XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 195 di Martedì 14 marzo 2017

INDICE

Pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 3 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 7 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 7 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 8 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 8 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 8 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 11 
Lumia Giuseppe  ... 12 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 12 
Lumia Giuseppe  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 13 
Attaguile Angelo (LNA)  ... 13 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 13 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 13 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 14 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 14 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 14 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 14 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 14 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 14 
Ardizzone Giovanni , presidente dell'Assemblea regionale siciliana ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 

Sui lavori della Commissione:
Bindi Rosy , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 14.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone. L'audizione odierna, che è stata richiesta dal presidente Ardizzone, rientra nei compiti previsti dalla legge istitutiva di accertare e valutare la natura e le caratteristiche dei mutamenti e delle trasformazioni del fenomeno mafioso in particolare in Sicilia, nonché le evoluzioni del movimento antimafia in Sicilia, con particolare riferimento a Riscossione Sicilia.
  Ricordo che le alte figure istituzionali delle regioni, i presidenti di regione e i presidenti di consiglio regionale, sono sempre stati auditi a Roma, proprio in sede, per una scelta che fu fatta all'inizio dei lavori della nostra Commissione.
  Ricordo inoltre che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in seduta segreta.
  Nel ringraziare il presidente Ardizzone, gli do volentieri la parola.

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Grazie, presidente, grazie a tutti i commissari. Grazie per avere dato seguito in tempi veramente celeri alla mia richiesta di essere audito in questa autorevole Commissione per poter esporre dal punto di vista del presidente del Parlamento, non certamente personale, ciò che sta succedendo a livello mediatico, in particolare con riferimento alla vicenda Riscossione Sicilia.
  Ho portato della documentazione, che consegno agli atti della Commissione e parto subito da due puntate della nota trasmissione condotta da Massimo Giletti, L'Arena. A quella del 19 febbraio era presente l'amministratore di Riscossione Sicilia Fiumefreddo, il quale ha dichiarato che «una cifra mostruosa, cioè 52 miliardi di euro negli ultimi dieci anni, che non si sono riscossi in Sicilia, 30 di questi miliardi sono ormai irrecuperabili perché si sono prescritti, ce ne sono ancora 22 da recuperare e sono recuperabili, se vi sarà volontà politica di recuperarli, se daranno i mezzi, se vorranno rompere questo patto criminale».
  Vi è quindi già un'indicazione: ci sarebbe un patto criminale sottostante alla volontà del Parlamento nella sua interezza nel dare o non dare, in questo caso nel non ricapitalizzare Riscossione Sicilia. Alla domanda del conduttore Giletti, «c'è speranza, si possono recuperare questi miliardi?», «sono in prescrizione» risponde l'avvocato Fiumefreddo «possiamo recuperarne 20, ma dipende dalla finanziaria che voterà l'Assemblea regionale siciliana. Se non avverrà, dipenderà da questa scelta se i siciliani potranno fare una Sicilia diversa o continuare a piangerci addosso». Pag. 4
  È chiaro che, nel momento in cui noi andiamo a votare la ricapitalizzazione o meno di Riscossione Sicilia, da un punto di vista mediatico a livello nazionale si apre una grande attenzione sull'Assemblea regionale siciliana e io aggiungo un condizionamento, se non altro psicologico, nel momento della libertà del voto dei singoli parlamentari. Per affermare ciò, allego alla mia relazione una serie di considerazioni e soprattutto di documenti, perché bisogna comprendere l’excursus.
  Sappiamo tutti che cos'è la società Riscossione Sicilia, che è una partecipata della regione siciliana al 99,952 per cento, e per piccolissima parte di Equitalia. È una società ritenuta strategica da parte della regione siciliana, ai sensi dell'articolo 20 della legge del 2010, in particolare la società effettua l'attività di riscossione mediante ruolo e ha le stesse competenze che ha Equitalia nel resto d'Italia.
  Le stesse funzioni della società Riscossione Sicilia sono svolte da Equitalia, oggetto di modifiche normative (non deve sfuggire che sono in atto profonde modifiche normative che riguardano Equitalia) da parte del Governo nazionale, tese al suo accorpamento con l'Agenzia delle entrate.
  In particolare, l'articolo 1 del decreto-legge 192 del 2016 ha stabilito che, a decorrere dal 1° luglio 2017, cioè tra pochi mesi, le società del gruppo Equitalia siano sciolte e le funzioni relative alla riscossione nazionale vengano attribuite all'Agenzia delle entrate e svolte da un apposito ente pubblico economico (si passa ad un altro assetto normativo), denominato Agenzia delle entrate riscossione, ente strumentale dell'Agenzia delle entrate, sottoposto all'indirizzo e alla vigilanza del Ministro dell'economia e delle finanze.
  Di seguito viene riportato l'andamento del risultato di esercizio della gestione societaria, dal quale si evince peraltro dalle nuove linee industriali (che non è il piano industriale e spiegherò poi perché fino ad oggi abbiamo avuto un articolo che parla di lettere riservate fra l'assessore Baccei e il governatore stesso) che sono state depositate dall'amministratore unico, avvocato Antonio Fiumefreddo, dove si vede un risultato di esercizio e per il 2015, diversamente da quello che si vuole far apparire sulla stampa, la riscossione è stata inferiore.
  Passiamo infatti da un meno 5,3 del 2010 a un meno 15,6 del 2015, chiaramente nel 2010 Fiumefreddo non c'era, nel 2014 abbiamo meno 14,6 e c'è questo decremento nella riscossione almeno con riferimento al 2015. I dati del 2016 non li abbiamo, ma proprio oggi su la Repubblica sembrerebbe che l'assessore Baccei abbia chiesto di revocare proprio Fiumefreddo, ma lo ha chiesto nel mese di settembre con una nota ribadita il 22 febbraio (la lettera è controfirmata dai due ragionieri generali che si sono susseguiti nel tempo, i dottori Sammartano e Bologna) perché non sono stati depositati il bilancio e il piano industriale. Anche questo è di oggi, non fa parte di quella cartella e sono le lettere riservate fra l'assessore Baccei e Crocetta. Non è stato quindi depositato né il bilancio, né il piano industriale.
  Debbo dire a proposito delle performance della società Riscossione Sicilia che l'Assemblea regionale siciliana, quando era presidente non l'avvocato Fiumefreddo, bensì l'avvocato Lucia Di Salvo, evidenziava una rilevante situazione di criticità del piano finanziario della società, è intervenuta l'Assemblea regionale siciliana (parlo della legislatura in corso, nella quale il presidente è Crocetta e il presidente dell'Assemblea è il sottoscritto) rimpinguando per ben 40 milioni di euro.
  C'è tutta una procedura contabile, in parte sono somme dovute a Riscossione Sicilia per l'attività svolta, pari a 75 milioni di euro, successivamente con una norma abbiamo detto che venivano destinati non tanto come anticipazione, ma a titolo definitivo per sanare questo debito (chiamiamolo così per intenderci).
  Cosa avviene? Fatto questo rimpinguamento, arriviamo al 2015, viene nominato presidente della società l'avvocato Fiumefreddo, il quale ha sottolineato in una seduta del 20 ottobre molto agitata (purtroppo non è la sola, l'ultima l'abbiamo avuta qualche giorno fa) che nel permanere delle condizioni di squilibrio strutturale dei conti della società era necessario un ulteriore Pag. 5 intervento finanziario da parte della regione.
  Siamo nel 2015, la regione era intervenuta con 40 milioni di euro, l'avvocato Fiumefreddo in sede di assestamento di bilancio sostiene la necessità di un ulteriore rimpinguamento di ricapitalizzazione di 2,5 milioni, siamo nel mese di ottobre, nell'ambito del quale l'assessore regionale per l'economia, dottor Alessandro Baccei, ha evidenziato «l'esigenza che la società si dotasse prioritariamente di un piano industriale, al fine di pervenire a condizioni di equilibrio finanziario ed evitare dunque continue iniezioni di liquidità da parte della regione». C'è l'allegato di questa dichiarazione resa in commissione.
  La cosa strana è che le medesime considerazioni dell'assessore Baccei erano state riportate in un articolo del 19 ottobre 2015, quindi un giorno prima, dal quotidiano La Sicilia, nel quale si dava conto delle tensioni interne al Governo regionale, perché – stiamo attenti – vi è una serie di evidenti contraddizioni all'interno del Governo regionale, che poi vengono scaricate sull'Assemblea regionale, sulla sorte di Riscossione Sicilia.
  Cosa dobbiamo fare di Riscossione Sicilia? Questo era il punto, il dibattito che era stato avviato, e più in generale sul sistema più adeguato per ottimizzare l'attività di Riscossione Sicilia.
  Licenziamenti, debito e caso Montepaschi Siena. Riscossione Sicilia, l'altro fronte dello scontro Baccei/governatore. In questo momento l'Assemblea è completamente fuori da questo scontro, perché Baccei dice «ricapitalizzazione», l'assessore chiude la porta a Fiumefreddo.
  In tutto questo, anche se un anno dopo perché, come ben sapete, il giudizio di parifica sul rendiconto 2015 avviene a distanza di un anno da parte della Corte dei conti, leggo testualmente quanto la Corte dei conti scrive con riferimento all'attività di Riscossione Sicilia dell'anno 2015: «desta inoltre forte preoccupazione la reiterazione di massicci interventi finanziari da parte del socio regione, finalizzati a scongiurare la sospensione del servizio, che tuttavia non hanno inciso sull'incremento del gettito fiscale, ma solamente sul mantenimento di un apparato, i cui costi di gestione amministrativa, benché ridotti del 15,28 per cento rispetto al 2014, restano in assoluto ancora elevati (59,2 milioni)».
  È la Corte dei conti che dice che vi è una continua reiterazione e che non c'è stato il risultato sperato rispetto al 2014, e si evidenzia proprio l'assenza di un piano industriale.
  Questo è il primo momento di forte scontro (purtroppo non posso utilizzare altro termine) fra l'amministratore di Riscossione Sicilia e il Parlamento nella sua interezza.
  Nel corso dell'esame del disegno di legge n. 1108, Ulteriori variazioni di bilancio, la commissione bilancio nel testo esitato per l'aula ha approvato l'articolo 3, che prevede l'autorizzazione di 2,5 milioni per la ricapitalizzazione della società Riscossione Sicilia. Tale norma è stata successivamente soppressa durante un'articolata discussione in aula del disegno di legge, a seguito dell'approvazione con votazione a scrutinio segreto dell'emendamento 3.1 a firma del gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle.
  Cosa intendo dire? Che nell'Assemblea (ci sono i verbali) in tutte le sue componenti non c'è gruppo che non si è posto il problema se ricapitalizzare o meno Riscossione Sicilia alla luce anche della normativa a livello nazionale, che prevedeva un cambio di rotta per la stessa Equitalia (come si è detto, dal 1° luglio ci sarà un ente diverso), quindi cosa facciamo, continuiamo a gestire in proprio con Riscossione Sicilia, ci affidiamo direttamente a Equitalia o pensiamo a un soggetto terzo, che potrebbe essere una società regionale che non riscuota l'aggio (e correttamente dice in uno dei suoi interventi l'avvocato Fiumefreddo «così come previsto dalla normativa comunitaria»)? Era un dibattito molto articolato e molto significativo.
  Il 30 dicembre 2015, dopo la bocciatura a scrutinio segreto, la commissione aveva dato parere favorevole all'approvazione della ricapitalizzazione, il Movimento 5 Stelle chiede a scrutinio segreto la votazione, il Parlamento nella sua genericità decide di Pag. 6approvare di non ricapitalizzare, almeno per quella fase.
  Il 30 dicembre 2015 numerosi organi di informazione riportavano il contenuto delle dichiarazioni rilasciate dall'avvocato Fiumefreddo. In particolare, nell'edizione della Gazzetta del sud il presidente di Riscossione Sicilia (questo per ricollegarmi al discorso fatto in precedenza e all'attinenza con la trasmissione di Giletti, perché ogniqualvolta dobbiamo andare a ricapitalizzare Riscossione Sicilia si alza il polverone mediatico) dichiara che «il voto dell'ARS con cui si impedisce di fatto la ricapitalizzazione di Riscossione Sicilia è un atto di pirateria, non degno di un'aula parlamentare. Non mi meraviglierei se tra i pirati che si sono nascosti dietro il voto segreto ci fosse parte dei 61 parlamentari ai quali per la prima volta nella storia abbiamo notificato i pignoramenti delle loro laute indennità. Solo la magistratura può salvarci da mascalzoni travestiti da uomini delle istituzioni».
  La gravità delle accuse rivolte al Parlamento siciliano (qui non si colpisce il singolo, che avrebbe saputo tutelarsi nelle sedi giudiziarie apposite, ma si colpisce e si tenta di condizionare un organo politico, che ha il compito del controllo sia sul Governo, sia sulle società vigilate dal Governo, quindi anche Riscossione Sicilia) inducevano il consiglio di presidenza dell'Assemblea regionale siciliana, nella seduta del 30 dicembre 2015, con verbale n. 40, ad autorizzare il presidente dell'Assemblea a proporre formale querela nei confronti dell'avvocato Fiumefreddo per il reato di diffamazione, di cui all'articolo 595, commi 3 e 4 del codice penale, anche al fine di tutelare l'istituzione e di garantire la libera determinazione dell'organo politico.
  Nel giro di due mesi, quindi, viene bocciata in fase di assestamento di bilancio la ricapitalizzazione, la commissione successivamente approva un emendamento, che troverà approvazione consequenziale in aula, per un'ulteriore ricapitalizzazione (siamo a marzo 2016) di quasi 18 milioni di euro per il 2016 e 18 milioni di euro per l'esercizio 2018, quale saldo delle somme dovute alla società dalla regione.
  Nel corso del successivo esame d'aula (questo è un dato fondamentale per comprendere perché si è alzata questa attenzione mediatica), nella seduta che parte dal mese di febbraio senza sospensione per chiudersi al 2 marzo, a seguito della presentazione degli emendamenti 33.3 e 33.7 da parte del gruppo parlamentare di Forza Italia, si è sviluppato un lungo ed articolato dibattito, che ha portato all'approvazione di una riscrittura dell'articolo da parte del Governo con l'emendamento 33-bis (ci sono i documenti).
  Cosa intendo dire? Il gruppo di Forza Italia, ma non solo, sostiene la tesi (e la documenta) che, considerato che è in atto una trasformazione in Italia per quanto riguarda il sistema di riscossione in generale, sia opportuno passare tutto ad Equitalia. Giusto, sbagliato, si poteva fare diversamente? L'aula dice: «non siamo in condizioni di decidere».
  Interviene correttamente il governatore, si svolge una conferenza dei capigruppo, così come è normale nella dialettica parlamentare (non sta certo a me dirlo, siete certamente più autorevoli di me), in conferenza dei capigruppo si conviene un emendamento concordato con il Governo, che viene successivamente approvato all'unanimità: procediamo alla ricapitalizzazione così come chiesto dal Governo e quindi da Riscossione Sicilia, impegnando la giunta di Governo entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge a presentare all'Assemblea regionale siciliana un piano organico per la ridefinizione del sistema di Riscossione in Sicilia, così come ha chiesto il Movimento 5 Stelle, così come ha chiesto parte del PD, così come ha chiesto Forza Italia, così come hanno chiesto anche singolarmente i vari parlamentari.
  A me piace citare in questo contesto (ho portato appositamente il verbale) l'intervento di una deputata del Movimento 5 Stelle che fa parte della commissione bilancio, che evidenziava come più parlamentari avessero presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'economia e fosse intervenuto il sottosegretario Zanetti, per capire se potessimo attingere direttamente alla piattaforma della SOGEI, perché Pag. 7 c'era un problema di supporto tecnologico che mancava. La risposta all'interrogazione del Movimento 5 Stelle fu che si poteva attivare un accordo di programma fra pubbliche amministrazioni.
  Era quindi in corso un dibattito, non eravamo in condizione di decidere in quel momento, con un emendamento concordato in sede di conferenza dei capigruppo con lo stesso Governo noi ricapitalizziamo in questa fase, pur considerando che nel resto d'Italia si è avviata una riscossione molto significativa. Ci sono infatti dei dati che abbiamo portato nei quali si evidenzia che, a differenza di quello che sostiene l'amministratore di Riscossione Sicilia che parla di maglia rosa per la Sicilia, nel resto d'Italia si era data una sterzata, perché probabilmente anche per il rapporto con la SOGEI vi erano dei supporti informatici e tecnologici più all'avanguardia. Lo stesso sottosegretario alle finanze dà la soluzione di attivare gli accordi di programma.
  Diamo questi 90 giorni di tempo al Governo, siamo praticamente ai nostri giorni e non succede assolutamente nulla. Di questo piano che avrebbe dovuto presentare il Governo non c'è assolutamente traccia.
  Si è pure detto all'esterno che non so quale parte politica o quale assemblea nella sua interezza avesse addirittura deciso di destituire l'avvocato Fiumefreddo. Non è così: durante il dibattito d'aula vi erano state forti tensioni, l'avvocato Fiumefreddo decade perché due componenti del consiglio di amministrazione, che era composto da tre, si dimettono e, in base al codice civile, dimettendosi in due decade l'intero consiglio di amministrazione. L'assemblea vota anzi un emendamento, che diventerà poi articolo di legge definitivo, dove dà la possibilità al presidente della regione (quindi non c'è nessuna prevenzione nei confronti dell'avvocato Fiumefreddo) di nominarlo addirittura amministratore unico.
  Nel corso del dibattito d'aula (ci riferiamo a questa ricapitalizzazione con questo impegno) l'assessore regionale per l'economia, dottor Alessandro Baccei, nel ribadire che «la società presenta una perdita strutturale di 15-20 milioni di euro annui», rappresentava l'esigenza di intervenire per assicurare comunque in quel momento il pagamento degli stipendi del personale, rimettendo all'aula la decisione in merito alla ricapitalizzazione, cioè il Governo stesso per bocca dell'assessore dice: «decida l'aula». L'aula decide di ricapitalizzare – sottolineo – sulla base di questo impegno che si era assunto il governatore.
  Nell'ambito della discussione circa la migliore soluzione da adottare per garantire un efficiente servizio di riscossione, tra gli interventi dei parlamentari si segnala quello dell'onorevole Falcone, capogruppo di Forza Italia (segnalo quello perché è stato un intervento di carattere tecnico), il quale sottolineava come nel resto d'Italia le performance di riscossione di Equitalia fossero di segno positivo, a fronte delle costanti perdite da parte della società Riscossione Sicilia, tutto a differenza di quello che veniva rappresentato, citando a tal fine il rapporto de Il Sole24Ore sul sistema di riscossione delle entrate e dei tributi in Italia.
  Diversamente, l'amministratore della società, avvocato Fiumefreddo, aveva dichiarato che in Sicilia si registra la più alta percentuale di progressione in Italia della capacità di riscossione, secondo quanto riportato da un articolo del 4 gennaio 2016. Noi parliamo con dati di fatto, parliamo con dati che vengono fuori dalla Corte dei conti e, nonostante questo, in questa situazione di incertezza diamo la possibilità al Governo di presentare questa nuova proposta.
  Arriviamo al 2017. Tale piano non è mai stato presentato dal Governo, che nel successivo mese di marzo ha nominato Fiumefreddo amministratore. In atto abbiamo il disegno di legge 2017, dove si chiedono rimpinguamenti per 120 milioni di euro, quindi in atto noi abbiamo questa discussione. Sorvolo sui capitoli da quali attingere, perché sono spalmati su vari capitoli. Mentre l'Assemblea regionale siciliana ...

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Scusi, 120 milioni per fare che?

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Per ricapitalizzare Pag. 8 ulteriormente Riscossione Sicilia nel corso degli anni fino al 2019.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Per tre anni?

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Sì, per tre anni. Nel dettaglio sono 32 milioni per il 2017, 27 milioni per il 2018 e il 2019, ulteriori 10 milioni di euro sono altresì stanziati per l'esercizio 2017, tutta una serie di somme per dare copertura a diverse postazioni.
  Mentre l'Assemblea regionale siciliana discute se ricapitalizzare o meno, perché questa è l'indicazione che viene dal Governo, poi scopriamo oggi, con l'articolo che ho citato che non fa parte di quella rassegna stampa, di questa lettera riservata, che sempre con una lettera riservata l'avvocato Fiumefreddo invita il governatore a sciogliere Riscossione Sicilia, chiudere subito Riscossione Sicilia abolendo l'aggio.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Come era venuto in possesso di questa corrispondenza riservata?

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Questo è quello che ci chiediamo noi, onorevole. Questo io lo leggo.
  Guardi, è così particolare questa corrispondenza riservata che la lettera è partita di sabato e lunedì è uscita su La Repubblica, ed era una lettera riservata fra l'amministratore Fiumefreddo e il presidente Crocetta, dove scrive: «Caro presidente, è arrivato il momento di un tuo provvedimento in Sicilia che dia esempio per l'Italia. Ti chiedo di abolire l'aggio e di eliminare l'esattoria, riportando funzioni e personale nel dipartimento economia della regione».
  Il destinatario della lettera inviata sabato è Rosario Crocetta, l'articolo è di lunedì, il mittente è l'amministratore unico di Riscossione Sicilia, che fa tutta una serie di considerazioni oggettive che ci possono pure stare, che erano in parte richiamate nel dibattito d'aula da parte dei singoli parlamentari, però la richiesta ufficiale era sempre quella di ricapitalizzare.
  Noi avevamo chiesto al governatore: «presentaci un piano, andiamo con Equitalia o facciamo una società nuova, così come Equitalia ha fatto con il Ministero dell'economia o continuiamo con la ricapitalizzazione?». Da un lato ci sono queste lettere riservate.
  Il governatore non ha presentato alcuna nota, alcun confronto con l'Assemblea, in tutto questo articolarsi di lettere riservate da un lato all'altro, che poi trovano sfogo sulla stampa, l'Assemblea regionale siciliana viene vista come il coagulo di un gruppo di criminali nella sua interezza che non vuole ricapitalizzare Riscossione Sicilia chissà per quali loschi interessi, e io a questo discorso non ci sto, non ci posso stare. Lo dico non personalmente, ognuno di noi può avere le proprie debolezze, i propri torti, però questo è un discorso per colpire l'Assemblea regionale siciliana.
  Ieri sera c'è stata una trasmissione che già nel titolo era simpatica, la trasmissione Quinta Colonna. L'assunto è che in Sicilia c'è una sorta di guarentigia e non si possono pignorare i vitalizi dei deputati regionali, «Scandalo vitalizi impignorabili», alla presenza chiaramente dell'avvocato Fiumefreddo che avrebbe denunciato tutte queste cose e che adesso vorrebbero estromettere.
  È chiaro che c'è un condizionamento dell'Assemblea in questo momento e che si è avviata una campagna mediatica, che non ha la finalità di risolvere i problemi di Riscossione Sicilia. Ma non lo dico io, lo dicono i sindacati, perché i sindacati dopo la trasmissione del 6 marzo, dalla Fabi alla Fisac-Cgil, «invitano il Governo della regione e i parlamentari regionali a prendere atto che non esistono più le condizioni per tenere in vita Riscossione Sicilia, la società che nell'isola si occupa della riscossione dei contributi.
  Siamo preoccupati delle dichiarazioni rilasciate alla stampa dall'attuale amministratore unico, Antonio Fiumefreddo, che ventila l'ipotesi di sciogliere la società e di passare tutto alla regione, perché ciò potrebbe preludere alla creazione di una nuova Pag. 9società o di un nuovo carrozzone. Per i sindacalisti la strada maestra da seguire è quella già in fase di attuazione a livello nazionale e coinvolge tutte le altre regioni, che prevede il passaggio di tutto il personale di Equitalia al nuovo ente economico nazionale».
  Questo è lo stato dell'arte, questi sono i documenti. Come presidente del Parlamento non è tollerabile che proprio ieri l'amministratore di Riscossione Sicilia pubblichi un video con in sottofondo le note de Il padrino, perché siamo ormai al folklore, ma fare politica è una cosa seria. Riporta una seduta convulsa, dove probabilmente in alcune parti ha ragione l'avvocato Fiumefreddo, in alcune parti avranno torto i singoli deputati, ma non si può delegittimare un'istituzione mettendo il lavoro di una commissione con il sottofondo de Il padrino. Questo non è consentito a nessuno.
  C'è questa forma di condizionamento psicologico e ho voluto essere presente qua per manifestarlo alla Commissione che si occupa dei fenomeni della mafia e dell'antimafia, l'antimafia quella seria e l'antimafia quella di facciata. Per questo sono qua, pronto a qualunque considerazione, a qualunque domanda a cui riterrete possa essere sottoposto. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Ricordo ancora una volta che è il presidente Ardizzone che ha chiesto di essere audito e da quello che ci ha detto credo sia chiaro il motivo, però, per legare quanto ci ha detto alla finalità dei lavori della nostra Commissione, ho la necessità di fare alcune domande.
  L'avvocato Fiumefreddo, quando ha chiesto di essere audito da questa Commissione, nel corso della sua audizione ha sostanzialmente affermato che la mafia era l'elemento condizionante principale del mancato svolgimento delle funzioni istituzionali di Riscossione Sicilia e in genere di un problema annoso in Sicilia sulla riscossione.
  Naturalmente noi da questo punto di vista riteniamo che certe affermazioni siano nella sede giusta, al di là poi della veridicità delle stesse. Ora devo farle queste domande: 1) se secondo lei l'affermazione fatta da Fiumefreddo abbia un fondamento e, se sì, quali siano secondo lei gli elementi sui quali noi possiamo lavorare e aiutare nell'indagare i fenomeni mafiosi, provare a farli emergere e trovare anche gli strumenti per combatterli; 2) capisco perfettamente un presidente di un'assemblea (lo hanno fatto anche i Presidenti di Camera e Senato quando c'è stato un tentativo di delegittimazione delle istituzioni in quanto tali), però, al di là di chi sono (sarebbe interessante sapere chi sono, magari dalla documentazione lasciata da Fiumefreddo è possibile evincerlo), ma condividendo con lei il fatto che non si può delegittimare un'istituzione, tra i componenti dell'Assemblea regionale ci sono persone e deputati regionali che non svolgono e non hanno onorato i loro impegni nei confronti della società di riscossione?
  Questa domanda non posso non fargliela, presidente, perché lei per difendere le istituzioni deve isolare in qualche modo le persone che hanno certi tipi di comportamenti, perché è su questo elemento che fa forza anche una propaganda che finisce per colpire in maniera indiscriminata le istituzioni e magari assolve in qualche modo chi è responsabile.
  La terza domanda. Come Fiumefreddo ci ha parlato di condizionamenti mafiosi nel funzionamento della società che presiede, lei qui ha concluso il suo intervento puntando il dito contro un'antimafia di facciata. Non posso quindi non chiederle, visto che questa Commissione sta lavorando anche sull'antimafia, in particolare in Sicilia, di essere più chiaro su questo punto, perché secondo lei l'audizione di Fiumefreddo e le sue affermazioni anche in trasmissioni televisive, non diverse da quelle che ha detto qui sia in seduta segreta che in pubblica, rientrano nell'antimafia di facciata? E perché, cosa c'è sotto? Perché si punta il dito contro una mafia che c'è e condiziona effettivamente o è l'antimafia di facciata che la crea, per legittimare cosa?
  Io queste domande gliele devo fare, presidente, anche perché è sicuramente molto interessante quello che lei ci ha detto, ma noi dobbiamo collegarlo ai fini istituzionali Pag. 10della nostra Commissione, capisce bene, perché un'audizione come la sua è sicuramente di interesse per la Commissione finanze (non ci sono dubbi), ma per renderla interessante e importante per la nostra Commissione ci deve aiutare a chiarire questi nodi. In seguito i colleghi forse vorranno porle altre domande. Prego.

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Andiamo alla prima, la mafia. La mafia ha condizionato il sistema dell'esattoria? Certamente, il sistema delle esattorie, i fratelli Salvo, è indubbio: attraverso il sistema dei Salvo (lo dicono i documenti storici, lo dice la cronaca, è già diventata storia) c'era un forte condizionamento della politica siciliana, ma stiamo parlando di decenni fa.

  PRESIDENTE. Oggi secondo lei questo non c'è, presidente?

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Sulla base della documentazione che ho io non credo che ci sia un sistema che voglia frenare la ricapitalizzazione o meno di Riscossione Sicilia.
  Anch'io ho letto (l'ho letto sulla stampa, ma non ho elementi per decidere) di un contenzioso significativo con il Monte dei Paschi, e di questo va dato atto al governatore Crocetta e all'amministratore Fiumefreddo che, se c'è un problema, è giusto rivolgersi nelle sedi giudiziarie opportune, e hanno fatto benissimo. Loro hanno la documentazione in loro possesso, se hanno fatto questo... ma è quello che io ho letto dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa e a volte in Commissione.

  PRESIDENTE. La interrompo un attimo. Come organo di controllo del Governo forse anche lei può svolgere una sua funzione, anche la commissione parlamentare antimafia della Sicilia può svolgere una sua funzione. Ripeto, l'Assemblea regionale ha una funzione di controllo nei confronti del Governo, non è solo un problema giudiziario se si è verificato quello che è scritto sui giornali per quanto riguarda il rapporto con il Monte dei Paschi.

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. È corretto, è talmente corretto che la Commissione antimafia proprio qualche mese fa ha audito l'avvocato Fiumefreddo, però per il rispetto che nutro nei confronti della commissione antimafia regionale siciliana io non sono mai voluto entrare nel merito delle audizioni, perché sono segretate, anche se potrei prenderne visione. La Commissione ha sentito l'esigenza di ascoltarlo e vedere quali erano le questioni che venivano poste dall'avvocato Fiumefreddo.
  Ci sono singoli che hanno condizionato la vicenda della ricapitalizzazione o meno? Probabilmente ci sono, vuoi per ripicca personale (chiamiamola così) che non dovrebbe stare nelle aule parlamentari, vuoi perché qualcuno stranamente si è sentito leso dalla pubblicazione delle cartelle esattoriali (anche su quello ci sarebbe molto da discutere), però molti singoli hanno inteso rivolgersi singolarmente agli organi di giustizia che verificheranno se siano stati lesi, perché vedersi spiattellati sulla stampa come grandi evasori a cui erano stati avviati pignoramenti.... Guardi, non voglio entrare nel merito di queste cose, perché anche quella è una forma di pressione psicologica, molti parlamentari hanno deciso di pagare pur sapendo che quel pagamento non era dovuto, perché c'erano notifiche non effettuate, c'era qualcosa che non funzionava.
  Qui parliamo di piccole cartelle esattoriali, sono stati tutti buttati sulla stampa, così come ci sono casi di parlamentari che hanno fatto ricorso e si sono visti annullare le cartelle esattoriali e addirittura il tribunale ha condannato Riscossione Sicilia al pagamento sostanzioso di spese giudiziarie, perché non erano dovute, perché già l'Agenzia delle entrate aveva annullato quelle cartelle e Riscossione Sicilia non lo sapeva.
  Ma questo ci può pure stare, perché c'è una mancanza di comunicazione fra Agenzia delle entrate ed Equitalia, come succede in Sicilia e succede nel resto d'Italia. Certo, l'avvocato Fiumefreddo su questo ha fatto bene, se ha ritenuto che ci siano dei singoli Pag. 11che abbiano condizionato l'attività di Riscossione Sicilia o che l'abbiano incentivata, ha ritenuto di presentare delle denunce nelle procure di pertinenza, abbiamo avuto notizia negli ultimi giorni che, anche se non sono indagati i parlamentari, la giustizia farà il suo corso per verificare se ci siano queste agevolazioni. Ognuno di noi esprime dei giudizi, ma sono personali e quindi non appartengono a questa sede.
  Antimafia di facciata? Sì, antimafia di facciata, perché io posso concepire che l'avvocato Fiumefreddo venga in questa Commissione e anche con atti segretati, ed è importante che quando si dicono delle cose che hanno una valenza che riguarda proprio la questione della mafia, quella pericolosissima, si venga in questa sede, si spieghino le cose, si vada in Parlamento, si vada in Commissione antimafia, si dica quello che si può dire, si interloquisca con il governatore, ma non si fa il giro di tutte le trasmissioni, presidente. Questa è un'antimafia di facciata, perché significa che io voglio trarre un beneficio di ordine politico, d'altronde è sotto gli occhi di tutti, è nella documentazione, che ha inventato un suo movimento in affiancamento a quello del governatore Crocetta, e nessuno può impedire questo.
  Allora rientriamo in quell'antimafia di facciata perché, se io sono amministratore di una società, non ho bisogno di sbandierare ai quattro venti il lavoro che ho fatto, io vado in Commissione antimafia, faccio segretare gli atti, vado in Parlamento, presento il piano...

  PRESIDENTE. Va in procura.

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Va in procura. Mi risulta che sia andato in procura a denunciare alcuni fatti, e ha fatto bene ad andare in procura. Più volte, guardi, l'avvocato Fiumefreddo ha provocato i singoli, ma io personalmente non ho mai né parlato telefonicamente, né visto di presenza l'avvocato Fiumefreddo, eppure uno viene sempre tirato in ballo su tutte le vicende, ma – ripeto – io sono qua per rappresentare la posizione del Parlamento.

  PRESIDENTE. Le faccio un'altra domanda e poi lascio la parola ai colleghi. Se questa società non ha ottenuto i risultati che dovrebbe ottenere, è al centro di una polemica o comunque sicuramente non è elemento di chiarezza nei rapporti anche tra le istituzioni, questo insistere sulla ricapitalizzazione peraltro di una società che dovrebbe portare denaro e invece costa, che dobbiamo fare, avete intenzione di continuare così? Anche questa forse non è una domanda da presidente dell'Antimafia però, siccome lei ha insistito molto su questo aspetto, anche l'uso corretto del denaro pubblico è un modo per combattere la mafia.
  Io non sono una grande esperta di questi problemi, però sentendola parlare... Fiumefreddo è venuto qui e ha detto di aver ottenuto grandi risultati, lei oggi ci viene a dire che non è così, addirittura certificati dalla Corte dei conti, probabilmente ha ragione lei, la domanda è: perché continuare la ricapitalizzazione, perché continuare a spendere soldi per chi dovrebbe portarli e non pensare ad avere anche altri strumenti, come del resto l'indirizzo nazionale è?

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. È proprio questo il punto, e ci ricolleghiamo all'ultima delle prime tre domande, all'antimafia di facciata. Perché? Perché ce lo chiediamo tutti.

  PRESIDENTE. Ma perché lo fate allora?

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Perché facciamo cosa?

  PRESIDENTE. Perché ricapitalizzate, se è uno strumento inefficace?

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Ma infatti, presidente, questa è una questione proprio di antimafia, non di Ministero delle finanze, perché, se addirittura nella trasmissione di Giletti si parla di un patto criminale Pag. 12 se non si procede alla ricapitalizzazione, psicologicamente un condizionamento c'è. Su questo non c'è dubbio, perché siamo tutti visti come criminali, abbiamo un patto criminale sancito, che parte dai Salvo e arriva fino alla nostra epoca. Questo non è consentito.
  In Assemblea ci saranno le responsabilità dei singoli (sicuramente ci sono), ma il condizionamento mediatico non può avvenire, perché ritorniamo nell'antimafia di facciata, perché si vuole fare carriera politica additando al pubblico ludibrio il Parlamento regionale, sapendo che le responsabilità sono altrove: sono nella mancanza di un disegno strategico da parte del Governo regionale che doveva dare adempimento ad una norma, che tutti assieme all'unanimità abbiamo approvato in Assemblea regionale siciliana.

  GIUSEPPE LUMIA. C'è sempre da imparare nella Commissione parlamentare antimafia, presidente: questa è la prima volta che assisto a un'audizione in cui l'oggetto della discussione non sono le collusioni mafiose, non sono le denunce mafiose, ma sono delle valutazioni legittime che vengono fatte a prescindere dallo specifico oggetto di cui noi ci occupiamo.
  L'avvocato Fiumefreddo da quanto ci risulta ha fatto tre cose: ha denunciato di fronte alle procure dei fatti specifici in ordine a situazioni criminali e mafiose, è venuto in Commissione parlamentare antimafia e ha segretato la sua audizione, presentandoci dei fatti specifici, quindi con fatti specifici. Non so se lo posso dire, presidente, ma non ci ha parlato né di conti, né di conflitti, né di leggi, a parte aver sfiorato questi argomenti, perché non era questo il luogo dove venire a dire la sua, magari in contrasto con quello che sta dicendo lei.
  Non è venuto a dirci questo, ci è venuto a parlare della questione specifica che interessa la Commissione antimafia, quali i settori merceologici, quali gli affari, quali gli interessi ,quali i meccanismi.
  Apprendo da lei che l'ha fatto anche nella commissione regionale antimafia, non so il motivo per cui si è interrotto quel dialogo che si è consumato – lei ha detto – anche in modo rocambolesco, e devo dire che lei è stato corretto perché ha detto in parte forse anche per responsabilità di una commissione (non so quale) all'interno dell'Assemblea...

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Bilancio.

  GIUSEPPE LUMIA. Bilancio, e quindi il luogo istituzionale non è stato esautorato. Poi lei sa, presidente, che il dibattito pubblico in qualunque Parlamento del mondo è pesante, è difficile. Io spesso non condivido il linguaggio che demonizza la politica e le istituzioni, ma questo è un dibattito che c'è in tutti i Parlamenti del mondo e la Commissione antimafia non è il luogo per dirimere la correttezza del dibattito pubblico in ordine a quello che si valuta diversamente in democrazia, con opinioni diverse e responsabilità diverse.
  Sarebbe invece importante (e mi dispiace non averlo sentito) accanto a quella ricostruzione, ad esempio, poiché lei ha detto in un passaggio importante parlando della patrimonializzazione che Riscossione Sicilia vantava un debito nei confronti della regione di ben 75 milioni ed è stata ricapitalizzata solo per 40 milioni, ma magari approfondendo (qui non abbiamo gli strumenti) si scopre che non c'è nessuna dazione a favore di Riscossione Sicilia, ma forse c'è al ribasso un pagamento di un debito.
  Non è questo però il luogo dove poter sciogliere questo nodo, come capirà bene, è la Commissione finanze a dover sciogliere il nodo se sia giusto ricapitalizzare o no, se si ricapitalizza per rispondere a un debito, come lei stesso ha detto, di ben 30 milioni inferiore, oppure se si sta capitalizzando oltre misura. Sono valutazioni che spettano ad altre sfere istituzionali.
  Qui sarebbe importante capire se oggi un modello di riscossione, un'organizzazione di riscossione, fatti specifici abbiano un'attinenza con la presenza mafiosa oppure no. Fiumefreddo questo ce l'ha detto. Sarebbe stato interessante da parte sua sostenere questa parte, perché questa parte delicata e importante va ben al di là della Pag. 13polemica politica, perché la polemica politica c'è e ci sarà, ma noi abbiamo un problema molto serio, la mafia ci toglie libertà e democrazia, quindi su questo argomento specifico dobbiamo essere uniti e ognuno di noi dare il suo contributo, anche lei con i poteri che ha.
  Io quindi mi aspetto anche su questa seconda parte un contributo importante, accalorato, appassionato quanto la prima, perché anche questa parte è un dovere su cui tutti dobbiamo scommettere, senza divisioni e senza strumentalizzazioni.

  PRESIDENTE. Vuole interloquire?

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Sono state fatte considerazioni. È chiaro che la lotta alla mafia ci deve unire, però il confine fra mafia e antimafia – lei mi insegna, onorevole Lumia – è molto sottile, soprattutto negli ultimi tempi.
  Giustamente la presidente Bindi mi faceva notare: ma perché allora si continua con la ricapitalizzazione? È proprio di oggi: basta, mi dimetto, vogliono chiudere Riscossione Sicilia perché ci sarebbe alla base un patto criminale. Fa parte di questa Commissione tutta la vicenda, perché c'è un forte condizionamento da parte dei singoli, ma soprattutto da parte di questo attacco mediatico messo in piedi dall'amministratore. Glielo dico con la massima chiarezza. Non voteremo con serenità, perché comunque andrà a finire, se non si voterà la ricapitalizzazione, verremo additati come quelli che hanno il patto con i criminali, con la mafia, quindi non faremo un buon servizio alla Sicilia.

  ANGELO ATTAGUILE. Io devo dire che quello che mi ha sorpreso e per cui mi sono fatto promotore dell'audizione di Fiumefreddo è aver letto sui quotidiani siciliani che c'era un sistema che non dava trasparenza agli appalti e che a questi partecipavano ditte in odor di mafia, c'era un grosso debito che veniva rateizzato, addirittura neanche si pagava la prima rata e davano il DURC per partecipare alle gare, quindi c'era un sistema che non soltanto danneggiava la persona onesta, ma favoriva le ditte in odor di mafia in modo illegale.
  La cosa quindi mi preoccupava e mi preoccupa tantissimo. Questa non è antimafia di facciata, questa è una cosa veramente pesante perché, se è effettivamente così, ha ragione Fiumefreddo a dire di aver paura a circolare in Sicilia.
  Questa è la cosa che mi ha colpito. Ecco perché, avendolo letto sui giornali, volevamo sapere se sia una cosa effettivamente vera, perché danneggia non soltanto da un punto di vista economico, ma anche da un punto di vista sociale.

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Onorevole Attaguile, come faccio io a risponderle se è vera o non è vera l'affermazione fatta da lui? Sicuramente avrà avuto elementi per andare in procura (mi risulta che sia andato in procura) e ha fatto benissimo.
  Da qui, come passaggio istituzionale – ribadisco – a criminalizzare tutto il Parlamento ce ne vuole, perché sono convinto che queste cose saranno state dette in Commissione antimafia e in Sicilia c'è una classe dirigente che si sa attrezzare per contrastare la mafia.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, presidente Ardizzone. Io volevo chiederle questo: l'amministratore Fiumefreddo durante la sua audizione ha parlato di un passaggio dall'8 per cento al 14 per cento delle riscossioni durante il periodo della sua amministrazione. Mi sembra di aver capito dalla sua relazione che queste notizie che ha portato qui l'avvocato Fiumefreddo non trovano riscontro nei documenti che lei qui consegnerà, quindi le chiedevo una precisazione su questo, se può farla, se ha questi dati.
  La seconda è più una considerazione di carattere generale. Il condizionamento psicologico e la pressione nei confronti dell'Assemblea regionale, che sembrano messi in campo da questa campagna da parte di Fiumefreddo, purtroppo trova forte consenso nell'opinione pubblica, perché è ormai diffusa la percezione di una distanza siderale tra quelle istituzioni e i problemi e Pag. 14i bisogni dei cittadini siciliani. Questo glielo dico da siciliana, quindi la fa facile Fiumefreddo a continuare con questo tipo di campagna legittima, scorretta (ognuno può giudicarla come ritiene).
  Di sicuro impressiona il cittadino il fatto che, se effettivamente in Sicilia la riscossione è ridotta come è ridotta, cioè si parla di 50 miliardi di cui 30 ormai perduti, ci si chiede come è possibile che il Governo regionale non abbia agito in maniera tempestiva, chiedendo l'intervento sostitutivo dello Stato, attraverso delle misure di carattere eccezionale e che invece l'Assemblea discuta ancora se sia meglio l'opzione A, l'opzione B o l'opzione C.
  Noi come Forza Italia la stessa sera che Fiumefreddo è venuto qui, al di là dell'opinione che ciascuno di noi può avere su tutta questa vicenda, dati alla mano, attraverso una iniziativa innanzitutto di stampa, quindi di comunicato stampa, ma anche chiedendo una serie di audizioni in Commissione finanze al Senato, abbiamo immediatamente chiesto chiarimenti all'Agenzia delle entrate nazionale, al Ministro del tesoro, ai responsabili delle entrate, perché Riscossione non solo riscuote tributi regionali, ma interviene su tutto quello che è contributi, INPS, quindi ci sono mancate entrate nazionali. Come mai non si è fatto nulla? Questa è la cosa grave.
  Forse è in questo distacco, in questa distanza, in questo disinteresse che viene facile montare una campagna di discredito nei confronti delle istituzioni regionali. Come è possibile che Crocetta, l'assessore Baccei, la maggioranza, di cui credo lei faccia parte anche nella sua funzione di presidente...

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Io sono presidente dell'ARS...

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Ma comunque politicamente. Come è possibile che non vi siate posti il problema di accelerare il dibattito su questo tema? A quel punto non è difficile dire un giorno che è meglio sciogliere, un giorno non è meglio sciogliere, ma insomma gettare discredito.
  Fiumefreddo nelle agenzie che sono uscite poco fa e che penso lei avrà letto dice che non può più partecipare a riunioni di commissione dove ci sono inquisiti e indagati. Premesso che (Fiumefreddo è anche avvocato) essere indagati in un Paese civile non vuol dire niente, come è noto, vorremmo però sapere a chi si riferisca. Lei ci può aiutare a capire meglio a chi si riferisce, chi sono questi indagati, per quali tipi di reati sono indagati? Questa dichiarazione effettivamente lascia perplessi.

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Ho depositato la relazione della Corte dei conti. Ribadisco che la Corte dei conti evidenzia che c'è un ricavo di esercizio inferiore, passiamo da un meno 14,6 a un meno 15,6.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Quindi ha dichiarato il falso?

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Sto parlando del 2015, lui è diventato amministratore nel mese di febbraio.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Del 2016 ancora non c'è il bilancio.

  GIOVANNI ARDIZZONE, presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Per il 2016 Baccei ha chiesto al presidente Crocetta di intervenire, perché ancora non ha depositato il bilancio e il piano industriale. Ora vedremo nel giudizio di parifica della Corte dei conti cosa dirà su Riscossione Sicilia.
  Io non posso basarmi sulle dichiarazioni stampa perché, se io mi baso sulle dichiarazioni stampa, lo stesso Fiumefreddo aveva dichiarato che eravamo la maglia rosa in Italia, che avevamo un più 23 per cento sulle entrate tributarie. Ripeto, la Corte dei conti ci dice che non è assolutamente così, quindi non posso dire diversamente. Se poi dall'8 si è passati al 14...
  Onorevole Prestigiacomo, non interesserà chiaramente ai parlamentari non siciliani, però rispetto ad alcune affermazioni (non vorrei essere ripreso, ma se mi permette una parentesi) fatte nelle tv nazionali e uscite nella stampa del Nord Italia, Pag. 15 dopo le dichiarazioni rilasciate a L'Arena, si è detto che c'erano 52 miliardi di evasione in Sicilia, lo stesso Fiumefreddo aveva detto che nel resto d'Italia era 1220 miliardi, quindi il 4 per cento in Sicilia, pertanto la Sicilia ladrona foraggiava il Nord Italia. Questo fa parte appunto di quella campagna mediatica da mettere in piedi, che poi danneggia la Sicilia. Se poi ci sono 30 miliardi di crediti non riscossi, esiste l'istituto dell'interruzione della prescrizione. Questo si può fare benissimo.
  Per quanto riguarda tutte le altre questioni, perché si è fatto, perché non si è fatto, anche la mia presenza qua vuole servire a dare serenità al Parlamento siciliano. Per quanto mi riguarda io non commenterò il fatto di essere venuto in Commissione antimafia, chiaramente parlerò in Parlamento. Noi non ci dovremmo far condizionare, perché – ripeto – il messaggio che passerà all'esterno è che, se non viene ricapitalizzata Riscossione Sicilia, si dà seguito a quel patto criminale, che parte da lontano e che arriva fino ai tempi nostri, dove tutti sono indagati, dove tutto è brutto e il bello sta altrove.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, ringrazio il presidente Ardizzone. Credo, al di là del merito delle questioni che sono state oggetto di queste due audizioni dell'avvocato Fiumefreddo e del presidente Ardizzone, per noi come Commissione parlamentare antimafia si tratta sicuramente di due audizioni che non potranno che essere interessanti sotto il profilo soprattutto della nostra inchiesta sull'antimafia. Io credo che noi dobbiamo combattere la mafia, ma dobbiamo anche essere molto avvertiti nell'uso della lotta alla mafia per altri fini e per altri obiettivi.
  Questo non significa che questo si sia verificato in queste due audizioni, ma sicuramente c'è del materiale per riflettere in proposito, perché credo che questo sia importante.
  Grazie e buon rientro in Sicilia, presidente.

Sui lavori della Commissione.

  PRESIDENTE. Comunico anche, alla luce di quanto convenuto nell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi del 7 marzo 2017, il prossimo 21 marzo, alle ore 16, nell'ambito delle celebrazioni della Giornata per le vittime della mafia, una delegazione della Commissione si recherà in visita presso il museo MAXXI di Roma, dove è in corso la mostra fotografica dell'artista Letizia Battaglia, che a suo modo è una storia per immagini delle principali vicende della lotta alla mafia in Sicilia negli anni ’80 e ’90.
  Chi è interessato a partecipare è pregato di far pervenire quanto prima la propria adesione, ovviamente non ci sono limiti di partecipazione.
  Ricordo anche che domenica 19 mi recherò a Locri per le celebrazioni della Giornata delle vittime di mafia, organizzata da Libera e dalla Conferenza episcopale calabrese, alla presenza anche del Presidente della Repubblica.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.20.