11
Ianni Antonio ... 11
Cervellini Massimo ... 11
Ianni Antonio ... 11
Cervellini Massimo ... 11
Ianni Antonio ... 12
Cervellini Massimo ... 12
Ianni Antonio ... 12
Lavagno Fabio (PD) ... 12
Ianni Antonio ... 12
Lavagno Fabio (PD) ... 12
Ianni Antonio ... 12
Lavagno Fabio (PD) ... 12
Ianni Antonio ... 12
Lavagno Fabio (PD) ... 12
Ianni Antonio ... 12
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12
Lavagno Fabio (PD) ... 12
Ianni Antonio ... 12
Giovanardi Carlo ... 12
Ianni Antonio ... 12
Giovanardi Carlo ... 12
Ianni Antonio ... 12
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12
Ianni Antonio ... 12
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13
Ianni Antonio ... 13
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14
Ianni Antonio ... 14
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14
Ianni Antonio ... 14
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14
Ianni Antonio ... 14
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14
Grassi Gero (PD) ... 14
Lavagno Fabio (PD) ... 14
Fornaro Federico ... 14
Gotor Miguel ... 14
Ianni Antonio ... 14
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14
Ianni Antonio ... 14
Lavagno Fabio (PD) ... 14
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14
Ianni Antonio ... 14
Lavagno Fabio (PD) ... 14
Ianni Antonio ... 14
Lavagno Fabio (PD) ... 14
Ianni Antonio ... 14
Lavagno Fabio (PD) ... 14
Ianni Antonio ... 14
Lavagno Fabio (PD) ... 14
Ianni Antonio ... 14
Lavagno Fabio (PD) ... 14
Ianni Antonio ... 14
Grassi Gero (PD) ... 14
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14
Ianni Antonio ... 15
Grassi Gero (PD) ... 15
Ianni Antonio ... 15
Grassi Gero (PD) ... 15
Ianni Antonio ... 15
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15
Ianni Antonio ... 15
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15
Ianni Antonio ... 15
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15
Ianni Antonio ... 15
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15
Ianni Antonio ... 15
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15
Ianni Antonio ... 15
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 15
Ianni Antonio ... 15
Giovanardi Carlo ... 15
Ianni Antonio ... 15
Giovanardi Carlo ... 15
Ianni Antonio ... 15
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16
Ianni Antonio ... 16
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16
Ianni Antonio ... 16
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16
Ianni Antonio ... 16
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16 ... 16
Ianni Antonio ... 16
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16
Ianni Antonio ... 16
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16
Ianni Antonio ... 16
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 16
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIUSEPPE FIORONI
La seduta comincia alle 14.15.
Comunicazioni del presidente.
PRESIDENTE. Comunico che, nella riunione odierna, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di avviare dalla prossima settimana la discussione della relazione sull'attività svolta, in modo da concluderla entro il prossimo 6 dicembre.
Comunico, inoltre, che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha altresì convenuto di:
incaricare il dottor Donadio di acquisire sommarie informazioni testimoniali da una persona informata dei fatti;
incaricare il generale Scriccia e la dottoressa Tintisona di acquisire sommarie informazioni testimoniali da alcune persone al corrente dei fatti, in relazione al filone di indagine su Alessio Casimirri;
incaricare il sovrintendente Marratzu e il sostituto commissario Ferrante di acquisire, presso gli uffici giudiziari di Roma, documentazione giudiziaria di interesse;
trasmettere alla Procura generale di Roma, che ne ha fatto richiesta con lettera del 10 novembre 2017, copia dei materiali processuali depositati dal dottor Federico Cafiero de Raho e dal Giuseppe dottor Lombardo nel corso dell'audizione del 28 settembre 2017, nonché del resoconto della stessa audizione;
autorizzare Paolo Cucchiarelli, che ne ha fatto richiesta, ad acquisire copia della relazione, di libera consultazione, del RIS dei Carabinieri di Roma relativa alla ricostruzione dell'uccisione di Moro acquisita dalla Commissione il 7 novembre 2017.
Comunico poi che:
il 7 novembre 2017 il dottor Donadio ha depositato una nota, riservata, relativa a accertamenti sulla questione del rinvenimento nel covo di via Monte Nevoso di documentazione relativa alle strutture NATO;
il 9 novembre 2017 l'AISI ha trasmesso una raccolta di documentazione, segreta, relativa alla presenza di terroristi italiani nei campi palestinesi in Libano;
il 10 novembre 2017 la dottoressa Tintisona ha depositato una nota, riservata, relativa alla segnalazione di un viaggio a Mosca compiuto nel 1985 da persona oggetto di indagini;
nella stessa data è stato acquisito agli atti il materiale processuale, di libera consultazione, depositato dal dottor Federico Cafiero de Raho e dal dottor Giuseppe Lombardo nel corso dell'audizione presso la Commissione, relativo all'inchiesta cosiddetta «mammasantissima»;
il 13 novembre 2017 il generale Scriccia e la dottoressa Tintisona hanno depositato il verbale, riservato, di sommarie informazioni rese da una persona al corrente dei fatti;
nella stessa data il dottor Donadio ha depositato una proposta operativa, riservata, relativa all'acquisizione agli atti dell'inchiesta delle dichiarazioni rese dal generale Ambrogio Viviani sul ritrovamento delle carte di via Monte Nevoso;
il 14 novembre 2017 il tenente colonnello Giraudo ha depositato una nota, segreta, Pag. 4 con allegato il verbale, parimenti segreto, di sommarie informazioni testimoniali rese da una persona al corrente dei fatti;
il 15 novembre 2017 Gabriele Paradisi ha inviato una memoria, di libera consultazione, relativa alla vicenda di Antonino Arconte;
nella stessa data il colonnello Pinnelli ha depositato copia, riservata, del rapporto giudiziario del 6 maggio 1975, inviato dall'Arma dei Carabinieri alle Procure di Torino, Novara e Milano nonché alla Procura generale di Torino, relativo a Oreste Strano e Brunilde Pertramer;
nella stessa data è stata acquisita agli atti una raccolta di documentazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, comprendente atti, di libera consultazione, relativi alla Legazione di Managua e documenti, riservati, relativi a persona oggetto di indagini;
nella stessa data il colonnello Pinnelli ha depositato un verbale, riservato, di sommarie informazioni testimoniali rese da una persona al corrente dei fatti.
Comunico, infine, che i documenti 968/1 e 968/2 sono stati declassificati a liberi, in quanto riprodotti nella citata relazione del RIS dei Carabinieri di Roma; che saranno declassificati da segreti a riservati i documenti 896/0, 1061/0 e 1110/1-2-3; e che il documento 255/3 sarà duplicato e reso disponibile come documento libero, previa obliterazione dei dati personali sensibili.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Audizione di Antonio Ianni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Antonio Ianni, che ringraziamo per la sua presenza oggi.
Ricordo che l'audizione di oggi è stata deliberata sin dallo scorso anno per completare l'esame dei testimoni presenti in via Fani, che la Commissione ha avviato sin dall'inizio della sua attività. Si tratterà, ritengo, di una audizione non lunga, che serva essenzialmente a mettere a fuoco una serie di questioni proposte alla Commissione in plurime note istruttorie dal dottor Donadio (che non vedo presente).
Il signor Ianni, che nel 1978 svolgeva l'attività di fotoreporter dell'agenzia ANSA, è stato ascoltato il 15 luglio 2015 dai collaboratori della Commissione, ai quali ha dichiarato che il 16 marzo 1978 si trovava a casa e, come era solito fare, ascoltava con un apparecchio ricetrasmittente («baracchino», per capirci) le comunicazioni radio delle forze dell'ordine. Seppe così che era avvenuto un attentato a una personalità politica, che non era stata ancora individuata nominativamente, in via Fani. Si recò subito sul luogo dell'agguato in motocicletta e giunse mentre un'ambulanza stava andando via. Scattò tre rullini di fotografie. Mentre si trovava lì notò un piccolo elicottero bianco, senza segni distintivi, che sorvolava il luogo della strage.
Recatosi poi all'aeroporto militare di Pratica di Mare, poiché il suo direttore gli aveva detto di chiedere il permesso di salire su un elicottero per fare fotografie dall'alto, il signor Ianni domandò a un ufficiale informazioni sull'elicottero da lui visto al mattino. L'ufficiale, dopo aver fatto alcune verifiche, rispose che non risultava la presenza in volo su Roma di un simile elicottero quella mattina.
Un secondo episodio sul quale il signor Ianni si è soffermato è accaduto circa un mese più tardi, e questo l'ha un po’ più inquietato e lo ha anche fatto riflettere che venire a parlare sempre di queste cose non gli fa troppo piacere. Una sera, tornando a casa, la trovò completamente a soqquadro, anche se nulla era stato asportato, neanche la sua pistola con le munizioni; la serratura appariva intatta, non forzata. Recatosi l'indomani al commissariato di Polizia di Monte Sacro per sporgere denuncia, incontrò un funzionario da lui conosciuto, tale dottor Cauto, il quale gli consigliò di lasciar perdere, Pag. 5 dicendo: «È sicuramente roba dell'ufficio politico». Il signor Ianni seguì il consiglio e non denunciò l'accaduto.
Ora, signor Ianni, le pongo una serie di domande.
Anzitutto, sarebbe utile capire – a distanza di quarant'anni, sappiamo la difficoltà – i tempi della sua permanenza in via Fani. Lei ricorda di essere giunto – come ha già detto in passato – mentre l'ambulanza si stava allontanando, quindi possiamo collocare il suo arrivo verso le 9.30, basandoci sui documenti redatti in occasione del ricovero al Policlinico Gemelli dell'agente Zizzi, in particolare il referto di ricovero, che è delle 9.45. Quindi, l'ambulanza l'ha soccorso alle 9.30 e lei è arrivato in questo frangente.
ANTONIO IANNI. Adesso non lo so dire di preciso, però....
PRESIDENTE. Ma lei l'ambulanza l'ha vista andare via?
ANTONIO IANNI. Sì, l'ho vista andare via. Non feci in tempo a fotografarla.
PRESIDENTE. Se ha visto andar via l'ambulanza, il suo arrivo a via Fani dev'essere avvenuto nel tempo intercorso tra le 9.30, quando l'ambulanza è arrivata, e qualche minuto dopo, quando se ne è andata.
ANTONIO IANNI. Il tempo che sono arrivato su, certo.
PRESIDENTE. Lei quanto tempo pensa di aver impiegato per andare da casa a via Fani?
ANTONIO IANNI. Al massimo un quarto d'ora; anche di meno, con la moto. Sui 13-14 minuti.
PRESIDENTE. Quindi lei ha sentito la radio entro le nove e un quarto, grosso modo.
ANTONIO IANNI. Sì. Sono andato a prendere la macchina al garage. Nel tempo che io andavo sotto casa ho sentito la notizia. Ho preso la moto e sono andato.
FABIO LAVAGNO. Che motocicletta era?
ANTONIO IANNI. O era la Kawasaki... Perché ne ho avute più di una, di motociclette, ha capito? La 400 Kawasaki oppure poteva essere la Yamaha, una delle due. Non ricordo di preciso.
MASSIMO CERVELLINI. Lei è partito da Monte Sacro?
ANTONIO IANNI. Da un po’ più su di Monte Sacro.
MASSIMO CERVELLINI. Precisamente?
ANTONIO IANNI. Da Talenti.
PRESIDENTE. È partito da Talenti con una motocicletta giapponese di grande cilindrata.
ANTONIO IANNI. È chiaro che ho spinto un po’.
GERO GRASSI. Giapponese? Non «giapponese», presidente, ma Kawasaki o Yamaha.
ANTONIO IANNI. Non me lo ricordo, sono passati tanti anni...
GERO GRASSI. Va bene, ma non «giapponese» genericamente, perché è un termine vago e può comprendere altre moto.
ANTONIO IANNI. Non ho capito, sono un po’ sordo.
PRESIDENTE. L'onorevole Grassi ritiene improprio che io dica «motocicletta giapponese di grossa cilindrata». Allora diremo «motocicletta giapponese tipo Yamaha o Kawasaki»; ma sempre giapponesi sono.
ANTONIO IANNI. Una è 400 e una 600.
GERO GRASSI. Così va benissimo.
Pag. 6PRESIDENTE. Vogliamo chiedere il colore? Si ricorda?
ANTONIO IANNI. La Kawasaki era grigia e la Yamaha non me lo ricordo tanto bene.
PRESIDENTE. Se lei avesse avuto una Honda l'avremmo tenuta qui fino a domani mattina; quindi, le è andata bene!
Lei arriva a via Fani in un momento, però, relativamente avanzato, verso le nove e mezza.
ANTONIO IANNI. Sì.
PRESIDENTE. La strada doveva essere già piuttosto affollata, in quel momento. Quando lei è arrivato ci sarà stata una marea di gente. Oppure no?
ANTONIO IANNI. No. C'era pochissima gente. Difatti è una cosa che a me è sembrata strana. Mi dissi: «Dopo un fatto del genere, che ci sia così poca gente mi sembra strano». Dopo cinque minuti dal mio arrivo, è arrivata anche la Polizia.
PRESIDENTE. Ma quando arriva lei c'era un po’ di Polizia, sì?
ANTONIO IANNI. No. Non c'era nessuno. C'era soltanto l'autoambulanza; l'ambulanza e basta.
PRESIDENTE. Ma non ha visto persone in divisa?
ANTONIO IANNI. Io parlo di persone in divisa. Poi può darsi pure che ce ne fossero in borghese, questo io non lo so.
PRESIDENTE. Non ricorda se c'erano lì vicino delle macchine d'ordinanza dei Carabinieri, della Polizia, magari all'imbocco verso via Stresa?
ANTONIO IANNI. No, perché se ci fossero state sicuramente non avrei potuto fare quello che ho fatto. Nel senso che ho fotografato dentro la macchina, ho fotografato i cadaveri scoperti e tutto quanto. Mi avrebbero allontanato.
PRESIDENTE. Quindi, lei arriva mentre l'ambulanza va via e in quel momento c'è gente in borghese, ma non vede...
ANTONIO IANNI. Questo non glielo so dire, se c'è gente in borghese. Può darsi. Pochissima gente.
PRESIDENTE. Qualche cittadino, intendo, non poliziotti in borghese.
ANTONIO IANNI. Sì, non è che era proprio vuoto, ma dopo... Ecco, quelle sono le foto. Io ne stavo cercando delle altre, ma non le trovo più.
FABIO LAVAGNO. Presidente, però nel libro di Castronuovo Vuoto a perdere, si fa riferimento ad Antonio Ianni, fotografo dell'ANSA, che ha raccontato – il 28 ottobre 1993 – di essere stato il primo fotografo ad arrivare quella mattina a via Fani e a riprendere per terra la borsa appartenuta a Moro un quarto d'ora dopo il suo rapimento: «Quando arrivai vidi un'ambulanza che partiva e qualche agente di Polizia».
ANTONIO IANNI. No, io questo non l'ho mai detto.
FABIO LAVAGNO. È virgolettato in un libro.
ANTONIO IANNI. E ha detto una stupidaggine grossa quanto un palazzo, guardi. Perché io questo non l'ho mai detto. Se poi c'era Polizia in borghese, era un altro discorso.
FEDERICO FORNARO. Tenga conto che ci sono più e più testimonianze che dicono che effettivamente in quel momento c'erano delle persone...
ANTONIO IANNI. Persone sì, io non lo escludo, però io non ho visto nessuno in divisa.
Pag. 7FEDERICO FORNARO. No, erano in divisa, perché era arrivata già una pattuglia. Ci sono le foto della macchina. C'è anche qualche dato oggettivo.
ANTONIO IANNI. Nelle foto che ho fatto io? Perché dopo cinque minuti sono arrivati tutti. Mica dopo tanto. Perciò è cinque minuti dopo...
FEDERICO FORNARO. Per dirla tutta, a telefonare per chiamare l'autoambulanza è stato un uomo in divisa.
ANTONIO IANNI. Ah, io non lo so questo.
FEDERICO FORNARO. Vado a memoria, ma mi sembra che sia così.
ANTONIO IANNI. Sì, ma non ho capito che cambia, scusi. Se per voi cambia qualcosa, non lo so; per me non cambia niente, perché io l'uomo in divisa non l'ho visto.
FEDERICO FORNARO. Se cambia o non cambia, mi perdoni, questo...
ANTONIO IANNI. Lo decide lei.
FEDERICO FORNARO. ... lo lasci a noi.
ANTONIO IANNI. Se permette, io devo rispondere, però.
FEDERICO FORNARO. No, lei risponde quello che lei ritiene di rispondere. Siccome sono passati quarant'anni, da parte nostra...
ANTONIO IANNI. Ce ne ho ottanta di anni, io. Se permette, un po’ di cervello uno lo perde pure...
FEDERICO FORNARO. Appunto, è in questo senso...
FABIO LAVAGNO. Questo è comprensibile, signor Ianni, assolutamente.
ANTONIO IANNI. Perché poi il discorso è questo: può darsi pure che c'era e io non l'ho visto. Preso dall'euforia, dal momento, non è che io...
FABIO LAVAGNO. Questo è assolutamente comprensibile, però capisce la gravità...
ANTONIO IANNI. Ma certo.
FABIO LAVAGNO. ...che una frase virgolettata venga riportata come sua nel 1993, quindi in tempi più prossimi all'epoca dei fatti. Lo dico a sua tutela.
PRESIDENTE. Ma non è detto che Ianni sappia che è uscito un libro che parla di lui.
FABIO LAVAGNO. A questo punto lo informiamo noi.
ANTONIO IANNI. Ma quest'uomo che scriveva dove stava? Scrive sulle cose che sente dagli altri, ma lì non c'era nessuno di questi.
FABIO LAVAGNO. L'autore del libro riporta una sua dichiarazione sua del 1993, signor Ianni, quindi ha una fonte, non è che se lo inventa.
PRESIDENTE. Non sarebbe il primo che se lo inventa. Non è la prima volta.
CARLO GIOVANARDI. Presidente, scusi, ho appena perso una scommessa perché citavo la famosa frase di Diaz «dove cavolo è Vittorio Veneto», scritta in tutti i libri, ma ho appurato che è impossibile che la dicesse perché la località allora si chiamava «Vittorio», «Veneto» l'hanno chiamato nel 1922, quindi quello che ha scritto Montanelli riferito a Diaz è totalmente infondato. Diaz non poteva dirlo, perché ancora non esisteva Vittorio Veneto.
Allora, nei libri si scrivono tante robe. Io credo però che se un teste viene qui e racconta alla Commissione quello che ha visto, si debba prendere atto delle sue dichiarazioni.
ANTONIO IANNI. A me non mi entra niente in tasca.
Pag. 8CARLO GIOVANARDI. Appunto. Se dice: «Questa cosa qui la disconosco, perché quando sono arrivato personalmente e ho fatto le foto, non solo non ho visto nessuno in divisa ma, ho voluto fare le foto delle persone morte all'interno della macchina e nessuno me lo ha impedito»...
ANTONIO IANNI. Esatto.
CARLO GIOVANARDI. Io credo che bisogna prendere atto di quello che dice.
ANTONIO IANNI. Io non vedevo niente altro in quel momento. Io stavo facendo...
CARLO GIOVANARDI. Poi dice: «Se ci fossero poliziotti in borghese non lo so. Però credo che sia giusto fargli dire le cose che ricorda di aver visto. Ha anche qualcosa di più, credo: ci sono le foto che ha fatto all'epoca, quelle sono genuine».
ANTONIO IANNI. Anzi, le ho portate di mia spontanea volontà, le foto.
PRESIDENTE. Ricapitolando, arriva a via Fani poco prima delle 9.30 o attorno alle 9.30...
ANTONIO IANNI. Sì, era quello l'orario.
PRESIDENTE. ... mentre l'ambulanza va via. Sconvolto da quello che vede, fotografa. Nella sua mente non c'è il ricordo di un'auto ferma, né di poliziotti in divisa. Però il ricordo di qualche cittadino sì.
ANTONIO IANNI. No.
PRESIDENTE. Gente normale, non poliziotti. Non c'era nessuno?
ANTONIO IANNI. Sì, c'era! Ah, nel senso se c'era qualcuno? Sì, c'era qualcuno. Ma lei, dopo un fatto del genere, prevede che ci sia un sacco di gente!
PRESIDENTE. Invece, lei rimase meravigliato perché erano in pochi.
ANTONIO IANNI. E invece c'era pochissima gente. Dopo, quando sono arrivate le pattuglie della Polizia, allora la gente s'è avvicinata. Evidentemente ha avuto paura, perché era appena successo il fatto: e chi s'avvicinava? È quello il discorso.
PRESIDENTE. Tra quelle persone in borghese lei ricorda qualche fotografo, qualche giornalista?
ANTONIO IANNI. Non c'era nessuno, anche perché quel giorno c'era lo sciopero. All'ANSA c'era sciopero, adesso non so se c'era pure ai giornali. Però era uno sciopero nazionale, quel giorno.
PRESIDENTE. Lei prima ha detto un fatto importante, cioè che addirittura poté mettersi a fare le fotografie dentro la macchina.
ANTONIO IANNI. Eccole là, le foto.
PRESIDENTE. Le abbiamo viste insieme. Quindi non c'era nessuno che limitava...
ANTONIO IANNI. È questo il discorso. Perché se ci fosse stato qualcuno, mi avrebbe subito allontanato; ma a me non mi ha allontanato nessuno.
FEDERICO FORNARO. Che cosa stessero facendo Sapuppo e Di Berardino, allora, diventa un tema.
GERO GRASSI. Però Ianni ha detto una cosa importante, perché ha detto che ha fatto le foto, che ha messo la macchina fotografica nella macchina.
ANTONIO IANNI. Sì.
PRESIDENTE. Ci sono due dati che non sono complessivi, ma ridimensionano sicuramente...
ANTONIO IANNI. A me hanno domandato addirittura se c'erano delle borse dentro.
Pag. 9PRESIDENTE. La battuta del senatore Fornaro ridimensiona alcune delle dichiarazioni che sono state fatte. Qui ci sono stati soggetti che sono venuti a raccontarci, chi che vedeva sobbalzare il ferito, chi che chiamava la polizia, chi che si faceva portare via con la crisi isterica, chi che sottraeva la paletta... Sta di fatto che tutte queste cose o le hanno fatte in una folata di secondi e poi sono tutti fuggiti via, oppure il ricordo del teste ridimensiona una serie di circostanze. E c'è una prova inconfutabile: ha messo la macchina fotografica dentro la macchina, quindi, se c'era qualcuno... Evidentemente tutti quelli che hanno detto che erano lì, che facevano eccetera, probabilmente scioccati – io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno – hanno fatto molto meno di quello che ci hanno raccontato.
GERO GRASSI. Presidente, il signori Ianni ha detto una cosa a proposito delle borse, però non si è sentito da qua.
PRESIDENTE. Lei ha fatto un riferimento alle borse?
ANTONIO IANNI. Sì, perché mi è stato chiesto quando sono ascoltato nel 2015, e ho detto: «Le borse erano dentro la macchina». Ce n'era una al bordo marciapiede, con un cappello dell'Aeronautica...
GERO GRASSI. Che lei ha fotografato.
ANTONIO IANNI. E io l'ho fotografato. Poi c'erano delle borse, però non so se tra quelle c'era la borsa che cercavano oppure no.
PRESIDENTE. Ma lei si ricorda quante erano?
ANTONIO IANNI. No, ma più di una sicuramente. Poi non lo so, lì c'è la fotografia con le borse.
PRESIDENTE. Sì, quella l'abbiamo vista più volte.
Quindi, lei non ha riconosciuto neanche ufficiali dei Carabinieri o funzionari di Polizia?
ANTONIO IANNI. No.
PRESIDENTE. Le chiedo questo perché lei, facendo il mestiere che faceva, se avesse visto in borghese un funzionario della DIGOS o uno dei Carabinieri, l'avrebbe riconosciuto.
ANTONIO IANNI. Certo, è chiaro che sì.
PRESIDENTE. Quindi – poi magari c'erano – lei non ne ha memoria
ANTONIO IANNI. Esatto. Perché per prima cosa ho fatto tutte le foto e sono ritornato subito in agenzia. Ho chiamato la direzione...
PRESIDENTE. Fermo, non corra. Lei quanto si trattenne in via Fani?
ANTONIO IANNI. Neanche un quarto d'ora. Poi sono ritornato.
PRESIDENTE. Quindi lei arrivò intorno alle 9.30 e, diciamo, alle 9.45 andò via?
ANTONIO IANNI. Sì.
PRESIDENTE. Questo benedetto elicottero, fonte di nostra grande preoccupazione, lei l'ha visto?
ANTONIO IANNI. Certo, è passato sopra.
PRESIDENTE. Se lo ricorda? Quindi, lei non è che ha sentito il rumore.
ANTONIO IANNI. No, io l'ho visto proprio.
PRESIDENTE. Quindi, lei ha visto un elicottero che passava lì sopra. Rispetto a quando lei è arrivato, l'elicottero è passato un minuto dopo, cinque minuti dopo, dieci minuti dopo? O già stava lì?
ANTONIO IANNI. No. Io già stavo lì.
PRESIDENTE. Quindi lei vede l'elicottero...
Pag. 10ANTONIO IANNI. Sì, per una decina di minuti è passato l'elicottero.
PRESIDENTE. Quindi l'elicottero è passato lì – questo è importantissimo per noi – dopo dieci minuti che lei stava lì, quindi 9.35-9.40.
ANTONIO IANNI. Esatto. Dopo io sono ritornato in ufficio...
PRESIDENTE. Fermo, non corra. Finiamo su questo elicottero, perché ci interessa. Lei dice che era un elicottero piccolo. Che vuol dire «piccolo»?
ANTONIO IANNI. Come le posso dire? Il modello era su per giù come quello che usa la Polizia, quello col muso allungato.
PRESIDENTE. La Polizia di allora?
ANTONIO IANNI. Di allora, sì.
PRESIDENTE. Non c'era scritto «Polizia», o «Esercito», o «Carabinieri»?
ANTONIO IANNI. Non c'era scritto niente, era tutto bianco. Ho pensato: «Potrebbe essere un elicottero privato». Però, quando sono andato a Pratica di Mare e gliel'ho chiesto...
PRESIDENTE. Lei però non è stato insospettito da quell'elicottero.
ANTONIO IANNI. Io il pensiero l'ho fatto...
PRESIDENTE. L'elicottero non l'ha fotografato, però.
ANTONIO IANNI. No, e quella è stata una mia stupidaggine. Però dopo ho pensato, anche perché lì c'è un boschetto, giù: «Per portare via quest'uomo, siccome sicuramente avranno approntato dei posti di blocco, che ne so se atterra dentro al boschetto e se lo porta via?» Un'immaginazione mia, poi può darsi che sbaglio.
PRESIDENTE. L'elicottero lei lo vede bene, quindi.
ANTONIO IANNI. Benissimo.
PRESIDENTE. E stava sopra...
ANTONIO IANNI. Sopra, ha fatto un passaggio soltanto.
PRESIDENTE. Quindi lei non è indotto in errore dal rumore, ma lo vede proprio nitidamente.
ANTONIO IANNI. L'ho visto, è passato proprio sulla strada.
PRESIDENTE. Non c'è quando lei arriva, ma si materializza dopo una decina di minuti dal suo arrivo.
ANTONIO IANNI. Non ho capito.
PRESIDENTE. L'elicottero appare dopo una decina di minuti che lei è arrivato.
ANTONIO IANNI. Esatto.
PRESIDENTE. Piccolo e senza insegne.
ANTONIO IANNI. Senza insegne di nessun tipo.
PRESIDENTE. E a lei non viene in mente di fotografarlo, perché in quel momento non le è sembrato...
ANTONIO IANNI. No. Dopo ho ripensato e mi sono detto: «Forse era meglio che lo facevo».
CARLO GIOVANARDI. È passato un elicottero, a che altezza? L'elicottero era a bassa quota?
ANTONIO IANNI. No, è passato sulla strada, dritto, a un'altezza che sarà stata di 200 metri, non di più, penso.
Quando io sono andato a Pratica di Mare, la prima cosa che ho pensato...
PRESIDENTE. Fermo, non parta con Pratica di Mare. Dopo mi dirà quello che ha pensato.
Quindi, vede l'elicottero intorno alle 9.40, dritto sulla strada, piccolo, senza insegne...
ANTONIO IANNI. Sì.
PRESIDENTE. ... e non più alto di 200 metri. Quindi, lo vedeva bene.
ANTONIO IANNI. Benissimo.
PRESIDENTE. Prima che lei andasse via per andare in direzione, si ricorda se era arrivato Paolo Frajese, il giornalista della RAI?
ANTONIO IANNI. Non me lo ricordo. Che poi lo conosco, non è che non lo conosco. Sa, quei momenti sono concitati. Uno pensa a quello che deve fare.
PRESIDENTE. Le chiedo questo perché nel servizio di Paolo Frajese, che però non è delle 9.40, ma è delle 9.50, si vede un elicottero. Però Frajese lei lo avrebbe visto, perché con lui c'era anche un operatore con la telecamera.
FEDERICO FORNARO. Signor Ianni, lei ha detto che torna una seconda volta.
ANTONIO IANNI. Sì.
FEDERICO FORNARO. Quando torna una seconda volta, ricorda la presenza di elicotteri?
ANTONIO IANNI. No. Era pieno...
MASSIMO CERVELLINI. Lei parlava della sorpresa – comprensibile – di non trovare folla. Si è sorpreso di non trovare nemmeno la Polizia? Professionalmente ciò la avvantaggiava, però è un elemento di sorpresa, perché lei l'informazione l'ha avuta attraverso la Polizia, quindi non ha potuto anticipare la Polizia, in termini di informazione. Lei con una motocicletta potente si è mosso in maniera lesta da un luogo non vicino, Talenti. Si può immaginare che vi fossero a Roma in quel giorno forze di polizia con macchine e con moto molto più vicine a via Fani, rispetto a Talenti. Quindi, sul fatto di non trovare la Polizia lei credo che abbia svolto una considerazione.
ANTONIO IANNI. Il fatto che io ho potuto fare tutto quello che volevo...
MASSIMO CERVELLINI. Sì, lo do per buono. Chiedo a lei che considerazione ha fatto, oltre che di piacere perché poteva svolgere professionalmente...
ANTONIO IANNI. No, piacere no. Io ho molto rispetto nei confronti dell'onorevole Moro, perché era l'unica persona che quando ti vedeva ti salutava. È la cosa più stupida, ma è importante.
Ho perso il filo. La capoccia comincia ad andare in vacanza. Abbia pazienza.
PRESIDENTE. Allora il senatore Cervellini le ripete la domanda.
MASSIMO CERVELLINI. Sì, semplice: lei giustamente ha detto: «Mi ha sorpreso che non ci fosse folla».
ANTONIO IANNI. Sì.
MASSIMO CERVELLINI. Lei ha assunto l'informazione del tragico evento attraverso il «baracchino» con cui ascoltava la Questura. Quindi, ovviamente non ha potuto anticipare la notizia rispetto alle forze dell'ordine. È arrivato da Talenti con una moto potente, e sarà stato anche lesto, ma sicuramente viene da lontano (io sono romano, conosco bene quelle zone). Ha percorso l'Olimpica?
ANTONIO IANNI. Sì.
MASSIMO CERVELLINI. Stento a credere che le forze dell'ordine non avessero mezzi – sia autoveicoli che motoveicoli – molto più vicini rispetto a lei. Quindi, le chiedo: alla sorpresa che mancava la folla, non è seguita anche la sorpresa che mancavano le forze dell'ordine?
Pag. 12ANTONIO IANNI. È chiaro.
MASSIMO CERVELLINI. Ecco. E che ha considerato?
ANTONIO IANNI. Non avevo tempo di fare considerazioni. Ho cominciato a fare quello che dovevo fare. I cadaveri erano tutti scoperti. La prima cosa che fanno loro quando arrivano è che coprono tutto e ti allontanano. E invece io ho fatto quello che volevo.
FABIO LAVAGNO. Presidente, evitiamo di perdere tempo. Signor Ianni, questa foto è una di quelle che lei ha scattato?
ANTONIO IANNI. Sì.
FABIO LAVAGNO. Ora, si può dire tutto meno che non ci fosse una folla: si vede palesemente il profilo di un agente di polizia. In un'altra foto si vede...
ANTONIO IANNI. Un momento. Quella può essere stata fatta dopo, quando sono ritornato. Quella foto che mi è stata mostrata non sono tanto sicuro che sia mia. Ad ogni modo è stata fatta dopo, con un teleobiettivo, da un terrazzino al primo piano.
FABIO LAVAGNO. Allora, facciamo un altro esempio. Questa fotografia è stata fatta all'interno dell'auto, quindi probabilmente in un tempo anteriore. Si vede una effigie della Polizia, quindi c'è una macchina della Polizia parcheggiata. Si intravede in maniera abbastanza chiara dal parabrezza dell'auto.
ANTONIO IANNI. Le ripeto: evidentemente sono state fatte dopo. Adesso io non so qual è. Difatti i corpi sono coperti, vede?
FABIO LAVAGNO. Allora, o sono fatte prima o sono fatte dopo. Mettiamoci d'accordo...
ANTONIO IANNI. Queste sono state fatte dopo.
PRESIDENTE. Ianni ne ha fatte prima e dopo.
FABIO LAVAGNO. Ho capito. Se per quelle fatte dopo non gli consentivano di andare vicino alle auto, verosimilmente quella foto, siccome è dentro l'auto, è stata fatta prima. E se è una foto fatta prima...
ANTONIO IANNI. Lo vede che le vittime sono coperte, nella foto? È chiaro che uno un po’ si avvicina, ma non come quando ho fatto le foto ai corpi scoperti Ha capito qual è il discorso?
CARLO GIOVANARDI. Io credo che, se si vuole fare chiarezza, bisognerebbe prendere – se ci sono ancora, e immagino che ci siano – le prime foto, fatte quando ancora c'era poca gente, come ha detto, e, quindi ha potuto fare le foto anche all'interno, e prendere poi separatamente le altre foto, fatte dopo. È chiaro che nelle foto che vediamo c'è una folla enorme trattenuta addirittura da militari. Non ci sono solo poliziotti, ci sono anche militari che trattengono la folla.
ANTONIO IANNI. Certo.
CARLO GIOVANARDI. Ma quelle sono successive. Però bisognerebbe avere le une e le altre.
ANTONIO IANNI. Un momento, vorrei precisare bene una cosa. Io sono arrivato per primo, ma dopo cinque minuti, come ho detto, è arrivata la Polizia e allora cambia tutto. Iozzino le pare che lo lasciavano così? Penso proprio di no, lo coprivano. Non c'era nessuno.
PRESIDENTE. Questa è una cosa importante, ma torniamo all'elicottero, che è il motivo per cui abbiamo fatto l'audizione. Nel filmato di Frajese, che è delle 9.50, c'è un elicottero, che non si vede molto bene.
ANTONIO IANNI. Ma il colore si vede?
PRESIDENTE. Noi potremmo chiederle se lei può vedere questo filmato. È importante Pag. 13 che lo veda, così capisce se è quello o non è quello. Se glielo facciamo vedere, chiudiamo questo aspetto. Anche perché, dalle indagini che abbiamo fatto, risulta che da Pratica di Mare si sono alzati in volo due aeromobili della Polizia, uno alle 9.20, numero 80740, era un velivolo monorotore modello AB 206A1, che volava all'altezza di circa 350 metri; un altro, numero 80742, decollato dieci minuti dopo, alle 9.30 (potrebbe essere compatibile con l'arrivare da lei alle 9.37-9.38), è un birotore AB212, quindi è molto più grande.
ANTONIO IANNI. Il birotore è quello con le due eliche, no?
PRESIDENTE. Sì.
ANTONIO IANNI. Quello grande. No. Forse potrebbe essere il...
PRESIDENTE. Il 206.
ANTONIO IANNI. Il 206, che ha il muso allungato.
PRESIDENTE. Però il 206 viaggiava a 350 metri.
ANTONIO IANNI. Va bene, io come faccio... Sarei proprio un fenomeno se...
PRESIDENTE. Si è alzato in volo alle 9.20, quindi sarebbe potuto arrivare lì...
ANTONIO IANNI. Il comandante lì a Pratica di Mare s'è dato molto da fare.
PRESIDENTE. L'altra domanda che volevo farle: ma lei pensa che nelle sue foto, di prima o di dopo essendo arrivato per primo ci fosse qualche oggetto o qualche persona che le può aver creato questi piccoli disturbi? Lo metto in relazione a quella visita al suo appartamento: insomma, le hanno messo sottosopra la casa...
ANTONIO IANNI. Questa è una cosa che ho pensato tanto, però non sono riuscito a capirla. Anche il fatto che fecero il furto all'archivio dell'ANSA...
PRESIDENTE. Ma quando ha scattato queste foto, per lei non c'era niente di anomalo?
ANTONIO IANNI. In che senso?
PRESIDENTE. Qualche cosa che l'ha colpita. Le sembrava tutto normale?
ANTONIO IANNI. La cosa che mi ha colpito – forse sarà una stupidaggine quella che dico – è che tutto pensavo fuorché che fosse un rapimento. Ho pensato: «Guarda, questi hanno cesellato, hanno sparato in un modo che non è arrivato neanche un colpo all'onorevole Moro». Se uno poi guarda la traiettoria, i colpi che sono arrivati...
PRESIDENTE. Dovevano essere bravi, dice.
ANTONIO IANNI. È gente brava e sono riusciti a portarlo via in modo... Con questo non è che io li voglia elogiare.
PRESIDENTE. Gente che lo faceva di mestiere.
Questi furti, prima a casa sua, dove non le portano via niente, e poi all'archivio dell'ANSA... All'archivio dell'ANSA il direttore non si pose mai la domanda su cosa venivano a rubare?
ANTONIO IANNI. Io non l'ho mai capita, questa storia, nel senso che chiesi: «Ma che cosa è stato rubato?». «Hanno rubato». Basta, è finita lì, non m'hanno detto nient'altro.
Anzi, ultimamente, per capire questa cosa, ho detto alla Commissione di chiedere altre foto all'ANSA, perché io vi ho dato quelle mie, che erano della mostra che hanno fatto qui a Palazzo Venezia, dove c'è quella anche del morto per terra, dove ci sono tutte le foto.
PRESIDENTE. Questo l'ho capito bene. Quello che voglio capire però è: a lei, a casa sua, non portarono via niente?
ANTONIO IANNI. Niente.
Pag. 14PRESIDENTE. Quindi, fu uno scasso senza asportare nulla. Invece, i colleghi le dissero che avevano fatto il furto all'ANSA nello stesso giorno?
ANTONIO IANNI. No. Non ho detto lo stesso giorno. Ho detto che è stato fatto dopo.
PRESIDENTE. Dopo il furto a lei.
ANTONIO IANNI. Dopo il furto a casa. Furto... Non hanno portato via niente.
PRESIDENTE. A lei niente, mentre all'ANSA le risulta che portarono via...
ANTONIO IANNI. Delle foto di Moro.
PRESIDENTE. Sa perché le chiedo questo? Perché un signore che non faceva di mestiere il fotoreporter stava lì, bloccato dai brigatisti, e ha subito scattato foto; poi è salito su un balcone e ne ha scattate altre. Ha dato i rullini alla moglie, che ha provato a venderli all'ANSA. Poi le hanno portate alla Procura e poi il rullino non si è trovato più.
GERO GRASSI. No, presidente, non ha provato a venderle all'ANSA, perché lei era di un'altra agenzia. Era dell'agenzia della DC, l'AGI.
FABIO LAVAGNO. L'AGI, ha ragione l'onorevole Grassi.
FEDERICO FORNARO. Non era l'AGI, era ancora un'altra agenzia.
MIGUEL GOTOR. Era l'ASCA.
ANTONIO IANNI. Sempre un'agenzia era...
PRESIDENTE. Vi confermo che nei verbali si parla di tentativo di vendita che non fu accettato.
ANTONIO IANNI. Calcoli che io quella mattina feci tre rulli, in bianco e nero e a colori, anzi più di tre rulli, perciò sono più di cento fotografie. Poi ci sono ritornato e c'erano già pure i miei colleghi. La prima cosa che feci fu chiamare il direttore Lepri e dirgli cosa era successo. Allora è stato sospeso lo sciopero. Difatti lui rientrò subito, lo sciopero fu sospeso e furono mandate le foto.
FABIO LAVAGNO. Posso interloquire su questo? Il furto a casa quando è avvenuto?
PRESIDENTE. Un mese dopo.
ANTONIO IANNI. Una mesata dopo.
FABIO LAVAGNO. Lei entra in casa e si accorge quando è all'interno che tutto sta a soqquadro, giusto?
ANTONIO IANNI. Sì.
FABIO LAVAGNO. Perché, da quello che ho capito, non c'è stata effrazione.
ANTONIO IANNI. No.
FABIO LAVAGNO. E va il giorno successivo va in commissariato per denunciare?
ANTONIO IANNI. Sì.
FABIO LAVAGNO. E alla fine non fa la denuncia.
ANTONIO IANNI. No. Di comune accordo, ma decisione più mia. Ho pensato che non aveva senso, visto che non era stato asportato nulla.
FABIO LAVAGNO. Bene, era solo per mia memoria.
ANTONIO IANNI. Non ho fatto la denuncia perché ha detto: «Non t'hanno rubato niente, perciò lascia perdere, i problemi potrebbero...».
GERO GRASSI. Ma chi glielo dice questo?
PRESIDENTE. Il dottor Cauto.
Pag. 15ANTONIO IANNI. Il dottor Cauto.
GERO GRASSI. Sì, ho capito, ma questo dottor Cauto ha un nome?
ANTONIO IANNI. Non me lo ricordo. Era un commissario.
GERO GRASSI. Ho capito. Il nome?
ANTONIO IANNI. Non me lo ricordo. La Polizia lo sa.
PRESIDENTE. Lei vede la casa a soqquadro, constata che non le hanno portato via niente, poi mette a posto e a quel punto pensa: «Ma perché mi hanno fatto questa cosa per non rubare niente?», quindi va da quel suo amico, il dottor Cauto, del commissariato di Monte Sacro. Prima ancora che dal poliziotto va da un suo amico, questo Cauto. Lei si ricorda cose le disse? Un conto è che le abbia detto: «Ma che te ne importa, non ti hanno rubato niente, ci fai lavorare a vuoto, lascia perdere». Però c'è quella frase che sembra dire «guarda che questa cosa te l'abbiamo fatta noi», come se le dicesse questo.
ANTONIO IANNI. Questo non mi è stato detto. Mi ha detto: «Può darsi che sia stato l'ufficio politico, vista questa storia». Ecco che cosa mi ha detto. Basta. È finita lì.
PRESIDENTE. Ma lei mica era un brigatista!
ANTONIO IANNI. Allora gliela devo dire tutta? Il dottor Cauto mi fece prendere il porto d'armi, secondo me, e Rino Barillari lo può dire (lo conoscete tutti quanti Rino Barillari), perché... Io sono venuto a sapere una cosa soltanto l'anno scorso da un fotografo del comando dei Carabinieri, che mi ha abbracciato e mi ha baciato, e mi ha detto: «Ianni, sono felice di vederti». «Anche io!». «Adesso te lo posso dire». «Che cosa?» «Tu eri nell'elenco dei brigatisti rossi».
PRESIDENTE. Elenco di quelli che le BR volevano uccidere?.
ANTONIO IANNI. Esatto. Perché? Perché io quando facevo le fotografie di loro dietro alle sbarre, la cosa che mi dicevano era: «Tanto prima o poi tocca pure a te». Perché io il mio lavoro lo facevo col cuore. Poi può darsi pure che sono stato stupido. Questo è il discorso. Ecco perché.
PRESIDENTE. E quindi Cauto ha detto: «Lascia perdere, non ti creare guai». Ma le ha dato la sensazione che lui sapesse?
ANTONIO IANNI. Del fatto mio? Può darsi pure di sì, non ne sono certo, ma sicuramente qualcosa sapeva. Un commissario di zona si presume che sia un po’ al corrente di tutto.
PRESIDENTE. Che le era successa questa disgrazia all'appartamento lo sapeva, insomma. E lei sa, dopo, dai suoi colleghi e non dal direttore, che avevano fatto un eguale furto...
ANTONIO IANNI. Al fotografico...
PRESIDENTE. Al fotografico dell'ANSA e non le hanno mai detto che cosa hanno rubato.
ANTONIO IANNI. No. Mi hanno detto: «Hanno rubato. Stanotte hanno rubato». Basta. Tutto lì.
Ho collegato la faccenda con quello che mi è successo a casa.
CARLO GIOVANARDI. Ma l'archivio delle foto è sparito o le foto ci sono ancora tutte?
ANTONIO IANNI. Questo non lo so.
CARLO GIOVANARDI. Se ci sono ancora tutte le cento foto...
ANTONIO IANNI. Difatti ho detto, l'ultima volta che sono stato ascoltato: «Io vi ho dato quelle che avevo a casa, richiedete se vi servono», perché volevano le altre foto. Ho detto: «Chiamate l'archivio dell'ANSA, la direzione dell'ANSA e fatevele dare». Non so se le hanno avute.
Pag. 16PRESIDENTE. Qualcuno cercava le foto di Ianni magari perché fu individuato da tutti come primo fotografo, ma molto probabilmente, stando anche a riferimenti di testi come l'onorevole Cazora, altri avevano dato indicazioni su foto diverse, non fatte da Ianni, perché forse Ianni non era il primo, quindi magari...
ANTONIO IANNI. Sì, dopo cinque minuti sono arrivati tutti.
PRESIDENTE. Magari si cercavano altre foto che poi, ahimè, si sono perse. Non le hanno trovate all'ANSA, le hanno trovate da qualche altra parte e si sono perse.
ANTONIO IANNI. Che poi le altre foto sono state fatte tutte dal primo terrazzino, frontale; tutte panoramiche da lì o con il teleobiettivo. Può darsi che quelle foto che io ho preso lì, in seconda azione, erano prese col teleobiettivo, perché dietro è tutto sfocato.
PRESIDENTE. Allora adesso ci deve fare la cortesia di vedere il filmato di Frajese, per vedere se l'elicottero (che a noi sembra molto più grande) è quello che ha visto lei oppure no. Perché se non è quello che ha visto lei, resta che un elicottero stava lì sopra alle 9.40.
ANTONIO IANNI. Io non ho problemi.
PRESIDENTE. Allora vada alla postazione del computer a vederlo.
(Viene mostrato ad Antonio Ianni il frammento del servizio di Paolo Frajese da via Fani, trasmesso dalla RAI la mattina del 16 marzo 1978, nel quale è visibile un elicottero)
PRESIDENTE. Adesso il signor Ianni ci dice esattamente se è lo stesso elicottero oppure no, e perché.
ANTONIO IANNI. Perché non riesco a riconoscerlo. A me questo sembra scuro, non mi sembra bianco. Se fosse bianco sarebbe «sparato» nel cielo, invece no, è proprio una macchia scura. Può darsi che sia della Polizia.
PRESIDENTE. E le sembra piccolo o grande? Come le sembra?
ANTONIO IANNI. No, come grandezza potrebbe essere pure quello.
PRESIDENTE. Però è il colore che non le torna.
ANTONIO IANNI. No.
PRESIDENTE. Va bene. Se non ci sono altre domande, ringraziamo il signor Ianni.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.