XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 162 di Mercoledì 6 luglio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del prefetto Umberto Campini, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Badolato:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Campini Umberto , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Badolato ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Molinari Francesco  ... 6 
Gaetti Luigi  ... 6 
Molinari Francesco  ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Campini Umberto , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Badolato ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Campini Umberto , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Badolato ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Campini Umberto , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Badolato ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9  ... 9 

(La seduta, sospesa alle 14.20, riprende alle 15.10) ... 9 

Seguito dell'esame della proposta di relazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito (relatore: sen. Vaccari):
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Gaetti Luigi  ... 10 
Mirabelli Franco  ... 10 
Fava Claudio (SI-SEL)  ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 13.40.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del prefetto Umberto Campini, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Badolato.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del viceprefetto Umberto Campini, già presidente della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Badolato.
  L'audizione odierna prosegue gli approfondimenti sui comuni oggetto della relazione approvata nella seduta del 31 maggio scorso, che sono tornati al voto nella scorsa tornata elettorale dopo lo scioglimento per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Ringrazio il viceprefetto Campini per la disponibilità e anche per il lavoro che ha svolto in un territorio certamente non facile.
  Do la parola al viceprefetto Campini per lo svolgimento della sua relazione.

  UMBERTO CAMPINI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Badolato. Grazie, presidente. Vorrei ringraziare in via preliminare la Commissione parlamentare antimafia, perché ho avuto moltissime esperienze con le Commissioni antimafia dal 2003 ai nostri giorni e – devo dire la verità – è la prima volta che mi sento attenzionato e soprattutto partecipato rispetto all'impegno che ho svolto e condiviso con i miei colleghi. Per la prima volta noi possiamo raccontare e possiamo considerarci sostenuti nell'attività che svolgiamo.
  Sempre nell'ambito della premessa, aggiungo che la nostra attività è quella di chi è paracadutato all'interno di una struttura. Praticamente siamo inseriti in un contesto in cui vi sono collusioni, commistioni e solidarietà nei confronti di chi opera sul fronte dell'illegalità, che deve essere il nostro interlocutore. Come è logico le amministrazioni sono realizzate e strutturate proprio in funzione del passato e di come sono state portate avanti le varie gestioni amministrative.
  In verità, Badolato è un comune veramente particolare nella mia esperienza. Posso dire che racchiude in sé tutte le caratteristiche che definiscono un comune attenzionato da parte della criminalità organizzata.
  Perché dico questo? Prima di tutto, quando abbiamo iniziato questa attività, abbiamo trovato questo comune completamente desertificato dal punto di vista amministrativo.
  Nell'ufficio tecnico non c'erano funzionari degni di questo nome, anzi addirittura non c'era neanche un responsabile e l'abbiamo dovuto trovare in un comune vicino, Pag. 4«a scavalco», come si definisce in termini amministrativi questo tipo di attività. Abbiamo trovato un dirigente funzionario contabile che non esisteva. Abbiamo chiesto, quindi, sovraordinati, che ci sono stati assegnati con una certa difficoltà, perché deve essere verificata la loro attendibilità.
  Abbiamo trovato un sistema amministrativo che non consentiva di verificare alcunché per quanto riguarda i dispositivi amministrativi, gli atti, i documenti e tutto quello che poteva essere riconoscibile per dare una visione completa, non solo di quello che era successo, ma anche della situazione economico-finanziaria.
  In base alla mia esperienza acquisita – mi permetto di dirlo – credo che, quando si trova un comune così strutturato, vuol dire che questo è stato indebolito ad hoc e che lo sarà anche successivamente, se non si mantengono determinati ruoli e determinate caratteristiche e se non si valorizza il personale, rendendolo responsabilizzato.
  La mancanza di responsabilità all'interno di un comune e tra i suoi dirigenti, qualora ci siano, sta nel fatto che il sindaco dovrebbe dare loro una gestione indipendente, autonoma e certa del loro svolgimento, e, invece, di solito avoca a sé tutte le attività e le concede ai propri assessori. Sostanzialmente questo significa che nel corso del tempo i vari dirigenti si trovano frustrati, annichiliti e svuotati delle loro competenze.
  Pertanto, nell'impatto con una realtà come una commissione straordinaria quale quella che ho presieduto, certamente non collaborano. La collaborazione è mancata totalmente, posso dire apertamente la verità.
  Abbiamo segnalato più volte e abbiamo cercato di contemperare questa assenza di partecipazione con una richiesta di sovraordinati. Li abbiamo ottenuti, tutti di altissimo livello.
  Faccio soltanto un piccolo richiamo, che può essere sottoposto a questa Commissione come necessità da parte delle commissioni di avere dei sovraordinati.
  I sovraordinati sono a un tempo particolare, dopodiché devono essere prorogati. Tra l'attività e la proroga a volte noi perdiamo molto tempo, quindi non possiamo dare la cosiddetta «continuità dell'azione amministrativa».
  Magari abbiamo un ingegnere che ci viene assegnato e che sta svolgendo delle attività, ma poi per tre o quattro mesi deve aspettare che gli sia prorogato l'incarico con la commissione straordinaria. Questo naturalmente non facilita i compiti.
  Trovo necessario dire che avevamo un ingegnere, responsabile della sicurezza presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che stava svolgendo un'attività egregia e abbiamo dovuto aspettare quattro mesi perché gli fosse consentito un'altra volta di riattivarsi nel nostro comune. Questo naturalmente non agevola l'attività di una commissione straordinaria.
  Mi dispiace dover essere così sincero e così attento, ma certamente il nostro lavoro è anche un lavoro di fatica.
  Tale fatica, in un territorio come Badolato, è accentuata nella misura in cui quasi tutti i dipendenti avevano precedenti di polizia. Tutti i dipendenti hanno delle parentele con personaggi che sono stati collocati in un'elencazione che può essere considerata significativa per quanto riguarda l'attività successiva o antecedente alla commissione d'accesso.
  È un territorio storicamente ricco di una presenza della criminalità organizzata. Senza andare molto indietro nel tempo, negli anni 1960 furono uccisi sulla piazza due carabinieri.
  Se participi, come tutti i presidenti, a una processione... Lì le processioni sono molto sentite dal punto di vista religioso e anch'io, avendo un figlio sacerdote, partecipo volentieri a questi eventi, ma devo dirvi la verità: a ogni angolo della strada il maresciallo dei vigili urbani mi raccontava che era stato ucciso qualcuno.
  Questo non appare, però purtroppo dà un connotato di incertezza per chi si trova in un territorio che ha una storia da riconsiderare, che crea un retaggio – non so se mi spiego – anche culturale, che naturalmente determina all'interno di un territorio che la popolazione è tra il rassegnato e il partecipe nei confronti della realtà che gli è di fronte. Pag. 5
  Vengono presentati gli stessi candidati, vengono a partecipare all'attività del comune gli stessi tecnici e vengono sempre gli stessi interlocutori.
  Dopo questa premessa piuttosto lunga, vorrei arrivare a due fatti fondamentali che rivelano, ahimè, la situazione che noi abbiamo trovato.
  Posso dire che noi siamo stati molto amati dalla popolazione. Non vogliamo farci bravi, perché le cose che facciamo certamente verranno presto dimenticate. Aprire gli uffici e parlare con la cittadinanza ci ha permesso di conoscere cose che non avremmo potuto sapere all'interno della commissione, perché non avremmo potuto saperle dai funzionari, quindi era meglio andare a cercarsele, come era meglio andarsi a cercare la realtà territoriale, facendo continue ispezioni nel territorio.
  Se io non avessi visto che cos'era il porto, non avrei capito per quale motivo il porto era stato chiuso ed era stato sottoposto a un interesse da parte della criminalità organizzata. C'è stato un periodo in cui il porto di Badolato...
  Consideriamo prima di tutto un fatto molto importante. Io, venendo da esperienze del litorale ionico, so benissimo, come sanno molti, che la costa ionica è soggetta allo sbarco della droga. Questo è un fatto abbastanza evidente.
  Io prima ero in un altro comune, che si chiama Cirò. Nella spiaggia di Cirò, non di Cirò Marina – Cirò ha anche una parte di spiaggia – furono lasciati due pacchi da venticinque chili di hashish.
  Durante il trasporto i signori che utilizzano la costa tagliano addirittura gli eucalipti, che sono straordinari e meravigliosi. Sulla costa ci sono, peraltro, bellissimi gigli bianchi, che si ritrovano soltanto in Siria, quindi sono una particolarità da questo punto di vista. Tagliano gli alberi pur di arrivare presto alla strada provinciale 106 ionica e poter agevolare il trasporto della droga.
  Il porto di Badolato può essere di interesse straordinario, perché obiettivamente è l'unico porto disponibile sulla costa. Non ce ne sono altri. Soverato, che è un'altra cittadina piuttosto significativa per la sua storia, non ha un porto. L'unico porto che c'è è molto distante, a Roccella Jonica.
  Peraltro, il primo sbarco di migranti nel 2014 è avvenuto proprio nel porto di Badolato.
  Il porto di Badolato, come sapete dalla relazione della commissione d'accesso, era stato attenzionato dalla criminalità organizzata.
  Recentemente, purtroppo, abbiamo dovuto chiedere nella fase istruttoria iniziale la revoca di questa concessione, perché il titolare non ha pagato i canoni per molto tempo, per motivi connessi alla sua situazione e alle sue difficoltà. Devo dire che può essere giustificato da questo punto di vista.
  Proprio nel periodo in cui veniva richiesta in modo pressante la possibilità che questa concessione fosse affidata ad altri personaggi locali, nel 2008 veniva uccisa una persona nel porto di Badolato.
  Sono segnali, sono indicazioni, sono formulazioni, sono suggerimenti, che magari passano inosservati, ma che per coloro che vivono il paese territorialmente, giorno dopo giorno, certamente hanno un senso.
  Il porto di Badolato, peraltro, non è neanche collaudato e non potrebbe essere utilizzato. Mentre la commissione operava a pieno regime, è stato aperto addirittura un ristorante all'interno del porto, malgrado fosse stato posto sotto sequestro. È un'arroganza quasi insopportabile. Naturalmente abbiamo provveduto a farlo chiudere.
  Questi sono segnali di contrapposizione a un sistema che, invece, ha dato i suoi frutti, perché le persone si aprono molto allo Stato, credono molto nello Stato e vogliono avere una solidarietà da parte dello Stato. Non è vero che siano completamente rassegnate.
  Il problema è che purtroppo il sistema orizzontale della ’ndrangheta porta a un'assimilazione e, quindi, alla necessità di potersi rivolgere sempre alle stesse persone.
  Questa è la mia esperienza a Badolato. A questo punto, se mi è consentito, vorrei entrare in un meccanismo di riservatezza, che credo sia necessario.

Pag. 6

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. I lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  FRANCESCO MOLINARI. Il dottor Campini si ritrova con la stessa passione ad affrontare i problemi che ci ha illustrato con tanta veemenza.
  So che ci sono grossi problemi con il piano spiagge. Hanno gli stessi problemi, perché lì la spiaggia e il mare sono il bene su cui l'attenzione della ’ndrangheta cerca di condizionare da tutti i punti di vista.
  Le voglio porre una domanda da un punto di vista propositivo, perché abbiamo affrontato il problema dello scioglimento per mafia. La Commissione sta facendo un tentativo che, secondo me, è meritevole, che è quello di «stare sul pezzo», di cercare di capire i problemi, soprattutto stando vicino agli operatori che sul territorio li affrontano e di capire come riuscire a superarli.
  Badolato non è uno di quei comuni sciolti due, tre o quattro volte. Tuttavia, lei ha un'esperienza di lungo corso e, quindi, ci può dare delle indicazioni.
  Per esempio, vorrei sapere se lei non ritiene utile in casi del genere, proprio per ripristinare quel senso di affidamento allo Stato, prolungare lo scioglimento, cioè l'attenzione di una commissione, oltre i dodici o tredici mesi.
  Magari si potrebbe prolungare per un'intera legislatura – lo so che questo va a scontrarsi con dei princìpi costituzionali – nel caso si tratti della seconda o della terza volta. A quel punto, facciamo in modo che per un'intera legislatura sia lo Stato in prima persona ad assumersi integralmente la responsabilità.
  L'altra questione fondamentale, secondo me, è quella dell'uso dei cosiddetti «sovraordinati», che credo che siano centrali al fine di dare un'impronta legale alla gestione del territorio. Ho capito che è fondamentale la possibilità di utilizzare al meglio i sovraordinati.
  A ciò si lega il problema di come gestire la macchina amministrativa e della responsabilizzazione della macchina amministrativa stessa.

  LUIGI GAETTI. Sul prosieguo di questa domanda, vorrei chiedere se a questo punto non ritiene che la terna della commissione di accesso debba essere implementata addirittura con quattro o cinque persone che abbiano già delle competenze specifiche.
  Infatti, abbiamo visto che, oltre a lei, anche altre commissioni si sono lamentate di non aver ricevuto collaborazione da parte dei dirigenti interni e di aver dovuto richiedere l'utilizzo di sovraordinati.
  Pertanto, se questo è il problema, a questo punto si potrebbe disciplinare a monte che la commissione d'accesso abbia già delle competenze specifiche e, quindi, possa continuare nell'azione prettamente tecnica e non solo giuridica della gestione del comune.

  FRANCESCO MOLINARI. Mi ha fatto venire in mente un'altra questione. Non ritiene utile creare un albo ad hoc, per non perdere l'esperienza che persone come lei hanno sul campo, così come questa Commissione ha proposto per la gestione dei beni confiscati e la curatela? Non so se dovrebbe essere in capo al Ministero dell'interno; non credo che la Commissione antimafia lo possa fare al suo interno. Si potrebbe creare un albo ad hoc di commissari che vadano a gestire queste situazioni di crisi.

  PRESIDENTE. Aggiungo qualche domanda anch'io. Lei ha accennato al fatto che il sindaco appena eletto avrebbe sospeso tutte le decisioni che voi avevate adottato, almeno dal punto di vista delle attribuzioni di responsabilità dirigenziali.
  Per quanto riguarda le procedure, la vicenda del porto e tutte le scelte compiute dalla commissione, le risulta che anche queste siano state immediatamente interrotte da parte del sindaco appena eletto? Voi avete lasciato delle indicazioni perché, una volta ristabiliti i princìpi di legalità, si proseguisse sulla stessa strada?
  Inoltre, le chiedo di dirci qualcosa in più sul porto.

Pag. 7

  UMBERTO CAMPINI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Badolato. Rispondo in ordine alle domande che mi sono state poste.
  Ritengo che i due anni della commissione straordinaria, paradossalmente – quello che sto per dire potrebbe sembrare assurdo – potrebbero essere sufficienti, se supportati da un'organizzazione amministrativa e burocratica.
  Poc'anzi facevo riferimento ai sovraordinati, che eventualmente potrebbero essere assegnati contestualmente alla nomina dei commissari straordinari. Questa potrebbe essere un'idea.
  Consideriamo che a questi due anni si aggiungono i sei mesi della commissione d'accesso e, quindi, diventano quasi tre anni.
  Dal mio punto di vista, come persona che ha affrontato questi temi, ci sarebbe un distacco da parte della municipalità rispetto al cittadino.
  Il cittadino ci ha detto molte volte: «Voi dovreste rimanere dieci anni», «Voi dovreste rimanere tutta la legislatura», o «Non basta il lavoro che fate, dovreste rimanere». Sono le solite battute che si fanno.
  Lo capisco, però, purtroppo, dal mio punto di vista, in termini di democrazia è necessario che noi svolgiamo il nostro ruolo e diamo, come chiedeva la presidente, delle indicazioni che possano essere seguite, per poter far sì che i solchi che noi determiniamo portino gli eletti ad adattarsi a queste regole.
  I tempi di due anni, quindi, potrebbero essere sufficienti, purché con un'organizzazione adeguata.
  Vengo ora alla situazione dei sovraordinati. La terna è composta da tre persone. Di solito ci sono un viceprefetto, un viceprefetto aggiunto, che praticamente è un funzionario, e un responsabile finanziario-contabile.
  Devo dire sinceramente che il responsabile contabile a volte non è un funzionario contabile, nel senso che rientra in quella categoria di impiegati che sono stati reinseriti nei ruoli e che hanno avuto questa qualifica.
  Nella maggior parte dei casi – non parlo di Badolato, ma parlo in generale – non sono nella condizione di poter dare un supporto determinante per i temi che riguardano il bilancio, la realizzazione della cronologia delle situazioni finanziarie, eccetera. A volte sono un supporto.
  Sul problema delle quattro o cinque persone, io vi dico la sincera verità: una triade a volte diventa conflittuale al suo interno. Se vogliamo parlare di mondi ideali, possiamo vedere un team di quattro o cinque persone, che si siede a tavolino e che discute piacevolmente. Tuttavia, alla fine le personalità emergono e, quindi, a volte già all'interno di una triade possono determinarsi degli scontri.
  Ciò che dico non è casuale. Molte commissioni hanno visto l'abbandono da parte di alcuni addetti, proprio perché c'erano dei conflitti al loro interno. Evitare conflitti è determinante.
  Dal mio punto di vista, occorre valorizzare le commissioni che hanno funzionato. Mi riferisco alle commissioni che hanno avuto una capacità persuasiva nei confronti della popolazione, che sono state ben accette, che hanno svolto un'azione di legalità, che non hanno avuto «grane», nel senso che non hanno subìto avvisi di garanzia di nessun genere o quantomeno non sono andate a impattare con altre problematiche relative a indagini sul loro operato. Io credo che questo possa essere sufficiente per andare avanti.
  Penso che la possibilità di organizzare un albo sia già un percorso che stanno seguendo. Ritengo che l'esperienza andrebbe valutata anche con il supporto della Commissione parlamentare antimafia, perché si possa vedere chi ha compiuto dei passi positivi svolgendo questa attività e chi, invece, non li ha compiuti per nulla.
  Chiedo scusa, ma a volte succede che le commissioni straordinarie non sono il massimo ottenibile. La commissione non realizza necessariamente soltanto obiettivi positivi, ma a volte può fallire, nel senso che non riesce a inserirsi in un discorso organico, non trova rapporti con la popolazione, si scontra con la struttura in maniera troppo forte, non riesce a organizzarsi. Pag. 8 Ci possono essere una serie di situazioni.
  Posso dire soltanto una cosa: io credo che questo tipo di mestiere vada fatto a pieno regime. Questi non sono ruoli che possono essere svolti una volta o due volte a settimana. Il commissario straordinario deve stare lì tutta la settimana, dal lunedì alla domenica, compresi i giorni festivi, perché basta un giorno e sfuggono molte attenzioni su cui bisogna veramente focalizzarsi.
  Lei, onorevole, affermava che c'è già un elenco dei beni confiscati e, quindi, dovremmo fare anche un elenco dei commissari che svolgono questa funzione.
  Sui beni confiscati ho un'esperienza personale che voglio raccontarvi. Sapevamo che c'era un terreno confiscato in un determinato territorio, ma, purtroppo, per motivi di disorganizzazione, non riuscivamo a individuare qual era.
  Abbiamo dovuto chiamare il soggetto a cui erano stati sequestrati, che era uscito dal carcere da poco, malgrado ci avesse passato molti anni e, quindi, praticamente era ormai un cittadino qualunque, per chiedergli: «Scusi, ma qual è il suo territorio?» Lui è stato perfettamente attento a dirci che la strada che era lì collocata non era sua. Voglio dire che a volte ci mancano proprio le attrezzature.
  Per quanto riguarda il problema del personale delle commissioni, è chiaro che andrebbe valutato e selezionato con molta attenzione, sulla base di un'esperienza, sulla base di una propensione all'attività e anche sulla base di un coraggio che non deve mancare in questi territori.
  Infatti, ci vuole anche un po’ di coraggio; devo dirvi la verità. Non siamo soltanto burocrati, lì siamo esposti molto fortemente all'induzione.
  Nel corso di questa esperienza a Badolato c'è stata una rapina alla posta a 50 metri dal comune e nessuno ci ha avvertito. Sono state bruciate macchine ai dirigenti di ragioneria – dicono per altri motivi, ma sono state bruciate – e nessuno ci aveva comunicato nulla.
  Da qui sorge il problema della comunicazione e della presenza costante per riuscire a gestire il territorio.
  La presidente mi poneva una domanda sulla possibilità di eliminare... È chiaro che chi svolge un'attività nel comune, che prima è dirigente tecnico, poi diventa assessore, poi da assessore torna a fare il direttore tecnico, poi da direttore tecnico diventa sindaco, nell'ambito comunale si fa i nemici e gli amici. Purtroppo, ci sono delle rivalità che si determinano dal punto di vista personale, soprattutto in una regione come la Calabria.
  Oltre a un'esclusione di tipo interpersonale, c'è anche il discorso di poter avocare a sé tutti i poteri, che si giustifica con il fatto che non c'è il dirigente responsabile che possa firmare gli atti oppure il direttore tecnico che sia capace di svolgere questi ruoli.
  Questo comporta sicuramente un indebolimento del sistema e della macchina amministrativa delle municipalità. Ritengo che a questo bisognerebbe sicuramente far fronte. La professionalità dei funzionari all'interno dei comuni è determinante, cambia completamente le cose.
  Per quanto riguarda le scelte strategiche, naturalmente noi abbiamo posto in essere una serie di delibere che riguardano la certificazione antimafia. In questo comune non c'era mai stata – forse l'ho detto, ma lo ripeto – una certificazione antimafia. Tutto veniva svolto sulla base di una sorta di attività di somma urgenza e le ditte erano sempre le stesse.
  Adesso abbiamo individuato una particolare sequela di atti che deve essere perseguita dal sindaco. Speriamo che lo faccia e che non venga vanificato tutto quello che è stato fatto in questi anni.

  PRESIDENTE. Sul porto ha da aggiungere qualcosa?

  UMBERTO CAMPINI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Badolato. Il porto attualmente ha due necessità obiettive: quella di essere concesso in gestione e di essere collaudato, in quanto la società Salteg, avendo subito Pag. 9condizionamenti, non ha provveduto a pagare i canoni.
  Noi abbiamo dato delle indicazioni e abbiamo annunciato che è l'amministrazione attuale a dover decidere. Vedremo come si risolverà la questione.
  Certamente il comune di Badolato versa in una situazione disastrosa dal punto di vista strutturale. Il grande problema che ci siamo posti e che volevamo realizzare, pur di lasciare qualcosa di compiuto, era il collaudo del porto, perché c'era un collaudo di tipo amministrativo, ma non c'era un collaudo di tipo strutturale.
  Non ci sono ancora indicazioni specifiche. Io ho qui una relazione di cui forse voi non siete in possesso, che è stata scritta da un sovraordinato della prefettura di Napoli, peraltro uno straordinario sovraordinato, molto competente e capace. Questa relazione indica tutti i passaggi che ci sono stati per ottenere questo collaudo.
  Non abbiamo ancora individuato l'ente, perché c'è stato un cambiamento regolamentare. In passato si attribuiva ai comuni l'indipendenza per scegliere la commissione; in seguito la competenza è passata alla regione e poi al demanio marittimo. Insomma, c'è una gran confusione, che è indicata in tre pagine. Non vorrei leggervele, perché sarei troppo noioso.
  Comunque, abbiamo avuto grossissime difficoltà, sebbene siamo stati sollecitati dalla prefettura a farlo, a individuare istituzionalmente la commissione di collaudo preposta a questo incarico.
  Questa è una lacuna, secondo me, di carattere generale, che credo comporterà problemi anche ad altri porti.

  PRESIDENTE. Le elezioni si sono svolte senza particolari problemi?

  UMBERTO CAMPINI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Badolato. Sì, anche questo, se vogliamo, è un successo della gestione, perché sono stati molto confortanti. Abbiamo convocato i sindaci candidati, abbiamo rappresentato loro la situazione finanziaria e abbiamo concesso loro tutte le informazioni possibili e immaginabili.
  Io stesso ho dato un'indicazione di carattere strategico tra tutte: per i programmi operativi regionali (POR) della Calabria bisogna avere una persona che sia addetta specificatamente a ottenere questi fondi europei. Infatti, si perdono un sacco di soldi perché non si ha la competenza per poter andare fino in fondo su questo tipo di facilitazioni.
  I sindaci, peraltro, erano amici, tutti affatto diversi. Ha vinto la compagine del sindaco Mannello soltanto per 60 o 70 voti.
  Tutte le convocazioni elettorali sono state disposte dal sottoscritto secondo un organigramma e non hanno creato assolutamente nessun problema di ordine pubblico, cosa che avviene in molti comuni, dove magari la commissione antimafia non c'è stata.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

(Così rimane stabilito. I lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Ringrazio il nostro audito e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 14.20, riprende alle 15.10.

Seguito dell'esame della proposta di relazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito (relatore: sen. Vaccari).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della proposta di relazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito, di cui è relatore il senatore Vaccari.
  La proposta di relazione, già illustrata nella seduta plenaria del 21 giugno scorso, è stata modificata dal relatore alla luce delle proposte di riformulazione presentate dal Gruppo Movimento 5 Stelle ed è stata altresì oggetto di ulteriore esame nella riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi testé svoltosi. Pag. 10
  Poiché il relatore Vaccari non ritiene di dover fare un intervento conclusivo sulla proposta di relazione così definita, passiamo alle dichiarazioni di voto.

  LUIGI GAETTI. A nome del Movimento 5 Stelle, voglio innanzitutto ringraziare il collega Vaccari per aver magistralmente diretto il Comitato con numerose audizioni a cui noi abbiamo partecipato e soprattutto per le numerose osservazioni che sono state riprese ed elaborate nell'esaustiva relazione di 70 pagine che egli ha esteso.
  Abbiamo ritenuto di fare un lavoro importante e abbiamo contribuito con numerosi punti, perché crediamo che quello del gioco lecito e illecito e delle mafie sia davvero un problema ampio.
  Per quel che concerne il merito, alcuni punti della relazione, soprattutto quelli molto tecnici, non ci hanno soddisfatto completamente.
  Per quel che concerne il metodo, invece, riteniamo che il discorso del gioco vada visto, non solo nell'ambito dell'illecito e in rapporto con la mafia, che è di competenza di questa Commissione, ma nella sua interezza.
  Forse non è troppo pertinente con questa Commissione, ma, essendo un problema estremamente complesso, noi vorremmo che fosse trattato in tutti i suoi aspetti.
  Pertanto, annuncio il voto di astensione, per un problema più di metodo che di sostanza, augurandoci che nel prosieguo da questa risoluzione si possa instaurare un articolato di legge un po’ più esaustivo, che interessi altre problematiche che sono state specificate nella premessa, ma non sono state prese in considerazione per i motivi che ho innanzi illustrato: la pubblicità, l'aspetto della salute e altri ancora.
  Voglio motivare in maniera chiara, perché crediamo che questo sia comunque un elaborato estremamente importante e che possa essere una base per il lavoro parlamentare che fra un po’ faremo sia in Senato, dove è presente un disegno di legge a firma Mirabelli, sia alla Camera, specificatamente sulla pubblicità, a prima firma di Endrizzi del Movimento 5 Stelle.
  Per queste ragioni, Il Movimento 5 Stelle darà un voto di astensione.

  FRANCO MIRABELLI. Ringrazio il senatore Vaccari per il lavoro che è stato fatto. Mi pare che si sia prodotto un documento importante, che raggiunge gli obiettivi che ci eravamo dati, cioè dare un contributo della Commissione antimafia a una discussione aperta sulla regolamentazione del gioco.
  Lo abbiamo fatto sapendo che la legalità nel gioco è un tema decisivo, non solo perché in questi anni abbiamo più volte verificato che il gioco d'azzardo è uno dei terreni privilegiati dalla criminalità organizzata, sia esso legale o illegale, ma anche perché c'è una diffusa rete di gioco illegale che prescinde anche dalla criminalità organizzata.
  Di conseguenza, c'era bisogno di ragionare su misure e provvedimenti che possano essere utili per prevenire, per indagare e poi per colpire l'illegalità in generale nel gioco d'azzardo.
  Mi pare che ci siano molti spunti, che potranno essere raccolti dalla legge di riordino che stiamo facendo al Senato.
  Pertanto, il nostro voto sarà sicuramente favorevole. Credo che questo documento debba essere utilizzato in tutto il percorso legislativo sul gioco d'azzardo.

  CLAUDIO FAVA. Presidente, anche noi di Sinistra italiana votiamo a favore, sosteniamo e apprezziamo il lavoro che è stato fatto, anche perché mi sembra che non sia soltanto una fotografia.
  Fare una fotografia è cosa facile: si racconta quello che c'è, quello che sta accadendo. Provare a interpretare questa immagine, cogliendo la mobilità di questa linea di frontiera che separa il gioco d'azzardo dall'investimento e dal riciclaggio mafioso, è cosa complessa, che questa relazione affronta, anche con una serie di proposte che restituiscono la piena responsabilità al Parlamento, ma che indicano anche il tipo di risposte che questo Parlamento dovrebbe dare e che questo tema pretende di ricevere.
  Pertanto, esprimo sostegno e apprezzamento per questo lavoro.

  PRESIDENTE. Anch'io desidero ringraziare il senatore Vaccari, tutto il Comitato Pag. 11che ha lavorato, nonché i consulenti e, con una particolare sottolineatura, il personale della Camera e del Senato che accompagna il lavoro della nostra Commissione e tutti gli ufficiali di collegamento.
  Credo che sia stato fatto un buon lavoro. Anche a seguito delle dichiarazioni di oggi del sottosegretario Baretta, che ha riconosciuto qualche ritardo da parte del Governo, ritengo che questo sia un contributo importante dato a tutto il Parlamento e naturalmente anche al Governo. Io credo che la delega scaduta possa essere recuperata proprio grazie al nostro lavoro.
  Di conseguenza, ringrazio davvero per il lavoro serio, peraltro molto essenziale e molto mirato. Credo che sarà facilmente trasformabile in una proposta di legge o comunque emendativa, che ci consenta la partecipazione al percorso legislativo che inizierà alla Camera, ma soprattutto al Senato per i nostri contenuti.
  Se non ci sono obiezioni, io indicherei l'onorevole Naccarato come possibile relatore alla Camera, perché mi piacerebbe che questa relazione fosse approvata sia al Senato che alla Camera, anche perché entrambi i rami del Parlamento vi hanno lavorato.
  Mi dispiace un po’ per l'astensione del Movimento 5 Stelle. Ho trovato le loro motivazioni non molto forti e robuste.
  Mi si consentirà di dire che, ancora una volta, questa relazione è stata approvata senza nessun voto contrario, che è un modo più elegante di dire che c'è stata un'astensione da parte di qualcuno. Se mi autorizzate, io la comunico così: abbiamo approvato l'undicesima relazione della nostra Commissione senza nessun voto contrario. Va bene? Sono autorizzata?
  Pongo ora in votazione per alzata di mano la proposta di relazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito, così come riformulata.
  La relazione è approvata senza nessun voto contrario.
  Rivolgo un ringraziamento anche al nostro archivio e ai nostri finanzieri. Come al solito, il fatto che arriva per ultimo sta a segnalare che è più sentito.
  Ringrazio anche gli esperti Torrigiani, La Spina, Del Coco, Solazzo e Ragaglia. Nomi e cognomi saranno in calce alla relazione.
  Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.20.