XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 20 di Mercoledì 28 maggio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Audizione del Presidente e del Direttore generale dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri (ENPAM), Alberto Oliveti e Ernesto Del Sordo.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Oliveti Alberto , Presidente dell'ENPAM ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
Morassut Roberto (PD)  ... 6 
Oliveti Alberto , Presidente dell'ENPAM ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Puglia Sergio  ... 7 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Oliveti Alberto , Presidente dell'ENPAM ... 8 
Puglia Sergio  ... 10 
Oliveti Alberto , Presidente dell'ENPAM ... 10 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8,00.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente e del Direttore generale dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri (ENPAM), Alberto Oliveti e Ernesto Del Sordo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato alla luce della recente evoluzione normativa e organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, del Presidente e del Direttore generale dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri (ENPAM), dottor Alberto Oliveti e dottor Ernesto Del Sordo.
  Do quindi la parola al dottor Alberto Oliveti.

  ALBERTO OLIVETI, Presidente dell'ENPAM. Grazie, presidente. Nel ricordare quelle che sono le sfere di competenza della fondazione ENPAM sarò molto breve.
  La Fondazione ENPAM nasce per pagare le pensioni ai medici, agli odontoiatri e l'assistenza ai medici e agli odontoiatri in situazione di criticità. Questo è il perimetro che ci è stato assegnato dal decreto legislativo 509 e che cerchiamo di effettuare.
  Nel fare questo, sappiamo che il nostro mandato è mettere efficacemente a reddito i contributi obbligatori incassati dai medici e dagli odontoiatri, per poter garantire le pensioni nell'arco di sostenibilità che ci ha riferito la legge. Recentemente è stata approvata la nostra riforma di previdenza con un arco di sostenibilità di cinquant'anni.
  Mettiamo quindi a reddito il patrimonio e in questa consiliatura, che è iniziata nel 2010 e scadrà nel 2015, ci siamo dati un'impostazione, peraltro dichiarata fin dall'inizio nel programma elettorale, finalizzata sostanzialmente a tre grosse riforme: la riforma della previdenza come è passata, la riforma delle modalità di governance del patrimonio e la riforma della rappresentatività nel suo elemento fondamentale che è lo Statuto, che stiamo portando adesso.
  La riforma della governance del patrimonio si imposta sull'esigenza di centralizzare alla finalità previdenziale l'attività patrimoniale, quindi tutto deve essere riferito al motivo istituzionale che abbiamo.
  Attualmente il patrimonio della Fondazione consta di 15,5 miliardi, frazionato in una componente riferibile al rischio immobiliare del 38 per cento (38 per cento equamente ripartito tra immobili di diretto possesso, che ereditiamo dalle gestioni passate, e quote azionarie di fondi Pag. 4immobiliari), del 58 per cento di attività riferibili ai titoli mobiliari e di un 4 per cento di liquidità che ci serve per pagare le pensioni.
  Il modello del passato, che tendeva a identificare l'investimento patrimoniale come finalizzato alla previdenza ma tutto sommato a sé stante, è stato rovesciato in questa interpretazione finalizzata ai tempi delle scadenze dei nostri obblighi previdenziali con le platee degli iscritti che siamo chiamati a gestire.
  In una nuova logica ormai conosciuta, in cui le passività fanno riferimento come asse tracciante, sulle quali poi assegnare i tempi e la durata delle attività, abbiamo modificato questa governance cercando di rovesciare anche un modello paradigmatico del passato, che era riferito a delle discrezionalità, per quanto ritenute autorevoli.
  Conseguentemente alle problematiche esistenti a partire dal 2007, ci siamo resi conto nell'impostazione che purtroppo nessun indicatore poteva dare certezza sulla qualità della valutazione di questa autorevolezza, quindi siamo intervenuti sul rovesciamento paradigmatico e, utilizzando anche l'impostazione medica del problem solving, abbiamo girato la questione sul modello delle procedure.
  Quando c’è una criticità, quindi, si adottano le procedure che sono processi ottimali per risolvere i problemi e quindi, procedualizzando il sistema, innescando un meccanismo di controlli indipendenti e incrociati, si può ottenere una linea guida costantemente in evoluzione perché confrontata e aggiornata sulle migliori pratiche esistenti di riferimento, per poter poi seguire la linea di investimento che nella nostra impostazione deve essere correttamente collegata alle tempistiche dello scadenzario del debito previdenziale che possiamo prevedere.
  Possiamo sostenere di aver adottato un modello di procedure al quale fu data autorevolezza dalla consulenza gratuita dell'allora professor Mario Monti prima che scegliesse la via politica. Questo modello di procedure, costantemente confrontato con le migliori pratiche di mercato, è la nostra linea tracciante.
  Collegato a questo modello di procedure, abbiamo inserito anche nell'ambito dei controlli l'istituzione di un comitato interno di controllo, presieduto da un magistrato della Corte dei conti in attività, per far sì che ogni attività organizzativa procedurale fosse valutata prima dell'uscita da uno strumento di garanzia di qualità.
  Insieme a questo, abbiamo adottato un manuale delle procedure, certificato ISO 9000, costantemente aggiornato, controllato e verificato dal comitato interno di controllo, che potesse fare da linea tracciante delle nostre modalità di investimento, in modo da garantire con questo manuale, che è un tomo di notevole dimensione, una prevedibilità delle modalità di investimento e una tracciabilità degli investimenti fatti.
  La separazione dei controlli consta nell'identificazione mediante gara di evidenza pubblica di livello europeo di un investment advisor e di un risk manager, la cui attività è separata, il risk manager per valutare esternamente il pacchetto di rischio assunto e la verifica dei rischi post-investimento, quindi una valutazione del rischio ex-ante ed ex-post le dinamiche di investimento, mentre l’investment advisor, sempre scelto con gara europea che abbiamo lanciato recentemente, dovrà contribuire alla definizione dell’asset allocation strategica e valutare insieme alla struttura, che è notevolmente potenziata in questa fase, la qualità sia dei prodotti che dei gestori identificati.
  Insieme a questo abbiamo utilizzato anche uno strumento preventivo, che è il concetto dello zero virgola: non intendiamo più procedere a investimenti il cui costo commissionale sia superiore all'1 per cento. Questo per garantirci di essere nella parte protettiva degli investimenti e non nella parte speculativa, quindi con un controllo dei costi commissionali.
  In questi ultimi anni (i documenti che lasciamo agli atti sono riferiti all'attività degli ultimi due anni) abbiamo investito Pag. 53,7 miliardi in prodotti finanziari, identificando gestioni mediante accurate selezioni certificate e identificando la via da seguire nello strumento della replicazione passiva degli indici delle varie asset, consci che la valutazione degli investimenti degli ultimi anni ha dimostrato come raramente il gestore attivo superi il benchmark di riferimento dell’asset.
  Abbiamo quindi preferito una replicazione passiva degli indici, dando ai gestori il mandato di comprare i prodotti che costituiscono il benchmark di settore. Nel fare questo i costi commissionali sono stati estremamente ridotti e abbiamo speso per investire 3,7 miliardi lo 0,07 per cento, quindi un estremo contenimento delle commissioni come segnale evidente di attenzione alla spesa.
  La nostra riforma si basa sostanzialmente su cinque princìpi basilari nell'organizzazione: la definizione di un'area di gestione del patrimonio, in cui abbiamo identificato un Chief investment officer (CIO), il dottore Emilio Giorgi, e due aree, Servizio investimenti finanziari e Servizio investimenti immobiliari. Il responsabile del Servizio investimenti finanziari è Pierluigi Curti.
  Abbiamo inoltre identificato uno strumento intermedio, in cui si potesse realizzare il confronto tra la componente rappresentativa, la componente della struttura tecnica ed eventualmente la componente consulenziale, l'Unità di valutazione degli investimenti patrimoniali, che ha lo scopo di identificare gli investimenti proposti.
  Sulla base di questo, vengono riferite le varie proposte di investimento al Consiglio di amministrazione, che è il dominus dell'intera struttura, insieme all’investment advisor che andremo a identificare mediante gara, sempre nella logica di un'approvazione di un asset allocation strategica che sia riferita alla centralità della previdenza.
  Compito dell'Unità di valutazione degli investimenti patrimoniali è proporre l’asset allocation tattica, che è la situazione esistente del portafoglio e il suo percorso per portarlo verso la completa adesione all’asset allocation strategica. La vigilanza sugli investimenti e la selezione dei gestori con l'aiuto dei consulenti specializzati e indipendenti sono compiti dell'Unità di valutazione dell'investimento patrimoniale.
  Il risk advisor ha invece una funzione sempre esterna, quindi valuta dall'esterno sia la dislocazione del rischio in correlazione alle scelte sull’asset allocation strategica, sia il rischio assunto. Il risk advisor riferisce direttamente al Consiglio di amministrazione e all'Unità di valutazione degli investimenti patrimoniali.
  Si viene a creare un volano di attività e di controlli che vengono sempre riferiti alle procedure, a controlli incrociati e all'azione del comitato interno di controllo nella valutazione della coerenza dei percorsi scelti con le linee guida assegnate.
  Possiamo dire di aver identificato le linee traccianti di attività operativa. Per quanto riguarda l'area immobiliare avremmo deciso di investire nel prossimo futuro solo come quote di fondi immobiliari, per l'evidente vantaggio fiscale riferito all'acquisizione diretta dei cespiti immobiliari.
  Pensiamo a una progressiva riduzione della quota di diretto possesso della fondazione dal punto di vista immobiliare, perché non più performante, se pensiamo che l'abitativo che ormai ha perso dopo trent'anni ogni possibilità di resa ordinaria, a fronte di costi straordinari in continuo aumento.
  Pensiamo quindi a una progressiva cessione o conferimento al fondo immobiliare dei nostri cespiti di diretto possesso, vogliamo semplificare e razionalizzare il portafoglio immobiliare, sempre correlandolo all’asset allocation strategica ed esternalizzando la gestione di questo portafoglio a gestori specializzati, cercando di tenere sempre presente l'esigenza di collegare il rischio assunto, con la redditività attesa e con i tempi dell'investimento, con la massima attenzione al costo (lo zero virgola è proprio uno stop-loss che seguiamo) e valutando il giusto equilibrio tra la replicazione passiva degli indici e processi attivi di investimento.Pag. 6
  L'attività del comitato interno di controllo ha una funzione di vigilanza sul modello organizzativo di controllo interno, abbiamo adottato un sistema di qualità per valutare come le procedure vengano sviluppate e certificate.
  Abbiamo inoltre modificato il nostro codice etico, al quale tutti gli amministratori e i dipendenti della struttura sono chiamati ad aderire, prevedendo che anche i fornitori di servizi e collaboratori della fondazione aderiscano ai princìpi di questo codice etico che poi li vincola anche personalmente.
  Questa è l'impostazione del nostro percorso di riforma della governance del patrimonio. Stiamo portando una riforma dello Statuto, che dovremmo approvare prima della fine della legislatura, in cui in sostanza cerchiamo di ottimizzare la rappresentatività vasta con il costo della rappresentatività e la numerosità di coloro che ritengono di appartenere a questa logica di rappresentatività.
  Stiamo riducendo gli organi gestionali, nella proposta vorremmo eliminare il comitato esecutivo, lasciare quindi come organi statutari soltanto la Presidenza, il Consiglio di amministrazione, il Consiglio nazionale e il Collegio dei sindaci. Gli ordini provinciali sono 106, sono tantissimi, però riteniamo che siano i nostri effettori terminali sia per la previdenza che per l'assistenza, quindi riteniamo imprescindibile la presenza dei presidenti degli ordini così come attualmente sono disposti, però vorremmo aggiungere a questa rappresentanza la rappresentanza di genere, la rappresentanza delle categorie dei contribuenti, istituendo anche due osservatori, l'Osservatorio dei pensionati e l'Osservatorio dei giovani.
  Diamo per la prima volta un autonomo riconoscimento alla seconda professione che compone questo perimetro, cioè quella dei dentisti. Vorremmo rendere più snello più agile il Consiglio di amministrazione, per poter poi collegare correttamente la rappresentatività con la gestione in un meccanismo controllato.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

  ROBERTO MORASSUT. Voi avete senza dubbio ereditato una situazione obiettivamente molto difficile e molto complicata. Questa situazione, che gli addetti ai lavori conoscono, è emersa anche più apertamente di recente, in occasione di inchieste giudiziarie. La mia domanda è molto semplice e breve.
  Avete rivoluzionato o comunque riformato il sistema dei controlli, avete introdotto delle innovazioni procedurali che sono molto importanti, però precedentemente, come segnalano alcuni atti dell'inchiesta e anche un documento della Corte dei conti, l'ENPAM si era dotata come la legge prevede di un organismo di vigilanza, anzi era stata una delle prime a farlo.
  Questo organismo di vigilanza a un certo punto è stato sciolto e modificato. Per quale motivo è stato eliminato nel settembre 2009 e cosa aveva prodotto in termini di attenzione alle politiche di investimento secondo i criteri, che voi avete modificato, della precedente gestione, che non erano evidentemente finalizzati alla copertura del debito dei cinquant'anni, ma erano indirizzati diversamente ?
  Poiché questo organismo a un certo punto è stato eliminato, emerge che il sistema dei controlli interno in quella fase era venuto meno. Voi ereditate una situazione pesante, ma rappresentate anche la continuità dell'ente, quindi vorrei capire cosa sia accaduto in quel momento.

  ALBERTO OLIVETI, Presidente dell'ENPAM. Devo fare una premessa: da quando c’è stata la privatizzazione nel 1995, la fondazione ENPAM è passata da un portafoglio di equivalenti in lire 2,5 miliardi agli attuali 15,5 miliardi, ogni anno costantemente aumentando e mantenendo sempre i requisiti che ci erano stati dati alla privatizzazione, che erano quelli di avere la riserva legale di cinque annualità per ogni volume di pensioni pagate per ogni anno e di avere l'orizzonte Pag. 7temporale di tenuta di quindici anni, portati a trent'anni e successivamente a cinquanta.
  Attualmente la riserva legale è di dodici anni, ma anche negli anni precedenti è sempre stata superiore alle richieste, così come si è sempre dimostrato l'equilibrio per il parametro temporale pro tempore vigente.
  Per quanto riguarda il sistema di controllo, ricordo che il decreto legislativo n. 231 del 2001 nasce con determinate modalità, la fondazione è stata fra le prime ad adottarla, poi ci sono state osservazioni ministeriali per le quali tale normativa non poteva essere applicata sic et simpliciter alla fondazione ENPAM, che è una fondazione di diritto privato ma ha funzione pubblica, quella di pagare previdenza e assistenza.
  Di fatto, l'attuale Comitato interno di controllo, funzione qualità e sistema integrato di controllo è figlio della naturale evoluzione della 231, adattato alle esigenze di una fondazione quale la nostra.
  Non credo che sia questo il problema che riguarda la storia del passato, storia che naturalmente vogliamo portare avanti e cambiare però in una continuità, non in un moto turbolento, perché la turbolenza per noi è un problema di tenuta del patto tra generazioni subentranti, che è il vero albero motore del sistema.
  Forse quello che non ha funzionato nel passato è stata la modalità della governance degli investimenti patrimoniali, il fatto che ci fosse un ENPAM previdenza e un ENPAM gestore patrimoniale, che non sempre dialogavano.
  Il patrimonio era finalizzato a dare le migliori redditività dal punto di vista finanziario, al netto di qualsiasi valutazione, però era sganciato dalle dinamiche previdenziali. Noi riteniamo invece che le dinamiche finanziarie debbano essere strettamente collegate e subordinate alla finalità previdenziale. Un'eccessiva banda di oscillazione degli investimenti finanziari – peraltro fisiologica in questo mondo – nel sistema previdenziale, che ha scansioni di controllo con i bilanci tecnici triennali molto frequenti, può provocare immediatamente un danno previdenziale, che richiede di aumentare i contributi o tagliare le pensioni.
  Per questo noi ribadiamo il primato della logica previdenziale, ed è una questione che si sollevava da tempo. Le questioni al vaglio della magistratura sono questioni in cui si è detta una cosa e se n’è fatta un'altra.

  PRESIDENTE. Prego, senatore Puglia.

  SERGIO PUGLIA. Grazie, presidente. Ringrazio i rappresentanti dell'Istituto previdenziale dei medici e degli odontoiatri.
  Attualmente ci troviamo in un sistema previdenziale che fortunatamente ormai prevede una sostenibilità a cinquanta anni. A me risulta che l'Ordine dei medici di Bologna abbia trasmesso al Consiglio di amministrazione un documento attraverso cui rileva che questa sostenibilità in verità non ci sarebbe, fermo restando che ovviamente è un'opinione, che però non ha avuto risposta. Tale opinione dovrebbe essere quindi almeno sfatata.
  Per quanto riguarda il Consiglio di amministrazione vorrei chiedervi di avere l'elenco degli emolumenti riferiti all'anno 2012 suddivisi per compenso, gettoni e trasferte, perché mi risulta che la presidenza avrebbe percepito cifre che mi sembrano elevate. Se possibile, quindi, vorrei avere questa separazione tra compensi, gettoni e trasferte, perché i gettoni sono per le presenze e le trasferte si valutano rispetto alla propria residenza. Grazie.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, abbiamo necessità di chiarire alcuni aspetti perché la vostra audizione era prevista secondo il nostro calendario al termine di un ciclo già programmato, ma abbiamo dovuto anticiparla in virtù anche delle recenti notizie di stampa che ci hanno già portato ad audire INPGI e CNPR.
  Le sarei grato se lei volesse chiarirci in modo molto puntuale tutto quello che è accaduto, sapendo che anche voi avete acquistato degli «strumenti» dalla società Pag. 8Sopaf, che faceva capo a Giorgio Magnoni, di darci una serie di indicazioni, perché credo che poi i colleghi intendano formulare alcune proposte e alcune considerazioni.

  ALBERTO OLIVETI, Presidente dell'ENPAM. Grazie, presidente. Rispondo prima alle due domande. Per quanto riguarda quella della tenuta e delle contestazioni del presidente dell'Ordine di Bologna, noi abbiamo portato i nostri dati per la sostenibilità richiesta a cinquant'anni al Ministero del lavoro e al Ministero dell'economia e delle finanze, che hanno approvato la riforma sulla base di un percorso che è stato valutato e certificato dall'attuario di fiducia della fondazione ENPAM, lo studio del professor Orrù.
  Nel proiettare nel tempo (queste sono le parole dell'attuario della fondazione, che ha dato risposte specifiche che vi possiamo produrre, perché la risposta all'Ordine di Bologna c’è stata) le basi demografiche ed economiche, nell'impossibilità di definire in un orizzonte temporale di cinquant'anni quale potesse essere la previsione delle numerosità riferita non solo al fondo generale quota A, in cui sono iscritti i 358.000 medici, ma anche alla loro ripartizione nei vari fondi (fondo di medicina generale, fondo degli specialisti ambulatoriali) perché le evoluzioni lavorative sono estremamente rapide e quindi una previsione a cinquant'anni può avere delle difficoltà di attendibilità, l'attuario ha optato per la scelta di proiettare le masse contributive e prestazionali.
  Ha quindi esercitato prudenza nella proiezione temporale dei volumi contributivi, assegnandogli una crescita molto ridotta. L'osservazione che riguarda una numerosità ritenuta eccessiva è però bilanciata dal fatto che la contribuzione è estremamente ridotta non alla numerosità proiettata, ma alla numerosità esistente.
  L'attuario, ritenendo impossibile proiettare a cinquant'anni le evoluzioni professionali, non è entrato nella partita di determinare le numerosità di ogni singola categoria che rappresenta i vari fondi, ma ha semplicemente proiettato nel tempo il risultato di questi addendi, che sono i flussi contributivi, con una valutazione molto prudenziale, quindi ritenendo molto affidabile lo sbarramento prudenziale sul livello del volume contributivo più che sulla numerosità che lo produce.
  È questa la risposta che è stata data dall'attuario e che è stata ritenuta soddisfacente dai Ministeri vigilanti, che hanno approvato la riforma, e questa è stata la risposta data all'Ordine di Bologna. Possiamo poi documentare queste affermazioni.
  Nel frattempo, a latere dell'approvazione cinquantennale, abbiamo istituito un Osservatorio sul mercato del lavoro, perché in realtà il problema è come evolverà il lavoro nei prossimi 5-10 anni, quindi un'estrema attenzione sull'evoluzione tecnologica, sulle forme organizzative e sulle numerosità.
  Stiamo monitorando la situazione per poterla poi eventualmente correggere su dati più freschi nel corso di ogni bilancio tecnico triennale che siamo chiamati per decreto legislativo a fare.
  I compensi, i gettoni che premiano la presenza e le indennità di trasferta nella fondazione furono stabiliti dal Consiglio nazionale nel 2005 e furono approvati all'unanimità, non sono stati più modificati né sono indicizzati. Nel 2011, sotto la nuova gestione, noi abbiamo portato una riduzione del 10 per cento dei compensi, che è stata approvata dal Consiglio nazionale.
  Nell'ultimo Consiglio nazionale, in previsione della riforma statutaria, abbiamo portato un ulteriore, secondo intervento di riduzione del CdA al Consiglio nazionale, ma il Consiglio nazionale lo ha sostanzialmente sospeso nell'attesa della riforma dello Statuto, che rivedendo le numerosità vi adatterà i compensi a queste numerosità.
  Ho assunto l'impegno di mettere all'ordine del giorno Statuto e compensi a ogni riunione del Consiglio nazionale, quindi porto ogni volta l'argomento compensi. Sono Presidente da due anni, dopo le note vicende, sono il primo Presidente attivo e Pag. 9non pensionato dalla Fondazione ENPAM, faccio il medico di famiglia a Senigallia e quindi esercito ancora la professione il lunedì e il martedì per poi trasferirmi a Roma per le mie attività e in giro per l'Italia il fine settimana nei vari Ordini, quindi ho una vita abbastanza complessa.
  L'esercizio della mia professione ha delle problematiche, quindi l'indennità di trasferta mi viene erogata per il fatto che ogni settimana faccio settecento chilometri per trasferirmi da Senigallia Roma e da Roma a Senigallia e poi giro l'Italia per le varie conferenze (sabato sono stato al mattino all'Ordine di Cuneo e il pomeriggio all'Ordine dei medici di Milano). L'indennità di trasferta è prevista dal vecchio accordo, è stata ridotta, però è questa la modalità di indennità che viene assegnata.
  I gettoni di presenza sono stati ridotti del 10 per cento, avevamo proposto un'ulteriore riduzione di un altro 10 per cento ma è stata messa in stand-by, anche se devo dire che i gettoni per un consigliere di amministrazione riguardano anche la responsabilità di gestire un portafoglio di 15,5 miliardi. Proprio oggi mi è arrivata la disdetta dall'assicurazione di responsabilità civile per l'amministratore, perché nessuno dà più questo tipo di copertura, stante anche le criticità che si leggono sui giornali.
  Ho sempre detto e confermo che il Consiglio nazionale stabilirà i compresi, li stabilisca nella maniera che riterrà più equa possibile, poi faremo tutte le valutazioni da questo punto di vista, però il Consiglio nazionale ha stabilito di subordinare un'ulteriore revisione dei compensi alla riforma dello Statuto, che spero avvenga presto. Al prossimo Consiglio nazionale porteremo la bozza in approvazione del nuovo Statuto.
  Per quanto riguarda invece la situazione delle gestioni, la Fondazione ENPAM investe in fondi immobiliari e ha sostanzialmente tre grossi fondi immobiliari di cui ha la totalità del pacchetto azionario, poi ha quote ridotte di pacchetti azionari di altri fondi.
  Gestisce il portafoglio in proprio diretto possesso tramite una S.r.l. a socio unico, ENPAM Real Estate, di cui ENPAM è socio unico, una S.r.l. che ha due linee di attività. Una, nata nel 2003, quando fu istituita la ENPAM Real Estate, è un usufrutto di metà del portafoglio turistico-alberghiero della fondazione, con il compito di migliorarne la qualità per conferirlo poi alla fine del percorso a un fondo immobiliare.
  La seconda linea di attività inaugurata nel 2011 è l'attività di property facility management sul portafoglio di diretto possesso commerciale, abitativo e uffici, terziario, che prima era gestito da gestori, poi gestito da un gestore unico. Abbiamo ritenuto insoddisfacente e troppo costosa l'esperienza e riportando in house questa gestione di property facility stiamo registrando delle notevoli economie di scala, quantificabili in circa 5 milioni di euro all'anno.
  In questo bilancio consuntivo comunico anche che il fondo oscillazione valori mobiliari, quello dei famosi 400 milioni che poi trovò un calo, viene azzerato, quindi noi proporremo al Consiglio nazionale l'azzeramento del fondo mobiliare.
  Per quanto riguarda gli onori o disonori della cronaca, per quanto riguarda Sopaf vi dico quello che ho letto sui giornali, perché altro non ho avuto. La Guardia di finanza è venuta il 15 aprile in fondazione a chiedere l'esibizione di atti e documenti riguardanti l'acquisto di quote del fondo FIP da Sopaf avvenuto a inizio 2010, ma deliberato a dicembre 2008 e dopo l'estate del 2009.
  La Guardia di finanza ci ha chiesto semplicemente la visione di atti e deliberazioni in materia, non sono state sollevate contestazioni e non sono state fatte perquisizioni.
  Sui giornali abbiamo letto che noi saremmo truffati di 20 milioni di euro, per cui siamo andati a verificare la nostra situazione. La nostra situazione è che abbiamo speso (vi consegneremo tutta la documentazione) in due tranches per acquistare le quote di fondi dalla Sopaf S.p.A. 100 milioni di euro, attualmente abbiamo incassato 54 milioni di dividendi o restituzioni di capitale e ne abbiamo Pag. 10altri 85, per una sommatoria di 139 milioni. L'investimento quindi ci ha dato il 9,34 per cento annuo.
  Quell'investimento di 100 milioni fu comprato per la prima tranche a sconto del 3,5 per cento sul NAV, per la seconda tranche a sconto del 4 per cento sul NAV esistente, quindi noi abbiamo comprato a sconto da una società quotata in borsa e quindi controllata con le modalità di controllo, abbiamo fatto nella prima tranche d'acquisto una due diligence da un esperto indipendente, REAG, che disse che l'investimento era a medio-basso profilo di rischio, con cedole erogate con continuità e di redditività accettabile. I fatti hanno dimostrato che poi questo è successo.
  Nella seconda tranche non abbiamo proceduto a una due diligence analoga, ma abbiamo fatto un beauty contest scegliendo tra cinque che ci avevano proposto Sopaf, perché ci aveva praticato lo sconto migliore sul NAV. Abbiamo quindi comprato scontato al NAV, i primi 60 milioni al 3,5 e i secondi 40 al 4 per cento, l'investimento attualmente ci ha dato 139 milioni per 100 che ci era costato. Di questi 139 milioni, ne abbiamo già incassati 54.
  Leggiamo che siamo truffati, contestazioni ufficiali non sono arrivate, attendiamo e, come sempre abbiamo affermato, dichiariamo che le pensioni dei medici sono sacre e che, se qualcuno ha indebitamente lucrato, gliene chiederemo conto a tutti i livelli.
  Per quanto riguarda invece la questione della Procura romana, ci siamo già costituiti parte civile a seguito del rinvio a giudizio nei riguardi del Professor Parodi, del Professor Dallocchio, del dirigente finanziario Roseti e dell'ex direttore generale Zongoli a seguito dell'ipotesi di rinvio a giudizio per truffa aggravata. Prima il Comitato di investimenti e poi il Consiglio di amministrazione sono stati infatti ingannati e truffati con artifizi e raggiri, presentando loro documenti su investimenti sicuri che invece erano rischiosi, procurando in questo modo un danno alla fondazione e un illecito guadagno alle banche.
  Ci siamo costituiti parte civile, ci stiamo muovendo anche per andare al recupero legale, se sarà possibile, dell'eccesso di commissioni, però possiamo già dire con certezza che dal 2011 gli investimenti sono in sicurezza.
  Il nostro problema è gestire il passato e lo facciamo al meglio. Quegli investimenti rischiosi stanno però fortunatamente recuperando, noi ci siamo trovati in pancia 3 miliardi di strutturati, ne abbiamo venduti circa 800 che ci hanno già ridato il capitale più un 1,3 per cento annuo, cosa che non giustifica il rischio e mai più faremo cose di questo genere, però sul passato non abbiamo perso nulla.
  Quelli che abbiamo ancora in pancia, che sono 2,3 miliardi, dovevano venire a scadenza fra il 2016 e il 2017, ma attualmente hanno un valore che sta recuperando in pieno il valore sia del capitale che della liquidità che ci abbiamo messo sopra, quindi c’è una ragionevole aspettativa di poter anche lì recuperare tutto.
  Ribadisco quindi che mai più faremo investimenti opachi, illiquidi, però abbiamo il dovere di gestire al meglio quelli che abbiamo.

  SERGIO PUGLIA. Sempre in riferimento alla seconda risposta sui compensi gestioni e trasferte, mi risulta che una decina di Ordini abbia avanzato una proposta di riforma dello Statuto, che prevederebbe anche una drastica riduzione dei componenti del Consiglio di amministrazione e che in fase di candidature si richieda non solo la competenza certificata, ma anche la riduzione dei compensi. In questo caso si discuterà di questa proposta dei dieci Ordini o non è in programma ?

  ALBERTO OLIVETI, Presidente dell'ENPAM. In Italia gli Ordini sono 106 e 10 hanno fatto una proposta, si discuterà e anzi abbiamo già discusso, abbiamo ricevuto gli emendamenti, li porteremo in una bozza per valutarli. Sono stato all'Ordine di Milano che è uno dei capofila dei 10 ordini insieme a quello di Bologna e proprio su questo ho avuto la discussione.Pag. 11
  Credo che si debba valutare la finalità dell'Istituto: la previdenza a tutti i medici. In Italia esiste il sistema degli Ordini provinciali, che è sempre stato il riferimento di base della piramide rappresentativa della fondazione. Lo stesso Ordine di Milano, che attualmente propone una riduzione del Consiglio nazionale e del Consiglio di amministrazione, difese fino in fondo la presenza di tutti i Presidenti come assoluta rappresentanza di tutti gli iscritti dei loro Ordini provinciali.
  Da questo punto di vista, nel fare la riforma del Consiglio nazionale, abbiamo chiesto alla FNOM, che è l'associazione nazionale degli Ordini, di valutare se fosse il caso di autoregolamentare la presenza dei loro 106, perché nel nostro modello abbiamo stabilito che ci saranno i Presidenti nella misura che verrà definita, e solo con un collegamento percentuale in riferimento al primo punto verranno definiti sia la componente dei dentisti che la componente dei contribuenti delle professioni.
  In incontri in Commissione paritetica e in lavori autonomi la FNOM ha stabilito di non autoregolamentarsi, di non ridurre il numero, perché l'ha ritenuta un'ipotesi divisiva, e quindi ha ritenuto presentare al Consiglio di amministrazione per la riforma dello Statuto lo stesso numero dei 106 presidenti.
  Riteniamo quindi che, se la FNOM decide di non autoregolamentarsi per motivi logici, difficilmente il CdA della Fondazione possa avere l'insensibilità istituzionale di eteroregolamentare, quindi prendiamo il numero dei presidenti degli Ordini che c’è stato assegnato. Peraltro sentenze del TAR del Lazio avevano già indicato che i presidenti degli Ordini non devono essere toccati. Conteniamo però il costo andando al taglio lineare, cioè apparecchiamo la tavola per il costo storico e poi chi viene riceve quello.
  Il Consiglio di amministrazione invece è già abbondantemente ridotto nella proposta, perché passa dagli attuali 27 a 16-17 componenti, quindi una riduzione del 40 per cento per garantire maggiore efficienza gestionale. Anche su quello dovremo rivedere i costi, senza però cristallizzare il costo storico perché riducendo i numeri si avrebbe addirittura un aumento.
  Mettere costantemente all'ordine del giorno la voce «compensi» dietro la voce «riforma dello Statuto» dimostra la massima attenzione alla revisione dei compensi. Credo però che sia giusto farlo in maniera seria quando si saranno stabilite la numerosità e le caratteristiche della struttura.
  È vero che i 10 presidenti hanno la massima attenzione, ma hanno la massima attenzione anche gli altri 96 che costantemente si dichiarano favorevoli a questa impostazione. C’è la decisa volontà di rivedere i compensi, però quando avremo l'impostazione definitiva.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Oliveti per la sua partecipazione e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.