XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo

Resoconto stenografico



Seduta n. 42 di Mercoledì 27 gennaio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Catania Mario , Presidente ... 3 

Audizione del Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni, Roberto Di Legami:
Catania Mario , Presidente ... 3 
Di Legami Roberto , Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni ... 3 
Catania Mario , Presidente ... 5 
Gallinella Filippo (M5S)  ... 5 
Di Legami Roberto , Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni ... 5 
Catania Mario , Presidente ... 6 
Garofalo Vincenzo (AP)  ... 6 
Di Legami Roberto , Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni ... 6 
Garofalo Vincenzo (AP)  ... 7 
Di Legami Roberto , Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni ... 7 
Catania Mario , Presidente ... 7 
Baruffi Davide (PD)  ... 7 
Catania Mario , Presidente ... 8 
Di Legami Roberto , Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni ... 8 
Catania Mario , Presidente ... 10 
Di Legami Roberto , Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni ... 10 
Catania Mario , Presidente ... 11 
Cenni Susanna (PD)  ... 11 
Di Legami Roberto , Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni ... 11 
Catania Mario , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione presentata dal Direttore della Polizia Postale Roberto Di Legami ... 13

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARIO CATANIA

  La seduta comincia alle 8,35.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente.)

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni, Roberto Di Legami.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della Polizia postale e delle comunicazioni, dottor Roberto Di Legami, cui lascio la parola per la sua introduzione, cui faranno seguito eventuali richieste di chiarimento da parte dei colleghi.

  ROBERTO DI LEGAMI, Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni. Grazie, presidente, buongiorno a tutti. Ho già prodotto una relazione, sulla quale immagino che ci saranno delle domande. Posso aggiungere che questo genere di attività, pur non rappresentando il core business della specialità della Polizia postale, vede però la stessa impegnata in una serie di attività di prevenzione e contrasto della pirateria digitale.
  I settori che ci vedono prevalentemente impegnati sono il settore musicale e quello cinematografico. Abbiamo dei picchi di interesse, scandagliamo ovviamente la Rete ma nell'ultimo periodo purtroppo la nostra attenzione si è dovuta concentrare su altre priorità che si sono orientate verso altro tipo di target e di attacchi, quali infrastrutture critiche, crimine finanziario cibernetico e terrorismo.
  Ciò non toglie che nel corso di questa attività costante, che ci impegna nelle nostre sale operative ventiquattro ore su ventiquattro, trecentosessantacinque giorni all'anno, venga rilevata la presenza di opere di ingegno contraffatte, la cui diffusione non è autorizzata. Le troviamo su un grande numero di piattaforme (chat, forum, siti), quindi la prima analisi è dove il sito è allocato, perché ovviamente riferiamo all'autorità giudiziaria.
  Gli strumenti sono limitati, perché nella quasi totalità dei casi queste piattaforme sono allocate all'estero, per cui l'attività che facciamo consiste nell'inibire l'accesso della visione agli utenti che vi si collegano dall'Italia. Non è un segreto che l'utente in possesso di particolari competenze sotto il profilo informatico potrebbe aggirare l'ostacolo, ma appiattiamo la stragrande maggioranza di coloro che avrebbero voluto farlo senza questo espediente, quindi riteniamo effettiva questo misura.
  In genere i picchi soprattutto per il settore cinematografico si riscontrano durante le festività natalizie, quando troviamo disposizione su queste piattaforme opere di ingegno come i famosi film panettone in genere un paio di settimane prima dell'uscita ufficiale.Pag. 4
  L'attività è ormai d'iniziativa perché lo sappiamo, quindi non aspettiamo un input esterno, ma in passato è stata proprio questione di ore, per cui o ce ne accorgevamo o avevamo la segnalazione delle grandi case cinematografiche italiane e straniere. Ritengo che i nostri interventi siano stati effettivi, perché – non so se per fortuna o per nostra bravura dovuta all'efficienza degli anni trascorsi – nelle festività natalizie 2015 per la prima volta non abbiamo avuto segnalazioni di questo tipo, non ci sono state fuoriuscite di opere di ingegno non autorizzate.
  Collaboriamo con la Guardia di finanza che è molto più sul pezzo, perché ad eccezione di queste due branche, quella musicale e quella cinematografica, in genere per la contraffazione la Guardia di finanza ha un maggiore intervento perché rientra nel suo core business, nelle priorità istituzionali.
  Il raccordo in genere è determinato da questo: quando abbiamo la notitia criminis, se ravvisiamo una violazione del diritto d'autore o delle frodi informatiche, un accesso abusivo informatico che attraverso software consenta di acquisire quel codice che fa sì che originariamente quel programma venisse destinato a un solo utente, quindi la condivisione in siti illegali o piattaforme social fa sì che dietro pagamento (solitamente la ricarica di una carta Postepay) si dia la possibilità di accedere a una miriade di utenti originariamente non destinati a questo servizio.
  In questo caso ci raccordiamo con il magistrato per i provvedimenti di competenza e, se riteniamo di poter portare a termine autonomamente un'operazione, lo facciamo, se invece riteniamo, solitamente nella contraffazione di altro tipo di materiale, quindi sul commercio elettronico o altro, che non rientri nelle nostre priorità oppure non si abbia il know how necessario, ci raccordiamo direttamente con i comandi territoriali della finanza o per il tramite dell'autorità giudiziaria richiediamo che la delega per gli ulteriori accertamenti venga indirizzata ai colleghi della Guardia di finanza.
  Investiamo ultimamente molto in prevenzione, perché, come sapete, in tanti campi si è iniziato con la navigazione sicura sulla Rete, il focus degli ultimi due anni è destinato al cyberbullismo, ma di tanto in tanto abbiamo questi grandi contenitori in cui inseriamo le priorità del momento.
  Ormai siamo al quinto anno, siamo abbastanza rodati in queste campagne di sensibilizzazione nelle scuole in collaborazione con il MIUR e grandi partner privati, avrete sentito parlare di tante campagne informative, ma menziono quella che ritengo più nota all'opinione pubblica, quella della vita da social. Abbiamo un truck multimediale che pubblicizza in tutte le città italiane l'attività che facciamo. Soprattutto gli incontri nelle scuole di nostri operatori che ci hanno consentito negli ultimi anni di incontrare centinaia di migliaia di studenti, genitori e insegnanti, e sensibilizzarli sulla necessità di una navigazione sicura in Rete.
  Il messaggio dell'assoluta necessità che il diritto d'autore venga rispettato si fa passare anche in queste campagne, non è la priorità perché purtroppo il cyberbullismo negli ultimi anni è diventato un fenomeno molto preoccupante, però in passato si è fatto anche questo. Si potrebbe pensare a delle campagne mirate in futuro, siamo aperti a possibili iniziative in tal senso.
  Noi abbiamo una sezione presso il Garante delle comunicazioni a Napoli, partecipiamo ai tavoli monotematici sul tema, collaboriamo all'implementazione del Regolamento varato qualche tempo fa, l'unico problema è che si tratta di un regolamento amministrativo, perché un intervento dell'Autorità per le comunicazioni è amministrativo, mentre il nostro è un intervento di carattere penale, per cui in passato c’è stato qualche scollamento.
  C’è quindi un raccordo con l'Autorità perché, se noi interveniamo, la natura è penale, quindi il tipo di intervento deve essere coordinato in anticipo, però avendo una presenza stabile presso quell'organo Pag. 5non ho segnalazioni di difficoltà o incomprensioni. Questo è a colpi d'accetta quello che facciamo.

  PRESIDENTE. Ringrazio il direttore e lascio la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie, presidente, grazie al dottor Di Legami. Vorrei innanzitutto verificare di aver compreso come funziona la vostra attività: voi avete la notitia criminis su segnalazione di chi si accorge di aver subìto un atto di pirateria nel caso della contraffazione, quindi del titolare del diritto d'autore, fate la vostra scansione della Rete, quindi vi accorgete di questo, comunicate subito al magistrato o agite direttamente ? Non ho capito bene il rapporto con la Guardia di finanza.
  Nell'ambito del vostro lavoro la contraffazione ovviamente è una parte, perché vi occupate anche di altro, ma per capire meglio la vostra attività, si tratta della metà o di un quarto del vostro lavoro ? C’è una sezione specifica per la contraffazione oppure tutti fanno tutto ? Vorrei avere questo chiarimento dal punto vista operativo, grazie.

  ROBERTO DI LEGAMI, Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni. L'attività di scansione della Rete per noi è costante, evidentemente i reati che vi si commettono sono una miriade. La segnalazione può essere ricevuta da chi fa questo tipo di attività, ma spesso viene ricevuta da chi sta facendo un tipo di attività completamente diversa.
  Le nostre priorità al momento sono la protezione delle infrastrutture critiche da qualsiasi tipo di attacco, che può essere del singolo, dei gruppi organizzati, dei gruppi terroristici, di gruppi attivisti più o meno coperti da Governi ostili, quindi il panorama è abbastanza vario.
  La seconda è la lotta alla pedopornografia online, quindi la scansione è costante anche in quel senso perché, oltre che attivare indagini in tal senso, per legge siamo tenuti all'aggiornamento della famosa blacklist delle piattaforme virtuali che ospitano questi contenuti. Abbiamo poi il Financial Crime, perché in rete ci sono sempre attacchi a strutture finanziarie, a privati, e l'ultimo (ovviamente non per importanza) è quello del cyberterrorismo.
  Queste sono le quattro macroaree che assorbono prevalentemente l'attività di monitoraggio costante. Sia nell'ambito di queste attività che nell'ambito di attività mirate all'anticontraffazione emerge la notitia criminis, ma, come dicevo, ormai non c’è più bisogno di attendere l'input da parte del singolo, cosa che è residuale e fa parte delle denunce periodicamente sporte presso i nostri uffici territoriali e quindi l'ufficio territoriale si attiva immediatamente con l'autorità giudiziaria di competenza perché c’è bisogno dei provvedimenti di competenza dell'autorità giudiziaria, quindi il contatto è immediato. Già nell'immediato si valuta se la specialità sia in grado di portare avanti le indagini o meno, se lo ritiene, prosegue, altrimenti si raccorda con la Guardia di finanza o viceversa con l'autorità giudiziaria perché indirizzi la delega a quell'organo di polizia.
  Quando parlavo inizialmente di grosse opere nel campo della cinematografia o altro, parlavo dei film panettone perché sono dei grossi eventi che già sappiamo, quindi all'inizio di dicembre cominciamo a fare dei monitoraggi mirati, perché già sappiamo che sotto festività ci saranno questi grossi eventi e in genere una o due settimane prima si ritrovano su siti allocati all'estero queste opere, quindi noi ci attiviamo e non abbiamo bisogno dell'input della grossa industria. In passato c’è stato, negli ultimi anni li abbiamo prevenuti, nel 2015 (speriamo che il trend continui in tal senso) non abbiamo avuto alcuna lamentela, non abbiamo riscontrato presenze su siti illegali di questo tipo di problematiche.
  La priorità non è elevata, assolutamente no, se dovessi indicare un fattore numerico direi che oscilla tra il 5 e il 10 per cento.

Pag. 6

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Garofalo.

  VINCENZO GAROFALO. Ringrazio il dottor Di Legami per quanto ci ha detto e per i risultati che in questi anni la sua attività, quella dei suoi collaboratori, la sua organizzazione hanno saputo raggiungere.
  Dalla sua relazione ho capito che la maggior parte dell'attività si è concentrata e si concentra soprattutto sulla pirateria audiovisiva, confermando in questo settore i buoni risultati e la capacità di essere efficaci sotto il profilo della prevenzione.
  Lei sa che questa audizione si colloca nell'ambito di un lavoro sul Digital single market strategy dell'Unione europea, cui nella sua relazione fa riferimento dicendo che sarebbe importante una maggiore cooperazione, quindi le chiederei di dirci quale sarebbe l'attività, rendendomi conto che all'inizio lei ha evidenziato la possibilità di bloccare l'accesso in Italia a questi fonti di pirateria.
  Purtroppo, però, nel caso della pirateria gli utenti sono sempre più esperti e quindi questo tipo di contrasto è debole o almeno lo diverrà se non c’è una cooperazione, quindi le chiederei di darci un'indicazione delle cose che servirebbero.
  Vorrei approfittare della sua competenza per ragionare in termini di contraffazione in modo più ampio, perché tra l'altro assisteremo sempre più al fenomeno dell'e-commerce attraverso il canale informatico, quindi se sottovalutiamo questo problema sia in termini contraffazione che in termini generali, ci saranno dei supermercati che virtualmente faranno concorrenza agli altri che possiamo fisicamente controllare, mentre quello che avviene in rete è spesso allocato in zone poco accessibili. Rispetto a questo vorrei approfittare della sua competenza per avere qualche informazione in più.
  Mi è capitato che mi segnalassero delle disfunzioni, delle problematiche che riguardano un illegale utilizzo della Rete, per cui lei ha detto che si fanno le denunce presso i vostri uffici territoriali. Le chiederei rispetto a questo l'efficacia in termini di risposta e assistenza, se subiate dei rallentamenti e cosa servirebbe per poter dare risposte sempre più rapide agli utenti.

  ROBERTO DI LEGAMI, Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni. Una piccola precisazione: parlavo di mercato cinematografico, ma avevo anche menzionato il televisivo, l'attenzione sul fenomeno di card sharing, campo su cui interveniamo frequentemente. La parte musicale vede la Guardia di finanza fare la parte del leone, ma in campo di card sharing, quindi di violazione di servizi televisivi ad accesso condizionato, abbiamo fatto diverse operazioni anche massive sul campo, quindi ritengo che questo sia degno di essere menzionato.
  Sulla truffa portata avanti su piattaforme di e-commerce noi siamo massicciamente presenti sul territorio, in genere interveniamo su un incontro fra l'offerta e la domanda, tra il venditore e il compratore, dove poi la dazione di danaro viene effettuata e a fronte di questa dazione il bene non viene recapitato o viene recapitato un bene ben diverso da quello prospettato.
  Sul fatto che la borsa Gucci a 30 euro sia o meno originale noi alziamo bandiera bianca, non abbiamo le competenze perché lì dovrebbe esserci una grossa collaborazione con le società produttrici, perché le piattaforme di e-commerce si dichiarano estranee, sostengono di non poter verificare di volta in volta se il bene sia originale, quindi si innesca un percorso vizioso per cui ognuno dice di non essere competente. Probabilmente si dovrebbero creare task force con grossi gruppi che riuniscano il made in Italy, dei tavoli permanenti in cui il privato fornisce il know how e noi forniamo il braccio operativo, perché la Guardia di finanza ha all'interno degli esperti ma noi non abbiamo queste professionalità, non siamo in grado di stabilire se un bene sia corrispondente al vero, quindi abbiamo progressivamente lasciato questo campo di attività.Pag. 7
  Ritengo però che il partenariato pubblico/privato in questo campo sia la chiave di volta, non si può pretendere dalla forza di polizia di andare a verificare: la forza di polizia andrà ad agire individuando chi sta dietro quell'offerta virtuale, ma è chi ha prodotto quel bene che deve attestarne l'autenticità. Forse la creazione di tavoli permanenti dove il privato effettua segnalazioni mirate, dando poi alla forza di polizia il compito di svolgere le attribuzioni di competenza, faciliterebbe tanto il lavoro.
  Parlavo di collaborazione tra i colossi del web perché, mentre per grosse fenomenologie di reato come la pedopornografia e il terrorismo non senza difficoltà (il lavoro è lungi dall'avere raggiunto una sua definizione) stiamo trovando un buon livello d'intesa con i colossi del web che non possono tirarsi fuori da questo compito importante, lì riusciamo a coinvolgerli non nello scandaglio del web, ma nel prendere consapevolezza dei contenuti che passano sulle loro piattaforme.
  In questo campo siamo all'anno zero, come volevo sottolineare nella mia seppur breve relazione, in quanto forse l'Unione europea, approfittando di questa importante scadenza, dovrebbe esercitare una certa pressione, così come sta facendo per grosse problematiche quali quella del terrorismo, perché senza il coinvolgimento dei grossi operatori noi andiamo a strascico.
  Anche per un altro motivo l'Unione europea dovrebbe intervenire con tutta la sua forza: sia in questo campo che ad esempio in quello delle scommesse clandestine l'attività che viene fatta in Italia porta a inquisire i soggetti che operano sul territorio italiano e i soggetti che operano all'estero attraverso attività rogatorie fatte di volta in volta dalla magistrato che, facendo un'analisi costi/benefici, ritenga importante operare. Il fatto che piattaforme informatiche o piattaforme di riciclaggio all'estero di questi grossi fenomeni siano allocate in Paesi alcuni dei quali prima erano al fuori dall'Unione europea ma dal 2004 ne fanno parte renderebbe opportuno un intervento meno ambiguo dell'Unione europea.
  Ormai la Rete causa questa problematica, perché, non essendoci un territorio, troviamo un pezzo di attività svolta in uno Stato, un altro pezzo svolto in un altro, ma abbiamo una convenzione di reati che consente di definire un reato transnazionale, quindi nel momento in cui una buona fetta dell'attività, quella del riciclaggio, viene svolta all'interno di uno Stato che ormai addirittura fa parte dell'Unione europea, l'intervento di quest'ultima sarebbe indispensabile.

  VINCENZO GAROFALO. Lei ha detto che chi ritiene di aver subito un danno si rivolge a voi. Vorrei capire quale sia operativamente la tempistica.

  ROBERTO DI LEGAMI, Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni. Quelle sono in genere violazioni di un certo livello, che non raggiungono la magnitudo cui facevo riferimento quando si parla di cinematografia o altro, evidentemente vengono sporte da chi si sente leso nei nostri uffici territoriali.
  A quel punto nasce il percorso cui accennavo prima, quindi il contatto diretto con l'autorità giudiziaria e poi dipende da caso a caso. La violazione del diritto d'autore comporta anche un certo dibattito a livello giurisprudenziale, noi abbiamo anche tenuto dei momenti di riflessione a livello di Camere penali, di Unione degli avvocati, è un tema in pieno sviluppo perché internet ha dato grandi opportunità, ma d'altro canto ha abbattuto certi privilegi. Si tratta di trovare un buon compromesso fra chi deve fornire dei servizi e chi ha prodotto un'opera di ingegno, ma questo compromesso mi sembra sia ancora lontano dall'essere stato raggiunto.

  PRESIDENTE. Grazie, direttore. C'era il collega Baruffi che voleva intervenire.

  DAVIDE BARUFFI. Grazie, presidente. Volevo porle alcune questioni, direttore, Pag. 8ringraziandola per la sua disponibilità e per le informazioni che ci sta fornendo.
  Anche nella sua relazione ha fatto riferimento alla collaborazione con Agcom, ma sarei interessato a capire nell'operatività, oltre che a monte, come si sviluppi questo tipo di attività. Anche loro sono destinatari di solleciti e informazioni, e quindi vorrei capire come la Polizia postale e l'Autorità interagiscano anche sulla base delle segnalazioni che ricevono.
  La seconda questione che le ponevo è stata ripresa anche dal collega e ha a che fare con il contributo che il nostro Paese può dare allo sviluppo della strategia del mercato unico digitale. Viene evocata da tutti la capacità di una maggiore collaborazione, chiamare a responsabilità gli intermediari del web; noi abbiamo ascoltato il Sottosegretario Gozi non più tardi di una settimana fa, quindi vorrei capire se abbiate fornito indicazioni puntuali alle strutture di Governo che sono impegnate nelle consultazioni in corso su come mettere in campo sollecitazioni puntuali e precise, perché come lei sono convinto che non possano essere chiamati a una responsabilità in termini generali, ma si debbano individuare alcuni elementi oggettivi sui quali costruire una collaborazione.
  Pare anche a me che, mentre diventa complicato per una borsa contraffatta chiedere loro un lavoro preventivo di scansione e validazione, ci siano invece piattaforme che offrono in modo organizzato prodotti digitali audiovisivi che sono più facilmente identificabili nella loro capacità di offerta illegale complessiva. Mi chiedo se da questo punto di vista non siamo nelle condizioni di fornire operativamente delle indicazioni per quanto riguarda le decisioni che dovrà assumere la Commissione.
  Voi fate anche un monitoraggio della Rete, oltre a ricevere sollecitazioni, gli strumenti di cui vi servite e i vincoli nel loro utilizzo costituiscono una criticità nell'attività ordinaria ? Abbiamo sentito sollecitazioni diverse da esperti nella capacità di mettere in campo strumenti più incisivi a strascico, di ricerca, quindi vorrei capire da chi è sul campo se gli strumenti attuali costituiscano la risposta giusta al momento, e l'evoluzione che pure possono avere nel tempo.

  PRESIDENTE. Aggiungo un piccolo corollario alla domanda posta da Baruffi: mi dà un ordine di dimensione dell'organico del servizio di Polizia postale che lavora sullo scandaglio informatico, non ovviamente della contraffazione che non è core business, ma in generale ? Sono tutti centralizzati a Roma in una struttura ad hoc ?

  ROBERTO DI LEGAMI, Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni. Le domande poste sono abbastanza variegate, ma partirei dalla condivisione di un dato di fatto: internet ha rivoluzionato le nostre vite, sicuramente in meglio (lancio sempre un segnale positivo, non sono tra quelli che demonizza l'uso di internet), ma evidentemente non era nato per queste finalità, ha creato una serie di problematiche, è stata una grandissima opportunità di studio, di crescita, di lavoro, uno strumento indispensabile, ma ha portato con sé una serie di rischi ad esso connessi.
  A cascata le nostre strutture e infrastrutture di rete non erano preparate, gli utenti della Rete non erano preparati e dovrei usare anche il presente. Quale che sia il livello di sofisticazione delle nostre infrastrutture di reti, dei nostri pc portatili, dei nostri dispositivi di accesso alla Rete, alla fine il problema è sempre legato al profilo dell'utente, cioè è sempre l'utente poco attento nella navigazione in rete che determina una problematica.
  Parlando ad esempio dell'e-commerce abbiamo a che fare con soggetti che vorrebbero acquistare a 30 euro dei telefonini da 800 euro, quindi c’è ancora un grosso scollamento fra la vita virtuale e la vita reale, e questo crea grossi problemi di legalità nelle nostre campagne.
  Nella lotta a fenomeni criminali di una certa portata (mafia, criminalità) noi abbiamo trovato sul terreno grossi interlocutori, ossia le famiglie e le scuole, cioè il ragazzino già sapeva perché glielo avevano Pag. 9detto i genitori che la porta andava chiusa a due mandate, che fuori non ci si fermava a parlare con degli sconosciuti, ma purtroppo, nonostante tanti anni di campagne di sensibilizzazione, è ancora difficile fare il parallelismo tra la vita reale e la vita virtuale: non si adottano nella vita virtuale accorgimenti come non entrare in un vicolo buio, quindi sono due mondi completamente scollegati.
  Questo fa sì che i ragazzi e spesso gli adulti che ne sanno meno dei ragazzi si approccino a tutto ciò che avviene in Rete completamente disarmati. Questo è un grosso problema, è una serie di problematiche legate allo stato dell'arte in cui ci troviamo. Abbiamo fatto tanti passi avanti in termini sia di contrasto che di prevenzione, ma vi è ancora una certa mentalità che fa sì che non ci sia un approccio chiaro, determinato a tutti i livelli.
  Cerchiamo quindi di migliorare giorno dopo giorno, ma alcune forti contraddizioni ci sono. Dico questo perché quando arriva una segnalazione in tal senso andare a verificare se l'ultimo film di Zalone sia rilasciato in maniera legale è molto più semplice che vedere se quella borsa di Gucci sia originale, ma al di là di questo la quasi totalità delle attività che poniamo in essere a seguito di una segnalazione che venga del singolo o nasca all'interno della nostra sistematica attività di monitoraggio ha necessità dell'intervento dell'autorità giudiziaria.
  Quando parliamo di un nickname che ha posto in vendita quel telefonino per poter risalire a chi sta ponendo in essere quella truffa non siamo arrivati alla situazione che troviamo invece nella maggioranza dei reati, in cui siamo in grado come forze di polizia di identificare immediatamente non dico l'usuario, ma almeno il titolare di quel mezzo. Nel mondo virtuale invece per una serie di motivazioni necessitiamo di un intervento del magistrato, anche quando il nostro impatto sulla vita del cittadino non è così determinante e invasivo.
  Questo ha portato a una serie di ostacoli nella nostra operatività, che sono lontani dall'essere risolti. Mi sgancio dal tema principale per condividere le problematiche operative. Per i nickname è necessario un intervento del magistrato che ci dia dei provvedimenti che dobbiamo notificare ai provider. Nel campo informatico l'IP è la targa che viene assegnata.
  Mentre per individuare l'intestatario della targa possiamo fare una semplice interrogazione ai nostri terminali, quindi in tempo reale dare input all'attività tradizionale sul territorio, per l'IP questo non ci è consentito, e per chiarire questo anche con il Garante della privacy siamo lontani dal trovare una soluzione. Noi non vogliamo avere superpoteri: vogliamo soltanto che a parità di invasività nella vita dei cittadini vi sia la stessa possibilità in termini di strumento investigativo. Questo è ancora lontano, non scendo nei dettagli perché si arriverebbe ad attività di intercettazione.
  Non sono attività che possiamo fare d'iniziativa, il tutto va comunque sempre incastonato all'interno di un procedimento penale, e questo ovviamente allunga notevolmente i tempi.
  Esistono grosse problematiche dal punto di vista dell'individuazione dell'autore di un reato. Sempre continuando nell'esempio delle targhe, mentre oggi a quel numero di targa corrisponde univocamente un intestatario, per motivi tecnici ormai si è arrivati ad assegnare quello stesso numero di targa a una miriade di utenti. Questo in alcuni casi porta all'impossibilità di risalire all'autore del reato.
  Il mondo dell'informatica comporta quindi un commitment, un impegno da parte di tutti gli attori a vario livello per renderlo sicuro, quindi l'impegno dovrebbe essere assicurato dai colossi del web e tante procedure dovrebbero essere facilitate e non ostacolate. Il salto di qualità verrà compiuto nel momento in cui gli intermediari del web prenderanno consapevolezza, magari a costo di perdere una fetta di mercato, dell'utilità che quello che si muove all'interno della Rete sia pulito, sia legale. Questo è un passaggio irrinunciabile.
  A livello di mercato unico digitale si diceva che ci sono degli input dei singoli, Pag. 10quindi come si fa ad accertare se quel prodotto sia contraffatto ? Pensavo all'intervento forte delle associazioni di categoria, accennavo prima al privato che deve collaborare e scendere in campo non tanto a scandagliare motu proprio il web, ma a fornire alle forze di polizia, che dovranno poi confezionare la prova, quelle indicazioni per noi indispensabili.
  Questo non avviene a volte per mancanza di risorse, che è una delle cause, altre volte per un termine molto in uso in campo informatico è la Reputation analysis, laddove il privato spesso non denuncia per timore di subire un danno reputazionale. Questo è un problema con cui ci stiamo confrontando a ben altri livelli di infrastrutture critiche, di mondo finanziario. Soltanto la consapevolezza di questi giganti che la necessità di rendere pulito l'internet è superiore alla stessa reputazione della propria organizzazione, della propria azienda, potrà consentire un salto di qualità in tal senso, perché altrimenti lo scambio delle informazioni continuerà a essere parziale.
  In questo campo abbiamo elaborato delle piattaforme di condivisione delle informazioni che forniscono al privato un buon compromesso fra la necessità di condividere informazioni riservate e il possibile danno.
  Si faceva riferimento alla nostra presenza all'Agcom. Noi abbiamo una sezione all'interno dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che presta un primo ausilio, perché per il resto abbiamo una struttura capillarmente distribuita. Il contatto è continuo, il supporto è costante, ma facevo riferimento a questa piccola discrepanza che abbiamo in termini di regolamento: spesso loro intendono intervenire a livello amministrativo, quindi sanno che coinvolgere noi significherebbe spostare tutto sul piano penale. Finora questo è stato lasciato alla loro discrezionalità, però è un dato da riferire, in quanto sanno che, se ci chiamano, noi interveniamo a livello penale. È chiaro che l'ambito discrezionale si riduce notevolmente, quindi questo è un aspetto da considerare.
  Non dico che infici la qualità della collaborazione, ma la presenza di questi due piani di intervento spesso incompatibili porta a ridurre il numero delle segnalazioni che ci vengono fatte. Ho già accennato che in questa specifica materia per quanto riguarda non lo scandaglio della Rete, ma l'intervento su pirateria digitale e altro il nostro impegno oscilla da un 5 a un 10 per cento delle nostre priorità. Per quanto riguarda invece l'attività di monitoraggio in senso ampio, la specialità consta di 1.890 operatori più qualche aggregato, abbiamo un servizio di polizia postale allocato a Roma con i tre centri fondamentali che sono quello per la protezione infrastrutture critiche, per la lotta alla pedopornografia e l'ufficio virtuale, il commissariato on line, ma poi abbiamo altri 100 uffici territoriali, che sono i 20 compartimenti e le 80 sezioni provinciali.
  Le competenze sono analoghe, perché, a parte i compiti di coordinamento e i centri che abbiamo a Roma, le competenze sono spalmate su tutto il territorio nazionale, quindi non c’è un compartimento che su una segnalazione o d'iniziativa può agire e un altro no. Per ottimizzare il tutto stiamo cercando di creare i poli, lo abbiamo fatto con la lotta al terrorismo, lo vorremmo fare con i reati postali, niente di più facile che nel prossimo futuro lo si faccia anche in questa materia, ma qualsiasi denuncia fatta a Pordenone o a Trapani non ha un seguito diverso: il seguito è identico.

  PRESIDENTE. Mi scusi, prima di vedere se ci sono altri interventi, ho appreso ora che l'attività di scandaglio viene fatta su tutto il territorio, ma in questo modo non c’è il rischio di duplicare o triplicare la stessa attività di scandaglio, con dispersione di risorse ? Non è un'attività che sarebbe meglio gestire centralmente, in modo da evitare doppioni ?

  ROBERTO DI LEGAMI, Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni. No, perché l'attività viene fatta a livello locale: Pag. 11stiamo parlando di scandaglio della Rete per le infrastrutture critiche, fermo restando che poi è evidente che ci siano delle sovrapposizioni che vanno chiarite, però a monte gli uffici territoriali fanno un monitoraggio della Rete sulla base di indicazioni che arrivano dal centro.
  Nel campo delle infrastrutture critiche, a parte quello che potrebbe essere il monitoraggio successivo a una specifica segnalazione, se arriva la segnalazione del singolo che si rivolge a quell'ufficio, il monitoraggio fa parte degli accertamenti successivi.
  Il monitoraggio preventivo viene fatto da tutti i compartimenti sulla base di indicazioni che provengono dal centro, evitando duplicazioni sia nel campo delle infrastrutture critiche, sia nel campo del Financial crime, perché ovviamente all'interno delle varie tematiche vi sono delle sfaccettature diverse che riguardano il tipo di reato commesso, il tipo di organizzazione che lo pone in essere. L'assenza di un territorio quando si parla del web ci ha facilitato da questo punto di vista. Li vogliamo chiamare poli, li vogliamo chiamare compartimenti ? Cito un esempio per tutti nel campo del cyberterrorismo, dove abbiamo dovuto dare risposte immediate in un campo mai battuto precedentemente, siamo partiti con dei compartimenti pilota sfruttando sia competenze specifiche distribuite sul territorio, sia competenze specifiche che sapevamo esistere in determinate procure. Si potrebbe tentare una cosa del genere anche in questo caso.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Cenni.

  SUSANNA CENNI. Anche se dai suoi interventi ho già individuato qualche porzione di risposta, mi pare di capire da quanto diceva citando l'esempio dell'IP, della difficoltà di arrivare all'individuazione del soggetto potenzialmente attore del reato, che non esistano (o forse non sono sufficienti) protocolli operativi di collaborazione fra tutti i soggetti che operano nell'azione di contrasto ad attività di vario tipo, quindi nel nostro caso in materia di contraffazione, nel nostro Paese.
  Volevo anche chiederle se esistano protocolli di collaborazione fra tutti i soggetti che svolgono indagini come la Polizia postale a livello europeo e internazionale.

  ROBERTO DI LEGAMI, Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni. Accennavo all'IP non per essere pessimista al riguardo, perché altrimenti non potremmo operare, le operazioni sono quotidiane, sono sotto gli occhi di tutti, quindi comunque la struttura opera e direi una bugia se dicessi che opera con le mani legate. Dico solo che l'approccio dell'opinione pubblica e spesso anche di autorità ufficiali (la magistratura, il legislatore) in questo campo relativamente giovane non ha raggiunto gli stessi livelli di conoscenza e di obiettività che abbiamo avuto ad esempio nella lotta al crimine organizzato.
  L’«ignoranza» intesa come mancata conoscenza approfondita del fenomeno fa sì che si ritenga ad esempio un'attività particolarmente invasiva, quando invece, traslandola nel campo della lotta al crimine organizzato è un'attività abbondantemente svolta dalle Forze di polizia senza lo scrutinio di un magistrato. Questo costituisce un ostacolo nell'attività, non solo nel campo specifico.
  Si tratta di un campo dove le forze di polizia, l'opinione pubblica, le autorità garanti dei diritti della privacy, il legislatore e spesso anche il magistrato devono ancora completare il percorso di maturazione e questo fa sì che nei prossimi anni tutti ci approcceremo in maniera molto più serena.
  Evidentemente il privato ha la conoscenza, il colosso fornitore di servizi ha la conoscenza, e lì è solo un problema di essere business oriented invece che loan enforcement oriented, nel senso che accennavo al discorso dei famosi PIN, e lì il problema è che bisognerebbe passare dal protocollo IPv4 al protocollo Ipv6 e questo comporta la reingegnerizzazione completa della propria architettura, quindi è una pressione che va fatta a livello mondiale, nell'Internet Governance. Non pretendevo di accennare a una problematica domestica Pag. 12italiana: volevo dire che parlare di internet in senso lato comporta una serie di interventi in tal senso, per far sì che tutti gli operatori possano operare in maniera meno vincolata.
  Esistono i protocolli operativi sempre nel rispetto del quadro normativo sia a livello domestico che a livello internazionale. A livello internazionale nel campo della lotta al cyber crime la polizia ha fatto dei passi da gigante, noi siamo ovviamente parte attiva di tutti i tavoli operativi, dell'Europol nel campo dell'Unione europea ma anche nell'Interpol abbiamo delle collaborazioni quotidiane con tutte le forze di polizia, quindi per quanto ci riguarda la collaborazione di polizia ha raggiunto dei livelli non dico di perfezione, ma quasi.
  Evidentemente non basta, non solo perché un analogo livello di sofisticazione non ha raggiunto la collaborazione giudiziaria, ma anche perché ci sono ancora delle incongruenze per cui ad esempio a livello di polizia riusciamo parlando del cyber crime a bloccare quotidianamente somme trasferite illecitamente da un Paese ad un altro, perché viene provato che il bonifico è stato fatto illegalmente, ma non riusciamo ad avere un meccanismo neanche all'interno dell'Unione europea che possa bloccare questa somma per 10-20 giorni, il tempo utile a fare una lettera rogatoria, e spesso è capitato che la somma venisse restituita al truffatore perché il circuito non ha avuto la rapidità che avrebbe dovuto avere.
  Credo che queste materie dovrebbero essere affrontate e risolte, ma i protocolli internazionali di collaborazione esistono.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il Direttore della Polizia Postale, Servizio centrale della polizia postale e delle comunicazioni, Roberto Di Legami, dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna.

  La seduta termina alle 9.30.

Pag. 13

ALLEGATO

Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.

Richiesta di audizione della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Roma, 27 gennaio 2016

  La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha avviato da anni attività investigative nel contrasto alla contraffazione on line, svolgendo una costante attività di prevenzione e repressione sulle attività illecite commesse nel campo della pirateria digitale. Il fenomeno è in continua crescita per la presenza sul web di circuiti di condivisione di file e della disponibilità per gli utenti di servizi che consentono la libera circolazione di opere d'ingegno. La diffusione illegale sulla Rete Internet di opere protette dal diritto d'autore, con particolare riguardo al settore musicale e cinematografico, hanno imposto una dedicata attenzione al fenomeno, al fine di impedirne la diffusione e la duplicazione non autorizzata ovvero a contrastare le violazioni di sistemi di criptazione di trasmissioni televisive a pagamento.
  Su tali tematiche la Polizia di Stato partecipa insieme alle altre Forze di Polizia alla Commissione Consultiva Permanente delle Forze dell'Ordine del Consiglio Nazionale Anticontraffazione (CNAC). Tra le macro priorità evidenziate nel Piano Nazionale Anticontraffazione, oggetto di studio di una Commissione Consuntiva Tematica costituita ad aprile 2014, c’è la lotta alla contraffazione via Internet con particolare attenzione alla ricerca del giusto equilibrio tra gli interessi dei fornitori di connettività e i gestori dei contenuti e i titolari dei diritti.
  L'attività condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni sui fenomeni in argomento ha permesso di riscontrare che tutti i servizi della Rete di volta in volta sono stati coinvolti nel mercato parallelo e abusivo di opere intellettuali e artistiche: software, opere cinematografiche e musicali. In particolare il fenomeno si è sviluppato dalla contraffazione di copie all'utilizzo domestico della Rete che, attraverso chat, community, file-sharing, siti web, offre gratuitamente opere tutelate dal diritto d'autore appena presentate al mercato, con notevole danno per il mercato legittimo e per le industrie che vi operano.
  La competenza acquisita nel settore del contrasto ai delitti consumati on line relativamente al diritto d'autore, il costante monitoraggio della rete e gli ormai collaudati rapporti di collaborazione intrecciati con la SIAE, la FAPAV e la MPA, consentono oggi alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di avere un quadro reale del fenomeno e di intervenire tempestivamente sulle nuove forme di aggressione.Pag. 14
  Ultima frontiera in ordine di tempo è rappresentata dal contrasto al fenomeno del card sharing, consistente nella violazione dei sistemi di sicurezza o accesso condizionato, preposti alla distribuzione di contenuti televisivi a pagamento, al fine di consentirne la illecita visione a soggetti non abilitati che utilizzano il segnale originariamente destinato ad un solo utente. Tali attività integrano il reato di frode informatica e accesso abusivo al sistema informatico e prima ancora della violazione del copyright con grave danno delle aziende che producono e diffondono programmi televisivi e di quelle che forniscono sistemi di sicurezza digitale.
  Oltre che sul fronte della repressione la Polizia delle Comunicazioni è impegnata in un'intensa attività di prevenzione consistente nella sensibilizzazione dell'utenza sulla gravità delle condotte integranti la violazione della normativa a tutela della proprietà intellettuale.
  La Polizia delle Comunicazioni è da tempo impegnata in campagne educative di sensibilizzazione e prevenzione rivolte alle giovani generazioni tese a lanciare messaggi di educazione alla legalità. A tale riguardo è stata avviata la più importante campagna nazionale di sensibilizzazione e di prevenzione sulla rete internet che sia mai stata realizzata in Italia: «Una vita da social» in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e con i principali attori del web. Gli operatori della Polizia di Stato utilizzando un truck multimediale allestito come un'aula didattica incontrano studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza on line. Tra le novità che si aggiungono ai già collaudati strumenti di prevenzione gestiti dalla Polizia delle Comunicazioni c’è la pagina facebook «Una vita da social» e il nuovo portale del Commissariato di PS on line, punto specializzato di riferimento per i frequentatori della rete di ogni età. Il nuovo portale è suddiviso in tre aree di intervento: informazione – per accedere a contenuti e approfondimenti, domande – per entrare in contatto con gli esperti, collaborazione – per effettuare segnalazioni su reati telematici. Resta costante l'impegno con le scuole tramite la realizzazione di numerosi progetti educativi capaci di raggiungere ogni anno oltre 400 mila studenti e più di 1500 istituti scolastici diffusi su tutto il territorio nazionale. Ricordiamo «Web in cattedra», «Non perdere la bussola», «Buono a sapersi», «In strada come in rete», «Occhi in rete» e «Per un web sicuro».

* * *

  Numerose sono le modalità con le quali sulla rete internet si realizzano gli illeciti in tema di contraffazione, nel caso in specie, attraverso le piattaforme che mettono in condivisione gli utenti o attraverso il peer to peer (e-mule, Kazan ed altri), ovvero attraverso i numerosi portali di e-commerce, soprattutto esteri, che offrono prodotti italiani e non contraffatti.
  Altro fenomeno di rilievo è la pirateria audiovisiva diffuso sulla rete internet con importanti ricadute sul piano sia economico che occupazionale, come evidenziato dalle più recenti ricerche sul tema.
  Secondo le stime, la pirateria audiovisiva determina un danno economico in Italia per l'industria di 496 milioni di euro l'anno (fonte Pag. 15Ricerca FAPAV/IPSOS 2011). Di questi, circa 106 milioni vengono sottratti al cinema in sala. Ancora più importante in termini economici il danno sul settore dell'Home Entertainment: il mercato del «noleggio» di supporti fisici (Dvd, Blu-ray) perde ogni anno 132 milioni di euro mentre quello della «vendita» addirittura 154. Inoltre, ogni giorno in Italia si verificano 1.239.000 visioni illecite di contenuti audiovisivi (ricerca «Sala e Salotto 2014», condotta dalla società ERGO RESEARCH in collaborazione con ANEC, ANICA e CINETEL).
  A fronte di tale situazione in continua evoluzione, l'Italia ha però fatto importanti passi in avanti per quanto riguarda la tutela dei contenuti sul web soprattutto negli ultimi anni. Grazie alle incisive azioni svolte dalle Forze dell'Ordine e grazie anche all'introduzione del Regolamento AGCOM, in materia di diritto d'Autore, dopo oltre 25 anni il nostro Paese è uscito dalla «Watch List» dei Paesi sotto osservazione stilata dall'Ufficio del Commercio USA (Office of the United States Trade Representative). Una maggiore cooperazione degli intermediari del web è però essenziale per le politiche di contrasto alla pirateria: l'auspicio è che la Commissione UE voglia cogliere l'occasione del Digital Single Market Strategy per affrontare efficacemente anche questo tema.
  L'impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni sul Diritto d'Autore, la cui legge di riferimento è, come noto, quella del 22 aprile 1941 n. 633, è testimoniato dalla presenza della Sezione del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni distaccata c/o l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che partecipa alle riunioni del Comitato per lo sviluppo e la tutela dell'offerta legale di opere digitali, la cui istituzione è stata prevista dall'articolo 4 dello stesso Regolamento varato dall'AGCOM, con l'incarico di sviluppare forme di autoregolamentazione per la diffusione di contenuti digitali legali, di curare la promozione di misure di educazione alla legalità nella fruizione di opere digitali, di monitorare l'applicazione del regolamento e di formulare all'AGCOM proposte di aggiornamento in relazione ai cambiamenti tecnologici e di mercato.
  Roma, 22 gennaio 2016.

Pag. 16