XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Resoconto stenografico



Seduta n. 58 di Mercoledì 22 aprile 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fico Roberto , Presidente ... 3 

Audizione dei componenti della commissione stabile per il codice etico della Rai:
Fico Roberto , Presidente ... 3 
Cariola Gianfranco , direttore dell'internal auditing della Rai ... 3 
Ranucci Raffaele  ... 7 
Airola Alberto  ... 7 
Anzaldi Michele (PD)  ... 8 
Fico Roberto , Presidente ... 8 
Cariola Gianfranco , direttore dell'internal auditing della Rai ... 8 
Lo Giudice Salvatore , direttore affari legali e societari della Rai ... 9 
Cariola Gianfranco , direttore dell'internal auditing della Rai ... 9 
Airola Alberto  ... 10 
Cariola Gianfranco , direttore dell'internal auditing della Rai ... 10 
Airola Alberto  ... 10 
Cariola Gianfranco , direttore dell'internal auditing della Rai ... 10 
Lo Giudice Salvatore , direttore affari legali e societari della Rai ... 10 
Airola Alberto  ... 10 
Lo Giudice Salvatore , direttore affari legali e societari della Rai ... 10 
Fico Roberto , Presidente ... 11 
Cariola Gianfranco , direttore dell'internal auditing della Rai ... 11 
Fico Roberto , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

  La seduta comincia alle 14.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione dei componenti della commissione stabile per il codice etico della Rai.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei componenti della commissione stabile per il codice etico della Rai che, anche a nome dei colleghi, ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Sono presenti il dottor Antonio Marano, vicedirettore generale della Rai, l'avvocato Gianfranco Cariola, direttore dell’internal auditing della Rai e l'avvocato Salvatore Lo Giudice, direttore affari legali e societari della Rai. Non è invece presente, per un pregresso impegno all'estero, il quarto componente, dottor Valerio Fiorespino, direttore delle risorse umane e organizzazione della Rai.
  Ricordo che l'audizione è finalizzata ad acquisire elementi conoscitivi in merito all'attività svolta dalla commissione stabile, la cui istituzione è prevista dall'articolo 12 del codice etico del gruppo Rai, che, ai sensi dell'articolo 3, è diretto agli organi sociali, al direttore generale, ai dipendenti, ai collaboratori a qualsiasi titolo, quindi anche occasionali, dell'azienda e a tutti i collaboratori esterni delle società appartenenti al gruppo (tutti nel loro insieme definiti destinatari del codice etico).
  Ricordo altresì che la commissione stabile ha tra i suoi compiti quello di vigilare sulla concreta osservanza del codice etico da parte dei destinatari e sulla sua efficacia a prevenire nel tempo i comportamenti contrari ai principi ivi previsti. Spetta anche alla commissione valutare le segnalazioni ricevute.
  Con tale audizione, la Commissione intende dunque conoscere, in particolare, le modalità pratiche e i compiti, a cui si è fatto riferimento, che sono stati esercitati, la tipologia e il numero dei casi trattati, nonché, nel caso di segnalazioni riguardanti presunte violazioni, il loro esito sul piano aziendale e sulla posizione giuridica dei destinatari.
  Faccio infine presente che gli auditi non potranno in alcun modo riferire circa l'attività fin qui svolta sul cosiddetto «caso Verro», dal momento che l'accertamento è ancora in corso. Al riguardo, si intende conoscere soltanto il numero delle sedute fin qui tenute e la data entro cui la commissione stabile presume di poter concludere i propri lavori.
  Do la parola al dottor Cariola, con riserva per me e per i colleghi di rivolgere a lui e agli altri componenti della commissione stabile, al termine del suo intervento, eventuali domande e richieste di chiarimento.

  GIANFRANCO CARIOLA, direttore dell'internal auditing della Rai. Buongiorno a Pag. 4tutti. Ringrazio il presidente e gli onorevoli commissari per l'opportunità che ci è data, come commissione etica, di illustrare le nostre prerogative, ma soprattutto le modalità e il funzionamento con cui la commissione opera. Riferisco in questa sede in qualità di coordinatore dei lavori della commissione, incarico che ho assunto a partire da aprile 2013, contestualmente a quello di direttore dell’internal auditing Rai SpA.
  Rai, da oltre un decennio, in particolare da agosto 2003, si è dotata di un codice etico di gruppo. Nel giugno 2013, unitamente al modello ex decreto legislativo n. 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti, il codice etico è stato aggiornato, in ottica di allineamento al mutato contesto normativo e organizzativo di riferimento. Il codice definisce le regole di comportamento, la cui osservanza da parte di tutti i destinatari è di importanza fondamentale per il buon funzionamento, l'affidabilità e la reputazione di Rai, verso gli stakeholder e più in generale verso l'intero contesto civile sociale ed economico in cui Rai opera. Il codice è diretto a tutti i soggetti che operano di fatto con la Rai, agli esponenti aziendali, ai componenti degli organi sociali, al direttore generale, ai dipendenti, ai collaboratori esterni e a tutti coloro che intrattengono rapporti commerciali o finanziari di qualsiasi natura con Rai o con le società del gruppo.
  In ottica di comunicazione e diffusione del codice etico, esso è reso accessibile sul sito web Rai, quello istituzionale, e nel sito intranet, quello interno, raiplace.rai.it, per permetterne la massima diffusione tra tutti i destinatari interni ed esterni, nella versione più aggiornata.
  Tutti i nuovi dipendenti, al momento dell'assunzione, sottoscrivono una dichiarazione di conoscenza e osservanza dei principi contenuti nel codice etico. Inoltre, l'osservanza del codice e del modello 231 da parte dei fornitori è da tempo parte essenziale delle obbligazioni contrattuali assunte dai fornitori stessi nei confronti della società e del gruppo Rai. La violazione di tale obbligazione costituisce grave inadempimento contrattuale, con ogni conseguenza di legge, anche in ordine alla facoltà della società di risoluzione di diritto del contratto.
  Rai ha diffuso il codice etico tra le società del gruppo, affinché queste lo adottino formalmente quale strumento di gestione ed elemento effettivo della strategia e dell'organizzazione aziendale.
  Cosa molto importante è che il codice etico è parte integrante del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi dell'azienda, quindi costituisce un tassello del sistema dei controlli interni aziendali e rappresenta una delle principali misure di attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione. In quanto tale, è parte essenziale e sinergica del modello 231 e da gennaio 2015 anche del piano triennale di prevenzione della corruzione e trasparenza che la Rai ha adottato, in attuazione della legge n. 190 e del decreto legislativo sulla trasparenza 13 marzo 2013, n. 33.
  Passiamo alla commissione stabile per il codice etico, che abbiamo appena descritto. La commissione stabile ha il ruolo di monitorare la concreta osservanza del codice, è istituita a livello di gruppo, riporta al direttore generale ed è composta dai responsabili delle direzioni risorse umane e organizzazione, degli affari legali e societari, del palinsesto TV e marketing e dell’internal auditing, con funzioni di coordinamento.
  Conseguentemente, allo stato, la composizione della commissione è la seguente: Valerio Fiorespino, direttore delle risorse umane; Salvatore Lo Giudice, direttore degli affari legali e societari; Antonio Marano, vicedirettore generale del coordinamento dell'offerta, cui riporta peraltro il palinsesto e il marketing e il sottoscritto direttore dell’internal auditing, coordinatore della commissione.
  I compiti della commissione, secondo il citato articolo 12 del codice etico, sono i seguenti: vigilanza sulla concreta osservanza del codice da parte dei destinatari e sull'efficacia a prevenire nel tempo i comportamenti contrari ai principi ivi previsti; costante aggiornamento e revisione del codice, formulando proposte di modifica Pag. 5per l'adeguamento ai mutamenti della disciplina normativa rilevante e in relazione all'esito delle verifiche sull'osservanza ed efficacia dello stesso; valutazioni delle segnalazioni ricevute. Sono previste forme di coordinamento e scambio informativo periodico tra la commissione e gli altri attori coinvolti nel sistema di controllo interno aziendale, quindi ci riferiamo al consiglio d'amministrazione, al responsabile della prevenzione della corruzione, all'organismo di vigilanza 231, al direttore generale e via dicendo, con le altre posizioni che assumono garanzia nell'ambito del sistema di controllo interno aziendale.
  La commissione etica può essere attivata anche in via anonima attraverso canali diretti e indiretti. Per canale diretto, peraltro identificato nel codice etico, si intende una casella di posta elettronica dedicata che non solo è inserita nell'ambito del codice etico, ma è anche pubblicata nei siti cui accennavo, ed è possibile scrivere alla commissione etica anche via posta ordinaria.
  L'attivazione indiretta invece può avvenire nell'ambito della più articolata disciplina aziendale in materia di gestione e trattamento delle segnalazioni, anche anonime, riferite a fatti potenzialmente illeciti, irregolari o riprovevoli, concernenti vicende operative e organizzative di Rai e delle società controllate. Questa procedura è stata approvata dal consiglio d'amministrazione alla fine del 2014 e, come accennavo, è una procedura di gruppo. In tale contesto, le segnalazioni connotate da profili di natura etica sono inoltrate alla commissione etica, ai fini della successiva attività istruttoria. In tema di attività istruttoria, il codice etico richiama espressamente le modalità con cui la commissione gestisce le segnalazioni, indica le azioni da intraprendere e le cautele da adottare nella loro gestione e trattamento.
  Le descrivo brevemente. In particolare, la commissione, ricevuta la segnalazione, effettua una prima valutazione documentale sulle asserzioni ivi contenute per riscontrare la presenza o meno di elementi circostanziati, precisi e verificabili. All'esito di tale preliminare valutazione, le segnalazioni possono distinguersi in generiche e circostanziate. Tra le segnalazioni generiche, rientrano i casi di narrazione, di mere lamentele, eventualmente accompagnate dall'invito a migliorare le procedure o le prassi aziendali e sono archiviate con provvedimento motivato. Nel caso di segnalazioni circostanziate – quelle che consentono di fare le verifiche perché includono elementi precisi e verificabili, in assenza dei quali chiaramente non può che archiviarsi la segnalazione, seppure in maniera motivata – la commissione apre un fascicolo e in una prima fase affida l'istruttoria preliminare alle strutture aziendali competenti per materia: ad esempio l’internal auditing, se afferente ad aspetti di controllo interno, o alle risorse umane, se riferite ad approfondimenti sul personale e via dicendo. Tali strutture aziendali interessate in prima battuta per l'esecuzione dell'istruttoria comunicheranno formalmente alla commissione i relativi esiti, chiaramente corredando anche evidenze documentali e altre informazioni.
  La gestione delle segnalazioni deve avvenire con la massima riservatezza – questo aspetto è stato puntualizzato nella legge n. 190 e rafforzato nell'ambito del piano triennale della prevenzione di Rai – allo scopo di assicurare sia l'efficacia degli accertamenti, sia la salvaguardia del segnalante e dei fatti soggetti ivi richiamati. La commissione, acquisiti gli atti prodotti dalle strutture interne, provvede collegialmente all'esame della stessa individuando eventuali esigenze di supplementi istruttori e disponendo, ove necessario, interviste del personale dipendente o di collaboratori esterni. Alle persone intervenute in audizione in commissione, la stessa assicura tutele di riservatezza analoghe a quelle che il codice etico e il piano triennale della prevenzione garantisce ai segnalanti, ferme restando le richieste di acquisizione degli atti da parte dell'autorità giudiziaria. In sintesi, l'attività istruttoria della commissione etica è finalizzata a valutare nel complesso la ragionevole fondatezza delle asserzioni contenute nell'ambito delle segnalazioni, Pag. 6ovviamente nei limiti degli strumenti conoscitivi consentiti e delle funzioni a essa assegnate.
  La commissione dispone la conclusione dell'istruttoria proponendo al direttore generale l'adozione dei conseguenti provvedimenti, l'adozione di azioni correttive alla linea, quindi al management che fosse interessato dalla segnalazione, o l'archiviazione della segnalazione. Le fasi di attivazione, di gestione delle istruttorie e i relativi esiti sono tutte documentate, archiviate e agli atti dei lavori della commissione stessa.
  Nel caso di segnalazioni riguardanti presunte violazioni da parte del direttore generale, dei componenti dell'organo di amministrazione, o degli organi di controllo vigilanza di Rai Spa, la commissione deve trasmettere contestualmente e senza indugio la segnalazione a un comitato composto dai presidenti del Consiglio d'amministrazione, del collegio sindacale e dell'organismo di vigilanza 231 di Rai Spa per le conseguenti determinazioni. Analoga cautela è utilizzata nel caso di segnalazioni riguardanti presunte violazioni da parte di un componente della commissione stessa. L'interessato in questo caso non potrà partecipare a nessuna delle relative attività.
  Con riferimento alle segnalazioni afferenti alle società del gruppo – ricordo che questa è una modalità di funzionamento di gruppo – la commissione informa il vertice e l'organismo di vigilanza della società controllata delle iniziative assunte e dei relativi esiti, per le valutazioni e l'adozione dei necessari provvedimenti; ferma restando la responsabilità della società controllata di valutare l'esigenza di assumere ulteriori e più specifiche iniziative a presidio del proprio sistema di controllo interno. Questo viene fatto proprio nell'ottica di tutelare l'autonomia societaria delle singole società, perché le stesse sono responsabili dell'adeguatezza del sistema di controllo interno loro proprio.
  La commissione etica non ha poteri disciplinari o sanzionatori, per i quali riporta al direttore generale, agli organi e alle strutture aziendali competenti in materia.
  Un punto molto importante è la tutela del segnalante. Il codice etico prevede espressamente l'adozione di misure idonee ed efficaci, affinché sia sempre garantita la riservatezza del segnalante di presunte violazioni. È vietata qualsiasi forma di ritorsione, discriminazione o penalizzazione nei confronti di coloro che effettuino in buona fede segnalazioni alla commissione, fatti salvi gli obblighi di legge, la tutela dei diritti della società o delle persone accusate erroneamente o in mala fede.
  La commissione, avvalendosi di una segreteria tecnica, documenta ciascuna riunione mediante la redazione di verbali che vengono sottoscritti dai componenti, trasmessi in copia al direttore generale e per conoscenza al presidente del consiglio d'amministrazione, per le conseguenti valutazioni, determinazioni, e conservati in un archivio protetto. Allo stesso modo, la documentazione in formato elettronico si trova in un'area di lavoro ad accesso protetto e profilato. Tutta la documentazione gestita dalla commissione, o da essa prodotta, anche per il tramite di ciascun componente, è protocollata e classificata come confidenziale. I dati confidenziali sono quelli la cui diffusione non autorizzata, perdita, manomissione o uso indebito, possono arrecare gravissimi danni al gruppo, ai suoi dipendenti o a terzi e pertanto sono soggetti a specifiche cautele nella gestione e nel trattamento.
  La commissione si relaziona periodicamente con le strutture incaricate dello svolgimento delle istruttorie, al fine di monitorare su base documentale lo stato di attuazione delle istruttorie ancora in corso e dei procedimenti disciplinari avviati, per evitare che ci siano istruttorie che si perdano nella gestione ordinaria, nel senso che magari non vengono più gestite.
  Il codice etico prevede specifici flussi informativi periodici verso il direttore generale e il presidente del consiglio di amministrazione. È previsto inoltre un Pag. 7flusso informativo anche verso l'organismo di vigilanza di Rai Spa, soprattutto in merito alle segnalazioni ricevute, alle iniziative assunte sulle stesse e ai relativi esiti.
  Ci erano stati chiesti anche dati in merito alle attività svolte nel 2014. Si sono tenute quattordici riunioni della Commissione. Nello stesso periodo, la commissione ha rilevato un significativo incremento del numero dei casi esaminati rispetto alla media del triennio precedente, di cui circa il 50 per cento a fronte di segnalazioni in forma anonima. Dall'analisi del contenuto delle segnalazioni pervenute alla Commissione nel corso del 2014, emerge che: circa il 70 per cento dei fatti denunciati ha riguardato principi di condotta generali riferiti ad esempio a privacy, tutela del patrimonio aziendale, buona fede e lealtà, correttezza, diligenza professionale; il 13 per cento circa, principi di condotta nei rapporti col personale; l'8 per cento, principi di condotta nei rapporti con fornitori o collaboratori; mentre la restante parte riguarda ambiti etici in generale, perché il codice etico tocca diversi temi.
  Da ultimo, e concludo, si segnala che la commissione sta promuovendo una nuova campagna formativa sulla conoscenza del codice etico, proprio nell'ottica di mantenere alta l'attenzione sui temi etici che rappresentano una parte delle iniziative recentemente introdotte in azienda col Piano triennale di prevenzione della corruzione, proprio per il contrasto e la prevenzione dei fenomeni corruttivi.
  Avrei finito. Spero di essere stato adeguatamente esauriente. Ringrazio per l'attenzione e ovviamente restiamo a disposizione per qualunque domanda o integrazione.

  RAFFAELE RANUCCI. Ringrazio il dottor Cariola perché mi sembra abbia fornito un'illustrazione molto esauriente, però mi sorge una piccola curiosità. Quante segnalazioni avete avuto nel 2013-2014 e nel primo trimestre 2015 ? Come sono suddivise, tra fornitori, dirigenti, direttore generale o consiglio di amministrazione ? Quante ve ne sono sulle società collegate ? E quale esito hanno avuto ? Non voglio sapere l'esito circa la persona, ma quante hanno avuto un esito positivo e quante invece hanno avuto esito negativo, anche per capire qual è il feeling interno, o anche esterno, alla Rai.

  ALBERTO AIROLA. Vi ringrazio per la vostra esposizione. Tra l'altro, condividiamo completamente il testo presentato, anche per il lavoro che ha svolto la Commissione sul Contratto di servizio, in cui sono stati inseriti moltissimi dei principi che avete enunciato.
  Avrei da chiedere alcune delucidazioni. Purtroppo, come Commissione, ci scontriamo con enunciazioni a cui poi non seguono i fatti. Non mi riferisco a voi ovviamente, perché è la prima volta che vi incontro, ma al direttore generale che si era detto disposto a garantire una certa trasparenza che invece è sempre stata negata e che ci avrebbe permesso di valutare alcuni degli aspetti di cui parlate in questo documento. Forse non è proprio «farina del vostro sacco»: si tratta di un lavoro collettivo, per cui prendete il mio «voi» nel giusto senso. Ad ogni modo, penso ad esempio alla questione della tutela dei lavoratori, risorsa fondamentale per il servizio pubblico che la Rai deve dare. Mi riferisco al grandissimo numero di precari che ci sono e peraltro sappiamo bene che la deontologia professionale del giornalista deve essere in primis garantita dall'indipendenza che, nella condizione di precariato, può venire a mancare. Per altri versi, mi riferisco a quando parlate di regali, a forme di ospitalità, a pagina 11, nel rapporto con i vari stakeholder che non possono accettare, o sollecitare, regali anche di cortesia, quali omaggi o forme di ospitalità. Abbiamo fatto un'interrogazione, a cui non è ancora stato risposto – ma è una materia che probabilmente vi riguarda – sul viaggio a Panama di alcuni giornalisti a cui sono stati offerti una serie di servizi da Impregilo; e riteniamo che non rientri nel comportamento etico dovuto. A pagina 6 del documento vi sono alcune considerazioni sulla necessità di tutelare il valore commerciale della concorrenza Pag. 8leale e a pagina 11 si riprende il tema del principio delle procedure concorsuali per scegliere i progetti, ma mi risulta che nell'ambito delle fiction questo non succeda: tempo fa abbiamo avuto in audizione la dottoressa Andreatta, che ci ha spiegato le procedure per la selezione dei progetti.
  A pagina 17 ancora – e concludo, non vi voglio trattenere troppo – si parla dei rapporti proprio con l'autorità di vigilanza e si dice: «I destinatari sono tenuti a osservare scrupolosamente la normativa vigente [...] ottemperando, nei rapporti con l'autorità di vigilanza, tempestivamente a ogni loro richiesta con spirito collaborativo ed evitando comportamenti ostruzionistici». A questo proposito, stiamo attendendo da due anni un parere dell'Avvocatura dello Stato affinché ci vengano forniti dall'azienda alcuni documenti. Forse non è oggettivamente materia del vostro impegno, perché abbiamo un altro ente che ci sta lavorando, però la Rai potrebbe stimolare questa risposta, in maniera che la Commissione abbia la possibilità di sapere se può avere accesso a determinati documenti, oppure no. Peraltro, parliamo di documenti che non riguardano la gestione aziendale, ma il corretto utilizzo dei soldi dei cittadini che vanno a finanziare la Rai.
  A pagina 18 la Rai si impegna a riconoscere pari opportunità di partecipazione alla selezione dei fornitori. In merito, immagino che avrete numerose segnalazioni riguardo a squilibri negli appalti sia per l'ENG, per le news, con tutto quello che riguarda le troupe, sia per quanto riguarda altri fornitori.
  Mi dispiace di aver avuto un confronto un po’ duro con il direttore generale nell'ultima audizione, in merito alla riforma dell'informazione, sul tema della valorizzazione del personale e dell'utilizzo degli «zainetti». Sul tema, il direttore mi disse che la Rai si sarebbe adeguata alle norme di legge e che avrebbe fatto appalti al minimo. Penso al dumping. A parte che è illegale dare appalti al minimo fino a un certo punto, ma poi entriamo nella questione qualità, per cui la qualità del servizio pubblico deve essere assolutamente al di sopra di ogni sospetto, come dite chiaramente nel vostro documento e sono d'accordo. Al di sotto di certi costi, la qualità non esiste. Siete uomini del settore, sicuramente avete una grande esperienza e potete capirlo con grande semplicità. Non posso dare un appalto a prezzi troppo bassi, perché magari costa poco, ma si farà un lavoro pessimo. Purtroppo in Rai questo succede, quindi vorrei sapere se siete coinvolti anche in queste questioni.

  MICHELE ANZALDI. Scorrendo velocemente l'utile documento che ci avete fornito, ho visto che al punto n. 2 avete riportato la voce pluralismo. In questi giorni, ho fatto delle interrogazioni e ho addirittura scritto una lettera al presidente dell'Agcom, in cui chiedevo chiarimenti sulla presenza fissa ed esclusiva, secondo i dati che ci ha dato anche la Rai, di un solo sindacato nelle principali trasmissioni televisive. Volevo dunque capire se anche voi siete competenti in materia e se la stessa segnalazione, la stessa richiesta di chiarimento, potrebbe esservi indirizzata.

  PRESIDENTE. Io vorrei invece sapere a che punto si trova il «caso Verro», non quanto al contenuto specifico, ma solo dove si è arrivati, visto che anche la presidente Tarantola ci aveva assicurato tempi brevi.
  Inoltre, vorrei conoscere in che modo si attiva il comitato etico, se solo tramite una segnalazione ovvero se iniziate un procedimento anche qualora leggiate ad esempio un articolo di stampa con determinate caratteristiche.

  GIANFRANCO CARIOLA, direttore dell'internal auditing della Rai. Partirei dalla domanda sul «caso Verro». Come è stato detto dalla presidente nella scorsa audizione, siamo stati attivati. Venerdì scorso, abbiamo chiuso la nostra fase istruttoria però, come ben sapete e come vi è stato illustrato, tale tipo di attività non riguarda solo la commissione etica. Questa interviene in una prima fase, ma poi ne segue una seconda relativa al comitato dei presidenti. Pag. 9Come dicevo, abbiamo chiuso le nostre attività e i risultati sono stati comunicati al comitato dei presidenti qualche giorno fa.

  SALVATORE LO GIUDICE, direttore affari legali e societari della Rai. Forse merita precisare che nel «caso Verro», a prescindere dal merito della vicenda, da un punto di vista procedurale, con l'approvazione nel luglio scorso del nuovo modello di organizzazione e controllo, ex decreto n. 231, si è previsto un meccanismo a tutela delle prerogative del consigliere.
  Come spiegava il dottor Cariola, la commissione stabile per il codice etico è un organismo sostanzialmente di supporto al direttore generale nel senso che, all'esito degli approfondimenti e delle istruttorie, propone al direttore stesso, che è capoazienda e ha il potere disciplinare sul personale dipendente e dirigenziale, eventuali correttivi, misure o sanzioni disciplinari nei confronti di eventuali soggetti rispetto ai quali sono accertate violazioni delle norme del codice.
  In quel caso, in conformità a best practice internazionali, si è ritenuto di valutare un meccanismo che, nel caso di violazioni segnalate a carico di componenti del consiglio d'amministrazione, prevedesse una immediata e tempestiva segnalazione alle tre figure di garanzia dell'azienda, ovvero al presidente del consiglio di amministrazione, al presidente del collegio sindacale e al presidente dell'organismo di vigilanza, in modo che si componga un comitato ad hoc, al quale trasmettere gli eventuali esiti istruttori. A questo comitato è poi devoluta ogni conseguente determinazione, ovvero sia l'eventuale avocazione di tutta l'istruttoria, sia la possibilità di delegare compiti istruttori alla commissione del codice etico composto solo da dirigenti aziendali, quindi a un livello inferiore rispetto ai componenti del consiglio di amministrazione, per poi acquisire queste conclusioni, come è avvenuto nel caso di specie, riservarsi direttamente l'audizione dell'interessato, proprio perché componente del consiglio di amministrazione ed eventualmente assumere le conseguenti determinazioni, quindi decidere nel senso di ritenere sussistenti o meno gli estremi di violazioni e agire di conseguenza. Questa precisazione mi pare doverosa rispetto al caso di specie. Come diceva correttamente Cariola, alla commissione del codice etico è demandata l'attività istruttoria sulla base di una ricognizione documentale, mentre i tre presidenti hanno ritenuto di doversi riservare l'audizione dell'interessato. Questa attività si è conclusa nei giorni scorsi ed è stata quindi trasmessa una relazione conclusiva, con allegata la documentazione raccolta.

  GIANFRANCO CARIOLA, direttore dell'internal auditing della Rai. Rispondo all'onorevole Ranucci in merito al numero delle segnalazioni, per cui nel 2014 abbiamo ricevuto 45 nuove segnalazioni, di cui 22 anonime. Voglio precisare che per noi sono molto importanti anche le segnalazioni anonime. L'aspetto fondamentale è che siano circostanziate, che ci siano elementi che ci consentano di fare delle verifiche. Non come commissione etica, ma come direttore dell’internal auditing ritengo che le segnalazioni in generale, anonime e non, siano uno strumento fondamentale ai fini del rafforzamento del sistema di controllo interno, perché danno elementi importanti su cui quantomeno riflettere. Chiaramente capita spesso di dover fare la tara a quello che viene scritto, perché le segnalazioni potrebbero essere mosse da interessi diversi, però cerchiamo sempre di lavorare con il massimo equilibrio e la massima professionalità possibili. A fronte di questo, volevo dire, e in qualche modo già l'avevo detto prima, che buona parte delle stesse erano legate proprio alla diligenza, correttezza, buona fede e lealtà; il 30 per cento, ai conflitti di interesse; il 6 per cento circa alla tutela del patrimonio aziendale, il 3 per cento all'informazione e trasparenza e un altro 3 per cento a regali e atti di cortesia. Quando attengono allo stesso argomento, le uniamo in fascicoli. Quindi, per 45 segnalazioni abbiamo 40 fascicoli, Pag. 10di cui abbiamo concluso circa il 50 per cento, proprio perché a fronte di queste segnalazioni si attivano istruttorie che spesso sono durature e abbastanza approfondite. In particolare, a valle di questa attività istruttoria della commissione – penso che sia importante – sono stati erogati nove provvedimenti disciplinari e avviati quattro procedimenti non ancora conclusi. Quindi, non sono iniziative che nascono e terminano con l'attività istruttoria, ma normalmente danno luogo a provvedimenti successivi, chiaramente nell'ipotesi in cui vi siano situazioni gravi e che possano far attivare il sistema disciplinare aziendale.
  Dopodiché, volevo rispondere ai due temi sollevati dall'onorevole Airola e dall'onorevole Anzaldi e in qualche modo anche dal Presidente. La commissione etica non si autoattiva, ma parte sulla base di segnalazioni dirette o indirette, quindi non si alimenta in automatico. Tratta chiaramente tutte le tematiche menzionate, per cui se stimolata è obbligata quantomeno a dare seguito all'attivazione con un'attività istruttoria e dunque con una verbalizzazione. Spero di aver risposto.

  ALBERTO AIROLA. Quindi posso segnalarvi tutte queste cose per iscritto e se non mi risponde l'azienda, voi siete un punto di riferimento anche per noi ?

  GIANFRANCO CARIOLA, direttore dell'internal auditing della Rai. No.

  ALBERTO AIROLA. Non di risposta, ma per aprire istruttorie su casi che vi segnaliamo.

  GIANFRANCO CARIOLA, direttore dell'internal auditing della Rai. Come dicevamo prima, la commissione etica è un organismo interno, che risponde al direttore generale, per cui le attivazioni senz'altro possono arrivare anche dall'esterno, ma gli esiti delle istruttorie e le nostre proposte arriveranno al direttore generale o agli organi interni dell'azienda.

  SALVATORE LO GIUDICE, direttore affari legali e societari della Rai. In questo caso merita precisare che il perimetro di valutazione della commissione è comunque circoscritto a ipotesi di violazione specifiche del codice e quindi non a temi più generali. Per essere ancora più chiaro, è evidente che non ci occupiamo di valutare o monitorare l'attuazione concreta del principio del pluralismo in azienda, ma di casi singoli e specifici; altrimenti, è materia demandata ad altro tipo di monitoraggio in ambito aziendale. La commissione viene attivata sulla base di segnalazioni precise e circostanziate, quindi su fatti che possono integrare gli estremi di violazione del codice etico che possano poi anche configurare violazioni, attivare il procedimento disciplinare e l'eventuale applicazione di sanzioni nell'ambito del sistema disciplinare.

  ALBERTO AIROLA. Spesso la natura di queste violazioni non è penale. Il direttore generale una volta mi ha detto che sarebbe andato in procura. Comunque vi sono situazioni che non rientrano proprio nelle questioni penali, ma sono di natura etica e morale, quindi è esattamente la materia di cui...

  SALVATORE LO GIUDICE, direttore affari legali e societari della Rai. Se un problema venisse segnalato alla commissione, si seguirebbe un certo percorso. Lei faceva un esempio su tutti: nei confronti di un precario, potrebbe non ritenersi integra la sua autonomia editoriale e quindi la sua assoluta capacità di risultare indipendente e di rispettare i noti princìpi di obiettività e completezza dell'informazione, proprio in ragione del suo stato di precarietà. Questa è una denuncia generica per quanto ci riguarda. Laddove invece venisse segnalato nello specifico che Tizio e Caio vengono lesi nelle loro prerogative di appartenenti all'ordine dei giornalisti, quindi impossibilitati a poter correttamente svolgere le proprie funzioni ed esercitare il loro diritto-dovere di informare, perché per esempio in concomitanza con il rinnovo contrattuale viene chiesto un abbassamento Pag. 11dell'attenzione rispetto a un determinato fatto di cronaca o un determinato evento, quello certamente sarebbe un caso diverso. Non vorrei apparire inutilmente elusivo. Non ci sottraiamo mai ai nostri compiti, ma è chiaro che non possiamo intervenire per segnalare all'azienda che, nell'ambito di una testata giornalistica, il pluralismo non è rispettato, e non perché in quel caso non esista o venga eluso un sistema di controllo, ma perché è rimesso ad autorità superiori e quindi lì c’è un'autorità che vigila costantemente, come mi insegna, risponde a tutte le vostre sollecitazioni con estrema puntualità, ci impone una verifica puntuale e ci espone all'applicazione di determinate sanzioni. Se rileviamo dei profili di illegittimità presunti, esercitiamo il diritto di impugnazione nelle sedi competenti. Questo è il meccanismo, però penso che ci siano ampie garanzie nel sistema di vigilanza e controllo su materie sensibili come quelle a cui lei ha fatto riferimento. Le garantisco che la nostra giornata è intensa e non ha momenti di noia obiettivamente; il che è anche un privilegio, per carità.

  PRESIDENTE. Secondo la vostra valutazione, sono molte, poche o normali le segnalazioni che ricevete ? Avete una media in Europa delle altre aziende pubbliche ? Lo chiedo, per comprendere in che situazione ci troviamo in Italia.

  GIANFRANCO CARIOLA, direttore dell'internal auditing della Rai. Un confronto di benchmark con altre aziende in tutta onestà non l'abbiamo fatto. C’è da dire che il numero delle segnalazioni è incrementato, però per noi è un buon punto. Vuol dire che la sensibilità in azienda e la fiducia nei confronti della commissione si è evidentemente elevata, anche perché si sa che, a fronte dell'attivazione, la commissione effettivamente svolge un'attività istruttoria e si attiva: direi che questo è il punto fondamentale. Chiaramente osserveremo poi il trend di crescita, mettendo a confronto i singoli periodi, e avremo anche le evidenze a cui senz'altro faceva cenno. Non si può pienamente confrontare il 2014 con gli anni precedenti, perché il codice etico è stato modificato nel bel mezzo del 2013, quindi era conosciuto in maniera diversa, e perché, proprio nel corso del 2014, è stata puntualizzata la procedura di gestione e di svolgimento delle istruttorie. Probabilmente, questo ha dato una trasparenza, una conoscenza e una conoscibilità molto più ampia all'interno dell'azienda.
  Aggiungo – prima lo puntualizzavo perché per me è molto importante – che il codice etico non è un documento a sé stante. Va visto e innestato nell'ambito del sistema di controllo interno nel suo complesso; il che equivale a dire che le attivazioni e la conoscenza della commissione non sono originate solo dal codice etico, ma dal piano triennale della prevenzione, dal modello 231, dalle attività che quotidianamente svolgiamo come attività di internal auditing o dalle attività più propriamente manageriali. Ciò significa che a mano a mano che la conoscenza e la trasparenza su questi temi è alimentata in azienda, il numero delle segnalazioni di conseguenza aumenterà. Come ripeto, però, secondo me è un fenomeno positivo, nell'ottica della crescita e del miglioramento del sistema di controllo interno dell'azienda.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.05.