XVII Legislatura

Commissioni Riunite (XI e XIV)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Giovedì 31 luglio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 

Audizione del Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Teresa Bellanova, in relazione alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a una rete europea di servizi per l'impiego, all'accesso dei lavoratori ai servizi di mobilità e a una maggiore integrazione dei mercati del lavoro (COM (2014)6 final) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 
Bellanova Teresa (PD) , Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 3 
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 
Prataviera Emanuele (LNA)  ... 7 
Bonomo Francesca (PD)  ... 7 
Buttiglione Rocco (PI)  ... 8 
Rizzetto Walter , Presidente ... 8 
Buttiglione Rocco (PI)  ... 8 
Rizzetto Walter , Presidente ... 9 
Strano Grazia , Direttore della Direzione generale per le politiche dei servizi per il lavoro del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ... 9 
Bellanova Teresa (PD) , Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali ... 10 
Rizzetto Walter , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DELLA XI COMMISSIONE WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 9.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Teresa Bellanova, in relazione alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ad una rete europea di servizi per l'impiego, all'accesso dei lavoratori ai servizi di mobilità e ad una maggiore integrazione dei mercati del lavoro (COM (2014)6 final).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Teresa Bellanova, che saluto e ringrazio per la presenza, in relazione alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a una rete europea di servizi per l'impiego, all'accesso dei lavoratori ai servizi di mobilità e a una maggiore integrazione dei mercati del lavoro (COM (2014)6 final).
  Il sottosegretario è accompagnato dalla dottoressa Grazia Strano, direttore della Direzione generale per le politiche e i servizi per il lavoro, che saluto e ringrazio. Ricordo che la seduta dell'Assemblea avrà inizio alle ore 9.30 e che, pertanto, abbiamo a disposizione circa mezz'ora per la nostra audizione.
  Do immediatamente la parola al sottosegretario, onorevole Teresa Bellanova, per la sua relazione.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Con la decisione 2012/733/UE del 26 novembre 2012, la Commissione europea ha adottato una riforma complessiva della rete EURES con l'obiettivo di cambiarne l'orientamento strategico da mero strumento di trasparenza e scambio di informazioni a un forte orientamento ai risultati sul piano dell'intermediazione, del collocamento e dell'assunzione.
  Queste sono le principali novità introdotte dalla decisione: nuova composizione della Rete EURES; individuazione dei membri della rete EURES negli uffici nazionali di coordinamento; Ufficio europeo di coordinamento assistito dal gruppo di coordinamento composto dai coordinatori nazionali di EURES nello sviluppo del monitoraggio e delle attività EURES; partner di EURES designati dai rispettivi membri della rete che possono comprendere prestatori di servizi pubblici e privati operanti a livello di collocamento e di occupazione e organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro; partner associati di EURES che prestano servizi limitati sotto la supervisione e la responsabilità di un partner di EURES o dell'Ufficio europeo di coordinamento; adozione della Carta EURES 2010, in base all'articolo 10 della decisione 2012/733/UE, come guida rivolta a fornire agli attori della rete negli Stati membri orientamenti per l'erogazione del servizio EURES con particolare riferimento al catalogo dei servizi con Pag. 4una descrizione dei servizi universali e complementari da implementare a livello nazionale; ciclo di programmazione, monitoraggio e rendicontazione – l'attività di rendicontazione non avrà esclusivamente finalità finanziaria, ma sarà destinata a fornire un quadro strategico per orientare le attività di EURES a livello nazionale e alla valutazione continua dell'efficienza e dell'efficacia dei servizi messi in campo; sistema di accreditamento dei partner secondo criteri comuni in conformità ai princìpi della riforma; un'ampia copertura geografica e servizi ottimali per i soggetti target; standard di qualità; descrizione dei compiti e profili del personale EURES; sistema uniforme e modelli comuni per lo scambio di informazioni.
  A partire dal 2015, cambieranno anche le modalità di finanziamento per le attività EURES. Gli Stati membri non riceveranno più grant annuali ad hoc direttamente dal bilancio dell'Unione europea. Gli Stati membri che lo riterranno, tra cui l'Italia, potranno affidarsi alle risorse della programmazione del Fondo sociale europeo. Il programma EaSI (Employment and Social Innovation), inoltre, finanzierà tramite avvisi specifici i partenariati transfrontalieri, i programmi mirati di mobilità, quali «Il tuo primo lavoro EURES», il programma comune di formazione, i programmi di mobilità mirati, quale lo sviluppo della classificazione europea di abilità, competenze, qualifiche e occupazioni.
  Veniamo alla proposta di regolamento della Commissione del 2014. Poco dopo la sua adozione, la decisione di novembre 2012 è stata impugnata dal Parlamento europeo, che ha chiesto alla Corte di giustizia di annullarla, argomentando che la Commissione avrebbe agito al di fuori dei suoi poteri come stabiliti dal TFUE (Trattamento sul funzionamento dell'Unione europea) stante l'incompatibilità tra la forma della decisione e la portata operativa della riforma. In attesa che la Corte di giustizia decida sulla materia, la Commissione ha deciso di adottare una proposta di regolamento di riforma della rete EURES attualmente in fase di negoziato.
  La proposta di regolamento non si limita a trasferire i contenuti della decisione in una nuova forma giuridica. Al contrario, essa contiene una nuova revisione globale del funzionamento e delle finalità della rete al fine di tenere conto dei nuovi modelli di mobilità, dell'evoluzione tecnologica, della diversità dei canali utilizzati dai richiedenti lavoro e dai datori di lavoro nonché del ruolo crescente svolto dagli intermediari del mercato diversi dai centri per l'impiego.
  In particolare, relativamente alla composizione della rete, sono ridefiniti i ruoli e le responsabilità delle commissioni (Ufficio europeo di coordinamento), degli organismi designati dagli Stati membri per l'applicazione del Regolamento (Ufficio di coordinamento nazionale), del gruppo di coordinamento composto dai rappresentanti dell'Ufficio europeo di coordinamento, degli uffici di coordinamento nazionale e degli organismi partecipanti alla rete EURES come prestatori di servizi. Viene meno la figura dei partner associati.
  In riferimento ai nuovi partner, il regolamento non dà alcuna definizione di organismo richiedente, aprendo così il campo di un'ampia gamma di attori potenzialmente interessati: servizi per l'impiego privati o del settore terziario; organizzazioni dei datori di lavoro; sindacati; camere di commercio; organizzazioni non governative a sostegno dei lavoratori migranti. Ad alcuni di questi sarà consentito scegliere di partecipare solo ad alcune attività della rete EURES. Tali organismi potranno diventare partner di EURES in comparazione con altri.
  Il quadro giuridico introdotto dalla proposta offre, dunque, un ampio margine di flessibilità per la costituzione di partenariati a livello nazionale. Il regolamento appare delineare un sistema nuovo basato sul principio dell'autorizzazione rilasciata sulla base della conformità a requisiti minimi comuni in luogo dell'attuale sistema di accreditamento previsto dalla decisione di esecuzione della Commissione 2012/733/UE.
  Sono, altresì, introdotte misure specifiche in materia di trasparenza e di messa Pag. 5in contatto automatizzata delle offerte e delle domande di lavoro, con l'inserimento nel portale EURES della totalità delle offerte di lavoro, anche quelle provenienti da agenzie private raccolte dai partner EURES. Particolarmente significativa è la scelta – articolo 2, lettera c) – di considerare ricompresa nella definizione di offerta di lavoro qualsiasi offerta di impiego anche sotto forma di apprendistato e tirocinio. Si rileva poi: un'ampia disponibilità di curricula; accessibilità sul portale EURES delle domande di lavoro e curricula disponibili a livello nazionale con il consenso degli interessati; messa in contatto automatizzata; interoperabilità dei dati tra i portali nazionali di ricerca del lavoro in Europa, consentendo l'intermediazione, attraverso la piattaforma informatica comune, incaricando la Commissione europea di elaborare una classificazione europea delle abilità, delle competenze, delle qualifiche e delle professioni; messa a disposizione di informazioni generali sulla rete EURES e assistenza per i richiedenti lavoro o i datori di lavoro EURES per l'attività di messa in contatto, di collocamento e di assunzione attraverso la rete; servizi di sostegno alla mobilità; ulteriori servizi da offrire a livello nazionale a chi chiede assistenza per la mobilità lavorativa all'interno dell'Unione, la possibilità di accesso ai quali deve essere adeguatamente pubblicizzata anche sul portale EURES.
  Gli Stati membri sono incaricati di incoraggiare lo sviluppo di un approccio coordinato di tali servizi a livello nazionale. È previsto che i partner EURES forniscano assistenza anche successivamente all'assunzione e, in questo caso, in deroga al principio generale della gratuità dei servizi, può essere richiesto ai lavoratori il pagamento di una tariffa. Si prevede un accesso non discriminatorio alle politiche attive del mercato del lavoro. Non deve esistere alcuna discriminazione tra i cittadini che si spostano all'interno del proprio Paese e quelli che si spostano in altri Stati membri.
  La proposta rivolge particolare attenzione ai lavoratori frontalieri. In tale ottica, devono essere interpretate le norme in base alle quali gli Stati membri possono istituire nelle regioni di frontiera strutture di cooperazione e servizi specifici. La proposta di regolamento, infine, non fa alcuna menzione né della Carta EURES né del catalogo dei servizi, che sono quindi da intendersi come superati.
  Quanto alla riforma di EURES in Italia, la rete è composta da 75 consulenti distribuiti su tutto il territorio nazionale, affiancati nelle loro attività da circa 350 assistenti con il compito di informare, consigliare e aiutare i candidati alla mobilità e le imprese che intendono assumere nuovo personale.
  Con la sola eccezione dei consulenti delle parti sociali, tutti gli advisor italiani sono incardinati presso i centri per l'impiego al fine di rafforzare il legame con l'offerta nazionale di servizi per il lavoro. La rete italiana ha vissuto un intenso processo di rinnovamento sulla scorta delle sollecitazioni della Commissione europea, che ha chiesto di adottare efficaci strategie per favorire il monitoraggio delle attività della rete, un maggiore orientamento ai risultati e una più stretta integrazione con le politiche attive del lavoro finanziate anche dal Fondo sociale europeo. Si è deciso, quindi, di modificare l'approccio strategico orientato al conseguimento di obiettivi di breve termine per passare a una prospettiva di pianificazione e programmazione in un'ottica di anticipazione delle richieste del mercato del lavoro.
  EURES non sarà più un semplice strumento di scambio di informazioni. Al contrario, l'attenzione sarà posta sul collocamento e sullo sviluppo dell'occupabilità degli utenti, promuovendo progetti mirati all'assunzione, come «Il tuo primo lavoro EURES» e «Il lavoro della mia vita», soprattutto rivolti a target specifici, professionalità elevate, giovani con maggiore motivazione e disponibilità a spostarsi per lavorare, a fare un apprendistato o un tirocinio, ad avviare un'attività in altri Stati membri.
  L'integrazione del portale ClicLavoro nel sistema EURES, inoltre, consente di Pag. 6raccogliere in un unico sito Internet di portata nazionale le opportunità di lavoro disponibili in Italia e negli altri Paesi dell'Unione europea, nonché le opportunità di formazione e di tirocinio all'estero presso le istituzioni europee. Tra gli applicativi da sviluppare per il futuro, si dovrà immaginare un supporto on line che consenta l'approccio di offerta di lavoro in Italia e candidature provenienti dall'estero.
  È stata definita la struttura del nuovo Ufficio di coordinamento nazionale, che si comporrà di sette posizioni organizzative con compiti specifici, alcune delle quali serviranno da referente o punti di contatto per la Commissione. L'Ufficio nazionale di coordinamento sarà incardinato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che ha individuato le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano in qualità di partner EURES. Le modalità di identificazione, selezione e accreditamento di partner privati saranno definite secondo i princìpi fissati dal decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e in raccordo con le regioni.
  L'Italia ha scelto di affidarsi alla programmazione del Fondo sociale europeo per il finanziamento di EURES a partire da gennaio 2015. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si sta coordinando con le regioni in modo da assicurare che le linee di intervento dei POR 2014-2020 includano anche le attività e i servizi EURES, così da offrire un supporto reale su tutto il territorio nazionale ai lavoratori che vogliono fare un'esperienza all'estero o alle imprese italiane che vogliono reclutare forza lavoro in altri Stati membri.
  L'obiettivo è quello di conseguire un ammontare di risorse adeguato e di promuovere l'accesso generalizzato ai servizi EURES nell'offerta di tutti i centri per l'impiego. A questo fine, il ministero ha anche avviato insieme alle regioni un lavoro di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni relativi ai servizi a supporto della mobilità lavorativa, distinguendo tra attività di carattere generale e ambiti specifici e disaggregando per platea soggettiva persone in cerca di lavoro, datori di lavoro e altri attori della rete EURES.
  Vale la pena di notare che la mobilità transnazionale sarà una delle possibili offerte di qualità proposte a beneficio del programma Garanzia per i giovani. I giovani in cerca di lavoro potranno raccogliere informazioni sulle opportunità all'estero anche nei canali tradizionali di EURES, tramite appositi youth corners, ovvero veri e propri sportelli unici dedicati ai giovani, che saranno presenti su tutto il territorio del Paese.
  A supporto dell'attuazione del programma, inoltre, è stata sviluppata una piattaforma tecnologica unica su tutto il territorio nazionale. La piattaforma ha lo scopo di garantire che le informazioni e i servizi di politica attiva del lavoro disponibili ed erogati e il relativo monitoraggio siano fruibili per tutti gli attori coinvolti e con le stesse modalità a livello nazionale e sui sistemi locali, collegati in modalità di cooperazione applicativa.
  Per tutti gli utenti che si iscrivono alla piattaforma, ovvero a uno dei portali regionali, sono registrati e raccolti i dati anagrafici e curriculari, tutti i servizi erogati e lo status occupazionale. Questo consente una piena tracciabilità dei servizi e dei loro esiti, inclusi i servizi di supporto alla mobilità intra-Unione europea tramite la rete EURES.
  La piattaforma tecnologica della Garanzia giovani, quindi, costituisce un passo importante nella direzione dell'interoperabilità tra sistemi, come strumento di trasparenza e valutazione degli interventi, che, come detto, è uno degli obiettivi principali della riforma EURES. Un progetto sperimentale sull'interoperabilità è attualmente in corso ed è promosso dall'Ufficio di coordinamento europeo.

  PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Bellanova e la dottoressa Strano. Penso che sia una relazione piuttosto interessante e importante.
  Ritengo che sia veramente un passaggio interessante e importante nell'economia di questo percorso che porta anche, in questo Pag. 7caso, se non sbaglio, la stessa rete EURES ad applicare politiche attive nell'ambito del mondo del lavoro piuttosto che essere un mero strumento per lo scambio di informazioni.
  Piuttosto interessante è anche il fatto che, da quanto ho capito, le cosiddette coperture di questo progetto derivano dal Fondo sociale europeo; quindi, molto probabilmente, il Governo e il Parlamento dovranno stare attenti affinché questi fondi arrivino e nella misura giusta.
  È poi assolutamente positivo il passaggio della Garanzia giovani. Qualora dovesse esserci anche un eventuale passaggio in termini di scambio di informazioni sulle politiche attive, soprattutto a beneficio del piano della Youth guarantee, sul quale il Parlamento si è espresso all'unanimità lo scorso anno, immagino che siamo sicuramente di fronte a un buon passo avanti verso le politiche attive sul mercato del lavoro di cui tanto parliamo anche in seno a questa Commissione.
  Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  EMANUELE PRATAVIERA. Intervengo solo per una richiesta di chiarimento sulla relazione. Non vorrei aver inteso male o inteso bene. La rete EURES, se non ho capito male, consta di 75 consulenti attivi a livello nazionale, coadiuvati da 350 collaboratori: questi si sommerebbero all'operatività dei centri per l'impiego, per cui i centri per l'impiego svolgerebbero la parte funzionale, quella più pragmatica del progetto, o è diverso da come ho capito ?

  FRANCESCA BONOMO. Vorrei veramente ringraziare il sottosegretario Bellanova e anche la dottoressa Strano, perché è stato molto utile confrontarsi e penso che sia molto utile continuare a mantenere questo rapporto costante. Peraltro, a settembre ricomincerete il negoziato sul provvedimento, quindi è molto importante.
  Vorrei soffermarmi su due temi emersi anche in precedenti audizioni, che possono magari servire anche per il confronto. È stata citata anche nella relazione l'importanza delle esperienze già maturate in ambito transfrontaliero. In particolare, una delle esperienze valutata come molto positiva è quella dell'Euradria. Su quella scia si potrebbe incentivare l'individuazione di strumenti da utilizzare.
  Sappiamo che a livello italiano, purtroppo, ancora questo tipo di esperienza dai nostri giovani non è così utilizzata. Questa situazione – è stato anche evidenziato dalle audizioni, in particolare, con i sindacati – è dovuta probabilmente a due ordini di ragioni e di limiti: il primo e principale è quello delle competenze linguistiche, non così sviluppate nei nostri giovani; dall'altra parte, c’è quello della difficoltà, ovviamente, di mantenersi in un altro Stato europeo. Se, infatti, un ragazzo fa anche solo un'esperienza di tirocinio, non è detto che possa accedere a servizi aggiuntivi legati a questo tipo di esperienza.
  Delle competenze linguistiche si parlava prima in merito alla necessità di richiedere alle regioni dei livelli minimi essenziali e delle prestazioni aggiuntive: eventualmente, si può prevedere la richiesta di affiancare dei corsi specifici di lingua indirizzati a questo tipo di esperienza ? Cosa si può fare anche per aiutare nei servizi aggiuntivi, in particolare su quanto dicevo in precedenza ?
  Vorrei, inoltre, cogliere l'occasione per alcune considerazioni sul sistema Garanzia giovani e sul fatto che i sistemi debbano essere integrati. Vedo con favore che il Governo sta lavorando sull'integrazione tra i due sistemi. Sappiamo, però, che c’è già stata una prima piccola fase di monitoraggio sul sistema Garanzia giovani e che uno dei limiti evidenziati è che la maggior parte delle proposte avanzate sono di agenzie interinali, per cui forse non c’è abbastanza collegamento con le associazioni di categoria.
  Su questo mi ricollego anche a quanto dicevo sui livelli essenziali richiesti dalle regioni. So che a livello nazionale la convenzione con le associazioni di categoria c’è ed è forte; per alcune regioni – posso dirlo anche parlando del Piemonte, da cui Pag. 8provengo – questa parte non è così sviluppata. Forse bisognerebbe trovare un modo per far sì che proprio i piccoli imprenditori sappiano, anche attraverso il sito, di queste opportunità aggiuntive rispetto alle proposte delle agenzie interinali. Sul punto, penso che il rapporto più stretto possa essere utile anche, ovviamente, per il rafforzamento del sistema EURES.
  Infine, quanto all'aspetto comunicativo, relativamente alla Garanzia giovani, penso che la sfida che il Governo cercava fosse proprio quella di riuscire anche a coinvolgere più soggetti possibile, non solo gli studenti, che già abbiamo difficoltà, se devo essere sincera, a coinvolgere. Ha parlato, giustamente, di un sito, che è pubblicizzato, ma esiste l'ipotesi di spot televisivi, di utilizzare altri sistemi per comunicare meglio questo tipo di opportunità ? Esiste già questo tipo di informazione ? Come si pensa di riuscire a coinvolgere i NEET (Not in Education, Employment or Training), quelli che forse hanno più difficoltà ad essere coinvolti ?

  ROCCO BUTTIGLIONE. Ringrazio il sottosegretario. Si tratta di un'iniziativa molto opportuna, perché siamo chiamati questa volta a discutere una proposta di regolamento, cioè entriamo nel processo di formazione della norma europea e il Parlamento è pienamente coinvolto e in grado di dare indicazioni al Governo sulle direzioni verso le quali è opportuno che la norma sia orientata.
  Ho diverse perplessità che riguardano, da un lato, l'integrazione della norma all'interno del sistema della normativa europea; dall'altro, l'integrazione dalla norma all'interno del sistema della normativa italiana. Per essere chiaro, citerò qualche esempio. Si è detto fin dall'inizio che una delle finalità della proposta, anche se poi mi sembra si sia un po’ indebolita nel corso della scrittura effettiva della stessa, è la lotta al lavoro sommerso. Da questo punto di vista, forse sarebbe opportuno dire qualcosa di più.
  Scopriamo che abbiamo un lavoratore immigrato, che però lavora in una fonderia di Reggio Emilia: dopo che abbiamo scoperto questo, che facciamo ? Che indicazioni dà l'Unione europea da questo punto di vista ? Lo assumiamo con un contratto regolare o almeno offriamo al datore di lavoro la possibilità di assumerlo con contratto regolare ? Lo rimandiamo al Paese d'origine ? Ce lo teniamo in Italia dopo avergli fatto perdere il lavoro ?
  C’è qui un problema – non palerò qui di armonizzazione, che so in questo momento molto impopolare a Bruxelles – di coordinamento e anche di indicazioni, suggerimenti che l'Unione può dare ai diversi Stati membri. Certamente, infatti, questo dal punto di vista quantitativo è uno dei temi che si impongono, se vogliamo arrivare all'effettiva creazione di un mercato interno del lavoro.
  Un secondo problema, rispetto al quale vedo ancora poco chiaro dentro la normativa proposta, è il tema fondamentale del lavoro dipendente travestito da lavoro autonomo. Anche questo è ricordato nelle premesse, ma poi non capisco bene come nell'attuazione esso vada a incidere. È un tema particolarmente importante in Italia. Abbiamo fatto le nostre riforme del lavoro in buona parte travestendo da lavoro autonomo forme di lavoro dipendente.
  Non avendo il coraggio di fare un contratto da lavoro dipendente che desse libertà di licenziamento in cambio di un indennizzo crescente, come avviene in gran parte dei Paesi europei, abbiamo creato certi percorsi. Non so quante tipologie di contratti di lavoro abbiamo. Voi di questa Commissione lo sapete.

  PRESIDENTE. Sono 46 !

  ROCCO BUTTIGLIONE. Forse 46 sono un po’ troppe.
  Anche qui c’è un problema di raccordo con la nostra normativa interna e uno, naturalmente, che riguarda la possibilità della Commissione, del Parlamento e del Consiglio di dare qualche suggerimento, posto che questa non è materia nella quale possano intervenire direttamente.
  Abbiamo valutato cosa comporti per noi l'effettiva esecuzione del regolamento Pag. 9una volta emanato ? Possiamo cominciare ad attivare i nostri organi competenti perché il regolamento non corra come acqua fresca, ma stimoli un adeguamento della nostra legislazione ? Cosa possiamo fare per rafforzare all'interno del regolamento stesso gli stimoli dati al sistema italiano per affrontare tali questioni ?
  Una terza osservazione riguarda il sistema della formazione. Anche qui ci sono problemi importanti di raccordo. Mettiamo in rete tutte le offerte di lavoro, ma siamo sicuri che in Italia le conosciamo ? In Germania, c’è un servizio capillare in ogni azienda, il quale rileva non le offerte di lavoro, ma la domanda di lavoro potenziale del prossimo anno, che serve poi a organizzare il sistema dell'apprendistato.
  Se vogliamo creare un mercato del lavoro europeo, dobbiamo mettere a disposizione dei lavoratori italiani la conoscenza di questi dati, ma anche domandarci come rileviamo l'effettiva offerta di lavoro. Il regolamento può essere sostanzialmente ininfluente sulla nostra politica del lavoro o diventare l'occasione per riforme incisive, profonde per un adeguamento importante.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Buttiglione, perché lei pone sempre domande interessanti, di cui le rendo merito assolutamente.
  Le ricordo soltanto che le tre macroaree che ha appena toccato sono sicuramente trasversali rispetto al provvedimento stesso e anche ad altri passaggi che la nostra e altre Commissioni stanno valutando. Mi riferisco, in particolare, all'esame della proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'istituzione di una piattaforma europea per il rafforzamento della cooperazione volta a prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso (COM (2014)221 final), la cui relatrice è l'onorevole Gribaudo, che avremo modo di esaminare oggi pomeriggio in Commissione.
  Senza voler contingentare i tempi, poiché avremo solo qualche minuto, visto che l'Aula è ripresa, immagino che i suoi temi, assolutamente interessanti da sviscerare – questo è poco ma è sicuro – potrebbero essere trattati in quell'ambito. Si tratta di un provvedimento che affronta in modo specifico rispetto ai temi da lei appena richiamati, che sicuramente si pongono in maniera trasversale anche rispetto alla ricerca fattiva del lavoro.
  Se una persona, un giovane o meno giovane, cerca un lavoro attraverso la rete EURES e i centri per l'impiego, mi auguro che non svolga poi un lavoro senza essere regolarizzato. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  GRAZIA STRANO, Direttore della Direzione generale per le politiche dei servizi per il lavoro del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Per quanto riguarda la domanda sull'organizzazione, quella attuale è quella descritta: 73 consulenti EURES, che prestano la loro attività presso ciascun centro per l'impiego pubblico coordinati dai line manager, che corrispondono essenzialmente ai direttori dell'area lavoro di regioni e province autonome. Esiste, inoltre, la rete degli assistenti presso i centri per l'impiego. Questa è la situazione attuale.
  Alla luce del nuovo regolamento, stiamo svolgendo delle attività con le regioni per individuare, all'interno dei servizi pubblici per l'impiego, l'organizzazione dell'area servizio mobilità transnazionale come un livello minimo di prestazione che deve essere presente presso ciascun servizio per l'impiego, suddividendo le attività in informazione generale, che può stare all'interno della cosiddetta area di accoglienza di tutti i servizi, e in un ambito, più specifico, relativo alla mobilità transnazionale, dando anche una connotazione quantitativa dell'ufficio.
  Se, ad esempio, individuiamo che presso ciascuno dei 556 servizi per l'impiego pubblici deve esserci un'area accoglienza con il servizio mobilità transnazionale che dovrà avere un operatore, diversa cosa è invece l'ufficio di mobilità. Tutta quest'organizzazione andrà rivista alla luce del nuovo regolamento.
  Come sarà finanziato il servizio EURES ? L'organizzazione che sarà concordata Pag. 10dovrà trovare finanziamento all'interno di ciascun POR, quindi l'approvazione dei programmi operativi regionali per il servizio di mobilità transnazionale sarà subordinata all'effettiva presenza di uffici, personale e risorse strumentali. Questa è la prima parte.
  Per quanto riguarda le connessioni tra il sistema Garanzia giovani e il sistema EURES, quest'organizzazione presuppone anche che tutto il processo sia tracciato, superando una delle grandi mancanze che c’è stata sia nella rete EURES sia nei servizi per l'impiego in generale. Il servizio erogato è tracciato e, quindi, la sua erogazione è strettamente messa in relazione con l'esito occupazionale post-erogazione.
  Per quanto riguarda le attività transfrontaliere, saranno addirittura rafforzate a partire dall'esperienza di Euradria, fondamentale per gestire il mercato del lavoro transfrontaliero, risolvendo problemi di previdenza, di assistenza e di inserimento nel mercato.
  Per quanto riguarda i problemi di costi aggiuntivi per supportare la mobilità, già «My first EURES job», il progetto che per la prima volta ha garantito, con appositi finanziamenti, all'interno della rete EURES non soltanto informazioni, ma effettivi inserimenti lavorativi, ha insegnato non solo all'Italia, ma proprio alla Commissione, che il partenariato tra pubblico e privato e tra le parti sociali e i servizi per l'impiego può essere utile per accompagnare le offerte o le occasioni di lavoro con servizi aggiuntivi.
  Lo Stato accogliente si preoccupa anche di supportare almeno le prime spese di inserimento in quel mercato del lavoro, che vanno poi a corollario dell'effettivo inserimento nel mercato del lavoro. È quello a cui faceva riferimento il sottosegretario, a proposito della relazione tra finanziamento con la programmazione economica e finanziamenti successivi che può dare la Commissione per supportare la transnazionalità.

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Aggiungo solo una considerazione alle risposte fornite in modo puntuale dalla dottoressa Strano. Vorrei invitare tutti noi su questo tema specifico a valorizzare molto il fatto che ci stiamo cimentando anche nel nostro Paese, con gli stimoli che arrivano e che partono anche da noi verso l'Unione europea, su una piattaforma di forte implementazione delle politiche attive del lavoro. In questo ambito segniamo dei ritardi e su questo versante dobbiamo provare a misurare anche la nostra capacità di innovazione. Avremo altri momenti per discutere anche rispetto ad altri provvedimenti, che comunque affrontano questo tema in modo specifico.
  Per quanto riguarda la Garanzia giovani, sapete di questo dato settimanalmente messo a disposizione dal Ministero e dalla Direzione che fa capo alla dottoressa Strano. Ovviamente, tutti i suggerimenti delle Commissioni e dei deputati sono benvenuti. Laddove possiamo migliorare e implementare – siamo a lavori in corso – e tutti abbiamo interesse a fare in modo che strumenti così innovativi siano utilizzati al meglio.
  Quanto al sommerso, non vi si faceva riferimento nella comunicazione non per sottovalutazione. È un tema che ci sta molto a cuore. Mi fa piacere comunicare alle due Commissioni riunite che il Comitato economico e sociale dell'Unione europea ci ha recapitato proprio ieri – sono stata individuata come relatrice per lo Stato italiano – l'invito a partecipare l'11 di settembre alla sua assemblea plenaria in vista dell'adozione del parere sulla piattaforma europea di lotta al lavoro sommerso.
  Se le Commissioni lo riterranno di interesse, ovviamente c’è la disponibilità del Governo a venire a riferire prima o dopo quell'appuntamento, ma è un tema sul quale come Ministero del lavoro e delle politiche sociali stiamo ponendo grande attenzione per la valenza che ha e per gli interessi coinvolti. Peraltro, tutti sappiamo che in gran parte si tratta di persone con difficoltà e ragazzi e ragazze che incrociano, magari anche per la prima volta nella loro vita esperienze di lavoro non proprio regolari.

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  PRESIDENTE. La ringrazio. Direi che è stato un dibattito piuttosto interessante. Sento assolutamente di condividere le preoccupazioni dell'onorevole Buttiglione e quelle dell'onorevole Prataviera anche rispetto al numero di persone che svilupperanno questo tipo di piattaforma o di progetto, nonché le preoccupazioni dell'onorevole Bonomo rispetto alla preparazione e ai corsi di lingua.
  Immagino, però, che su quest'ultima questione ci sia proprio un problema atavico nella nostra nazione. Il punto non è solo, eventualmente, essere impiegati presso i centri per l'impiego o i servizi pubblici. Fondamentalmente, non è necessario che proprio in quei luoghi debba iniziare un percorso di formazione per una lingua estera. Per quanto mi riguarda, il lavoratore dovrebbe essere preparato un po’ prima rispetto all'ingresso nel mondo del lavoro, ma questa è una considerazione del tutto a latere rispetto a quanto appena osservato.
  Nel ringraziare i nostri ospiti per il contributo fornito, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.