XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Giovedì 16 gennaio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), Antonio Mastrapasqua, in merito alla situazione organizzativa e gestionale dell'Istituto (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Mastrapasqua Antonio , presidente dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 4 
Gatti Maria Grazia  ... 4 
Di Salvo Titti (SEL)  ... 4 
Gualdani Marcello  ... 4 
Grillo Giulia (M5S)  ... 4 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Puglia Sergio  ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Mastrapasqua Antonio , presidente dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.45.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), Antonio Mastrapasqua, in merito alla situazione organizzativa e gestionale dell'Istituto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, il seguito dell'audizione del presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), Antonio Mastrapasqua, che aveva avuto inizio nella seduta del 14 novembre 2013. Avverto che il presidente Mastrapasqua è accompagnato da Marco Barbieri, direttore centrale della comunicazione e da Enzo Damato, direttore centrale della Ragioneria.
  Mi permetto di chiedere al presidente di illustrare brevemente la relazione che aveva svolto nell'audizione precedente, al fine di passare successivamente alle domande dei commissari.
  Do quindi la parola al presidente Mastrapasqua per una sintesi della relazione che ci aveva presentato.

  ANTONIO MASTRAPASQUA, presidente dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS). Ringrazio il presidente e i commissari. Nella relazione da me effettuata il 14 novembre scorso avevo dato conto del valore dei principali dati aggregati relativi al bilancio 2012 che risultano essere i seguenti: il volume delle entrate contributive è pari a 208 miliardi di euro, le uscite per prestazioni 295 miliardi, il risultato finanziario di competenza e il risultato economico presentano un valore negativo pari rispettivamente a -9,786 e -12,216 miliardi, il patrimonio netto è di 21,875 miliardi e il personale ammonta a circa 33.000 dipendenti.
  Per quanto riguarda gli squilibri contabili dell'INPDAP e i suoi riflessi sul bilancio dell'INPS, eviterei di ripetere quanto detto la volta precedente, dal momento che la situazione è cambiata in forza di una norma contenuta nella legge di stabilità per il 2014, che ha stabilito che le anticipazioni concesse ai sensi del comma 3 dell'articolo 35 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, si intendono effettuate a titolo definitivo. Tale soluzione quindi ha avuto i suoi riflessi sulla gestione separata C.T.P.S. (Cassa trattamenti pensionistici statali), mentre invece per la gestione C.P.D.E.L. (Cassa pensioni per dipendenti Enti locali) occorre fare una riflessione ulteriore.
  Per quanto riguarda la parte afferente il patrimonio da reddito dell'istituto, ricordo che una previsione normativa consente al Ministero dell'economia di intervenire con un decreto sull'argomento. Siamo, dunque, in attesa di conoscere le indicazioni che verranno o meno da questo Pag. 4decreto attualmente all'attenzione del ministro Saccomanni.
  Relativamente al processo di integrazione, rispetto a quanto detto a novembre è stata successivamente predisposta una prima bozza di atto cui è seguito un indirizzo puntuale da parte della presidenza su ciò che si ritiene debba contenere il piano industriale e, nei termini di sei mesi (che scadono entro marzo 2014), così come stabilisce il decreto «salva Italia», confidiamo di riuscire ad approvare il piano.
  Resta fermo che, rispetto a quanto la legge prevede come mero adempimento dell'istituto, è ovvio che ci sarà – e necessariamente ci dovrà essere, anche sulla base di una lettera pervenuta dai ministeri – una condivisione preventiva con i ministeri vigilanti, dal momento che il cosiddetto «piano organizzativo industriale» ha una portata tale da rendere doverosa per l'istituto la condivisione con i ministeri vigilanti. In ogni caso, le direttrici sono: efficienza organizzativa e gestionale; valorizzazione del capitale umano e specializzazione; forte utilizzo della leva tecnologica; sviluppo di multicanalità e accessibilità.
  Ho cercato di ottimizzare i tempi riassumendo sinteticamente la relazione e rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.

  PRESIDENTE. Cedo la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni rispetto alla relazione già presentata e oggi riassunta in sintesi dal presidente.

  MARIA GRAZIA GATTI. Desidererei avere una precisazione riguardo alle partecipazioni mobiliari dell'ente ed alla loro composizione, perché di solito questo aspetto resta sempre poco specificato.

  TITTI DI SALVO. Sul Sole 24 Ore dello scorso venerdì mi pare ci fosse una sua intervista, presidente, nella quale lei annunciava il profilo di un progetto di ristrutturazione. Secondo lei, c’è un limite alla riduzione del numero di dipendenti che lavorano nell'istituto superato il quale la stessa dimensione dell'INPS rischia di essere ostativa per il servizio che l'ente stesso deve fornire ? L'INPS oggi gestisce il complesso del welfare in Italia, con un numero di personale che in termini relativi risulta essere minore rispetto a quello degli istituti di previdenza pubblici della Francia o della Germania; quindi forse c’è una soglia al di sotto della quale potrebbero esserci dei problemi.
  Intendo inoltre segnalare anche al presidente Mastrapasqua, come ho già fatto con il ministro Giovannini, il problema dell'attuale insufficiente numero degli ispettori INPS e il relativo blocco del turnover. Non ci si può ricordare di questo tema solo quando succedono fatti come quelli di Prato e serve, a mio avviso, un'azione congiunta del Parlamento e dell'istituto per riaprire questo argomento. Il ministro Giovannini si era impegnato in tal senso anche se, in realtà, nella legge di stabilità per il 2014 alla fine non è stata prevista alcuna misura. Spero quindi che un impegno al riguardo possa esserci nell'ambito delle misure contenute nel decreto legge «destinazione Italia», attualmente all'esame della Camera.
  Ripropongo infine una domanda che già le ho posto nella scorsa seduta, chiedendole un'interpretazione circa la differenza di valutazione dei risparmi prodotti dalla cosiddetta «riforma Fornero» nei prossimi dieci anni, quantificati dalla Ragioneria dello Stato in 21 miliardi e dall'INPS invece in circa 90 miliardi, a seconda che si conteggino o meno le risorse già utilizzate per coprire i decreti di salvaguardia degli esodati.

  MARCELLO GUALDANI. Vorrei sapere un po’ più in dettaglio le tempistiche dei processi di integrazione ed accorpamento tra sedi INPS ed INPDAP. In Sicilia ho visto tanta buona volontà ma anche grande confusione nell'attuare questi accorpamenti.

  GIULIA GRILLO. Il mio chiarimento verte sull'impiego del personale medico; mi risulta che avete stipulato nella regione Pag. 5Lazio un contratto o comunque un accordo secondo il quale dovreste provvedere anche alle visite per la disabilità. Vorrei sapere dunque come si pensa di coniugare la riduzione del personale con l'aumento delle competenze con particolare riferimento ai medici professionisti.
  Mi risulta inoltre che nei centri medico-legali dell'INPS ci sia carenza di figure mediche apicali, e che quindi vengano utilizzati medici a cui sono affidate mansioni superiori rispetto alle competenze che hanno.

  PRESIDENTE. Intendo porre anche io alcune questioni. Noi siamo in una fase in cui la ristrutturazione dell'INPS non è ancora completata, quindi vorremmo sapere da lei a che punto è questa operazione di riorganizzazione dell'istituto, dal momento che non mi pare che siamo ancora nelle condizioni di avere un definito quadro di riferimento, anche a causa della attuale mancata presentazione del piano industriale.
  In secondo luogo, vorremmo conoscere in dettaglio tutte le partecipazioni INPS, sia come capitale maggioritario, sia come capitale di minoranza, e le attività che svolgono.
  La terza questione che le pongo riguarda la famosa «busta arancione». Durante l'audizione che abbiamo avuto con il ministro Giovannini, questa busta arancione ci è stata descritta in modo totalmente diverso da come si pensava che fosse. Vorremmo avere chiarimenti a riguardo perché, come lei ben sa, su questa questione si è focalizzata una certa attenzione mediatica.
  Altre criticità che ci vengono segnalate riguardano i processi di integrazione su scala regionale, che talvolta causano situazioni in cui sono presenti dirigenti che svolgono le medesime funzioni, nonché problemi legati all'erogazione di prestazioni da parte dell'INPS nei confronti di soggetti che erano titolari di posizioni previdenziali negli enti accorpati.
  In riferimento a tale ultimo aspetto riporto come esempio il caso di una cittadina italiana cui è morto il marito che, in vita, versava i contributi non all'INPS ma all'ente accorpante, e che attualmente si trova nella situazione di non ricevere la pensione. Sono situazioni queste oggettivamente difficili e che abbiamo necessità di approfondire per poter esprimere delle nostre valutazioni, anche ai fini delle verifiche sui documenti di bilancio che successivamente dovremo fare.
  Prima di cedere la parola al presidente Mastrapasqua per la replica, chiedo al senatore Puglia, nel frattempo arrivato, se intende porre qualche domanda.

  SERGIO PUGLIA. Credo che un punto di attenzione per l'INPS sarà quanto contenuto nel decreto legge «destinazione Italia», con particolare riferimento all'articolo 14, che vede l'istituto direttamente coinvolto tra coloro che dovrebbero subire la regolazione che l'articolo stesso prevede.
  Vorrei dunque sapere se l'INPS ha un suo orientamento in merito all'opportunità di apportare qualche modifica rispetto al testo all'esame delle Camere, dal momento che il contenuto attuale potrebbe incidere sull'autonomia gestionale del settore vigilanza dell'istituto.

  PRESIDENTE. Do la parola al presidente Mastrapasqua per la replica.

  ANTONIO MASTRAPASQUA, presidente dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS). Rispetto alla prima domanda posso leggere velocemente l'elenco delle partecipazioni. L'INPS è socio, in forza di una legge del 2005, di Equitalia con il 49 per cento del capitale sociale. È socio, sulla base di una delibera del 2001, della SISPI (Società italiana di servizi per la previdenza integrativa), in passato con una percentuale del 65 per cento, mentre il 35 per cento apparteneva all'IPOST (Istituto postelegrafonici); dal momento in cui ha incorporato l'IPOST, l'INPS detiene il 100 per cento delle azioni della SISPI. È socio, in forza di un decreto del 1996, della IGEI Spa, con una quota pari al 51 per cento.
  Rispetto alle azioni di società quotate in Borsa, l'INPS, al 31.12.2011, è socio di Pag. 6UniCredit, con 70,9 azioni per un controvalore di 262 euro; di Intesa San Paolo, con 10.276.705 azioni per un controvalore di 13.359.716 (credo appartengano agli anni Sessanta); di Beni Stabili, con 3.299.103 azioni per un controvalore di 1.471.729; di Banca d'Italia, in forza di un Regio decreto del 1936, con una quota del 5 per cento; di OICR (Organismi di investimento collettivo del risparmio), fondo Eurizon Capital ceduto dallo SCAU (Servizio per i contributi agricoli unificati) nel 1995, per un controvalore di 4.004.267.
  Per quanto riguarda la parte acquisita dalla soppressione dell'IPOST, l'INPS ha buoni fruttiferi postali per un controvalore di 23 milioni; Poste Vita per un valore di 8 milioni; Poste Vita nominale per un valore di 16.354.833.
  Come INPDAP, è socio al 28 per cento di IDeA FIMIT SGR Spa. L'INPDAP inoltre deteneva quote in fondi chiusi immobiliari Alpha, Beta, Senior e Aristotele e titoli di Stato non quantificati.
  Questa è la parte che riguarda le partecipazioni mobiliari. Faccio presente che quanto acquisito dall'INPS costituiva, fino all'emanazione dei decreti una detenzione virtuale che, con l'emanazione del decreto, è diventata effettiva.
  Come presidente, i primi giorni di gennaio ho impegnato per iscritto il direttore generale a presentare una proposta di determinazione, dando come indirizzo politico-amministrativo quello di rimanere soci solo dove la legge ci impone di esserlo – quindi, per riassumere, nelle due partecipazioni Equitalia e Banca d'Italia – e di uscire dove è possibile farlo, ponendo attenzione a non subire comunque delle perdite.
  Il direttore ha mandato la relazione al Comitato di indirizzo e vigilanza (ricordo che la legge attribuisce solo al CIV il potere di determinare le dismissioni nel relativo piano) e quindi il processo è avviato. La mia indicazione è quindi che l'INPS rimanga socio solo dove la legge glielo impone, uscendo dalle restanti partecipazioni in un lasso temporale nel quale l'uscita non provochi danni all'istituto stesso.
  Per quanto riguarda la domanda sul personale, è un dato di fatto che il numero dei dipendenti, negli ultimi anni, non solo è diminuito molto velocemente, ma ha presentato un incremento dell'età media. Ritengo di dire, come ho anche scritto, che il piano industriale debba essere il documento dell'INPS nel quale si indichino, oltre ai compiti e le attività che la legge ci impone e che ci sono attribuiti, anche i numeri del personale con il quale svolgere le attività. Con il piano industriale non si può ovviamente inficiare i portati normativi, ma l'intendimento è quello di fare conoscere ai ministeri vigilanti e alle Commissioni parlamentari quello che si ritiene, alla luce di una riorganizzazione dell'istituto, essere il numero di dipendenti tale da garantire un corretto ed efficiente svolgimento delle funzioni.
  Per quanto riguarda gli ispettori, mi risulta che l'articolo 14 del decreto «destinazione Italia» possa essere modificato – con il parere favorevole dello stesso Governo – nel senso che l'INPS auspicava. Nel rispetto dei lavori parlamentari, quella che potremmo definire una nostra perplessità rispetto al portato normativo iniziale, mi sembra (da notizie in mio possesso e coincidenti con quelle che mi esprimeva il presidente della Commissione) sia stata accolta come tale dalle forze parlamentari e dallo stesso Governo, tanto da portare alla modifica della norma.
  Il giudizio su questo tema potrà essere espresso a valle, guardando alla norma così come il Parlamento riterrà di modificarla e, quindi, anche il tema del numero degli ispettori (quanti sono e quanti saranno) sarà valutato a seguito dell'approvazione definitiva del decreto legge da parte del Parlamento.
  Per quanto riguarda il processo di accorpamento, il decreto di trasferimento delle risorse strumentali dell'INPDAP all'INPS è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 settembre scorso. Ricordo che i ministeri avevano 60 giorni per fare i decreti ma, giustamente vista la grande complessità dell'argomento, ci sono voluti quasi due anni. Il termine per la redazione Pag. 7del piano organizzativo-industriale è fine marzo e, benché non si tratti di un termine perentorio, l'INPS farà di tutto per rispettarlo.
  Ricordo anche che la settimana scorsa è arrivato il decreto di trasferimento delle risorse dell'ENAM (Ente nazionale di assistenza magistrale), ma siamo ancora in attesa del decreto di trasferimento della SPORTASS (Cassa di previdenza per l'assicurazione degli sportivi) dal 2007.
  Per quanto riguarda i tempi di accorpamento della Sicilia, sicuramente tutto è migliorabile e sicuramente tutto migliorerà ma ricordo – non lo dico per scusare alcuno – che fusioni di banche a livello nazionale hanno avuto periodi di anni di confusione e che grossi gruppi ancora oggi scontano questa situazione. A livello di sedi regionali, noi abbiamo accorpato finora tre o quattro regioni. La legge ci consente di poterlo fare a valle del piano organizzativo, mentre fino a oggi lo abbiamo potuto fare solo transitoriamente e a livello sperimentale. Come stabilisce la legge, dopo l'approvazione del piano organizzativo si potrà fare il totale riassetto sul territorio, quindi si potranno togliere le duplicazioni e con queste, mi auguro, anche le diverse problematiche.
  È chiaro che la mancanza dell'approvazione del decreto di trasferimento dell'INPDAP, ha determinato una situazione per la quale ogni azione che l'istituto ha fatto fino a settembre 2013 è stata fatta in mancanza di un quadro normativo certo, quindi sempre esclusivamente nelle more e a livello transitorio. Questo avrebbe potuto offrire anche il fianco a possibili azioni legali nei confronti dell'istituto, rispetto alle quali lo stesso si è dovuto muovere con decisione ma anche con grande attenzione al fine di evitare un inizio di contenzioso che sicuramente avrebbe rallentato il processo.
  Il quadro normativo stabilisce che solo a valle dell'approvazione del piano organizzativo-industriale l'istituto ha la piena responsabilità e il potere di effettuare qualsiasi scelta senza incappare nella norma modificata del decreto «salva Italia» che invece vietava all'istituto di fare azioni di riorganizzazione sul personale se non dopo l'emanazione dei decreti e del successivo piano organizzativo. Non certo per responsabilità dell'istituto, purtroppo, ci siamo mossi per 24 mesi in un quadro di incertezza normativa, mentre giustamente il territorio si aspettava risposte concrete. La duplicazione dei dirigenti non è stata una cosa che abbiamo voluto, ma una cosa che il Parlamento ci ha chiesto con la legge successiva al decreto «salva Italia», ovvero mantenere la situazione congelata fino all'emanazione dei decreti. Tenteremo, a valle dell'approvazione del piano industriale, di recuperare quanto in questi due anni, per vincoli normativi, non abbiamo potuto fare. Sono quindi in attesa di ricevere una bozza del piano industriale; sottolineo peraltro che il ministro ci ha chiesto di poterne fare attenta visione prima dell'approvazione, quindi il presidente approverà il piano successivamente a una visione da parte sia del Ministero del lavoro che del Ministero dell'economia, stante la portata dello stesso.
  Per quanto riguarda il personale medico, una norma del 2011 prevede per le regioni la possibilità (e non l'obbligo) di stipulare convenzioni con l'INPS per affidare all'istituto le visite per il riconoscimento dell'invalidità civile. Convenzioni sono state stipulate in Campania lo scorso anno, mi sembra con due province, e nel Lazio con un'ASL e una provincia.
  Di fatto, questo consente un grande beneficio per le persone invalide, perché si evita quanto prevede la legge, ossia il doppio passaggio, con la visita prima da parte delle ASL e poi delle commissioni mediche dell'istituto. Si chiude, in tal modo, la forbice dei tempi previsti dalla doppia visita. L'effetto di quanto sta avvenendo in Campania ci ha fornito risultati talmente positivi da spingere il Governatore del Lazio a utilizzare questo strumento, mentre altri Governatori sono in contatto con i nostri direttori regionali.
  Quanto alla domanda relativa al numero dei medici necessari per svolgere questa attività, ricordo che, in base alla legge del 2009, noi già partecipavamo alle Pag. 8commissioni e quindi avevamo i medici che svolgevano tale funzione. Oggi, gli stessi medici dipendenti più quelli che vengono arruolati dall'istituto in seguito a bandi che annualmente ripetiamo, possono lavorare presso le nostre sedi; si fa domanda e si viene visitati dall'INPS per rispettare il dettato della norma del 2009, ovvero dare l'assegno di invalidità entro 120 giorni, cosa che con il passaggio dalle regioni non è facile e, anzi, molto spesso è impossibile adempiere nei tempi stabiliti.
  Per quanto riguarda la busta arancione, ripeto quello che anche il ministro ha dichiarato la settimana scorsa su un quotidiano, ovvero che c’è un tavolo presso il ministero, al quale partecipa l'INPS così come COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), MEFOP (Sviluppo mercato fondi pensioni) e diversi altri enti interessati a questa problematica, ed è intenzione del ministro – come da lui dichiarato – addivenire entro il primo trimestre del 2014 ad una definizione di questo problema.
  Noi, come struttura tecnica, abbiamo fatto tutto quello che ci è stato chiesto. Se posso esprimere una sensazione, credo che siamo arrivati al momento nel quale vedremo il verificarsi di quello che prevedeva la norma, non tanto rispetto alla cosiddetta «busta arancione», quanto alla comunicazione della situazione previdenziale dei cittadini italiani.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Mastrapasqua. Avremo la possibilità di risentirla anche in sede di indagine conoscitiva, al fine di procedere ad un approfondimento delle tematiche già emerse nonché affrontarne di nuove.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.25.