XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 22 di Giovedì 11 dicembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zampa Sandra , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA POVERTÀ E IL DISAGIO MINORILE.

Esame del documento conclusivo.
Zampa Sandra , Presidente ... 3 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 3 
Zampa Sandra , Presidente ... 3 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 3 
Blundo Rosetta Enza  ... 3 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 3 
Zampa Sandra , Presidente ... 3 
Bertorotta Ornella  ... 4 
Zampa Sandra , Presidente ... 4 
Bertorotta Ornella  ... 4 
Zampa Sandra , Presidente ... 4 
Bertorotta Ornella  ... 4 
Zampa Sandra , Presidente ... 4 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 4 
Zampa Sandra , Presidente ... 4 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 4 
Zampa Sandra , Presidente ... 4 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 4 
Zampa Sandra , Presidente ... 4 
Blundo Rosetta Enza  ... 5 
Zampa Sandra , Presidente ... 5 
Blundo Rosetta Enza  ... 5 
Zampa Sandra , Presidente ... 5 
Bertorotta Ornella  ... 5 
Zampa Sandra , Presidente ... 5 
Bertorotta Ornella  ... 5 
Zampa Sandra , Presidente ... 5 
Bertorotta Ornella  ... 5 
Zampa Sandra , Presidente ... 5 
Zanin Giorgio (PD)  ... 6 
Zampa Sandra , Presidente ... 6 
Zanin Giorgio (PD)  ... 6 
Zampa Sandra , Presidente ... 6 
Zanin Giorgio (PD)  ... 6 
Zampa Sandra , Presidente ... 6 
Zanin Giorgio (PD)  ... 6 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Zanin Giorgio (PD)  ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Bertorotta Ornella  ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Bertorotta Ornella  ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Bertorotta Ornella  ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Zanin Giorgio (PD)  ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Zanin Giorgio (PD)  ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Zanin Giorgio (PD)  ... 7 
Zampa Sandra , Presidente ... 7 
Zanin Giorgio (PD)  ... 8 
Zampa Sandra , Presidente ... 8 
Iori Vanna (PD)  ... 8 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 9 
Zampa Sandra , Presidente ... 9 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 9 
Zampa Sandra , Presidente ... 9 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 9 
Zampa Sandra , Presidente ... 9 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 10 
Zampa Sandra , Presidente ... 10 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 10 
Zampa Sandra , Presidente ... 10 
Iori Vanna (PD)  ... 10 
Zampa Sandra , Presidente ... 10 
Blundo Rosetta Enza  ... 10 
Zampa Sandra , Presidente ... 11 
Scuvera Chiara (PD)  ... 11 
Zampa Sandra , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SANDRA ZAMPA

  La seduta comincia alle 14.30.
  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Esame del documento conclusivo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il confronto sul documento conclusivo nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla povertà e il disagio minorile. Vi chiedo di prevedere fin da ora, compatibilmente con i vostri impegni, uno spazio temporale affinché la prossima settimana questo documento sia votato, chiudendo, quindi, tecnicamente ed effettivamente l'indagine in corso.
  Ciò darà la possibilità alla Commissione di avviare una nuova indagine, nonché di procedere in maniera un po’ più spedita sulle altre due che sono in corso. So che in sede di Ufficio di presidenza, la settimana scorsa – al quale non ho partecipato – è stato previsto di cambiare il giorno. Noi abbiamo tentato tutte le soluzioni immaginabili e possibili, però vedo che da tutte le parti si segnala che il giovedì è una brutta giornata. Collega Antimo, la presidente Brambilla ha fatto delle proposte ?

  ANTIMO CESARO. Aveva proposto di sostituire il giovedì con il martedì.

  PRESIDENTE. Come ci eravamo detti. Di mattina, giusto ?

  ANTIMO CESARO. Non ricordo. Credo si riferisse alla pausa pranzo del martedì. Io avevo ipotizzato il mercoledì poiché, perlomeno alla Camera dei deputati, dalle 15.00 alle 16.00, dal punto di vista dei lavori, è un orario buono.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Per il Senato, invece, è proibitivo.

  ANTIMO CESARO. Pertanto, resterebbe la proposta della presidente Brambilla relativa alla giornata di martedì, durante la pausa pranzo, in alternativa a questa nostra del giovedì.

  PRESIDENTE. Mi sembra che non ci siano altre possibilità. Noi la settimana prossima, se voi siete d'accordo, al fine di approvare questo documento prima della fine dell'anno, potremmo anche trovarci di mercoledì, la sera dopo cena. Non essendo un'audizione e non dovendo invitare dall'esterno qualcuno, nella più disperata delle ipotesi che martedì non si riesca, si potrebbe fare in questo modo. Io ho proposto alla presidente Brambilla, che ho sentito rapidamente al telefono, di convocare questa Commissione per il voto finale sul documento martedì, in modo da avere almeno la possibilità di recuperare, se per caso non riuscissimo a trovarci...

Pag. 4

  ORNELLA BERTOROTTA. Noi abbiamo la Legge di stabilità in aula.

  PRESIDENTE. All'ora di pranzo avrete la pausa, come tutti !

  ORNELLA BERTOROTTA. Con la Legge di stabilità, non è detto !

  PRESIDENTE. Noi abbiamo sempre fatto le pause.

  ORNELLA BERTOROTTA. Perché voi avete avuto per un mese e mezzo la Legge di stabilità !

  PRESIDENTE. Allora ci troviamo mercoledì sera. Peraltro, martedì sera c’è un invito della presidente della Camera. Comunque, se oggi si definisce il testo con gli emendamenti, alla fine il voto è una cosa che richiede poco tempo, quindi si può fare. Se voi siete d'accordo, quindi, ci possiamo trovare mercoledì sera, al termine dei lavori in Assemblea.

  ANTIMO CESARO. Onestamente, siccome si tratta di una settimana un po’ particolare per tutti, che precede le festività, essendoci anche una serie di impegni istituzionali o sui territori, dati i tempi, che posso immaginare ristretti una volta sviluppato il ragionamento oggi, io proporrei di ipotizzare il martedì nella pausa pranzo anziché il mercoledì sera.

  PRESIDENTE. Dalle 14.00 alle 14.30 ?

  ANTIMO CESARO. Sì, calcolando una mezz'ora per la votazione, credo che si possa fare.

  PRESIDENTE. Anche meno. Bastano quindici minuti. Se siamo tutti d'accordo, farei così. Oggi, però, dobbiamo chiudere.

  ANTIMO CESARO. Magari, per rispetto dei colleghi senatori, nel caso dovessimo noi attendere un quarto d'ora o mezzora, lo faremo.

  PRESIDENTE. Va bene. Aspettiamo. Comunque, voi tenetevi in stretto collegamento con il Senato. Da noi c’è la discussione del pacchetto delle riforme costituzionali e avremo un po’ più tempo. Quindi, oltre alle integrazioni a pagina 3 della bozza di documento, alla pagina 33 c’è un'ulteriore modifica che viene richiesta. Laddove diciamo che gli oneri economici connessi all'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati comportano in alcuni comuni una riduzione dell'erogazione di servizi per i minori a rischio, forse si richiama una logica di contrapposizione tra disagi. Siamo sicuri dell'equazione ? Forse sarebbe meglio aggredire direttamente l'inefficienza del sistema ? Propongo anche di citare l'istituzione del Fondo unico minori stranieri, nell'ambito della Legge di stabilità, con un cenno all’iter della proposta di legge Zampa ed altri..
  Tale proposta di legge, infatti, conosciuta anche come «legge Zampa», è trasversale a tutte le forze politiche. In realtà, aggiungo che il Fondo unico per i minori stranieri è previsto in quella legge ed è entrato nel Patto di stabilità, in previsione del fatto che la legge entri in vigore. Per questo motivo è importante che questa legge vada in porto. Non è possibile che ogni Governo cambi direzione. Questo fondo entra nello SPRAR (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati), cioè diventa un fondo che fa capo al Ministero dell'interno e non più, come avviene ora, al Ministero del lavoro.
  Io penso – se voi siete d'accordo – che potremmo fare una piccola variazione. Ricordo alla collega Scuvera che il testo è composto essenzialmente dalle audizioni, delle quali sono state selezionate le parti più importanti e più rilevanti. Non è un testo nostro o mio. C’è il lavoro di assemblaggio, di verifica e revisione dei dati. Non possiamo intervenire sul testo, mettendoci idee nostre. Semmai, possiamo fare ciò nelle conclusioni. In questo caso, a pagina 33, notate anche voi una contrapposizione ? Io mi ricordo chiaramente a cosa si riferisce la collega. In un'audizione, infatti, un'associazione – non ricordo Pag. 5quale – ci disse che i soldi finivano ai minori stranieri non accompagnati e questo andava a confliggere con i fondi necessari per interventi anche sui minori.
  Mi pare che fosse il rappresentante di Save the Children. In realtà, è molto più di così: se i comuni siciliani si facessero carico della spesa per i minori stranieri, vedrebbero dimezzata la voce «servizi sociali» dei propri bilanci. Perlomeno, ci avevano detto questo. Non siamo noi a metterli in contrapposizione, ma ad oggi è ciò che avviene. Per questo motivo, la legge che verrà prevede che queste spese rientrino sotto un'altra voce, cioè lo SPRAR, perché a tutti gli effetti queste ultime non devono entrare in conflitto con la parte dedicata al welfare nei bilanci comunali.
  Io qui non interverrei, sinceramente. Abbiamo detto che richiamiamo la legge tra le cose che sarebbe bene che il Parlamento per parte sua attivasse rapidamente. A pagina 43 anni, poi, c’è la stessa identica osservazione, proposta dalla senatrice Blundo. Anche in questo caso, dobbiamo rimandare alle conclusioni. La collega Scuvera propone, inoltre, che vengano scorporati dal Patto di stabilità il trasporto e la mensa scolastica. Direi che gli interventi di contrasto alla povertà minorile che i comuni effettueranno possono, senza meno, venire scorporati dal Patto di stabilità.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Esatto. Riguarda tutto, non soltanto mensa e trasporti.

  PRESIDENTE. Siete d'accordo ?

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Sì. Infatti, chiedevo di considerare anch'io tutto l'insieme.

  PRESIDENTE. Va bene. A pagina 44 c’è la stessa cosa che ci siamo già detti relativamente alla mensa scolastica. Abbiamo detto che noi scriveremo che devono prevedere che l'accesso alla mensa non può costituire ragione di discriminazione.

  ORNELLA BERTOROTTA. Io vorrei fare un commento all'impostazione della relazione. Noi diamo nelle premesse dei dati veramente raccapriccianti e poi nelle conclusioni diciamo che sono stati ridotti i fondi con molta meno enfasi. Non c’è una corrispondenza tra la gravità delle situazione e le soluzioni proposte.
  Io, almeno nelle intenzioni, in questa sede proporrei di dire che, sebbene per quest'anno sia andata così – non so se nell'ambito della Legge di stabilità si possano stanziare dei nuovi fondi – è urgente non fermarsi all'istituzione del Libro bianco e ai dati, bensì stanziare delle ulteriori somme, che siano destinate non solo ai minori non accompagnati stranieri.

  PRESIDENTE. Certamente, però se chiediamo che venga immediatamente varato il Piano nazionale per l'infanzia, che sia dotato di risorse e che metta al primo posto azioni di contrasto alla povertà minorile....

  ORNELLA BERTOROTTA. Io entrerei un po’ più nel dettaglio, perché sono tanti anni che si dice che mancano i fondi, ma poi, di fatto, li andiamo riducendo periodicamente.

  PRESIDENTE. Sì, però questo è scritto in tutto il documento con inclemenza. Nella prima parte della conclusione avevamo già detto di inserire l'invito ad assicurare dei fondi specifici per fronteggiare la povertà che colpisce l'infanzia, sia educativa che economica. Dobbiamo, a mio avviso, sottolineare il fatto che venga garantito l'accesso, cioè che la povertà non sia una ragione di discriminazione. Una cosa è la famiglia che non paga perché preferisce non pagare, altra cosa è la famiglia povera che non può pagare. Una cosa è l'evasione, un'altra cosa è la povertà.

  ORNELLA BERTOROTTA. Appunto. Su beni così primari non si possono porre dei limiti: devono venire garantiti a tutti.

  PRESIDENTE. Vi faccio notare che nel documento abbiamo una parte che riguarda Pag. 6l'Europa che è di grande importanza. Noi ricordiamo le difficoltà a cui i vincoli europei espongono. Mentre, da un lato, ci sono le raccomandazioni che ci dicono di fare azioni di contrasto alla povertà per rompere il ciclo dello svantaggio – si chiama così l'ultima raccomandazione europea su questo argomento – dall'altro, invece, i vincoli spesso hanno messo gli Stati in condizioni di ignorare le fasce sociali più deboli, a cominciare dai bambini.
  Vi riporto l'esempio di cosa è successo in Grecia. Ho ricordato che il giorno 20 novembre si sono viste le foto di bambini disabili chiusi nelle gabbie in Grecia, perché essi non hanno più nessuno che si occupi di assistenza e cura. Questo è il caso più eclatante. La contraddizione qui è richiamata. Ci sono poi osservazioni anche sul Patto di stabilità, l'INVALSI e gli interventi economici alle famiglie. Io penso che basterebbe che il Governo prendesse sul serio le cose consegniamo.

  GIORGIO ZANIN. Questo aspetto è legato alla forma. Nelle conclusioni, io proverei a trovare una forma espositiva che aiuti il Governo a capire e ad ascoltare da qualche orecchio. In altre parole, privilegerei una numerazione per punti-obiettivo e, se possibile, anche una titolazione introduttiva, per facilitare la lettura, anche nella prospettiva che gli organi di stampa abbiano a disposizione questa relazione, sulla base della valorizzazione che noi intendiamo dare al lavoro che abbiamo svolto.
  Possiamo ragionare su questo anche qui, ora, ma è evidente che una proposta di lettura redazionale in tal senso renderebbe tutto più facile, perché in quel modo ci sarebbero esattamente i punti. Riterrei questo fondamentale. Io ho fatto in tempo a guardarmi alcune delle note che avevo preso. È evidente che una parte di quelle note andrebbe integrata con gli effetti del dibattito stesso. Aldilà delle esposizioni, sono stati contestualizzati anche alcuni riferimenti.
  Inoltre, la parte che più sta a cuore, a mio parere, riguarda la ricaduta che noi auspichiamo sulla base di questo documento che ci accingiamo a votare la prossima settimana. Per questo motivo, ritengo che siano molto importanti le pagine relative alle conclusioni. Credo, in ciò, di intercettare anche quello che ho appena sentito rispetto al merito delle proposte dal punto di vista del sostegno economico. Il punto base è che su questo adesso dobbiamo esercitare una leva. Questo si fa anche con una migliore trasparenza rispetto ai punti-obiettivo. Io credo che questo sia un aspetto che ci aiuterebbe. Altrimenti, la spendibilità del rapporto sul totale delle pagine, chiaramente, rischia di avere una risultanza...

  PRESIDENTE. È già ampiamente uscito. C’è stata una pagina intera sul Corriere della Sera. Una prima parte riguardava la Fondazione Zancan....

  GIORGIO ZANIN. Ci deve leggere il Governo ! In linea di massima, siccome vale l'osservazione che è stata appena fatta per la collega Scuvera in merito alle note, suggerirei di scorporare anche a livello di impatto, se possibile, le prime 40 pagine del documento e di darle, da oggi, per preconfezionate rispetto all'obiettivo. Invece, se possibile, entro il fine settimana, in vista del voto di martedì prossimo, se riuscissimo ad inviare una proposta di numerazione e titolazione della parte esclusiva delle conclusioni, riterrei che questa...

  PRESIDENTE. Tuttavia, dobbiamo concordarlo fin da ora qui. Non ci possiamo trovare nella situazione per cui non si raggiunga poi un accordo.

  GIORGIO ZANIN. Stabiliamo molto semplicemente, visto che dal punto di vista del profilo, neanche oggi siamo rappresentativi in modo adeguato rispetto ai numeri...

  PRESIDENTE. Non lo saremo mai !

  GIORGIO ZANIN. Non lo saremo mai. Speriamo il giorno della votazione di avere Pag. 7almeno una maggioranza qualificata. La mia proposta è che se si batte il tasto e viene inviata entro domani una proposta, ragionevolmente si fissa anche un termine per eventuali proposte correttive o di modifica rispetto alla numerazione e alla titolazione.

  PRESIDENTE. L'avevamo già fissato, entro giovedì o venerdì.

  GIORGIO ZANIN. Sì, ma sto parlando delle sei pagine delle conclusioni per la numerazione e la titolazione. Sto parlando solamente di questo.

  PRESIDENTE. Io penso che la numerazione vada fatta, ma la titolazione no. Va fatta per conclusioni e proposte. Le proposte sono quattro. La prima l'abbiamo già ricordata.

  ORNELLA BERTOROTTA. Mi sembra che da quello che finora abbiamo esaminato e definito, ci siano questi punti. L'importante è cambiare la modalità di esposizione.

  PRESIDENTE. Certo, però se ce ne sono altre, mandatele prima. Altrimenti ci ritroveremo qui a discuterle.

  ORNELLA BERTOROTTA. Sono quelli i punti fondamentali: il piano per l'infanzia, gli interventi di contrasto alla povertà economica ed educativa e...

  PRESIDENTE. Il Governo ha l'obbligo di dotarsi di un piano per l'infanzia e l'adolescenza. Questo piano va presentato ogni due anni, deve essere accompagnato da risorse e deve indicare una serie di azioni, cioè tutto quello che il Governo ritiene necessario.

  ORNELLA BERTOROTTA. È quello che tutti coloro che sono venuti qui in audizione hanno rilevato, ma è mancante. Penso che il contenuto del piano sia ciò che vogliamo chiedere.

  PRESIDENTE. Diciamo che vogliamo che il piano assuma come priorità il contrasto alla povertà minorile, materiale ed educativa, considerandolo il fenomeno emergenziale più preoccupante. Il piano avrà al suo interno vari argomenti, dal cyberbullismo ai servizi sanitari, dal gioco a quant'altro. Il piano viene proposto dall'Osservatorio, discusso insieme al Ministero del lavoro, arriva quindi da noi, che abbiamo poi l'obbligo di votarlo. È uno dei pochi obblighi che abbiamo.
  Vi ricordo che qui stiamo evadendo a un altro obbligo che abbiamo, cioè la relazione annuale. Oggi la Commissione antimafia ha presentato la sua relazione sulla situazione di cui quella Commissione si occupa. La relazione della bicamerale infanzia al Parlamento non arriva da anni. È la stessa identica cosa. La presidente non ha presentato la relazione. È un anno che siamo qui. Questo di oggi è il documento conclusivo di una indagine.

  GIORGIO ZANIN. L'obiettivo che ho delineato è quello di una maggiore efficacia e una maggior chiarezza. Certamente la numerazione è un primo passaggio. La titolazione, per quanto sia a rischio di una semplificazione, che non incorpora tutto, è funzionale a esplicitare esattamente questo stesso punto. Per questo motivo, chiedo qual è l'elemento che contrasta con la richiesta che ho fatto.

  PRESIDENTE. Il punto è uguale al titolo praticamente.

  GIORGIO ZANIN. Scusatemi, io di mestiere insegno. Il titolo di un capitolo...

  PRESIDENTE. Non è un capitolo ! Saranno tre righe.

  GIORGIO ZANIN. Ho capito, ma il titolo è indicativo di quel che segue.

  PRESIDENTE. Io non ho niente in contrario se vuoi anche i titoli, l'importante è che oggi usciamo da qui essendoci detti quali sono le cose che vogliamo che entrino nel documento: io ne ho indicate Pag. 8alcune. C'era una scadenza, alcune persone hanno mandato le loro osservazioni, ma se ce ne sono altre, le aggiungiamo. Non ci possiamo ritrovare un'altra volta a discutere su cosa vogliamo che ci sia. Se hai delle proposte in più rispetto a quello che c’è qui dentro...

  GIORGIO ZANIN. Io avevo discusso solo sul piano formale.

  PRESIDENTE. Io sono d'accordo. Sul piano formale siamo d'accordo tutti.

  VANNA IORI. Vorrei dire due cose. Il bilancio che abbiamo fatto dei contenuti delle audizioni e delle cose che abbiamo imparato in questo anno è stato proficuo per tutti, per gli incontri davvero di alto livello che abbiamo avuto. Io esprimo un giudizio pienamente positivo sui contenuti e sulla qualità degli auditi.
  Trovandomi adesso con questo documento conclusivo, devo esprimere la mia amarezza per il modo in cui la presidente – mi dispiace che oggi non ci sia – ha gestito questa Commissione. La presidente è stata presente pochissimo. Io non posso che esprimere un rammarico per alcuni equivoci che a volte sono scaturiti proprio da questa assenza.
  È vero che c’è stata la maternità – lo so bene – però neanche prima o dopo l'abbiamo vista spesso. Dalla maternità noi l'abbiamo incontrata solo una volta, nell'occasione della Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia (incontrata si fa per dire, nel senso che con lei non abbiamo interloquito mai).
  Io esprimo a titolo personale – non so se altri colleghi lo condividono – un disagio per una conduzione della presidenza che trovo, se non inadeguata, comunque insufficiente a garantire un buon funzionamento dei lavori di questa Commissione.
  Nel contempo, ringrazio l'onorevole Zampa, che di suo ha supplito a queste assenze, in quanto vicepresidente. Mi dispiace doverlo dire in questo momento, ma se non lo facciamo ora, quando tiriamo un po’ le somme del lavoro svolto, quando possiamo farlo ? Io mi inserisco in questa prospettiva.
  Per quanto riguarda la proposta del collega Zanin, io sono d'accordo sulla necessità di una titolazione. Se posso esprimere un'opinione per quanto riguarda l'ordine di importanza degli argomenti, io metterei innanzitutto al primo posto il Piano nazionale per l'infanzia, che dovrà essere il macrocontenitore dentro cui inserire le altre questioni.
  Per quanto riguarda le altre questioni, abbiamo parlato delle povertà e non della povertà. Certamente c’è una prima questione che è legata all'indigenza. Su questo tema, per esempio, si potrebbe aprire un discorso di maggiore collaborazione con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per vedere anche cosa ne sarà del FEAD (Fondo di aiuti europei agli indigenti). Peraltro, l'Italia si è posizionata per prima nella richiesta di accedere a questi contributi per l'indigenza, che prevedono tra i destinatari le famiglie con bambini, quindi i minori. Per questo motivo, tutto ciò ci riguarda.
  Pertanto, prima metterei l'indigenza propriamente materiale e poi le altre povertà. Tra le altre, direi di mettere al primo posto la povertà educativa e a seguire la violenza domestica, che è stata variamente ripresa in contesti diversi, e i pericoli della rete. Qui c’è una parte consistente dedicata al cyberbullismo, ma abbiamo visto dalle audizioni che non è il solo pericolo della rete. Ci sono anche la pedofilia e il gioco d'azzardo, che riguarda bambini di età sempre più giovane. Io sottolineerei questi tre aspetti. Potremmo titolarli, magari dicendo che andrebbero ulteriormente approfonditi, tanto per segnalare il problema.
  Da ultimo, indicherei in quali servizi si traduce tutto questo (residenziali, semiresidenziali, familiari, comunità familiari e via dicendo), in modo che avremmo una prima parte centrata sull'analisi dei dati, una seconda parte sull'indicazione di orientamento, con l'individuazione delle priorità e, infine, una terza parte sull'indicazione Pag. 9di quali servizi possono corrispondere a queste priorità (potremmo solo enunciarli, senza entrare nel merito).

  ANTIMO CESARO. Sulle riflessioni in merito alla governance della bicamerale, io direi che, terminati questi lavori, occorre aprire una discussione. Pur ribadendo che occorre immaginare un momento di riflessione su questo tema tra tutti i commissari, quindi accogliendo le sollecitazioni della collega, propongo di riservarci, immediatamente dopo la conclusione di questo percorso, dei momenti di riflessione ad hoc su questo, che è un aspetto rilevante.
  In merito, invece, ai contenuti del documento, mi sentirei di condividere la proposta del collega Zanin, perché immagino che chi non è addetto ai lavori vorrà avere una sorta di sinossi per poter immediatamente scorrere i contenuti del nostro documento ed eventualmente far cadere l'attenzione sulle parti che ciascuno ritiene più vicine alla propria sensibilità.
  Credo che ciò costituirebbe anche un valore aggiunto in termini di comunicazione dei nostri lavori. Il documento sarà più facilmente leggibile da parte degli organi di stampa e innanzitutto da parte del Governo, che spero faccia tesoro di queste nostre considerazioni.
  Pertanto, condivido, non solo la distribuzione in paragrafi, ma eventualmente anche la titolazione, perché rappresenta una scala di priorità delle emergenze che noi individuiamo.
  Tra le priorità e le emergenze, sapete che io mi sono sempre soffermato molto sull'aspetto della povertà educativa. Condivido questa sollecitazione. Secondo me, questa è tra le priorità della nota conclusiva.
  Ci siamo soffermati molto nella parte descrittiva del documento – non so fino a che punto ciò sia stato poi evidenziato nella parte finale – sulla necessità, non solo di richiedere maggiori risorse, ma anche di investire le risorse che si riterrà opportuno destinare al tema in servizi. Infatti, in tutte le audizioni abbiamo avuto la chiara percezione che non è solo una questione di dazione di denaro alle famiglie, in quanto la qualità della vita dei nostri ragazzi è migliore laddove lo Stato si preoccupa di offrire servizi e non qualche spicciolo in più nelle tasche dei genitori. Credo che sia una strategia d'azione che...

  PRESIDENTE. Questo c’è.

  ANTIMO CESARO. Credo che ci sia, però mi sento di rafforzarlo. Non so quante risorse il Governo, che ha già dato qualche segnale di attenzione, riuscirà ulteriormente a racimolare, anche su nostra sollecitazione, però noi vorremmo dire al Governo che non vogliamo solo risorse, magari attraverso un'ipotetica social card o provvedimenti tampone. Aggiungerei, inoltre, una sorta di coesione territoriale. Occorre guardare con attenzione il livello di programmazione dei servizi nelle varie parti del Paese, tendere a importare le buone pratiche di alcune regioni d'Italia ed eventualmente porci come meta tendenziale l'adeguamento dei servizi in tutte le parti del Paese e non delle dazioni di danaro.

  PRESIDENTE. Questo è un punto che condivido profondamente. Naturalmente, è un'impostazione politica precisa, come puoi ben capire.

  ANTIMO CESARO. Lo capisco perfettamente che è un'impostazione politica.

  PRESIDENTE. Siccome alla fine questo documento viene discusso e approvato da chi c’è, chi non c’è ne farà uno per conto suo in un'altra sede. Tutti noi qui presenti condividiamo il fatto che tendenzialmente la Commissione ritiene che sia preferibile l'estensione di servizi piuttosto che il ricorso a forme di sostegno monetario.
  Tuttavia, non possiamo inserire questa cosa in un punto, come ha chiesto poco fa l'onorevole Zanin. Questo può essere dentro al contesto di quella specie di introduzione della conclusione.

Pag. 10

  ANTIMO CESARO. Non so se sia così, perché questa è anche una strategia che noi delineiamo. Noi ci permettiamo, alla luce delle audizioni fatte...

  PRESIDENTE. È difficile trasformarlo in un punto. Questo va inevitabilmente nella parte conclusiva.

  ANTIMO CESARO. Io direi che tra le strategie che questa Commissione immagina di suggerire all'azione di Governo, a conclusione di un percorso che ci ha resi edotti – io ho imparato moltissimo in quest'anno – c’è il fatto di investire in servizi le risorse che si riusciranno a impegnare sul settore. L'investimento in servizi risulta duraturo, con ricadute immediate e strutturali sulla qualità della vita dei ragazzi, più che delle pur auspicabili elargizioni in denaro, che sicuramente nel breve periodo possono sopperire a esigenze davvero avvertite, ma non...

  PRESIDENTE. In occasione della Giornata nazionale dell'infanzia abbiamo presentato una mozione che, tra le altre cose, ha evidenziato esattamente che in realtà per rompere il ciclo dello svantaggio serve molto di più un servizio all'infanzia, come la possibilità che i minori abbiano più accesso ai nidi e alla scuola materna. D'altra parte, noi qui abbiamo audito quelli che dimostrano, numeri alla mano, che funziona di più questo piuttosto che 100 euro.

  VANNA IORI. Vorrei aggiungere solo un dettaglio. Nel mio intervento quel giorno dissi esattamente questo. Sono d'accordissimo sul fatto che l'elargizione monetaria lasci il tempo che trova. Aggiungerei, però, anche un altro aspetto. Quando parliamo di servizi, come è emerso anche dalle audizioni che abbiamo svolto, non intendiamo solo i servizi strutturati, come scuole materne, asili nido eccetera, che sicuramente sono fondamentali, ma anche servizi che scaturiscono da un welfare mix.
  Non ci riferiamo solo ai servizi elargiti dal pubblico, ma anche a quelli che, pur avendo una governance pubblica, chiamano in interazione il privato sociale e le cooperative sociali ed educative, ovvero il terzo settore e – perché no ? – anche il privato vero e proprio. Mi riferisco al welfare aziendale, per esempio, e a tutto ciò che può interagire, salvaguardando, però, una governance pubblica.

  PRESIDENTE. Mandate queste proposte. Io le rivedrò per inserirle nei punti che ci siamo detti.

  ROSETTA ENZA BLUNDO. Io vorrei aggiungere una cosa riguardo a questo tema. Noi possiamo anche essere d'accordo con questo spostamento, però sicuramente bisognerebbe invitare il Governo a fare un'azione per favorire, piuttosto che la monetizzazione, i servizi, con una valutazione abbastanza puntuale e controllata degli stessi servizi. Questi devono essere servizi di qualità, che garantiscono dei ritorni veri in merito a quello che possono fare nel contrasto ai disagi dei minori a tutti i livelli, sia in tema educativo che in tema di sicurezza.
  Sicuramente è importante riconoscere e dare maggior forza a tutte quelle realtà associative, come è successo per esempio per Save the Children. Come diceva poc'anzi la collega, si possono includere anche contributi di volontariato o di privati che hanno già dimostrato di aver lavorato bene nei territori. Occorre sicuramente recuperarli come riferimento di proposta per le altre regioni, soprattutto riconoscendo il loro lavoro.
  A questo punto, visto che stiamo allargando il discorso (giustamente, perché le audizioni sono state davvero ricche di grande qualità), mi sembra importante anche invitare il Governo a predisporre un maggior coordinamento tra tutte queste realtà, al fine di non far disperdere queste risorse.
  Per esempio, c'era il problema delle risorse che si disperdono in diversi rivoli e che alla fine non si riescono a indirizzare al meglio in modo concentrato e definito. Tra le analisi da fare, c’è anche quella che consiste nel capire chi fa cosa Pag. 11e come, e da dove provengono tutti i fondi che attualmente ci sono, creando un governance in questo senso, per garantire maggiormente le risorse.

  PRESIDENTE. Vi chiedo scusa. Vi avevo chiesto la cortesia di chiudere entro le 15.00, perché ora ho un altro impegno. Se ci sono proposte – mi auguro minime – mandatele pure per iscritto agli uffici. Faremo l'ultimo pezzo di revisione delle conclusioni, come ci siamo detti, per punti e anche per titoli, come chiedeva il collega. Ci ritroveremo, quindi, per votare il documento e chiudere formalmente l'indagine – sperando di farcela – martedì o al massimo giovedì. Entro la prossima settimana questo capitolo va chiuso.

  CHIARA SCUVERA. Va bene. Inseriamo le modifiche proposte e poi facciamo i conti.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.15.