XVII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Giovedì 18 dicembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia: illustrazione dell'Agenda per la semplificazione, a norma dell'articolo 24 del decreto-legge 24 giugno 2014, n.90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n.114 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Tabacci Bruno , Presidente ... 3 
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 4 
Tabacci Bruno , Presidente ... 8 
Montroni Daniele (PD)  ... 8 
Lavagno Fabio (PD)  ... 8 
D'Ottavio Umberto (PD)  ... 9 
Taricco Mino (PD)  ... 10 
Tabacci Bruno , Presidente ... 10 
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 11 
Tabacci Bruno , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BRUNO TABACCI

  La seduta comincia alle 8.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia: illustrazione dell'Agenda per la semplificazione, a norma dell'articolo 24 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114.

  PRESIDENTE. La seduta di oggi è dedicata all'illustrazione dell'Agenda per la semplificazione da parte del Ministro Madia. L'Agenda è stata prevista dall'articolo 24 del decreto-legge n. 90 del 2014, in base al quale il Consiglio dei ministri, il 1o dicembre 2014, acquisita l'intesa con la Conferenza unificata, ha approvato l'Agenda per la semplificazione per il triennio 2015-2017.
  L'Agenda contiene le linee di indirizzo condivise tra Stato, regioni, province autonome e autonomie locali e il cronoprogramma per la loro attuazione.
  La stessa disposizione ha anche previsto che il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione illustri alla Commissione i contenuti dell'Agenda per la semplificazione, entro quarantacinque giorni dalla sua approvazione, e riferisca sul relativo stato di attuazione entro il 30 aprile di ciascun anno.
  Con la procedura prevista dal citato articolo 24 sono stati coinvolti il Governo nazionale e le giunte regionali e locali, che hanno siglato anche un accordo per dare attuazione alle linee di indirizzo condivise nell'Agenda per la semplificazione.
  La sponda parlamentare è stata individuata nella Commissione parlamentare per la semplificazione, che ha il compito di fornire eventuali indicazioni e verificare, di anno in anno, il cammino svolto.
  Prima di dare la parola al Ministro Madia, mi limito a segnalare che l'Agenda può rivelarsi uno strumento utile – nell'ottica della semplificazione – anche per come è stata concepita. Si concentra, infatti, su cinque grandi aree, con l'individuazione di obiettivi ambiziosi nel loro insieme e, nel contempo, realistici.
  La tempistica indicata per ciascun obiettivo, con l'indicazione di scadenze finali e scadenze intermedie, consentirà di tenere sotto controllo e valutare il cammino effettivamente svolto. Le cinque aree sono: la cittadinanza digitale, la salute, il fisco, l'edilizia e l'impresa. Ricordo, infine, che l'Agenda per la semplificazione si intreccia strettamente con l'Agenda digitale, sulla quale – ugualmente – mi auguro che il ministro possa aggiornarci.
  Prima di dare la parola al ministro, segnalo che il materiale in distribuzione riguarda sia l'Agenda per la semplificazione, a suo tempo inviata ai commissari anche via e-mail, sia l'ampia notizia dell'indagine conoscitiva sulla semplificazione legislativa e amministrativa data dalla «Rivista trimestrale di diritto pubblico».
  Do la parola al Ministro Madia.

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  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Grazie a lei, presidente. Partirei dal documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulla semplificazione, svolta proprio da questa Commissione parlamentare, che segnalava la necessità di affrontare, in particolare, la «non attuazione».
  Ricordo che ero venuta in questa sede e che avevamo discusso – in modo approfondito – sul fatto che servisse una grande attenzione all'implementazione delle azioni di semplificazione. In particolare, la Commissione auspicava «l'adozione, da parte del Governo, di un'Agenda per la semplificazione, che individui obiettivi, risultati attesi, responsabilità, scadenze e tempi di realizzazione, modalità di verifica del raggiungimento dei risultati, da rendere accessibili on line in tempo reale».
  Sempre in quelle conclusioni, si auspicava il rafforzamento della «cooperazione interistituzionale tra Stato, regioni e autonomie locali e la realizzazione condivisa del programma di semplificazione», a partire, ad esempio, dai moduli standard.
  Credo che sia una buona notizia per tutti noi il fatto che, a distanza di pochi mesi, questa Agenda per la semplificazione, auspicata proprio dalle conclusioni della vostra indagine, oggi ci sia. È un'Agenda che si concentra sul triennio 2015-2017, ed è stata introdotta in via normativa – come ricordava il Presidente Tabacci – dall'articolo 24 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, che abbiamo convertito in legge prima della pausa estiva. Essa, come si auspicava in quelle conclusioni, è stata condivisa con le Regioni e con gli enti locali il 13 novembre scorso ed approvata – successivamente a questa condivisione – dal Consiglio dei ministri, il 1o dicembre del 2014.
  Insisto sul fatto che è la prima volta – con l'adozione di questa Agenda – che in Italia si assume una strategia puntuale e complessiva per la semplificazione, attraverso un'intesa preventiva tra il Governo e i territori, e credo che, come diceva il presidente Tabacci, dobbiamo darci degli obiettivi ambiziosi, ma concreti; ambiziosi, ma possibili.
  Credo che questo sia un fatto molto concreto, perché abbiamo realizzato un accordo istituzionale che assume la semplificazione come obiettivo strategico per l'Italia e, allo stesso tempo, si dà un cronoprogramma puntuale e serrato e, quindi, degli obiettivi misurabili.
  L'Agenda prevede trentasette azioni, in cinque settori strategici: per ogni azione sono definite responsabilità, scadenze, risultati attesi, e ciò è fondamentale proprio per recuperare il ritardo competitivo dell'Italia ma, soprattutto, per dare alla semplificazione il vero obiettivo che deve avere, cioè quello di arrivare a semplificare la vita di cittadini e imprese.
  Non ci sono solo obiettivi: c’è un cronoprogramma ben definito, che fornisce il quadro dei tempi di realizzazione e, soprattutto, assicura – tengo molto a sottolinearlo – il monitoraggio degli obiettivi di semplificazione. I settori «chiave» che abbiamo individuato sono quelli della cittadinanza digitale; del welfare e della salute; del fisco; dell'edilizia; dell'impresa. In modo sintetico provo, per ognuno di questi settori strategici, a descrivervi le azioni più importanti.
  Per quanto riguarda la cittadinanza digitale, cerchiamo proprio di cambiare il rapporto tra cittadini e amministrazione, partendo dall'idea che la digitalizzazione sia non una serie di obblighi per le amministrazioni, ma una serie di diritti per i cittadini, di cui garantire il godimento attraverso strumenti adeguati.
  La cittadinanza digitale, che è un aspetto più di democrazia che di modernità, sposta il focus sul potenziale di creazione di nuovi servizi e di nuove modalità di interazione, rendendo disponibili strumenti quali, ad esempio, l'identità digitale o l'anagrafe unica.
  L'identità digitale e l'anagrafe unica sono le due infrastrutture portanti su cui costruiamo tutta l'Agenda digitale italiana: per entrambe abbiamo finito l’iter amministrativo e, per quanto riguarda il Sistema pubblico per la gestione dell'identità Pag. 5digitale (SPID), il 9 dicembre scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo; quindi si tratta ora di renderle operative. Nell'Agenda fissiamo delle scadenze, proprio per rendere operative queste due infrastrutture.
  Tra le azioni di cittadinanza digitale dell'Agenda per la semplificazione abbiamo quindi lo SPID, ossia l'identità digitale, il PIN unico, con un risultato atteso che è quello di avere 3 milioni di utenti – con un'identità digitale – entro settembre 2015 e 10 milioni di utenti entro dicembre 2017. Vi sono inoltre i pagamenti telematici, di cui prevediamo l'attivazione da parte di tutte le pubbliche amministrazioni – sia centrali sia locali – entro il 2016; la marca da bollo on line, di cui è prevista una fase pilota entro dicembre 2015 e una messa a regime entro la fine del 2016; la fatturazione elettronica che abbiamo già introdotto nelle amministrazioni centrali e anticipiamo per le amministrazioni locali (questa è già stata introdotta, ma andrà resa operativa a marzo del prossimo anno).
  A queste iniziative si aggiungono le informazioni per il cittadino su «Come fare per» presentare domande, dichiarazioni, comunicazioni accessibili dalle homepage dei siti istituzionali di tutte le amministrazioni: questo entro la fine del prossimo anno.
  L'obiettivo è quello di assicurare l'erogazione on line di un numero crescente di servizi e l'accesso alle comunicazioni di interesse di singoli cittadini e imprese direttamente via internet, sapendo che, poi, il percorso ha un cambiamento radicale di impostazione, perché noi vogliamo realizzare il principio del digital by default, laddove digitalizzare significa non prendere l'esistente, portarlo su internet e trasformarlo in PDF, ma concepire fin dall'inizio, in via digitale, il servizio pubblico.
  Per quanto riguarda il secondo settore chiave, che è quello del welfare e della salute, le azioni dell'Agenda semplificano gli adempimenti per le persone con disabilità e assicurano a tutti i cittadini la prenotazione delle prestazioni sanitarie per via telematica o per telefono e l'accesso ai referti on line o in farmacia. In questo modo eliminiamo file inutili, riduciamo i costi e le perdite di tempo per i cittadini.
  Le azioni sulle quali mi soffermo sono: l'eliminazione delle duplicazioni nella richiesta delle certificazioni sanitarie per l'accesso ai benefici entro il 2015 (benefici come, per esempio le agevolazioni fiscali, il permesso auto); la prenotazione on line o per telefono delle prestazioni sanitarie e l'accesso ai referti on line e in farmacia – in tutte le regioni – entro dicembre 2016. Considero questo un impegno molto importante assunto dal Ministero della salute, ma soprattutto dalle regioni – a maggior ragione credo che su impegni come questi l'accordo preventivo con i territori sia fondamentale –, ovviamente anche con la nostra supervisione, impegno che monitoreranno periodicamente, rendendo pubblico, da qui a dicembre 2016, lo stato di avanzamento della realizzazione di questo obiettivo, che oggi è, invece, molto differenziato nelle diverse regioni.
  Il terzo settore strategico è il fisco. Le complicazioni fiscali sono al primo posto nelle segnalazioni dei cittadini e delle imprese e credo che, anche per questa ragione, sia particolarmente importante che l'Agenda contenga un pacchetto di azioni di semplificazione fiscale, realizzate in collaborazione con il Ministero dell'economia e delle finanze e con l'Agenzia delle entrate.
  Come annunciato dal Presidente del Consiglio, avremo all'ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri alcuni decreti su questi temi: l'obiettivo è quello di ridurre tempi e costi amministrativi derivanti dagli adempimenti fiscali, dimostrando al cittadino che, se ha il dovere di pagare le tasse, lo Stato si impegna a renderlo un adempimento semplice e non un adempimento che presenta complicazioni burocratiche.
  In primo luogo, credo che l'innovazione più importante, sulla quale spesso si sofferma anche il Presidente del Consiglio, sia quella dell'attuazione del decreto legislativo Pag. 621 novembre 2014, n. 175, che garantisce la semplificazione fiscale con la dichiarazione dei redditi precompilata. Ci sono però diverse azioni di semplificazione fiscale nell'Agenda; non c’è solo la dichiarazione dei redditi precompilata che, tra l'altro, ha due scadenze, perché fin dall'anno prossimo sarà inviata, ma dal 2016 conterrà anche le detrazioni delle spese sanitarie.
  Le altre azioni sono la presentazione telematica della dichiarazione di successione, con contestuale voltura catastale, per cui è previsto l'avvio della sperimentazione entro dicembre 2015 e la messa a regime entro il 2017; la verifica dell'attuazione delle semplificazioni fiscali, che verrà effettuata ogni anno, quindi nel 2015, 2016 e 2017. Come dicevo, infatti, l'Agenda si articola su un triennio, e il controllo fiscale che incontra il contribuente, cioè il rafforzamento del contraddittorio, diventa fisiologico confronto tra le parti, proprio per dare concretezza a quell'obiettivo – che tutto il Governo si è dato – di far sì che l'Agenzia delle entrate diventi un consulente fiscale del contribuente. Qui la sperimentazione verrà avviata dal 2015 e la messa a regime avverrà nel 2017.
  I due ultimi settori sono l'edilizia e l'impresa. Per quanto riguarda l'edilizia, non partiamo bene, perché l'Italia è al centododicesimo posto della graduatoria Doing Business della Banca mondiale. Le azioni hanno come obiettivo, prima di tutto, quello di attuare effettivamente le numerose semplificazioni che si sono succedute negli ultimi anni nel settore dell'edilizia, che spesso, invece, sono rimaste sulla carta (penso, per esempio, allo sportello unico per l'edilizia). Il secondo obiettivo è quello di adottare una modulistica semplice e unica – già il fatto che sia unica la semplifica – e il terzo obiettivo è quello di predisporre e attuare nuovi interventi di semplificazione. Il complesso delle azioni converge sulla necessità di mettere finalmente sotto controllo e di ridurre costi e tempi dei procedimenti, attraverso un'attività sistematica di misurazione e verifica.
  Le azioni sulle quali mi soffermo sono i moduli unici semplificati. Alcuni moduli – la cosiddetta SCIA edilizia, il permesso di costruire – sono già stati adottati come moduli unici a giugno 2014, quindi qualche mese dopo l'insediamento dell'attuale Governo. Ci siamo dati in questo cronoprogramma altre scadenze per il cosiddetto modulo unico per l'edilizia libera, la super DIA edilizia e le istruzioni per l'uso della modulistica, per agevolare cittadini e imprese negli adempienti.
  Oggi è in calendario una riunione della Conferenza unificata che ha all'ordine del giorno alcuni moduli unici, le cui scadenze nell'Agenda erano addirittura posticipate: quindi, se la Conferenza di oggi va come immaginiamo, addirittura riusciamo ad adottare alcuni moduli unici prima delle scadenze che avevamo fissato nell'Agenda per la semplificazione.
  Le altre azioni sull'edilizia sono l'autorizzazione paesaggistica per gli interventi di lieve entità, laddove abbiamo condiviso di predisporre lo schema di regolamento entro la primavera prossima, entro marzo 2015 e, poi, il regolamento unico edilizio, che verrà predisposto entro novembre 2015.
  L'ultimo settore è quello dell'impresa. In questo settore – come per l'edilizia – vengono affrontati in modo particolare i numerosi problemi della non attuazione che, come dicevo, sono stati evidenziati molto bene nelle conclusioni della vostra indagine conoscitiva, per la quale, come ho già detto all'inizio, vi ringrazio ancora, perché è stato veramente uno strumento prezioso, per noi, per scegliere anche su cosa e come intervenire.
  Per soffermarci, in questo settore dell'impresa, sulla non attuazione, abbiamo deciso di dar vita a numerose azioni, quali, ad esempio, l'affiancamento degli operatori nella gestione delle procedure complesse; la verifica dell'operatività degli sportelli unici per le attività produttive e delle semplificazioni in materia ambientale; il taglio dei tempi delle conferenze dei servizi.
  Al pari dell'edilizia – direi che questi due settori viaggiano in parallelo anche Pag. 7per quello che non ha funzionato – le azioni previste convergono sulla necessità di mettere sotto controllo i costi e ridurre i tempi dei procedimenti. Tra le azioni abbiamo la modulistica SUAP (sportello unico per le attività produttive) semplificata e standardizzata; le linee guida per agevolare l'impresa entro giugno 2016; il modulo per l'autorizzazione unica ambientale entro gennaio prossimo; la ricognizione sistematica – per area di regolazione – delle procedure per l'avvio delle attività di impresa, per individuare i casi di SCIA e di silenzio/assenso (questo è un punto del disegno di legge n. 1577, recante delega al Governo per la riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, che stiamo discutendo in Senato). Prevediamo, entro giugno 2015, la ricognizione delle prime aree ed entro marzo dell'anno successivo il completamento.
  L'altra azione importante è quella della semplificazione delle numerose autorizzazioni e nullaosta necessari all'avvio delle attività di impresa. Su questo aspetto avremo un primo pacchetto di interventi per dicembre prossimo e il completamento entro dicembre 2016.
  Siamo consapevoli che è fondamentale che tutte queste azioni – quindi tutto quello che sinteticamente vi ho raccontato e che è scritto nell'Agenda – siano effettivamente attuate, e sappiamo quanto alto sia il grado di diffidenza verso le promesse e gli impegni a semplificare, che già più volte sono stati annunciati. Molte di quelle che ho citato sono, infatti, azioni che dobbiamo attuare, ma che sono state annunciate o approvate prima dell'insediamento del nostro Governo. Qualche settimana fa, in un editoriale sul Corriere della sera, il professor Sabino Cassese evidenziava quanto i ritardi nell'attuazione delle norme sono divenuti un male endemico, l'attuazione differita delle norme produce disillusione e sfiducia, e produce la distanza che aumenta tra un Paese legale e un Paese reale. Questo – lo sottolineo – l'ho detto in apertura e lo ribadisco adesso, perché sappiamo che la fase di attuazione è la più importante; è più importante di quella di progettazione ed è per questo che prevediamo un costante monitoraggio, che non sarà svolto alla scadenza dell'impegno, ma sarà effettuato durante il tempo che decorre da qui alla scadenza dell'impegno.
  Esamineremo quindi periodicamente – anche col vostro aiuto – lo stato di avanzamento delle iniziative; verificheremo sia il rispetto delle scadenze e degli impegni assunti dalle amministrazioni responsabili, sia l'effettivo raggiungimento dei risultati attesi di ciascuna azione.
  Come evidenziato prima, alle attività di monitoraggio parteciperanno le associazioni delle imprese e dei cittadini, che ci segnaleranno e ci daranno suggerimenti sulle eventuali criticità che nella fase di attuazione le singole azioni possono avere, e tutte queste azioni saranno supportate da un'attività di misurazione dei tempi e dei costi sostenuti da cittadini e imprese, per individuare gli adempimenti più onerosi sui quali intervenire e valutare gli impatti delle iniziative programmate.
  Una particolare attenzione sarà riservata anche alla percezione dei risultati da parte dei cittadini e delle imprese, che verificheremo attraverso rilevazioni di carattere sia quantitativo (indagini campionarie) che qualitativo, realizzando interviste e chiarendo loro cosa sta succedendo effettivamente nella loro vita quotidiana.
  Con riferimento a questo aspetto – quando lo riterrete opportuno – sarà mia cura fornire report periodici sullo stato di attuazione dell'Agenda alla Commissione. Tutto questo per controllare il raggiungimento dei risultati attraverso questo percorso – segnalo che il controllo del raggiungimento dei risultati è già iniziato –, risultati che renderemo tra l'altro accessibili on line, assicurando il costante coinvolgimento di tutti coloro che vorranno partecipare alla verifica dell'attuazione.
  Credo che questa sia la novità principale dell'Agenda: porsi in una logica di risultato, perché il successo degli interventi non è valutato né dalle norme introdotte o eliminate, né dalle norme annunciate, ma dalle norme che effettivamente Pag. 8arriveranno a creare un cambiamento nella vita dei cittadini e delle imprese.
  L'Agenda è stata costruita, tra l'altro, tenendo conto delle indicazioni dei cittadini e delle imprese, perché abbiamo scelto i settori strategici anche in base alle consultazioni telematiche che avevamo svolto sulle cento procedure più complicate da semplificare, quindi questa interazione continua è stata preziosa anche per impostare l'Agenda.
  In conclusione, visto che questo è il vostro lavoro quotidiano come il mio, il padre del design italiano del XX secolo, Bruno Munari, ha scritto: «Complicare è facile, semplificare è difficile...Per complicare basta aggiungere...Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere...», quindi saper semplificare «è il segno dell'intelligenza».
  Speriamo tutti insieme, Governo e Commissione parlamentare per la semplificazione, di riuscire ad essere intelligenti. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro Madia. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  DANIELE MONTRONI. Credo che vada sicuramente apprezzato lo sforzo che il Ministro sta effettuando per semplificare questo Paese e dare risposta a una delle questioni che sia il mondo delle imprese sia i cittadini ci indicano in ogni situazione e in ogni momento. Ritengo inoltre che siano pienamente condivisibili l'Agenda che ci è stata presentata e gli impegni in questa contenuti.
  Sottolineo una questione che considero utile tener presente, perché la semplificazione passa attraverso l'impegno di tutte le istituzioni e, in questo ambito, rientrano soprattutto i piccoli comuni, i quali rischiano di essere in difficoltà nel tenere il passo di questo processo.
  Credo che occorra quindi un'attenzione particolare, perché migliaia di piccoli comuni debbono farsi carico di questo processo di semplificazione, essendo il terminale ultimo del cittadino e vivendo una condizione di difficoltà che rischia di mettere in discussione i risultati attesi.
  Ci sono altre istituzioni che vanno poi coinvolte nel processo e indotte a partecipare in modo attivo: soprintendenze e Corpo dei vigili del fuoco svolgono infatti un ruolo determinante nella semplificazione e nella tempistica dei procedimenti ma, finora, pur avendo svolto un'azione meritoria con riferimento alla loro attività specifica, devono ancora dare il loro contributo per semplificare la vita alle amministrazioni comunali, agli enti pubblici e al sistema delle imprese.
  Penso quindi che nel processo di semplificazione, di verifica e di monitoraggio dobbiamo considerare anche lo stato in cui versano alcuni enti e alcune istituzioni, perché altrimenti rischiamo di lasciare una situazione di difficoltà e di non raggiungere gli obiettivi prefissati.

  FABIO LAVAGNO. Intervengo brevemente, per ringraziare il Ministro Madia per la semplicità dell'esposizione in una materia che dovrebbe prevedere la semplicità – come ci viene richiesto – ed esprimere il nostro generale apprezzamento non tanto per aver valutato positivamente il lavoro della Commissione, quanto perché questo è parte sostanziale del lavoro svolto.
  Non sfugge a nessuno la necessità di uno strumento che ha due forme importanti: la sua strategicità nell'avanzare lungo un arco temporale e non attraverso iniziative spot di carattere estemporaneo – come invece spesso è avvenuto su questo tema – e l'esigenza di un monitoraggio e controllo puntuali, non a valle rispetto al processo, ma continuo.
  Su questo aspetto abbiamo una responsabilità notevole, al fine di recuperare il rapporto di fiducia tra cittadino, politica e istituzioni, perché sul tema è meglio evitare di creare aspettative – che già ci sono – in cittadini e imprese, di rivendicare i propri diritti, rendendo democratici i processi e accessibili i diritti stessi. La cosa peggiore che potremmo fare sarebbe quindi creare aspettative poi disattese. Pag. 9Poiché, come abbiamo visto in particolare rispetto al settore della sanità, i livelli istituzionali interessati sono molteplici – in particolare quello delle regioni –, affrontare il processo in materia sistemica necessita la semplificazione anche dell'impalcatura istituzionale del nostro Paese: non torno a ripetere cose che voi tutti ben conoscete, ma dobbiamo rivendicare la necessità di un urgente cambiamento.
  Mi permetto di soffermarmi su due temi importanti. Rispetto all'imposizione fiscale e all'unica tassa sulla casa dobbiamo fare chiarezza, avere certezza dei tempi. Abbiamo, a mio avviso, sbagliato a creare un'aspettativa in tempi recenti, per poi disattenderla, pur avendo una scadenza, un timing molto più ampio.
  Credo che su questo sia necessario fare chiarezza, perché è un tema sul quale le istituzioni hanno creato negli ultimi anni molta confusione e una notevole conflittualità tra livelli istituzionali, in quanto il mondo delle amministrazioni locali e in particolare dei comuni da questa situazione non ha potuto trarre che confusione, incapacità di programmazione e la necessità di giustificare le proprie azioni di carattere esattoriale. Noi invece abbiamo la necessità di creare un'imposizione fiscale giusta, possibilmente progressiva, ma soprattutto certa, sia nei confronti del gettito atteso che nei confronti dei diritti dei contribuenti.
  L'altro aspetto che mi permetto di sottolineare – non è indicato, ma è comprensibile forse che sia così – che impatta molto sulla vita di un settore piuttosto corposo della pubblica amministrazione, su cui c’è un progetto di riforma, è quello dell'istruzione, della scuola, che dovrebbe essere investito dalle tematiche dell'innovazione e della semplificazione.
  Non è tema di questa Agenda per la semplificazione ma, forse, lo è di quella digitale e delle strategie del nostro Paese, ma dobbiamo evidenziare l'esigenza di dotarci di un'infrastruttura tecnologica adeguata perché, in questo momento, è inevitabile dire che l'accesso al mondo informatico è tutt'altro che democratico nel nostro Paese e differenziato da zona a zona dello stesso.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Innanzitutto, ho chiesto di intervenire in quanto ho preso un impegno fuori di qui, e ho partecipato all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Torino e, con mio stupore, si è deciso in quella sede di dedicare un intero pomeriggio al tema della semplificazione e mi hanno invitato perché, incredibilmente, sapevano che facevo parte della Commissione parlamentare per la semplificazione.
  Mi ha colpito che l'università, quindi un settore che non è nell'elenco – prima il collega Lavagno citava la scuola – dei settori su cui intervenire, ritenesse opportuno dedicare un pomeriggio a questo, essendo presenti il presidente della Conferenza dei rettori e tutti i responsabili amministrativi dei vari atenei, producendo un documento sulle semplificazioni necessarie per evitare quelle che hanno definito «molestie amministrative», perché in alcuni ambiti si può parlare davvero di questo.
  Mi sono permesso allora di intervenire chiedendo se fossero disponibili, ovviamente, ad assumersi più responsabilità, perché la semplificazione è sempre legata al fatto che qualcuno si assuma maggiore responsabilità: spesso l'aumento delle procedure normative nasconde una mancata volontà di assumersi responsabilità. Sono ovviamente disponibili, anche perché, come sappiamo, l'università fa fatica come tanti altri settori a considerarsi pubblica amministrazione, perché noi mettiamo dentro la pubblica amministrazione dalla polizia all'università e, poi, ognuno ha una sua specificità che spesso cozza con il resto.
  Il processo di semplificazione è uno dei pochi processi del nostro Paese che gode di un grande consenso, quindi bisognerebbe «approfittare» di questo consenso popolare per agevolarlo.
  Un altro brevissimo aneddoto: nella mia città sono partiti i corsi dell'Università della terza età e il corso più frequentato Pag. 10è quello dell'utilizzo dei tablet, perché le persone più avanti negli anni sentono questo bisogno e, poi, quando lo scoprono, ovviamente impazziscono, perché chi ha qualche amico piuttosto anziano su Facebook o WhatsApp sa che vi dedicano del tempo, scoprendo che è possibile addirittura comunicare con i propri figli, cosa che normalmente non si riesce quasi più a fare.
  Sono convinto del fatto che questa Agenda per la semplificazione vada ancora più comunicata, utilizzando quel consenso sociale anche per costringere la pubblica amministrazione a cambiare. Come abbiamo già detto in occasione dell'indagine conoscitiva, credo che il problema più impellente sia che i pubblici dipendenti devono rendersi conto che hanno davanti cittadini più preparati, in quanto una volta il pubblico dipendente sapeva molto più del cittadino e il cittadino era «succube», mentre adesso i cittadini sono spesso più informati del pubblico dipendente stesso.
  Se alla semplificazione deve corrispondere un risparmio, non sempre ciò è facile, almeno non sempre all'inizio, però i due processi stanno insieme e possiamo avere una società davvero più intelligente da questo punto di vista.

  MINO TARICCO. Anch'io voglio esprimere apprezzamento innanzitutto per il quadro che ci è stato presentato e anche per le scelte di priorità individuate, che credo siano importantissime, laddove l'anagrafe unica e l'identità digitale sono la piattaforma su cui costruire tutto il resto. Mi permetto di suggerire due o tre osservazioni metodologiche, se mi è concesso. Credo che la semplificazione debba essere semplice nella sua attuazione. Faccio un esempio molto concreto. Lei, prima, giustamente faceva riferimento al fatto di approdare a modulistiche uniche nazionali – sulla SCIA è già stato fatto un pezzo di percorso –, ma le prime bozze della SCIA unica erano composte da diciotto pagine. Per chi risiede in territori in cui già si utilizza questa metodologia ed il relativo modulo è di tre pagine, il segnale che arriva è devastante: è come dire che la semplificazione – come al solito – complica, non semplifica.
  Considero importanti le modalità con cui rendere evidente che si va verso un'effettiva semplificazione e che, giustamente, come diceva lei, la si valuta sui risultati e non sull'intenzione o sul procedimento, così come è importante evitare errori nel percorso che stiamo facendo. Faccio un altro esempio concreto: nei giorni scorsi, in una manifestazione con i sindaci, mi hanno chiesto che fine avesse fatto il bando dell'anno scorso sulle attività sportive, che, poi, è stato impugnato dalla regione Veneto ed è finito nel nulla.
  Il problema è che migliaia di amministrazioni hanno investito centinaia di migliaia di euro per predisporre tutta la documentazione e, adesso, hanno solo dei faldoni e chiedono cosa debbano farci. Mi rendo conto che questo è un po’ «tangenziale» rispetto al discorso che svolgiamo, però accompagna questo tipo di processo.
  Ritengo che, come affermava il collega D'Ottavio, il tema della semplificazione sia anche una questione culturale all'interno del sistema della pubblica amministrazione, in quanto dei ritardi sono talvolta legati alla paura di un'assunzione di responsabilità dentro un procedimento amministrativo. Credo che mettere on line lo stato di attuazione di questo procedimento e tutto quello che è possibile su tutti i procedimenti amministrativi, su tutte le questioni, in modo che siano oggettivamente accessibili ai cittadini in modo semplice sia un antidoto straordinario al tentativo di resistenza che le varie pubbliche amministrazioni, nel concreto dell'attuazione dei procedimenti, mettono in atto per autotutelarsi.
  Esprimo quindi il mio sincero apprezzamento per il tipo di percorso intrapreso, che verificheremo poi alle varie scadenze, sperando che si renda evidente nella sua concreta attuazione.

  PRESIDENTE. Se nessun altro vuole intervenire, vorrei semplicemente unirmi alle osservazioni dei colleghi, per evidenziare come l'iniziativa dell'Agenda appaia importante, perché mette in campo il Pag. 11cittadino e, quindi, aiuta a scrostare elementi di difficoltà che si sono consolidati nel tempo.
  Il consenso sulla semplificazione è, però, un'arma a doppio taglio, nel senso che sembra costare niente ma, nella sostanza, le resistenze sono enormi, perché una parte rilevante del Paese vive sulla complicazione. È come dire che dobbiamo far pagare le tasse a tutti, perché nessuno si dichiara contrario, però, poi, si vede nel concreto che le resistenze in un Paese dove il sommerso è così diffuso sono enormi, e così vale per questioni di potere o per cose più o meno dichiarabili.
  Ricordo sempre l'audizione che abbiamo svolto con il rappresentante dell'OCSE, che ci ha attribuito una pagella che non appariva neppure così negativa, ma non era pari alla percezione reale dell'efficienza complessiva del nostro Paese, da parte di coloro che subiscono la complicazione.
  Prendiamo positivamente le proposte che il Ministro ci ha illustrato e anche l'impegno a continuare il monitoraggio, che è il segreto delle cose da fare: nel passato abbiamo fatto i falò, adesso bisognerà invece entrare nel merito delle cose e rispondere degli impegni che ci prendiamo.
  Do ora la parola al Ministro Madia per la replica.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. La mia replica è veramente breve. Vi ringrazio e vi ringrazio anche dei vostri interventi che sono stati puntuali, con ulteriori suggerimenti per andare avanti e integrare questa Agenda la quale, oltre ad essere monitorata non solo a valle, ma nel percorso, è anche uno strumento aperto che può essere continuamente arricchito. Per questo, ad esempio, recepisco il suggerimento del settore dell'università, che avevamo valutato decidendo però, poi, di soffermarci sui settori che i cittadini e le imprese ci chiedevano di semplificare, ma sono assolutamente disposta ad aprire tale Agenda ad altri settori, come quello dell'università.
  Ho trovato molto giusta e vera la sottolineatura della necessità di avere un'infrastruttura per il digitale. Sul digitale abbiamo un doppio ritardo: non c’è dubbio che c’è il ritardo dell'amministrazione, che è evidente, perché qualunque confronto con il privato è impietoso – si può comprare un biglietto aereo in qualche secondo su internet, mentre per avere un'interazione con l'amministrazione, con ragionevole certezza, si perdono giornate da un ufficio all'altro che non comunicano tra loro –, ma c’è anche un ritardo proprio della domanda, come ci dicono le statistiche. Nella classifica pubblicata dal Financial Times, qualche tempo fa, siamo secondi dopo la Romania, cioè penultimi in Europa, quindi è chiaro che l'Agenda digitale deve colmare questi due ritardi in parallelo. Sono anche d'accordo sul fatto che unificare i moduli non vuol dire complicarli e, infatti, anche nella relazione ho specificato «unici e semplici», quindi condivido il suggerimento.
  Credo che sia stata svolta una «bella» audizione, perché abbiamo instaurato un rapporto di condivisione e, quindi, di scambio reciproco per migliorare l'azione riformatrice in questo campo, che non si esaurisce in un momento, ma è continua: spero quindi di venirvi ad aggiornare periodicamente anche sul monitoraggio, che sarà fondamentale. Vi verrò a dire dove stiamo andando bene e dove meno bene, e ci scambieremo ancora suggerimenti utili per fare meglio.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Madia per il suo contributo e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 8.55.