XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 104 di Mercoledì 8 luglio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gaetti Luigi , Presidente ... 3 

Audizione del sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze, Pier Paolo Baretta:
Gaetti Luigi , Presidente ... 3 
Baretta Pier Paolo (PD) , sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze ... 3 
Gaetti Luigi , Presidente ... 6 
Garavini Laura (PD)  ... 6 
Gaetti Luigi , Presidente ... 7 
Bulgarelli Elisa  ... 7 
Gaetti Luigi , Presidente ... 7 
Mirabelli Franco  ... 8 
Baretta Pier Paolo (PD) , sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze ... 8 
Volpe Italo , direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze ... 8 
Bulgarelli Elisa  ... 9 
Volpe Italo , direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze ... 9 
Bulgarelli Elisa  ... 9 
Volpe Italo , direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze ... 9 
Bulgarelli Elisa  ... 9 
Volpe Italo , direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze ... 9 
Bulgarelli Elisa  ... 9 
Volpe Italo , direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze ... 9 
Bulgarelli Elisa  ... 10 
Volpe Italo , direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze ... 10 
Baretta Pier Paolo (PD) , sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze ... 10 
Volpe Italo , direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze ... 11 
Baretta Pier Paolo (PD) , sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze ... 11 
Gaetti Luigi , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI GAETTI

  La seduta comincia alle 14.25.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze, Pier Paolo Baretta.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze, Pier Paolo Baretta, il quale è accompagnato dallo staff tecnico. L'audizione odierna ha ad oggetto le linee della politica del Governo in materia di prevenzione e contrasto dell'infiltrazione della criminalità organizzata nel settore delle scommesse e dei giochi pubblici, e le prospettive di riforma del settore anche alla luce di quanto previsto dalla legge 11 marzo 2014, n. 23, recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, la cosiddetta delega fiscale. L'articolo 14 di tale legge, in particolare, aveva delegato il Governo all'elaborazione di un decreto legislativo di riordino del settore dei giochi, ma il termine per l'esercizio della delega è scaduto lo scorso 27 giugno senza che il Governo abbia presentato il relativo schema di decreto. L'audizione odierna è in forma libera e, ove necessario, si potrà proseguire in seduta segreta. Do ora la parola al sottosegretario Baretta, ringraziandolo per la sua presenza.

  PIER PAOLO BARETTA, sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze. Grazie, presidente. Buongiorno a tutti. Come ricordava, l'articolo 14 della delega fiscale delegava il Governo a predisporre un decreto legislativo che riorganizzasse il settore dei giochi, alla luce dei rilevanti mutamenti intervenuti nel settore nel corso degli ultimi anni e, in particolare, l'eccessiva diffusione del gioco pubblico che, se ha arginato la dimensione irregolare del fenomeno e assicurato un'importante entrata all'erario, ha comportato evidenti conseguenze sociali. Questi cambiamenti sono intervenuti in presenza di un quadro regolatorio che non ha seguito l'evoluzione tecnologica del settore, le condizioni internazionali di mercato e la crescita del disagio sociale. Pertanto, in adesione ai principi della delega, abbiamo predisposto un intervento organico, che potremmo definire un «codice dei giochi», fondato nell'ordine sui seguenti presupposti: tutela della salute pubblica, lotta all'illegalità, attenzione agli effetti erariali. La bozza di decreto delegato che lasciamo alla Commissione rappresenta la traduzione del mandato parlamentare, comprensivo di una sintesi sufficientemente equilibrata delle numerose proposte di legge presentate, della crescita della sensibilità sociale sul tema, nonché delle esigenze organizzative del settore. L'attento lavoro di confronto con tutti gli attori sociali e la successiva costruzione del decreto ha portato a riconsiderare i problemi Pag. 4fondamentali sottesi all'attuale sistema di gioco pubblico italiano, nella consapevolezza che andava posto un argine alla diffusione irrazionale del gioco, ma anche che le politiche di proibizionismo e di divieto assoluto del gioco non rappresentano la migliore strategia di gestione e controllo di un settore così delicato, oltre a non impedire, se non addirittura favorire, la sua diffusione attraverso le più svariate forme di illegalità. In quest'ottica, abbiamo considerato irrinunciabile la riserva statale in materia di giochi, ma essa si sostanzia, nella condizione attuale, prima ancora che nella raccolta di risorse finanziarie, nell'esigenza di tutelare l'ordine e la sicurezza pubblica e contemporaneamente di accentuare il contrasto alle varie forme di illegalità, fenomeno rischiosamente pervasivo del settore gioco e delle scommesse. A tal fine, il decreto ha preso in considerazione alcune condizioni essenziali, a cominciare dalla tutela della salute alla salvaguardia dei minori e dei soggetti più deboli. Si è imposto un limite al numero degli apparecchi AWP per gli esercizi generalisti primari quali bar, tabacchi e così via, proporzionandolo allo spazio a disposizione – 7 metri quadri per apparecchio fino a un massimo di 6 – in spazi dedicati non visibili dall'esterno. Un tale sistema con spazi dedicati non può prescindere dalla responsabilità diretta del gestore nel far rispettare le regole del divieto assoluto ai minori e di controllo sulle persone che si spingono giocando oltre il limite. È prevista, inoltre, una revisione e un aggiornamento del sistema sanzionatorio. Cambierà anche la tipologia delle macchinette che verranno sostituite nell'arco di un biennio con delle nuove AWP da remoto, maggiormente controllabili, ma avendo gli stessi contenuti e limiti di vincite di gioco delle AWP tradizionali. In questa prospettiva andrà affrontato il controllo tecnologico delle giocate attraverso l'introduzione di forme adeguate, quali ad esempio la tessera del giocatore o altre analoghe. Più complesso è il caso della dislocazione e del dimensionamento delle sale da gioco – gaming hall – per le quali si prevede che, con apposito regolamento, venga individuato il numero massimo delle sale da gioco per regione, in rapporto alla popolazione maggiorenne, alla superficie del territorio e in considerazione delle sale da gioco già esistenti nel territorio stesso, nonché le disposizioni relative ai livelli minimi di struttura, organizzazione e presidio delle stesse sale da gioco e quelle occorrenti a garantire i migliori livelli di sicurezza per prevenire in maniera assoluta il rischio di accesso dei minori di età, nonché la tutela dell'ordine pubblico, della sicurezza, della pubblica fede e del giocatore. Costituiscono, in tal senso, sale da gioco gli esercizi che operano sotto presidio e responsabilità del concessionario dedicati al gioco pubblico ad accesso sorvegliato e limitato esclusivamente a pubblico maggiorenne. Nelle sale, la raccolta del gioco è effettuata sia mediante AWP che VLT, ma è consentita solo se essi hanno una superficie non inferiore a 50 metri quadrati e se è rispettato il parametro di un apparecchio ogni 3 metri quadrati. Nel considerare questa problematica, si è fatta strada nella riflessione con le associazioni sociali che si occupano del disagio e con molte amministrazioni locali che forse nel determinare una condizione di gioco legale, il più possibile controllato come barriera contro l'illegalità, non vada sottovalutato il ruolo dei casinò. Confermando che l'orientamento del Governo non è quello di una liberalizzazione dell'apertura delle case da gioco, ma che al tempo stesso si impone una riflessione sulle attuali difficoltà del comparto, l'individuazione di una gestione unitaria dell'attuale organizzazione e l'eventuale ulteriore dislocazione nel territorio nazionale di casinò appare una delle possibili soluzioni da considerare. Uno dei compiti principali del Governo in materia di giochi è quello di combattere il gioco illegale, attraverso regole certe e trasparenti per il gioco legale. Il decreto propone una revisione di tutta la filiera concessoria, continuando a utilizzare tale regime proponendo l'introduzione dell'articolo 88 del testo unico di pubblica sicurezza per tutti gli esercizi che possiedono un terminale. Pag. 5La sanzione amministrativa prevista tra i 1.500 e i 15.000 euro per ogni apparecchio sprovvisto di autorizzazione si accompagna alla sanzione accessoria di cancellazione dall'elenco dei soggetti incaricati della raccolta di giocate. In tal modo, si possono evitare situazioni in cui il gioco può svolgersi di nascosto, collegandosi a un CDD. A tale proposito segnalo che i dati sull'emersione riguardano 2.196 punti gioco che hanno richiesto la legalità. Anche l'aver previsto il collegamento degli apparecchi in remoto, come ho detto prima, risponde a un'esigenza di emersione dell'illegalità. Inoltre, il sistema di gestione da remoto prevede una complessa architettura tecnologica che va sottoposta, da parte del partner tecnologico Sogei, a costanti verifiche di conformità rispetto alle regole tecniche. Tutte le operazioni di gioco sono memorizzate nella banca dati interna al sistema, allocata presso il concessionario, interrogabile in qualsiasi momento per ricostruire l'eventuale evento vincita. L'illegalità è nascosta anche nel riciclaggio di denaro. Per questo tutti gli obblighi previsti per l'antiriciclaggio per i soggetti in concessione sono previsti anche per coloro che operano nel settore del gioco, sia pure in mancanza di concessione valida rilasciata dallo Stato. Altra sicurezza è la previsione del palinsesto. Si possono accettare e formulare scommesse solo su eventi autorizzati dallo Stato. Il decreto legislativo affronta anche la questione dell'organizzazione della filiera del settore, predisponendo una sorta di contratto-tipo che regoli i rapporti tra concessionari e gestori, fatta salva, ovviamente, la natura privatistica del rapporto. Va letta in quest'ottica la possibilità di effettuare il prelievo fiscale sul margine operativo. Sulle molte altre questioni prese in considerazione dal decreto rinvio al testo più articolato già predisposto per la Commissione in occasione di un precedente incontro. Voglio, però, in conclusione, soffermarmi su due punti più controversi del dibattito politico che ha accompagnato la stesura del testo e sui quali è intervenuta una nuova e più completa elaborazione. Il primo riguarda la pubblicità. La gestione del messaggio pubblicitario assume una rilevanza fondamentale nella strategia pubblica di gestione del gioco. Dopo una lunga riflessione, anche personale, sono arrivato alla determinazione, condivisa dall'amministrazione, che sia possibile decidere – come fa il decreto – il divieto assoluto di qualsiasi forma di comunicazione commerciale, di pubblicità, di sponsorizzazione o di promozione di giochi con vincite di denaro offerti in reti di raccolta sia fisiche sia on line. Si tratta di una decisione impegnativa che fa fare allo Stato un salto di qualità nella credibilità del nuovo approccio pubblico al tema dei giochi e che mi aspetto venga riconosciuta nel suo valore. La violazione del divieto è punita con la sanzione amministrativa di euro 100.000. La sanzione è irrogata al soggetto che commissiona la pubblicità, a quello che la effettua, nonché al proprietario del mezzo con il quale viene diffusa. Il secondo argomento delicato è quello delle regole degli enti locali. In assenza di un'adeguata regolamentazione e a fronte del diffondersi del gioco, soprattutto nel comparto delle cosiddette macchinette, gli enti locali hanno provveduto con propri interventi a regolare, arginare o vietare la diffusione territoriale degli apparecchi da gioco. La novità che viene introdotta con il codice cambia la prospettiva. È necessario, dunque, che lo Stato centrale, che si riserva la gestione del gioco pubblico, e gli enti locali trovino un nuovo sistema di regole condivise di gestione del settore. Le polemiche sulle prerogative non ci aiutano. Ribadito, infatti, che l'approccio pubblico non è per la proibizione del gioco e che il decreto opera un rilevante intervento di riduzione e regolarizzazione dell'offerta, è indispensabile che tutti i soggetti pubblici che hanno competenza sul tema trovino un comune modo di procedere. A questo fine, la proposta che facciamo è che la sede di questo confronto sia la Conferenza unificata, in cui lo Stato, le regioni e gli enti locali sanciscono intese in ordine alla distribuzione territoriale delle sale da gioco che offrono i giochi con vincite in denaro. Le intese, in ogni caso, devono Pag. 6risultare tali da assicurare la possibilità di concessioni di gioco uniformi a livello statale e sull'intero territorio nazionale, nonché la salvaguardia dei loro valori patrimoniali. Presso le conferenze è istituito, infatti, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un comitato tecnico permanente che riferisce annualmente al Parlamento sui risultati del proprio lavoro di analisi e valutazione della normativa nazionale in materia di giochi pubblici, di dati e informazioni riguardanti la dinamica del settore dei giochi, nonché dell'elaborazione di proposte al Governo previa deliberazione delle conferenze. L'insieme dei provvedimenti descritti sono contenuti nel testo più volte citato che è stato consegnato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e ai presidenti di ANCI, UPI e regioni. Il Consiglio dei ministri ha, però, valutato non matura l'adozione di questo testo, lasciando peraltro decadere la delega. È mia opinione che, in ogni caso, la questione sarà comunque all'ordine del giorno, poiché in Parlamento sono depositati molti disegni di legge sulla materia e altri sono in via di presentazione. Credo anche non possibile demandare la questione alla legge di stabilità, trattandosi di una evidente materia ordinamentale che non è previsto possa essere trattata in quella sede. Pertanto, nelle prossime settimane, il Parlamento sarà, prima ancora del Governo, chiamato a decidere se riaprire la delega sui giochi, riprendendo l’iter interrotto o affrontare la discussione parlamentare su un disegno di legge specifico. In ogni caso, penso che il testo predisposto sia la base per qualsiasi regolamentazione, della quale si avverte l'assoluta urgenza.

  PRESIDENTE. La ringrazio per l'esposizione e soprattutto per il fatto che sono stati presi in considerazione numerosi punti segnalati dalla Commissione. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LAURA GARAVINI. Mi sono permessa di chiedere la parola perché, scusandomi in anticipo, dovrò allontanarmi preliminarmente dai lavori. Sono, tuttavia, grata di avere l'opportunità di porre alcuni quesiti e soprattutto di esprimere grande apprezzamento al sottosegretario per il lavoro che si era riusciti a predisporre in applicazione dell'articolo 14 della delega. Ho colto nelle sue parole il rammarico per il fatto che non si sia giunti all'approvazione della delega. Condivido questa preoccupazione e mi auguro anch'io che ci possa essere, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, un'evoluzione positiva che riapra la partita, anche riproponendo esattamente il testo che usciva dal suo ministero. Dico questo perché lo reputavo uno strumento estremamente opportuno, ben fatto, a maggior ragione alla luce di queste ulteriori considerazioni di cui lei oggi ci ha reso conto, anche in relazione alla partita della pubblicità e alla questione enti locali. Vi sono, quindi, diversi aspetti di pregio, soprattutto alla luce del fatto che con l'applicazione di una delega di questo tipo si andrebbe finalmente a porre fine a uno stato di estrema mancanza di una legislazione a livello nazionale. Se da un lato è vero che alcune amministrazioni si sono dotate nel tempo di provvedimenti territoriali validi e qualificati, è anche vero che la maggior parte del territorio è, invece, ancora in uno stato di totale carenza di una legge quadro che possa regolamentare il fenomeno. Perciò, gli aspetti da lei elencati inerenti sia alla salvaguardia dei minori, sia alla predisposizione di criteri tali da regolarizzare le varie sale offerenti macchinette, sia al fatto che si prevedesse una sostituzione delle stesse macchinette, in modo tale da rendere tracciabile tutto il processo, sia i vari dettagli finalizzati al contrasto del gioco sono elementi che ci inducevano – anche alla luce del lavoro già svolto anche all'interno di questa stessa Commissione nella scorsa legislatura – a ribadire l'opportunità che si ripensi alla decisione assunta da parte governativa di rinviare il provvedimento o comunque di non calendarizzarlo. Penserei, invece, a uno sforzo aggiuntivo per individuare alcuni Pag. 7aspetti che consentano di superare quelle che – condivido la sua opinione – rischiano di trasformarsi in sterili polemiche del tutto avulse dalla realtà e soprattutto da quella che può essere, invece, l'opportunità di una legislazione ben fatta e seria. Detto questo, non posso che esprimere un auspicio. Anche alla luce del fatto che, infelicemente, non si possa giungere in tempi brevi all'applicazione della delega in materia di gioco d'azzardo, rivolgo un appello all'ufficio di presidenza della Commissione perché può essere utile e opportuno che riprendano i lavori del Comitato sulle infiltrazioni mafiose nel gioco lecito e illecito che, a quanto mi consta, fino a oggi non si è ancora riunito.

  PRESIDENTE. In effetti, questo è un tema molto caro alla presidente Bindi, che ha curato in prima persona lo studio proprio per i suoi numerosi risvolti. Dopo la senatrice Bulgarelli, svolgerò anch'io alcune considerazioni.

  ELISA BULGARELLI. Colgo l'occasione per ringraziarla per il lavoro del Governo e per l'esposizione molto chiara. Innanzitutto, non ho capito, per quanto riguarda il divieto del messaggio pubblicitario, che è comunque nella bozza, se chi lo fa, contravvenendo al divieto assoluto, avrebbe solo una sanzione amministrativa o gli viene tolta anche la concessione. Dico questo perché sappiamo benissimo che una sanzione amministrativa di 100.000 euro, anche se sembrano tanti, in questo campo rappresentano briciole rispetto agli introiti che si hanno. Passo, poi, alla parte più dolente e preoccupante, che è anche il motivo per cui è venuto a riferire anche qui in Commissione antimafia. La DNA è molto preoccupata per la questione delle infiltrazioni mafiose all'interno del gioco d'azzardo, anche nella gestione dei punti legali, oltre a quelli illegali. Per quanto riguarda gli apparecchi VLT, vorrei, quindi, chiedere quali sistemi di prevenzione sono stati pensati dal Governo. Non mi sembra, infatti, di avere capito dalla sua illustrazione quali sistemi vengono adottati nello specifico. Se non ci sono, vorrei sapere se si hanno idee o proposte in merito, dal momento che l'infiltrazione della mafia in questo campo è veramente preoccupante. A tale proposito, approfitto anche per chiedere se ci può dire come è andata a finire la questione della Bplus. Vorrei sapere se è già conclusa, se siamo ancora in attesa e a che punto siamo. Questo è un esempio di come il gioco d'azzardo è stato infiltrato dalle mafie, dalla criminalità e di quanto possa creare un danno erariale.

  PRESIDENTE. Aggiungo anch'io un paio di considerazioni, in modo che il sottosegretario possa raccogliere tutte le sollecitazioni. Essendo medico, non posso non partire dai costi sociali annessi al gioco. Chiedo, pertanto, se li avete quantificati nella loro interezza. Sappiamo, infatti, che ci sono dei costi diretti sui giocatori stessi, ma anche indiretti, che riguardano, a esempio, tutti i controlli che vanno fatti alle varie società, ai costruttori e quant'altro. Le sarei grato, quindi, se potesse darci un ordine di grandezza. Un altro elemento che emerge – non ho letto la vostra proposta, quindi potrebbe essere già inserito – è il discorso delle concessioni alle società estere. Infatti, sappiamo che, soprattutto con certi giochi on line e quant'altro, le società hanno sede all'estero, quindi hanno pochi controlli e soprattutto possono determinare un'evasione fiscale con maggior facilità. Le chiedo, allora, se al momento avete qualche idea su questo. Un altro argomento che stiamo vedendo anche in questi giorni riguarda le scommesse sul calcio. A questo proposito, lei ha detto che i giochi potranno essere fatti solamente sugli eventi autorizzati dallo Stato. Le chiedo, quindi, se avete idee anche su questo, visto che l'inserimento di questi grossi capitali che vanno a influire sulle dinamiche e sui risultati. L'altro elemento molto importante, che ha segnalato anche lei, è il rapporto tra lo Stato e gli enti locali. Ci deve essere, infatti, una unione di intenti e – come diceva la collega Garavini – alcune regioni sono più avanti; altre, invece, più indietro. Pag. 8Ecco, come si può sviluppare al meglio questo rapporto ? Lei parlava della conferenza unificata Stato-regioni. A questo proposito, vorrei sapere se sulla decisione del Presidente dei Consiglio dei ministri di non esercitare la delega abbia influito l'idea che l'opinione pubblica non è stata considerata sufficientemente matura. Forse, per sviluppare questo ambito, anche fra i cittadini, occorrerebbe una presa di coscienza maggiore, cosa che – almeno da ciò che mi è parso – non c’è stata perché, a parte gli addetti ai lavori, non c’è stato un coinvolgimento della società tutta. Per il momento mi fermo, se nel prosieguo ci verrà in mente qualcos'altro, lo aggiungeremmo.

  FRANCO MIRABELLI. Vorrei, innanzitutto, ringraziare il sottosegretario del quale, come sa, condivido le proposte e il lavoro che ha fatto in questi mesi per cercare di trovare una sintesi tra spinte e posizioni diverse. Tuttavia, stando al nostro tema, vorrei sottolineare un elemento e poi chiedere al sottosegretario di approfondire complessivamente un'altra questione. Sotto il primo aspetto, mi pare che oggi si sia trovata una buona sintesi tra le esigenze degli enti locali e delle regioni, a cui per troppo tempo abbiamo delegato, in assenza di una norma nazionale, l'intervento sui giochi a tutela della sicurezza e della salute pubblica, e l'esigenza – fondamentale per chi si occupa di antimafia e legalità – che ci sia una normativa nazionale che regolamenti la vicenda del gioco su tutto il territorio nazionale. Dopodiché, ci può essere un ruolo delle regioni e dei comuni rispetto alla definizione delle regole sulla dislocazione dei locali o altro. Credo, però, che, dal punto di vista autorizzativo e da altri punti di vista, diventi decisivo che ci sia una normativa chiara a livello nazionale. Con venti o più normative diverse su tutto il territorio nazionale avremmo un quadro meno chiaro e certo e sappiamo bene che quando è così è più facile che illeciti e illegalità trovino il modo di penetrare, da una parte o dall'altra. La seconda questione, che nel testo del sottosegretario è scritta molto chiaramente, riguarda la tracciabilità dei capitali delle società concessionarie o comunque di chi si occupa di gioco d'azzardo. È evidente che questo per noi è un problema decisivo. Sappiamo, infatti, che il riciclaggio è la questione per cui ci occupiamo di gioco. Il tema della tracciabilità è, perciò, importante. Vorrei chiedere, dunque, al sottosegretario se può fare un approfondimento rispetto alla tracciabilità dei capitali. Penso, infatti, che su questo si debbano mettere in campo misure, attenzioni e strumenti non tradizionali, se vogliamo davvero riuscire a costruire una barriera contro la penetrazione della criminalità organizzata nel gioco.

  PIER PAOLO BARETTA, sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze. Presidente, se è d'accordo, chiederei al dottor Volpe di rispondere sulla questione Bplus, che ha risvolti più tecnici, come quest'ultima sui capitali.

  ITALO VOLPE, direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze. La questione Bplus è in questi termini. Vi sono due filoni giurisprudenziali di contenzioso. Il primo riguarda la famosa questione delle penali. Da questo fronte il tema è abbastanza semplice. La sentenza definitiva della Corte dei conti è stata impugnata dalla società e da altri per due ordini di fattori. Un primo gravame è nei riguardi della stessa Corte dei conti, perché viene chiesta la revocazione della sentenza. L'altro, invece, è stato portato davanti alla Corte di cassazione per un preteso difetto di giurisdizione. Dopodiché, la stessa ricorrente si è rivolta alla Corte dei conti, in sede di incidente di esecuzione della sentenza, chiedendo la sospensione della sentenza definitiva, assumendo possibili danni gravi e irreparabili nell'ipotesi in cui venisse eseguita e quindi la somma fosse pretesa in pagamento, se successivamente si dovesse scoprire che la stessa sentenza definitiva sarebbe dichiarata revocata o addirittura nulla per difetto di giurisdizione. La Corte dei conti, Pag. 9con una pronuncia di pochissimi giorni fa, ha sospeso gli effetti della sua stessa decisione in attesa di entrambe le pronunce. L'altro fronte riguarda, invece, il filone di contenzioso sui provvedimenti interdittivi antimafia che hanno costituito l'antefatto dell'organizzazione di un trust societario con un riscontro, anche dal punto di vista pubblico, della sua funzionalità, che la società propose per ottenere temporaneamente una sospensione degli effetti ultimi dell'interdittiva che, ovviamente, avrebbe significato la risoluzione del contratto di concessione, e che ha traghettato la società verso il commissariamento, ai sensi della più recente cosiddetta «norma Cantone». Ebbene, questa interdittiva è stata annullata in primo grado davanti al giudice amministrativo, ma la prefettura – non siamo noi direttamente parte in causa, ma è il prefetto che ha adottato il provvedimento – sta predisponendo appello.

  ELISA BULGARELLI. La società è ancora commissariata ?

  ITALO VOLPE, direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze. Sì, perché è stata annullata l'interdittiva. La puntualizzazione è giustissima. È stata annullata l'interdittiva, ma la stessa sentenza del giudice amministrativo ha riconosciuto un certo grado di autonomia della cosiddetta «norma Cantone» rispetto a quello che è il quadro regolatorio tipico delle interdittive antimafia e ha stabilito che, invece, il commissariamento proseguisse. Quindi, all'atto pratico è ancora in regime di commissariamento, ai sensi dell'articolo 32 del decreto legge n. 90 del 2014, ma questa sorta di ombra al momento, costituita dall'interdittiva e dai relativi presupposti, è svanita, ovviamente in attesa di una pronuncia definitiva.

  ELISA BULGARELLI. Siccome il problema dell'interdittiva deriva dal fatto che questa persona è figlia di una famiglia che aveva problemi con la mafia e che aveva già cercato di mettere le mani sui casinò, ma poi in un secondo momento ha lasciato le questioni dei casinò ed è passata al gioco d'azzardo, vorrei chiedere, soprattutto al Governo, come una concessione possa essere data a una persona di questo tipo. Dico questo al di là delle interdittive. Capisco che finché non c’è la prova non si può intervenire, ma mi sembra strano che dopo tutti i problemi che vi erano stati con quella famiglia rispetto ai casinò, una concessione di questo tipo, con questi introiti – parliamo di tanti soldi – venga data proprio a questa persona. Ecco, com’è possibile ?

  ITALO VOLPE, direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze. Non la reputi semplicistica. Per un verso, esiste una presunzione di innocenza che traghetta i fenomeni fintanto che non si assuma il contrario. Da questo punto di vista, non c’è stato un giudicato effettivo in ordine a questo rapporto tale da far traghettare questioni relative a livello genitoriale verso quello filiale. Per un altro verso, tenga anche conto che questa concessione risale agli inizi degli anni Duemila e a onor del vero all'epoca, mettendo da parte chi ha gestito la procedura, era soltanto un cognome. Gli atti di gara, da questo punto di vista, non sono mai stati considerati illegittimi.

  ELISA BULGARELLI. Se non ricordo male, le interdittive passavano dai genitori al primo o al secondo grado, a livello familiare. Invece, per le concessioni del gioco d'azzardo non c’è questo passaggio.

  ITALO VOLPE, direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze. Tenga conto anche che – può darsi che io abbia ricordi parziali – ma il padre non ha...

  ELISA BULGARELLI. Sì.

  ITALO VOLPE, direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze. In Pag. 10Italia ? A noi risulta che sia dislocato all'estero nella gestione di questo settore...

  ELISA BULGARELLI. (fuori microfono).

  ITALO VOLPE, direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze. Quelli italiani sono quattro. Per la verità, sono di proprietà pubblica.

  PIER PAOLO BARETTA, sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze. Comunque, se c’è bisogno di approfondimenti, siamo a disposizione, per quanto possiamo anche al di là della sede pubblica. La prima osservazione riguarda la richiesta della senatrice sul controllo delle macchine. Innanzitutto, bisogna distinguere tra le VLT e le AWP. Le VLT, infatti, sono già sotto controllo remoto. Peraltro, qualche tempo fa l'agenzia ha inviato una nota esplicativa al Ministero della giustizia, al Ministero dell'interno, al comando generale dei Carabinieri e della finanza, alla Direzione investigativa antimafia e all'Agenzia delle entrate, che possiamo fornirvi ufficialmente, su come funziona la macchina VLT proprio per rendere evidente che è molto difficile il riciclaggio, dal momento che il calcolo con il quale avviene il pagamento del ticket ha una certa procedura. La seconda osservazione è che tutti i dati vengono memorizzati dal sistema centrale e sono controllabili e visibili sulla base di procedure. Quindi, per quanto riguarda le VLT esiste questo sistema, che, peraltro, mettiamo a disposizione. Per quanto riguarda le AWP, invece, proprio il fatto che non hanno un controllo remoto, ma sono guidate da una scheda con ciclo interno, ci ha portato alla conclusione di sostituirle con delle nuove AWP anch'esse controllate da remoto. All'inizio, sulla base di una lettura di bozze di lavoro, si era ingenerato un equivoco che poi, per fortuna, è stato chiarito e che ora voglio eliminare definitivamente, cioè che trasformassimo le AWP in nuove VLT. Ebbene, non è così. Noi manteniamo il sistema AWP, quindi bassa giocata e bassa vincita, ma quelle macchine che oggi sono controllate da una scheda interna, di per sé taroccabile, vengono collegate al sistema remoto, con tutto il controllo del partner tecnologico e con la memorizzazione dei dati. Per questo, ho detto che l'occasione della trasformazione delle AWP dall'attuale sistema al sistema remoto può anche essere l'occasione per introdurre quegli strumenti di controllo della giocata più che del giocatore, attraverso ipotesi di tessera del giocatore o quant'altre soluzioni da adottare. Riguardo all'altro aspetto, non dispongo di dati sul costo sociale per ragioni di competenza. Con la legge di stabilità abbiamo stanziato 50 milioni destinati al Ministero della salute, che ha dato vita all'osservatorio che credo abbia già cominciato a lavorare e si sia già riunito. Quindi, un'interazione maggiore con il Ministero della salute sarebbe molto utile proprio perché ci sono delle competenze e delle conoscenze specifiche. Personalmente, ho visto dei dati, ma non sono dati ufficiali dei ministeri. Per quanto riguarda, invece la tracciabilità, devo dire che tutte le gare sono fatte secondo le regole del codice degli appalti. Questo va chiarito. D'altra parte, è un settore che ha caratteristiche particolari, ma è sempre un settore di mercato, quindi ci atteniamo alle disposizioni legislative che regolano il complesso della vicenda. È evidente che, riguardo ad aspetti più specifici, abbiamo introdotto nella norma – come veniva ricordato dal senatore Mirabelli – degli aspetti di approfondimento, con percentuali di individuazione del titolare e così via. Ovviamente, sono sempre migliorabili e affinabili, per questo, con la presidente Bindi, si era detto che la Commissione era interessata eventualmente a dare contributi e consigli. Siamo assolutamente ben contenti e a disposizione se, da un approfondimento specifico dei nostri testi, la Commissione ritenesse di dare un ulteriore contributo sui punti specifici di propria competenza. Concludendo, vengo agli ultimi due punti che ripercorrono gli aspetti delicati. Sulla pubblicità, abbiamo fatto trenta facciamo trentuno. Siamo partiti da totale libertà non sei anni fa, ma Pag. 11qualche mese fa; poi abbiamo introdotto le fasce orarie; dopodiché, ci siamo guardati e ci siamo detti che le fasce orarie non erano sufficienti: un esempio banale, se la partita di calcio è alle 20.30, mio nipote non va a dormire perché è fuori dalle fasce orarie, ma si guarda la partita, quindi si becca la pubblicità. Allora, ci siamo posti il problema dello sport, che è un tema molto delicato e molto sensibile, ma a quel punto ci siamo trovati in un passaggio particolare perché possiamo proibire lo spot, non la sponsorizzazione. A quel punto, ragionando e tenendo anche conto di una sensibilità diffusa tra le associazioni che seguono il disagio sociale, le quali hanno considerato questo della pubblicità uno dei punti di cartina di tornasole nella valutazione dell'atteggiamento del Governo, siamo arrivati alla determinazione della proibizione integrale della pubblicità, come per i tabacchi. Ho sempre detto – lo ripeto in questa sede – che rispetto ai tabacchi c’è però una differenza. Infatti, sui tabacchi siamo coperti da un analogo divieto europeo perché l'Europa vieta la pubblicità sui tabacchi, ma non quella sui giochi. È vero che non impedisce agli Stati membri di prendere decisioni, ma è anche vero che nel momento in cui uno Stato membro fa un intervento e la posizione della Commissione europea e della magistratura europea è dinamica, c’è il rischio che i ricorsi ci facciano avere un arretramento dei provvedimenti intermedi. Detto questo, quindi, mettendo sull'avviso tutti gli operatori di questa responsabilità, il governo valuta che è possibile prendere una decisione rilevante e netta per quanto riguarda la proibizione della pubblicità, fatte salve due eccezioni: la prima riguarda le eventuali occasioni di beneficenza; la seconda un'eventuale lotteria nazionale. La scelta, però, è drastica. Dopodiché mi assumo la responsabilità di non essermi posto la domanda successiva, cioè se, a fronte della violazione del divieto di pubblicità, oltre alla sanzione c’è l'interdizione.

  ITALO VOLPE, direttore dell'ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell'economia e delle finanze. Se può essere di contributo, il punto è questo. La pubblicità del gioco è praticata, perché non è stata mai negata fino ad oggi, dai soggetti delle reti statali. Tuttavia, essa è liberamente esercitata anche da tutti gli altri soggetti che, in realtà, sono in concorrenza e in competizione con la rete statale. Mi riferisco a quelle che vengono definite semplicisticamente reti alternative, che fanno capo, per la maggior parte dei casi, a società con sede legale all'estero. Di fronte a questo scenario, sono possibili le seguenti considerazioni. Quanto più si fosse severi nei confronti di operatori delle reti statali e ufficiali, per simmetria, tanto più bisognerebbe essere severi nei confronti dei soggetti delle reti alternative. Invece, cosa si fa nei confronti dei soggetti e delle reti alternative ? Se è una società estera, è difficile perseguirla in maniera altrettanto energica. Se fosse, in ipotesi, una sede secondaria italiana di una società estera, potrebbero contestare un provvedimento di chiusura dell'esercizio della sede legale dell'azienda e potrebbero invocare un'eccessività della sanzione rispetto al divieto, quindi eventualmente avere anche ragione in causa. Sul settore delle reti ufficiali è stata prevista una forma di solidarietà tra chi commissiona la pubblicità, in ipotesi il concessionario, chi la riceve e chi gestisce il veicolo pubblicitario. Sul piano patrimoniale, la solidarietà è fattibile. Se per ipotesi si prevedesse una decadenza dalla concessione per il concessionario, si porrebbe un problema di simmetria sul piano della severità. Cosa si fa nei confronti di chi ha ricevuto la pubblicità e non si è astenuto dal prenderla o da chi l'ha veicolata ?

  PIER PAOLO BARETTA, sottosegretario di Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze. Vengo all'ultimo delicatissimo punto, quello del rapporto tra Stato ed enti locali, a cui anche il presidente ha fatto riferimento. A questo punto della riflessione, dopo che il Governo è arrivato a un'elaborazione così avanzata sia sulla pubblicità sia sul rapporto con l'ente locale attraverso l'individuazione di un Pag. 12luogo condiviso, bisogna essere chiari su un punto. Come ho detto all'inizio, questo è un punto in cui la reciprocità va chiarita in anticipo. La linea del Governo italiano non è una linea proibizionista. Siamo perché il gioco legale sia possibile all'interno di regole condivise. Questo significa che va esercitato, perché se non è possibile esercitarlo l'equivoco è chiaro. Nessuno ha mai detto che è contro il gioco o che è proibizionista. Tuttavia, se facciamo dei provvedimenti che inibiscono il 97 per cento del gioco sul territorio, allora è chiaro che abbiamo una linea proibizionista, che è del tutto legittima, ma che non coincide con quella del Governo e dello Stato, visto che c’è la riserva statale. Questo è il punto di fondo. Quando dico il 97 per cento non è a caso. Il Governo italiano non ha impugnato la scelta della regione Lombardia alcuni giorni fa, perché ritiene di affidare una discussione alla conferenza Stato-città. Tuttavia, dobbiamo discutere e decidere qual è la distribuzione del gioco legale – nella misura e nella dimensione che decideremo – in modo che poi venga esercitato. Se la distribuzione territoriale è di un certo tipo o di un altro, possiamo anche abdicare come Stato. A questo proposito, voglio fare una precisazione che ho sempre fatto in questi mesi, ovvero che è inopportuno che la distribuzione arrivi a prefigurare delle situazioni nelle quali ci sono i quartieri a luci rosse del gioco. Infatti, potremmo avere una situazione nella quale dieci comuni sono no slot, ma altri dieci diventano volutamente pro slot perché vedono il business. Il risultato è che abbiamo una distribuzione territoriale peggiore di quella attuale in alcune grandi città, compresa questa in cui siamo, là dove abbiamo delle vie in cui c’è una concentrazione di tutto il gioco, che peraltro trascina ben altro. Non vorrei che avessimo – lo dico con una battuta – via Montenapoleone pulita, ma che poi la periferia urbana diventasse un'altra cosa perché questo corrisponde a un'idea di società non propriamente equa e democratica. Questo è un punto fondamentale. Noi siamo disponibili – come abbiamo dimostrato – a ridurre l'offerta, a riorganizzarla, a definirne gli ambiti, dopodiché il gioco può essere esercitato, altrimenti non funziona. Questo è il punto che discuteremo nelle sedi competenti.

  PRESIDENTE. Mi permetto di aggiungere un'osservazione che ho fatto anche prima proprio nell'ambito delle concessioni. Abbiamo visto quanto sia complicato per le concessioni che hanno sede all'estero, soprattutto per il fatto che in queste concessionarie, molto spesso, ci sono delle persone non specchiate. Ora, siccome le concessioni vengono messe a gara, le chiedo se sia possibile inserire qualche paletto in più in modo tale che chi vince la concessione debba rispettare delle regole inerenti al nostro Stato. Se non ci sono altre domande, ringraziamo il sottosegretario e il suo staff per la documentazione che ci lasceranno e per la disponibilità che hanno manifestato. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.20.