XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Resoconto stenografico



Seduta n. 100 di Martedì 18 ottobre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Lainati Giorgio , Presidente ... 3 

Audizione della direttrice di Rai Parlamento, Nicoletta Manzione:
Lainati Giorgio , Presidente ... 3 ,
Manzione Nicoletta , direttrice di Rai Parlamento ... 3 ,
Lainati Giorgio , Presidente ... 5 ,
Gasparri Maurizio  ... 6 ,
Lainati Giorgio , Presidente ... 7 ,
Airola Alberto  ... 7 ,
Lainati Giorgio , Presidente ... 8 ,
Pisicchio Pino (Misto)  ... 8 ,
Lainati Giorgio , Presidente ... 8 ,
Ginoble Tommaso (PD)  ... 8 ,
Margiotta Salvatore  ... 9 ,
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 9 ,
Manzione Nicoletta , direttrice di Rai Parlamento ... 9 ,
Margiotta Salvatore  ... 12 ,
Manzione Nicoletta , direttrice di Rai Parlamento ... 12 ,
Lainati Giorgio , Presidente ... 12 ,
Manzione Nicoletta , direttrice di Rai Parlamento ... 12 ,
Lainati Giorgio , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIORGIO LAINATI

  La seduta comincia alle 13.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'art. 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione della direttrice di Rai Parlamento, Nicoletta Manzione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della direttrice di Rai Parlamento, Nicoletta Manzione, che ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Sono inoltre presenti il direttore Ferragni e il vicedirettore di Rai Parlamento, Fulvio Meconi, che ringrazio per la loro presenza.
  Come convenuto nell'ultima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, invito i colleghi a contenere il proprio intervento entro i cinque minuti.
  Do la parola alla dottoressa Manzione, che riferirà sul piano editoriale della testata giornalistica Rai Parlamento, con riserva per me e per i colleghi di rivolgerle, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimento.

  NICOLETTA MANZIONE, direttrice di Rai Parlamento. Ringrazio tutti per la convocazione, il presidente per l'introduzione, i colleghi per essere qui con me oggi. L'incarico che ho ricevuto dal direttore generale quest'estate per la guida di una testata storica, tradizionale e importante come Rai Parlamento mi ha immediatamente onorato. Nel piano editoriale che ho illustrato al consiglio di amministrazione e che ora vi voglio illustrare nei suoi punti fondamentali, ci sono le linee generali della mia azione e delle linee che vorrò seguire nella mia direzione.
  Innanzitutto, è necessario, partendo da quello che è oggi la testata di Rai Parlamento, fondamentale e importantissima nel panorama dell'offerta informativa della Rai, ricostruire un racconto della politica attraverso modalità linguistiche e strumenti multimediali in grado di rappresentare meglio il sistema politico istituzionale del nostro Paese, soprattutto in grado di far comprendere la complessità del mondo contemporaneo. Il senso più profondo di questa testata è il servizio pubblico, perché è una missione per noi giornalisti della Rai, e in particolare per noi giornalisti di Rai Parlamento, che siamo chiamati a informare, ma abbiamo l'obbligo di farlo in modo equilibrato, rigoroso e pluralista. Mio compito, quindi, sarà di raccontare la politica in modo trasparente, aperto, ma rigoroso: la nostra deve essere un'informazione accessibile. Vorrei, cioè, essere in grado di dare la possibilità e i mezzi a tutti i cittadini, di tutte le fasce di età, per comprendere, cioè tradurre per i cittadini il lavoro e i riti della politica, i passaggi, le modalità e il funzionamento delle istituzioni: è tramite questo passaggio, questo cambio di marcia sul linguaggio, sul modo di raccontare la politica che Rai Parlamento deve tornare a essere un polo centrale nell'informazione pubblica. Questo si Pag. 4può fare incrementando l'informazione politica sulle reti generaliste, cercando di rendere sempre più attuali e aggiornate le nostre edizioni dei telegiornali, ma anche i nostri approfondimenti, che hanno delle collocazioni strategiche e che sono importantissimi per riuscire a tornare su quei temi che magari non trovano spazio e voce nei telegiornali di tutti i giorni, ma che invece sono temi – ce ne sono tantissimi – che riguardano tutti i cittadini e interessano la vita di tutti noi. È necessario usare un linguaggio capace di avvicinare le stanze della politica ai luoghi della cittadinanza: è un punto cui tengo molto. È il punto che può fare la differenza su quella che è stata l'informazione politica in Rai finora, rimanendo rigorosi, attenti e rispettosi di tutte le voci, del pluralismo, dell'equilibrio e della necessità di rispettare i meccanismi e le modalità istituzionali. Bisogna riuscire a riportare nel linguaggio la possibilità di far diventare la politica un argomento fruibile e vicino ai cittadini ogni giorno.
  Voglio fare questo nelle redazioni dei telegiornali, che hanno tre edizioni, di cui una è quella delle 18.00 su RaiDue. Caratteristica di Rai Parlamento è di essere, infatti, una testata multicanale, vale a dire che va in onda su tutti e tre i canali della Rai in diversi orari e in diversi formati: come TG alle 18.00 su RaiDue, all'1.05 su RaiTre dopo Linea Notte e su RaiUno alle 6.55, prima del TG1 del mattino delle 7.00, orario che può sembrare sfavorevole, ma che invece ha un pregio enorme, una grandissima fascia di ascolto e una penetrazione, come si dice in gergo, molto ampia, perché ricomprende tutte le fasce di età e le fasce sociali.
  Sto cercando di rendere le tre edizioni del telegiornale il più fruibili possibile, continuando a dare voce alle diverse posizioni, a spiegare in modo chiaro i provvedimenti e il vostro lavoro nelle Commissioni, che a volte non viene raccontato a sufficienza. A volte infatti la cronaca politica si riduce alla cronaca dei lavori in Assemblea plenaria, e sfugge tutto il grandissimo lavoro svolto prima, durante il lavoro nelle Commissioni, dove ci sono tutti i passaggi che rendono un provvedimento pronto per essere sottoposto all'esame dell'Assemblea.
  Gli altri due aspetti di Rai Parlamento sono gli approfondimenti settimanali. Uno è quello storico, Settegiorni in Parlamento, che va in onda su RaiUno alle 7.05 la cui offerta informativa è stata resa più ricca, con più ospiti in grado di illustrare, presentare e promuovere i provvedimenti di cui si è parlato nella settimana parlamentare, ma anche con la presenza di servizi che possono dar voce e raccontare cosa succede una volta che un provvedimento viene approvato, con anche i cosiddetti tecnici, esperti della materia, o comunque consulenti che hanno partecipato alla redazione di quel provvedimento. C'è poi la parte che considero la vera finestra aperta sulla vita dei lavori parlamentari, che riguarda la redazione istituzionale, che ricomprende le tribune elettorali, i question time e le varie dirette previste. Questo è proprio il fulcro, secondo me, di tutta la redazione. Tra l'altro, ci avviciniamo a un periodo in cui questo lavoro è il cuore, sia di Rai Parlamento sia, credo, proprio del servizio pubblico. È proprio in questo modo, infatti, che la funzione di accesso, di pluralismo e di equilibrio, può essere espletata in modo completo, tramite la messa in onda delle tribune e anche, naturalmente, delle dirette parlamentari o dei question time, che fanno aprono una finestra senza mediazione e senza costrizione sui lavori parlamentari. Infine, c'è un potenziamento necessario del rapporto tra le istituzioni centrali e il territorio. È necessario fare emergere le istanze che provengono dalle comunità regionali e locali, e come vengono innestate, recepite e trasformate in provvedimenti nella normativa nazionale. Ci sono tantissimi esempi, dalle normative antisismiche a tutta la legislazione che riguarda l'emergenza delle alluvioni e la tutela del territorio: a volte, infatti, si percepisce una lontananza da quelle che possono essere le esigenze locali, o comunque che possono sembrare particolari, che invece vengono recepite e diventano un'istanza nazionale che poi fa da apripista per tutto il lavoro nazionale. Pag. 5
  C'è anche una parte nuova sulla quale voglio lavorare, ovvero la creazione di una nuova redazione, che si chiama Qui Europa Social, vale a dire un segnale del nostro interesse forte verso le tematiche europee. L'Europa ormai fa parte non solo della vita quotidiana dei cittadini, ma anche da un punto di vista di produzione di norme che influenzano in modo determinante la nostra attività, per cui è necessario uscire dai confini nazionali, arrivare in Europa ed entrare dentro i palazzi, aprire una finestra anche nei palazzi delle istituzioni europee a Strasburgo e a Bruxelles, senza vederli più solo come dei palazzi della burocrazia. Si deve quindi dare voce al lavoro, secondo me fondamentale, dell'Europarlamento, anch'esso un po’ sottostimato. È sottostimato perché ritengo che il Parlamento europeo come istanza federalista, o comunque democratica delle istituzioni europee, sia l'unico organo che veramente rappresenta in modo trasparente e democratico con l'elezione diretta il popolo dei cittadini europei, ognuno nella sua identità nazionale. Il lavoro svolto dagli eurodeputati è prezioso, perché è lì che comunque si discutono e si determinano orientamenti fondamentali anche in vista delle decisioni che devono prendere poi la Commissione e il Consiglio europeo. Non voglio, però, solo mostrare l'Europa dei palazzi, ma anche l'Europa della solidarietà, delle opportunità, l'Europa dei giovani. Sappiamo che le fasce d'età più giovani sono quelle che più credono nell'Europa e che, paradossalmente, sono le più deluse dall'Europa, perché non vedono l'Europa in questo momento della solidarietà, l'Europa degli ideali, quella che è stata fondata settant'anni fa. È necessario allora avvicinare la nostra informazione alla generazione Erasmus. È per questo che è necessario creare una redazione in grado di agire, comprendere e intercettare la comunicazione politica che passa sui social, in gran parte effettuata dalle fasce giovani, ma non solo, e di raccontarla e saperla utilizzare anche per formare e raccontare la nostra informazione e la nostra comunicazione politica. Per questo è previsto, tra l'altro, l'arrivo in modo consistente di nuovi redattori con un profilo professionale tale da poter immediatamente agire tramite i social e creare questo nuovo tipo di attore e di comunicazione sui social. La Rai secondo me non può più rimanere fuori dall'informazione social, deve capirla, interpretarla e riuscire a diventare un attore egli stesso, naturalmente con tutta l'attenzione, il rigore e i limiti che deve avere un servizio pubblico e che deve avere una grande azienda editoriale come la Rai. È però compito di noi dirigenti in questo senso cercare di spingere in questo momento. Se perdiamo ancora altri passaggi, siamo troppo lontani dalla generazione Erasmus e non avremo più tempo per recuperarla.
  L'ultima notazione che vorrei fare, presidente, è sulla parte che riguarda le tribune elettorali e le redazioni istituzionali, che in questo momento sono il cuore del lavoro redazionale e dell'organizzazione produttiva. Sento la necessità, particolarmente in quest'occasione, di dare il massimo per la migliore realizzazione di quest'impegno che come servizio pubblico abbiamo con le istituzioni, ma soprattutto con i cittadini, di informare su un passaggio cruciale per la vita democratica del nostro Paese.

  PRESIDENTE. La ringraziamo molto, direttrice.
  Prima di dare la parola a coloro i quali ne hanno fatto richiesta, per primo il presidente Gasparri, vorrei solo fare una notazione di carattere personale, gentile direttrice. Nei tanti anni di presenza in questa Commissione, sia come capogruppo di Forza Italia sia come vice presidente per il Popolo della libertà, uno degli argomenti ricorrenti è sempre stato quello della collocazione dei telegiornali di Rai Parlamento. Come lei giustamente diceva, hanno un'unicità per cui vanno sulle tre reti generaliste, ma poi in realtà vengono collocati a orari talvolta infelicissimi, alle 2.00 o all'1.30. Questo è sempre stato un argomento del quale abbiamo dibattuto molto in questa Commissione per cercare di migliorare le messe in onda di questi telegiornali, che peraltro, oltre a essere fatti bene, danno ai cittadini proprio la prova di quello che si è fatto Pag. 6in quel giorno nelle Aule della Camera e del Senato. Do ora la parola ai colleghi che intendono intervenire.

  MAURIZIO GASPARRI. Le faccio i miei auguri per l'incarico. È la prima audizione, quindi mi sembra giusto partire da questo.
  Ho delle brevi considerazioni, considerato che per i temi che riguardano la Rai spero si abbiano altre sedute per discutere. Abbiamo accantonato in Ufficio di presidenza il tema complessivo dell'informazione e della gestione alla luce dei risultati drammatici di alcuni programmi. Cito quello di Veltroni di sabato sera con il 10 per cento su Rai Uno. Credo che bisognerà rapidamente discutere del rischio declino della Rai, che invece noi dobbiamo evitare e contrastare anche vigilando sugli errori previsti e annunciati.
  Per quanto riguarda la questione specifica, ho due osservazioni. Una è di carattere generale. Non avendo avuto la possibilità di proseguire l'approfondimento sull'informazione con Verdelli, su una struttura la cui natura e utilità è tuttora misteriosa, e con il direttore generale, che avevamo ipotizzato in un primo momento – l'Ufficio di presidenza ha deciso altrimenti e se ne prende atto – uno dei temi che avremmo voluto porre riguarda il perché di una certa moltiplicazione.
  Mentre si deve riorganizzare l'informazione – c'erano vecchi piani accantonati per passare alle newsroom e adesso non si sa quale sarà il piano futuro – nel frattempo però la Rai ha fatto nei giorni scorsi la nomina di ben 37 vicedirettori. Vedendo i numeri, TGR ha un vicedirettore ogni 107 redattori, ma è una testata organizzata in un modo diverso, i capiredattori locali di fatto svolgono una funzione dirigenziale importante. Al giornale radio ci sono 6 vicedirettori, quindi uno ogni 28 redattori. A Rai News ci sono 6 vicedirettori e più o meno la percentuale è la stessa, uno ogni 28. Non è un parametro significativo, si dovrebbe dire che è un indice Istat, visto che l'Istituto di statistica si è anche giustamente occupata della Rai nei giorni scorsi, ma anche di questo chissà quando se ne parlerà. Al TG1 c'è un vicedirettore ogni 22 redattori, calcolando vicedirettori e direttori, le figure apicali. Al TG2 abbiamo 5 vicedirettori e un direttore, e quindi c'è una figura dirigenziale ogni 24 redattori. Al TG3 questo rapporto è di uno ogni 25. Arriviamo a Rai Parlamento, dove c'erano 2 vicedirettori e ne sono stati fatti 4. Non discuto sulle persone, faccio un discorso di numeri, di organico, di risparmio, di spending review, di tutto quello che ci raccontiamo anche in riferimento alle esigenze della Rai. Quale ragione ha portato ad avere 4 vicedirettori – ripeto che non giudico le persone, ma i numeri – e un direttore, con una quarantina di redattori (credo 42)? Il rapporto è uno ogni 8, sensibilmente diverso da quello delle altre testate. Accantono il TGR, che è un'organizzazione diversa, ma le altre testate diverse, la radio, Rai News, hanno bene o male uno ogni 25-28, mentre qui ce n'è uno ogni 8: sono più scadenti i redattori? Hanno bisogno di guide più vicine, prossime o qual è la ragione? Io la conosco, ma vorrei, se esiste, una ragione funzionale, organica, oltre a quelle che conosciamo delle telefonate che arrivano all'ultimo momento e che quando sarà opportuno discuteremo.
  Ho un'altra questione e concludo. Nella nuova impostazione il direttore ha richiamato la necessità fondamentale dell'accessibilità ai lavori parlamentari di Commissione, della cui noia dal punto di vista informativo ci rendiamo conto noi per primi. È un lavoro che va fatto, ma che non è facile rendere appetibile. Mi rendo conto della routine dell'attività. Tuttavia, condividendo i suoi impegni sull'accessibilità, la comprensibilità e l'avvicinamento ai cittadini e seguendo un po’, come si può fare, la collocazione degli orari prima richiamata, ci è sembrato che in questa fase di cambio ci sia stata più attenzione alla Presidenza del Consiglio, al Governo e alle tematiche riguardanti l'Unione europea che non all'Aula e alle Commissioni. È un indirizzo, è giusto, anche quello fa parte di un'informazione complessiva dedicata alle istituzioni. Tuttavia, l'attività del Governo ha un suo spazio, anche comprensibilmente importante, in tutto l'ambiente informativo. Riteniamo che l'attività del Parlamento e delle Commissioni, fermo restando che mi Pag. 7rendo conto che raccontarla non è facile, non è divertente, dovrebbe avere più centralità rispetto al Governo. Quanto alle Istituzioni europee, per carità, a suo tempo la Rai aveva anche degli altri spazi. Credo che sarebbe utile, nelle modalità anche più accattivanti – per questo, in bocca al lupo, perché non è facile rendere più appetibile un lavoro routinario – che la centralità del Parlamento in Rai Parlamento dovrebbe essere prevalente rispetto al Governo, che pure fa parte delle istituzioni, ma che ha migliaia di occasioni di comunicazione.

  PRESIDENTE. La ringrazio, soprattutto perché è stato ampiamente nei termini. Informo coloro i quali non erano presenti all'inizio della nostra audizione che l'Ufficio di Presidenza ha deciso di dare un tempo massimo per ciascuno degli interventi di cinque minuti.

  ALBERTO AIROLA. Ringrazio il direttore della sua presenza.
  Quello delle informazioni accessibili è un tema centrale per Rai Parlamento. A dispetto di quello che si dice in genere, cioè che sono argomenti noiosi, e probabilmente lo sono per come a volte vengono trattati, in realtà la vera sfida è non semplificare troppo un argomento a volte complicato, a volte difficile, nel modo in cui spesso lo affrontano i giornalisti di Rai Parlamento, che sono molto preparati – ci vuole una preparazione molto specifica – ma a stimolare il cittadino a seguire, a interessarsi di più. Si tratta di avere un aggancio all'attenzione, ma poi anche seminare qualche concetto apparentemente meno semplice senza eccessive semplificazioni, per farlo arrivare.
  Anch'io ho una curiosità. Lei ci illustra un piano editoriale ed è forse la prima che viene a illustrarcene uno dal punto di vista dei TG. Il dottor Verdelli è venuto, ma ha illustrato un'ipotesi di piano editoriale. Vorrei allora sapere come sta funzionando il coordinamento, se c'è e se sta funzionando, tra voi. Forse il ruolo del dottor Verdelli nel caso specifico di Rai Parlamento sarebbe molto importante, visto che siete appunto multicanale come trasmissione. Anch'io lamento, non tanto per l'edizione delle 7.00, che riconosco essere molto seguita, la mancanza di altri importanti appuntamenti nella giornata. Per esempio, quello del pomeriggio sul question time può sembrare noioso, ma è molto seguìto. È seguìto anche il nero dell'altro giorno su Rai Due con 300.000 spettatori, quindi non sottovaluterei gli italiani.
  Poi vi faccio i complimenti perché avete portato avanti un adeguamento tecnologico. Purtroppo, Rai Parlamento soffriva pesantemente, nel senso che fino a qualche mese fa giravano ancora con le videocassette, con tutte le necessità tecniche di riversare e condividere con gli altri questo materiale che veniva girato e montato.
  Anche per quanto riguarda gli ambienti di lavoro – non ho visitato Saxa Rubra di recente – penso sia importante dare il più ampio spazio ai giornalisti, al lavoro di Rai Parlamento. Tra l'altro, questo è un momento importantissimo per il nostro Paese, un impegno gravoso vi attende, e cioè quello di mantenere l'equilibrio tra sì e no e l'informazione di una riforma anche difficile da spiegare, indubbiamente, al di là degli slogan e degli hashtag. Anche su questo vi chiedo la massima attenzione per le eventuali doppie presenze tra Governo e partito di alcuni membri ed esponenti del Governo, dal premier in giù.
  Vorrei anche capire, relativamente ai nuovi redattori per i social, se avete intenzione di procedere attraverso il coinvolgimento del personale interno, se fosse necessario anche con eventuali corsi di formazione. Da tempo sentiamo chiederci queste istanze.
  C'è poi il fact checking. Questo è secondo me un ruolo che spetterebbe un po’ a tutti, ma a voi in particolare, proprio per la serietà che vi contraddistingue. Mi sono trovato con un collega, a Settegiorni in Parlamento o in un'altra situazione, a dire bianco mentre il collega diceva nero: uno dei due sta mentendo. Il giornalista potrebbe intervenire e fare un servizio eccellente, senza entrare nel merito di visioni politiche differenti e assolutamente lecite. Se, però, dico «tu hai votato per questo» e Pag. 8lui mi dice che non è vero, uno dei due sta mentendo.
  Sfrutto gli ultimi secondi per dire che una cosa che riconosco veramente bella e utile a Rai Parlamento è che mai ho trovato operatori che venivano a raccogliere interviste di parlamentari o di politici senza giornalista, una pratica che purtroppo avviene in Rai e in altri canali e che, invece, a Rai Parlamento non ho mai visto fare.

  PRESIDENTE. Ringrazio anche lei, senatore Airola, perché è stato bravissimo, ampiamente dentro i margini dei cinque minuti. Spiego agli altri colleghi che, dopo il termine del quarto minuto, il sottoscritto farà un segno per dire che avrà ancora un minuto a disposizione.

  PINO PISICCHIO. Sarò ancora più stringato, in modo che lei non debba fare gesti suscettibili di interpretazioni traverse. Sono molto grato alla nostra direttrice Manzione e ai suoi collaboratori. Anch'io le faccio i miei auguri per il lavoro che sta apprestandosi a fare con sempre maggiore lena.
  Le sono molto grato anche perché mi permetta di dire che credo che in modo particolare Rai Parlamento rappresenti nella dimensione concreta ciò che segna la differenza tra il comunicare e l'informare. Io pure sono giornalista professionista, capisco le dinamiche attraverso le quali si può sviluppare la comunicazione politica, punto nevralgico, sensibile, che trova peraltro una tradizionale grande attenzione da parte di questa Commissione. Mentre in tutte le altre dimensioni la comunicazione può diventare prevalente, nella dimensione di Rai Parlamento è l'informazione a svolgere il ruolo egemone, a farla da protagonista assoluta. Questo è un valore che va sicuramente riconosciuto e preservato. In fondo, è questo che chiediamo al servizio pubblico. Abbiamo detto cento volte in quest'aula e anche fuori che il punto di difficoltà di uno strumento di servizio come Rai Parlamento è situato all'interno della sua non localizzazione, nella sua pervasività, senza l'identificabilità all'interno di uno spazio. Se è vero che tutto sommato si può lavorare, come di fatto si è lavorato, per fare di questo una risorsa piuttosto che una difficoltà, domando: è possibile, tuttavia, immaginare uno spazio rituale identificato all'interno di quel canale nell'ambito di uno spazio che può essere immaginato quotidiano o cadenzato in modo più largo, ma che consenta al pubblico di sapere che lì e solo lì, se voglio, posso attingere? Resta ferma l'opportuna presenza pervasiva, come dicevamo, di Rai Parlamento.

  PRESIDENTE. Vorrei ringraziare anche il presidente Pisicchio, che è rimasto anch'egli ampiamente nei termini dei cinque minuti.

  TOMMASO GINOBLE. Credo che sia un'abitudine che dovremo prendere tutti, presidente. Anch'io mi unisco agli auguri, direttrice, a lei e alla sua struttura, ai suoi collaboratori. Nello stesso tempo, vorrei aggiungere la soddisfazione con la quale in parole semplici, con sobrietà, ci ha mostrato il suo pensiero sul piano editoriale, del lavoro. Non credo che il termine «semplicità» sia da non usare in questo Paese. Lei ha usato il termine «accessibile». Io vorrei unirvi altri due termini, altri due aggettivi a quest'informazione: comprensibile e semplice. Se oggi il nostro Paese attraversa un momento particolarmente complicato, tante sono le ragioni. Mi permetto di dire che una di queste è che il Paese non riesce più a parlarsi e non riesce più a parlare tra la classe dirigente e la sua comunità, ed è indubbio che una TV generalista come la nostra debba prima affrontare questo compito, quest'obiettivo. Lo si può fare ricalcando parti del passato e, come ha detto lei, anche innovando. Se si potesse intercettare una fascia oraria, è indubbio che oggi non possiamo più fare a meno di intercettare quelli che vedono meno la TV, ma che continuamente si parlano attraverso i social. Mi sembra che queste cose in embrione, iniziali, ma non potrebbe essere diversamente visto che ci conosciamo oggi e che è all'inizio del suo compito, possano essere elementi importanti per rendere anche l'informazione qualche collega ha detto vera, io dico sincera, Pag. 9 dico anche più fresca e frizzante. Neanche queste sono cose da trascurare.
  Se c'è una TV per la quale i cittadini italiani pagano anche il canone, questa TV deve restituire questo canone mettendo nella condizione i propri cittadini e la propria comunità di accedere a una conoscenza quanto più oggettiva e obiettiva possibile. Mi sembra che questo primo approccio ci faccia pensare a questo, e quindi veramente buon lavoro.

  SALVATORE MARGIOTTA. Sarò anche più rapido, non avendo peraltro potuto ascoltare l'audizione, cosa di cui mi scuso.
  Premetto francamente che sono tra coloro che avrebbe preferito che le audizioni dei direttori venissero a valle di un'audizione con Verdelli. Credo che metodologicamente si sia scelta una via non voglio dire sbagliata, ma credo poco utile. Sentire ciascuno di voi, bravissimi – buon lavoro a tutti – per pezzi, continuando a non avere un'idea generale di che cosa stia accadendo nell'informazione della Rai, mi pare sia un errore anche strategico da parte di questa Commissione, ma tant'è, la decisione è assunta e se ne prende atto. Le chiederei, invece, come il lavoro che sta impostando si relaziona con l'idea antica, peraltro neanche approvata né apprezzata da tutti, ma presente nel contratto di servizio non ancora vigente e che tornerà nella concessione, di un canale istituzionale, su cui come sa spesso la politica torna pur tra contraddizioni e dubbi. In che modo quest'idea del canale istituzionale, se si realizzasse, proverebbe a interloquire con Rai Parlamento?

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Non credo utile tornare sulla discussione che è già stata fatta in Ufficio di Presidenza. Peraltro, è convocato un altro Ufficio di presidenza la settimana prossima: se ci sono questioni, potranno essere ulteriormente affrontate. Ho visto che il senatore Gasparri non ha mancato di mandare anche la settimana scorsa un'ulteriore lettera dallo stesso contenuto. La settimana prossima c'è l'Ufficio di presidenza, continueremo a discuterne.
  Vorrei associarmi agli auguri di buon lavoro che le hanno già rivolto, direttrice Manzione, che le hanno già rivolto i colleghi intervenuti prima di me.
  In riferimento ai contenuti del piano editoriale, vorrei riprendere soltanto una questione che lei ha sollevato ed è stata anch'essa ripresa da alcuni colleghi, ossia la presenza dell'offerta della testata di Rai Parlamento all'interno delle reti generaliste. Credo che sia un elemento di grande rilievo per il lavoro che fa Rai Parlamento per dare evidenza al lavoro parlamentare. Adesso il collega Margiotta richiamava una discussione che in questa Commissione si è fatta a più riprese in riferimento al canale istituzionale, che potrebbe essere un tema di nuovo ripreso con la concessione, o forse più precisamente nel prossimo contratto di servizio. Credo, però, che un punto fermo nella discussione che più volte si è fatta è quello che lei ha ripreso anche nella sua comunicazione, ossia della necessità di una presenza all'interno delle reti generaliste in una collocazione di orario che possa essere il più seguìto, come era anche nelle considerazioni fatte dal collega Airola.
  La seconda cosa che vorrei chiederle, direttrice, è in riferimento alla comunicazione politica, quindi alla delibera del regolamento applicativo della legge sulla par condicio. La delibera che abbiamo approvato la settimana scorsa all'unanimità contiene anche elementi di novità e, tra questi, i confronti nell'ambito della comunicazione politica. Vorrei conoscere la sua opinione e come la testata intenda muoversi su questo aspetto.

  NICOLETTA MANZIONE, direttrice di Rai Parlamento. Rispondo alla domanda del senatore Gasparri riguardante la questione dei vicedirettori. La ringrazio di aver fatto la statistica sull'attribuzione e la proporzione tra vicedirettori e redazione. Per la precisione, i vicedirettori nella precedente direzione erano tre. Uno dei tre era Luca Mazzà, che è stato poi incaricato di dirigere il TG3, per cui l'aumento effettivo è di un vicedirettore. Quanto all'avanzamento, riguarda solo uno dei quattro vicedirettori, perché gli altri tre già ricoprivano, alcuni anche da molti anni, questo Pag. 10tipo di incarico. Al di là della contabilità stretta, vorrei dire che il rafforzamento della squadra dei vicedirettori è stato pensato e immaginato ed è stata una scelta ragionata dovuta al progetto che c'è su tutta la redazione di Rai Parlamento.
  Innanzitutto, è previsto anche un allargamento del corpo redazionale, come ho detto, nella creazione e fondazione di una nuova redazione, che è Qui Europa Social. È previsto ed è stato concordato l'arrivo di un numero consistente – non vorrei mettere troppi numeri sul tavolo – di redattori, sicuramente risorse interne, o comunque risorse che risultano nella graduatoria del concorso effettuato dalla Rai. Questa è la fonte da cui andiamo ad attingere le nuove risorse che devono avere queste caratteristiche, proprio perché dobbiamo fare un lavoro forte e molto dinamico per riuscire a essere subito operativi sulle piattaforme Web e social, e riuscire anche a trovare questo linguaggio. Non è un lavoro semplice, come diceva il senatore Airola. Da una parte, infatti, è vero che bisogna semplificare, ma dall'altra non bisogna banalizzare né saltare dei passaggi. Nella vita politica, così come nella vita istituzionale, ogni passaggio ha un significato, rappresenta la tutela di qualche diritto, di qualche minoranza, rappresenta la possibilità per tutti di essere rappresentati nel processo legislativo. In un mondo in cui tutto si fa con un post, con uno slogan e con un titolo, è difficilissimo per noi di Rai Parlamento riuscire a passare su quel tipo di linguaggio mantenendo il rigore e la correttezza dell'informazione, che rimangono un punto fermo. Per fare questo, c'è bisogno di vicedirettori che siano in grado di gestire rapidamente queste nuove materie, di mandare avanti il rinnovamento dei settimanali e degli approfondimenti. Tra l'altro, ce ne saranno di nuovi, per dare ancora maggiore spazio sulle reti generaliste alle tematiche parlamentari. Ognuno di loro avrà un compito abbastanza definito nelle deleghe per potersi occupare in modo specifico del suo settore, in modo che questo processo di cambiamento sia molto rapido. Diversamente, si finisce per perdersi nella quotidianità del lavoro e si rischia di non essere così efficaci come vorrei: questo è il bilanciamento. Non bisogna guardare solo ai vicedirettori, ma all'impianto complessivo di rafforzamento della testata, che prevede una nuova redazione con nuovi redattori e nuove competenze.
  Per quanto riguarda l'attenzione all'Europa, ho dichiarato io nel mio piano editoriale che voglio darvi più attenzione, non per levarlo assolutamente ai lavori parlamentari e ai parlamentari. Rai Parlamento è la casa del Parlamento dal punto di vista informativo Rai, ma è anche vero che non possiamo non parlare della presentazione della legge di bilancio fatta dal premier se ci ritroviamo a raccontare dei lavori parlamentari senza aver dato le informazioni su che cosa si sta discutendo. In questo senso, sono semplicemente passaggi informativi, non un dare spazio ancora a Palazzo Chigi, che comunque viene, ritengo, seguìto in modo più che soddisfacente dalle altre testate generaliste di informazione.
  Quanto al discorso sul linguaggio si lega strettamente all'innovazione tecnologica e al passaggio completo alla digitalizzazione, che è avvenuto entro giugno, che è stato ulteriormente implementato adesso nelle postazioni di Camera e Senato, dove lavora una parte consistente della mia redazione. È per questo che vogliamo sempre che le dichiarazioni, le posizioni degli esponenti politici e dei parlamentari vengano raccolte direttamente dai giornalisti. Vogliamo che la correttezza e il contraddittorio non manchino mai in nessuna fase del nostro racconto. Siccome il nostro obiettivo, la nostra mission è di raccontare il lavoro parlamentare, è evidente che questo deve avvenire tramite il giornalista e non tramite un telecineoperatore, che magari raccoglie le informazioni e le dichiarazioni a seconda delle indicazioni che gli vengono date per telefono. Quella di avere i giornalisti sempre presenti è una pratica che non vogliamo assolutamente abbandonare. Allo stesso modo, non vogliamo abbandonarla nemmeno nell'ambito dell'Europarlamento. Ogni volta mandiamo un inviato in plenaria a Strasburgo proprio per avere le dichiarazioni e le posizioni degli europarlamentari direttamente con il giornalista. Pag. 11
  Non la voglio abbandonare nemmeno per quanto riguarda tutta la parte social. Nella mia idea può essere previsto anche un blog, una connessione diretta, riguardo a determinati argomenti che sceglieremo di affrontare sulla piattaforma Web, direttamente con i parlamentari. È ancora un altro spazio che si apre diretto sull'attività del Parlamento.
  Il rinnovamento si completa con il nuovo studio, in funzione da settembre, da quando abbiamo ripreso i lavori. È uno studio molto moderno, molto tecnologico, molto bello, molto di impatto e di effetto, ha dei grandissimi ledwall per rappresentare al meglio anche i contesti che andiamo a raccontare, tramite filmati, fotografie, la proiezione di grafica, che per me rimane un punto fondamentale. L'ho saltata nella mia esposizione, ma la grafica svolge un ruolo fondamentale nella spiegazione e nell'informazione, perché semplifica, visualizza processi che possono sembrare complessi o indecifrabili, rendendoli invece immediatamente percepibili. Se riusciamo a far capire il lavoro che si svolge nelle aule del Parlamento, facciamo un buon lavoro per i cittadini, ma facciamo un buon lavoro per la politica. Tutto quello che viene fatto di buono e che non si riesce a comprendere è una perdita in termini netti per la politica, oltre che per i cittadini, che hanno comunque una sensazione di distacco e di lontananza.
  A proposito dello studio nuovo, vorrei anche confermare che in questo momento c'è un grandissimo impegno della testata per l'attuazione delle decisioni e delle indicazioni della delibera sulle tribune referendarie. C'è il massimo impegno, devo dire non solo della mia testata, forse un impegno senza precedenti su tutti i fronti, sulle reti generaliste, nei telegiornali, nei programmi di informazione, in particolare a Rai Parlamento, perché ci riguarda in termini diretti, sia per la realizzazione delle tribune, sia per la realizzazione degli spazi dei messaggi autogestiti. Infine, trovo la nuova formula che ricordava l'onorevole Peluffo, quella del confronto, particolarmente efficace. In Rai si è sperimentata o si è usata molto poco. Nella nostra testata i confronti faccia a faccia si erano persi per strada, e invece li abbiamo recuperati dopo venticinque anni. Vi ringrazio di quest'opportunità, perché è il format che viene usato in tutte le grandi democrazie europee, americana e inglese, ed è il format che riesce meglio a far confrontare, specialmente in un contesto come quello referendario, in cui le posizioni da rappresentare sono quelle tra favorevoli e contrari, tra sì e no.
  Infine, vedo che tutti avete sottolineato la presenza e la collocazione dei telegiornali, e comunque delle edizioni di Rai Parlamento, sul palinsesto. Sono subentrata nella direzione a settembre, quindi ho incontrato più volte anche il direttore Verdelli, di cui però, quale che ne sia la complessità, non conosco il piano. Posso dire che, per quanto riguarda Rai Parlamento, è stato fatto uno studio attento nel valorizzare la collocazione degli appuntamenti del telegiornale, mettendoli anche con una certa accortezza su pagine informative. L'appuntamento su Rai Due alle 18.00, ad esempio, apre una finestra informativa che comincia con Rai Parlamento, prosegue con il TG2 Flash LIS, poi il TG2 informazione e poi Rai Sport. Essere primi nell'informazione del tardo pomeriggio o sera, a poter rendere conto dell'informazione sul fronte parlamentare, è molto importante. Il primo telegiornale, infatti, è alle 19.00 con il TG3, per cui il primo impatto su quello che viene fatto alla Camera e al Senato, o comunque nei riflessi europei, arriva nel pomeriggio su Rai Parlamento. In questo mese e mezzo in cui sono alla direzione, molto spesso siamo stati i primi a raccontare l'approvazione di un provvedimento legislativo. Penso al cyberbullismo, a fatti politici rilevanti, come l'audizione della sindaca Raggi e della Muraro il 5 settembre, un'audizione veramente importante e fondamentale per tutti i risvolti e le conseguenze che ha avuto a livello politico: un appuntamento quello che mi rendo conto essere strategico. Quello della notte, all'una di notte, arriva dopo Linea Notte, TG Tre e TGR Regionale, ed è ora piuttosto puntuale nella messa in onda, perché va sempre all'1.05, visto che non ci sono più gli sforamenti di Linea Notte: quell'appuntamento ha un grande riscontro. Tra l'altro, notiamo che ha anche un grande Pag. 12interesse probabilmente perché in quella fascia si concentra il pubblico più specializzato, il pubblico attento, il pubblico che cerca quel tipo di informazione politica...

  SALVATORE MARGIOTTA. Che significa grande riscontro? I numeri quali sono?

  NICOLETTA MANZIONE, direttrice di Rai Parlamento. Il numero è variabile. Può andare dal 4-5 per cento di share fino all'8-10.

  PRESIDENTE. Senatore, deve tenere conto, però, del bacino dell'una di notte.

  NICOLETTA MANZIONE, direttrice di Rai Parlamento. Comunque, 200.000-300.000 telespettatori in quella fascia oraria e in quella collocazione è tanto, anche rispetto a telegiornali generalisti di grande impatto, come il TG Uno o con grandi numeri. L'ultima edizione – ne ho parlato – è quella delle 6.55, molto breve, di tre minuti. Ora cercherò di avere anche un po’ più di spazio, perché quella è veramente pregiata e ha un riscontro molto grande, il 16-18 per cento. Sta tra la prima parte di Unomattina e l'inizio del TG1 delle 7.00. Sapete tutti che le morning news hanno un grandissimo impatto. Il canale all news della Rai, per esempio, Rai News, in quella fascia raggiunge i suoi picchi di ascolto in modo molto significativo. Addirittura, ho visto il 6-7 per cento. Avere il 15-16 per cento in quella fascia è una collocazione molto favorevole e non si può pensare di essere marginalizzati. Al contrario, vorrei dire che sicuramente in questa nuova visione – poi vi sarà illustrata quella complessiva dell'informazione Rai – vi garantisco che non avrei messo tutta la mia energia e le mie capacità perché l'informazione di Rai Parlamento fosse penalizzata o potesse continuare a essere marginalizzata. Sono sincera, c'era una percezione di un'informazione un po’ troppo tecnica, troppo specialistica, troppo destinata a interlocutori politici o specialistici, e invece non c'è questa visione. C'è la visione complessiva di dare un'informazione più approfondita, ma fruibile, più semplice, parola meravigliosa, in cui si ritrovano tutti gli elementi necessari per essere servizio pubblico e dare un valore aggiunto a questa informazione nei prossimi mesi, ma io vorrei cominciare subito. Questo si vede sia dalla formazione strutturale dei dirigenti che sono stati scelti, sia nel lavoro che continuiamo a fare con i nuovi arrivi, che appunto aspettiamo.

  PRESIDENTE. Voglio ringraziarla perché ha risposto ampiamente alle domande che le erano state poste. Per il timing dei lavori parlamentari, voglio fare presente che sono le 14.15 e il primo voto a Montecitorio è previsto alle 14.20.
  Ringrazio anche a nome dei senatori e deputati che hanno partecipato all'audizione la direttrice e le rinnovo gli auguri di buon lavoro insieme al dottor Ferragni.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.15.