XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 132 di Martedì 26 gennaio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del prefetto di Roma, Franco Gabrielli:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Gabrielli Franco , prefetto di Roma ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Esposito Stefano  ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Esposito Stefano  ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Gaetti Luigi  ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Costantino Celeste (SI-SEL)  ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 12

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 13.45.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del prefetto di Roma, Franco Gabrielli.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del prefetto di Roma Franco Gabrielli, già calendarizzata mercoledì scorso e rinviata per il concomitante voto in Senato sulle riforme costituzionali.
  Il prefetto Gabrielli è ascoltato, com’è consuetudine della Commissione, in occasioni dedicate ad approfondimenti sulle situazioni territoriali, unitamente ai membri del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Sono infatti presenti il questore di Roma, dottor Nicolò D'Angelo, il comandante provinciale dei carabinieri, generale Salvatore Luongo, il comandante provinciale della Guardia di finanza, generale Giuseppe Magliocco, il comandante provinciale del Corpo forestale dello Stato, dottor Carlo Costantini, il capo del centro operativo DIA di Roma, colonnello Francesco Gosciu.
  Sono altresì presenti il vicario della prefettura di Roma, dottoressa Clara Vaccaro, insieme al capo di gabinetto, dottor Stefano Gambacurta, al dirigente dell'Area I – Ordine e sicurezza pubblica, dottoressa Enza Caporale, nonché il dirigente della squadra mobile di Roma, dottor Luigi Silipo.
  L'audizione odierna del prefetto Gabrielli fa seguito a quella precedente del 5 agosto 2015 ed è dedicata a un aggiornamento sulla situazione della criminalità organizzata nel territorio di Roma e della sua città metropolitana, con particolare riguardo per il comune di Roma Capitale e per il municipio di Ostia, entrambi commissariati, sia pure per ragioni diverse, per la gestione inoltre delle opere del Giubileo e per la situazione dei comuni di Sacrofano, Sant'Oreste, Morlupo e Castelnuovo di Porto, sottoposti ad accesso a seguito delle vicende note come Mafia capitale.
  Avverto inoltre che in archivio sono disponibili la relazione del prefetto illustrativa delle attività di prevenzione e contrasto sviluppate nel secondo semestre del 2015, trasmessa lo scorso 15 gennaio, nonché gli atti relativi agli accessi esperiti presso i quattro comuni di cui sopra, recentemente trasmessi dal Ministero dell'interno.
  Ricordo, infine, che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che ove necessario i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Nel ringraziare il prefetto e tutti i membri del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, non solo per la loro presenza oggi ma anche per la particolare collaborazione da tempo mostrata nei confronti della nostra Commissione, cedo ora la parola al dottor Gabrielli.

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  FRANCO GABRIELLI, prefetto di Roma. Grazie, presidente, onorevoli membri della Commissione, ho accolto con piacere l'invito a tornare davanti a questo consesso, peraltro accompagnato da una nutrita rappresentanza del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, per fornire un quadro di situazione, come lei ricordava, all'esito della mia precedente audizione.
  Le ho prodotto la relazione integrale, ma andrò ovviamente a riassumerne parte, chiedendole la cortesia, a un certo punto, di passare dalla pubblicità alla riservatezza.
  La precedente audizione si collocava temporalmente all'esito dell'attività di accesso della commissione nominata dal mio predecessore e della relazione che io avevo prodotto al signor Ministro. Il 27 agosto, come sapete, il Governo si è determinato per lo scioglimento del X municipio, per il non scioglimento di Roma Capitale, e conseguentemente il Ministro dell'interno ha reso partecipe il Consiglio dei ministri di officiare il prefetto di Roma di un'attività di verifica e di supporto alle attività dell'amministrazione capitolina.
  In forza di tale provvedimento, il primo settembre ho istituito un gruppo di supporto ad hoc, coordinato dal mio vicario e composto da diversi dirigenti della prefettura particolarmente versati nella materia degli enti locali. Tra questi anche un viceprefetto che, essendo stata membro della commissione di accesso, ha maturato una profonda conoscenza dei mali amministrativi di Roma Capitale. La task force ha operato fino allo scioglimento degli organi elettivi di Roma Capitale avvenuto in conseguenza delle dimissioni di più della metà dei consiglieri capitolini, come rilevato dallo stesso Ministero dell'interno. L'insediamento della gestione commissariale, per sua natura improntata al risanamento e alla legalizzazione dell'attività amministrativa, ha reso infatti non necessario proseguire il monitoraggio, divenuto a questo punto ridondante.
  In questo breve periodo che va dal 7 settembre al 2 novembre 2015, il gruppo di supporto ha tenuto un ciclo di incontri con il segretario generale dell'epoca per approfondire gli hot spot individuati dalla direttiva del Ministro e promuovere l'avvio delle iniziative più idonee al superamento delle criticità accertate.
  Mi preme in questa circostanza sottolineare come in questa attività sia il segretario generale, la dottoressa Buarnè, che l'assessore Alfonso Sabella hanno fornito la più completa e la più larga disponibilità, al contrario invece delle resistenze di cui andrò a dire.
  L'intensa attività svolta restituisce efficacemente la complessa condizione in cui continua a vivere l'ente. Ne è un segno l'atteggiamento serbato dai dirigenti capitolini, improntato a scarsa collaborazione quando non a resistenze, a fronte delle richieste di approfondimento formulate. La circostanza è stata stigmatizzata dal gruppo di supporto, che ha sottolineato la condizione di solitudine amministrativa in cui il segretario generale ha dovuto operare nel frangente e le difficoltà dell'amministrazione capitolina nel costruire un'effettiva sinergia tra gli uffici centrali e municipali.
  Non a caso, nella relazione finale il gruppo ha rimarcato il rischio che le inefficienze amministrative esistenti, l'entropia causata da una struttura burocratica elefantiaca, i timori per le recenti vicende giudiziarie finiscano per determinare una paralisi amministrativa non meno pericolosa dei comportamenti elusivi o violativi delle regole. A questo si aggiunge la constatazione che, nonostante i positivi percorsi intrapresi, Roma Capitale debba ancora compiere un lungo tratto di strada per ricondurre la gestione della cosa pubblica su binari di legalità.
  I dati, comunque parziali, comunicati dal segretario generale pro tempore sulla base delle comunicazioni effettuate dai tre dipartimenti critici, evidenziano come al 2 novembre 2015 fossero state annullate solo sei determinazioni dirigenziali relative ad affidamenti illegittimi e per altre quattro Pag. 5fosse stato avviato il relativo procedimento; per ulteriori sedici determine non era stato ancora fornito alcun elemento di risposta.
  Problematicità sono emerse anche nel settore delle misure attuate nei confronti del personale di Roma Capitale rimasto coinvolto nei diversi filoni dell'indagine «Mondo di mezzo», che hanno portato alla scoperta delle illecite interferenze del branch economico dell'organizzazione guidata da Carminati negli appalti gestiti dall'ente e da alcuni municipi.
  Il quadro informativo acquisito dalla task force relativamente ai diciannove dipendenti nei cui riguardi avevo auspicato la rimozione dall'incarico e l'avvio del procedimento disciplinare, mette in luce come Roma Capitale abbia di propria iniziativa disposto la sospensione dal servizio per quelli colpiti da una misura cautelare dell'autorità giudiziaria. Solo il 14 ottobre 2015, a seguito delle sollecitazioni dell'allora segretario generale, è stata però avviata l'iniziativa disciplinare nei confronti dei dipendenti in questione e comunque non senza incongruenze. È emerso infatti che tale iniziativa sia stata promossa anche nei confronti di dirigenti nei riguardi dei quali l'accesso effettuato presso l'ente capitolino non aveva fatto emergere addebiti, venendo così accomunati dalle vicende oggetto dell'indagine sul «mondo di mezzo», con una scelta di cui il gruppo di supporto stigmatizza giustamente l'inopportunità.
  Anche la rotazione degli incarichi non è andata indenne da rilievi. La task force, seguendo un approccio non meramente ancorato al dato formale, ha correttamente rilevato l'opinabilità della scelta di destinare due dirigenti in servizio presso il municipio X all'epoca dei fatti da cui è scaturito il commissariamento ad incarichi del tutto equivalenti presso altri municipi.
  Del resto, nonostante gli aggiornamenti introdotti il 9 luglio 2015, anche il piano anticorruzione di Roma Capitale è apparso sotto diversi aspetti incompleto ed eccessivamente generico, tenuto conto dei fenomeni di malaffare e di criminalità politico-amministrativa emersi. Muovendosi in un'ottica propositiva, il gruppo di supporto ha dunque raccomandato non soltanto il completamento delle iniziative finalizzate a un sistema di controlli più efficaci, ma anche una robusta integrazione della mappa dei processi a rischio, ricomprendendovi tra l'altro anche quelli inerenti alla fase esecutiva degli appalti notoriamente più esposti ai pericoli di bribery.
  Luci ed ombre sono emerse anche con riguardo al settore dei contratti pubblici e dei controlli interni. Il quadro informativo raccolto dal gruppo di supporto documenta come l'amministrazione capitolina abbia effettivamente cercato di battere nuove strade nel settore dei servizi assistenziali alle persone in difficoltà abitativa, per superare quelle criticità che avevano favorito le illecite intromissioni delle imprese riconducibili a Mafia capitale e ad altri soggetti collusi. La gara europea che era stata indetta è andata però deserta, non essendo pervenuta alcuna offerta; circostanza che, come opportunamente rimarcato dal gruppo di supporto, dà adito a molte perplessità.
  Alcuni segnali interessanti sono emersi anche sul fronte della revisione degli strumenti organizzativi, programmatori e regolamentari. La giunta presieduta dal sindaco Marino aveva in effetti avviato alcuni sforzi, rivedendo, con due delibere del luglio 2015, l'organizzazione degli uffici capitolini e modificando i criteri di affidamento e rotazione degli incarichi dirigenziali.
  In questo contesto va anche inquadrato il rafforzamento della centrale unica degli acquisti di beni e servizi che, secondo i dati messi a disposizione nel gruppo di supporto, risulta abbia raddoppiato, nel primo semestre del 2015, il numero degli acquisti effettuati sul mercato elettronico delle pubbliche amministrazioni.
  Dal quadro informativo acquisito, questo potenziamento doveva costituire il prodromo di un processo destinato ad accentrare in un unico punto di riferimento l'espletamento di tutte le procedure di gara, ovviando al problema dell'eccessiva Pag. 6frammentazione dei centri di costo, di cui tuttora è gravemente afflitta la macchina capitolina. Il gruppo di supporto ha comunque messo in guardia dai rischi di una centralizzazione troppo spinta, rilevando come essa non sia indenne da rischi, soprattutto se non adeguatamente calibrata con la complessità e le esigenze di celerità d'azione di alcuni uffici capitolini.
  È tuttavia sul piano dell'aggiornamento del quadro regolamentare che si colgono alcuni ritardi, a cominciare da quello attinente ai contratti. La giunta Marino aveva in effetti licenziato uno schema di regolamento che, seppure con soluzioni non del tutto originali, colmava il vuoto normativo relativamente alle procedure di gara al di sotto della soglia di rilevanza comunitaria, che è stato uno dei fattori che ha agevolato le ingerenze criminali oggetto dell'indagine della procura di Roma.
  Il sopraggiungere della crisi politica ha interrotto l'iter del provvedimento, rinviando i tempi in cui Roma Capitale potrà disporre di uno strumento giuridico capace di meglio corrispondere alle esigenze di legalità, trasparenza, efficienza ed efficacia.
  Non è questo l'unico aspetto meritevole di attenzione. Più in generale, il gruppo di supporto ha rimarcato la necessità di avviare l'opera di revisione di una serie di regolamenti dell'ente, primi fra tutti quelli sui procedimenti amministrativi e quelli sul controllo interno. Quest'ultimo aspetto continua a costituire un anello debole del sistema amministrativo di Roma Capitale.
  L'analisi sviluppata dalla task force ha confermato come il sistema preesistente, limitato alla verifica a campione sulle determinazioni dirigenziali recanti un impegno di spesa superiore ai 200 mila euro, si sia rivelato totalmente inefficace. La soluzione adottata da Roma Capitale di disapplicare questa linea di condotta in attesa del varo del nuovo regolamento ha rappresentato un primo correttivo, non ancora però sufficiente.
  Non a caso, il gruppo di supporto ha raccomandato la necessità di utilizzare software dedicati in grado di raffrontare i dati contabili con quelli meramente documentali, di allargare lo spettro del controllo anche a settori diversi da quello degli affidamenti e in particolare a quelli dell'urbanistica, di superare l'approccio eminentemente formale e consulenziale finora seguito.
  In questa prospettiva, la task force indica la necessità di una complessiva reimpostazione anche della verifica della performance dei dipendenti capitolini. Anche su questo versante non sono mancate specifiche indicazioni tese a sollecitare la valorizzazione di strumenti quale l'adozione di nuovi criteri per la misurabilità degli obiettivi e il salario accessorio, che dovrà segnare un nuovo patto di gestione della macchina capitolina, nel quale il vertice trovi legittimazione dalla fidelizzazione delle prestazioni dei dipendenti e viceversa.
  Mi sono dilungato sui risultati di questa iniziativa di sostegno a Roma Capitale non solo per adempiere al dovere di informazione verso codesta Commissione, ma anche per chiarire il senso di un'esperienza che reputo particolarmente significativa.
  I commenti a caldo sui media hanno talora adombrato l'ipotesi che questa azione di monitoraggio celasse una sorta di commissariamento degli organi elettivi di Roma Capitale, mettendone in dubbio anche la legittimità. Il metodo praticato e i contributi offerti testimoniano che non si è trattato di questo. In assenza dei presupposti voluti dall'ordinamento per la risoluzione dell'organo consiliare, è stata ricercata e attuata una soluzione in grado, a legislazione vigente, di accompagnare l'ente in un processo di recupero della dimensione di legalità e di efficienza amministrativa, senza incidere sulla sua autonomia costituzionalmente garantita.
  In questo senso, la via su cui ci si è incamminati raccoglie anche auspici e idee scaturiti dal dibattito sviluppatosi presso codesta onorevole Commissione nei giorni in cui erano ancora in corso le valutazioni Pag. 7degli esiti dell'attività ispettiva svolta dalla commissione d'accesso presso l'amministrazione capitolina. L'attività del gruppo di supporto istituito nell'ambito consegna una serie di indicazioni e spunti che credo potranno essere utili non soltanto all'attuale gestione commissariale, ma anche alla politica, che dopo la consultazione elettorale della prossima primavera tornerà ad assumere le redini di Roma Capitale.
  Qui vorrei sottolineare, perché non si creino equivoci, che le cose che ho detto attengono al periodo 7 settembre – 2 novembre, quindi non hanno nulla a che fare con l'attività del commissario straordinario. La fotografia è quella fino al 2 novembre; poi il commissario straordinario ovviamente ha messo in atto una serie di attività che con questa nostra analisi non hanno nulla a che fare. Lo dico, presidente, perché uscirà il titolo «Gabrielli dice che il commissario non va bene», quindi mi anticipo rispetto a questa interpretazione assolutamente non rispondente alle cose che sto dicendo.
  Faccio una panoramica sulla situazione della criminalità organizzata a Roma. Su questo, ovviamente, i miei esimi colleghi torneranno in maniera più significativa. Gli ultimi mesi del 2015 non hanno fatto registrare significative modificazioni della geografia e delle strategie perseguite dalle organizzazioni criminali, le quali continuano a fare perno sulle loro disponibilità finanziarie ed economiche per ingerirsi nel tessuto sociale e imprenditoriale. Mantiene, quindi, tutta la sua attualità l'analisi per cui le organizzazioni criminali vedono in Roma un terreno ideale per riciclare il denaro sporco accumulato attraverso traffici illeciti, sfruttando le opportunità offerte dall'economia locale, i cui punti forti coincidono con i settori tradizionalmente appetiti da questi sodalizi.
  I tentativi di penetrazione continuano, infatti, a riguardare i segmenti degli esercizi pubblici e commerciali, anche di aree pregiate quali quelle del centro storico, il mercato immobiliare, i servizi finanziari e di intermediazione, attività presenti in numero elevatissimo nell'area della capitale.
  Determinante per il perseguimento di questa strategia, con la quale il crimine organizzato punta a farsi impresa, è la rete di stabili relazioni che esso è riuscito ad intessere con professionisti, operatori economici ed esponenti del mondo della finanza disponibili a prestare la propria complicità per agevolare la penetrazione e l'inserimento delle mafie nell'economia locale.
  La ’ndrangheta si conferma essere la consorteria più pervasiva, con i suoi diversificati interessi nel campo delle attività alberghiere, degli esercizi pubblici e della ristorazione, del commercio dei preziosi e degli autoveicoli.
  Cosa nostra concentra, invece, le proprie attenzioni sul settore degli appalti connessi alla realizzazione di opere pubbliche.
  Quanto alla camorra, le analisi investigative confermano il dato per cui diversi clan, dopo essersi insediati nella fascia del litorale pontino, mirano ad estendere i propri interessi e ad ingerirsi nel tessuto imprenditoriale della capitale.
  Ciò non implica una rinuncia da parte di queste consorterie ad esercitare un ruolo preminente nella gestione del traffico degli stupefacenti nell'area di Roma, che viene sempre vista come un luogo particolarmente remunerativo per l'ampiezza della domanda e la possibilità di accedere a una vasta rete di collegamenti nazionali e internazionali. Ne è riprova il fatto che, nel primo semestre 2015, nel contesto della capitale e del suo hinterland si sono sviluppati l'8 per cento dei sequestri di stupefacenti sull'intero territorio nazionale e il 17 per cento delle operazioni antidroga condotte sempre sull'intero territorio nazionale.
  Per quanto riguarda Roma, desidererei sviluppare alcune considerazioni sull'azione di prevenzione e di contrasto dispiegata dal sistema di sicurezza nell'area di Roma, che è stata messa in qualche modo in dubbio dopo le famose esequie di Vittorio Casamonica. Si è trattato di un episodio certamente negativo, sul Pag. 8quale non intendo tornare, ma che aveva dato quasi la sensazione che gli organi di polizia non fossero a conoscenza di quella che era la pericolosità del sistema. Con riferimento al buco informativo che si è realizzato in quella circostanza, come ho diffusamente spiegato anche nella relazione trasmessa, abbiamo reimpostato un circuito informativo che speriamo possa essere più efficace nel dare risposta anche su questi temi particolarmente sensibili, se non altro nella percezione che c’è giustamente da parte dell'opinione pubblica.
  L'azione è stata significativa. Penso all'incremento del numero degli arresti eseguiti, saliti del 10 per cento nel 2015, e alla drastica riduzione del numero dei reati, superiore al 30 per cento, che si è registrata nel dicembre scorso rispetto all'omologo periodo del 2014. Un trend che riguarda anche i delitti più gravi, come gli omicidi, passati dai quarantuno episodi del 2014 ai ventinove del 2015: ventinove omicidi dei quali venticinque scoperti – quindi credo che debba essere dato un plauso all'azione – ma soprattutto risolti in tempistiche molto ridotte.
  Il risultato si spiega ovviamente con la possibilità, grazie al potenziamento delle forze di polizia territoriali, di schierare un dispositivo di sicurezza più capillarmente diffuso sul territorio, ma anche con la possibilità di attingere, nella fase decisionale, ad un flusso di dati in grado di meglio orientare l'azione di tale dispositivo.
  Vorrei ricordare alcune azioni sulle quali torneremo. Tra settembre e novembre dello scorso anno il GICO della Guardia di finanza di Roma ha completato alcune rilevanti operazioni avviate in precedenza. In particolare, nell'ambito dell'operazione «Buena Hora 2» sono stati tratti in arresto quattro soggetti di un gruppo malavitoso locale dedito al traffico internazionale di stupefacenti.
  Proseguendo l'operazione «Hydra» avviata nel 2012, lo stesso GICO ha inoltre eseguito misure cautelari nei confronti di sei appartenenti a organizzazione criminale contigua al clan dei Mancuso. Sempre nell'ottobre del 2015, la squadra mobile della capitale ha messo a segno due importanti operazioni anti-’ndrangheta, che hanno conseguito di arrestare due pericolosi latitanti affiliati alla cosca dei Nirta-Strangio, responsabile della tristemente nota strage di Duisburg, e di disarticolare, eseguendo tre arresti, un gruppo criminale operante soprattutto nella zona di Centocelle.
  Nel successivo mese di dicembre, un'altra operazione ha conseguito di eseguire un'ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di quattro appartenenti alla ’ndrangheta che erano riusciti a penetrare nel tessuto economico dei comuni a nord di Roma, acquisendo il controllo di una diversificata serie di esercizi pubblici e commerciali.
  Sul versante del contrasto a cosa nostra, importanti risultati sono stati conseguiti da parte della Guardia di finanza. Dell'estate del 2015 è un'ordinanza applicativa di misure cautelari nei riguardi di un imprenditore siciliano da tempo trasferitosi a Roma. Le indagini svolte hanno consentito di sventare una complessa attività illecita finalizzata a rilevare, al netto delle posizioni debitorie, la proprietà di un gruppo di imprese della sicurezza privata.
  Sul fronte della lotta alla camorra, appaiono di rilievo gli esiti dell'operazione «Vento dell'est», scaturita da una costola di una precedente operazione riguardante soggetti appartenenti ai clan dei casalesi e dei Guarnera, attivo nel quartiere di Acilia, che sempre nella seconda metà dell'anno ha portato all'esecuzione di un'ordinanza cautelare in carcere emessa dal tribunale di Roma nei riguardi di otto soggetti.
  Quanto alla delinquenza autoctona, ricordo l'operazione «Torri» dei Carabinieri di Roma.
  Anche con riguardo alla criminalità straniera si sono registrati successi: in particolare, l'operazione «Locusta» dei Carabinieri della capitale, culminata nell'ottobre del 2015 nell'esecuzione di cinquantasette misure restrittive della libertà personale nei riguardi di persone appartenenti Pag. 9al sodalizio di stranieri russofoni dedito al traffico degli stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione.
  Le attività di prevenzione amministrativa svolte dalla prefettura hanno consentito, nel secondo semestre del 2015, di erogare determinazioni antimafia e interdittive nei confronti di undici imprese; nove in particolare sono risultate soggette all'infiltrazione dell'organizzazione guidata da Carminati e quattro di esse sono state commissariate ai sensi dell'articolo 32 del decreto-legge n. 90 del 2014.
  Nel concludere la panoramica su Roma mi pare opportuno fare cenno anche a una nuova forma di criminalità ambientale emersa in questi ultimi mesi. Si tratta della raccolta e dello smaltimento illecito di rifiuti ferrosi, effettuata non da singoli alla precaria ricerca di mezzi di sostentamento, ma da una vera e propria organizzazione che ha come base i campi rom dislocati nella cintura esterna della capitale. Le accurate investigazioni svolte dal Corpo forestale dello Stato insieme ad altre forze di polizia e alla polizia locale di Roma hanno documentato come l'illecita raccolta dei materiali sia finalizzata alla loro vendita agli esercenti delle attività di rottamazione e come ad esso si ricolleghi il fenomeno dei roghi tossici. Questa forma di traffico illecito è oggetto di una mirata azione di contrasto a largo raggio, sulla quale maggiori ragguagli, se ritenete, potranno essere offerti a codesta Commissione dal comandante provinciale del Corpo forestale.
  Mi limito solo a ricordare che dall'agosto al dicembre 2015 per i reati ambientali connessi al fenomeno sono stati deferiti all'autorità giudiziaria ventotto soggetti ed eseguiti ventidue sequestri penali e amministrativi. Inoltre, la coordinata azione di controllo promossa dalla prefettura ha consentito di incidere sul lato della domanda, incoraggiando un comportamento più consapevole da parte dei rottamatori autorizzati.
  Le chiedo, presidente, se è possibile passare in riservato.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).

  STEFANO ESPOSITO. Innanzitutto vi ringrazio perché credo che il quadro che ci avete dato e la massa di informazioni che ci mettete a disposizione ci possano confortare sulla operatività e l'azione delle forze dell'ordine e della prefettura. Naturalmente, però, questo ci mette anche di fronte a una situazione in cui non manca nessuno all'appello dei sodalizi criminali, non solo italiani.
  Partirei dalla prima parte per rivolgere una domanda al prefetto sulla questione Roma. Lei ha affermato che c’è stata scarsa collaborazione da parte dei dirigenti capitolini. Le chiederei, per quello che è di sua competenza, se ritiene, dagli elementi di cui dispone, che siano state messe in campo tutte le iniziative perché questo tipo di comportamento possa ridursi.
  Dal momento che lei ha precisato che dal 2 novembre il lavoro è terminato, credo che sarebbe utile, a questo punto, presidente, fare una riflessione sulla possibilità di ascoltare sull'argomento il commissario Tronca.

  PRESIDENTE. È già in programma, entro metà febbraio.

  STEFANO ESPOSITO. Grazie, presidente.
  Lei ha citato il lavoro condotto dal segretario generale, dottoressa Buarnè. Ieri ho visto, su alcuni organi di informazione, l'anticipazione di questa relazione, che mi pare corrisponda sostanzialmente a quanto abbiamo ascoltato. Quindi, le due cose in qualche modo si toccano.
  Ho un'ulteriore domanda, poi chiederò di segretare. Avete un dato sul numero delle denunce, nella zona del litorale di Roma, da parte di imprenditori, commercianti, attività produttive, per estorsione e richiesta di pizzo ? Questo è un dato Pag. 10particolarmente interessante, che io non sono riuscito a recuperare. Sarebbe infatti interessante capire questa presenza così massiccia di cosche, di famiglie che operano su questo territorio con attività di natura estorsiva, quale ribaltamento abbia dal punto di vista delle denunce da parte dei cittadini. Questo ci potrebbe consegnare un dato di riflessione.
  Chiedo di passare in segreta.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).

  LUIGI GAETTI. Grazie, presidente. Anch'io resto impressionato dalla mole di dati che ci avete comunicato, quindi vorrei proporvi alcune rapide domande.
  In primo luogo, abbiamo notato che sono stati concessi finanziamenti dalla regione Lazio, durante la presidenza Zingaretti, direttamente a vari comuni e soprattutto anche ad Ostia, ma in realtà abbiamo visto che questi erano destinati alle varie società di Buzzi. Mi riferisco al cosiddetto «fondo per il riequilibrio dei comuni», con il quale la regione ha anche «bypassato» il Campidoglio per destinare questi finanziamenti alle cooperative. Vorrei sapere se voi siete al corrente di una quantificazione economica e se ci sono delle indagini in corso su queste cifre.
  La seconda domanda si riferisce al fatto che, leggendo la stampa, ci siamo accorti che il giorno in cui il presidente Tassone rassegnava le sue dimissioni incontrava nel pomeriggio in Campidoglio non solo Ignazio Marino ma anche altre personalità. Vorremmo sapere se è al corrente di questo incontro e se sia possibile conoscerne i contenuti.
  Il terzo elemento riguarda il fatto che le prime intercettazioni di Andrea Tassone con il sodalizio di Buzzi riguardano già il mese di dicembre 2014, mentre solamente nel marzo del 2015 ci sono state le sue dimissioni, cioè quattro mesi dopo. Ecco, vorremmo capire se questi quattro mesi hanno interferito nella conduzione e se, nel caso si fosse agito subito, si sarebbero potute cambiare le cose.
  Da ultimo, esprimo una curiosità. Leggendo la stampa ho notato che una delle commissarie, Marilisa Magno, in data 28 dicembre 2015, è stata trasferita dal Consiglio dei ministri a Potenza. Vorrei capire se questa è una punizione per quel che ha scritto o un avanzamento di carriera.

  PRESIDENTE. Sede di un capoluogo di regione !
  La prefetta Magno aveva terminato il suo lavoro con la commissione d'accesso.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie per le relazioni puntuali e per il lavoro che state svolgendo. Sicuramente ci avete presentato un quadro pesante e avvilente, sia per le proporzioni del fenomeno che per le diversità di insediamento: ci sono mafie vecchie e nuove; ritornano – ahimè – alcuni cognomi, alcune famiglie; la ’ndrangheta noto che fa da protagonista sia in città che in provincia.
  Io rimango sulla città e vorrei ritornare su un municipio, su un quadrante che è stato citato e su cui auspico si possa accendere un focus anche da parte di questa Commissione. Mi riferisco al VI municipio, un territorio molto vasto, in cui c’è un alto numero di famiglie con ex detenuti e con componenti agli arresti domiciliari, il più alto tasso di analfabetismo e di dispersione scolastica, il più alto numero di minori detenuti e di tossicodipendenti, quindi un territorio che permette l'insediamento delle mafie. Su quel territorio ci sono alcune delle questioni che voi avete elencato, come droga e – aggiungo – migranti, che forse è uno dei temi che abbiamo poco battuto all'interno di questa audizione. Sottolineo che su trentanove centri per gli immigrati (parlo di SPRAR e di centri di accoglienza) che ci sono a Roma quindici si trovano al VI municipio.
  È nota la questione di Corcolle, quello che si è determinato nel 2015. C’è la questione dei rifiuti, laddove il VI municipio è stato storicamente uno degli avamposti Pag. 11dell'avvocato Manlio Cerroni. In quel distretto si può dire che sono stati ritrovati dei rifiuti tossici e dei residui edili.
  Poi c’è una dimensione poco chiara per quanto riguarda il tema politico-istituzionale. Su questo chiedo di passare in seduta segreta.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al capocentro DIA e al Corpo forestale dello Stato – che peraltro sono citati esplicitamente con due rinvii nella relazione del prefetto, quindi sono due approfondimenti dovuti, e poi mi sembra che in particolare alcune domande li chiamino in causa – vorrei fare due sottolineature. La prima riguarda i comuni dell’hinterland, collocati soprattutto a nord della provincia di Roma, rispetto ai quali, guardando i risultati delle commissioni di accesso, il parere della prefettura e le decisioni assunte dal Governo, mi sentirei di sottolineare molto un aspetto contenuto nella relazione del prefetto. Per come sono andate le vicende, sia per il lavoro fatto dalle commissioni di accesso, sia per le decisioni che sono state assunte, credo che siano tutte realtà che necessitano di un monitoraggio, dal quale si possa prevedere la nomina di nuove commissioni di accesso. Le situazioni ci sembrano tali da non ritenere – ci permettiamo di dire, per quello che abbiamo potuto esaminare – che possano essere considerate serenamente chiuse le osservazioni nei confronti di queste realtà.
  Dico questo perché, per alcuni comuni, in maniera particolare Morlupo, se le commissioni di accesso avessero avuto più tempo forse avrebbero potuto fornire alla prefettura un materiale più consistente per poter prendere alcune decisioni.
  Vale quello che anche altri commissari hanno detto sul comune di Sacrofano, anche per essere stati tutti comuni fortemente influenzati e frutto di interesse di Mafia capitale, oltre che di altre presenze. Mi sento di dire, come presidente della Commissione, che il monitoraggio al quale ha fatto riferimento il prefetto deve essere particolarmente penetrante e magari potrà portare ad ulteriori approfondimenti. Diversamente, per queste situazioni bisogna veramente pensare alla riforma delle norme sullo scioglimento dei comuni, perché l'alternativa scioglimento/non scioglimento non è sufficiente.
  Per quanto riguarda Ostia, torneremo a sentire la Commissione e approfondiremo anche con il commissario di Roma, che ha una competenza per alcuni aspetti. Tuttavia, vorrei domandare quali sono le competenze che riguardano, in questa fase di commissariamento, la prefettura nei confronti del municipio che è stato sciolto per mafia, che sono sicuramente diverse rispetto a quelle del comune di Roma, che è una forma di commissariamento diverso.
  Un'altra considerazione è collegata a quanto diceva l'onorevole Costantino. Con la soluzione adottata dal Consiglio dei ministri a fine estate, il comune di Roma aveva un sindaco e una sorta di monitoraggio da parte della prefettura. Adesso siamo in una fase di commissariamento che potremmo definire «light», in un certo senso, cioè una forma di commissariamento che non prevede i poteri che, per esempio, ci sarebbero stati se ci fosse stato lo scioglimento per mafia.
  L'onorevole Costantino chiede una sorta di valutazione per un'eventuale commissione di accesso nel VI municipio. È evidente che il caso di Ostia, laddove per qualcuno non era ipotizzabile lo scioglimento in una sola municipalità, dice che questa azione è stata fatta. La domanda è se non sarebbe il caso che in questa fase, mentre c’è un commissariamento di quel tipo al comune, la prefettura potesse valutare commissioni di accesso non solo nel VI municipio, ma anche in altri municipi nei quali si sono ravvisate, per esempio, le presenze di Mafia capitale, c’è una particolare presenza, da quello che ci avete detto, di alcune famiglie mafiose (appartenenti a Pag. 12tutte le mafie) che insistono in maniera particolare su alcuni settori. Questo potrebbe essere un modo con il quale la prefettura continua ad affiancare questa fase del comune di Roma.
  Anche io faccio una domanda in segreta. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Ringrazio il prefetto Gabrielli e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.40.