XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro

Resoconto stenografico



Seduta n. 51 di Mercoledì 30 settembre 2015

INDICE

Comunicazioni del presidente:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 

Audizione del comandante del RIS di Roma, colonnello Luigi Ripani:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 5 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 7 8 9 
Fornaro Federico  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 9 10 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 10 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 10 
Corsini Paolo  ... 10 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 10 
Fornaro Federico  ... 10 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Fornaro Federico  ... 10 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Fornaro Federico  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Fornaro Federico  ... 11 
Lavagno Fabio (PD)  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Ripani Luigi , comandante del RIS di Roma ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Grassi Gero (PD)  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Grassi Gero (PD)  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Lavagno Fabio (PD)  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 
Lavagno Fabio (PD)  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 
Lavagno Fabio (PD)  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 
Grassi Gero (PD)  ... 13 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 
Grassi Gero (PD)  ... 13 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 
Grassi Gero (PD)  ... 13 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 

ALLEGATO: Analisi condotte dal RIS di Roma ... 14

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE FIORONI

  La seduta comincia alle 14.15.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che, in relazione a quanto emerso nel corso dell'audizione del professor Achille Lucio Gaspari, svoltasi la scorsa settimana, il 22 settembre sono pervenute due note di libera consultazione.
  Nella prima, il deputato Lavagno formula alcune precisazioni relative ai ricordi riferiti dal professor Gaspari e all'intervento del deputato Grassi, segnalando che – secondo quanto riportato da fonti aperte – le informazioni sul covo di via Montalcini furono riferite dall'onorevole Remo Gaspari al Ministro Rognoni e non al Ministro Cossiga. Ne do integrale lettura:
  «Gentilissimo presidente, in riferimento all'audizione odierna del professor Achille Lucio Gaspari, vorrei sottoporre alla Sua attenzione e di tutta la Commissione la seguente precisazione.
  Al termine dell'audizione l'onorevole Grassi riferisce di un colloquio, avuto anni fa, con l'onorevole Remo Gaspari, durante il quale gli confida che avrebbe avuto informazione sul luogo di detenzione dell'onorevole Moro da parte dell'avvocato Martignetti e di aver riferito all'allora Ministro dell'interno Francesco Cossiga, e quindi in data antecedente all'11 maggio 1978. Tale affermazione risulta difficilmente verificabile, in assenza dell'interlocutore, morto nel 2011.
  Vorrei segnalare a questo proposito un articolo del quotidiano la Repubblica del 19 maggio 1988 il cui incipit recita:
“L'avvocato Mario Martignetti rischia di essere incriminato per testimonianza reticente se non rivelerà la fonte che gli fornì, nel luglio ’78, l'indicazione che la prigione di Aldo Moro era in via Montalcini”. Ed in un passaggio centrale: “Rivelazioni che Martignetti passò a Gaspari che a sua volta informò il Ministro dell'epoca Rognoni”.
  Il testo integrale che riferisce delle indagini del giudice Rosario Priore è facilmente consultabile a questo link: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/19/martignetti-rischia-di-essere-incriminato.html.
  Si segnala come le informazioni qui riportate siano in netta discordanza sia per quanto riguarda le date, sia per quanto riguarda l'interlocuzione secondo le confidenze riportate dall'onorevole Grassi.
  La prego di voler allegare queste considerazioni al resoconto della seduta odierna della Commissione».
  Tale circostanza è segnalata anche dalla seconda nota, inviata dal generale Scriccia, nella quale si ricostruisce – sulla base dell'analisi di atti giudiziari – la filiera informativa in virtù della quale l'informazione sul covo proveniente dalla professoressa Ciccotti era stata trasmessa al marito (Giorgio Piazza), poi da quest'ultimo riferita al cognato (avvocato Mario Martignetti), che ne informava l'onorevole Gaspari, il quale, a sua volta, la sottoponeva al Ministro Rognoni.
  Sempre con riferimento alla medesima audizione, il 24 settembre il sovrintendente Marratzu ha depositato ulteriori documenti di libera consultazione reperiti presso gli uffici giudiziari di Roma. Tra tali documenti vi è anche una dichiarazione del 14 maggio 1988 dell'onorevole Pag. 4Gaspari, allora Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, che conferma che le informazioni ricevute furono appuntate su un foglietto e riferite al Ministro Rognoni.

  (La Commissione prende atto)

  Il 23 settembre il professor Sabino Aldo Giannuli ha prestato il prescritto giuramento e assunto, quindi, formalmente l'incarico di collaboratore della Commissione. Tale incarico sarà svolto in relazione alle specifiche richieste che saranno di volta in volta formulate e secondo gli indirizzi già comunicati all'Ufficio di presidenza.
  Nel corso dell'odierna riunione, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto:
   di affidare al generale Scriccia e al maresciallo Pinna l'incarico di procedere alla selezione e acquisizione della documentazione richiesta dalla Commissione all'AISI e ad alcuni quotidiani;
   di delegare alla Sezione anticrimine dei Carabinieri di Perugia l'acquisizione di documentazione selezionata dalla dottoressa Picardi presso la Procura di Perugia;
   di incaricare il RIS di Roma di svolgere alcuni accertamenti tecnici sulla documentazione video e fotografica in corso di acquisizione;
   di svolgere alcuni approfondimenti istruttori concernenti la restituzione e la distruzione di alcuni reperti di interesse;
   di affidare alla dottoressa Picardi e – una volta perfezionato l’iter di autorizzazione della relativa collaborazione con la Commissione – al dottor Salvini l'incarico di procedere, con l'ausilio delle competenti strutture della polizia, a taluni accertamenti riguardanti il bar Olivetti;
   di incaricare il colonnello Pinnelli di procedere ad alcuni adempimenti istruttori in merito ai contenuti di un esposto pervenuto alla Commissione.
  Comunico, inoltre, che:
   il 23 settembre il luogotenente Boschieri ha depositato la registrazione audio segreta di un esame testimoniale effettuato lo scorso 14 settembre;
   il 24 settembre il dottor Donadio e il dottor Siddi hanno depositato il verbale riservato di un esame testimoniale effettuato in pari data;
   il 25 settembre il colonnello Pinnelli ha trasmesso una relazione riservata riguardante gli esiti degli accertamenti richiesti dalla Commissione con riferimento ad un esposto inviato alla Commissione;
   con nota pervenuta il 25 settembre il professor Giannuli ha trasmesso una relazione riservata riguardante alcune proposte istruttorie;
   con nota pervenuta il 23 settembre, il procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'appello di Roma, dottor Giovanni Salvi, ha trasmesso le risposte ai quesiti scritti formulati a seguito della sua audizione del 25 febbraio; tali risposte sono pubblicate in allegato al resoconto stenografico dell'audizione;
   il 24 settembre il Ministro della giustizia Orlando ha trasmesso, con nota di libera consultazione, alcuni elementi informativi richiesti dalla Commissione;
   il 28 settembre il dottor Vladimiro Satta, facendo seguito alla sua audizione del 1o luglio, ha consegnato una nota concernente i rapporti tra il generale Grassini e Francesco Pazienza;
   il sovrintendente dell'Archivio centrale di Stato, dottor Eugenio Lo Sardo, con nota pervenuta il 28 settembre informa la Commissione di aver messo a disposizione del dottor Allegrini, su supporto digitale, copia della documentazione richiesta;
   il 29 settembre il senatore Imposimato ha trasmesso le risposte ai quesiti formulati dalla Commissione a seguito Pag. 5della sua audizione del 25 marzo 2015; tali risposte saranno pubblicate in allegato al resoconto stenografico dell'audizione;
   con nota pervenuta il 30 settembre il presidente dell'ANAVAFAF, Falco Accame, ha trasmesso una relazione di libera consultazione;
   il 30 settembre è pervenuta una nota riservata del direttore del DIS, ambasciatore Massolo, concernente alcune informazioni richieste dalla Commissione;
   sempre il 30 settembre il direttore del Servizio centrale antiterrorismo, dottor Lamberto Giannini, ha depositato documentazione di libera consultazione concernente accertamenti di interesse per l'inchiesta parlamentare.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Audizione del comandante del RIS di Roma, colonnello Luigi Ripani.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del comandante del RIS di Roma, colonnello Luigi Ripani, accompagnato dai suoi collaboratori, che ringraziamo per la cortese disponibilità con cui ha accolto il nostro invito a intervenire oggi pomeriggio in Commissione e per la mole di lavoro compiuto dal RIS per la nostra inchiesta.
  Come ricorderete, la Commissione ha affidato al RIS di Roma lo svolgimento di alcuni accertamenti tecnici concernenti i reperti rinvenuti presso taluni covi delle Brigate Rosse, in particolare quelli di via Gradoli, di viale Giulio Cesare e di via delle Nespole.
  Nel corso della seduta odierna il colonnello Ripani, assistito dai suoi collaboratori, tenente colonnello Davide Zavattaro e tenente colonnello Andrea Berti, ci illustrerà i primi esiti di tali accertamenti – questo è ciò che abbiamo chiesto, visto l'esiguo tempo, perché alle 15 è convocata l'Aula – relativi essenzialmente all'analisi delle voci registrate sulle famose audiocassette, alla ricostruzione dei profili genetici individuati su alcuni reperti rinvenuti a via Gradoli e sui vestiti di Aldo Moro, nonché all'analisi di alcune annotazioni appuntate a penna sui fogli di un raccoglitore sequestrato nel covo di viale Giulio Cesare.
  Do subito la parola ai nostri ospiti, ringraziandoli ancora.

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Grazie, signor presidente. Buongiorno a tutti. Le presentazioni sono state fatte. È inutile che io le ribadisca, così come i quesiti. Ho capito che il tempo a disposizione non è molto. Cercherò di essere il più rapido possibile, sperando di essere altrettanto chiaro.
  La slide numero 2 mostra il primo atto col quale viene delegata l'Arma dei Carabinieri, in particolare il Reparto investigazioni scientifiche, che io ho l'onore e il privilegio di comandare. I quesiti riguardavano innanzitutto l'incarico affidatoci di ascoltare e riversare su supporto informatico tutta una serie di cassette. Sulla slide leggete 17, ma in realtà queste cassette nel corso degli accertamenti, ossia del tempo, sono diventate 18, più 18, più 8. Le vedremo singolarmente e faremo una sintesi del loro contenuto. Esse sono state trascritte e riversate su supporto informatico agli atti della Commissione, ragion per cui possono essere ascoltate. Noi abbiamo cercato di fare una sorta di sintesi.
  Come illustrato dalle slide 3, 4 e 5, abbiamo fatto alcuni accertamenti di natura biologica soprattutto su materiali presenti nel covo di via Gradoli. Questo, come altri quesiti, sottende di verificare la presenza o meno in via Gradoli di determinate persone: l'onorevole Aldo Moro, i terroristi e altri. Pag. 6
  Sono stati poi indicati alcuni oggetti per stabilire la compatibilità. Andiamo avanti velocemente.
  Quanto alle analisi biologiche, facciamo riferimento al verbale di sequestro della DIGOS del 18 aprile 1978 in via Gradoli, cioè sostanzialmente a tutto il materiale sequestrato in via Gradoli. In basso a destra c’è una sorta di stralcio. Ci sono 1.115 alinee di vario materiale, molto cartaceo e documentativo, ma anche altri oggetti di varia natura, che adesso vedremo. Su questi oggetti è stata fatta una sintesi, o meglio, sono stati indicati, secondo dei criteri, alcuni reperti. Non era possibile esaminarli tutti, ma non avrebbe avuto neanche senso.
  I reperti sono stati acquisiti nel tempo presso il tribunale di Roma e presso la Commissione parlamentare. Trattandosi di ricerca di DNA e di profili biologici su materiale, visto che noi andiamo a trovare delle tracce lasciate circa quarant'anni fa, l'accertamento è stato ritenuto di natura irripetibile. Pertanto, abbiamo seguito per gli accertamenti la procedura che si segue nel mondo giudiziario. Per l'accertamento tecnico irripetibile si dà avviso a tutte le parti «interessate». Questo è il primo inizio operazioni. Nella slide 6 sono riportati i nomi dei vari esperti nominati dalle parti interessate. Nelle slide 7 e 8 vediamo sulla sinistra un primo elenco del materiale che è stato analizzato e sulla destra tutti gli indumenti. Oltre ai reperti di via Gradoli abbiamo esaminato gli indumenti che l'onorevole Moro indossava nel momento in cui è stato ritrovato. Questo solo per far vedere quanto materiale c'era. Su ogni oggetto, naturalmente, non si faceva un'analisi del DNA, ma lo si andava a vedere in determinati punti. Questo per far capire la mole di lavoro.
  La foto della slide 9 ricorda tristemente il fatto.
  Nella slide 10 vediamo gli indumenti dell'onorevole Moro, il contenitore, in alto a destra la giacca, le scarpe, il cappotto e gli indumenti. Su questo materiale noi abbiamo cercato, oltre che di effettuare l'esame del DNA, per avere un riferimento dell'onorevole Moro, anche di trovare oggetti o materiali di altre persone, come normalmente avviene nel mondo giudiziario.
  Questa è la tipologia dei reperti, come mostrato nelle slide 11 e 12. Si tratta di palette, stivali... Ripeto, era un'infinità.
  Questo per far capire brevemente come viene fatto il prelievo. In riferimento alla slide 13, se noi prendiamo una radio, sicuramente può essere interessante, ma non tutta la radio. Il punto di prelievo sarà la manopola del volume, o la manopola del cambio di frequenza e così via. Su ogni reperto è stato fatto un prelievo.
  Una particolarità, se vogliamo, non so quanto significante, è che sul bavero sinistro della giacca dell'onorevole Moro erano presenti come evidenziato dalla slide 14, viste sotto diversi punti di vista con lampade particolari – si vedevano anche a occhio nudo – delle macchie biancastre. Noi abbiamo fatto degli accertamenti e abbiamo visto che, in realtà, si trattava sostanzialmente di saliva. Tutto sommato, è abbastanza compatibile questa saliva sul bavero anche in funzione della posizione in cui il corpo è stato trovato. Questa è un po’ la giustificazione. Il fatto che risulta è che la morte non è arrivata nell'immediatezza.
  La slide 15 mostra la maglia intima da cui è stato preso il sangue e, quindi, il DNA dell'onorevole Aldo Moro. Con una sorta di triangolazione, abbiamo visto che il DNA, che è il denominatore comune di ogni persona, combacia, sia per quanto riguarda la saliva, sia per quanto riguarda il sangue. È della stessa persona, ossia dell'onorevole Moro.
  Come aspetto interessante, questi sono alcuni reperti risultati positivi, su cui abbiamo trovato un DNA – vi anticipo – diverso da quello dell'onorevole Aldo Moro. Non l'abbiamo trovato su tutta la massa di reperti analizzati dell'onorevole Aldo Moro, ma – si osservi la slide 16 – su due spazzolini, uno arancione e l'altro verde, e su un rasoio abbiamo trovato un Pag. 7profilo identico, che noi chiamiamo, per definizione, «maschile, ignoto A». Quindi, abbiamo un soggetto.
  Andiamo avanti. Su questo spazzolino, reperto 14 (slide 17), c’è un profilo genotipico femminile «ignoto B». Quindi, abbiamo un uomo e una donna, A e B.
  Su questo rasoio per fare la barba c’è una miscela, un miscuglio, dell'uomo precedente, A, e di un soggetto maschile C.
  Anche su questo paio di scarpe (slide 18) ci sono un soggetto femminile, B, e un soggetto maschile. Evidentemente, è verosimile ritenere che sia un DNA da contatto, sostanzialmente il sudore, per capirci sul tipo di DNA.
  Anche su queste scarpe espadrillas n. 38 si trovano una miscela femminile e il soggetto A. Evidentemente le utilizzavano in modo promiscuo.
  Su questo paio di stivali (slide 19) c’è un soggetto D, un'altra donna.
  Su quest'altro paio di scarpe simile, ma diverso, ci sono un soggetto femminile e il soggetto maschile A.
  Anche su queste pinzette (slide 20) sono stati trovati... Forse ci si poteva aspettare materiale femminile, ma in realtà abbiamo trovato il profilo maschile A, di un uomo.
  Come indicato nella slide 21, complessivamente, in sintesi, abbiamo trovato su tutti i reperti analizzati – poi magari spendiamo due parole per dire che cosa significa questo – due maschi, che noi chiamiamo in questo momento A e C, due femmine, B e D, e nessuna traccia biologica dell'onorevole Moro. Naturalmente, abbiamo confrontato con il profilo ottenuto dagli indumenti dell'onorevole Moro.

  PRESIDENTE. Sangue e saliva.

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Perfetto. Quei profili appartengono a persone diverse dall'onorevole Moro.
  Questi profili al momento sono ignoti. Potranno eventualmente essere confrontati con persone sospettate per vedere a chi appartengono.
  Passiamo all'analisi sulle cassette audio. Come indicato nella slide 23, noi avevamo tre gruppi di cassette: covo di via Gradoli, 17, poi diventate più una, ossia 18 audiocassette; covo di viale Giulio Cesare, 8 audiocassette; e ulteriore covo di via delle Nespole – sono aumentate strada facendo – altre 18 audiocassette. Abbiamo controllato questo attraverso una ricerca nei verbali.
  Andiamo avanti. Che cosa abbiamo fatto ? Sostanzialmente le richieste – come mostrato nella slide 24 – erano di fare la valutazione dello stato di conservazione, il trasferimento audio su DVD – vi dicevo prima che agli atti della Commissione c’è questo materiale, che quindi può essere ascoltato; infatti un conto è leggere, un conto è ascoltare il tono, comprese le pause – un eventuale miglioramento del parlato (queste sono le attività classiche che vengono fatte) e la ricerca della voce dell'onorevole Aldo Moro.
  La prossima lastrina, se la Commissione lo ritiene opportuno, potrebbe essere illustrata in seduta segreta.

  PRESIDENTE. Passiamo in seduta segreta.
  Dispongo la disattivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  (I lavori proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Su queste cassette, a fattor comune, come mostrato nella slide 28, possiamo dire che tutte le cassette sono dello stesso formato, stereo 7, in uso negli anni Settanta – le conosciamo forse tutti – e in discreto stato di conservazione. Solo una minoranza presentava la rottura del nastro. Il materiale magnetico si secca. In alcuni casi l'abbiamo trovato rotto ed è stato ripristinato.
  Il contenuto è risultato intellegibile e di buona qualità. Tutto sommato, ci aspettavamo di peggio. Non è mai presente la voce dell'onorevole Aldo Moro. Sulle cassette che abbiamo ascoltato – ora vedremo Pag. 8– non era mai presente. Tutto è stato, quindi, riversato su DVD e trasmesso alla Commissione.
  Come risulta dalla slide 29, i due gruppi di cassette, come dicevamo prima, uno di via Gradoli e l'altro di via delle Nespole, da 18 e 18, contenevano o un corso di inglese, o della musica – molto spesso c'era scritto «Gabriella Ferri» o altro; è stato verificato effettivamente il materiale che era indicato – o addirittura risultavano non incise. Erano cassette vergini mai utilizzate.
  Invece, i contenuti potenzialmente significativi si sono riscontrati nel gruppo delle cassette trovate in viale Giulio Cesare. Le vediamo velocemente tutte.
  Come indicato nella slide 30, nella prima c’è un punto significativo: «Questa mattina alle ore 7.30 un commando armato delle Formazioni Comuniste Combattenti ha occupato la sede di Radio Radicale, ottantotto e cinque» – penso sia la frequenza – «allo scopo di trasmettere questo messaggio: “Si apre a Torino in questi giorni l'ennesimo tentativo di processare i compagni combattenti delle Brigate Rosse e con loro tutte le avanguardie armate del proletariato, lo Stato socialdemocratico e i suoi servi”». Continua su questo tenore. C’è la trascrizione e c’è anche l'audio, che può essere ascoltato, per diversi minuti.
  Possiamo passare alla seconda, presentata nella slide 31. Nella seconda cassetta c’è un parlato di voce maschile con accento verosimilmente piemontese. Questo ce lo dice il nostro collega esperto in questo settore. Possiamo farlo sentire. Dura pochissimo.

  (Segue la riproduzione di una registrazione audio, durante la quale si sente una voce maschile che dice: «Attenzione, messaggio n. 13 delle Brigate Rosse: Aldo Moro è stato giudicato dal tribunale del popolo. Questa mattina, alle ore 12, è stato giustiziato. Potete trovare il suo corpo attorno al Forte di San Martino. Fine messaggio»).

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Di seguito c’è una dissertazione, un monologo di un economista politico sulla situazione italiana, apparentemente tratto da una trasmissione radiofonica. Ritorneremo su questo.
  La cassetta n. 3, nella slide 32, contiene la registrazione di due telefonate a tale giornalista Nicotri concatenate logicamente e temporalmente tra loro, nelle quali un uomo riferisce di avere notizie importanti riguardanti un personaggio rilevante nell'area economico-universitaria padovana e, inoltre, richiede un compenso e un incontro con il giornalista in tempi brevi. Sollecita e dice: «Io queste notizie, se vuoi, te le do, ma alla fine me le paghi. Queste notizie interessano altre persone». Sto facendo una sintesi, naturalmente.
  Andiamo avanti. Su queste due cassette, nella slide 33, abbiamo scritto «Curiosità», perché in realtà contengono una sorta di test di ascolto o, se vogliamo, un «corso di istruzione». Vengono fornite delle indicazioni su come fare questo test.
  Il test consiste in questo: ci sono 100 coppie di voci che vengono fatte ascoltare evidentemente a un soggetto. Questo soggetto deve capire se provengono dalla stessa persona o da una persona diversa. È come un'esercitazione che, paradossalmente, noi facciamo per specializzare i nostri tecnici, oltre che a quella strumentale, alla prova d'ascolto delle intercettazioni o di altro da un punto di vista fonico.
  La sesta cassetta, mostrata nella slide 34, contiene due cose. C’è una telefonata a tale Clementi. Un uomo cerca un appartamento nelle vicinanze di Ferrara. Non sappiamo quanto...
  Poi c’è una registrazione ambientale di scarsa qualità tra due uomini che pronunciano vari nomi. Probabilmente li leggono da un elenco in cui sono riportati. Su ognuno si scambiano delle informazioni: chi sono, chi non sono, che fanno e via dicendo.
  Questa conversazione a due è più complicata, ed è l'ultima. Un uomo anonimo, che naturalmente non si dichiara, vanta «conoscenze» al Ministero dell'interno. Proviamo a sentirla, così è più semplice.

Pag. 9

  (Segue la riproduzione di una registrazione audio, durante la quale si sente una voce maschile che dice: «2 novembre 1978 e sono le ore sette e cinque della sera, le 19.05. Di fronte a me c’è la persona da noi conosciuta come Camillo. Camillo ha accettato di rispondere ad alcune domande sul fenomeno delle Brigate Rosse».)

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Questa persona viene sentita con le modalità che noi abbiamo definito «di sommarie informazioni», ossia «a domanda risponde». Entrambi, sia chi domanda, sia chi risponde, sono molto informati su quello che poi verrà detto. La donna si comporta come un «pentito» e risponde puntualmente alle domande. Si parlano e si chiedono informazioni sui personaggi. C’è tutto un elenco di persone riportate nella slide 35.

  (Segue la riproduzione di una registrazione audio, durante la quale si sentono una voce maschile e una voce femminile.
  Voce maschile: «Per quale motivo, se ritieni di dirlo, fai questo ?»
  Voce femminile: «Per molti motivi. Primo, perché ritengo che taluni compagni che sono stati o sono tuttora dentro a queste cose corrano gravi rischi di essere rovinati del tutto. Molti sono stati rovinati. Giuliano Naria era una persona che poteva essere recuperabile benissimo a un tipo di impegno politico assai diverso da questo. Molti fanno queste cose per motivi più personali che politici, e stravolgono la loro esigenza personale in un'esigenza politica. Io lo ritengo sbagliato. Oggi lo ritengo sbagliato. Anch'io per motivi personali mi ci sono un pochettino infangata, non troppo, e poi ne sono venuta fuori. Lo faccio per difendere tutta una serie di persone che penso che, se vengono eliminate le Brigate Rosse, non finiranno mai in galera, e questo mi fa piacere, perché sono persone recuperabili a un vivere normale. Se lo meritano anche. E poi ci sono anche motivi ideologici, perché sono contraria a queste cose»).

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Ognuno potrà dedurre e riflettere su questo.
  Come risulta dalla slide 36, a un certo punto, la donna è messa al corrente della registrazione in atto e le viene fatto credere che il nastro sarà ascoltato da persone...

  (Segue la riproduzione di una registrazione audio, durante la quale si sente una voce maschile che dice «Questo nastro sarà, però, senz'altro ascoltato da persone legate al Ministero degli interni».)

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Non si capisce se dica «Ministero» o «Ministro». Noi abbiamo rallentato l'audio. È una prova che viene fatta per capire meglio. Probabilmente il problema è nella fonte, nel senso che lui si mangia la parola, la trascina. Abbiamo fatto varie prove e questo dubbio rimane. In realtà, però, la frase va bene o nell'uno o nell'altro modo, perché sarà ascoltato da persone legate al Ministero o al Ministro dell'interno.
  Teniamo in considerazione il fatto che la registrazione avviene il due novembre – si sente male, ma all'inizio del verbale, chiamiamolo così, di questo colloquio lui dice: «due undici settantotto» – e che la cassetta sarà rinvenuta poco tempo dopo in un covo, in viale Giulio Cesare.

  FEDERICO FORNARO. Sembra essere legata a Genova, perché ci sono diversi riferimenti del genere.

  PRESIDENTE. Facciamo prima finire il colonnello Ripani.

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. È datata, almeno apparentemente, 2/11/1978 ed è stata rinvenuta poco tempo dopo in un covo BR. Sentiamo la registrazione.

  (Segue la riproduzione di una registrazione audio, durante la quale si sentono una voce maschile e una voce femminile.Pag. 10
  Voce maschile: «Tu desideri che questo nastro non venga mai fatto sentire, mi dici, ai tuoi ex compagni, no ?».
  Voce femminile: «Certo.»
  Voce maschile: «Su questo non c’è il minimo problema».)

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Viene ritrovata in un covo, ma durante questo dibattito la donna non vuole che questa registrazione finisca in un covo.
  Della successiva slide il contenuto può essere considerato riservato.

  PRESIDENTE. Passiamo in seduta segreta.
  Dispongo la disattivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  (I lavori proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Andiamo avanti.

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Passiamo all'analisi su dattiloscritti e manoscritti. Come mostrato nella slide 41, abbiamo questa macchina da scrivere di tipo meccanico Brother Deluxe, covo via Gradoli. Il quesito era per che cosa fosse stata utilizzata, per quali documenti fosse stata utilizzata.
  Poi abbiamo tra i reperti – mostrati nelle slide 42 e 43 – un quaderno che proviene da viale Giulio Cesare, un raccoglitore ad anelli che contiene tutti manoscritti, dattiloscritti e ritagli di giornale. Prevalentemente si tratta di informazioni raccolte su politici, processi giudiziari...

  PRESIDENTE. E magistrati.

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Magistrati, direttori di carceri e via elencando, tutta una serie di informazioni.

  PAOLO CORSINI. Scusi, anche manoscritti ?

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Contiene dattiloscritti e manoscritti.
  Questi sono gli esempi nel raccoglitore, chiamiamolo agenda blu, non so come definirlo. Vedete che sulla sinistra ci sono dattiloscritti: «Minervini Girolamo, consigliere di Stato, capo della segreteria...» In alto a destra, ovviamente, la possiamo considerare una data, «20/2/1978, Segreteria della Direzione generale degli istituti di prevenzione e pena. Fa parte del Comitato di redazione della rivista La giustizia penale». Sono una sorta di schede su vari personaggi.

  GERO GRASSI. C’è anche un errore di ortografia.

  PRESIDENTE. Che uno che insegna all'Università non dovrebbe fare.

  GERO GRASSI. Non è detto. Fanno le sedute spiritiche...

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Questo, invece (slide 43), è un documento dattiloscritto e anche, se vogliamo, manoscritto, perché è stato corretto. In alto vediamo    «mappa c. (ritengo: «carceri»), aggiornamento al 21/3/80» e poi, a penna, sempre in alto a destra, «1/6/80» con una scritta blu. Questa è una deduzione.

  FEDERICO FORNARO. È stato trovato in viale Giulio Cesare ?

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Sì. A noi proviene da viale Giulio Cesare. Adesso la data...

  GERO GRASSI. Il covo di viale Giulio Cesare 47 fu scoperto il 29 maggio 1979.

  FEDERICO FORNARO. Com’è possibile che ci sia un aggiornamento ?

  PRESIDENTE. È possibile, perché nel deposito dove c’è la roba di viale Giulio Cesare può essere confluita anche roba di un altro covo.

Pag. 11

  FEDERICO FORNARO. È questo che sto dicendo.

  PRESIDENTE. Tuttavia, sembrerebbe repertato con riferimento al covo di viale Giulio Cesare. Risulta acquisito lì.

  FEDERICO FORNARO. Come è possibile, abbia pazienza ? Come si fa ad avere un documento datato 1980 in un covo scoperto un anno prima ? Abbiate pazienza. Va bene tutto, ma...

  FABIO LAVAGNO. O non è una data, o c’è qualche incongruenza.

  PRESIDENTE. No, è che non è viale Giulio Cesare, che è la cosa più probabile. I corpi di reato sono stati sommati insieme. Sarà via Ugo Pesci.
  Andiamo alla sostanza.

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Forse è da rivedere da dove viene.

  PRESIDENTE. Non se lo sono inventato loro.

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Quindi, abbiamo dattiloscritti e manoscritti.

  PRESIDENTE. Passiamo in seduta segreta.
  Dispongo la disattivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  (I lavori proseguono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica)

  LUIGI RIPANI, comandante del RIS di Roma. Come indicato nella slide 47, tra gli accertamenti che normalmente vengono fatti su una macchina da scrivere vi è il passo. Lo spazio tra la riga a sinistra e quella a destra, più scura, complessivamente misura, dall'una all'altra, un pollice. Si vede quanti caratteri della macchina da scrivere entrano in quel pollice. Se è «riscaldamen», sono 11 caratteri (slide 48).
  Invece, al contrario, dei documenti che abbiamo a sinistra il passo è 10 (slide 49). Questa è una delle varie prove che vengono fatte. Basta che una non coincida per significare che quella macchina, in soldoni, non è stata utilizzata per vergare... Possiamo andare velocemente qui (slide 50, 51 e 52).
  Come indicato nella slide 53, un altro accertamento, anche qui in breve, consiste nell'andare a vedere il font, il tipo di carattere. In alto a sinistra e a destra, nel riquadro blu, abbiamo minuscolo e maiuscolo e sotto i messaggi letti. Se voi vedete, la G sopra, in «reggi» e la G sotto sono diverse. Già questo esclude che sia quella la macchina.
  L'identificazione è negativa, quindi. Nessuno dei testi contenuti nel quaderno è stato redatto con la macchina per scrivere Brother. Questo era un quesito, cui è stato risposto.
  Passiamo alle operazioni tecniche sui manoscritti, indicate nella slide 54. Questo aspetto è un po’ più complesso. Dovremmo tornare in segreta.

  PRESIDENTE. Passiamo in seduta segreta.
  Dispongo la disattivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  (I lavori proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica)

  PRESIDENTE. Visto che alle ore 15 i senatori devono andare, se abbiamo dei quesiti ulteriori, li faremo avere per iscritto al colonnello Ripani, ringrazio nuovamente.

  GERO GRASSI. Presidente, non per iscritto. Abbiamo necessità di parlare con il colonnello.

  PRESIDENTE. Allora lo faremo rivenire.

  GERO GRASSI. Facciamolo ritornare.

  PRESIDENTE. Tuttavia, volevo fare il punto su quattro cose che il colonnello Pag. 12Ripani ha detto e che è bene che noi riteniamo a memoria. Sono quattro cose che ritengo importanti.
  Quanto alla prima – lo abbiamo appena accennato – con riferimento all'accertamento sugli indumenti di Moro e il concordante esame del DNA tra ematico e salivare, il salivare depone per una morte non immediata dell'onorevole Moro. Credo che questo sia anche oggetto di un ulteriore approfondimento rispetto a quello che l'autopsia ha scritto. Questa è una fonte certa.
  Per la prima volta su via Gradoli noi abbiamo quattro DNA, di due uomini e due donne. Come avevamo già detto, è mia ferma intenzione chiedere all'autorità giudiziaria competente di acquisire i DNA di tutti i terroristi a diverso titolo interessati, per verità giudiziaria, alla vicenda di Moro. Adesso abbiamo quattro DNA da riscontrare. Maria Fida Moro ha già dato la disponibilità per fare un riscontro, ovvio, su quello di Moro.
  Questo è un dato non indifferente. Quattro DNA che non sono di Moro individuano quattro soggetti. Alla fine questo ci dirà anche se la verità giudiziaria corrisponda con i personaggi reali che sono stati dentro il covo di via Gradoli, oppure se così non è stato. Io credo che questa sia la prima volta che ciò capita.
  Il secondo punto riguarda le cassette. Io credo che anche lì noi acquisiamo degli elementi di straordinaria novità. A me non colpisce quello che dicono nelle cassette, ma che ci sia in quelle cassette un interrogatorio che riguarda quelli di Genova, che ci siano i giornalisti de Il Mattino di Padova ai quali vengono offerte informazioni e che tutto questo sia nella piena disponibilità delle BR.
  Non l'abbiamo trovato negli atti giudiziari. Abbiamo trovato l'interrogatorio della confidente Camillo all'interno di un covo delle BR. Questo denota l'esistenza di un canale di comunicazione tra le BR e chi ha fatto quel verbale.
  La stessa cosa vale per qualcuno che vuole vendere ai giornalisti cose che compromettono qualcuno con le BR, ma ce l'hanno tra le mani le BR. Questo è un fatto non indifferente. Io credo che questo sia un altro elemento da affrontare.
  Per quanto riguarda la vicenda del falso comunicato n. 13, o del comunicato vero, ma comunque mai letto, anche questo pone degli interrogativi, come pure i test. Noi diamo per scontato che quei test siano stati fatti dalle BR perché si trovavano nel covo delle BR. Può darsi anche che le BR avessero a disposizione elementi per depistare quelli che dovevano riconoscere le loro voci. Questo dimostra che c'era una maglia osmotica di informazione. Noi cerchiamo chi ha infiltrato le BR. Forse dovremmo anche cercare chi delle BR ha infiltrato altro, o viceversa. Credo che questo sia un dato che risulta dai reperti oggettivi.
  L'interrogatorio fatto da qualcuno che ha qualcosa a che vedere con le forze dell'ordine, interrogatorio che deve andare al ministero, dopo quattro mesi che è stato fatto ce l'hanno quelli di cui il compagno Camillo in sostanza dice: «Per carità, a tutti meno che ai miei compagni»; è qualche cosa di sistematico. Poi a Genova sono successe anche morti strane. Morti, per carità. «Strane» è un errore.

  FABIO LAVAGNO. Segnalo solo quanto riportato prima ed evidenziato dal senatore Fornaro. Stiamo parlando di un covo abbastanza particolare, quello di viale Giulio Cesare, in cui – ci segnala il senatore Fornaro – sono stati trovati fogli datati 1980 in un riferimento del 1979.

  PRESIDENTE. No, secondo quanto mi riferiscono ora i magistrati consulenti che hanno curato l'acquisizione si tratta di un altro covo.

  FABIO LAVAGNO. Ho capito.

  PRESIDENTE. Non c'entra niente. Hanno scritto viale Giulio Cesare, ma i corpi di reato... Il verbale è via Ugo Pesci.

  FABIO LAVAGNO. Chiedo scusa, non avevo capito.

Pag. 13

  PRESIDENTE. Non mi fate venire male al cuore per nulla.

  GERO GRASSI. Presidente, vorrei un chiarimento, altrimenti rimaniamo con un dubbio sullo stomaco. Per capire, lì c’è un appunto su Minervini. Con Minervini lavorava Senzani. Lì è scritto «Minervini». Io, per capire...

  PRESIDENTE. Non ho finito. Queste sono una serie di domande. Poi c’è l'agenda. Mentre la cassetta... Proseguiamo in seduta segreta.
  Dispongo la disattivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  (I lavori proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica)

  PRESIDENTE. Concludendo possiamo affermare che dall'odierna audizione sono emersi tre elementi di interesse.
  In primo luogo, Moro non è morto subito, dobbiamo rivedere le perizie. Il dato della saliva attribuibile a Moro dimostra chiaramente che, quando è stato ucciso, non è morto subito, perché questo non avrebbe provocato quel quantitativo di saliva, che evidentemente è compatibile con una lenta morte.
  Come secondo punto, sui due DNA che vanno comparati chiederemo quello che abbiamo convenuto.
  Come terzo punto, dobbiamo vedere che cosa tiriamo fuori sul comunicato di Genova, perché è singolare. È più falso di quello della Duchessa, tenuto conto che le Brigate Rosse se lo sono fatto da sole. Voglio capire anche se quel comunicato è un comunicato fatto realmente dalle BR o se è stato predisposto da qualcun altro.
  A me colpisce che nel pacchetto delle cassette ci siano cose provenienti dall'esterno delle BR e che tuttavia sono nella disponibilità delle BR; come pure colpisce che ci siano interrogatori finiti nelle mani delle BR.
  Lo stesso vale per le 100 coppie di voci raffrontate. Poteva essere benissimo che si addestrassero su come non farsi riconoscere sulla base dei test che gli altri facevano. Questo denoterebbe un collegamento con entità esterne alle BR. Se questo collegamento è lo stesso che ha fornito tutti quei dati che riguardano il Ministero di grazia e giustizia e l'autorità giudiziaria, è un tema che mette al centro un collegamento che c’è stato.
  Per quanto riguarda il resto dell'agenda, io credo che dobbiamo tirar fuori il maggior numero di elementi possibile per identificare l'autore delle annotazioni e la loro esatta datazione, verificando in particolare se alcune di esse sono precedenti al 1979 ovvero risalgono ai primi mesi del 1979.

  GERO GRASSI. Vorrei correggermi. Ho fatto un errore. Minervini è stato ucciso nel 1980, ma la collaborazione...

  PRESIDENTE. ...con il noto professore risaliva al 1977.

  GERO GRASSI. ...era in quegli anni lì.

  PRESIDENTE. Bene, grazie. Ci aggiorniamo alla settimana prossima.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.10.

Pag. 14

ALLEGATO

ANALISI CONDOTTE DAL RIS DI ROMA

Pag. 15 Pag. 16

Pag. 17

Pag. 18

Pag. 19

Pag. 20

Pag. 21

Pag. 22

Pag. 23

Pag. 24

Pag. 25

Pag. 26

Pag. 27

Pag. 28

Pag. 29

Pag. 30

Pag. 31

Pag. 32

Pag. 33

Pag. 34

Pag. 35

Pag. 36

Pag. 37

Pag. 38

Pag. 39

Pag. 40

Pag. 41

Pag. 42

Pag. 43

Pag. 44

Pag. 45

Pag. 46

Pag. 47

Pag. 48

Pag. 49

Pag. 50

Pag. 51

Pag. 52

Pag. 53

Pag. 54

Pag. 55

Pag. 56

Pag. 57

Pag. 58

Pag. 59

Pag. 60

Pag. 61

Pag. 62

Pag. 63

Pag. 64

Pag. 65

Pag. 66

Pag. 67

Pag. 68