XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 21 di Giovedì 29 maggio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Audizione del Presidente e del Direttore generale dell'Ente di previdenza ed assistenza veterinari (ENPAV), Gianni Mancuso e Giovanna La Marca.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Mancuso Gianni , Presidente dell'ENPAV ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Gatti Maria Grazia  ... 5 
Mancuso Gianni , Presidente dell'ENPAV ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Mancuso Gianni , Presidente dell'ENPAV ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente e del Direttore generale dell'Ente di previdenza ed assistenza veterinari (ENPAV), Gianni Mancuso e Giovanna La Marca.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato alla luce della recente evoluzione normativa e organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, del Presidente e del Direttore generale dell'Ente di previdenza e assistenza veterinari (ENPAV), Gianni Mancuso e Giovanna La Marca.
  Do quindi la parola al dottor Gianni Mancuso, a cui raccomando la sintesi per lasciare spazio a eventuali domande da parte dei colleghi.

  GIANNI MANCUSO, Presidente dell'ENPAV. Grazie, presidente. Buongiorno, onorevoli deputati e senatori. Per corrispondere alla richiesta del presidente non leggo, ma faccio un breve riassunto. Dopodiché saremo a vostra disposizione per rispondere a qualunque domanda.
  Non siamo in grado di lasciare una memoria in questo momento, ma successivamente potremmo farvi avere tutti i dati che riterrete necessari per il vostro lavoro.
  Il nostro ente conta 27.600 veterinari italiani e circa 6.000 pensionati. Di questi, la gran parte sono liberi professionisti. Abbiamo circa 6.000 dipendenti pubblici, che operano presso ASL, regioni, ministero e sedi decentrate. Circa un migliaio di colleghi, invece, sono ibridi perché sono dei liberi professionisti, che, però, hanno delle convenzioni con il settore pubblico, quindi con istituti zooprofilattici, facoltà universitarie, ASL e così via.
  Abbiamo un patrimonio di 410 milioni che è investito per circa i due terzi in investimenti mobili e per circa un terzo in investimenti immobili.
  Nello schema si chiedeva di indicare anche l’asset italiano e quello all'estero. Ebbene, abbiamo il 72,5 per cento del patrimonio investito in asset italiani e circa il 27,5 in asset stranieri. Per macro categorie, gli investimenti mobili sono monetario (8,4 per cento), obbligazionario (43,3 per cento), azionario (10,9 per cento), alternativi (2,7); il 34,7 è, invece, investito in immobili.
  Credo che una delle cose che più interessi ai commissari sia la questione degli eventuali prodotti pericolosi. Avendo investito molto nel nostro Paese in obbligazioni del Tesoro, in varie tranche a tre, cinque, dieci anni e anche oltre i dieci, nel recente passato abbiamo inteso anche scommettere sulle principali banche italiane Pag. 4perché ci sentiamo parte di questo sistema. Abbiamo avuto, però, qualche dispiacere proprio in questo ambito.
  Infatti, per quanto riguarda il nostro portafoglio, abbiamo due pacchetti azionari di Intesa San Paolo e UniCredit, acquistati nel 2008, che abbiamo tenuto in bilancio, rispettivamente a 3,2 e 4,6 milioni circa. Al 31 dicembre dell'anno scorso, i valori sono, tuttavia, scesi di molto e, pur risalendo, ancora non hanno ripreso il valore iniziale. In particolare, sono scesi a 1,441 quello dell'UniCredit e 1,799 quello del San Paolo. Comunque, prudentemente, negli anni passati abbiamo costituito un fondo oscillazione titoli per compensare queste svalutazioni. Diciamo, quindi, che il nostro portafoglio è l'unica realtà che ci crea qualche dispiacere.
  Ricapitolando, i pacchetti sono stati acquistati nel 2008, San Paolo per circa 3,244 milioni e UniCredit per circa 4,656 milioni. Al 31 dicembre 2013, i valori sono diventati rispettivamente 1,441 milioni per UniCredit e 1,799 milioni per San Paolo. Con il fondo che abbiamo costituito siamo, però, in grado di compensare, anche se nell'ultimo Consiglio di amministrazione abbiamo deciso di metterli in lista d'attesa come uno degli asset da smobilitare appena ce ne fosse l'occasione, non ritenendolo tra quelli fondamentali.
  Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, è costituito di immobili veri e propri e di quote di fondi immobiliari. Per quanto riguarda gli immobili, sono tutti nella città di Roma. Si tratta dell'immobile che ospita la nostra sede, dove ci sono 46 dipendenti, in via Castelfidardo. Poi, in via Bosio, zona Nomentana, abbiamo la nostra sede precedente che attualmente è un piano di un immobile affittato a un'ambasciata. Abbiamo una palazzina, sempre sulla Nomentana, ma un po’ più periferica, con finalità direzionale, che è affittata ad attività commerciali e studi professionali.
  In definitiva, abbiamo, comunque, un 85-90 per cento di immobili occupati. C’è, ovviamente, un po’ di turnover perché quando si va sul commerciale il ricambio è più veloce rispetto all'abitativo.
  Inoltre, nel tempo abbiamo costituito due società di scopo. La prima, sempre a Roma, prevedeva due piani di commerciale e 350 box. Di questi un piano è stato venduto e l'altro affittato, mentre circa metà dei box sono stati venduti o affittati e l'altra metà sono in attesa di destino, perché, avendo messo questo complesso sul mercato quando è iniziata la crisi, le vendite e gli affitti hanno subìto un rallentamento.
  Un'altra società di scopo riguarda uno di quei dieci piani di recupero urbano che sono partiti, nonostante fossero oltre i cento, grazie a una legge regionale del Lazio e a un accordo con Roma Capitale. L'intento era di recuperare delle aree che sono rimaste un po’ indietro rispetto allo sviluppo stellare della metropoli. Nell'area che ci è assegnata in virtù di una convenzione, abbiamo realizzato 12 palazzine, 2.500 metri di commerciale e impianti sportivi.
  Per quanto riguarda gli impianti sportivi, stanno operando, anche se sono oggetto di un contenzioso con chi li ha costruiti. Abbiamo, invece, affittato il commerciale con finalità di vendita. In merito alle circa 260 unità abitative, avevamo deciso di mettere a reddito una quarantina di esse, mantenendone la proprietà e affittandole, come è attualmente. Delle rimanenti 200 messe sul mercato ne abbiamo vendute circa 110. Abbiamo ancora una novantina di alloggi che attendono, ma stiamo anche valutando di affittarli perché le vendite, per le note ragioni, hanno subìto un rallentamento rispetto a quello che era il mercato di Roma fino a qualche anno fa.
  Recentemente abbiamo costituito un'altra società di scopo solo per gestire un immobile, che è un hub di Telecom e che in futuro, qualora venisse meno l'affittuario attuale, ha la possibilità di essere trasformata in alloggi. Tra l'altro, Pag. 5è nella zona di Coppedè; è un immobile degli anni Trenta e di pregio, per cui ha un valore intrinseco che va al di là del rendimento.
  Penso di aver esposto, a grandi linee, la composizione del nostro patrimonio.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARIA GRAZIA GATTI. Vorrei chiedere un giudizio sulla sostenibilità del vostro ente e se pensate ci possano essere problemi o difficoltà rispetto ai cinquant'anni di garanzia.
  Inoltre, in particolare per quel che riguarda i veterinari che hanno appartenenze miste (pubbliche e autonome), pensate ci possa essere un problema relativo a ricongiunzioni o cose di questo tipo ?

  GIANNI MANCUSO, Presidente dell'ENPAV. Come sapete, per il mondo dei professionisti gli anni fra il 2007 e il 2010 sono stati un po’ complessi perché hanno dovuto fare due riforme, da 15 a 30 e poi da 30 a 50. Metabolizzata questa necessità che veniva da due diversi governi, di cui, però, si capisce la ratio, siamo diventati alleati. Questo è stato tranquillizzante per il mondo delle professioni, ma credo che anche lo Stato possa stare tranquillo sul fatto che non debba avere difficoltà rispetto a qualche categoria che arrivi sulle spalle dell'INPS.
  Si tratta, infatti, di un mondo virtuoso – pur se ha subìto qualche episodio umano, legato all'agire, quindi qualche scivolone – che ogni tre anni deve dimostrare la sostenibilità con i bilanci tecnico-attuariali. Noi siamo ottimisti. Un dato molto importante, che non ho detto prima, è che abbiamo 4,5 attivi per pensionato. Le nostre regole ci consentono immaginare che la nostra popolazione – sono nostre proiezioni – che oggi è di 27.600 possa arrivare a 32-33.000, ma difficilmente a 35.000 per una questione di mercato. Infatti, non ci sarebbe mercato per un numero più alto di professionisti. Tra qualche anno, ci saranno anche dei baby boomer che andranno in pensione, quindi immaginiamo che si possa stabilizzare la popolazione attorno ai 32-35.000.
  Insomma, tutti gli indicatori ci lasciano ottimisti sul fatto che la sostenibilità potrà continuare. Peraltro, per passare dai 30 ai 50 abbiamo utilizzato a fondo alcune leve cui avevamo messo mano, per cui, qualora nei trienni a venire dovesse verificarsi che non ci sono i 50, ma i 45, c’è sempre la possibilità di intervenire senza stravolgere il sistema complessivo.
  Invece, sul fronte di quei circa 1.200 colleghi che hanno convenzioni con il settore pubblico, non vediamo difficoltà particolari.

  PRESIDENTE Stiamo verificando come nel mondo delle Casse ve ne siano alcune che abbiano delle difficoltà a mantenere la sostenibilità. Fortunatamente, voi non siete entrati in situazioni che sono oggetto di cronaca attuale; avete anche una considerevole percentuale di investimenti in Italia, e anche questo ci fa piacere, dal momento che ieri, con il Rapporto annuale della Covip, abbiamo capito che ci sono investimenti molto rilevanti all'estero, anche in realtà non propriamente tranquille.
  Tuttavia, siccome non abbiamo tutti i vostri bilanci e la documentazione in materia di investimenti, le chiedo gentilmente di inviarcela di modo che poter fare un'analisi di queste questioni.

  GIANNI MANCUSO, Presidente dell'ENPAV. Oggi stesso o al massimo domani possiamo farvi avere tutti i dati di cui avete bisogno. Tenete presente che pubblichiamo tutto sul sito. A parte le delibere del Consiglio di amministrazione, su cui nel futuro faremo delle valutazioni, Pag. 6tutto il resto è pubblico. Inoltre, come sapete, oltre a questa importante Commissione esistono altri enti che ci controllano. Forse, in futuro, bisognerebbe anche pensare a un coordinamento dei vari controlli perché quando sono troppi si rischia che si spenda tanto tempo in spiegazioni, perdendo energie preziose su altri campi.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente e il direttore generale dell'ENPAV per la loro partecipazione e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 8.40.