XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale

Resoconto stenografico



Seduta n. 119 di Giovedì 13 luglio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Giorgetti Giancarlo , Presidente ... 3 

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) sul sistema della riscossione dei tributi negli enti locali (ai sensi dell'articolo 5, comma 5, del regolamento della Commissione) :
Giorgetti Giancarlo , Presidente ... 3 
Castelli Guido , sindaco di Ascoli Piceno, delegato per la finanza locale dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) ... 3 
Ferri Andrea , responsabile dell'Area finanza locale e catasto dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) ... 5 
Giorgetti Giancarlo , Presidente ... 7 
D'Alì Antonio  ... 7 
Paglia Giovanni (SI-SEL-POS)  ... 7 
Zanoni Magda Angela  ... 7 
Gibiino Vincenzo  ... 8 
Giorgetti Giancarlo , Presidente ... 8 
Castelli Guido , sindaco di Ascoli Piceno, delegato per la finanza locale dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) ... 9 
Ferri Andrea , responsabile dell'Area finanza locale e catasto dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) ... 10 
Giorgetti Giancarlo , Presidente ... 10 
Ferri Andrea , responsabile dell'Area finanza locale e catasto dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) ... 10 
Giorgetti Giancarlo , Presidente ... 11 

Allegato 1 – Relazione ... 12 

Allegato 2 – Appendice normativa ... 22

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANCARLO GIORGETTI

  La seduta comincia alle 8.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante trasmissione diretta attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso e diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) sul sistema della riscossione dei tributi negli enti locali.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 5 comma 5 del Regolamento della Commissione, l'audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) sul sistema della riscossione dei tributi negli enti locali. Il tema è di grande attualità, come sapete ascolteremo poi anche gli agenti della riscossione, Equitalia nelle sue varie evoluzioni nonché Riscossione Sicilia.
  Do la parola al delegato ANCI per la finanza locale, il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, per lo svolgimento della relazione, ringraziando per la presenza anche i suoi collaboratori, il dottor Ferri e la dottoressa De Maria.

  GUIDO CASTELLI, sindaco di Ascoli Piceno, delegato per la finanza locale dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI). Buongiorno e grazie, presidente, saluto tutti i membri della Commissione.
  Oggi ci intratteniamo su un tema che dire centrale forse è poco, nel senso che sulla riscossione delle entrate locali abbiamo come ANCI (ma non è solo un'esclusività dell'ANCI) maturato convinzioni, riflessioni molto cospicue, che tuttavia ancora non hanno consentito di procedere esattamente come auspicato dal mondo delle autonomie.
  La legge delega 11 marzo 2014, n. 23, aveva sostanzialmente individuato le finalità da conseguire in un'ottica di generale riorganizzazione di questo settore strategico del sistema comunale: l'autonomia gestionale, la semplificazione, la trasparenza, l'affidabilità degli operatori, l'effettiva possibilità di contare su un pavimento normativo capace anche di stimolare la compliance fiscale, che nel caso della fiscalità locale è davvero un tema decisivo, visto che parliamo generalmente di pezzature fiscali abbastanza contenute, rispetto alle quali quindi l'idea di poter stimolare quanto più possibile una collaborazione, un conseguimento non drammatizzato fiscalmente dell'obiettivo tributario dovrebbe essere un patrimonio da far acquisire progressivamente a tutta la comunità.
  Se questo è stato sempre vero e se su questo ci siamo sempre spesi molto, anche se con risultati tutto sommato insufficienti, dobbiamo dire che le recenti vicissitudini che hanno riguardato anche la finanza locale hanno ulteriormente rafforzato l'esigenza di una riforma della riscossione locale.
  Ricordo che il fatto che progressivamente si sia abbandonato un sistema di trasferimenti e il fatto che ormai faccia dell'imposizione fiscale la vera fonte di alimentazione delle nostre funzioni ça va sans dire presuppone e impone che il sistema funzioni, quindi la riscossione è decisiva Pag. 4 anche ai fini della possibilità di mantenere i nostri equilibri finanziari, quindi non è ulteriormente eludibile.
  Ricordo che tra l'altro, nelle pieghe della nuova contabilità, l'indice di riscossione rappresenta un elemento decisivo e strategico anche ai fini degli accantonamenti che siamo chiamati a fare a fronte di crediti di dubbia esigibilità.
  Questa questione del Fondo crediti di dubbia esigibilità probabilmente meriterebbe una trattazione a parte, parliamo di un fondo che sterilizza spesa pubblica doverosamente e legittimamente, proprio perché abbiamo come ANCI aderito convintamente a questo processo di trasparenza e di adeguamento dei nostri sistemi contabili, però parliamo di somme che sfiorano i 3,5 miliardi, che quindi nei nostri bilanci sono sterilizzati – ripeto – doverosamente, ma anche da questo punto di vista capite quanto la capacità di riscossione, che è un indice di valutazione delle nostre performance finanziarie, diventi un elemento centrale.
  Un terzo elemento di premessa (poi passerò la parola al dottor Ferri che nella vita si è lungamente intrattenuto sulla entrate comunali, quindi è un interprete tra i più raffinati di queste esigenze) sta nel fatto che nel principio di una riforma l'elemento preliminare dovrebbe essere quello che enfatizzi la peculiarità della riscossione locale, perché la riscossione locale ha delle caratteristiche che non possono non essere riconosciute, quindi la standardizzazione dei sistemi non fa altro che deprimere la funzionalità del sistema. Normalmente parliamo di piccole pezzature, in qualche caso piccolissime, laddove talvolta l'esigenza dei comuni è avere uno strumento anche per poter rateizzare in maniera diversa e più umana in rapporto con chi magari risulta renitente all'obbligo del pagamento delle mense. Parliamo di una realtà che è tutta diversa da quella della grande evasione, dei grandi problemi dell'evasione e dell'elusione fiscale, quindi la compliance è sicuramente uno degli obiettivi strategici che il sistema si dovrebbe porre.
  Veniamo da una fase di grande incertezza normativa per quanto riguarda l'auspicato e mai realizzato riordino del sistema di riscossione, gli stessi comuni, dopo che la riforma del 2005 aveva previsto un periodo transitorio dopo la nascita di Equitalia, hanno a lungo atteso qualche segnale normativo che potesse favorire o meno la scelta di abbandonare il sistema di riscossione nazionale Equitalia, per poter quindi abbracciare anche sistemi alternativi e diversi.
  Questa situazione, che dal 2011 ha visto il susseguirsi di proroghe, non ha favorito neanche quel processo di lucida consapevolezza su ciò che sarebbe stato utile e necessario da parte dei comuni fare anche per poter intraprendere scelte alternative, diverse da quelle che sono state le performance di Equitalia, che in ogni caso (questo è un dato che penso sia stato già acquisito dai commissari) rispetto alla riscossione locale ha registrato una forte contrazione.
  Tra il 2011 e il 2015 i comuni che si sono affidati a Equitalia sono passati da 6.000 a 3.000, quindi c'è stata una riduzione del 50 per cento, perché, a fronte degli esiti dell'attività di Equitalia, moltissimi comuni hanno scelto di fare in proprio, dovendo però confidare su un sistema alternativo, l'ingiunzione fiscale, che, come è noto, è regolato da una legge del 1910, quindi dei tempi non dico di Bava Beccaris, ma certo una norma che coraggiosamente sempre più comuni hanno cercato di utilizzare in alternativa al sistema di Equitalia che obiettivamente (più che un'impressione, è una certezza) non sembrava adeguato ed efficace rispetto alle esigenze di riscossione del comune.
  Il mio comune è ancora in Equitalia perché sto valutando ciò che è meglio, in attesa anche di un'indicazione a livello nazionale per far sì che magari emergano elementi che facciano pensare che il riscossore nazionale possa convenire, possa essere più utile, perché nella mia città abbiamo riscossioni che non superano il 10 per cento, sulle multe siamo al 4 per cento, la sensazione è stata che Equitalia non avesse più convenienza a mettere insieme le attività necessarie per rincorrere il debitore che deve 200, 300, 450 euro, nel frattempo però il mio comune, ad esempio, ha perso capacità di riscossione, ha perso Pag. 5denaro e ha problemi di cassa anche per questo.
  Tutto ciò ha determinato un progressivo abbandono della riscossione nazionale da parte dei comuni, ma ha anche aperto una situazione caratterizzata da una disparità di forme e di caratteristiche della riscossione.
  Se parliamo ad esempio degli aggi, alcuni comuni hanno replicato l'aggio di Equitalia non ponendolo a carico del contribuente, salvo le notifiche, altri comuni invece lo hanno previsto nella stessa misura e l'hanno posto a carico del contribuente, altri ancora invece prevedono aggi superiori, quindi c'è una situazione parcellizzata, atomizzata, che richiede sicuramente un intervento anche da questo punto di vista.
  Gli interventi che possono essere auspicati e ritenuti necessari ai fini di un concreto avvio della riforma, che vada nel senso di consentire nell'autonomia dei comuni le opzioni ritenute più corrispondenti ai propri obiettivi, sono innanzitutto la revisione profonda della disciplina dell'ingiunzione fiscale, che, come le sentenze hanno più volte ribadito, dovrebbe essere lo strumento generalizzato per l'avvio della riscossione coattiva dei comuni, un impianto da rivedere e da aggiornare su tanti elementi che costituiscono pezzi della filiera della riscossione.
  Per portare la mia esperienza personale, uno dei problemi maggiori per chi vuole internalizzare questo servizio era la notifica. Normalmente eseguiamo notifiche con i messi comunali che però possono operare solo nel nostro comune, mentre per notificare fuori comune è necessario fare degli accordi con i comuni, c'è un comune che ha i messi, altri che non li hanno, quindi c'è l'esigenza di formalizzare la possibilità di ricorrere a PEC per la notifica e di fare in modo che questo pezzettino della riscossione possa rispondere a standard elementari di funzionalità della riscossione.
  Che sicuramente l'ingiunzione fiscale debba essere uno strumento aggiornato, reso moderno e più efficiente è parte centrale del nostro ragionamento, c'è necessità che l'Albo di coloro che esercitano attività di riscossione sia aggiornato, improntato a criteri di trasparenza, di funzionalità, in modo che i contratti e la remunerazione delle attività rispondano a criteri preliminarmente trasparenti, omogenei e oggetto di una possibile valutazione, nell'autonomia dei comuni, di ciò che è giusto e necessario.
  Due ulteriori elementi prima di lasciare la parola al dottor Ferri. La fase che per i comuni è determinante per migliorare la compliance fiscale è quella pre-coattiva, tutto ciò che va nel senso di rafforzare i meccanismi posti immediatamente prima l'ingiunzione diventano decisivi. Anche da questo punto di vista abbiamo problemi di personale e la capacità di sostenere autonomamente certi meccanismi sconta il fatto che il turnover ci abbia impoverito di personale e, semmai si dovesse, come noi auspichiamo da tempo, imboccare la strada di una rivisitazione della possibilità di reclutamento di personale, se i limiti discriminati dovessero articolarsi secondo obiettivi funzionali, sicuramente la riscossione sarebbe uno dei temi su cui consentire un'incentivazione ai comuni.
  L'ultima cosa sono le banche dati, argomento molto caldo. Certo è che i comuni che intendono avventurarsi in un principio di internalizzazione devono poter disporre al pari di altri soggetti della possibilità di conoscere quali sono le condizioni di azione. So che tocchiamo un tema estremamente delicato, però non ci possono essere riserve all'interno delle quali non sia consentito ai comuni ciò che invece è consentito ad altri soggetti proprio in quella logica di compliance fiscale.
  L'intervento che noi chiediamo al legislatore è urgente, speriamo che tutte le forze politiche vogliano considerare l'esigenza di procedere a questa riforma, che migliorerebbe le condizioni di equità, ma anche di efficienza di tutto ciò che succede all'interno dei nostri comuni.

  ANDREA FERRI, responsabile dell'Area finanza locale e catasto dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI). Brevissimamente, su due aspetti sottesi alle cose che andiamo dicendo da qualche tempo, che trovate riassunte in quelle proposte normative Pag. 6 che sono una pura base di discussione e furono già presentate al decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, per l'esigenza di una certa organicità (non pretendiamo che sia quella che proponiamo).
  Sulla base di quelle proposte ci fu un dibattito sulle banche dati in diverse Commissioni parlamentari, alla fine si prese il comma 1 del primo articolo, un comma molto importante perché proponeva l'obbligo di versamento diretto da parte dei concessionari privati delle somme, quindi toglieva un elemento molto importante agli episodi di mala gestione e anche di malversazione che hanno attraversato le cronache della riscossione attraverso soggetti privati negli ultimi dieci anni, episodi molto importanti, ed è stato inserito nel predetto decreto-legge n. 193/2016 poi convertito in legge, fatto indubbiamente positivo, però il punto è che i pezzi si tengono.
  Faccio un esempio meno importante per i comuni, ma importante per il sistema, quindi anche per noi. Insieme all'obbligo di riscossione diretta noi dobbiamo pensare anche ad un sistema che oggi si basa sull'aggio, che ha bisogno quindi di qualche garanzia per gli stessi operatori privati di avere un circuito di remunerazione sufficientemente spedito, non deve essere la trattenuta a priori, ma questo è un tema che veniva posto.
  È molto importante cercare di tenere insieme quei 5-6 aspetti. Non voglio parlare di riforme organiche perché questo può impedirne la fattibilità, ma vorrei soffermarmi su alcuni aspetti centrali che sono molto importanti, in larga parte già citati dal presidente Castelli. Vorrei sottolineare la necessità di intervenire su queste norme, mettendo in evidenza che il nostro è un punto di miglioramento della filiera integrale della riscossione, quindi l'attenzione alla riscossione coattiva, che deve essere efficace, quindi anche severa e netta nel chiudere un processo, serve a rendere credibile l'intero processo, quindi l'importanza dell'aspetto pre-coattivo che è l'anello immediatamente precedente, l'importanza della comunicazione nei confronti dei contribuenti, l'importanza della fornitura di controlli adeguati.
  Non ci nascondiamo che nell'attività di controllo le percentuali che citava il sindaco Castelli in questo caso sulla riscossione delle multe riguardavano naturalmente la fase coattiva. Non ci nascondiamo che in quelle basse percentuali, soprattutto sulle multe che sono l'entrata frazionata e frammentata per eccellenza, c'è anche un problema di qualità delle banche dati, sulla cui base poi vengono formate queste richieste di pagamento, quindi è un tema molto importante che dobbiamo puntare a migliorare.
  Se non abbiamo una riscossione coattiva credibile, è l'intero processo, indipendentemente dalla sua qualità, che decade, questo è evidente e credo che debba essere comprensibile per tutti. Avere un processo di riscossione coattiva attagliato alle peculiarità della riscossione locale significa poter incassare speditamente piccole cifre dai contribuenti riottosi che non ottemperano.
  Questo è il punto fondamentale, cioè tre quarti del dibattito che c'è stato in questi ultimi anni su pignoramento della casa, pignoramento dell'azienda non ha alcun interesse o significato per la riscossione locale. Io ho fatto la mia esperienza operativa in un grande comune e le situazioni nelle quali si poteva porre in un grande comune il problema di un pignoramento immobiliare si contano sulla punta delle dita di una mano nell'arco di 7-10 anni, per tanti motivi, ma arrivare all'estremo su un tributo comunale pignorando un bene immobiliare è raro.
  Noi abbiamo perfino, in una bozza normativa che non stiamo ripresentando perché è una bozza organica, quindi c'è il rischio di dover impiantarla su una discussione troppo complicata, dalla quale abbiamo espunto le procedure particolari di pignoramento immobiliare, dicendo che sono talmente poco ricorrenti nella vita di un funzionario, che tanto vale che si apra il Codice civile, si veda come si fa e si procede in quel modo – perché c'è pur sempre il Codice civile anche se si parla di tributi. Questo proprio per dire che ci sono alcuni argomenti che esulano dall'avere importanza, mentre invece poter recuperare speditamente è fondamentale. Pag. 7
  Cito un caso personale: ho dimenticato di pagare due multe l'anno scorso, mi è arrivato un preavviso di pignoramento di un motorino peraltro inutilizzato: ma io ho un conto corrente noto all'amministrazione finanziaria, ho un rapporto di lavoro noto all'amministrazione finanziaria, i 300 euro (le due multe sono cresciute un po’ e sono diventate 300 euro) erano per tutti in maniera molto più efficiente recuperabili attraverso un rapporto diretto. Quindi, parlando di rapporti bancari, noi intendiamo avere l'accesso previsto dalla legge anche ai rapporti bancari nell'ambito delle banche dati – non chiediamo di sapere qual è il saldo del singolo contribuente, non abbiamo nessun interesse ad avere ulteriori informazioni economiche – in quanto l'esistenza di quel rapporto bancario ci permette di non fare, come tanti comuni, tentativi per recuperare somme che sono assolutamente attagliate a quel tipo di rapporto estremo, perché comunque si tratta di riscossione coattiva, in relazione alla dimensione del debito.
  L'altro aspetto che non vogliamo sottacere è la frammentazione. C'è un problema di frammentazione dei soggetti che devono attrezzarsi. Tutti, perché tutti sono costituzionalmente tutelati – il sindaco del piccolo comune del cuneese come la grande città –, ma è evidente che la riorganizzazione del mercato della riscossione è un tema di un certo rilievo.
  È interessante mettere in discussione con forze parlamentari che a loro volta esprimono territori diversificati l'idea che si vada verso meccanismi di accentuazione del carattere di bacino del lavoro della riscossione, quindi questo è un discorso che noi possiamo coltivare, perché effettivamente l'idea che dove c'è più frammentazione ci siano diversi schemi contrattuali, diversi poteri contrattuali del piccolo comune nei confronti di un concessionario può essere messa in discussione, dicendo che esistono ambiti provinciali, bacini diversi, in cui tendenzialmente, anche riqualificando l'offerta di servizi di riscossione, si spinge verso una certa concentrazione territoriale, mantenendo le autonomie e aumentando l'efficacia.
  Questi erano i due punti che mi sembrava utile sottolineare. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie. Lascio la parola ai colleghi che desiderino intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANTONIO D'ALÌ. Grazie, sindaco, grazie anche per la puntualità e la concretezza delle proposte. Vorrei fare alcune domande specifiche. In riferimento all'ultimo passaggio in ordine alla riscossione congiunta (chiamiamola così) quanti sono gli esperimenti di comuni e come hanno realizzato le convenzioni tra loro per affidare insieme ad un'unica società di riscossione? È una pratica diffusa, come spero? Immagino che gli ambiti siano frutto di singoli accordi tra comuni.
  Vorrei in secondo luogo chiedere un report su quello che è accaduto, in quanto alcuni anni fa il Governo e quindi il Parlamento in sede di Finanziaria hanno affidato ai comuni la riscossione dell'IMU agricola, quindi vorrei conoscere l'esito di questa «trovata» dal punto di vista della agibilità di questo servizio, perché allora i comuni furono onerati della corresponsione all'Erario dell'intera somma e poi del recupero attraverso il sistema di riscossione.
  Un'ultima domanda (ce ne sarebbero tantissime da fare perché la materia è estremamente interessante) sui residui: qual è la sua valutazione dell'impatto sui bilanci comunali e anche sull'attività della Corte dei conti riguardo alle prescrizioni?

  GIOVANNI PAGLIA. Una domanda puntuale. Prima lei diceva che esistono dati rispetto ad una scarsa efficienza di Equitalia, che comunque è anche calante, da quanto mi pare di capire. Mi chiedevo se ci fossero dati analoghi anche per i comuni che abbiano fatto scelte diverse, per capire se sia un trend generale o sia invece attribuibile al riscossore.

  MAGDA ANGELA ZANONI. Grazie, presidente, ringrazio per la relazione che leggerò con attenzione. Due o tre sollecitazioni interessanti. La prima riguarda la Pag. 8riscossione scarsa. Credo che la scarsa efficienza nel recupero procuri un danno che va oltre la perdita immediata del gettito, perché c'è una perdita immediata quell'anno e l'anno successivo, ma si crea una cultura, una sensibilità, e queste cose circolano facilmente, quindi, se si ha la sensazione che tanto si può non pagare, ci si abitua a ricevere la richiesta di pagamento e a buttarla in un cassetto e a dimenticarsene.
  Nel momento in cui poi si recupera e si ricomincia a richiedere il versamento si creano queste sommosse popolari, perché se uno non è più abituato a pagare, nel momento in cui gli si chiede una cosa ovvia come pagare, ha molta difficoltà.
  Questo richiede un lavoro sulle banche dati, perché la riscossione puntuale consente di avere un aggiornamento, una pulizia e rispetto alla contabilità dei comuni evita la gestione dei residui, che è una questione pesante. Tra l'altro adesso, con le nuove regole sulla contabilità, la gestione dei residui rischia di portare ad una perdita non più recuperabile del gettito, quindi bisogna fare attenzione, perché altrimenti facciamo arrabbiare la gente inutilmente facendo girare i vigili: la gente si arrabbia perché riceve la multa, poi tanto non la paga e il comune non ha alcun vantaggio. Bisogna tornare ad avere poche regole, chiare, ma su quelle assolutamente andare al recupero.
  Sulle piccole cifre bisogna trovare il sistema più semplice possibile (su questo concordo). Le riforme organiche mi interessano, perché credo che noi dobbiamo in questi anni muoverci in quella direzione, perché, se vogliamo semplificare il sistema (per noi la semplificazione deve essere un faro di riferimento) non possiamo che passare attraverso una riforma organica che individui tutte le cose buone che sono state fatte in questi anni, permetta di buttare le cose che sono diventate inutili e semplifichi la vita a chi deve applicare queste cose, perché per molti dirigenti dei comuni ormai lavorare in un ginepraio di norme crea incertezza e possibilità di errore e il più delle volte induce a non fare niente perché così non si sbaglia.
  Possiamo provare a fare un ragionamento su questa bozza? A me interesserebbe molto, sapendo che sono bozze, sono proposte su cui si può discutere. Grazie.

  VINCENZO GIBIINO. Ringrazio anch'io i soggetti oggi auditi e vorrei fare una domanda. Ho seguito con attenzione la parte che riguarda i nuovi poteri per le ingiunzioni fiscali, come procedere, l'accesso a banche dati per rendere effettiva l'operatività, le vicende legate a Equitalia o anche ad altri soggetti, la riscossione in house, ma mi risulta che le banche dati che i comuni in house potrebbero utilizzare per la riscossione, o hanno dato agli enti che riscuotono, non siano veritiere, nel senso che non sono aggiornate, e quindi, quando si cerca di riscuotere l'IMU o la TARI, ciò non avviene perché quell'immobile per il comune non esiste per decenni.
  Siccome però i dipendenti comunali sono tanti e alcuni comuni hanno migliaia di dipendenti, se questa cosa accade per uno o due anni e quindi l'aggiornamento non c'è, è un conto, ma se accade per dieci, venti o trent'anni, evidentemente il sistema non funziona. Quindi quanta attenzione si pone su questo da parte dei comuni? Ci si può inventare Equitalia, la riscossione, i dati, gli effetti invasivi sulle banche dati e i conti correnti, però, se manca il dato a monte, tutto diventa particolarmente difficile.

  PRESIDENTE. Se posso aggiungere una chiosa finale, distinguerei due grandi categorie, le multe per infrazioni al codice della strada da tutto il resto. È una curiosità mia, nel senso che la procedura è disciplinata dal codice della strada; ad esempio penso che il soggetto in infrazione sia abbastanza incentivato a onorare la sua obbligazione entro i cinque giorni perché il meccanismo mentale che parte subito – o almeno è quanto succede a me – è che se entro cinque giorni vai a pagare c'è lo sconto, e, siccome non l'ho fatto una volta e mi sono accorto di quello che mi è successo dopo, tendenzialmente adesso tendo a rispettare i cinque giorni.
  Questa però è la disciplina speciale del codice della strada che sugli enti locali Pag. 9discende per quella via, mentre tutto il resto dei tributi locali (IMU, TARI) seguono le vie classiche immaginate per altri tipi di tributi e per altri tipi di importi. Non lo so perché bisogna vedere i dati, perché poi si tratta di riscossione coattiva e comunque si fa fatica a recuperare, però sarebbe interessante capire anche nella dinamica storica come questo approccio abbia influenzato l'evoluzione delle entrate sulle multe e quindi eventualmente come estenderlo ad altri tipi di tributi.
  Dico questo per esperienza personale perché sulle multe ormai sono soggetto in automatico a questo meccanismo, mentre sulle altre imposte non so se siamo ancora ai regi decreti o abbiamo avuto un'evoluzione!

  GUIDO CASTELLI, sindaco di Ascoli Piceno, delegato per la finanza locale dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI). Prima di lasciare la parola al dottor Ferri consentitemi una chiosa sulle multe, perché voi sapete che non più tardi di due o tre mesi fa alcuni giornali avevano titolato in maniera piuttosto importante che gli incassi delle multe erano aumentati di circa il 45 per cento.
  Abbiamo capito che c'era qualcosa che non funzionava, perché in realtà c'era stata la valutazione tra il 2014 e il 2015 di due grandezze che erano disomogenee, ovvero nel 2014 prima dell'entrata in vigore della nuova contabilità si era fatto riferimento come base su cui poi valutare l'incremento all'incassato delle multe, nel 2015 era l'impegnato in termini di competenza. C'è stato, peraltro, anche un importante intervento del presidente dell'ACI che era sembrato a sostegno della tesi del giornalista.
  Con ciò non voglio esonerare da responsabilità chi fa un uso smodato degli autovelox, ma volevo dire come sia un argomento su cui il dato dovrebbe essere decisivo, e quando noi facciamo riferimento alle performance di Equitalia rimandiamo a quello che nel rapporto con Equitalia (ora vediamo con la nuova agenzia) non è stato possibile fare proprio per impossibilità di controllo, perché quand'è che noi sindaci ci possiamo rendere conto dei risultati conseguiti da Equitalia? Nel momento in cui ci sono le domande di discarico per inesigibilità, e questa cosa viene rinviata nel tempo con le proroghe.
  C'è quindi sempre stato il grande tema di quante risorse fossero nella pancia di Equitalia rispetto a somme, risorse, disponibilità transitate nel tempo, formalmente presenti nei nostri bilanci, ma probabilmente oggetto di inesigibilità. Si tratta quindi di una grande questione, perché si parlava di 10-15 miliardi di euro che potevano corrispondere a queste quote presenti in Equitalia, cedute ad Equitalia, quindi cifre enormi, praticamente una manovra importante.
  A ciò aggiungo, anche per rispondere alla domanda, che su alcune poste per recuperi di importo inferiore ai 300 euro non esiste la verifica dell'operato di Equitalia, quindi spesso è mancata una capacità di monitorare e controllare.
  Per rispondere a una delle domande, è evidente che chi ha inteso percorrere una strada di internalizzazione o attraverso l’in house non disponiamo di dati ufficiali, stiamo a quello che i sindaci e i comuni ci riferiscono, parlando comunque di performance superiori, però è un punto dolente perché si tratta di consentire una valutazione più specifica. È vero comunque, anche se siamo sempre nel campo delle valutazioni, delle argomentazioni, dell'opinabile, che quei livelli di Equitalia, gli ultimi, erano talmente bassi che tendenzialmente si sono registrati solo miglioramenti.
  In alcune regioni più vocate alla cooperazione istituzionale fra comuni quali l'Emilia Romagna e la Toscana ci sono anche fenomeni, che sono stati anche sostenuti dall'IFEL e dall'ANCI, di cogestione di alcuni frammenti della procedura. Mi riferisco in particolare alla questione delle notifiche, che, per rimanere sempre nell'ambito della fase coattiva, vi assicuro che rappresenta uno dei temi centrali. Ricordo come il Comune di Milano si sia speso sulla possibilità di notificare via PEC le ingiunzioni anche producendo una certa giurisprudenza dal punto di vista delle commissioni.
  Per alcuni dati più puntuali lascio la parola al dottor Ferri.

Pag. 10

  ANDREA FERRI, responsabile dell'Area finanza locale e catasto dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI). Brevemente, sulle esperienze di riscossione associata c'è anche qui una carenza di dati, ma una pluralità di esperienze molto importanti. Le aziende in house tendono ad occuparsi, con l'estensione dell'azionariato e del controllo analogo ad altri comuni, di un intorno di comuni rispetto al capoluogo dove nascono (La Spezia, Verona è nata su un'ipotesi di diversi comuni della provincia).
  Ci sono unioni sulla parte fiscale che non sono molto frequenti, perché fare la gestione associata sulla parte fiscale è sempre un problema, anche nelle esperienze più importanti l'unione gestisce una pluralità di regimi fiscali dei vari comuni, perché non arriva a omogeneizzare la politica fiscale dei comuni componenti, ma, nel momento in cui gestisce la politica fiscale anche di una pluralità di comuni, gestisce anche le attività di accertamento e di riscossione avvalendosi dell'uno o dell'altro strumento.
  La Toscana è un giardino di esperienze diversificate nell'arco di pochi chilometri, generalmente interessanti: Pisa ha una in house classica che ha esternalizzato rispetto agli uffici del comune, ma in un ambito di assoluto controllo, tutto il ciclo di tutte le entrate, dal controllo alla riscossione; Livorno ha un modello, praticato da molti anni, di internalizzazione a livello di uffici del processo, servendosi di servizi esterni di vario genere di supporto, però la potestà resta in capo agli uffici comunali.
  A Roma c'è una società che lavora sui controlli e non fa riscossione vera e propria.
  Quindi c'è una pluralità di modelli, abbiamo un problema di miglioramento delle informazioni, una parte delle nostre proposte riguarda anche la trasparenza del mercato privato e quindi anche la possibilità di avere informazioni più correnti, perché, se uno cerca in Equitalia, trova informazioni piuttosto raffinate, e il mondo generale della riscossione si basa su analisi dei residui, analisi dei pagamenti, quindi informazioni relativamente indirette.
  L'IMU agricola è stata riscossa nel 2014-2015 circa al 50 per cento, con punte molto diversificate (ne facemmo un'analisi insieme al Ministero dell'economia per dare un contributo per la diversità tra le stime e quindi il taglio che i comuni ex montani subirono rispetto al gettito effettivo) e punte di accostamento piuttosto rare.
  Sull'aspetto recupero in sé non abbiamo ulteriori notizie specifiche, se non il fatto che il gettito sia nel 2014 che nel 2015 è stato in media intorno al 50 per cento complessivo, con lo stesso andamento nei due anni, quindi non c'era una devoluzione di attività per conto dello Stato, i comuni hanno subìto un taglio, quindi hanno preso in carico per conto dello Stato un certo cespite (il contributo tra l'altro è valso la metà di quella metà non riscossa, quindi non è stato ad integrazione totale), quindi i comuni più coinvolti hanno una spinta a recuperare.
  Non ho capito bene il discorso sui residui e le prescrizioni. Cioè è il tema del Fondo crediti di dubbia esigibilità. Mi permetto di dire che ogni 31 dicembre di ciascun anno in qualsiasi comune ci sono danni erariali che si producono, il fatto che siano potenziali o reali dipende da tantissimi eventi, quello che è certo è che con la nuova contabilità e la consapevolezza c'è una spinta a una maggiore attenzione e per converso dove ci sono crisi finanziarie è rarissimo che non ci sia una crisi di entrate.
  I residui sono stati in parte incassati e in parte perduti, non c'è dubbio, so che i residui passivi sono diminuiti, la Ragioneria ha fatto uno studio su questo e i dati indicano più del 50 per cento, perché siamo passati da 60 miliardi a meno di 30 come residui passivi. Sono bilanci alimentati da un principio della competenza mal gestito, su una probabilità formale di riscossione che era sbagliata.

  PRESIDENTE. Se lo Stato riscuotesse tutto quello che ha in pancia di Equitalia, non ci sarebbe bisogno di nessuna manovra per tre o quattro anni!

  ANDREA FERRI, responsabile dell'Area finanza locale e catasto dell'Associazione nazionale Pag. 11 comuni italiani (ANCI). Si tratta di 565 miliardi ed è un tema tipico delle entrate, che ha avuto una patologia che è attivamente in assorbimento da parte dei comuni, perché il peso del Fondo crediti di dubbia esigibilità lo subiscono i comuni che hanno tributi attivi, mentre altre amministrazioni hanno tributi derivati (l'IRAP non produce Fondo crediti di dubbia esigibilità, per capirci), mentre le stesse IMU e TASI, con i correlati controlli, fanno sì che il Fondo di dubbia esigibilità cresca.
  Sulle banche dati, tema importante, io non ritengo che ci sia oggi un tema significativo del tipo che veniva posto, cioè che esistano immobili ignoti per decenni come fenomeno significativo, perché l'Agenzia del territorio poi confluita nell'Agenzia delle entrate – che era una Cenerentola negli anni ’90 – ha fatto un grosso sforzo autonomo di miglioramento, la Banca dati catastali è una delle più fortemente agite dai comuni dalla fine degli anni ’90, quindi c'è stato un periodo molto intenso di attenzione, tra l'altro più intenso quando c'era la prospettiva di una riforma su basi decentrate del Catasto, poi questo interesse è diminuito.
  Direi quindi che questo non ci sia, ma ci sono segmenti di banche dati che per la complessità dei meccanismi di messa in atto e di controllo rimangono un problema. Faccio un esempio: ci sono due categorie, la F3 e la F4, che sono iscrizioni di immobili senza rendita che non sono imponibili in quanto ruderi in ristrutturazione, e lì c'è un'opacità, tutti i comuni che ci hanno messo le mani vedono che su 100 edifici in F3 o F4 o non si paga l'area edificabile che è implicita nel concetto di rudere o c'è una ristrutturazione non accatastata in una certa quota, quindi ci sono segmenti importanti che restano problematici.
  Ci sono poi i cosiddetti «immobili fantasma». Facendo la tara di tutte le problematiche sicuramente esistenti, gli immobili che non figurano negli archivi sono un fenomeno che non si può escludere, ma che riterrei marginale in questa fase.
  Molto più importante per il lato riscossione è la maggior fruibilità degli archivi, che è un problema non solo di complessità degli archivi (anche gli archivi dell'Anagrafe tributaria che come comuni usiamo normalmente non sono perfettamente aggiornati, le utenze elettriche e le stesse dichiarazioni dei redditi evidenziano una difficoltà di consultazione), ma bisogna mettere insieme meglio l'abilità nella consultazione e la facilità di fruizione, lavoro che si sta facendo con lentezza ma con persistenza. Un tavolo tecnico è al lavoro da quando è stato modificato il meccanismo di accesso all'Anagrafe tributaria su basi di maggior sicurezza e tracciabilità, quindi da 6 o 7 anni, per rendere fruibili sempre più informazioni in maniera corretta e integrabile.
  Questa è una parte molto importante, perché forse non tutti i comuni che dovrebbero accedono in maniera utile, corrente ed efficace a dati sempre più ampiamente disponibili.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti per il loro intervento e per la documentazione consegnata, della quale autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegati).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 8.55.

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ALLEGATO 1

Relazione.

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ALLEGATO 2

Appendice normativa.

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