XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 128 di Martedì 12 gennaio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori.
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo, Francesco Lo Voi.
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Lo Voi Francesco , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Lo Voi Francesco , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 6

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 13.50.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, almeno per una parte dell'audizione.
  (Così rimane stabilito).

Seguito dell'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo, Francesco Lo Voi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo, Francesco Lo Voi.
  Ricordo che in occasione della seduta del 4 novembre scorso non era stato possibile concludere l'audizione del dottor Lo Voi a causa di concomitanti lavori dell'Aula. Nella seduta odierna, pertanto, completiamo l'audizione chiedendo al procuratore, insieme alle risposte ai quesiti già formulati dai commissari, anche un aggiornamento sulle ultime operazioni di polizia giudiziaria svolte nel distretto giudiziario di Palermo e riportate anche oggi dagli organi di stampa.
  In particolare, mi riferisco a un'operazione che ha colpito alcuni professionisti, operazione di particolare rilievo rispetto alla quale cogliamo l'occasione per esprimere soddisfazione e compiacimento per i lavori sia della procura che della polizia giudiziaria, in particolare, in questo caso, della Guardia di finanza.
  Credo che il procuratore vorrà all'inizio dell'audizione informarci sul significato e sull'importanza di questa operazione, che va a toccare un mondo di professionisti che collabora con i poteri mafiosi, che ne è un punto di riferimento, uno strumento nelle mani delle associazioni mafiose per le loro azioni.
  Tra l'altro, questa nostra audizione avviene a poco più di un anno dall'insediamento del procuratore alla procura di Palermo, dunque cogliamo l'occasione anche per congratularci per il lavoro svolto in questo anno e gli facciamo gli auguri per un prosieguo sempre più colmo di frutti del lavoro straordinario che viene compiuto.
  Il nostro ospite sa che l'audizione si svolge in forma libera, ma ove necessario i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Do la parola al procuratore Lo Voi, ringraziandolo per la sua presenza e per le cose interessanti che sicuramente avrà da dirci.

  FRANCESCO LO VOI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo. Ringrazio lei, presidente, e tutti i componenti della Commissione per avermi dato questa nuova opportunità ed anzi per avere consentito a un suo leggero rinvio rispetto al programma originario, ma il periodo di chiusura dell'anno, come in tutti gli uffici, soprattutto in quelli giudiziari, è sempre piuttosto complesso, per varie ragioni, anche amministrative e burocratiche, Pag. 4per cui ho ritenuto di dover richiedere un leggero spostamento e vi sono grato per avermelo concesso.
  Questo mi consente di potervi dare qualche notizia in più su quello che è stato fatto nel frattempo a Palermo su iniziativa della procura della Repubblica, in particolare della direzione distrettuale antimafia.
  Parlo subito, visto che mi è stato richiesto, degli arresti che sono stati effettuati questa mattina. Si tratta di un'indagine particolarmente importante e significativa, a mio avviso, per più aspetti. Non soltanto è stato colpito in maniera piuttosto severa il patrimonio di un gruppo mafioso molto ben consolidato nel territorio palermitano, facente capo alle famiglie dei Graziano e dei Galatolo, tant’è vero che il giudice per le indagini preliminari, insieme alle misure cautelari personali, ha disposto anche l'esecuzione di una serie di misure cautelari reali, con il sequestro di numerosi immobili, quote societarie, conti correnti.
  In più, l'indagine è particolarmente rilevante perché, come anticipava la presidente, ha toccato non soltanto i componenti di quelle famiglie mafiose ma anche alcuni soggetti appartenenti al mondo delle professioni: in particolare, un avvocato e un ingegnere che si sono prestati, secondo la tesi dell'accusa finora ritenuta fondata dal giudice per le indagini preliminari, a riciclare gli enormi capitali prodotti da quelle famiglie e a intestarsi fittiziamente i beni appartenenti ad alcuni dei componenti di quelle famiglie, quindi anche a favorire l'occultamento di questi beni, compiendo una serie di operazioni finanziarie che hanno necessità – credo di avere fatto un cenno a questo aspetto anche nel corso della mia prima audizione – di essere svolte ed eseguite da persone non note agli ambienti mafiosi né ovviamente alle forze di polizia e agli inquirenti in genere, ma che appartengono al mondo delle professioni.
  È un settore sul quale personalmente – ma non è la prima volta, è accaduto anche in passato, prima del mio arrivo alla procura di Palermo – ho ritenuto di dover investire e ho chiesto alle forze di polizia di investire le migliori energie e risorse, perché non siamo più ai tempi in cui il reinvestimento delle ricchezze frutto delle attività illecite della mafia avveniva con l'acquisto di terreni o con la costruzione di qualche fabbricato. È invece un periodo in cui ormai, sia per l'evoluzione della stessa società, sia per l'evoluzione della finanza e dei circuiti finanziari, c’è necessità che determinate attività illecite inevitabilmente vengano svolte col contributo di professionisti, di commercialisti, di ingegneri, di avvocati, di esperti in materia fiscale, di esperti in transazioni anche internazionali, che possano consentire da un lato l'occultamento e dall'altro lato il riciclaggio e il reinvestimento.
  Per tali ragioni questa operazione, che colpisce peraltro un appartenente a uno studio di avvocati particolarmente noto nella città di Palermo, è sicuramente importante e significativa. L'indagine è inoltre da segnalare perché, se è vero che in questa indagine intervengono le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Galatolo, in realtà le dichiarazioni di Galatolo in quest'occasione non vengono utilizzate come spunto da cui far partire le indagini. Al contrario, vengono utilizzate a riscontro di indagini che erano già state avviate sulla base di attività investigative ordinarie, tecniche, «classiche», dal Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, che ha svolto un'attività di altissimo livello nel riscontrare tutto il circuito finanziario che si muoveva attorno a queste persone. Dopo avere svolto questi accertamenti, il Nucleo ha visto confermati i risultati dalle dichiarazioni rese da Galatolo, che ha detto che in effetti si trattava di beni in parte suoi, in parte dei Graziano, suddivisi in percentuali tali da garantire il sostentamento e quindi l'arricchimento di tutti questi gruppi mafiosi, proprio come era stato già individuato dalla Guardia di finanza.
  Questo è particolarmente importante perché conferma l'elevatissimo livello di capacità raggiunto dalle nostre forze di polizia – in questo caso, come dicevo, la Guardia di finanza – che sono in grado, al Pag. 5di là delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, di individuare ed accertare i reati e coloro che li hanno commessi. Ovviamente siamo in una fase iniziale; a parte le indagini già svolte, dal punto di vista più prettamente processuale vi è stato l'accoglimento di questa richiesta di misura cautelare da noi formulata da parte del giudice per le indagini preliminari. Vedremo quali saranno gli sviluppi di questa vicenda processuale.
  Ove la Commissione lo ritenesse, posso subito anticipare che non ho alcuna difficoltà a trasmettervi, nei prossimi giorni, l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari che è particolarmente interessante non solo per la spiegazione tecnica e la ricostruzione dei movimenti di denaro e delle intestazioni degli immobili, ma anche per la valutazione che il giudice fa dell'operato dei professionisti coinvolti.

  PRESIDENTE. La Commissione sarà ben lieta di ricevere l'ordinanza. Grazie.

  FRANCESCO LO VOI, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo. Prendo subito un appunto in questo senso.
  Allo stesso tempo, il fatto di avere tenuto questa seconda parte della mia audizione all'inizio del 2016 mi ha consentito di portarvi alcuni numeri che, sia pure nella loro aridità, illustrano credo in maniera utile l'attività che è stata svolta dalla procura di Palermo nel corso dell'anno 2015.
  Sono stati iscritti, nel corso dell'anno 2015, 260 nuovi procedimenti per reati riguardanti la competenza della direzione distrettuale antimafia e, nell'ambito di questi 260 procedimenti – parlo dei procedimenti contro noti, non mi occupo di quelli contro ignoti – sono state iscritte, quindi sono attualmente sottoposte ad indagine per reati di competenza della DDA, nel corso del 2015, 1.658 persone. Allo stesso tempo, nonostante un così elevato numero di sopravvenienze, è stata ridotta la pendenza perché, a fronte di 3.772 procedimenti che erano pendenti alla data del 31 dicembre 2014, alla data del 31 dicembre 2015 erano pendenti procedimenti nei confronti di 3.216.
  Quindi, vi è stata una diminuzione sia del numero dei procedimenti, passati da 369, come pendenza, a 308, sia del numero dei soggetti iscritti, passati da 3.772 a 3.216, quindi più di 550 persone nei cui confronti o è stata esercitata – e nella maggior parte dei casi è stata esercitata – l'azione penale, o comunque è stata richiesta l'archiviazione. Dunque, un aumento della sopravvenienza, a cui però ha fatto riscontro un aumento della produttività da parte della procura di Palermo e da parte della direzione distrettuale antimafia.
  Sempre nel settore delle attività rientranti lato sensu nella competenza della direzione distrettuale antimafia, ho ritenuto utile – questo anche per tentare di dare una risposta, e spiegherò poi perché dico «tentare», a una delle domande che erano state fatte nel corso della precedente audizione, a cominciare dall'intervento iniziale della presidente Bindi – portarvi un dato che riguarda le cosiddette «sospensioni» dei termini rientranti tra i benefici antiracket e antiusura previsti dalla legge n. 44 del 1999, poi modificata con la legge n. 3 del 27 gennaio del 2012.
  Si tratta, come sapete, delle sospensioni dei termini di pagamento dei debiti contratti da soggetti che poi si sono trovati sottoposti a fenomeni estorsivi o a fenomeni usurari, che sono per l'appunto previste come incentivo alla collaborazione e alla denunzia e che mantengono un andamento abbastanza costante tra il 2014 e il 2015: nel 2014 ne erano state concesse diciotto e rigettate otto, nel 2015 ne sono state concesse diciannove e rigettate sei. I numeri sostanzialmente si equivalgono, ma questo conferma che questi benefici continuano a essere utilizzati e continuano quindi a costituire un ulteriore stimolo per gli imprenditori vittime di quel tipo di reati a collaborare e ad ottenere, quindi, anche questa sospensione dei termini di pagamento dei loro debiti. Ovviamente non è una cancellazione dei loro debiti, ma è soltanto una sospensione temporanea proprio per consentire la rimessa in pristino delle ordinarie condizioni di attività dell'azienda e dell'impresa.Pag. 6
  Indico questo dato, riferendomi a una delle domande che erano state poste nella scorsa audizione, perché mi consente di entrare su uno dei temi che era stato posto – ed è uno dei temi che tuttora è all'attenzione non solo della Commissione ma anche della pubblica opinione in genere – quello cosiddetto della «antimafia».
  Tuttavia, per poterlo fare in modo più compiuto e allo stesso tempo più libero, anche perché devo citare qualche esempio, uno in particolare, chiederei, se fosse possibile, di proseguire in seduta segreta.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.
  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il procuratore Lo Voi, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.50.