XVII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 25 settembre 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Sani Luca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI NAZIONALI CON RIFERIMENTO ALL'ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI MILANO 2015

Audizione del Presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni.
Sani Luca , Presidente ... 3 
Maroni Roberto , Presidente della regione Lombardia ... 3 
Sani Luca , Presidente ... 7 
Carinelli Paola (M5S)  ... 7 
Cova Paolo (PD)  ... 8 
Bordo Franco (SEL)  ... 8 
Ferrari Alan (PD)  ... 9 
Russo Paolo (PdL)  ... 10 
Mongiello Colomba (PD)  ... 10 
Maroni Roberto , Presidente della regione Lombardia ... 11 
Mongiello Colomba (PD)  ... 11 
Tentori Veronica (PD)  ... 12 
Sani Luca , Presidente ... 12 
Maroni Roberto , Presidente della regione Lombardia ... 12 
Sani Luca , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA SANI

  La seduta comincia alle 14,30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali con riferimento all'Esposizione Universale di Milano 2015, l'audizione del presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni.
  Saluto il presidente Maroni, che ringrazio per essere qui presente con l'assessore all'agricoltura Giovanni Fava.
  Sono, altresì, presenti il dottor Franco Picco, direttore generale della Direzione agricoltura, e il dottor Giacomo Ciriello, capo della segreteria della stessa Direzione.
  Prima di dare la parola presidente Maroni, vorrei sottolineare che la sua audizione, che fa seguito a quella del sottosegretario con delega all'Expo Maurizio Martina, del commissario generale di sezione del padiglione Italia, dottoressa Diana Bracco, e del vicesindaco di Milano, Ada De Cesaris, ha lo scopo di consentire alla Commissione di acquisire una più compiuta conoscenza delle questioni essenziali che l'evento Expo implica, per quanto di nostra competenza, e delle linee di azione delle istituzioni responsabili.
  Do, quindi, la parola al presidente Maroni. Al termine del suo intervento si darà spazio per eventuali interventi degli onorevoli colleghi.

  ROBERTO MARONI, Presidente della regione Lombardia. Ringrazio il presidente per l'invito a portare all'attenzione del Parlamento ciò che la regione Lombardia sta realizzando per l'Expo Milano 2015 e per raccontare su quali azioni e progetti stiamo lavorando relativamente ai temi strategici della produzione agricola e agroalimentare.
  Expo Milano 2015, Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, è un evento globale di carattere educativo, culturale e scientifico organizzato per riunire Paesi, cittadini e istituzioni e dibattere su temi connessi all'alimentazione e allo sviluppo sostenibile, un'occasione di straordinaria importanza se pensiamo che sono previsti 20 milioni di visitatori in sei mesi, di cui il 30 per cento stranieri, e probabilmente 140 Paesi espositori, al momento 133, in taluni casi con investimenti molto rilevanti (Germania, Svizzera, Russia e Cina). L'area destinata all'evento sarà di circa un milione di metri quadri. Il progetto del sito e delle Vie d'acqua vale oltre un miliardo e 200 milioni di euro.
  La regione Lombardia ha sempre investito molto nell'Expo 2015 fin dalle fasi di candidatura. Nel tempo, la regione ha definito e aggiornato progressivamente la governance del sistema, organizzato gli «Stati generali» per raccogliere idee e proposte nell'ambito di una manifestazione Pag. 4di consultazione pubblica, straordinaria per ampiezza e livello partecipativo.
  È, inoltre, presente nella società Expo 2015 Spa con una quota del 20 per cento, ha promosso l'accordo di programma Expo per l'acquisizione del sito espositivo, avvenuta nel 2011, ha avviato nell'aprile 2012 i cosiddetti sottotavoli tematici nel contesto del «Tavolo Lombardia».
  Per quanto attiene, nello specifico, alla filiera agroalimentare, l'azione della regione Lombardia si concentra su alcuni ambiti tematici, food safety and food security, cibi sani e sufficienti per tutti; produzione agricola sostenibile; produzioni agricole e agroalimentari per lo sviluppo dei territori rurale e perturbano.
  Riteniamo che l'Expo rappresenti un'occasione unica per impostare un nuovo approccio ai temi legati alla nutrizione del pianeta. Per questo, la regione ha individuato alcune azioni prioritarie, tra le quali sostenere con forza innovazione e ricerca; incrementare la propensione all'innovazione tramite sistemi di contaminazione tra innovatori e follower; promuovere e sostenere progetti multidisciplinari e multisoggetto; sostenere l'inserimento dei giovani imprenditori agricoli e favorire il ricambio generazionale; stabilire regole per limitare o azzerare il consumo del suolo.
  La regione Lombardia sta mettendo in campo, su questi temi, una serie di strumenti, tra cui il programma di sviluppo rurale 2014-2020, in preparazione, che renderà disponibili risorse comunitarie e nazionali per azioni rilevanti sui temi dell'Expo per la redditività e la competitività sostenibile del settore agricolo e agroalimentare; la promozione di una politica agricola comune (PAC) europea che tuteli meglio le nostre produzioni agricole e agroalimentari (la partecipazione attiva della regione Lombardia al processo di negoziato della PAC 2014-2020 ha in parte scongiurato le pericolose deviazioni che l'Europa sta imponendo alla sua politica agricola); la comunicazione con i cittadini, finalizzata a costruire un nuovo patto tra cittadini consumatori e l'agricoltura (la regione ha attivato importanti campagne di comunicazione sia per rendere i cittadini consapevoli dell'importanza dell'agricoltura per il loro benessere e per la qualità della vita sia per incentivarli a essere parte attiva nel sostegno a politiche di tutela del suolo).
  Stiamo operando con strumenti concreti per raggiungere questi obiettivi dell'azione regionale, anzitutto, tramite la lotta alla contraffazione alimentare. La contraffazione a livello mondiale dell'agroalimentare made in Italy genera, come certo vi è noto, un enorme danno economico, pari a 60 miliardi di euro, oltre che una serie di rischi concreti per la sicurezza alimentare e la salute dei consumatori.
  La regione Lombardia, proprio in virtù del proprio peso nel settore primario, 14 per cento, e nell'agroalimentare, 20 per cento, rispetto al totale nazionale, ha promosso la stesura di un apposito protocollo contro la contraffazione alimentare, da proporre a livello europeo in occasione dell'Expo. Il percorso per la stesura del protocollo è stato avviato dal tavolo di esperti nella lotta alla contraffazione agroalimentare che si è riunito presso la villa Reale di Monza lo scorso 7 luglio 2013.
  Il secondo obiettivo è rappresentato dalla lotta alla speculazione e per la sicurezza degli approvvigionamenti di commodity alimentari. Si tratta del progetto FoodCast, sostenuto dalla regione e che riunisce per la prima volta su questi temi un gruppo multidisciplinare di ricercatori dei migliori atenei italiani: la Scuola internazionale di studi avanzati di Trieste, l'università degli studi di Milano, l'università di Bologna Alma Mater e l'università degli studi di Perugia. Obiettivo è la determinazione di modelli in grado di definire gli scenari futuri delle produzioni delle principali commodity agricole allo scopo di prevenire crisi di mercato.
  Il terzo obiettivo è rappresentato dalla promozione della sovranità alimentare e della riduzione degli sprechi. La regione Lombardia promuove un modello nuovo di cooperazione allo sviluppo basato sul coinvolgimento attivo del sistema istituzionale Pag. 5economico e sociale nella definizione e nel sostegno di progetti realizzati da ONG, associazioni ONLUS di solidarietà internazionale, fondazioni e associazioni senza scopo di lucro, università e centri di ricerca.
  Dal 2001, la regione Lombardia ha sostenuto la realizzazione di 671 progetti di cooperazione internazionale. Attualmente, sono in fase di realizzazione 21 progetti, che si propongono, tra l'altro, di diffondere buone pratiche agricole nonché processi di trasformazione e distribuzione del cibo lungo la catena alimentare che riducano perdite e sprechi.
  Altro obiettivo è dato dall'educazione alimentare, in particolare delle giovani generazioni. La Lombardia ha avviato percorsi di educazione che prevedono l'approfondimento, da qui all'Expo, di alcuni temi chiave, coinvolgendo insegnanti e scuole con un modello didattico innovativo. Ricordiamo: Cibo, cultura e identità; Dalla terra alla tavola; Metodi sostenibili per la produzione di cibo; Dalla tavola alla terra e La scuola in campo.
  Vi è, ancora, la sensibilizzazione e la diffusione di conoscenze in tema di alimentazione, sicurezza alimentare e sistemi produttivi. La regione sostiene il progetto Alimentazione e salute del Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano che, nell'ambito del programma di attività Alimentazione scienza e società, prevede attività modulari annuali sia su tutto il territorio sia presso il museo.
  Ulteriore obiettivo è la valorizzazione: delle eccellenze lombarde nel campo della ricerca e innovazione sui temi agroalimentari e ambiente, come con il progetto Spazi espositivi per la ricerca – padiglione Italia Expo 2015; del patrimonio rurale regionale attraverso il programma Lombardia rurale; dell'agroalimentare lombardo all'estero (la regione promuove la sottoscrizione di accordi internazionali nell'ambito dell'accordo di programma per la competitività 2010-2015 tra camere di commercio lombarde, regione Lombardia e Unioncamere Lombardia).
  Infine, valorizza la sostenibilità ambientale anche attraverso il programma Expo 2015 a impatto zero di compensazioni ambientali rispetto al sito espositivo. Riguarda interventi che comprendono l'uso di energie rinnovabili, il rispetto delle fasce di pertinenza dei corsi d'acqua, il corretto smaltimento dei rifiuti, un'adeguata rete di trasporto pubblico e un osservatorio ambientale per monitorare tutto il processo inerente l'evento del 2015.
  Per ciò che riguarda, in particolare, il sistema territoriale metropolitano milanese, al fine di condividerne con le amministrazioni locali il processo di neoruralizzazione, il 3 maggio 2012 la regione ha sottoscritto con comune e provincia di Milano e consorzio DAM, la società del distretto agricolo rurale milanese, un protocollo di intesa.
  La finalità è di sviluppare un percorso di condivisione dell'obiettivo strategico complessivo di tutela e valorizzazione del territorio urbano e rurale nella sua accezione più ampia, individuando specifiche azioni che potrebbero confluire in un più funzionale strumento di governo del processo di sviluppo rurale ravvisabile in un accordo quadro di sviluppo territoriale.
  La promozione dell'accordo quadro, denominato Milano Metropoli rurale, permetterebbe il coinvolgimento di tutti i distretti rurali accreditati nell'ambito territoriale metropolitano, a cominciare dal distretto rurale milanese, così come di tutte le amministrazioni pubbliche e le rappresentanze della popolazione insediata, con gli obiettivi di garantire la tutela e la valorizzazione del territorio rurale come patrimonio della collettività; promuovere la conservazione degli spazi dedicati all'agricoltura in un contesto in cui l'erosione di suolo agricolo registra un trend negativo di circa 15 ettari al giorno.
  I distretti agricoli di Milano, nella logica del recupero e della valorizzazione delle tracce del paesaggio agrario, stanno fornendo un importante contributo nell'elaborazione di una molteplicità di progetti congiunti per l'Expo.
  Voglio segnalare i progetti delle compensazioni ambientali di Expo 2015 volti a Pag. 6recuperare la perdita di valore ecologico dovuta alla trasformazione urbanistica del sito dell'Expo, stimato in 159,6 ettari equivalenti; gli interventi per il recupero e la valorizzazione del paesaggio e del sistema rurale nell'ambito delle Vie d'acqua – Expo 2015, ossia un insieme coordinato di interventi paesaggistici per la riqualificazione di una fascia lunga 20 chilometri di area periurbana attraverso la connessione dei parchi esistenti con aree verdi di nuova creazione e percorsi ciclopedonali, che attraversano le aree agricole con l'obiettivo di portare un'effettiva valorizzazione del sistema irriguo.
  Per ciò che attiene all'obiettivo di impedire l'impoverimento ittico dei fiumi e dei mari e garantire la disponibilità di acqua potabile per l'irrigazione, la regione Lombardia è promotrice di diversi accordi quadro «contratto di fiume», strumenti di programmazione negoziata, profondamente interrelati ai processi di pianificazione strategica rivolti alla riqualificazione dei bacini fluviali.
  Il processo, che caratterizza i contratti di fiume si basa sulla copianificazione, cioè su un percorso che vede un concreto coinvolgimento e una sostanziale condivisione da parte di tutti gli attori. Quest'approccio, fondato sul consenso e sulla partecipazione, permette di concretizzare scenari di sviluppo durevole dei bacini.
  Il bacino idrografico Lambro-Seveso-Olona è stato individuato dalla regione Lombardia come aria prioritaria di intervento. A oggi, sono stati sottoscritti il contratto di fiume Olona-Bozzente-Lura, nel 2004; il contratto di fiume Seveso, 2006, e il contratto di fiume Lambro settentrionale, 2012.
  Ancora sulla sicurezza alimentare, vi sono i cluster e le azioni per i prodotti di origine animale. Ritorno al tema della food safety e della food security per segnalare un altro importante ambito di azione della regione, appunto quello dei cluster.
  Nel 2012, la regione Lombardia, insieme a Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Molise, ha condiviso con il Ministero dello sviluppo economico e con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il testo di un protocollo di intesa per l'applicazione di uno schema di qualificazione ambientale per i prodotti che caratterizzano i cluster. Il protocollo definisce un percorso per l'attribuzione di un marchio ambientale nazionale di prodotto in analogia con quelli esistenti in molti Stati europei.
  Lo scorso 6 settembre è stato approvato il protocollo Schema di qualificazione ambientale per i prodotti che caratterizzano il pomodoro da industria del nord Italia, che sarà sottoscritto dalla Direzione ambiente e dalla Direzione agricoltura delle regioni Lombardia ed Emilia-Romagna e dal Distretto pomodoro da industria del nord Italia.
  Segnalo, infine, una pluralità di azioni e di progetti della regione Lombardia focalizzati alla sicurezza ambientale dei prodotti di origine animale. Queste prevedono il coinvolgimento diretto delle istituzioni nazionali, regionali e locali, delle università e di altri enti di ricerca e delle associazioni di categoria per affrontare i temi dell'Expo in modo coordinato.
  Ecco alcuni esempi: progetto di ricerca, già approvato e finanziato con un primo stanziamento di 350.000 euro dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della salute, per lo studio e lo sfruttamento dei meccanismi di biocompetizione negli alimenti di origine animale; progetto di ricerca, connesso con il precedente, di microbiologia predittiva, finalizzato alla messa a punto di modelli matematici per prevedere le dinamiche del processo di deterioramento degli alimenti e indicare le modalità per la loro corretta conservazione; istituzione, a Milano, presso la locale sezione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale, del Centro di referenza per i rischi emergenti in campo alimentare.
  Il riconoscimento del polo di Milano come centro di referenza nazionale giunge al termine di un percorso di integrazione tra poli di ricerca lombardi attivi nel settore della sicurezza alimentare, fortemente Pag. 7voluto dalla regione Lombardia, ponendo Milano al centro del sistema nazionale della sicurezza alimentare.
  Infine, vi è l'intensificazione dei controlli sulla filiera agroalimentare con l'obiettivo di tutelare la salute dei consumatori e promuovere le produzioni regionali mediante azioni specifiche nel settore della ristorazione e somministrazione dei cibi, della produzione di formaggi tradizionali ottenuti negli alpeggi, della macellazione degli animali mediante il controllo dei residui di farmaci nelle carni, nei prodotti a base di latte e di carne potenzialmente a rischio di agenti patogeni ottenuti negli stabilimenti lombardi.
  In merito al tema della sostenibilità ambientale, vorrei richiamare la vostra attenzione sull'istituzione dell'Autorità ambientale regionale. Nell'ambito delle attività sui programmi cofinanziati con fondi comunitari, la regione, già a partire dal ciclo di programmazione 2000-2006, ha istituzionalizzato la figura dell'Autorità ambientale regionale dando seguito alle indicazioni previste dalla direttiva n. 42 del 2001, direttiva VAS, e alla successiva normativa nazionale di riferimento.
  L'Autorità ambientale regionale, sulla scorta dell'esperienza maturata negli anni e delle lezioni apprese nelle programmazioni precedenti, per il nuovo ciclo 2014-2020, ha proposto il documento Strategia di sostenibilità ambientale per i programmi comunitari 2014-2020, che definisce un quadro strategico di indirizzi per la definizione delle priorità ambientali e delle azioni conseguenti da prevedere, appunto, nei programmi comunitari 2014-2020.
  In particolare, rispetto alle politiche sullo sviluppo rurale finanziate con il Fondo europeo agricolo di sviluppo regionale, FEASR, il documento citato evidenzia che la riforma della PAC rafforza il ruolo dell'agricoltura in relazione al raggiungimento di obiettivi non solo di produzione alimentare, ma anche inerenti alla sovranità alimentare, la produzione di servizi ecosistemici, il presidio del territorio e del paesaggio, la multifunzionalità e la fruizione.
  Pertanto, l'Autorità ambientale sosterrà l'Autorità di gestione del programma di sviluppo rurale 2014-2020 in modo da promuovere il ruolo dell'agricoltura anche come produttore di ambiente in coerenza con il quadro normativo e regolamentare proposto nel contesto europeo.
  Desidero ancora una volta sottolineare che l'Expo Milano 2015 rappresenta l'occasione per promuovere accordi internazionali nel segno della valorizzazione delle eccellenze dell'agroalimentare italiano, del patrimonio paesaggistico e culturale, di stili di vita sostenibili e dei consumi sicuri e garantiti. In questo senso, è più che mai necessario un gioco di squadra tra istituzioni, mondo produttivo e comunità scientifica.
  Ho inteso condividere con voi queste riflessioni e puntualizzazioni perché sono convinto che il Parlamento rivesta un ruolo fondamentale anche in quest'occasione. Sono certo, infatti, che il vostro sostegno potrà garantire un contributo essenziale alla buona riuscita di un progetto come quello dell'Expo 2015 a Milano.
  Consegno al presidente il documento strategico di Expo 2015 formulato un anno e mezzo fa, probabilmente già agli atti, in formato cartaceo e in formato elettronico. Grazie a tutti.

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PAOLA CARINELLI. Ringraziamo il presidente per l'ennesima passerella anche di questa settimana. Avremmo alcune domande sulla relazione appena illustrata.
  Lei ha parlato di obiettivi come la produzione agricola sostenibile e i cibi sani: noi ci chiediamo come si possano conciliare con i livelli di inquinamento che in Lombardia sappiamo essere altissimi, al punto che tutti gli anni sforiamo dalla direttiva europea per la quale siamo anche in processo di preinfrazione.
  Ci chiediamo anche come si conciliano col fatto che in Lombardia l'agricoltura è di carattere prevalentemente intensivo, direzione Pag. 8che, tra l'altro, nella recente mozione approvata dal Consiglio regionale non c'era nessuna intenzione di cambiare.
  Inoltre, parlava, in generale, dello sviluppo rurale: ci chiediamo come se ne possa parlare visto che in Lombardia il tasso di cementificazione e il consumo di suolo agricolo raggiungono livelli altissimi. I due aspetti ci sembrano assolutamente inconciliabili, per cui vorremmo capire da lei come si possano raggiungere questi obiettivi nella situazione lombarda che ho appena descritto.

  PAOLO COVA. Ringrazio il presidente Maroni, che ci ha illustrato, in qualche modo, una relazione sul programma dell'agricoltura della Lombardia. Non la seguirò su questo tema perché vorrei restare un po’ su quello dell'Expo, in particolare per la parte che riguarda il tema della ricerca e dell'innovazione e delle fonti energetiche.
  In quest'occasione, quando si parla dell'Expo fonte di energia, ripenso alla Lombardia come a una regione con una eccessiva proliferazione di impianti a biomasse, soprattutto in agricoltura, e di dimensioni grandi, da un megawatt, che crea problemi: in questo frangente, in cui l'Expo ci pone questo problema di agricoltura sostenibile come fonte di energia, qual è la posizione della regione Lombardia e come si muove ? Quali provvedimenti prenderà e, soprattutto, quale progetto porterà all'interno dell'Expo ?
  Se, infatti, il progetto è quello che sta portando avanti adesso, mi sembra un po’ difficoltoso, soprattutto perché sta consumando territorio, prodotti primari e sta arrecando un danno agli agricoltori. In merito, quindi, mi piacerebbe conoscere la posizione e i passi dei prossimi mesi per portare un nostro modello tipico lombardo.

  FRANCO BORDO. Ho già avuto occasione di sollevare la questione con gli altri rappresentanti che abbiamo audito, ma penso che in quest'occasione siano più puntuali le osservazioni e la richiesta che formulerò, in modo particolare riguardo al coinvolgimento o, attualmente, tardo coinvolgimento evidenziatomi da parecchi territori della nostra regione di quelli che sono, come anche lei ha citato, soggetti interlocutori direttamente interessati, ossia le aziende specifiche, che producono o lavorano eccellenze lombarde e nazionali. Queste si sentono ancora non sufficientemente coinvolte nella preparazione dell'Expo 2015.
  Evidenzio, allo stesso tempo, la disponibilità, da parte delle aziende, a mettersi in gioco anche dal punto di vista della loro capacità imprenditoriale. Tuttavia, ricevo segnali dalla provincia di Pavia, di Cremona, di Lodi, nel settore lattiero-caseario, nel mondo del riso, anche dalle chiese. A mio avviso, la regione è il soggetto più importante tra i soci che compongono Expo 2015. Sarebbe necessario un input per recuperare questo tipo di ritardo.
  Vorrei, inoltre, porre la questione della valorizzazione degli aspetti turistici della nostra regione. Penso che, appunto, si debba fare di tutto per guardare il più possibile fuori da Milano. L'evento, ovviamente, sarà molto concentrato sulla città di Milano, ma se ipotizzano milioni di visitatori, penso possa rappresentare un'occasione per tutto il territorio lombardo di condividere anche questi visitatori, con una ricaduta e dei benefìci economici positivi anche sui territori limitrofi.
  La regione Lombardia pensa o sta attuando – può darsi anche che lo stia facendo e io non ne sia a conoscenza – politiche di sostegni, di incentivazione anche riguardo alla ricettività decentrata rispetto a Milano, soprattutto in contesti rurali, della nostra campagna ? Potrebbe essere l'occasione per far conoscere il mondo dell'impresa agricola agroalimentare dei nostri territori e, contemporaneamente, anche offrire un'occasione di turismo, di ricettività, che poi possa permanere nell'arco del tempo come occasione di sviluppo in questo senso.
  Quanto alla zootecnia, penso si debba fare anche qui qualche cosa di più. Si tratta di un settore per noi strategico. So che l'assessore Fava è già attento alla questione, che però voglio sollevare perché Pag. 9non deve sfuggirci e perché penso che, nei confronti del Ministero delle politiche agricole, vada chiarita questa vicenda in tempi molto celeri, benché non prioritaria in assoluto.
  Mi sembra, però, assurdo che, in vista dell'Expo 2015, si debba correre il rischio, come è stato ormai già più volte dichiarato – per il momento in stand by, ma la vicenda si riaprirà – di perdere uno dei centri di sperimentazione più importanti a livello nazionale, direi europeo, ovvero il sito al cosiddetto Porcellasco, in provincia di Cremona.
  Pongo anche in quest'occasione, inoltre, con nota polemica il tema della questione zootecnia: bisognerebbe porsi l'obiettivo di una riconversione rispetto a quella che è stata una politica che definisco disattenta di incentivi rispetto alla questione del biogas. L'assessore sa benissimo anche in questo caso di cosa sto parlando. Non siamo in presenza di un percorso virtuoso.
  SEL è senza dubbio a favore delle agroenergie e dello sviluppo di queste forme di approvvigionamento energetico, ma quando alcune realtà, a partire dalla mia provincia, vedono consumato il 15 o il 16 per cento, dati forniti dalla provincia di Cremona, della superficie agricola utilizzata (SAU), abbiamo evidentemente in atto una distorsione. Significa, infatti, che portiamo la gente a ragionare sull'alimentazione del pianeta e, intanto, nella nostra regione usiamo un bene primario per l'alimentazione per produrre altro, una sorta di combustibile.

  ALAN FERRARI. Ringrazio anch'io il presidente Maroni e l'assessore Fava di avere accolto l'invito della Commissione a essere qui ad affrontare insieme un altro appuntamento di quest'indagine conoscitiva sull'Expo.
  Mi è parso di capire che il presidente Maroni si sia voluto attenere in maniera molto rigorosa al tema posto in quest'audizione, e quindi, con l'aiuto dall'assessorato all'agricoltura, ci ha proposto un'esposizione molto puntuale sui programmi intervento, sui progetti che la regione Lombardia sta portando avanti e intende programmare da qui al 2015, implicitamente immaginando che ci sia una stretta relazione e correlazione tra quanto si sta facendo in quel settore e l'evento dell'Expo, che ovviamente ha quel settore nel proprio cuore.
  Sarebbe anche il caso, come già deriva un po’ da sé dagli interventi che ci sono già stati e da quelli che immagino arriveranno, di approfondire alcuni di questi progetti e tematiche, salvo appunto correre il rischio di uscire un po’ dal campo offerto da quest'audizione. Spero che il presidente Maroni esca un po’ da questo campo nella replica e ci aiuti a svolgere quello che tutti stiamo cercando di fare, cioè capire a che punto è il governo complessivo di questo grande evento, una grande occasione per tutto il Paese.
  È evidente che, agli occhi del Paese, la regione Lombardia, e non tanto per ragioni formali, è uno degli attori istituzionali principali di quest'evento, per cui l'interlocuzione con la regione, a mio avviso, si pone in due termini e su due dimensioni.
  La prima ha molto a che fare con il fatto che l'evento cade nella regione e investe, quindi, i programmi di compensazione ambientale, di recupero paesaggistico e, aggiungo, il controllo – su questo, potrebbe aggiungere una sua nota, presidente – rispetto alle questioni che riguardano la presenza della malavita organizzata nella nostra regione. Ogni giorno, sui giornali ci pongono, infatti, degli interrogativi su quale possa essere ancora la reale capacità della malavita di incidere e di inserirsi nei processi, estremamente delicati e importanti anche per la loro sostanza ed evidenza economica, che riguardano l'Expo. Da questo punto di vista, penso che sia del tutto auspicabile che la regione Lombardia, sull'impatto e sulla gestione dell'evento in sé, che cade al suo interno, svolga una funzione importante ed esclusiva.
  È ovvio che la Lombardia, però, implicitamente appare anche come la regione che coordina, insieme al comune di Milano e al Governo, tutto il resto delle istituzioni italiane. Questo, infatti, è un evento italiano: Pag. 10come pensate, presidente, di intrecciare il profilo che state imprimendo al tema dell'agricoltura in relazione all'Expo ? Quale tipo di profilo e di immagine si vuole rimandare della regione Lombardia rispetto a una missione, quella dell'Expo, di fare una sintesi del profilo italiano ? Penso che sia inevitabile che la regione Lombardia svolga questa funzione.
  Peraltro, è ovvio che su questo piano sia impegnato il Governo, ma mi pare interessante, anche entrando nello specifico su temi che sono, ovviamente, nazionali, come il consumo di suolo e la produzione d'ambiente attraverso l'agricoltura, che la regione Lombardia non solo usi questo evento per mostrare quello che come istituzione è riuscita a fare, ma che ciò avvenga facendosi carico di uno sforzo in più di mostrare come un Paese nella sua complessità riesce a governare questo processo e sfruttarlo al meglio su tutti i temi, fino al turismo, ovviamente nelle aspettative di noi tutti.
  Oltretutto, a fianco delle eccellenze lombarde, ne esistono tante altre, in questo Paese. Credo che sia non solo un auspicio, ma anche una dimensione concreta dell'opportunità dell'Expo il fatto che queste siano ben visibili da tutti, per cui le chiedo, in chiusura, qual è la sua impressione sul governo complessivo dell'evento e come intende, anche informalmente, per le ragioni richiamate, svolgere una funzione di direzione istituzionale, che compete alla regione indipendentemente dal vostro profilo di lavoro specifico.

  PAOLO RUSSO. Il mio è l'apprezzamento per una relazione non banale, ricca di numeri, di dati, di elementi e anche di sollecitazioni che potrebbero consentire a noi ulteriori e migliori valutazioni.
  Ho e abbiamo apprezzato il profilo agricolo che ha voluto rappresentare in questa Commissione e anche quello strategico. Mi è piaciuto, soprattutto, un elemento che ha indicato come strategico nella prospettiva dell'Expo 2015, il contrasto alla contraffazione, addirittura con un protocollo messo in piedi, partendo dalla regione e misurandolo anche in sede europea come elemento centrale. Evidentemente, non possiamo che rilevarlo come un elemento di tutela del sistema nazionale nei suoi aspetti di qualità, di valore e di tracciabilità.
  Mi piacerebbe che ci aiutasse a capire meglio se esistono, anche in questi aspetti, problematiche e questioni che afferiscono alla governance. Da questo punto di vista, la sua esperienza, apprezzata, di Ministro dell'interno, ci rassicura anche sul fronte delle naturali attenzioni che a questi eventi si devono anche sotto il profilo dell'impermeabilità alle organizzazioni criminali.
  Mi piacerebbe, in conclusione, sollecitarla anche nel comprendere se avete messo in campo un confronto con le organizzazioni agricole regionali e nazionali e se in questo gioco di squadra, al quale lei ha fatto riferimento nella relazione, sono state già coinvolte le altre regioni. Vorrei che ci illuminasse anche sul modo in cui sono state coinvolte.

  COLOMBA MONGIELLO. Ringrazio il presidente Maroni e l'assessore Fava. Ci conosciamo, ma mi corre l'obbligo di una precisazione. Ovviamente, parliamo dell'Expo, un evento globale che dovrà essere la migliore immagine dell'Italia nel mondo, in cui il Governo ha investito circa 1,5 miliardi di euro, in cui presumiamo anche che ci siano 5 miliardi di benefìci che derivano dal turismo, dai dati presentati dal dottor Sala. È un po’ diversa da quella che può essere riferita come un'operazione strettamente localistica.
  È ovvio che, quando parliamo di una migliore immagine dell'Italia nel mondo, ci troviamo di fronte a una responsabilità enorme. La Lombardia è la regione che ospita quest'evento, per cui credo dovrebbe porsi nella veste di regione capofila, tracciare tutte le linee di intervento per quel che riguarda sia le infrastrutture sia gli stessi eventi, la caratterizzazione e la mission di questa Expo.
  Hanno aderito 133 Paesi. Letta in questo momento è a New York per l'adesione degli Stati Uniti. Si sta organizzando, quindi, la futura Expo 2015. È ovvio che Pag. 11ci poniamo di fronte a un evento importante, caro presidente. Quando dicevo che la Lombardia deve porsi come regione capofila, lo intendevo in questo senso, cioè in quello del modo in cui la Lombardia riuscirà a gestire quest'evento come punto di riferimento delle altre regioni, oltrepassando il Po.
  Ho letto attentamente la sua nota e mi è parsa molto interessante. Va a configurarsi, però, in un quadro un po’ diverso da quella che dovrebbe essere anche la globalità dell'Expo. Lei ha un compito importante. Ho ascoltato anche con molta attenzione l'audizione del vice sindaco la scorsa settimana.
  Quando facciamo riferimento, ad esempio, alle infrastrutture, alla mia domanda su come saranno messe in rete le infrastrutture, che ovviamente non afferiscono solo a Milano o alla sola Lombardia, su come faremo funzionare i diversi aeroporti, come pensiamo che questi milioni di persone potranno accedere a questo luogo, la risposta non è stata molto concreta. Di questo sono enormemente preoccupata.
  Il mio ragionamento non ha espressione localistica di sorta, non è mia abitudine, come sa l'assessore Fava. In termini di numeri, la Lombardia è il 20 cento di questo prodotto, la restante parte è coperta dal resto del Paese. Significa che è il sistema Italia a mettersi la casacca della nazionale e a giocare quest'evento.
  Questa è la ragione per cui lamento ancora oggi di non capire quali siano i rapporti anche con le altre regioni. Ieri, ho letto che si è svolta una riunione ANCI, che dovrebbe fare da rete con i diversi comuni italiani: ahimè, anche in quella sede, alcuni partecipano, alcuni non lo sanno, alcuni si rivolgono ad altri. Questo è, però, un evento globale, avremo gli occhi del mondo puntati addosso, e quindi dovremo essere all'altezza anche di offrire un prodotto adeguato e il migliore di questo Paese.
  Oggi la Camera voterà la Commissione di inchiesta sulla contraffazione. Lo sa Giovanni Fava, che ne è stato il presidente nella precedente legislatura: abbiamo grande interesse alla difesa del made in Italy, né protezionistica né corporativistica, al contrario, un'azione con la quale difendiamo il nostro saper fare, il nostro prodotto e anche il modo in cui riusciamo a trasformarlo e a trasferirlo nel mondo.
  Anche da parte sua, della regione Lombardia – mi riferisco anche a tutti gli attori lombardi preposti – credo debba esserci maggiore sintonia anche con il resto del Paese. Presidente, ribadisco d'aver letto con molta attenzione il suo testo e nulla quaestio perché la regione, ovviamente, è nelle proprie facoltà. Quando, però, di temi come la contraffazione e la sicurezza alimentare si fa una ragione localistica, sono la prima a non capire. Mi riferisco all'Istituto di zooprofilassi. Dobbiamo compiere uno sforzo in più, evidente per comprendere quale fenomeno abbiamo di fronte e come ci attrezziamo a che possa riempirsi di contenuti.
  Benché io l'abbia chiesto a tutti gli auditi, ancora oggi non sono in grado di sapere come saranno strutturati i nove cluster, al di là di quelli nazionali, del cluster Italia, che avrà una funzione ovviamente per filiere agricole. Cerco di comprendere e anche di condividere lo spirito per cui si sono mischiate le carte, con Nazioni più povere che staranno insieme a Nazioni più ricche, dove è il prodotto a emergere, così come la sostenibilità ambientale, la sicurezza alimentare, la difesa del nostro pianeta e il fatto che non sprechiamo cibo.
  Penso che questi siano gli obiettivi che ci vedono tutti insieme, ma ritengo che vada compiuto un maggiore sforzo anche di completezza verso un Paese – mi preme dirlo, caro presidente – che non sta partecipando almeno alla definizione della mission né tanto meno alla strutturazione dei contenuti dell'Expo.

  ROBERTO MARONI, Presidente della regione Lombardia. Non è così.

  COLOMBA MONGIELLO. Spero che lei mi risponda, ma, tra tutti gli auditi che ci sono stati, vedo che c’è un distacco anche rispetto alla natura dell'Expo e all'interesse per l'intero Paese.Pag. 12
  Mi fa molto piacere che stringiate accordi per il pomodoro per l'industria, ma sappiate anche che, in questa fase – riconosco anche una visione politica che ci differenzia notevolmente, un fatto culturale – e in questa veste istituzionale ci giochiamo anche il futuro dell'agroalimentare per i prossimi anni.
  Ovviamente, lei è in una veste di presidente della regione, ma è in veste ufficiale di regione ospitante di questo fenomeno e penso che abbia anche la responsabilità, di fronte al Paese, di trasmettere il sentimento comune che tutte le ragioni possono partecipare in egual modo anche nella strutturazione dei diversi cluster. Non mi pare che ad oggi siano state messe nelle condizioni di partecipare ed esprimere il loro pensiero.
  Non vorrei, caro Presidente, che ci fossero anche livelli diversi di interlocuzione. Non abbiamo creato deleghe o altro perché si sovrapponessero. Ciascuno ha un proprio ruolo, ma è anche necessario che questi ruoli tra di loro possano dialogare, che giochino tutti a favore dell'Italia.

  VERONICA TENTORI. Ringrazio il presidente Maroni per la relazione. Condivido quanto è stato detto nei precedenti interventi per quanto riguarda il cercare di capire come la regione Lombardia stia operando, per quanto di propria competenza, per mettere in rete le diverse realtà, enti e associazioni, anche gli altri territori, lombardi, quindi le altre province, ma anche le altre regioni italiane, appunto in un progetto di coordinamento.
  Vorrei anche porre all'attenzione il tema del post-Expo, cioè come fare in modo che le energie, gli effetti positivi che l'Expo metterà in circolo nel 2015 abbiano un effetto virtuoso che non si esaurisce durante i sei mesi dell'Expo, ma possa proseguire. Peraltro, ritengo che quello agroalimentare sia un settore strategico per la regione Lombardia, ma anche per tutto il Paese, che può essere rilanciato attraverso questo evento.
  Sullo stesso sito dell'Expo, vorrei chiedere quali ragionamenti sono in corso per il post-Expo. Mi interrogo su quale sarà il futuro anche delle strutture vere e proprie del sito.

  PRESIDENTE. Vorrei solamente ricordare, per la precisione, che, come dicevo in apertura, abbiamo invitato il presidente della Lombardia nell'ambito di un'audizione sull'Expo 2015, il cui programma e i cui obiettivi sono stati approvati dalla Presidenza della Camera e deliberati all'unanimità da questa Commissione. Sono chiari, quindi, gli obiettivi e l'oggetto ed è altrettanto chiaro l'elenco dei soggetti da audire, per cui non ci sono, da questo punto di vista, passerelle di sorta, ma solo la presenza delle istituzioni nelle istituzioni, che richiedono appunto di svolgere correttamente il proprio lavoro.
  Mi rendo anche conto che la presenza del presidente della regione è un'occasione ghiotta per allargare il confronto su temi di carattere regionale, ma appunto, quale presidente della Commissione, voglio ricordare l'oggetto della nostra indagine e le nostre competenze in proposito. Tale precisazione è richiesta dal mio ruolo.
  Do la parola al presidente Maroni per la replica.

  ROBERTO MARONI, Presidente della regione Lombardia. La ringrazio per la precisazione che avrei voluto fare io in premessa. Ho sentito e ho apprezzato, infatti, gli interventi, le questioni poste, le valutazioni, non tutte condivisibili dal mio punto di vista, ma naturalmente tutte rispettabili, ma la premessa è che questa è l'audizione sul ruolo che la regione ha nell'Expo e non sulle politiche che la regione attua nei vari campi di competenza della regione.
  Risponderò, quindi, per le questioni collegate al ruolo che la regione svolge nei confronti dell'Expo nella realizzazione delle infrastrutture, nel coinvolgimento dei territori, nella promozione dei contenuti dell'Expo in Lombardia, in Italia, in Europa e nel mondo, nel post-Expo, tema assai rilevante visti gli investimenti e il successo o l'insuccesso che il post-Expo ha avuto nelle altre città europee.
  Mi riserverò, se il presidente e la Commissione lo riterranno, un'altra audizione Pag. 13sulle politiche che la Lombardia mette in atto per l'agricoltura, di cui però oggi non intendo parlare non essendo l'oggetto della mia audizione. Mi limiterò a rispondere all'obiezione dell'onorevole Carinelli sull'inquinamento atmosferico, che c’è in Valle Padana e non solo in Lombardia, perché mi piace ricordare che la regione Lombardia è la prima, finora anche unica, regione ad aver attuato un piano regionale sull'inquinamento dell'aria due settimane fa. Tale piano prevede misure assai restrittive in attuazione della normativa europea. Non basta perché, ovviamente, l'aria in Lombardia non può essere difesa dalla contaminazione dell'aria delle altre regioni e viceversa e, infatti, proprio su questo tema, abbiamo recentemente organizzato un incontro con la presenza del ministro Orlando per definire un piano sovraregionale delle regioni del nord (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Val d'Aosta) per contrastare l'inquinamento dell'aria in quell'area. Ripeto, però, che la Lombardia è stata finora l'unica regione a compiere il suo dovere.
  Tra i temi rilevanti posti, vorrei partire da quello del penultimo intervento sul governo dell'evento. È un governo di squadra, composta da vari attori: la regione, il comune di Milano, il Governo italiano, la società Expo, il padiglione Italia, le altre regioni. È una squadra molto vasta e ciascuno di questi soggetti ha un compito da svolgere.
  Non pretendo, come regione Lombardia, di essere l'attore che si occupa di tutto. Abbiamo subìto e stiamo subendo dei ritardi, ad esempio nell'attuazione delle opere infrastrutturali, dovuti al cattivo funzionamento di questo gioco di squadra negli anni precedenti, ritardi di un paio d'anni, derivanti dalle precedenti conflittualità tra i soggetti in campo in regione Lombardia.
  Le ho risolte discutendo, ragionando e trovando subito un accordo con il sindaco di Milano, Pisapia che, come sapete, ha opinioni politiche leggermente diverse dalle mie. Nel nostro ruolo istituzionale, però, l'interesse comune è di far riprendere rapidamente i lavori, trovando la soluzione ai problemi di governance della piastra, la infrastruttura di base, e di tutto ciò che è attorno a l'Expo e che aveva bloccato di fatto i lavori. Erano presenti, ad esempio, due o tre direttori dei lavori nello stesso cantiere, fatto insensato, ma che si verificava.
  Abbiamo trovato una soluzione d'intesa anche con il Presidente del Consiglio Letta con la nomina di un commissario straordinario nella persona del presidente della società Expo Giuseppe Sala, conferendogli i poteri necessari, non tutti, ma moltissimi: ha risolto molti problemi. Si è trattato di un coordinamento tra le azioni del governatore della regione, del sindaco di Milano e del Presidente del Consiglio, ciascuno dei quali – parlo per il governatore – ha rinunciato a qualche cosa che aveva.
  Non ho preteso, per esempio, il ruolo del mio predecessore, il governatore Formigoni, di commissario generale per l'Expo. L'ho lasciato al Governo ed è stato nominato un rappresentante del Ministero degli esteri e del Governo con il compito, appunto, di promuovere l'adesione all'Expo dei Paesi che ancora non lo hanno fatto. Ho ceduto questo compito perché ritengo che il Governo italiano sia meglio di me in grado di svolgerlo. La visita del Presidente Letta negli Stati Uniti serve anche a questo. Abbiamo, dunque, risolto i problemi di governance. Ciascuno di questi soggetti si occupa di segmenti nell'attuazione e nella gestione del grande evento.
  Quanto all'infrastrutturazione, è stata costituita una società, Arexpo, di cui fanno parte le istituzioni, comune, provincia, Camera di Commercio, che ha acquisito tutte le aree. La società Expo 2015 gestisce la realizzazione su questa area di un milione di metri quadrati di padiglioni.
  La scelta, non mia, dei cluster rispetto ai padiglioni dei singoli è certamente discutibile. Personalmente, la condivido, ma è una scelta presa e approvata a suo tempo, per cui così sarà organizzato l'Expo, per cluster all'interno dei quali saranno presenti i rappresentanti dei vari Paesi.Pag. 14
  Anche la scelta dei padiglioni non è mia, ma da chi di mi ha preceduto, nell'ottica di lasciare ai singoli Paesi il compito, l'onere e l'onore di realizzarli. Il coinvolgimento delle imprese del territorio, che auspichiamo, non dipende da noi, ma dalla loro capacità, consorziandosi per esempio, di proporsi come coloro che realizzano un progetto chiavi in mano meno costoso di altri e conforme a tutte le normative previste. Noi sollecitiamo e sosteniamo la realizzazione di queste intese. Abbiamo avuto, anche a questo proposito, numerosi incontri, come regione, con le associazioni di categoria delle imprese di costruzione e non solo. Si lasci, dunque, la responsabilità ai singoli Paesi. Padiglione Italia e tutti gli altri realizzeranno, quindi, ciascuno, come meglio riterrà, il proprio padiglione, utilizzando le imprese. Spero che siano quelle del territorio, ma la regione ha il compito di creare le condizioni, non di obbligare a utilizzare le imprese del territorio.
  Anche il coinvolgimento delle altre istituzioni della regione e delle altre regioni è un lavoro già iniziato. Il 1 luglio 2013 si è tenuta a Milano – l'abbiamo ospitata come regione – una riunione di tutte le regioni con il Governo italiano dal titolo Expo Milano 2015 incontra le regioni d'Italia. Nella Conferenza delle regioni, a cui ho partecipato stamattina, c’è una cabina di regia per l'Expo 2015, non presieduta dal presidente della regione Lombardia.
  Non possiamo, inoltre, obbligare le regioni a partecipare o ad aderire con entusiasmo. Tuttavia, quello che voglio fare e che sto facendo è mettere tutte le regioni in condizioni di partecipare valorizzando il proprio territorio, le proprie specificità, le proprie bellezze non solo ambientali, ma anche la propria ricchezza dal punto di vista enogastronomico. È stato istituito un tavolo di lavoro su questo. Progressivamente, avanzando verso l'Expo, credo che le regioni aderiranno con crescente entusiasmo.
  Per la valorizzazione dei territori in vista della massa di visitatori che arriverà – si stimano, appunto, 20 milioni, di cui il 30 per cento stranieri – dobbiamo essere pronti da due punti di vista: quello delle infrastrutture, della logistica e direi quello di utilizzare quest'opportunità per valorizzare i territori, nel senso più generale del turismo.
  Non parlo solo della Lombardia e delle regioni che confinano con la Lombardia. Il richiamo alle aree oltre il Po è corretto – è pur vero che l'Oltrepò è comunque Lombardia, pur essendo oltre il Po – ma io vado anche oltre l'Arno, se mi consentite l'espressione. Abbiamo creato uno strumento operativo, una società mista partecipata dalla regione, dalla società Expo e dalla Unioncamere, che si chiama Explora, che ha il compito di ricevere dai territori, promuovendoli e organizzandoli, pacchetti turistici, offerte che possano essere presentate a chi verrà, ai Paesi aderenti, alle loro organizzazioni che si occupano di far venire i turisti. Si tratta di pacchetti che non riguardano solo Milano o la Lombardia, ma tutte le regioni, tutti i territori che vorranno aderire.
  Anche in questo caso il lavoro è concepito per cluster, intendendo per tali i Paesi di provenienza, cioè differenziando i flussi che vengono dai singoli Paesi, cercando di individuare i luoghi in cui possono essere interessati ad andare i visitatori che vengono da quell'area geografica o da quel Paese.
  In particolare, il prossimo 3 ottobre avremo un evento a La Spezia per sottolineare il primo rapporto collaborativo effettivo su questo tema con la regione Liguria per quanto riguarda, appunto, l'accoglienza turistica. In quell'occasione, firmerò un protocollo d'intesa con il governatore della regione Liguria, che ovviamente è molto interessata all'evento dell'Expo perché rappresenta un'offerta turistica e alberghiera straordinaria, anche prima e anche dopo la fine dell'Expo prevista per il 31 ottobre. Le stesse iniziative stiamo adottando in tanti campi con le altre regioni, non solo con quelle confinanti.
  Per quanto riguarda il governo dell'evento, ripeto che la regione non si occupa delle infrastrutture. Esiste un piano di realizzazione delle infrastrutture Pag. 15per l'Expo e più in generale, seguìto dalla società Expo in collaborazione con la regione Lombardia, che vede settimanalmente una riunione per il follow-up dell'avanzamento e per la soluzione delle criticità.
  Come regione, abbiamo acquisito, d'intesa con gli altri soggetti, un ruolo di cabina di regia. Abbiamo un tavolo Lombardia organizzato in cinque sottotavoli, che si riunisce periodicamente con i rappresentanti di tutti i soggetti interessati. Il primo è quello delle infrastrutture; il secondo è quello dell'attività turistica e culturale; il terzo è quello dei sistemi informativi che riguarderanno l'area Expo; il quarto è della sicurezza; il quinto, istituito nel 2013, è della lotta alla contraffazione.
  Voglio concludere su questi ultimi due spunti, lotta alla contraffazione e sicurezza. Nel documento strategico che ho consegnato al presidente è indicato lo sviluppo del tema dell'Expo concordato a suo tempo con il Governo italiano. Mi farò carico di promuovere, in un tour attraverso i principali Paesi del mondo, questo documento, che riguarda non la Lombardia ma l'Expo e tutta l'Italia, concordato appunto con il Governo italiano, perché voglio valorizzare l'Expo come l'occasione perché Milano sia la capitale d'Europa, con tutto il territorio connesso e coinvolto.
  Esso non contiene granché sulla lotta alla contraffazione – abbiamo redatto un documento che si unirà a questo – perché tale contrasto al cosiddetto Italian sounding, che vale 60 miliardi di euro di danno alla nostra industria agroalimentare, non è un tema sentito da tutti i Paesi che aderiscono a l'Expo. Molti di questi, al contrario non dico che favoriscano, ma tollerano questo tipo di attività.
  Mi ha molto colpito, per esempio, un incontro a giugno con il Presidente Barroso, che mi raccontava del negoziato in corso con il Canada per il libero scambio di prodotti dall'Europa al Canada. Per quest'ultimo, va bene il libero scambio di tutti i prodotti, tranne che di tre formaggi, il gorgonzola, la fontina e l'asiago perché li producono là, in modo diverso, ma con lo stesso nome. Difficilmente, quindi, il Canada aderirà all'accordo internazionale anticontraffazione.
  Voglio che questa seconda parte del tema sia almeno sviluppata a livello europeo, dove, oltre a noi, almeno altri due Paesi, Spagna e Francia, sono interessati. Mi piacerebbe che la Commissione europea sostenesse e approvasse questo documento, in modo da impegnare almeno tutti i Paesi dell'Unione europea a mettere in atto misure efficaci di lotta alla contraffazione alimentare.
  Quanto alla sicurezza, ho spiegato più volte che voglio che l'Expo sia un evento mafia free. Ci siamo impegnati, ci stiamo impegnando. Come regione, abbiamo costituito un comitato di controllo sulla regolarità dei cantieri, la cui presidenza è stata affidata a un generale della Guardia di finanza, che ovviamente conosce bene il tema. Il consiglio regionale e il comune di Milano hanno costituito una commissione speciale antimafia. Presso la prefettura è attivo un gruppo, il GICEX, Gruppo interforze per l'Expo, che avevo costituito da Ministro dell'interno.
  Tutti questi comitati e commissioni lavorano congiuntamente sotto la regia delle istituzioni, della prefettura e della questura per garantire la regolarità negli appalti e che i cantieri applichino tutte le regole previste dall'ordinamento legislativo italiano. È un compito difficile e complicato, ma siamo totalmente impegnati.
  Ho registrato, come ricordo sempre, con favore il sostegno pieno del Governo italiano a queste nostre iniziative. Lo dico come governatore della regione, senza nascondermi che spesso critico l'operato del Governo Letta perché, per le misure negative che prende, mi ritengo libero di criticarlo, ma sottolineando molto laicamente quelle positive. Sull'Expo, esiste un'eccellente e leale collaborazione.
  Siamo in costante contatto con il Presidente Letta, con il sottosegretario Martina, con cui organizziamo anche eventi in comune, e l'intreccio quindi tra il profilo della Lombardia e il profilo nazionale è Pag. 16virtuoso per quanto mi riguarda e per l'esperienza che ho maturato in questi sei mesi.
  I tempi sono molto stretti per la realizzazione di alcune infrastrutture, ma ripeto che l'attenzione è costante e, soprattutto, è ottimo il lavoro di coordinamento e collaborazione tra le istituzioni. Questo mi rende ottimista sia sulla conclusione dei lavori sia sull'evento in sé.
  Quanto al post-Expo, si tratta di un tema di straordinaria rilevanza. Alcune esperienze, come quella di Lisbona, sono state molto positive nel post-Expo; ve ne sono state di molto negative, come quella di Siviglia.
  La società che ha la proprietà del sito ha bandito un concorso di idee che scadrà il 30 settembre per raccogliere, appunto idee su cosa realizzare. Le proposte sono tante. Io ho avanzato, da ultimo, quella del parco olimpico, come sapete, candidando l'Italia alle Olimpiadi del 2024. Ritengo, infatti, che quell'area, vicina a Milano, che sarà fornitissima, con la metropolitana, con i parcheggi, molto pregiata, possa rappresentare questa destinazione, la creazione di un villaggio olimpico che possa servire per Milano e per la Lombardia.
  Anche su questo, non intendo condurre guerre di religione di alcun tipo. La prossima settimana avremo proprio a Milano un incontro con il sindaco di Milano, il sindaco di Roma e il presidente del Coni per capire se e come si possa trovare un'intesa su questa candidatura ancora tutta da ipotizzare e da scrivere, formalizzare, ma che credo possa essere una delle soluzioni per il post-Expo.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Maroni.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.