XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo

Resoconto stenografico



Seduta n. 45 di Giovedì 3 marzo 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Catania Mario , Presidente ... 2 

Comunicazioni del Presidente:
Catania Mario , Presidente ... 2 

AUDIZIONI IN MATERIA DI CONTRASTO DELLA CONTRAFFAZIONE VIA WEB E IN SEDE INTERNAZIONALE

Audizione del segretario generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali – FAPAV Federico Bagnoli Rossi.
Catania Mario , Presidente ... 2 
Bagnoli Rossi Federico , segretario generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali – FAPAV ... 2 
Viggiani Egidio , consigliere delegato e direttore Affari Generali ed Istituzionali di Prima Tv S.p.A ... 5 
Catania Mario , Presidente ... 5 

Audizione del presidente della Federazione Industria Musicale Italiana – FIMI Enzo Mazza:
Catania Mario , Presidente ... 5 
Mazza Enzo , presidente della Federazione Industria Musicale Italiana – FIMI ... 5 
Catania Mario , Presidente ... 6 
Mazza Enzo , presidente della Federazione Industria Musicale Italiana – FIMI ... 6 
Catania Mario , Presidente ... 7 

Audizione del presidente di Business Software Alliance – BSA Italia Paolo Valcher:
Catania Mario , Presidente ... 7 
Valcher Paolo , presidente di Business Software Alliance – BSA Italia ... 7 
Catania Mario , Presidente ... 10 

ALLEGATI: Documentazione presentata dagli auditi ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARIO CATANIA

  La seduta comincia alle 14.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che nella riunione del 18 febbraio 2016, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di predisporre una relazione tematica avente per oggetto la contraffazione nel settore farmaceutico, incaricando per lo studio della tematica riguardante questa materia il deputato Paolo Russo.
  Comunico altresì che nella stessa riunione, l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di affidare alla deputata Susanna Cenni l'incarico di approfondire il tema dei fenomeni di criminalità organizzata connessi alla contraffazione, riferendone poi in Commissione, anche sulla base di contatti con la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

Audizione del segretario generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali – FAPAV Federico Bagnoli Rossi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'approfondimento tematico in materia di contrasto alla contraffazione, l'audizione del Segretario generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali – FAPAV, Federico Bagnoli Rossi, accompagnato dal dottor Egidio Viggiani, consigliere delegato FAPAV.
  Vi ringraziamo per aver lasciato agli atti una relazione, purtroppo abbiamo i minuti contati, quindi vi prego di essere sintetici ma al tempo stesso esaurienti, è un esercizio difficile ma sono convinto che ci riuscirete.

  FEDERICO BAGNOLI ROSSI, segretario generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali – FAPAV. Grazie, presidente, ci proviamo. Buongiorno a tutti e grazie di questo invito, ci ha fatto molto piacere poter partecipare a questo ciclo di audizioni.
  Stiamo seguendo con attenzione i lavori della Commissione e abbiamo preparato un position paper abbastanza denso di dati, un approfondimento esaustivo per quanto riguarda la pirateria audiovisiva che noi rappresentiamo, perché, come sa, la Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali rappresenta l'intero comparto del mondo dell'audiovisivo, quindi il cinema, la serialità televisiva.
  All'interno della Federazione vi sono le quattro associazioni di categoria del mondo audiovisivo, ANICA, AGIS, MPA e UNIVIDEO, ma dal 1988 ad oggi sono entrate tutte le principali realtà che producono Pag. 3e distribuiscono in Italia contenuti di intrattenimento audiovisivo, il mondo dell'esercizio e le piattaforme di distribuzione legali di contenuti.
  Per attenerci ai tempi indicati abbiamo presentato una sorta di executive summary del nostro documento con questa presentazione. Come dicevo, durante questi anni sono entrati tutti i soggetti che si occupano di intrattenimento audiovisivo in Italia, e nell'evoluzione della ex Federazione antipirateria audiovisiva (prima si chiamava così) e oggi Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali abbiamo voluto insieme allo stesso andamento del mercato cambiare in qualche modo noi stessi.
  Oggi le nostre due principali attività, il FAPAV core e il FAPAV factoring, non sono altro che nel caso di core tutte le attività legate all’enforcement e quindi tutte le attività stragiudiziali e giudiziali, il rapporto con le Forze dell'ordine e con la magistratura, il rapporto molto importante per noi con l'AGCOM per il suo Regolamento e più, cosa che noi riteniamo fondamentale, le sinergie nazionali con tutte le istituzioni anche non del nostro mondo audiovisivo, ma del mondo culturale, e le sinergie con il mondo internazionale.
  L'altro lato come Federazione è quello della comunicazione, laddove è sempre più importante poter parlare di progetti di comunicazione, di attività di educational e di sensibilizzazione, e poi chiaramente studi e policy, perché l'ambizione della nostra organizzazione è combattere la pirateria a trecentosessanta gradi.
  Come Federazione nel 2011 avevamo realizzato uno studio con Ipsos, studio in cui avevamo per la prima volta analizzato il fenomeno della pirateria, suddividendolo in tre principali tipologie: la fisica, la digitale e l'indiretta. Qui vedete alcuni dati, che poi ritroverete anche nel position paper, e il dato che più ci interessa condividere con voi è che abbiamo calcolato che circa 500 milioni di euro all'anno vengono persi dal settore audiovisivo per l'intera filiera, quindi parliamo della produzione, della distribuzione, dell’home entertainment e della televisione.
  Ci rendiamo conto che il dato è un po'datato e in virtù di questo, grazie al supporto del nostro Consiglio e delle nostre imprese, quest'anno lavoreremo a un nuovo studio che andrà ad analizzare sia i dati che abbiamo già rilevato con Ipsos, sia altre tematiche di interesse.
  Un altro dato importante è quello dell'occupazione. Tera al tempo aveva già previsto che nell'arco dal 2008 al 2015 si sarebbero persi oltre 600.000 posti di lavoro all'interno delle imprese di carattere culturale, dato abbastanza allarmante.
  Per andare sul fenomeno, abbiamo voluto elencare le principali tipologie di pirateria digitale e, senza andarle a elencare, il succo è che queste hanno un'unica caratteristica comune: qualsiasi tipo di pirateria genera degli introiti, quindi quando sentiamo parlare di Robin Hood che rubano ai ricchi per dare ai poveri non è assolutamente così. Esiste una filiera lecita, che si sviluppa e migliora durante l'attività di lavoro, e accade la stessa cosa nel mondo illecito, laddove è importante sottolineare che nessuno fa niente per niente, perché questo tipo di attività genera denari che vanno ad arricchire le tasche dei pirati.
  Questa è la catena distributiva pirata. Questa è una slide molto importante, perché illustra il funzionamento della filiera illecita, che nasce dalla registrazione dell'audio e del video. Più del 90 per cento delle volte in cui viene catturato e quindi rubato l'audio, il video o entrambi, questo accade nella sala cinematografica, a parte casi saltuari di situazioni diverse e più problematiche, che però sono delle eccezioni, poi c’è l'editing, c’è una vera e propria industria che con una vera e propria filiera arriva allo stadio finale, che è quello di uploadare il contenuto su internet nelle varie modalità riassunte in questa slide.
  Un altro dato molto importante è quello che abbiamo raccolto recentemente che riguarda l'intervallo d'uscita dalla sala Pag. 4alla presenza in rete, un dato allarmante perché, come vedete, troviamo il 58 per cento dei film on line dopo i primi tre giorni di programmazione, dove una fetta altrettanto importante riguarda prima dell'uscita. Questo perché purtroppo all'interno della filiera della pirateria i pirati sono sempre più organizzati nel reperimento dei contenuti da rilasciare sul web.
  Per quanto riguarda i pilastri dell’enforcement, l'Italia è il Paese con le migliori best practices, negli ultimi anni è cresciuta l'attenzione istituzionale che ha portato a un'autorità giudiziaria, le Forze dell'ordine ma anche la magistratura, senza dubbio tra le migliori a livello europeo per quanto riguarda la tutela dei contenuti audiovisivi e culturali.
  L'altro tema importante è rappresentato dalle procedure amministrative, che sono quel faro che a livello europeo sempre più gli altri Paesi ci invidiano perché, grazie al Regolamento Agcom, abbiamo uno strumento efficace e flessibile. Non le nascondo, presidente, che auspicheremmo anche un'implementazione di questo strumento, perché ad oggi si riesce a bloccare attraverso il blocco del DNS in soli 12 giorni una piattaforma massiva di pirateria, però sarebbe auspicabile una crescita e quindi un'implementazione del blocco congiunto con l'indirizzo IP, facendo risultare ancora più efficace un regolamento molto soddisfacente.
  Un ultimo tema altrettanto importante è quello degli accordi di autoregolamentazione. Una delle novità è che abbiamo voluto iniziare a parlare con le stesse piattaforme perché, se non ci si parla, non ci si capisce, mentre a volte si può collaborare per fare tutela. Risulta fondamentale per l'autoregolamentazione il Follow the money, l'accordo siglato nel 2014 con lo IAV insieme ai colleghi della musica, per realizzare un'attività che portasse alla chiusura dei rubinetti finanziari.
  Bisogna proseguire in questa direzione e ragionare sulle attività di Follow the money per perseguire l'obiettivo principale di bloccare i finanziamenti della pirateria.
  Il tema dell’educational è per noi molto significativo, tanto che nel 2015 FAPAV, ANICA, MPA e UNIVIDEO, quindi le principali associazioni di categoria, si sono riunite per sostenere un progetto, Rispettiamo la creatività, un kit per le scuole in cui si racconta cosa c’è dietro un film e dietro una canzone, cosa si cela dietro un prodotto audiovisivo e musicale, per raccontare che dietro la macchina da presa, dietro il red carpet ci sono molte persone che lavorano.
  Abbiamo voluto condividere con voi le nostre tre principali priorità. Senza dubbio per poter fare tutela di contenuti audiovisivi il tema dell'offerta di contenuti è molto importante. In merito a questo tema è importante ricordare come gli intermediari, i nostri stessi partner andranno sempre più a vendere offerte di contenuti. Auspichiamo che si possa riflettere (anche l'Europa sta riflettendo con una consultazione recentemente conclusasi) sulla possibilità di avere delle regole, perché è necessario fissare regole e assumere le proprie responsabilità.
  Questa sarà una delle cose più importanti su cui riflettere, perché una maggiore responsabilità degli intermediari potrà aiutarci a garantire un ecosistema del web più compatibile alla crescita di un'offerta legale.
  Un'altra priorità è sicuramente quella dell'impegno delle istituzioni nel contrasto degli illeciti, e mi fa piacere dirlo in questa sede perché attraverso il ruolo della vostra Commissione vogliamo condividere come sia importante sostenere l'attività dal fronte delle istituzioni, delle Forze dell'ordine, dell'Agcom.
  Un altro tema importantissimo è quello della cooperazione tra Paesi, perché spesso questi portali non sono in Italia, a volte abbiamo l'enorme problematica (lo troverete anche nel nostro paper) di soggetti che guadagnano attraverso la possibilità di gestire servizi in anonimato, per rendere più complessa la lotta alla pirateria. Essendo questi portali all'estero, la cooperazione tra Paesi sarà fondamentale.
  L'ultimo tema che ci sta a cuore è quello della comunicazione. Come federazione e come comparto audiovisivo il nostro desiderio è cambiare il modello di Pag. 5comunicazione riguardo a questi temi. Voi ricorderete alcune campagne fatte in passato, ma stiamo lavorando per raccontare in maniera diversa il nostro settore e vi lascio anche un video che illustra come ci piacerebbe farlo.

  EGIDIO VIGGIANI, consigliere delegato e direttore Affari Generali ed Istituzionali di Prima Tv S.p.A. Come consigliere delegato il messaggio forse è più politico, perché questa è la sede migliore: ieri c’è stata la Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza ed è emerso come la minaccia si combatta con la cyber security, quindi tutti coloro che fuori da questa stanza continuano a pensare che questi siano dei ragazzini che cercano di fare quattro soldi devono comprendere che in questo modo si reca danno a tutta l'industria dell'audiovisivo e dei mezzi di comunicazione elettronica.
  Inviterei, avendo a disposizione gli strumenti legislativi, ad armonizzare il sistema, prendendo spunto dall'ex DDL De Giorgi sul cinema, perché quando si parla dell'istituzione, agenzia, autorità che deve essere creata per quel tipo di industria, quell'autorità può essere una cabina di regia per inserire uno strumento di enforcement con una leva normativa per agire direttamente e aiutare a rafforzare la lotta ai cyber criminali, che utilizzano la Rete anche rubando i film, i contenuti, vendendoli e utilizzando i loro portali come dei veri e propri portali d'informazione e pubblicizzandoli nel mondo digital con dei ricavi sempre più cospicui. Grazie.

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione prodotta sia pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

Audizione del presidente della Federazione Industria Musicale Italiana – FIMI, Enzo Mazza.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della Federazione Industria Musicale Italiana – FIMI, Enzo Mazza, di cui abbiamo già acquisito la sua relazione.

  ENZO MAZZA, presidente della Federazione Industria Musicale Italiana – FIMI. Ringrazio il presidente e i membri della Commissione per averci invitato. Io rappresento la Federazione industria musicale italiana, quindi non mi soffermo su quello che facciamo, vi fornisco velocemente alcuni dati relativi alle dimensioni del mercato musicale, un mercato che sta diventando fortemente digitalizzato sia a livello globale, sia in Italia. I ricavi digitali sono in costante crescita e il fenomeno di punta su cui sta spostando questo mercato è l'area dello streaming, quindi si sta passando dal possesso all'accesso dei contenuti.
  Abbiamo a livello globale circa 41 milioni di clienti di questi servizi e anche in Italia il trend è quello dello streaming, della crescita del digitale. Nel 2014 il mercato è cresciuto del 4 per cento, quest'anno del 15 e la crescita sarà ancora superiore, con un passaggio dal 38 al 40 per cento della fetta rappresentata dal digitale.
  Passando alla nostra visione del contrasto alla pirateria, possiamo facilmente evidenziare come il settore abbia rappresentato una serie di innovazioni rispetto al fenomeno tradizionale. Siamo stati auditi dalla precedente Commissione quando si parlava ancora in parte del mercato fisico, quindi dei CD venduti dalle organizzazioni criminali e distribuiti a livello globale, ma adesso il fenomeno è radicalmente cambiato, come già ha avuto modo di evidenziare anche il collega di FAPAV.
  Nel nostro settore in particolare il fenomeno si è pesantemente spostato sulla distribuzione di contenuti in ambito digitale, con particolare riferimento alle piattaforme torrent e ai cyberlocker, che attraverso un complesso meccanismo di link consentono di accedere a questi contenuti e di scaricarli.
  Le risposte alla pirateria sono stati molteplici: da un lato quella penale, che ha funzionato e tuttora funziona molto Pag. 6bene, dall'altro il già citato Regolamento dell'Agcom, che consideriamo molto efficace, che potrebbe però essere ampiamente migliorato con l'introduzione del blocco anche a livello IP oltre che DNS.
  Poiché la Commissione ci chiede di indicare gli eventuali sviluppi, riteniamo che la principale azione sul fronte della conservazione digitale sia quella di attivare sia il Parlamento che il Governo a livello europeo affinché vengano riviste alcune delle normative che oggi riguardano questo specifico settore, in particolare le normative sul commercio elettronico e la direttiva sull’enforcement, che in questo momento sono entrambe in consultazione (una è già conclusa).
  Quali sono i punti chiave che vanno evidenziati e non riguardano non solo il settore della musica, il settore del cinema, il settore del software, ma in generale tutti i settori che sono oggetto di contraffazione digitale o di pirateria, ma anche di altre attività illecite che riguardano il digitale ? Una definizione chiara della responsabilità degli intermediari.
  Gli intermediari di oggi non sono gli intermediari del 2013, sono soggetti attivi nel processo, mentre la direttiva fu concepita per inquadrare società di telecomunicazioni, quelle che mettevano i cavi ed erano totalmente innocue e trasparenti rispetto al processo. Oggi abbiamo realtà che fanno tutto e che si nascondono dietro all'esenzione di responsabilità sulla base della direttiva sul commercio elettronico, e su questo tema pongono anche delle problematiche in relazione alle contrattazioni e ai negoziati con titolari di diritti. Le piattaforme illegali cercano di ottenere ulteriori vantaggi nascondendosi nelle pieghe delle normative comunitarie.
  Un primo passo è la chiara definizione delle responsabilità sulla base delle attività svolte da questo tipo di piattaforme. L'altro aspetto è quello del notice ad staydown. Oggi parliamo di notice and take down, cioè il titolare dei diritti segnala alla piattaforma e la piattaforma rimuove, in realtà il contenuto ritorna regolarmente a galla dopo pochi minuti, mentre questo contenuto dovrebbe rimanere giù. La piattaforma dovrebbe fare in modo che non si possa più ricaricare lo stesso contenuto, una volta segnalato.
  Ci sono già decisioni in questo senso, anche in Italia una decisione del tribunale di Torino va su quest'area senza poter entrare nel merito perché comunque resta nei limiti comunitari, si dovrebbe sollecitare questa azione sul piano comunitario.
  Vi è poi un dovere di diligenza esteso a tutti gli intermediari. Una volta gli intermediari erano di tipo informatico, di telecomunicazione, oggi gli intermediari che operano in Rete sono intermediari finanziari, perché ci sono le carte di credito, intermediari pubblicitari, perché ci sono le agenzie di media che operano su questo fronte, quindi il ruolo dell'intermediario deve essere esteso a tutti coloro che trattano contenuti digitali lungo l'anello della filiera, perché sono gli unici che possono mettere in crisi il sistema di utilizzazione di contenuti su piattaforme illegali.
  Un ultimo punto importante è l'obbligo della registrazione da parte degli hosting providers dell'identità dei clienti. Questo sistema consentirebbe all’hosting provider di avere i dati identificativi dei soggetti che comprano servizi presso l’hosting provider. Qui non stiamo parlando quindi di privacy dell'utente finale o di concetti del genere, che sono legati all'anonimizzazione dell'utente che usa questo tipo di piattaforme: qui semplicemente il provider che offre a un altro soggetto business uno spazio per ospitare il contenuto deve chiedere a questo soggetto i suoi dati e questo soggetto deve essere identificabile, in modo tale che poi su richiesta della magistratura o delle autorità tali dati possano essere messi a disposizione per un contrasto efficace. Grazie.

  PRESIDENTE. La relazione che ci ha consegnato è esplicativa anche dell'ultima slide in merito alle proposte normative ?

  ENZO MAZZA, presidente della Federazione Industria Musicale Italiana – FIMI. Sì, ci sono cinque pagine in merito.

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  PRESIDENTE. Grazie. Dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione prodotta sia pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

Audizione del presidente di Business Software Alliance – BSA Italia, Paolo Valcher.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente di Business Software Alliance – BSA Italia, Paolo Valcher, al quale cedo subito la parola.

  PAOLO VALCHER, presidente di Business Software Alliance – BSA Italia. Grazie, presidente, ringrazio la Commissione. Rappresento in questa sede la BSA Italia, a differenza dei colleghi le cui associazioni sono forse più conosciute BSA terrei a spendere due minuti per raccontarvi l'associazione che rappresento.
  La BSA è l'associazione che raggruppa le principali aziende produttrici di software e di hardware a livello internazionale. Il suo obiettivo principale è quindi quello di salvaguardare le attività e gli investimenti che queste aziende fanno a livello internazionale (non sono solo aziende americane, ma sono anche aziende europee), ma soprattutto di promuovere politiche che vanno a incentivare i termini dell'innovazione attraverso l’information technology su due o tre aree, in particolare modo delle PMI e della pubblica amministrazione.
  L'incentivo dell'utilizzo dell'innovazione attraverso l'ICT viene anche portato nell'utilizzo corretto di queste piattaforme software e quindi anche nel corretto utilizzo delle forme di licenza che i prodotti software hanno per l'utilizzo all'interno delle organizzazioni. Questi sono i soci di Business Software Alliance, io rappresento il Comitato italiano, e come vedete rappresentiamo le principali aziende software e hardware.
  Il mercato del software oggi sta subendo grandi evoluzioni, anche perché c’è l'introduzione di un fenomeno, di una metafora nuova che molti di voi avranno già sentito, che è quella del cloud computing, che è una grande opportunità soprattutto per organizzazioni piccole e medie, quindi per Paesi come l'Italia, perché offre la possibilità a piccole e medie aziende di usare delle tecnologie all'avanguardia che fino a qualche anno fa potevano essere utilizzate solo dalle grandi aziende, perché solo le grandi aziende si potevano permettere certi tipi di investimenti.
  Oggi, usando queste piattaforme di tipo cloud, le aziende che producono software offrono attraverso i loro server gli stessi servizi che prima si potevano permettere solo la Ferrari, la FIAT, la Banca d'Italia, solo certe tipologie di clienti. Oggi con poco, pagando dei servizi, le piccole e medie imprese possono usufruirne, quindi questo aumenta molto la competitività del territorio, soprattutto di un territorio come quello italiano in cui il 98 per cento delle aziende è costituito da microaziende, che quindi devono accedere facilmente all'innovazione ed essere competitive rispetto alle altre.
  Il fatturato globale dell’information technology e dei software in Europa ammonta a 200 miliardi di euro, più della metà degli addetti operano nell'ambito del software. In Italia la percentuale è inferiore per motivi culturali, nel senso che in Europa in altri Paesi uno studente o un ricercatore che investe la sua professionalità nel software viene visto in maniera positiva, in Italia per mille motivi culturali chi sviluppa software è considerato quasi di serie B, per non parlare di chi sviluppa i giochi, che si ritiene avrebbe potuto fare altro ! In altri Paesi europei c’è invece una grande attenzione verso queste nuove professioni.
  Quando si parla di pirateria del software, si pensa che se si acquista un servizio attraverso cloud non ci sia più pirateria, ma la pirateria si sta evolvendo e in questo caso le persone potrebbero usare dei servizi non avendoli pagati.
  L'altra cosa importante degli investimenti nell’information technology è che, anche se le aziende che rappresentiamo Pag. 8sono prevalentemente internazionali e qualcuna italiana, sviluppano un ecosistema molto interessante per le aziende italiane, perché quasi tutte queste aziende producono oggetti software come se fossero mattoncini Lego, ma a costruire la casa è poi un'azienda locale italiana. Se quindi un'azienda internazionale produce un mattoncino e la casa con altri dieci mattoncini è fatta da un'azienda tendenzialmente locale, questo crea economia, crea sviluppo e fa parte del settore di innovazione del Paese Italia.
  Anche noi vediamo il mercato unico digitale come una grande opportunità, ma non mi vorrei soffermare su questo perché alcune cose sono state già dette dai miei colleghi. Vorrei citare la ricerca realizzata da BSA nel 2013, che è un po’ datata, ma gli ordini di grandezza non dovrebbero essere molto cambiati, purtroppo non abbiamo dati nuovi ma BSA a livello internazionale farà un'ulteriore ricerca che verrà pubblicata e quindi avremo l'opportunità di presentarvi nuovi dati a giugno 2016.
  Si definisce un volume d'affari di circa 63 miliardi di euro in tutto il mondo di software piratato, con un tasso di pirateria del 29 per cento in Europa. Questo vuol dire che un'azienda su tre usa dei prodotti software non lecitamente pagati, con una non corretta competitività rispetto a chi invece li acquista.
L'Italia è uno degli ultimi Paesi perché è intorno al 47 per cento, percentuale migliorata perché negli ultimi anni abbiamo recuperato 2 punti, però c’è ancora molta strada da fare. Vedrei infatti questo 47 per cento in un'ottica di confronto rispetto ad altri Paesi come la Francia che è al 36 per cento, come la Spagna e il Portogallo che hanno una pirateria sempre alta, ma inferiore alla nostra.
  BSA ha fatto una ricerca solo per alcuni Paesi Western Europe oltre che Canada e America, per effettuare una stima degli eventuali numeri di posti di lavoro e di contributo al PIL e alle tasse dei singoli Paesi, se questo tasso di pirateria del software potesse diminuire di 10 punti in quattro anni, cosa che può essere considerata fattibile, di 2,5 punti all'anno. Si potrebbero recuperare più di 7.000 posti di lavoro e 5 miliardi di valore di attività, perché non è solo il software, ma vuol dire anche le tasse non pagate, vuol dire che su questo software puoi costruire dei servizi.
  Sempre in base alle ricerche di BSA abbiamo un'ottica su come in Italia venga percepito il reato di chi scarica contenuti, aspetto che abbiamo già visto dai colleghi della musica e del video. Solo il 14 per cento degli italiani dice che scaricare internet, software e file musicali è un reato, quindi c’è una percezione preoccupante considerando l'altro dato del delta rispetto a cento. Il 22 per cento degli italiani ignora tale comportamento, quindi non sa che è contro la legge, il 39 per cento lo ritiene addirittura illecito ma tollerato perché lo fanno tutti. Questo significa che il 61 per cento del campione considera la pirateria informatica un comportamento tendenzialmente lecito.
  Da parte di uno studente di un'università l'utilizzo del software avviene anche in modalità differenti, noi come associazione vediamo anche dei casi che veramente sono al limite dello scandaloso, in cui aziende o studi che poi vediamo in televisione hanno fatto progetti o attività per i quali hanno copiato non un software, ma centinaia di milioni di euro di valore di software. Questo è assolutamente immorale, illecito e scorretto rispetto all'azienda che magari lavora al di là della strada che invece compra le sue licenze.
  Spesso c’è l'alibi che il prodotto costa tanto, magari aiuta a fare dei disegni grafici in 3 D ma costa troppo, ma io ribatto sempre che una volta l'architetto faceva i disegni a china ! Esiste quindi questo malcostume.
  Anche il World Economic Forum sulla competitività ha dimostrato che i 20 Paesi con la più forte tutela della proprietà intellettuale nell'ambiente IT sono anche quelli che crescono a livello di competitività più velocemente rispetto ad altri, mentre chi è più debole ha più difficoltà all'interno della competitività. Questo è uno dei temi della cybersecurity, che è già Pag. 9stato accennato precedentemente: avere dei software più o meno complessi non tutelati porta a un'esposizione sulla sicurezza informatica che, senza pensare al caso estremo del terrorismo, possono essere molto pericolosi.
  Questo non solo all'interno dei brevetti delle singole proprietà intellettuali delle singole aziende anche PMI italiane, ma, se pensiamo alla pubblica amministrazione, l'attenzione all'utilizzo corretto del software riduce gli eventuali danni di intrusione. Il tema della cybersecurity è oggi quindi un tema molto caldo e molto legato al non corretto utilizzo dei software. Il 79 per cento dei software illegali subisce ad esempio attacchi di tipo malware, quindi di oggetti che entrano nel computer e creano danni.
  Il grafico contenuto nella relazione mostra infatti come rispetto ai tassi di contagio nell'asse delle ordinate i tassi nazionali di installazioni software illegali si accrescano in maniera proporzionale. BSA vuole quindi sensibilizzare le aziende della pubblica amministrazione su questo tema, quindi uno degli strumenti è comunicare e informare il più possibile in una modalità cultura, non in una modalità punitiva. Ovviamente anche per noi il risultato del Regolamento Agcom è molto importante, come dicevano i colleghi è un regolamento molto utile, che ci può essere sempre più d'aiuto nel controllare i siti che rendono disponibili i software in maniera illegale non solo di notice and take down, ma anche di notice and staydown.
  Realizziamo anche azioni di enforcement penale. BSA in questo caso funge da consulente tecnico di supporto agli organi di polizia, tendenzialmente alla Guardia di finanza, quando effettuano dei controlli sul territorio. Ogni due o tre mesi la Guardia di finanza effettua dei controlli sulle aziende sul territorio e spesso, per capire se questa azienda abbia utilizzato in maniera corretta i prodotti, chiamano dei consulenti di BSA che fanno proprio consulenza tecnologica.
  Il report del 12 novembre mostra come, su 22 ispezioni in 9 province, solo 9 non abbiano trovato soluzioni illegali. La Guardia di finanza ci segnalava che non c’è solamente una sanzione amministrativa, ma c’è anche un problema penale per l'amministratore delegato dell'azienda.
  Facciamo anche enforcement civili, perché riceviamo diverse segnalazioni di aziende che potrebbero essere sospette. In questo caso BSA su 100 ha fatto 14 azioni civili, in maniera molto attenta perché ovviamente bisogna capire tutti i dettagli. In queste 14 azioni è stato riscontrato un tasso di positività del cento per cento, quindi tutti erano in una situazione non corretta, e si sono chiuse con accordi transattivi.
  I suggerimenti che vorremmo dare alla Commissione sulla parte BSA sono già stati indicati dai colleghi. Molto secondo noi è la parte di educazione e informazione: dobbiamo lavorare tutti insieme su questa percezione, perché potremo passare dal 47 al 30 per cento solo attraverso un'azione di cultura, di informazione, di educazione nelle scuole e nelle università, che ormai hanno la possibilità di usare molto semplicemente i software, però quando mi è capitato di incontrare gli studenti nelle scuole e di chiedere loro se gli avrebbe fatto piacere che un loro disegno o un loro progetto di un gioco venisse copiato e tutti ovviamente rispondono di no, quindi è una questione di educazione che dobbiamo dare.
  Attenzione sulla cybersecurity perché software copiato spesso significa esposto ad eventuali intrusioni, collaborazioni tra gli enti, i Ministeri, e come mercato unico digitale continuare lo sforzo di collaborazione tra gli intermediari, come indicato dal collega Mazza, e garantire nuove azioni che mantengano in modo equilibrato le regole del diritto d'autore per proteggere la corretta applicabilità delle licenze software, pur mantenendo le autonomie delle aziende che sviluppano questi software.
  Spesso queste aziende forniscono i contenuti ad aziende locali affinché possano sviluppare software, quindi in maniera indiretta proteggiamo anche delle aziende locali, ad esempio aziende giovani come le start-up che magari in questo momento Pag. 10non stanno pensando che il loro prodotto venga copiato, ma questo può essere un rischio.
  Vi ringrazio per l'ascolto.

  PRESIDENTE. La ringrazio, dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione prodotta sia pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

  La seduta termina alle 14.30.

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