XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 191 di Mercoledì 22 febbraio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 5  ... 5 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 6 
Gratteri Nicola , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 

Comunicazioni della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 6  ... 6

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 14.20.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore distrettuale di Catanzaro, Nicola Gratteri. L'audizione odierna ha ad oggetto il tema del rapporto tra mafie e massonerie, in particolare in Calabria alla luce dell'esperienza maturata dal dottor Gratteri in entrambi i distretti giudiziari calabresi, prima da procuratore aggiunto a Reggio Calabria e ora da procuratore capo a Catanzaro, anche se quest'ultimo incarico è molto recente, quindi sarà il procuratore a disporre sulle informazioni che intende darci. Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta. Nel ringraziare, pertanto, il procuratore Gratteri per la sua presenza, gli cedo volentieri la parola.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Con riferimento a questo tema, per forza di cose dobbiamo dare dei riferimenti storici per spiegare perché oggi molti ’ndranghetisti fanno parte anche della massoneria deviata. Che cos'è accaduto? Sul piano giudiziario, noi possiamo fissare la creazione della «santa» nel 1970. Prima di quella data, la dote più alta all'interno della ’ndrangheta era lo «sgarro». Le doti della ’ndrangheta, della società minore, sono: picciotto liscio, di sangue, di fibbia, camorrista, sgarrista. Con lo sgarro erano complete le doti della ’ndrangheta, doti o fiori. Nella ’ndrangheta non possiamo parlare di gradi, perché tutti i riferimenti che hanno a che fare con le forze dell'ordine sono aboliti nella ’ndrangheta, non possono essere usati. Nella nostra mente traduciamo dote con gradi. Sostanzialmente, uno sgarrista era anche capo locale, in una struttura apicale. Col mutare sociale e l'ingresso degli allora trentenni-trentacinquenni, all'interno della ’ndrangheta c'erano grandi discussioni di patriarchi di primissimo piano, come Antonio Macrì di Siderno, un capomafia che controllava tre quarti dell'università di Messina, per intenderci, che discuteva alla pari con cosa nostra americana. Quando è morto, c'erano quasi 40 mila persone ai suoi funerali. Venivano Totò Riina o Provenzano dalla Sicilia per incontrarlo. Riina e Provenzano andavano a incontrare anche don Stilo ad Africo, per intenderci. Questo serve a sottolineare come colpevolmente nei decenni passati la magistratura, le forze dell'ordine, la politica e il legislatore hanno sottovalutato quella che era la ’ndrangheta. I trentacinquenni, i quarantenni dell'epoca, pensavano di non poter più stare con quella ’ndrangheta che si interessava solo di abigeato, di guardianie, Pag. 4 di trasporto di inerti, delle fiumare, ma di dover contare di più e pensavano al fatto che stavano arrivando soldi per l'autostrada Salerno-Reggio, per la Liquichimica di Saline Joniche, per la costruzione del porto di Gioia Tauro. Volevano contare di più. Ci fu, quindi, grande frizione. I patriarchi della ’ndrangheta – Antonio Macrì, don Mico Tripodo e Piromalli, che poi si è convertito alla creazione della «santa» quando ha visto che cominciavano a morire questi patriarchi – non volevano, perché pensavano che ne derivasse un imbastardimento della ’ndrangheta. In realtà, il dato è che avevano potere assoluto. La gente portava loro i soldi senza bisogno che questi glieli chiedessero, pagavano spontaneamente la mazzetta per stare tranquilli. Vinsero i giovani, perché cominciarono a uccidere questi grandi patriarchi. Allora, crearono la «santa», la prima dote della società maggiore. Attenzione, c'è un ulteriore dato. Quando parliamo di picciotto liscio, di camorrista, di sgarrista, ogni dote ha un santo di riferimento: san Michele Arcangelo, santa Nunzia, santa Liberata. Perché è importante sottolineare questo dato? Con la creazione della santa, da quel momento non abbiamo più santi di riferimento, ma personaggi eccelsi del risorgimento, e cioè massoni: Mazzini, Garibaldi, Cavour. Cambia il dato, cambiano i riferimenti. I riferimenti della santa erano, quindi, personaggi eccelsi. Che cosa avevano in comune questi personaggi, Mazzini, Garibaldi e Cavour? Erano massoni. In origine, potevano esistere nella ’ndrangheta 33 santisti. Per distinguerli dalle altre figure, delle altre doti, in particolare della società minore, un santista non poteva essere ucciso, si doveva suicidare lui. Nel rito di affiliazione, infatti, si consegnava anche il veleno. Era una figura quasi mitica rispetto al resto della ’ndrangheta. Perché il successivo entrasse nella santa, doveva morire uno dei 33. Perché è stata creata la santa? Perché era importante? Qual era la discussione tra la giovane ’ndrangheta e i vecchi patriarchi? Che dovevano contare di più, entrare nella stanza dei bottoni, non più mettersi d'accordo su chi doveva vincere un appalto, ma se doveva essere costruita l'opera e dove, cioè entrare nel potere decisionale della gestione della cosa pubblica. Entrare nella massoneria deviata voleva dire avere a che fare con i quadri della pubblica amministrazione, con medici, ingegneri, avvocati, e anzi venti anni fa un collaboratore di giustizia ha detto che, conosciuto il gran maestro, partecipando alle riunioni incappucciati, ci potevano essere in ogni loggia tre incappucciati, tra cui anche dei magistrati che potevano partecipare a queste riunioni. Questo è stato il grande salto di qualità e questo è uno dei motivi per i quali la ’ndrangheta ha quasi sempre ucciso quando era assolutamente necessario e ha sempre cercato accordi con uomini delle istituzioni, ha sempre cercato un punto di contatto e un punto di incontro. Spesso, questi punti di contatto erano la conoscenza diretta, i rapporti diretti con i quadri della pubblica amministrazione, i rapporti diretti con i professionisti, con coloro i quali gestiscono la cosa pubblica, intesa in senso lato. Un'altra cosa importante che poteva e può fare il santista è fare il delatore. Sembra una bestemmia. Parliamo di ’ndrangheta e parliamo di delatori? Sì, un santista è l'informatore ufficiale del locale di ’ndrangheta che si rapporta con le istituzioni, è la cinghia di trasmissione, colui il quale si può rapportare con le istituzioni, può parlare, può dare anche informazioni, può anche far arrestare cinque, sei, dieci persone pur di preservare l'intera organizzazione. Dopo la santa, poiché tutti facevano pressione, abbiamo avuto altre doti. Immaginate un cono capovolto, quindi a salire cerchi concentrici sempre più riservati, come il vangelo, il quartino, il trequartino, il medaglione, sempre più, a mano a mano che andiamo avanti, a mano a mano che aumenta il numero degli ’ndranghetisti, a mano a mano che aumentano le richieste di entrare a far parte della ’ndrangheta. Pensate che solo in provincia di Reggio Calabria ci sono almeno 170 locali di ’ndrangheta e ci sono locali di ’ndrangheta di 100 persone, locali di ’ndrangheta di 1.500 persone. In un paese come Siderno, quando c'è stata la faida Commisso-Costa, c'erano almeno cinquecento persone pronte a sparare, che poi Pag. 5hanno sparato anche in Canada, perché uno si era spostato in Canada, per finire la famiglia o il blocco di persone contrapposto. Questo sul piano strutturale della santa e per spiegare come gli ’ndranghetisti attraverso la sua creazione hanno regolamentato il contatto e la possibilità di avere una doppia affiliazione, entrando cioè a far parte della ’ndrangheta e della massoneria deviata. Questo è quello che ci hanno raccontato più collaboratori di giustizia, almeno sette o otto, ma di più. Non ricordo adesso i nomi, perché non pensavo fosse questo il tema principale, ma ricordo ad esempio, nell'indagine «Saggezza», delle intercettazioni in chiaro di un capo locale. Stiamo parlando della zona Gerace, Antonimina, Canolo, Portigliola, Sant'Ilario, paesi preaspromontani sopra Locri per intenderci, le cui montagne formavano anche sul piano fisico quasi un grande anfiteatro, che loro chiamano corona. In quella circostanza, un'indagine di sei anni fa, fatta con il collega De Bernardo, ricordo delle intercettazioni tra un capo locale e un gran maestro, che se non ricordo male era della loggia di Locri o di Siderno, ma più di Locri che di Siderno. Interagivano, parlavano ed era chiaro che il capo locale sapeva con chi stava parlando, che stava parlando con uno ’ndranghetista, con una persona che aveva già avuto a che fare con la giustizia e non con un cardiochirurgo e dei massimi sistemi. Se volete che approfondisca, però dovremmo passare in seduta segreta.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Io volevo chiederle qualcosa sulle logge sciolte, a parte la documentazione che abbiamo.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Io non ho notizie riservate, da fonti aperte sappiamo che nella provincia di Reggio Calabria sono state sciolte tre logge massoniche, loro dicono «abbiamo abbattuto le colonne di tre logge massoniche». È ovvio che se sono state chiuse tre logge massoniche vuol dire che i fatti erano talmente gravi, talmente evidenti che hanno pensato fosse più conveniente abbatterle prima che succedesse qualcosa. Sostanzialmente, per quello che sento dire, diventa quasi un affare, è un'utilità riuscire ad avere a che fare con i quadri della pubblica amministrazione, gente potente, gente che può istruire una pratica in modo più veloce o meno, favorire in una nomina, quindi è ovvio che c'è una corsa, una gara, soprattutto in zone malfamate, povere. Pare che la provincia di Vibo sia quella a più alta densità massonica d'Italia. C'è come una corsa a diventare massoni. Allo stesso modo, cambiando l'ordine degli addendi, c'è una corsa a entrare nella ’ndrangheta, perché ancora alcuni ritengono sia conveniente, che sia un modo per sistemarsi o per trovare risposte che la politica non dà.

  PRESIDENTE. Procuratore, perché secondo lei, anche nel caso di logge soppresse, varie obbedienze massoniche non ammettono che questo è avvenuto per infiltrazioni della ’ndrangheta, ma si appellano a rituali e ad altro?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Io immagino che non si tratti di cose di poco conto. Cambiando l'ordine delle cose – non si offenderà nessuno – quando nella ’ndrangheta qualcuno commette un errore, uno sbaglio, una trascuratezza, non per forza di cose la sanzione è la morte. La sanzione è fargli la pipì sulla gamba, mettergli la testa nel water e tirare lo sciacquone, imbrattargli la faccia di sterco, sospenderlo per due o tre mesi dal partecipare alle riunioni. La sanzione più grave, è ovvio, è la morte; oppure, quando all'interno di un locale di ’ndrangheta c'è una guerra, il locale viene sospeso. Quando c'è stata a Locri la faida dei Cataldo o di Roghudi, il locale è stato sospeso, cioè il crimine di San Luca ha detto che per loro non esistevano come locale. Cambiando l'ordine degli addendi, io so che, se un Pag. 6massone sbaglia, commette un errore, non si chiude la loggia, ma il massone verrà messo in sonno per tre mesi, quattro mesi, ad esempio se ha millantato nella sua attività lavorativa. Per logica conseguenza, se le colonne sono state abbattute, quindi se il tempio è stato chiuso, sarà successo qualcosa di più grave delle mancanze o delle violazioni procedurali dell'ordine.

  PRESIDENTE. Non sarebbe nel loro interesse? Qual è il motivo per il quale non si denunciano pubblicamente queste situazioni?

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Si riconosce il loro sistema giudiziario, cioè il processo si fa all'interno.

  PRESIDENTE. All'interno, non all'esterno.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. I problemi si risolvono all'interno della famiglia.

  PRESIDENTE. È la stessa logica di qualunque società segreta.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Dico quello che so che accade.

  FRANCESCO D'UVA. Anche nelle imprese.

  NICOLA GRATTERI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. Avviene all'interno della camera di commercio.

  PRESIDENTE. Procuratore, la ringraziamo dell'utile contributo fornito.

Comunicazioni della presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che la riunione del IX Comitato «Mafia e manifestazioni sportive», già prevista per domani 23 febbraio 2017, non avrà luogo.
  Per un'ulteriore comunicazione propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.40.