XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 51 di Martedì 7 luglio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione dell'amministratore delegato della Colori Freddi San Giorgio srl, Renzo Lui:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Lui Renzo  ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 
Lui Renzo  ... 5 
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 
Lui Renzo  ... 5 
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 
Orecchia Paolo , Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl ... 5 
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 
Orecchia Paolo , Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl ... 6 
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 
Orecchia Paolo , Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl ... 6 
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 
Orecchia Paolo , Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Puppato Laura  ... 7 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 8 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 8 
Orecchia Paolo , Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl ... 8 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 9 
Orecchia Paolo , Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl ... 9 
Lanfredini Pierangelo , Responsabile di produzione della Colori Freddi San Giorgio Srl ... 9 
Puppato Laura  ... 10 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 10 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 10 
Orecchia Paolo , Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl ... 11 
Vignaroli Stefano , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 14.20.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione dell'amministratore delegato della Colori Freddi San Giorgio Srl, Renzo Lui.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'amministratore delegato della Colori Freddi San Giorgio Srl, Renzo Lui, accompagnato dall'avvocato Paolo Orecchia, consulente legale dell'azienda in tema ambiente, e da Pierangelo Lanfredini, responsabile di produzione, che ringrazio per la loro presenza.
  Come sapete, la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti e delle bonifiche.
  L'audizione odierna rientra nell'approfondimento in corso di svolgimento sulla situazione delle bonifiche dei siti industriali ex petrolchimici del nord, con particolare riguardo, nel vostro caso, al sito di Mantova.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Questa Commissione era già andata, nella scorsa legislatura, in visita al petrolchimico di Mantova, un sito d'interesse nazionale, per verificare lo stato dell'arte, la situazione delle bonifiche, capire le problematiche aperte e anche se vi fossero eventuali illeciti di carattere amministrativo e ambientale. Nel corso di una nuova visita poco tempo fa abbiamo visto con soddisfazione che qualcosa si sta muovendo. Ci sembra di capire che, se pur con una serie di problemi derivati anche da un'eredità del passato, ci sia comunque la volontà di provare a risolvere alcuni problemi e, soprattutto, di gestire l'eventuale inquinamento presente su quel territorio.
  Nel corso delle nostre audizioni sono emerse da parte di alcuni enti, ovviamente anche pubblici, alcune dichiarazioni che riguardano la posizione della vostra azienda, e quindi abbiamo pensato che l'audizione di oggi potesse essere per noi un elemento di conoscenza maggiore, ma anche un modo per darvi anche la possibilità, data l'attivazione di alcuni provvedimenti di carattere amministrativo che vi riguardano, di illustrare eventuali chiarimenti. Assumete, quindi, questa seduta non solo come un'attività «inquisitoria» della Commissione, che fa semplicemente il proprio mestiere e prova a farlo bene, ma anche come un'occasione per voi di illustrare lo stato dell'arte e la situazione dal vostro punto di vista.Pag. 4
  Noi auspichiamo sempre, al di là del tipo di lavoro di verifica che svolgiamo, che le problematiche si risolvano. Oltretutto, siamo anche tutti legislatori, quindi ovviamente con la funzione data dal nostro mandato elettorale di provare, al di là delle nostre posizioni politiche, a risolvere i problemi individuati.
  Darei la parola ai nostri ospiti perché ci illustrino il quadro della situazione dal loro punto di vista. Se non riusciamo a finire entro le 14.45, dovrò abbandonare la seduta e chiederò al vicepresidente di presiedere la Commissione.

  RENZO LUI, Amministratore delegato della Colori Freddi San Giorgio Srl. La premessa, che vuole riallacciarsi a quanto detto dal presidente, è che l'azienda in questo momento si è attivata, per quanto riguarda la collaborazione con gli enti, avendo dato l'incarico al dipartimento dall'università di Modena di assisterci in questa fase per la verifica e la validazione di tutti gli accertamenti e gli esami effettuati dagli enti stessi. La nostra azienda è impegnata, quindi, per cercare di dare una collaborazione, per arrivare a una soluzione, se possibile, di questo problema.
  Voglio anche precisare che siamo un'azienda che non produce materie prime, ma di miscelazione, che miscela varie componenti nel proprio ciclo produttivo. Stiamo parlando di alcune centinaia di componenti miscelate, e quindi non c’è un ciclo produttivo di materie prime con problemi di scarti e di smaltimento. Per un interesse proprio economico, la nostra azienda mette tutto quello che realizza dalla miscelazione sul mercato. Tutto quello che per sfridi o altri problemi di non conformità viene prodotto viene ulteriormente comunque recuperato, riconfezionato e rimesso sul mercato come materie secondarie, a pezzi economici, più competitivi, ma nulla di quello che esce dalla produzione viene smaltito, se non prodotti secondari, come sacchi o secchi di vernici.
  Tengo a precisare che dalle analisi effettuate in questi anni l'unica componente che è stata trovata all'interno della falda sottostante l'area occupata dal colorificio consiste in componenti clorurati. Come ho precisato, utilizziamo centinaia, per non dire migliaia, di materie prime: l'unica componente ritrovata sono dei clorurati: tricloro o percloro e altre componenti che nulla hanno a che spartire con la nostra produzione.
  Questo è stato forse uno degli elementi che ha fatto scattare nel pensiero della proprietà l'idea di interrompere le caratterizzazioni, che erano ormai sistematiche, ma che a nostro parere non avevano condotto a nessun effetto positivo, se non quello di additarci come l'azienda che aveva delle fonti continuamente attive di inquinamento. Devo precisare che purtroppo questo è apparso anche sui quotidiani locali e ci ha creato un nocumento enorme dal punto di vista commerciale e anche di immagine.
  In effetti, è stato un altro degli aspetti che ha indotto la proprietà a irrigidirsi e a contrapporsi agli enti, e senz'altro a non agevolare uno spirito di collaborazione, che personalmente giudico fondamentale per arrivare a una soluzione. Anche l'ultimo articolo in prima pagina sul quotidiano locale non ci ha sicuramente agevolato. Non ci sentiamo di essere giudicati colpevoli prima ancora che le analisi abbiano confermato quest'ipotesi. Allo stato ci sentiamo un'azienda che non ha inquinato e non sta inquinando, come ribadiamo con la massima determinazione.
  Gli elementi e i fatti valutati dalla stessa analisi che ho qui, con la relazione dei tecnici dell'università di Modena, lo confermano. Potrei anche consegnare al presidente questo tipo di relazione, che purtroppo non è sottoscritta, ma ha una nota accompagnatoria del professore Teggi del dipartimento dell'università di Modena, in cui si indicano le stesse ragioni che ho appena sostenuto. Lui va oltre affrontando un aspetto molto più tecnico sui movimenti della falda e di questi componenti per quanto riguarda la loro gravitazionalità. Essendo elementi molto pesanti, hanno un andamento sul Pag. 5terreno addirittura contro falda. Questo dimostra che potrebbero addirittura arrivare dall'esterno, e quindi non essere lì la fonte attiva, che potrebbe essere invece venuta da altre parti, in altri momenti. Asserisce anche che il nostro terreno non ha memoria di questo tipo di andamento. Se ci fosse la memoria, si potrebbe dire che la fonte è lì; non essendoci memoria, si sostiene che la fonte possa non essere lì.
  Tutto questo accanimento mediatico nei nostri confronti ci crea veramente dei danni, in un momento in cui tra l'altro sapete bene che l'economia non sta brillando. Ci viene addebitato questo tipo di atteggiamento senza un minimo di attenzione e anche in maniera autolesionista. Dico che ritenerci fonte continuamente attiva, con tutto quello che sta succedendo in questo momento, in cui siamo sotto la lente di ingrandimento di tutti gli enti, significa essere veramente fuori di testa.
  Un altro aspetto su cui vorrei porre l'attenzione è quello che riguarda l'accusa di avere dei fusti interrati. Abbiamo le dimostrazioni fotografiche che nel Cavo San Giorgio non esiste nessun fusto interrato, fotografie fatte dall'ARPA di Mantova, con tanto di analisi del terreno che dimostra che non c’è nessuna componente che riguarda la nostra produzione, ma che riguarda altri, non noi.
  Voglio anche precisare, per quanto riguarda i clorurati, che l'area del polo chimico aveva un ciclo cloro, ma non eravamo noi. Il ciclo cloro riguarda un'altra azienda importante dell'area.

  PRESIDENTE. Certo.

  RENZO LUI, Amministratore delegato della Colori Freddi San Giorgio Srl. Altre aziende acquistavano da noi i clorurati per fare decapaggio delle loro lavorazione, quindi con smaltimento di cloro, che noi non abbiamo mai smaltito. Oltretutto, dalla relazione del professor Teggi si evince che la percentuale di clorurati, di cloro e percloro, che esisterebbero in falda è altamente superiore all'utilizzo che ne facciamo noi. La percentuale giustificherebbe ben altri quantitativi di smaltimento.
  In realtà, usiamo entrambi i prodotti e li vendiamo anche tal quali in fusti alle nostre aziende che hanno vasche a immersione per avere una caratteristica: è un prodotto ignifugo, e quindi non darebbe origine all'incendio della vasca a immersione. Per il resto, ne usiamo una piccola percentuale in produzione, che non giustifica la presenza che c’è nel sottosuolo.

  PRESIDENTE. Da quanti anni avete acquisito quell'area ?

  RENZO LUI, Amministratore delegato della Colori Freddi San Giorgio Srl. Dal 1964. All'epoca era una piccola azienda di tipo familiare, con una produzione soprattutto rivolta all'edilizia. Poi negli anni si è evoluta ed è andata sempre più verso il settore industriale anticorrosione. Poi il signor Freddi ha acquisito quest'azienda nel 1977, quindi successivamente...

  PRESIDENTE. Dalle analisi che avete, quindi, non risulta che sotto la vostra proprietà ci sia una fonte attiva o risulta la fonte...

  PAOLO ORECCHIA, Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl. Il concetto di fonte attiva è alquanto singolare ed è usato malamente. Fonte attiva significa che c’è qualcosa – usiamo un termine atecnico – che ancora oggi può provocare un inquinamento di falda o del terreno. L'espressione fonte attiva, invece, è stata interpretata nel senso che ancora oggi...

  PRESIDENTE. Parliamo in senso tecnico. Il fatto che ci sia una contaminazione del terreno che continua...

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  PAOLO ORECCHIA, Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl. Sicuramente parlerei di una permanenza in falda...

  PRESIDENTE. Attiva inteso come qualcosa...

  PAOLO ORECCHIA, Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl. Sicuramente c’è una permanenza di una polla di materiale, che ha tante componenti chimiche certamente dannose, non riconducibili in via di presunzione neppure ipotetica all'operato della Freddi Colori, ma sicuramente idonea ad alterare le componenti della falda.
  La Freddi ha interrotto a un certo punto il sistema delle analisi, ma continua ad avere un sistema di captazione e depurazione delle acque, semplicemente per cercare di attenuare un sistema di messa in sicurezza d'emergenza adottato anni fa, che è stato riattivato proprio per garantire l'emungimento in falda e il possibile riutilizzo dell'acqua emunta corrispondente ai limiti di tabella.
  Sicuramente l'operato della ditta Freddi sotto questo profilo è stato per un certo periodo di tempo considerato vessatorio da un punto di vista della pubblica amministrazione, che imponeva una serie di controlli frequenti sempre e solo a carico della ditta. Ritenendo il titolare della ditta di essere totalmente estraneo, rispondeva che la società era lì, così come il terreno, che facessero tutti i campionamenti che volevano, ma non vedeva per quale ragione dovesse farsene carico lui. L'atteggiamento di disponibilità è sempre stato massimo. Purtroppo – come avvocato, devo dirlo – gli si è ritorto un po’ contro, ma è certo sia processualmente sia stragiudizialmente che a oggi non vi è nulla di accertamento nei confronti di Freddi. Vi è esclusivamente un accertamento di carattere amministrativo basato solo su un giudizio di compatibilità: poiché vi è del tetracloroetilene nelle acque di falda, poiché la ditta Freddi lo utilizza tra le proprie materie, allora se ne potrebbero trarre delle conseguenze. Il giudizio di compatibilità, normalmente utilizzato in ambito inquisitorio, ma che viene meno al vaglio processuale – è una presunzione, non acquisisce nulla dal punto di vista di fatto – è l'unico elemento che a oggi supporta le tesi in danno dell'industria Freddi.
  Va ricordato – devo dirlo censurando un po’ il comportamento del mio cliente – che, allorché la provincia di Mantova, ossia l'ente preposto ai controlli, ebbe a individuare nell'ambito di questo procedimento amministrativo questo criterio di presunzione di responsabilità, il signor Freddi, ritenendosi completamente estraneo a quest'ipotesi, non ritenne neppure opportuno ricorrere al tribunale amministrativo, come cautelativamente avrei consigliato caldamente se fossi stato all'epoca il consulente.
  Non è stato fatto, ma questo non deve assolutamente appesantire la posizione né assurgere a componente vessatoria nei confronti del signor Freddi, perché ho letto che la presunzione di non colpevolezza – non parlo di innocenza – è un principio permanente del nostro ordinamento, come è fuor di dubbio. Nel caso specifico, però, c’è sicuramente un procedimento penale in corso ancora agli albori per un fatto, di cui, se volete, posso leggervi il capo d'imputazione, tra l'altro marginale rispetto alla situazione corrente e alle ipotesi che possono essere avanzate dalla procura della Repubblica e di cui si è fatto un po’ eco sugli organi di stampa...

  PRESIDENTE. Al di là del procedimento giudiziario, che seguirà il suo corso, emergeva un po’ dai diversi enti quello che vi dicevo un po’ all'inizio: al di là della storia pregressa, che ha riguardato altre aziende, una disponibilità da parte un po’ di tutti a provare a risolvere il problema una volta per tutte e, invece, una certa rigidità e indisponibilità, da parte della vostra azienda, a mettersi intorno a un tavolo per cercare di risolvere la situazione. Pag. 7
  Voglio dirlo perché era quello che è un po’ emergeva dalle discussioni. Sto parlando al di fuori di quelli che possono essere i procedimenti di carattere giuridico e amministrativo. È evidente che, nel momento in cui si inaspriscono i rapporti, la collaborazione è più difficile da mantenere. È emerso che, al di là di tutta la complessa storia di Mantova, alla fine tutti sembrerebbero collaborare per risolvere il problema una volta per tutte, mentre la vostra azienda sembrerebbe dalle dichiarazioni non volerne sapere.

  PAOLO ORECCHIA, Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl. Come le ho detto è una questione semplicemente di atteggiamento. È certo e dichiarato che il signor Freddi ha sempre dato la massima disponibilità a consentire tutti gli accertamenti, i carotaggi, le verifiche e così via, chiaramente effettuati dagli enti preposti.
  Ancorché si sia attivato in termini di autodifesa per ricercare delle cause alternative a quelle ipotizzate dalla pubblica amministrazione, ha considerato, e verosimilmente per certi versi forse continua a considerare ingiustificati dal punto di vista della collaborazione gli oneri che gli sono stati imposti, che ho detto si risolvono a livello economico. Stiamo parlando di un sito completamente impermeabilizzato, cioè dove non è possibile lo sversamento occasionale o l'incidente.

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LAURA PUPPATO. Anzitutto, vi ringrazio per le spiegazioni che ci state fornendo. Noi siamo venuti, come sapete, con la Commissione in quella zona e abbiamo cercato di capire il più possibile. A fronte dell'informazione che state fornendo sull'esistenza del colorificio Freddi, o comunque come si chiamava dal 1964 – tra i 50 e i 40 anni se guardiamo l'attività o la proprietà – il concetto a tutti noto e che credo non richieda una particolare dovizia di competenza è il fatto che c’è un accumulo nell'attività. È chiaro che legato ai cloruri che adoperate nell'attività, laddove fossero anche in misura minima o comunque non così rilevante, con 40-50 anni c’è il tema dell'accumulo.
  Leggendo e informandomi dalle varie autorità preposte, apprendo che avete avuto la perimetrazione nel 2003 e capisco che era assolutamente indispensabile, anche a tutela della nostra azienda e dell'onorabilità del vostro nome, fare la caratterizzazione in modo da individuare eventuali perdite, laddove ci siano state, ed eventuali interventi di messa in sicurezza o di bonifica. Dal 2003 a oggi sono passati 12 anni. Nel 2006 c’è stata un'ulteriore richiesta. Nel 2012 è intervenuto il Ministero dell'ambiente e così via.
  Scusate se la chiamo così, ma quest'omissione sembra quasi un perseverare nel non voler difendersi, nel non voler ottemperare neppure a un esercizio di caratterizzazione che normalmente è utile semplicemente a dimostrare o a determinare quale potrebbe essere l'eventuale condizione di messa in sicurezza e bonifica. Non credo che si parlasse all'epoca già di un danno accertato e che ne fosse messo a carico vostro uno in ipotesi maggiore di quello che potreste presumere di essere in grado di sostenere.
  Peraltro, c’è anche una normativa che, come sapete, da questo punto di vista tutela abbastanza le aziende. Il decreto n. 471, infatti, prevede che comunque non ci sia una bonifica superiore alle capacità di spesa dell'azienda stessa.
  Come si giustifica quest'atteggiamento ? Soprattutto, come intendete procedere ? Credo che, giunti a questo punto, sia assolutamente nella vostra convenienza mettervi nella condizione di conoscere esattamente i vostri diritti, ma anche i vostri doveri. Sfuggendo a questo, inevitabilmente passate dalla parte del torto.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio gli auditi per essere venuti fino a qui. Sicuramente è importante anche...

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  PRESIDENTE. Anche se li ringraziamo, sono obbligati.

  ALBERTO ZOLEZZI. Non tutte le persone chiamate, però, si sono presentate. Penso che sia la fase positiva di un lavoro che è stato descritto anche dalla mia collega Puppato. Oltretutto, dalle audizioni svolte a Mantova sono emersi alcuni dati piuttosto forti che parlano di incontrovertibilità del fatto che l'inquinamento delle acque di falda e la presenza di rifiuti nelle immediate vicinanze stando alle relazioni di ARPA appaiono riconducibili alla responsabilità della ditta Colorificio Freddi.
  Poi c’è il riscontro dal 2011 della presenza di materiale contenuto apparentemente in fusti. In buona sostanza, il Colorificio Freddi è inserito non in un sito inquinato comune, ma in un sito d'interesse nazionale per inquinamento, con la presenza di solventi clorurati, sostanze cancerogene. Per quindici anni, dopo che è nata la figura del sito d'interesse nazionale, la normativa non è stata particolarmente pesante; non c'era l'aspetto penale, che invece adesso è stato introdotto. Va bene anche il confronto giudiziario, che definirà eventuali responsabilità, ma più che andare incontro al rischio di una condanna penale, probabilmente conviene capire dalle prescrizioni arrivate come si possa integrarle collaborando con gli enti preposti, che è quello che speriamo che possa avvenire.
  Lo speriamo davvero. Come sapete, io vivo nel territorio della provincia di Mantova e so che la preoccupazione esiste. Che sia la stampa ad amplificare o meno, ma risulta essere ancora una delle situazioni in cui non si è ancora partiti, a differenza di altre realtà.
  Una domanda specifica è sulla presenza dei fusti, anche se avete già risposto. Vorrei capire, però, come interpretate questa presenza anomala. Da dove provengono fusti di materiale che potrebbero essere collegati alle vostre attività ? Potete anche rispondere in seduta segreta. Il nostro intento è riuscire a risolvere una situazione d'inquinamento, consentendo il proseguimento della vostra attività.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

  PRESIDENTE. Do la parola agli auditi per la replica.

  PAOLO ORECCHIA, Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl. Rispondo alla senatrice Puppato. Prendendo atto dal punto di vista storico dell'indubbia preesistenza da diversi decenni dell'industria Freddi, il suo ragionamento però pecca non dico di semplicismo, ma comunque di una presunzione non verificata di addebito di responsabilità per cui 50 anni di accumulo significano una progressione nell'ipotesi di versamento.
  In realtà, la ditta Freddi, per memoria sia interna sia esterna, ritiene di non aver mai avuto episodi di versamento, neppure lontani nel tempo. L'ipotesi dell'accumulo è probabilmente sicura da un punto di vista dell'estraneità, nel senso che c’è stata o ci sarà stata nell'ambito dei 50 anni una o più fonti, con versamenti volontari o incidentali. Credo che sia irrilevante la causa.
  Dal punto di vista interno, però, proprio per la stessa struttura di impiantistica, il versamento occasionale, anche sotto il profilo della quantità o della pluralità di versamenti occasionali all'interno dell'impianto Freddi, è assolutamente esclusa da parte degli stessi dipendenti che hanno memoria della circostanza. Tutto quello che potrebbe ricondursi all'ipotesi dell'accumulo è di fatto smentito dalla memoria del personale addetto.
  Anche a livello di mero accidente, col versamento di un fusto, di una latta, per la fuoriuscita da un rubinetto – sono incidenti che nelle varie industrie possono capitare – questi fatti avrebbero comunque comportato un superamento della barriera del suolo impermeabile. Questo è il problema. L'intera area della Freddi, però, era ed è impermeabilizzata: per superare la barriera e percolare in falda significa che deve esserci un versamento diretto sul terreno, ovvero un'immissione diretta.Pag. 9
  Mi rimetto mi rimetterò poi alle decisioni dell'autorità giudiziaria, ma sicuramente da un punto di vista della memoria, come ho detto e sottolineo, si tende a escluderlo. Dobbiamo non ritenere verosimile l'ipotesi dell'accumulo sotto questo profilo.
  È verosimile che ci siano stati dei versamenti. Per averlo accertato nell'ambito della mia attività in relazione a questo, so che agli inizi degli anni Ottanta vi fu il versamento occasionale di un'autocisterna di questo materiale, tetracloroetilene nel caso particolare, che comportò la chiusura di tutti i pozzi nel comune di Porto Mantovano, con un versamento in acque superficiali. Stiamo parlando del fosso fronte strada. È anche verosimile – siamo lontani nel tempo – che possa esserci stata, trattandosi di un versamento sul terreno nudo, una percolazione, una filtrazione in falda di materiale pericoloso, oggi definito anche cancerogeno, come il tetracloroetilene.
  Aggiungo che la Freddi da un punto di vista storico agli inizi degli anni Novanta, proprio per verificare che non ci fossero state in precedenza altre immissioni indesiderate nel proprio alveo idrografico, fece eseguire a una ditta specializzata uno studio e dei campionamenti proprio sulla collocazione di eventuali fonti di inquinamento. La collocazione di elementi anomali, tra cui il tetracloroetilene, veniva posta all'esterno, al confine nord dello stabilimento.
  Sono gli stessi valori che oggi si riscontrano da un'altra parte e scompaiono, invece, nei pozzi che coincidono, stranamente, dal punto di vista geografico più o meno, con quelli indicati da ARPA. È evidente, quindi, che vi è una migrazione in falda...

  PRESIDENTE. Qual è la velocità della falda ?

  PAOLO ORECCHIA, Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl. La velocità della falda è variabile e, addirittura, a detta del professore vi sono pendenze anomale. Qui mi fermo, perché sono avvocato e non professore di ingegneria idraulica. Sicuramente, l'indagine in corso affidata al dipartimento di ingegneria dell'università di Modena tende proprio a individuare quale possa essere stato a livello storico il modello di trasmigrazione degli inquinanti.
  Se così è, quell'attuale fonte attiva potrebbe o dovrebbe avere una provenienza di molto estranea al perimetro aziendale. Questa è, infatti, l'idea dalla quale si è partiti e sulla quale lo stato degli studi attuale ha già espresso un'opinione: l'area esaminata e l'unico campionamento sul terreno hanno escluso la permanenza, come ha sottolineato il signor Lui, di memoria inorganica. Anche se, cioè, questi materiali filtrano, lasciano traccia anche a distanza di decenni. Chiaramente, con procedimenti di gascromatografia questo è ricostruibile.
  Sotto questo profilo, la Freddi rinnova la disponibilità, anche se il comune di Mantova ha adottato il provvedimento sostitutorio e vicario per le iniziative dal punto di vista della bonifica. Questa, però, sarà sempre e comunque a carico di colui che verrà ritenuto responsabile. Ecco perché la Freddi sotto questo profilo ha un'iniziativa di carattere non dico passivo, ma inerte. Effettivamente, non ritenendosi responsabile, non si ritiene neppure soggetto passivo dell'eventuale rivalsa della pubblica amministrazione nell'ambito di episodi di bonifica.
  Le cedo subito la parola, onorevole, perché forse vuole rivolgere una domanda, ma prima vorrei far parlare il tecnico per la questione dei fusti.

  PIERANGELO LANFREDINI, Responsabile di produzione della Colori Freddi San Giorgio Srl. Rispondo all'onorevole Zolezzi per quanto riguarda i fusti interrati. Ero presente il 18 novembre del 2011 quando l'ARPA è venuta a fare il campionamento e in quella fase dell'inchiesta Pag. 10su questo pezzo di Cavo San Giorgio. Ho tutte le foto dell'ARPA: con una ruspa abbiamo ispezionato più di 30 metri di canale San Giorgio, in cui si era detto che c'era dell'eternit. Siamo andati alla ricerca di eventuali sostanze non conformi.
  Abbiamo cominciato a scavare, finché a un certo punto abbiamo creduto di trovare un pezzo di eternit, che poi dalle analisi della stessa ARPA è risultato essere fibrocemento, che quindi non conteneva nessun tipo di fibra di amianto. Inoltre, in un piccolo pezzo abbiamo trovato il rimasuglio del coperchio di un barattolino da 5 chili. Qui c’è la foto: è una piccola lamiera di 20-30 centimetri per 3-4 centimetri. Era un pezzo del bordo di un barattolo.
  Ancora, sono stati trovati contro la muraglia del colorificio dei sedimenti colorati rossi, blu e gialli. Io sono tecnico al colorificio da 40 anni e per me a occhio era ossido di ferro giallo, ossido di ferro rosso e blu cobalto, tutte sostanze non pericolose. Sono stati fatti dei prelievi e delle analisi, che ho qui, dalle quali è risultato che non risultava nessuna sostanza di nostra produzione, ma piombo, zinco, mercurio, idrocarburi leggeri e pesanti.
  Si ricorda che questo Cavo San Giorgio è confinante con la IES. Qui ci sono le misure delle analisi fornite dall'ARPA, non nostre: nessuno ha visto i fusti cosiddetti né fotografati. Ho le foto fatte dall'ARPA ed ero presente assieme appunto ad ARPA e ASL.

  LAURA PUPPATO. Ho un'ulteriore richiesta da farvi Mentre parlate, a me tornano in mente situazioni come quelle che ho vissuto, provenendo dal Veneto, della Montedison, di Porto Marghera, tra l'altro con l'inquinamento del PCB, e così via, misconosciuti all'epoca nella quale si sono verificati i fatti, come è avvenuto nel mio comune con l'inquinamento da arsenico della Montedison.
  Credo sia noto quasi a tutti che delle conoscenze in relazione all'inquinamento di alcune sostanze, in particolare i clorurati, dopo gli anni Sessanta, Settanta e anche Ottanta, arriviamo agli anni Novanta per cominciare a prendere piena coscienza e ad affermare attraverso forme legislative tutele in ordine all'ambiente e alle persone che ci lavorano.
  Visto che la vostra azienda è in quel sito da così tanto tempo, da così tanti decenni, mi suona strano che abbiate potuto porre 40-50 anni fa le stesse cautele che oggi ponete. Proprio questo mi stupisce: a fronte di una legislazione molto più severa oggi, molto più attenta e accorta, e a fronte di un rilievo così pesante come quello che vi hanno fatto a partire dal 2003, come mai non avete ritenuto, proprio volendo disgiungere, di assumervi responsabilità che possono essere ascritte tranquillamente a tempi nei quali non vi era conoscenza del rischio ambientale ? Quel maledetto accumulo cui si è accennato poteva pure esistere senza che ve ne fosse dolo, e quindi colpa grave da parte di chi ha retto lo stabilimento.
  L'avvocato ha parlato poc'anzi di un fatto degli anni Ottanta, quando vi fu lo sversamento occasionale di un'autocisterna di tetracloroetilene, con la conseguente chiusura di tutti i pozzi. Immagino che un evento di questo rilievo sia stato certificato e verificato dall'ARPA o da altre istituzioni: immagino abbiate rappresentato il «dubbio» che buona parte dei danni prodotti siano in fondo possibilmente ascritti a quell'evento così rilevante non in termini temporali, ma di quantitativo di materiale caduto. Eventualmente, ve n’è la prova ? Potete fornirci dei dati in relazione a quest'evento, proprio per limitare il fatto della responsabilità della vostra azienda ?

  PRESIDENTE. È possibile avere lo studio dell'università di Modena ? È questo, quindi lo lasciate agli atti. Potete lasciare anche i vostri capi di imputazione e il materiale che ritenete più opportuno.

  ALBERTO ZOLEZZI. Concludo dicendo che conoscete perfettamente le prescrizioni derivate, per esempio, dall'ispezione del 2011, quindi non è il caso di ripetere, però appunto si potrà cercare di andare in punta di diritto provando a capire chi Pag. 11abbia ragione; l'altra procedura può essere quella di guardare le prescrizioni ambientali, che ripeto prima dell'approvazione della legge contro i reati ambientali avvenuta poco più di un mese fa non conteneva aspetti penali su alcune delle cose che potrebbero emerge.
  Rimane, visto che non è stata ancora applicata verso nessuno, la legge penale sui reati ambientali e rimane una serie di prescrizioni del Ministero dell'ambiente, dell'ASL e via discorrendo. È chiaro che chi inquina paga e ognuno cerca di pagare per quello che ha inquinato, come è giusto capire chi ha inquinato, ma sapete bene che anche non aver adempiuto ad alcune prescrizioni ha consentito di redigere relazioni sul vostro operato piuttosto dure.
  Esiste il materiale cancerogeno presso il vostro stabilimento. Si spera che venga rimosso. Si potrà portare più alla lunga l'aspetto processuale. Siccome, però, non si va mai sulla certezza, ma sulla ragionevole certezza, c’è il rischio che, oltre a pagare il disinquinamento, si paghi poi con aspetti penali che, per la comunità a cui apparteniamo in qualche modo tutti – come anche voi che lavorate lì – probabilmente non sarebbe la soluzione migliore per nessuno.

  PAOLO ORECCHIA, Consulente legale della Colori Freddi San Giorgio Srl. Partiamo dalla senatrice Puppato per una risposta molto veloce. La questione che riguarda il versamento degli anni Ottanta sarà oggetto di istruttoria nell'ambito del giudizio penale, quindi forse posso fornirle, trovandolo, il materiale, l'esame testimoniale.
  Dal punto di vista della memoria, purtroppo non è così facile, perché l'ARPA non conserva tutto. All'epoca poi le funzioni erano di un certo tipo, c'era ancora il PMP (presidio multizonale di prevenzione), la struttura era diversa. È rinvenibile qualcosa a livello di organi di stampa – posso dire questo – ma non i verbali di campionamento e simili. Ho detto che a livello testimoniale, quindi a livello processuale, posso arrivare a questa conclusione. Questi sono i limiti ai quali purtroppo a quasi 40 anni, 35 anni di distanza siamo soggetti anche per la presenza. Lo stesso comune ha difficoltà a reperire il materiale. Lo faccio presente, perché è quello che hanno riferito.
  Inoltre, da modesto operatore del diritto mi è permesso ricordare che l'inserimento dei delitti ambientali nell'ambito del codice penale non ha trasformato la sanzione amministrativa in reato. In materia di inquinamento di acque, suolo e così via, il testo unico ambientale e, prima di quello, il decreto numero 915 del 1982, la legge numero 319 del 1976, il decreto legislativo numero 152 del 1999 e così via già prevedevano tutte reati contravvenzionali.
  I reati si distinguono in delitti e contravvenzioni, ma non è questo il momento di fare una disquisizione. La disposizione penale, salvo ipotesi marginali di sanzioni amministrative, cioè di violazioni di carattere amministrativo, era già presente, e posso dirle che la prima normativa è quella di Venezia del 1974 a livello penale in termini di inquinamento, a cui seguì la legge Merli, tutte normative di ordine contravvenzionale, ma reati di ordine penale.
  Per quello che riguarda le prescrizioni imposte dai vari organi che si sono susseguiti dal 2002, richiamo quello che ho detto prima. Al di là di quelle che sono state le prescrizioni dell'attivazione del monitoraggio – in realtà, tutto si concreta in questo – sono state disattese dal soggetto che non si riteneva responsabile, a torto o ragione, ma comunque con una convinzione radicatissima. Si dava ogni disponibilità di tempo da parte della ditta, ma si obiettava che dovesse farsene carico.
  Sicuramente, sotto il profilo della collaborazione forse non è stata quello che la pubblica amministrazione si aspettava, e cioè una collaborazione attiva anche economicamente, quindi evidentemente non è stata letta nella dovuta maniera.
  L'ultima considerazione riguarda ancora la senatrice Puppato. Anche se è Pag. 12passato un quarantennio o un cinquantennio, va ricordato che il materiale di cui si discute, cioè il tetracloroetilene, è materia prima per l'industria Colori Freddi, e quindi è tracciata all'ingresso e all'uscita. Tutto quello che si usa è catalogato, e quindi c’è traccia, e tutto quello che esce in termini di percentuali è allo stesso modo tracciato.
  Solo il versamento occasionale, come vi dicevo, di una materia prima, e quindi la bottiglia, la lattina e così via, possono provocare un versamento, ma le percentuali riscontrate escludono che si tratti di porzione così limitata. È sicuramente qualcosa di molto più rilevante in termini quantitativi. Ho concluso.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.05.