XVII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Martedì 17 settembre 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Sani Luca , Presidente ... 3 

Audizione del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, sui profili di competenza dell'Accordo di partenariato relativo alla programmazione dei fondi europei per il periodo 2014-2020 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Sani Luca , Presidente ... 3 
Castiglione Giuseppe (PdL) , Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali ... 3 
Romito Graziella , Dirigente dell'Ufficio Programmazione sviluppo rurale (DISR II) della Direzione generale dello sviluppo rurale del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ... 4 
Sani Luca , Presidente ... 6 
Taricco Mino (PD)  ... 6 
Catania Mario (SCPI)  ... 7 
Faenzi Monica (PdL)  ... 8 
Bordo Franco (SEL)  ... 9 
Terrosi Alessandra (PD)  ... 10 
Lupo Loredana (M5S)  ... 10 
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD)  ... 10 
Russo Paolo (PdL)  ... 11 
Fiorio Massimo (PD)  ... 12 
Sani Luca , Presidente ... 12 
Castiglione Giuseppe (PdL) , Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali ... 12 
Sani Luca , Presidente ... 14 

ALLEGATO: Documento consegnato dal sottosegretario per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione ... 15

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA SANI

  La seduta comincia alle 12.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, sui profili di competenza dell'Accordo di partenariato relativo alla programmazione dei fondi europei per il periodo 2014-2020.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, l'audizione del Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, sui profili di competenza dell'Accordo di partenariato relativo alla programmazione dei fondi europei per il periodo 2014-2020.
  Quest'audizione si inserisce nel programma che la scorsa settimana, in Ufficio di Presidenza, abbiamo deciso di promuovere rispetto, appunto, alla definizione della nuova PAC. Parlandone con il sottosegretario, si è colta quest'opportunità di un primo confronto sul testo dell'accordo di partenariato che, se non sbaglio, dovrebbe essere deciso entro la fine di questo mese. Dovevamo partire da questo passaggio.
  Ricordo che la Commissione non deve esprimere un parere formale su questo testo, ma potrà attivare, come credo sia opportuno, gli strumenti di indirizzo a nostra disposizione per offrire qualche elemento aggiuntivo al Ministero rispetto alla definizione dell'accordo di partenariato. Si tratta, dunque, di un primo passaggio rispetto a quanto ci dicevamo la scorsa settimana.
  Ringrazio il Sottosegretario per questa disponibilità e gli cedo immediatamente la parola.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Ringrazio il presidente e la Commissione per quest'appuntamento, una iniziativa che ho voluto assumere per lanciare anche un segnale di novità rispetto alle scorse programmazioni. Molto spesso, a un'analisi di cosa non ha funzionato nell'utilizzazione delle risorse comunitarie, nelle considerazioni a valle facciamo riferimento a una scarsa capacità di governance dei programmi, a una burocrazia eccessiva, a un freno alle diverse iniziative prospettate.
  Oggi, a fine programmazione 2007-2013, non abbiamo ancora utilizzato, o meglio, abbiamo parzialmente utilizzato le risorse a disposizione del Paese e delle regioni a obiettivo convergenza.
  In questa fase di redazione dell'accordo di partenariato, che dovrà essere inviato alla Commissione europea entro il 30 settembre e che speriamo entro il 30 dicembre possa essere approvato, mi è sembrato opportuno coinvolgere le Commissioni di Camera e Senato. In questi pochi mesi, in cui abbiamo avuto modo di riflettere e ragionare, all'interno delle Commissioni mi è parso di rilevare ottimi spunti, iniziative, intuizioni, molto spesso Pag. 4prodotti anche dalla politica a livello locale, territoriale. Si tratta, dunque, anche di istanze rappresentate sul piano locale. Non si ha poi sufficiente dotazione finanziaria né sufficiente capacità di tradurle in atti amministrativi e legislativi.
  Disponiamo, peraltro, di ingenti risorse. Ricordo a me stesso che la politica agricola comunitaria destina al nostro Paese, per il prossimo periodo di programmazione, 52 miliardi di euro. Dopo l'accordo di partenariato, dovremmo definire i piani di sviluppo regionale e per questo già è attivo un tavolo presso il Ministero. Ritengo, però, che in questo tavolo con le regioni, oltre al lavoro, di cui ringrazio certamente i funzionari e dirigenti che hanno lavorato al documento di programmazione, alla stesura dell'accordo di partenariato, alla redazione dei primi passi verso la realizzazione dei piani di sviluppo regionale, a mio avviso si dovrà apportare un ulteriore quid politico, strategico, di indirizzo proveniente da questa Commissione.
  Questo aiuterà a imprimere indirizzi e suggerimenti anche ai nostri funzionari che stanno redigendo i documenti di programmazione. Ritengo che ci siano delle esperienze, delle professionalità, anche la capacità di dare degli indirizzi all'amministrazione. Se vogliamo, una volta per tutte, la politica riassume il suo ruolo. In realtà, i documenti di programmazione sono squisitamente politici.
  Molto spesso – è la mia analisi, di chi ha avuto un'esperienza nella gestione dei fondi comunitari – quando parliamo di mancata utilizzazione delle risorse comunitarie, la questione è un deficit nella fase della programmazione, dove si stabiliscono gli indirizzi, ma soprattutto dove si innestano strumenti che devono essere agevoli, snelli, facili da utilizzare. E quindi sono importanti anche tutte le innovazioni, iniziative, misure che ho sentito in questa Commissione, che indicano i settori da privilegiare.
  Se riuscissimo oggi a imprimere un indirizzo all'interno dei documenti di programmazione, a valle potremo affermare di aver utilizzato le risorse, ma soprattutto di averlo fatto proficuamente.
  Questa è la ragione per cui mi sono permesso anche di far pervenire, chiaramente di intesa con il Ministro, la bozza del documento. Il Governo aveva assunto quest'impegno nei confronti della Commissione, oltre al rapporto già attivato sui tavoli regionali. La Commissione agricoltura non può non essere coinvolta.
  Ringrazio la dottoressa Romito e anche i dirigenti del Ministero. Questa bozza può essere arricchita dal dibattito, dagli spunti che verranno dalla Commissione agricoltura e, successivamente, essere confezionata e così potrà avere anche una forza e un'autorevolezza nei confronti dei responsabili delle politiche di coesione. Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), infatti, è certamente uno dei pilastri dell'utilizzazione per i fondi. Sapete come è strutturato, ma sul piano della strutturazione, col permesso del presidente, lascerei intervenire la dottoressa Romito, che illustrerà velocemente la bozza. Eventualmente, in seguito, potremo passare al dibatto.
  Il mio ringraziamento va alla Commissione, ma a me premeva sottolineare l'innovazione. In fase di programmazione, infatti, oggi attiviamo la Commissione per riceverne quei suggerimenti molto utili che serviranno sì al Governo, ma anche alla struttura per redigere un documento il più aderente, soprattutto il più innovativo e il più funzionale possibile, che ci metterà nelle condizioni di utilizzare le risorse nella prossima programmazione.

  GRAZIELLA ROMITO, Dirigente dell'Ufficio Programmazione sviluppo rurale (DISR II) della Direzione generale dello sviluppo rurale del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Buongiorno a tutti. Per quanto riguarda l'accordo di partenariato, sapete che il documento strategico per la prossima programmazione indicherà le linee strategiche per tutti i fondi strutturali. All'interno di questo Pag. 5documento, non vi è, quindi, solo lo sviluppo rurale, ma anche tutti gli altri fondi.
  Il lavoro, che è stato avviato a fine dicembre dell'anno scorso, è coordinato dal Ministro per la coesione territoriale e coinvolge tutte le amministrazioni centrali capofila che lavorano in stretto contatto con le regioni.
  Il documento che vi è stato inviato è una bozza rivista alla luce dei confronti intercorsi da dicembre in primo luogo con le regioni, ma anche con il partenariato e la Commissione europea, che abbiamo incontrato nei giorni 22, 23 e 24 aprile. Nel corso di quest'ultimo incontro, sono state poste delle osservazioni rispetto a una prima bozza che avevamo già inviato.
  In relazione ai tempi di lavoro, il Ministro per la coesione territoriale si è impegnato con la Commissione europea a inviare una nuova bozza entro il 30 settembre. Questo non è, dunque, un termine regolamentare, ma un termine che ci siamo dati per arrivare in tempo a disporre degli strumenti programmatori necessari per elaborare i programmi di sviluppo rurale.
  Come sapete, infatti, sulla base della proposta di regolamento, i programmi di sviluppo rurale dovranno essere inviati, congiuntamente all'accordo di partenariato, entro tre mesi dall'emanazione, da parte delle istituzioni comunitarie, del quadro strategico comune.
  Il negoziato sulla parte dei fondi strutturali non è ancora compiuto: non appena lo sarà, dovremo essere pronti. Peraltro, l'ammissibilità della spesa dei programmi di sviluppo rurale dipenderà dalla data in cui il programma sarà notificato. Più in ritardo, quindi, manderemo l'accordo e i programmi, più slitterà il termine a partire dal quale potremo spendere le risorse comunitarie della prossima programmazione.
  Quella che avete ricevuto è una sezione dell'accordo di partenariato, che dovrà essere completato con altre sezioni, tra cui l'analisi di contesto, la valutazione ex ante, il numero dei programmi. Il lavoro che dobbiamo compiere da qui in avanti, dunque, è ancora tanto, in primo luogo quello delle scelte politiche circa la destinazione delle risorse. Il Governo e le regioni saranno chiamati, anzitutto, a decidere su quali obiettivi e priorità tematiche allocare le risorse e in quale percentuale.
  Per quanto ci riguarda, per il lato FEASR, dovremmo anche decidere quanti programmi di sviluppo rurale saranno presentati e se intendiamo presentarne di nazionali. È una novità di questa programmazione la possibilità di avere, accanto ai programmi regionali, anche un programma nazionale. Si è discusso molto del programma relativo alla gestione del rischio, che può avere una possibilità migliore, di maggiore efficacia ed efficienza se declinato a livello nazionale piuttosto che allocato nei vari programmi di sviluppo rurale.
  Nel documento è presente anche la declinazione degli 11 obiettivi tematici previsti dal regolamento. Il FEASR contribuirà con le risorse a ciascuno di essi, salvo che all'obiettivo tematico 7, relativo alle infrastrutture. Da regolamento, infatti, non è previsto, ma quel che conta è che, per la prossima programmazione, attraverso l'integrazione dei fondi, si possa realmente agire in sinergia. Molti temi, infatti, se implementati in modo sinergico, possono essere meglio realizzati.
  Penso, tra gli altri, al tema dell'innovazione. Nella prossima programmazione, lo sviluppo rurale avrà una parte importante in tema di innovazione in agricoltura. Esistono i nuovi strumenti rappresentati dai gruppi operativi. Questa è una nuova sfida per noi. Nell'ambito dell'obiettivo tematico 1, appunto, è stata inserita come priorità la necessità di promuovere l'innovazione in agricoltura.
  Non indicherò tutti gli obiettivi tematici ma, tra questi, vi è l'Agenda digitale e, al suo interno, lo sviluppo rurale si propone di continuare l'attività, iniziata in questa programmazione, di intervenire per realizzare la banda larga nelle aree rurali più remote.
  Per quanto riguarda l'obiettivo competitività, interverremo nella proposta di accordo su due fronti: da un lato, quello Pag. 6dell'intervento nei confronti della struttura delle singole aziende agricole; dall'altro, su quello degli interventi che devono essere realizzati per promuovere la filiera.
  Nell'ambito degli interventi nei confronti delle imprese agricole, al momento nella bozza di accordo si è dato particolare rilievo alla necessità di promuovere l'accesso al credito e di favorire l'internazionalizzazione delle nostre aziende, che possono sicuramente svolgere una parte importante nel mercato internazionale. Occorre, dunque, rimuovere le barriere e gli ostacoli che non consentono alle aziende di operare a livello internazionale.
  Altri obiettivi tematici sono legati alla tutela dell'ambiente e della biodiversità. Lo sviluppo rurale avrà un'importanza fondamentale. Sapete che esistono strumenti, come le misure agroambientali, che consentono di intervenire in tal senso: è stata attribuita un'importanza anche agli strumenti che lo sviluppo rurale potrà mettere in campo per combattere il rischio idrogeologico, il rischio incendi e anche gli interventi necessari per combattere e prevenire i cambiamenti climatici.
  In altri obiettivi tematici vi è una prevalenza di interventi allocati in altri fondi. Mi riferisco all'obiettivo tematico occupazione, in cui però abbiamo un ruolo importante come FEASR nell'ambito della diversificazione delle attività nelle aree rurali, e all'obiettivo tematico istruzione e formazione, in cui abbiamo cercato di mettere in risalto l'importanza della formazione nell'ambito del settore agricolo e quella della consulenza.
  In tal senso, va sottolineato che la consulenza non sempre ha dato i risultati che ci si aspettava in questa programmazione. Forse saranno necessari degli interventi di formazione anche nei confronti dei consulenti, in modo da garantire alle imprese agricole l'adeguato supporto e sostegno dal punto di vista tecnico.
  Infine, un obiettivo tematico è rivolto all'inclusione sociale. Dal confronto, è emersa la necessità di promuovere le forme di agricoltura sociale e, non da ultimo, di coordinarci comunque con il Ministero del lavoro sul tema dei soggetti svantaggiati.
  Sapete che in questa programmazione disponevamo di uno strumento all'interno della politica agricola che consentiva di intervenire nei confronti di questi soggetti. Per la prossima programmazione, lo strumento è stato inserito all'interno del Fondo sociale europeo, ma sarà necessario coordinarsi tra ministeri, in modo da dare una sorta di continuità rispetto allo strumento che avevamo in questa programmazione.
  Questa è una carrellata un po’ veloce dei vari obiettivi tematici. Spero di non avere dimenticato temi importanti presenti nell'accordo. Si tratta, comunque, di un documento in formazione, per cui si verificheranno altri incontri col partenariato e con le regioni. Questo consentirà di integrare, nella parte strategica, il documento per la parte che ancora non è stata inserita.

  PRESIDENTE. Grazie. Ringrazio il sottosegretario per il documento che ci è stato consegnato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto integrale della seduta odierna (vedi allegato).
  Do la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MINO TARICCO. Mi permetto di esprimere poche considerazioni in qualche misura tangenziali rispetto ai contenuti proposti nel documento, ma che vanno nella direzione dell'osservazione iniziale da cui partiva il sottosegretario nella sua riflessione.
  Rispetto alla predisposizione e all'avvio della passata programmazione, non so a che livello debbano essere trattate, ma onestamente mi permetto di porre alcune questioni che, almeno per le esperienze che ho conosciuto, hanno avuto un ruolo importante in molti casi di limitazione della capacità di spesa: quelle relative alla necessaria flessibilità che la capacità di spesa avrebbe dovuto presentare.
  Al di là dei contenuti delle graduatorie, delle griglie e di tutto il lavoro che va Pag. 7necessariamente svolto in modo puntuale, finalizzato e via discorrendo, sul piano pratico spesso si danno per scontate la rigidità e le limitazioni con cui la trattazione con la dirigenza dell'Unione europea porta a scrivere materialmente le misure che danno attuazione alle varie azioni da mettere in campo.
  Mi spiegherò con un esempio molto concreto. Nella passata programmazione – ero assessore in Piemonte – avevamo cercato di introdurre alcune misure costruite in modo diverso. Per gli investimenti, per lo più i programmi prevedono un contributo a fondo perduto secco sull'operazione. Con l'avvento della crisi, si è manifestato un problema non indifferente. Può andare, cioè, benissimo la misura del 35 per cento a fondo perduto per un investimento. Se, però, non si dispone della capacità di credito aziendale per il rimanente 65 per cento, si rischia di non procedere con l'investimento o di impiegarci una vita o, a investimento fatto, di non riuscire a gestire un corretto rapporto con le banche.
  In sede di programmazione, avevamo proposto all'Unione europea un'operazione sdoppiata. Anziché pensare, ad esempio, a un contributo del 40 per cento a fondo perduto all'azienda, si sarebbe potuto procedere a un'operazione su un mutuo decennale, dove si portava ad abbattere la parte di contributo ad abbattere tutti gli interessi sull'investimento e su una quota di capitale da restituire, sostanzialmente come nel caso di certe tipologie di mutuo di 15 anni fa.
  Non c’è stato verso, abbiamo perso un mese di negoziazione e, alla fine, i funzionari dell'Unione europea ci hanno fatto sapere che dovevamo scrivere in un certo modo e che, diversamente, non ci sarebbe stato riconosciuto l'accordo.
  Dal nostro punto di vista, molti investimenti avrebbero potuto ricevere una contribuzione di gran lunga inferiore. Non era necessario, infatti – questa era la finalità dello strumento – che lo stimolo all'investimento fosse in tutti i casi sempre della stessa entità. Avevamo, allora, chiesto una flessibilità, da gestire a livello regionale e sulla base del tipo di interventi da porre in essere, che in molti casi non necessitavano di contributi del 40 per cento, ma anche soltanto del 20.
  Su queste partite, che possono sembrare banali, abbiamo avuto sempre una difficoltà enorme di gestione, manifestatami da tutte le regioni con cui ho parlato. Credo che uno degli strumenti importanti, espresso non so in quale sede, sarebbe di porre in essere strumenti di maggiore flessibilità e autonomia all'interno di un quadro di regole. A me va benissimo che l'Unione europea imponga che un intervento deve essere tra il 20 e il 30 per cento, ma in quel range di intervento complessivo dovrebbe esserci significativa flessibilità in capo ai soggetti attuatori dei programmi per gestire questo tipo di questioni.
  Credo che il sottosegretario abbia vissuto queste esperienze. Quando ci si trova di fronte al dottor Tizio – non voglio citare nomi – che dopo 10 giorni di negoziazione spiega che, per l'eventualità di ottenere la risorsa, è necessario che la richiesta somigli a una bozza di testo inviata da lui stesso, alla fine, stremati, pur di portare a casa il programma, col taglia e incolla si inserisce tutto nella bozza di testo inviata.
  Credo che sia fondamentale porre in essere strumenti all'interno di un quadro di regole, ma che non portino alla tagliola di accettare una serie di limitazioni per andare avanti. Per carità, la passata programmazione ha visto esaltati tutti i problemi che c'erano perché l'abbiamo fatta nel 2005-2006, dopo è successa la fine del mondo ed è cambiato completamente lo scenario.
  Anche senza cambio di scenario, però, questo tipo di mancata disponibilità e flessibilità in molti casi ha un peso straordinario, al di là dell'entità, della qualità e della finalizzazione delle misure che si mettono in atto.

  MARIO CATANIA. Ringrazio il Sottosegretario e la dottoressa Romito per i chiarimenti, le esposizioni, le notizie. Consulterò il documento cui si è fatto riferimento non appena terminerà la riunione.Pag. 8
  Procedo ad alcune considerazioni di fondo. Credo che, nel lavoro che si sta svolgendo, debba essere tenuto conto dell'esperienza ben descritta dal sottosegretario e ricordata dal collega Taricco, di cui condivido totalmente le osservazioni in ordine a una certa difficoltà di relazione con la Commissione europea, che ha pesato negativamente negli ultimi sette anni per l'attuazione del precedente programma di sviluppo rurale.
  In parte, dobbiamo comprendere che la Commissione europea, in una Europa a 28, è sempre più in difficoltà a seguire una miriade di programmi di sviluppo rurale – noi ne abbiamo 20, poi ci sono tutti quelli degli altri Paesi – e tende quindi a irreggimentare al massimo i programmi degli Stati membri, in modo da avere maggiore facilità nel controllo e nella gestione nel seguito di questi programmi. Probabilmente, però, va fatto qualcosa anche in termini di interrelazione politica. Avevo cominciato a farlo; sicuramente adesso il Sottosegretario, e ovviamente il Ministro, continueranno a farlo, per avere da parte della Commissione europea un atteggiamento più flessibile.
  Detto questo, citerò due flash di merito nei contenuti. Credo che la prossima programmazione debba contenere alcune stelle polari. La prima è quella di riconcentrare il sostegno a favore dell'impresa agricola. Nelle ultime due programmazioni, abbiamo avuto, anche a causa dell'impostazione della regolamentazione comunitaria, la tendenza a erogare una parte rilevante dei finanziamenti per finalità e misure che non fanno capo all'impresa agricola. Dovremmo prenderci, a mio avviso, tutti gli spazi che la regolamentazione ci offre per riportare la massa più alta possibile di sostegno finanziario sull'impresa.
  Il secondo elemento è quello di affrontare con energia il tema della necessità di alcune misure nazionali nello sviluppo rurale. Nella precedente programmazione, non erano possibili misure nazionali insieme ai programmi regionali. Ora è possibile perché abbiamo fatto un negoziato molto incisivo. La dottoressa Romito ha ricordato che la regolamentazione lo consente, per cui è importante che il Ministero, il Ministro e il Sottosegretario producano un'analisi tempestiva – è un tema di oggi e non certo rinviabile al futuro – per individuare le misure che possono essere più opportunamente gestite a livello nazionale rispetto a soluzioni a livello regionale.
  Mi riferisco, intanto, al tema della gestione del rischio. Tutto il negoziato con Bruxelles mirava proprio a questa possibilità. È una misura che non è opportuno lasciare a soluzioni «Arlecchino» da parte delle regioni sul territorio. Il tema si gestisce molto più lucidamente in modo unitario.
  Penso, però, anche ad altre tematiche, come quella dell'acqua, per esempio, che potrebbe essere utilmente affrontata con un programma nazionale e non a livello regionale; quella della meccanizzazione agricola, del rinnovo del parco macchine; ancora, alle problematiche legate alla genetica, a quello che può essere riassunto come il tema del ruolo e della funzione dell'Associazione italiana allevatori (AIA), nel contesto nazionale.
  Tutti sappiamo di uscire da una fase di travaglio, nella vita e nell'attività dell'AIA, per la quale sarebbe importante trovare solide soluzioni, che credo potrebbero essere reperite con una misura nazionale nell'ambito della programmazione per lo sviluppo rurale.
  Non so in che termini continueremo l'interlocuzione. Lo vedremo a livello di ufficio di Presidenza. Per ora mi limito a queste osservazioni.

  MONICA FAENZI. Intervengo per associarmi alle dichiarazioni dei colleghi, ma soprattutto per ringraziare il Sottosegretario, che ha offerto a questa Commissione l'opportunità di esprimersi sulle misure e gli accordi che saranno presi in Europa.
  Voglio anche far presente che il documento che ci avete inviato, di 11 punti strategici, a me pare ben fatto e che i punti siano, di fatto, tutti condivisibili. Non vi è dubbio, infatti, che quelli siano Pag. 9gli elementi essenziali su cui dovremo impegnarci e lavorare.
  Le risorse a disposizione sono tante. Sento di lanciare un monito, ripreso però anche dal Ministero, sull'importanza del controllo della spesa perché produca gli effetti sperati.
  A prescindere da ciò, vorrei sottolineare due punti, che credo siano contenuti anche in una proposta di legge presentata nella scorsa legislatura dal nostro collega Paolo Russo – gli avevo anticipato che l'avrei citato – ossia la premialità e la responsabilità. Credo siano i due elementi fondamentali affinché quelle cospicue risorse vadano effettivamente in porto e producano gli effetti di cui parlavamo.
  Parlo di premialità per le regioni più virtuose, ma anche di responsabilizzazione dei vertici amministrativi che, per negligenza, si rendessero responsabili, come si diceva, di non dare l'opportunità – credo che la formazione degli stessi sia un altro punto centrale – a quegli imprenditori, quegli agricoltori, quelle aziende che si avvicinano a questi fondi e che trovano sempre difficoltà anche in un'interlocuzione qualificata.
  Mi concentrerei, inoltre, sull'elemento, su cui peraltro tutti i governi, anche quelli precedenti, si sono in parte concentrati, ma senza raggiungere l'obiettivo, della sburocratizzazione. Gli strumenti che mettete a disposizione sono difficilmente attivabili. Sappiamo che il costo della burocrazia è altissimo e lo è soprattutto in agricoltura.
  Si parla di circa 7.200 euro ad azienda, il prezzo che si paga non solo per subire i ritardi che la burocrazia genera, ma anche per adempiere a quelle pratiche che hanno un costo e che vanificano talvolta il raggiungimento dell'obiettivo. Direi che sarebbe anche un passo importante, un esempio anche per l'intera politica nazionale, dimostrare che in agricoltura si riesce a rendere più agevoli i percorsi amministrativi.
  Quanto all'Agenda digitale, è già contenuta tra gli obiettivi strategici ed è fondamentale. È una richiesta dei giovani imprenditori, insieme alla realizzazione della banda larga in quei territori in cui non vi è l'interesse economico, talvolta proprio per lontananza dai centri urbani, per la scarsità anche di utenza. È evidente che si evita di investire, mentre credo che sia fondamentale perché ci permette anche di raggiungere l'altro obiettivo della semplificazione, ma, soprattutto, di creare una sorta di rete sociale all'interno del mondo agricolo.
  Concordo, naturalmente, sull'innovazione, che deve essere importante. Questo ci permette di essere competitivi anche sui mercati mondiali e di superare, appunto, i problemi connessi anche alla presenza sui mercati mondiali nell'ambito agricolo.
  Mi soffermo, infine, sul punto dell'accesso al credito. Le misure prese precedentemente non hanno prodotto i risultati sperati. Il fondo giovanile per l'imprenditoria giovanile non ha prodotto quello che volevamo ottenere. Su questo, sicuramente, dobbiamo attivarci e rafforzare gli strumenti che consentano anche quel ricambio generazionale di cui si parla, ma che spesso resta lettera morta.

  FRANCO BORDO. Ringrazio anche per la modalità che si è voluto introdurre, per istruire il percorso. Più che al Sottosegretario, mi rivolgo ai colleghi e al presidente della Commissione. Penso che quanto ci siamo detti precedentemente, cioè di approdare con una mozione in Assemblea, possa soltanto agevolare il percorso, il lavoro che il Governo è chiamato a svolgere. Ritengo che anche questo percorso debba subire un'accelerazione importante, ovviamente per il segnale politico che il Parlamento può e deve lanciare per la partita importante che stiamo giocando.
  Segnalerò tre questioni concrete, su cui mi sembra – non ho ancora potuto visionare nei dettagli il documento – che ci sia ancora bisogno di lavorare. Da parte dei vari soggetti interessati vi è una pressante richiesta, come anche già è stato sottolineato da alcuni colleghi che mi hanno preceduto.
  Una questione è data dalla riduzione del carico burocratico, su cui appunto penso che l'accordo di partenariato possa Pag. 10dire e fare molto. Dovrebbe, effettivamente, tradursi in azioni più concrete rispetto al passato, visto che tutti gli osservatori ce la indicano come una questione importante per lo sviluppo futuro del sistema agricolo nazionale. In relazione all'ingresso dei giovani, servono indicazioni che permettano scelte concrete, in modo particolare rispetto all'accesso al credito e all'uso delle terre demaniali.
  Infine, in relazione all'organismo pagatore, penso che andrebbe presa in mano la ristrutturazione dell'attuale sistema di erogazione degli aiuti comunitari. L'esperienza di questi anni non ci ha consegnato un percorso virtuoso, per cui penso che anche questa questione vada affrontata con forza.

  ALESSANDRA TERROSI. Ringrazio il Sottosegretario e vorrei porre tre questioni.
  È stato detto che ci saranno, ovviamente, altri incontri con le regioni, con gli altri soggetti: vorrei conoscerne la tempistica.
  La seconda questione fa riferimento, in particolare, all'Obiettivo tematico 10, istruzione e formazione. A mio avviso, uno degli aspetti importanti è la formazione degli agricoltori e, in particolare, dei giovani imprenditori. Nella passata programmazione, invece, le misure dedicate alla formazione e all'informazione sono quelle che hanno probabilmente avuto minore rilievo non solo in termini di spesa, ma anche proprio di ricaduta sugli agricoltori stessi. Rispetto a questo, mi permetto di sostenere che possa servire una particolare attenzione nell'impianto delle misure definite e, chiaramente, nella loro attuazione.
  Infine, spesso i territori possono essere interessati a proporre e mettere in atto progetti che vanno oltre i confini amministrativi regionali: vorrei capire se, da questo punto di vista, attenga soltanto alle regioni cercare dei partenariati nell'ambito dei propri piani di sviluppo o se, viceversa, in questo accordo possa essere o sia presente già un suggerimento, una raccomandazione in questo senso.

  LOREDANA LUPO. Concordiamo con le richieste degli altri colleghi, soprattutto per quanto riguarda l'accesso delle imprese al credito.
  Sottolineiamo, inoltre, che non si è detto niente riguardo alla filiera corta e al biologico, che giudichiamo un settore che potrebbe anche fare da traino per l'agricoltura.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Ringrazio il sottosegretario per la grande occasione che ci fornisce. Del resto, eravamo veramente preoccupati: come si poteva trattare un tema così importante, come quello che riguarda la programmazione settennale per l'agricoltura, senza un minimo di coinvolgimento delle Commissioni ? La ringrazio, dunque, anche e soprattutto per questa sensibilità e per quest'attenzione.
  Credo che il rilancio competitivo dell'agricoltura e dell'agroalimentare italiano passi sicuramente per quest'accordo di partenariato e anche per tutti i provvedimenti che saranno presi sulla PAC.
  Tenterò delle sottolineature. La prima, già evidenziata da tutti i colleghi, riguarda il collegamento con l'accesso al credito, importante per tutta la nostra penisola e per tutta l'agricoltura. Gli agricoltori sono quelli più penalizzati per l'accesso al credito e, anche quando è concesso il credito, credo che non si usi lo stesso tasso in tutta Italia. Mi risulta, da fonti della Confartigianato, che addirittura si paga in Calabria il doppio di quanto si paga a Bolzano o altrove. Si tratta, quindi, di un tema fondamentale, importante anche per evitare l'indebitamento delle aziende.
  Al sud, sono presenti moltissime aziende che hanno usufruito dei Programmi di sviluppo rurale (PSR), e che purtroppo oggi sono indebitate e in mano alle banche. Peraltro, questa è la parte che più ci consola. Altri, infatti, hanno le aziende in mano ad altre organizzazioni. È un tema fondamentale, dunque, e che dobbiamo sicuramente affrontare, utilizzando il metodo Taricco o qualsiasi altro, ma credo che sia necessario capire che questi fondi sono erogati e deve esserci Pag. 11anche un accompagnamento all'accesso al credito.
  Un punto più generale riguarda il disimpegno delle risorse europee, legato alla regola dell’«n+2». Abbiamo affrontato questo tema anche in altra occasione e, purtroppo, molte regioni sono costrette, anche per il meccanismo dell'accesso al credito, a disimpegnare le risorse: avete immaginato un meccanismo nazionale che eviti la possibilità del disimpegno relativo all’«n+2» ? È importante anche per capire come muoverci sul tema nazionale.
  Credo che il tema delle risorse idriche e del sistema irriguo nazionale debba essere un punto fondamentale di questo accordo di partenariato, così come deve esserlo, per converso, quello della gestione del rischio, delle assicurazioni per le calamità. A mio giudizio, queste due punte delle stesse forbici aiutano anche con riferimento alle tante emergenze che spesso ci troviamo ad affrontare come politica agraria.
  Segnalo, inoltre, e condivido, la questione dell'Agenda digitale e della banda larga, così come la necessità di un ricambio generazionale e quella di capire un po’ come definire l'agricoltore attivo. È importante anche questo. Nello stesso ambito, un'altra sottolineatura riguarda un greening meno burocratico di quanto l'Europa ci chiede.
  Credo che tutti questi punti, come tutti quelli emersi dal dibattito, debbano essere affrontati e contenuti in un atto di indirizzo del Parlamento. Siccome questa è una fase importantissima e qui non occorrevano protagonismi particolari né primogeniture, come Partito Democratico avevamo presentato una risoluzione sui PSR e sull'accordo di partenariato, ma la posta in gioco è così alta che è opportuno, a nostro avviso, un unico atto di indirizzo.
  Come Partito Democratico, siamo disponibili a togliere la nostra prima firma. Credo che debba trattarsi di un atto generale del Parlamento e che il presidente Sani debba assumersene la paternità proprio come momento di sintesi e di unità di tutta la Commissione a favore di un accordo di partenariato che deve essere sempre più a vantaggio dell'agricoltura italiana.
  Credo che su questo ci sia la massima disponibilità del Partito Democratico, assieme ai ringraziamenti non formali, ma veramente sentiti, al Sottosegretario per la grande occasione che ci ha fornito.

  PAOLO RUSSO. Il Governo, qui rappresentato dal collega Castiglione, ci ha offerto un'opportunità di riflessione importante, che mi permetterei di definire strategica per alcuni aspetti. Finalmente, infatti, vi è la possibilità di incidere ex ante su una serie di questioni delle quali spesso ci lamentiamo, insieme al sistema delle autonomie, con valutazioni ex post.
  Porrò alcune piccole questioni, che peraltro sono state già quasi tutte toccate dagli autorevoli colleghi. Salto a piè pari quella dell'accesso al credito perché è stata da tutti ricordata.
  Su un'altra potremmo condurre un ragionamento nell'ambito dei punti che pure sono stati rappresentati nell'ipotesi di accordo: lo spreco dei prodotti alimentari, gli sfridi nelle produzioni attraverso misure sulla logistica e sui modelli organizzativi e industriali.
  La collega Faenzi, prima, e il collega Oliverio, dopo, hanno ricordato come ci siamo occupati della vicenda dell'andamento della spesa, che annualmente si ripete nell'ultimo trimestre, e della rincorsa straordinaria delle regioni a misurare tale spesa. Ma – devo dire – non ci siamo mai occupati di valutare la qualità di quella spesa degli ultimi tre mesi.
  Ci siamo preoccupati, il più delle volte, di accertarci che quella spesa ci fosse e abbiamo anche riflettuto sull'ipotesi, nel rispetto delle prerogative, competenze e sensibilità, peraltro costituzionalmente previste, delle regioni, non di un piano di sviluppo rurale unico nazionale, quanto piuttosto della possibilità di un piano finanziario unico.
  In questo modo, si potrebbe consentire, con un meccanismo di panachage, di travaso, a quelle regioni che avessero una migliore capacità di spesa, di spendere Pag. 12anche anticipatamente, per consentire, in seguito, alle altre regioni di recuperare quella spesa, lasciando i saldi intatti regione per regione. Credo che la sollecitazione del collega Oliverio andasse, in qualche modo, in questa direzione.
  Mi farebbe piacere capire se su questo fronte i lavori siano in corso o se sia possibile mettere in campo un'iniziativa che renda, in questo senso, più qualificata la spesa, in quanto non necessariamente accelerata, e, soprattutto, eviti il paventato disimpegno di risorse destinate al nostro Paese.
  È inutile qui significare come il gruppo del PdL sarebbe onorato e ben lieto di contribuire a una iniziativa comune, che non sia di parte, in questa Commissione, che coinvolga tutti e possa ancor di più approfondire questi temi, indicando una strada, recuperando il dibattito che c’è stato e utilizzando al meglio le opportunità che il sottosegretario Castiglione ha voluto offrirci.

  MASSIMO FIORIO. Associandomi ai ringraziamenti per la presenza e la relazione del Sottosegretario, interverrò velocissimamente. Peraltro, molti temi sono stati ripresi dai colleghi.
  Uno riguarda, appunto, l'elemento di coordinamento nazionale rispetto ai programmi regionali, già emerso in passato, con alcuni problemi. Volevo inoltre sapere qual è l'orientamento del Governo rispetto al tema, che anche le associazioni stanno sollevando, della semplificazione. È sentito su molti versanti e rischia anche di essere approcciato in maniera pericolosa, ma è un tema sul quale dobbiamo rispondere.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al Sottosegretario per la replica, se ci riusciamo e fatta salva la facoltà di ogni gruppo di assumere le iniziative che ritiene più utili, accolgo l'invito, o perlomeno il tentativo, che giudico opportuno, dell'onorevole Oliverio di sintetizzare una posizione unica della Commissione in un documento unitario di indirizzo rispetto a questo passaggio fondamentale per il futuro dell'agricoltura italiana.
  Proverò, anche con l'aiuto degli uffici, a scrivere una risoluzione e a inviarla a tutti i gruppi, in modo da ricevere i suggerimenti e capire se esistano le condizioni per chiudere, appunto, su un testo unitario.
  Do la parola al Sottosegretario, al quale nel frattempo ho chiesto anche un aggiornamento sul negoziato sulla condizionalità e sulla posizione che il Governo sta assumendo rispetto a questo tema.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Permettetemi di esprimere la mia soddisfazione. Quando avevo immaginato una riunione con la Commissione, l'avevo immaginata in questi termini, proprio con il contributo, la positività di tutte le esperienze che sul territorio si sono formate.
  Moltissimi hanno anche un'esperienza di gestione dei programmi, e quindi c’è anche un contributo che forse per la prima volta può farci superare quel grave handicap che alla fine ci porta a dire che non abbiamo utilizzato le risorse comunitarie. Non mi pare ci siano, peraltro, troppe risorse nazionali di questi tempi.
  Tuttavia, in termini strategici, cosa vogliamo fare ? Qual è il modello di agricoltura che vogliamo realizzare nei prossimi anni ? Mi pare che le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato potranno offrire veramente un contributo notevole, per cui le ringrazio.
  Oltretutto, molti degli spunti potrebbero, a mio avviso, essere riassunti. Sarebbe un bell'atto politico riuscire assieme a promuovere e sottoscrivere una risoluzione che metta insieme tutte le forze politiche. Significherebbe che condividiamo la strategia, che i problemi che abbiamo avvistato sono quelli che ognuno di noi avverte.
  Quando parliamo di utilizzazione delle risorse comunitarie, un problema riguarda la posizione centrale dell'impresa agricola, la restituzione dell'opportunità ai giovani di investire nell'agricoltura. Va tradotta in termini concreti l'affermazione per cui il comparto agroalimentare è traino dell'economia Pag. 13nazionale, con l'impresa agricola al centro, assieme agli altri grandi temi, che riguardano i cambiamenti climatici, l'assetto idrogeologico, la biodiversità, le risorse idriche, sempre più scarse, sempre di peggiore qualità.
  Su questi temi, a mio avviso, con la Commissione agricoltura dobbiamo stabilire il percorso. Io auspico una risoluzione unitaria, speriamo entro il 30 settembre. Prenderemo lo spunto dalla risoluzione che il Parlamento adotterà, lo porteremo negli uffici, lo faremo diventare documento di programmazione.
  Vorrei rassicurare la collega Lupo che anche i temi del biologico e della filiera corta sono inseriti all'interno dell'accordo di partenariato. Redigeremo, quindi, l'accordo di partenariato, lo porteremo alla Commissione europea e speriamo, entro il 30 dicembre, di avere un documento che successivamente metta in condizione il Governo di avere un confronto con le regioni. L'obiettivo non sono dei documenti di sviluppo regionale uniformi – non potranno mai esserlo – ma che questi contengano un indirizzo generale da parte del Governo.
  Tra i temi trattati in questa riunione, mi pare vadano posti al centro quello dell'impresa agricola, quello degli investimenti, e quello dell'accesso al credito, fondamentale.
  Condivido tutte le considerazioni, alcune delle quali vissute in diretta col collega Taricco. Quanto si è detto mi sembra molto più trasparente e oserei spingermi anche all'eliminazione del conto capitale, purché con un accesso e, soprattutto, un'operazione a sportello. L'avevamo tentata: è un'operazione fattibilissima, in cui l'imprenditore presenta l'iniziativa e, con l'assistenza primaria dei nostri istituti, l'Istituto per i servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA), e l'Istituto sviluppo agroalimentare (ISA), e le banche a garanzia sussidiaria, potremmo realizzare operazioni veloci, senza ricorsi al TAR, al Consiglio di Stato, a quelle procedure e graduatorie che durano per anni, coi problemi di governance, accesso e trasparenza.
  Molto spesso lamentiamo che sia l'Unione europea a imporci dei vincoli, ma mi permetto di ricordare che le regole e le procedure sono stabilite dallo Stato membro. Se riusciremo a produrre un documento da noi governato, quindi con una forte caratterizzazione politica, nel senso di rispetto delle regole, ma anche celerità e velocizzazione delle procedure, grazie a quest'autorevolezza, a mio avviso, anche la trattativa, la relazione, la interrelazione, di cui diceva il collega Catania, con le istituzioni comunitarie diventerà molto più semplice. Si avranno la forza e l'autorevolezza che derivano dal Parlamento.
  Sul tema della velocizzazione, della semplificazione, penso che questo Parlamento non dovrà emanare ulteriori leggi. La legge sulla semplificazione non ha ancora neanche i decreti di attuazione e noi pensiamo a una nuova legge sulla semplificazione che semplifichi ciò che non siamo riusciti a semplificare. Dobbiamo cercare di risolvere in via amministrativa tutto quello che è possibile.
  Tutte le questioni poste, che la dottoressa Romito, che ringrazio di essere stata con noi, ha registrato, faranno parte di questo documento. Il Governo se ne farà carico. Non possiamo interrompere il collegamento che abbiamo costruito con la Commissione perché se ne gioveranno il Governo e le imprese agricole.
  Forse, una volta tanto, il prossimo potrà essere un periodo nel corso del quale non ci limiteremo a non sprecare le risorse comunitarie, che ricordo a me stesso l'Unione europea non ci regala, ma che versiamo e successivamente sono di nuovo versate al nostro Paese. Saremmo beffati doppiamente, pagando all'Unione europea, se sostanzialmente non riuscissimo a utilizzare quelle risorse.
  Quanto alle sollecitazioni del collega Russo, si può avviare un ragionamento, ma non possiamo modificare i piani di sviluppo regionale. È sicuramente, però, un'intuizione molto intelligente, con la quale cercheremo di capire come interloquire con le istituzioni comunitarie.
  Vi sarò grato se riusciremo ad adottare un documento unitario. Mi faccio carico, Pag. 14per il Governo, di tradurre tutto questo non solo all'interno dell'accordo di partenariato, ma nel tavolo che il Governo attiverà con le regioni, avendo il Governo anche la forza di un mandato «politico», che è quello che serve, da parte delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato.

  PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Castiglione.
  Direi di procedere come ci siamo detti. Rispetto anche all'ultima sollecitazione del sottosegretario, proverò a scrivere un testo di risoluzione raccogliendo gli stimoli venuti dalla discussione. Potrei inviarlo ai capigruppo per ottenere suggerimenti e indicazioni per calendarizzare la risoluzione all'inizio della settimana prossima.
  Ringrazio la dottoressa Graziella Romito per il contributo che ha apportato ai nostri lavori e la dottoressa Marcella Bucca, capo della segreteria del sottosegretario.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.

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